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Speranze Speranze online NOTE DI VITA E SPIRITUALITÀ ROSMINIANA ANNO 8° N.7 AGOSTO SETTEMBRE 2017

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SperanzeSperanzeonlineNOTE DI VITA E SPIRITUALITÀ ROSMINIANA

ANNO 8° N.7 AGOSTO SETTEMBRE 2017

sommario

Direttore responsabile: don Gianni Picenardi Redazione: Sergio Quirico, Argo TobaldoImpaginazione grafica: Argo TobaldoIn copertina: Casa Natale e ritratto ad olio di Rosmini

Sacra di San [email protected]@[email protected]

Ritratto di Rosmini in copertina: si tratta di un olio su tela di cm 117x78,5 esposto nelcorridoio dell'Archivio Segreto Vaticano. L'autore è il pittore Cesare Jamucci (Milano1845 - Torino 1934). Fu esposto nel Braccio Carlo Magno del Colonnato di S. Pietroin occasione della mostra "Testimoni dello Spirito" dall'8 maggio al 9 giugno 1979

Memoria del Beato Antonio Rosmini.......................................................... pag. 3

Sacro Monte Calvario.................................................................................. pag. 4

Simposi 2017................................................................................................ pag. 5

Assemblea generale degli Ascritti Rosminiani Calvario di Domodossola.. pag. 9

Segreteria degli Ascritti: Capo gruppo e Animatore spirituale................. pag. 10

Dal Sacro Monte Calvario di Domodossola............................................. pag. 11

Festa patronale di San Michele alla Sacra.................................................. pag. 13

I Doveri, Conferenze e istruzioni al Clero................................................ pag. 15

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SACRO MONTE CALVARIO17 settembre 2017: festa Rosminiana per la professioneperpetua di Gadaleta Ludovico Maria e Busoni Davide.

Archiviato il diciottesimo corso deisimposi rosminiani svoltosi dal 22 al25 agosto al collegio Rosmini di Stresain Piemonte. Quest’anno il tema sceltoin concomitanza della ricorrenza delquinto centenario della Riforma lute-rana del 1517 è stato: «Riforma: delpensiero, della società, della Chiesa».L’annuale appuntamento stresiano –organizzato dal Centro internazionaledi studi Rosminiani di Stresa in colla-borazione con la Conferenza Episco-pale Italiana e con il sostegno di Enti,pubblici e privati, nazionali e territo-riali –, richiama numerosi studiosi dal-l’Italia e dal resto del mondo per un

confronto critico e non pregiudiziale.Una dozzina di esperti in questa edi-zione si sono cimentati dando rilievoall’attualità della figura di Antonio Ro-smini e sul concetto generale di rifor -ma e sulla sua esigenza in tutti i settoridello scibile: filosofia, teologia, socie -tà, ecclesiologia, politica, morale. Afa re gli onori di casa il direttore delCentro internazionale di studi rosmi-niani di Stresa padre Umberto Mura-tore che ha spiegato: «I Simposi per- mettono oggi di non trattenersi sullasuperficie, né con rimedi palliativi co-prire a noi stessi l’enormità delle no-stre piaghe». «Il nostro tempo – ha

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Simposi 2017

De Rita e Muratore.

det to durante la prolusione GiuseppeDe Rita – è caratterizzato da narcisi-smo e sottovalutazione dell’altro, ilpunto di vista della maggior parte del -le persone è improntato dall’idea chenessuno le può aiutare se non lorostes si. Si tratta di un’antropologia chetrova radici nella Riforma: rispondodel peccato soltanto davanti a Dio. Fariflettere che in tedesco i termini de-bito e peccato vengono tradotti con lostesso temine! Oggi, soprattutto nelmondo della politica non si fa che par-lare di riforme: non ci si pone il pro-blema di governare i processi ma diriformare in una fuga in avanti cheevita le problematiche del presente».«La parola “riforma” suscita sensa-

zioni paradossali – spiega GiuseppeLorizio – che vanno dall’entusiasmoin condizionato alla perplessità e alladiffidenza, in particolare allorché aquesto termine si affianca l’aggettivo“protestante” e colui che ascolta e pro-nuncia il sintagma è un fervente catto-lico. L’età di Rosmini è percorsa daquesto senso critico-polemico, alimen-tato dalla teologia controversista, cheattribuisce all’altra confessione la re-sponsabilità del declino della fede cri-stiana nella modernità», «risulteràquin di urgente un approfondito “di-scernimento” relativamente al temadel la riforma, che non riguarda innan-zitutto le strutture e le istituzioni». Èoggi innegabile che quegli eventi del

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Partecipanti.

Cinquecento, abbiano portato a cam-biamenti di natura religiosa, politica,culturale e sociale, tali da mutare ilvolto dell’Europa e del mondo. «Esebbene in passato se ne siano contatiesaltatori e denigratori, ormai non sipuò più negare che l’azione di Luteroe degli altri riformatori avesse comeobiettivo il cambiamento della vita direlazione con Dio e di conseguenzadel la fede della cristianità, basata sul -la centralità dell’annuncio dell’Evan-gelo» (Michele Cassese). «Il cri stia- nesimo è stata la più grande rivolu-zione dell’umanità avendo messo alcentro l’umanesimo, la libertà, la con-sapevolezza che deve essere la co-scienza a giudicare il potere e non

vi ceversa. Per il pensiero cristiano ilpo tere non può essere l’assoluto: soloDio lo è. L’uomo europeo, anche quan-do non ne ha la consapevolezza, èstato forgiato dal pensiero cristiano: èsoprattutto persona, non è fatto per lamassa. L’Europa è socratica nellamen te e cristiana nella volontà» (Da -rio Antiseri). Che cosa ha permesso alVaticano II di elaborare una rispostaagli interrogativi sollevati dalla Ri-forma? «Si può avanzare l’ipotesi checiò è stato possibile perché l’eventodella Riforma e gli interrogativi solle-vati dalla Riforma non si trovavano inprimo piano e, diversamente da quan -to era accaduto nel XVI secolo, nonso no stati percepiti come una sfida che

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Gadaleta, Muratore e Tadini.

metteva in questione elementi essen-ziali della fede cattolica. È stata dun-que una risposta indiretta allaRiforma quella formulata dal VaticanoII» (Angelo Maffeis). Prospettiva per-cepita dal Roveretano. «Mentre, infat -ti, il tono apologetico dell’in transi-gentismo, specialmente gesuitico, eranell’Ottocento aspramente polemico,Rosmini, sulla scorta del proprio indi-rizzo spirituale, formulava una pro-spettiva nuova: un’apologetica con ci- liativa, per persuadere non per con-dannare, distinguendo perciò tra er-rore ed errante» (Fulvio De Giorgi).Rosmini ragionevolmente critico. «Lu-tero, nei suoi interventi a tavola, dal1531 al 1546, anno della morte, spie -ga come ha inteso la sua dottrina prin-cipale, quella della “giustificazioneper la fede”; come ha lottato per libe-rare il fedele dalla schiavitù del pa-pato; quali prospettive si presentanoper le chiese rinnovate. Inoltre Luteroprosegue nella sua polemica antipa-pale, arrivando ad accusare il papatodi preparare la venuta dell’Anticristo»(Luciano Malusa). La storia del cri-stianesimo è stata caratterizzata damolteplici riforme. «Il fenomeno sto-rico che noi chiamiamo Riforma èstato un processo storico durato oltrecinquant’anni, grosso modo dal 1517al 1566, anno di pubblicazione dellaconfessione di fede riformata Helve-tica Posterior, e al 1577, pubblicazionedell’ultima e conclusiva confessione difede luterana chiamata Formula di

concordia» (Paolo Ricca). Ed ecco in-fine il rischio da scongiurare. «Ridurrele battaglie culturali del grande Rove-retano contro le politiche anticlericalied antiecclesiastiche del Piemontepreunitario ad un patetico espedienteper riaccreditarsi agli occhi degli in-transigenti, significa non tenere contoa sufficienza del fatto che la cifra delpensare e dell’agire di Rosmini è ade-guatamente esprimibile nei terminidella coerenza assoluta» (Paolo DeLucia). «Secondo Papa Francesco, lariforma non può essere fondata sul-l’impegno dell’uomo e sulle pianifica-zioni perfette; si tratta di una riformache riguarda prima di tutto le co-scienze e che coinvolge aspetti comela povertà della Chiesa, quindi anchequella della sede romana, e che pro-muove, con la consulenza vescovi rap-presentativi di tutto il mondo, in unprocesso di universalizzazione e di de-centramento dei poteri» (Giorgio Cam -panini). E infine come un “passaggiodi consegne” padre Muratore ha datola parola ai giovani rosministi chehanno concluso i simposi: LudovicoMaria Gadaleta ha presentato – inquanto curatore – l’Edizione criticadell’opera Della naturale Costituzionedella società civile, e Samuele Fran-cesco Tadini che si è occupato invecedell’Edizione critica dell’opera Primielementi di una filosofia cristiana diCostantino Giuseppe Löwenstein.

Roberto Cutaia

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Da qualche anno il caso “ASCRITTIROSMINIANI” è all’attenzione dell’I -stituto in modo particolare, apparente-mente un nuovo argomento che inrealtà è stato vissuto dal Padre Fonda-tore con interesse e vitalità. L’operadello Spirito Santo è sempre impreve-dibile e silenziosa e manda il suo af-flato al tempo opportuno. L’assembleaè stata preparata con incontri e atten-zione particolare e partecipata. Ve-nendo io dalla vecchia scuola cheignorava quasi l’attività in questocampo del Padre Fondatore, cioè l’a -scrizione all’Istituto, ignoravo i testidelle costituzioni e i molti passi del-l’epistolario in cui il Padre Fondatoreparla agli Ascritti. In fondo è lo spiritodelle Massime di perfezione: è l’indi-cazione per tutti i cristiani che possonoappartenere all’Istituto della Carità,“Societas a hcaritate nuncupata”, so-cietà che professa l’amore nella suaforma più generale, universaleè la chiamata a vivere il van-gelo. In fondo tutta la Chiesapuò appartenere all’Istituto, af-fermava Padre Bozzetti, a mesembrava un’espressione esage-rata, fuo ri posto. Mentre questoè lo spirito rosminiano, aiutareogni battezzato a scoprire ilgrande dono della incorpora-zione a Cristo, tutti chiamatialla perfezione e godere dell’ap-partenenza ad una societas conun Padre Fondatore così intelli-

gentemente santo. Quando noi Pro-fessi e gli amici e gli Ascritti Rosmi-niani avremo capito e gustato totaliterquesto concetto, saremo chiamati afare cose grandi. I nostri Padri nel-l’ombra e nella fede hanno saputo por-tare Rosmini alla Chiesa, un dono diDio che Satana voleva soffocare nel -l’incomprensione e nella condanna,ma il martirio di Rosmini “Profeta” ela santità di tanti rosminiani sacerdotie laici (di questi santi fratelli laiciumili e santi, ne ho conosciuti tanti),ha ottenuto quasi un miracolo: la bea-tificazione del Padre, un dono per laChiesa, un processo ecclesiastico nelbreve periodo di pochi anni, che sem-brava impossibile: ricordo che PadreValle, grande studioso e conoscitore diRosmini, era Incredulo fino all’ultimomomento di una decisione storica tan -to desiderata. L’assemblea si è svoltain clima fraterno e serio, nelle singole

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ASSEMBLEA GENERALE DEGLI ASCRITTI ROSMINIANICALVARIO DI DOMODOSSOLA

relazioni dei capigruppo vedevo sfilaretante persone, le loro iniziative e atti-vità, impegnati in un cammino silen-zioso e serio di formazione personale,in diverse attività sociali, aiuto alleparrocchie, ripensavo alla moltitudinedi Novara per la beatificazione e misentivo più ottimista pur vivendo congli anziani a Stresa. Sono emerse an -

che le difficoltà di mezzi e di persone.È stato una revisione del lavoro fatto,un impegno e programma organizzatoper l’avvenire, un segno tangibile distima e amore fraterno, tutto quelloche ci vuole per vivere il carisma e lospirito rosminiano a cui Dio ci chiama.

Don Giuseppino

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Oggetto: Segreteria degli Ascritti.

Cari Capo gruppo e Animatore spirituale,

come annunciato durante l’Assemblea nazionale degli Ascritti dell’8 settembre

scorso,

l’ufficio segreteriaè diventato operativo ed interpellabile ogni venerdì dalle ore 14,30 alle 18,30.

I riferimenti per prendere contatto sono:

● telefono: 0323 31189 int. 258 (con segreteria)

● e-mail: [email protected]

L’indirizzo postale è:

Collegio Rosmini

Segreteria Ascritti Rosminiani

Via per Binda, 47

28838 Stresa VB

Le ricordo che l’ufficio segreteria è affidato a Giorgio Cittadin, il quale sarà ben

lieto di attivarsi per risolvere le sue richieste od istanze inerenti le informazioni, la

documentazione e gli aspetti organizzativi legati alla sua attività di Ascritto.

Voglia informare tutti i membri del suo Gruppo.

A titolo organizzativo, sarebbe comunque sempre opportuno che fosse Lei, nel

suo ruolo di Capo gruppo, delegato a farsi portavoce di ogni eventuale istanza o

richiesta del gruppo stesso.

Sono lieto di poter ufficializzare un altro passo avanti, con l’aiuto del nostro padre

Fondatore, verso la realizzazione del progetto di riattivazione dell’Ascrizione.

Uniti nella preghiera, auguro ogni bene.

Il Coordinatore nazionale degli Ascritti

Don Eduino MenestrinaStresa, 27 settembre 2017

Il ritorno al Calvario per un rosmi-niano è sempre un bagno rinfrescante,un’immersione nel passato, un passatoche mi appartiene come mi appartienela pelle che mi copre. Qui si sono for-mate le membra del mio essere rosmi-niano, “quasi un prodigio” dice il sal mo.Ogni angolo mi richiama un avveni-mento, una persona con cui ho vissuto,momenti di vita che hanno lasciato unatraccia indelebile: il buon Codeleon-cini che curava le vene varicose un-gendosi le gambe al sole, il vecchio fraGiuseppe con il ritornello “Micheleeletto principe allevia i no stri affan -ni..”, il vice rettore “Zaccheo” per labassa statura. Pa dre Bozzetti che connoi percorreva i lunghi corridoi in si-lenzio verso la cappella o verso il re-fettorio. Padre Bozzetti era al Calvario

sorpreso dalla guerra, lo ricordo altoun po’ ingobbito, pensoso, un Maestro,ricordo una fraternità chiassosa, lealee sincera, cementata dalla fame dellaguerra e da un’osservanza capace diforgiare e lasciare stampi profondi. Èseguita la vestizione, i voti , la scuola,le vacanze con i confratelli stranieriche venivano da Roma, amicizie eter -ne… Vedo le alte piante, giganti delgiardino, alcune donate dalla forestalea don Cirillo, pianticelle che ha messoa dimora.

Mi riscuoto: è ora del nuovo incon-tro con l’assemblea degli Ascritti,Ascritti che allora conoscevo per sen-tito dire,… Padre Bozzetti andava aMilano per conferenze. Ne è passatodi tempo, l’Istituto che mi ha accoltoe nutrito mi ha mandato in vari posti

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DAL SACRO MONTE CALVARIO DI DOMODOSSOLA

della sua vigna, nessuno di noi pen-sava allora ad un Padre Fondatore bea-tificato e portato sugli altari. Tutti noilo sapevamo e pregavamo Santo, maera frequente l’in contro con preti checi guardavano con indifferenza, comeillusi o fuori strada, (specialmente inTrentino) mentre i fedeli pregavano“il Santo e Beato Antonio Rosmini”(co sì la mamma di don Narciso mi in-coraggiava aspirantino a Rovereto). Lapreghiera e testimonianza dei vecchiPadri ha portato Rosmini alla Chiesa,oggi è conosciuto e diffonde luce e

grazie, illumina coscienze, indica stra -de sicure, dando risposte a chi lo in-contra. E di questo godo, godo che al tripossano avere la fortuna che ho avutoio, di incontrarlo. Il Calvario è un donoper quanti vi arrivano, si respira un’a -ria di pace spirituale, che unisce in unagrande famiglia. C’è anche il ferialequotidiano, croce che irrobustisce leossa e fa crescere. Sono ricordi, è statal’esperienza vissuta in questi pochigiorni di ritiro e l’assemblea degliAscritti rosminiani.

Don Giuseppino

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Festa patronale di San Michele alla SacraVenerdì 29 settembre, alla

Sacra di San Michele si è cele-brata la festa patronale di SanMichele Arcangelo

La Santa Messa è stata offi-ciata dal Cardinale Severino Po-letto, Arcivescovo Emerito diTorino, concelebranti il PadreProvinciale dei Rosminiani donClaudio Massimiliano Papa, ilRet tore della Sacra don Giu-seppe Bagattini e l’amministra-tore Provinciale don FaustoGobber. A servire Messa si sonoprodigati i postulanti e scolasticidell'Istituto della Carità, giuntidal Calvario di Domodossola,con il loro mae stro don PierluigiGiroli.

Il Cardinale Poletto, nell'o -

melìa, ha ma-gistralmenteevocato la fi-gura di Miche -le, che significa“Chi comeDio?”, Arcan-gelo a serviziodi Dio nellabat taglia con-tro Satana.

Noi possia -mo trarre inse-gnamento daSan Michelenon acconten-tandoci di farebene ma intra-prendendo ri-

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Novizi e scolastici del S. M. Calvario.

Il Cardinale Severino Poletto e il Padre Provinciale don Claudio Papa.

solutamente ilcammino versola santità, come“ s e n t i n e l l e ”pronte ad an-dare contro cor-rente non ada- giandosi sul“co sì fan tutti”.

Dal momen -to che “fa piùrumore un al-bero che cadedi una forestache cresce”,con c ludendol'o me lìa, il Car -dinale ha spro-nato i fedeli aproseguire contenacia e spe-ranza la via del -la per fezionecristiana in unmondo chespes so ap parevinto dal male.

Alla conclu-sione del la San -ta Mes sa, duerappresentantidella Polizia diStato e del Cor -po dei Paraca-dutisti hannopresentato leloro rispettivepreghiere al-l'Arcangelo SanMi chele, lorospe ciale patro -no.

Tutti i pre-

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Autorità.

senti, Ascritti, Volon-tari della Sacra e nume-rosissimi fedeli giun tida ogni dove, hannodevotamente pregatoper sé e le persone care.

All'uscita dellachie sa, sul verde del“Monastero nuo vo”, unrinfresco ha gioiosa-mente salutato i fedeliche han no fat to ritornoalle loro case mentre,in “Foresteria”, un de-

lizioso pranzo comuni-tario ha riunito AutoritàEcclesiali e Civili, Sa-cer doti, Religiosi, Ascrit -ti, Volontari ed amici.

Anche nel pomeriggiotanti fedeli saliti allaSacra, in chie sa si sonoraccolti in preghiera da-vanti a Gesù, nel taberna-colo, e presso SanMi chele, nel sito a lui de-dicato nell'abside a fian -

co del finestrone centrale.Michele Bonaudo,

Ascritto Sacra

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Antonio Rosmini, I Doveri. Conferen ze ed istruzioni alClero,a cura di Gianni Picenardi.Edizioni Rosminiane, Stresa 2017“Antonio Rosmini per il terzo millen-nio. Le opere” 5

Si ripropone in questo volume, un’operapostuma di Antonio Rosmini rivista in lin-guaggio corrente, con il titolo: I doveri.Conferenze ed istruzioni al Clero. Il titolocon cui fino ad oggi è stata conosciuta,Conferenze sui doveri ecclesiastici, non fuposto da Rosmini, ma da don FrancescoPaoli quando ne curò la prima edizione. Siè preferito l’attuale in analogia con quantoscrisse a suo tempo S. Ambrogio (“De of-ficiis. Libri tres”). Si tratta di una raccoltadi “Istruzioni / Conferenze” di indubbiovalore che ci offrono la possibilità di av-vicinarci ad un grande maestro di spiritua-lità, che amando la Chiesa, si preoccupavadi offrire al clero l'occasione per meditaresull’alta dignità, responsabilità e obblighiche la vita sacerdotale comporta. Un testonon solo per sacerdoti, ma prezioso perogni cristiano a cui sta a cuore l’interaChiesa, clero e laici.

VITO NARDIN nato a Faver (TN) nel 1945.Entrato dal 1955 nell'Istituto della Carità(Rosminiani), fu ordinato sacerdote dal1972. È stato coadiutore a Santa Ninfa(TP) con don Antonio Riboldi, ora ve-scovo emerito di Acerra (NA). Si è lau-reato a Palermo con una tesi in storia delledottrine politiche sul contributo della co-munità cristiana nella società civile per ilbene comune. Parroco fino al 1997 aRoma nella parrocchia dello Spirito Santoall’Eur. Poi è stato per sei anni superioreprovinciale italiano dell’Istituto della Ca-rità dei Padri Rosminiani. Dal 2004 pernove anni è stato rettore, maestro dei No-vizi e direttore del Centro di spiritualità ro-sminiana al Sacro Monte Calvario di

Domodossola. È direttore del bollettinomensile Charitas, sul quale pubblica rifles-sioni spirituali. Dal 2013, eletto prepositogenerale, guida l’Istituto della Carità,come decimo successore del Beato Anto-nio Rosmini.

GIANNI PICENARDI, rosminiano, nato nel1953 ed ordinato sacerdote nel 1987, haconseguito la licenza in teologia e scienzepatristiche all’Istitutum Patristicum Augu-stinianum di Roma nel 1989. Dopo diversiincarichi nei Collegi Rosminiani di Domo-dossola e Stresa, al Sacro Monte Calvariodi Domodossola, e di parroco a Milano,dal 2007 risiede al Centro Internazionaledi Studi Rosminiani di Stresa come vicedirettore, studioso e responsabile dei sitiinternet rosminiani italiani. Ha curato lariedizione degli Scritti pedagogici di Ro-smini (Edizioni Rosminiane, Stresa 2009)e la pubblicazione in linguaggio italianotrasposto di diverse opere di A. ROSMINIin questa collana di cui è direttore.

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