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Poste Italiane Spa - Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46), art. 1, comma 1, LO/MI - 1,50 Mensile a cura dell'Associazione “Amici del Seminario” - Milano Anno LXXV - n° 5 maggio 2020

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nel mese marianopreghiamo per le vocazioniDa sempre il mese di maggio è dedicato a Maria

e alla preghiera del Rosario.

Anche noi di Fiaccolina, insieme alla tua famiglia,

ai tuoi don, ai tuoi amici e al tuo gruppo

chierichetti vogliamo aiutarti a conoscere la

preghiera del Rosario con l’utilizzo della “corona”.

Magari all’inizio farai un po’ fatica, ti spaventerà

l’idea di recitare cinque decine di Ave Maria, ma ti

assicuro che, pian piano, ne scoprirai la bellezza

e riuscirai a trovare il tempo per questa preghiera.

Insieme al mese mariano vogliamo approfondire

la virtù della carità. Il fumetto e la rubrica

“Verso l’alto” ci accompagneranno alla scoperta

di questa virtù che non è altro che amore,

quello gratuito, immotivato, capace di sacrificio:

l’amore di Gesù.

Che bello se in questo periodo non facile

potessimo compiere qualche semplice gesto

di carità! Guardati attorno, sicuramente potrai

già espandere il tuo “profumo di bene”!

Infine, nel mese di maggio, vogliamo pregare

per le vocazioni, chiedendo con insistenza

il dono di nuove vocazioni.

Prova a pensare, magari il Signore ti sta già

chiamando ad una vita spesa per Lui e per gli altri.

Non avere paura, il Signore vuole la tua felicità.

A presto!Don Michele

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SOMMARIO

a casa tua ogni mese!

Contatta Silvia dell’Ufficio

Segretariato per il Seminario

tel: 02.8556278 e-mail:

[email protected]

Preghiera - Il Rosario

Curiosando per Milano - La cappella delle ballerine

Fumetto - FAITHNITE -

Dal Gran Maestro della carità

Verso l’alto... - ...con carità

VIRTÙale - La Chiesa in tv e sul web

per ridurre le distanze

Io sono una missione - Carlo Acutis beato e patrono di Internet

In Diocesi - Don Luca, «cuore, occhi

e orecchie dell’Arcivescovo»

Scheda liturgica/8 - Liturgia delle ore: i vespri

Hall of fame - Davide, campione di salvamento

Eccoci qui - Foto dei gruppi

Giochi - I giochi di Pop & Pap

Tre giorni chierichetti 2020

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La tradizione cristiana ci conse-gna per il mese di maggio unapiù intensa preghiera a Maria,la madre di Gesù, in modo par-ticolare attraverso il Rosario. Spesso ci capita di associare que-sta preghiera alle signore an-ziane che troviamo in chiesa pri-ma dell’inizio della Messa, op-pure la associamo a qualche mo-mento di lutto che abbiamo vis-suto in famiglia. Nei paesi, più che in città, du-rante il mese di maggio ci si ri-trova nei cortili per condividerequesta preghiera, magari davantiad un’immagine della Madon-na. Tutti noi, inoltre, ricordiamo co-me lo scorso 19 marzo il Papa,con i Vescovi italiani, ci abbiachiesto di pregare proprio il Ro-sario tutti insieme per affidarela nostra Nazione, colpita dallapandemia, all’intercessione diMaria. E in tanti, in queste set-timane, stanno combattendo lapaura del Coronavirus con la co-rona del Rosario, affidando alla

gruppati di dieci indieci, separati daun grano “solitario”che di solito è anchepiù grande; questorappresenta il PadreNostro che si recita all’i-nizio di ogni decina e an-che il Gloria al Padre che sidice alla fine di ogni decina. Per cominciare, si può iniziareda una decina: recitare dieci AveMaria è decisamente più facileche dirne cinquanta. Il consiglioè di usare quei tempi che altri-menti sprechereste: magari alposto di passare un’ora su You-Tube o a chattare con gli amici,potreste passarne “solo” cin-quanta minuti e i rimanenti liusate per una decina di Rosario.

Meditando sui MisteriC’è un altro suggerimento pervivere meglio questa preghiera.Ad ogni giorno della settimanasono affidati dei “Misteri”, ov-vero degli episodi della vita diGesù che siamo invitati a guar-

dare attraversogli occhi della Ma-

donna. Mentre prega-te, pensate a questi mo-

menti, immaginatevi la scena eriflettete su come Maria può es-sersi sentita in quel contesto. I Misteri sono venti, suddivisi inquattro gruppi: i Misteri gau-diosi, i Misteri luminosi, i Misteridolorosi e i Misteri gloriosi. I Mi-steri luminosi, o Misteri della Lu-ce, furono introdotti nel 2002da papa Giovanni Paolo II comemeditazione discrezionale nellaLettera apostolica Rosarium Vir-ginis Mariae. Ogni Mistero è asua volta costituito da cinqueenunciati, ciascuno dei quali rac-conta appunto un episodio del-la vita di Gesù e di Maria.

La medaglietta e il CrocifissoOltre ai grani, il Rosario presen-ta una medaglietta con l’imma-gine della Madonna e un Croci-fisso. Dalla medaglietta parte laprima decina di Ave Maria e allaCroce si arriva al termine dellapreghiera, questo a significare chetutto il Rosario porta a Gesù. Le cinque decine si concludonocon un Salve Regina (grano gros-so), a cui fanno seguito le pre-ghiere per il Papa e per la Chie-sa: un Padre Nostro, un’Ave Ma-ria e un Gloria (tre grani picco-li in successione). Prima di sigillare tutto con il Se-gno della Croce, ci ricordiamoanche del nostro Angelo Custo-de recitando l’Angelo di Dio edi tutti i morti con tre L’eternoriposo (ultimo grano grosso pri-ma della Croce).Tanti ragazzi e tante donne por-tano la corona del Rosario al col-lo, come fosse una collana, manon lo è! È molto di più! Porta-te la corona con voi, ma non co-me accessorio ornamentale, ben-sì come segno della vostra fedee, ogni tanto, provate a usarlaper la preghiera.Luca Molteni e Ylenia Spinelli

Madre di Gesù e Madre nostrale sorti dell’umanità.

Come una ghirlanda di roseIl Rosario è quella preghiera che,attraverso le parole dell’Ave Ma-ria, ripetute cinquanta volte, ciaiuta a guardare a Gesù con isuoi occhi, ripercorrendo tuttele tappe della sua vita. Sicuramente starete pensando:«Cinquanta Ave Maria sono tan-tissime! Non ce la farò mai. Epoi non ho tempo, ho tante co-se da fare».Ma non è necessario partire su-bito con il Rosario tutto intero.Provate a prenderne in manouno per capire meglio. La corona del Rosario (così sichiama, perché le preghiere re-citate in successione è come seformassero una ghirlanda di ro-se da donare alla Madonna) èinfatti costituita da cinquanta“pallini”, detti grani, che rap-presentano le cinquanta Ave Ma-ria da dire. I grani sono rag-

Il RosarioIl Rosario

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Misteri della Gioia (lunedì e sabato)Ci aiutano a ripercorrere i momenti dell’inizio della vita di Gesù tra di noi.

1. L’annunciazione dell’Arcangelo Gabriele a Maria Vergine2. La visita di Maria Vergine a santa Elisabetta3. La nascita di Gesù4. La presentazione di Gesù al tempio5. Il ritrovamento di Gesù al tempio

Misteri del Dolore (martedì e venerdì). Sono tutti quei momenti legati alla sofferenza di Gesù

che offre la sua vita per noi.

1. L’agonia di Gesù nell’orto degli ulivi2. La flagellazione di Gesù alla colonna

3. L’incoronazione di spine4. Gesù è caricato della croce

5. La crocifissione e la morte di Gesù

Misteri della Luce (giovedì)Ci aiutano a rivivere i momenti significativi della vita pubblica di Gesù.

1. Il Battesimo di Gesù nel fiume Giordano2. Le nozze di Cana

3. L’annuncio del Regno di Dio4. La trasfigurazione di Gesù sul monte Tabor

5. L’istituzione dell’Eucaristia

Misteri della Gloria (mercoledì e domenica)Ci aiutano a rivivere i momenti che segnano la Pasqua di Gesù e la nostra salvezza.

1. La risurrezione di Gesù2. L’ascensione di Gesù al cielo3. La discesa dello Spirito Santo nel cenacolo4. L’assunzione di Maria Vergine al cielo5. L’incoronazione di Maria Vergine

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Tra il Teatro alla Scala e la chiesa di San Fedele, ap-pena dietro palazzo Marino, ci sono pochi metri.Ebbene, proprio in questo edificio sacro dei Gesui-ti, frequentato anche da Alessandro Manzoni (cheabitava poco lontano), si trova una cappella con unadolcissima immagine della Madonna del latte, mol-to cara alle ballerine della Scala.Si racconta infatti che, fino agli anni Ottanta, CarlaFracci, Liliana Cosi e molte altre étoiles, prima di undebutto, venissero a pregare e a deporre fiori da-vanti alla Madonna del latte detta anche “dei Tor-riani”, dal nome della famiglia rivale dei Visconti,che abitava proprio da queste parti e che venne ster-minata.L’affresco, eseguito alla fine del Trecento, rappre-senta Maria con gli occhi a mandorla e il volto pen-soso, mentre allatta Gesù Bambino. Dietro la Ma-donna è collocata una tenda trapuntata di fiori bian-chi, che lascia intravedere un fondo scuro, mente ilBambino, vestito di una tunica rossa decorata concandidi fiori, porta le mani alla mammella, rannic-chiandosi nel ventre della madre, quasi in posizio-ne fetale.Quello della Madonna del latte è un tema icono-grafico che ha grande fortuna nell’Italia centro- set-tentrionale fra il XIV e XVI secolo, perché evidenziail ruolo materno di Maria, ma dopo il Concilio diTrento è stato rapidamente messo da parte rispettoad altre raffigurazioni più “celestiali” della Vergine.

L’immagine della Madonna del latte doveva infon-dere un senso di materna protezione alle ballerinedella Scala quando a questo altare venivano a de-porre il loro fiore, la sera del debutto. Nel 2014 l’artista Mimmo Paladino ha voluto ri-prendere la tradizione degli ex voto eseguendo perquesta cappella un’originale installazione costituitada tante scarpette da ballo, in bronzo argentato,conficcate in una parete laterale.

La cappella è visitabile all’interno di un percorso mu-seale, per informazioni: www.sanfedeleartefede.it

Ylenia Spinelli

La cappelladelle

ballerine

La Madonna del latte

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1Cor 13,1-8aSe parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità,

sarei come bronzo che rimbomba o come cimbalo che strepita. E se avessi il dono della profezia, se conoscessi tutti i misteri

e avessi tutta la conoscenza, se possedessi tanta fede da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sarei nulla.

E se anche dessi in cibo tutti i miei beni e consegnassi il mio corpo per averne vanto, ma non avessi la carità, a nulla mi servirebbe.

La carità è magnanima, benevola è la carità; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio, non manca di rispetto,

non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia ,

ma si rallegra della verità. Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.

La carità non avrà mai fine.

Prima di analizzare questa pagina di san Paolo,fermati un istante in silenzio e, dopo aver fattocon attenzione il segno della croce, chiedi al Pa-dre di mandare su di te il dono dello Spirito San-to. Puoi usare queste parole: Signore, poni la tuamano sul mio capo, soffia su di me il tuo SantoSpirito. Donami sensi umili per ascoltarti in que-sta tua Parola, sensi puri per vederti nella miavita, sensi d’amore per servirti nelle mie giorna-te, sensi di fede per abitare in te.Siamo ormai quasi in vetta in questo camminolungo i sentieri delle virtù. Questa volta voglia-mo esplorare insieme la virtù teologale (ricordicosa significa? Che si riferisce direttamente aDio) della carità.Cosa ti viene in mente sentendo parlare di ca-rità? Fammi indovinare: subito hai pensato a fa-re la carità, nel senso di fare l’elemosina, daresoldi a chi è nel bisogno; oppure alla Caritas,l’organizzazione che si occupa non solo di rac-cogliere vestiti usati nei bidoni gialli, ma so-prattutto di promuovere lo sviluppo dell’uomo,la giustizia nella società e la pace.Molto bene, ma forse non sai che la parola lati-na caritas significa semplicemente “amore” e,in particolare, l’amore gratuito, immotivato, ca-pace di sacrificio: l’amore, insomma, di Gesù.Ascoltiamo cosa ci dice il Catechismo della Chie-sa Cattolica a proposito della carità: «La caritàè la virtù teologale per la quale amiamo Dio so-pra ogni cosa per se stesso, e il nostro prossimocome noi stessi per amore di Dio. Gesù [...], aman-do i suoi “sino alla fine”, manifesta l’amore chericeve dal Padre. Amandosi gli uni gli altri, i di-scepoli imitano l’amore di Gesù, che essi rice-vono a loro volta. [...] Il Signore ci chiede di ama-re come lui, perfino i nostri nemici, di farci pros-simo del più lontano, di amare i bambini e i po-

veri come lui stesso. [...] La carità è superiore atutte le virtù. È la prima delle virtù teologali».Ma è sicuramente, ancora una volta, Paolo adavere le parole più belle per esprimere cosa siala carità, quell’ amore meraviglioso che gli hacambiato la vita. Per Paolo è chiaro che la ca-rità, prima ancora che essere esercitata da noiverso gli altri, è un dono ricevuto, è il meravi-glioso amore divino, l’amore della Trinità, che le-ga il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo e in cui Ge-sù ci ha gratuitamente “tirati dentro”, deside-rando che anche ciascuno di noi potesse viverenella stessa comunione.Noi dove possiamo sperimentare questa carità?Beh, forse un cuore che impara ad essere attentoscopre che ogni circostanza è un’occasione persentire questo amore di Dio: nel bene che ci vo-gliono i nostri genitori, i nostri fratelli, i nostriamici, i nostri educatori; nella natura che ci cir-conda e ci racconta della cura e della provvi-denza amorevole del Padre verso di noi, suoi fi-gli; nella preghiera, vissuta con il cuore aperto;nella Chiesa, comunità di fratelli che vivono nel-la fede, nella speranza e nella carità; nei sacra-menti e in particolare nella Comunione e nellaConfessione, dove tocchiamo in maniera piùstraordinaria la misericordia di Dio.Se è così, se siamo così immersi in questa caritàe possiamo, con cuore attento, scorgere i tantisegni dell’amore di Dio verso di noi, allora capi-sci bene che amare gli altri, esercitare la caritànei confronti di ogni fratello o sorella, è la con-seguenza più bella e più naturale. Perché l’amorenon lo puoi trattenere: se ci provi, ti scappa dal-le mani e ti ritrovi povero, solo e infelice. L’a-more, invece, come dice il Catechismo della Chie-sa Cattolica, «ha come frutti la gioia, la pace ela misericordia; esige la generosità e la corre-

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...con carità

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zione fraterna; è benevolenza; suscitala reciprocità, si dimostra sempre di-sinteressata e benefica; è amicizia e co-munione».Da questo nasce il commovente innoalla carità di Paolo: egli è talmente ri-pieno di questo amore da rendersi con-to che nulla ha valore, neanche le co-se più belle, neanche le azioni più buo-ne, neanche le doti più straordinarie,se non nascono dall’amore e non so-no fatte per amore. E anche tutte le esi-genze della carità, che Paolo non man-ca di elencare (magnanimità, benevo-lenza, altruismo, umiltà, rispetto, di-sinteresse...), non sono altro che l’imi-tazione e il frutto maturo dell’amoreche Gesù stesso ci ha donato.Concludiamo con una bella frase di pa-pa Giovanni Paolo I: «Dio ha messonel nostro cuore la sete del progresso.Dalle palafitte, dalle caverne e dalleprime capanne siamo passati alle ca-se, ai palazzi, ai grattacieli; dai viaggia piedi, a schiena di mulo o di cam-mello, alle carrozze, ai treni, agli ae-rei. E si desidera progredire ancora conmezzi sempre più rapidi, raggiungen-do mete sempre più lontane. Ma ama-re Dio è pure un viaggio: Dio lo vuolesempre più intenso e perfetto. Ha det-to a tutti i suoi: “Voi siete la luce delmondo, il sale della terra”; “siate per-fetti com’è perfetto il vostro Padre ce-leste”. Ciò significa: amare Dio nonpoco, ma tanto; non fermarsi al pun-to in cui si è arrivati, ma col suo aiu-to, progredire nell’amore».

Francesco Alberti

NELL’ARTELa carità è in genere rappresentata come unagiovane donna che allatta uno o più figli: questoci dice che è feconda, ama la vita, e se ne prendecura. Ogni vita cerca la carità, è assetata d’amore. In una mano, inoltre, la donna tiene una fiamma:la carità è fuoco che scalda, è qualcosa di appassionante e coinvolgente, non è fredda e distaccata. Sul capo porta una corona: la carità è la regina delle virtù, è superiore a tutte e ciascuna delle altre virtù sarebbe vuota, se non fosse animata dall’amore.

DOMANDE PER RIFLETTEREProva a pensare a ciò che fai quotidianamente, ai tuoi pensieri, alle tue parole,soprattutto in questo difficile tempo di quarantena: quali sono un peso? Quali, invece, sono animate dalla carità, dall’amore?E la preghiera? È qualcosa che riguarda davvero il tuo cuore, la tua interiorità o è un meccanismo freddo, un obbligo, una routine che non ti tocca più di tanto?

GESTOSe, mentre sfogli questo numero di Fiaccolina,sei ancora a casa con la tua famiglia, perché non provare a leggere la pagina di Paolo tutti insieme, condividendo preghiera, pareri,riflessioni?

IMPEGNONel silenzio rileggi il brano di san Paolo. Riconosci la bellezza e la profonditàdell’amore che Dioha per te e verificase anche l’amore che tu sai dare sta, pian piano, assumendola stessa forma.

PREGHIERAPadre,nella vita, morte e risurrezionedel tuo figlio Gesùci hai aperto orizzonti stupendi di caritàe donato il tesoro del tuo amoreche non conosce confini.Rendimi immagine viventedel tuo amore, della tua cura,della tua passione.Conducimi verso l’alto nella carità!Amen.

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La cosa più difficile da ac-cettare sono state le cele-brazioni da seguire alla tv osu YouTube. Crede che poi sitornerà in chiesa a vivere e aservire le Messe con più de-siderio e partecipazione?Così come è diverso mangiare unapizza e vederla in foto, giocareuna partita o guardarla in tv, ab-bracciare un amico o contattarlosu Skype, penso proprio che, nonappena potremo, avremo unagran voglia di tornare a mangia-re insieme, giocare insieme e tro-varci per celebrare e servire laMessa, stringerci in abbracci dipace e vivere dal vivo ciò che orastiamo vivendo virtualmente. An-che perché, diciamocelo, tra “li-ve” e “dal vivo” è tutta un’altrastoria!

Magari qualche ragazzo pen-sa che seguire la Messa in tvsia una nuova e più comodamodalità, tra virtuale e rea-le. È così?Nelle giornate fredde e grigie ognitanto guardo qualche video suYouTube di luoghi del mondo do-ve non sono mai stato. È bellopoter viaggiare con la fantasia,

In questi tempi di re-clusione forzata, Inter-net e i social media han-no mostrato i loro latipositivi: lezioni on line,lauree on line, ora si par-la di maturità on line,ma anche liturgie, cate-chesi e incontri di pre-ghiera sono seguitissimisu YouTube o Skype. Tut-to avviene a distanza, inmaniera virtuale, cercan-do di custodire quel cli-ma di comunità e di fra-ternità che tanto ci man-ca. Ma le tecnologie digitali,indiscusse protagoniste diquesta inedita stagione pa-storale, sono un’opportu-nità che la Chiesa potrà conti-nuare a sfruttare al meglio? Lo abbiamo chiesto a don LucaFossati, collaboratore dell’Ufficioper le Comunicazioni sociali del-la nostra Diocesi.

più originale o per chi vienecliccato di più […] Quello cheispira ogni confratello è il de-siderio di raggiungere la suagente». Penso che, come Ge-sù ha cercato l’incontro conogni persona per comunica-re il bello del Vangelo, an-dando a scovare le personenei loro ambienti di vita quo-tidiana, anche in questo pe-riodo così strano, ogni stru-mento è utile per raggiun-gere le persone là dove orasono. Continueremo adusare le tecnologie digita-li? Certamente, ma in mo-do diverso da quanto stia-mo facendo adesso. Usa-re bene i mezzi di comu-

nicazione significa saper sceglie-re lo strumento giusto per rag-giungere chi desidero nel modomigliore. Come indossiamo il ma-glione d’inverno e la maglietta d’e-state, continueremo a vestirci, main modo diverso.

scere i pregi e a dover sopporta-re i difetti delle persone con cuiviviamo. Tutti però ci stiamo ac-corgendo di come le attenzioni,anche semplici, che abbiamo inquesto periodo stanno proteg-gendo le persone più fragili. Que-sto significa che anche io, consemplici gesti, magari anche a co-sto di qualche sacrificio o met-tendomi a servizio, posso esseredi aiuto agli altri. E, specialmen-te chi vive il servizio all’altare, sabenissimo che anche il più sem-plice compito e gesto aiuta la pre-ghiera di tutta l’assemblea. Ve lodice uno che, data la statura, peranni ha sempre fatto solo il ser-vizio di “libro e microfono”!

La lunga messa in “quaran-tena” di abbracci e strette dimano per evitare contagicambierà gli stili di vita deiteenagers, o loro continue-ranno a prediligere le chat egli incontri su Skype agli in-contri reali, magari in orato-rio? Non so voi, ma io penso che que-sta “indigestione” di chat e vi-deoconferenze ci farà venire unagran voglia di incontrarci di per-sona, anche se ci sarà in ognigruppo quell’irriducibile pantofo-laio con il quale dovremo insi-stere per farlo uscire di casa. Madopotutto lui è sempre stato co-sì, prima, durante e dopo questaepidemia e gli vogliamo bene lostesso!

A cura di Ylenia Spinelli

vedere posti nuovi, panoramisplendidi. È comodo poterlo faredavanti allo schermo e al caldo,mentre fuori piove. Però se po-tessi essere lì su quella spiaggiao in cima a quella montagna, sepotessi essere in mezzo alla fol-la in quel concerto o sulla riva diquel fiume, potrei fissare lo sguar-do su altri dettagli, sentire i pro-fumi, condividere le emozioni ealla fine ai miei amici e familiaripotrei dire di esserci stato real-mente.Non scordiamoci che l’unica pre-senza reale del Signore l’abbia-mo nell’Eucaristia che riceviamoquando ci accostiamo alla Co-munione e non c’è video o socialche possa darci un dono così gran-de realmente.

Crede che questa brutta espe-rienza abbia insegnato ai ra-gazzi a mettere da parte l’in-dividualismo, a riscoprire i va-lori e ciò che conta davvero?Probabilmente in questo periodoqualcuno avrà provato soprattut-to la fatica della convivenza for-zata in famiglia e non vedrà l’o-ra di poter uscire. Stare costante-mente insieme ci porta a cono-

Cosa ne pensa di preti e par-rocchie in formato digitale?Il nostro Arcivescovo Mario, nel-la sua lettera ai preti del Giovedìsanto, ha scritto così: «Non c’è unconcorso a premi per chi si rivela

Durante la diretta Rai

di una Messa

Don Luca Fossati

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«Carlo, ma dove vai così in fret-ta». «Aspettaci Carlo!». «Carloportaci con te!». Chissà se erano questi i pensie-ri degli amici quando vedevanoil loro coetaneo Carlo Acutis co-sì avanti. Carlo non era avanti in una ga-ra, non era avanti nel program-ma di scuola, non era avanti inmontagna, Carlo era avanti nel-lo stile! Era lo stile con cui vi-veva che affascinava i suoi ami-ci, era la passione che mettevain ogni cosa, l’intensità che co-glieva dalla vita.Anche papa Francesco ha rico-nosciuto che Carlo è davvero«avanti» ed i cristiani possonosempre più chiedere a questo ra-gazzo di essere aiutati a viverecome lui. Sì, perché Carlo Acu-tis sarà presto dichiarato beato.

La storiaCarlo è un ragazzo nato non mol-ti anni fa, il 3 maggio 1991, ècresciuto a Milano ed ha fre-quentato il liceo classico. Unagrave malattia però lo ha por-

ideato anche una mostra on li-ne sui Miracoli Eucaristici (chesi può ancora visitare). Chissàche il Papa scelga Internet co-me tuo segno distintivo! Sareb-be bellissimo! È un mondo af-fascinante, che ci coinvolge mol-to, ma che vorremmo vivere sem-pre con stile: potresti guidarcitu, Carlo, che sei «così avanti»,che sei nostro amico «con losguardo verso Dio», che ci invi-ti a nutrirci ogni domenica del-l’Eucaristia, nostra «autostradaper il Cielo».

Raffaele Mottadelli

colare, un suo segno distintivo.Quale si potrebbe scegliere perte? Internet! Sì, potresti essere il pa-trono di Internet. Tu eri un ap-passionato informatico, ti pia-ceva Steve Jobs, la Play, hai aiu-tato a creare siti Internet, hai

tutti che è bravo, io invece sonqui che faccio fatica, mica fac-cio apposta...». Rileggiamo una frase che ungiorno ha detto Carlo: «La tri-stezza è lo sguardo rivolto ver-so se stessi, la felicità è lo sguar-do rivolto verso Dio!» Carlo, nonmi dai più fastidio, ti sento ami-co e vorrei che tu mi aiutassi adavere il tuo sguardo, rivolto alCielo, rivolto a Dio! Sì, perchétu in ogni cosa avevi lo sguar-do rivolto a Dio, ecco perché ave-vi anche lo sguardo sempre ri-volto agli altri.

La passione per l’informaticaCarlo era un appassionato infor-matico, pensate che ha ancheaiutato la Pontificia AccademiaCultorum Martyrum a creare ilproprio sito ufficiale all’internodi quello del Vaticano!Ammirava molto Steve Jobs (loconoscete? Se avete un i-phoneè perché lui l’ha inventato), ama-va i videogiochi e la Playstation,ma anche gli animali (quanti ne

tato in Cielo nel 2006, quandoaveva 15 anni. Perché il Papa hadeciso di proclamarlo beato? Per-ché ci ha detto che Carlo era«così avanti»?In macchina si va più veloci inprima o in quinta? Si corre me-glio con le scarpe da ginnasticao con le infradito? Negli sportdi squadra si vince giocando dasoli o con gli altri? Queste sonotutte domande a cui sappiamorispondere: si va più veloci inquinta, si corre meglio con lescarpe, si vince giocando di squa-dra.Anche nella vita ci sono alcunecose che ci fanno viaggiare piùspediti, che ci fanno vivere piùfelici, che ci fanno amare di più.Spesso sappiamo anche qualisono queste cose, però faccia-mo fatica a farle. Carlo è «cosìavanti» perché, oltre a sapere lerisposte, riusciva anche a met-terle in pratica. Ecco l’eccezio-nalità!Carlo ci può fare un po’ arrab-biare, ci può dare un po’ di fa-stidio: «Lui ce l’ha fatta, dicono

aveva!), la montagna, i viaggi.Ma in tutto questo Carlo avevagli occhi rivolti al Cielo e cosìquelle cose, piccole o grandi, gliparlavano di Dio, gli rendevanogrande la vita.Come faceva questo ragazzo adavere sempre gli occhi rivolti alCielo? Ce lo dice lui stesso:«L’Eucaristia è la mia autostra-da per il Cielo». Carlo ci racconta che il segretoè la preghiera; lui andava spes-sissimo a Messa, recitava il Ro-sario, chiedeva ai santi di gui-darlo (gli piaceva tantissimo sanFrancesco). Carlo era amico di Gesù, ci sta-va molto insieme: se stai con Lui,lo conosci, guardi il mondo co-me Lui, guardi il mondo... daDio!Carlo, il Papa ti proclamerà pre-sto Beato e, come tu chiedevi aisanti di guidarti, anche noi tichiederemo di camminare connoi, insieme a Gesù, con losguardo verso il Cielo.Ma ora Carlo svelaci un segre-to: ogni santo ha un suo parti-

Carlo Acutis beatoe patrono di Internet

La sua vita in un libro illustratoSette anni fa su Fiaccolina (numero di maggio

del 2013) abbiamo parlato per la prima volta

di Carlo Acutis, quando la Chiesa, attraverso

la richiesta dell’allora arcivescovo di Milano An-

gelo Scola, iniziava a muovere i primi passi ver-

so la beatificazione di questo giovane ambro-

siano. Su quel numero la storia di Carlo era

sinteticamente raccontata con un fumetto di

otto tavole, illustrato dal nostro Bruno Dolif.

Ebbene, oggi potete conoscere molti altri

aspetti della vita e della spiritualità di questo

ragazzo, ma anche della malattia che ha af-

frontato da vero cristiano, attraverso il libro scrit-

to da Maria Teresa Antognazza per In dialogo (64 pagine, 7,50 eu-

ro) e illustrato ancora una volta da Dolif.

Una storia che merita di essere conosciuta e diffusa tra i ragazzi,

per scoprire come è possibile oggi essere buoni amici di Gesù e vi-

vere la propria giovinezza seguendo il Vangelo e amando gli altri.

Carlo Acutis

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22mag 2020 Fiaccolina 23mag 2020 Fiaccolina

Venerdì 31 gennaio anchenoi seminaristi eravamo inDuomo alla Messa per glioratori che il vescovo Marioha celebrato nella memoriadi san Giovanni Bosco. Altermine, mentre in piazza sistava svolgendo il flashmob, che ha riprodotto conle torce dei telefoni il logodi Oratorio 2020, abbiamoincontrato don Luca Rai-mondi. Il sacerdote ci haraccontato molte cose delsuo cammino e del suo ser-vizio di vicario episcopaledi Zona, che ripercorriamo inquesta intervista.

Don Luca, quali passi hacompiuto per diventare pre-te?Sono nato nel 1966 a Cernuscosul Naviglio, in provincia di Mi-lano. A quindici anni sono en-trato in Seminario a Venegono,dopo un anno di agraria: spallerubate all’agricoltura! Dopo lamaturità classica ho proseguitogli studi di Teologia fino all’or-dinazione nel 1992.

nella basilica dei SantiSiro e Materno. In se-guito sono stato parro-co per dieci anni e re-sponsabile della Comu-nità pastorale di Berna-reggio, Villanova, Aicur-zio, Sulbiate.

E poi è diventato vi-cario di Zona?Dal luglio 2018 sono vi-cario della Zona IV, la piùpopolosa dopo Milanocon 950.000 abitanti per160 parrocchie (alcune giàin Comunità pastorali) e

296 preti. Si va da realtà tradi-zionali di paesi a periferie di cittàmolto stimolanti.

Di cosa si occupa un vicariodi Zona?Il vicario di Zona è il cuore, gliocchi e le orecchie dell’Arcive-scovo per un territorio specifico.La nostra grande Diocesi ha bi-sogno di un lavoro condiviso cheaiuti l’Arcivescovo, soprattuttonel rapporto con i preti che, gra-zie a Dio, sono ancora tanti.

Quale è il tesoro che ha ri-cevuto in quegli anni?Oltre alla preghiera e all’impe-gno culturale, la grande ricchezzaè stata la vita comunitaria vis-suta per undici anni. È la mi-gliore scuola di relazioni che haplasmato il mio carattere.

Dove ha svolto il suo mini-stero?Sono stato coadiutore per sedi-ci anni: otto a San Michele diBusto Arsizio ed otto a Desio

Quali consigli darebbe ai no-stri chierichetti per diven-tare ragazzi in gamba?Primo: qualsiasi cosa ti dicano, tul’amico Gesù non lo mollare mai.Impara a leggere il Vangelo!Secondo: scegliti persone di ri-ferimento importanti nella vita(i tuoi genitori, il tuo don, glieducatori che, se anche ti “ran-dellano”, ti amano davvero).Terzo: ricordati che chi non ridemai non è serio! La gioia è sinto-mo di fede. Sii sempre contento.

Paolo Zibra

Don Luca, «cuore, occhi e orecchie dell’Arcivescovo»

Don Luca Raimondi

Durante la processione mariana del 31 maggio 2019 a Santo Stefano Ticino

Don Luca con i ragazzi nella basilica di San Martino a Magenta

to il sorriso di Dio. Per me ciòche è spirituale deve essere spi-ritoso!

Da ragazzo è stato chieri-chetto?Certo! Dalla quarta elementarealla terza media. Nel nostro grup-po c’era molta allegria. Io eroabbastanza turbolento: giù dal-l’altare ma anche su. Però il ser-vizio mi ha insegnato a pregaremeglio, vivendo da vicino le ce-lebrazioni.

Una cosa bella e una cosadifficile del servizio?La cosa difficile sta nell’interve-nire in situazioni complicate, mala mia fortuna è quella di colla-borare con molti preti e con per-sone meravigliose. La cosa più bella è parteciparedirettamente alla vita della Dio-cesi: conoscere situazioni diver-se e nuove, girare molto. Tuttequeste cose hanno arricchito lamia esperienza di prete.

C’è una pagina del Vangeloche la guida?Sì, quella della lavanda dei pie-di (Gv 13). È segno di un amo-re umile, disinteressato, che noncerca consensi, ma mostra tut-ta la verità dell’amore. Come ilservizio che sono chiamato acompiere.

E un santo o testimone del-la fede?Innanzitutto san Francesco, perla sua radicalità nell’amore perGesù e per la Chiesa, poi sanFilippo Neri che non si prende-va troppo sul serio e ha vissu-

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Qui e nelle prossime schede ci sofferme-remo su alcuni momenti della Liturgia del-le ore, usata spesso anche nelle nostre par-rocchie.

Inizio del vesproIl cerimoniere, dopo aver invitato ad in-chinarsi alla croce, ordina la processione:“da secondo” con turibolo non fumigan-te ed in mezzo ministrante con lampadaaccesa e stoppino; “da terzo” con cantarispenti ed in mezzo croce processionale;presidente. Giunti all’altare, all’invito delcerimoniere, tutti fanno la debita riverenzae si dispongono nel seguente modo:• “da secondo” si preparano presso la se-

de (all’esterno)• “da terzo” con i cantari si preparano pres-

so la sede (all’interno), la croce vienecollocata in luogo adatto

• la lampada con lo stoppino si preparapresso la sede, vicino ai cantari.

Il celebrante, senza premettere il segno dicroce, rivolge il saluto all’assemblea. Mentre viene cantato il lucernario, il ce-rimoniere avvicina al celebrante la lam-pada ed i cantari. Il celebrante attinge ilfuoco con lo stoppino ed accende i can-tari presentati dai ministranti. I cantari sicollocano vicino all’altare o sopra la men-sa, sui due angoli verso l’assemblea. Essinon verranno più tolti sino alla fine deivespri. La lampada può essere lodevol-

feste dei santi, invece della com-memorazione del Battesimo sitributa onore al santo con unasallenda e un’orazione.Il sacerdote alla sede introduceinfine le intercessioni. Il diaco-no o un lettore, stando all’am-bone, propone le intenzioni di

preghiera. È sempre lecito aggiungere al-cune intenzioni particolari. Il vespro si conclude con il Padre nostro ela benedizione. Il cerimoniere invita quin-di i “da terzo” a togliere i cantari dall’alta-re e a portarsi a fianco del ministrante conla croce. Sacerdote e diacono, senza ba-ciare la mensa, all’invito del cerimonierefanno la debita riverenza insieme a tutti iministranti. Si ritorna in sacrestia seguen-do i ministranti con croce e cantari. In sa-crestia tutti fanno l’inchino alla croce.

Marco Ruffinoni

25mag 2020 Fiaccolina24mag 2020 Fiaccolina

Liturgia delle ore: i vesprimente collocata in evidenza nel presbite-rio. Nel frattempo alcuni ministranti ac-cendono le altre candele nel presbiterioed anche la chiesa viene illuminata. Sempre durante il rito della luce, il ceri-moniere avvicina i “da secondo” al cele-brante che, assistito dal diacono, infondee benedice l’incenso. “Da secondo”, ceri-moniere, diacono, sacerdote si portano al-l’altare per l’incensazione. Diacono e sa-cerdote baciano la mensa e procedono al-l’incensazione nel modo consueto (comeall’inizio della Messa). Terminata l’incen-sazione, diacono e sacerdote fanno insie-me l’inchino all’altare e tornano alla se-de. I “da secondo”, ricevuto il turibolo, lodepongono in sacrestia. Terminato il canto del lucernario segue su-bito il canto dell’inno, mentre eventual-mente si completa l’incensazione dell’alta-re. Tutti stanno in piedi. Dopo l’inno tuttisi siedono e, se è previsto, si esegue il re-sponsorio o si legge la notizia del santo.In alcune celebrazioni (come nei venerdìdi Quaresima), dopo l’inno ed il respon-sorio (se previsto), si leggono alcune let-ture con i loro salmelli e le orazioni. Co-loro che adempiono l’ufficio di lettore,proclamano le letture, sia lunghe che bre-vi, stando in piedi e nel luogo adatto. Pri-ma delle letture lunghe il lettore, inchi-nato, chiede la benedizione. A questo pun-to si può inserire un’omelia, se la circo-stanza lo richiede.

SalmodiaMentre si cantano o si recitano i Salmi,l’assemblea resta seduta. Se al Magnificatsi ripete l’incensazione, al termine del-l’ultimo Salmo il cerimoniere manda insacrestia i “da secondo” per prendere tu-ribolo e navicella.

Magnificat, commemorazione del Battesimo e intercessioniIl Magnificat si esegue sempre, tranne chenei venerdì di Quaresima e nelle ferie del-la Settimana Santa. Se si compie l’incen-sazione, essa si svolge nel solito modo.Terminata l’incensazione dell’altare, il dia-cono (o anche il cerimoniere) incensa ilsacerdote che sta alla sede, eventuali al-tri sacerdoti ed infine il popolo, poi con-segna il turibolo ai “da secondo” che loportano in sacrestia e va alla sede. Dopo l’orazione, in piedi si esegue il re-sponsorio o il cantico. Nella solenne ce-lebrazione pubblica si raccomanda la pro-cessione al fonte battesimale. La proces-sione può essere aperta dai “da terzo” concroce e candelieri (altri rispetto ai canta-ri). Giunti al battistero si fa la commemo-razione del Battesimo e l’orazione, poi siritorna all’altare. Nelle solennità e nelle

Il rito della luce durante la celebrazione di un vespro

- saluto iniziale;- lucernario (rito della luce);- inno;- responsorio o notizia del santo;- eventuale lettura e omelia;- salmodia e prima orazione;- cantico della vergine Maria (Magnificat)e seconda orazione;

- commemorazione del Battesimo o lode del santo (sallenda) e orazione;

- intercessioni;- Padre nostro;- congedo e benedizione.

Struttura dei vespri

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26mag 2020 Fiaccolina 27mag 2020 Fiaccolina

Sappiamo che fai anche unservizio per la Caritas...Alla Caritas prepariamo unaspesa che noi chiamiamo “pac-co” per le famiglie bisognosedel mio paese (Veduggio) congeneri alimentari di prima ne-cessità, fornitici dal Banco Ali-mentare. Questo lo facciamo ilgiovedì pomeriggio, poi il ve-nerdì andiamo a consegnarli al-le famiglie. Ho iniziato con que-sta attività circa tre anni fa,quando a catechismo adole-scenti ci hanno proposto di col-laborare con la Caritas del pae-se. Io mi sono subito fatto avan-ti perché ho ritenuto importan-te dare una mano agli altri.

Hai altre passioni? Sì e la maggiore è la musica.Suono la chitarra da tre anni, mipiace tantissimo e inoltre mi ser-ve per rilassarmi. Per me è fon-damentale avere passioni nellavita, perché ci tengono attivi e

Lo sport è entrato in com-petizione con la scuola?Sì, perché doversi allenare qua-si tutti i giorni ruba tempo allostudio, per giunta le gare spes-so mi occupano l’intero weekend;però mi sono sempre organizza-to bene, così da poter ottenereottimi risultati anche a scuola.

Tu sei chierichetto e anima-tore in oratorio, questi ser-vizi cosa ti donano?Mi danno grandi soddisfazioni!In primis perché mi sento partedella comunità, divertendomi coni ragazzi più piccoli di me e poiperché voglio trasmettere que-ste mie passioni ad altri. Nel miocammino di fede mi aiutano mol-to perché incontro tante perso-ne impegnate nella Chiesa piùdi me (come seminaristi, cate-chisti, ecc.) e con loro riesco aconfrontarmi ogni qual volta houna domanda profonda o undubbio che mi inquieta.

Sì, avete letto bene: salvamen-to. Davide Locati, giovane di-ciottenne di Veduggio, si è ap-passionato a questa disciplina,una sfida contro il tempo per di-mostrare le proprie abilità di nuo-to e di intervento in acqua, incondizioni simulate. Uno sport poco conosciuto, ca-pace di combinare adrenalina ealtruismo, dote che Davide hasaputo mettere a frutto anchenella vita.

Quando hai iniziato a faresport? Da piccolino, con i corsi di nuo-to al sabato pomeriggio, poi ilnuoto è diventato sempre piùimportante finché, attraversoquesto sport, ho scoperto il sal-vamento, ed è stato amore a pri-ma vista!

Spiegaci brevemente cos’èil salvamento?Il salvamento è una disciplinadella FIN (Federazione ItalianaNuoto). Inizialmente si ispiravaal salvataggio in mare ed in pi-scina, poi negli anni le tecnicheper andare sempre più veloce in

stimolano sempre la nostra cu-riosità; in più molte volte le pas-sioni ci tengono lontani da luo-ghi o persone sbagliate, dallanoia e dalla tristezza.

Hai dei modelli nella vita?Pensi di poterlo diventareper i ragazzi che segui inoratorio? Ho molti modelli a cui mi ispiroper trovare la soluzione ad unproblema e a cui faccio riferi-mento per migliorare continua-mente me stesso e il rapportocon gli altri. Non so se io possa diventare unmodello per un ragazzo più pic-colo, però mi farebbe molto pia-cere che qualcuno apprezzi e tro-vi spunto dal mio approccio pro-positivo e sereno alle differentisituazioni della vita.

In questo momento di re-clusione forzata, quale con-siglio daresti ai tuoi coeta-nei per non sciupare il tem-po?Per rendere bello questo perio-do difficile cerco di non dare spa-zio alla noia, ma di usare que-sto tempo “libero” per stimola-re la mia curiosità, provare nuo-ve attività, scoprire altri interes-si e rafforzare i rapporti con tut-ti coloro a cui voglio bene.

Andrea Budelli

Davide, campionedi salvamento

acqua hanno portato a una net-ta separazione tra il salvamentoe il salvataggio. Ora diciamo cheè una gara contro il tempo perdimostrare le proprie capacità dinuoto e di intervento in acquain condizioni simulate. In questosport ci sono vari tipi di gara: cono senza manichini da recupera-re in acqua, con pinne o senza,individuali e a staffetta.

Qual è la cosa che più ti pia-ce?La cosa più entusiasmante diquesto sport è lo spirito di squa-

dra che si crea tra compagni e,anche se il salvamento è un sportprevalentemente individuale, l’af-fetto e l’amicizia che si condivi-dono prima e dopo una gara so-no indescrivibili. Poi c’è anchel’adrenalina della competizionee la soddisfazione personale divedere che tutti i sacrifici e le fa-tiche fatte hanno dato dei risul-tati concreti. Inoltre questo sport aiuta a svi-luppare la gestione dell’ansia insituazioni stressanti e la cosa èmolto utile anche fuori dalla va-sca.

Davide Locati

Davide (secondo da destra)

ai Campionati italiani del 2017

a Roma. Primo posto alla staffetta mista 4x50 metri

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busto arsizio

Siamo i chierichetti della Comunità pastorale

“Santi Antonio e Bernardo”

di Bollate (Mi), diocesi di Milano.

Ci vedete in foto con il nostro

Vescovo Mario, che lo scorso 26 gennaio

è venuto in visita pastorale

nella nostra comunità.Auguriamo

a tutti i chierichetti di svolgere il loro servizio

con gioia e gratitudine.

Siamo alcuni dei chierichetti e cerimonieri della parrocchia S. Maria Regina in Busto Arsizio (Va), diocesi di Milano.In effetti il nostro gruppoconta ben 30 ragazzi! Con noi, il nostro vicario parrocchiale don Sergio, don Peppino, il responsabile Gabriele e 7 nuovi amici che con gioiahanno scelto di mettersiin cammino nel servizio liturgico.

cascina del sole di bollate

cassina nuova di bollate

Ciao a tutti! Siamo i chierichetti della Comunità pastorale “Maria Madre della Speranza” di Samarate (Va), diocesi di Milano,riuniti in occasione della Messa di saluto del nostro parroco don Quirino. Un caloroso saluto a tutti i lettori di Fiaccolina!

I chierichetti della Comunità pastorale“Beata Vergine del Rosario” di Vimercate e Burago (Mb), diocesi di Milano, nel giorno

dell’ingresso di don Cristiano Castelli,responsabile della Pastorale giovanile.

vimercate e burago

samarate

desio e samarateI chierichetti di Desio (Mi) insieme a quelli

di Cascina Elisa di Samarate (Va), diocesi di Milano. È successo il 16 febbraio, a Cascina Elisa, nella chiesa dei Ss. Pietro e Paolo.L’occasione è stata la gita dei chierichetti

della Comunità pastorale “Santa Teresa di Gesù Bambino” di Desio.

Presente il seminarista Giacomo e il diacono Roberto di Samarate.

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30mag 2020 Fiaccolina

Ciao amici! Siamo Pop & Pap:appariamo in un istante, proprio come

dei pop-up, e ci divertiremo insieme! Vi proporremo molti giochi e rompicapo

da risolvere da soli oppure sfidandoi vostri amici.

31mag 2020 Fiaccolina

Le quattro immagini di ciascungruppo sono collegate da una pa-

rola. La prima parola è di sei lettere, la seconda di quattro lettere. Divertiti a trovarle entrambenel più breve tempo possibile. Se vuoi puoi sfidare un tuo amico!

4 IMMAGINI 1 PAROLA

_ _ _ _ _ _

_ _ _ _

Cancella tutte le parole dell’elenco dalla ta-bella muovendoti solo in orizzontale (da si-

nistra verso destra) e in verticale (dall’alto verso il basso); alcune parole si possono “incro-ciare” tra loro. Alla fine rimarranno soltanto alcune lettere: se le leggi in ordine otterrai unaparola nota. Se vuoi competere con gli altri chierichetti INVIACI LA TUA SOLUZIONE!

IL TASTIERONE

ACQUAALTAREAMOREAPOSTOLIASCENSIONE

CAMPANILECARITÀCASACHIESA COPTI

DONFEDE GESÙLUCE NOI

ORATORIOPARACLITOPENTECOSTE SANTOSTOLA

TU (X2)VANGELOVESCOVOVIRTÙVITA

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33mag 2020 Fiaccolina32mag 2020 Fiaccolina

La Crocifissione, Cerano, 1628 Pentecoste, Tiziano, 1545

All’interno del museo, durante lo spostamento, que-ste due tele capolavoro purtroppo si sono rotte: aiu-

ta il custode del museo a ricomporle perfettamente, in modo che nessuno se ne accorga. Ad ogni ritaglio del quadro è associata una lettera: rimettendoli in ordine si comporranno an-che due parole; quali sono?

CRAZY PAINT Divertiti a comporre più parole possibili. Le regole sono sem-plici: potrai comporre parole collegando lettere vicine tra

loro (anche in obliquo), ma senza mai passare sulla stessa casella. Ogni lettera nera vale 1punto, rossa 3 punti. Trova la parola che vale più punti. Se vuoi partecipare alla competizionecon tutti gli altri chierichetti della Diocesi, INVIACI LE 3 PAROLE PIÙ LUNGHE che sei riuscito acomporre per ciascuno dei due quadranti di lettere.

RAZZO-L

Page 18: Anno LXXV - n° 5 maggio 2020 · 2020-05-04 · mag 2020 4 Fiaccolina mag 2020 5 Fiaccolina La tradizione cristiana ci conse-gna per il mese di maggio una più intensa preghiera a

FIACCOLINAmensile dell’Associazione

“Amici del Seminario”MAGGIO 2020 -

Anno LXXV n° 5

Direttore responsabiledon Pier Paolo Zannini

Sito Internetwww.seminario.milano.it

1 numero € 1,50 - 10 numeri € 15,00

Editore: I.T.L. - Impresa Tecnoeditoriale Lombarda srl

20124 Milano, via A. da Recanate 1

Stampa: Tep - Piacenza

Il materiale pubblicato è fornito dagli autori tramite

l’Associazione “Amici del Seminario”piazza Fontana 2 - 20122 Milano.

Tel. 02.85.56.278Fax 02.85.56.470

[email protected]

Assistente spiritualedon Norberto Valli

Direttore Mo.Chi.don Pier Paolo Zannini

Periodico mensile registrato presso il Tribunale di Milano

al n° 858 in data 16.11.1948Poste Italiane Spa -

spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003

(conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1 LO/MI

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a scopo promozionale. Come previsto dagli artt. 16 - 18 del GDPR

in qualsiasi momento l’interessato potrà richiederne la rettifica

e la cancellazione scrivendo a ITL Srl, via Antonio da Recanate, 1 - 20124 Milano.

34mag 2020 Fiaccolina

CLASSIFICA

Facciamo i complimenti ai partecipanti di questo mese! Vista l'emergenza sanitaria, abbiamo deciso di allungare il concorso perdivertirci ancora insieme! Se vuoi partecipare anche tu, invia una e-maila [email protected] entro il 5 giugno con la soluzio-ne dei giochi segnalati, il tuo nome e la tua parrocchia!

Pop & Pap

NavicellaResurrezioneDuomoCampane

Seguire Gesù ed essere suoi amici è bello

NOME PARROCCHIA PAESE PUNTI1° Mattia S. Gaudenzio Fagnano Olona 2371° Gabriele Ss. Ilario e Remigio B. con Figliaro 2373° Daniele S. Vittore Corbetta 2214° Martina S. Stefano Canzo 2115° Michele S. Gottardo Trezzano Rosa 2046° Matteo S. Stefano Canzo 1697° Silvia S. Antonio di Padova Cascina del sole 1398° Riccardo Ss. Siro e Materno Desio 939° Eva & Sofia Ss. Giacomo e Cristoforo Rugginello 5210° Mattia Oratorio S. Rocco Sondrio 3811° Alessandro Ss. Giacomo e Cristoforo Rugginello 35

Soluzioni di aprile

Fiaccol-translate:

Clash of hunter:

Rebus:

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