Andrea Giacomelli - Il Turismo rurale nello Sviluppo territoriale integrato della Toscana

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    IL TURISMO RURALE

    NELLO SVILUPPO

    TERRITORIALE INTEGRATO

    DELLA TOSCANA

    I R P E TIstitutoRegionaleProgrammazioneEconomicaToscanaGiovanni BalestrieriREGIONETOSCANADipartimentoPolitiche Territorialie Ambientali

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    IL TURISMO RURALE

    NELLO SVILUPPO TERRITORIALE

    INTEGRATO DELLA TOSCANA

    GIOVANNI BALESTRIERI

    Firenze, 2005

    IRPET REGIONE TOSCANA

    Istituto DipartimentoRegionale Politiche TerritorialiProgrammazione e AmbientaliEconomicaToscana

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    RICONOSCIMENTI

    La presente ricerca stata finanziata dalla Regione Toscana attraver-so il contributo dei fondi del programma Interreg IIIB Medocc-progetto MRITE. La pubblicazione del volume stata parzialmentefinanziata con i suddetti fondi.

    La ricerca stata coordinata per lIRPET da Roberto Pagni. Il testo a cura di Giovanni Balestrieri, docente dellUniversit di Pisa, ad esclu-sione del paragrafo 2.4 di cui autore Sergio Lotti, dei paragrafi 3.1,3.2, 3.3, 3.4 che sono stati redatti da Leonardo Ghezzi e AndreaGiacomelli e del paragrafo 3.6 che stato redatto da Francesco Felici.

    Leonardo Ghezzi e Andrea Giacomelli hanno effettuato le analisi

    sulle caratteristiche del turismo nelle aree di indagine. Francesco Fe-lici e Silvia Ghiribelli hanno svolto lanalisi statistica relativa ai datidel 5Censimento dellagricoltura. Francesco Felici ha anche analiz-zato i dati sullagriturismo di fonte regionale.

    Le interviste con questionario sono state effettuate da SeleneBugnoli nelle Colline dellAlbegna-Fiora, da Francesca Cecchini inLunigiana e da Filippo Ciompi in Val di Cecina. Alessia Cerri hasvolto, nellambito della sua tesi di laurea, le indagini sui rapporti dicollaborazione fra gli operatori del turismo nellAlta Val di Cecina.Sergio Lotti ha effettuato le interviste ai testimoni privilegiati.

    Elena Zangheri ha curato lallestimento editoriale del testo.

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    INDICE

    INTRODUZIONE SUGLI OBIETTIVI DELLARICERCA E LE INDAGINI EFFETTUATE 5

    1.INDIVIDUAZIONE DELLE AREE DI INDAGINE 131.1 La considerazione dei SEL turistico-rurali di

    matrice Irpet 131.2 I SEL prescelti alla luce degli obiettivi della ricerca 151.3 La delimitazione degli Ambiti Territoriali di

    Turismo Rurale Integrato (ATTRI) 191.4 Le indagini dirette effettuate 21

    2.LE RISORSE E LE CARATTERISTICHESOCIO-ECONOMICHE E AMBIENTALI 252.1 Lunigiana 252.2 Val di Cecina 372.3 Albegna-Fiora 502.4 Le attrattive delle aree di indagine:

    le impressioni di un giornalista 58

    3.RICETTIVIT E PRESENZE TURISTICHE 693.1 Lanalisi aggregata dei comparti alberghiero

    ed extra-alberghiero 693.2 Lanalisi a livello di tipologie ricettive interne

    allalberghiero e allextra-alberghiero 743.3 Lanalisi in funzione delle provenienze

    italiani/stranieri 773.4 Lanalisi basata sulle presenze ufficiali

    e stimate dallIrpet 783.5 Le schede per area 803.6 Un approfondimento sulle caratteristiche

    dellagriturismo nelle aree di indagine 98

    4.

    LE POTENZIALIT DEL TURISMO RURALEALLA LUCE DELLE INTERVISTE AITESTIMONI PRIVILEGIATI 1114.1 Premessa 1114.2 Il punto di vista dei tour operator riguardo

    al turismo toscano 1124.3 Le interviste ai testimoni privilegiati locali 1154.4 Le tipologie e le dimensioni della ricettivit

    per un turismo rurale di eccellenza 138

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    5.SINTESI DEI RISULTATI E CONSIDERAZIONICONCLUSIVE 147

    APPENDICE STATISTICA 159

    BIBLIOGRAFIA 165

    AllegatoQUESTIONARIO UTILIZZATO 167

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    INTRODUZIONE SUGLI OBIETTIVI DELLA RICERCA ELE INDAGINI EFFETTUATE

    Con questa ricerca ci siamo proposti di valutare se e in qualemisura il turismo rurale pu rappresentare il fattore guida nellosviluppo territoriale integrato e sostenibile, in stretta connessionecon le attivit agricole presenti localmente e in armonia con lospirito che anima il modello toscano di programmazione e svi-

    luppo agricolo-rurale.Questo modello, com noto, si ispira agli indirizzi della poli-tica comunitaria di sviluppo rurale della quale ha interpretato etradotto localmente i significati ponendo al centro della politicaregionale di settore la valorizzazione delle specificit locali attra-verso il riconoscimento del valore del paesaggio agrario e dellaqualit dei prodotti agricoli, e assegnando al territorio rurale ilruolo di luogo privilegiato di funzioni anche diverse dalla quellaconvenzionale di produzione agricola, purch espletate in mododa preservare e valorizzare non solo lambiente naturale, ma an-che le tradizioni e le culture che contribuiscono a formare le iden-tit locali, ritenute esse stesse un valore in s.

    Le realizzazioni migliori del modello toscano hanno mostrato

    che il turismo rurale, con il suo carattere di attivit trasversale, secondotto secondo criteri di conservazione delle risorse naturali eculturali, pu prestarsi a svolgere il ruolo di motore dello sviluppoeconomico sostenibile del territorio rurale, aprendo nuovi spazi dimercato alle produzioni agricole tipiche e tradizionali, facendoconoscere le produzioni dellartigianato locale e svolgendo, pi ingenerale, una funzione di marketing territoriale.

    Nella regione vi sono per anche realt dove il turismo rurale,avendo incorporato elementi di turismo di massa, pone problemidi reindirizzamento del suo cammino nella direzione di una mag-giore sostenibilit, soprattutto per quanto riguarda il rispetto dellecaratteristiche identitarie dei territori che lo ospitano.

    In altre aree, invece, il turismo rurale si trova e talora apparefermo nelle prime fasi del suo sviluppo senza che sia stato in gra-

    do di attivare un apprezzabile processo di sviluppo locale. La no-stra attenzione si rivolge a questo tipo di realt, che offrono anco-ra spazi di analisi e di intervento volti a irrobustire la crescita e aguidare il cammino del turismo rurale affinch possa svilupparsilungo linee di integrazione con le risorse locali e di conservazionedella specificit di queste.

    In particolare, la nostra indagine riguarda tre ambiti territorialidella Toscana, la Lunigiana, lAlta Val di Cecina e le CollinedellAlbegna-Fiora, che presentano uno sviluppo economico lo-

    Gli obiettividella ricerca

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    cale modesto rispetto alle realt pi dinamiche della regione, edove il turismo rurale, sebbene ancora in fase nascente, emergecome la strada pi promettente per dare vita a un processo di svi-luppo fondamentalmente basato sulle risorse locali, principalmenteagricole ma non solo. Si tratta infatti di aree rurali che possonovantare, ciascuna con proprie specificit, una buona attrattivitturistica determinata da una non trascurabile dotazione di risorsenaturali e storico-architettoniche, da un paesaggio agrario grade-vole anche se meno caratterizzato dal modello insediativo diffusoche tanto contribuisce alla bellezza del paesaggio agrario dellacollina interna dove in passato ha dominato la mezzadria, da unagamma di risorse enogastronomiche ampia ancorch priva di com-ponenti di grande rinomanza.

    La particolare collocazione geografica di queste aree ha con-

    sentito di introdurre nella ricerca un elemento di ulteriore caratte-rizzazione dellobiettivo principale di sviluppo locale integrato esostenibile, vale a dire la verifica della possibilit di realizzare unrapporto di integrazione fra il turismo rurale dellinterno e il turi-smo balneare costiero.

    Nelle intenzioni della ricerca la verifica di tale possibilit nonavrebbe dovuto riguardare la Lunigiana, un territorio che non ha,dal punto di vista geografico, uno sbocco naturale e diretto con lacosta. Tuttavia, come vedremo discutendo i risultati delle intervi-ste ai testimoni privilegiati locali, i rapporti del turismo ruralelunigianese con il turismo della costa ligure e della Versilia inqualche misura esistono gi, e fra le ipotesi di sviluppo del turi-smo rurale vi anche quella che prevede un maggiore collega-mento con il turismo delle Cinque Terre e della Versilia attraversola Strada del Vino dei Colli di Candia e di Lunigiana. Nel casodella Lunigiana, comunque, lobiettivo centrale della ricerca restaquello di valutare se unarea rurale in ritardo di sviluppo pu tro-vare nel turismo rurale integrato con le risorse locali, attraversoiniziative dal basso accompagnate eventualmente da opportunepolitiche di sostegno esterne, il fattore di spinta per giungere arealizzare un processo di sviluppo locale sostenibile. La riflessio-ne sul caso della Lunigiana pu poi aiutare a formulare valutazio-ni analoghe a carico delle altre aree montane della regione(Mugello, Casentino, Amiata) che non hanno ancora trovato unloro percorso di sviluppo e per le quali non sono chiaramenteindividuabili fattori di sviluppo endogeno.

    Nel caso dellAlta Val di Cecina linteresse per i rapporti

    fra turismo rurale e turismo balneare nasce dal fatto che questoterritorio rurale collinare-montano contiguo a unarea, la co-sta cecinese, che deve confrontarsi con i problemi di conge-stione derivanti dal modello di turismo balneare adottato e cheha portato al superamento della capacit di carico turistica,ambientale e sociale. In questo caso ci sembrato utile valuta-re la possibilit di perseguire lobiettivo dello sviluppo dellareainterna prefigurando, anche, legami pi sistematici e organiz-zati di quelli che gi esistono fra turismo rurale e turismo bal-

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    neare, al fine di alleggerire il carico del turismo nelle aree di mag-giore concentrazione della costa ampliandone la stagione e favo-rendo linsediamento diffuso degli ospiti.

    Anche le Colline dellAlbegna-Fiora coprono un territoriocollinare-montano contiguo a unarea di turismo balneare, la co-sta maremmana meridionale, che per, a differenza del turismobalneare costiero della Val di Cecina, si svolge ancora nei limitidella sostenibilit ambientale e sociale. unarea, rispetto allealtre considerate, pi ricca di risorse paesaggistiche, storico-architettoniche, culturali e enogastronomiche. Intorno a queste ri-sorse si gi stabilita una apprezzabile rete di utilizzazioni turisti-che che coinvolge anche la costa attraverso lescursionismo. Daqui il nostro interesse per larea, che pi delle altre sembra in gra-do di svilupparsi economicamente in modo sostenibile facendo

    leva su un turismo rurale capace di valorizzare senza snaturarle lerisorse rappresentate dalle produzioni agricole tipiche e tradizio-nali, dai valori culturali identitari e dallambiente naturale.

    In sintesi, dunque, lobiettivo generale della ricerca pu essereespresso come un tentativo di verifica delle possibilit di sviluppoeconomico delle aree indicate, facendo leva su forme di turismorurale ambientalmente sostenibile e di eccellenza, ovvero unturismo rurale che, pur andando incontro alle esigenze di qualitconvenzionale da tempo manifestate dalla clientela straniera e pirecentemente anche da quella italiana, sappia preservare lidentitpaesaggistica, culturale e sociale dei territori in cui si sviluppa,limitandosi ad operare nel segmento di domanda che da tale iden-tit attratto e rifuggendo, quindi, dalla graduale omologazionecon il turismo di massa. Molti operatori, e ne daremo testimo-nianza riferendo sulle nostre interviste, lamentano infatti che lam-pliamento della base di domanda del turismo rurale toscano hacomportato uno sconfinamento nei territori del mercato turisticodi massa, e quindi un allontanamento del turismo rurale stesso dalsegmento di mercato che gli proprio, il segmento di domandadel sanfter turismous, antitetico al turismo di massa, sostenutodallutente consapevole e responsabile delle risorse locali de-scritto in una ricerca dellIrpet dei primi anni Novanta (Kruger eLoda, 1993). Questo sconfinamento viene spesso etichettato ca-duta di livello della domanda, locuzione che sta ad indicare nel-lintenzione di chi la usa lavvento di un turista che non solo haminori capacit di spesa, ma anche che, al contrario del turistasoft, non ha la formazione culturale per riconoscere, apprezzare

    e, quindi, fruire rispettandoli i beni e i servizi caratteristici delturismo rurale toscano.

    Dunque il riferimento metodologico di questa ricerca, come sipu intuire, quello dello sviluppo locale basato sullavalorizazione e luso delle risorse, per loro natura endogene,che formano lidentit di un territorrio. La caratteristica dellosviluppo locale basato sulle risorse identitarie quella di con-siderare il territorio stesso un fattore di sviluppo, purch sia

    I riferimentimetodologici econcettuali

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    inteso non come cornice per le attivit delle imprese e la circola-zione dei fattori e dei prodotti, ma piuttosto come spazio dellaregolazione e del compromesso sociale (Rombaldi, 1996), comeinsieme di elementi naturali e antropici radicati nei sistemi sociali(Cavalieri, 1999), come luogo di incontro fra forze di mercato eforme di regolazione sociale (Garofoli, 2002).

    In particolare, avendo come oggetto di analisi aree rurali nellequali non si evidenziato un percorso di sviluppo definito, il rife-rimento a un modello di sviluppo che, innanzitutto, leghi le ri-sorse agricole e artigianali al turismo rurale creando un mercatolocale per i prodotti tipici agricolo-alimentari e artigianali, e chesia anche in grado di accrescere, attraverso gli effetti diretti, indi-retti e indotti la spesa rivolta ai beni e servizi locali di altro tipo.

    Non va sottovalutato il carattere di conflittualit che pu emer-

    gere dalla relazione fra identit e sviluppo anche quando lo svi-luppo affidato al turismo rurale. Non va esclusa cio, anche inquesto caso, levenualit che il modello di sviluppo identitariodecada per la difficolt di conservare il ruolo strategico delle ri-sorse identitarie una volta che queste sono state inserite nel pro-cesso di sviluppo (Gualerzi, 2003). Come abbiamo suggerito pre-cedentemente con argomentazone diversa quando abbiamo ac-cennato allo sconfinamento nel turismo di massa e alla caduta dilivello della domanda, nelle realt toscane di maggiore successodello sviluppo locale basato sul turismo rurale il ruolo strategicodelle risorse identitarie, fondamentale per lavvio del cammino disviluppo, andato progressivamente indebolendosi. Sotto lazio-ne delle forze esterne rappresentate dalle richieste di qualit delmercato e veicolate in gran parte dai tour operator, la ruralit dellacollina toscana che ha fatto la fortuna dellagriturismo appare sem-pre pi una rappresentazione scenica allestita per compiacere ilturista, un mix di strutture per il comfort e di modi di vita recita-ti per il turista sullo sfondo di paesaggi ricostruiti ad hoc, non piespressione della cultura e delle tradizioni dei luoghi.

    La consapevolezza dei pericoli di degenerazione del turi-smo rurale ci ha indotto a considerare, per la nostra ricerca,realt territoriali dove il turismo rurale ancora giovane e per-tanto pu, in linea di principio, rappresentare il motore di unosviluppo locale sostenibile, riuscendo cio ad evitare il dete-rioramento del ruolo strategico delle risorse identitarie su cuipoggia allorch entra in contatto con le forze esterne che il tu-rismo inevitabilmente introduce.

    La sostenibilit a cui facciamo riferimento, pertanto, riman-da a una concezione olistica di ambiente, a una entit costituitanon solo da risorse naturali e storico-architettoniche, ma anche esoprattutto dalle risorse umane presenti nel territorio, che lo svi-luppo del turismo rurale deve saper coinvolgere sollecitandole aesprimersi, ad esempio, in forme di imprenditoria locale generatricidi attivit economiche in grado di sostenersi autonomamente. Ilriferimento istituzionale per il tipo di sviluppo locale che conside-riamo dunque quello della politica comunitaria di sviluppo rura-

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    le quale si esprime, ad esempio, nelle iniziative LEADER, per cuigenesi dal basso dei progetti, partecipazione dei proponenti al fi-nanziamento dei progetti stessi, e capacit di portare avanti auto-nomamente le iniziative dopo una fase di avvio assistita, sonoanchessi caratteri della sostenibilit a cui ci riferiamo. In unrecente studio sullo sviluppo locale sostenibile delle Crete Senesieffettuato da M. Daviddi per conto dellIrpet lAutore, rifacendosial pensiero di sociologi e architetti della scuola territorialista ita-liana, chiama autosostenibilit il tipo di sostenibilit che preve-de la capacit dello sviluppo locale di mantenersi autonomamentenel tempo, senza lapporto determinante dellintervento esterno(Daviddi, 2002). Il Daviddi, peraltro, discostandosi dal pensierodella scuola territorialista, non esclude che al progetto di sviluppocontribuiscano anche competenze esterne: non crediamo -affer-

    ma Daviddi- che i progetti di sviluppo debbano essere elaboratinecessariamente ed esclusivamente dalle comunit locali, perchqueste, spesso, non sono chiaramente definite, n i loro abitantivivono sempre rapporti cos armoniosi da permettere la facileindividuazione di obiettivi comuni da raggiungere. Crediamo, piut-tosto, che il carattere locale ed autosostenibile di un progetto disviluppo non dipenda da chi lo propone, ma dalla dimensione allaquale opera e dalle risorse e dagli strumenti che sfrutta (Daviddi,2002, p. 8).

    Per quanto abbiamo detto nel paragrafo precedente riguardo alcarattere dello sviluppo locale basato sulle risorse identitarie, ilmomento della individuazione e delimitazione delle aree per lequali tale sviluppo viene prospettato cruciale. Larea selezio-nata, infatti, deve possedere una convincente omogeneit ri-guardo a tradizioni, condivisione di valori, collegamenti al suointerno fra operatori pubblici e privati a livello istituzionale eprogettuale. In Toscana c una forte tradizione di studi e diconcrete individuazioni delle griglie territoriali utili per la po-litica regionale, che spesso hanno trovato nelle ricerche e nelleproposte operative dellIrpet il momento di sintesi. Un esem-pio sono i Sistemi Economici Locali (SEL). In genere, poi, tut-to lo sviluppo economico della regione viene interpretato comeil risultato dellemergere, attraverso fenomeni di bottom-up, diforze identitarie locali distrettualizzate. Recentemente anchela politica regionale di sviluppo rurale ha assunto i distretti,nello specifico i distretti rurali, come unit progettuali elemen-

    tari verso le quali dirigere lintervento.Per lindividuazione delle nostre aree di indagine, quindi,abbiamo ritenuto opportuno partire dai risultati del citato lavo-ro di ricerca e definizione di contesti territoriali utili per lana-lisi e la politica dello sviluppo locale prendendo in considera-zione, come primo passo, i grandi sistemi del PIT e del PSRregionali, e le classificazioni dei SEL operate dallIrpet in fun-zione delle attivit economiche in essi presenti, con particolareriguardo alle caratterizzazioni rurale e turistica. Successivamen-

    Le analisieffettuate, le fontidi informazionee il piano del

    lavoro

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    te abbiamo individuato, sulla base di alcuni criteri di omogeneit,gli Ambiti Territoriali per lo Sviluppo Rurale Integrato (ATTRI).Nel primo capitolo riferiremo su questo aspetto del lavoro.

    I caratteri di ruralit e le tendenze evolutive del territoriotoscano presentano notevoli differenze, pur essendo limmagi-ne di tale territorio coincidente in larga misura con il paesaggioagrario. Le differenze nascono, oltre che dalla diversa naturaorografica e geologica del suolo che incidono sulla disponibili-t di aree idonee alla esplicazione di unattivit agricolaremunerativa, dalla influenza esercitata dai sistemi urbani eproduttivi extra-agricoli e agricoli, dal grado di consolidamen-to del modello insediativo diffuso alternativo a quello dei gran-di centri, dallentit del degrado delle risorse ambientali e cul-turali. Anche se in questa indagine concentriamo la nostra at-

    tenzione su tre aree che ricadono interamente in altrettanti SELappartenenti alla Toscana dei rilievi appenninici e alla To-scana della fascia costiera e dei territori adiacenti, limmagineche ci troviamo di fronte quella di un territorio rurale com-plesso e articolato in cui sono variamente presenti caratteri dieccellenza ed elementi di fragilit, punti valutabili di forza edelementi di debolezza, in assoluto e riguardo alle potenzialitdel turismo rurale. Nel secondo capitolo pertanto analizzeremoi SEL di nostro interesse dal punto di vista di alcuni sommariindicatori dei punti di forza e di debolezza delle aree. In parti-colare, per quanto riguarda laspetto socio-economico, valute-remo le dinamiche demografiche e insediative e il ruolo econo-mico dellattivit agricola. Considereremo inoltre la dotazionedi risorse naturali-ambientali e storico culturali, il grado di ac-cessibilit viaria e ferroviaria, la rilevanza attuale del turismorurale e i suoi legami con le filiere agricole. Faremo ci sullabase di alcuni studi presenti in letteratura e in gran parte pro-dotti o promossi dalla Regione Toscana e dallIrpet. Troveran-no utilizzazione in questo capitolo anche i risultati dellultimocensimento dellagricoltura e parte delle informazioni assuntecon le indagini per questionario effettuate nelle tre aree di inte-resse. In chiusura di capitolo, per documentare in modo nonconvenzionale ma, riteniamo, efficace, la specificit delle do-tazioni di risorse turistiche delle aree di indagine, abbiamo in-serito le impressioni che di queste ha riportato il giornalistacon esperienza di turismo incaricato delle interviste ai testimo-ni privilegiati.

    Nel capitolo successivo, il terzo, presenteremo unanalisidettagliata e comparata del turismo nelle aree di indagine, alloscopo di metterne in rilievo la dimensione, i caratteri, il diver-so momento evolutivo nel ciclo di vita del prodotto turistico e,nel caso della Val di Cecina e dellAlbegna-Fiora, le interazioniesistenti fra turismo balneare della costa e turismo rurale del-linterno. Il riferimento di queste analisi, che sono state con-dotte da due collaboratori dellIrpet rielaborando le informa-zioni in proposito raccolte dallIrpet stesso a livello comunale

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    utilizzando dati statistici ufficiali e dati stimati, non limitatoagli ATTRI ma si estende ai SEL per consentire, nel caso ap-punto della Val di Cecina e dellAlbegna-Fiora, una prima va-lutazione delle possibili interazioni fra turismo costiero e turi-smo collinare interno. Anche questo capitolo include conside-razioni rese possibili dai risultati delle indagini per questiona-rio che abbiamo condotto nelle aree di interesse per la ricerca.Inoltre, in considerazione dellimportanza dellagriturismo nel-lambito del turismo rurale, e della ricchezza delle informazio-ni sistematiche disponibili in Toscana su questo fenomeno, ilcapitolo si chiude con una analisi dei dati di fonte Apet, effet-tuata da un collaboratore dellIrpet, intesa ad accertare ledifferenziazioni tipologiche ed evolutive dellagriturismo nel-le aree di indagine.

    Il quarto capitolo sar dedicato alla discussione dei risultatidelle interviste ai testimoni privilegiati, e il quinto, infine alleconclusioni valutative e propositive che i risultati della ricercaconsentono di formulare.

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    1.LINDIVIDUAZIONE DELLE AREE DI INDAGINE

    Per giungere alla individuazione delle aree di indagine ab-biamo inizialmente fatto riferimento alla griglia di lettura/interpretazione delle diverse caratteristiche delle aree rura-li allinterno dei quattro grandi sistemi in cui stata suddi-visa la regione dal PIT e dal PSR regionali.

    In vista degli obiettivi generali della ricerca, abbiamoritenuto opportuno tralasciare di considerare La Toscanapianeggiante e collinare del bacino dellArno, il cui svi-luppo economico e la cui identit rurale possono conside-rarsi irreversibilmente legati alle esigenze insediativeabitative e a quelle delle attivit extra-agricole.

    Abbiamo tralasciato di considerare anche la partecollinare interna de La Toscana collinare delle aree internee meridionale, il cui sviluppo imperniato sul turismo rura-le giunto ormai a una fase di consolidamento e non pre-senta quindi problemi di decollo (ne presenta, come abbia-mo accennato, di degenerazione intensivistica con minaccealla identit territoriale).

    Abbiamo invece concentrato la nostra attenzione sullaparte collinare e montana dei grandi sistemi Rilieviappenninici e Fascia costiera e territori adiacenti, dovesi rinvengono aree che non hanno ancora imboccato un cam-mino definito di sviluppo e il turismo rurale si trova neglistadi iniziali del suo ciclo di vita.

    1.1La considerazione dei SEL turistico-rurali di matrice Irpet

    Un ulteriore passo verso la individuazione delle aree di in-dagine utili ai nostri fini consistito nella selezione degliambiti territoriali a maggiore valenza rurale e turistica al-

    linterno dei grandi sistemi sopra menzionati. Per fare ciabbiamo preso in considerazione i SEL classificati dallIrpet(Cavalieri, 2001; Bacci, 2002) come di tipologia rurale-marginale, agricolo-rurale e turistico-rurale, con va-rio grado di caratterizzazione agricola e turistica, dispecializzazione turisica e agrituristica, e confluenti nei si-stemi turistici turistico-rurale, turistico-specializzato,turistico-urbano e turistico-industriale (Tab. 1.1).

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    immaginabile il motivo che ci ha portato a considerare iSEL rurali: la ruralit rappresenta il naturale e insostituibilesfondo del turismo rurale. Il nostro interesse, per, va pi spe-cificamente ai SEL rurali-marginali e agricolo-rurali. Sono que-ste, infatti, le realt territoriali che presentano un deficit di svi-luppo e al tempo stesso una base agricola o comunque unaruralit che pu servire di supporto a uno sviluppo turisticorurale integrato.

    Non tutti i SEL agricolo-rurali e rurali-marginali hanno una

    caratterizzazione agricola elevata. Tuttavia non abbiamo ope-rato distinzioni da questo punto di vista, prendendo in conside-razione sia i SEL con caratterizzazione agricola medio-alta chequelli con caratterizzazione agricola medio-bassa. Laspettopositivo delle aree a pi elevata caratterizzazione agricola, in-fatti, dato dal fatto che in esse lo sviluppo integrato basato sulturismo rurale ha maggiori possibilit di giungere a incorpora-re elementi di integrazione fra turismo e filiere agroalimentari.Ma vi anche laspetto negativo, poich si possono manifesta-re elementi di conflittualit fra lo sviluppo locale basato sul-lagricoltura e quello basato sul turismo rurale. Considerandosia i SEL a caratterizzazione agricola medio-alta che quelli acaratterizzazione agricola medio-bassa ci siamo posti in condi-

    zione di poter valutare se il livello di caratterizzazione agricola correlato con la probabilit di insorgenza di interazioni posi-tive e negative fra agricoltura e turismo.

    I SEL agricolo-rurali e rurali-marginali presentano una ca-ratterizzazione turistica anchessa differenziata. A fronte di SEL-nel caso specifico solo il SEL Val di Chiana Aretino- che nonhanno alcuna caratterizzazione turistica, ve ne sono altri chepossiedono una caratterizzazione turistica secondaria, e altriancora che manifestano una caratterizzazione turistica incerta.Il nostro interesse, in questo caso, rivolto solo ai SEL che

    1.1SEL PRESI IN

    CONSIDERAZIONEPER LA SELEZIONE

    DELLE AREE DIINDAGINE

    SEL Tipologia rurale Caratteriz. Caratteriz. Specializ. Specializ. SISTEMA

    agr icola tur is tica tur is tica agr itur is tica TURISTICO(presenze totali)

    Lunigiana Rurale-Marginale Medio-Bassa Secondaria Med ia Nessuna Turistico-ruraleValle del Serchio Q. Garfagnana Rurale-Marginale Medio-Bassa Secondaria Media Media Turistico-rurale

    Val di Cecina Q. Interno Agricolo-Rurale Medio-Bassa Entrambe Media Molto -alta Turist ico-industr.Chianti Agricolo-Rurale Medio-Alta Entrambe A lta Molto-Alta Turistico-specializ.Al ta Va l T iber ina Tur is tico-Rurale Medio-Bassa Secondar ia Nessuna Media Tur is tico-ru ra leVal di Chiana Aretina Agricolo-Rurale Medio-Alta Non Turist ica Nessuna Media Turist ico-rurale

    Co ll ine Metal li fere Agricolo-Rurale Medio-Bassa Entrambe Al ta Media Tur is tico-specia liz.Val di Merse Rurale-Marginale Med io-Alta Entrambe Al ta Molto-Alta Turistico- ruraleCrete Senes i-Val d Arbia Agrico lo-Rurale Medio-Al ta Secondar ia Al ta Media Tur is tico-ru ra leVal d i Ch iana Senese Tur is tico-Rurale Medio-Bassa Entrambe Al ta Al ta Tur is tico-specia liz.Amiata-Val dOrcia Agri colo-Rurale Med io-Alta Secondaria Al ta Alta Turistico- rurale

    Area Grossetana Turistico-Rurale Medio-Bassa Entrambe Alta Media Turistico-urbanoAmiata Grossetano Rurale-Marginale Medio-Alta Secondaria A lta Alta Turistico-rurale

    Albegna-Fiora Q. C. dArgento Turistico-Rurale Medio-Alta Entrambe Molto-Alta Media Turistico-specializ.Albegna-Fiora Q. Colline Interne Rurale-Marginale Medio-Alta Secondaria Media Alta Turistico-rurale

    Fonte: Sintesi tabellare di informazioni tratte da Cavalieri (2001), Bacci (2002) e Irpet e Regione Toscana-Dipartimento dello SviluppoEconomico (2001)

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    possiedono una qualche caratterizzazione turistica, dal momentoche non ci sembra proponibile uno sviluppo locale basato sulturismo rurale se il sistema economico non ha gi manifestatoqualche inclinazione verso il turismo.

    Abbiamo poi ritenuto opportuno limitare la nostra analisi aiSEL che non possiedono una specializzazione turistica elevatain termini di presenze pur essendo gi avviati sulla strada delturismo, desiderando analizzare le situazioni locali in cui esi-stono larghi margini per lo sviluppo turistico e la scelta turisti-ca presente ma non ancora definitiva.

    In questo modo i SEL da considerare si sono ridotti a quattro:la Lunigiana, la Garfagnana, la Val di Cecina Quadrante Interno, elAlbegna-Fiora Quadrante Colline Interne. Questi SEL presenta-no un grado di specializzazione agrituristica da nullo (la Lunigiana)

    a molto alto (la Val di Cecina Quadrante Interno).I SEL selezionati appartengono alle tipologie dei sistemituristici turistico-industriale (la Val di Cecina Quadrante In-terno), e turistico-rurale (gli altri tre), secondo la classifica-zione tipologica dei SEL elaborata in occasione della III Con-ferenza Regionale del Turismo, Commercio e Innovazione (Irpete Regione Toscana-Dipartimento dello Sviluppo Economico,2001). Nella tabella 1.2 riepiloghiamo le caratterizzazioni deiSEL selezionati in termini delle variabili fin qui considerate1.

    1La classificazione tipologica in oggetto si basa su variabili e indici che riguardano ladotazione di risorse turistiche, le presenze turistiche ufficiali e stimate, e alcuni indica-tori dellimportanza economica del turismo per larea (Irpet e Regione Toscana-Dipar-timento dello Sviluppo Economico, 2001).

    1.2I SEL prescelti alla luce degli obiettivi della ricerca

    In definitiva I SEL selezionati sono risultati: la Lunigiana (tra-lasciando quindi la Valle del Serchio Quadrante Garfagnana,una situazione assai simile dal punto di vista delle possibilit

    del turismo rurale di fungere da motore dello sviluppo locale),la Val di Cecina (Quadranti Costiero e Interno), e lAlbegna-Fiora (Quadranti Costa dArgento e Colline Interne).

    La Lunigiana (Comuni di Aulla, Bagnone, Casola inLunigiana, Comano, Filattiera, Fivizzano, Fosdinovo, Licciana

    1.2CARATTERIZZAZIONIDEI SELSELEZIONATI PER LAINDIVIDUAZIONEDELLE AREE DIINDAGINE

    SEL Tipologia rurale Caratteriz. C aratteriz. Specializ. Specializ. SISTEMAagr icola tur ist ica tur is tica agr itur is tica TURISTICO

    (presenze totali)

    Lunigi ana Rurale-Marginale Medio-Bassa Secondari a Media Nessuna Turistico- ruraleValle del Serchio Q. Garfagnana Rurale-Marginale Medio-Bassa Secondaria Media Media Turistico-ruraleVal di Cecina Q. Interno Agricolo-Rurale Medio-Bassa Non pronunciata Media Molto-alta Turistico-industr.

    Albegna-Fiora Q. Colline Interne Rurale-Marginale Medio-Alta Secondaria Media Alta Turist ico-ruraleFonte: Sintesi tabellare di informazioni tratte da Cavalieri (2001), Bacci (2002) e Irpet e Regione Toscana-Dipartimento dello SviluppoEconomico (2001)

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    Nardi, Mulazzo, Podenzana, Pontremoli, Tresana, Villafrancain Lunigiana, Zeri), sulla base delle caratterizzazioni sopra espo-ste unarea rurale-marginale con una caratterizzazione agri-cola non elevata, una caratterizzazione turistica secondaria quin-di relativamente decisa, una specializzazione turistica media enessuna specializzazione agrituristica. Va considerata un siste-ma turistico-rurale, vale a dire un sistema dove il turismo as-solve al ruolo di integratore del reddito, di valorizzazione econo-mica delle risorse paesaggistiche e pi altamente ambientali, riu-scendo a far affluire reddito in realt altrimenti rimaste separatedallo sviluppo regionale, ma che resta ancora caratterizzato dauna elevata instabilit e dal rischio di una ricaduta nellareadella marginalit economica (Irpet e Regione Toscana-Di-partimento dello Sviluppo Economico, 2001, p. 48-49).

    La Lunigiana non ha finora partecipato in modo significati-vo allo sviluppo turistico che ha interessato le altre zone ruralidella Toscana. Lagricoltura di questarea, a causa della suanatura montagnosa, certamente modesta. La mezzadria vi stata poco diffusa e, probabilmente a causa di ci, come sem-brano ritenere alcuni storici dellagricoltura, il declino econo-mico, occupazionale e insediativo del territorio rurale statopi rapido e tumultuoso. Inoltre, mancata quelleredit di fab-bricati rurali sparsi nel territorio che la mezzadria ha lasciato inaltre parti della Toscana e che oggi sono la base di buona partedel turismo rurale della regione. per una zona ricca di risor-se turistiche, poich altri eventi storici hanno lasciato, sparsinel territorio, splendidi castelli intorno ai quali si sono costitu-iti nuclei abitativi che oggi possono rappresentare una risorsapreziosa per lo sviluppo del turismo diffuso con caratteri rura-li. Di recente, anche grazie alla politica comunitaria di svilup-po rurale, in Lunigiana come nella vicina Garfagnana si nota-to un maggiore dinamismo degli attori locali nellambito delturismo rurale, che ha portato anche alla costituzione di prezio-se strutture organizzative quali la strada del vino dei Colli diCandia e di Lunigiana, il Consorzio Lunigiana Turistica, lacooperativa Natour di servizi per il turismo. Si tratta di segni diun nascente spirito di iniziativa che la ricerca si propone diaccertare con sistematicit, e di valutare riguardo allimportan-za che pu rivestire ai fini dello sviluppo territoriale.

    La Val di Cecina Quadrante Interno presenta una situazionediversa da quella della Lunigiana, con elementi di marginalit

    assai minori. Qui la caratterizzazione turistica inferiore perchlarea vive ancora una realt industriale ma la specializzazioneagrituristica molto elevata e si avvicina, per consistenza etipologia, a quella della Toscana collinare interna.

    LIrpet attribuisce al SEL Val di Cecina Quadrante Internoil carattere di sistema turistico-industriale per la compresenzanel suo territorio, non solo a livello geografico ma anche diinterazione economica e sociale, dellattivit industriale. Qui,infatti, a differenza delle situazioni costiere dove la conviven-

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    za fra turismo e industria risultata impraticabile per motiviambientali e lindustria stata progressivamente espulsa trovan-do rifugio nellinterno, si stabilita una certa complementarietfra turismo e industria che passa attraverso il reddito familiare,in quanto la pluralit delle fonti di reddito conferisce flessibili-t nellutilizzo del lavoro, rendendo praticabili forme di occu-pazione stagionali e linvestimento in attivit turistiche dei ri-sparmi accumulati dalle famiglie. Il modello turistico che go-verna questa situazione si presenta pi stabile di quello dellaLunigiana, ma esiste la possibilit che si generino conflitti frale due tipologie di attivit non tanto per questioni di compatibi-lit ambientale, quanto piuttosto per lemergere della conve-nienza, di fronte alle difficolt dellidustria, a dirottare le risor-se finanziarie al turismo (Irpet e Regione Toscana-Dipartimen-

    to dello Sviluppo Economico, 2001, p. 50).Questa situazione di integrazione di fatto, nel mercato dellavoro e del capitale finanziario, fra turismo e industria, e dipotenziale conflitto in vista di uno sviluppo del turismo ruraleche coinvolga maggiormente anche lagricoltura, tocca da vi-cino, naturalmente, lobiettivo della nostra ricerca. Come do-cumenteremo pi avanti sulla base delle interviste, lesistenzadellopzione industria-turismo presente nel comune sentiredegli attori locali. Di fronte a tale opzione alcuni si pongono afavore del turismo e altri a favore dellindustria, generando unafrattura nella comunit locale che rende problematici il con-senso, liniziativa e la partecipazione dal basso a un eventualeprogetto di sviluppo locale basato sul turismo rurale.

    Un altro elemento di contrasto offerto dal territorio dellaVal di Cecina nasce dalla circostanza che mentre il QuadranteCostiero (Comuni di Bibbona, Castagneto Carducci, Cecina eRosignano Marittimo) ospita un turismo balneare di massa ca-ratterizzato da fenomeni di congestione sia nel sistema viarioche in quello dei servizi di alloggio e ristorazione, il Quadran-te Interno (Comuni di Casale Marittimo, Castellina Marittima,Castelnuovo di Val di Cecina, Guardistallo, Montecatini Val diCecina, Montescudaio, Monteverdi Marittimo, Orciano Pisano,Pomarance, Riparbella, Santa Luce, Volterra) caratterizzatoda un turismo rurale florido ma non ancora interessato dai fe-nomeni di scivolamento verso il turismo di massa che sonopropri dello stadio della maturit del turismo, anche rurale.

    Questo contrasto, come gi accennato, ci ha indotto a pren-

    dere in considerazione la Val di Cecina per valutare le possibi-lit di integrazione del turismo costiero con il turismo ruraledellinterno ai fini di un alleggerimento della pressione del tu-rismo sulla costa e dellampliamento della sua stagione. Manon difficile immaginare quali elementi di inconciliabilitpossono esserci, e che non mancheremo di rilevare nelle inter-viste agli operatori e ai testimoni privilegiati, tra due turismimolto diversi per forme organizzative e provenienze e motiva-zioni degli ospiti.

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    La Val di Cecina pone poi un delicato problema di correttadelimitazione dellarea di studio che la suddivisione in SELnon risolve. La vita economica, sociale, amministrativa di que-sta valle infatti non ordinata in accordo con ci che presumo-no i confini provinciali di tipo amministrativo e quelli funzionalidei SEL. Comunit montana, Strada del Vino, Parco, BacinoIdrografico del Cecina, Piano di Sviluppo Locale, Diocesi, ter-ritorio relazionale di fatto generato dalle particolarit della reteviaria e ferroviaria suggeriscono ciascuno una diversa articola-zione territoriale della valle, circostanza che, come stato os-servato (Iacoponi, 2003, pp.146-152) certamente si rifletternella individuzione dei distretti rurali in questarea e che poneproblemi anche per una corretta individuazione di un ambitoterritoriale per lo sviluppo del turismo rurale integrato. Cer-

    cheremo di superare questo problema tenendo conto innanzituttodella presenza sul territorio di una istituzione importante ai finidella programmazione dello sviluppo locale, la Comunit Mon-tana, ma anche del fatto che alcuni comuni dellAlta Val diCecina presentano una decisa specializzazione agrituristica.Torneremo su questo aspetto in sede di definizione degli ATTRI.

    Laltra area che abbiamo scelto per valutare le possibilit diintegrazione fra turismo costiero e turismo collinare lAlbegna-Fiora, dove il Quadrante delle Colline Interne si presenta comeunarea rurale-marginale a pi decisa caratterizzazione agrico-la e turistica (rispettivamente medio-alta e secondaria) dellaVal di Cecina, e con una elevata specializzazione agrituristica:in sintesi, un sistema turistico-rurale con elevate capacit diintegrazione fra turismo e agricoltura.

    Il turismo balneare del Quadrante Costa dArgento (Comu-ni di Capalbio, Isola del Giglio, Magliano in Toscana, MonteArgentario, Orbetello) e il turismo rurale del Quadrante Colli-ne Interne (Comuni di Manciano, Pitigliano, Scansano, Sorano)presentano al loro interno una maggiore disomogeneit rispet-to ai turismi della Val di Cecina. Il turismo balneare della CostadArgento possiede caratterizzazioni di turismo di lite, sporti-vo e nautico a Isola del Giglio e Monte Argentario, mentre aCapalbio e Magliano in Toscana ospita elementi di minoreconformismo, maggiore naturalismo e una pi forte integra-zione con lagriturismo e le filiere agroalimentari locali rispet-to al turismo balneare della Val di Cecina. Il turismo ruraledelle Colline Interne si compone di una parte fortemente legata

    al turismo termale di Saturnia, e di una parte caratterizzata daun turismo rurale legato sia al turismo darte e cultura sia, e inmisura maggiore, a unagricoltura pi varia e ricca di prodottitipici di quella della Val di Cecina.

    Nel caso dellAlbegna-Fiora, dunque, lo studio dei legamifra il turismo della costa con maggiori connotazioninaturalistiche rispetto all quello della costa cecinese, e il turi-smo rurale della zona collinare maggiormente legato alle filiereagricole pu aiutare a comprendere se possibile realizzare

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    unofferta integrata di turismo rurale e turismo balneare chefaccia guadagnare forza economica e carattere di eccellenza adambedue i turismi. Vedremo per che nelle Colline InternedellAlbegna-Fiora, cos come nellAlta Val di Cecina e, inmodo diverso anche in Lunigiana rispetto allescursionismogenerato dalla Versilia e dalla Riviera Ligure, gli attori localimostrano spesso di volersi mantenere distinti da ci che avvie-ne sulla costa, facendo implicitamente riferimento a un concet-to di identit che comporta avversione per il chiassoso turistabalneare, e sintonia invece con lo spirito del turista che ama latranquillit e i valori della montagna e della campagna.

    1.3

    La delimitazione degli Ambiti Territoriali di Turismo RuraleIntegrato (ATTRI)

    Gi in fase di di progettazione della ricerca si era ritenuto che iSEL prescelti, un riferimento territoriale indubbiamente ade-guato per larticolazione territoriale delle generali politiche re-gionali finalizzate allo sviluppo locale, avrebbero potuto risul-tare internamente disomogenei riguardo agli obiettivi della ri-cerca stessa, incentrati, come abbiamo detto, sulla pi specifi-ca possibilit di innescare un processo di sviluppo economicointegrato attraverso la valorizzazione turistica delle risorse ca-ratteristiche del territorio rurale, ovvero prevalentemente agri-cole e paesaggistiche legate alla pratica agricola. Pertanto ab-biamo condotto alcune analisi preliminari anche a un livelloterritoriale pi basso di quello dei SEL, per giungere alladelimitazione di ambiti territoriali, non necessariamente coin-cidenti con i SEL, per quanto possibile omogenei dal punto divista delle risorse ambientali, paesaggistiche, produttive agri-cole e, pi in generale, di tutti quegli aspetti di cultura e tradi-zioni che contribuiscono a creare ci che chiamiamo identitlocali. Richiamandoci agli scopi della ricerca, abbiamo deno-minato questi ambiti Ambiti Territoriali di Turismo RuraleIntegrato, acronimo ATTRI.

    Pi in dettaglio, abbiamo proceduto alla delimitazione de-gli ATTRI analizzando, quando possibile a livello comunalema sempre, comunque, a livello sub-SEL2:- le caratteristiche socio-economiche e le interazioni agricol-

    tura-paesaggio dei territori dei SEL prescelti, utilizzandoprincipalmente il Quaderno della programmazione n. 7 re-datto dallIrpet per la Regione Toscana (Irpet e RegioneToscana, 2001), e il volume sui sistemi di paesaggio dellaToscana edito dalla Regione Toscana (Regione Toscana-

    2Non abbiamo provato a definire gli ATTRI attraversando i confini dei SEL per iltimore degli inconvenienti che sarebbero potuti derivare dalla frammentazione dellabase informativa territoriale legata ai SEL.

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    Giunta Regionale, Dipartimento agricoltura e foreste, 1996);- le interazioni in atto e potenziali fra filiere agroalimentari

    locali e turismo rurale, desumibili dai risultati dellultimocensimento dellagricoltura e da una recente ricerca sui le-gami fra turismo rurale e prodotti tipici, tradizionali e localipromossa dallIrpet (Malevolti, 2003).Le analisi in oggetto, arricchite dei risultati delle nostre in-

    dagini per questionario presso gli operatori locali del turismo,verranno riferite nel secondo capitolo del presente lavoro. Quianticipiamo che sulla base di tali analisi:- il SEL Lunigiana stato fatto rientrare interamente a fare

    parte dell omonimo ATTRI;- per la Val di Cecina stato definito un ATTRI coincidente

    con i comuni dellAlta Val di Cecina facenti anche parte

    della Comunit Montana che insiste in questa zona;- per lAlbegna-Fiora stato definito un ATTRI limitato aicomuni del quadrante collinare.Il processo di selezione degli ATTRI e alcune carattrizzazioni

    di questi sono sintetizzati nella tabella 1.3.

    1.3PROCESSO DISELEZIONE E

    CARATTERIZZAZIONIDEGLI AMBITI

    TERRITORIALI DITURISMO RURALE

    INTEGRATO (ATTRI)

    SEL selezionati SEL 1: Lunigiana;SEL 15.2: Val di Cecina-Quadrante Interno;SEL 33.2: Albegna-Fiora Quadrante CollineInterne

    Grandi sistemi del PIT e del PSR Regionali di appartenenza Fascia Costiera e Territori Adiacenti; Rilievi dei SEL selezionati Appenninici

    Tipologia Irpet dei SEL selezionati Ru ra le -Marg inal e ; Ag ri co lo -Rur al e ;Turistico-Rurale

    Sistema Turistico Irpet dei SEL selezionati Turistico special izzato; Turistico-rurale;Turistico-urbano; Turistico-industriale

    Caratterizzazione agricola Irpet dei SEL selezionati Medio-Bassa; Medio-Alta

    Specializzazione turistica Irpet dei SEL selezionati (Presenze Totali) Media

    Specializzazione agrituristica Irpet dei SEL selezionati Nessuna; Alta; Molto alta

    Ambiti Territoriali per il Turismo Rurale Integratodefiniti (ATTRI) Lunigiana(Comuni del SEL Lunigiana); AltaVal di Cecina (Comuni del SEL 15.2

    appartenenti alla ComunitMontana Alta Valdi Cecina); Colline Interne dellAlbegna-Fiora

    (Comuni del SEL 33.2)

    Fonte: Tabulazione di informazioni riprese da Cavalieri (2001) e Bacci (2002)

    La superficie territoriale e la popolazione residente riguar-date dalla nostra indagine risultavano, al censimento del 2001:

    Superficie territoriale (km2) Popolazione residente

    Lunigiana 975 55.826

    Val di Cecina Q. Interno 1.064 31.469

    Albegna - Fiora Q. Colline interne 923 19.306

    TOSCANA 22.992 3.497.806

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    1.4Le indagini dirette effettuate

    Con riferimento territoriale prevalente agli ATTRI sono statecondotte alcune indagini dirette intervistando, come abbiamoaccennato, operatori privati e pubblici sia per mezzo di que-stionari chiusi che di interviste aperte a testimoni privilegiati.Queste indagini sono state dirette specificamente a:- qualificare ulteriormente, attraverso questionari chiusi ri-

    volti agli operatori locali, vari aspetti del turismo delle aree diindagine. In particolare abbiamo concentrato la nostra atten-zione su: le tipologie dei turisti, le loro provenienze, le lorosistemazioni e motivazioni turistiche, la durata e la collocazio-ne nellanno dei loro periodi di vacanza nella zona; la rilevanza,

    a giudizio degli intervistati, della spesa turistica per specifichecategorie di operatori, e in particolare il legame di tale spesacon le filiere agroalimentari tipiche; lopinione degli intervi-stati su quali, fra alcuni elementi prospettati con il questiona-rio, possono essere considerati punti di forza e quali punti didebolezza per il turismo dellarea;

    - determinare le soglie di sostenibilit economica delle strutturericettive e di ristorazione (n. minimo di posti letto e di piazzoleper lagricampeggio; n. minimo di coperti). La raccolta di que-ste informazioni, effettuata per mezzo di colloqui con operato-ri della ricettivit e della ristorazione, e con responsabili diorganizzazioni rientranti nellambito turistico, motivata an-che dalla eventualit di una regolamentazione legislativa delturismo rurale, che potrebbe voler prevedere formeorganizzative e limiti dimensionali delle strutture di servizioper lospitalit accettabili non solo dal punto di vista della sanagestione economica ma anche da quello della conservazionedei valori identitari del territorio interessato da tali strutture;

    - accertare leventuale presenza e ricostruire la rete di legamiorganizzativi, formali e informali tra gli operatori, in particola-re i legami che rivelano un intento di valorizzazione delle filiereagroalimentari tipiche della zona attraverso il turismo rurale.La creazione spontanea di reti di relazioni organizzative efunzionali fra i prestatori di servizi del turismo rurale nellezone di successo infatti frequente. sintomo di cooperazio-ne fra gli attori locali che in questo modo fanno sistema, ma anche motivata dal fatto che le dimensioni economiche criti-

    che di alcune attivit di servizio come la ristorazione, i servizidi equitazione, ecc. sono pi elevate di quelle ricorrenti nellaricettivit, e quindi richiedono di essere condotte da strutturespecializzate. Questo tipo di indagine stato condotto per mezzodi questionari in Val di Cecina, larea, fra quelle prescelte, chepresenta la maggiore incidenza del turismo rurale. Allo scoposono state rivolte domande specifiche ad operatori della ricet-tivit, della ristorazione, della vendita di prodotti agricoli e ali-mentari, della fornitura, in genere, di beni e servizi per i turisti;

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    - accertare lesistenza o meno di forme di integrazione fracosta e interno alimentate dalle filiere agroalimentari tipi-che dellinterno ed esprimentisi nellescursionismo costa-interno. Queste informazioni sono state ottenute strutturan-do opportunamente il questionario diretto agli operatori dellaVal di Cecina e dellAlbegna-Fiora;

    - rilevare i punti di vista degli attori locali sulla possibilitche il turismo rurale svolga il ruolo di motore dello svilup-po integrato negli ambiti territoriali individuati. Questoaspetto dellindagine stato affrontato effettuando intervi-ste a testimoni privilegiati, ovvero a responsabili politico-amministrativi, a responsabili di organizzazioni di catego-ria vicine al turismo, a responsabili dellintermediazioneturistica, in concreto a sindaci dei comuni interessati, a re-

    sponsabili delle comunit montane, a responsaili dei con-sorzi turistici e delle strade del vino, a esponenti delle orga-nizzazioni di categoria, a operatori immobiliari, a interme-diari del turismo locali e operanti a livello regionale. Conqueste interviste si voluto accedere a un livello di cono-scenza e valutazione delle realt e potenzialit turistichelocali che sia in grado di conferire carattere partecipativoalle proposte operative che si potranno dedurre dai risultatidella nostra ricerca, nella logica bottom-up che, come ab-biamo detto, informa lattuale linea della politica comunita-ria e regionale di sviluppo rurale.In Lunigiana le interviste per questionario hanno riguardato:

    - 8 strutture ricettive appartenenti alle tipologie albergo, pen-sione, locanda, villaggio turistico, camping, agriturismo;

    - 8 esercizi di ristorazione appartenenti alle tipologie risto-rante e pizzeria;

    - 10 esercizi per la vendita di alimentari e prodotti tipici, ap-partenenti alle tipologie negozio di alimentari tradizionale,supermercato alimentare, gastronomia, enoteca, macelleria,negozio di frutta e verdura, forno con vendita al dettaglio,azienda agricola con vendita prodotti;

    - 6 esercizi appartenenti alle tipologie bar, pasticceria, gelateria;- 7 esercizi per la vendita di prodotti e servizi di presumibile

    maggiore interesse per il turista (negozio con vendita disouvenir, negozio con vendita di prodotti dellartigianato,negozio di articoli sportivi, centro di servizi sportivi, scuoladi equitazione);

    - 8 esercizi commerciali per la vendita di prodotti e servizi diinteresse non specifico dei turisti (negozio di confezioni,gioielleria, parrucchiere, banca, agenzia immobiliare, im-presa edile);

    - 5 fornitori di servizi turistici (consorzio turistico, agenzia diviaggi e turismo, museo, terme).NellAlta Val di Cecina abbiamo condotto due distinte in-

    dagini per questionario. La prima indagine, in analogia a quan-to fatto per la Lunigiana e le Colline Interne dellAlbegna-Fiora,

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    stata effettuata sottoponendo agli operatori locali in variamisura interessati al turismo il questionario utilizzato nelle al-tre aree. Abbiamo ritenuto opportuno, in questo caso, intervi-stare un minor numero di operatori (in totale 29), selezionando9 strutture ricettive (delle tipologie albergo con e senza risto-rante, residence, agriturismo con o senza offerta pasti), 13 eser-cizi commerciali (delle tipologie alimentari generico, alimen-tari specializzato nella vendita di prodotti tipici, enoteca, salu-meria, panificio-pasticceria, azienda agricola con vendita pro-dotti), 2 bar e un giornale-tabacchi, 4 fornitori di servizi turisti-ci (agenzia viaggi e turismo, consorzio di promozione turistica,pro loco, info on line), e tralasciando quindi gli esercizi com-merciali di altro tipo che in Lunigiana erano apparsi solo margi-nalmente interessati dalla spesa turistica. Abbiamo per condotto

    una seconda indagine specifica, da affiancare alla prima per ap-profondire il legame fra turismo e filiere agroalimentari. Questaindagine stata effettuata nellambito di una tesi di laurea3.

    Nelle Colline dellAlbegna-Fiora lindagine per questionarioha riguardato un totale di 45 operatori, e precisamente:- 9 strutture ricettive delle tipologie albergo, albergo risto-

    rante, Bed and Breakfast, affittacamere, agriturismo con esenza ristorante;

    - 5 esercizi per la ristorazione delle tipologie ristorante, oste-ria e sagra;

    - 13 esercizi per la vendita di alimentari e vini, delle tipologieagriturismo con vendita prodotti, enoteca, cantina, gastrono-mia, negozio di alimentari, macelleria con e senza tipici, fruttae verdura, forno;

    - 8 esercizi pubblici delle tipologie bar, bar tabacchi, bar pastic-ceria, gelateria;

    - 10 fornitori di beni e servizi di specifico interesse per il turista,delle tipologie bottega artigiana, museo, mostra, ufficio turi-stico, consorzio turistico.I questionari utilizzati nelle indagini per questionario sono ri-

    portati negli Allegati.Le interviste aperte rivolte ai testimoni privilegiati hanno ri-

    guardato due importanti Tour Operator il cui bacino di utenza dallato dellofferta copre tutta la Toscana, e un numero variabile dazona a zona di testimoni privilegiati locali con esperienze di am-ministratore (assessore al turismo, sindaco), di responsabile di isti-tuzioni pubbliche e pubblico-private rilevanti per il turismo del-

    larea (APT, Consorzio di promozione turistica, Comunit mon-tana, Strada del vino, Organizzazione di categoria), di gestore distrutture private fornitrici di servizi caratteristici al turismo (agen-zia di viaggi e turismo, albergo, agriturismo, ristorante, camping,agenzia immobiliare). In totale 12 soggetti in Lunigiana, 14 in Valdi cecina e 11 nellAlbegna-Fiora.

    3Cerri (a.a. 2002/2003)

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    2.LE RISORSE E LE CARATTERISTICHE SOCIO-ECONOMICHE E AMBIENTALI

    2.1Lunigiana

    Laspetto paesaggistico del territorio lunigianese ha una spic-cata identit, dominato com dal grigio della pietra arenaria,

    da gradoni e terrazzamenti, da castelli, borghi fortificati, ospiziper viandanti (TCI&APET, 2002). Anche la posizione geogra-fica e la storia contribuiscono a far apparire la Lunigiana unterritorio a parte, collocato allestremo lembo della regione,incuneato tra Liguria e Emilia, oggi come in passato terra ditransito per eccellenza, con funzione di cerniera tra la pianurapadana e lItalia Centrale. Il territorio si compone di una parteligure che giunge fino a Sarzana, e di una parte toscana i cuicentri pi importanti sono Pontremoli, Fosdinovo, Fivizzano.Pertanto, anche il patrimonio linguistico della Lunigiana e lesue tradizioni ne fanno per molti aspetti unisola nella regioneToscana, una terra varia ma con unidentit molto pronunciata.

    Dal punto di vista socio-economico, il territorio della

    Lunigiana possiede una notevole omogeneit che induce a de-linearlo per intero come ambito adatto allo studio delle possi-bilit del turismo rurale al suo interno. Per quanto riguarda gliaspetti macroeconomici, i comuni della Lunigiana ricadonointeramente nel Sistema Economico Locale n. 1, il SELLunigiana appunto. LIrpet, nel Quaderno della programma-zione n. 7 (Irpet e Regione Toscana, 2001) rileva come storica-mente questo SEL, posto per circa 2/3 in alta collina e per circa1/3 in montagna, sia stato caratterizzato dallattivit agricola enon abbia mai sperimentato una transizione compiuta verso ilsecondario. Solo il settore alimentare, e quelli del legno e dellalavorazione dei metalli ospitano le poche attivit industrialidellarea, con un modestissimo interessamento di addetti. Tuttii comuni del SEL rientrano nella Comunit Montana Zona A, e

    il SEL definito sistema produttivo locale manifatturiero conspecializzazione nelle industrie alimentari.Il sistema viario e ferrovario della Lunigiana presenta aspetti

    contradditori. Il territorio percorso longitudinalmente dallau-tostrada A15 Parma-La Spezia e dalla Ferrovia Pontremolese.Queste importanti strutture di trasporto, utilizzate anche dal traf-fico di attraversamento transappenninico come alternativa aicollegamenti autostradali e ferroviari Firenze-Bologna, influen-zano le direttrici degli spostamenti pendolari per motivi di la-

    Lecaratteristiche

    socio-economiche

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    voro, che hanno come principali centri attrattori Pontremoli eAulla, con popolazione intorno ai 10.000 abitanti. Larea perpresenta un modesto livello di autocontenimento dei flussi pen-dolari, perch una percentuale di lavoratori prossima al 30%esce giornalmente dalla Lunigiana, in direzione di La Spezia enon del capoluogo provinciale.

    La viabilit che serve le valli laterali del bacino idrograficorisulta invece strutturata a spina di pesce, con scarse o insistenticomunicazioni intervallive dirette. Questo aspetto condiziona,come vedremo tra breve, la distribuzione territoriale dellesclu-sione sociale, dal momento che la scarsa accessibilit del territo-rio agisce da fattore limitante la reale fruibilit dei servizi decentrati.

    Anche dal punto di vista del percorso di sviluppo economicoseguito, pi lento di quello della regione e accompagnato da una

    costante e sostenuta contrazione dei residenti, la Lunigiana si dif-ferenzia dalla Toscana. Il calo demografico nellarea, protrattosiininterrottamente nel dopoguerra a ritmi elevati e proseguito an-che nellultimo periodo intercensuario (Tab. A1) dovuto inizial-mente alla componente migratoria sostenuta dai pi giovani.

    Successivamente, e come conseguenza della mutata strut-tura della popolazione residente per classi di et, intervenutoanche il declino della natalit che ora accomuna la Lunigianaalla regione. Ma la distribuzione per classi di et della popola-zione della Lunigiana risulta molto pi povera di quella regio-nale nelle classi fino a 60 anni (Graf. 2.1 e Tab. A2).

    Il disagio demografico si riflette anche in indici (di dipen-denza; di residenti con meno di 5 anni e pi di 75) estremi insenso negativo e in peggioramento, ad eccezione del rapportodi genere che, fatto singolare, vede la popolazione maschileaumentare in rapporto a quella femminile (Tab. A3).

    Per quanto riguarda gli indicatori socio-economici, il con-tributo dellagricoltura alla formazione del valore aggiunto ,

    2.1LUNIGIANA.

    DISTRIBUZIONE %DELLAPOPOLAZIONE PER

    CLASSI DI ET

    0

    8

    16

    24

    32

    40

    Classi di et

    Lunigiana 4 9,7 20,5 33,2 20,6 12,1

    Toscana 4,5 10,5 22,4 34,5 18,2 10

    0-5 6-18 19-34 35-59 60-74 75 e oltre

    %

    popolazione

    Fonte: Irpet e Regione Toscana (2001)

    TOSCANA

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    in Lunigiana, pi di 3 volte pi alto che nel complesso dellaregione, con un indice di specializzazione settoriale elevato(Tab. A4). Gli altri settori che presentano un indice dispecializzazione superiore a uno sono le costruzioni, il com-mercio, i pubblici esercizi e la pubblica amministrazione, mentreindustria e servizi privati sono notevolmente sottodimensionatirispetto alla regione nel complesso.

    Il tasso di disoccupazione della Lunigiana pi alto di quelloregionale, soprattutto nelle classi giovanili. Lindice di istru-zione risulta inferiore a quello medio della regione, nonostanteche la scarsit di occasioni di lavoro induca i giovani a prose-guire gli studi oltre la scuola dellobbligo.

    Gli indici di dotazione strutturale (addetti su popolazione)risultano pi bassi di quelli regionali in tutti i settori esclusa

    lagricoltura, che per soggetta a una dinamica negativa piaccentuata di quella media regionale. Da rilevare in particola-re, ai fini del nostro studio sul ruolo del turismo rurale per losviluppo locale, che i settori delle costruzioni, del commercio edei pubblici esercizi mostrano una performance relativamentemigliore a questo riguardo come riflesso, probabilmente, di unacerta vitalit del turismo dellarea, principalmente delle secondecase (Tab. A5), che beneficia di un contesto naturalistico ancoraintatto e in grado di attirare un numero crescente di visitatori.

    Fra gli indicatori ambientali (Tab. A6) spiccano in sensopositivo le basse emissioni di CO2, la pressione turistica nonelevata e il basso numero di veicoli circolanti in rapporto allasuperficie territoriale. Molto limitata la superficie interessatada aree protette. Si tratta per di un Parco Regionale, quellodelle Alpi Apuane, che valutabile di obiettivo primario peruna vasta gamma di obiettivi fra i quali, oltre alla conservazio-ne naturalistica e allequilibrio ambientale, figurano il turismo,la ricreazione, e il mantenimento delle tradizioni (Pagni, 2002).

    Concludendo sugli aspetti di benessere prevalentementemateriale, rileviamo infine che la Lunigiana risulta importatri-ce netta tanto di prodotti industriali che di servizi, in misuratale che n il modesto saldo commerciale positivo dellagricol-tura n lavanzo pi sostanziale del turismo riescono a com-pensarlo. Si tratta quindi di unarea che, a parte una poco de-finita connotazione agricola e turistica, non offre una chiara indi-cazione del possibile modello di sviluppo adatto alla sua realt.

    Per quanto riguarda, poi, la non facile valutazione del livel-

    lo di benessere in senso lato percepito dalla popolazionelunigianese, nel Libro Verde sulla montagna toscana com-missionato allIrpet dalla regione Toscana stato stimato cheil livello di esclusione sociale della Comunit MontanaLunigiana interessa il 35% della popolazione e il 49% del ter-ritorio, con pi del 25% della popolazione che si trova in unasituazione di crisi riguardo alla capacit di avere buona salute,stante linadeguatezza dei servizi offerti dalla sanit pubblica,incapaci di rispondere alle esigenze del 37% del territorio. Il

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    50% della popolazione incontra difficolt ad accedere agli isti-tuti superiori conservando la possibilit di scelta. Il 50% dellapopolazione e del territorio raggiungono la soglia della crisiriguardo alla capacit di avere informazione, svago e interazionesociale e culturale (Irpet e Regione Toscana, 2002).

    Ci sembra utile riportare, a proposito del livello di benesse-re percepito dalla comunit locale, anche il risultato di unaindagine a carattere sociologico condotta in Lunigiana e altrearee territoriali toscane nellambito di un dottorato di ricerca(Proietti, a.a. 2001/2002). Detta indagine individua nel-lAbbandono, Solitudine e Invecchiamentogli aspetti chia-ve del rapporto tra i soggetti locali e il loro territorio. Questoperch in Lunigiana prevale, come in parte abbiamo visto, ilmodello tipico delle aree soggette ad esodo, con la conseguen-

    za che in loco restano gli anziani, spesso soli, mentre i figlivanno fuori per studio e lavoro. Lalta percentuale di anzianiporta nel tessuto sociale solitudine e bisogno di assistenza -siaggiunge nello studio citato- nonostante che la vicinanza diimportanti strutture viarie consenta un certo contatto tra i resi-denti e i loro parenti trasferitisi in Toscana, Liguria, Emilia. Lereti di rapporti sociali locali, la cui esistenza e spessore rappre-sentano la base per il fiorire di iniziative economiche a caratte-re endogeno, risultano prevalentemente di tipo gerarchico-clien-telare, non paritetico, ed anche avvertibile una perdita disolidariet tra i membri della comunit locale4.

    Il pi importante legame dellagricoltura con il turismo rurale rappresentato dagli effetti che le pratiche agricole esercitanosulla formazione del paesaggio. Ma leffetto di queste pratichesi coniuga in modo spesso unico con la naturale configurazio-ne orografica e floristica del territorio e con limpatto ambien-tale-visivo che sul paesaggio possono avere, oltre agli eventimeteorici, le altre attivit delluomo, quali le forme di insedia-mento e di sfruttamento delle risorse naturali.

    Molti di questi elementi che contribuiscono a delineare il pae-saggio lunigianese sono considerati nei Sistemi di Paesaggio del-la Toscana (Regione Toscana-Giunta Regionale, Dipartimentoagricoltura e foreste, 1996). La Lunigiana viene fatta rientrare perla parte valliva nel sistema di paesaggio denominato ConcheIntermontane, sottosistema CI1, e per la parte collinare-monta-na, quella presumibilmente pi direttamente interessata al turi-

    smo rurale, nel Sistema di Paesaggio Appennino, sottosistemiAP1 e AP2. Il paesaggio di questi sottosistemi, che abbraccianotutta la fascia appenninica della regione, presenta una certa uni-formit di caratteri paesaggistici naturali e antropici, come si purilevare dalla tabella 2.2.

    Lagricoltura e ilpaesaggio della

    Lunigiana

    4Da rilevare che la Garfagnana, unarea territoriale per vari aspetti assimilabile allaLunigiana, in questa ricerca risulta invece caratterizzata daRiconversione economicae Coesione sociale, caratterizzazione probabilmente acquisita di recente in parte ancheper merito della politica di sviluppo rurale (Leader I e II).

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    Si tratta, in sintesi, di un paesaggio il cui impatto visivo de-terminato dalla prevalenza della montagna e dalla presenza im-portante di boschi, con un indice di ruralit apprezzabile (10-20%).Su questo paesaggio la pratica agricola, sebbene venga esercitatasu una porzione limitata di territorio da aziende di piccolissimedimensioni, scarsamente autosufficienti, non insediative e forma-

    te da pi corpi al contrario del caratteristico insediamento poderaledi gran parte della Toscana di tradizione mezzadrile, ha per uneffetto qualitativamente apprezzabile e comunque singolare perlapporto fornito dai terrazzamenti, dai pascoli e dalla variet del-le colture tra cui anche quelle tipicamente mediterranee come lavite e lolivo.

    La parte valliva ha un indice di ruralit inferiore al 10% e sipresenta paesaggisticamente diversa, essendo caratterizzata da unaalta intensit di rilievo collinare, da una minore presenza diterrazzamenti, da una prevalenza della fascia altimetrica fra 100 e

    Sottosistema di Sottosistema di

    paesaggio AP1 paesaggio AP2

    Rilievo:

    - Intensitdi rilievo montana bassa 43% montana media 50%, bassa 33%- Fasce altimetriche prevalenti 200-400 m 29%; 600-900 m 22% 400-700 m 37%, 1000-2000 m 19%

    - Quota min-max 22-1555 m 175-1906 m

    Uso del suolo:

    - formazioni forestali 75%, in aumento 76% in aumento

    - di cui boschi 72% 74% in aumento

    - colture agrarie 9%, in diminuzione 5% in diminuzione

    - di cui vite - -

    - olivo 3% 3%

    - altre arboree 5%, in aumento 4% in aumento

    - pascoli 10% 15%

    Caratteristiche del paesaggio:- Eterogeneitdelluso del suolo 48% media; 29% bassa media 57%, bassa 25%- Densitdi siepi alta e molto alta 27% alta e molto alta 28%- Presenza di terrazzamenti 9% 7%

    Degradazione del suolo:

    - Erosione localmente da media a severa localmente da media a molto severa

    - Consumo di territorio per urbaniz. 4%, non frequente, in aumento lento 1%, non frequente, costante

    - Inondabilit fenomeni ricorrenti e non ricorrenti fenomeni ricorrenti e non ricorrenti

    Altri rischi naturali:

    - rischio dincendio da moderato a severo da moderato a molto severo

    Caratteristiche dellagricoltura:

    - indice di ruralit 10-20% 10-20%- tipologia azienda-famiglia di autocons. 39-53%; a t. pieno 29-33% di autoconsumo 39% e a t. pieno 33%

    - provenienza reddito aziendale aziendale 42%, extraziendale 30% aziendale 42%, extraziendale 30%

    - superficie aziendale media 14 ha 14 ha

    - SAU media 6 ha 6 ha

    - numero di corpi 75% pidi un corpo 82% pidi un corpo- indirizzo colturale prevalente foraggere 52%, cereali 28%, arboree foraggere 52% e cereali 28%

    20% (prev. olivo)

    Fonte: Regione Toscana-Giunta Regionale, Dipartimento agricoltura e foreste (1996)

    2.2CARATTERISTICHEDEI SOTTOSISTEMIDI PAESAGGIOCOLLINARE-MONTANO IN CUIRICADE LALUNIGIANA

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    200 m.s.l.m, da un range di quota pi basso (tra 51 e 454m.s.l.m). In questo sottosistema di paesaggio, tuttavia, lusodel suolo in misura maggiore basato sullattivit agricola, puressendovi una parte pi consistente del territorio destinata adaree urbanizzate e ad attivit non agricole. Di conseguenza ilpaesaggio acquista un disegno pi vario per la pi elevata ete-rogeneit nelluso del suolo e la presenza diffusa di siepi.

    La degradazione del suolo per erosione risulta localmentemedia, mentre quella derivante dal consumo di territorio perurbanizzazione pu considerarsi comune (9%), ancorch in au-mento moderatamente veloce. La degradazione del territorio perattivit estrattive non frequente (1%), mentre si hanno fenomenianche ricorrenti di inondabilit lungo il Magra e i suoi affluenti.

    In agricoltura vi lassoluta prevalenza della tipologia azien-

    da-famiglia di autoconsumo e a tempo pieno con provenienzadel reddito aziendale per 1/3 extraziendale e per 1/3 da pensio-ne. La superficie aziendale media (11 ha) e la superficie agri-cola utilizzata (SAU media 5 ha) sono leggermente maggioridi quelle della fascia collinare-montana, ma la frammentazione ugualmente elevata (il numero di corpi delle aziende preva-lentemente superiore a uno). Anche in questo sottosistema, atutto vantaggio della ricchezza del paesaggio agrario, lagri-coltura offre una certa variet di colture: lindirizzo colturaleprevalente infatti basato in parti pressoch uguali su foraggere,cereali e colture arboree, in prevalenza vite.

    Il territorio vallivo, dunque, pur presentando caratteristichepaesaggistiche diverse dal resto del territorio lunigianese dovesi collocano le maggiori risorse turistiche rurali, possiede percon esso una notevole contiguit funzionale, in quanto sede difornitura della maggior parte dei servizi dellarea inclusi, comevedremo, alcuni servizi di ospitalit. Anche per questo motivo,oltre che per la sua omogeneit riguardo alle caratteristichedemografiche, socio-economiche e ambientali pi sopra discus-se, abbiamo ritenuto che lintero SEL 1-Lunigiana possa rap-presentare in toto un ambito territoriale adeguato per lanalisidel ruolo del turismo rurale nello sviluppo.

    a) La ricettivit rurale e le produzioni di qualit nelle aziendeagricole dellarea

    Ricettivit rurale e offerta di prodotti tipici sono le principalimanifestazioni di integrazione dellagricoltura con il turismo.

    Per quanto riguarda la ricettivit rurale abbiamo gi detto, sul-la base della caratterizzazione dei SEL effettuata dallIrpet, che laLunigiana non possiede una specializzazione agrituristica, la prin-cipale e pi tipica forma di ricettivit rurale. Volendo entrare piin dettaglio, notiamo che lIstat, con il censimento del 2000, harilevato in Lunigiana 59 aziende agrituristiche (Tab. A6), pari allo0,8% del complesso delle aziende agricole dellarea, una intensitagrituristica molto inferiore a quella media toscana (1,6%). Si trattadi aziende pi grandi della media dellarea in termini di superficieaziendale, dal momento che arrivano a coprire il 2,7% della su-

    Le interazionifra filiere

    agroalimentarilocali e il

    turismo rurale

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    perficie aziendale di tutte le aziende agricole, in linea con il carat-tere ricorrente in tutto lagriturismo toscano, e che nella mediadella regione acquista una evidenza anche maggiore in quanto leaziende agrituristiche rappresentano l1,6% delle aziende agrico-le e assorbono l11,7% della superficie aziendale.

    Lofferta di ricettivit agrituristica della Lunigiana presentaelementi di una qualche concentrazione spaziale. Le aziendeagrituristiche, infatti, pur trovandosi distribuite in tutti i comunidellarea, sono maggiormente presenti in alcuni comuni (Aulla,Mulazzo, Pontremoli, Fosdinovo; Tab. 2.3). Si tratta dei territoricomunali dei centri urbani maggiori, situati nel fondo valle, e que-sta circostanza, se da un lato giustifica la nostra scelta di includerenellATTRI anche quello che abbiamo chiamato il Sistema dipaesaggio Conche Intermontane, dallaltro lato rivela una pi

    limitata capacit o possibilit, da parte degli operatori situati nellearee decentrate, di cogliere le opportunit dellagriturismo.Il censimento dellagricoltura rivela che in Lunigiana ci sono

    anche alcune aziende agricole (9 aziende in tutto, come si puevincere dalla tabella A7) che destinano una parte della super-ficie aziendale ad attivit ricreative (in genere pratiche sporti-ve come lequitazione). un fenomeno numericamente circo-scritto, riguardante per pi della met dei casi le aziendeagrituristiche (Tab. A8), e presente nei comuni di Aulla,Bagnone, Comano, Filattiera, Mulazzo, Pontremoli eVillafranca. Altre aziende agricole non agrituristiche (in nume-ro di 6) svolgono attivit ricreative pur non destinando partedella superficie aziendale a questo scopo. Ne sono interessati icomuni di Aulla, Bagnone, Filattiera, Mulazzo e Pontremoli.

    Comune N. aziende N. aziende %aziende SA media delle SA media

    agricole agri turistiche agri turistiche aziende non del le aziende

    agrituristiche agrituristiche

    (ha) (ha)

    Aulla 1.230 8 0,65 2,5 8,2

    Bagnone 303 11,3 7,7

    Casola in Lunig. 307 5,3 33,2

    Comano 67 7 3,11 46,6 14,7

    Filattiera 475 4,9 40,3

    Fivizzano 860 6 0,70 8,6 35,2

    Fosdinovo 752 7 0,93 3,4 4,3

    Licciana Nardi 737 5 0,68 4,5 56,6

    Mulazzo 515 8 1,55 4,0 12,6

    Podenzana 261 2,2 3,6Pontremoli 1.010 9 1,17 6,2 17,5

    Tresana 420 5,9 26,3

    Villafranca in Lunig. 602 9 (*) 2,13 2,0 16,7

    Zeri 192 18,1 2,0

    Fonte: Elaborazioni su dati ISTAT: Censimento Agricoltura 2000

    (*) dati aggregati per garantire l anonimato

    Il potenziale ricettivo inespresso dellagricoltura lunigianeseammonta a 668 abitazioni (ci riferiamo alle abitazioni non oc-cupate in aziende agricole rilevate dallIstat; tabella A9). Pro-

    2.3LUNIGIANA. AZIENDEAGRICOLE EAGRITURISTICHEPER COMUNE

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    babilmente pi a causa della struttura non appoderata delleaziende che per un minore tasso di abbandono delle campagne,questo potenziale rappresenta solo il 3,1% del totale regionale,mentre le aziende agricole lunigianesi sono il 5,5% delle aziendeagricole toscane. Sono i territori comunali dei centri maggioriad avere il maggior numero di abitazioni in aziende agricolenon occupate (Tab. 2.4).

    Comune N. abitazioni non occupate

    Aulla 142

    Bagnone 58

    Casola in Lunigiana 6

    Comano -

    Filattiera -

    Fivizzano 43Fosdinovo 122

    Licciana Nardi 59

    Mulazzo 31

    Podenzana 28

    Pontremoli 140

    Tresana 19

    Villafranca in Lunigiana 15

    Zeri 5

    Fonte: Elaborazioni su dati ISTAT: Censimento Agricoltura 2000

    Nota: per garantire lanonimato non vengono mostrati i dati relativi alle abitazioni non occupate in aziende

    agrituristiche

    Abbiamo visto (Tab. A6) che La Lunigiana marginalmen-te interessata da parchi e aree protette (2,7% della superficieterritoriale contro l8,6% della regione nel complesso. Paralle-lamente, una percentuale di aziende agricole (3,1%) notevol-mente pi bassa di quella media regionale (9,5%) ricade in que-sto tipo di aree (Tab. A10). Fivizzano, con 177 aziende, eLicciana Nardi, con 47 aziende, sono i comuni maggiormenteinteressati da questa condizione, dal momento che larea pro-tetta in questione quella del Parco delle Alpi Apuane che arri-va a coprire solo la porzione sud-orientale del territoriolunigianese. Le aziende agrituristiche della Lunigiana che rica-dono nel territorio di parchi e aree protette sono appena 3 (il5,1% del totale, mentre in Toscana la media del 20,6%). Maanche in queste condizioni il Parco delle Alpi Apuane rappre-senta un fattore di spinta per il turismo rurale della Lunigiana.

    Linclinazione ambientalistica delle aziende agricole

    lunigianesi, in particolare di quelle agrituristiche, si pu me-glio desumere dalla frequenza con cui ricorrono produzionibiologiche e da agricoltura integrata rilevate dallIstat (Tab.A11). Anche questo dato vede la Lunigiana, con l8,5% delleaziende agrituristiche che effettuano produzioni biologiche e il5,1% che effettuano produzioni da agricoltura integrata, assailontana dalla media regionale, che rispettivamente del 12,2%e del 23,1%. A livello comunale, trattandosi di dati che viole-rebbero lanonimato per la loro modesta entit numerica, ci

    2.4LUNIGIANA.

    ABITAZIONI INAZIENDE AGRICOLE

    NON OCCUPATE,PER COMUNE

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    limitiamo a dire che solo tre comuni (Aulla, Fosdinovo eLicciana Nardi) sono interessati dal fenomeno delle produzio-ni biologiche e da agricoltura integrata.

    Ancora pi di retroguardia appare la situazione dellaLunigiana per quanto riguarda le produzioni sottoposte a disci-plinare: solo unazienda agrituristica (meno del 2% del totale)ricade in questa condizione, laddove nella regione approssima-tivamente unazienda agrituristica su tre risulta impegnata inproduzioni sottoposte a disciplinare (Tab. A10). Tuttavia unmaggior grado di integrazione fra agricoltura e turismo sembrapotersi dedurre dalla non trascurabile quota di aziendeagrituristiche lunigianesi che pratica la vendita diretta dei pro-dotti aziendali (8,7%, tabella A11, contro il 13,8% nella regio-ne), e dalla frequenza con cui le aziende agrituristiche vendono

    qualche prodotto aziendale, anche se non sottoposto a discipli-nare. Del resto la Lunigiana, come diremo pi avanti, riceve uncerto apprezzamento gastronomico non solo per le ricette tra-dizionali dellarea, ma anche per i prodotti che appartengonoalla fase agricola delle filiere agroalimentari locali.

    Trova riscontro, anche in Lunigiana, lelevata incidenza,caratteristica della regione, di conduttori relativamente giova-ni e di donne nella conduzione delle imprese agrituristiche(Tabb. A12 e A13). Lincidenza di queste categorie di condut-tori (rispettivamente 40,7% e 42%) addirittura superiore allecorrispondenti medie regionali (rispettivamente 29,9% e 39%),mentre nel complesso delle aziende agricole lunigianesi la per-centuale di conduttori di et inferiore ai 50 anni molto pibassa (15%) e inferiore a quella media regionale (21%). Si notapoi che una proporzione minima delle aziende agrituristichelunigianesi (1,7%) condotta in societ, molto al di sotto dellamedia regionale (11,5%). Infine, fra le aziende agricole si rinven-gono anche 12 casi di aziende che vendono prodotti per mezzodel commercio elettronico: 5 di queste aziende sono agrituristiche.

    b) Offerta gastronomica e consumi dei turisti ruraliCome abbiamo detto, in Lunigiana prevalgono le formazioniforestali, mentre le coltivazioni agrarie compaiono in subordine,anche se riescono a esprimere alcuni caratteri dellagricolturamediterranea, in quanto accanto ai pascoli e alle foraggere tro-viamo spesso, alle quote pi basse, la vite e lolivo. Il turistarurale cerca in questo tipo di ambientazione soprattutto tran-

    quillit, occasioni di movimento fisico anche impegnativo inun ambiente naturale ben conservato, ma anche la possibilitdi sperimentare la particolare gastronomia dei luoghi, fatta dipiatti semplici e robusti secondo ricette che ricalcano le tradi-zioni alimentari di agricoltori e altri lavoratori soggetti a provefisiche e ambientali spesso estreme. Solo sussidiariamente ilturista rurale cerca in questi luoghi anche esperienze culturali edarte che invece costituiscono la motivazione principale dibuona parte del turismo rurale toscano.

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    La Lunigiana risponde a queste esigenze del turista ruraleoffrendo una vasta gamma di risorse turistiche, anche culturalie darte in misura maggiore che in altre aree collinari-montane,ancorch non vistose e spesso poco note solo per il basso pro-filo scelto in passato da questa comunit locale per presentarlee offrirle allesterno.

    In tema di filiere agroalimentari meritano menzione in pri-mo luogo le preparazioni dei cereali, e molti altri prodotti perla cui elencazione rimandiamo allultimo paragrafo di questocapitolo. Quanto conosciuti, graditi e consumati dai turisti ru-rali sono questi prodotti? Una recente ricerca dellIrpet (I.Malevolti, 2003) ha messo in evidenza numerosi aspetti delcomportamento di consumo e di acquisto del turista rurale neiriguardi delle filiere agroalimentari locali. Per rappresentare il

    turismo rurale delle aree Appenniniche stata scelta larea delMugello in quanto, come la Lunigiana, si compone di un com-plesso di valli, montagne e colline pedemontane dellAppenninocaratterizzate da fattori climatici che ne determinano la voca-zione agronomica tra allevamento e colture erbacee, e legateperaltro ad aree industrializzate o centri urbani di servizio at-traverso fenomeni di pi o meno intenso pendolarismo. Ri-portiamo alcuni risultati di questa ricerca, e successivamentene verificheremo la congruenza con i risultati dellindagine perquestionario che abbiamo svolto in Lunigiana, di struttura similema rivolta a un numero minore di operatori dellagroalimentareper dare spazio alle opinioni di altri operatori del turismo rurale.

    Dallesame della tabella 2.5, tratta dalla ricerca ora menzio-nata, desumiamo che la maggioranza dei turisti rurali delle zoneAppenniniche interessata e spesso entusiasta dei prodotti ti-pici. Gli intervistati sono non solo operatori delle filiereagroalimentari locali (aziende agricole, negozi di alimentari,ristoranti) ma anche testimoni privilegiati, nella fattispecieamministratori e politici locali. Questi ultimi appaiono fra i piottimisti, superati solo dagli operatori agricoli, riguardo allin-teresse dei turisti per i prodotti in questione.

    Operatori Attitudine dei turisti (% risposte)

    Rifiutanti Poco interessati Interessati Entusiasti

    Negozi alimentari 0,0 33,1 63,2 3,7

    Ristoranti 0,0 23,6 70,4 6,0

    Aziende agricole 0,0 1,3 58,7 40,0

    Testimoni privilegiati 0,0 3,3 80,0 16,7Complesso degli operatori 0,0 23,9 66,3 9,8

    Fonte: Malevolti (2003)

    Nella tabella 2.6 vediamo invece come questo interesse sitraduce in comportamento di acquisto. Sono presentati i pareridegli operatori nel complesso, senza distinguere fra negozi ali-mentari, ristoranti, aziende agricole, ecc.. La fonte ci assicurache non sono state rilevate differenze significative di pareri fra

    2.5AREE APPENNINICHE.

    REATTIVITDEITURISTI RURALI DI

    FRONTE ALLOFFERTADI PRODOTTI TIPICI,

    LOCALI ETRADIZIONALI SULLA

    BASE DELLATESTIMONIANZA DIVARIE CATEGORIE DI

    OPERATORI DELLEFILIERE

    AGROALIMENTARI

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    gli operatori, se non per un relativo maggior ottimismo dei ri-storatori. Come si pu rilevare, circa due terzi degli operatoriintervistati ritengono che pi del 50% dei turisti richiedonoprodotti tipici, locali e tradizionali.

    Classi di incidenza % operatori

    0-10% 3,7

    10-20% 5,6

    20-30% 11,1

    30-40% 7,4

    40-50% 5,6

    50-60% 18,4

    60-70% 13,0

    70-80% 11,1

    80-90% 9,3

    90-100% 14,8Fonte: Malevolti (2003)

    I prodotti maggiormente richiesti dai turisti rurali, sempresulla base dei pareri dei diversi operatori, sono presentati nellatabella 2.7. Come si pu notare, in aree come quelle Appenninichedove lagricoltura orientata all