Biodiversità Rurale

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Cari Soci, Civiltà Contadina è sempre stata pioniera nell’individuare i problemi del- le campagne italiane e nel fornire soluzioni. Questa nostra caratteristica ci pone in grado di aprire la strada anche per altre organizzazioni che usano le nostre idee. Anche questa volta, per l’Arca dei Semi siamo la prima organiz- zazione italiana no profit a dotarsi di una propria banca genetica. Ma non solo, la nostra banca genetica rappresenta un prototipo di banca genetica locale che può essere preso ad esempio per altri progetti. Piccola, funzionale, economica può contenere migliaia di piccoli campioni in breve e lunga conservazione e si affiancherà al lavoro dei tanti soci di Civiltà Conta- dina che conservano con amore i semi antichi. Tutto ebbe inizio da una sponsorizzazione di una ditta di prodotti naturali, Lush, che mise a disposizione 10.000 € per il nostro progetto per l’acquisto delle attrezzature e la messa in opera. Il cuore del progetto sono le 659 varie- tà di semi di piante ortive già presenti nell’arca che richiedono la migliore conservazione possibile. I materiali acquistati con il finanziamento sono: 3 metri lineari di scaffali di legno di pino naturale, un freezer verticale no frost a basso consumo (a+++), una confezionatrice sottovuoto, materiali per l’essiccazione dei semi (silica gel che è un tipo di essiccante naturale e un forno per l’asciugatura), bustine varie, un set di crivelli, delle scatole di Petri per le prove di germinazione e una bilancia elettronica. Da parte mia invece ho messo a disposizione quasi tutta la mia collezione di semi, alcune ulteriori attrezzature e il locale dove tutto è stato posto. In questo momento siamo ancora in fase di allesti- mento e prevediamo entro il mese di ottobre di en- trare in piena operatività. Ora il tempo è occu- pato in pieno al censimento delle varietà che sarà pubblicato on line e nel prossi- mo notiziario di gennaio, assieme ai costi per l’allestimento. Tutti noi siamo invitati a usare le se- menti che saranno in questo elenco. Ogni socio è invitato fin da ora a ri- chiedere i campioni di questo elenco a patto di impegnarsi a moltiplicarli in purezza e a restituirne un po’ all’Arca. Noi tutti speriamo che ciò sia di slancio per Civiltà Contadina, che è, non dimen- tichiamolo mai, un bene di tutti noi e al ser- vizio della biodiversità agraria. NOVEMBRE 2012 in copertina Arca dei semi pagina due Jimmy Nardello Italian Pepper Alla ricerca di varietà antiche pagina tre Gruppo Locale Castelnovo del Friuli pagina quattro Settembre-Ottobre Novembre-Dicembre L’Ortocalenda pagina otto L’Orto di Salvatore Il Delfino: questo sconosciuto Triangolo invernale pagina dieci Priorità assoluta I semi sono fonte della vita pagina undici UE e Lobbies Contro l’agricoltura contadina pagina dodici Iniziative Progetto Semi di Speranza pagina quattordici Esperienze dei Soci L’inizio della sinergia pagina sedici Autunno Settembre in Veneto: uva Baco pagina diciassette Eventi Fiera Internazionale della Decrescita pagina diciotto Settore Cultura Scheda esperienze biodiverse Civiltà Contadina 1 Biodiversità rurale Newsletter di Civiltà Contadina Notiziario trimestrale associativo Arca dei Semi di Civiltà Contadina L’Editoriale di Alberto Olivucci

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Biodiversità Rurale

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Cari Soci,Civiltà Contadina è sempre stata pioniera nell’individuare i problemi del-le campagne italiane e nel fornire soluzioni. Questa nostra caratteristica ci pone in grado di aprire la strada anche per altre organizzazioni che usano le nostre idee. Anche questa volta, per l’Arca dei Semi siamo la prima organiz-zazione italiana no profit a dotarsi di una propria banca genetica.Ma non solo, la nostra banca genetica rappresenta un prototipo di banca genetica locale che può essere preso ad esempio per altri progetti. Piccola, funzionale, economica può contenere migliaia di piccoli campioni in breve e lunga conservazione e si affiancherà al lavoro dei tanti soci di Civiltà Conta-dina che conservano con amore i semi antichi.Tutto ebbe inizio da una sponsorizzazione di una ditta di prodotti naturali, Lush, che mise a disposizione 10.000 € per il nostro progetto per l’acquisto delle attrezzature e la messa in opera. Il cuore del progetto sono le 659 varie-tà di semi di piante ortive già presenti nell’arca che richiedono la migliore conservazione possibile.I materiali acquistati con il finanziamento sono: 3 metri lineari di scaffali di legno di pino naturale, un freezer verticale no frost a basso consumo (a+++), una confezionatrice sottovuoto, materiali per l’essiccazione dei semi (silica gel che è un tipo di essiccante naturale e un forno per l’asciugatura), bustine varie, un set di crivelli, delle scatole di Petri per le prove di germinazione e una bilancia elettronica. Da parte mia invece ho messo a disposizione quasi tutta la mia collezione di semi, alcune ulteriori attrezzature e il locale dove tutto è stato posto.In questo momento siamo ancora in fase di allesti-mento e prevediamo entro il mese di ottobre di en-trare in piena operatività. Ora il tempo è occu-pato in pieno al censimento delle varietà che sarà pubblicato on line e nel prossi-mo notiziario di gennaio, assieme ai costi per l’allestimento.Tutti noi siamo invitati a usare le se-menti che saranno in questo elenco. Ogni socio è invitato fin da ora a ri-chiedere i campioni di questo elenco a patto di impegnarsi a moltiplicarli in purezza e a restituirne un po’ all’Arca. Noi tutti speriamo che ciò sia di slancio per Civiltà Contadina, che è, non dimen-tichiamolo mai, un bene di tutti noi e al ser-vizio della biodiversità agraria.

NOVEMBRE 2012

in copertinaArca dei semi

pagina dueJimmy NardelloItalian Pepper Alla ricerca di varietà antiche

pagina treGruppo Locale Castelnovo del Friuli

pagina quattroSettembre-OttobreNovembre-Dicembre L’Ortocalenda

pagina ottoL’Orto di Salvatore Il Delfino: questo sconosciuto Triangolo invernale

pagina dieciPriorità assoluta I semi sono fonte della vita

pagina undiciUE e Lobbies Contro l’agricoltura contadina

pagina dodiciIniziative Progetto Semi di Speranza

pagina quattordiciEsperienze dei Soci L’inizio della sinergia

pagina sediciAutunno Settembre in Veneto: uva Baco

pagina diciassetteEventi Fiera Internazionale della Decrescita

pagina diciottoSettore Cultura Scheda esperienze biodiverse

Civiltà Contadina

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Biodiversità ruraleNewsletter di Civiltà Contadina

N o t i z i a r i o t r i m e s t r a l e a s s o c i a t i v o

Arca dei Semi di Civiltà Contadina

L’Editoriale di Alberto Olivucci

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BIODIVERSITÀ RURALE la newsletter di civiltà contadina BIODIVERSITÀ RURALE la newsletter di civiltà contadina

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Ho vissuto per molti anni in Tosca-na dove grazie a persone, aziende e comunità ho potuto toccare con mano e seguire dalla semina al rac-colto sementi antiche, soprattutto di cereali.Ritornando in Basilicata ho capito quanto al nord sia più sentito il pro-blema della perdita di biodiversità e quanto invece il sud sia ignaro di tutto ciò.Il mio interesse per le varietà anti-che e dimenticate è cresciuto quan-do ho iniziato a lavorare con i grani antichi. Mi sono chiesta se tornando a casa avrei potuto far rinascere un qualche seme lucano dimenticato.Quando da studentessa universitaria tornavo a casa di mamma passavo le giornate alla ricerca di saperi anti-chi, dalla musica ai racconti di cam-pagna. Mi raccontavano di campi di Senator Cappelli, di biscotti al pro-fumo di farina di Bianchetta, ma gli anziani ridevano vedendo me anda-re alla ricerca del seme: “figlia cara questi semi non esistono più, sono scomparsi”.Un bel giorno prima della partenza definitiva dalla Toscana alla Basilica-ta leggo la storia di un uomo luca-no emigrato in America a fine ’800 con la sua famiglia e una manciata di semi di peperone. Il figlio Jimmy Nardello ha continuato a coltivare il peperone e prima di morire nel 1983 ha fatto la donazione ai Seed Savers Exchange (SSE).Il peperone Nardello, attualmente presente in USA, è stato dichiarato seme antico lucano: ma in Lucania non c’è. Sempre più intestardita de-

cido di tornare a casa portando con me questo seme. Grazie ai Seed Sa-vers ciò è stato possibile.La tradizione vuole che in Basilicata si coltivi il peperone crusco, o meglio peperone di Senise igp, un peperone a cornetto dolce che viene fatto sec-care al sole per poi essere consumato durante l’anno in piatti tipici lucani.Probabilmente il Nardello appartie-ne alla “famiglia” del peperone at-tualmente utilizzato.È un cornetto di dimensioni più piccole, usato oggi come peperone da friggere. È veramente dolce, a

mio gusto molto delicato. La pian-ta ha una resa in frutto poco abbon-dante (ho sospettato che forse que-sto è uno dei motivi per cui è stato perso). In Basilicata ormai se non sono perse le tracce e a Ruoti (paese natale della famiglia Nardiello emi-grata) nessuno conosce questa varie-tà.A breve terminerò il raccolto per avere la prima quantità di semi da ri-piantare in campo il prossimo anno, mentre ora da buona lucana devo scoprire se può essere considerato un antenato dei peperoni secchi.

Jimmy Nardello Italian PepperAlla ricerca di varietà anticheRiscoprire e rivalutare la biodiversità in Basilicata. di Raffaella Irenze

Ritorno in Basilicata. Ormai sono diversi gli anni passati lontano dalla mia terra, anni che mi hanno permesso di capire quanto sia importante il legame che mi tiene stretta al mio territorio e alle mie tradizioni.

«E anche quest’anno è fatta!» questa è l’esclamazione di Giannino, presi-dente delle “Rivindicules” di Castel-novo del Friuli, la sera del 19 agosto 2012, al termine della settima mo-stra regionale delle varietà orticole tradizionali.È stata una manifestazione che ha saputo regalare grosse soddisfazioni a tutti.In primis, per il numero di varietà orticole in mostra, caratterizzate da un elevato livello qualitativo.Si sono viste oltre un centinaio di varietà locali e non, la maggior parte proveniente da sementi autoprodot-te che denotano la sensibilità diffusa sui temi della biodiversità e della so-vranità alimentare.

Inoltre, la presenza di un noto mae-stro di cucina come Danilo Pontoni che ha seguito e consigliato la Pro Loco, ha dato un tocco di elegante raffinatezza alla manifestazione, uti-lizzando, per la creazione di piatti vegetariani, tutti i prodotti degli orti della nostra Val Cosa.Plauso va all’amministrazione co-munale di Castelnovo del Friuli, capitanata dal sindaco Lara De Mi-chiel che ha avuto il merito e il co-raggio di credere a questa manife-stazione, aiutando l’associazione “le Rivindicules” a crescere.

All’interno della manifestazione “Il gno ort”, in cui è inserita la mostra, si sono organizzati tutta una serie

di eventi collaterali come la passeg-giata per gli orti di Castelnovo, la serata teatrale con tema “orticolo-culinario” e la cena organizzata in collaborazione con i ristoratori nel-la splendida e suggestiva cornice di Villa Sulis.Questo agosto si ricorderà anche per il raggiungimento di un obiettivo molto importante per l’intera valle qual è il presido di Slow Food per la cipolla rosa della Val Cosa.

Il lavoro però non è finito. Il nostro gruppo ora si sta preparando per i programmi futuri: alcuni corsi in-vernali sulla produzione e conserva-zione della semente.

Gruppo LocaleCastelnovo del Friuli di Gregorio

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IrrIgAzIonee InterventI dI mAnutenzIoneSe le precipitazioni piovose doves-sero essere scarse è necessario inter-venire con moderate irrigazioni o annaffiature delle colture.Si continua con l’estirpazione di erbe infestanti in modo particolare nelle aiuole dove sono in piena ve-getazione le coltivazioni di cavoli, porri, scarola, ecc.È buona norma controllare con una certa frequenza i sostegni di pomo-dori, melanzane, fagioli delle varie-tà rampicanti.

SemenzAISi semina in pieno campo: lattughe, radicchi, ravanelli, rucola, spinaci e valerianella. Si inizia a porre in bianco indivia, fi-nocchi, porro e radicchio trevigiano precoce.

tunnel e SerreSebbene le giornate siano ancora calde è bene iniziare a procurare il materiale per l’allestimento dei tunnel o delle serre per le coltiva-zioni autunno-invernali. Se queste

sono strutture fisse, sarà buona nor-ma controllare la loro stabilità. Una particolare attenzione sarà posta anche alla qualità delle coperture, infatti teli di plastica sporchi o par-ticolarmente opachi possono com-promettere la buona riuscita delle coltivazioni. Si consiglia la sostitu-zione di tutto il materiale che non garantisca un’adeguata resistenza alle intemperie dell’inverno.Una buona pratica è quella di fissa-re solidamente al terreno le strut-ture con dei paletti supplementari posti all’esterno della struttura.Fissate poi i teli di copertura con gli appositi fermagli che evitano il continuo sbattimento della coper-tura causato dalle folate di vento. In zone particolarmente ventose è buona pratica interrare una parte della copertura dal lato dove il ven-to soffia con maggiore forza.

ordIne e pulIzIAMan mano che le piante esaurisco-no la loro produzione è necessario rimuovere dalle aiuole la vegetazio-ne rimasta, questo eviterà il diffon-dersi di malattie.

Settembre-OttobreL’ortocalendaa cura di Giambattista Rossi

Settembre offre ancora la possibilità di passare parecchie ore nell’orto,se l’andamento climatico si mantiene favorevole possiamo affermare che si stia vivendo una seconda primavera. Con ottobre il lavori diminuiscono così come le ore di luce che ci permettono di lavorare nelle aiuole.

PERIODO ORTAGGIO Quantitàdi seme

Semi per grammo

Durata del-la coltura in giorni

Per tuttoil mese di Settembre

Ravanello

Lattuga da taglio

Radicchio da taglio e da cogliere

Rucola

Spinacio

Valerianella

0,5-2,5

6-10

4-8

0,5-10

2-4

1-1,5

80-120

800

600-750

500

80-100

800

25-40

50-80

60-80

40-70

70-90

70-90

PERIODO ORTAGGIO Distanze d’impianto

Per tutto

il mese

di Ottobre

Aglio

Cipolla bianca

Tra file in cm Sulla fila in cm

25-40

25-40

10-15

15-25

le SemIne

I trApIAntI

ASpArAgoPulire dalle infestanti, concimare in co-pertura irrigare se necessario.

BIetolA dA CoStABIetolA dA ortoSi mantengono ben pulite dalle infe-stanti le aiuole.

CArotAMantenere pulite le aiuole aiutandovi con un piccolo estirpatore. Concimare con moderazione le colture tardive, irri-gare se necessario.

CAvolfIore, CAvolo CAppuCCIoPulire bene le aiuole, concimare con prudenza e irrigare se necessario. Si ini-zia a raccogliere le varietà precoci.

CAvolo verzAPulire bene le aiuole, concimare con prudenza e irrigare se necessario. Si inizia a raccogliere le varietà precoci purché abbiano fatto la “palla” dura e compatta. Per raccogliere le verze e tutti i cavoli si utilizzi un coltello a lama lunga.

In SemenzAIo

fAgIolo e fAgIolInoÈ necessario compiere piccole lavorazio-ni del terreno con l’uso di una zappetta, irrigare con regolarità, la raccolta si può protrarre sino alla metà di Ottobre.

fInoCChIoIn Settembre di diradano le piantine nel-le colture seminate a fine luglio-agosto. Ai primi del mese effettuare gli ultimi trapianti, In seguito mantenere pulite le aiuole e irrigare con regolarità se neces-sario. Si pongono in bianco le semine dei mesi di giugno e luglio utilizzando una zappa a lama quadrata. Verso la fine di Settembre si possono raccogliere le varietà di finocchio precoce...

IndIvIA rICCIA.Si mantengono pulite le aiuole, e se necessario si effettuano irrigazione. Si pongono in bianco le coltivazioni già pronte utilizzando un elastico per rac-cogliere il cespo (porre in bianco o im-bianchire significa chiudere su se stesso il cespo al fine di permettere l’imbian-chimento della parte centrale dello stesso).

lAttugA A CAppuCCIoSi mantengono pulite le aiuole, e se ne-cessario si effettuano irrigazioni, si rac-colgono le ultime coltivazioni dei mesi estivi.

lAttugA dA tAglIoSi semina preferibilmente a file, in pie-na aria per tutto il mese di Settembre e Ottobre. Al sentore dei primi freddi autunnali si allestiranno le dovute pro-tezioni.

melAnzAnA, peperonI,peperonCInI e pomodoroPulire le aiuole, curare i sostegni delle piante, irrigare con regolarità. Fare at-tenzione alla presenza devastante del-le larve di dorifora sulla melanzana; si presentano colorate di rosso o rosso-marrone. Fate anche attenzione alla presenza di uova di dorifora che si tro-vano sulla pagina inferiore delle foglie e sono di colore giallo. Si curi la sfemminellatura del pomodo-ro e si provveda alla legatura della pian-ta ai sostegni.

pAtAtAÈ d’obbligo controllare i tuberi conser-vati in magazzino, facendo attenzione alla presenza di qualche patata marcia che potrebbe compromettere la conser-vazione dell’intera scorta.

porroIn settembre si trapiantano per ottenere raccolti primaverili. Pulire le aiuole dal-le erbe infestanti irrigare se necessario. Si inizia a porre in bianco le coltivazio-ni messe in campo nei mesi scorsi e si può iniziare raccogliere le primizie. Le raccolte si intensificheranno nel mese di Ottobre.

prezzemoloSi puliscono le aiuole seminate a fine estate dalle infestanti. Semina a righe in pieno campo sino alla metà di Set-tembre per raccogliere la prossima pri-mavera.

rAdICChIo, CICorIA CAtAlognASi effettuano le semine dei vari tipi di radicchio, si può seminare anche la ca-talogna, si preferisca la semina a file. Nelle colture già in atto si mantengono pulite le aiuole dalle infestanti e si irri-ga con moderazione. Nei terreni poco fertili e nelle coltivazioni in copertura si effettuano delle concimazioni, operan-do con la giusta cautela.Se si coltiva il radicchio trevigiano pre-coce è possibile iniziare la legatura delle piante più sviluppate, ponendo la massima attenzione affinché questa operazione sia effettuata con le foglie perfettamente asciutte. Dalla seconda metà di Settembre si possono raccoglie i radicchi da taglio e le catalogne. Nel mese di Ottobre si intensifica la raccol-

ta dei radicchi, sempre in questo mese sarà opportuno allestire tunnel di pro-tezione.

rAvAnello Si semina in pieno campo per tutto il mese di settembre, in ottobre è possibi-le continuare la semina ma in ambiente protetto. Irrigare con moderazione. Si inizia a raccogliere i ravanelli seminati nello scorso mese di agosto.

ruColA Si semina in pieno campo per tutto il mese di settembre preferibilmente a file, in ottobre è possibile continuare la semina ma in ambiente protetto. Irriga-re con moderazione. Si inizia a racco-glire nelle aiuole seminate nello scorso mese di agosto.

SCArolASi mantengono pulite le aiuole, e se necessario si effettuano irrrigazione. Si pongono in bianco le coltivazioni già pronte utilizzando un elastico per rac-cogliere il cespo (porre in bianco o im-bianchire significa chiudere su se stesso il cespo al fine di permettere l’imbian-chimento della parte centrale dello stesso).

SedAnoPulire le aiuole con una zappa o un estir-patore, concimare con moderazione e irrigare, se necessario, per scorrimen-to-infiltrazione laterale. Si pongono in bianco le varietà che lo richiedono, avvolgendo le piante (perfettamente asciutte) con paglia o cartoni.

SpInACIoSi semina sia in Settembre che in Ot-tobre. Le semine delle varietà tardive daranno raccolti nel prossimo periodo primaverile. Irrigare con moderazione. In Ottobre si raccoglieranno gli spinaci seminati nello scorso mese di agosto.

vAlerIAnellASeminate possibilmente a file sia in Set-tembre che Ottobre. Le ultime semine daranno un raccolto per la fine dell’in-verno. In Ottobre si raccoglie dalle se-mine effettuate nel mese di agosto.

zuCCASi raccolgono le zucche e dopo averle fatte ben asciugare si pongono in ma-gazzino

zuCChInoSi mantengono pulite le aiuole, si met-tono a dimora dei sostegni per le piante a forte sviluppo vegetativo.

InterventI fItoSAnItArIIn pIeno CAmpoIn Settembre possono ancora com-parire alcune malattie tipiche del periodo estivo come ad esempio la septoria del sedano, la ruggine dell’asparago, la peronospora, l’al-ternaria del cavolo e l’oidio dello zucchino.Contro peronospora, ruggine, sep-toria e alternaria è possibile usare prodotti a base rameica e in parti-colare ossicloruro di rame, per con-trastare l’oidio si utilizza dello zolfo bagnabile. Poiché questi trattamenti vengono effettuati in presenza di frutti, si osservi con la massima attenzione i tempi di decadenza di ciascun trat-tamento.Se le condizioni climatiche si man-tengono favorevoli per le coltivazio-ni sicuramente lo sono anche per lo sviluppo di acari e afidi. In questo periodo le coltivazione di fagioli e fagiolini sono quelle che più delle altre risentono di questi attacchi, un soluzione adottata da Civiltà Conta-dina è quella di preparare un buon macerato di peperoncino piccante e di nebulizzarlo sulle parti infestate. In alternativa si può ricorrere alla di-stribuzione di una soluzione a base di piretro, in questo caso sarà neces-sario assicurasi che il prodotto utiliz-zato sia a base di piretro naturale e non di sintesi, e si dovrà avere l’ac-cortezza di operare nelle ore pre se-rali in quanto il piretro è foto labile.Per contrastare la presenza di cavola-ie è consigliabile l’utilizzo di un pro-dotto a base di Bacillus Thuringensis (tempo di decadenza 3 giorni).Con il termine delle loro produttività si estirpano le piante oramai spo-glie, è buona pratica non lasciare nell’orto residui di vegetazione che potrebbero veicolare malattie e pa-rassiti nelle coltivazioni dell’anno successivo. La soluzione migliore, in caso non si possegga un sistema di compostaggio che raggiunga al-meno i 75° C. è quello di conferire tutto il materiale alla locale discarica. In alternativa è possibile scavare una buca profonda almeno 50 cm, suf-ficientemente lontana dall’area del coltivato e buttarvi tutta la vegeta-zione avendo cura di stendervi uno strato di calce viva in polvere, quindi ricoprire la buca.

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Guardandoci intorno non possia-mo non rimanere estasiati dinnanzi al fiammeggiare dei boschi di casta-gno, al rosseggiare dei larici che per non schiantare sotto il peso della prima neve, si affrettano a mollare le foglie.Anche il panorama urbano non resta insensibile a questo cambiamento, gli ippocastani fanno a gara con le betulle nello sfoderare la capigliatu-ra più colorosa e calorosa.Vanità di un momento è l’amara constatazione che nasce dal vedere diradarsi giorno dopo giorno quelle folte chiome, sino al rimanere nude quelle braccia che si ergono al cielo, come una mesta preghiera a invoca-re una nuova primavera.E il ceder delle foglie o per dirla con il poeta, il ricordo dello stormir di foglie non può farci dimenticare le morte stagioni, e le persone che le hanno percorse: è anche il momento del ricordo.Forse un po’ meno poetica è la situa-zione nei nostri orti, il freddo che ci ha regalato anche un bella nevicati-na precoce, ha fatto avvizzire tutto ciò che dava ancora una vaga remi-niscenza della calura estiva.I pomodori gialli, i pomodorini del Vesuvio, chiedono pietosamente di essere rimossi dai loro tutori. Così come le melanzane d’Imola, i pepe-roni Grosso d’Asti, i cetrioli limo-ne... Insomma l’attività principale nell’orto consiste nel togliere tutte le colture oramai prive di vita.Quella della pulizia dell’orto è una operazione molto importante e va fatta con attenzione. Infatti se le no-stre piante si presentano sane, cioè se durante il periodo vegetativo non hanno mostrato sintomi di malattie e nemmeno la presenza di parassi-

ti, allora possono essere usate per il compostaggio. Qualora si fossero evidenziate patologie anche lievi è buona pratica conferire tutto alla di-scarica locale.Le piante sane non devono essere sradicate ma recise all’altezza del col-letto. Infatti nelle radici si concen-tra un cospicua parte di azoto che la pianta ha assorbito dal terreno, quindi lasciando le radici nel suolo lasceremo anche quest’azoto, inoltre si formerà del materiale organico co-stituito dalla decomposizione delle radici stesse.È bene ricordare che la marcescen-za delle radici lascia delle fessure nel terreno aumentandone così la per-meabilità.Occorre però prestare molta atten-zione agli ospiti sgraditi che possono svernare sulle radici, in particolare è necessario verificare la presenza di piccole vescicole di colore arancio indice della presenza di uova di ne-matodi. In questo caso è assoluta-mente necessario rimuovere anche le radici delle nostre piante.Le sole colture che sembra avere gio-vamento dal freddo sono le crocife-re, infatti cavoli broccoli e simili, si fanno belli e buoni dalle basse tem-perature.Il frumento seminato da poche set-timane ha già messo fuori la testa, e anch’esso aspetta l’inverno per pote-re ripartire rigoglioso nella prossima primavera. Ultimo ospite negli orti settentrionali è l’aglio, impianta-to nei primi giorni di novembre sta buttando il suo germoglio.Per coloro che posseggono una serra anche fredda è possibile continuare a seminare insalata da taglio e il ci-corino da grumo primaverile.Si può tentare la semina del rapanel-

Novembre-DicembreL’ortocalendaa cura di Giambattista Rossi

Ebbene sì! Eccolo, o meglio rieccolo, l’autunno è giunto con il suo caricodi frescura e piogge che, giorno dopo giorno, apriranno le porte all’inverno.

lo, se lo sviluppo non giungerà a ter-mine si potrà usare la parte verde per fare un buon sovescio disinfestante.In questo periodo il fattore luce di-venta importante, nel senso che le giornate si accorciano in modo pro-gressivo e significativo, è quindi in-dispensabile che i teli di copertura delle serre siano ben puliti e traspa-renti.È utile ricordare che nelle serre non ci devono essere ristagni di umidità, di notte si avrà cura di chiudere ogni apertura, di giorno le serre andran-no giudiziosamente aperte in modo da permettere un ottimale ricam-bio d’aria. Infine ricordate che nelle serre non piove, o per lo meno non dovrebbe pioverci dentro, quindi di quando in quando un’innaffiatura non guasta.

Sicuramente le attività negli orti del-le regioni meridionali prosegue con un ritmo ben diverso: sia all’aperto che in serra si susseguono le semi-ne di insalate, e la raccolta dei frutti non è certamente finita.

Per noi, che dobbiamo fare i conti con il freddo inverno, il tempo non manca, liberi dalle incombenze dei lavori nell’orto, possiamo, anzi dob-biamo, dedicarci alla progettazione delle colture della prossima stagione. È buona norma progettare “a tavoli-no” cosa e come coltivare e sopratut-to dove coltivare.Capita spesso che semine improvvi-sate vadano ad accavallarsi nei tempi l’una con l’altra, e soprattutto non si faccia un uso razionale del terre-no che si ha a disposizione. Quindi si dedichi una giornata a stilare la lista delle varietà che si vorrebbero coltivare, a programmare il calen-

dario delle semine e a tracciare uno schema di massima della suddivisio-ne delle aiuole. Un ultimo consiglio si tenga conto dello sviluppo delle piante messe nell’orto e in particola-re si consideri che le piante più alte andranno a fare ombra alle più bas-se, si tenga anche conto dell’esposi-zione al sole del proprio orto .Infine, dopo avere ripulito l’orto, dopo aver progettato l’orto per la prossima stagione, non ci rimane che dare un’occhiata ai nostri attrez-zi.Li abbiamo usati per parecchi mesi, a volte i rastrelli, le forche presenta-no scheggiature nei manici, in piena attività non c’era tempo per la loro sostituzione.Bene ora il tempo c’è.Diamo una bella pulita a tutti gli at-trezzi, riponiamo le reti antigrandine e ombreggianti in un luogo asciutto, puliamo per bene i tutori dei pomo-dori, magari lavandoli con un po’ di disinfettante.Se usiamo atrezzi meccanici come motoseghe, decespugliatori ecc., questo è il momento per fare una buona manutenzione. L’affilatura delle catena, la pulizia delle lamelle di raffreddamento, e pratica molto importante, lo svuotamento dei ser-batoi della benzina al fine di evitare depositi sui filtri e il danneggiamen-to delle membrane dei carburatori.Infine, non rimane che un ultima pratica molto importante, forse la più importante: passare qualche giornata in più in famiglia e con gli amici per scambiare idee e affetto in compagnia di una fetta di panet-tone e un sorso di ottimo spumante (aranciata per gli astemi).

Buona nuova stagione a tutti!

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Muniamoci di un piccolo binocolo (10x25) e guardiamo il nostro cielo (un’ora dopo il tramonto) verso sud, e scopriremo come per incanto una piccolissima costellazione che si ve-drà attraverso le lenti e con sorpresa, scopriremo una delle più piccole co-stellazioni (con Sagitta) sconosciute ai più.È un agglomerato di stelle che dà for-ma ad un pesce (Delfino) che esce dall’acqua, forse una delle poche co-stellazioni che si avvicinano alla de-scrizione datale da secoli.Il Delfino (Delphinus) è una picco-la, ma popolosa costellazione, vicina all’equatore celeste. La costellazio-ne deve il suo nome alla particolare configurazione creata da un gruppo di stelle di quarta magnitudine, che ricorda felicemente la sagoma di un delfino in fase di salto.Nonostante le sue piccole dimensioni il Delfino è facilmente riconoscibile, grazie al fatto che le sue stelle sono molto ravvicinate fra loro; inoltre si trovano sul lato sinistro di Altair (Al-pha Aquila). Inoltre, scopriremo altre piccolissime costellazioni confinanti, partendo da est in senso orario, Volpe-cula, Sagitta e Equsouleus.Il grande riferimento comunque ri-mane Altair (Alpha Aquila) la quale sarà dominante per tutto il mese nella centralità del vostro cielo.attenzione: non dimentichiamo Al-tair - Deneb - Vega, costellazioni che hanno disegnato il nostro triangolo

estivo, ma ora stanno roteando nel cielo ponendo Deneb (la coda del ci-gno) nel punto più alto del cielo, ma queste saranno descritte nel prossimo, favoloso e meraviglioso cielo stellato.Piccole costellazioni dimenticate dal gigantismo (markettaro) delle grandi costellazioni utilizzate più per definire oroscopi che per dare una stagionalità al nostro cielo.Quindi, quando i nostri riferimenti celesti sono allineati, stagione/mese/costellazione, iniziamo a combattere le ultime cimici e le cavolaie svolaz-zanti che la fanno da padrone in que-sto periodo.Spruzziamo i rimasugli dei macerati di autunno e gli ultimi residui di or-tica che utilizzeremo contro gli inva-sori. Puliamo e sistemiamo i tutori dei pomodori, iniziamo a ripulire gli stralci dei fagioli, fagiolini, cetrioli e qualche striminzito residuo di melo-ne. Togliamo tutte le zucche dal tetto e poniamole al riparo, controlliamo la loro integrità da marciumi e tambu-relliamole con le nocche delle dita. Iniziamo a dare una prima controllata ai nostri semi, eliminando quelli mac-chiati, piccoli e malformati.Richiudiamo con cura i tubicini-contenitori fatti con i post-it arroto-landoli sulla matita e richiudiamo le estremità con la pinzatrice. Ricordia-moci di segnare il tipo di seme e l’an-no di “raccolta”.Un consiglio: utilizza il manuale dei Seedsaver di Civiltà Contadina!

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Il Cane Maggiore è visibile nell’emisfero boreale durante la stagione invernale. Per individuar-la è abbastanza semplice, grazie alla presenza della brillante Sirio che rappresenta il naso (o la boc-ca) del cane. Per individuare Sirio, qualora la sua elevata luminosità non fosse sufficiente, si può imme-diatamente riconoscerla partendo dalla cintura di Orione prolun-gando verso sud-est la linea ideale che unisce le tre stelle della cintura si incontra Sirio.La stella è inoltre, riconoscibile perché costituisce il vertice meri-dionale di un altro grande asteri-smo, noto nell’emisfero boreale col nome di Triangolo Invernale.

L’ orto di SalvatoreTriangolo Invernale dove Sirio è la stella dominante

LUNACRESCENTE

Controllate la volta ce-leste e quando Delfino è ben cen-trato a sud (orizzonte) nel tuo cielo semina :1. Ravanelli (Semente Propria)2. Rosolaccio e Pà Furment (Semente Propria)NB: Ovviamente la lista degli or-taggi è lunga e cambia da zona a zona, quindi, ognuno segua la sua tradizionale gestione delle semine, bisogna comunque puntare sulla biodiversità Locale.

LUNA CALANTE

Controllate la volta celeste e quan-do il Cavallino è ben centrato a sud (orizzonte) nel tuo cielo semina:Spinaci (Semente. propria)NB: Ovviamente la lista degli or-taggi è lunga e cambia da zona a zona, quindi, ognuno segua la sua tradizionale gestione delle semine, bisogna comunque puntare sulla biodiversità Locale.

Dài fondo (utilizza sino all’ultima goccia) i tuoi macerati e pulisci i contenitori, sistema i ripari delle “muraiole” (le nostre amiche lucer-tole) e non intralciare il loro cam-mino. Inizia a pensare come gestire le poche ore di luce che man mano vanno scemando verso il solstizio d’inverno. Fai in modo che il tuo orto si prepari con ordine, calma e serenità al suo giusto letargo, con-tatta il coordinamento più vicino di Civiltà Contadina e fatti dire gli appuntamenti invernali di festa e di studio. Con calma e tranquillità ripulisci il tuo orto che dovrà risultare natura-le e biodiverso senza le brutture di vecchie e malconce “plastiche” di copertura. Lasciamo che le cicorie e le brassi-cacee facciano il loro lavoro e non dimentichiamo che nell’orto non si butta via niente, neanche le piante più strane che sono nate spontane-amente. Se non le conosci, rivolgiti agli esperti di Civiltà Contadina e se proprio ne hai voglia, semina che qualcosa crescerà!Interpellaci per le attività future sul nostro sito nazionale: vedrai che qualcuno risponderà.

LUNACRESCENTE

In questo periodo, dato che hai rifatto la mappatura del tuo orto, ricontrollato con lente 10X i tuoi semi scartando quelli macchiati e vuoti, inizia a seminare nel tuo orto lattuga, radicchio da taglio, spinaci, valerianella e bie-tola da coste coprendo il tutto con tessuto non tessuto. Ma non corre-re con il lavori, continua a guarda-re il tuo cielo e mentre il Triangolo Invernale che ci ha accompagnato dall’autunno ad ora volge verso il tramonto, Regulus (Alpha Leo) ini-zia a trascinare con sé lo splendido Arturo (Alpha Boote) che ti sta ad indicare che la primavera è alle porte (o quasi), ma questa storia sarà descritta nella prossima pagi-na della nostra vita. Arturo tra un ciclo lunare busserà alla porta cele-ste della primavera, Stiamo pronti: si principia.

LUNA CALANTE

Ricordati che le tue letture inver-nali stanno per finire, ripassa le ultime composizioni dei macerati estivi, rispolvera la mappatura del tuo orto, fai la lista delle semine invernali/primaverili, ricontrolla i tuoi semi. Inoltre ristudiati la ta-bella con le varietà dei semi e i loro tempi di germinazione e di crescita.Questo ti aiuterà a “pianificare” con facilità il tuo orto, in modo tale da tener sotto controllo semine, raccolti e la stagionalità delle varie-tà dei tuoi ortaggi. Se vuoi seguire le stelle, inizia a seminare in zona protetta i pomodori, melanzane e peperoni che saranno pronti al tra-pianto per la prossima primavera.

Intanto che il “poltrone” si stirac-chia, lasciamo che la volta celeste percorra il suo cielo, ripassiamo gli ultimi capitoli dei nostri libri più cari, ricontrolliamo le nostre semenze e prepariamoci alla nuo-va avventura. Nel frattempo se ri-controllando le varietà dei semi ne mancasse qualche tipo, contatta i soci di Civiltà Contadina i quali tro-veranno il modo di aiutarti. Da noi un vecchio detto cita: aiutati che il ciel ti aiuta.Semplice, no?!?

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L’ orto di SalvatoreIl Delfino: questo sconosciuto

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Siamo un’associazione di salvatori di semi, siamo seedsavers. Siamo nati – è la nostra stessa ragione sociale che lo esige – per preservare e difendere, ricercare e custodire i semi della tra-dizione rurale e questo ovunque nel mondo. Non ci possono essere dif-ferenze tra un seedsaver americano e uno di Battipaglia: fini e metodolo-gie sono le stesse...Noi abbiamo ragione di esistere in quanto l’agricoltura industria-le ha eliminato, per sua comodità, dal mercato e dunque dai campi di tutto il mondo innumerevoli specie che non si prestavano ad un utilizzo industriale. Nessuno ha potuto sce-gliere, nessuna libertà di scelta è sta-ta lasciata ai singoli contadini.A milioni, quelli che non si sono adeguati, sono stati schiacciati e massacrati.La United Fruit, per esempio, detta anche Chiquita, nell’America Cen-trale, non ha chiesto il permesso a nessun campesino di cederle le terre pianeggianti, le migliori per le sue monoculture di ananas e di banane: semplicemente le varie dittature mi-litari hanno ucciso e operato genoci-di per suo conto: così il massacro dei Maya in Guatemala, così la fine di qualsiasi resistenza indigena in Sal-vador, Honduras e Nicaragua. Chi si è ribellato, Cesar Sandino, in Nica-ragua, per esempio, è stato trucidato direttamente dalle truppe Usa.Nel Centroamerica non è stato per il petrolio: è stato per la terra, necessa-ria alle multinazionali che se la sono presa.Ogni attacco alla biodiversità è stato un attacco sferrato contro i contadini. Oggi, proprio in questi giorni, in rete corrono mille link e notizie sulla sicura cancerogenici-tà degli ogm: tra noi c’è ancora chi

parla di “libertà” di un contadino di poter coltivare ogm?Sarebbe come dire: tu vuoi una di-scarica nucleare nel tuo fondo? Fai pure, sei libero.Non può e non deve esistere una tale “libertà”. Una discarica nucleare o una coltivazione di ogm rendono questa terra, unica e sola che abbia-mo, più povera, più sterile, più sog-getta a contaminazioni e nessuno può dirsene al sicuro, in nessun luo-go. Se gli ogm sono un male, è un male assoluto costringere il vivente

alle esigenze del profitto di pochi, è un male assoluto il delegare ai ca-mici bianchi al servizio delle multi-nazionali il controllo e la manipo-lazione del vivente, è nostro dovere il battersi perché gli ogm restino al bando in Italia e sperabilmente in Europa e nel mondo.L’isola di Tuvalu, per intenderci, è nel mezzo del Pacifico, gli scienzia-ti si sono arrovellati la testa per de-cenni per capire come mai, con uno strato di humus praticamente inesi-stente, essa potesse purtuttavia ospi-tare tanta e così lussureggiante vege-tazione: il segreto l’hanno scoperto con l’avvento dei satelliti.Dal desero del Gobi, qualche decina di migliaia di chilometri di distanza, in Cina, spirano correnti costanti che trasportano le polveri sottili che alimentano quella meraviglia verde di Tuvalu: oggi, quest’isola sta co-noscendo una grave crisi ecologica, come mai? Il Gobi è diventato, per prima cosa, poligono per i test ato-mici cinesi; secondo, discarica di ri-fiuti nucleari e tossico-nocivi di tut-ta la Cina.I venti questo non lo sanno e conti-nuano a spirare come prima solo che questa volta recano morte.Allora, si può permettere una convi-venza con le coltivazioni ogm?È tollerabile lasciare che facciano quel che vogliono? Non in nostro nome e certamente contro ogni se-edsaver che abbia coscienza: il pia-neta è troppo piccolo per rischiare contaminazioni. Bisogna leggere e non annoiarsi sui resoconti degli scienziati indipendenti che indicano con certezza la cancerogenicità degli ogm.Oggi muoiono i topi, domani mori-remo noi.

Priorità assolutaI semi sono fonte della vitaNessuna contaminazione è dunque possibiledi Teodoro Margarita Non se ne può più, ogni mese, quasi

ogni settimana, ogni giorno?Hanno cominciato condannando l’associazione francese e internaziona-le Kokopelli nella vertenza che l’aveva vista contrapposta alla ditta sementie-ra Baumaux, la corte costituzionale ha deciso che non è possibile la commer-cializzazione delle sementi non iscritte nel catalogo ufficiale delle varietà.Poi hanno continuato con l’imposi-zione ai governi del mais ogm, quin-di il governo Monti, in Italia, ha dato addosso all’agricoltura a km zero... cos’altro aspettiamo? Che ci vietino di fare l’orto e che sia obbligatorio man-giare l’insalata del supermercato?Leggo tante prese di posizione e di in-formazione nei siti “alternativi”, ce n’è anche troppa, si susseguono le parole e i buoni propositi, a me pare che una riflessione seria, approfondita, foriera quindi di una risposta il più possibile forte e condivisa non sia all’orizzonte.Sui temi della sovranità alimentare, dei beni davvero comuni che sono quelli inalienabili, come l’acqua e il cibo, non è possibile limitarsi a mette-re un “mi piace” su Facebook.Davvero occorre che tutta una plura-lità di soggetti si mobiliti.Primo: a Bruxelles esiste una rete di lobbisti che lavora incessantemente solamente per questo: fare gli interessi delle grosse corporation e ostacolare e impedire in ogni modo qualunque rinascita, qualunque risorgimento di un mondo contadino autonomo, libero, centrato su propri valori e su proprie pratiche di sostenibilità e il più distante possibile dal mercato glo-balizzato, fuori dalla mercificazione plastificata e, invece, molto prossimo a pratiche di baratto, di autoaiuto e condivisione di cose e di saperi.È ovvio che se ci scambiamo le se-menti e che queste siano buone sementi riproducibili, esenti da qualunque brevetto, tutto ciò alle cor-

poration non può che nuocere.Ora siamo una nicchia ma chi può dirlo? La crisi spinge tanta nuova gen-te all’orto, se non altro per risparmiare e sappiamo benissimo che per gli stra-teghi del mercato anche uno sposta-mento del virgola qualcosa, nei grandi numeri, significa perdite elevate per chi comanda il vapore dell’agribusi-ness oggi.Si dicono liberisti in tutto, vogliono privatizzare scuola, sanità, pensioni e... vogliono guardare nel mio orto?Sono dei falsi liberisti e dei pessimi liberali, i governi asserviti a queste lobbyes, incluso il nostro, cianciano di “preservazione e difesa della biodi-versità”: chiacchiere! Nei fatti sono so-lamente chiacchiere che nascondono, e i fatti lo dimostrano, la loro totale soggiacenza ad interessi altri, molto forti.Facile obiettare che si può continuare a far finta di niente, che si può conti-nuare a riprodurre la propria semente come si è sempre fatto e che difficil-mente si vedranno i marescialli bus-sare all’uscio del nostro orto. Questo è un ragionamento miope, se coltivi mais lo devi sapere che i pollini ogm volano e possono contaminarti il tuo granoturco a 2 km di distanza e, atte-stato nella Valle del Rodano, anche a 4.Come fai a difenderti dall’inquina-mento dei campi ogm dei tuoi vicini?Non puoi certo alzare reti di 10 metri e non tutti hanno la fortuna che ho io di vivere in una valle dove il mais non lo coltivano che in pochi e non han-no interesse all’ogm solamente perché su superfici troppo limitate e dunque non redditizie.Ci vuole una levata di scudi collettiva, occorre una riflessione comune per una risposta forte che sia: primo, di-sobbedienza civile, chiara e manifesta, noi non ci stiamo e dichiariamo pub-blicamente, tramite i giornali locali,

UE e LobbiesContro l’agricoltura contadinadi Teodoro Margarita

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noi in Vallassina l’abbiamo fatto sul nostro quotidiano più letto, che con-tinueremo a coltivare le antiche varie-tà e ce ne infischieremo di ciò che dice la UE. Nell’ambito delle associazio-ni di cui facciamo parte, la Rete Semi Rurali, Civiltà Contadina ne fa parte, la Rete Bioregionale, in tutti i forum e le occasioni possibili, anche rimbec-cando e rinfacciando il politico della nostra zona in parlamento: tu cosa fai per contrastare queste schifezze?Cosa fanno gli eletti a tutti i livelli per salvaguardare la biodiversità locale che è poi, sommandole, la biodiversità ita-liana ed europea?In Francia si continua con il movi-mento dei liberi falciatori di ogm, ero a Valence a fine agosto ed erano in prima pagina sul Dauphinè Libèrè, in azione contro mais ogm nella zona del Rodano.Qui si dorme? La contaminazione da ogm è inquinamento, ciò che provo-ca è noto e sono noti anche gli studi indipendenti, oltre che quelli com-missionati dalle stesse corporation e che valgono per buone per i politici dell’Unione Europea.Lobbisti, multinazionali, governanti a destra e sinistra assortiti, questi fanno bene il loro sporco lavoro, vicendevol-mente alimentando il loro business, siamo noi, galassia ecologista, liber-taria, persone e reti non eterodirette, siamo noi che leviamo o non leviamo neanche flebile una risposta.Direi che è il caso di alzare la voce e che in Italia abbiamo un patrimonio troppo grande, immenso di biodi-versità, di piccola agricoltura locale ancora debordante di buoni sapori, di buone pratiche da difendere e sal-vaguardare con le unghie con i denti. Non aspettiamo il nostro Josè Bovè, siamo tutti Josè Bovè!Per chi lo avesse dimenticato era il contadino francese che entrandovi dentro con un trattore devastò un Mc Donalds e poi, con la sua Confèdèra-tion Paysanne ha dato l’avvio alla di-struzione dei campi coltivati ad ogm, attualmente è deputato europeo per Europe Ecologie.

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IniziativeProgetto semi di speranzaPovertà, diritto al cibo, sicurezza,sovranità alimentare e biodiversita’a cura di Giambattista Rossi

premeSSANoi oggi diamo per scontato che il cibo sia un bene inesauribile e che esso sia frutto di processi meccanici piuttosto che frutto di un lavoro che richiede tempo, passione e, soprat-tutto disponibilità di semi vivi.È chiaro quindi che per i nostri ra-gazzi, l’idea di povertà intesa come mancanza di terra fertile e di semi vivi sia ben lungi dall’essere intesa. Anche nei paesi dove Celim Bergamo e Centro missionario operano da anni, le condizioni di povertà sono deter-minate principalmente dalle terre sempre meno disponibili e sempre più inquinate e da semi sempre più costosi perché distribuiti da grandi multinazionali che ne detengono il brevetto.I nostri ragazzi, pur conoscendo le situazioni di povertà che affliggono vaste aree del pianeta e che, con la cri-si economica attuale si è fatta molto vicina a noi, non sempre sono a co-noscenza dei meccanismi che la de-terminano.Ci sembra importante coniugare il pensiero e l’attività di Civiltà Con-tadina con i principi di solidarietà e cooperazione internazionale di Celim Bergamo e l’esperienza di missione del Centro Missionario Diocesano per lanciare una proposta che possa far riflettere sulle cause reali della pover-tà e che sappia cambiare la natura del contributo che i ragazzi possono dare alle persone povere.

lA propoStAL’impegno che chiediamo ai ragazzi è quello di coltivare un piccolo orto, un’area dedicata ai cereali o un’area

dedicata alle erbe aromatiche, al fine di disporre, al termine di questo cam-mino, di un buon capitale di semi da regalare a chi ne ha bisogno e di re-alizzare un “mercatino” dei prodotti coltivati per raccogliere fondi con i quali acquistare semi non ibridi e quindi vivi, da donare alle famiglie di contadini nei diversi paesi del mondo in cui Celim Bergamo e Centro Mis-sionario Diocesano operano, creando così un collegamento diretto tra terre lontane.I ragazzi saranno responsabili dei semi e della loro moltiplicazione, dovranno custodire quanto coltivato per un periodo lungo quindi non si tratta di un impegno banale “mordi e fuggi”… insomma potrebbe essere una delle loro prime scelte di vita.Civiltà Contadina contribuirà alla re-alizzazione di questo progetto con la fornitura dei semi e dei saperi per la loro coltivazione e si mette a disposi-zione per portare a conoscenza dei ra-gazzi i problemi legati alla mancanza di semi.Celim Bergamo e Centro Missionario Diocesano saranno disponibili a com-plementare la proposta con brevi in-contri formativi inerenti i temi della povertà, diritto al cibo (sicurezza e sovranità alimentare), solidarietà e cooperazione internazionale e mis-sionarietà.

lA prAtICADal punto di vista metodologico e pratico, Civiltà Contadina propone quanto segue.Ogni progetto proposto avvia un percorso didattico e operativo che, seguendo la stagionalità delle colti-

Un proposta di Celim Bergamo, Civiltà Contadina e Centro MissionarioDiocesano per i ragazzi degli oratori e delle scuole di Bergamo e provincia.

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vazioni, si ripropone ad ogni anno scolastico (per le scuole)/catechistico (per gli oratori).Con questo modo di operare i ragazzi sono i protagonisti:· diventano custodi dei semi donati da Civiltà Contadina· scoprono la vita che è custodita in ogni seme· raccolgono i frutti del loro lavoro· ritrovano i semi dai quali il proget-to ha avuto inizio.Nulla di questa esperienza è dato a ti-tolo gratuito, il ragazzo è il responsa-bile della buona riuscita dell’esperien-za, il progetto proposto diviene il suo progetto. Questa esperienza non vuo-le essere calata dall’alto ma deve essere vissuta dai ragazzi da protagonisti.Il metodo utilizzato è quello del gio-co e della metafora, coprendo di un sottile velo di mistero ogni operazio-ne che sarà fatta nell’orto. Riscoprire l’arrivo della primavera e salutarla con canti e danze, celebrare la gioia della semina e la felicità del raccolto.Insomma riprenderemo il ritmo del respiro della terra, o forse più sempli-cemente avremo recuperato il norma-le succedersi delle stagioni.Infine, ogni progetto si conclude e riparte dalla degustazione di quanto coltivato, riscoprendo così i sapori che da troppo tempo si sono persi.

Concretamente le proposte, che si possono combinare a piacimento, sono le seguenti:1. creazione di un campo coltivato a frumento2. creazione di un orto + gara per la produzione delle zucche ben fatte3. piante aromatiche nel sacco

CAlendArIo delle AttIvItàPer il campo coltivato a frumento:· ottobre – preparazione del terreno secondo i principi dell’agricoltura si-nergica· novembre – semina e festa della se-mina· dicembre/maggio – in questo pe-riodo la coltivazione va seguita atten-tamente· giugno – mietitura e conservazione

per informazioni e richiesteCelim BergamoVia Conventino 824125 BergamoTel. 035.4598500Fax. 035.4598501e-mail: [email protected]

dei semi raccolti· settembre – mercatino del pane e della piadina realizzata con la farina ottenuta dalla molitura dei chicchi di frumento coltivato.

Per l’orto:· ottobre/novembre - preparazio-ne del terreno secondo i principi dell’agricoltura sinergica; si possono procurare dei bulbi di fiori per abbel-lire l’orto.· dicembre/febbraio – sono i mesi del riposo, ci si dedica al ripristino degli attrezzi, alla riflessione su temi legati alla sopravvivenza delle antiche varietà di ortaggi, piante e animali e ai temi della povertà e del diritto al cibo nel mondo.Viene proposto un questionario per rintracciare antiche varietà coltivate dai nonni o dai genitori dei ragazzi. Il questionario può aiutare a capire lo stato di salute della biodiversità loca-le. Si osservano i cambiamenti del’or-to e lo spazio che lo circonda.· Marzo – festa di primavera, si canta e balla per accogliere la primavera. si semina!· Aprile/giugno – inizio dei lavori in

orto; si cura l’orto, … si gode della bellezza del nostro lavoro!· Luglio/agosto – si va in vacanza ma si custodisce l’orto a turno; si osserva come è l’orto e lo spazio che lo circonda; si recuperano e si custo-discono i semi; si mangiano i frutti.· Settembre – mercatino dei prodot-ti dell’orto; festa della zucca ben fatta (gara tra oratori e scuole per la zucca più grande);

Per il sacco delle aromatiche:· Ottobre/novembre - preparazione del sacco secondo i principi dell’agri-coltura sinergica· Dicembre/febbraio – sono i mesi del riposo, ci si dedica al ripristino degli attrezzi, alla riflessione su temi legati alla sopravvivenza delle antiche varietà di ortaggi, piante ed animali ed ai temi della povertà e del diritto al cibo nel mondo. Viene proposto un questionario per rintracciare antiche varietà coltivate dai nonni o dai ge-nitori dei ragazzi. Il questionario può aiutare a capire lo stato di salute della biodiversità locale.·Marzo – festa di primavera, si can-ta e balla per accogliere la primavera.

si semina!· Aprile/agosto – si cura il sacco, …si gode della bellezza del nostro lavo-ro! Si recuperano e si custodiscono i semi; si raccolgono e si essicano le erbe aromatiche; si va in vacanza ma si custodisce il sacco a turno.· settembre – mercatino per vendita delle aromatiche essicate

Nota bene:· Si ricorda che la gestione dell’orto, del campo di frumento e del sacco delle aromatiche è totalmente realiz-zata dalla scuola/oratorio.· Si ricorda che durante i mesi estivi deve essere garantita la presenza (tur-nazione) per la cura dell’orto e le irri-gazioni.

Il merCAtInoIl Mercatino verrà realizzato insieme a tutte le scuole ed oratori che avran-no partecipato al progetto un sabato o una domenica di settembre nella città di Bergamo, per rendere visibi-le alla cittadinanza il frutto del lavoro realizzato durante l’anno. Se possibile in collaborazione con l’orto botanico di Bergamo.

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Esperienze dei SociL’inizio della sinergiadi Fabrizio e Tiziana

Abbiamo iniziato l’orto sinergico durante le idi di marzo, con la prepa-razione dei bancali di terra e la mes-sa in dimora/semenzaio delle prime piantine. Il lavoro iniziale è stato quello di preparare la terra con una prima fase di concimazione organica (letame di pecora) e aggiunta di ce-nere per dare un push azoto fosforo per i primi trapianti. Il terreno viene da lunghi anni di zollatura e vanga-tura meccanica, quindi soggetto ad un impoverimento abbastanza con-sistente dei nutrienti organici.Seguendo le linee guida della perma-cultura abbiano iniziato a progettare l’orto e le specie ortifere consocian-dole tra di loro in maniera sinergica.Dopo la prima fase abbiamo aggiun-to la pacciamatura su tutti i bancali e posizionato l’impianto a goccia col-legato direttamente all’acqua di bo-nifica. I primi trapianti riguardano la roveja.In seguito abbiamo seminato le pa-tate e i pomodori nel mese di Aprile, con annesso basilico e prezzemolo. Nella spirale abbiamo messo le fra-gole e alternato aglio e cipolla sui lati del bancale; ci sono state delle diffi-coltà per la prima fase germinativa soprattutto legata ad alcune specie.Subito dopo abbiamo aggiunto le piante aromatiche intorno alla spi-rale con l’obiettivo di creare dei per-corsi botanici intorno all’orto con specie tipo: lavanda, erba cipollina, menta rudifolia, maggiorana, origa-no, erba S. Maria, mentuccia selva-tica, timo, timo limoncino, melissa e goji. Nello stesso periodo abbiamo seminato fagioli nani cannellini, e altri fagioli.Nel mese di maggio abbiamo tra-piantato pomodori assieme al basi-lico e a giugno le zucchine, zucche,

cocomeri e meloni.Man mano che arrivavano le altre piantine abbiamo provveduto ad ag-giungere nuovi bancali e progettato nuove consociazioni.Essendo partiti praticamente da zero accade che molte sementi sono state acquistate nel circuito commerciale, così come alcune piantine, mentre fortunatamente altre ci sono state regalate da persone che abitualmen-te fanno l’orto e ne conservano le se-menti.Volendo intraprendere una coltiva-zione totalmente biologica-biodina-mica il nostro rammarico sta nel non aver avuto in questa prima fase semi che non provenissero da coltivazioni standard che si servono di concimi o additivi vari.

CrItICItàIl terreno in cui abbiamo avviato le consociazioni ha la tendenza a creare zolle molto dure che si compattano attorno alle radici delle piante che, se troppo giovani hanno difficoltà a trovare l’adattamento e crescere, di conseguenza la ripresa della pianta in trapianto è piuttosto lenta. Per impedire che questo fenomeno si consolidasse troppo abbiamo lascia-to che le erbe spontanee crescessero liberamente sui bancali, togliendole solo nel momento in cui avevano la tendenza a sopraffare la coltura, con il doppio vantaggio di poter usu-fruire di piante commestibili (erba portulaca, tarassaco) che spontanea-mente la natura ci offre.I pomodori, mentre in una prima fase stavano benissimo, senza aver usato zolfo o altro elemento utile alla protezione di malattie fungine, ad un tratto si sono ammalati; le foglie hanno preso ad ingiallire e una co-

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spicua cascola dei fiori e marciume apicale hanno dimezzato di sicuro il raccolto futuro. C’è da dire che la stagione è stata piuttosto arida: la cosa ci ha un po’ disorientato in re-lazione alle annaffiature e inavver-titamente abbiamo fatto subire alle piante degli stress idrici che si sono sommati al caldo intenso (circa 40° per diverse settimane) e all’umidità forte della zona.Le piante, riportando attenzione alle annaffiature e curandole con il bicar-bonato, hanno ripreso ad andare in altezza, produrre fiori nuovi (anche se la cascola non si è interrotta del tutto) e hanno ripreso ad avere un colore verde intenso producendo fi-nalmente dei pomodori polposi e di ottimo sapore.Le fragole crescono benissimo e con ottimo sapore a fianco delle cipol-le e le cipolle a fianco delle fragole, anche se abbiamo notato la tendenza delle stesse ad avere nelle foglie ap-pena più vecchie, il bordino esterno di colore rossiccio, al riguardo vor-remmo far analizzare presto il terre-no in quanto sospettiamo una legge-ra salinità dello stesso.Zucche, meloni e cocomeri pro-ducono tranquillamente frutti e le piante sono in salute, mentre le zuc-chine hanno piante che producono belli gialli ed enormi fiori di zucca che appassiscono senza produrre poi il frutto. Al riguardo al momen-to non siamo riusciti ancora a com-prendere quale sia la carenza che incide sulla produzione visto che la pianta non pare sia soggetta a gravi difficoltà.Nel frattempo che provvedevamo all’orto abbiamo avuto modo di os-servare le piante di frutta presenti nel terreno, tutte indiscutibilmente affette da qualcosa: il pesco presenta la “bolla del pesco”, le noci la rug-gine, e così apparentemente anche i peri. Questi ultime due sono pre-senti lì da quasi cento anni, messe da mio nonno, ormai defunto e dal quale non possiamo trarre utili indi-cazioni per la cura delle stesse.

Colline Pescaresi (Abruzzo) in una campagna di circa 5 ettari con frutteti,uliveti e piante spontanee ci siamo ricavati il nostro spazio...

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Abbiamo tratto delle informazioni in relazione alla malattia del pesco e anche se consapevoli che sareb-be stato tardi per fargli avere molti frutti comunque abbiamo prova-to a bloccare lo sviluppo della bolla trattando la sera le foglie con il ma-cerato di aglio e provvedendo all’an-naffiatura con macerato di ortica a cicli settimanali. Il risultato è stato ottimo: la pianta ha ripreso a foglia-

re producendo una folta chioma che prima non aveva e non ha perso i pochi frutti rimasti che è riuscita a maturare.

rISultAtI:I primi raccolti sono stati minimi in quantità, ma dalle caratteristiche qualitative notevoli, dal sapore e dal profumo dei frutti, dagli stessi po-modori alle patate passando per le fragole che hanno acquisito una ge-nuinità molto marcata che si perce-pisce già appena raccolte.La roveja è stata raccolta a fine giu-gno, nel frattempo abbiamo raccol-to gli agli e stiamo aspettando le ci-polle.In questo mese (luglio) stiamo aspettando la maturazione completa di meloni e cocomeri.Dopo un mese abbondante di siccità in questi giorni è tornato il fresco e la pioggia, auspicandosi un benefi-cio a tutto l’orto.

ConCluSIonI:Con questa descrizione abbiamo vo-

luto condividere la nostra esperienza augurandoci che possa servire come esempio per chi da zero vuole av-venturarsi negli orti sinergici e nella permacultura. In questo momento la passione e la gioia per questi piccoli risultati ci spingono a far del nostro meglio e di continuare a tutelare la natura in tutti i suoi aspetti, valorizzando la biodiversità e le specie autoctone.Nel nostro percorso di avvicinamen-to al contadino contemporaneo, sentiamo ogni giorno questo stret-to legame tra la natura e l’uomo e tra l’uomo e Dio. In un certo qual modo stiamo riscoprendo chi siamo veramente.

P.S. Abbiamo diverse piante da frut-to che vorremmo trattare in modo da renderle ancora produttive, spe-rando in un vostro aiuto come asso-ciazione: siamo disponibili e aperti a qualsiasi azione. Visto che sono piante autoctone anche di 50-60 anni, vorremmo aderire al percorso dei frutteti antichi.

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EventiFiera internazionale della decrescitaVenezia 21, 22 e 23 settembre 2012

di Cristina Boccanegra

Dopo un po’ di trambusto burocratico (schede e moduli vari da compilare,telefonate, contatti, rettifiche, ecc.) finalmente ho la conferma di poter partecipare alla Fiera Internazionale della Decrescita, come Civiltà Contadina e precisamente all’interno dell’iniziativa “Aia in laguna” che prevedeva per venerdì 21 settembre lo scambio semi. Il tutto sarebbe avvenuto all’interno di un grande gazebo,posto assieme a tanti altri stand di aziende e cooperative agricole (El Tamiso,Il Rosmarino, ecc.) e artigianali, nella fondamenta delle Zattere.

Lo scambio prevedeva che i visita-tori avrebbero dovuto venire a loro volta con i propri “tesori”, ma ov-viamente non tutti gli interessati si erano premuniti di venire con i pro-pri semi per cui molti di loro han-no utilizzato il baratto, altri invece si sono volentieri iscritti alla nostra as-sociazione e alcuni di loro, in parti-colare due siciliani, hanno promesso di fondare un gruppo locale.Assieme a noi era presente l’asso-ciazione Coltivare Condividendo del bellunese che lamentava quest’anno la scarsità della raccolta di fagioli e la quasi perdita della semenza e l’asso-ciazione Spazi in Frutto sempre del bellunese con quattro simpatiche ra-gazze che avevano portato tanti tipi di mele antiche che stanno salvando.

Dopo una notte insonne presso l’oratorio dei Frari, dove abbiamo trovato alloggio assieme ad altre per-sone, il giorno seguente abbiamo ripetuto l’attività di promozione e scambio conoscendo in particolare una coppia proveniente dalla Flo-rida attiva nel settore della biodi-versità e una ragazza greca con cui abbiamo scambiato parecchi semi, ottenendo così varietà interessanti di ortaggi, quali pomodori, mais e rape.Domenica infine ci siamo spostati alla Giudecca-Zittelle presso l’orto sinergico dell’associazione Spiazzi Verdi dove il prof. Ceccarelli, un ge-netista, ha parlato della selezione dei semi partecipata, raccontandoci le sue esperienze in Siria e in India e i

progetti che attualmente ha in piedi, in particolare quello per selezionare delle varietà di pomodori adatte alla coltivazione biologica. Al professore ovviamente ho parlato della nostra associazione che non conosceva e di cui ha voluto immediatamente i contatti specie sapendo che mol-ti nostri soci, oltre alla sottoscritta, conservano parecchie varietà di po-modoro.Alla fine del dibattito, assieme al mio collaboratore biodinamico Francesco, abbiamo distribuito ai presenti i semi che ci rimanevano ri-empiendo numerose mani desidero-se di propagare la biodiversità. Molti di loro sicuramente si iscri-veranno a Civiltà Contadina, ma in ogni caso i nostri semi hanno sicu-ramente trovato altri orti dove poter continuare a vivere.Per me, veneziana, rientrare ai patri lidi è stato molto piacevole nono-stante la fatica e i disagi. Un particolare ringraziamento va comunque a mia figlia Eleonora e a Francesco, senza i quali sarebbe stata impossibile questa trasferta a Vene-zia dati i numerosi bagagli che ab-biamo dovuto portare con noi.

Varietà d’AutunnoSettembre in Veneto: uva Bacodi Gianni Cappon

Quando ancora si sentivano le sta-gioni, ad Agosto l’estate cominciava a declinare e le ombre si allungava-no. Alla metà del mese, il giorno de “La Sunta” (festa della Madonna As-sunta) c’era una pausa nei lavori dei campi. Durante l’ultima fienagione si assaporava il profumo intenso del fieno secco e la sua polvere penetrava negli occhi.Le cicale, piano piano, smettevano di fare il loro richiamo. I contadini face-vano il bilancio dell’annata e già con-tavano sui frutti autunnali.Le susine “Burbe”, nome dialettale, erano state generose, regalandoci il loro gusto dolce-acidulo per tutto il mese di Luglio. Ad Agosto da gialle diventavano rosse e l’ammezzimento le rendeva sgradevoli. Pensate: erano più buone mezze mature.Al tramonto l’afa dava tregua. Noi bambini durante quei lunghi tra-monti, giocavamo, giocavamo, gio-cavamo, mentre il sole grande, tondo e rosso, lentamente scendeva dietro le nuvole di un temporale lontano.Le rondini sfrecciavano e garrivano, dandoci un senso di pace e tranqui-lità. Poi si mettevano in fila sui tra-licci, strette, strette le une alle altre, preannunciando la vicina partenza,

lasciando così il sicuro nido, sotto il vecchio portico, dove erano nate.Nell’aria immobile del tramonto si spargeva il profumo dal sentore di mosto, dell’uva Clinton. Ma un’altra varietà era quasi matura: la Bacò, che attendeva di essere raccolta sotto i fi-lari a pergola. Noi bambini avevamo precocemente assaggiato alcuni acini già alla fine di Luglio, quando cominciava a matu-rare: “sguaresare” in padovano. Il suo grappolo era di un bel colore violaceo scuro intenso, non troppo compatto; gli acini, piccoli, succosi e teneri, dal-la buccia fragile e sottile si rompeva-no in bocca deliziando il palato con la loro delicata fragranza. La matura-zione di quest’uva, la sua vendemmia e il suo vino che si poteva bere subi-to, poco alcolico, davano il segnale che l’autunno era ormai alle porte. Dopo poco dovevamo abbandona-re i nostri giochi, quel mondo che ci aveva avvolto durante l’estate, i lavori dei campi, la frutta estiva, il profumo del mais in fiore, le lunghe infinite giornate... Ormai poco mancava per tornare a scuola. Chiusi in aula, la finestra ci permetteva di osservare la campagna che, piano piano, l’autun-no riempiva di colori.

Gli anni passano, le stagioni passano, però questi ricordi possono ancora rivivere perché nel mio orto, frutteto e giardino le farfalle vagano libere tra le vecchie varietà di frutta, verdura e uva Bacò.Be’, qualcosa siamo riusciti a conser-vare, perché le generazioni future, super tecnologiche, ma cosi fragili, possano anche loro sognare.

In alto: uva BacoA sinistra: uva Clinton (Grindon)A destra: la socia Luigina con l’uva di Gianni Cappon

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Rispondere barrando le voci che interessano:Saresti disponibile a trasmettere le tue esperienze/conoscenze ai soci della ns. Associazione? SI NOSe “Si” lo faresti: gratuitamente su rimborso spese viaggio, dormire, mangiare a pagamento, organizzando un corso aperto ad un pubblico misto (di soci e non soci) tramite video corso on-line

La descrizione dell’esperienza va scritta (con carattere arial 10) sull’email, con allegate eventuali foto e la presente sche-da, inviandola a [email protected] o via posta a:cristinaBoccanegravia e. curiel, 7cap 33051 aquileia (Ud)sempre allegando questa scheda ed eventuali foto, specificando se possibile:

• a quando risale l’esperienza (almeno l’anno),• dove,• assieme a chi,• risultati raggiunti,• criticità, ecc.

per info o dubbi telefonatemi: tel. 0431 919047 oppure cell. 331 9981850

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