ANIMALI REALI E FANTASTICI NEI LIBRI ANTICHI DELLA ...

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ANIMALI REALI E FANTASTICI NEI LIBRI ANTICHI DELLA BIBLIOTECA DEL MUSEO REGIONALE DI SCIENZE NATURALI DI TORINO

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ANIMALI REALI E FANTASTICI NEI LIBRI

ANTICHI DELLA BIBLIOTECA DEL MUSEO REGIONALE DI SCIENZE NATURALI DI TORINO

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La Biblioteca del MRSN possiede un prestigioso fondo di volumi antichi pubblicati tra il 1500 e la seconda metà del 1800, appartenuti all'entomologo marchese Massimiliamo Spinola (1780-1857). All’interno del fondo molti volumi sono dedicati alla storia della zoologia e alle diverse iconografie del mondo animale, che fino al 1600 comprendono animali reali e fantastici.

Il nostro viaggio comincia però ben prima dell’invenzione della stampa, nel mondo antico. Infatti la nascita delle scienze naturali si può far risalire ad Aristotele e alla sua Storia degli animali, composta tra il 347 e il 342 a.C. Aristotele scrive un’opera immensa, che tratta di tutti gli animali, dai mammiferi ai vermi, e sostiene che l’uomo fa parte del regno animale. Tale affermazione nei secoli seguenti, nella nascente società cristiana, verrà giudicata blasfema, in quanto l’uomo, creatura divina, non può essere paragonato agli altri esseri viventi.

Dopo Aristotele, nel mondo romano, Plinio il vecchio (23-79 d.C.) scrive una monumentale Storia naturale che in parte segue la traccia del filosofo greco, ma riporta anche molte credenze fantastiche. Aristotele non si era curato dei mostri e delle creature mitologiche; Plinio, al contrario, dà spazio a tutto ciò, attingendo a una serie di fonti anche orientali e immettendo questo mondo nella cultura tardoantica e poi medievale. L'affidabilità di Plinio varia con il variare delle sue fonti: per gli animali esotici, che egli non conosce o conosce poco, si affida ora ad Aristotele, ora a viaggiatori e mitografi specie greci che invece abbondano di descrizioni di mostri e di meraviglie.

Nel Medioevo hanno una grande diffusione i bestiari, che raccolgono brevi descrizioni di animali (reali ed immaginari) senza una specifica valenza scientifica o naturalistica, accompagnate da spiegazioni moralizzanti e riferimenti tratti dalla Bibbia. Gli animali, in effetti, sono onnipresenti nelle Sacre Scritture, specie nell’Antico Testamento, direttamente o sotto forma di metafore o paragoni: il serpente della Genesi, il corvo e la colomba dell’arca di Noè, il montone sacrificato da Abramo al posto di Isacco e così via. L’antenato effettivo dei bestiari è tuttavia l'opera greca Physiologus (il fisiologo, cioè lo studioso della natura), un testo allegorico scritto in greco verso la fine del II secolo d.C. e in seguito tradotto in latino, che offriva l'interpretazione degli animali e delle loro caratteristiche in chiave simbolica e religiosa (quindi, ad esempio, il leone, re degli animali, era associato a Cristo). In seguito questo testo si arricchì di dettagli ed immagini sviluppandosi nei bestiari veri e propri. I bestiari si diffusero soprattutto tra Francia e Inghilterra nel XIII-XIV secolo anche se non mancano testimonianze posteriori, inferiori però dal punto di vista della realizzazione artistica. Accanto ai comuni animali, nei bestiari hanno largo spazio anche le creature fantastiche, tra le quali molte che ancora oggi popolano la letteratura fantasy.

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L’ unicorno viene descritto per la prima volta nel V secolo a.C. dal medico greco Ctesia come una sorta di asino selvatico con un singolo corno sulla fronte, che vive nella Indie. Plinio lo descrive con un corpo di cavallo, testa di cervo, zampe di elefante e coda di cinghiale. Insomma un animale mostruoso e selvaggio che dell’antica mitologia conserva però il famoso corno, considerato oggetto molto pregiato e dotato di poteri sovrannaturali, motivo per cui l’unicorno veniva spesso cacciato dall’uomo, avido di ogni tipo di potere. Pare che tale corno avesse la proprietà di preservare dai veleni, per cui se ne costruivano vasi per bere, oppure se ne immergeva un frammento nella brocca in cui era contenuta la bevanda prima di consumarla. I grandi del mondo pare si disputassero queste corna, vendute a peso d’oro. Catturare un unicorno non era tuttavia facile, perché era un animale feroce e veloce nella corsa. Sapendo che era attratto dall’odore della verginità, i cacciatori facevano sedere una fanciulla in una radura nel cuore della foresta, e si nascondevano finché l’unicorno arrivava e posava la testa in grembo alla pulzella. Ma ahimé se la fanciulla non era più vergine l’unicorno si infuriava e la uccideva col suo corno! Quale animale reale ispirò la nascita dell’unicorno? Probabilmente il rinoceronte, anche se molti autori medievali distinguono in realtà il monoceros più massiccio e meno veloce dall’unicorno stesso. Una stessa triste sorte lega però il fantastico unicorno col reale rinoceronte: la brama per il loro corno. Infatti il commercio dei corni di rinoceronte, al quale la medicina tradizionale cinese attribuisce la guarigione di febbri, epilessia, malaria, avvelenamenti e ascessi è causa di un intenso bracconaggio che rischia concretamente di portare all’estinzione questa specie.

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Senza dubbio uno degli animali fantastici più spettacolari e ricorrenti in varie forme nella letteratura antica e in quella moderna di fantasy è il drago, il più grande dei serpenti con zampe e ali. La sua arma si trova nella coda avvelenata, in grado di stringersi in spire per soffocare le vittime; dalla bocca e dalle orecchie gli escono fiamme, dalle narici un fumo che impesta l’atmosfera. Quando esce dal suo antro nella roccia, si dice che il drago renda luminosa l’aria al suo intorno. Spesso è rappresentato nell’atto di avvolgere un elefante, considerato suo nemico particolare. Il drago nella cultura medievale è un animale assolutamente reale, anche se descritto in forme molto diverse. Si sposta molto velocemente perché può camminare, correre, volare, nuotare, arrampicarsi e strisciare. Il drago rappresenta nell’Occidente medievale il diavolo, ogni vittoria su di lui è una vittoria del bene sul male; nelle culture asiatiche esistono invece numerosi draghi “buoni” e apportatori di bene.

Il basilisco (dal greco βασιλίσκος basilískos, "piccolo re") è una creatura mitologica citata anche come "re dei serpenti", che si narra abbia il potere di uccidere con un solo sguardo diretto negli occhi. Secondo Plinio il Vecchio il basilisco, un piccolo serpente con la cresta di gallo nato da un

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uovo di gallo (!) fecondato da un serpente e covato da un rospo, nonostante le sue ridotte dimensioni sarebbe la creatura più mortale in assoluto. È infatti velenosissimo ed è in grado di uccidere con il solo sguardo. Qualunque essere vivente entri in contatto con il suo fiato o venga morso muore sul colpo. Il basilisco vive nel deserto da lui stesso creato, perché ha la capacità di seccare gli arbusti oltre che con il contatto, con il solo sguardo. Nonostante la loro apparenza invincibile, i basilischi hanno due nemici mortali: le donnole, che però muoiono sempre anche se riescono ad ucciderli, ed i galli, il cui canto è per loro letale. Un basilisco può inoltre essere ucciso anche facendolo specchiare in modo che sia il suo stesso sguardo ad ucciderlo.

Se nel mondo cristiano medioevale lo studio della natura in termini scientifici è considerato un oltraggio verso Dio, quasi un volerne violare i segreti, negli anni del Rinascimento l’uomo comincia a guardarsi intorno con occhi diversi e a voler studiare la natura reale. Leonardo da Vinci (1452-1519) è uno dei primi grandi innovatori in campo scientifico: il disegno con lui diventa uno strumento di conoscenza profonda della realtà naturale. Gli animali vengono raffigurati come sono, con estrema attenzione anche al loro “funzionamento” e non solo all’apparenza esteriore. Leonardo dà quindi inizio all’anatomia comparata, che si svilupperà nei secoli seguenti.

Il secolo XV porta con sé una grande invenzione che modifica profondamente la storia e la struttura dei testi: la stampa a caratteri mobili sviluppata dal tipografo tedesco Gutenberg nel 1455. Il procedimento di stampa di Gutenberg consiste nell'allineare i singoli caratteri in modo da formare una pagina, che viene cosparsa di inchiostro e pressata su un foglio di carta o di pergamena. In realtà una tecnica simile era nota in Asia già da alcuni secoli, grazie all’inventore Bi Sheng con i suoi caratteri in terracotta. Si passa quindi dai manoscritti in pergamena, miniati a mano, ai primi testi a stampa, nei quali le illustrazioni sono realizzate mediante intaglio di tavole di legno, secondo il procedimento della xilografia: le parti lasciate in rilievo vengono inchiostrate, trasferendo così la figura realizzata dall’intagliatore sulla carta. I libri pubblicati fino al 1500 sono chiamati incunaboli, termine derivato dal latino che indica la culla, o le fasce con cui si avvolgevano i neonati. Dalla pergamena si passa alla carta, molto diversa però da quella dei libri odierni, più spessa e resistente: fino a metà 1800 era ricavata dagli stracci, che venivano lavati, bolliti, raschiati con lunghi coltelli e poi divisi a formare i fogli. Fu solo nel 1844 che fu brevettata una tecnica per ricavare la carta dal legno: la produzione della carta divenne molto più economica e molto più diffusa, anche se la qualità ne risentì.

Nel XVI secolo cresce l’interesse per la natura e per l’osservazione diretta degli animali: inoltre i viaggi e le scoperte geografiche del periodo portano in Europa notizie più o meno confuse ma anche l’arrivo di animali vivi o conservati provenienti dai continenti esotici, come le Indie occidentali (le Americhe). Si diffonde il collezionismo di ogni possibile oggetto naturale: animali impagliati, fossili, minerali, e le cose più curiose. Le stanze delle meraviglie (Wunderkammer in tedesco) sono le antenate degli odierni musei di scienze naturali.

Gli zoologi del 1500 sono collezionisti eruditi che cercano il più possibile di mettere a confronto le conoscenze tradizionali con l’osservazione diretta. In gran parte sono medici, sia perché la medicina predispone alla sperimentazione, sia anche perché dagli animali, come dalle piante, erano tradizionalmente ricavati molti farmaci. Ma, come vedremo, anche nei loro testi continueranno a comparire gli animali fantastici e, insieme a loro, figure mitologiche mezze umane e mezze animali.

Uno degli studiosi più caratteristici della zoologia rinascimentale è lo svizzero Conrad Gessner (1516-1565). Medico, si dedica con passione alla cultura scientifica, pubblicando tra il 1551 e il 1558 una enciclopedica Historia animalium, che raccoglie per i diversi animali ogni possibile nozione scientifica, storica, simbolica e pratica, dando grande importanza alle illustrazioni, alcune copiate da autori precedenti, altre appositamente realizzate per l’opera. Insieme agli animali reali

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appaiono le descrizioni di animali mitologici, come il mostro marino chiamato balena diavolo, un vero incubo per i naviganti!

Ulisse Aldrovandi (11 settembre 1522 – 4 maggio 1605), medico, naturalista, botanico e entomologo italiano, studioso delle diversità del mondo vivente si impone, negli ultimi decenni del Cinquecento e fino ai primi del Seicento, come una delle maggiori figure della scienza, nonché guida e riferimento per i naturalisti italiani contemporanei. Si mantiene sempre in stretto rapporto con gli studiosi suoi contemporanei, come Rondelet e Gessner. Il suo preciso e attento lavoro di raccolta e conservazione di reperti naturalistici porta alla realizzazione di uno dei primi musei di storia naturale, definito dall'Aldrovandi stesso "teatro", o "microcosmo di natura", in cui si potevano studiare 18.000 "diversità di cose naturali" e 7.000 "piante essiccate in quindici volumi". Della raccolta sono parte integrante i 17 volumi contenenti migliaia di splendide illustrazioni di animali, piante, minerali e mostri, e i 14 armadi, le pinacoteche, contenenti le matrici xilografiche per l'illustrazione dei volumi a stampa. Questi rispondono alla precisa consapevolezza dell'Aldrovandi del ruolo centrale, nell'ambito della ricerca, delle immagini che a suo parere sono infatti di grande utilità per la circolazione delle conoscenze, offrendo un ritratto fedele delle "cose di natura". Anche Aldrovandi riporta, tra gli animali reali, quelli mitologici o fantastici, spesso tratti dai racconti e dalle descrizioni di viaggiatori, marinai e soldati che a loro volta raccontano ciò che hanno sentito dire dagli abitanti, deformando e ingigantendo una realtà non documentabile in modo certo. A ciò si aggiunge la commistione con miti religiosi e letterari ricavati dai testi antichi, ai quali si continua a dare fede.

Nel volume intitolato Serpentum, et draconum historiae Aldorvandi descrive vari tipi di draghi, parla del basilisco e dell’idra : quest’ultima è un mostro a nove teste a forma di serpente, nella mitologia greca uccisa da Ercole nella sua seconda fatica.

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Nella Monstrorum historia, oltre alle anomalie naturali umane e animali (come i gemelli siamesi), si trattano nel dettaglio anche gli esseri mitologici parzialmente umani. Ad esempio il centauro, metà uomo e metà cavallo, o le arpie, creature mostruose con viso di donna e corpo d'uccello, o le sirene, descritte a volte come donne con corpo di pesce (ma a volte anche di uccello), e i tritoni, la loro versione maschile. Ancora in quegli anni questi esseri continuano ad essere considerati reali: Cristoforo Colombo nei suoi diari scrive In un’insenatura lungo le coste di Hispaniola scorsi tre sirene, la cui bellezza, in verità, mi parve di gran lunga inferiore a quella decantata da Orazio”; quelli che Colombo scambiò per sirene erano in realtà lamantini, animali non certo avvenenti!

Nel volume dedicato agli uccelli, dal titolo Ornithologiae (è proprio Aldrovandi ad introdurre questo termine dal greco ornis, ornithos, uccello e logia, studio), viene raffigurato un pellicano che si ferisce il petto col becco per nutrire i piccoli col proprio sangue : si riferisce all’antica credenza che fece di questo uccello il simbolo dell’amore genitoriale, ma anche la rappresentazione del sacrificio di Cristo verso gli uomini.

In questi stessi anni, cioè nel 1500, viene pubblicata un’opera in molti volumi, dal titolo Collectiones peregrinationum in Indiam orientalem et in Indiam occidentalem dal tipografo belga Theodor de Bry . Ogni volume raccoglie le cronache dei viaggi dei primi esploratori nelle Americhe, in Africa, e nelle isole del Pacifico, accompagnati da illustrazioni, molte eseguite dagli stessi esploratori. Le immagini, le prime autentiche dal Nuovo Mondo, raffigurano la vita e i costumi dei nativi (con scene anche raccapriccianti di cannibalismo), e l’incontro con i primi europei. Vi si trovano anche immagini di animali incontrati in queste zone, in alcuni casi nuovi, come i lama in Peru, misteriosi serpenti alati (draghi?), enormi pesci volanti ed ancora più enormi granchi, oltre a coccodrilli, elefanti ed orsi polari, in una continua mescolanza tra realtà e immaginazione.

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Nel secolo successivo, il XVII, un altro medico naturalista, lo scozzese John Jonston (1603-1675) scrive dal 1649 al 1653 quattro volumi che riassumono le conoscenze del tempo in campo zoologico, il Theatrum universale omnium animalium. Il testo scritto in latino è accompagnato da illustrazioni incise su rame, con figure ispirate in parte alle opere degli studiosi precedenti come Aldrovandi e in parte appartenenti all’autore, caratterizzate da una grande precisione. Anche Jonston descrive numerosi animali mitologici, i soliti draghi, idre e basilischi nella parte dedicata ai serpenti, mentre nella parte dedicata agli uccelli, oltre all’arpia ed al pellicano che nutre i figli col suo sangue, descrive la fenice ed il grifone. Chi ha letto Harry Potter sicuramente conosce bene la fenice: nota anche con l'epiteto di Araba Fenice, è un uccello mitologico noto per il fatto di rinascere dalle proprie ceneri dopo la morte. Uccello sacro favoloso, ha l'aspetto di un'aquila reale e il piumaggio dal colore splendido, il collo color d'oro, rosse le piume del corpo e azzurra la coda con penne rosee, ali in parte d'oro e in parte di porpora, un lungo becco affusolato, lunghe zampe e due lunghe piume — una rosa e una azzurra — che le scivolano morbidamente giù dal capo (o erette sulla sommità del capo). Si nasconde nei deserti d’Arabia e vederla è quasi impossibile. Vive a lungo, cinquecento o mille anni. Quando sente che la morte si avvicina si spalma il corpo di aromi, di mirra e di incenso, poi prepara un rogo nel punto dove i raggi del sole picchiano con più forza. Sbattendo le ali accende il fuoco e ci si sdraia sopra. Muore lentamente, ma dopo tre giorni e tre notti rinasce dalle sue ceneri, ritrova la giovinezza e vola via. Ovviamente la fenice è il simbolo di Cristo morto sulla croce e poi risorto.

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Il grifone è un’altra creatura leggendaria con il corpo di leone e la testa d'aquila. Un solo colpo della sua poderosa zampa può abbattere all'istante uno stallone adulto e il becco d'aquila riesce a sventrare la preda in pochi secondi. Il grifone estrae dalle montagne l’agata e l’oro per costruire il suo nido di cui fa feroce guardia.

Nel XVIII secolo la descrizione degli animali diventa sempre più scientifica, legata all’osservazione diretta e alla classificazione delle varie specie, grazie all’opera di un grande naturalista, lo svedese Carl von Linné (1707-1778), una figura centrale della storia naturale del Settecento. Nella sua opera Systema naturae, siver tria regna naturae systematicae proposita per classes, ordines, genera et species (1735) sviluppa e mette ordine nei vari tentativi di classificazione di tutti gli animali e i vegetali. Per far questo osserva i vari organismi nelle loro varie parti, confrontandoli con organismi simili, e studiando particolari come la disposizione dei vari organi, il numero di zampe, il tipo di respirazione, la forma del fiore e così via. In questo modo è in grado di dividere animali e piante secondo categorie, dalla più vasta, il Regno, alla più circoscritta, la Specie. Linneo definisce la specie un insieme di individui simili fra loro che possono riprodursi e dare origine a discendenti simili a loro. Tutte le forme di vita sono ordinate gerarchicamente e ciò per Linneo rispecchia l’ordine presente in natura: esistono forme di vita inferiori e superiori, in una scala continua che va dall’ameba all’uomo, signore della creazione, sottoposto solo a Dio e agli angeli. La classificazione introdotta da Linneo è ancora oggi la base per lo studio sistematico del mondo animale e vegetale.

La scienza ha dunque vinto, ma gli animali fantastici continuano a popolare ai nostri giorni non solo le saghe fantasy. Nel secolo scorso si è parlato parecchio, ad esempio, di due mostri creduti reali: il Mostro di Loch Ness (Nessie per gli amici…) e lo Yeti (o abominevole uomo delle nevi) ma non si sono mai trovate prove della loro esistenza.

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Una singolare burla è stata messa in atto nel 1957 dalla zoologo tedesco Gerolf Steiner, ai danni dello stesso mondo scientifico. Racconta che un misterioso studioso tedesco, Harald Stumpke, ebbe la fortuna di poter descrivere in un suo diario un gruppo di animali rarissimi, scomparsi insieme allo scopritore nel cataclisma che distrusse l’arcipelago dell’Oceania dove abitavano : i rinogradi sono descritti come mammiferi di piccole dimensioni la cui caratteristica più singolare è l’enorme sviluppo del loro naso (detto nasario), con funzioni molto diverse dal nostro. Alcuni rinogradi infatti usano il nasario per spostarsi, altri per sostenersi. Le zampe, liberate dal compito dello spostamento, servono per scavare o per catturare le prede. Steiner descrive questa specie scomparsa in modo così dettagliato che alcuni studiosi la considerano reale. Naturalmente non esistono i rinogradi, e neppure Harald Stumpke e le isole scomparse, ma pare che alcuni studiosi ci siano caduti in pieno!

Per finire animali fantastici tutti torinesi sono quelli di Andrea Aste che in Torineide ci parla del Giandoiottus paleozoicus, del Bacherozzus persianetus o del Tramsqualus monocolus, provenienti dal diario del misterioso esploratore Aar Adesten perso in una terra misteriosa fuori dal tempo e dallo spazio, chiamata Torino

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VOLUMI CITATI PRESENTI NELLA BIBLIOTECA MRSN

Bestiari del Medioevo/ Michel Pastoreau. – Torino : Einaudi, 2012. Bestie e bestiari : la rappresentazione degli animali dalla preistoria al Rinascimento / Francesco Mezzalira ; con saggi di Guglielmo Cavallo, Danilo Mainardi. - Torino : U. Allemandi, 2001 Conr. Gesneri medici Tigurini Historiae animalium liber primus De quadrupedibus viuiparis. Opus philosophis, medicis, grammaticis, philologis, ... vtilissimum ... - Editio secunda nouis iconibus nec obseruationibus non paucis, auctior, atque etiam multis in locis emendatior. - Francofurti [apud Moenum] : in Bibliopolio Cambieriano, 1603 Vlyssis Aldrouandi ... Serpentum, et draconum historiae libri duo Bartholomaeus Ambrosinus ... summo labore opus concinnauit ... cum indice memorabilium, nec non variarum linguarum locupletissimo. - Bononiae : sumptibus M. Antonij Berniae bibliopolae Bononiensis : apud Clementem Ferronium, 1640. Vlyssis Aldrouandi ... Monstrorum historia. Cum Paralipomenis historiae omnium animalium. Bartholomaeus Ambrosinus ... labore, et studio uolumen composuit. Marcus Antonius Bernia in lucem edidit proprijs sumptibus ... cum indice copiosissimo. - Bononiae : typis Nicolai Tebaldini [i.e. Giovanni Battista Ferroni], 1642 Vlyssis Aldrouandi ... Ornithologiae tomus tertius ac postremus ... Cum indice copiosissimo variarum linguarum. - Bonon. : apud Nicolaum Tebaldinum : sumptibus M. Antonij Berniae, 1637 Historia Americae siue Noui orbis continens in 13. distinctis partibus verissimam, exactissimam, et admirandam descriptionem, vastissimarum, et multis abhinc seculis incognitarum terrarum quae patrum memoria primum detectae, nunc passim Indiae Occidentalis nomine vulgo vsurpantur. ... Ornata elegantissimis tabulis geographicis, et figuris aeri artificose incisis innumeris, ... Denique accessit elenchus sectionum, & index ... - Francofurti : sumptibus Matth. Meriani, 1634. - 13 v. Ioannis Ionstoni Theatrum vniuersale de auibus tabulis duabus et sexaginta ab illo celeberrimo Mathia Meriano aeri incisis ornatum scriptoribus tam antiquis, quam recentioribus, Theophrasto, Dioscoride, Aeliano, ... et aliis maxima cura conlectum .. - [Heilbronn] : Franciscus Iosephus Eckebrecht bibliopola Heilbrunnensis : typis Christiani de Lannoy, 1756 Historiae naturalis de serpentibus libri duo. Iohannes Ionstonus medicinae doctor concinnavit. - Heilbronnae : apud Franciscum Iosephum Eckebrecht, 1757 Caroli a Linné, ... Systema naturae per regna tria naturae, secundum classes, ordines, genera, species; cum characteribus, differentiis, synonymis, locis. Tomus primus °-3.!. - Editio decima tertia, aucta, reformata. Cura Jo. Frid. Gmelin, .... - Lugduni : Bernuset, Delamolliere, Falque et soc., 1789-1796. - 3 v. Zoologia fantastica / a cura di Giusto Benedetti. - Torino : Museo regionale di scienze naturali, 2002 I Rinogradi di Harald Stumpke e la zoologia fantastica / con scritti! di Stefano Benni, Giorgio Celli, Marco Ferrari, Alessandro Minelli, Aldo Zullini ; a cura di Massimo Pandolfi. - Padova : Franco Muzzio, 1992. Torineide : de mirabile et inaudita exploratione / opere di Andrea Aste. - Torino : Museo regionale di scienze naturali, 2011