Anno scolastico 2008/2009 Tesina d’esame · maggiori escursioni termiche del tropico boliviano,...

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Anno scolastico 2008/2009 Tesina d’esame: alunno S.M. classe 3° scuola ospedaliera secondaria di I° grado Torino

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Anno scolastico 2008/2009

Tesina d’esame:

alunno S.M.

classe 3° scuola ospedaliera

secondaria di I° grado Torino

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I POETI E L’ACQUA

LA BOLIVIA

LE GUERRE dell’ACQUA L’EAU

SUR LA TERRE

AMERICAN NATIONAL

PARK

L’ACQUA NELLA

SCIENZA

L’ACQUA NELL’ARTE

L’ACQUA NELLA

MUSICA

LA CENTRALE

IDRO-ELETTRICA

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LA BOLIVIA

La Bolivia è uno Stato dell'America meridionale, situato nel centro del subcontinente, senza sbocchi al mare. Secondo il censimento svolto nel 2001, contava 8.274.325 abitanti, mentre, secondo stime più recenti (2005), la popolazione avrebbe raggiunto quota 8.857.870 unità. In base alla nuova costituzione del Paese, adottata il 25 gennaio del 2009, la capitale è unicamente Sucre, mentre precedentemente oltre alla capitale costituzionale, sempre Sucre, era riconosciuta come capitale amministrativa, La Paz, dove ha tutt'ora sede il Governo. La città più popolata è Santa Cruz de la Sierra, con circa 1,5 milioni di abitanti. Confina a nord e ad est con il Brasile, a sud con Argentina e Paraguay e ad ovest Perù e Cile.

PARTE FISICA Si distinguono due grandi aree geografiche:

• le terre orientali tropicali, i due terzi del paese, divise tra bacino amazzonico e l'area del Chaco.

• le Ande, un terzo del paese, nella parte occidentale, costituite sia dalla cordigliera come dall'altipiano.

Due terzi del territorio boliviano sono bassipiani tropicali, tributari del Rio delle Amazzoni e del Rio de la Plata. Questa enorme estensione di più di 700.000 km², è coperto da foreste tropicali pluviali, umide, monsoniche e secche.

Inoltre, la Bolivia possiede la foresta tropicale secca più estesa al mondo nella regione del Chaco. Circa 250.000 km² sono savane alluvionali, pantani e savane secche. Esistono inoltre grandi laghi amazzonici, i più estesi della regione.

Il bacino idrografico più importante è quello del fiume Mamoré. Data la morfologia del territorio e l'ampio spazio latitudinale occupato, la Bolivia possiede una delle maggiori diversità climatiche della Terra, ciò che permette un ampissimo spettro di specie coltivabili, sia tipiche di climi continentali e temperati, come la patata o l'avena, di climi mediterranei, come la vite e l'olivo, e climi tropicali, come il cacao e il banano. Nell’altipiano andino propriamente detto le precipitazioni non superano i 500 mm annui nella fascia umida del settore nord e la temperatura media annua è inferiore ai 10 °C. Il settore meridionale è

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più secco e tendente alla formazione desertica. Le terre tropicali dell'oriente boliviano hanno due climi principali. A nord del parallelo 18ºS, il clima è propriamente amazzonico, con breve stagione secca e temperatura variabili tra i 22 e 26 °C di media e precipitazioni tra i 1.000 e 3.000 mm/anno. Il settore a sud del parallelo 18ºS ha un clima più mite e secco, con temperature medie tra i 20 e 22 °C e precipitazioni tra i 500 e 1.000 mm/anno. In questo settore si hanno le maggiori escursioni termiche del tropico boliviano, con massime superiori ai 35 °C e minime anche inferiori allo 0 °C. Il settore più piovoso, e tra quelli con le maggiori precipitazioni del bacino amazzonico, è la fascia preandina, 180-700m slm, tra i dipartimenti di Santa Cruz, Cochabamba, Beni e La Paz. Le precipitazione vanno da 2.500 a 5.000 mm anno, ma in alcuni settori superano i 6.000mm annui.

ECONOMIA Secondo i dati della tradizionale statistica mondiale, la Bolivia ha uno dei redditi pro-capite tra i più bassi del continente. Questo dato contrasta con la grande ricchezza di risorse naturali e la scarsa densità della popolazione, che potrebbe far pensare ad una maggior disponibilità economica per gli abitanti. Le ragioni sono evidentemente da individuarsi nell'arretratezza del sistema produttivo e sociale. Punti di forza: Abbondanza di risorse naturali (minerali, petrolio, gas, foreste, terra, acqua, ecc). Punti di debolezza: Corruzione. Mercato delle materie prime vulnerabile alla fluttuazione dei prezzi. Economia informale. Contrabbando. Struttura educativa inadeguata. L'agricoltura ha subito notevoli trasformazioni negli ultimi decenni, principalmente dopo la riforma agraria del 1953. Da un'attività quasi esclusivamente di sussistenza, si è trasformata in uno dei motori economici più importanti del paese. Le attività agricole si sono sviluppate soprattutto nelle terre orientali tropicali. In queste regioni parte delle foreste originarie sono state rimosse per far spazio alle coltivazioni. Attualmente la Bolivia è uno dei principali esportatori mondiali di soya, molta della quale di origine transgenica. Esporta inoltre sorgo, zucchero, cotone, girasole, sesamo ed altre oleaginose. La maggior parte di questi prodotti verranno poi destinati dagli importatori per l'alimentazione animale. Nelle aree tropicali si coltiva anche il riso, la coca, la manioca, il mais, il banano (e la sua variante ricca in amidi, commestibile dopo cottura, nota come platano) e moltissimi altri

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prodotti. Dalle foreste si estraggono il caucciù e la noce del Brasile, di cui la Bolivia è, nonostante il nome, il principale esportatore mondiale. Nelle aree andine l'agricoltura è principalmente di sussistenza e/o destinata al commercio interno: vi si coltivano ortaggi, patate, un tubero chiamato oca, mais, orzo, grano e la quinoa. L'allevamento più diffuso è quello dei bovini, sia nelle estese savane tropicali, come nei pascoli andini. Numerosi anche gli ovini, caprini e suini. Molto importante l'allevamento di volatili (polli) che vengono anche esportati ad alcuni paesi limitrofi. L'allevamento dei camelidi, come il lama e la vigogna, è frequente in isolate aree andine. L'ittiocoltura viene praticata principalmente nell'area del lago Titicaca, con specie introdotte, come le trote. In fase di sperimentazione l'allevamento nelle aree tropicali di un grosso pesce frugivoro. Di una certa rilevanza la pesca nei bacini idrografici dei bassipiani tropicali, sia nel rio Pilcomayo, affluente del Rio della Plata, come nei tributari del Rio delle Amazzoni. Le attività industriali sono incipienti e Bolivia continua ad essere un importatore netto di prodotti finiti, molti dei quali entrano nel paese di contrabbando. Nonostante le difficoltà strutturali della Bolivia, con una scadente rete stradale e ferroviaria, in questi ultimi anni, dato anche il basso costo della manodopera e le irrilevanti garanzie sociali per i lavoratori, sono aumentate notevolmente le attività manifatturiere. Nella città di El Alto si sono sviluppate le industrie tessili e di altre manifatture principalmente destinate all'esportazione. La città di Santa Cruz de la Sierra ha una fiorente industria alimentare, tessile e di materiali per la costruzione. Una delle più importanti attività industriali nazionali è la produzione della birra. Due le raffinerie di petrolio, a Santa Cruz de la Sierra e Cochabamba. Numerosi i cementifici. Negli ultimi anni hanno acquistato peso la trasformazione di materie prime di origine forestale per l'esportazione, come il legno pregiato (mogano e cedro principalmente) e la noce del Brasile.

PARTE POLITICA La Bolivia è divisa in 9 dipartimenti (departamentos). Ogni dipartimento si divide in province per un totale di 112 su tutto il territorio nazionale. A sua volta ogni provincia si divide in municipi, attualmente sono presenti 327 municipi. A sua volta ogni municipio si divide in cantoni, attualmente sono presenti 989 cantoni. A sua volta ogni cantone si divide in vice-cantoni, attualmente sono presenti 2998 vice-cantoni.

POPOLAZIONE Secondo l'ultimo censimento del 2001 dell'Istituto Nazionale di Statistica (INE), la popolazione indigena rappresenta circa il 49,95% della popolazione totale. Percentuale che arriva al 73,20% se consideriamo le sole zone rurali. Secondo il CIA World Factbook 2006, la popolazione boliviana è costituita dai seguenti gruppi etnici: quechua 30%, aymara 25%, meticci 30%, europei 15%.

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RELIGIONE L'articolo terzo della Costituzione boliviana riconosce e sostiene la libertà di culto. La maggior parte della popolazione è cattolica (75%) ma sono in forte crescita culti genericamente definiti protestanti e movimenti cristiani detti sette, molto popolari nei quartieri periferici delle città. Si stanno riproponendo con forza anche gruppi che fanno riferimento a rituali religiosi ancestrali preispanici. Molte scuole ed università sono di proprietà di gruppi religiosi di vario orientamento, cattolici, Bahai, la setta Moon coreana, ecc Tra i più importanti avvenimenti religiosi degli ultimi decenni, si possono menzionare la visita di Giovanni Paolo II, nel 1988, e la nomina a cardinale, il primo boliviano, di monsignor Terrazas, arcivescovo di Santa Cruz.

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L’ACQUA LA PIOGGIA NEL PINETO

Taci. Su le soglie del bosco non odo

parole che dici umane; ma odo

parole più nuove che parlano gocciole e foglie

lontane. Ascolta. Piove

dalle nuvole sparse. Piove su le tamerici salmastre ed arse,

piove sui pini scagliosi ed irti, piove sui mirti

divini, su le ginestre fulgenti

di fiori accolti, sui ginestri folti

di coccole aulenti, piove sui nostri volti

silvani, piove sulle nostre mani

ignude, sui nostri vestimenti

leggieri, su i freschi pensieri che l’anima schiude

novella, su la favola bella

che ieri l’illuse, che oggi m’illude,

o Ermione

Odi? La pioggia cade

su la solitaria verdura

con un crepitio che dura e varia nell’aria

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secondo le fronde più rade, men rade. Ascolta. Risponde al pianto il canto

delle cicale che il pianto australe

non impaura, nè il ciel cinerino.

E il pino ha un suono, e il mirto altro suono, e il ginepro altro ancora, stromenti

diversi sotto innumerevoli dita.

E immersi noi siam nello spirto

silvestre, d’arborea vita viventi;

e il tuo volto ebro è molle di pioggia come un foglia, e le tue chiome auliscono come

le chiare ginestre, o creatura terrestre

che hai nome Ermione.

Ascolta, ascolta. L’accordo

delle aeree cicale a poco a poco

più sordo si fa sotto il pianto

che cresce; ma un canto vi si mesce

più roco che di laggiù sale,

dall’umida ombra remota. più sordo e più fioco s’allenta, si spegne.

Sola una nota ancora trema, si spegne, risorge, treme, si spegne. Non s’ode voce del mare.

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Or s’ode su tutta la fronda crosciare

l’argentea pioggia che monda,

il croscio che varia secondo la fronda

più folta, men folta. Ascolta.

La figlia dell’aria è muta; ma la figlia del limo lontane,

la rana, canta nell’ombra più fonda,

chi sa dove, chi sa dove! E piove su le tue ciglia,

Ermione.

Piove su le tue ciglia nere sì che par tu pianga

ma di piacere; non bianca ma quasi fatta virente, par da scorza tu esca.

E tutta la vita è in noi fresca aulente,

il cuor nel petto è come pesca intatta,

tra le palpebre gli occhi son come polle tra l’erbe,

i denti negli alveoli son come mandorle acerbe. E andiam di fratta in fratta,

or congiunti or disciolti (e il verde vigor rude ci allaccia i malleoli c’intrica i ginocchi)

chi sa dove, chi sa dove! E piove su i nostri volti

silvani, piove sulle nostre mani

ignude, sui nostri vestimenti

leggieri, su i freschi pensieri che l’anima schiude

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novella, su la favola bella

che ieri m’illuse, che oggi t’illude,

o Ermione.

Gabriele D’annunzio

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TEMPORALE

Un bubbolio lontano...

Rosseggia l'orizzonte, come affocato, a mare; nero di pece, a monte, stracci di nubi chiare, tra il nero un casolare,

un'ala di gabbiano.

Giovanni Pascoli

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ACQUAZZONE

Di nubi grigie a un tratto il ciel fu sporco;

e il tuono brontolò con voce d’orco. Si cacciò avanti, lungo lo stradone, carta, foglie e uccelli il polverone.

Si udirono richiami disperati,

tonfi d’imposte e d’usci sbattacchiati. Si vider donne lottare in un prato

Con gli angeli impauriti del bucato.

Poi seminò la pioggia a piene mani tetti e vie di danzanti tulipani;

tagliò il paesaggio, illividì ogni cosa in un polverio d’acqua luminosa.

Corrado Govoni

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ARSENIO

I turbini sollevano la polvere sui tetti, a mulinelli, e sugli spiazzi deserti, ove i cavalli incappucciati annusano la terra, fermi innanzi ai vetri luccicanti degli alberghi.

Sul corso, in faccia al mare, tu discendi in questo giorno

or piovorno ora acceso, in cui par scatti a sconvolgerne l'ore

uguali, strette in trama, un ritornello di castagnette.

È il segno d'un'altra orbita: tu seguilo. Discendi all' orizzonte che sovrasta

una tromba di piombo, alta sui gorghi, più d'essi vagabonda: salso nembo

vorticante, soffiato dal ribelle elemento alle nubi; fa che il passo

su la ghiaia ti scricchioli e t'inciampi il viluppo dell'alghe: quell'istante

è forse, molto atteso, che ti scampi dal finire il tuo viaggio, anello d'una

catena, immoto andare, oh troppo noto delirio, Arsenio, d'immobilità...

Ascolta tra i palmizi il getto tremulo

dei violini, spento quando rotola il tuono con un fremer di lamiera

percossa; la tempesta è dolce quando sgorga bianca la stella di Canicola nel cielo azzurro e lunge par la sera ch'è prossima: se il fulmine la incide

dirama come un albero prezioso entro la luce che s'arròsa: e il timpano

degli tzigani è il rombo silenzioso. Discendi in mezzo al buio che precipita

e muta il mezzogiorno in una notte di globi accesi, dondolanti a riva, - e fuori, dove un'ombra sola tiene

mare e cielo, dai gozzi sparsi palpita

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1'acetilene - finché goccia trepido

il cielo, fuma il suolo che s'abbevera, tutto d'accanto ti sciaborda, sbattono

le tende molli, un frùscio immenso rade la terra, giù s'afflosciano stridendo

le lanterne di carta sulle strade.

Così sperso tra i vimini e le stuoie grondanti, giunco tu che le radici con sé trascina, viscide, non mai svelte, tremi di vita e ti protendi a un vuoto risonante di lamenti soffocati, la tesa ti ringhiotte

dell'onda antica che ti volge; e ancora tutto che ti riprende, strada portico mura specchi ti figge in una sola ghiacciata moltitudine di morti, e se un gesto ti sfiora, una parola

ti cade accanto, quello è forse, Arsenio, nell'ora che si scioglie, il cenno d'una vita strozzata per te sorta, e il vento

la porta con la cenere degli astri. Eugenio Montale

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IL PLEUT

Guillaume Apollinaire

TRADUZIONE:

PIOVE Piovono voci di donne come fossero morte anche nel ricordo Anche voi piovete meravigliosi incontri della mia vita o goccioline E quelle nuvole impennate incominciano a nitrire un intero universo di città auricolari Senti se piove mentre il rimpianto e lo sdegno piangono una musica antica Ascolta cadere i legami che li tengono in alto e in basso

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DANGER POUR L’EAU SUR LA TERRE

L’eau couvre deux tiers de notre planète, la terre et les astronautes l’ont définie « la planète bleue », parce que, vue de l’espace, se distingue des autres planètes par sa couleur bleue. L’eau entre dans la composition de notre corps pour le 65% et est l’element fondamental pour la vie. Actuellement, la Terre est menacé de pollution par :

• « marées noires » qui sont des grandes quantités de pétrole, déversées accidentellement en mer par les pétrolieres, qui asphyxient les poissons, les oiseaux, la végétation marine comme les algues, et aussi défigurent les cotes.

• déchets urbains et les eaux usées jetés en mer. Pour faire face à ce problème, les villes cotières s’équipent avec des stations de depuration des eaux.

• les fleuves qui apportent en mer tous les poullants absorbés dans leurs parcours.

• les algues qui sont dévelloppées démesurément, pour la modificatione de l’équilibre marine, qui absorbent toutes l’oxygène de l’eau et détruisent toutes autres formes de vie.

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Autres problèmes pour la santé de la Terre sont : la déforestation, le recul des glaciers, l’erosion du littoral, la disparition d’espèces végétales et animales. Il y a un véritable « mal de la Terre ». Plusieurs milliers d’espèces animales, par exemple l’ours polaire, la tigre d’Inde, le panda, risquent de disparaitre par la détérioration de leur habitat naturel. La disparation d’une espèce a des répercussions sur l’équilibre de toute la nature. Pour rèduire les émission des gaz, considérée responsable du réchauffement de la planète, 126 pays ont ratifié le « protocole de Kyoto » qui est entré en vigueur le 26 février 2005. Le 22 avril, c’est le jour de la fete de la Terre, moment pour soutenir les initiatives en matière de sauvegarde de l’environnement ; journèe célébrée par 500 millions de personnes dans 184 pays. Chaque homme peut aider et protéger la nature avec de petits gestes, comme utiliser des ampoules « basse consommation ».

BEAUCOUP DE CHOSES PEUVENT ETRE CHANGER AVEC DE PETITS EFFORTS.

Pour exemple, préférer la douche au bain ou quand l’on se brosse les dents, il est préférable de se rincer avec un verre à dents. Pour utiliser bien la lave-linge:

• laver à la température la plus basse possible. • adopter les boules de caoutchouc recyclé, glissées avec le linge dans le

tambour de l’appareil qui sont très efficaces. • Préférer le modèle de classe A ou A+

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AMERICAN NATIONALS PARKS

National parks are large areas rich in wildlife and spectacular landscapes. They are forty, they are in the USA and attract millions of tourist every year. In the national park work the rangers, them offices are: care for the parks and its visitors, and charge an entry fee to pay for facilities. Lots of people requires some basic rules: treat the parks with respect, stay on the trail, don’t leave rubbish, don’t pick the flowers, don’t feed the animals, don’t light fires, make no unnecessery noise. The national park preserve the wildlife and the variety of landscapes. The first national park was opened about 140 years ago. Visitors can help protect national park. People can do is to treat the parks, the plants and animals with respect. The most important parks are:

• YELLOSTONE NATIONAL PARK was the first in the world, it lies mainly in the state of Wyoming, Idaho and Montana. The park is covering for 80% with vast forest. There are the most of animals: bears, deers, bisons, antelopes, elks. The principal attraction is the geysers; the most famous is Old Faithful. The geyser erupt hot water and steam. A famous italian cartoon, “Yoghy e Bubu” is set in the park.

• GRAND CANYON NATIONAL PARK , in the north-east of

Arizona, offres one of the spectacular landscapes in the world. In the desert canyon are deep gorges with very steep sides. The Colorado River has cut the rocks and has formed a canyon 354 km long, 16 km across.

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• YOSEMITE NATIONAL PARK , lies mainly in east central California. There are exciting scenery: steep cliffs, granite rocks and waterfalls, as the Yosemite Falls.

An other important waterfalls is the Niagara Falls, between Canada and the USA. The falls are 12,000 years old. There are two waterfalls on the american side and one on the canadian side. They are the second largest falls in the world, after the Victoria Falls and they are an important source of hydroelectric power.

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LE GUERRE DELL’ACQUA

L'acqua dovrebbe essere considerata un diritto universale. Non può essere privatizzata. Non può essere mercificata. Dovrebbe rimanere pubblica. Ma ormai è diventata un grosso business. Non importa che 11 milioni di persone già oggi rischiano di morire a causa della siccità in Africa orientale. Il 22 marzo 2006, per volontà delle Nazioni Unite, si è celebrata in tutto il mondo la «Giornata Mondiale dell'Acqua», in chiusura del quarto World Water Forum, svoltosi a Città del Messico. Per l'occasione è stato presentato il secondo rapporto sullo sviluppo mondiale delle risorse idriche dal titolo “Acqua: una responsabilità comune”. Il World Water Forum per una settimana ha riunito quasi diecimila persone e i rappresentanti di 130 diversi Paesi per parlare di «azioni locali e sfide globali» intorno a quello che è stato definito «il problema dell'oro blu». Nella capitale latino-americana sono giunti uomini di Stato, tecnici e scienziati, esponenti di organizzazioni non governative, rappresentanti di popolazioni locali. Notevole la posta in gioco: verificare i risultati di una strategia che da dieci anni tenta di risolvere il problema dell'acqua e proporne, eventualmente, un'altra. Qual è «il problema dell'oro blu» e quale è la ormai decennale strategia che ha cercato di risolverlo ? Quasi 2 miliardi di persone non hanno accesso regolare e sufficiente (almeno 20 litri al giorno) all'acqua potabile; 3,25 miliardi di persone non hanno servizi igienici in casa. Il problema principale è la sete. Di acqua potabile disponibile al mondo ce n'è in quantità sufficiente per tutti. Ma è mal distribuita, soprattutto dagli uomini: ne viene consumata tantissima in agricoltura e troppo spesso stenta a raggiungere le città e i villaggi, in particolare nei Paesi in via di sviluppo. La strategia, supportata dalle grandi organizzazioni finanziarie internazionali è privatizzare: conferire all'acqua un valore economico e metterla sul mercato. Solo così - sostengono i neo-liberisti - si possono drenare le risorse necessarie per risolvere il problema del liquido non a caso definito «oro blu». E così, l'acqua potabile disponibile ha cambiato statuto. Da diritto universale dell'uomo, è stato declassato prima a bisogno e poi a merce. E così, il controllo delle acque potabili disponibili in molti Paesi è stato assunto da aziende private. Troppi Paesi, soprattutto tra quelli in via di sviluppo, sono stati costretti a fare propria la strategia dell'«acqua uguale merce» e a privatizzare la gestione dell'«oro blu». È stato, insomma, un fallimento: in questi ultimi due o tre lustri, il numero di persone che non hanno accesso all'acqua potabile, con tutti gli effetti drammatici, e a volte tragici, che ne conseguono, è aumentato. Mentre, nel contempo, l'acqua è diventata un ulteriore fattore di ingiustizia sociale in un mondo che non è mai stato così ricco e non è mai stato così disuguale. Nell'ultima edizione del “Rapporto sullo Sviluppo Mondiale dell'Acqua”, pubblicato in occasione del Quarto Forum Mondiale sull'Acqua, l'ONU ha illustrato, ancora una volta, una situazione a dir poco drammatica: più di un miliardo di persone non hanno ancora accesso all’acqua potabile pulita e più di due miliardi e mezzo di persone non dispongono di alcuna infrastruttura sanitaria. Di conseguenza, ogni anno muoiono circa 1,6 milioni di persone. Metà dei flussi

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d'acqua sono fortemente contaminati da sostanze inquinanti, che ripetutamente e rapidamente distruggono l'ecosistema d'acqua dolce. “Far soldi sulla sete - la domanda globale di acqua potabile attrae imprese grandi e piccole” è il titolo di un articolo di prima pagina della sezione economica del “New York Times” del 10 agosto 2006. “Quello dell'acqua è un settore in cui la crescita appare ora illimitata”, gli esperti stimano che il 15-20% dei sistemi idrici che gestiscono acqua potabile e acque reflue sono di proprietà o affidati ad operatori privati. Nel Paese più povero e forse più coraggioso del Sud America, un altro consorzio multinazionale per la privatizzazione dell'acqua ha chiuso i battenti. Le organizzazioni di quartiere della città boliviana di El Alto hanno indetto uno sciopero generale a tempo indeterminato, esigendo che la società del gigante francese Suez - restituisse immediatamente il sistema idrico cittadino al controllo pubblico. I cittadini hanno marciato in massa sulla capitale per festeggiare la loro vittoria e avanzare richieste analoghe per le forniture di elettricità e gas. Gli eventi di El Alto seguono la “Guerra dell'Acqua”, una pietra miliare nelle lotte dei movimenti sociali, scoppiata nel 2000 nella terza città più grande della Bolivia: Cochabamba. A El Alto (800 mila abitanti), dove la povertà è dilagante, la gente è insoddisfatta per la mancanza di servizio in alcune zone periferiche, e per i costi elevati. Un nuovo allacciamento alla rete idrica può costare fino a 445 dollari americani (secondo i dati delle Nazioni Unite, il 34% degli 8,6 milioni di boliviani vivono con meno di 2 dollari al giorno, e il salario minimo è di circa 66 dollari al mese). Suez dice di aver ottemperato, superandoli, tutti i suoi obblighi contrattuali (che escludono certe aree della città), di aver sempre prestato molta attenzione alle richieste della popolazione di El Alto (soprattutto quella non raggiunta dal servizio) e di essersi sempre preoccupata di venir incontro ai bisogni dei clienti che vivono sotto la soglia di povertà. Jim Shultz, che ha contribuito a far conoscere al mondo la Guerra dell'Acqua di Cochabamba, sottolinea un fattore chiave che accomuna entrambe le battaglie: la gente non ha mai avuto voce in capitolo nella privatizzazione, che è stata loro imposta da un governo sottoposto a pressioni internazionali. La Banca Mondiale, nel suo zelo privatizzatore, ha fatto pressioni al governo boliviano perché offrisse in concessione ai privati i servizi idrici di Cochabamba ed El Alto. Nonostante si cerchi di negare l'esistenza di tali pressioni, una relazione scritta della Banca Mondiale afferma che: “Il presidente boliviano ha deciso di privatizzare i servizi idrici e fognari di La Paz e Cochabamba, ottemperando a una delle condizioni imposte dalla Banca Mondiale per prorogare i termini del credito. La Banca Mondiale ha fornito quasi un quarto dei 68 milioni di dollari necessari per i primi cinque anni del progetto”. La mercificazione dell'acqua segue molte strade. Una è la concessione a privati dello sfruttamento di sorgenti, pozzi, acquedotti e canali. In Messico, le riforme per aprire questo tipo di mercato trovano qualche resistenza perché la Costituzione stabilisce che la gestione dell'acqua è riservata allo stato. Ciò significa che, almeno in teoria, questa non è una merce come le altre e che può essere oggetto di concessioni solo per un tempo limitato. Le difficoltà legali si aggirano grazie a una parola magica: “decentralizzazione”. Magica e ingannevole giacché nei fatti “decentralizzare” ha voluto dire consegnare i sistemi idraulici ai governi locali con l'unico obiettivo di aprire il passo alle privatizzazioni. L'altra via della mercificazione è quella del consumo d'acqua in bottiglia, che dappertutto è una truffa colossale, visto che da nessuna parte gli imbottigliatori usano acqua di fonte, ma pongono il proprio sigillo all'acqua della rete pubblica. Il

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Messico è sempre stato un gran consumatore di bibite a base di cola e ora è il secondo consumatore pro capite d'acqua imbottigliata, preceduto solamente dall'Italia. La Coca Cola possiede qui una rete di 17 imprese d'imbottigliamento, seguita dalla Pepsi con solo 6. Il risultato è che un litro d'acqua in bottiglia costa adesso come un litro di benzina. Le autorità giustificarono la privatizzazione con il cattivo stato del servizio (ma questo non migliorò). Gli unici effetti visibili furono il repentino aumento delle tariffe e la sospensione della fornitura nei casi di morosità, una pratica fino allora quasi sconosciuta. Secondo la compagnia, quello era l'unico modo per frenare il consumo stimolando il risparmio e limitando così lo sperpero. L'impresa passò, malgrado ciò, per molteplici disavventure finanziarie accumulando debiti. Un pozzo d'acqua vale oggi più che un pozzo di petrolio. I problemi dell'acqua possono avere gravi ripercussioni geopolitiche. Nel caso del Messico, si è recentemente aggravata una vecchia disputa con gli Stati Uniti per il controllo dei fiumi e delle acque sotterranee lungo la frontiera. La regione si trova alle soglie di un grave disastro ambientale. La maggiore falda acquifera del vicino nord, con circa mezzo milione di chilometri quadrati rende possibile l'irrigazione di circa 6,5 milioni di ettari coltivati a mais, sorgo, soia e grano - è contaminata da pesticidi, fertilizzanti e scorie nucleari. Uno dei punti ardenti del conflitto riguarda lo sfruttamento del fiume Colorado, che sbocca nel Golfo di California - in territorio messicano - ridotto ad un modesto torrente d'acqua fangosa e tossica. Ciò è dovuto al fatto che dal lato americano si trova la maggiore concentrazione d'industrie, insediamenti umani e attività agricole del mondo intero. Il sistema del Colorado rifornisce, infatti, gran parte delle zone metropolitane di Los Angeles, San Diego e Phoenix, sostentando inoltre gran parte della produzione invernale di verdura. Nel lontano 1944, i due Paesi sottoscrissero un “Trattato Internazionale delle Acque” che regolava il flusso dei fiumi di frontiera stabilendo che ogni anno gli Stati Uniti devono destinare al Messico 850 milioni di metri cubi del Colorado, mentre a sua volta il Messico si impegna a inviare al vicino del nord 431 milioni di metri cubi del Bravo, l'altro gran fiume della regione. Negli ultimi anni, con la scusa del ritardo con cui il Messico invia la propria quota, gli USA hanno deciso di rivestire di cemento il Canal Todo Americano, un affluente del Colorado la cui gestione non è purtroppo contemplata nel Trattato del 1944. Dato che quelle acque ricaricano una falda condivisa tra le due nazioni, il governo degli Stati Uniti avrà adesso la possibilità di captare non solo le acque di superficie del Colorado, ma anche quelle sotterranee. La battaglia per salvare un fiume, un acquedotto o una sorgente può avere conseguenze impreviste. Prendiamo il caso di una diga in progetto, La Parota, sul fiume Papagayo, nello stato del Guerrero. Se dovesse costruirsi, questa avrebbe una superficie tre volte maggiore della sottostante baia di Acapulco ed inonderebbe 24 villaggi oltre ad un numero ancora non precisato di terre agricole. Da anni, ed in particolare negli ultimi mesi, i 25 mila campesinos coinvolti si trovano sul piede di guerra. Finora, la lotta dei campesinos di Guerrero è stata pacifica, ma di fronte alla repressione selettiva ed al tentativo da parte del CFE di dividere le comunità comprandone i leader, potrebbe prendere un'altra piega. Un'altra guerra dell'acqua si svolge tra gli indigeni mazahua della regione del fiume Cutzamala e la Commissione Nazionale dell'Acqua (CNA). Il sistema Cutzamala soddisfa, una parte importante del fabbisogno di Città del Messico. Lo stato stanzia ogni anno la

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somma di 1.600 milioni di pesos (circa 100 milioni di euro) per trasportare alla zona metropolitana 19 mila litri d'acqua il secondo provenienti da Cutzamala. La cosa assurda è che, mentre diverse comunità mazahua soffrono della mancanza d'acqua potabile, circa il 38% dell'acqua spedita a Città del Messico si disperde a causa del cattivo stato dei tubi. Durante la stagione delle piogge del 2003, la diga Villa Vittoria, una delle sette che alimentano il Sistema Cutzamala, straripò danneggiando le colture e le comunità mazahua. Allo scopo di risanare la regione del Cutzamala, i comandanti richiedevano che il governo si impegnasse a piantare almeno 20 milioni d'alberi nei prossimi mesi. Questi sono riusciti a sollevare un'onda di simpatia nazionale che ha impedito che si scatenasse un'ondata repressiva contro il movimento e ha obbligato il governo a trattare. Un mese dopo, il Ministero degli Interni e le comunità mazahua hanno firmato un accordo che, oltre ai risarcimenti richiesti, prevedeva la riforestazione e il risanamento del medio ambiente. Di fronte all'assenza dei funzionari della CNA, le comandanti mazahua dichiararono che la lotta continuava e che eventuali inadempienze sarebbero sfociate in nuove mobilitazioni (la guerra è tuttora in corso). Dal Punjab alla Turchia, dove nel 1989 l'allora primo ministro minacciò di tagliare la fornitura d’acqua alla Siria se non avesse espulso il Partito dei Lavoratori del Kurdistan; dal Medioriente, in cui l'apartheid dell’acqua a danno dei palestinesi alimenta il conflitto con Israele, fino al conflitto per le acque del Nilo tra Egitto ed Etiopia e all' “idro-jihad” lanciata dalle popolazioni nomadi del Tigri e dell’Eufrate contro il gigantesco progetto fluviale di Saddam Hussein. Tutte guerre che si consumano in assenza di un quadro giuridico internazionale in grado di risolverle, mentre, nel frattempo, il paradigma del mercato spinge la liberalizzazione del commercio dell'acqua come ricetta per superare la crisi idrica. Tra gli effetti più evidenti della privatizzazione, ci sono l'aumento delle tariffe e la mancanza di garanzie di qualità. A Casablanca, il prezzo dell'acqua si è triplicato, nel Regno Unito le bollette si sono gonfiate del 67% tra l'inizio e la metà degli anni Novanta. In India, l'acqua è venduta a 2 dollari al litro, quasi il doppio del minimo salariale locale. A Johannesburg la qualità dell'acqua si è abbassata di pari passo con l'innalzamento dei prezzi. Eppure è ancora possibile fermare questo processo. Lo dimostrano casi come quello di Cochabamba, regione divenuta il simbolo della lotta per il diritto all'acqua (qui, nel 2000, un imponente movimento ha bloccato la città per giorni per protestare contro la privatizzazione e, nonostante la repressione poliziesca, ha costretto l'azienda Bechtel a lasciare la Bolivia). Le Guerre dell'Acqua si combattono anche da noi, nel “belpaese”. Proprio di recente, da Latina, è partito un forte appello contro la privatizzazione del servizio idrico. Dal Comitato Provinciale di Difesa Acqua pubblica di Latina si è alzata una voce di protesta: “Bollette triplicate dal 2001, ovvero dall'inizio della gestione di Acqualatina. In gran parte del territorio pontino il costo

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dell'acqua è triplicato a fronte di una qualità sempre più scadente della stessa; a maggio 2005, per esempio, si sono riscontrati tassi di arsenico a Cisterna di oltre 200 microgrammi/l. Oltre il 70% dell’ acqua si disperde o non arriva a fatturazione. I cittadini quotidianamente subiscono la malagestione di Acqualatina, e chi prova a protestare o non riesce a pagare per morosità è minacciato, con telefonate e lettere, di cessazione dell'erogazione del servizio idrico. In una situazione così rovente ed impegnativa, spartirsi centinaia di migliaia di euro in poltrone politiche di rito, senza neanche porsi il problema delle ragioni di tanto dissenso sociale, è davvero una prassi politica irresponsabile e cieca. Lo scorso 4 Novembre c'è stata un'assemblea pubblica convocata dal Comitato Spontaneo di Lotta contro Acqualatina che sosterrà i Comuni che non hanno ratificato il contratto di gestione con la società. È noto che, per quanto le acque minerali siano di proprietà pubblica - in Italia delle regioni - sono le imprese private che tirano grassi e sicuri profitti dalla loro mercificazione/vendita. Il business delle acque minerali in bottiglia è diventato uno dei settori più lucrativi e in espansione al mondo, dominato fino a poco tempo fa dalla Nestlé (proprietaria, fra gli altri, dei marchi del gruppo italiano San Pellegrino) e dalla Danone. Oramai sono tallonate da altre due «gentili sorelle dell'acqua» che sono la Cocacola e la Pepsicola. Sta ora diventando altresì noto che le imprese private di distribuzione dell'acqua, e quelle a capitale misto pubblico-privato sempre più numerose nel settore dei servizi idrici, si stanno impadronendo della proprietà e/o del controllo dell'acqua potabile attraverso il mondo.Le francesi Suez-Ondeo e Vivendi-Veolia, da sole, gestiscono la distribuzione dell'acqua per più di 250 milioni di persone, senza contare quelle servite dalle società di cui posseggono delle partecipazioni azionarie. La banca privata svizzera Pictet prevede che nel 2015 le imprese private forniranno l'acqua potabile a circa 1 miliardo e 750 milioni di «consumatori». In questo contesto, non sorprende di constatare che le imprese di gestione dell'acqua sono sempre più comprate e vendute sul mercato delle imprese come si vendono e si comprano delle imprese di scarpe o di frigoriferi. In Italia, potrebbe presto avvenire la trasformazione delle industrie italiane, che già operano sui mercati azionari europei e internazionali, in industrie a sfruttamento. Il recente accordo di conferma sull'esclusione dei servizi idrici dai processi di privatizzazione - sotto riserva di conoscere il contenuto del decreto sulla moratoria che dovrebbe essere emesso a giorni - così come la volontà espressa da più di 50.000 cittadini italiani che hanno già firmato, dal 13 gennaio ad oggi, la proposta di legge di iniziativa popolare sull'acqua bene comune, costituiscono due elementi significativi della nuova fase politica italiana aperta del governo Prodi. Attualmente, più di 1,1 miliardi di persone non hanno accesso all'acqua e 2,6 miliardi mancano di servizi sanitari, il che determina conseguenze disastrose sulle condizioni igieniche e sanitarie di queste popolazioni. Nel mondo, 4.500 bambini muoiono ogni giorno per le conseguenze legate al mancato accesso all'acqua potabile.

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CARATTERISTICHE CHIMICO-FISICHE LE ACQUE MINERALI CLASSIFICAZIONE DELLE ACQUE NATURALI IL CICLO DELL’ACQUA

ACQUE PER USI INDUSTRIALI

INQUINAMETO DELLE ACQUE

ACQUE DI RIFIUTO

DISSALAZIONE DELL’ACQUA

COMPOSIZIONE L’ACQUA E LA VITA PURIFICAZIONE DELL’ACQUA

L’ACQUA

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L’ACQUA Composto chimico formato da idrogeno e ossigeno che si combinano nella proporzione di due ad uno, per dar luogo a una sostanza che, in natura, si trova allo stato solido (ghiaccio, neve), liquido e aeriforme (vapore). La formula H2O si riscontra soltanto allo stato di vapore. IL CICLO DELL’ACQUA Il ciclo ideologico rappresenta l’insieme di tutti i fenomeni legati all’acqua nel suo naturale movimento sulla superficie terrestre. Nel termine ciclo è insita l'idea di un meccanismo di ricircolo. Ad ogni ciclo la molecola d’acqua viene sottoposta ad almeno due cambiamenti di stato: da vapore a liquido o solido e nuovamente a vapore. Tutti i processi di formazione e di trasporto del vapore sono attivati dall’energia solare. L'acqua evapora, sotto l'azione della radiazione solare, a partire dal terreno, dalla vegetazione e dagli specchi d'acqua, per poi essere trasportata, sotto forma di nubi di vapor d'acqua, dal movimento dell'atmosfera. Le nubi, in particolari condizioni di temperatura e pressione, tendono quindi a ricondensarsi precipitando nuovamente al suolo o sugli specchi d'acqua sotto forma di piccole goccioline d'acqua o cristalli di neve. Se la precipitazione è solida tenderà ad accumularsi sulla superficie, se invece la precipitazione è liquida i suoli possono trattenere temporaneamente tutta o parte della precipitazione. L'acqua infiltrata al suolo verrà in parte richiamata dalle radici delle piante e rilasciata in atmosfera sotto forma di traspirazione, in parte drenata dal terreno, ed in parte andrà a ricaricare le falde sottostanti.

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CARATTERISTICHE FISICO-CHIMICHE L’acqua è un liquido inodore, insapore, incolore. Ognuno dei due atomi di idrogeno presenta una parziale carica positiva e quello di ossigeno una parziale carica negativa. Ne consegue che ogni atomo di idrogeno nell’acqua può essere attratto dall’ossigeno di una molecola vicina. L’acqua fonde a 0 oC e bolle a 100 Oc. Allo stato solido, quindi sotto forma di ghiaccio, questo elemento è meno denso rispetto a quando si trova allo stato liquido e, oltretutto, rimane in superficie (l’aumento di volume dell’acqua congelando è di circa l’8%). Quando il ghiaccio comincia a fondere, la rottura dei legami idrogeno comporta la contrazione dell’acqua, fenomeno che si manifesta tra 0 e 4 oC; a 4 oC l’acqua presenta la sua densità massima. Come altri liquidi, può esistere in condizione di soprafusione, cioè può trovarsi allo stato liquido anche a una temperatura minore del punto di fusione, e può essere raffreddata fino a -25 °C senza congelare. L'acqua soprafusa è fortemente instabile dal punto di vista fisico. Le proprietà dell'acqua vengono spesso sfruttate per tarare strumenti di misura della temperatura, del volume e della massa. Ottimo solvente, l’acqua reagisce con i metalli alcalini a freddo, con altri a caldo; si combina con gli ossidi formando gli idrossidi e con le anidridi per dare acidi. La sua presenza è indispensabile in molte reazioni. CLASSIFICAZIONE DELLE ACQUE NATURALI La composizione chimica di queste acque dipende dai terreni da cui provengono: sono acide, se contengono acidi umici, acido carbonico, borico, solfidrico eccetera; dure, per la presenza di sali di calcio e magnesio. La durezza ha molta importanza per gli usi industriali: in base a essa le acque si classificano in dolci, dure e durissime. Un terreno speciale è il mare che contiene in media il 3.5% di sali, di cui la maggioranza è costituita dal cloruro di sodio. LE ACQUE MINERALI Le acque minerali in commercio si differenziano per diverse caratteristiche. Per saperle basta saper leggere e interpretare l’etichetta. Il dato più importante da osservare è il residuo fisso a 180°. Questo indica la qualità di sali minerali che rimangono sul fondo di un recipiente quando si scalda l’acqua a 180°, facendola evaporare. In base al loro contenuti di sali, le acque si dividono in “minimamente minerali”, “oligominerali”, “medio minerali” e “minerali”. Meno sali contiene più l’acqua è leggera e quindi adatta ad un uso quotidiano come acqua da tavola. Un acqua a basso contenuto di NA+ favorisce la diuresi. Più l’acqua è priva di sali più è leggera e diuretica e facilita il processo d depurazione dell’organismo. Se invece il residuo fisso supera i 1.500 mg per litro l’acqua è “medicamentosa” e il suo usa va subordinato al parere medico. Le acque minerali si differenziano anche in base al gusto: a)acque minerali gassate o medio gassate, che si presentano con effervescenza naturale o per addizionamento di gas; b) acque minerali piatte, cioè non effervescenti né contenenti gas.

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ACQUE PER USI INDUSTRIALI A seconda degli impieghi, devono possedere requisiti fisico-chimici particolari.

ACQUE DI RIFIUTO Sono quelle provenienti dallo scarico di abitazioni, officine, industrie. Le acque nere o luride contenenti deiezioni umane di solito sono mescolate a quelle bianche; non possono essere immesse direttamente nei corsi d’acqua, ma devono essere depurate ricorrendo all’azione di batteri che agiscono soltanto in presenza di aria. L’ACQUA E LA VITA L'acqua costituisce una frazione compresa tra il 50 e il 90 % del peso corporeo degli organismi viventi, Il protoplasma cellulare, in cui l'acqua rappresenta l'elemento disperdente; grassi, carboidrati, proteine, sali e altre sostanze chimiche vengono disciolte e trasportate in soluzione acquosa. L’acqua è presente in tutte le sostanze esistenti in natura sulla crosta terrestre ed è il composto predominante di qualsiasi tipo di materia vivente. Sulla terra essa è presente in tre stati in quantità di 45.000 miliardi di metri cubi di cui 3.000.000 mc. sono rappresentati da acqua dolce. La quantità complessiva d’acqua presente non varia. È la sostanza che in maggiore quantità entra ed esce dal corpo dell’uomo: un uomo adulto assume circa 3 litri di acqua al giorno attraverso i cibi, l’acqua bevuta, è parte di esse deriva dalle reazioni metaboliche che si svolgono nell’organismo. L’acqua raramente scende al disotto del 50% del peso di un organismo, se ciò succede deve reintegrare l’acqua al suo interno al più presto.

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L'acqua nel nostro corpo si trova così distribuita:

• acqua intracellulare, rappresenta il 40% • acqua extracellulare, circa il 20% • acqua plasmatica • acqua interstiziale e linfa • acqua del tessuto connettivo e osseo • liquidi transcellulari, prodotti dalle ghiandole esocrine e dalle mucose .

L'acqua non è ugualmente distribuita in tutti i tessuti. Con l'avanzare dell'età il tenore idrico dell'organismo diminuisce per colpa dell’abbassamento della capacità di ritenzione degli stessi tessuti. Il volume dei liquidi varia anche al contenuto dei grassi: gli obesi hanno un minor contenuto d'acqua rispetto ai magri; l'organismo femminile ne contiene meno rispetto a quello maschile. Quando l'acqua introdotta e quella che si forma nell'organismo equivale in quantità a quella eliminata (urine, sudore, polmoni e pelle), l'individuo è in equilibrio idrico. Le vie di eliminazione sono rappresentate da urine, feci, il sudore e l'aria espirata. Se l'equilibrio è alterato si manifestano i sintomi di un'intossicazione da acqua, se le entrate superano le uscite, o di una disidratazione nel caso opposto. L'intossicazione è caratterizzata da: disfunzioni gastrointestinali, debolezza muscolare, irregolarità del battito cardiaco, disorientamento anche fino al coma. Più grave e più comune è invece la disidratazione i cui sintomi sono: secchezza orale, aumento dell'emoconcentrazione, astenia, cefalea, irritabilità, insonnia, difficoltà di concentrazione per arrivare ad ipertermia, astenia profonda e collasso. L’acqua può essere però anche considerata un potenziale veicolo di malattie. Le malattie più comuni sono: tifo, colera, salmonellosi ed epatite. Esistono tre forme di epatite fra queste solo la prima, la A può essere trasmessa attraverso l’acqua. In situazioni di carenza di acqua è frequente il rischi di epidemie di queste malattie. Il controllo delle infezioni delle malattie trasmissibili con l’acqua si basa sull’adozione di semplici misure igieniche e su un efficace smaltimento dei liquami fecali. Un aumento dell’attenzione agli aspetti della salute e della forma fisica hanno contribuito all’incremento dei consumi di acque imbottigliate dal commercio. Carenza di igiene, ma anche carenze idriche per alcune zone del paese, hanno fatto si che un numero sempre maggiore di cittadini si rivolgesse alla acque minerali per le loro caratteristiche fondamentali: purezza batteriologica e proprietà salutari. Una funzione d’uso particolare è soddisfatta dalle acque salutistiche consumate per specifici problemi di dieta o curativo-terapeutici.

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COMPOSIZIONE Poiché l'acqua ha un elevato potere solvente, raramente può essere trovata in natura allo stato puro. L'acqua discioglie le sostanze minerali presenti nelle rocce e nel suolo, arricchendosi di composti chimici. L'acqua di superficie spesso contiene sostanze inquinanti di origine industriale, agricola e domestica. Nell'acqua potabile sono normalmente presenti quantità rilevanti di fluoruri. Nell'acqua marina, oltre al cloruro di sodio, sono contenuti numerosi altri sali. Il continuo apporto d'acqua dolce, nei mari e negli oceani, viene equilibrato dal processo di evaporazione che mantiene pressoché costante la concentrazione dei sali. PURIFICAZIONE DELL’ACQUA Per le acque destinate all'uso domestico o industriale si rendono necessari processi di purificazione e potabilizzazione. Le sostanze in sospensione vengono generalmente eliminate mediante vagliatura o sedimentazione. L'odore e il gusto sgradevoli possono essere ridotti usando sostanze assorbenti, mentre l'aggiunta di cloro e l'irraggiamento selettivo contribuiscono a ridurre l'eventuale carica batterica. I trattamenti di potabilizzazione consistono in:

• correzioni, attraverso la sedimentazione, la filtrazione e l’addolcimento. Quando l’acqua contiene una quantità significativa di calcio e di magnesio, è denominata acqua pura. L’addolcimento dell’acqua è una tecnica che favorisce la rimozione degli ioni di calcio e di magnesio.

• disinfezioni, consiste nella distruzione di tutti i microrganismi, essa avviene mediante l’aggiunta di sostanze battericide quali il cloro e l’ozono.

DISSALAZIONE DELL’ACQUA Nelle zone aride o semiaride, sono stati sviluppati diversi metodi per ricavare a un costo accettabile acqua dolce dall'acqua di mare o dalle acque salmastre. Le tecniche più usate, l'evaporazione a effetto multiplo, la distillazione per compressione di vapore e l'evaporazione istantanea, si basano sull'evaporazione dell'acqua e sulla successiva condensazione del vapore ottenuto. Il terzo metodo, che è il più usato, consiste nell'immettere acqua di mare riscaldata in serbatoi in forte depressione, in cui essa vaporizza quasi immediatamente. Il vapore viene estratto e condensato, producendo acqua dissalata.

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Un altro metodo consiste nel congelare l'acqua di mare: i cristalli di ghiaccio vengono separati dall'acqua satura di cloruro di sodio, lavati dal sale e sciolti in modo da ottenere acqua dolce. Il problema principale della dissalazione delle acque è costituito dai costi. Ricordiamo che l’acqua è potabile se contiene meno di 500 parti per milione (ppm) di sali. INQUINAMENTO DELLE ACQUE La contaminazione dell’acqua è causata dall’immissione di sostanze quali prodotti chimici e scarichi industriali e urbani, che ne alterano la qualità compromettendone gli abituali usi. I principali inquinanti idrici sono: le acque di scarico, i fertilizzanti e tutte le sostanze che favoriscono una crescita eccessiva di alghe e piante acquatiche, i pesticidi e sostanze chimiche organiche, il petrolio e i suoi derivati, metalli, sali minerali e composti chimici inorganici; sabbie e detriti, sostanze o scorie radioattive. Le sostanze contaminanti contenute nell’acqua inquinata possono provocare innumerevoli danni alla salute dell’uomo e all’equilibrio degli ecosistemi. Tra gli inquinanti più nocivi per l’uomo vi sono alcuni metalli pesanti, come il mercurio, l’arsenico, il piombo e il cromo. Gli ecosistemi lacustri sono particolarmente sensibili all’inquinamento. L’eccessivo apporto di fertilizzanti dilavati dai terreni agricoli può avviare un processo di eutrofizzazione (crescita smodata della flora acquatica che consumano l’ossigeno disciolto nell’acqua). Sul fondo del bacino si accumulano sedimenti di varia natura e nelle acque avvengono reazioni chimiche che mutano l’equilibrio e la composizione dell’ecosistema. Un’altra fonte di inquinamento idrico è costituita dalle cosiddette piogge acide, che hanno già provocato la scomparsa di ogni forma di vita. Finora l’obiettivo primario dei programmi di smaltimento degli scarichi urbani è stato quello di ridurre la concentrazione delle sostanze inquinanti e dannose. Da qualche tempo, tuttavia, una maggiore attenzione viene rivolta anche al delicato problema del trattamento e dello smaltimento dei fanghi che si producono nei processi di depurazione. Gli scarichi industriali contengono una grande varietà di inquinanti. Il loro impatto sull’ambiente è complesso: le sostanze tossiche rinforzano reciprocamente i propri effetti dannosi e quindi il danno complessivo risulta maggiore della somma dei singoli effetti. La concentrazione di inquinanti può essere ridotta limitandone la produzione all’origine. I fertilizzanti chimici e i liquami prodotti dagli allevamenti sono ricchi di sostanze organiche che vanno a riversarsi nelle falde acquifere o nei corpi idrici superficiali. Spesso i liquami di origine animale vengono scaricati a volte direttamente sul terreno e da qui sono trasportati dall’acqua piovana nei fiumi, nei laghi e nelle falde sotterranee. In questo caso, per limitare l’impatto degli inquinanti si possono adottare semplici soluzioni, come l’uso di bacini di decantazione o di vasche per la depurazione dei liquami.

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LA CENTRALE IDROELETTRICA

Per centrale idroelettrica si intende una serie di opere di ingegneria idraulica posizionate in una certa successione, accoppiate ad una serie di macchinari idonei allo scopo di ottenere la produzione di energia elettrica da masse di acqua in movimento. È un impianto, quindi, che sfrutta l’energia cinetica di questo importante elemento. I due più importanti tipi di centrali idroelettriche sono: la centrale a serbatoio (detta anche centrale a bacino) e la centrale fluviale.

Le centrali idroelettriche hanno la peculiarità di poter essere attivate e disattivate in pochi minuti con l'immediata apertura delle saracinesche idrauliche, dando quindi la possibilità di coprire facilmente gli improvvisi picchi di richiesta che si possono verificare. Al contrario, gran parte delle centrali termoelettriche e nucleari hanno tempi di attivazione più lunghi, necessari per il riscaldamento dell'acqua e sono pertanto una tipologia di impianti di tipo "sempre acceso" (o "di base"). L'energia prodotta dalle centrali idroelettriche è da classificarsi a tutti gli effetti come energia rinnovabile in quanto, almeno in teoria, l'acqua può essere riutilizzata infinite volte per lo stesso scopo senza depauperamento.

• CENTRALE A SERBATOIO

Questo tipo di centrale è quasi sempre situata nelle zone montuose, dove si possono creare serbatoi d’acqua ad alta quota. Naturalmente più è elevata la capacita del serbatoio e più è elevato il dislivello tra questo e la centrale maggiore sarà la potenza dell’impianto. Il serbatoio d’acqua viene situato in genere dove è presente una conca naturale, la valle, ed è importante che sia ad alta quota. Qui verrà poi costruita dall’uomo una diga artificiale in cemento armato, in quanto dovrà sostenere la potenza dell’acqua. Qui si formerà così un lago artificiale che servirà per far funzionare la centrale. In questo tipo di centrali idroelettriche è presente un bacino di raccolta a valle: l'acqua che ha generato energia elettrica durante il giorno passando nelle turbine

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può essere riportata dal bacino di valle al bacino di monte durante le ore di minor richiesta di energia (ad esempio di notte), mediante pompaggio, utilizzando per questa operazione l'energia elettrica in eccesso (e a basso costo) prodotta dalle centrali di tipo "sempre acceso" e non diversamente accumulabile. In altre parole il bacino di monte viene "ricaricato" durante la notte e le masse d'acqua riportate a monte possono quindi essere riutilizzate nelle ore di maggiore richiesta energetica. Il serbatoio è collegato con la centrale grazie a due tipi di condotte: il canale di derivazione, grosso tubo collocato all’interno della montagna che risulta in lieve pendenza e la condotta forzata che invece scende in forte pendenza, collegherà il serbatoio con la centrale. La centrale invece è suddivisa su due livelli: il primo formato dalle turbine e il secondo dagli alternatori. Questo tipo di centrale entra in funzione di giorno, visto che la richiesta è maggiore. L’acqua che si è precedentemente fermata nel serbatoio ad alta quota passa nel canale di derivazione fino a raggiungere la condotta forzata. Da qui l’acqua inizia a scendere più velocemente per la maggiore pressione che viene esercitata da quella che sta sopra. Alla fine della condotta forzata vi è l’ugello, una specie di strozzatura che trasforma la pressione in velocità. Il getto d’acqua servirà per muovere la turbina, essa fa muovere anche l’alternatore che produce energia elettrica, passata poi al trasformatore. Turbina pelton, tipica della centrale a serbatoio

• CENTRALE FLUVIALE

Questo tipo di centrale sfrutta le portate d’acqua dei fiumi. Anche in questo caso si costruisce una diga per ottenere il fondamentale dislivello di almeno 10 metri. Solitamente all’interno della diga vi sono posti gli alternatori. Sopra la diga vengono costruiti in genere ponti per treni e automobili in modo da permettere la comunicazione tra le due rive. In Italia non sono molto diffuse, soprattutto per la scarsa lunghezza dei fiumi; negli Stati Uniti e in Russia invece vi sono dighe molto lunghe con molti alternatori. La diga viene costruita in calcestruzzo in modo perpendicolare rispetto al corso del fiume, è dotata di numerose aperture (le paratoie) che vengono aperte quando il fiume è in piena. La centrale è formata come quella della centrale a serbatoio, mentre il funzionamento è leggermente diverso: l’acqua presente nella diga passa in una condotta a spirale che termina con diversi ugelli. I getti d’acqua fanno ruotare le turbine, quindi l’alternatore, che porterà energia elettrica al trasformatore.

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Turbina kaplan, tipica della centrale fluviale

• ALTRI TIPI DI CENTRALE

L’ultimo tipo di centrale è la centrale a marea. L’unica esistente al mondo è situata in Francia, nella regione della Bretagna, dove viene sfruttata l’alta marea, molto tipica di queste zone. Questa centrale si trova sul fiume Rance, ma non è molto conveniente per via della sua poca funzionalità giornaliera, di sole 4 ore. La centrale è formata da una diga nei pressi della foce. Grazie a questa quando vi è l’alta marea l’acqua si accumula nelle pareti interne. Quando l’acqua inizia a ritirarsi e si raggiunge un dislivello sufficiente si aprono le saracinesche e l’acqua defluisce attraverso i 24 collettori. Ogni collettore è formato da una turbina Kaplan a bulbo, che produce corrente elettrica.

• PROBLEMI AMBIENTALI

Problemi ambientali possono essere costituiti dal fatto che gli sbarramenti (dighe) bloccano il trasporto solido dei fiumi (sabbie e ghiaie) alterando l'equilibrio tra l'apporto solido e l'attività erosiva nel corso d'acqua a valle (erosione del letto del fiume e, talvolta, "taglio dei meandri" per la maggiore velocità) fino al mare dove, per il diminuito o nullo apporto solido si assiste al fenomeno dell'erosione delle coste. Grandi bacini idroelettrici inoltre possono in alcuni casi avere impatti ambientali e socio-economici di diversa entità o gravità sulle zone circostanti (modifica del paesaggio e distruzione di habitat naturali, spostamenti di popolazione, perdita di aree agricole, ecc.) e lo studio di fattibilità deve essere particolarmente accurato soprattutto per quanto concerne l'analisi puntuale della geologia dei versanti e delle "spalle" su cui si attesterà la diga non tralasciando alcun particolare. Solo così si potranno evitare tragedie quali quella che nell'autunno del 1963 sconvolse la valle del Vajont (cancellando la cittadina di Longarone e d altri due centri del fondovalle con oltre tremila vittime).

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L’ACQUA NELL ’ARTE ACQUA, DA CHE MONDO E MONDO ELEMENTO INDISPENSABILE ALLA VITA, FONTE DI ISPIRAZIONE PER MERAVIGLIOSE E INESTIMABILI OPERE D’ARTE. RINASCIMENTO La qualità trasparente dell’acqua diviene, in questo periodo metafora della purezza. Non è raro perciò trovare la raffigurazione di ampolle colme d’acqua nelle scene dell’Annunciazione, come quella di Filippo Lippi. Questo oggetto allude alla natura immacolata di Maria. Ha più o meno uguale significato l’inarrivabile bicchiere d’acqua che Antonello da Messina colloca fra le mani di Santa Lucia nella Pala di San Cassiano.

TITOLO: Pala di San Cassiano AUTORE: Antonello da Messina TECNICA: olio su tavola DIMENSIONI: cm. 115x65 (parte centrale), cm. 55.9x35 (parte sinistra), cm. 56.8x 35.6 (parte destra) DATAZIONE: 1475-1476 COLLOCAZIONE: Vienna, Kunsthistorisches Museum

L’oggetto allude alla promessa di verginità (e quindi di purezza) che la futura santa rivolse al Signore. Il bicchiere trasparente e pieno d’acqua, però, rimanda anche al nome della santa, indubbiamente connesso con l’idea stessa di luce e, quindi di purezza. In tal senso, il simbolismo della purezza cui rimanda l’acqua è talora sostituito dalla presenza del vetro. Nel corso del Rinascimento frequenti sono anche le rappresentazioni di soggetti sacri e profani in cui l’uso del tema in oggetto sottende a una complessa rete di significati simbolici. Conviene ricordare oggetti come le due acquasantiere, scolpite da Antonio Federighi per il duomo di Siena, da considerarsi veri e propri trattati sulle proprietà purificatrici e simboliche dell’acqua in senso cristiano. La vasca, nella quale il fedele immerge la mano, accoglie pesci di marmo che guizzano e rimandano al significato del termine greco ictus, ossia “pesce”.

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SEICENTO La Chiesa accorda all’iconografia dell’acqua nel corso del Seicento non solo concetti di purificazione e redenzione, ma il tema viene abilmente sfruttato anche per esigenze di carattere propagandistico, come del resto era accaduto in passato. La questione protestante e il recupero che la Chiesa aveva tentato sembra imporre l’enfatizzazione di antichi simboli, come l’acqua, attraverso i quali confortare il popolo di credenti sul proprio operato e trasmettere una rinnovata fiducia nei confronti dei propri rappresentanti. Non è un caso, quindi, che i grandi pontificati del secolo siano stati caratterizzati dalla costruzione di nuove, monumentali fontane. Un esempio è la realizzazione della Fontana dei Fiumi di Gian Lorenzo Bernini voluta fortemente da papa Innocenzo X. Forte dello storico legame esistente tra l’acqua e la piazza, trasformata in un lago artificiale, Bernini immagina una vasca ellittica sormontata da una complessa struttura a forma di scoglio che doveva sostenere l’obelisco egizio rinvenuto nel circo di Massenzio. Il monumento nasconde un complesso simbolismo, che ha come protagoniste le personificazioni dei quattro principali fiumi della Terra: il Danubio, il Nilo, il Gange e il Rio della Plata. Possenti e maestosi, questi alludono ai quattro angoli del mondo, la parte più significativa dell’intero universo, sul quale è discesa la Grazia divina, che si riversa come l’acqua su tutti i Continenti. L’opera, però, può essere letta anche facendo il percorso inverso, partendo dal basso, e, in questo caso, i simboli del monumento guideranno nell’ascesa che dalle tenebre porta alla luce per raggiungere infine la Grazia divina posta in cima all’obelisco.

TITOLO: Fontana dei Quattro Fiumi AUTORE: Gian Lorenzo Bernini DATAZIONE: 1651 COLLOCAZIONE: Roma, piazza Navona

Il tema dell’acqua nel Seicento, in ogni caso, non è appannaggio soltanto della dimensione monumentale o di quella paesaggistica, le cui radici affondano nel secolo precedente, ma diventa soggetto in molti dipinti dedicati alla quotidianità. Essa diviene così un elemento frequente in tele di grandi artisti che ritraggono momenti della vita di tutti i giorni. Nell’Acquaiolo di Siviglia, ad esempio, colpisce il desiderio di descrivere minuziosamente il mondo degli umili. Con grande professionalità, l’acquaiolo osserva il bicchiere di vetro che il giovane sulla sinistra tiene tra le mani e pare attento a valutare come versare l’acqua nel recipiente senza farla cadere per terra.

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D’altra parte, per il piccolo avventore, è arrivato il proprio turno e sul volto si leggono le tracce di una leggera tensione per l’attesa che, adesso, sta per concludersi. La scena fotografa non solo quali dovevano essere gli atteggiamenti psicologi degli uomini di allora, ma l’effetto che l’acqua produce sul comportamento delle persone che hanno sete, in un’epoca in cui non esistevano le bottiglie della grande distribuzione.

TITOLO: Acquaiolo di Siviglia AUTORE: Diego Velàzquez TECNICA: olio su tela DIMENSIONI: cm. 105x80 DATAZIONE: 1602 COLLOCAZIONE: Londra, Victoria and Albert Museum Anche il tema della Natura morta, con le fiasche d’acqua di vetro o di terracotta, rientra nel grande filone che privilegia questo soggetto pittorico, anticipato, allo scadere del secolo precedente, da opere come la Cena in Emmaus. Qui, accanto alla bottiglia del vino, c’è la piccola brocca dell’acqua, evidente rimando all’Eucarestia, come del resto tutti gli altri elementi che compaiono sulla tavola imbandita.

TITOLO: Cena in Emmaus AUTORE: Caravaggio TECNICA: olio su tela DIMENSIONI: cm. 141X196,2 DATAZIONE: 1602 COLLOCAZIONE: Londra

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Al contrario, un chiaro simbolo di purezza è il bacile colmo d’acqua che compare in primo piano nella tragica scena dell’opera La morte della Vergine. È quella un’acqua purificatrice con cui dovrebbero lavarsi tutti i peccatori.

TITOLO: La morte della Vergine AUTORE: Caravaggio TECNICA: olio su tela DIMENSIONI: cm. 369x245 DATAZIONE: 1604 COLLOCAZIONE: Parigi, Louvre Nel Narciso, Caravaggio si concentra nel rendere la capacità riflettente dell’acqua e il fascino che scaturisce dalla doppia immagine. Ciò suggerisce anche un altro aspetto del complesso simbolismo di questo elemento: quello dell’illusione e dell’inconsistenza della realtà cui l’acqua allude per metafora.

TITOLO: Narciso AUTORE: Caravaggio TECNICA: olio su tela DIMENSIONI: cm. 112x92 DATAZIONE: 1597-1599 COLLOCAZIONE: Roma, Galleria Nazionale d’Arte Antica

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SETTECENTO L’interesse settecentesco per i giochi d’acqua e per le sorprese quasi scenografiche delle fontane, torna e si amplia nel XVII secolo. La maestosa fontana che divide, disegnandolo, il giardino della Reggia di Caserta è, in questo senso, assolutamente eloquente. La strada fiume, scorrendo al centro del giardino, convoglia le acque del vicino Acquedotto Carolino proprio nella dimora reale, divenendo il fulcro ideale per una serie di racconti figurati sull’acqua.

TITOLO: parco della Reggia di Caserta AUTORE: Luigi e Carlo Vanvitelli COLLOCAZIONE: Caserta Qualche cosa di simile era già stato realizzato a San Pietroburgo per volere di Pietro il Grande. La dimora dello zar ha come tema dominante quello dell’acqua che si compiace dell’artificio da cui nasce meraviglia. La visita al parco trasmette allo spettatore la sensazione di addentarsi in un’atmosfera fantastica, dove si è quasi abbracciati da una miriade di riflessi iridescenti prodotti dagli zampilli d’acqua della cascata centrale. L’Italia non fu da meno, come dimostra l’articolato programma iconografico ideato dall’architetto Francesco Nicoletti per la stanza dell’Organo di Villa Pamphilj a Roma, dove il tema dell’acqua come filo conduttore diveniva un pretesto per un viaggio nell’architettura, nella scultura, nella pittura e nella musica. Tale particolare declinazione del tema dell’acqua, ebbe vasta trattazione anche da un punto di vista strettamente pittorico, sicché gli artisti ritrassero queste residenze ponendo particolare attenzione proprio alla rappresentazione degli innumerevoli giochi d’acqua. Anche nel Settecento il tema dell’acqua compare in tutta una serie di dipinti domestici realizzati da pittori d’eccellenza francesi. Nelle loro opere, infatti, il tema dell’acqua, non è solo presente nelle nature morte, ma compare come elemento prioritario anche nelle scene di vita quotidiana della gente comune, e, in particolare, delle classi meno agiate.

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Ad esempio le mani immerse nell’acqua de La lavandaia del 1733, è un elemento che permette al pittore di raccontare la semplice vita di tutti i giorni con quella serena perfezione che caratterizza gran parte delle sue opere. TITOLO: La lavandaia AUTORE: Jean-Baptiste-Siméon Chardin DATAZIONE: 1735 COLLOCAZIONE: San Pietroburgo, museo dell’Ermitage OTTOCENTO Nell’ottocento l’uomo davanti agli spettacoli della natura non è solo sconcertato e ansioso, ma anche meravigliato. Questo sentimento, frutto dell’osservazione della natura, questa nuova capacità di mettersi in ascolto del mondo circostante, sortì straordinari effetti anche per la declinazione del tema iconografico dell’acqua, che in quanto elemento della natura tra i meno governabili, fonte primaria di vita, ma anche causa di distruzione, diviene protagonista di suggestive rappresentazioni. Mentre nuove metodologie scientifiche permettevano di ordinare in modo tassonomico e lucido la realtà esterna, si levava potente la voce di intellettuali che parevano voler inneggiare alla natura come minaccia che incombe quotidianamente sull’uomo. Si tratta di due opposte posizioni che spesso convivono in uno stesso artista, come in Joseph Mallord William Turner. Così, La valorosa Téméraire, la storica nave da guerra reduce dalla battaglia di Trafalgar, è un opera che dimostra in modo eloquente, come ad attrarre l’attenzione del pittore inglese non sia la semplice registrazione del dato reale, oggettivo, quanto piuttosto le implicazioni simboliche e drammatiche di una natura ingovernabile.

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TITOLO: La valorosa Téméraire AUTORE: Joseph Mallord William Turner TECNICA: olio su tela DIMENSIONI: cm. 90,7x 102,6 DATAZIONE: 1838-1839 COLLOCAZIONE: Londra, National Gallery Turner privilegia l’acqua del mare e soprattutto quella del fiume come tema principale dei suoi dipinti. Dall’altra parte dell’oceano, sulle rive del fiume Hudson si riuniva, intorno al pittore Thomas Cole, una libera scuola di pittori. Questa libera scuola di pittori elesse i paesaggi selvaggi e incontaminati, solcati da potenti corsi d’acqua, a soggetto privilegiato delle proprie creazioni artistiche. Un esempio è l’opera di Frederick Edwin Church, Veduta delle cascate del Niagara, dove l’acqua diviene l’assoluta protagonista.

TITOLO: Veduta delle cascate del Niagara AUTORE: Frederick Edwin Church DATAZIONE: 1857

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NOVECENTO “Quando uscite a dipingere, cercate di dimenticare quali oggetti avete davanti, un albero, un campo... Pensate soltanto, qui c’è un piccolo sprazzo di blu, qui ce una lunga macchia rosa, qui una striscia di giallo, e dipingeteli proprio così come vi appaiono, l’esatto colore, l’esatta forma, finché non vi restituiscono l’immagine genuina della scena che avete innanzi agli occhi.” Con queste parole, Claude Monet, rivela quale fosse il suo atteggiamento di fronte alla natura e, quindi, anche nei confronti dell’acqua, che, per la sua rapida capacità di variare forma e colore, costituiva una vera sfida per l’occhio impressionista dell’artista e la sua capacità di fissarne gli effetti pittorici sulla tela. Odilon Redon, invece, trae ispirazione da soggetti poetici e letterari, con l’ausilio di una particolare tecnica pittorica, dette vita a una poetica sensibile e visionaria in cui il tema dell’acqua, per le sue specifiche caratteristiche fisiche e per la sua dimensione impenetrabile e oscura, diveniva una sorta di metafora del mistero. TITOLO: Ofelia AUTORE: Odilon Redon DATAZIONE : 1905-1906

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L’ACQUA NELLA MUSICA

La musicalità è un carattere innato dell’acqua in ogni sua espressione naturale: sotto forma di pioggia, leggera o impetuosa, ruscello, torrente, fiume in piena, fonte, onda del mare, l’acqua si muove secondo armonie che musicisti e poeti hanno ripreso e descritto con il linguaggio artistico. Nella musica classica, grandi compositori descrivono con melodia lo scorrere impetuoso o calmo di grandi fiumi. In questi componimenti, la musica fluisce e si forma grazie a note armoniose come l’acqua, che scorre e da piccola pozza si trasforma in un grande ed importante fiume. L’acqua, per il navigante, è simile al mistero di una partitura musicale per un musicista: essa deve essere osservata, scoperta, interpretata e attualizzata. Per l’uomo, l’acqua è metafora della musica stessa, linguaggio universale. Il dominio sull’acqua, così come quello della composizione musicale, è fatto e si basa sull’intelligenza e sulla tecnica, che a loro volta si basano sull’osservazione della natura. L’acqua, quindi, è il filo conduttore di tutte le cose: acqua fonte di vita, acqua generatrice, acqua causa di morte, acqua fonte di ispirazione poetica, acqua fonte di ispirazione filosofica, acqua come medicamento, acqua fonte di speranza, acqua magica e acqua nella musica e nella danza. L’acqua è un elemento fondamentale per la vita dell’uomo. Molto spesso è proprio l’acqua ad essere il tema principali di molti componimenti musicali.

“IL cantico delle Creature” di Francesco D’Assisi … Laudato sii, mio signore, per sora acqua, la quale è molto utile, e umile, e preziosa e casta.

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“The Weast Land” di T.S. Eliot

… Se vi fosse acqua E niente roccia

Se vi fosse roccia E anche acqua

E acqua Una sorgente

Una pozza fra la roccia Se soltanto vi fosse suono d’acqua

Non la cicala E l’erba secca che canta

Ma suono d’acqua sopra una roccia Dove il tordo eremita canta in mezzo ai pini

Drip drop drip drop drop drop drop Ma non c’è acqua.

“Le Stagioni” (dell’acqua) di Giuseppe Conte

L'acqua assomiglia all'anima dell'uomo. E'irrequieta, non ha

posa. Si spande per le vie che scendono verso l'origine di ogni cosa.

E poi si muta l'acqua, è dolce sino agli estuari vola nelle nubi in cielo

dorme nelle stalattiti specchia il sole nel velo

che fa sulle corolle di crochi e margherite

ogni mattino. L'acqua è eterna non ha Destino.

Questa che vedi nel bicchiere l'acqua - luce delle fontane l'acqua nera delle tempeste

il fango delle frane il torbido degli stagni il dondolio delle onde il tendere verso la luna delle maree, la quieta

risacca lungo le spiagge sabbiose. Come una cometa

di ghiacci sulla sua orbita va l'anima, ritorna al regno delle acque.

Oh innocente! Oh sempre in movimento e mutevole

Madre delle correnti marine e dei cavalloni dei gusci e delle alghe

grembo su cui la luna nelle veglie notturne scende e si culla

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Oh innocente, profonda e quieta, Giocatrice

dolce tra le palme delle sponde tra le sabbie delle colline

tra le isole di roccia e rovine e le isole-

giardino specchio di alte vele, e dei

voli degli ibis. Acqua della fine

Acqua del principio l'anima ti attraversa

forse su una nave o naufraga tra venti immani, o forse

a nuoto, a nuoto e lenta, come un loto,

una zatterada.

“Acque” di Francesco Guccini

(…) E l’acqua passa e gira e colora e poi stinge,

cos’è che mi respinge e m’attira; acqua come sudore,

acqua fetida e chiara, amara senza gusto né colore. Ma l’acqua gira e passa…

E mormora e urla, sussurra, ti parla e ti schianta, evapora in nuvole cupe rigonfie di nero diventa di terra, di vento, di sangue e

pensiero. Ma a volte vorresti mangiarla sentirtici dentro,

un sasso che l’apre, che affonda e sparisce e non sente, vorresti scavarla, afferrarla, lo senti che è il centro di questo ingranaggio continuo, confuso e vivente.

Acque del mondo intorno di pozzanghere e pianto

di me che canto al limite del giorno, fra il buio e la paura

del tempo e del destino freddo assassino della notte scura

Ma l’acqua gira e passa…

Anche nella musica classica possiamo trovare dei riferimenti sull’acqua…

HAENDEL Haendel nel ‘700 le aveva combinate un po’ grosse con il re d’Inghilterra Giorgio I non rispettando alcuni accordi contrattuali e doveva riconquistarsi la sua fiducia in qualche modo. Il compositore, così mondano, aveva necessariamente bisogno di “certi” appoggi per continuare la sua opera. Fu così che sul Tamigi il 17 luglio 1717 si tenne una festa sul fiume e il re si trovò sulla chiatta che lo doveva portare a Chelsea un organico di notevoli dimensioni e grande effetto. La cronaca narra

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come il re, talmente affascinato dalla musica, volle riascoltarla dell’inizio alla fine per ben tre volte. Ed il bello è che è molto più lunga come vastità di movimenti da quei dieci che oggi ripropongono per brevità le orchestre moderne e contemporanee. Tutti gli strumenti in uso nell’orchestra barocca furono portati sul vascello, eccetto il clavicembalo, perché non era possibile che stesse sulla chiatta. La strumentazione è diversa secondo i movimenti, ma gli strumenti necessari per eseguire integralmente l’opera sono un flauto trasverso, due oboi, un fagotto, due corni, due trombe, archi e continuo: questa strumentazione riesce a produrre il suono necessario all’aperto. Parte della musica è stata conservata in una partitura contemporanea scritta per un’orchestra più piccola; tale versione non è adatta all’esecuzione all’aperto, perché il suono degli strumenti ad arco non produce abbastanza suono all’aria libera. La musica in ognuna delle suite non ha in sé un ordine definito. Quando le suite venivano suonate per il re, la musica lenta e a basso volume veniva suonata quando la chiatta dell’orchestra e quella del re erano vicine, mentre la musica di carattere allegro veniva suonata quando le due chiatte erano più separate.

LISZT Villa d’Este, capolavoro del giardino italiano e inserita nella lista UNESCO del patrimonio mondiale, con l’impressionante concentrazione di fontane, ninfei, grotte, giochi d’acqua e musiche idrauliche costituisce un modello più volte emulato nei giardini europei del manierismo e del barocco. Nel XVIII secolo la mancata manutenzione provocò la decadenza del complesso, che si aggravò con il passaggio di proprietà alla Casa d'Asburgo. Il giardino fu pian piano abbandonato, i giochi idraulici, non più utilizzati, andarono in rovina e la collezione di statue antiche, risalente all'epoca del Cardinal Ippolito, fu smembrata e trasferita altrove. Questo stato di degrado proseguì ininterrotto fino alla metà del XIX secolo, quando il cardinale Gustav von Hohelohe, ottenuta la villa dai duchi di Modena nel 1851, avviò una serie di lavori per sottrarre il complesso alla rovina. La villa ricominciò così ad essere punto di riferimento culturale, e il cardinale ospitò spesso, tra il 1867 e il 1882, il musicista Franz Liszt (1811 - 1886), che proprio qui compose Giochi d'acqua a Villa d'Este, per pianoforte, e tenne, nel 1879, uno dei suoi ultimi concerti. Allo scoppio della prima guerra mondiale la villa entrò a far parte delle proprietà dello Stato Italiano, fu aperta al pubblico e interamente restaurata negli anni 1920-30. Un altro radicale restauro fu eseguito, subito dopo la seconda guerra mondiale, per riparare i danni provocati dal bombardamento del 1944. A causa delle condizioni ambientali particolarmente sfavorevoli, i restauri si sono da allora susseguiti quasi ininterrottamente nell’ultimo ventennio (fra questi va segnalato almeno il recente ripristino delle Fontane dell’Organo e del “Canto degli Uccelli”).