Anno xxxi n 14 13 aprile 2014

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ANNO XXXI N° 14 - 13 Aprile 2014 1.00 Abbonamento annuo ordinario 30,00 - sostenitore 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno Catechesi di Papa Francesco IL SACRAMENTO DEL MATRIMONIO, ICONA DELL’AMORE DI DIO PER IL GENERE UMANO Concludendo il ciclo di catechesi sui Sacramenti, Papa Francesco ha dedicato la catechesi dell’Udienza Generale del Mercoledì al Sacra- mento del Matrimonio. “Questo Sacramento - ha detto - ci conduce nel cuore del disegno di Dio, che è un disegno di alleanza col suo po- polo, con tutti noi, un disegno di comunione. All’inizio del libro della Genesi, il primo libro della Bibbia, a coronamento del racconto della creazione si dice: ‘Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò... Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un’unica carne’. L’immagine di Dio è la coppia matrimoniale: l’uomo e la donna; non soltanto l’uomo, non soltanto la donna, ma tutti e due. Questa è l’immagine di Dio: l’amore, l’alleanza di Dio con noi è rappresentata in quell’alleanza fra l’uomo e la donna”. “Siamo creati per amare, come riflesso di Dio e del suo amore. E nell’unione coniugale l’uomo e la donna realizzano questa vocazione nel segno delle reciprocità e della comunione di vita piena e definitiva. Quando un uomo e una donna celebrano il sacramento del Matrimonio, Dio, per così dire, si ‘rispecchia’ in essi, imprime in loro i propri lineamenti e il carattere indelebile del suo amore. Il matrimonio è l’icona dell’amore di Dio per noi. Anche Dio, infatti, è comunione: le tre persone del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo vivono da sempre e per sempre in unità perfetta. Ed è proprio questo il mistero del Matrimonio: Dio fa dei due sposi una sola esistenza. La Bibbia usa un’espressione forte e dice: ‘un’unica carne’, tanto intima è l’unione tra l’uomo e la donna nel matrimonio. Ed è proprio questo il mistero del matrimo- nio: l’amore di Dio che si rispecchia nella coppia che decide di vivere insieme”. “San Paolo, nella Lettera agli Efesini - ha ricor- dato Papa Francesco - mette in risalto che negli sposi cristiani si riflette un mistero grande: il rapporto instaurato da Cristo con la Chiesa, un rapporto nu- ziale. La Chiesa è la sposa di Cristo. (...) Questo significa che il Matrimonio risponde a una vocazione specifica e deve es- sere considerato come una con- sacrazione. Venerdì Santo: Colletta Pro Terra Sancta: la solidarietà universale verso la Chiesa madre Anche quest’anno la Quaresima porta con sé l’appuntamento con la Colletta Pro Terra Sancta, che la Santa Sede propone ai cattolici di tutto il mondo, come gesto di solidarietà con le neces- sità delle Chiese della Terra Santa e del Medio Oriente. L’appuntamento an- nuale viene richiamato ai vescovi da una lettera che viene loro indirizzata dal prefetto della Congregazione per le Chiese orientali, il card. Leonardo Sandri. Riferendosi alle Chiese mediorientali, nel testo pubblicato il cardinale annota: «Ancora oggi la Colletta è la fonte principale per il sostentamento della loro vita e delle loro opere, secondo la volontà sollecita dei Sommi Pontefici, i quali, specie nell’imminenza del Venerdì Santo, hanno sempre esortato a gesti di autentica carità fraterna». «Ogni giorno – pro- segue Sandri – i cristiani in varie regioni del Medio Oriente si interrogano se restare o emigrare: vivono nell’insicurezza o su- biscono violenza, talora, per il solo fatto di professare la loro e nostra fede. Ogni giorno ci sono fratelli e sorelle che resistono, scegliendo di restare là dove Dio ha compiuto in Cristo il dise- gno della universale riconciliazione. Da quella Terra sono partiti coloro che, sulla parola di Cristo, hanno portato l’Evangelo ai quattro angoli del mondo. È là che la Chiesa ritrova sempre, con le sue radici, la “grande speranza” che porta il nome di Gesù, ma la situazione attuale è veramente delicata: basti pen- sare al conflitto tra Israele e Palestina, all’evoluzione che inve- ste l’Egitto, alla tragedia della Siria». Alla solidarietà concreta il cardinale prefetto associa anche la preghiera per la pace: «Nel Venerdì Santo – scrive - vorremo elevare al Crocifisso il grido della pace per Gerusalemme e perché il mondo, cominciando dalla Terra di Gesù, divenga la Città della pace. Ai discepoli di Cristo si chiede di operare per la pace ri- cordando che “le guerre costitui- scono – tra l’altro – il rifiuto pratico a impegnarsi per raggiun- gere quelle grandi mete economi- che e sociali che la comunità internazionale si è data” (Papa Francesco, Messaggio per la Giornata mondiale della Pace 2014). Sono parole che assumono un significato preciso e chiaro in relazione all’odierna Colletta pro Terra Santa. La situazione di pesante incertezza sociale, e addirittura di guerra, si è aggravata, colpendo ad ogni livello il fragile equilibrio dell’intera area e riversando sul Libano e sulla Giordania profughi e rifugiati che moltiplicano a dismisura campi di accoglienza sempre meno adeguati. Si rimane scon- volti per il numero di rapimenti e omicidi di cristiani in Siria e altrove, per la distruzione di chiese, case e scuole. Ciò non fa che alimentare l’esodo dei cristiani e la dispersione di famiglie e comunità». Segue a pag. 3 Papa Francesco e il Vangelo in tasca Papa Francesco, nell’Angelus di domenica 6 aprile, è tornare ad insistere sulla lettura quotidiana del Vangelo, regalando ai presenti in piazza S.Pietro, un’edizione tascabile. Sulla preghiera col Vangelo trovo in Quoist, questa interes- sante coincidenza Pregare, è meno complicato di quanto si pensi. All’inizio, consiste nel parlare a Dio della nostra vita e di quella dei nostri fratelli. - Risposta d’un giovane: io Gli parlo, ma non mi risponde mai. - È falso, è Lui che ti parla per primo (per mezzo dei profeti e di suo Figlio). E resta il suo Vangelo. Dio ti parla attraverso queste parole umane. RispondiGli. È questione d’educazione. - E se non capisco, vi vengo a trovare? - Non ancora: diGli che non capisci niente di quello che Ti dice. E continua a leggere, Egli ti darà più tardi la spiegazione. (Michel Quoist “A cuore aperto” n. 166) Segue a pag. 2 “La catena che mi teneva imprigionato diventò il mio personale Rosario” Rilasciato dopo 39 anni di dura prigionia, un ex Capitano dell’esercito del Vietnam del sud racconta la sua storia di conversione avvenuta dietro le sbarre A leggere la storia J.B Nguyen Huu Cau, sol- dato vietnamita, sembra proprio che il messag- gio evangelico delle beatitudini sia penetrato nel profondo del suo cuore. Quest’uomo, oggi sessantottenne, è uscito lo scorso 22 marzo da una prigionia durata trentanove anni, che lo fa essere in assoluto una delle persone più a lungo detenute per motivi politici. Capitano dell’eser- cito del Vietnam del sud, fu catturato nel corso della guerra che aveva contrapposto il nord co- munista al sud filo-americano. È la sua, una sto- ria di ardente fede, la quale gli ha concesso di affrontare e superare un’interminabile deten- zione costellata di sofferenze, umiliazioni e de- clini fisici. Tutto ebbe inizio nel 1975. A seguito della riunificazione del Paese asiatico, il Capi- tano venne condotto dalle truppe comuniste, uscite vincitrici dalla guerra, in un campo di rie- ducazione attraverso il lavoro. Vi rimase sei anni, fin quando, nel 1982, fu nuovamente tratto in arresto per via della sua attività di poeta e compositore a tratti critico verso il regime co- munista.

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ANNO XXXI N° 14 - 13 Aprile 2014 € 1.00

Abbonamento annuo ordinario € 30,00 - sostenitore € 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno

Catechesi di Papa Francesco

IL SACRAMENTO DEL MATRIMONIO,

ICONA DELL’AMORE DI DIO PER IL GENERE UMANO

Concludendo il ciclo di catechesi sui Sacramenti, Papa Francesco hadedicato la catechesi dell’Udienza Generale del Mercoledì al Sacra-mento del Matrimonio. “Questo Sacramento - ha detto - ci conducenel cuore del disegno di Dio, che è un disegno di alleanza col suo po-polo, con tutti noi, un disegno di comunione. All’inizio del libro dellaGenesi, il primo libro della Bibbia, a coronamento del racconto dellacreazione si dice: ‘Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine diDio lo creò: maschio e femmina li creò... Per questo l’uomo lasceràsuo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un’unica

carne’. L’immagine di Dio è la coppia matrimoniale: l’uomo e la donna; non soltanto l’uomo, nonsoltanto la donna, ma tutti e due. Questa è l’immagine di Dio: l’amore, l’alleanza di Dio con noi èrappresentata in quell’alleanza fra l’uomo e la donna”. “Siamo creati per amare, come riflesso diDio e del suo amore. E nell’unione coniugale l’uomo e la donna realizzano questa vocazione nelsegno delle reciprocità e della comunione di vita piena e definitiva. Quando un uomo e una donnacelebrano il sacramento del Matrimonio, Dio, per così dire, si ‘rispecchia’ in essi, imprime in loro ipropri lineamenti e il carattere indelebile del suo amore. Il matrimonio è l’icona dell’amore di Dioper noi. Anche Dio, infatti, è comunione: le tre persone del Padre, del Figlio e dello Spirito Santovivono da sempre e per sempre in unità perfetta. Ed è proprio questo il mistero del Matrimonio: Diofa dei due sposi una sola esistenza. La Bibbia usa un’espressione forte e dice: ‘un’unica carne’, tantointima è l’unione tra l’uomo e la donna nel matrimonio. Ed è proprio questo il mistero del matrimo-nio: l’amore di Dio che si rispecchia nella coppia che decide di vivere insieme”. “San Paolo, nellaLettera agli Efesini - ha ricor-dato Papa Francesco - mette inrisalto che negli sposi cristianisi riflette un mistero grande: ilrapporto instaurato da Cristocon la Chiesa, un rapporto nu-ziale. La Chiesa è la sposa diCristo. (...) Questo significa cheil Matrimonio risponde a unavocazione specifica e deve es-sere considerato come una con-sacrazione.

Venerdì Santo:

Colletta Pro Terra Sancta:la solidarietà universale versola Chiesa madreAnche quest’anno la Quaresima portacon sé l’appuntamento con la CollettaPro Terra Sancta, che la Santa Sedepropone ai cattolici di tutto il mondo,come gesto di solidarietà con le neces-sità delle Chiese della Terra Santa e delMedio Oriente. L’appuntamento an-nuale viene richiamato ai vescovi dauna lettera che viene loro indirizzata dalprefetto della Congregazione per le Chiese orientali, il card.Leonardo Sandri. Riferendosi alle Chiese mediorientali, neltesto pubblicato il cardinale annota: «Ancora oggi la Colletta èla fonte principale per il sostentamento della loro vita e delleloro opere, secondo la volontà sollecita dei Sommi Pontefici, iquali, specie nell’imminenza del Venerdì Santo, hanno sempreesortato a gesti di autentica carità fraterna». «Ogni giorno – pro-segue Sandri – i cristiani in varie regioni del Medio Oriente siinterrogano se restare o emigrare: vivono nell’insicurezza o su-biscono violenza, talora, per il solo fatto di professare la loro enostra fede. Ogni giorno ci sono fratelli e sorelle che resistono,scegliendo di restare là dove Dio ha compiuto in Cristo il dise-gno della universale riconciliazione. Da quella Terra sono partiti

coloro che, sulla parola di Cristo, hanno portato l’Evangelo aiquattro angoli del mondo. È là che la Chiesa ritrova sempre,con le sue radici, la “grande speranza” che porta il nome diGesù, ma la situazione attuale è veramente delicata: basti pen-sare al conflitto tra Israele e Palestina, all’evoluzione che inve-ste l’Egitto, alla tragedia della Siria». Alla solidarietà concretail cardinale prefetto associa anche la preghiera per la pace: «Nel

Venerdì Santo – scrive - vorremoelevare al Crocifisso il grido dellapace per Gerusalemme e perché ilmondo, cominciando dalla Terradi Gesù, divenga la Città dellapace. Ai discepoli di Cristo sichiede di operare per la pace ri-cordando che “le guerre costitui-scono – tra l’altro  – il rifiutopratico a impegnarsi per raggiun-gere quelle grandi mete economi-che e sociali che la comunità

internazionale si è data” (Papa Francesco, Messaggio per laGiornata mondiale della Pace 2014). Sono parole che assumonoun significato preciso e chiaro in relazione all’odierna Colletta

pro Terra Santa. La situazione di pesante incertezza sociale, eaddirittura di guerra, si è aggravata, colpendo ad ogni livello ilfragile equilibrio dell’intera area e riversando sul Libano e sullaGiordania profughi e rifugiati che moltiplicano a dismisuracampi di accoglienza sempre meno adeguati. Si rimane scon-volti per il numero di rapimenti e omicidi di cristiani in Siria ealtrove, per la distruzione di chiese, case e scuole. Ciò non fache alimentare l’esodo dei cristiani e la dispersione di famigliee comunità».

Segue a pag. 3

Papa Francesco e il Vangelo in tasca

Papa Francesco, nell’Angelus di domenica 6 aprile, è tornaread insistere sulla lettura quotidiana del Vangelo, regalandoai presenti in piazza S.Pietro, un’edizione tascabile.

Sulla preghiera col Vangelo trovo in Quoist, questa interes-sante coincidenza

Pregare, è meno complicato di quanto si pensi.All’inizio, consiste nel parlare a Dio della nostra vita edi quella dei nostri fratelli.- Risposta d’un giovane: io Gli parlo, ma non mi risponde mai.- È falso, è Lui che ti parla per primo (per mezzo dei profeti e di suo Figlio). E resta il suo

Vangelo. Dio ti parla attraverso queste parole umane. RispondiGli. È questione d’educazione.- E se non capisco, vi vengo a trovare?

- Non ancora: diGli che non capisci niente di quello che Ti dice. E continua a leggere, Egli tidarà più tardi la spiegazione.

(Michel Quoist “A cuore aperto” n. 166)

Segue a pag. 2

“La catena che mi teneva imprigionato diventò il mio personale Rosario” Rilasciato dopo 39 anni di dura prigionia, un ex Capitano dell’esercito del Vietnam

del sud racconta la sua storia di conversione avvenuta dietro le sbarre

A leggere la storia J.B Nguyen Huu Cau, sol-dato vietnamita, sembra proprio che il messag-gio evangelico delle beatitudini sia penetratonel profondo del suo cuore. Quest’uomo, oggisessantottenne, è uscito lo scorso 22 marzo dauna prigionia durata trentanove anni, che lo faessere in assoluto una delle persone più a lungodetenute per motivi politici. Capitano dell’eser-cito del Vietnam del sud, fu catturato nel corsodella guerra che aveva contrapposto il nord co-munista al sud filo-americano. È la sua, una sto-ria di ardente fede, la quale gli ha concesso di

affrontare e superare un’interminabile deten-zione costellata di sofferenze, umiliazioni e de-clini fisici. Tutto ebbe inizio nel 1975. A seguitodella riunificazione del Paese asiatico, il Capi-tano venne condotto dalle truppe comuniste,uscite vincitrici dalla guerra, in un campo di rie-ducazione attraverso il lavoro. Vi rimase seianni, fin quando, nel 1982, fu nuovamentetratto in arresto per via della sua attività di poetae compositore a tratti critico verso il regime co-munista.

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Ma questa è politica o un fatuo agitarsi?di Quintiliano

Dopo l’ultimo comunicato stampa perve-nuto dalla maggioranza amministrativa delnostro comune per la bocciatura da partedel Tar per inadempienze procedurali inmerito alla chiusura del Bilancio 2013,dopo il risveglio dal letargo della mino-ranza che vuole il commissariamento delnostro comune, inoltre tenendo conto delle“ciurliate” quotidiane che ci vengono dalParlamento, dal Governo e da altri Organidi potere, elevate alla massima potenza per l’intromissione dell’Europa così doviziosamente elar-gite dai vari TG e mass-media, il modesto cittadino che vorrebbe capirci qualcosa, convinto chedifficilmente la ragione sta solo da una parte e ancor più convinto che la politica è l’arte del go-vernare avendo per scopo il bene comune, indipendentemente dall’appartenenza partitica, credoche non solo resta frastornato, ma è portato a chiedersi se nella crisi, da tutti ostentata, rientrianche la categoria dell’isterismo collettivo.

Anno XXXI

13 Aprile 20142

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Continua dalla prima pagina

segue a pag. 6

Parola del SignoreDOMENICA DELLE PALME A

Dal VANGELO secondo MATTEO

La Passione di nostro Signore Gesù (11-33)

Giunti a un luogo detto Gòlgota, che signi-fica luogo del cranio, [34]gli diedero da berevino mescolato con fiele; ma egli, assaggia-tolo, non ne volle bere. [35]Dopo averloquindi crocifisso, si spartirono le sue vestitirandole a sorte. [36]E sedutisi, gli facevanola guardia. [37]Al di sopra del suo capo, po-sero la motivazione scritta della sua con-danna: “Questi è Gesù, il re dei Giudei”.[38]Insieme con lui furono crocifissi due la-droni, uno a destra e uno a sinistra.[39]E quelli che passavano di là lo insulta-

vano scuotendo il capo e dicendo: [40]”Tuche distruggi il tempio e lo ricostruisci in tregiorni, salva te stesso! Se tu sei Figlio di Dio,scendi dalla croce!”. [41]Anche i sommi sa-cerdoti con gli scribi e gli anziani lo scher-nivano: [42]”Ha salvato gli altri, non puòsalvare se stesso. E’ il re d’Israele, scendaora dalla croce e gli crederemo. [43]Ha con-fidato in Dio; lo liberi lui ora, se gli vuolbene. Ha detto infatti: Sono Figlio di Dio!”.

[44]Anche i ladroni crocifissi con lui lo ol-traggiavano allo stesso modo.[45]Da mezzogiorno fino alle tre del pome-riggio si fece buio su tutta la terra. [46]Versole tre, Gesù gridò a gran voce: “Elì, Elì,lemà sabactàni?”, che significa: “Dio mio,Dio mio, perché mihai abbandonato?”.[47]Udendo questo,alcuni dei presentidicevano: “Costuichiama Elia”. [48]Esubito uno di lorocorse a prendereuna spugna e, imbe-vutala di aceto, lafissò su una canna ecosì gli dava dabere. [49]Gli altri di-cevano: “Lascia, ve-diamo se viene Eliaa salvarlo!”. [50]EGesù, emesso unalto grido, spirò.

[51]Ed ecco il velo del tempio si squarciò indue da cima a fondo, la terra si scosse, lerocce si spezzarono, [52]i sepolcri si apri-rono e molti corpi di santi morti risuscita-rono. [53]E uscendo dai sepolcri, dopo lasua risurrezione, entrarono nella città santae apparvero a molti. [54] Il centurione equelli che con lui facevano la guardia aGesù, sentito il terremoto e visto quel chesuccedeva, furono presi da grande timore edicevano: “Davvero costui era Figlio diDio!” (VANGELO DI MATTEO CAP. 27

VERSETTI 11-54)

“Quelli che passavano dilà lo insultavano “Gesùemesso un alto grido,spirò. “Davvero costuiera Figlio di Dio”. Difronte al Figlio del-l’uomo l’umanità si di-vide , chi lo insulta e chilo riconosce come Dio,anche noi siamo chia-mati a compiere unascelta. Non si può essereindifferenti né amorfi,dobbiamo operare unascelta , contro di Cristoo con Cristo, Gesù è

sceso dal cielo proprio per incoraggiare lascelta a suo favore, per indicarci qual’è la viamigliore per noi. Perché solo in Lui possiamoavere la Vita vera, la Luce vera quella che illu-mina tutto il nostro cammino e tutta la nostraesistenza. Gesù Cristo ci chiama ad essere uo-mini veri, uomini nuovi, consapevoli delle pro-prie scelte e delle proprie responsabilità, capacidi amare e donare, come Lui che ci ha amatofino alla fine. Signore donaci il coraggio di es-sere tuoi amici e di testimoniare sempre laragione della nostra speranza. Riccardo

PILLOLE DI SAGGEZZA: Dall’orto degli ulivi al calvario il Signore haconosciuto e sperimentato in anticipo tutte lesofferenze possibili, anche le più umili e le

più tristi (bernanos)

Allargando le sue sante braccia sul legno,Cristo ha dispiegato due ali, chiamando a se’

tutti i credenti, avvolgendoli per proteggerli come la madre con i suoi piccoli.

(Ippolito di Roma)

Ci dice Gesù: nella mia agonia io pensavo ate; per te ho versato quelle gocce di sangue

(Pascal)

Nella vita di ogni uomo c’è una croce adattaa lui: convertirsi significa stendere

le braccia su di essa (F. Mauriac)

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(...) L’uomo e la donna sonoconsacrati nel loro amore. Glisposi infatti, in forza del Sacra-mento, vengono investiti di unavera e propria missione, perchépossano rendere visibile, a par-tire dalle cose semplici, ordina-rie, l’amore con cui Cristo amala sua Chiesa”. “È davvero undisegno stupendo quello che èinsito nel sacramento del Matri-monio! - ha esclamato il Papa -E si attua nella semplicità eanche nella fragilità della con-dizione umana. Sappiamo benequante difficoltà e prove cono-sce la vita di due sposi. L’im-portante è mantenere vivo illegame con Dio, che è alla basedel legame coniugale. E il verolegame è sempre con il Signore.Quando la famiglia prega, il le-game si mantiene. Quando losposo prega per la sposa e lasposa prega per lo sposo, quellegame diviene forte; uno pregaper l’altro. È vero che nella vita

matrimoniale ci sono tante dif-ficoltà, tante; che il lavoro, chei soldi non bastano, che i bam-bini hanno problemi. Tante dif-ficoltà. E tante volte il marito ela moglie diventano un po’ ner-vosi e litigano fra loro. Litigano,è così, sempre si litiga nel ma-trimonio, alcune volte volanoanche i piatti! Ma non dob-biamo diventare tristi per que-sto, la condizione umana è così.E il segreto è che l’amore è piùforte del momento nel quale silitiga e per questo io consiglioagli sposi sempre: non finire lagiornata nella quale avete liti-gato senza fare la pace. Sem-pre!. E per fare la pace non ènecessario chiamare le NazioniUnite che vengano a casa a farela pace. È sufficiente un piccologesto, una carezza, ma ciao! Ea domani! E domani si comin-cia un’altra volta. E questa è lavita, portarla avanti così, por-tarla avanti con il coraggio di

voler viverla insieme. È unacosa bellissima la vita matrimo-niale e dobbiamo custodirlasempre, custodire i figli”.”Altrevolte io ho detto in questaPiazza una cosa che aiuta tantola vita matrimoniale. Sono treparole che si devono dire sem-pre, tre parole che devono es-sere nella casa: Permesso,grazie, scusa. Le tre parole ma-giche. Permesso: per non essereinvadente nella vita dei coniugi.(...) Grazie: ringraziare il co-niuge; grazie per quello che haifatto per me (...). E siccome tuttinoi sbagliamo, quell’altra pa-rola che è un po’ difficile a dirla,ma bisogna dirla: scusa. Per-messo, grazie e scusa. Con que-ste tre parole, con la preghieradello sposo per la sposa e vice-versa, con fare la pace sempreprima che finisca la giornata, ilmatrimonio andrà avanti. (...)Che il Signore vi benedica epregate per me”. Vis

IL SACRAMENTO DEL MATRIMONIO

Monteprandone

“Il posto del sindaco è in mezzo alla gente; nonsi capisce un sindaco che non sia lì” Il Papa ha ricevuto il 5 aprile l’Associazione Nazionale Comuni Italiani e ha augurato a tutti

i sindaci di essere mediatori e non intermediari. Come Gesù, che non era sindaco ma è comun-

que un’”icona” da seguire

Siate mediatori, non intermediari. CosìPapa Francesco nell’udienza ai Rappresen-tanti dell’Anci, l’associazione NazionaleComuni Italiani. Nel suo discorso, il Pon-tefice ha elencato pregi e difetti del ruolodel sindaco, a partire da una particolare ca-ratteristica: la stanchezza. Sì, proprio quellafatica dovuta a tante richieste di tante per-sone che fa finire un sindaco un po’ “acca-sciato” a fine giornata. Eppure questa è lamissione, anzi l’identità stessa del sindaco:“Stare in mezzo alla gente”. Un esempio diquesta prossimità è stato il cardinale Mi-chele Pellegrino – arcivescovo di Torino dal 1965 al 1977 - che il presidente dell’Anci e sindacodel capoluogo piemontese, Piero Fassino, ha ricordato all’inizio del suo discorso. Il Papa ha rin-graziato subito Fassino per aver nominato il porporato, al quale – ha detto – “io sono tanto grato”,perché “nel dopoguerra è stato lui ad aiutare la mia famiglia a trovare lavoro”. È un bel gestoquindi, secondo il Pontefice, “ricordare questi uomini di Chiesa, questi uomini e queste donne diChiesa – parroci, suore, laici – che sapevano camminare con il loro popolo, all’interno del popoloe con il popolo”. Bergoglio si è poi riagganciato ad un altro passaggio del saluto del “Signor Sin-daco di Torino”: “Lei ha incominciato il suo discorso dicendo: ‘Questo si rivolge al sindaco, questisi rivolgono al sindaco…’. Con tutti quelli che si rivolgono al sindaco, povero sindaco, finisceaccasciato da tante cose…”, ha esclamato il Santo Padre. Tuttavia “questo è il lavoro del sindaco”,ha ribadito e ha detto a tutti i sindaci d’Italia quale sia la loro “spiritualità”: “Io la penso un po’alla fine della giornata, e vi parlerei della stanchezza del sindaco, quando dopo una giornata tornaa casa con tante cose che non sono state risolte. Alcune sì, ma tante no”. In ogni caso, ha rimarcatoFrancesco, il posto del sindaco è “in mezzo alla gente”, “non si capisce un sindaco che non sia lì,perché lui è un mediatore, un mediatore in mezzo ai bisogni della gente”. E il pericolo – ha av-vertito – “è diventare un sindaco non mediatore, ma intermediario”. La linea di confine è sottilis-sima, ma la differenza tra mediatore e intermediario c’è eccome. “L’intermediario – ha spiegatoil Papa - sfrutta le necessità delle parti e prende una parte per sé, come quello che ha un negoziopiccolo e uno che gli fornisce e prende di qua e prende di là; e quel sindaco, se esiste – lo dicocome possibilità – quel sindaco non sa cosa è fare il sindaco”. Il mediatore, invece, “è quello chelui, lui stesso è colui che paga con la sua vita per l’unità del suo popolo, per il benessere del suopopolo, per portare avanti le diverse soluzioni dei bisogni del suo popolo. Dopo il tempo dedicatoa fare il sindaco, quest’uomo, questa donna finiscono stanco, stanca, con la voglia di riposarsi unpo’, ma con il cuore pieno d’amore perché ha fatto il mediatore”. L’augurio del Papa è quindi“che voi siate mediatori”: “In mezzo al popolo, per fare l’unità, per fare la pace, per risolvere iproblemi e anche risolvere i bisogni del popolo”. Come Gesù, che – ha evidenziato il Pontefice –“non era sindaco”, ma è una “icona” da cui trarre ispirazione. “Penso a Gesù in un momento dellasua vita, quando era in mezzo alla folla – ha detto - la folla lo spingeva al punto da non poterquasi respirare. Così dev’essere il sindaco, con la sua gente, con lui, con lei, perché questo significache il popolo, come con Gesù, lo cerca perché lui sa rispondere”. Dunque, ha concluso il Ponteficeribadendo il suo auspicio, “stanchezza, in mezzo al vostro popolo, e che la gente vi cerchi perchésa che voi sempre rispondete bene”. Di Salvatore Cernuzio ( Zenit)

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La Via Crucis attraverso gli occhi delle vittimedella guerra civile di Melani Manel Perera

I cattolici della parrocchia di Mihintale in Sri Lanka, hannovisitato tre diversi centri della diocesi di Anuradhapura: unorfanotrofio femminile; un ospizio; un reparto di oncologia.Un modo, spiega il loro parroco, “per incontrare il Cristo sof-ferente in quelle persone che ancora portano la loro croce”.Sperimentare la sofferenza del Signore attraverso il dolore di unaltro essere umano. È con questo spirito che i fedeli cattolicidella parrocchia di Mihintale, nella diocesi di Anuradhapura,hanno visitato alcuni centri della zona dove vivono orfani dellaguerra civile, anziani abbandonati dai loro familiari e i pazienti di un reparto di oncologia. Ad ac-compagnarli p. Lasantha Abrew sj, il loro parroco, che ad AsiaNews descrive questa esperienzacome “una speciale Via Crucis: non ci siamo inginocchiati dinanzi a statue o immagini di Gesù sof-ferente, ma lo abbiamo incontrato in quelle persone che ancora portano la loro croce”. Il consiglioparrocchiale ha deciso di dividere la comunità in tre gruppi. Il primo ha visitato l’orfanotrofio fem-minile Avanthi Devi di Anuradhapura, che ospita 58 bambine dalla prima all’ultima classe. I par-rocchiani hanno offerto loro il pranzo e un gelato ciascuna, per poi lasciare in dono alcune confezionidi cibi secchi, saponi e altri generi di prima necessità. Alcuni cattolici hanno pulito il giardino. Il se-condo gruppo si è recato al General Hospital di Anuradhapura, andando a trovare il reparto di on-cologia. Gli uomini hanno costruito un vialetto, mentre le donne hanno donato secchi e vestiti aipazienti malati di cancro. Un terzo gruppo ha visitato lo Shanti Sevana di Saliya Pura (distretto diAnuradhapura), la più grande Casa per anziani dello Sri Lanka. Divisi in piccole unità hanno potutoprendersi cura di alcuni degenti, tagliando loro unghie e capelli, lavando piatti e utensili, e parlandocon loro. Gli ospiti hanno spiegato di essere stati abbandonati dai loro figli, che non hanno volutoprendersi cura di loro. I visitatori hanno lasciato alla casa saponi, 50 chili di riso, due orologi e deisarong (abiti tradizionali, ndr).Dopo queste tre visite, aggiunge p. Abrew, “ci siamo riuniti alla cat-tedrale di san Giuseppe per la messa, durante la quale abbiamo parlato di cosa ciascuno aveva vistoe provato nel corso degli incontri. Tutti hanno detto di essere rimasti molto colpiti”. Inoltre, sempredalla parrocchia di Mihintale un altro gruppo - formato da soli giovani -, ha visitato i piccoli orfaniche vivono nel convento del Buon Pastore, nel villaggio di Mankulam (Northern Province), sottola cura di p. James e suor Rajesh. La religiosa ha raccontato loro le storie di alcuni bambini, tra cuiquella di una ragazzina di 10 anni che ha visto morire tutta la sua famiglia in un’esplosione. Dopoil racconto, tutti insieme hanno partecipato alla messa, hanno pranzato e hanno dedicato il restodella giornata a giochi, danze e canti. (Asia News)

Stazione quaresimale Diocesana

Giovedì 3 aprileVicaria Madonna di San GiovanniGrottammare

Parrocchia Gran Madre di Dio

Preghiera per i missionari martiri

Prossima Stazione Quaresimale Diocesana

Venerdì 11 aprileVicaria B. Assunta PallottaPatrignone

Piazza - Chiesa S. Maria in Viminato

Si è tenuta Giovedì 3 Aprile, a Grottammare, laquarta stazione quaresimale e la veglia di pre-ghiera per i Martiri Missionari organizzata dallaVicaria di San Giovanni Battista e dall’UfficioMissio diocesana. Dopo il ritrovo nel piazzaledella Scuola Fazzini Mercantini e l’accensionedei lumini, la processione, presieduta dal nostroVescovo Carlo Bresciani insieme ai sacerdotidella Vicaria e della diocesi, si è messa in cam-mino verso la Chiesa Gran Madre Di Dio, dietrola croce sulla quale era stata sistemata una vesterossa, segno del martirio, accompagnata dallefiaccole portate da 12 giovani della Vicaria. Ad

ogni stazione sono stati ricordati i Mar-tiri che, nel corso dell’ultimo anno, hanno datola vita per testimoniare la loro fede. Quella dellatestimonianza è infatti una dimensione che fin dasempre è avvertita con forza nei confronti delmartirio, tanto che proprio da essa deriva etimo-logicamente il nome. All’arrivo in Chiesa si è te-nuta la veglia di preghiera per i MartiriMissionari, con delle testimonianze che hannovoluto ricordare la vita di alcuni di essi e la lororadicale adesione al Vangelo che li ha portati allamorte. “La realtà della Croce”, ha ricordato il Ve-scovo, “si trova al centro della nostra fede. Senza

la Croce non è possi-bile la Pasqua, non èpossibile la resurre-zione.” Se la croceoggi è divenuta sco-moda, tanto che ten-diamo ad occultarla,

tanto che non vogliamo vederla, non è solo per-ché ci rimanda alla morte, ma anche perché èsegno di una totale fedeltà. “Chi ama”, ha af-fermato il Vescovo “non può non essere fedele,e chi ama Dio non può non essere fedele al-l’uomo. Ma chi teme la verità non vuole esseresalvato, non vuole essere svelato e si sente accu-sato dalla bontà di chi è fedele.” Da qui nasconole persecuzioni contro la Chiesa e da qui ha ori-gine il martirio. “Ma l’infedeltà”, ci avverte,“prepara croci più grandi, per noi e per chi ci staaccanto”. Poiché tutti noi siamo Chiesa, dob-biamo tutti essere pronti a muoverci verso l’altro,

nella piena fedeltà a Dio e all’uomo, consapevoliche non saremo risparmiati dalla Croce, ma nonper questo sentendoci privati della nostra libertà.La fedeltà della Croce è anzi il segno della libertàpiù totale, dell’amore più vero: con le parole delvescovo, “senza di essa saremmo solo bande-ruole in preda al vento”. A conclusione della ce-lebrazione sono stati proclamati i nomi dei 22martiri riconosciuti dalla Chiesa nel corso del-l’anno 2013. Simone Caffarini

La IV Stazione Quaresimale Diocesana e la Veglia di preghiera

per i Martiri Missionari

Un anno dopo, l’ennesima beffa. Fu inscenato neisuoi confronti un processo per aver denunciato la cor-ruzione diffusa tra alti ranghi dell’esercito di Hanoi eper aver parlato dei crimini commessi dai soldati co-munisti ai danni delle popolazioni civili. L’accusa fudi sabotaggio, di aver “danneggiato l’immagine delregime”. L’imputato si dichiarò, tuttavia, sempre “noncolpevole”; ciò fece sì che le autorità commutasserola pena capitale in carcere a vita. Un carcere assaiduro, da passare in isolamento, al confine e in mezzoalla giungla. Le condizioni difficili provocarono seridanni alla salute di J.B Nguyen Huu Cau: venne menol’udito, divenne cieco dall’occhio sinistro e con fortiproblemi di vista dall’occhio destro. E poi, finalmenteuna luce. Lo scorso 22 marzo ha riacquistato la libertàgrazie all’amnistia concessa dal presidente vietnamitaTruong Tan Sang. Un gesto che secondo il figliodell’ex detenuto va inquadrato, più che come una ria-bilitazione politica, come un atto di carità per le sueprecarie condizioni di salute. Nei giorni scorsi, J.BNguyen Huu Cau ha raccontato a un giornalista la suastoria, ripresa da AsiaNews. Ha parlato dell’incontro“con Dio e la Vergine”, i quali lo hanno aiutato a su-perare “le insidie del destino”. Durante la Pasqua del1986, racconta, fu battezzato da padre JospehNguyen, un gesuita che svolgeva la sua missione trai carcerati. È stato lui che insegnò all’uomo i fonda-menti del Cristianesimo, le preghiere e il catechismo.Insegnamenti che il militare raccolse subito con dili-genza, tale era il desiderio di Dio che tracimava nelsuo animo. Egli ha raccontato che seppe trasformarela catena di 90 anelli che lo teneva legato notte e

giorno in un eccezio-nale strumento dipreghiera. “Ho fattosì - spiega - che la ca-tena diventasse il miopersonalissimo Rosa-rio”. Forse, riflette,“il Rosario più duroal mondo”. Ad allie-tare i giorni di J.B Nguyen Huu Cau, il dono di un suocompagno di cella in un periodo in cui non si trovavain isolamento. Si tratta di una piccola croce ricavatada una noce di cocco. Fu questo piccolo regalo a dar-gli l’ispirazione per mettere la sua dote di compositoreal servizio di Dio. Compose infatti un canto dedicatoalla Santa Croce. “La Santa Croce viene a me, dagliabissi più profondi del mondo [...] che mi ha sostenutoin questa prigione terrena”, recita al giornalista. E ag-giunge: “Ho sempre creduto nell’amore di Dio”. Orache J.B Nguyen Huu Cau è un uomo libero, non tra-spare dalle sue parole alcun cenno di risentimento, masolo gratitudine e perdono. Chiama i suoi carcerieri,ossia gli uomini del regime, “fratelli e sorelle” e af-ferma di non aver “alcun rancore verso di loro”. Delresto, aggiunge, “abbiamo tutti le stesse radici, discen-diamo dal Re Hung Vuong, perciò dobbiamo amarcil’un l’altro”. E poi, la sua dichiarazione d’amore chepiù provoca emozione: “Una volta di più credo nellaTrinità e nella Vergine Maria. Che mi ha aiutato a su-perare le insidie del destino e mi ha impedito di farlafinita uccidendomi durante gli anni di reclu-sione”. Di Federico Cenci (Zenit)

“La catena che mi teneva imprigionato diventò il mio personale Rosario”

Continua dalla prima pagina

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Due sacerdoti italiani Fidei Donumdella diocesi di Vicenza, don Gia-nantonio Allegri e don GiampaoloMarta, e una suora canadese di 80anni, dell’ordine delle Suore dellaDivina Volontà di Bassano delGrappa, sono stati rapiti nella nottetra il 4 e il 5 aprile nella diocesi diMaroua-Mokolo nel nord del Ca-merun. Si tratta della stessa diocesi,il cui territorio si trova al confinecon la Nigeria e il Ciad, nella qualelo scorso novembre era stato rapitoil sacerdote Fidei Donum francese,don Georges Vandenbeusch, che era stato poi li-berato il 31 dicembre. Secondo fonti della diocesidi Vicenza, due gruppi di uomini armati a bordodi auto hanno fatto irruzione intorno alle due dinotte nelle case dei sacerdoti e delle suore, met-tendola a soqquadro per poi portar via i tre reli-giosi. Don Marta si trova in Camerun da oltre 6anni mentre don Allegri era arrivato da un anno,ma in passato aveva vissuto circa 10 anni nelPaese africano. I due sacerdoti operano nelle par-rocchie di Tchere e Loulou. Si ipotizza che i se-

questratori siano membri della setta islamista ni-geriana Boko Haram, che hanno già rapito alcunistranieri nel nord del Camerun. Ricordiamo chel’area dove si trova la diocesi è da tempo al centrodi un vasto traffico di esseri umani, e in partico-lare di bambini. La Chiesa cattolica ha promossodiverse iniziative per far fronte a questo feno-meno e soccorrere le vittime, come affermava inun’intervista all’Agenzia Fides, il Vescovo delluogo, Sua Ecc. Mons. Philippe Stevens. (L.M.)

(Agenzia Fides )

GROTTAMMARE – Due settimane or sono, acausa di un male incurabile, ci ha lasciato a soli38 anni, Alessandra Amabili. Alessandra, madreaffettuosa, moglie rispettosa, figlia adorata che ilSignore ha voluto con sé troppopresto, che ha lasciato un ricordoincancellabile fra tutti coloroche hanno avuto il privilegio diconoscerla per le sue qualità,per la sua forza interiore, per ilsuo coraggio; resterà sempreviva nei nostri cuori. Ora è trale braccia di Dio e da lassù daràconforto ai suoi cari e a tutti co-loro che le hanno voluto bene.Riportiamo una parte del testa-mento spirituale di Alessandra,denominato “Voglio andare inParadiso”. Alessandra, consa-pevole del fatto che le sue forzesi stavano esaurendo e che l’in-contro con il Signore era ormai prossimo, non hacessato mai d’invocare il Suo perdono, e non si èmai risparmiata di accogliere e consolare con ilsuo sorriso e la sua parola ciascuna persona che alei si è accostata… Queste parole sono scaturitedal cuore di Alessandra, in diversi momenti. Ingenere, dopo aver ricevuto la Comunione si espri-meva con parole che non erano dettate da sapienzaumana… Rivolta al suo confessore: “Mi devo

confessare perché io voglio andare in paradiso;

l’unica cosa che voglio veramente è il Suo perdono

e che mi porti in paradiso! Voglio parlare con

tutti, faccio bene? bisogna prepararli, no?” Lanecessità che le premeva tanto, condivisa piùvolte a tutti, era che la sua famiglia e ciascuno dinoi fossimo preparati e attaccati alla fede al mo-mento del distacco da lei: “Tu devi parlare a

tutti. Alle ragazze digli di non giudicare Dio, di

non essere arrabbiate con Lui, che Lui è buono e

che ha fatto tutte cose belle per noi…. che anche

quando non capiamo lui è sempre buono e fa

tutto per il nostro bene… non si devono chiedere

il perché, devono saperLo lodare… Di a tutti che

IL MISTERO DELLA GLORIA DI DIO PASSA

ANCHE ATTRAVERSO LA MALATTIA, che

io non so perché ha scelto me, ma è bene così…..

che lui ha fatto tutto per noi e che ha fatto tutto

bene e tutto bello. Sai molti non capiscono, ma

noi più che capire dobbiamo amare. Digli di

amare il Signore che non delude, poi tu gli spie-

gherai, così come ti ho detto. Digli che voglio

tanto bene a tutti e che Dio gli vuole più bene an-

cora”.Più volte ha ripetuto: “Non dovete essere

arrabbiati con il Signore… non so perché ha

scelto proprio me, non continuate a chiedervi il

perché… il perché logora sol-

tanto… Lui fa bene ogni cosa”.

Durante uno di questi momenti,mentre parlava già da un po’, sivolta verso una figlia, la guarda:“Sei imbronciata? Ma sei Ar-

rabbiata?... Con chi sei arrab-

biata?” “Con il Signore, mam-

ma, e tanto!”“Ti capisco, qui

dentro siamo tutti un po’ arrab-

biati, sei piccola e hai bisogno

di mamma ed io vorrei tanto

restare con voi…. Ma il Signore

non fa mai male, il Signore è

buono, se vuole in un’ora passa

tutto…. Preghiamo certo, ma

senza pretesa…. Perché dob-

biamo dire sia fatta la Sua Volontà che a volte

non è uguale alla nostra, ma è quella buona….

Mi prometti che non ti attacchi alla rabbia?....

perché solo il Signore ti potrà consolare!”

[Lo spazio tiranno ci impedisce di aggiungere ilseguito pieno di una grande fede. Grazie Alessandra!A Lei ci uniamo in preghiera attraverso la Comu-nione dei Santi ndr.]

AFRICA/CAMERUN

Rapiti due sacerdoti ed una suora nel nord del Camerun

VOGLIO ANDARE IN PARADISO! Il testamento spirituale di Alessandra Amabili

DOMENICA 27 APRILE

È tutto in fermento sull’asse Roma-Bergamo per i due Papi-Santi

Nella conferenza stampa di presentazione delle iniziativeper la canonizzazione, il vicario del Papa per Roma, car-dinale Agostino Vallini, ha parlato di “grande attenzionee gioia in tutto il mondo” per questi due “vescovi di Roma”che diventano Santi insieme. Attese centinaia di migliaiadi fedeli. Un evento mediatico: oltre 400 giornalisti accre-ditati da tutto il mondo. Grandi preparativi sul webL’immagine scelta per la canonizzazione dei due Papi,Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, li fissa entrambi conuno sguardo buono e sereno, che reggono la croce di Cri-sto, il famoso pastorale che fu per primo di Paolo VI.Sono ritratti insieme due Pontefici molto diversi per sto-ria, provenienza ecclesiale, indole e carattere, che ver-ranno fatti Santi da Papa Francesco in una giornata che sipreannuncia “storica” per la Chiesa cattolica. Alla ceri-monia in San Pietro domenica 27 aprile si attendono, in-fatti, centinaia di migliaia di persone: dall’Italia, daBergamo in particolare, diocesi natia di Roncalli, ma poinaturalmente dalla Polonia dove Wojtyla è giustamentevenerato per il suo ruolo non solo ecclesiale ma anchestorico (la “caduta del muro” e l’uscita dalla dittatura comunista). Nella conferenza stampa di pre-sentazione delle iniziative per la cerimonia, il vicario del Papa per Roma, il cardinale AgostinoVallini, ha parlato di “grande attenzione e gioia in tutto il mondo” per questi due “vescovi diRoma” che diventano Santi insieme. Di Giovanni XXIII ha ricordato la forza interiore serena e la“particolare ispirazione divina” che lo ha spinto a indire il Concilio Vaticano II, che purtropponon ha fatto a tempo a vedere concluso. Di Giovanni Paolo II ha richiamato il “coraggio indomito”e il grande servizio alla Chiesa di Roma, della quale ha visitato quasi tutte le parrocchie.Canonizzazione web 2.0. L’evento della doppia canonizzazione porterà una grossa novità sulpiano comunicativo. Su internet sarà probabilmente la cerimonia sacra più “social” e “2.0” che sipossa immaginare. Come ha spiegato il direttore della Sala stampa della Santa sede, p. FedericoLombardi, per l’occasione scendono in campo tutti i “social” più amati a livello mondiale: Twitter,Facebook, YouTube, Instagram, Storify, un sito ufficiale curato dall’Università Lumsa www.2pa-pisanti.org, con versione inglese www.2popesaints.org, un’applicazione sia per Android sia perIos intitolata “Santo Subito” in varie lingue; e ancora potenziamento dei siti già esistenti (ad esem-pio, su Facebook “PapaGiovanniPaoloII”, su Twitter “santowojtyla”, su YouTube “adminkarol”,il portale in 7 lingue www.karol-wojtyla.org ecc.). I mass media tradizionali, stampa, radio e tv,saranno comunque presenti in massa. Sono già registrati oltre 400 giornalisti di testate di tutto ilmondo e si allestirà uno speciale “media center” nell’atrio dell’aula Paolo VI, che potrà ospitarecentinaia di operatori. La mattina di lunedì 28 verrà celebrata in San Pietro una messa di ringra-ziamento presieduta dal cardinale Angelo Comastri. Luigi Crimella

Solidarnosc e il mondo nuovoVincenzo Grienti spiega come Wojtyla rovesci i luoghi comuni della politica

“Il mondo politico non funziona nel modo in cui vor-rebbero i materialisti.”Già questa citazione di George Weigel (autore di unaimportante biografia di Giovanni Paolo II) si capiscedove vuole portarci Vincenzo Grienti, con il suo “Ope-razione Solidarnosc. Dalla guerra fredda al nuovo or-dine mondiale” (Salvatore Sciascia, 227 pagine).Grienti, giornalista di Tv 2000 e collaboratore di “Av-venire”, mette al centro del suo documentato lavoro dueelementi: Wojtyla e il rovesciamento dei luoghi co-muni della politica. Senza il primo probabilmente ilsindacato polacco non sarebbe riuscito a trovare i punti di riferimento che invece gli hanno con-sentito di attraversare durissimi periodi di occupazioni, attacchi della polizia, colpi di stato (quellodel 13 dicembre 1981, un auto-golpe di Jaruselski visto come male minore per scongiurare i carriarmati del patto di Varsavia); ma la stessa vittoria di Lech Walesa mostrò che i rapporti economicinon bastano a fare la storia e che le sovrastrutture possono demolire le strutture portanti con laforza delle idee e la fede. Cristiani e non, uniti dalla convinzione che la dignità del lavoratorefosse più importante dell’ideologia e che il credo di ognuno fosse più forte dei fucili e del potere,riuscirono nell’impresa che mise in crisi molti ideologi marxisti che ripetevano stancamente lasolita storia della dominanza economica su tutte le altre sovrastrutture, ivi compresa la famiglia,il pensiero, la fede. Non è un caso che nove anni dopo il riconoscimento ufficiale di Solidarnosc,il muro di Berlino, e l’ideologia che l’aveva partorito, furono demoliti dagli stessi cittadini cheavrebbero dovuto hegelianamente essere dalla parte dello Stato perfetto, dell’idea di storia chediventava bene assoluto. Giovanni Paolo II e Solidarnosc mostrarono al mondo e agli intel-lettuali in buona fede e capaci di capire gli errori, propri e degli altri, che i profeti disarmatinon sempre soccombono alla “necessità”, di volta in volta incarnatasi in carri armati, pro-cessi-farsa, invasioni “amiche” e realpolitik. Il libro di Grienti non si interessa solo di Solidarnosc, ma ci restituisce l’atmosfera di quei giorniche portarono da un rassegnato adeguamento agli equilibri di Yalta ad una rivoluzione che spaz-zava via i luoghi comuni e contribuiva a demolire un gigante mondiale che sembrava aver decre-tato il trionfo del materialismo. Una rivoluzione che, come ben nota l’autore, ha messo in crisi ilvecchio modo di pensare la politica, soprattutto le motivazioni della distinzione tra destra e sinistra,tema molto caro anche a Giovanni Paolo II: “Dal suo primo discorso da capo di Stato della Cittàdel Vaticano e da guida pastorale della Chiesa universale, Karol Wojtyla ha messo in evidenzal’importanza di andare al di là delle immediate categorie ‘destra’ e ‘sinistra’ o delle contrapposi-zioni ‘capitalismo’ e ‘comunismo’. Marco Testi

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Il racconto dell’annunciazione

06. COLUI CHE NASCERÀ DA TE È IL FIGLIO DI DIO

Dopo aver letto il primo intervento diGabriele a Maria passiamo al resto del rac-conto (Lc 1,30-38).

1. Il secondo intervento. «L’angelo le

disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato

grazia presso Dio. 31Ed ecco, concepirai un fi-

glio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù.32Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Al-

tissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Da-

vide suo padre 33e regnerà per sempre sulla

casa di Giacobbe e il suo regno non avrà

fine”» (Lc 1,30-33). Maria «si domandava che senso avesse» il

saluto che aveva ricevuto. A sua volta l’angelole dà una prima risposta; Lucala formula in un linguaggioelevato, quasi poetico, conquattro stichi o versi.

Tu, Maria, non devi te-mere per quanto hai udito per-ché sei la prescelta di Dio eDio sta in modo particolarevicino a te. Nella Bibbia ri-corre spesso la frase dubita-tiva: «Se ho trovato grazia...»(Gen 18,3), cioè, se ho trovatola compiacenza di Dio. Quil’angelo le dice in modo asso-luto: «hai trovato grazia»,quella cháris, grazia, che erala componente di fondo delsuo nuovo nome, kecharitô-

méne, piena di grazia. Og-getto di tale compiacenza è che «concepirai unfiglio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù»,cioè, sarai vera Madre di uno al quale tu stessadarai come nome “Gesù”. Già altre volte lamadre aveva dato il nome alla sua creatura(Gen 29,32).

Luca ora presenta il nascituro sulla lineadell’atteso Messia della casa di Davide, rievo-cando i grandi oracoli messianici di Is 7,14;9,6; 2Sam 7,14-16. «Sarà grande», in modoassoluto, rispetto al Battista che era stato detto«grande davanti al Signore» (Lc 1,15). Sara«Figlio dell’Altissimo», qui – diversamente da1,35 – il titolo è messianico in quanto discen-dente di Davide (Sal 2,7: «Figlio mio sei tu»);per cui avrà «il trono di Davide», presentato,secondo la tradizione, come perennemente du-raturo. Tuttavia, quando Luca scrive, dopol’anno 70, intende Figlio dell’Altissimo nellaportata letterale. Rivolgendosi al NeonatoGesù, Simeone dichiarerà che tu sei «luce perrivelarti alle genti [pagane]»(2,23) di tutti itempi.

2. La domanda di Maria. Maria ora inter-viene verbalmente per accogliere al meglio leparole dell’angelo e presenta la sua situazioneconcreta, di fidanzata non ancora introdottanella casa di Giuseppe. «Allora Maria disse al-

l’angelo: “Come avverrà questo, poiché non

conosco uomo?”» (Lc 1,34). Maria, benché fi-danzata, è ancora “vergine” (1,27). La frase :«Non conosco uomo»ha suscitato tante spie-gazioni divergenti. Non possiamo passarle inrassegna. Forse ci si può accontentare solo diquesito: data la ricordata situazione di verginein cui si trova, Maria chiede all’angelo sempli-cemente una parola di spiegazione.

3. Il terzo intervento. «Le rispose l’angelo:

“Lo Spirito Santo scenderà su di te e la po-

tenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua

ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e

sarà chiamato Figlio di Dio. 36Ed ecco, Elisa-

betta, tua parente, nella sua vecchiaia ha con-

cepito anch’essa un figlio e

questo è il sesto mese per lei,

che era detta sterile: 37nulla è

impossibile a Dio» (Lc 1,35-37).

Ora il parlare dell’angelosi porta al suo vertice, dichia-rando il Figlio di Maria quale«Figlio di Dio» in sensostretto (1,35) e presentando laconcezione verginale come ilsegno della divinità di tale Fi-glio. L’angelo esclude total-mente l’azione dell’uomo.Dice che «lo Spirito Santo», laterza persona della Trinità nelpensiero di Luca, scenderà sudi te; che «la potenza dell’Al-tissimo» – diverso da «Figlio

dell’Altissimo» del v. 32 – «ti coprirà», comela nube copriva la Tenda dell’Alleanza oveJahvè si rende presente: «Allora la nube coprìla tenda del convegno e la gloria del Signoreriempì la Dimora» (Es 40,34). «Perciò», diò

kài, il nascituro nello stesso tempo sarà«Santo» e «Figlio di Dio». «Santo» è un titolomolto antico per indicare la divinità di Gesù(At 3,14; 4,27.30); «Figlio di Dio», cioè “Dioda Dio” e non semplice Messia. E’ quantoGesù stesso confermerà nel processo religiosocontro di lui: dopo la domanda se era Messiasegue l’altra, se sei «il Figlio di Dio”; «Ed eglirispose loro: “Voi stessi dite che io lo sono”»(Lc 22,67-70. A sua volta Maria è «La Madredel mio Signore» (1.43).

4. L’assenso gioioso di Maria «Allora

Maria disse: “Ecco la serva del Signore: av-

venga per me secondo la tua parola”. E l’an-

gelo si allontanò da lei» (1,38). Il verbogénoito, aoristo ottativo di gínomai, sta a indi-care la gioia e l’entusiasmo di Maria nell’ac-cogliere il progetto di Dio su di lei. «Quivi è larosa [Maria] in che ‘l verbo divino / carne sifece» (Dante, Paradiso, 23,73-74).

Conclusione. «Santa Maria, “Madre diDio”, “Genitrice di Dio”, Theotókos, prega pernoi...».

[email protected]

Domenica 13 aprileOre 10.30 S. Benedetto Tr. - Cattedrale:

Benedizione delle Palme, Processione e S. Messa

Ore 17.00 S. Benedetto Tr. - Biancazzurro: incontro con Fides Vita

Lunedì Santo: 14 aprileOre 4.30 Grottammare - Parrocchia

S. Giovanni Battista: S. MessaOre 10.00 S. Benedetto del Tr.

Incontro con gli alunni dell’Istituto S. Giovanni Battista

Martedì Santo: 15 aprileOre 10.00 S. Benedetto Tr. - Biancazzurro:

S. Messa

Mercoledì Santo: 16 aprileOre 19.00 Acquaviva Picena

GMG diocesana

Giovedì Santo: 17 aprileOre 9.00 S. Benedetto Tr. - Cattedrale:

Ufficio delle Letture e Lodi mattutine

Ore 10.30 S. Benedetto Tr. - Cattedrale: S. Messa Crismale

Ore 21.30 S. Benedetto Tr. - Cattedrale: S. Messa In Coena Domini

Venerdì Santo: 18 aprileOre 9.00 S. Benedetto Tr. - Cattedrale:

Ufficio delle Letture e Lodi mattutine

Ore 15.00 S. Benedetto Tr. - Cattedrale: S. Messa In Passione Domini

Ore 22.00 S. Benedetto Tr - Cattedrale: Conclusione Via Crucis cittadina in Piazza Nardone

Sabato Santo: 19 aprileOre 9.00 S. Benedetto Tr. - Cattedrale:

Ufficio delle Letture e Lodi mattutine

Ore 22.00 S. Benedetto Tr. - Cattedrale: Veglia pasquale

Domenica di Pasqua: 20 aprileOre 11.00 Ripatransone - Duomo: S. MessaOre 17.45 S. Benedetto Tr. - Cattedrale:

Vespri SolenniOre 18.30 S. Benedetto Tr. - Cattedrale:

S. Messa Pontificale

Impegni Pastorali del Vescovo

DAL 13 AL 20 APRILE 2014

Sabato 29 marzo scorso in Ancona i vescovidelle Marche hanno organizzato il primo con-vegno per mettere al centro le scuole paritariedi ispirazione cristiana nelle Marche. A 14 annidall’approvazione della legge 62 detta della Pa-rità scolastica, le scuole paritarie che fanno sa-crifici sempre più grandi per restare popolari,

sopravvivono grazie alla volontà di chi le sce-glie, di chi le gestisce e di chi ci lavora.Il vescovo di Ancona Mons. Menichelli ha par-lato di scuola come luogo sacro da amare, dovele diversità si possono confrontare e rispettarecon la mediazione esperta di chi si dona all’in-segnamento e all’educazione. Tutto questo èpossibile visto l’interesse e la passione dimo-strata dalla platea che ha affollato l’aula magnadell’università, apprezzando anche il pavimentoe i gradini come luogo di ascolto, ma servonoanche accordi istituzionali e fondi a disposi-zione per dare continuità ad una presenza nonsolo strategica ma anche di grande valore edu-cativo e pedagogico, come ha comunicato nellasua relazione il dott. Luigi Morgano che cono-sce bene le attività della scuola Paritaria dellaregione Marche.A livello sociale è servizio pubblico voluto eistituito dalle comunità cristiane o dai comuniper rispondere alle necessità del territorio. A li-vello economico è risparmio enorme per loStato, purtroppo a carico delle famiglie che pa-gano le rette e contemporaneamente contribui-scono alle casse dello Stato; a volte sostenute a

fatica dai comuni più avveduti e da tante inizia-tive che la comunità educante delle scuolestesse si attrezza ad organizzare. A livello cul-turale è ambiente educativo che si pone in con-tinuità con le famiglie che hanno potutoliberamente scegliere la scuola più vicina alloro stile o desiderio educativo, morale e valo-

riale di riferimento; luogo di acco-glienza e accompagnamento ditante situazioni familiari dense difatiche e fragilità. E il GovernatoreSpacca, presente alla manifesta-zione, ha detto che “La scuoladeve recuperare centralità”, propo-nendo un protocollo di intesa conla Conferenza episcopale marchi-giana sul tema dell’istruzione. “Sistanno compiendo dei passi, maoccorre fare molto di più, soprat-tutto sul versante dell’allocazionedelle risorse. L’istruzione è un si-stema basato sul rapporto tra

scuole pubbliche e private. Un rapporto che sipuò esprimere al meglio nella collaborazionetra di esse. Anche nelle Marche. Un nuovo pro-tocollo può riguardare l’istruzione, il suo ruolo,le modalità attraverso cui la formazione, nelleMarche, deve manifestarsi attraverso vie inno-vative ed originali. Ci siamo lasciati imprigio-nare da una logica di omogeneizzazione da cuidobbiamo uscire, dando spazio alle diverse mo-dalità con cui la comunità si esprime. Ridare centralità alla scuola, rispettando le sue varie

articolazioni, potrà restituire ai cit-tadini la fiducia nelle istituzioni enella politica. La bancarotta chel’Italia sta affrontando è intellet-tuale prima ancora che economicao finanziaria. Per recuperarla dob-biamo lavorare anzitutto su valori,educazione, formazione”.Soddisfatto si è detto il vescovo diPesaro Mons. Coccia, organizza-tore del convegno, affermando cheun sostegno da parte della Regioneè ormai necessario e indifferibileperché non vada perduto un cosìprezioso patrimonio di pluralismo

scolastico e di libertà educativa, apprezzato erichiesto dalle famiglie. Motivando che quasitutte le Regioni hanno previsto forme di finan-ziamento di norma inserite nel contesto di unalegge regionale sulla scuola, e comunque insede di bilancio regionale annuale.Soddisfatte soprattutto le 123 scuole paritariedi ispirazione cristiana delle Marche presenti alConvegno, rappresentate dalla Fism per lescuole dell’Infanzia e dalla Fidae per le scuoleprimarie e secondarie con i loro 7496 alunni e745 insegnanti. Auspicando di trovare la stradagiusta per passare dalle parole ai fatti.

Gesualdo Purziani

Tante persone al primo convegno sulle scuole paritarie nelle Marche

Scuole, è l’ora della legge

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Così lo ha ricordato il presidente Spacca: “Lascomparsa di Walter Tulli rappresenta una graveperdita per la comunità regionale e per quellapicena. Con lui se ne va una parte rilevantedella storia delle Marche del secondo dopo-guerra. Al suo nome si lega infatti la nascitadella Regione e la Carta che ne regola il funzio-namento. Una tappa fondamentale per la cre-scita del senso di comunità regionale. L’intelligenza acuta, la passione civile e politicache lo hanno sempre animato, sono state per ge-nerazioni di amministratori un esempio e un ri-ferimento. Sono certo che lo saranno anche peri tantissimi giovani ai quali, grazie anche allasua attività di insegnante e preside, è sempre

stato vicino, ispirando in loro l’amore per la ri-cerca e la cultura. Rivolgo alla famiglia le piùsentite condoglianze”. Tulli è stato anche“membro del Consiglio di Amministrazionedella Rai”. Docente di storia e filosofia, è statopreside del licei scientifico e classico di Fermo.

Il cordoglio della regione Marche per la scomparsa di Walter TulliWalter Tulli, ex sindaco di Fermo, è morto all’età di 84 anni. È stato il primo presidente del Consiglio regionale delle Marche Durante la sua lunga carriera, lo studioso ha trasfor-

mato l’approccio della ricerca sull’antropologia me-dievale, attraverso opere rimaste celebri, anche sulpiano metodologico. Grazie a Le Goff, la ricercastorica ha acquistato un’inedita «profondità dicampo», interessandosi a tutti gli aspetti nella vitadelle società, con una predilezione per le vite deisanti e in generale la dimensione agiografica. Avevafra l’altro sottolineato l’importanza del culto ma-riano nella rivalutazione medievale della donna. Nel1972 aveva preso la direzione di una fra le maggioriistituzioni accademiche francesi, la futura la Scuoladi alti studi in scienze sociali (Ehess). Erede e nuovointerprete della cosiddetta Ecole des Annales, di-resse dal 1967 la prestigiosa rivista legata al movi-mento storiografico. Negli anni Settanta, il suoapproccio è stato riconosciuto come alla base della“nuova storia”. Fra i suoi saggi più noti, pubblicati

a partire dagli anni Cinquanta, figurano quelli dedi-cati all’immaginario medievale e a diverse grandifigure del cristianesimo, come san Francesco d’As-sisi o Jacopo da Voragine, l’autore della Leggendaaurea. Opere tradotte quasi tutte in italiano. Di pro-fonde convinzioni europeiste, padroneggiava purel’italiano, il tedesco e il polacco.

Il 1 aprile, all’età di 90 anni, è morto il grande studioso del Medio EvoJacques Le Goff

DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

Dalle ore 15,00 alle 17,30

Appuntamento per Genitori, Studenti, Insegnanti e Dirigenti in difesa di tutta la Scuola

“Cari educatori, insegnanti, genitori, nonscoraggiatevi di fronte alle difficoltà che la sfidaeducativa presenta! Educare non è un mestiere,ma un modo di essere. Per educare bisogna uscireda se stessi e stare in mezzo ai giovani,accompagnarli nelle tappe della loro crescitamettendosi al loro fianco.

Donate loro speranza.Insegnate a vedere la bellezza e la bontà dellacreazione e dell’uomo, che conserva semprel’impronta del Creatore.

Soprattutto siate testimoni con la vostra vita diquello che comunicate. Un educatore trasmetteconoscenze e valori con le sue parole, ma saràincisivo sui ragazzi se accompagnerà le parolecon la sua testimonianza, con la sua coerenza di vita”

(Papa Francesco, 7.6.13)

PARTENZASabato 10 MaggioPiazza Nardone (ore 7.00)Rientro in serata. Costo previsto: € 18,00.Pranzo al sacco.

PRENOTAZIONI (entro il 10 Aprile) Presso: Ufficio ScuolaServizio IRCCell. 338 [email protected]. Iniziative analoghe per viaggio aRoma sono promosse anche daScuole, Movimenti ecc.

Ma questa è politica o un fatuo agitarsi?Noi cittadini che non apparte-niamo in fatto di tessera a nessunpartito, pur manifestando con ilvoto le nostre preferenze, nel fra-stuono generale in cui si dissolvela politica, non trovando, oltre ilvociare, nulla di sostanziale senon la contrapposizione globale,ci chiediamo da dove scaturiscetanta agitazione. Davanti alla so-lita selva di microfoni le rispostedei vari interpellati fanno tornare alla mente le strofette mandate a memoria dabambini in ossequio all’ospite importante. O le domande sono sempre le stesse,o le risposte non ne tengono conto. Pertanto, noi modesti cittadini ci chiediamoche giudizio si è fatto di noi questa classe politica, da permettersi impunementedi offendere la nostra intelligenza, la quale, pur modesta che sia, nota contrad-dizioni tanto lapalissiane che non sono risolvibili col vociare più forte, o colfregiarsi di essere latori di milioni di voti, o con il millantato credito di diventareil partito più forte, o con mascherate e pagliacciate cui ci hanno abituato alcuneali del nostro Parlamento. Nella nostra ingenuità forse alcune domande ci sen-tiamo di fare sia ai nostri Amministratori Locali, sia ai nostri Parlamentari eGovernanti. La prima, semplice semplice, se onestamente si è convinti di mirareal bene comune, ad una risposta affermativa un’altra ancor più semplice e in-genua, perché ad ogni proposta dell’avversario politico si risponde con un’altracompletamente opposta o il più delle volte si grida che è tutto sbagliato, senzafar seguire una spiegazione? Nella nostra limitata intelligenza, rimasti legatiall’aristotelica convinzione che la verità, specie in politica, non sta mai da unaparte sola, siamo giunti ad una conclusione: gli interessi che agitano la classepolitica sono ben lontani e diversi dal bene comune, tanto più nella nostra S.Be-nedetto dove ora si è giunti a desiderare la ventilata possibilità per il Comunedell’avvento di un Commissario Prefettizio.

“In qualità di candidato alle elezionieuropee, mi impegno a tener conto si-stematicamente delle necessità dellafamiglia, nel momento in cui dovròassumere decisioni politiche che ab-biano un impatto sulla società, al finedi rafforzare l’istituzione familiare,per il bene dell’Europa e nel pieno ri-spetto, oggi e in futuro, del principiodi sussidiarietà”. Sono le prime righedel “Manifesto per la famiglia” che laFafce (Federation of Catholic FamilyAssociations in Europe, Federazioneeuropea delle associazioni familiaricattoliche) lancia in vista delle ele-zioni per il Parlamento europeo del22-25 maggio. Un documento in do-dici punti che ribadisce la centralitàdella famiglia nella società europea echiede ai candidati all’Assemblea Ueche lo sottoscriveranno un atteggia-mento coerente, a tutela dell’istitutofamiliare, basato sul principio di sus-sidiarietà. “Siamo europeisti con-vinti”. In Italia il manifesto èrilanciato dal Forum delle associa-zioni familiari.

Il presidente, Francesco Belletti,spiega: “Dobbiamo essere consape-voli che le decisioni prese a Bruxellessono di fondamentale importanzaanche per noi, per la nostra vita quoti-diana. Siamo convinti europeisti, eproprio per questo desideriamo cam-biare l’Europa affinché l’Europa fac-cia gli interessi dei popoli europei”. Ilmanifesto è diffuso mediante unacampagna paneuropea intitolata “Votefor Family 2014 - Corro per la fami-glia, anche in Europa”. Lo scopo di-chiarato è “di incoraggiare i candidatia sostenere e promuovere politiche amisura di famiglia”. A chi ambisce aun posto a Strasburgo viene chiesto disottoscrivere il manifesto per poi “im-pegnarsi a difendere, se eletti, la fami-glia basata sul matrimonio tra uomo edonna e la vita dal concepimento altermine naturale, a riconoscere la fa-miglia come soggetto sociale”, a “so-stenere politiche di conciliazionefamiglia-lavoro”. Il principio di sus-sidiarietà. Molto articolati i 12 puntidel manifesto, che in parte toccano

temi di competenza dell’Unione euro-pea. Si indica, ad esempio, la necessitàdi riconoscere la complementarietà trauomo e donna, negando “l’ideologiadi genere che mira a cancellare le dif-ferenze sessuali nelle politiche pubbli-che”.. E, ancora, si indicano gliimpegni a rispettare la dignità del-l’uomo dal concepimento al terminenaturale della vita, a riconoscere ilprincipio secondo cui “padre e madresono i primi e principali educatori deipropri figli”, a “riconoscere il valoredel lavoro familiare e il valore del vo-lontariato”. Altri punti del manifesto(disponibile all’indirizzo internetwww.voteforfamily2014.eu) chie-dono un “equilibrio tra la vita fami-liare e la vita professionale”, lanecessità di costruire una “economiaal servizio della famiglia” e di appli-care il concetto di “family mainstrea-ming”, ossia di tener conto degliinteressi della famiglia in tutte le de-cisioni politiche Ue allo scopo di “rea-lizzare un processo di integrazionecomunitaria a misura di persona”.

LANCIATO UN ‘’MANIFESTO’’

Elezioni europeeChi vuole correre per la famiglia?L’iniziativa è sostenuta, in Italia, dal Forum delle associazioni familiari. Achi ambisce a un seggio a Strasburgo viene chiesto di sottoscrivere e “im-pegnarsi a difendere, se eletti, la famiglia basata sul matrimonio tra uomoe donna e la vita dal concepimento al termine naturale, a riconoscere la fa-miglia come soggetto sociale”, a “sostenere politiche di conciliazione famiglia-lavoro”Gianni borsa

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VISITA DEL VESCOVO CARLO

ALLA COMUNITÀ DI ACQUAVIVA PICENA

Grande festa nella mattinata didomenica 30 marzo, nella comu-nità di Acquaviva per la primavisita ufficiale del Vescovo Carlonella parrocchia di San Niccolò.Ad attenderlo in strada una folladi persone ansiosa ed emozio-nata, insieme a loro, ovviamente,anche il parroco don Alfredo che,con il Vescovo Emerito Gestori,ha fatto gli onori di casa a Bre-sciani, non appena è sceso dallamacchina. Dopo i primi saluti,tra i quali quello del sindaco Ro-setti, il Vescovo si è fatto largoattraverso la folla accompagnatodalla banda e poi da un piccolo coro di bambini. In processione ci si è avviati verso la chiesa,nella quale vi erano già molte persone in attesa. La celebrazione è iniziata con il benvenuto delsindaco Pierpaolo Rosetti, del segretario del consiglio parrocchiale, Quintilio Straccia, e di unarappresentante dei giovanissimi, Arianna Olivieri. L’omelia del Vescovo si è incentrata sul temadella luce. La luce è Cristo ed è quella luce che ci fa andare oltre le apparenze; se ci liberiamodalle apparenze, possiamo arrivare all’essenza delle cose, possiamo vedere Gesù e possiamo co-struire un futuro con Lui e Dio. La luce della fede non esclude nessuno, infatti, come leggiamonel Vangelo, i discepoli quando vedono il cieco nato chiedono a Gesù: “Rabbì, chi ha peccato, luio i suoi genitori, perché egli nascesse cieco?”, e Gesù risponde: “Né lui ha peccato né i suoi ge-nitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio”, e su di lui si è posato lo sguardodi Gesù che gli ha donato la luce, ed è emblematico che il cieco sia stato lasciato solo da tutti, havisto la luce, il miracolo, ma non viene creduto dai farisei e i genitori se ne lavano le mani, perchéa coloro che chiedono del figlio, rispondono:”non lo sappiamo, né sappiamo chi gli ha aperto gliocchi; chiedetelo a lui, ha l’età, parlerà lui di se stesso”, fa pensare al rifiuto di educare il figlio,di essere educatori alla fede, spesso si dice che i giovani, oggi, non sanno arrangiarsi ma è anchevero che spesso vengono lasciati da soli. Tutti abbiamo bisogno della luce che ci indica la stradae ci da la forza di percorrere questa strada, di sostenerci gli uni gli altri e di essere un segno perle nuove generazioni. Al momento della comunione un piccolo fuori programma: il VescovoCarlo è andato a dare l’eucarestia ad alcuni anziani seduti presso l’altare laterale, vicino alla sa-

grestia, non è tornato poi presso lanavata centrale, ma è rimasto lì a di-stribuire la comunione a tutti coloro,giovani e adulti, che si erano messiin fila. Alla fine della celebrazione,il Vescovo Carlo è stato circondatoda tutti i fedeli che hanno volutopersonalmente stringergli la mano edire due parole, questa visita così at-tesa è terminata con molta gioia e

cordialità. Chiappini Janet

Attività della sede di Ripatransone dell’Archeoclub d’Italia L’Archeoclub d’Italia sede di Ripatransone omaggia An-

tonio Giannetti (membro fondatore dell’Associazione)

nell’anniversario della sua nascita proponendo un nuovo

corso per mini-guide.

In relazione all’esigenza della Città di Ripatransonedi comunicare con i numerosi visitatori e allacarenza strutturale, resa ancora più grave dallarecente perdita del Prof. Antonio Giannetti, lasezione locale dell’Archeoclub d’Italia ha propostoun corso di formazione per mini-guide di 1° livelloper gli studenti delle scuole medie con docentimembri dell’Associazione e simpatizzanti. La ceri-monia d’ inizio si è svolta presso la sala di rappre-sentanza del municipio di Ripatransone, venerdì 4Aprile 2014, data scelta a ricordo e in onore delProf. Antonio Giannetti (4 Aprile 1939- 4 Gennaio2014) autore della guida di Ripatransone sceltaquale testo di consultazione per gli studenti e docentenei corsi di mini-guide precedentemente svolti.Presenti oltre la presidente Archeoclub Dott.ssaDonati Sarti e la Dirigente scolastica Prof.ssa Laura

D’Ignazi che hanno da tempo organizzato il corso,le autorità municipali: il Sindaco Prof. Remo Bruni,l’assessore Dott. Roberto Pasquali, il consigliere diminoranza signora Barbara Bassetti, il parroco Don

Gian Luca Rosati, i docenti scolastici e i due coor-dinatori del corso, la vicepresidente dell’ArcheoclubProf.ssa Orlanda Sabatini e il consulente ArcheoclubProf. Alberto Pulcini; presente inoltre il Prof.Mariano Giannetti, fratello di Antonio.Il corso è anche importante, sul piano didattico percontribuire a livello formativo a far sì che i giovaniconoscano la storia locale e il patrimonio artisticoculturale della propria realtà.Si tratta di un’esperienza già fatta in passato, laprima proposta da Archeoclub d’Italia con la Prof.ssaSantandrea,(insegnanti Giannetti-Michelangeli) poiil corso in tre anni con tre membri Archeoclub Prof.Antonio Giannetti, Prof.Alberto Pulcin, Prof.ssaOrlanda Sabatini, che ha portato alla pubblicazionedel libretto miniguide in tre lingue, con disegni deicorsisti. Un ringraziamento al parroco Don Gian

Luca Rosati per aver dato la disponibilitàdi effettuare esercitazioni alle mini-guidenei giorni 25 e 26 Aprile, ed all’UfficioIAT per la visita guidata al Museo Ar-cheologico ed in particolar modo aidocenti Archeoclub per la disponibilità adeffettuare le lezioni; oltre la presidenteDonatella Donati Sarti in ordine cronologicodi interventi - Ilene Acquaroli -OrlandaSabatini -Roberto Pasquali -Diana DeAngelis -Chiara Cappelli -Cinefo-toclub -Eligio Ciabattoni -Francesco Maroni

-Alberto Pulcini. Si allega il programma per gli in-teressati a partecipare in qualità di auditori.Coordinatori del corso Dott.ssa D. Donati Sarti -Prof.Alberto Pulcini-Prof.ssa Orlanda Sabatini

Calendario proposto:Venerdì 4-4-2014 Ore 11,3012,30 (presso il Museo) inizio corso: Dott.ssa Donati Sarti e Ilene AcquaroliIl periodo Piceno e Romano a Ripatransone con guida al Museo Archeologico

Le successive lezioni si svolgeranno presso l’aula magna dell’Istituto Scolastico Comprensivodi Ripatransone:Lunedì 7-4-2014 ore 14-16 Prof Orlanda Sabatini-Dott.ssa Donatella Donati SartiIl periodo Medioevale-Le Mura di cinta -La nascita della Diocesi

Lunedì 14-4-2014 ore 14-16 Dott.Roberto Pasquali-Dott.ssa Diana De AngelisLe chiese di Ripatransone (con visita guidata -elementi architettonici e opere artistiche)

25 e 26 Aprile esercitazioni in itinere presso le chiese di Ripatransone

lunedì 28-4-2014 ore 14-16 Dott.ssa Chiara Cappelli-Cinefotoclub18.00-19.00: Ripatransone attraverso la fotografia

Lunedì 5-5 ore 14-16 prof. Eligio Ciabattoni Il dialetto

Lunedì 19-5 ore 14-16 Dott. Francesco Maroni-Dott.ssa Donati Sarti -Prof Alberto PulciniL’accoglienza del turista: la figura della guida-

Conclusione del corso-test di verifica

Il Presidente

Dott.ssa Donatella Donati Sarti

Monteprandone:

Consegnati dal Sindaco gli appartamenti del Centro Pacetti

Dopo l’inaugurazione del centro Pacetti,avvenuta circa due mesi o sono, l’attoche ha completato il progetto è statoquello compiuto giovedì 3 aprile intornoalle 16,15: il primo cittadino del comunedi Monteprandone ha assegnato i quat-tro mini appartamenti del centro polifun-zionale.Gli assegnatari sono stati particolar-mente contenti ed hanno ringraziatol’Amministrazione comunale rappresen-tata dal Sindaco, Stefano Stracci e dall’assessore Matteo Troiani. Il centro Polifunzionale Pacetti ha tale denominazione in riconoscenza al frate france-scano P. Alfredo Pacetti, deceduto alcuni anni or sono, principale benefattore dell’operaoggi realizzata in cui coesistono: un auditorium di 170 posti, una sola bar, gestita dalcentro ricreativo culturale – AUSER Filo d’argento, i quattro miniappartamenti, una salaper corsi di formazione e spazi espositivi.

Monteprandone:

Inaugurato GIOVARTIUn centro giovanile per le arti.Alle 17, 00 in punto del 5 aprile il Sindaco di Monteprandone, StefanoStracci, ha tagliato il nastro tricolore dell’inaugurazione della nuovastruttura polifunzionale totalmente dedicata alla valorizzazione e allascoperta dei numerosi talenti giovanili del territorio. “GIOVARTI” è l’acronimo che sta per centro giovanile per le arti.

La nuova mega struttura è sorta nello stesso luogo in cui c’era la storica delegazionecomunale a centobuchi. La benedizione è stata impartita dal Parroco Don Alfonso Rosatialla presenza delle numerose autorità civili tra cui il vice presidente della Giunta dellaRegione Marche, assessore Dott. Antonio canzian.Si sviluppa su quattro piani: nel seminterrato vi sono due spazi, uno destinato alla regi-strazione e l’altro destinato alle prove musicali in cui i gruppi locali potranno svolgere lapropria attività di perfezionamento, il primo piano- esposizioni ospiterà mostre di artecontemporanea e di fotografia. Per l’occasione dell’inaugurazione il maestro Nazzareno

Luciani ha allestito un interessante collettiva mostra di arte con-temporanea.Nel secondo piano è stata realizzata un’attrezzata sala cinema di60 posti da utilizzare ovviamente per proiezioni in genere e anchea tema. Il terzo ed ultimo piano è la sede della biblioteca multi-mediale del comune anche ‘essa dotata delle più avanzate tec-nologie informatiche. La realizzazione di questa nuova struttura ha avuto il cofinanzia-mento della Regione Marche. Al termine della cerimonia inaugu-rale i numerosi cittadini presenti hanno gustato il rinfresco offertodal Bar Soriano di San Benedetto del Tronto. FC.

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AGENZIA GENERALE DI S. BENEDETTO DEL TRONTO

Agente Generale Cinzia AmabiliVia F. crispi, 107 - Tel. e Fax 0735 582101

Proprietà: “confraternita SS.mo Sacramento e cristo Morto”

Via Forte - S. Benedetto del Tr. (AP) REGISTRAZIONE TRIB. DI AScOLI PIcENO N. 211 del 24/5/1984

DIR. RESPONSABILE: Pietro Pompei [email protected] REDAZIONE E AMM.NE 63074 S. Benedetto Tr. (AP) Via Forte, 16 - Tel. 0735 581855 (int. 2-5)

e-mail: [email protected] C.C.P. n. 11886637, intestato a L’ANCORA - Causale abbonamento

Impaginazione e stampa: Linea Grafica Srl - Tel. 0735 702910 - centobuchi (AP) - E-mail: [email protected] Il sito della Diocesi www.diocesisbt.it

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Sacra rappresentazione della “Via Crucis”

Sabato12 Aprile 2014 Percorso : Chiesa S.Francesco, via Mazzini, via Cavour, via Garibaldi, via Carlo Alberto dalla Chiesa, via Falcone

Inizio manifestazione

ore 20:30Chiesa S.Francesco

La Passione di Nostro Signore Gesù

Acquaviva Picena

in costume storico

VI° Edizione

Con il Patrocinio del Comune di Acquaviva Picena