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GLI ALTRI CONTENUTI Prima pagina: Quelli che... migliorano Pag.3 Batch-point: E io pago... Pag. 6 - Wimbledon Junior Pag.12 - I numeri della settimana Pag.14 - Terza pagina: José Luis Clerc Pag.18 - Ibi17: Biglietteria aperta Pag.20 Giovani: sognando Ivanisevic Pag.21 - Paddle: Campioni con metodo Pag.24 - Personal Coach: occhio ai servizi- bomba... Pag.25 - La regola del gioco Pag.28 Anche a Gaibledon, Italia, vince Serena Serena Fini ha trionfato nel Super Slam su erba targato Fit-Tpra Pag.22 Anno XII - n.27 - 13 luglio 2016 Italia-Argentina: così la Davis in TV Da venerdì a domenica dirette e commenti del big match a Pesaro Pag.16 Andy e Serena: vittorie di classe Storia di Sam Querrey Il distruttore di Slam Chi è il gigante di San Francisco che ha infranto il sogno di Djokovic Pag.8 Völkl SuperG V1 Pro La potenza morbida Un concentrato di tecnologia tedesca per picchiare con comfort Pag.26 Murray e Williams incidono di nuovo il loro nome a Wimbledon Pag.4 e 10

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GLI ALTRI CONTENUTIPrima pagina: Quelli che... migliorano Pag.3 Batch-point: E io pago... Pag. 6 - Wimbledon Junior Pag.12 - I numeri della settimana Pag.14 - Terza pagina: José Luis Clerc Pag.18 - Ibi17: Biglietteria aperta Pag.20 Giovani: sognando Ivanisevic Pag.21 - Paddle: Campioni con metodo Pag.24 - Personal Coach: occhio ai servizi-bomba... Pag.25 - La regola del gioco Pag.28

Anche a Gaibledon,Italia, vince SerenaSerena Fini ha trionfato nel Super Slam su erba targato Fit-Tpra

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Anno XII - n.27 - 13 luglio 2016

Italia-Argentina:così la Davis in TVDa venerdì a domenica dirette e commenti del big match a Pesaro

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Andy e Serena: vittorie di classe

Storia di Sam QuerreyIl distruttore di SlamChi è il gigante di San Francisco che ha infranto il sogno di Djokovic

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Völkl SuperG V1 ProLa potenza morbidaUn concentrato di tecnologia tedesca per picchiare con comfort

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Murray e Williams incidono di nuovo

il loro nome a Wimbledon

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prima pagina

DIRETTOREAngelo Binaghi

COMITATO DI DIREZIONEAngelo Binaghi, Giovanni Milan, Nicola Pietrangeli, Giancarlo Baccini, Massimo Verdina

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COORDINAMENTO REDAZIONALEAngelo MancusoSUPER TENNIS TEAMAntonio Costantini (foto editor), Amanda Lanari, Annamaria Pedani (grafica)

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HANNO COLLABORATOGiovanni Di Natale, Max Fogazzi, Andrea Nizzero, Gabriele Riva, Mauro Simoncini, Giorgio Spalluto, Piero Valesio

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REDAZIONE E SEGRETERIAStadio Olimpico - Curva NordIngresso 44, Scala G00135 RomaInfo: [email protected]. Tribunale di Roma n. 1/2004dell’ 8 gennaio 2004

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Quelli che... miglioranoDI ENzO ANDERLONI – FOTO GETTy ImAGES

Roma come Wimbledon, il vin-citore è lo stesso: Sir Andrew Barron Murray, per gli amici Andy. L’unico reale competi-

tor di Novak Djokovic per i titoli che contano ma soprattutto per quello che è l’unico grande traguardo che manca allo scozzese: lo scettro di n.1 del mondo. Perché come tutti i grandi campioni lui è così: non si ferma, non si accontenta, vuole mi-gliorare sempre e raggiunto un tra-guardo punta a quello successivo, più alto, più impegnativo, che maga-ri sembra impossibile.Murray ha riportato nel Regno Unito il titolo dei Championships (ora rad-doppiato) che mancava dagli Anni ’30. Ha conquistato la medaglia d’oro olimpica facendo onore così al ruolo di ospitante dei Giochi a Londra quat-tro anni fa. Poi ha voluto la Coppa Da-vis (anche quella mancante da oltre 70 anni), ed è andato a prendersela in-sieme al fratello Jamie, valente doppi-sta. A quel punto ha lanciato la sfida a Novak Djokovic, dominatore unico e indiscutibile dell’attuale universo ten-nistico. Ci ha perso in finale agli Open d’Australia, poi ha voluto provare a batterlo sulla terra battuta, la super-ficie sulla quale era sempre sembrato meno adatto. Sconfitto con lotta in finale a Madrid, l’aveva spuntata con una grande prestazione a Roma. Poi di nuovo sotto al Roland Garros, com-battendo. A Wimbledon era pronto a ribaltare i ruoli di nuovo, come aveva fatto sul centrale del Foro Italico. Ma Djokovic ha dato buca all’appunta-mento con l’ennesima finale faccia a faccia: è crollato prima.Così Murray in finale ha trovato un altro fissato come lui con il migliora-mento quotidiano, i traguardi da rag-giungere: il 25enne canadese Milos Raonic che sulla strada aveva rimon-tato due set al talento belga Goffin,

messo sotto il giustiziere di Djokovic Sam Querrey e combattuto 5 set per avere la meglio su un Federer “con la schiena dritta”, cioè a posto, vincitore della partita più bella vista quest’an-no a Wimbledon, il suo quarto di fina-le contro il croato Marin Cilic (due set rimontati, tre match-point annullati, alcune giocate da brivido caldo, come solo Roger sa e può). Per battere questo Raonic, contro il quale era stato sotto di un set nella fi-nale del Queen’s Club 20 giorni prima, Murray ha dovuto studiare insieme a Ivan Lendl e al suo team una tattica controffensiva rigorosa e metterla in pratica alla perfezione. Perché dall’al-tro lato del campo il lavoro di perfe-zionamento tecnico-tattico di Riccar-do Piatti e Carlos Moya, con l’innesto sull’erba del genio offensivo di John McEnroe, aveva preparato il canadese a un tennis sempre proiettato a rete (alla fine saranno 68 le discese, con 47 punti raccolti), cosa che nessuno

sembrava poter più fare. Nemmeno Federer così sistematicamente. Raonic è molto migliorato. Ma domenica non aveva ancora l’esperienza e la sicu-rezza nei colpi al volo necessaria per strappare il trofeo di Wimbledon a un campione come Murray, che con umil-tà e rabbia gli ha piazzato la palla sul-le stringhe ogni volta che lo ha visto avvicinarsi al net, invece di rischiare subito il passante. Murray ha capito che ormai Raonic gli è molto molto vicino. Vincere è stata un’impresa che lo ha impegnato allo stremo, fino alle liberatorie lacrime finali. Non a caso, evento senza precedenti, si è compli-mentato sul campo con John, Riccar-do, Carlos e il preparatore fisico e il fisioterapista, tutti gli uomini del te-am del suo avversario. Sa bene come è difficile e duro migliorare. E ha rispet-to e stima di quelli che come lui si im-pegnano tutti i giorni per farlo, consa-pevole che è il percorso tipico dei n.1. Djokovic, in vacanza, è avvertito.

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wimbledon

Perché adesso Murrayè davvero feliceLa vittoria di due anni fa era carica di tensione, con il fantasma di Fred Perry e il peso di una nazione intera sulle spalle. “Questa volta è diverso. E sono più orgoglioso di me”. Intanto Raonic cresce, e Federer recrimina...

DA LONDRA, FRANCESCA PAOLETTI

FOTO GETTy ImAGES

Guardi Andy Murray e pensi ‘dove è finito il self control tipico di questo popolo?’. L’aplomb che definisce da

sempre i confini dell’isola britanni-ca? Andy parla di continuo, ha rea-zioni isteriche, un ricco vocabolario di parolacce, si dimena, si emozio-na e alla fine si scioglie in un acco-rato pianto.Guardi Andy Murray e pensi che la “scissione” dell’isola britannica in realtà negli animi di qualcuno c’è sempre stata, ben prima dell’avvento della Brexit.

Andy Murray è così... sanguigno, scozzese. Il sapore di un trionfo a Wimbledon lo conosceva già; tre anni fa aveva fatto vibrare un intero po-polo, aveva riportato indietro di oltre 70 anni le lancette dell’orologio, las-sù da qualche parte aveva strappato un sorriso a Fred Perry. Ma quella vit-toria non lo aveva riempito.

“Orgoglioso di me stesso”Questa volta, tre anni e tante bru-cianti sconfitte dopo, Andy può fi-nalmente sentire il sapore genuino del trionfo. Questa volta Andy è fe-lice: “Adesso lo sono molto di più - ha detto al termine della bella finale con Milos Raonic vinta con lo sco-

Andy Murray,29 anni, natoa Dunblane(in Scozia),ha vinto il suo 2°titolo a Wimbledondopo quello del 2013

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wimbledon

re di 6-4 7-6 7-6 -. Nel 2013 sentivo la pressione di un intero paese, la voglia di veder vincere un tennista britannico dopo così tanti anni era diventata una missione, una osses-sione. Alla fine mi sentii sollevato, questa volta invece sono felice per me stesso e per le persone che mi sono accanto, sono orgoglioso di es-serci riuscito”.Con un Rafael Nadal ai box per infor-tunio, un Roger Federer commovente ma non abbastanza in forma da arri-vare al gran finale e, soprattutto, con un Novak Djokovic rispedito a casa anzitempo a sorpresa da Sam Quer-rey, tutti aspettavano lui. Dopo aver fallito in Australia e al Roland Gar-ros, alla terza finale Slam stagionale e all’undicesima in carriera, Murray non poteva fallire. Sull’erba amica e contro il novizio Milos per una vol-ta ha vestito i panni del favorito. Ad accompagnarlo in questo secondo passo nella leggenda c’erano reali, politici, attori, cantanti, tre quarti di nobiltà del tennis... e c’era lui.

La mascella di LendlDi nuovo lui, esattamente come tre anni prima. Ivan Lendl ha la mascella serrata esattamente come negli Anni

‘80, non chiedetegli un sorriso o una parola più del necessario, ma evi-dentemente sa toccare le corde del-lo scozzese come nessun altro. L’al-chimia tra i due non è evaporata nei mesi della lontananza: “È un leader - Murray lo descrive così - una perso-na onesta che dice sempre quello che pensa. Con lui al mio fianco ho gio-cato il miglior tennis della mia vita”. Poche parole, efficaci. Sotto la visiera Murray ha fatto passare i fantasmi

delle otto finali Slam perse nel corso della sua carriera, ha raccolto i pen-sieri, ha trasformato la pressione in stimoli, le emozioni in colpi vincenti. Fino al trionfo e al tenerissimo pian-to liberatorio. Padrone di casa im-peccabile nel discorso di fine match, quando ha voluto ringraziare uno per uno i membri dello staff del suo avversario e spento con una battuta gli imbarazzanti ‘buuu’ del pubblico al primo ministro David Cameron.

Non solo servizio:Milos Raonic, 26 anni, nato a

Podgorica (Montenegro)ma emigrato in Canada

a soli 3 anni, a Wimbledon ha mostrato evidenti segnali

di crescita e una buona propensione al gioco di volo

Federer-Raonic da ricordareMa dove va il tennis di domani?Potete girarci attorno finché vi pare. Ma la partita di Wimbledon che è destinata (forse l’unica) a conquistare un posticino dignitoso nella memoria di chi ama il tennis è stata la semifinale fra Roger Federer e Milos Raonic. Quella cioè che avrebbe dovuto spalan-care al Grande Svizzero le porte della finale con tutte le possibilità che ben sappiamo; e che invece ha indirizzato la storia del tennis in un’altra direzione. L’era di Federer sta volgendo al termine, anche se “un giorno ma non ancora”, come direbbe il nubiano che chiude Il Gladiatore.Che dite? Che ci si potrebbe portare dietro anche il quarto fra lo Svizzero e Cilic? Giu-sto. Ma siamo sempre fermi allo stesso punto: una nuova era è ancora di là da venire. E all’orizzonte non si vedono segnali di rivoluzione. In assenza di Djokovic e Nadal (uno prematuramente tornato a casa e l’altro che da casa non si è mai mosso) e con Roger alle prese col fluire del tempo di cui sopra, ha vinto il quarto del gruppo. Il buon Raonic che pure da anni prosegue il suo cammino palesando segni chiari di miglioramento, quando si è trattato di superare la prova d’esame si è arreso senza colpo ferire o poco più. Non c’è ancora un ricambio generazionale capace di assicurare al tennis quella capacità di produrre storie che poi costituiscono la polpa del nostro sport.E certo le ragazze non stanno meglio visto che le Williams hanno vinto sia in singolo sia in doppio e il tennis femminile è completamente identificato con loro. A parte il Caso con la “c” maiuscola che decide chi debba ergersi al ruolo di genio e dove debba nascere, non sarebbe forse il caso che un’intera generazione di maestri, aspiranti tali, coach, manager, genitori e amici, reciti una sorta di mea culpa per avere accettato, nel corso degli anni, facendolo diventare un dogma, il concetto che la potenza in tutte le sue declinazioni sia l’elemento fondante del tennis contemporaneo? Che solo il tirare-più-forte sia ciò che conta e che pregevolezze varie siano da lasciare a chi è stato unto dai Signori dell’Olimpo tennistico? Non è che forse, nel corso degli anni, chi invocava una limitazione della potenza aveva ragione? Ora non ci resta che sperare che quegli stessi Signori abbiano in serbo una qualche sorpresa per noi e non si siano sdegnosamente girati dall’altra parte.

Piero Valesio

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wimbledon

E io pago...Sabato sera la Nazionale di basket, forte dei suoi celebratissimi assi dell’Nba, ha visto sfumare nei tempi supplementari l’ammissione alle Olimpiadi di Rio, battuta da una squadra, la Croazia, che pochi giorni prima aveva agevolmente sconfitto nel girone di qualificazione.Mentre faticava a metabolizzare la rabbia dopo aver assistito in diretta alla beffa grazie al suo abbonamento a SKY, al vecchio Batch è improvvisamente venuto in mente che, guarda un po’, è ormai da qualche tempo che lo sport a pagamento gli sta regalando amarezze del genere. Natu-ralmente Batch non fa alcun riferimento alla sua squadra del cuore, la Lazio, al virus delle cui amarezze è ormai immune da decenni, da prima cioè sia di Tele+ che di Stream che di Sky. Ma ci sono la Ferrari che da quando è su Sky vince una corsa ogni morte di Papa. E c’è Valentino Rossi che viene messo in mezzo dagli spagnoli quando ha ormai il titolo in tasca o, storia recentissima, che casca come un pivello quando è in testa. Poi a Batch viene in mente pure che i due sport di squadra che a Rio manderanno sia la Nazi-onale maschile che quella femminile, Pallavolo e Pallanuoto, sono regolarmente trasmessi in chiaro dalla Rai, che ha anche i diritti delle due discipline individuali in cui gli italiani sono più forti, la Scherma e il Nuoto. E si ricorda che, per restare a noi, cioè al Tennis, i grandi trionfi di questi anni sono tutti stati visibili in chiaro agli Italiani che un abbonamento a Sky non possono permetterselo: gli Slam della Schiavone e della Pennetta uno sulla Rai e uno su DeeJay (canale 9 del telecomando), i successi in Fed Cup su SuperTennis.Come dice, direttore? Che quando uno è amareggiato non riesce a ragionare bene e che è meglio se Batch, oltre alla televisione, spegne il computer e smette subito di scriv…

Batch

batch-point

Un canadese a Church Road‘Gracious in defeat’ amano dire a Church Road. Milos Raonic è stato lo straordinario comprimario di questo Wimbledon 2016. Il Canada lo coccola da quando lo ha visto per la prima vol-ta con una racchetta in mano; il ‘bam-binone d’oro’ con la faccia da bravo ra-gazzo, i modi educati e i capelli sempre impeccabili.Ma ora Milos è cresciuto, qualcosa è cambiato: alla potenza e al servizio devastante ha accostato tocco e tatti-ca. Ha meritato il palcoscenico di una finale Slam, il primo canadese (uomo) della storia a riuscirvi, il primo nato negli Anni ‘90. Ha saputo soffrire negli ottavi con David Goffin, ha mostrato maturità in semifinale contro Roger Fe-derer e, malgrado il ‘Murray-day’ della domenica conclusiva, ha giocato una

finale di spessore. Milos è un ragazzo ambizioso e il lavoro non lo spaventa, il trio Piatti-Moya-McEnroe nel suo box lo testimonia. Al suo torneo diamo un bel 30 e lode, il bacio accademico è so-lo rimandato alla prossima occasione.

Il dono di FedererLo abbiamo visto cadere rovinosamen-te in terra; lo abbiamo visto salutare il pubblico con una luce diversa negli occhi. Roger Federer è ancora di gran

lunga il più amato, malgrado il passa-re degli anni, malgrado il numero delle sconfitte cominci a doppiarsi. Quando scende in campo lui l’ammirazione of-fusca la razionalità; tutti gli chiedono nuove vittorie, nuovi Slam ma dopo il lungo stop in pochi avrebbero pun-tato su una sua semifinale. La vittoria da brividi su Marin Cilic, una delle più belle partite del torneo, è il dono che lo svizzero ha lasciato ai suoi fan per questo Wimbledon 2016.

Subito dopo la finale Andy Murray ha incontrato il principe William e la moglie Kate, poi un bagno di folla per il Re... d’Inghilterra

Lo staff tecnico di Milos Raonic durante la finale a Wimbledon: da sinistra, Riccardo Piatti, Carlos Moya (seduto)e il preparatore fisico Dalibor Sirola

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focus

DI ALESSANDRO NIzEGORODCEw

FOTO GETTy ImAGES

Sam Querrey come Rober-ta Vinci. Due imprese che hanno scosso il mondo del tennis, spegnendo il sogno

del Grand Slam a Novak Djokovic e Serena Williams. A Wimbledon Querrey ha disputato un match perfetto, sorprendendo il numero uno del mondo in quattro set. “Zio Sam” è un tennista troppo spesso sottovalutato, il classico anti-eroe, che in carriera vanta però ben 8 ti-toli Atp e 13 vittorie contro Top 10.

Samurai Sam - Sam Querrey na-sce a San Francisco, California, il 7 ottobre del 1987. Inizia a giocare a tennis all’età di 4 anni e i primi successi giungono al liceo, quan-do per gli amici della Thousand Oaks High School diventa “Samurai Sam”. La University of South Cali-fornia gli offre una borsa di studio, ma Querrey rifiuta e, su consiglio di papà Mike, si lancia nella car-riera da professionista. “Credo che mio padre mi abbia spinto verso il circuito Atp per non farmi com-mettere il suo stesso errore”, ha ripetuto più volte lo statunitense. Papà Mike nel 1979 fu scelto al quinto giro del draft MLB dai De-troit Tigers, ma preferì rinunciare alla carriera professionistica nel baseball accettando l’offerta della University of Arizona. Sam vince il suo primo titolo Atp a 20 anni a Las Vegas e, immediatamente, i media statunitensi lo definisco-no “il nuovo Roddick”. Un epiteto che pesa, un paragone che manda in crisi Querrey. Nonostante ciò, il lungagnone californiano conquista ben 8 titoli Atp, l’ultimo dei quali a Delray Beach nel 2016, raggiunge nel 2011 il best ranking di n.17 al mondo e vanta un prize money da 7 milioni di dollari.

Sam, l’anti-SlamIn carriera Querrey ha battuto 13 Top 10, ha vinto 8 titoli Atp e guadagnato oltre 7 milioni di dollari in montepremi. Eppure è l’anti-eroe americanoche verrà ricordato per aver impedito a Djokovic di fare il Grande Slam

Anti-eroe - Eppure, forse per il suo essere anti-eroe e così poco per-sonaggio, Querrey è sempre stato snobbato dagli addetti ai lavori. Ser-vizio devastante, diritto pesante e potente, rovescio bimane a corrente alternata, Zio Sam è un tennista mol-to complicato da affrontare, in par-ticolar modo su superfici rapide. A Londra, grazie al successo su Novak Djokovic, il californiano ha realizza-to la tredicesima vittoria in carrie-ra contro un Top-10, dimostrando,

Cuore solitario da reality showSam Querrey è balzato agli onori della cronaca anche per motivi extra-tennistici. Lo statu-nitense, in un periodo di crisi sentimentale dopo la fine di una lunga storia d’amore, ha parte-cipato nel 2015 al reality show americano ‘The Millionaire Matchmaker’, in cui di fronte alle telecamere i single cercano l’anima gemella. “Ho pensato che sarebbe stato divertente - dichiarò Querrey al sito Atp -, ne ho parlato con alcune persone fidate e poi ho deciso di but-tarmi”. A Wimbledon Querrey si è presentato con tutta la famiglia, fidanzata (non conosciuta in un reality show) compresa. (al.ni.)

soprattutto sul veloce, di essere un giocatore di grande affidamento, che a fine anno chiuderà per la decima stagione di fila tra i Top 100 Atp. Nonostante i risultati e le vittorie di prestigio, Sam Querrey avrebbe cor-so il rischio di finire, una volta ter-minata la carriera, nel dimenticatoio tennistico. La vittoria sul numero 1 del mondo gli permetterà invece di essere ricordato, per sempre, come colui che ha negato il Grande Slam a Novak Djokovic.

Quasi 2 metri, è n.29 Atp

Nome: Sam QuerreyNato a: San FranciscoIl: 7 ottobre 1987Altezza: 198 cm, peso: 95 kg.Coach: Craig BoyntonRanking: n.29 AtpBest ranking: 17 Atp(31 gennaio 2011)Titoli Atp: 8. Top 10 battuti: 13

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wimbledon

DA LONDRA, FRANCESCA PAOLETTI

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Le 15.36 di un sabato pomerig-gio qualsiasi. Un tuffo sponta-neo e liberatorio nella sacra erba del campo centrale più

famoso del tennis. Il doppio segno di vittoria... che nel suo caso vuol dire anche 22, vuol dire ‘guardate-mi, sono leggenda’. Alle 15.36 di un sabato pomeriggio qualsiasi Serena Williams ha scritto un nuovo capito-lo della storia del tennis femminile moderno. Chi ama i numeri e le sta-tistiche applicate allo sport ha avu-to il suo bel da fare con la vittoria della statunitense a Church Road: 22 titoli dello Slam e 7 piatti ai Cham-pionships, come Steffi Graf, e una nuova grande e appassionante riva-lità con Angelique Kerber. La Germa-nia di ieri, la Germania di oggi... e in mezzo lei.

La pantera e la tigreIn Angelique Kerber Serena ha trova-to una avversaria ammirevole, com-plicata, a suo modo stimolante; una tigre dai denti affilatissimi che, com-plici quei particolari colpi mancini, ti costringe sempre a dare il 100%. Serena è stata inavvicinabile per tutto il torneo, come una pantera af-famata ha lasciato la miseria di 37 game alle avversarie (e soffrendo di fatto solo nel secondo turno contro la connazionale McHale).Ha attraversato il lungo corridoio concesso solo alle finaliste con lo sguardo di chi ha dovuto superare una tempesta per essere di nuovo lì, con la musica a tutto volume nelle orecchie per coprire il frastuono che genera il dubbio. La finale, bella e appassionante, si sarebbe anche ar-ricchita di un terzo set o di sorpre-se ‘australian-style’ se Serena non si fosse presentata in campo con quel piglio: perfetta al servizio, quasi al-la risposta, pronta a fare sempre la

22 volte grandeNon solo per i titoli Slam, che a Londra hanno raggiunto quota Steffi Graf. Ma anche perché Serena Williams ha imparato dalle sconfitte oltre che dalle vittorie: “Io la più grande? Mi spiace, non voglio entrarci...”

cosa giusta al momento giusto. Ha concesso una sola vera grande oc-casione alla tedesca, e l’ha spazza-ta via da un ace a 117 miglia orarie. Questa volta, in questo emisfero, il ‘c’mon’ ha sovrastato il ‘komm jetzt’.

Ancora wimbledonIl body language di Serena, quello che ha spaventato due generazioni di tenniste e che spesso le ha per-messo di vincere ancor prima di scendere in campo, con Angie non basta. Angie è un’altra cosa. Ci vuole qualcosa in più per piegarla e Serena lo ha capito down under; ha dovuto mettere da parte pressioni e paure e ha compiuto l’impresa che tutti le chiedevano da un anno esatto. 365 giorni dopo ancora Wimbledon a in-corniciare le sue imprese.

Gli incubi e il sollievoIl tuffo liberatorio nell’erba di Wim-

bledon e quel doppio segno di vitto-ria sono un sospiro di sollievo lungo oltre nove mesi. Il drammatico k.o. sul centrale di Flushing Meadows e il Grande Slam che sfuma via; il

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wimbledon

Serena Williams, 35 anni a settembre, ha vinto 7 volte il titolo a Wimbledon, la prima nel 2002, e conquistato in tutto 22 trofei del Grand Slam. Come Steffi Graf. Davanti a lei, con 24 assoluti, Margareth Court-Smith e con 9 Rosewater Dish a Londra Martina Navratilova

codice segreto decifrato da Rober-ta Vinci che fa il giro del circuito e viene replicato da Angelique Kerber a Melbourne e da Garbine Muguruza a Parigi... montante-gancio perfetta-mente a bersaglio che hanno tramor-tito la Williams e insinuato il dubbio sotto i suoi grandi ricci crespi. Ha avuto paura Serena, ha fatto i conti con le noie di notti insonni e incubi ricorrenti, che nel suo caso avevano il volto e il drittone di Fräulein Graf: “È stato incredibilmente difficile non pensare a Steffi - ha ammesso la statunitense dopo il 7-5 6-3 decisi-vo - , ho lavorato tanto per questo successo e tutto ciò rende la vitto-ria ancora più dolce. Esserci riuscita è un gran sollievo per me. Qualche notte insonne in effetti l’ho passata, arrivarci così vicino, sfiorarlo e non riuscire mai a realizzarlo....”.L’incubo e il sollievo della grande campionessa: “Ho avvertito troppa pressione nell’ultimo anno e ci sono state tre sconfitte molto dure. Sono arrivata a Wimbledon con una predi-sposizione mentale diversa rispetto a Melbourne e Parigi, mi sono detta solo di rimanere calma e giocare co-me fatto per oltre un decennio. Ho imparato molto da quelle sconfitte”.

La più grande?Cosa manca ora a Serena per salire, in solitaria, sul gradino più alto del podio? Se guardiamo solo ai numeri ci sarebbero davanti a lei i 24 titoli Slam della reverenda Smith Court, le 307 settimane da numero 1 di Steffi Graf, i 9 piatti di Wimbledon di Mar-

tina Navratilova. “No per carità, non voglio essere coinvolta in questi di-battiti - ha detto con forza -. In que-sto ultimo anno ho capito che devo solo godermi il momento. Devo solo pensare a giocare a tennis, che è la cosa che so fare meglio”. Un passo alla volta dunque, e il prossimo si chiama Rio, Olimpiadi: “Amo l’oro - ha detto ammiccando, dall’alto dei suoi quasi 80 milioni di dollari in prize money -. Negli ultimi tempi mi ero concentrata sugli Slam, ora che ho raggiunto un obiettivo posso iniziare a pensare al prossimo”. Se-rena è classe 1981, il 26 settembre prossimo compirà 35 anni. Tempo e

Angie Kerber, 28 anni, nata a Brema in Germania ma residente a Puszczykowo (Polonia), aveva battuto Serena Williams nella prima finale Slam dell’anno, agli Australian Open (6-4 3-6 6-4)

modo di mettere in bacheca qualche altro trofeo e nuovi primati ancora ci sarebbe. Dopo aver attraversato incubi e tempeste, Serena sembra più forte.... avversarie di oggi e leg-gende di ieri sono avvisate.

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wimbledon

Campioni in erbaIl canadese Denis Shapovalov e la russa Anastasia Potapova hanno vintola 70a edizione dei Championships Under 18. Con tanto di finale thrillerper la 15enne biondina (colpa di occhio di falco). 5 gli italiani in gara

DI VIVIANO VESPIGNANI

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A festeggiare nel migliore dei modi i settanta anni di Wimble-don Junior, ovvero dei The Ju-nior Championships, ci hanno

pensato il diciassettenne canadese De-nis Shapovalov e la quindicenne russa di grande talento Anastasia Potapova. Nato a Tel Aviv da genitori russi, Shapovalov ha messo a frutto l’esperienza maturata nel primo livello del tennis professioni-stico (dove conta già tre successi targati Futures) e ha conquistato un traguardo per il quale era invece dato per favorito l’australiano nato a Sydney Alex De Mi-naur, che da alcuni anni vive e si allena ad Alicante, in Spagna. E invece Alex ha retto il confronto soltanto per la dura-ta di un set e Denis ha prevalso per 6-1 al terzo. Hanno mancato il penultimo traguardo, ovvero l’approdo in finale, i due primi favoriti nonché finalisti al Trofeo Bonfiglio di Milano - gli Interna-zionali d’Italia junior - il greco Stefanos Tsitsipas e l’americano Ulises Blanch, ri-spettivamente battuti per 4-6 7-6 6-2 da Shapovalov e per 6-3 6-2 da De Minaur.

Piccola, grande AnastasiaReduce dalle semifinali di Parigi e Mila-no, durante le prime battute del torneo

I due vincitore di Wimbledon Junior, il canadese nato a Tel Aviv da genitori russi Denis Shapovalov e la 15enne russa Anastasia Potapova

Anastasia Potapova si era detta determi-nata a “far meglio” e aveva aggiunto che avremmo dovuto attenderci (visti i risul-tati maturati sull’erba di Roehampton) una finale femminile tutta russa che avrebbe coinvolto anche la sedicenne Olesya Pervushina, peraltro partita nelle vesti di prima testa di serie. Invece, al penultimo ostacolo un’altra sedicenne, l’ucraina di Odessa Dayana Yastremska ha sovvertito le attese al termine di una dura battaglia, salvo poi cedere per 6-4 6-3 in finale alla Potapova che con que-sto successo si candida autorevolmente alla conquista del titolo mondiale junior 2016. Un successo meritato e sospira-to per almeno tre volte: in chiusura la russa ha esultato per ben due volte su altrettanti punti sembrati decisivi, salvo poi essere smentiti da occhio di falco, che ha invertito le decisioni e prolun-gato il match. Alla terza occasione però Anastasia ha potuto portare le braccia al

cielo. Accanto alla Pervushina, sul terzo gradino del podio è salita Kayla Day, una californiana di Santa Barbara sinora in ombra nei pochi tornei del Grand Slam Junior disputati.

Cinque gli azzurriIl torneo dei cinque italiani in lizza nel main draw non è andato oltre il secon-do turno ma non si può parlare di de-lusione se consideriamo le non eccelse posizioni in classifica mondiale occupa-te dagli azzurri e se teniamo presente che la sola Tatiana Pieri, peraltro battuta dalla prima favorita della vigilia Olesya Pervushina nel secondo round, aveva evitato le qualificazioni. Sia per Enrico Dalla Valle (sconfitto 6-3 7-6 da Alex De Minaur) che per Lucrezia Stefanini il bi-lancio segna tre successi individuali, mentre Riccardo Balzerani e Ludmilla Samsonova hanno segnato un +2 nel ta-bellone di qualificazione.

Parigi non è LondraA Wimbledon hanno in parte deluso i primi protagonisti degli Internazionali Junior di Francia, l’ultimo Slam giocato prima di Londra: i quarti di finale sono stati fatali al francese Blancaneaux e al canadese Auger-Aliassime (superato per 5-7 7-6 6-2 da De Minaur), addirittura gli ottavi per la svizzera Masarova e per la statunitense Anisimova. Solo per citare i quattro finalisti parigini. A conti fatti, con le vittorie di Shapovalov e di Potapova, l’albo d’oro del torneo contiene ora i nomi di due ragazzi canadesi e di ben undici ragazze russe, se mettiamo in conto anche i titoli conquistati dalle rappresentanti dell’ex Unione Sovietica. (v.v.)

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i numeri della settimana

Murray... senza quei 3

DI GIORGIO SPALLUTO

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12 gli anni trascorsi dall’ultima vittoria Slam ottenuta senza battere Djokovic, Federer e Nadal da parte di un tennistache non fosse uno dei 3 campioni menzionati. Prima di Andy Murray in questo Wimbledon, fu Gaston Gaudio a trionfare senza affrontare nessun esponente della triade che avrebbe dominato il decennio successivo (Roland Garros 2004).

0,42 la media di ace a game nellafinale di Wimbledon da parte di Milos Raonic. Il canadese si era presentatoin finale avendo messo a referto mediamente 1,22 ace nei precedenti 6 incontri.

0 i break subiti in finale da Andy Murray, che ha concesso e annullato appena 2 palle break. L’ultimo vincitore di Wimbledon a non perdere la battuta nell’ultimo atto fu Roger Federer che, nel 2003, non concesse neanche una palla break a Mark Philippoussis.

31 i turni di servizio difesi con successo da Serena Williams nella parte finale della cavalcata londinese. Serena ha perso l’ultima volta il servizio nel 9° game del 1° setdel suo ottavo di finale contro la russa Kuznetsova. Da quel momento in poi ha concesso solo una palla break, annullandola con un ace sul 3-3 del 2° set della finale.

10 gli anni trascorsi dall’ultima stagione in cui 2 tenniste si erano affrontate piùdi una volta in una finale Slam. Analogamentea quanto fatto da Serena Williams e Angelique Kerber, nel 2006 a contendersi la finale degli Australian Open e Wimbledon furono Amelie Mauresmo e Justine Henin.

I primi 25 del ranking AtpPos. Nome (nazionalità) Punti

1 Novak Djokovic (SRB) 150402 Andy Murray (GBR) 101953 Roger Federer (SUI) 59454 Rafael Nadal (ESP) 52905 Stan Wawrinka (SUI) 47206 Kei Nishikori (JPN) 42907 Milos Raonic (CAN) 42858 Tomas Berdych (CZE) 34909 Dominic Thiem (AUT) 3175

10 Jo-Wilfried Tsonga (FRA) 299511 David Goffin (BEL) 278012 Marin Cilic (CRO) 269513 David Ferrer (ESP) 265014 Richard Gasquet (FRA) 236515 Roberto Bautista Agut (ESP) 206016 John Isner (USA) 205517 Gael Monfils (FRA) 203018 Nick Kyrgios (AUS) 185519 Bernard Tomic (AUS) 185020 Feliciano Lopez (ESP) 167521 Lucas Pouille (FRA) 166122 Philipp Kohlschreiber (GER) 160023 Benoit Paire (FRA) 159624 Pablo Cuevas (URU) 1555 151525 Steve Johnson (USA) 1520

Le prime 25 del ranking WtaPos. Nome (nazionalità) Punti

1 Serena Williams (USA) 83302 Angelique Kerber (GER) 65003 Garbine Muguruza (ESP) 54824 Agnieszka Radwanska (POL) 53355 Simona Halep (ROU) 47926 Victoria Azarenka (BLR) 37617 Venus Williams (USA) 36568 Roberta Vinci (ITA) 35259 Carla Suarez Navarro (ESP) 3010

10 Svetlana Kuznetsova (RUS) 290011 Madison Keys (USA) 287112 Dominika Cibulkova (SVK) 287113 Petra Kvitova (CZE) 281614 Samantha Stosur (AUS) 264015 Belinda Bencic (SUI) 260516 Karolina Pliskova (CZE) 254017 Timea Bacsinszky (SUI) 250018 Johanna Konta (GBR) 239019 Anastasia Pavlyuchenkova (RUS) 232020 Elina Svitolina (UKR) 2226 21 Sara Errani (ITA) 203022 Barbora Strycova (CZE) 200523 Sloane Stephens (USA) 199524 Elena Vesnina (RUS) 196725 Ana Ivanovic (SRB) 1855

I primi 25 italiani del ranking AtpPos. Rank. Nome Punti

1 36 Fabio Fognini 11702 48 Paolo Lorenzi 9403 52 Andreas Seppi 9104 113 Thomas Fabbiano 5445 130 Marco Cecchinato 4466 152 Simone Bolelli 3677 167 Alessandro Giannessi 3208 178 Luca Vanni 3059 208 Filippo Volandri 257

10 229 Matteo Donati 23611 230 Andrea Arnaboldi 23512 239 Salvatore Caruso 22013 252 Lorenzo Giustino 20414 265 Riccardo Bellotti 18315 269 Stefano Napolitano 18116 270 Alessandro Bega 18117 290 Lorenzo Sonego 16618 292 Federico Gaio 16419 298 Roberto Marcora 16220 310 Edoardo Eremin 15121 324 Gianluca Naso 14322 329 Matteo Viola 14123 340 Gianluca Mager 13724 350 Flavio Cipolla 13325 353 Francisco Bahamonde 130Le prime 25 italiane del ranking Wta

Pos. Rank. Nome Punti1 8 Roberta Vinci 35252 21 Sara Errani 20303 78 Camila Giorgi 8604 87 Karin Knapp 7645 101 Francesca Schiavone 6526 282 Martina Caregaro 1537 292 Anastasia Grymalska 1448 329 Nastassja Burnett 1209 336 Jessica Pieri 117

10 356 Cristiana Ferrando 10511 374 Gioia Barbieri 9812 382 Alice Matteucci 9513 395 Corinna Dentoni 9114 404 Martina Di Giuseppe 8515 419 Martina Trevisan 7916 423 Alberta Brianti 7617 431 Giulia Gatto-Monticone 7518 432 Georgia Brescia 7519 436 Jasmine Paolini 7420 448 Angelica Moratelli 7121 452 Claudia Giovine 7022 522 Alice Balducci 5223 536 Camilla Scala 5024 579 Bianca Turati 4225 602 Martina Spigarelli 38

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il tennis in tv

Tango (live) da Pesaro

Davis: prima e dopo i match gli studi d’approfondimentoGiovedì 14

01:30 - ATP Amburgo (replica) 03:30 - ATP Amburgo (replica) 05:30 - ATP Amburgo (replica) 07:00 - WTA Bucarest (replica) 08:30 - ITF TC Albinea 2016 08:45 - La Voce delle Regioni 10:30 - Tennis Magazine 11:00 - LIVE ATP 500 Amburgo 13:00 - LIVE ATP 500 Amburgo 14:45 - La Voce delle Regioni 15:00 - LIVE ATP 500 Amburgo 17:00 - LIVE ATP 500 Amburgo 18:30 - LIVE WTA Bucarest 20:30 - KIA Trophy 2016 Tennis Comunali Vicenza 20:45 - La Voce delle Regioni 21:00 - Speciale Coppa Davis 21:15 - WTA Bucarest (differita) 23:30 - Magazine ATP

Venerdì 15 00:00 - ATP Amburgo (replica) 02:00 - ATP Amburgo (replica) 04:00 - Tennis Parade 04:15 - ATP Amburgo (replica) 06:15 - WTA Bucarest (replica) 08:15 - Tennis Magazine 08:45 - La Voce delle Regioni 09:00 - Official Film Wimbledon 2015 10:00 - KIA Trophy 2016 Tennis Comunali Vicenza 10:15 - ATP Amburgo (replica) 12:00 - Studio LIVE 12:30 - LIVE Coppa Davis Italia vs Argentina 18:30 - LIVE Coppa Davis Serbia vs Gran Bretagna 21:15 - Studio Davis 21:30 - ATP 500 Amburgo QF (differita) 23:30 - ATP 500 Amburgo QF (differita)

Sabato 1601:00 - ATP 500 Amburgo QF (differita) 03:00 - ATP 500 Amburgo QF (differita) 04:45 - WTA Bucarest QF (differita) 06:30 -Coppa Davis Serbia vs Gran Breatagna 1° singolare 08:45 - La Voce delle Regioni 09:00 - Coppa Davis Italia vs Argentina (replica) 12:00 - Coppa Davis Italia vs Argentina (replica) 14:30 - Studio LIVE 15:00 - LIVE Coppa Davis Italia vs Argentina 17:30 - LIVE Coppa Davis Serbia vs Gran Bretagna 19:00 - Studio Davis 19:15 - ATP 500 Amburgo SF (differita) 21:00 - ATP 500 Amburgo SF (differita) 23:00 - WTA Bucarest SF (differita)

Domenica 1700:30 - WTA Bucarest SF (differita) 02:30 - ATP 500 Amburgo SF (replica) 04:30 - Coppa Davis Serbia vs Gran Bretagna 2° singolare (replica) 07:30 - Coppa Davis Serbia vs Gran Bretagna (replica) 10:00 - Coppa Davis Italia vs Argentina (replica) 12:15 - Studio LIVE 12:30 - LIVE Coppa Davis Italia vs Argentina 18:00 - LIVE Coppa Davis Serbia vs Gran Bretagna 20:45 - Studio Davis 21:00 - ATP 500 Amburgo Finale (differita) 23:00 - WTA Bucarest Finale (differita)

Lunedì 1801:00 - Coppa Davis Serbia vs Gran Bretagna (replica) 04:00 - ATP 500 Amburgo Finale (replica) 06:00 - WTA Bucarest Finale (replica) 08:00 - Coppa Davis Serbia vs Gran Bretagna (replica) 11:00 - Coppa Davis Italia vs Argentina (replica) 14:00 - LIVE ATP Kitzbuhel 15:45 - La Voce delle Regioni 16:00 - LIVE ATP Kitzbuhel 17:30 - LIVE ATP 250 Umag 19:15 - La Voce delle Regioni 19:30 - Tennis Magazine 19:55 - News 20:00 - LIVE ATP 250 Umag 22:00 - LIVE ATP 500 Washington 23:30 - LIVE ATP 500 Washington

Martedì 1901:00 - LIVE ATP 500 Washington 05:00 - ATP Kitzbuhel (differita) 07:00 - ATP 250 Umag (replica) 08:45 - La Voce delle Regioni 09:00 - ATP 500 Washington (replica) 11:00 - Coppa Davis Italia vs Argentina (replica) 14:00 - LIVE ATP Kitzbuhel 15:45 - La Voce delle Regioni 16:00 - LIVE ATP Kitzbuhel 17:30 - LIVE ATP 250 Umag 19:15 - La Voce delle Regioni 19:30- Magazine WTA 19:55 - News 20:00 - LIVE ATP 250 Umag 22:00 - LIVE ATP 500 Washington 23:30 - LIVE ATP 500 Washington

Mercoledì 2001:00 - LIVE ATP 500 Washington 05:00 - ATP Kitzbuhel (differita) 07:00 - ATP 250 Umag (replica) 08:45 - La Voce delle Regioni 09:00 - ATP 500 Washington (replica) 11:00 - Coppa Davis Italia vs Argentina (replica) 14:00 - LIVE ATP Kitzbuhel 15:45 - La Voce delle Regioni 16:00 - LIVE ATP Kitzbuhel 17:30 - LIVE ATP 250 Umag 19:15 - La Voce delle Regioni 19:30 - Tennis Magazine 19:55 - News 20:00 - LIVE ATP 250 Umag 22:00 - LIVE ATP 500 Washington 23:30 - LIVE ATP 500 Washington

Prima il successo ottenuto sul-la Svizzera, ora la sfida all’Ar-gentina del redivivo Juan Mar-tin Del Potro. In comune c’è la

cornice: quella della Coppa Davis ov-viamente e quella dell’Adriatic Arena di Pesaro. Dove tra 15 e 17 luglio l’I-talitennis con Fabio Fognini e Andre-as Seppi, guidata da Capitan Corrado Barazzutti, si mette in pista per un tango di fuoco. In palio la semifina-le. Il tutto, per chi non potrà essere sugli spalti di Pesaro, trasmesso in diretta dall’emittente Fit, in chiaro, sul canale n.64 del digitale terrestre e sul n.224 della piattaforma Sky (ma anche sul 30 di TivùSat e in web stre-aming su www.supertennis.tv).

Tre giorni di diretteTre giorni a tutta Davis, dunque. Con un’anticipazione nella prima se-rata di giovedì 14, quando alle 21.00 uno speciale darà il via alle danze.

NB: il palinsesto è soggetto a modifiche. In rosso gli eventi live, in giallo le News, in verde le prime emissioni, in azzurro le differite e in viola gli speciali

Poi spazio al campo con i due singo-lari di venerdì a partire dalle 12.30, il doppio di sabato in diretta dalle 15.00, e i restanti (decisivi?) due singolare sempre dalle 12.30 di do-menica. Tutte le partite degli azzur-ri saranno anticipate e seguite da uno studio d’approfondimento che darà spazio a commenti, immagini e interviste da Pesaro. E non fini-sce qui, perché subito dopo la sfida dell’Italia, SuperTennis trasmetterà anche (dalle 18.00) la sfida tra Serbia e Gran Bretagna.

Fabio Fognini, attuale n.1 d’Italia, sfidanel week-end l’Argentina (foto Costantini)

E poi il circuito si fa... duroDopo la parentesi di terra rossa divisa a metà tra maschi e femmine nell’Atp 500 di Amburgo e nel Wta International di Bucarest, il circuito dei pro comincia a farsi “duro”. Nel senso che parte la stagione sugli hard-courts, quelli che fanno da passerella estiva fino al gran ballo degli Us Open di New York. SuperTennis Tv si concentra sulle racchette Atp mostrando in diretta giorno e notte - è proprio il caso di dirlo - i tornei della settimana. Di giorno riflettori sulla costa croata di Umag (dalle 17.30), di notte invece spazio alla Costa Est degli Stati Uniti con l’evento 500 di Washington (dalle 22 in poi).

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Sergio Tacchini celebrates its 50th anniversary, five decades of great tennis and successes. The most famous tennis players from these 50 years have worn the brand’s garments and represented Sergio Tacchini on the world’s most important courts, winning the most sought-after trophies. 50 years of victories and also small masterpieces that have surprised the adversary. And Sergio Tacchini plays tribute to these works of art, associating tennis with the techniques of artists who have written the history of art over this fifty-year period. A small collection of art with the players of yesterday and today to celebrate an important milestone.

sergiotacchini.com

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terza pagina

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Clerc, l’argentino n.2Un campione vissuto all’ombra di Vilas, con cui ha raggiunto la finaledi Davis Due volte semifinalista al Roland Garros, n.4 Atp, fu protagonista contro l’Italia nel 1983, quando si chiuse la carriera azzurra di Panatta

Di AlEssAnDro MAsTrolucA

“I tennisti si dividono in due categorie, le macchine e gli esseri umani. Io ho sempre fatto parte della seconda”.

Parola di José Luis Clerc, secondo ar-gentino più vincente di sempre, ex numero 4 del mondo e due volte se-mifinalista al Roland Garros. Un cam-pione vissuto nell’ombra, senza l’e-gocentrismo ingombrante del meglio della sua generazione. Introverso, autocrítico fino all’eccesso, non si rivede quasi mai, eppure il suo topspin di dritto è un colpo di rara effi-cacia sulla terra rossa e il rovescio, gli han detto più volte come ha racconta-to, “sembra un quadro”. Come i cam-pioni dal volto umano, ha imparato contro il più diffuso degli avversari e dei compagni, il muro, all’Aviron Club di Tigre dove suo padre lavorava. Ma quel lato umano ha rischiato di tra-dirlo, nell’estate del 1975. Il giovane Clerc è a Dinard per la tradizionale esi-bizione fra i prima categoria francesi e le migliori speranze del Sudamerica al Tennis Club de la Côte d’Emeraude a Dinard. José Luis non ha mai giocato all’estero prima di quell’estate; l’en-tusiasmo per il tennis di quel picco-lo centro, che ha una via intitolata a Henri Bolelli, compagno di doppio di Borotra, lo carica. Al circolo, creato nel 1879 dall’inglese Williers Forbes, hanno giocato Ken Rosewall, Pancho Gonzales e Lewis Hoad. Ma José Luis cade dal balcone della sua camera: se la cava con una cinquantina di punti di sutura e dodici giorni di degenza all’o-spedale Gardiner.

il doppio più vincenteSei anni dopo, Clerc è al top della con-dizione. Raggiunge la prima semifinale al Roland Garros e vince quattro tornei di fila negli Usa. La lunga coda della popolarità di Vilas lo aiuta, le sponso-rizzazioni piovono, gli aiuti finanziari non mancano. Ma con il campione-po-

eta i rapporti non esistono. I due non si parlano. Eppure, formano il doppio argentino più vincente di sempre in Coppa Davis. In quel 1981, sentono la grande occasione possibile a Cincin-nati. Dopo l’1-1 nella prima giornata, McEnroe e Fleming conducono due set a uno in doppio quando la situazione precipita. La partita è iniziata in ritar-do per riparare il campo, perciò l’ar-bitro cancella la pausa tra il terzo e il quarto set. Vilas e Clerc impacchettano le loro cose nella borsa come se vo-lessero tornare in spogliatoio. Batata, così chiamano Clerc da quando era un bambino un po’ sovrappeso, provoca McEnroe: “Quanto sei carino”. La rispo-sta di SuperBrat, e sì quella volta era serio, è facilmente intuibile. McEnroe vincerà il doppio (11-9 al quinto set) e batterà Clerc nel singolare decisivo per il 3-1, 7-5 5-7 6-3 3-6 6-3 perdendo solo quattro punti nei suoi turni di bat-tuta durante tutto il ‘quinto’.

la battaglia del Foro italicoJosé Luis Clerc anche il giorno dell’ad-dio al tennis di Panatta, ha scritto il

capitolo chiave del 5-0 all’Italia al Foro Italico del 1983, la battaglia con Baraz-zutti da quasi sei ore spalmate in due giorni, la vittoria in doppio con Vilas su Bertolucci e Panatta. Non è lontano il ritiro dal tennis, che arriverà nel 1985, ma la lontananza è come il vento. Com-pra un terreno a Santiago del Cile, si mette a produrre vino, ma nel 1997, mentre gioca il Senior Tour, moglie e figli vengono attaccati. Su due piedi si sposta a Miami e organizza un centro di allenamento con Pancho Segura. Una strada singolare, quella di Batata. Ma in fondo, diceva, “noi argentini non siamo stati uniti: siamo tipi strani”.

Due copertine con ritratto Josè Luis Clerc; sotto, in una recente immagine insieme a Vilas

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ibi17

Biglietteria apertaÈ già possibile assicurarsi un posto in tribuna per gli InternazionaliBNL d’Italia 2017: il 4 luglio è cominciata la vendita degli abbonamenti. Fino al 24 sessioni diurne in esclusiva per i circoli Fit. Prezzi invariati

Nel calcio è tempo di campagne abbonamenti, nel tennis pure. Perché dal 4 luglio è già pos-sibile assicurarsi un posto in

tribuna al Foro Italico con la prevendita della 74a edizione degli Internazionali BNL d’Italia. I prezzi sono invariati ri-spetto alla passata edizione: nonostan-te la grande richiesta e il crescente inte-resse verso il Torneo, l’organizzazione ha voluto premiare gli appassionati che acquisteranno biglietti e abbonamenti fino al 31 dicembre 2016.Come già negli ultimi anni, la FIT ha deciso di partire già nel mese di luglio con la prevendita proprio per agevolare i tanti appassionati che, come quest’an-no, vorranno seguire da vicino le gesta dei protagonisti e delle protagoniste più acclamati del circuito mondiale. È possibile dunque scegliere i posti mi-gliori, o magari offrire a chi condivide la stessa passione per il tennis, un re-galo originale ed apprezzato. La FIT ha anche deciso di riservare tre settimane (dal 4 al 24 luglio) ai Circoli di Tennis per l’acquisto dei biglietti delle sessio-ni diurne del Campo Centrale prima di aprire la vendita al pubblico.

Tutti in campoCome nel 2016 il torneo avrà la formu-la del “combined event”, con le prove maschile e femminile giocate contem-poraneamente. In linea con la passata edizione, che ha ancora una volta ri-scosso uno straordinario successo, il prossimo anno gli Internazionali BNL d’Italia si svolgeranno lungo un arco di 12 giorni. Il Parco del Foro Italico aprirà al pubblico il 10 maggio con i tornei di pre-qualificazione, e darà la possibilità agli appassionati di seguire le sedu-te di allenamento dei top player che anticiperanno il loro arrivo a Roma. Il tabellone principale maschile inizierà domenica 14 maggio e quello femmi-nile il giorno dopo. Sarà possibile am-mirare nella stessa giornata campioni del calibro di Djokovic, Federer, Nadal, Murray, Serena Williams, Muguruza,

oltre agli emergenti che cercheranno di insidiare i campioni già affermati. E naturalmente si potrà tifare per gli ita-liani e le italiane: Seppi, Fognini, Bolel-li, Errani, Vinci e, magari, i giovani che stanno cominciando a farsi strada nel panorama internazionale.

spettacolo centraleAnche nel 2017 il Campo Centrale sa-rà la sede degli incontri principali a partire da domenica 14 maggio in due sessioni di gioco, diurna e serale (da lunedì a venerdì). Il secondo campo in ordine di importanza sarà una rinno-vata SuperTennis Arena che, con oltre 5.500 posti, sarà teatro di incontri di altissimo livello fino a venerdì 19 mag-gio. Come consuetidine sono previste tre tipologie di biglietti: quelli del Cam-po Centrale e della SuperTennis Arena, che garantiscono posti numerati e a sedere su ciascuno dei due impianti, ed i biglietti ground che, come ormai consuetudine, consentiranno di poter assistere a incontri ed allenamenti sin dalle prime ore della mattina sugli altri 12 campi del Foro, compreso l’inimita-bile Stadio Pietrangeli, la magica arena

così il calendario delle venditeDal 4 luglio: abbonamenti Campo Centralee SuperTennis ArenaDal 4 luglio: biglietti sessioniserali Campo CentraleDal 4 luglio: biglietti SuperTennis ArenaDal 4 al 24 luglio: biglietti sessioni diurneCampo Centrale solo per i Circoli FitDal 25 luglio: biglietti sessioni diurnedel Campo Centrale

circondata dalle statue di marmo che tutto il mondo del tennis ci invidia.

come acquistareÈ possibile effettuare online l’acquisto di abbonamenti e biglietti attraverso i siti web www.federtennis.it, www.in-ternazionalibnlditalia.it. Per informa-zioni è possibile rivolgersi al numero verde della Biglietteria Centrale del Foro Italico (800.622662) o scrivere all’indirizzo [email protected]. Inoltre i tagliandi possono essere ac-quistati presso la Biglietteria Centrale del Foro Italico.

Diritto di prelazione, esercitalo cosìGli abbonati dell’edizione 2016 potranno esercitare il diritto di prelazione con le seguenti modalità:- dal 4 luglio al 12 ottobre 2016 sarà possibile confermare il medesimo posto acquistato per l’edizione 2016;- dal 13 ottobre al 19 ottobre 2016 sarà possibile effettuare, solo se non si è già proceduto alla conferma del vecchio posto, il cambio posto tra quelli non confermati;- dal 20 ottobre 2016 tutti i posti non confermati potranno essere acquistati in vendita libera.

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giovani

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Di ViViAno VEspignAni

Giunto alla 34a edizione, l’Euro Trophy proposto dal Circolo Tennis Porto San Giorgio ha ribadito la straordinaria qua-

lità che lo contraddistingue in campo internazionale under 12. Tenuto a bat-tesimo nel 1983 da un certo Goran Iva-nisevic, quest’anno il torneo ha messo in evidenza una dozzina di verdissimi talenti tra i quali hanno suscitato forti impressioni i vincitori, peraltro giunti al traguardo senza cedere un solo set. Si tratta di Dino Prizmic, croato proprio come Ivanisevic e vincitore in finale sul coreano Haeson Lee. Tra le ragaz-ze successo della bulgara Katerina Di-mitrova, autrice di punteggi ‘drastici’ con i quali ha sbaragliato la canadese Dasha Plekhanova in finale e la corea-na Minseo Kim in semifinale. I successi conquistati da Prizmic e Katerina Dimi-trova non sono comunque una sorpre-sa, considerate le loro recenti vittorie riportate nel circuito internazionale tra Croazia e Francia.

il torneo degli azzurriA testimonianza del notevole successo di squadra riscosso da Corea e Bulga-ria, rispettivamente in campo maschile e femminile, sul terzo gradino del po-dio sono saliti un’altra bulgara, Denisla-va Glushkova, e un altro coreano, Min Seong Kim. Ma a far loro compagnia è

Sognando IvanisevicIl croato Dino Prizmic vince il 34° Euro Trophy Under 12 di Porto San Giorgio, proprio come fece il suo connazionale Goran nel 1983. Tra le ragazze successo per la bulgara Katerina Dimitrova. Nicolò Ciavarella migliore tra gli azzurri

salito anche il migliore degli azzurrini, il romano dello Sporting Eur Nicolò Cia-varella, che ricordiamo vincitore del Le-mon Bowl e tre volte piazzato nei quarti di finale di tornei Tennis Europe under 12. Degni di nota appaiono anche i traguardi tagliati nei quarti di finale da Giammarco Gandolfi e Veronica Sirci, unica azzurrina top 8, tanto più che il sistema di compilazione dei tabelloni, che al primo turno oppone ogni nome straniero a uno italiano, determina una forte selezione dei nostri portacolori, quest’anno ridotti da 31 a 10 (tra i quali anche Jacopo Bilardo, Daniele Minighi-ni, Matteo Fondriest, Giulia Martinelli, Emma Valletta, Angelica Giovagnoli e Georgia Pedone) dopo il primo round.

under 16, spezialibene in croaziaRestando sempre nel circuito eu-ropeo Tennis Europe, il milanese Filippo Speziali ha portato a otto il numero dei successi italiani in cate-goria under 16, ovvero nel settore in-ternazionale più favorevole ai colori azzurri visto il recente titolo firmato da Federico Arnaboldi all’Avvenire e le tre vittorie riportate da Giulio Zep-pieri. L’allievo del Vavassori Tennis Team di Palazzolo (Bs) ha vinto a Ca-covec, in Croazia (ove era stato terzo lo scorso anno), un torneo di buona quotazione battendo in due set nei turni conclusivi il serbo Juhas e lo sloveno Krstulovic.

circuito itf under 18, hurrà di Tortora e perinIl computo delle vittorie italiane maturate nel circuito Itf under 18 è salito, all’inizio di luglio e dopo un intervallo di due mesi e mezzo, a quota 11 per merito di Davide Tortora. Il veneto ha vinto a Telavi, in Georgia, dove l’allievo del Tc Padova (che farà 16 anni a fine settembre) ha vinto con un doppio 6-3 la sfida tutta azzurra in finale contro il bresciano Gabriele Bosio e per 7-5 7-6 quella di semifinale contro Leonardo Taddia, ennesimi promettenti under 16 del nostro vivaio in cerca di formative esperienze in campo junior. Nella foto Tortora è l’ultimo a destra, al centro il tecnico Fit Martin Pereyra e in bianco il finalista Bosio.Nella stessa settimana Riccardo Perin, 16 anni da Vico Equense, ha conquistato il titolo nel torneo Under 18 di Preveza, in Grecia, dove si sono cimentati la bellezza di 18 italiani. Cogliendo questo successo, Riccardo ha raggiunto quello che, al momento, costituisce il suo miglior risultato in campo junior. In campo femminile, di rilievo perché scaturita nei quotati Junior Open di Danimarca è la terza piazza della non ancora 16enne Lisa Piccinetti, ora proiettata tra le top 100 Under 18. (v.v.)

I finalisti premiati al torneo Under 12 Tennis Europe di Porto San Giorgio (foto Petrocco)

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circuito fit-tpra

Anche a Gaibledonvince Serena. Ma è FiniL’erba vera di Gaiba (Rovigo) premia l’omonima della Williams,nell’Open maschile vince Giulio Cavalli. Ecco come è andata nei cinque tornei della tappa “verde” delle Super Slam Series amatoriali 2016

Di MAX FogAZZi

open maschile,cavalli... di razzaUna cavalcata senza fine quella di Giu-lio Cavalli, basta vedere i punteggi del suo tabellone. Per vincere la tappa del-le Super Slam di Wimbledon, sull’erba vera di Gaibledon (a Gaiba, provincia di Rovigo), ha battuto tutti i migliori. E così i quattro semifinalisti, che sono arrivati a giocarsi le fasi calde della ca-tegoria Open, sono stati oltre a Caval-li anche Luigi Croci, Marco Solinas e Davide Nervi. “È stata dura - ha detto il vincitore - Una finale sofferta, ma fin dai quarti ho dovuto dare il massimo e pensavo di non averne abbastanza per incontrare il numero 1 del ranking Andrea Biolo. Mentre giocavamo - ha continuato - invece ho trovato subito la marcia giusta e una volta raggiunta la finale ho anche avuto l’occasione di riposarmi un po’ nell’attesa che anche l’altra semifinale terminasse”. L’altra se-mifinale, per l’appunto, è stata davve-ro combattuta e Marco Solinas alla fine è riuscito a portare a casa uno scalpo molto prestigioso, quello del numero 2 Davide Nervi. Con entrambe le teste di serie principali fuori dai giochi, la fi-nale è stata molto aperta. Con tanto di brivido quando, dal 5/1 in svantaggio, Solinas è riuscito ab abbozzare una ri-monta incredibile che l’ha portato fino ad avere una palla del 5-5. Ma è proprio lì che Cavalli ha piazzato lo scatto vin-cente e ha chiuso il match diventando il terzo re di Gaibledon.

risultato della finale: giulio cavalli b. Marco solinas 6-4

open femminile,serene come... serenaUna cornice stupenda e il saluto del Sindaco di Gaiba hanno accompagnato la premiazione dell’Open Femminile su erba vera. Erba vera che, proprio come quella londinese di Wimbledon,

ha incoronato un’altra Serena. Non Williams, ovviamente, ma Fini, che ha fatto suo il titolo non senza una certa dose di sorpresa. Una grande impresa perché le giocatrici presenti ai nastri di partenza erano davvero motivatis-sime e molto determinate partendo dalla finalista Donatella Olivari, dalla sua compagna di circolo Sabrina Nesti e dalla fortissima Patrizia Nani. Brilla-

La premiazione dell’Open femminile: la vincitrice Serena Fini è la quarta da sinistra

La premiazione dell’Open Maschile, in mezzo con maglia verde il vincitore Cavallie, in rosso, il finalista Solinas

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circuito fit-tpra

Kia Tennis Trophy,i vincitori di VicenzaLa seconda tappa del Kia Tennis Trophy si è giocata lo scorso week-end al Tennis Comunali Vicenza. Anche dalla tappa veneta quattro amatori hanno staccato il pass per il master finale di Milano, dove in dicembre ci si gioca un posto a Melbourne, per gli Australian Open 2017. Per accedere al Master conclusivo, lo ricordiamo, bisogna accedere alle finale. In campo femminile ci sono riuscite Federica Roveda e Sabrina Nesti (premiate nella foto a destra), con la prima brava a conquistare poi il titolo dopo un 9-7. Tra i maschi ha vinto invece il padrone di casa Fabio Zamperetti, che ha superato il coriaceo romano Francesco Urbani (foto a sinistra) in una finale chiusa col punteggio di 9-6. (m.s.)

no anche le altre ma nel chiacchieric-cio da spogliatoio, se c’era una moneta da puntare sulla finale, tutte avreb-bero scelto Nesti e Olivari, e invece è spuntata un’altra... Serena.risultato della finale: serena Fini b. Donatella olivari 6-5

limit 65: colli,ancora isola d’ElbaUn tennis da Open e grinta da vendere, ecco gli ingredienti del tennis amato-riale targato Isola d’Elba che dopo il campione nazionale Zini porta un al-tro importantissimo titolo sull’isola: questa volta è Alessandro Colli ad al-zare le braccia al cielo, nella categoria Limit 65. Un torneo bellissimo, il suo, sotto il sole cocente di Gaiba. Un ta-bellone concluso con una finale incre-dibile finita solo al tie-break decisivo. Colli ed Ermanno Bertelle, i protagoni-sti dell’atto decisivo, se le sono date di santa ragione ma sono anche riusciti nell’impresa - importante per un ama-tore - di far scrosciare una lunghissi-ma serie di sentiti applausi.risultato della finale: Alessandro colli b. Ermanno Bertelle 6-5

limit 45: Tognifinalmente ce la faUn urlo incredibile ha scosso Gaible-don circa alla mezzanotte di sabato, la giornata dedicata ai Limit 45 e 65. Mas-simo Togni, già finalista nella prova Su-perSlam Series di Gaibledon nel 2014, è tornato in finale anche grazie all’aiuto della dea bendata, ma questa volta non si è fatto scappare la chance di mettere le mani su uno dei titoli più importanti dell’intera stagione amatoriale Fit-Tpra. E pensare che in semifinale il futuro vincitore era sotto per 4-1, ma il suo avversario, il pratese Guerrini, ha do-vuto alzare bandiera bianca e ritirarsi proprio sul più bello a causa di un pro-blema muscolare al polpaccio. Togni,

ormai soprannominato “il Gladiatore” dagli amici del circuito, ha poi avuto la meglio sul romagnolo Andrea Bellini.risultato della finale: Massimo To-gni b. Andrea Bellini 6-2

Doppio, Bergamodomina sull’erbaÈ Bergamo a farla da padrone nella specialità di coppia sull’erba vera di Gaibledon. Proprio la categoria del doppio maschile è stata quella incari-cata di aprire le danze della kermesse veneta, con i protagonisti in campo a partire da venerdì pomeriggio. Il tor-neo ha confermato un trend molto importante per il circuito amatoriale Fit-Tpra, la crescita dell’importanza, dell’apprezzamento e della qualità proprio dei doppi. Il tutto complice anche la possibilità concessa dal re-golamento di far scendere in campo, solo nella specialità di coppia, anche i classificati 4.1. Alla fine è stata Ber-gamo, culla del movimento Tpra, a portare a casa il titolo con la coppia Colleoni/Pesenti, capaci di regolare in

finale il duo Bonanomi/Damosso. I fu-turi vincitori del torneo si sono anche resi protagonisti dell’eliminazione del team-sorpresa del torneo, quello for-mato da Bertelle e Splendore, capaci di estromettere i grandi favoriti della vigilia, vale a dire gli Husband.risultato della finale: colleoni/pe-senti b. Bonanomi/Damosso 9-6.

Sopra, a sinsitra, l’esultanza di Alessandro Colli, vincitore a Gaibledon nella categoriaLimit 65; a destra, l’urlo di gioia di Max Togni dopo il successo in finale a Gaibledon, arrivato attorno alla mezzanotte dello scorso sabato nel Limit 45. Sotto, i finalisti nel doppio: la coppia vincitrice Colleoni/Pesenti (in bianco) e i finalisti Bonanomi/Damosso

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paddle

Di giAnpAolo MArTirE

Il Circolo Canottieri Aniene, fonda-to nel 1892 e presieduto dal presi-dente del Coni Giovanni Malagò, è stato tra i primi d’Italia a installare

un campo da paddle, e ora si gode i frutti della lungimiranza. Già, perché sia nel 2015 che nel 2016 è stato pro-prio l’Aniene a cucirsi sul petto lo Scu-detto di paddle aggiudicandosi per due volte il campionato a squadre di serie A. Immutati anche i vice-campio-ni, cioè il Tennis Club Le Molette dei fratelli Alessandro e Stefano Pupillo, numeri uno del ranking italiano. “La nostra vittoria è basata su tre fattori: programmazione, allenamento e con-nubio tra l’esperienza dei tennisti sto-rici con la tecnica dei nostri giocatori di paddle”, spiega Gianfranco Nirdaci, dirigente del settore paddle del circo-lo e coordinatore nazionale.

un campionatosempre più competitivo“Era il nostro obiettivo - prosegue Nir-daci: - quella di quest’anno è stata una competizione molto combattuta, a par-tire dalla regular season dove abbiamo trovato squadre di Milano molto valide, a testimonianza di quanto il paddle stia crescendo e uscendo dai confini di Ro-ma”. L’Aniene è così il simbolo di uno sport che partita dopo partita, anno dopo anno, attira sempre più persone: “Come Circolo Aniene siamo stati tra i primi ad avere un campo da paddle, ma solo negli ultimi anni, in prima persona e con l’aiuto di un gruppo di professionisti prestati allo sport, abbia-mo messo in campo ogni energia per portare un gioco alle porte dello sport professionistico. Il paddle è un insieme di professionalità, passione e diverti-mento: ingredienti che sono la base per qualsiasi successo come il nostro. Que-sto sport a oggi conta oltre 300 campi in tutta Italia, 2.500 tesserati agonisti e migliaia di praticanti sul territorio na-zionale. Continuiamo così”.

Arrivano A2 e BA testimoniare il movimento che si sta creando intorno al paddle, è la grande affluenza di pubblico registrata nel cor-so del campionato e soprattutto duran-te le finali giocate al Foro Italico durante gli Internazionali BNL d’Italia. Lo confer-ma Nirdaci: “Le tribune e gli spazi de-stinati, oltre mille posti, si sono rivelati insufficienti. E pensare che l’anno scor-so la tribuna era prevista per cinquanta persone per campo”.L’andamento del campionato conferma così la crescita del tasso tecnico del cir-cuito padelistico che sta vivendo negli ultimi anni l’Italia. “Il tasso tecnico è cresciuto molto, perché nell’ultimo an-no le influenze dei giocatori spagnoli e argentini che hanno partecipato ai tor-nei hanno dato la possibilità ai nostri giocatori di ‘rubare’ gesti tecnici e movi-menti sul campo che ancora non erano nelle nostre corde. Per far crescere la serie A in questi anni abbiamo favorito l’ingresso dei giocatori stranieri, così da

far da traino ai nostri”, spiega ancora il coordinatore nazionale, che anticipa le novità della prossima stagione, quando la A sarà a otto squadre e sarà affianca-ta dalla serie A2 e B: “Ora quest’attività di attirare i giocatori stranieri verrà cal-mierata nella serie A2 e B, quando pro-babilmente non saranno previsti gioca-tori stranieri”.

canottieri Aniene: la rosa scudettataEcco la rosa attuale dei bi-campioni d’Italia in carica del Circolo Canottieri Aniene Roma: Maria Cabrera Seranno, Giorgia Marchetti, Federica Mundula, Carolina Orsi, Giuseppina Venuti, Stefano Cobolli, Giulio Di Meo, Alberto Lommi, Matteo Manetti, Manuel Rocafort, Rinaldo Rossi, Carmine Saladino, Vincenzo Santopadre e Giovanni Ticca.

La rosa del Circolo Canottieri Aniene Roma per due anni consecutivi Campioni d’Italia di paddle

Vincenzo Santopadre e Stefano Cobolli,due pedine fondamentali per i successi targati Aniene nei campionati di paddle

Campioni con metodoLa Canottieri Aniene di Roma è stata tra le prime in Italia a installare un campo da paddle. E infatti ha vinto per due anni consecutivi i campionati di Serie A. “Ma la concorrenza cresce”. E adesso arrivano pure A2 e B

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personal coach

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Occhio ai servizi-bomba:rispondere si puòIl tennis richiede elevate abilità visive. Sull’erba anche di più. Ce l’ha fatto vedere Andy Murray a Wimbledon, rispondendo alle “prime” di Raonic. Secondo gli studi si può ribattere con efficacia anche a servizi a 250 km/h

Di AnDrEA cAgno E MAX rinAuDo,

i.s.F. r. loMBArDi - FoTo gETTy iMAgEs

Valutando il rimbalzo sui va-ri terreni di gioco è chiaro che questi presentino diffi-coltà diverse quando si trat-

ta di rispondere a servizi di grande potenza. Alta velocità e rimbalzo re-golare sul duro, sul cemento. Sulla terra gran parte dell’energia cineti-ca della pallina è dissipata sul ter-reno, il quale però è meno regolare, quindi con un rimbalzo meno pre-vedibile rispetto ai campi duri e con angolazioni più verticali, più alte. I campi in erba naturale, per la loro irregolarità, restituiscono una palla sporca, complessa, di difficile intui-zione spesso con bassa angolazione da terra e con rimbalzo velocissimo dopo l’impatto sul terreno. Concentrandoci sui campi in er-ba è chiaro che sono quelli dove il sistema nervoso centrale riceve le maggiori sollecitazioni per gli adat-tamenti ai continui cambiamenti.

Dagli occhial sistema nervosoL’occhio fornisce il flusso di infor-mazioni in ordine di velocità, tra-iettorie, rimbalzi, rotazioni e le abi-lità visive concorreranno alla suc-cessiva elaborazione eseguita dalle stazioni intermedie del cervello e dalla corteccia cerebrale, in modo da attivare repentinamente i riflessi per ottenere una rapida attivazione muscolo scheletrica.Questo processo è di vitale impor-tanza nella risposta al servizio dove le problematiche dovute alla veloci-tà di palla e al manto erboso ampli-ficano le difficoltà. Qui una spiccata visione e consapevolezza periferica tali da interpretare ogni minimo in-

dizio e prevedere correttamente gli eventi inaspettati, oltre a una eleva-ta qualità delle fissazioni e dei mo-vimenti oculari nella ricerca di palla collegati correttamente al gesto mo-torio, possono fare la differenza.

Andy Murray, un esempio perfettoUn esempio di un’ottima integrazio-ne sensoriale-neurologica-motoria è l’eccellente risposta al servizio di Andy Murray, fresco vincitore per la seconda volta proprio sull’erba di Wimbledon. Lo scozzese correla la fissazioni sulla palla con i movimenti degli ar-ti inferiori, lo spostamento dei pie-di con trascinamento sul terreno è direttamente collegato al tempo di lancio di palla del suo avversario. Studi, ricerche e allenamenti sugli atleti stanno dimostrando che con il giusto potenziamento integrato

la visione... si può allenareLa visione è una funzione che si acquisisce, è un processo continuamente appreso durante lo sviluppo mentale e corporeo. In quanto tale è plasmabile. La visione può essere educata, potenziata, allenata, migliorata in tutte le sue abilità e integrata nel quotidiano allenamento motorio per ottimizzare la performance tecnico-tattica del tennista.

delle abilità visive è possibile ri-spondere in modo efficace ed effi-ciente a servizi fimo a 250 km/h (di questo e di come, nello specifico, Murray si approccia alla risposta ne parleremo approfonditamente sul prossimo numero). Intanto in finale contro Raonic, Andy ha dimostrato di poterlo fare alla grande.

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racchette e dintorni

V1 Pro, potenza softEcco il modello centrale della collezione 2016 dello storico marchio tedesco Völkl. Un telaio confortevole e anche versatile, per giocatori a tutto campo. Ottimo feeling sui colpi piatti o appena coperti. Costa 179,90 euro

di Mauro SiMoncini

Organix SuperG V1 Pro è la racchetta agonistica di ri-ferimento del colosso te-desco Völkl, giunta alla

sua terza edizione, un vero e pro-prio condensato tecnologico dagli ingegneri tedeschi. Il carbonio Na-notube combinato con la cellulosa arricchisce questa nuova versione 2016, ancora più potente ma sempre confortevole. Ovviamente in tutte le altre racchette Völkl c’è il sistema Or-ganix, mirato all’assorbimento delle vibrazioni, quasi totale; e c’è anche Optispot, un segmento grafico fluo-rescente in arancione a ore 3, a ore 6, a ore 9 e a ore 12 che aiuta a focaliz-zare al meglio la zona ideale di im-patto sul piatto corde. Il concentrato di tecnologia non finisce qui: speciali passacorde (SuperG) più grossi e di materiale più morbido per garantire mobilità alle corde e quindi spinta oltre per l’assorbimento delle vibra-zioni. Infine altra classica specifica tecnologica di Völkl è ‘Catapult’, una sorta di molla a ore 10 e ore 14 per dare più swing alla testa del telaio.

in caMPoSi percepisce subito la maneggevo-lezza del telaio, comoda da muo-vere nell’aria con un mix di peso e bilanciamento ben equilibrato. I pri-mi colpi da fondo campo sono pa-stosissimi, ben controllati e la pal-la si “sente” bene sul piatto corde. Specialmente se non si esagera con le preparazioni e anche con gli spin, escono colpi potenti e il controllo resta assoluto anche a velocità più elevate, quelle di chi gioca in terza e seconda categoria. Colpi classici quasi piatti e movimenti raccolti fan-no rendere al meglio l’attrezzo ma anche spingendo quasi a tutto brac-cio con uno stile di gioco più moder-no la racchetta supporta al meglio. Il top-spin è aggressivo, incisivo. Il

back-spin risulta davvero preciso e ficcante, sia in difesa sia nelle sorti-te offensive, difficili da affrontare. In generale anche per chi non ha una tecnica perfetta l’ampiezza dello sweetspot concede aiuto in caso di esecuzioni non ineccepibili. Ottime le prestazioni nel gioco di volo: racchetta equilibrata e confor-tevole, permette volée sicure in op-posizione quanto perentorie volée di chiusura.Al servizio sono discretamente faci-li tutte le varianti: potenti le battute piatte, precise e complicate da ribat-tere quelle tagliate. Si carica bene an-che la seconda palla liftata.

Potenza: 8Controllo: 9Maneggevolezza: 8Fondo: 9Rete: 7,5

Servizio: 8Top: 8Back: 8Estetica: 7Comfort: 8,5

iL LaB

(corde Volkl VStar Orange 1,25 mm - tensione 23/22 kg)Lunghezza: 68,6 cm Peso: 314 g Ovale: 99 Profilo: 20-23 mm Bilanciamento: 33,6 cm Rigidità: 65 Inerzia: 322 Potenza: 54/100 Controllo: 44/100 Maneggevolezza: 72/100

Una racchetta conosciuta (il modello storico V1 Pro) e già apprezzata da molti, ben rivisitata con nuove tec-nologie e materiali. Confortevole, maneggevole ed equilibrata, un’ago-nistica completa e non proibitiva, accessibile quasi a tutti (anche a di-screti giocatori di club).

iL PaGELLonE 81/100

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racchette e dintorni

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Scelta dalla Federazione Italiana Tennis

Lab 3.11 s.a.s.via Riva 22, 14021 - Buttigliera d’Asti (AT)tel.: 011 9921410 - fax: 011 [email protected] - www.lab311.it

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la regola del gioco

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inviateci via mail le vostre domandeI nostri esperti risolvono i vostri dubbi. Co-me? Semplicissimo: scriveteci all’indirizzo di posta elettronica [email protected] e spiegateci i vostri dubbi - o le vostre curiosità - di natura regolamentare. Sottoporremo i vostri mes-saggi ai nostri esperti del settore arbitrale della Fit e vi risponderemo sulle pagine di questa rubrica numero per numero.

Non si rifa il punto,ma il servizio sìAvete mai sentito l’espressione “let in service”? Sono quei casi che, quandosi verificano, non comportano la ripetizione completa del punto, ma soltanto di quello specifico servizio. Vediamo quali sono e quando si applicano

la premessaChe cosa sono i casi definiti di “let in service”? Beh, si tratta di quelle situazioni che non comportano una ripetizione dell’intero punto ma so-lamente di uno specifico servizio.

se il ricevitorenon è ancora prontoIl primo caso di “let in service” si verifca quando il giocatore che si appresta a ricevere non è ancora pronto. Nel caso in cui dovesse se-gnalarlo per tempo, ma il servitore non se ne accorgesse, allora il ser-vitore avrà il diritto di ripetere sola-mente lo specifico servizio che stava effettuando. È importante che il fat-to di non essere pronto da parte del ricevitore sia segnalato per tempo. E che sia segnalato in modo chiaro (per esempio con la classica mano o la racchetta alzata), in modo tale che risulti di tutta evidenza per tutti che il giocatore non fosse pronto.

segnalazione chiaraL’evidenza della segnalazione, la sua chiarezza e la tempestività so-no molto importanti in questo caso e devono poter essere stabilite. Per-ché altrimenti l’azione del ricevito-re di alzare la racchetta in ritardo

potrebbe avere la conseguenza o di far ripetere l’intero punto al servi-tore (in quanto si è arrecato un di-sturbo) oppure, se non segnalato proprio, il ricevitore stesso rischia di perdere il punto.

il caso più evidenteIl secondo classico caso riconducibi-le alla fattispecie del “let in service”, specificamente previsto dalle regole del tennis, si verifica quando la palla subito dopo un servizio tocca il net e sia buona sotto tutti i punti di vista: a esempio quando, dopo il tocco del net, rimbalzi nel giusto quadrante di ricezione oppure vada a colpire di-rettamente sul corpo o sulla racchet-

ta l’avversario. Essendo in entrambi i casi considerata buona la palla, in questo caso il tocco del net imporrà la ripetizione solamente di quel ser-vizio. È come se nel momento in cui durante un servizio la palla tocca il nastro della rete (la chiamata sarà “net” o “let” più il servizio giocato) il gioco venisse congelato e ciò che succede immediatamente dopo rile-va solo per quello specifico servizio. Se la palla rimbalzasse fuori, essa sarà considerata come un normale “out” ma se la palla rimbalzasse nel giusto campo o toccasse l’avversa-rio, essa sarà considerata buona a tutti gli effetti e quindi dovrà ripe-tersi quel servizio.

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