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Anno III Spedizione in abbonamento postale art. 2 comma 20/c legge 662/96 filiale di Roma Associazione fra le Casse di Risparmio Italiane È in corso a Firenze, nelle sale di Palazzo Pitti, la mostra La Principessa Saggia L’Eredi- tà di Anna Maria Luisa de’ Medici Elettrice Palatina, promossa dal- l’Ente Cassa di Risparmio di Firen- ze insieme con il Polo Museale Fiorentino. Con tale evento viene proposta al pubblico una rassegna di tesori d’arte (pitture, sculture, gioielli) appartenuti allo straordi- nario personaggio, vissuto dal 1667 al 1743, che fu appunto Anna Maria Luisa de’ Medici. Se si trattasse di una delle tante e belle mostre che si svolgono nella nostra Città, il compito di illustrar- la sarebbe stato certamente affida- to a qualche dotto studioso che in modo brillante avrebbe illustrato l’iniziativa con dovizia di giudizi particolari e informazioni. Ma l’at- tenzione che da qualche tempo su- scita questa esponente della dina- stia medicea non può essere soddi- sfatto completamente dell’avveni- mento specifico, e la mostra deve perciò assumere un signifi- cato più ampio, of- frendo un utile spun- to di riflessione an- che per tutti coloro che hanno passione civile e, in particola- re, per chi opera nel- l’ambito delle fonda- zioni di origine ban- caria, oggi istituzioni importanti per la vita culturale e per il so- stegno degli interessi comunitari. Anna Maria Luisa de’ Medici, figlia del Granduca Cosimo III di Toscana e sorella di Giangastone, ulti- mo regnante della sua casata, ebbe dalla sorte il compito non facile di gestire un passaggio epocale, n. 1 gennaio-febbraio 2007 Sommario Conoscere la borsa 4 DALL’EUROPA Fondazione Cariplo I distretti culturali, volano economico per il territorio 3 DAL SISTEMA ARTE E CULTURA ACRI Fondazione CARIVIT Una nuova acquisizione 21 DAL SISTEMA ARTE E CULTURA A scuola di sussidiarietà con le Fondazioni 23 ACRI NEWS Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna Bologna si rivela 12 DAL SISTEMA ARTE E CULTURA Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona Storia e cronaca scritte con il pennello 14 Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì Incontri con l’Autore 24 ACRI NEWS Fondazione Cassa di Risparmio di Vignola 17 DAL SISTEMA I PROGETTI Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra 19 Fondazione Montepaschi La ricerca scientifica e il settore privato 11 Fondazione Banca del Monte di Rovigo Valorizza Virgilio Milani 16 Alcune recenti acquisizioni 13 Bilanci 2005: i risultati delle Fondazioni 6 DAL SISTEMA IL PUNTO SU... Mestieri d’arte: conservazione e promozione del saper fare 8 DAL SISTEMA RICERCA SCIENTIFICA Fondazione Cassa di Risparmio di Modena Vedere l’invisibile Nanomondo 10 Ente Cassa di Risparmio di Firenze Anna Maria Luisa de’ Medici: ovvero attualità di un ‘progetto’ di salvaguardia e valorizzazione dei beni culturali ed artistici di Edoardo Speranza *

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Anno III Spedizione in abbonamento postale art. 2 comma 20/c legge 662/96 filiale di Roma

Associazione fra le Casse di Risparmio Italiane

Èin corso a Firenze, nelle saledi Palazzo Pitti, la mostra LaPrincipessa Saggia L’Eredi-

tà di Anna Maria Luisa de’ MediciElettrice Palatina, promossa dal-l’Ente Cassa di Risparmio di Firen-ze insieme con il Polo MusealeFiorentino. Con tale evento vieneproposta al pubblico una rassegnadi tesori d’arte (pitture, sculture,gioielli) appartenuti allo straordi-nario personaggio, vissuto dal1667 al 1743, che fu appunto Anna

Maria Luisa de’ Medici.Se si trattasse di una delle tante ebelle mostre che si svolgono nellanostra Città, il compito di illustrar-la sarebbe stato certamente affida-to a qualche dotto studioso che inmodo brillante avrebbe illustratol’iniziativa con dovizia di giudiziparticolari e informazioni. Ma l’at-tenzione che da qualche tempo su-scita questa esponente della dina-stia medicea non può essere soddi-sfatto completamente dell’avveni-

mento specifico, e lamostra deve perciòassumere un signifi-cato più ampio, of-frendo un utile spun-to di riflessione an-che per tutti coloroche hanno passionecivile e, in particola-re, per chi opera nel-l’ambito delle fonda-zioni di origine ban-caria, oggi istituzioniimportanti per la vitaculturale e per il so-stegno degli interessicomunitari. Anna Maria Luisade’ Medici, figlia delGranduca Cosimo IIIdi Toscana e sorelladi Giangastone, ulti-mo regnante dellasua casata, ebbe dallasorte il compito nonfacile di gestire unpassaggio epocale,

n. 1 gennaio-febbraio 2007

Sommario

Conoscere la borsa 4

DALL’EUROPA

Fondazione CariploI distretti culturali, volano economicoper il territorio 3

DAL SISTEMA ARTE E CULTURA

ACRI

Fondazione CARIVITUna nuova acquisizione 21

DAL SISTEMA ARTE E CULTURA

A scuola di sussidiarietà con leFondazioni 23

ACRI NEWS

Fondazione Cassa di Risparmio in BolognaBologna si rivela 12

DAL SISTEMA ARTE E CULTURA

Fondazione Cassa di Risparmio di TortonaStoria e cronaca scritte con il pennello 14

Fondazione Cassa dei Risparmi di ForlìIncontri con l’Autore 24

ACRI NEWS

Fondazione Cassa di Risparmiodi Vignola 17

DAL SISTEMA I PROGETTI

Fondazione Cassa di Risparmiodi Volterra 19

Fondazione MontepaschiLa ricerca scientifica e il settoreprivato 11

Fondazione Banca del Monte di RovigoValorizza Virgilio Milani 16

Alcune recenti acquisizioni 13

Bilanci 2005: i risultati delle Fondazioni 6

DAL SISTEMA IL PUNTO SU...

Mestieri d’arte: conservazione epromozione del saper fare 8

DAL SISTEMA RICERCA SCIENTIFICA

Fondazione Cassa di Risparmio di ModenaVedere l’invisibile Nanomondo 10

Ente Cassa di Risparmio di FirenzeAnna Maria Luisa de’ Medici: ovvero attualità di un‘progetto’ di salvaguardia e valorizzazione dei beniculturali ed artisticidi Edoardo Speranza*

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2 gennaio/febbraio 2007

ENTE CARIFIRENZE

testimone di un cambio dinastico cheavrebbe modificato sensibilmente lastoria di Firenze e di una regione digrandi tradizioni in un’Italia non an-cora unita e alla mercè delle potenzeeuropee e dei mutevoli capricci dellapolitica internazionale di allora.È pur vero che le premesse erano sta-te di tutt’altro tenore. Nel 1691 AnnaMaria Luisa era andata in sposa a Jo-hann Wilhelm von der Pfalz-Neu-burg Elettore Palatino del Reno conun matrimonio combinato ma rivela-tosi, tutto sommato, felice. In pochianni Anna Maria aveva contribuito atrasformare la sua nuova residenzadi Düsseldorf in una delle più splen-dide corti d’Europa, non smentendoil proverbiale buon gusto della suafamiglia e la passione per il collezio-nismo. Ma la morte prematura delmarito nel 1716 cambiò le carte in

tavola ed essa rientrò nell’amata Fi-renze incontro al suo nuovo destino,nel ruolo di ultima Gran Principessamedicea costretta a giocare una par-tita di portata storica, non tanto perla successione - la scomparsa nel1737 di Giangastone morto senzaeredi maschi spianava la strada adun’altra dinastia - quanto per salvarel’identità di una città elevata al rangodi capitale europea dall’abile politicadei suoi antenati, che non avevanomancato di abbellirla e ornarla conmagnificenza. Firenze cambiava pa-drone, ma era ancora intatta nei suoimonumenti, nelle sue gloriose testi-monianze, nei suoi incommensurabi-li tesori d’arte raccolti dai Medicidurante il loro lungo dominio.Tra la fine di un principato e l’iniziodi un altro la prospettiva del baratroper l’identità cittadina era concreta e,con essa, la possibile dispersione diun prezioso patrimonio, con il tut-t’altro che improbabile svuotamentodel prezioso scrigno, lasciando aiFiorentini il solo contenitore, perquanto splendido anch’esso. Fu aquesto punto che l’ultima dei Mediciriuscì ad imporre una diversa rotta,con le poche righe di una convenzio-ne - il cosiddetto Patto di Famiglia -stipulata a Vienna il 31 ottobre 1737con i Lorena, i nuovi abitanti deivecchi palazzi fiorentini del potere;poche righe su un pezzo di carta cheinesplicabilmente veniva tuttavia inlarga parte rispettato: ai nuovi signo-ri di Toscana si trasferivano tutti ibeni culturali ed artistici di Firenzepurché restassero entro le mura dellacapitale e i confini del Granducato«... per ornamento dello stato, perutilità del pubblico e per attirare lacuriosità dei forestieri ... », come re-cita l’articolo terzo del trattato. Con questo strumento giuridico, unpo’ anomalo nella pretesa di porrecondizioni che, ove violate, l’Elettri-ce non sarebbe mai stata in grado difare osservare, e che la contropartenon era tenuta a sottoscrivere, sicompiva una specie di miracolo di-plomatico, frutto di un’intuizione edi una lungimiranza inimmaginabileper quei tempi. In quelle poche righesi riassumevano, fra l’altro, concettidi grande attualità come il valore

pubblico dei beni culturali, patrimo-nio di tutti, trasferito ad una fruizio-ne allargata all’intera comunità, enon più prerogativa esclusiva delreggitore dello stato.Al contempo già si poneva mente, senon alle masse di turisti giornalieridi oggi, certo ai visitatori colti, aduna sorta di turismo culturale, pen-sando ai forestieri che sempre in nu-mero maggiore sopraggiungevano incittà attirati dalla curiosità di vedereluoghi e ammirare cose belle degnedi stupore, e qui si trattenevano alungo e talvolta acquistavano ville epalazzi. Ma cos’altro se non propriola curiosità, il desiderio di conosce-re, può far scattare, ieri come oggi,la molla per mettersi in movimentoverso mete più o meno lontane?! Ciò, fra l’altro, spiega il titolo dellamostra, la Principessa saggia e lasua ‘eredità’, quel patrimonio chenon è costituito soltanto dagli ogget-ti esposti, ma che è una città intera,Firenze, nella sua complessa unità,che sempre deve essere tutelata e di-fesa da razzie, ferite, distruzioni.Le istituzioni odierne, la classe diri-gente, la comunità fiorentina devonoavere memoria e sapere che la conti-nuità di una composita ricchezzaavrà sempre bisogno di difensori.Sì, dobbiamo riconoscere che AnnaMaria Luisa è stata ed è una nostra‘maestra’: per tutti noi Fiorentini, main particolare per chi è chiamato, pervocazione istituzionale, a conservaree valorizzare i beni culturali dellacittà e del territorio circostante.La ‘saggezza’dell’Elettrice Palatina ciè di esempio anche per saper contra-stare errori e omissioni che talvoltapossono sottrarre a Firenze, in varieforme, qualcosa di significativo diquel bene unico e indivisibile che è laCittà del Giglio. Questa lezione credosia accoglibile ed efficace per tutte lecomunità locali, ogniuna con una pro-pria identità e moltissime con ancorauna sostanziale unicità e integrazionedi valori. La ‘saggezza’ di Anna MariaLuisa è quindi un bene che deve esse-re largamente conosciuto, ben al di làdei confini fiorentini e toscani. ■

*Presidente Ente Cassa di Risparmiodi Firenze

COMITATO EDITORIALEGiuseppe Guzzetti,Antonio Patuelli,

Luciano Chicchi

DIRETTOREStefano Marchettini

DIRETTORE RESPONSABILEElisabetta Boccia

REDAZIONEAssociazione fra le Casse di Risparmio Italiane

Piazza Mattei, 10 - 00186 RomaTel. 06.68.18.43.87

[email protected]@acri.it

AUTORIZZAZIONEin a.p. art. 2 comma 20/c

legge 662/96 - Filiale di Roma

PROGETTO GRAFICO E STAMPAVarigrafica Alto Lazio

Zona Ind.le Settevene - 01036 NEPI (VT)Tel. 0761.527254 - Fax 0761.527783

CODICE ISSN 1720-2531

Gli articoli firmati riflettonoesclusivamente l’opinione dei

loro Autori e non necessariamentequella della Rivista o dell’ACRI

ACRI

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3gennaio/febbraio 2007

Fondazione Cariplo lancia unprogetto per sostenere la crea-zione e lo sviluppo dei distretti

culturali, con un impegno economicopluriennale di 40 milioni di euro. Si è tenuto lo scorso 6 febbraio, nel-la Sala Viscontea del Castello Sfor-zesco, il convegno organizzato dallaFondazione Cariplo per presentare ilnuovo progetto “Distretti culturali,volano economico per il territorio”.L’iniziativa - finalizzata asostenere la nascita e losviluppo dei distretti cul-turali sul territorio lom-bardo e nelle aree del No-varese, Verbano-CusioOssola - ha visto coinvol-ta la Fondazione Cariplosia sul fronte progettualeche su quello economicocon un impegno comples-sivo pluriennale che potràarrivare fino a 40 milionidi euro. L’idea è che lacura e la valorizzazionedel patrimonio mettano inmoto attività che integra-no diversi saperi e creanocapitale umano e sociale.Al convegno hanno presoparte Giuseppe GuzzettiPresidente di FondazioneCariplo e Massimo Zanel-lo, Assessore alle Culture, Identità eAutonomie della Lombardia. Nelcorso dei lavori il professor StefanoDella Torre, docente di Restauro ar-chitettonico al Politecnico di Milano,ha presentato lo studio di pre-fattibi-lità del progetto “Distretti Culturali”,realizzato per conto della Fondazio-ne Cariplo; il tema è stato approfon-dito dal professor Guido Guerzoni,Docente di Economia dei beni cultu-rali Centro Ask Bocconi. Fondazio-ni di origine bancaria e patrimonioculturale: potrebbe apparire un bino-mio scontato, se non altro perché leFondazioni di origine bancaria - nel-l’immaginario collettivo - sono spes-so identificate come filantropi chedestinano una parte assai rilevante

delle loro erogazioni (circa il 32%)proprio all’arte, alle attività e al pa-trimonio culturale. Oggi FondazioneCariplo vuole proporre ai suoi inter-locutori - locali e nazionali - un ap-proccio diverso dal solito; vuole pro-vare a qualificare la propria azionenon come quella di un semplicesponsor, un finanziatore di iniziativepiù o meno meritorie in campo arti-stico, ma piuttosto come quella di un

soggetto che può aiutare a modifica-re il paradigma, il modo, il punto divista con cui la nostra società affron-ta il tema del patrimonio e delle atti-vità culturali. Ciò nella convinzioneche - mutando il paradigma e orien-tando le attività in modo diverso dalsolito - sia anche possibile dare unarisposta a coloro che contestanol’opportunità di dedicare tante risor-se all’arte e alla cultura, trasforman-do le attività artistiche e culturali da“attività consumatrici di risorse” ad“attività generatrici di sviluppo e co-esione sociale”. La valorizzazionedei beni culturali, tema sul quale laFondazione Cariplo ha da tempo po-sto particolare attenzione, è ricono-sciuta come potenziale fattore di cre-

scita economica e di innovazione. Lestesse politiche comunitarie hannoattribuito un peso sempre maggiorealle risorse territoriali, culturali eambientali e alla capacità di incideresullo sviluppo locale. Per ovviare ilrischio di scarso legame con il terri-torio, la Fondazione Cariplo ha adot-tato lo strumento dei “distretti cultu-rali” in grado di tutelare i beni cultu-rali e di indurre benefici sociali ed

economici per il territorio.Il progetto si articola in trefasi: la prima si è già com-piuta e ha portato alla map-patura del territorio per l’i-dentificazione dei potenzia-li distretti e alla definizionedei criteri metodologici perle successive fasi; la secon-da ha preso il via dal 6 feb-braio con la presentazionedi un bando mirato al soste-gno della realizzazione distudi di fattibilità operativa;seguiranno la selezione del-le migliori proposte (a parti-re dal 18 maggio, data discadenza del bando) e il co-finanziamento per la lororealizzazione; la terza fase(a partire dal 2008) mireràal finanziamento e alla rea-lizzazione dei distretti cul-

turali. Il progetto prevede anche ilmonitoraggio delle iniziative realiz-zate. “Tra i nostri principali obiettivistrategici - ha spiegato l’avvocatoGiuseppe Guzzetti, Presidente diFondazione Cariplo - c’è quello difavorire e sostenere l’innovazionesociale. La Fondazione si proponeoggi di sviluppare nuove forme diprogettualità che promuovano la va-lorizzazione del patrimonio cultura-le come fulcro dei sistemi locali. Unruolo anticipatore che sperimentanuovi modelli di intervento. Per que-sto motivo ci siamo impegnati nelprogetto “Distretti culturali”, unmodello fortemente innovativo chemira a portare valore e sviluppo alterritorio”. ■

Fondazione CARIPLO

I distretti culturali, volano economico per il territorioa cura dell’Ufficio Stampa della Fondazione

ARTE E CULTURADAL SISTEMA

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4 gennaio/febbraio 2007

Èuna iniziativa a favore dellescuole d’istruzione superiorerealizzata dal Gruppo Euro-

peo delle Casse di Risparmio. In Ita-lia, all’edizione 2006, hanno parte-cipato 600 teams di studenti ed il mi-glior portafoglio titoli virtuale è sta-to ottenuto da un gruppo di ragazzidell’Istituto Tecnico Cuppari di Jesi,grazie alla Banca delle Marche chene ha divulgato l’iniziativa su tutto ilterritorio in cui svolge la propria at-tività. L’edizione appena conclusaha avuto l’onore di essere patrocina-ta dal Barone Alexandre Lamfalussy,figura di spicco dei mercati finanzia-ri europei. La cerimonia internazio-nale, a cui parteciperanno gli stu-denti delle squadre vincitrici nei set-te Paesi, si terrà a Bruxelles il 23marzo 2007.

Il 12 dicembre 2006, dopo dieci set-timane, si è conclusa l’iniziativa eu-ropea dedicata agli studenti dellescuole superiori “Conoscere la Bor-sa”, avviata per contribuire a diffon-dere la cultura ed i meccanismi dellafinanza mediante esercitazioni prati-che che simulano la partecipazionedegli studenti al mercato borsistico.L’iniziativa persegue finalità didatti-che a favore degli studenti dellescuole superiori e si è rivelata unostrumento di successo per aiutare glistudenti a osservare più da vicino co-me funzionano nella pratica l’econo-mia e i mercati finanziari (learningby doing).Essendo basata sul lavoro di squa-dra, e trattandosi di un progetto pan-europeo multilingue, l’iniziativa rap-presenta anche un prezioso supporto

pedagogico per gli insegnanti.In Italia al 1° posto si è classificato ilteam Mr. & Mrs. business ltd. dell’I-stituto Tecnico Cuppari di Jesi, spon-sorizzato dalla Banca delle Marche,che ha realizzato il miglior portafo-glio titoli con un valore di €

58.843,89. Lo scorso 13 febbraio labanca ha premiato i componenti delgruppo nel corso di una apposita ce-rimonia che si è tenuta a Jesi. L’iniziativa, attualmente diffusa insette Paesi europei Austria, Francia,Germania, Italia, Lettonia, Lussem-burgo e Spagna, nel corso degli anniha acquisito sempre maggiore popo-larità ed ha visto la partecipazione dioltre sei milioni di studenti. In Italia“Conoscere la Borsa” è giunta allasesta edizione ed è riservata agli Isti-tuti associati all’ACRI, sia in qualità

Conoscere la borsadi Sergio Perruso*

DALL’EUROPA

Quali sono stati i motivi salientiper cui ha deciso di dare il Suo ap-poggio all’iniziativa europea “Co-noscere la Borsa”?

Sono assolutamente persuaso delfatto che in tutta Europa il curricu-lum formativo degli studenti do-vrebbe comprendere nozioni di eco-nomia. L’ABC della gestione finan-ziaria è un elemento chiave il cuiapprendimento deve essere promos-so ulteriormente per trasformare inostri figli in cittadini informati. Eciò è particolarmente vero nel mon-do di oggi, in cui i prodotti finanzia-ri hanno raggiunto un elevato livel-lo di complessità e in cui la gente ha

sempre più bisogno di prendere de-cisioni a lungo termine in meritoagli investimenti.Un’iniziativa come l’esercitazionelanciata dal GECR, Conoscere laBorsa, sembra particolarmente inte-ressante sotto questo aspetto, dalmomento che permette agli studentidi osservare da vicino come funzio-nano nella pratica i mercati.Tale iniziativa non è fine a se stessa,ma fa da supporto agli insegnamen-ti “tradizionali” di economia e fi-nanza. Essa rappresenta perciò uncomplemento ideale ai corsi di ca-rattere teorico e offre agli studentiun’esperienza concreta di apprendi-mento. Ritengo che coinvolgere at-

tivamente gli studenti in questaesercitazione pratica sia un buon si-stema per attirare il loro interesse eistruirli.Essendo un convinto sostenitoredell’Europa, ho anche apprezzatoparticolarmente l’aspetto pan-euro-peo di questa iniziativa. Incoraggiosinceramente altri mercati a pren-dervi parte così che ancora più stu-denti possano approfittare di questaimportante esperienza!

A Suo parere, che valore hanno iprogetti di educazione finanziariadestinati ai più giovani?

L’educazione finanziaria per i più

L’intervista al Barone Alexandre Lamfalussy

Alexandre Lamfalussy è uno dei più importanti banchieri centrali dei nostrigiorni. È stato membro del Comitato Delors per lo studio dell’unione economi-ca e monetaria europea, Direttore Generale della Banca dei Regolamenti In-ternazionali nonché primo Presidente dell’Istituto Monetario Europeo. Hainoltre presieduto il “Comitato dei saggi per la regolamentazione dei mercatieuropei dei valori mobiliari” che ha portato alla definizione di un nuovo pro-cesso di regolamentazione dell’UE noto come procedura Lamfalussy.

E U R O P E A N S A V I N G S B A N K S G R O U P

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5gennaio/febbraio 2007

di aziende bancarie che di fondazio-ni, che ne curano la diffusione e losvolgimento nelle scuole dove ven-gono costituiti teams ai quali è asse-gnato un capitale virtuale di 50.000Euro da investire, via internet, in 150titoli quotati nelle principali Borseeuropee: Francoforte, Londra, Ma-drid, Milano, Parigi e Vienna. Seb-bene tutte le transazioni d’acquisto edi vendita siano simulate, le quota-zioni in base alle quali gli studentihanno deciso i loro investimenti so-no reali.A livello europeo l’edizione 2006 hacoinvolto circa 250.000 studenti rag-gruppati in oltre 43.000 squadre.In Italia hanno partecipato 600 teamsdi studenti (contro i 268 dell’edizio-ne 2005 e i 111 del 2004) e l’inizia-tiva è stata diffusa da otto Istituti, seiCasse di Risparmio: Bolzano (234

teams), Ravenna (103), Banca delleMarche (40), Pistoia e Pescia (40),Banca Carige (12), Volterra (10) esei Fondazioni: Trento e Rovereto(56), Cuneo (51), Loreto (32), BMRovigo (12), Gorizia (6), San Minia-to (4). Gli studenti delle squadre vincitricinei sette Paesi parteciperanno allacerimonia internazionale che si terràa Bruxelles il 23 marzo 2007, presie-duta dal Barone Alexandre Lamfa-lussy, eminente personalità interna-zionale in ambito finanziario il qua-le, nell’intervista rilasciata al Grup-po Europeo delle Casse di Risparmio(si veda il riquadro), ha espressogiudizi ed opinioni positivi a favoredell’iniziativa evidenziandone l’a-spetto pan-europeo, lo spirito educa-tivo-formativo ed il comportamentosocialmente responsabile degli Isti-

tuti partecipanti.Scopo della cerimonia internaziona-le non sarà quello di premiare il vin-citore a livello europeo, bensì di or-ganizzare un incontro in cui gli stu-denti possano sviluppare una mag-giore sensibilità verso altre culture,apprendere informazioni sul mondoscolastico di altri Paesi e avviarenuove amicizie.La prossima edizione, relativa al-l’anno 2007, inizierà a fine settembree terminerà a metà dicembre e si au-spica che anche in Italia, come staavvenendo negli altri Paesi, possadiffondersi ed affermarsi sempre piùnel mondo scolastico.Per ulteriori informazioni consultareil sito www.acri.it. ■

* Responsabile relazioniinternazionali ACRI

DALL’EUROPA

giovani è un passo necessario affin-ché essi comprendano le basi dellagestione del denaro e sviluppino so-lide abitudini finanziarie al fine diampliare le proprie opportunità peril resto della loro vita. La capacità el’abilità nel gestire risorse finanzia-rie – programmare le spese, rispar-miare, investire, contrarre prestiti,ecc. – contribuiscono alla loro inte-grazione nella vita sociale e lavora-tiva di oggi. Esse aiutano inoltre igiovani a diventare, da adulti, con-sumatori di servizi finanziari maturie consapevoli, in grado di porre do-mande significative e di fare le scel-te più adatte a soddisfare i loro biso-gni e le loro aspettative.Passando specificamente ai mercatifinanziari, su cui è incentrata la si-mulazione Conoscere la Borsa, èparticolarmente utile l’avere a chefare con i principi di base dell’inve-stimento di portafoglio, quali il rea-lizzare compromessi fra rischi eguadagni, il prendere decisioni alungo termine e il diversificare ilportafoglio. Gli studenti non diven-teranno esperti di mercati finanziaricon questa esperienza, ma sarannoconsapevoli dei rischi insiti nelle

transazioni borsistiche e avrannoun’idea più chiara su quali sono ifondamenti di una politica di inve-stimento prudente. Questo sarà par-ticolarmente utile per il loro futurodi cittadini, alla luce della diversitàcrescente dei prodotti di investimen-to proposti e delle loro implicazionia lungo termine.

Secondo Lei, in che modo gli ope-ratori di mercato dovrebbero es-sere coinvolti nelle iniziative dieducazione finanziaria?

A mio avviso, le istituzioni finanzia-rie, agendo in collaborazione con leautorità pubbliche, hanno una gran-de responsabilità nel contribuire almiglioramento dell’istruzione finan-ziaria del pubblico in generale, benoltre l’orizzonte della loro clientela.Questa è una responsabilità comuneche tutti gli attori coinvolti condivi-dono, per aiutare i consumatori a fa-re scelte finanziarie responsabili peril proprio futuro e per quello delleloro famiglie agendo in modo criti-co e informato.Debbo dire che sotto questo aspettole casse di risparmio europee, trami-

te il programma europeo Conoscerela Borsa e molte altre iniziative, di-mostrano il loro impegno unitario edi lunga durata nel fornire un ritor-no alla società e rendono palese illoro approccio socialmente respon-sabile alle attività e alle pratichebancarie.A lungo termine, questa è una situa-zione da cui tutti traggono benefi-cio: richiedendo prodotti più adattiai propri bisogni, i consumatori diservizi finanziari ben informati in-coraggeranno miglioramenti nellaqualità dell’offerta finanziaria e in-novazioni nei prodotti e servizi, eciò porterà ad un aumento della con-correnza sui mercati finanziari ebancari.

Che cosa raccomanderebbe parti-colarmente alle squadre e agli stu-denti che prendono parte a Cono-scere la Borsa?

Fate un lavoro di squadra con i vo-stri compagni di classe, definite lavostra strategia basandovi su infor-mazioni aggiornate, prendete le vo-stre decisioni soppesando rischi eguadagni e divertitevi!

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6 gennaio/febbraio 2007

ACRI

Per le Fondazioni di originebancaria il 2006 è stato unanno particolarmente impor-

tante, che ha visto nel Congresso digiugno un momento fondamentaleper tracciare le linee guida lungo lequali muoversi per il futuro: traspa-renza e accountability ne sono dueparole chiave. Ad esse sempre più siispirano i bilanci delle 88 Fondazio-ni, già disponibili sul sito dell’Acri,dai quali il Rapporto annuale curatodall’Acri (l’XI, anch’esso sul sito)ha tratto una fotografia del settore,per l’esercizio 2005, che registra da-ti positivi, sia in termini di efficaciasia di efficienza del sistema. «Ancora una volta – ha detto Giusep-pe Guzzetti, presidente dell’Associa-zione – le Fondazioni confermanocomportamenti virtuosi. Crescono iproventi totali, mentre l’incidenza sudi essi dei costi di gestione scende al5,7%; il patrimonio a livello di siste-ma aumenta del 10,6% e si diversifi-ca ulteriormente negli impieghi,mentre al contempo aumentano si-gnificativamente le erogazioni. Que-ste hanno avuto un incrementodell’8% e la loro distribuzione si èconsolidata su progetti di importosuperiore a 100 mila euro (ndr. assor-bono il 74% dell’erogato), testimo-niando una costante attenzione a nondisperdere le risorse. Quelle destina-te al sud, infine, sono più che raddop-piate: prima realizzazione concretadi un impegno preso, che le Fonda-zioni porteranno avanti nel tempo».Complessivamente tra il ‘93 e il 2005le fondazioni hanno fatto donazioniper oltre 8,6 miliardi di euro, mentreil loro patrimonio è cresciuto da 23 a45,8 miliardi di euro, con un incre-mento medio annuo composto del5,9%. Nel 2005 l’attività filantropica

è stata di 1.374 milioni di euro controi 1.274,9 dell’anno precedente(+7,8%). Quest’importo comprendeanche le risorse destinate a progettirealizzati direttamente dalle Fonda-zioni, che rappresentano complessi-vamente il 7,9% del totale, nonché lerisorse destinate all’attività di proprieimprese strumentali, appositamentecostituite per l’intervento in specificisettori (6,2% del totale erogato). Ilnumero delle iniziative finanziate hasuperato quota 25 mila, in crescita dicirca il 10% sull’anno precedente(25.397 nel 2005 contro 23.116 nel2004; +9,9%), mentre il valore medioper iniziativa è rimasto stabile intornoai 54 mila euro. Il numero medio diprogetti per ogni Fondazione è passa-to dai 263 del 2004 ai 288 del 2005.Fra i 20 “settori ammessi” dalla leg-ge1, 7 sono quelli su cui si concentrala maggior parte delle erogazionidelle Fondazioni. In base alla quanti-tà di risorse ricevute, al primo postosi conferma il settore Arte, attività ebeni culturali, con una quota del30,6% (era il 32,2% nel 2004). Se-gue Volontariato, filantropia e bene-ficenza, in progresso rispetto all’an-no precedente ricevendo il 15,6%degli importi erogati (13,2% nel2004). Quindi si posiziona l’Assi-stenza sociale con l’11,6% (era il10,7% nel 2004) e subito dopo Edu-cazione, istruzione e formazione conl’11,5% (11,8% nel 2004). Al quintoposto c’è la Ricerca, a cui va il10,4% delle risorse (10,3% nel2004); al sesto Salute pubblica, chesul totale erogato incide per l’8,8%(11,5% nel 2004). Mantiene la suacollocazione al settimo posto in gra-duatoria lo Sviluppo locale, con unaquota del 6,9% delle risorse erogate(6,2% nel 2004). Con uno stacco no-

tevole rispetto a quelli sin qui esami-nati, seguono gli altri settori, checomplessivamente non raggiungonoil 5% del totale erogato. Tra essi sisegnalano Sport e ricreazione conl’1,9%; Protezione e qualità ambien-tale, di poco superiore all’1%; Fami-glia e valori connessi, Diritti civili,Religione e sviluppo spirituale, Pre-venzione della criminalità e sicurez-za pubblica, a cui vanno complessi-vamente poco meno di 16 milioni dieuro per un totale di 300 interventi.Per quanto riguarda la scelta dei set-tori di intervento, le politiche di ero-gazione delle Fondazioni evidenzia-no la propensione prevalente versouna media specializzazione settoriale(è media quando si registra non me-no del 30% delle risorse erogate con-centrate in un settore, oppure nonmeno del 40% concentrato in duesettori). In questo senso, le scelte del-le Fondazioni riflettono l’imposta-zione data al riguardo dalla normati-va, che impone alle Fondazioni didestinare almeno il 50% delle risorsedisponibili per le erogazioni a nonpiù di cinque settori (i cosiddetti“settori rilevanti”) scelti tra i “settoriammessi”. Il numero medio di setto-ri in cui ogni Fondazione rivolge ilproprio intervento è di 7,4 (comel’anno precedente). I settori in cui leFondazioni sono presenti in maggiornumero sono Arte, attività e beni cul-turali e Volontariato, filantropia e be-neficenza (tutte le 88 Fondazioni),Educazione, istruzione e formazione(85), Assistenza sociale (72), Salutepubblica (71), Ricerca (66). La quota maggiore dell’attività isti-tuzionale delle Fondazioni è rappre-sentata dalle erogazioni annualimaggiori di 5.000 euro, che rappre-sentano l’87,5% (era l’82,9% nel

Bilanci 2005: i risultati delle Fondazionidi Linda Di Bartolomeo*

1 D.lgs. 17/5/1999 n. 153, art. 2, comma 2: Famiglia e valori connessi; crescita e formazione giovanile; educazione, istruzione e formazione,incluso l’acquisto di prodotti editoriali per la scuola; volontariato, filantropia e beneficenza; religione e sviluppo spirituale; assistenza agli an-ziani; diritti civili; prevenzione della criminalità e sicurezza pubblica; sicurezza alimentare e agricoltura di qualità; sviluppo locale ed edili-zia popolare locale; protezione dei consumatori; protezione civile; salute pubblica, medicina preventiva e riabilitativa; attività sportiva; pre-venzione e recupero delle tossicodipendenze; patologie e disturbi psichici e mentali; ricerca scientifica e tecnologica; protezione e qualità am-bientale; arte, attività e beni culturali; realizzazione di lavori pubblici o di pubblica utilità.

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7gennaio/febbraio 2007

2004) del totale erogato e il 55,1%(52% nel 2004) del numero degli in-terventi sostenuti. Le erogazioni su-periori a 100.000 euro incidono,quanto ad ammontare, per il 73,8%(74,6% nel 2004) pur risultando intermini di numero pari solo al 9,8%di tutte le erogazioni (9% nel 2004).Le erogazioni di importo unitario su-periore a 500 mila euro rappresenta-no il 44,2% del totale erogato (loscorso anno erano il 47,2%), interes-sando appena il 2,6% del totale inter-venti (2% nel 2004). Le erogazionidi importo non superiore a 5.000 eu-ro mantengono invariata la propriaincidenza, entro limiti molto conte-nuti e difficilmente comprimibili2:esse rappresentano il 2% degli im-porti erogati (2,1% nel 2004) e il42,7% del numero di iniziative (nel2004 erano il 45%). Diminuiscono,invece, le erogazioni pluriennali3, lacui quota si attesta al 10,5% dell’im-porto totale erogato, contro il 15%dell’anno precedente. La flessione èprobabilmente da attribuire alla par-ticolarità dell’andamento registratolo scorso anno, quando l’incidenzadelle erogazioni pluriennali era mol-to aumentata rispetto al 2003 (dal6,6% al 15% degli importi erogati).Nel 2004, infatti, a seguito delle duesentenze della Corte Costituzionale(n. 300 e n. 301 del settembre 2003)che avevano sancito definitivamentela natura privata delle Fondazioni,queste avevano ripreso la realizza-zione di interventi pluriennali, inter-detta in precedenza dal divieto nor-mativo loro imposto, programmandoanche iniziative rimaste in sospeso.In merito ai beneficiari delle eroga-zioni, si registra una sostanziale stabi-lità dei dati rispetto al 2004: i sogget-ti privati confermano la propria posi-zione di preminenza ottenendo il60,2% degli importi erogati e il67,5% per numero di interventi, con-

tro rispettivamente il 39,8% e il32,5% dei beneficiari pubblici. Fra lecategorie di beneficiari privati i piùimportanti sono: Fondazioni (18,6%),Associazioni (12,3% degli importi, dicui l’1,5% destinato ad Associazionidi promozione sociale), Organizza-zioni di volontariato (10,4%), Coope-rative sociali (2,0%). Un’elevata per-centuale delle erogazioni è attribuitaalla categoria Altri organismi privati(17,8%), tra cui sono incluse le istitu-zioni religiose. Tra i soggetti pubblici,gli Enti locali sono i destinatari prin-cipali, con il 24,3% del totale erogato(nel 2004 era il 23,2%), attestandosial primo posto in assoluto fra tutte lecategorie di beneficiari pubblici e pri-vati. Nel comparto dei beneficiari dinatura pubblica gli Enti pubblici nonterritoriali - che includono Scuole,Università, Strutture sanitarie, Istitutidi accoglienza e beneficenza, ecc. - ri-cevono il 12,7% degli importi erogati(15,5% nel 2004). Leggermente ritoc-cata al rialzo è la quota destinata alleAmministrazioni pubbliche centrali:1,9% in luogo di 1,6%. La forte caratterizzazione localisticadell’attività erogativa delle Fonda-zioni, pur confermandosi, nel 2005trova un’attenuazione: le erogazionidestinate alla regione di appartenenzasono infatti sempre in larga maggio-ranza (80,6% degli importi e 91,7%del numero di iniziative) ma rispettoal 2004 la loro incidenza sul totale di-minuisce di 1,9 punti percentuali. Leerogazioni che si proiettano verso ri-partizioni geografiche4 diverse daquella di appartenenza sono l’8,9%del totale erogato (2,3% nel 2003); sudi esse incidono anche gli accantona-menti per la realizzazione delle ini-ziative previste nell’ambito del pro-getto Sud, fra cui la stessa Fondazio-ne per il Sud, di recente costituita. Il10,5% degli importi (e il 4,3% degliinterventi) è infine destinato a inizia-

tive di valenza nazionale5 (il 6,2%degli importi nel 2004).In merito alla distribuzione geografi-ca delle erogazioni, al Nord va il 67%delle somme erogate (equamentesuddiviso fra Nord Est e Nord Ovest,il 33,5% ciascuno), con una leggeraflessione rispetto al 2004 (il Nordaveva avuto il 70,8% delle risorse). IlCentro mantiene sostanzialmente in-variata la sua quota, attestandosi al25% degli importi totali (il 25,3% nel2004). L’area Sud e Isole, che puremantiene un pesante differenziale ne-gativo rispetto alle altre ripartizioni,ottiene il risultato migliore di sem-pre: passando dal 3,9% del 2004all’8% del 2005, con un incrementodi 4,1 punti percentuali.Tante sono le tipologie di iniziativeche le Fondazioni sostengono con laloro attività erogativa. Informatizzarele aule didattiche del proprio territo-rio, come hanno fatto, solo per citarnealcune, le Fondazioni di Terni e Nar-ni o quella di Firenze. Realizzarestrutture di accoglienza per homeless,tossicodipendenti, immigrati; o dareil sostegno economico alle organizza-zioni del volontariato che questestrutture gestiscono. Finanziare pro-grammi di assistenza sociale o di tute-la dell’ambiente. Intervenire nel cam-po dell’arte e della cultura - con i re-stauri, le mostre, i concerti, fino alladigitalizzazione degli archivi, comeha fatto di recente la Fondazione Ca-risbo con quello fotografico della suacittà. Oppure sostenere la medicina ela ricerca, supportate da tante Fonda-zioni, una per tutte la Cariplo con ilprogetto Nobel (Network Operativoper la Biomedicina di Eccellenza inLombardia). Arricchire la dotazionestrumentale di ospedali e università;sostenere la valorizzazione dei talen-ti, con la distribuzione di borse di stu-dio; puntare sulla formazione, non so-lo dei giovani; stimolare la creazione

ACRI

2 Ancora oggi le Fondazioni puntano a mantenere una presenza a sostegno delle piccole iniziative locali, che animano il settore non profit del-le comunità di riferimento delle Fondazioni stesse.

3 Per quanto riguarda i progetti pluriennali sono stati presi in considerazione gli importi imputati alla competenza dell’esercizio.4 Le ripartizioni geografiche qui considerate sono le quattro tradizionali aree in cui viene comunemente suddiviso il territorio dell’Italia: Nord

Ovest, Nord Est, Centro, Sud e Isole.5 Si intendono come tali quelle iniziative per le quali risulta impossibile circoscrivere i benefici dell’intervento nell’ambito esclusivo di una sin-

gola parte del territorio nazionale, in relazione alla particolare importanza delle opere coinvolte negli interventi, ovvero dall’ampiezza delleloro ricadute economiche, sociali e culturali.

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8 gennaio/febbraio 2007

Le fondazioni delle casse di ri-sparmio svolgono un’operaintensa e meritoria nella con-

servazione del patrimonio artistico eculturale, testimonianza di un paeseche ha svolto un ruolo determinantenello sviluppo della cultura di due-mila anni di civiltà europea.Tale opera è prevalentemente indi-rizzata alla conservazione ed allapromozione di opere quali dipinti,affreschi, statue, edifici che ci per-mettono di ripercorrere questa storiasecolare dell’arte e del pensiero. Vi èun’altra forma di conservazione e dipromozione che non è rivolta alleopere fisiche ma a quelle capacità disaper fare che furono il patrimoniopiù grande della nostra civiltà in par-ticolare dal medioevo agli inizi della

civiltà industriale, mi riferisco all’ar-tigianato. Purtroppo una certa mio-pia culturale dell’ultimo secolo hacaricato l’artigianato di significatinegativi quale attività ormai residua-le destinata a scomparire sostituitadalla produzione industriale di mas-sa. Ora questo è senza altro vero perla gran parte degli oggetti di largoconsumo ma agli inizi del terzo mil-lennio tornano prepotentemente allaribalta alcuni temi di fondo che ri-guardano la creatività, la personaliz-zazione dei prodotti, l’utilizzazionedi materiali e di tecniche che garan-tiscono qualità particolari, rispon-dendo così a categorie specifichedell’animo umano. In questo conte-sto un nuovo artigianato, depuratodall’elemento puramente funzionale

e commerciale del prodotto di mas-sa, assume una nuova dignità e sipuò quindi parlare di “mestieri d’ar-te”. Naturalmente anche la figuradell’artigiano diviene qualcosa di di-verso sia in termini di connotazionesociale sia in termini di formazioneprofessionale. Relativamente al pri-mo aspetto l’artigiano assomigliasempre di più ad un imprenditore -artista per il secondo aspetto si profi-la la necessità di un livello culturalemedio-alto per sviluppare manufatticaratterizzati da creatività ed innova-zione e per garantire la sostenibilitàeconomica della attività.Questo processo di cui si comincia-no a vedere i primi segnali richiedeun’azione di valorizzazione e pro-mozione articolata su molti fronti: la

Mestieri d’arte:conservazione e promozione del saper faredi Giampiero Maracchi* e Ugo Bargagli Stoffi**

di nuove imprese favorendo contem-poraneamente l’integrazione sociale,come hanno fatto le Fondazioniabruzzesi. In questo e molto altroconsiste loro attività istituzionale, iviinclusa come già accennato l’operati-vità delle società strumentali. Nelcampo della ricerca troviamo peresempio la Siena Biotech della Fon-dazione Mps, ma ce ne sono ancheper l’arte, come testimonia la Arte eCultura della Fondazione Carige. E inquesto settore non infrequenti sonoanche le Fondazioni di partecipazionecome quella per il Museo delle anti-chità egizie di Torino, partecipata dal-la Fondazione Crt e dalla Compagniadi San Paolo, o il Museo del Corso diRoma della Fondazione Cassa di Ri-sparmio di Roma. Ma per svolgere queste attività leFondazioni devono anche saper ge-stire i loro ingenti patrimoni, perché

è dagli utili derivanti dalla buona ge-stione di questi ultimi che esse trag-gono le risorse per finanziare l’attivi-tà erogativa. Alla gestione del patri-monio verrà dedicato un articolo sul

prossimo numero della rivista “Fon-dazioni”. ■

* Responsabile ComunicazioneACRI

ACRI

IL PUNTO SU...DAL SISTEMA

Distribuzione percentuale delle erogazioni per settore beneficiario2004 2005

numero % importo % numero % importo %Arte, attività e beni culturali 37,2 37,2 37,2 37,2Volontariato, filantropia e beneficienza 11,0 11,0 11,0 11,0Assistenza sociale 11,9 11,9 11,9 11,9Educazione, istruzione e formazione 15,7 15,7 15,7 15,7Ricerca 5,8 5,8 5,8 5,8Salute pubblica 5,8 5,8 5,8 5,8Sviluppo locale 4,6 4,6 4,6 4,6Sport e ricreazione 5,1 5,1 5,1 5,1Protezione e qualità ambientale 1,8 1,8 1,8 1,8Famiglia e valori connessi 0,3 0,3 0,3 0,3Diritti civili 0,1 0,1 0,1 0,1Religione e sviluppo spirituale 0,6 0,6 0,6 0,6Prevenzione criminalità e sicurezza pubblica 0,1 0,1 0,1 0,1TOTALE COMPLESSIVO 100% 100% 100% 100%

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9gennaio/febbraio 2007

IL PUNTO SU...DAL SISTEMA

sensibilizzazione dell’opinione pub-blica ed in particolare dei giovani, losviluppo o la valorizzazione, doveesistono, di scuole specifiche, lacreazione di reti di artigiani che pos-sano favorire lo sviluppo della ricer-ca scientifica applicata ai mestierid’arte e della penetrazione commer-ciale, il riconoscimento del titolo diMaestro artigiano, una rappresentati-vità adeguata che garantisca la pre-senza negli ambiti istituzionali, l’i-dentificazione di filiere come quellaarchitetti - mestieri d’arte dell’arre-damento (ebanisti, bronzisti, ferrobattuto, ceramisti, carta), distributoridi materie prime e di attrezzature,comunicazione o quella deimestieri della moda (orafi, sar-ti, modiste, pellettieri, calzolai,etc.).Basandosi su tali considerazio-ni l’Ente Cassa di Risparmio diFirenze ha avviato una serie diiniziative motu proprio volte avalorizzare e promuovere lacultura dei mestieri d’arte.L’iniziativa sulla base di unostudio della U.E. che racco-manda di costituire degli osser-vatori, prende il nome di Osser-vatorio dei mestieri d’arte e siarticola in vari aspetti: la pub-blicazione di un Foglio trime-strale di otto facciate che trattatemi monografici per ciascunnumero, la pubblicazione dimonografie divulgative in ita-liano ed in inglese sui singolimestieri d’arte, una collana dicarattere didattico da distribui-re nelle scuole per avvicinare iragazzi al tema dell’artigiana-to, una collana “saper fare” ri-volta ad un pubblico di appas-sionati in cui si spiegano le tec-niche in modo pratico, la organizza-zione di una serie di convegni anchedi carattere internazionale comequello che si terrà nell’anno in corsonell’ambito della manifestazione“Artigiani a Palazzo” con la finalitàdi dibattere le prospettive dei mestie-ri d’arte e le esigenze future per laloro promozione. Alcune di questeiniziative vengono condotte diretta-mente altre si appoggiano ad istitu-zioni attive nel settore con la finalità

di creare una rete. Infatti un obietti-vo che l’Osservatorio si pone, èquello di costituire un punto di rife-rimento per le istituzioni che opera-no in questo settore che a Firenze co-minciano ad essere numerose infattile associazioni di categoria hannocostituito due specifiche iniziative, laFondazione di Firenze per l’Artigia-nato artistico e Artex, la Camera diCommercio, Promofirenze, a questesi aggiungono iniziative spontaneedegli artigiani come Diladdarno,scuole specializzate come l’Istitutod’arte, il Polimoda, l’ISIA, l’Univer-sità Internazionale dell’Arte e nume-rosi musei specifici come il Museo

Horne, il Bargello, il Museo dellaPaglia, il Museo della Porcellana, ilMuseo del Vetro, il Museo degli Ar-genti, il Museo della Maiolica, ilMuseo della Pietra serena, il Museodel Costume. La presenza di tanteiniziative rappresenta senza dubbiouna ricchezza ma al tempo stessocrea talvolta problemi di concorren-za per l’accesso alle risorse e sovrap-posizioni di attività che rendono ilsistema poco efficiente, l’Osservato-

rio per la sua caratteristica super par-tes e per la sua autonomia finanziariapuò svolgere un ruolo di mediazionee di stimolo che diviene preziosa perottenere i migliori risultati.L’Osservatorio si appoggia su di unComitato scientifico composto dapersonalità del mondo della culturache svolgono la loro attività nel cam-po dei mestieri d’arte, storici dell’ar-te, direttori di musei di arti applicate,esperti di tecniche dell’artigianato,esperti di comunicazione, rappresen-tanti delle categorie.La ricchezza della storia dell’artigia-nato del nostro paese si traduce spes-so in specificità del territorio che in

quasi tutte le regioni vede lapresenza di lavorazioni specifi-che che vanno dal corallo dellaCampania ai mobili dellaBrianza, dal vetro di Murano ailiuti di Cremona, dagli intreccidi Bagnacavallo alla tessiturasarda come si può ricavare dalbellissimo volume già alla se-conda edizione su Artigianatoin Italia, curato dal TouringClub in collaborazione conConfartigianato accompagnatoda una altro volume sempre de-gli stessi editori sui Musei dell’Artigianato. A partire da questaconsiderazione sembrerebbeinteressante avviare altre ini-ziative da parte delle Fondazio-ni delle Casse di Risparmio,che valorizzino le specificitàdei territori così da costituireuna rete nazionale che permet-ta di salvaguardare e valorizza-re un patrimonio culturale delsaper fare che agli inizi del ter-zo millennio diviene una rispo-sta concreta alla globalizzazio-ne che tende a distruggere le

peculiarità del nostro patrimonioculturale. In questa ottica ACRI co-me sede di dibattito e proposta a li-vello nazionale diviene il luogo piùconsono a promuovere una iniziativadi ampio respiro. ■

* Università di Firenze / Comitatodi indirizzo Ente Cassadi Risparmio di Firenze

** Ente Cassa di Risparmiodi Firenze

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10 gennaio/febbraio 2007

Il mondo che abbiamo sempreavuto sotto gli occhi ne nascon-de un altro”. Si apre con queste

parole Blow-up. Immagini del nano-mondo, la mostra che porta nei gran-di spazi del Foro Boario di Modenaforme provenienti da una dimensio-ne inafferrabile: il mondo incredibil-mente piccolo dei miliardesimi dimetro. La mostra, che si è inaugura-ta lo scorso 13 gennaio ed è rimastaaperta al pubblico fino all’11 feb-braio, è stata ideata e prodotta dalCentro S3 di Modena, centro di ri-cerca in nanoscienze dell’Isti-tuto Nazionale di Fisica dellaMateria - Cnr, con la collabora-zione della fotografa Lucia Co-vi, ed è stata realizzata con ilcontributo della FondazioneCassa di Risparmio di Modena.Si è trattato di un viaggio perimmagini nella realtà alla scaladegli atomi e delle molecole, incui gli oggetti sono centomilavolte più piccoli dello spessoredi un capello. Una scala domi-nata dai fenomeni della fisicaquantistica dove le leggi delmondo macroscopico non val-gono più: qui nascono le pro-prietà della materia così come la co-nosciamo, e per la ricerca si aprononuove strade. Ma il nanomondo è co-sì piccolo da essere invisibile alla lu-ce come ai più potenti microscopi ot-tici, lo si può vedere solo attraversogli strumenti avanzati che i ricerca-tori usano per studiare la nano-mate-ria. Lucia Covi, fotografa attenta al-le forme della materia, ha lavoratocon i ricercatori del Centro S3 e hasaputo cogliere la bellezza nascostanelle loro immagini scientifiche.Nella grande camera oscura allestitaal Foro Boario cinquanta immaginidanno un volto a oggetti altrimentiinvisibili come il DNA, i nanotubi dicarbonio, ma anche modulazioni delcampo magnetico, strati di materiaspessi un solo atomo. La magia del-l’ingrandimento rivela un nanomon-do fatto di dune, scavi faraonici, sta-

lagmiti o infiorescenze: sono invecesuperfici scolpite da un soffio di ionio trappole per catturare elettroni,punte per i microscopi elettroniciche culminano in pochi atomi oppu-re cristalli che si stanno formando.Spiega la fotografa Lucia Covi:“Queste immagini sono al contempofamiliari e irreali. A volte ho asse-condato la tendenza a ritrovarvi for-me della natura macroscopica che cicirconda. Altre volte ho accentuatola luce straniante per accrescere l’e-straneità”.

Il percorso della mostra era diviso intre sezioni. La prima, Dare forma,indagava la materia scavata o pla-smata con strumenti diversi: dai fa-sci di ioni focalizzati che creano mi-cro-fori, alle erosioni chimiche chelasciano emergere le architetture del-la nanoelettronica. La seconda sezio-ne, Auto-organizzare mostrava comealla nanoscala le interazioni naturalipermettono di creare delle struttureanche partendo “dal basso”, aggre-gando atomi e molecole. La terza edultima sezione, Esplorare, vedevaprotagoniste strutture naturali, tra cuiproteine e DNA, sondate dagli scien-ziati per ricomporre mappe diversedelle loro tante funzionalità. Un fil-mato, proiettato all’ingresso, raccon-tava le idee e le storie che hanno pro-dotto le ‘istantanee’di Blow-up.Nel corso della mostra, si sono svol-

te visite con l’autore nelle quali i ri-cercatori del Centro S3 e la fotogra-fa Lucia Covi hanno guidato il pub-blico tra le immagini, raccontandonela storia e le particolarità.Blow-up è la prima mostra che hadescritto le frontiere delle nano-scienze attraverso immagini di gran-de impatto e qualità estetica. “Il na-nomondo - spiega Elisa Molinari, di-rettrice del Centro S3 e ideatrice del-la mostra - viene illustrato dai mediacon immagini di computer grafica,patinate e artificiali, a volte quasi

fantascientifiche. Con Blow-up abbiamo invece voluto mo-strare al pubblico delle imma-gini, vere e belle, che di solitorestano nei laboratori”. Tutteinfatti provengono da ricerchecondotte presso il Centro S3, ilDipartimento di Fisica dell’U-niversità di Modena e ReggioEmilia e altri laboratori di na-notecnologie italiani.Roald Hoffmann, premio No-bel per la chimica che firmauna delle introduzioni al cata-logo della mostra (DamianiEditore), ha affermato che al-cune di queste immagini “en-

treranno a far parte del nostro uni-verso stilistico contemporaneo”.“Blow-up - spiega Andrea Landipresidente della Fondazione Cassa diRisparmio di Modena - dà evidenzadell’impegno che la FondazioneCassa di Risparmio di Modena riser-va alle attività culturali e alla ricercascientifica, settori che, insieme allasolidarietà sociale, costituiscono lesue principali aree d’intervento.”“La mostra - continua Landi - ha rap-presentato inoltre il coronamento diun progetto del Centro S3 che ha vi-sto la Fondazione Cassa di Rispar-mio di Modena impegnata, negli an-ni, nell’acquisizione delle apparec-chiature e nell’erogazione di borse distudio per i giovani ricercatori.”

* Ufficio Stampa FondazioneCassa di Risparmio di Modena

Fondazione Cassa di Risparmio di Modena

Vedere l’invisibile Nanomondodi Cecilia Lazzeretti*

RICERCA SCIENTIFICADAL SISTEMA

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11gennaio/febbraio 2007

RICERCA SCIENTIFICADAL SISTEMA

Nel momento in cui le Univer-sità italiane lanciano il gridodi allarme per la scarsità di

fondi a loro destinati dal Governo, inparticolare nella ricerca, proprio laricerca potrebbe trovare un elementodeterminante di supporto da partedelle Fondazioni. È quanto emersonel corso della due giorni di conve-gno su «La ricerca scientifica e il set-tore privato» organizzato a Sienadalla Fondazione Monte dei Paschil’8 e 9 novembre. E un modello sucome agire in questo campo potreb-be proprio essere la Siena Biotech,società strumentale della Fondazionestessa, che opera nel settore dellebiotecnologie.Lo hanno sottolineato sia il presiden-te della Fondazione Mps GabrielloMancini, portando il suo saluto agliintervenuti, che il direttore generaleMarco Parlangeli (anche presidentedi Siena Biotech), e l’amministratoredelegato della società, Giovanni Ga-viraghi. Pochi fondi, ricercatori bra-vi ma costretti ad emigrare. Questo ilquadro italiano emerso dagli inter-venti dei vari oratori, ma soprattuttoincapacità di coniugare la ricerca dibase con le applicazioni pratiche.Tutti concordi sulla necessità di farequalcosa per rimediare ad una situa-zione che rischia di penalizzare il no-stro Paese. Da Gianluigi Condorelli,direttore del dipartimento di medici-na del Cnr a Massimo di Martino diFarmindustria, a due esponenti ita-liani di aziende ormai estere comeGiorgio Mosconi di NEed Pharma edEnnio Ongini, vicepresidente dellaricerca Nicox, il direttore generale diToscana Life Sciences, GermanoGarganico.È stato evidenziato come esistano inItalia 78 centri di ricerca aziendalenel campo farmaceutico con oltre100 aziende di biotech. È in crescitala partnership pubblico-privato, maspesso non si riesce a concretizzaretale propensione. Da qui la fuga cer-velli, i migliori. E non è solo questio-ne di retribuzione, ma anche di pos-

sibilità di lavorare. Troppe le lentez-ze burocratiche, poche le regole cer-te, che spesso cambiano a breve pe-riodo. Fuga di cervelli, ma anche diaziende, come sono state costrette afare Nicox e NEedpharma. Per repe-rire fondi hanno dovuto cercare, consuccesso, in Francia e negli Usa. Ciòdimostra - è stato osservato - che inItalia ci sono idee buone, ma pochecompetenze per gestirle. Troppi ipassaggi per la richiesta di finanzia-menti, anche due anni il tempo perottenerli in caso di risposta positiva,scarse agevolazioni fiscali per chi in-veste in ricerca, carenza di formazio-ne di manager. «Stiamo perdendocompetitività internazionale - ha os-servato Rino Rappuoli responsabiledella ricerca mondiale di Novartis -.La domanda è dove possiamo inve-stire per tornare competitivi. E lacompetizione globale è nello svilup-po e reclutamento delle persone mi-gliori. Siena a fine del 1220 era gliStati Uniti del momento, potenzaeconomica mondiale: arte letteratu-ra, architettura, commercio, passava-no tutte dalla nostra città. E ai giorni

nostri da Siena parte proprio il mes-saggio che la ricerca non è un lusso,ma l’unico mezzo per creare posti dilavoro di alta qualità». Nelle Fonda-zioni ha osservato Rappuoli, e suquesto avevano concordato ancheMarco Demarie della FondazioneGianni Agnelli e Wilhelm Krull del-la fondazione Volkswagen, c’è unaricchezza enorme e la ricerca puòtrarne grandi vantaggi. Un’opinionecondivisa da Pier Mario Vello, segre-tario generale della Fondazione Ca-riplo, che ha auspicato la costituzio-ne di network di piccole e medie di-mensioni tra università e impresa, ilpotenziamento del ruolo delle fonda-zioni, un cambio di ruolo delle uni-versità incrementando il trasferimen-to dalla ricerca alle applicazioni, lacapacità di fare sistema. «Non biso-gna - ha osservato - attendere dena-ro, ma cercarlo attraverso progettua-lità, managerialità. Con meccanismidi selezione e uso di regole impren-ditoriale e trasparenti, sviluppandonetwork fra fondazioni europee ecreando fondazioni universitarie percercare fondi». ■

Fondazione MONTEPASCHI

La ricerca scientifica e il settore privatoa cura dell’Ufficio Stampa della Fondazione

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12 gennaio/febbraio 2007

Nelle serate di sabato 27 e do-menica 28 Gennaio la Fon-dazione Cassa di Risparmio

in Bologna ha presentato l’edizione2007 di “Bologna si Rivela”, un pro-getto di Philippe Daverio che in oc-casione di Artefiera ha consentito aun ampio numero di visitatori, diammirare alcuni grandi capolavoridella città di Bologna. I portali e lestanze di cinque prestigiosi edificistorici si sono aperti al pubblico ri-velando, attraverso unprogramma serale diesposizioni ed esecuzionimusicali, la molteplicericchezza artistica e cultu-rale della Fondazione Ca-risbo. Nel programmadelle due serate, un susse-guirsi di proposte in con-temporanea per un percor-so di musica e arte, anticoe moderno, nella prospet-tiva del più ampio proget-to museale della Fonda-zione. “Non solo la pre-sentazione al pubblico diopere d’arte, chiese e pa-lazzi storici, ma un’altratappa del percorso cultu-rale del Museo della Cittàcui stiamo intensamente lavorando -

ha spiegato il Presidente Fabio Ro-versi-Monaco. Ad aprire la manife-stazione la visita delle autorità a Ca-sa Saraceni, uno degli edifici più in-teressanti del Rinascimento bologne-se tra XV e XVI secolo sede dellaFondazione Cassa di Risparmio inBologna, che ha ospitato fino al 15febbraio la mostra “Il Museo dellaCittà. Studi e Progetti” con i plasticie i progetti del futuro museo cittadi-no. A seguire i capolavori di Ludovi-

co Carracci, Domenico Maria Canu-ti e Guido Reni nella Chiesa diSanta Cristina, dove Philippe Da-verio ha tenuto la conferenza con-certo “Violini di ieri e artisti di og-gi” sulla nascita del Barocco, conesibizioni di violino e clavicemba-lo, e l’eccellente partecipazioneliutaia di un violino Stradivari direcente acquisizione della Fonda-zione. La Sala Capitolare ha vistocomporsi nella mostra “13x17” unmosaico di opere di ridotte dimen-sioni tra pitture, sculture, fotogra-fie ed incisioni; la Sagrestia inveceè stata arredata da una suggestionedi immagini ottenute dalla rielabo-razione di fotografie di strumentimusicali. Nel duecentesco Santua-rio di Santa Maria della Vita, che

ospita il magnifico gruppo scultoreo“Il Compianto su Cristo morto” diNiccolò dall’Arca, si è tenuto unconcerto di musica sacra per organo,mentre nell’Oratorio attiguo cantiebraici e tibetani che hanno accom-pagnato la visione della maestosaterracotta “Il transito della Vergine”del Lombardi. In Palazzo Fava, cin-quecentesco capolavoro affrescatoda Ludovico, Agostino e AnnibaleCarracci, Albani e Creti, sono stateesposte le più recenti acquisizionidella Fondazione Carisbo compren-denti sia opere di grandi maestri del-l’antichità, sia opere di giovani ta-lenti, sia opere dei più importanti ar-tisti del ‘900, lateralmente a una mo-stra dedicata ad Antonio Basoli. LaChiesa di San Colombano, tra le piùantiche di Bologna fondata nel 616dal vescovo Pietro discepolo del mo-naco irlandese Colombano, ha ospi-tato la mostra “Flovers. Gli adorato-ri dei fiori” opere frutto del primoviaggio in India di Aldo Mondino.“Gli appuntamenti delle due serate -ha sottolineato Philippe Daverio cu-ratore del progetto - vogliono comu-nicare che la Fondazione è una real-tà che dialoga con la città. In un mo-mento in cui i tagli alla spesa pubbli-ca ricadono sugli enti locali - ha ag-giunto - il ruolo delle fondazioni di-venta fondamentale per sostenere eveicolare il sistema della cultura”. ■

* Ufficio stampa della FondazioneCassa di Risparmio in Bologna

Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna

Bologna si riveladi Pia Pisciotta*

ARTE E CULTURADAL SISTEMA

Denys Calvaert, La morte di Cleopatra

Gian Giacomo Sementi, Santa Caterina d’Alessandria

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13gennaio/febbraio 2007

ARTE E CULTURADAL SISTEMA

Le acquisizioni con le quali laFondazione Cassa di Rispar-mio sta accrescendo un patri-

monio di opere d’arte già estrema-mente cospicuo, rispondono in granparte due principi: completare unaserie tematica o monografica già pre-sente in collezione, e colma-re una lacuna nel panoramadelle altre situazioni cittadi-ne. Seguendo il primo prin-cipio, negli ultimi mesi del2005 è stato acquistato unpiccolo ma prezioso capola-voro di Antonio Basoli, Laveduta del portico di S. Ma-ria dei Servi a Bologna. Del-l’ottimo paesaggista, natonei pressi di Bologna nel1774, le Collezioni d’arte edi Storia della Fondazionegià possiedono un cospicuonumero di opere, tra cui lefantastiche “vedute mitologiche” deiprimi anni dieci dell’ottocento, con-siderati unanimemente capolavoridel tardo neoclassicismo italiano. Lamorte di Cleopatra di Denys Cal-vaert (1590 circa), stupenda e vastatela in cui gli echi del manierismo delNord risuonano nella squisita elegan-za dei particolari all’antica, si affian-ca per epoca e stile al Ritratto allego-rico di Ulisse Aldrovandi (1575 cir-ca), eccentrica metafora ricca di rife-rimenti nascosti di Bartolomeo Pas-serotti. Per quanto riguarda il secolosuccessivo, dopo la stupenda Lucre-zia con il pugnale in mano di GuidoReni, proveniente dalla collezioneViti, sono entrati a far parte delleCollezioni un ritratto di Simone Can-tarini, Gentiluomo seduto con unadonna che stringe un rosario, che siaffianca al Venere e amore di Gio-vanni Andrea Sirani e ora al capola-voro di Gian Giacomo Sementi conSanta Caterina d’Alessandria, giuntoin donazione con altri tre dipinti emi-liani. Alla Tomba allegorica dell’am-miraglio Torrington di Donato Creti,(1729 circa), si è affiancato il piccolo

ma assoluto capolavoro del giova-nile Autoritratto. Ad ispirare un’al-tra recente acquisizione, la prove-nienza Pepoli delle due ottime telecon prospettive di Giovan GioseffoSanti, firmate e datate 1700. Nel1665 l’autore, “egregio pittore di

prospettiva, e di quadratu-ra”, aveva eseguito le pro-spettive negli ovati di Do-menico Canuti nella voltedello scalone di Palazzo Pe-poli, cuore pulsante del fu-turo Museo della Città.L’arte moderna e contem-poranea procede con il ges-so preparatorio per la Mad-dalena penitente di AntonioCanova, “raro esempio del-la plastica canoviana”, co-me ha scritto Giuseppe Pa-vanello, proveniente da unadelle più illustri collezionipadovane dell’età neoclas-sica, la Collezione Papafavadei Carraresi. L’opera apreun percorso in cui appaionoalcuni capolavori, aggiun-gendosi alla stupenda cera con Ga-vroche di Medardo Rosso, al Cam-pione Olimpionico di Lucio Fontana,al grande Studio per ritratto di Signo-ra di Giacomo Manzù, importantebronzo di uno dei periodi più felici(1946) della produzione dell’artista,che fu scoperto ancora giovane dal-

l’amico bolognese Nino Bertocchi.Un’opera fondamentale di Giaco-mo Balla del 1915, DimostrazioneXX Settembre, potrà inaugurare ilpercorso futurista del bologneseAngelo Caviglioni, di cui la Fon-dazione conserva quasi cento di-

pinti e alcune lettere autografe; ad ar-ricchire le Collezioni della Fondazio-ne infine, un magnifico violino rea-lizzato da Antonio Stradivari all’etàdi 88 anni. ■

* Fondazione Cassa di Risparmioin Bologna

Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna

Alcune recenti acquisizionidi Beatrice Buscaroli*

Giacomo Balla, Dimostrazione XX Settembre

Antonio Canova, Maddalena Penitente

Francesco Francia, Madonna col Bambino e Santa Cecilia

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14 gennaio/febbraio 2007

ARTE E CULTURADAL SISTEMA

La Fondazione Cassa di Rispar-mio di Tortona, in collabora-zione con il Comune di Torto-

na, ha inteso proseguire, nell’ambitodel Progetto culturale “Capitolid’Arte”, il programma di mostre in-centrate sulla pittura italiana tra Ottoe Novecento.L’evento del 2006 è stato dedicato aifratelli Domenico e Gerolamo Indu-no, proposti insieme in una mono-grafica dal titolo La storia e la cro-naca scritte con il pennello. Le per-sonalità artistiche dei due fratelli ap-paiono di grande spicco nel panora-ma della pittura lombarda, dall’etàtardo romantica all’affermazione delverismo e della scena di genere.Affermatisi a Milano nella secondametà dell’Ottocento, Domenico eGerolamo Induno, furono tra i mag-giori interpreti della pittura di gene-re, risorgimentale e delle scene lega-te alla vita borghese e popolare neisuoi diversi aspetti quotidiani. Inparticolare Domenico, il maggioredei due, ha elevato quest’ultimo tipod’iconografia a un livello di grandedignità pittorica, mentre Gerolamoad essa ha alternato il vedutismo, laritrattistica e la raffigurazione degli

episodi militari relativi alle vicendepolitiche del tempo. La rassegna, curata da Giuliano Mat-teucci dell’Istituto Matteucci di Via-reggio, con l’apporto dell’ArchivioManusardi di Milano, è stata allesti-ta a Tortona a Palazzo Guidobonodal 14 ottobre 2006 al 7 gennaio2007. Scopo principale della mostraè stato quello di recuperare il ruolodei due artisti quali interpreti dellasocietà milanese post-risorgimentaleprima che, con l’avvento della Sca-pigliatura, del Realismo e del Divi-sionismo, si affermino le istanze delNovecento. Il piano espositivo haprevisto la presenza di alcuni capola-vori grazie ai quali i due artisti si so-no connotati di forte identità stilisti-ca e di grande originalità. Alcuneopere evidenziano maggiormentequegli aspetti e quelle caratterizza-zioni che più li collegano alla cultu-ra europea dell’epoca. Non manca ilfilone dedicato agli eventi bellici epolitici, una serie di studi e di teledal significato patriottico nelle qualile lotte per l’indipendenza sono statefissate con grande effetto e scrupolo-so rigore documentario. L’ultima retrospettiva dedicata aidue fratelli risale al 1933, mentre atempi più recenti rimanda la rasse-gna Intorno agli Induno, organizzatanel 2002 nel Canton Ticino. Va, pe-rò, precisato che in quest’ultimo ca-so i due artisti anziché risultare i pro-tagonisti del progetto, venivano pro-posti all’interno di un contesto piùampio nel ruolo di anticipatori diun’iconografia a carattere narrativo,destinata a divenire in Italia un mo-dello di riferimento. Nel frattempol’indagine storica sulla particolarefase di passaggio dal quadro di gene-re a quello d’impronta realista è ulte-riormente progredita con una serie distudi approfonditi che hanno restitui-to agli Induno il ruolo di straordinariinterpreti della società lombarda deltempo, riscattandone così l’immagi-ne di pittori troppo spesso sbrigati-vamente definiti aneddotici.

Una mostra incentrata sulla loro ope-ra, quindi, più che un evento celebra-tivo è un atto dovuto. È, inoltre,un’occasione per ridefinirne critica-mente l’alto profilo, anche in rappor-to alla cultura postromantica italiana. Il disegno elaborato dall’IstitutoMatteucci è stato articolato in diecisezioni e, con una scelta di sessantu-no dipinti ha inteso documentare imomenti più significativi di quellapittura nelle sue implicazioni socialie nelle molteplici diversificazioni te-matico-linguistiche. Imprescindibile per la focalizzazionedella personalità degli Induno è statala ricostruzione del loro percorso inragione di una sequenza cronologicache vede Domenico, dalle prime telegiovanili ancora influenzate dagli in-segnamenti di Hayez, passare, conGerolamo, agli esordi tratti dal mon-do familiare, cui si aggiungono quel-li d’ispirazione patriottica evocati, alpari delle scene di genere, in una ve-na patetica e, infine, procedere aduna radiografia della società del tem-po, messa sotto la lente, al di là diqualsiasi intento polemico, nei suoiaspetti più contraddittori, talvoltacon un trattenuto moralismo caratte-rizzato da una sottile ironia.Il dato saliente dell’esposizione è sta-to quello di affiancare ai noti capola-vori dipinti inediti o non più visti datempo che, riflettendone il medesimo

Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona

Storia e cronaca scritte con il pennelloa cura dell’Ufficio Stampa della Fondazione

Domenico Induno, Interno dello studio di un pit-tore, c. 1862, olio su tela, 40,5x33,5 cm

Domenico Induno, Ritratto di Aleardo Aleardi, c.1850, olio su tela, 177,8x132,8 cm

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15gennaio/febbraio 2007

ARTE E CULTURADAL SISTEMA

criterio, ne eguaglino la portata stori-co-critica. A tal fine essenziale e pro-ficuo si è rivelato, oltre il contributodei privati, l’insostituibile apportodelle collezioni pubbliche e private,quali la GAM di Palazzo Pitti, leGAM di Torino, Milano, GenovaNervi e Roma, alcune Pinacotechecome quella di Brera, la Civica diAscoli Piceno e l’Ambrosiana, il Ci-vico Museo Boccacin di Padova, iMusei Nazionali del RisorgimentoItaliano di Torino e Milano, La Fon-dazione Cariplo, il Banco di Desio, laBanca di Legnano, per citarne alcune.Una scelta critica, insomma, estre-mamente selettiva volta a riconside-rare gli Induno, non offrendone l’im-magine convenzionale di rappresen-tanti del retorico aneddoto familiare,bensì quella meno scontata, e se vo-gliamo più complessa, di ideatori diuna pittura civile ispirata ai valori, aisentimenti e alle aspirazioni dell’Ita-lia prima e dopo l’Unità. Una scelta,questa, dettata anche dal grande inte-resse che, in questi ultimi tempi, ilmercato internazionale ha manifesta-to per i due celebri interpreti del Ri-sorgimento. La mostra di Tortona,pertanto, più che un evento celebra-tivo si presenta come un articolatoexcursus di dipinti, tutti di particola-re interesse filologico e di forte im-patto visivo, volti principalmente adar conto, in una ragionata selezionecronologico-iconografica di quelparticolare spirito interpretativo cosìben sintetizzato da un osservatoredel tempo: “…la storia e la cronaca

scritte con il pen-nello…”. A celebricapolavori quali“Al cader delle fo-glie”, “Tristo pre-sentimento” e“L’imbarco a Geno-va del GeneraleGiuseppe Garibal-di” si affiancanoimportanti recuperie scoperte come il“Ritratto di AleardoAleardi” di Dome-nico e “Ascoltandola notizia” di Gero-lamo, opera que-st’ultima assoluta-

mente inedita e tra le più importantidell’artista, tanto da essere vista dal-la critica come sintesi di tutta la suapittura. Domenico e Gerolamo Induno nonrinnegarono mai la grande disciplinaaccademica che, direttamente o indi-rettamente, assimilarono agli inizi daHayez, ma anzi entrambi si confron-tarono proficuamente con l’opera delmaestro traendone personalissimeconsiderazioni sia per quanto con-cerne la grandiosa disinvoltura delleinvenzioni compositive sia la dram-maticità narrativa. Facendo propriele indicazioni di Hayez spaziaronocon libertà di pensiero fra i modellifigurativi del passato, e guardandoall’arte del Settecento veneto, delPiazzetta e di Giovan Battista Tiepo-lo, in particolare, ne recuperarono lesprezzature luministiche della resapittorica, non tralasciando altresì igrandi esempi della pittura settecen-tesca lombarda della realtà, attrattida quella colta tradizione figurativacapace di restituire decoro alle im-magini ordinarie di poveri e di con-tadini.Famose furono le giovani popolanetrasformate in simboli della bellezzaantica e celebrate nei loro costumiquotidiani da Gerolamo Induno im-pegnato nella difesa di Roma del1849 al seguito del generale Giaco-mo Medici. Schierato tra le file deisoldati aspirava a testimoniare la sto-ria con le armi e con il pennello. GliInduno sono stati per Garibaldi quel-lo che i grandi francesi di inizio se-

colo furono per Napoleone. Gerola-mo lo ha seguito in tutte le sue batta-glie, partendo giovanissimo alla vol-ta di Roma nel 1849. Lo ha seguitoda artista e da soldato, combattendoe dipingendo per lui, immortalando-lo alla vigilia di battaglie memorabi-li, oppure riprendendolo come solda-to tra i soldati, colti quasi di sorpre-sa, come nel Bivacco di garibaldinia Capua. Domenico, invece, per-meando di lui la vita quotidiana delsuo popolo, lo ha celebrato in:“…una pagina efficace di storia con-temporanea…coll’aggiunta di queiminuti particolari, di quei domesticiepisodi, di que’ simpatici volti, diquella emozione del cuore che la sto-ria non avverte o disdegna, che co-municano al dipinto l’interesse el’attrattiva del romanzo, lo splendoree l’affetto della poesia”.La rappresentazione della quotidia-nità entro le mura domestiche, cheha come protagoniste preferite le fi-gure femminili, diviene motivo co-stante nella pittura degli Induno so-prattutto nel ventennio 1850-1870,durante il quale le carriere dei duepittori, sovrapponendosi, mostranoaffinità di intenti.Una delle componenti alle radici diquesta propensione verso il mondodegli affetti domestici è la culturadella pittura Biedermeier che predili-ge i temi intimisti in cui rifugiarequel senso di rimpianto per un mon-do stabile, quello dell’ormai com-promesso Impero Asburgico. ■

Gerolamo Induno, Ascoltando le notizie del giorno, 1857-1863, olio sutela, 76x100,2 cm

Domenico Induno, Un pensiero a Garibaldi,1863, olio su tela, 74,7x60,5 cm

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16 gennaio/febbraio 2007

ARTE E CULTURADAL SISTEMA

Continua l’opera di valorizza-zione della figura dello sculto-re rodigino Virgilio Milani da

parte della Fondazione Banca delMonte di Rovigo. In questi giorni èin corso il restauro, promosso e rea-lizzato dalla Fondazione, del basso-rilievo, inneggiante la famiglia, po-sto nella loggia del centralissimo Pa-lazzo INA prospiciente via Angeli. Dopo l’allestimento della mostrapermanente presso il chiostro dell’excomplesso Olivetano a San Bortolo,in collaborazione con il Comune diRovigo, dove sono raccolte preziosesculture, anche di privati, la Fonda-zione con questa iniziativa persegueil progetto di recupero e studio di unartista definito da Lucio Scardino «ilmigliore scultore polesano del ‘900»(“Libero - Ricerche sulla scultura delprimo Novecento”, Firenze, n. 7 pri-mavera 1996).

Virgilio Milani, scomparso nel 1977,a pieno titolo infatti può essere anno-verato nei testi di storia dell’arte co-me scultore di straordinario talento edall’originale stile tra il naturalismoe l’astrazione. Di assoluta creatività,senza concessioni retoriche né senti-mentali, il suo realismo derivava dauna personalissima elaborazione del-l’eredità del Rinascimento padano.Numerose sono le opere con cui egliha voluto testimoniare il legame conla sua città, che non ha mai lasciatodurante la sua lunga carriera artisti-ca. I suoi lavori vi si trovano disse-minati come in un museo all’aperto:dinanzi alla stazione la bellissimaFontana della Riconoscenza, la sta-tua dell’esploratore Giovanni Mianinell’omonima via, il busto del sinda-co-bonificatore Amos Bernini in viaRegina Margherita, monumenti fu-nebri di cappelle di famiglia, il “libro

aperto” nel parco della scuola mediaCasalini e moltissime altre opere tracui diversi bassorilievi nei palazzidel centro storico.Tenendo fede alla propria mission laFondazione Banca del Monte di Ro-vigo intende compiere una doverosaopera di riconoscimento verso unodei più talentosi maestri del secoloappena scorso e nel contempo salva-guardare il patrimonio artistico dellacittà, contribuendo ad impreziosirnel’immagine. Diverse le iniziativeprogettate dalla Fondazione Bancadel Monte finalizzate alla valorizza-zione e alla conoscenza dello sculto-re inserite nel più ampio progettoculturale ed educativo verso la citta-dinanza, specialmente verso le gio-vani generazioni, affinché acquisiscaconsapevolezza del proprio patrimo-nio culturale tanto importante per lacostruzione della propria identità. ■

Fondazione Banca Del Monte di Rovigo

Valorizza Virgilio Milania cura dell’Ufficio Stampa della Fondazione

Ristrutturazione del basso rilievo del Palazzo Ina di Rovigo

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17gennaio/febbraio 2007

DAL SISTEMA

a cura di Francesca CignaI PROGETTI

DENOMINAZIONE PROGETTO CAPPELLA DI UGUCCIONE CONTRARIDescrizione Sintetica Restauro degli affreschi e interventi mirati alla corretta con-

servazione ambientale della Cappella di Uguccione Contra-ri della Rocca di Vignola

Settore Arte, attività e beni culturaliDurata Progetto annualeImporto circa 70.000 euroAnno prima delibera 2004Origine del Progetto Progetto proprio della fondazioneLocalizzazione Vignola (MO)

Fondazione Cassa di Risparmiodi Vignola

Tra le priorità istituzionali della Fondazione di Vignola rientrano la conservazione e la valo-rizzazione della Rocca, edificio risalente all’VIII secolo, meta di numerosi visitatori che pos-sono ammirare gli splendidi affreschi ancora oggi presenti nei piani nobili dell’imponente edi-ficio. Gli interventi di restauro da decenni vengono effettuati ciclicamente, ma un progetto ge-nerale del 2002, costituito principalmente da importanti indagini conoscitive, ha evidenziatola necessità di intervenire celermente per salvaguardare la Cappella di Uguccione Contrari,che contiene un prezioso ciclo pittorico del XV secolo attribuito al Maestro di Vignola. Gli interventi effettuati da un’equipe diretta dal prof. Bruno Zanardi, e coordinati dall’arch.Vincenzo Vandelli dello Studio Abacus di Sassuolo, sono stati seguiti direttamente dalle So-printendenze competenti di Modena e Bologna. Al progetto hanno partecipato, inoltre, iproff.ri Livio De Santoli e Fabrizio Cumo del Centro CITERA dell’Università La Sapienza diRoma, per il complesso studio microambientale e conservativo, l’arch. Giordana Arcesilai del-lo Studio RT di Bologna, per la progettazione dell’illuminazione, il Prof. Pietro Baraldi del Di-partimento di Chimica dell’Università di Modena, per lo studio dei pigmenti e dei materiali.

GENESI DELPROGETTO

La rubrica presenta i progetti delle Fondazioni bancarie contenuti nel database “Progetti” nel-l’area riservata alle associate del sito ACRI. Si tratta di iniziative che per modalità innovativa ecomplessità di realizzazione o per la loro particolare tipologia appaiono di rilevante interesse.

Cappella di Uguccione Contrari

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18 gennaio/febbraio 2007

DAL SISTEMA

Il Progetto nella sua fase realizzativa ha previsto varie fasi:Un primo momento ha previsto una ricognizione strumentale. Essa ha rilevato situazioni diparticolare gravità dovuta al deposito di polveri e ad una imperfetta circolazione dell’aria chedeterminava preoccupanti valori di umidità in occasione della permanenza all’interno del lo-cale di gruppi di visitatori. Successivamente si è proceduto alla progettazione e collocazionedi impianti destinati al miglioramento delle condizioni ambientali;Una seconda fase ha compreso la revisione completa degli apparecchi di illuminazione volti asostituire i precedenti ormai obsoleti e non adeguati in quanto fonti di calore che provocava-no uno squilibrio ambientale, oltre a fornire un’illuminazione non equamente distribuita chenon consentiva la buona percezione del ciclo pittorico;Un successivo momento ha previsto un’accurata indagine sulle tecniche ed i materiali utiliz-zati nell’esecuzione delle decorazioni, condotta attraverso metodi non distruttivi;Infine si è proceduto ad una rimozione dello strato di intonaco monocromo della fascia infe-riore della Cappella al fine di riportarne in luce le parti più antiche caratterizzate da tracce dibattiture di filo in color rosso preparatorie a finiture decorative mai poi utilizzate;e finale pulitura degli affreschi.

DESCRIZIONE ANALITICADELPROGETTO

I lavori eseguiti hanno permesso di ottenere importanti risultati. In primo luogo una miglioreconservazione del pregevole ciclo pittorico attraverso le apparecchiature poste all’ingressoche hanno la funzione di migliorare il microclima ambientale. Inoltre l’intervento ha permes-so una maggiore visibilità degli affreschi messi in risalto da apposite fonti luminose. Infine le indagini effettuate durante il restauro e gli studi che il Centro di Documentazione del-la Fondazione ha svolto sui numerosi documenti storici acquisiti dai più importanti archivi na-zionali, hanno prodotto materiale utile per la preparazione di una monografia corredata da unricchissimo atlante fotografico di prossima pubblicazione contenente i saggi degli specialistiche hanno contribuito a ridare splendore alla Cappella di Uguccione Contrari.

IMPATTO, RISULTATI, E PROSPETTIVE FUTURE

I PROGETTI

Assunzione della Vergine Resurrezione di Cristo e Discesa al Limbo, particolare

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19gennaio/febbraio 2007

DAL SISTEMAI PROGETTI

Nel settembre 2006, è stato inaugurato a Volterra, presso il reparto ospedaliero di radiologia, ilnuovo servizio di risonanza magnetica. Il progetto è stato realizzato interamente dalla Fondazio-ne Cassa di Risparmio di Volterra, mediante l’acquisto di un macchinario di ultimissima gene-razione. La decisione di donare l’apparecchiatura all’ospedale volterrano nasce come progetto proprio,inserito nel Documento Programmatico Previsione dell’anno 2003, intervento fortemente volu-to dagli organi della Fondazione alla condizione che l’apparecchiatura rimanesse in dotazioneesclusiva al Presidio Ospedaliero di Volterra. La motivazione è stata quella di arricchire la struttura sanitaria di una apparecchiatura all’avan-guardia in grado di potenziare il comparto della diagnostica nell’Alta Val di Cecina e ha costi-tuito un’importante occasione per la riqualificazione dell’ospedale cittadino.Nell’agosto del 2004 la Fondazione ha stabilito le modalità di acquisto ordinando l’apparecchia-tura, gli impianti ed i servizi accessori.L’Azienda Asl di Pisa, nell’aprile 2005,ha iniziato i lavori preliminari necessari all’installazio-ne dell’apparecchiatura; durante il loro svolgimento sono stati affrontati diversi problemi, dovu-ti principalmente alla necessità di dover intervenire anche internamente, negli spazi della Radio-logia, continuando a garantire tutte le prestazioni mediche.Nel febbraio 2006 il Presidente della Fondazione e il Direttore Generale dell’Azienda Asl 5 diPisa, hanno provveduto alla firma del relativo atto di donazione modale.La risonanza di Volterra, al momento, è l’unica fissa nell’intera Asl 5, e potrà abbreviare i tem-pi per i pazienti in lista di attesa ed assumere un ruolo a livello regionale richiamando a Volter-ra pazienti al di fuori dell’Asl 5.

GENESI DELPROGETTO

Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra

DENOMINAZIONE PROGETTO APPARECCHIATURA PER RISONANZA MAGNETICADescrizione Sintetica Dono al presidio ospedaliero di Volterra di una apparecchia-

tura per la risonanza magnetica. (Tomografo da 1,5 T corre-dato dei dispositivi e dei software più avanzati)

Settore Salute pubblica, medicina preventiva e riabilitativaDurata Progetto pluriennaleImporto circa 1.500.000 euroAnno prima delibera 2004Natura giuridica del soggetto beneficiario Ente pubblico - Presidio ospedaliero di VolterraOrigine del Progetto Progetto proprioLocalizzazione Provinciale

FONDAZIONECASSA DI RISPARMIODI VOLTERRA

Magneton Symphony Maestro Class: la nuova risonanza magnetica del-l’Ospedale di Volterra

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20 gennaio/febbraio 2007

DAL SISTEMA

La macchina della risonanza magnetica in un mese e mezzo ha eseguito 435 esami; di questiun centinaio su pazienti provenienti da altre Asl. L’assessore regionale alla salute Enrico Ros-si e il Sindaco di Volterra Cesare Bartaloni hanno sottolineato la qualità dell’impianto e apprez-zato con enfasi la lungimiranza della Fon-dazione Cassa di Risparmio di Volterranella scelta di investire nella salute e an-che la Regione si è impegnata a fare la suaparte nell’adottare una strategia affinché ilPresidio Ospedaliero di Volterra si specia-lizzi nella diagnostica, rappresentandosempre più un centro d’eccellenza in gra-do di soddisfare le esigenze dei pazientinon solo della provincia di Pisa ma del-l’intera Toscana. Un polo d’attrazione sa-nitaria per migliaia di pazienti.

IMPATTO, RISULTATI, E PROSPETTIVE FUTURE

I PROGETTI

La nuova risonanza magnetica (Tomografo da 1,5 T) denominato Magneton Symphony MaestroClass introduce una nuova generazione di sistemi per operatori e pazienti, ideali per la routinedi clinica avanzata. È un sistema total body ad alte prestazioni che combina il design rivoluzio-nario con i benefici dell’intensità di campo di 1,5 T in termini di tempi di acquisizione e risolu-zione.Questa apparecchiatura all’avanguardia è in grado di individuare patologie dell’apparato musco-lo-scheletrico, ma anche degli organi interni, cuore e cervello. In particolare su pazienti che han-no avuto un trauma, un infarto cerebrale, è possibile sapere quali aree del cervello hanno subi-to una perdita cerebrale, e se queste aree potranno essere compensate dalle aree vicine. Graziea questo esame funzionale si potrà ricorrere alla riabilitazione mirata, dando un supporto scien-tifico e tecnologico alle riabilitazioni e potrà essere potenziato l’intero polo riabilitativo.Un secondo aspetto molto importante della nuova macchina è l’aver superato l’handicap dellaclaustrofobia, presente in molti pazienti, grazie ad una apertura svasata fino a 120 cm.Il nuovo servizio potrà essere sinergico anche con le due strutture di riabilitazione presenti al-l’interno dell’ospedale di Volterra: l’Auxilium Vitae e il reparto Inail (due strutture che si por-ranno come punti di richiamo, a livello regionale, nel settore della riabilitazione).

DESCRIZIONE ANALITICADELPROGETTO

Esterno dell’Ospedale di Volterra

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21gennaio/febbraio 2007

ARTE E CULTURADAL SISTEMA

Le raccolte d’arte delle Fonda-zioni di origine bancaria pre-sentano natura ed origini fra

di loro differenti, poiché ognuna se-gue più o meno coerentemente la tra-dizione del proprioIstituto e con essoereditano quel parti-colare legame con lacultura, la storia e lavita sociale del terri-torio in cui operano.Le collezioni infatti sisono via via formatein continuità, seppurein piena autonomia,con la tradizione e lastrategia perseguitadalle Casse di Rispar-mio. Altre Fondazioniinvece hanno provve-duto a formare colle-zioni ex-novo attra-verso acquisizioni oattraverso lasciti e do-nazioni da parte di en-ti o di privati cittadi-ni, perseguendo co-munque la salvaguar-dia e la valorizzazio-ne del patrimonio cul-turale locale. Nei cri-teri per l’acquisizioneè sempre presentel’attenzione all’acqui-sto di opere del perio-do artisticamente piùimportante per il ter-ritorio di riferimento,rivolgendosi per lopiù agli artisti che so-no nati o che hanno operato in loco,con l’intento primario di riportarenei luoghi d’origine opere o scuolepittoriche che abbiano dato un con-tributo significativo alla storia loca-le, evitandone così la dispersione inaltri circuiti, siano essi geografici,culturali o di mercato. È con questo spirito culturale e filan-tropico che la Fondazione CARIVITrecentemente ha realizzato un’altra

acquisizione molto significativa peril patrimonio della Fondazione e perla città di Viterbo: il dipinto Riposoin Egitto di Anton Angelo Bonifazi(Viterbo 1627-Roma 1699). L’opera

è stata collocata nella Sala delle As-semblee di Palazzo Brugiotti, sededella Fondazione, ove è già presentenel soffitto un’altra importante operadello stesso autore Incontro tra Ve-nere e Enea. L’attribuzione di questoultimo dipinto si deve ad Anna LoBianco, la quale in occasione del re-stauro dell’opera, in un opuscolostampato a cura della Fondazione, cene indica le ragioni: “L’attribuzione

a Bonifazi è motivata dalla fortissi-ma affinità di stile e modi con la suaopera nota. La tematica è particolar-mente diffusa nel Seicento quando isoggetti letterari e biblici offrono

molteplici spunti allacommittenza colta(…).Il soggetto riprendepoi quello realizzatodal suo maestro, Pie-tro da Cortona, in unquadro degli anni1631-35, conservatoal Louvre, uno dei ca-polavori della sua pri-ma maturità. Il con-fronto tra le due opereci chiarisce il rapportodi forte dipendenza daPietro da Cortona delBonifazi, che ne ri-prende la composizio-ne, studiandola secon-do evidenti regole diillusionismo barocco.(…) Ma al di là dell’e-videnza stilistica checonduce convincente-mente all’attribuzionea Bonifazi, emergonoanche elementi di ca-rattere storico che av-valorano ulteriormen-te questa proposta.Sappiamo infatti daglistudi recenti di NorisAngeli (“Informazio-ni”, n. 12/1996, p. 80)che il padre dell’arti-sta, Giacomo di Cesa-

re Bonifazi, fu molto legato alla fa-miglia Brugiotti, svolgendo in parti-colare nel 1663 l’attività di esattoreper Alessandro Brugiotti, Tesorieredella Provincia del Patrimonio diSan Pietro. La circostanza che lagrande tela ovale sia posta al centrodel salone del Palazzo Brugiotti è in-dicativa di come si sia svolto il rap-porto di committenza tra il personag-gio viterbese, titolare della dimora

Fondazione CARIVIT

Una nuova acquisizionedi Elisabetta Boccia

Soffitto del salone di rappresentanza di Palazzo Brugiotti. Nell’ovale al centro: AntonAngelo Bonifazi, Incontro tra Venere e Enea, olio su tela

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22 gennaio/febbraio 2007

ARTE E CULTURADAL SISTEMA

gentilizia e l’artista, figlio di un suocollaboratore e ormai affermato incampo figurativo, dopo l’apprendi-stato con il grande pittore barocco”(Pietro da Cortona, ndr).Nonostante la produzione pubblicaconservata nella sua città natale, l’ar-tista risulta pressoché sconosciuto aibiografi contemporanei se non fosseper la già citata Anna Lo Bianco eper Italo Faldi, autore del saggio L’e-pisodio cortonesco dei fratelli Boni-fazi e il purismo arcaizzante di An-gelo Pucciati contenuto nel fonda-mentale testo per lo studio della pit-tura a Viterbo “Pittori viterbesi dicinque secoli” (Roma, 1970). Qui ilFaldi oltre a rendere note alcune ope-re dell’artista ne caratterizza la ma-niera come “interpretazione sottileed estroversa del cortonismo” evi-denziando “più di un punto di con-tatto con Ciro Ferri”. Allievo di Pie-tro da Cortona, nel 1669 Bonifazi èricordato come legatario nel testa-mento del maestro e risulta anzi abi-tare con lui: fu quindi attivo nella

bottega cortonesca ne-gli anni in cui Ciro Fer-ri ne era il responsabi-le. Sembra che si devequindi al Ferri il sugge-rimento per l’invenzio-ne della pala San Gu-glielmo e San Tomma-so di Villanova e per idisegni di altre compo-sizioni tra cui moltoprobabilmente il nostrodipinto Riposo in Egit-to, recente acquistodella Fondazione. Masono anche le tele con-servate nella chiesa diS. Eustachio nella villaCetinale ad Ancarano,del 1677 e del 1678,eseguite rielaborandoin parte esempi di CiroFerri che offrono spun-ti per un più puntualeconfronto con l’operaqui esaminata: oltre al-l’impianto compositivoche richiama nellosfondo paesistico lostile cortonesco, vi so-no altri elementi quali l’angelo inprimo piano a destra, la Vergine alcentro del dipinto, la posa di S. Giu-seppe e il suo ricco panneggio, tuttiassimilabili ad altre figure corrispon-denti nelle tele di Ancarano. Tali ele-menti di confronto oltre a fornici lapossibile datazione attorno agli annisettanta della nostra pala, indicanoCiro Ferri come possibile ideatoreanche qui di alcuni motivi, come gliangeli in volo che sostengono ildrappo alla sommità del dipinto. Oltre quindi all’opera meritoria disalvaguardia e tutela del patrimonioartistico locale, la Fondazione Cari-vit con la nuova acquisizione forni-

sce un valido supporto all’approfon-dimento degli studi sul pittore Boni-fazi: la pala infatti costituisce un im-portante e ulteriore elemento per unvalido confronto con tutte quelleopere che oggi si trovano ancora sulmercato o nei depositi dei musei, ri-ferite magari ad anonimi o confusecon qualche altro pittore cortonesco,contribuendo alla redazione di unnuovo e più aggiornato catalogoscientifico dell’artista viterbese. Co-erente con la propria missione, laFondazione Carivit ha così ancorauna volta contribuito alla crescitaculturale della città e del suo territo-rio. ■

Anton Angelo Bonifazi, Riposo in Egitto, olio su tela

Palazzo Brugiotti

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23gennaio/febbraio 2007

Giuseppe Guzzetti,presidente dell’Acri,e Andrea Ceccherini,

presidente dell’OsservatorioPermanente Giovani Editori,il 16 gennaio hanno presen-tato a Milano il progetto “AScuola con le Fondazioni”,di fronte a 250 allievi dellescuole superiori di Milano,riuniti presso l’Istituto Tecni-co Commerciale Santa Gem-ma insieme a ai loro docenti.“A Scuola con le Fondazio-ni” è un progetto didatticoche si propone di favorire lacrescita dei giovani comesoggetti attivi della società,affinché siano domani citta-dini consapevoli e responsa-bili. In particolare, portandonelle scuole una maggior co-noscenza del ruolo delle Fondazioni e del loro inter-vento sussidiario in vari campi di interesse collettivo,l’iniziativa si propone di far comprendere meglio aigiovani il senso della partecipazione alla comunità, co-gliendone l’evolversi delle esigenze e dando risposteche possono partire anche dall’attenzione e dal contri-buto di ognuno.«In un contesto in cui lo stato sociale riduce il proprioruolo - ha affermato infatti Guzzetti - diventa semprepiù importante l’azione di tutti i cittadini che diretta-mente impegnati nel non profit, o semplicemente par-tecipi della cultura della donazione, creano una socie-tà al contempo libera, pluralista e solidale».Con questa iniziativa l’Acri e l’Osservatorio voglionovalorizzare il ruolo dei corpi intermedi nella società edare un impulso concreto alla sensibilizzazione deigiovani all’impegno, stimolandoli a una partecipazio-ne attiva alla vita della collettività. Vogliono inoltre da-re un segnale di attenzione affinché sempre più si crei-no condizioni sociali, culturali e civili, capaci di aiuta-re il mondo giovanile ad esprimere tutte le potenziali-tà che lo caratterizzano e che ne fanno un universostraordinariamente fertile. “A Scuola con le Fondazioni” si svolge nell’ambito deiprogrammi de “Il Quotidiano in Classe”, l’iniziativadell’Osservatorio Permanente Giovani - Editori cheraggiunge oltre un milione e mezzo di studenti in tuttaItalia, al quale anche molte Fondazioni danno il lorosostegno. «Leggere aiuta a crescere - ha dichiarato

Ceccherini -. Se vogliamo contribuire a fare dei giova-ni di oggi i cittadini liberi di domani dobbiamo lavora-re per informarli e appassionarli ai grandi e piccoli te-mi del nostro tempo, al fine di renderli sempre più par-tecipi. A questo obiettivo sono certo contribuirà anche“A Scuola con le Fondazioni”, un’iniziativa con cui lacollaborazione tra l’Acri e l’Osservatorio si è ulterior-mente rafforzata».Essa si articola su una proposta didattica ben definitariguardo a che cosa è la sussidiarietà e qual è il ruolodelle Fondazioni sui loro territori, sviluppata in un’oradi lezione che gli oltre 37 mila insegnanti coinvolti ne“Il Quotidiano in Classe” sono stati invitati a tenerenella settimana tra il 15 e il 20 gennaio. A questa segueuna serie di incontri di approfondimento a livello loca-le - di cui quello di Milano è stato il primo - in cui i ra-gazzi possono interrogare direttamente i rappresentatidelle Fondazioni su cosa fanno e come operano a favo-re dei loro territori e del Paese.«Con questa iniziativa - ha concluso Guzzetti - le Fon-dazioni, che sono uno dei principali motori di un wel-fare che potremmo definire sussidiario, vogliono rivol-gersi ai giovani, per farsi conoscere e per far sì che sia-no sempre più numerosi quelli impegnati nel non pro-fit, a dare cuore, braccia e cervello a favore dell’arte,della cultura, della solidarietà». ■

(a cura di Linda Di BartolomeoResponsabile Comunicazione Acri)

A scuola di sussidiarietàcon le Fondazioni

Andrea Ceccherini e Giuseppe Guzzetti

NEWSACRI

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24 gennaio/febbraio 2007

NEWS

Si terrà il prossimo 21 marzo a Roma, presso l’I-stituto dell’Enciclopedia Italiana, il secondo in-contro seminariale dal tema “Attività museali”,

organizzato dalla Commissione Beni Culturali dell’A-CRI. Seguendo la formula già sperimentata nel prece-dente incontro relativo al “Restauro, tutela e valorizza-zione dei beni culturali”, il seminario dedicherà unaprima parte allo scambio di esperienze e di informazio-ni tra le Fondazioni, mentre la seconda parte sarà riser-

vata a interventi di studiosi, professionisti e tecnici delsettore che approfondiranno gli aspetti più rilevanti deltema prescelto, anche in ragione di quanto emerso nel-la parte dedicata alle esperienze. Gli esperti individua-ti per la discussione delle tematiche dell’incontro sono:Antonio Paolucci (Firenze), Massimo Montella (Peru-gia), Pierluigi Sacco (Venezia) e Girolamo Sciullo(Bologna). Il coordinamento dei lavori è affidato aMarco Cammelli e a Giuliano Segre. ■

Attività museali

Helga Schneider ha inaugurato la XII edizione dellarassegna

Èstata Helga Schneider, la scrittrice di origine te-desca autrice di best-seller come Il rogo di Ber-lino, Lasciami andare madre e Porta di Brande-

burgo, ad inaugurare venerdì 26 gennaio la XII edizio-ne della rassegna “Incontri con l’autore”, promossadalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì.L’incontro, che ha visto la partecipazione di oltre 500persone nell’Auditorium della Cassa dei Risparmi diForlì, è stata aperto e concluso dalla proiezione di fil-mati dell’Istituto Luce sulla Berlino prebellica e suidevastanti bombardamenti di cui la stessa città fu fattaoggetto tra il 1943 ed il 1945.Gli stessi bombardamenti che Helga Schneider rievocanella sua ultima opera dedicata, come rivela il titolo -Io, piccola ospite del Führer -, allavisita premio al bunker di Hitler.Tale “opportunità” le toccò in sor-te “grazie a una delle astruse mos-se propagandistiche del ministroJoseph Goebbels” volte a creareuna parvenza di normalità, in mo-do quasi maniacale, in una cittàsconvolta e disperata.Conversando con il critico lettera-rio Giovanni Tesio, la scrittrice haquindi ripercorso quei momenti edenunciato, nell’imminenza dellaGiornata della memoria, l’assurdi-tà di ogni guerra e di ogni forma didiscriminazione razziale.L’incontro del pomeriggio è statoriproposto la mattina successiva,sempre all’Auditorium della Cassadei Risparmi, per 400 studenti del-

le scuole secon-darie di Forlìcui la Fondazio-ne aveva pre-vent ivamenteinviato inomaggio copiadel libro. I ra-gazzi hanno co-sì potuto incon-trare, nellaGiornata dellamemoria, unadelle più impor-tanti testimoni della Seconda Guerra Mondiale vista“dall’altra parte”, verificando in tal modo come ancheil popolo tedesco finì vittima della follia hitleriana. ■

Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì

Incontri con l’Autore

L’incontro del pomeriggio