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Analisi e Previsioni nei mercati finanziari

a.a. 2013-2014

SECONDA SETTIMANA

(dal 10 al 12 febbraio 2014)

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A che cosa corrisponde la variazione % del prezzo?

Partiamo dal prezzo:

Et[Pt+1+ Dt+1]

Pt =

1 + r*t

In economa la variazione percentuale in una variabile si indica generalmente ponendo un punto sopra la variabile (o in alto a destra se c’è una parentesi.

La variazione percentuale di un rapporto è data dalla variazione % del numeratore meno quella del denominatore. Nel nostro caso, quindi:

Pt = Et[Pt+1+ Dt+1] – (1 + r*t)

C’è un legame diretto tra la variazione percentuale del prezzo e quella delle aspettative

Facciamo il differenziale (variazione)

dEt[Pt+1+ Dt+1] dr*t

dPt = - Et[Pt+1+ Dt+1] 1 + r*t (1 + r*t )2

dEt[Pt+1+ Dt+1] Et[Pt+1+ Dt+1] dr*t

= - 1 + r*t (1 + r*t ) (1 + r*t )

dEt[Pt+1+ Dt+1] dr*t

= - Pt 1 + r*t 1 + r*t

. . .

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-.12

-.08

-.04

.00

.04

.08

.12

-.12 -.08 -.04 .00 .04 .08 .12

DLOG(DJADJCLOSE)

DL

OG

(SP

AD

JCL

OS

E)

dati giornalieri, 2 gen.2009-31 gen.2012

-.12

-.08

-.04

.00

.04

.08

.12

-.12 -.08 -.04 .00 .04 .08 .12

DLOG(DJADJCLOSE(-1))

DL

OG

(SP

AD

JCL

OS

E)

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Volatilità dello spread prima e dopo la variazione del rating

-6

-4

-2

0

2

4

6

8

10

12

Volatilità dello spreadidem +/- 5%

t t+1t+2 t+3

(variazionerating)

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-.4

-.3

-.2

-.1

.0

.1

.2

.3

-.08 -.04 .00 .04 .08 .12 .16

stima effettuata alla fine di t-1

vari

azi

on

e d

el

pre

zzo

tra

t e

t+

1

-.4

-.3

-.2

-.1

.0

.1

.2

.3

-.4 -.3 -.2 -.1 .0 .1 .2 .3

stima alla fine di t

varia

zion

e de

l pr

ezz

o tr

a t

e t

+1

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-.4

-.3

-.2

-.1

.0

.1

.2

.3

2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

DLOG(P)stima effettuata alla fine di t

-.4

-.3

-.2

-.1

.0

.1

.2

.3

2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

DLOG(P)stima fatta alla fine di t-1

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• 2 c - VALORE INTRINSECO (O VALORE FONDAMENTALE o FONDAMENTALE DI UN'ATTIVITA‘) e L’EFFICIENZA VALUTATIVA

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• Si definisce valore intrinseco o valore fondamentale o (fondamentale) di un'attività il valore attuale dei flussi futuri attesi cui dà diritto il possesso dell'attività:

Et[Dt+1] Et[Dt+2] Et[Dt+3] Et[Dt+4]

Vt = + + + + …..

(1 + rt) (1 + rt)2 (1 + rt)3 (1 + rt)4

Supponiamo per comodità che il rendimento r sia costante nel tempo e sia sempre uguale a quello di equilibrio r*

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• Dove r è il rendimento di equilibrio (a lunga). Si dice che nel mercato c'è efficienza valutativa quando il prezzo Pt di mercato dell'attività corrisponde al suo valore Vt , nell'ipotesi che le stime delle future entrate siano calcolate in modo efficiente utilizzando tutte le informazioni disponibili.

Efficienza informativa

1) Pt = Vt

2) Le aspettative Et[Dt+i] sono efficienti (le più esatte possibili)

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• Questa condizione è particolarmente rilevante per l’emittente che è in grado di collocare ogni unità di attività emessa al prezzo Pt = Vt pagando un “interesse” (in generale un “rendimento”: è per lui il “costo” dell’emissione) pari a quello di equilibrio.

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• In questo modo, uguagliando la produttività marginale del capitale (alcuni la chiamano produttività marginale dell’investimento!!) al rendimento (=costo dell’emissione) effettua un ammontare d’investimento ottimale in termine di benessere collettivo (su questo si veda le lezioni di economia del primo e del secondo anno).

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• Supponiamo che le aspettative siano efficienti e che il mercato sia in equilibrio

quando è possibile che Pt = Vt ?

Supponiamo che in ogni istante t i valori P e V siano diversi e la loro differenza sia bt+i :

Pt+i Vt+i + bt+i (i = 1,2,3, ….)

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Partendo dalla formula del prezzo nel caso di efficienza informativa,

  Et[Pt+1 + Dt+1]

Pt =

(1 + r*)

 

si sostituisca Vt+i + bt+i a Pt+i

Et[Vt+1 + bt+1 + Dt+1]

Vt + bt =

(1 + r*)

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Riordinando i termini a destra dell'uguale si può scrivere: 

Et[bt+1] Et[Dt+1] Et [ Vt+i ]

Vt + bt = + + (1 + r*) (1 + r*) (1 + r*)

Ma, dalla definizione di efficienza informativa applicata in t+1 è (1),

Et+1[Dt+2] Et+1[Dt+3] Et+1[Dt+4]

Vt+1 = + + + ….. (1 + r*) (1 + r*)2 (1 + r*)3

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Quindi

Et+1[Dt+2] Et+1[Dt+3] Et+1[Dt+4]

Et[Vt+1] = Et[ + + + …..]

(1 + r*) (1 + r*)2 (1 + r*)3

Ma il valore atteso di un valore atteso è il valore atteso:

Et(Et+i[ …]) Et[ …]

Quindi:

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Et [Dt+2] Et [Dt+3] Et [Dt+4]

Et[Vt+1]= + + + …..

(1 + r*) (1 + r*)2 (1 + r*)3

Sostituendo questa espressione in

Et[bt+1] Et[Dt+1] Et[Vt+1]

Vt + bt = + + + …

(1 + r*) (1 + r*) (1 + r*)

si ha:

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Et[Dt+2] Et[Dt+3]

Et[bt+1] Et[Dt+1] (1 + r*) (1 + r*)2

Vt + bt = + +

(1 + r*) (1 + r*) (1 + r*)

 

Et[bt+1] Et[Dt+1] Et[Dt+2] Et[Dt+3]

= + + + + …..

(1 + r*) (1 + r*) (1 + r*)2 (1 + r*)3

+…

Vt

+

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• La relazione diventa:  Et[bt+1] Vt + bt = + Vt

(1 + r*) da cui l’unico bt possibile è: 

Et[bt+1] bt = ovvero: Et[bt+1] = bt (1 + r*)

(1 + r*)  e, per iterazione: Et[bt+n] = bt (1 + r*)n

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• Quest'ultima relazione rappresenta la condizione che la serie bt+1 , bt+2 , …, bt+n … deve soddisfare affinché vi sia efficienza informativa ma non valutativa. Ovviamente può essere bt+i = 0 e in questo caso valgono contemporaneamente le due efficienze: è ovvio che la presenza di efficienza valutativa implica la presenza di efficienza informativa, ma non viceversa.

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La formula

Et[bt+n] = bt (1 + r*)n

ci dice anche che, se c'è efficienza informativa, un'attività può essere sopravvalutata rispetto al suo valore fondamentale se e solo se il mercato si aspetta che rimanga sopravvalutata anche in futuro e che la sua sopravvalutazione attesa aumenti progressivamente nel tempo.

Facendo il limite per n→∞ si ha (r*>0):

limn→∞ Et[bt+n] = limn→∞ bt (1 + r*)n = ∞

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La variabile b è normalmente chiamata “bolla razionale crescente”

Grafico nel caso di bt>0

t t+1 t+2 t+3 t+4 t+5

Et[bt+i]

bt

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Conseguenze della formulaLa variabile b è normalmente chiamata “bolla

razionale crescente”

Dalla condizioni precedenti deriva:

1)Et[bt+n] = bt (1 + r*)n → bt <0 impossibile

(infatti (1 + r*)n è crescente rispetto a n, ma se bt <0 allora bt (1 + r*)n diventerebbe sempre più negativo ma allora la sottovalutazione supererebbe in valore assoluto il fondamentale e, di conseguenza il prezzo diventerebbe negativo. Ma prezzi negativi non esistono, quindi bt dev’essere o nullo o positivo

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limn→∞ Et[bt+n] = limn→∞ bt (1 + r*)n = ∞

Se il limite deve essere infinito e Et[bt+n] deve poter continuare a crescere occorre che l’attività non abbia scadenza finita. Infatti se l’attività scadesse per es tra i=2 periodi, come un’obbligazione biennale, alla scadenza il valore dell’attività sarebbe pari al mominale e quindi non vi potrebbe essere alcuna bolla. E’ certo quindi che bt+2=0, di conseguenza Et[bt+2] =0, ma, per bt+n>0 questo sarebbe incompatibile con la condizione Et[bt+2] = bt (1 + r*)2 che sarebbe positivo. Quindi:

2) la bolla è possibile solo le l’attività non ha scadenza

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Le bolle prima o poi “scoppiano”

Un caso particolare di bolla potrebbe essere il seguente:

• Una bolla può assumere solo due valori: o zero o un (e un solo) valore positivo. La probabilità che una bolla esistente in t continui ad esistere in t+1 è q (di conseguenza sarà 1-q la probabilità che una bolla esistente in t sia estinta in t+1).

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• Si supponga di essere in t. Il valore della bolla in t+1, bt+1, sarà una variabile casuale che può assumere due valori: Bt+1 con probabilità q e 0 con probabilità (1-q)

Il suo valore atteso in t è:

Et[bt+1] = 0 (1-q) + Bt+1 q = q Bt+1 ma bt = Et[bt+1]/(1+r)

Da cui Et[bt+1]= bt(1+r) ; q Bt+1= bt(1+r)

bt+1 =

0

Bt+1

(1-q)

q

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Da cui:

Bt+1= bt (1+r)/qQuindi, anche se in t il valore atteso della bolla in t+1

è Et[bt+1] = q Bt+1

In t+1 il valore effettivo della bolla sarà 0 (bolla scoppiata) con probabilità (1-q) Oppure

Bt+1= bt (1+r)/q E, generalizzando:

Bt+n= bt [(1+r)/q]n

La bolla se non scoppia diventa sempre più grossa, e tanto più grossa quanto più piccola è la probabilità q che non scoppi

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La probabilità che in t+2 ci sia ancora la bolla è dato dall’evento composto “la bolla non sia già scoppiata in t+1” (la cui probabilità è q) e “che non scoppi nemmeno fra t+1 e t+2” (la cui probabilità è di nuovo q), cioè:

Prob(bolla ancora esistente in t+2) = q2

Generalizzando:

Prob(bolla ancora esistente in t+n) = qn

Ma se q<1 (la bolla può scoppiare) allora la probabilità che la bolla ci sia ancora andando avanti nel tempo tende a zero:

Prima o poi la bolla scoppia e tanto prima quanto più bassa è q

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Quindi: ….• - Il valore atteso della bolla cresce al crescere

del tempo: Et[bt+n]= bt( 1+r)n

• - prima o poi la bolla scoppia (anche se non è possibile prevedere esattamente quando) e la probabilità qn che ci sia ancora in n diminuisce al crescere di n (q<1)

• - Finchè non scoppia il valore effettivo della bolla cresce sempre più rapidamente, e tanto più rapidamente quanto maggiore è la probabilità che scoppi Bt+n= bt [(1+r)/q]n

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Andamento della bolla finché non scoppia

(q alto) (q basso)

Et[Bt+n] Et[Bt+n] bt bt

t t+1 t+2 …. t t+1 t+2 …..

Possibile andamento effettivo di una bolla

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200

240

280

320

360

1986:01 1986:07 1987:01 1987:07 1988:01 1988:07

la caduta del prezzo (-20,5%) è avvenuta in pochi minuti il 19 ott. 1987 (“lunedì nero”)

Esempio di una vera bolla:

L’andamento dell’indice S&P ind. 500

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fine

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1. Ruolo e funzionamento dei mercati finanziari 2. Equilibrio e efficienza dei mercati

3. I tassi corporate

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• I tassi corporate

L’analisi del prezzo e del rendimento delle obbligazioni emesse dalle imprese è un esempio di applicazione dei concetti dell’efficienza informativa

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Il Sole 24 ore 27-set. 2008

Rating

Scadenza cedola P

i*

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Motivi del successo delle obbligazioni private (corporate)

L’adozione della moneta unica aveva portato (prima della crisi) a:

• un periodo di bassi tassi d’interesse sui titoli di Stato;

• eliminazione del rischio di cambio

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L’utilizzo dei titoli obbligazionari si è dimostrato competitivo anche nei confronti dei prestiti bancari a lunga perché:

- Il prestito obbligazionario non richiede il collegamento a uno specifico progetto d’investimento;

- può essere emesso senza prestazione di garanzie reali

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E’ anche stato usato come strumento di finanziamento per:

- operazioni di fusione e acquisizione;- start up o management buy out e

finanziamento buy back;- futura cessione di quote o accesso alla

quotazione di borsa (consente all’impresa di sondare l’interesse del pubblico e del mondo finanziario anche fuori della propria tradizionale area territoriale)

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Il rating

• l “merito di credito” o rating assegnato da primarie agenzie – Standard&Poors, Moody’s e meno frequentemente Fitch – è ritenuto un requisito essenziale dagli investitori istituzionali

• Esso costituisce una valutazione sintetica del grado di solidità e affidabilità della società emittente di titoli obbligazionari.

• Il rating rappresenta uno strumento di trasparenza e tende a superare le asimmetrie informative fra emittenti ed investitori.

• Il giudizio prende in considerazione valutazioni sulla capitalizzazione, sui rischi, sulle strategie e sul management dell’emittente esaminato.

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• In funzione della capacità di ripagare il debito, le agenzie di rating classificano le società in investment grade (società con un livello di affidabilità da eccellente a buono) e in speculative grade (società che essendo più vulnerabili ad incertezze e maggiore esposizione a condizioni avverse presentano un rischio di default da medio ad elevato).

• Alla classificazione per merito di credito si

aggiungono le considerazioni relative alle variazioni delle dinamiche societarie (che vengono sintetizzate nell’outlook positivo, stabile o negativo).

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Il Sole 24 ore 27-set. 2008

Rating

Scadenza cedola P

i*

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Il rendimento delle obbligazioni corporate (UN PO’ DI TEORIA)

Si consideri un’obbligazione corporate molto semplificata avente queste caratteristiche:

• Scadenza = fra 1 anno• valor nominale 100• cedola = 0• probabilità di insolvenza = q• tasso di recupero o “recovery rate” = f• rendimento di equilibrio delle attività a un anno

prive di rischio = i

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Et[ Dt+1 ] Et[Dt+2] Et[Dt+3] Et[Dt+4]

Vt = + + + + …..

(1 + rt) (1 + rt)2 (1 + rt)3 (1 + rt)4

Et[ Kt+1 ]

Vt =

(1 + it)

Kt+1 (=entrata in t+1

i (=rendimento di equilibrio dei titoli annuali privi di rischio)

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L’efficienza valutativa implica che:

100 (1-q)

Kt+1 =

100f q

Et[Kt+1] = 100(1-q)+100fq = 100[(1-q)+fq] =

= 100[1-q(1-f)]

t t+1

Pt = Vt = Et[Kt+1]/(1+i) Et[Kt+1] Kt+1

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Pt = E t[K t+1]/(1+i) = 100[1-q(1-f)]/(1+i)

Il prezzo sale al diminuire di i, al diminuire di q e al crescere di f (nel caso particolare di q=0 o di f=1 è come se l’attività fosse “certa”)

Sia i* il rendimento (nominale) di un’obbligazione inteso come quel rendimento che si avrebbe in caso di “non insolvenza” acquistando il titolo al prezzo P. (e che Il 24 ore chiama “rendimento effettivo”

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Il valore di Kt+1 in caso di non insolvenza è 100, quindi il rendimento i* è ottenibile risolvedo l’equazione in i* di

P 100/(1+i*)

Ma Pt = 100[1-q(1-f)]/(1+i) da cui:

100[1-q(1-f)]/(1+i) = 100/(1+i*)

Facciamo l’inversa di entrambi i membri:

(1+i*) = (1+i) / [1-q(1-f)]

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(1+i*) = (1+i) / [1-q(1-f)]

i* = (1+i) / [1-q(1-f)] -1

i* cresce al crescere di q, al diminuire di f e all’aumentare di i)

Il differenziale (spread) fra i*- i è dato da:

i* - i = (1+i) / [1-q(1-f)] -1 – i

i* - i = (1+i) / [1-q(1-f)] – (1+ i)

1

(i* - i) = (1+i) ( -1)

[1-q(1-f)]

Il differenziale cresce al crescere di q, al diminuire di f e al crescere di i

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Il rating è tanto migliore quanto minore è q (probabilità di insolvenza) e tanto maggiore è f (recovery rate). Il rischio può variare con la scadenza

Quindi: al migliorare del rating si riduce il rendimento i* e aumenta il prezzo P dell’obbligazione

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Dato il rating, q ed f non sono costanti nel tempo perché dipendono anche dall’andamento dell’economia e di conseguenza anche gli spread, pur se minori per i rating migliori, oscillano nel tempo

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1

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3

4

5

6

7

8

9

10

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

tasso decennale privo di rischiorendimento obbligazioni AAArendimento obbligazioni BAA

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0

2

4

6

8

16,000

14,000

12,000

10,000

8,000

6,000

99 00 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11

differenza Baa - tasso risk-freeindice borsa USA

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Meglio va l’economia e più q si riduce e f aumenta, di conseguenza migliorano i rating e ri riduce lo spread

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Nonostante la teoria spiega bene molti fenomeni ed è sempre soddisfacente da un punto di vista qualitativo, gli spread ricavati dalla formula teorica risultano troppo bassi rispetto a quelli effettivi, (in proporzione sono troppo alti soprattutto gli spread effettivi per i rating migliori):

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Spiegazione del fenomeno:

• premio “di liquidità”;

• premio “sul rendimento”, del tipo di quello delle azioni. (In equilibrio le azioni rendono di più dei titoli di Stato e quindi anche le obbligazioni corporate il cui andamento è legato a quello azionario)

• effetto fiscale dovuto alla tassazione delle cedole.

• sottovalutazione delle probabilità di default nel calcolo degli spread teorici (normalmente misurate dalla percentuali passate delle insolvenze, rispetto a quelle effettivamente “percepite” dagli investitori)

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Un approfondimento sulle determinanti degli spread

The relevance of liquidity and country risk on

euro-denominated bonds

  

GINO GALDOLFI

GIOVANNI VERGA

MANOU MONTEUX

MARIA CRISTINA ARCURI

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Obbligazioni in euro

1625

1334

Main European Countries

Other countries

Total = 2959

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0

100

200

300

400

500

600

Au

stri a

Bel

giu m

Fin

lan

d

Fra

nce

Ger

man

y

Gre

ece

Irel

and

Ital

y

Po

rtu

gal

Sp

ain

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Definition of risk-free yield (equality between the two discounted values)

(where c is the coupon, h+d the time to maturity expressed in years h + days/365.25, iEurirs

h+g is the

interpolation between Eurirs interest rates with maturities h and h+1).

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(1=AAA, 10=BBB3

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• The whole period considered in our analysis is May 2005–January 2012

The following sub-periods were considered explicitly: • May 2005 July 2007• August 2007 – April 2010 (worldwide financial crisis)• May 2010 - January 2012 (Eurozone sovereign debt

crisis)

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Further research(i) economic reasons for the strong link between

countries and corporate yields; (ii) the influence of ECB monetary policy on corporate

and treasury bonds; (iii) interrelation between bonds and other market

especially during the crises;(iv) operating implications, regarding market activity and

valuation, as well the best monetary policy strategy given what emerged in our analysis.

(v) difference between euro-denominated bond yields issued in euro-countries and in the rest of the world;

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0

10

20

30

40

50

60

70

80

II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I

2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012

IR_CITALYIR_CGERMANY

OBBLIGAZIONI CORPORATE

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0

10

20

30

40

50

60

70

80

II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I

2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012

IR_SITALYIR_SGERMANY

OBBLIGAZIONI SOVRANE

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-20

0

20

40

60

80

-100

0

100

200

300

400

500

II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I

2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012

OBBLIGAZIONI CORPORATE (scala a sinistra)OBBLIGAZIONI SOVRANE (scala a sinistra)CDS (scala a destra)

DIFFERENZIALE ITALIA-GERMANIA

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Le matrici di transizione vedi: http://www.efalken.com/banking/html's/matrices.htm

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KMV corregge le frequenze per renderle più simili a probabilità (per es. aumenta la prob. dei casi rari che non si sono mai presentati ma non sono impossibili) e elimina la colonna 9 riproporzionando il resto

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Manca una riga che è sottintesa ma va aggiunta: la probabilità di passare da “default” agli altri rating è zero, quella di rimanere in

default per chi è già in default è il 100%

La matrice a 1 anno di KVM va quindi scritta:

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Ricordarsi che per fare i calcoli con le probabilità occorre dividere per 100 le probabilità espresse in % (eventualmente poi le probabilità si rimoltiplicano per 100 al termine dei calcoli)

La matrice da usare per i calcoli diventa:

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Si supponga per semplicità che esistano solo tre rating X, Y e D (default). La matrice delle transizioni tre t e t+1 sarebbe:

dove Qih è la probabilità che il rating passi dalla riga “i” alla colonna “h”

QXX QXY QXD

QYX QYY QYD

0 0 1

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Quando un’impresa che parte con rating X in t si trova ad avere lo stesso rating alla fine di t+1? Vi sono potenzialmente tre casi:

• a) L’impresa resta in X sia in t+1 che in t+2: la probabilità di questo evento è QXX

2 • b) L’impresa passa da X in t a Y in t+1 (con prob. QXY), poi, partendo

da Y in t+1, ritorna ad X in t+2 (con prob. QYX): la probabilità di questo duplice passaggio è QXY·QYX

• c) L’impresa che in t è in X fa default in t+1, poi, partendo da una situazione di default in t+1 ritorna in X in t+2. Questo passaggio però è impossibile (probabilità zero) perché il default è irreversibile.

t t+1 t+2

X

X X

Y

D

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La probabilità che un’impresa in X in t si trovi in X anche alla fine di in t+1 (dopo 2 anni) è quindi data dalla somma di queste tre probailità:

QXX2 + QXY·QYX + 0

QXX QXY QXD QXX QXY QXD

QYX QYY QYD QYX QYY QYD

0 0 1 0 0 1

=

QXX2 + QXY QYX + 0 ... ...

QYX QXX + QYY QYX + 0 ... ...

0+0+0 ... ...

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• La stessa proprietà vale per tutti gli altri casi.• Data la matrice a 1 anno per avere quella a 2 anni

basta fare il quadrato della matrice• Data la matrice a 1 anno per avere quella a 3 anni basta

fare il cubo della matrice

etc.

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Matrice di transizione a 2 anni (si fa il quadrato; poi ho moltiplicato per 100 per avere le %)

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Matrice di transizione a 10 anni (si eleva alla decima; poi ho moltiplicato per 100 per avere le %)

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La probabilità di insolvenza (l’ultima colonna delle matrici) aumenta all’allungarsi della scadenza

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Mutamento della probabilità di insolvenza all’allungarsi della scadenza

0

10

20

30

40

50

60

70

2 4 6 8 10 12 14 16 18 20

ANNI

AAAAAABBBBBBCCC

1 3 5 15

Page 86: Analisi e Previsioni nei mercati finanziari a.a. 2013-2014 SECONDA SETTIMANA (dal 10 al 12 febbraio 2014)

fine

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Prima dispensa della prima parte del corso1. Ruolo e funzionamento dei mercati finanziari 2. Equilibrio e efficienza dei mercati 3. I tassi corporate

4. Tassi a lunga nella zona-Euro e negli USA

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Il tasso mensile della zona-Euro è legato moltissimo all’andamento del Repo (correlaz. = 0,96)

-2.4

-2.0

-1.6

-1.2

-0.8

-0.4

0.0

0.4

0.8

1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009

RepoEuribor 1m

(variazioni a 3 mesi di medie trimestrali; scala normalizzata)

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Il tasso decennale della zona-Euro è poco legato all’andamento del Repo

-4

-3

-2

-1

0

1

2

3

1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009

RepoTasso Euro decennale (IRS)

(variazioni a 3 mesi di medie trimestrali; scala normalizzata)

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Il tasso decennale della zona-Euro è molto legato all’andamento del tasso decennale USA (correlaz.=0,80)

-4

-3

-2

-1

0

1

2

3

1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009

tasso euro decennale (IRS) tasso USA decennale (IRS)

(variazioni a 3 mesi di medie trimestrali; scala normalizzata)

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Future sui tassiUn future è un contratto stipulato in t con cui le

controparti si accordano per effettuare tra h mesi (tempo di “consegna” o “delivery”) un’operazione di prestito di una certa durata S a un certo tasso Ft+h,S prefissato in t.

Se S=1 possiamo semplicemente scrivere Ft+h

(talvolta nel contratto è indicato il prezzo anziché il tasso, ma è la stessa cosa perché fra tasso e prezzo esiste un legame univoco)

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Quindi, se trascuriamo i costi di transazione:

Indicando con:

RN,t il rendimento in t dell’attività a scadenza N

Rt il rendimento in t dell’attività a scadenza unitaria

Ft+K il tasso d’interesse sui futures acquistati in t con consegna

in t+K e di scadenza unitaria

Rt Ft+1 Ft+2 Ft+N-1

t t+1 t+2 t+3 t+N-1 t+N

t t+1 t+2 t+3 t+N-1 t+N

RN,t RN,t RN,t RN,tTitolo a lunga

futures

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• Un’alternativa equivalente all’acquisto in t di un titolo con scadenza N quindi l’ acquisto in t di un titolo a scadenza 1 e contemporaneamente di N-1 futures sui tassi a consegna in t+1, t+2, ... t+N e di durata unitaria.

•In entrambi i casi, in t, è noto con certezza il rendimento complessivo che si otterrà in t+N

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In entrambe le operazioni il rischio è zero (i tassi sono

tutti fissati in t !!!) RN,t + RN,t + RN,t +… RN,t = (Rt + Ft+1 + Ft+2 + ... + Ft+N -1)

N RN,t = (Rt + Ft+1 + Ft+2 + ... + Ft+N -1)

Ovvero

(Rt + Ft+1 + Ft+2 + ... + Ft+N -1 )

N

E’ quindi possibile partire dalla spiegazione del tasso Rt e dei tassi Ft+h dei futures per spiegare il

comportamento dei tassi a lunga.

RN,t =

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Sia allora F€,t+K il rendimento di un interest rate future in euro fissato in t e relativo a un’operazione di vita unitaria e differita a t+K.

Nel caso in esame le principali alternative al future in euro F€,t+K sono:

1. Un future in dollari attivato in t con consegna in t+k

2. un’operazione spot (ovvero “a pronti”), pure in euro, da rinviare però a t+K.

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Alternative in t al future in euro:FUTURE IN EURO

CON CONSEGNA IN t+k :

F€,t+k

FUTURE IN DOLLARI CON CONSEGNA IN

t+k :

F$,t+k

SPOT IN EURO RINVIATO A t+k :

Rt+k

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Ma ci sono dei rischi: se acquisto il future in dollari ho il rischio di cambio !!!

In questo caso, il rendimento da comparare al future in euro sarà il rendimento F$,t+K del future in dollari meno la rivalutazione attesa dell’euro, cioè la futura crescita attesa E[ct+K] del cambio euro/dollaro fra t+K e t+K+1 che è:

F$,t+K - Et[ct+K]

C’è un rischio dovuto al fatto che la rivalutazione effettiva dell’euro può essere diversa da quella attesa (rischio di cambio)

se rinvio il mio acquisto spot a t+k ho il rischio di tasso !!!

Il futuro tasso spot può essere diverso da quello che era atteso in t che è: Et[R€,t+K ]

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F€,t+K ???

F€,t+K

F$,t+K - Et[ct+K]Et[R€,t+K ]

F€,t+K = qR E[R€,t+K ] + qF (F$,t+K - E[Ct+K])Il future sarà legato a sorta di ponderazione dei rendimenti delle due alternative. Il peso maggiore è quello dell’attività meno rischiosa

Rischio di tasso Rischio di cambio

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Qual è il peso più alto?

Il peso più alto sarà quello dell’attività più simile al future in

euro. Ma nel nostro caso l’unica differenza è il rischio dovuto ai due errori di previsione:

Per il future in dollari: errore = ct+K - Et[ct+K]

Per lo spot in euro: errore = R€,t+K - Et[R€,t+K ]

Quale e quando una delle due variabile si prevede meglio dell’altra?

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Innanzitutto una semplificazione Tenendo presente che il cambio segue una sorta di random

walk, si può realisticamente ipotizzare che la variazione del cambio fra t+K e t+K+1 sia (quasi) aleatoria e che quindi il suo valore atteso sia vicino allo zero (in t è praticamente impossibile stabilire come si muoverà il cambio tra t+K e t+K+1): Et[ct+K] 0.

La relazione precedente può così essere semplificata in:

F€,t+K = qR E[R€,t+K ] + qF F$,t+K

Questo ovviamente non implica che il rischio non ci sia! Significa solo che è realistico supporre che a priori è molto difficile stabilire la direzione e l’entità del movimento del cambio nel periodo t+k

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Quale operazione è più simile al future in euro??

• Poiché si può ritenere che l’errore commesso nel prevedere i tassi spot sia tanto maggiore quanto più lontana è la data K alla quale si riferisce l’operazione, mentre l’incertezza sulla futura variazione del cambio è sostanzialmente indipendente da K (cioè da quanto la data è lontana - e questo risultato è automatico nel caso del random walk), ne deriva il che il peso q dello spot diminuisce al crescere di K, mentre quello del future in $ (q) non cambia al crescere di K.

• Ne risulta che per K basso (diciamo sotto i 12 mesi) il rendimento dell’interest rate future sui tassi in euro è soprattutto condizionato dall’aspettativa sullo spot in euro; per K elevato (diciamo sopra i 5 anni), il rendimento del future in euro è condizionato dal corrispondente future in dollari.

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• D’altra parte, un’ulteriore differenza tra K basso e K alto riguarda anche la stessa formazione delle aspettative E[R€,t+K] sullo spot.

• Per valori di K bassi, è relativamente facile stimare il futuro livello dei tassi a breve, così che l’aspettativa riflette con qualche approssimazione il loro effettivo andamento, ovvero, dato il forte legame tra il tasso a breve (quello a 1 mese) e il tasso di policy. Nel breve periodo, infatti, il futuro livello del Repo è fortemente condizionato dal suo valore in t (Repot): i

sui movimenti avvengono sempre intorno al suo ultimo livello.

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Per K elevato, invece, è impossibile per gli operatori eseguire stime sufficientemente precise del futuro valore del tasso a breve spot e/o del Repo. L’aspettativa R* si baserà, quindi, non sullo stato corrente dell’economia e sull’attuale livello del Repo (tre 5-10 anni può succedere di tutto!!!), ma sulle aspettative di lungo perriodo dell’inflazione (e quindi indirettamente sulla credibilità della banca centrale) e della crescita economica. Tale valore R* risulta quindi indipendentemente dalla politica monetaria del momento, rispetto alla quale si comporta come se fosse una costante.

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Ulteriori proprietà della relazione

Tenendo conto di questo, in caso di K molto basso il valore del peso qC è molto maggiore di qF presente nella relazione (3)

F€,t+K = qR E[Repot+K ] + qF F$,t+K

La relazione può così essere approssimata in

F€,t+K qR E[Repot+K ] che è legata a Repot

Per K elevato (diciamo oltre 5 anni), invece, non solo qR diventa basso, ma anche l’aspettative sul Repo diventa pari a R* che è indipendente dal suo attuale livello perché dipende soprattutto dall’inflazione attesa di lungo periodo legata all’obiettivo del 2%

F€,t+K qR R* + qF F$,t+K (con qK non molto lontano a 1)

= costante + qF F$,t+K

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(Rt + Ft+1 + Ft+2 + ... + Ft+N -1 )

N

E’ quindi possibile partire dalla spiegazione del tasso Rt e dei tassi Ft+h dei futures per spiegare il

comportamento dei tassi a lunga.

RN,t =

• Dalle relazioni fra i future si possono poi ricavare i tassi a lunga mediante le relazioni viste all’inizio della lezione:

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Attenzione però ….

• Il rendimento del future è certo se non c’è pericolo di insolvenza.

• In caso di crisi il legame tra il future in euro e il future in $ si può indebolire per il rischio di insolvenza.

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Fine seconda settimana