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RASSEGNA STAMPA SETTIMANALE ANAPA N. 30 DEL 12 SETTEMBRE 2014 EDITORIALE Cari Colleghi, con la ripresa delle attività, dopo la pausa estiva, constatiamo come le conseguenze del provvedimento dell’Antitrust si stanno, giorno dopo giorno, sempre più evolvendo, e in peggio purtroppo. Ci riferiamo in particolare, ma non esclusivamente, alle clausole che trattano gli istituti dell’indennità e della rivalsa. A tal proposito abbiamo letto, tra le notizie stampa della settimana, che l'atto di sospensione avanzato da Unapass al Tar, non è stato accolto. Per quanto ci riguarda, uno degli effetti perversi del provvedimento dell’Autorità, alla quale ANAPA, non poteva tecnicamente ricorrere, visto che non è intervenuta nell'istruttoria, è stato proprio quello di disconoscere, attraverso il riconoscimento degli impegni delle compagnie oggetto dell’indagine come “vincolanti”, il riferimento nei mandati agenziali all’ANA 2003 con la spinta alla “interiozzazione” degli istituti economici in esso previsti, quasi a voler confutare l’efficacia “erga omnes” che pur li disciplina puntualmente. Rammentiamo a tutti che la negoziazione di tali istituti, anche in forza di una prevalenza della fonte pattizia su quella del codice civile, è sempre appartenuta alle organizzazioni sindacali di categoria. ANAPA, coerentemente con il suo impegno perseguito sin dalla sua costituzione di puntare sulla concertazione, farà di tutto per riattivare il tavolo istituzionale di trattativa con l’Ania, pur nella consapevolezza che gli atteggiamenti di chiusura, di estremismo e di propaganda messi in atto da altri non ci aiuteranno nell’intento. Intanto per il momento dobbiamo fare i conti con un sistema dei rapporti tra impresa e agenti che si sta drammaticamente complicando, da un lato per l’inadempienza di rinnovare un accordo collettivo, fermo ormai al 2005, per adeguarlo alle nuove norme di legge, e dall’altro per le “indebite” ingerenze di autorità di vigilanza che con un eccesso di delega si “assumono” il potere di legiferare come potrebbe dedursi dal considerare per l'appunto “vincolanti” degli impegni peraltro scritti dalle stesse compagnie. Impegni poi che divergendo da un gruppo assicurativo ad un altro finiscono per creare degli effetti discriminanti nei confronti degli stessi agenti. Alla disintermediazione in atto si sta aggiungendo una “babele” normativa nell’ambito della quale non è dato più riscontrare una certezza ed una coerenza di tipo giuridico-contrattale nella

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RASSEGNA STAMPA SETTIMANALE ANAPA N. 30 DEL 12 SETTEMBRE 2014 

EDITORIALE  Cari Colleghi,  con la ripresa delle attività, dopo la pausa estiva, constatiamo come le conseguenze del provvedimento dell’Antitrust si stanno, giorno dopo giorno, sempre più evolvendo, e in peggio purtroppo. Ci riferiamo in particolare, ma non esclusivamente, alle clausole che trattano gli istituti dell’indennità e della rivalsa. A tal proposito abbiamo letto, tra le notizie stampa della settimana, che l'atto di sospensione avanzato da Unapass al Tar, non è stato accolto.   Per quanto ci riguarda, uno degli effetti perversi del provvedimento dell’Autorità, alla quale ANAPA, non poteva tecnicamente ricorrere, visto che non è intervenuta nell'istruttoria,  è stato proprio quello di disconoscere, attraverso il riconoscimento degli impegni delle compagnie oggetto dell’indagine come “vincolanti”, il riferimento nei mandati agenziali all’ANA 2003 con la spinta alla “interiozzazione” degli istituti economici in esso previsti, quasi a voler confutare l’efficacia “erga omnes” che pur li disciplina puntualmente.  Rammentiamo a tutti che la negoziazione di tali istituti, anche in forza di una prevalenza della fonte pattizia su quella del codice civile, è sempre appartenuta alle organizzazioni sindacali di categoria.  ANAPA, coerentemente con il suo impegno perseguito sin dalla sua costituzione di puntare sulla concertazione, farà di tutto per riattivare il tavolo istituzionale di trattativa con l’Ania, pur nella consapevolezza che gli atteggiamenti di chiusura, di estremismo e di propaganda messi in atto da altri non ci aiuteranno nell’intento.   Intanto per il momento dobbiamo fare i conti con un sistema dei rapporti tra impresa e agenti che si sta drammaticamente complicando, da un lato per l’inadempienza di rinnovare un accordo collettivo, fermo ormai al 2005, per adeguarlo alle nuove norme di legge, e dall’altro per le “indebite” ingerenze di autorità di vigilanza che con un eccesso di delega si “assumono” il potere di legiferare come potrebbe dedursi dal considerare per l'appunto “vincolanti” degli impegni peraltro scritti dalle stesse compagnie.  Impegni poi che divergendo da un gruppo assicurativo ad un altro finiscono per creare degli effetti discriminanti nei confronti degli stessi agenti.  Alla disintermediazione in atto si sta aggiungendo una “babele” normativa nell’ambito della quale non è dato più riscontrare una certezza ed una coerenza di tipo giuridico­contrattale nella 

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quale incanalare i rapporti tra imprese e agenti.  Di questo passo si rischia di arrivare alla contrattazione one­to­one, con il conseguente tramonto della rappresentanza sindacale e dei relativi diritti.  Questa non è vera libertà come qualcuno va inneggiando, perché la libertà senza regole si trasforma in anarchia. Ed è proprio questo il regime verso il quale ci stiamo dirigendo.  E’ arrivato il momento di rimboccarci le maniche per salvare la contrattazione collettiva di primo livello e con essa la stessa legittimazione sindacale.  Buona lettura. Il Presidente Nazionale Vincenzo Cirasola     

NOTIZIE DAL MONDO ASSOCIATIVO  

PROVVEDIMENTO ANTITRUST, AVANTI CON LA DISCUSSIONE NEL MERITO          FONTE: INTERMEDIA CHANNEL   (11/09/2014)   

Dopo  la  decisione  del  Tar  Lazio  di  non  concedere  la  sospensiva  perché  il pregiudizio  invocato da UNAPASS e  relativo agli  impegni delle  imprese di assicurazione  riferiti  all’eliminazione  dei  riferimenti  dell’ANA  2003  a liquidazioni  e  rivalsa  appare  non  attuale  e  collegato  invece  all’evoluzione della  contrattazione  collettiva,  la  vertenza  prosegue  nel  merito  con  un invito  del  Tar  ad  UNAPASS  di  fornire  prove  e  di  circostanziare meglio  la carenza  di  accantonamenti  di  somme  nei  bilanci  delle  società  di assicurazione al momento di corrispondere le future liquidazioni ai singoli agenti.  

IVASS: TARIFFE RC AUTO IN CALO, MA PERMANGONO FORTI SQUILIBRI TERRITORIALI      FONTE: INTERMEDIA CHANNEL   (11/09/2014)   

È online  sul  sito  internet dell’IVASS  la nuova  edizione dell’indagine  (al  1° aprile 2014) sulle tariffe Rc auto praticate in Italia. L‘indagine, che riguarda tutte  le  imprese  sottoposte  alla  vigilanza  dell’Istituto,  rileva trimestralmente i prezzi praticati in 21 province per 11 tipologie standard di assicurati, sia automobilisti sia motociclisti. L’andamento delle  tariffe si presenta,  mediamente  in  diminuzione  per  le  autovetture  nel  nord  Italia, mentre permane costante, o in aumento, al centro‐sud e per le “due ruote”.  Secondo l’IVASS, al ribasso tendenziale registrato nel settore auto non sono probabilmente  estranei,  oltre  al  ritorno  all’equilibrio  tecnico  e  alla profittabilità  delle  compagnie  assicurative  del  settore,  la  riduzione  nella circolazione  dei  veicoli  dovuta  alla  crisi  in  atto  e  il  conseguente  calo  dei sinistri.  Il  fenomeno  riflette  anche  i  primi  effetti  delle  misure  legislative introdotte  per  giungere  a  un  contenimento  dei  prezzi  Rc  auto,  con particolare riferimento ai nuovi criteri per la risarcibilità delle microlesioni.  Per  l’Istituto,  permangono  comunque  elementi  di  forte  criticità:  il  livello tuttora  molto  elevato  del  premio  medio  nel  confronto  internazionale;  il 

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divario tra le tariffe praticate nelle regioni settentrionali e in quelle centro‐meridionali.  Ulteriori considerazioni sui risultati dell’indagine  Tenuto conto dell’avvenuta parificazione tariffaria per genere, nel periodo aprile 2013 – aprile 2014, i prezzi di listino medi nazionali hanno mostrato variazioni  comprese  tra  ‐1,4%  (per  il  profilo  tariffario  8,  relativo  ad  un cinquantacinquenne con autovettura di 1.900 cc. alimentata a gasolio, con guida  esclusiva  e  in  classe  Bonus‐Malus  di  C.U.  1,  massimale  minimo  di legge) e +4,3% (per i profili tariffari 3 e 9, relativi ad assicurati diciottenni con  ciclomotore  di  50  cc.  in  classe  Bonus‐Malus  di  ingresso,  C.U.  14, massimale minimo di legge).  La  stima dei prezzi medi  “pagati”  (ottenuta ponderando  i prezzi di  listino con  la  quota  di  mercato  locale  di  ogni  impresa)  evidenzia  variazioni comprese  tra  ‐7,3%  (per  i  profili  tariffari  1  e  5,  relativi  ad  assicurati diciottenni,  con  autovettura  di  1.300  cc.  alimentata  a  benzina,  in  classe Bonus‐Malus di ingresso C.U. 14, massimale minimo di legge) e ‐2,4% (per i profili  tariffari 10 e 11,  relativi a quarantenni  con motociclo di 200 cc.,  in classe Bonus‐Malus di C.U. 4, massimale minimo di legge).  Autovetture  Su base nazionale, l’Istituto osserva un livello medio dei prezzi di listino in diminuzione,  negli  ultimi dodici mesi,  per  tutti  i  profili  osservati,  tranne  i diciottenni, per i quali le tariffe restano stabili. Le variazioni sono comprese tra  il  ‐1,4%  per  il  cinquantacinquenne  con  autovettura  di  1.900  cc. alimentata a gasolio con guida esclusiva e in classe Bonus‐Malus di C.U. 1, e lo  0%  per  gli  assicurati  diciottenni,  con  vettura  di  1.300  cc  alimentata  a benzina in classe B. M. d’ingresso (C.U. 14). Un risparmio medio dello 0,8% consegue  il  quarantenne  in  classe  di  massimo  sconto,  con  autovettura alimentata a benzina di 1.300 cc., mentre la riduzione del prezzo medio di listino  è  ancora  più  contenuta  (0,4%)  nel  caso  dell’assicurato cinquantacinquenne  in  classe  di  massimo  sconto,  ma  con  autovettura  di 1.200 cc alimentata a benzina e guida estesa a conducenti minori di 26 anni.  Sul territorio le variazioni dei prezzi medi di listino presentano andamenti più differenziati, che appaiono meno favorevoli per i giovani ed i residenti nei  capoluoghi  centro‐meridionali.  Ad  esempio,  un  assicurato  diciottenne con autovettura di 1.300 cc in classe B/M d’ingresso (CU 14), ha visto, negli ultimi  dodici  mesi,  la  propria  tariffa  media  aumentare  di  circa  il  3%  a Potenza  e  Campobasso,  province  che  già  in  precedenza  avevano  fatto registrare aumenti tra i più cospicui e che hanno così raggiunto valori medi rispettivamente  pari  a  2.394  e  2.189  Euro.  Questa  tipologia  di  assicurati, nonostante  le  riduzioni  del  1‐2%  intervenute  nell’ultimo  anno,  raggiunge tariffe mediamente ancor più elevate a Napoli (3.532 Euro), Reggio Calabria (3.316,  qui  la  tariffa  è  ancora  aumentata,  superando  quella  di  Bari),  Bari (3.245) e Roma (3.145). 

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 Queste  tariffe  risultano  pari  a  circa  il  doppio  di  quanto  il  medesimo assicurato pagherebbe in alcune città dell’Italia settentrionale. Ben diverse, invece,  sono  le  tariffe  mediamente  pagate  da  un  assicurato  quarantenne con la medesima autovettura, ma in classe Bonus‐Malus di C.U. 1, ad Aosta (316 Euro), Bolzano (331) e Trento (360).  Motocicli e ciclomotori  Variazioni più significative si registrano per le “due ruote”. I quarantenni in classe B/M di C.U. 4,  su motocicli  con  cilindrata di 200  cc.,  hanno visto  le tariffe medie nazionali aumentare del 4%, similmente, per i diciottenni con ciclomotori  di  50  cc.  in  classe  B/M  d’ingresso,  i  prezzi  di  listino  medi nazionali si sono incrementati del 4,3%.  Sul  territorio,  le  tariffe  medie  praticate  ai  diciottenni  che  guidano  un ciclomotore  di  50  cc.  assicurato  in  classe  B/M  d’ingresso,  aumentano  del 8% a Potenza (489 Euro) e del 7% a Campobasso (407). Il quarantenne con motociclo di 200 cc. in classe B/M di C.U. 4 vede la propria tariffa media in costante  aumento  soprattutto  nelle  grandi  città  del  centro‐sud,  con  una crescita del 4% a Reggio Calabria  (623 Euro) e del 3% a Potenza (347), a Napoli con una media di 1.019 Euro (+1%) continua a registrarsi la tariffa media più elevata, mentre tariffe medie inferiori a 230 Euro si osservano ad Aosta, Bolzano e Trento ove si registrano tariffe costanti o  in diminuzione fino al 2%. 

UEA, VIAGGIO STUDI IN PROGRAMMA A PARIGI  FONTE: INSURANCE TRADE   (09/09/2014)   

Anche per il 2014 l'Unione europea assicuratori (Uea) organizza il proprio viaggio studi, quest'anno in programma a Parigi nelle giornate tra il 23 e il 25  ottobre.  Le  iscrizioni,  aperte  anche  ai  non  soci  Uea,  si  chiuderanno  il prossimo 10 settembre.  Il programma, ricco di appuntamenti, si aprirà giovedì 23 con un incontro con  Cgpa  Europe,  nel  corso  del  quale,  dopo  una  panoramica  sul  sistema distributivo  francese,  si  parlerà  degli  obiettivi  del  primo  osservatorio sull'intermediazione  assicurativa  istituito  da  Cgpa  in  collaborazione  con Medi,  con  un  approfondimento  sulle  prioritarie  esigenze  di  copertura riscontrate  nel  mercato  dell'intermediazione  europea  e  in  particolare francese.  La  giornata  di  venerdì  24  ottobre  sarà  invece  dedicata  a  un  incontro  con Axa  France,  nel  corso del  quale  verranno prese  in  analisi  le  coperture  e  i principali trend di mercato, con un focus sulle long term case e sulle recenti evoluzioni  normative  del  sistema  previdenziale  francese,  oltre  a  un approfondimento  sul  sistema  transalpino  di  copertura  dei  danni catastrofali; nel  corso della  stessa giornata si  terrà un  incontro anche con Axa  Art,  compagnia  di  cui  verranno  presentati  i  prodotti,  le  strategie  e  il modello di business.  Oltre  agli  appuntamenti  di  lavoro,  la  quota  di  iscrizione  (830  euro  per  il pacchetto  di  tre  notti,  100  euro  in  più  per  i  non  soci  Uea)  comprende 

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l'assistenza  in  loco,  il  pernottamento  presso  l'hotel  Concorde Montparnasse,  l'abbonamento  ai  trasporti  pubblici  per  tutta  la  durata del viaggio,  e  la  partecipazione  alla  cena  sociale  (nella  serata  di  venerdì  24) presso un tipico bistrot parigino.  

SNAS ILLUSTRA GLI OBIETTIVI DEL PROSSIMO TRIENNIO  FONTE: TUTTO INTERMEDIARI  (09/09/2014)   

In un  video pubblicato  su  Snachannel,  il  canale  informativo del  Sindacato nazionale agenti, Paolo Soravia, neopresidente di Snas, la società di servizi dello  Sna,  ha  fatto  il  punto  su  quelli  che  sono  i  prossimi  obiettivi  della società,  nata  per  «individuare  e  realizzare  opportunità  di  servizi  per  gli agenti, offrendo condizioni agevolate ai propri iscritti».  Soravia ha illustrato brevemente tutte le iniziative che saranno lanciate nel prossimo triennio, a cominciare,  tra  l’altro, dal potenziamento dell’attività con  l’assunzione  di  nuovi mandati  diretti.  Snas  è  attualmente  iscritta  alla sezione  A  del  Rui  e  svolge  attività  assicurativa  attraverso  i  mandati  CF Assicurazioni e Cgpa Europe. «Snas cercherà di diffondere  la possibilità di collaborazione fra iscritti alla sezione A e fra A  e B, come prevede la legge Fioroni Vicari». Sarà potenziato,  in particolare,  il  servizio «che riguarda  la Rc  per  i  nostri  associati  attraverso  la  convenzione  con  Cgpa  Europe.  Dal punto  di  vista  della  formazione  professionale  saranno  fondamentali»,  ha continuato  Soravia,  «anche  la  sinergia  e  la  collaborazione  con  lo  Sna». Inoltre, «proseguirà il processo di riordino delle convenzioni in favore degli iscritti,  con  particolare  attenzione  a  quelle  bancarie,  che  richiedono  un rinnovamento».  Snas  sta  studiando  anche  una  convenzione  «per  costituire  una  cassa malattia  per  gli  agenti  e  i  propri  familiari.  Si  tratta  di  una  richiesta  che  è arrivata  dal  territorio  molte  volte  e  che  richiede  oggi  una  particolare attenzione», ha precisato Soravia. Infine due progetti: il primo, denominato SnaBox,  «è  relativo  all’offerta  da  parte  degli  agenti  iscritti  a  Sna  di  una scatola nera da applicare alle auto». La seconda riguarda la realizzazione di una  piattaforma  informatica  «che  darà  la  possibilità,  a  tutti  i  soci  Sna,  di ricevere  delle  quotazioni  da  diverse  compagnie  in  tempo  reale  per  poter poi  applicare  la  legge  221  nell’ambito  della  collaborazione  fra intermediari».  Snas  presenterà  queste  iniziative  nel  corso  di  cinque  incontri  che  si terranno il prossimo autunno sul territorio. 

NOTIZIE DAL MERCATO ASSICURATIVO  ANIA TRENDS: NUOVA PRODUZIONE VITA (LUGLIO 2014) 

Secondo una prima stima effettuata dall’ANIA – e riportata da ANIA Trends –  per  l’intero  settore  vita  e  basata  su  un  campione  di  imprese rappresentativo di oltre l’80% del totale premi, nel mese di luglio la nuova produzione  di  polizze  vita  individuali  raccolta  in  Italia  dalle  imprese 

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     FONTE: INTERMEDIA CHANNEL (10/09/2014)  

italiane  e  dalle  rappresentanze  di  imprese  extra‐U.E.,  comprensiva  dei premi unici  aggiuntivi,  è  stata pari  a 9,7 miliardi di Euro,  il  59,5%  in più rispetto  allo  stesso  mese  del  2013  (incremento  e  raccolta  mensile  più elevata  dell’ultimo  triennio);  da  inizio  anno  i  nuovi  premi  emessi  hanno raggiunto  quota  56  miliardi  di  Euro,  in  crescita  del  47,9%  rispetto all’analogo periodo dell’anno scorso. Considerando anche i nuovi premi del campione  delle  imprese  U.E.,  pari  a  €  1,6  mld,  i  nuovi  affari  vita complessivi nel mese sono stati pari a 11,3 miliardi (+53,1% rispetto allo stesso  mese  del  2013),  mentre  da  inizio  anno  hanno  raggiunto  i  65,6 miliardi di Euro, il 42,1% in più rispetto all’anno precedente.  Con  riferimento  alle  imprese  italiane  ed  extra  U.E.,  nel  mese  di  luglio  i premi riguardanti nuove polizze  individuali di ramo I hanno continuato a crescere in modo significativo (+33,9%) rispetto allo stesso mese del 2013, a fronte di un ammontare pari a 6,8 miliardi di Euro (l’importo più alto da inizio  anno  e  pari  al  70%  dell’intera  nuova  produzione  emessa). Decisamente positiva è risultata anche la raccolta di nuovi premi su polizze di  ramo  V,  pari  a  363 milioni  (il  4%  dell’intera  nuova  raccolta),  più  che triplicata  rispetto  a  luglio  2013.  La  restante  quota  (26%)  della  nuova produzione vita è rappresentata da prodotti di ramo III, esclusivamente di tipo  unit‐linked,  che  nel  mese  di  luglio  hanno  registrato  una  raccolta  in forte  aumento  (anch’essa  quasi  triplicata  rispetto  allo  stesso  mese dell’anno precedente) per un ammontare premi pari a 2,5 miliardi di Euro; questo  risultato,  segnala  ANIA  Trends,  è  dovuto  principalmente all’emissione  straordinaria  di  nuove  polizze  unit  da  parte  di  un  numero ristretto di  compagnie.  I  contributi  relativi a nuove adesioni  individuali a forme previdenziali, infine , sono risultati in aumento del 6,5% (97 milioni di Euro) rispetto a luglio 2013.  Prosegue  immutata  la  tendenza  relativa  alla  modalità  di  versamento utilizzata  dai  contraenti:  da  gennaio  i  premi  unici  costituiscono  la  quasi totalità  della  raccolta,  con una quota  pari  al  96% del  totale  in  termini  di premi.   

ASSICURAZIONI E TECNOLOGIA, EVOLUZIONE (E RIVOLUZIONE) IN UN MONDO DIGITALE     FONTE: INTERMEDIA CHANNEL (11/09/2014) 

 

Il  settore  assicurativo  è  all’alba  di  importanti  cambiamenti  guidati  dalla tecnologia e le trasformazioni che ne seguiranno avranno il potenziale per cambiare  radicalmente  il  modello  di  business  delle  compagnie  di assicurazione  a  livello  mondiale.  Sono  questi  i  risultati  un  rapporto congiunto  pubblicato  recentemente  da  Boston  Consulting  Group  (BCG)  e Morgan Stanley. Le perturbazioni che deriveranno da questi cambiamenti creeranno maggiori opportunità per gli assicuratori che li abbracceranno e rischi  significativi  per  coloro  che  tarderanno  ad  adattarsi  al  nuovo ambiente digitale.  Anche  se  il  settore  assicurativo  si  è  dimostrato  lento  nel  reagire  alle tecnologie emergenti, i punti di forza intrinseci del comparto ‐ presenza di marchi solidi, distribuzione proprietaria, competenze in materia di prezzi e sottoscrizione  ‐  permettono  loro  di  sfruttare  la  tecnologia  per  creare  un ambito di offerta alla clientela più interessante e persuasivo. I risultati del 

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rapporto  sono  frutto di  approfondite  ricerche  a  livello  globale  curate dai gruppi  di  lavoro  di  Morgan  Stanley  e  BCG  dedicati  al  rapporto  tra assicurazioni  e  tecnologia.  Nei mesi  scorsi,  gli  autori  della  ricerca  hanno intervistato a  tale scopo 56 dirigenti di  imprese dei settori assicurativo e tecnologico; i team hanno anche sondato i clienti del comparto assicurativo di 12 paesi a  livello mondiale (Australia, Canada, Cina, Francia, Germania, India,  Italia, Giappone, Paesi Bassi, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti) per valutare la loro vicinanza alla tecnologia.  “Mentre  alcuni  aspetti  del  cambiamento  tecnologico  ‐  come  ad  esempio una migliore efficienza operativa, la necessità di utilizzare la tecnologia in modo  creativo  per  coinvolgere  i  propri  clienti  e  una  maggiore disintermediazione  ‐  sono  comuni  a  molti  settori  produttivi,  per  quanto riguarda  il modo  assicurativo  registriamo  tutta  una  serie  di  sfide  tipiche del  comparto”,  ha  commentato  Jon  Hocking,  a  capo  della  divisione  di ricerca sull’azionario assicurativo europeo di Morgan Stanley. “Le regole di base del settore assicurativo sono rivolte alla  tariffazione e alla selezione dei rischi. Noi crediamo che Internet delle Cose e Big Data cambieranno i modelli  che  gli  assicuratori  utilizzeranno per  valutare  i  rischi,  il modo  in cui verranno analizzati gli stessi,  la notifica e gestione dei sinistri e  infine dimensione e struttura degli aggregati di rischio”.  La  ricerca  rileva  infatti  che  gli  aggregati  di  rischio  dei  settori  auto  ed abitazione potrebbero scendere di oltre un terzo, da 171 a 109 miliardi di dollari,  con  un  calo  pari  ad  una  percentuale  compresa  tra  il  5  e  il  9 percento  dei  premi  danni  a  livello  globale  (rami  salute  esclusi).  Alcuni rischi  emergenti  (come  la  sicurezza  informatica)  e  una  maggiore flessibilità potrebbero tuttavia contenere questa discesa.  E’ comunque probabile che le assicurazioni dei rami danni saranno quelle che  subiranno  il  maggiore  impatto  a  lungo  termine  da  parte  dei cambiamenti  tecnologici.  “Ci  attendiamo  che  il  comparto  danni  andrà  ad accantonare  la  valutazione  attuariale  dei  rischi  utilizzando  tecniche statistiche  per  la  modellazione  del  rischio  strutturale  basate  sulle osservazioni  in  tempo  reale”,  afferma  Michael  Niddam,  Partner  di  BCG. “Simili cambiamenti potranno essere riscontrati nel corso del tempo anche nelle  assicurazioni  sanitarie  e  nella  protection,  mentre  nei  rami  vita  e risparmio  la  distribuzione  online  porterà  a  maggiore  trasparenza  nei prezzi e all’erosione dei margini”.  Il  sondaggio  globale  sui  clienti  del  comparto  assicurativo  ha  rivelato  che oltre  il  50%  di  questi  interagisce  con  la  propria  assicurazione  di riferimento al massimo una volta l’anno. “Sebbene ci siano alcuni riscontri positivi,  l’esperienza  digitale  dei  consumatori  nei  confronti  del  comparto assicurativo  mostra  delle  lacune  rispetto  ad  altri  settori  produttivi,  in particolare  in  momenti  cruciali  come  la  liquidazione  degli  indennizzi”, segnala  Jean‐Christophe  Gard,  Partner  di  BCG.  L’indagine  ha  inoltre evidenziato  significativi  bisogni  insoddisfatti,  in  quanto  i  consumatori bollano  come  costosi  e  poco  flessibili  molti  dei  prodotti  attualmente  in commercio.  Ci  sono  tuttavia  alcuni  aspetti  incoraggianti,  visto  che  i 

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consumatori  (soprattutto  i più giovani e quelli maggiormente benestanti) hanno  espresso  la  volontà  di  prendere  in  considerazione  prodotti innovativi che proverranno dal settore assicurativo.  Nonostante  l’addensarsi delle  sfide all’orizzonte,  la  ricerca ha  identificato ampie opportunità per il comparto. Tra queste, ad esempio, un incremento della  domanda  di  coperture  per  sensori  e  dispositivi  di  connessione riguardanti  Internet  delle  Cose.  “Internet  delle  Cose  sarà  capace  di rimodellare  in  modo  radicale  la  proposizione  di  prodotto  in  ambito assicurativo  e  ridurrà  le  dimensioni  degli  aggregati  di  rischio  a  livello globale”, afferma Adam Wood, a capo della divisione di ricerca di Morgan Stanley sul comparto azionario europeo dei servizi e software tecnologici. “Dispositivi  e  sensori  di  connessione,  sempre  più  economici,  avranno  il potenziale di trasformare l’offerta dei rami auto e dei settori casa, salute e azienda. Gli assicuratori saranno in grado di raccogliere nuovi set di dati e valutare il rischio in modi completamente diversi. In alcuni casi saranno in grado  di  agire  in  tempo  reale  sugli  stessi.  Riteniamo  anche  che  Internet delle  Cose  aiuterà  le  compagnie  a  mutare  frequenza  e  forme  di comunicazione con la propria clientela (con effetti positivi su cross‐selling e  tasso  di  retention).  Le  collaborazioni  si  dimostreranno  fondamentali, visto che saranno necessarie  in nuovi ecosistemi, come ad esempio quelli che comprenderanno i settori Casa & Salute. Ci saranno infine implicazioni finanziarie  significative  per  le  compagnie:  il  nostro  modello  di un’assicurazione  ‘nativa  digitale’  rivela  che  l’affidamento  alla digitalizzazione  potrebbe  ridurre  in  modo  significativo  indicatori  come loss ed expense ratio”.  Molti  dei  prodotti  assicurativi  emergenti  votati  alla  tecnologia  ‐  come  la casa connessa e la telematica ‐ si prestano a un approccio ecosistemico in cui  si  formeranno  partnership  tra  imprese  assicurative  e  provider tecnologici.  Tuttavia,  gli  assicuratori  non  saranno  necessariamente  il naturale sbocco di questi nuovi ambienti. Ad esempio,  il rapporto segnala come  diverse  aziende  tecnologiche  stiano  sviluppando  soluzioni  in proprio.  “Gli ecosistemi sono destinati a diventare sempre più  importanti per  i dispositivi  connessi di veicoli,  case e nel  settore sanitario;  se non si muoveranno  celermente  attraverso  accordi  dedicati,  le  compagnie assicurative  rischiano  di  rimanere  escluse  da  questi  ambiti”,  segnala Hocking.  “C’è  il  rischio che  il  settore assicurativo veda  l’ingresso di nuovi operatori  che  potranno  potenzialmente  sfruttare  informazioni molto  più dettagliate  sui  clienti  rispetto  a  quelle  attualmente  disponibili  per  il comparto.  Registriamo  già  significativi  movimenti  e  un  certo  numero  di innovazioni che stanno andando in questa direzione”.  Il rapporto fornisce anche una approfondita discussione sulle implicazioni dei  costi  tecnologici.  “Ci  attendiamo  che  i  costi  tecnologici  possano aumentare  moderatamente,  con  la  maggior  parte  degli  assicuratori  che cercheranno  di  riallocare  la  spesa  dai  sistemi  datati  verso  le  iniziative digitali”,  afferma  Niddam.  “Le  aziende  fornitrici  di  software  avranno l’opportunità  di  fare  il  loro  ingresso  non  solo  nei  canali  distributivi  e  di interazione, ma anche in quelli principali. E anche l’analitica potrà giocare 

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un  ruolo  predominante,  soprattutto  nella  contestualizzazione  dei  dati raccolti via telematica e tramite Internet delle Cose”.  Per  difendere  i  loro  mercati,  le  compagnie  dovranno  costruire  nuovi modelli  di  business,  raggiungendo  le  aspettative  dei  consumatori  che riguardano  le  interazioni  digitali.  Il  rapporto  sottolinea  come  sarà  vitale aumentare  la velocità di risposta del settore assicurativo. Sistemi datati e rigidi  ‐  che  rendono  difficile  l’interazione  con  i  clienti  attraverso  i  canali digitali o  l’incorporazione di nuove tipologie di dati ‐ saranno sempre più uno  svantaggio  competitivo.  Le  compagnie  avranno  anche  bisogno  di individuare  ed  agganciare  i  partner  adatti  per  sviluppare  offerte  più intereressanti  basate  su  Internet  delle  Cose.  “Le  assicurazioni  che  ne trarranno  più  vantaggio  saranno  quelle  che  avranno  la  capacità  di individuare  le  tecnologie  rivoluzionarie  che  potrebbero  non  essere disponibili  per  la  commercializzazione  immediata,  ma  allo  stesso  modo avere un impatto significativo a lungo termine sul settore”, conclude Jean‐Christophe Gard. 

RC AUTO: LA TARIFFA MEDIA E’ DI 600 EURO ANNUI. MA PER I NEOPATENTATI…  FONTE: TUTTO INTERMEDIARI (10/09/2014) 

 

Si  è  chiuso  il  progetto  RCeAsy  promosso  da  Adiconsum,  Adoc, Cittadinanzattiva  e  Consiglio  nazionale  dei  consumatori  e  degli  utenti  e finalizzato a raccogliere dati relativi  all’andamento delle tariffe Rc auto in Italia.  Secondo  i  risultati  dell’indagine,  «i  costi  delle  polizze  sono  ancora molto alti, la spesa annuale si assesta sui 604 euro, un salasso soprattutto per i neopatentati, che spendono il 338% in più rispetto alla polizza di un guidatore adulto». Si segnalano inoltre «sia l’aumento della circolazione di veicoli  senza  assicurazione,  oggi  si  contano  circa  4 milioni  di  auto  senza contrassegno,  e  della  vendita  di  polizze  low  cost  e  contraffatte,  con  la conseguenza  di  non  avere  alcuna  copertura  assicurativa  e  il  rischio  del sequestro del mezzo e una sanzione pecuniaria».  Il  progetto  RCeAsy,  finanziato  dal  Consiglio  nazionale  dei  consumatori  e degli  utenti  –    Ministero  dello  Sviluppo  Economico  è  nato  «per incrementare  il  livello  di  conoscenza  dei  consumatori  sui  principali argomenti  dell’Rc  auto,  per  favorire  la  consapevolezza  delle  nuove opportunità  derivanti  dai  cambiamenti  introdotti  con  le  riforme  del settore, svolgendo una continua opera di sensibilizzazione sul fronte della prevenzione  della  sinistrosità,  con  azioni  mirate  in  particolare  verso  i giovani  e  monitorando  l’impatto  delle  novità  introdotte  sull’andamento delle  tariffe  Rc  auto».  In  particolare,  i  promotori  dell’iniziativa  hanno sottolineato come negli ultimi cinque anni il divario medio tra i costi di una polizza  italiana  e  una  europea  sia  stato  del  25‐30%  e  come  in  Italia l’impatto sul reddito della Rc auto si attesti al 3,2% su base annua, contro la media dell’18% in Europa l’impatto è solo dell’1,8%.  «Pare  che  nelle  regioni  con  consumatori  informati  e  attivi  si  inizi  a registrare un livello di concorrenza che consente di fermare l’aumento dei premi  dell’Rc  auto molto  alti  in  Italia»,  ha  dichiarato Walther  Andreaus, direttore del Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti. «In effetti in  Italia,  secondo  l’Antitrust,  il  premio medio  è  più  del  doppio  di  quello pagato in Francia e Portogallo e supera dell’80% quello tedesco e del 70% quello olandese. Perciò esiste  ancora notevole  spazio per  comportamenti 

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concorrenziali»