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1 ANALISI DELLE PRESSIONI E DEGLI IMPATTI IL BACINO DEL FIUME JATO PREMESSA La caratterizzazione delle pressioni antropiche, prevista ai sensi del Dlgs 152/2006 e del Dlgs 219/2010, è una delle attività essenziali sia per la verifica della valutazione dello stato di rischio dei corpi idrici, sia per la revisione delle reti di monitoraggio che per permettere una scelta mirata del set analitico per la valutazione dello stato chimico, utile per ottimizzare le risorse umane ed economiche dell’Agenzia. Facendo seguito alla Direttiva 2000/60 che ha previsto che venga effettuata la valutazione sulla possibilità che un corpo idrico raggiunga o meno, nei tempi previsti dalla direttiva stessa, gli obiettivi di qualità stabiliti o gli obiettivi specifici previsti dalle leggi istitutive delle aree protette, nel Piano di Gestione del Distretto Idrografico della Sicilia (PdG) è stata adotta la seguente classificazione del rischio (Tipizzazione Fase C): - a rischio (aR), nel caso di previsione di mancato raggiungimento degli obiettivi di qualità; - non a rischio (naR), per quelli sui quali non esistono attività antropiche o per i quali è provato, da specifico controllo dei parametri di qualità correlati alle attività antropiche presenti, che queste non incidano sullo stato di qualità del corpo idrico. - probabilmente a rischio (paR), nel caso per corpi idrici non esistano dati sufficienti sulle attività antropiche e sulle pressioni o, qualora sia nota l’attività antropica ma non sia possibile una valutazione dell’impatto provocato dall’attività stessa, per mancanza di un monitoraggio pregresso sui parametri ad essa correlati. La predisposizione del nuovo PdG, che la Regione dovrebbe effettuare entro il 2015, prevede quindi la conoscenza aggiornata delle pressioni e degli impatti. Sulla base della procedura descritta dal documento ARPAT “Analisi delle pressioni e degli impatti sui corpi idrici della nuova rete di monitoraggio” (Allegato 1) è stato elaborato uno schema metodologico di analisi delle pressioni, partecipato con le Strutture Territoriali di ARPA, che è stato applicato sul bacino dello Jato per verificare direttamente le difficoltà connesse al suo utilizzo. L’analisi prevede varie fasi di seguito specificate: 1) Studio del territorio (geomorfologia, clima, geografia umana, etc.). La corretta conoscenza del territorio e dell’uso del suolo è il primo strumento fondamentale per considerazioni di carattere generale e l’individuazione delle eventuali criticità. L’acquisizione o la predisposizione delle seguenti carte, con dettaglio a livello di Bacino, ove disponibili, risponde adeguatamente alle predette esigenze: carta di uso del suolo . Questa carta, gestibile in ambiente GIS (Geographical Information System) è stata derivata dai dati delle immagini satellitari nell’ambito del progetto Corine

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ANALISI DELLE PRESSIONI E DEGLI IMPATTI IL BACINO DEL FIUME JATO

PREMESSA La caratterizzazione delle pressioni antropiche, prevista ai sensi del Dlgs 152/2006 e del Dlgs 219/2010, è una delle attività essenziali sia per la verifica della valutazione dello stato di rischio dei corpi idrici, sia per la revisione delle reti di monitoraggio che per permettere una scelta mirata del set analitico per la valutazione dello stato chimico, utile per ottimizzare le risorse umane ed economiche dell’Agenzia. Facendo seguito alla Direttiva 2000/60 che ha previsto che venga effettuata la valutazione sulla possibilità che un corpo idrico raggiunga o meno, nei tempi previsti dalla direttiva stessa, gli obiettivi di qualità stabiliti o gli obiettivi specifici previsti dalle leggi istitutive delle aree protette, nel Piano di Gestione del Distretto Idrografico della Sicilia (PdG) è stata adotta la seguente classificazione del rischio (Tipizzazione Fase C): - a rischio (aR), nel caso di previsione di mancato raggiungimento degli obiettivi di qualità; - non a rischio (naR), per quelli sui quali non esistono attività antropiche o per i quali è provato, da specifico controllo dei parametri di qualità correlati alle attività antropiche presenti, che queste non incidano sullo stato di qualità del corpo idrico. - probabilmente a rischio (paR), nel caso per corpi idrici non esistano dati sufficienti sulle attività antropiche e sulle pressioni o, qualora sia nota l’attività antropica ma non sia possibile una valutazione dell’impatto provocato dall’attività stessa, per mancanza di un monitoraggio pregresso sui parametri ad essa correlati. La predisposizione del nuovo PdG, che la Regione dovrebbe effettuare entro il 2015, prevede quindi la conoscenza aggiornata delle pressioni e degli impatti. Sulla base della procedura descritta dal documento ARPAT “Analisi delle pressioni e degli impatti sui corpi idrici della nuova rete di monitoraggio” (Allegato 1) è stato elaborato uno schema metodologico di analisi delle pressioni, partecipato con le Strutture Territoriali di ARPA, che è stato applicato sul bacino dello Jato per verificare direttamente le difficoltà connesse al suo utilizzo. L’analisi prevede varie fasi di seguito specificate: 1) Studio del territorio (geomorfologia, clima, geografia umana, etc.). La corretta conoscenza del territorio e dell’uso del suolo è il primo strumento fondamentale per considerazioni di carattere generale e l’individuazione delle eventuali criticità. L’acquisizione o la predisposizione delle seguenti carte, con dettaglio a livello di Bacino, ove disponibili, risponde adeguatamente alle predette esigenze: carta di uso del suolo. Questa carta, gestibile in ambiente GIS (Geographical Information

System) è stata derivata dai dati delle immagini satellitari nell’ambito del progetto Corine

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Land Cover (CLC) per il rilevamento e il monitoraggio delle caratteristiche di copertura e uso del territorio, con particolare attenzione alle esigenze di tutela ambientale. La prima realizzazione del progetto CLC risale al 1990 (CLC90), mentre gli aggiornamenti successivi si riferiscono all’anno 2000 tramite il progetto Image & Corine Land Cover 2000 e in ultimo all’anno 2006.

carta geologica. Questa carta (shape file), gestibile in ambiente GIS (Geographical Information System) è allegata al Piano di Gestione delle Acque del Distretto Idrografico della Sicilia (PdG).

2) L’individuazione di indicatori di pressioni puntuali e diffuse per le matrici considerate (acque superficiali interne) sui corpi idrici significativi così come individuati ai sensi del DM 131/08. Dagli elenchi riportati nel D.M. 17-7-2009 di standardizzazione dei flussi informativi per la costituzione del sistema WISE, analogamente a quanto fatto da ARPAT, si è selezionata la lista delle pressioni potenzialmente in grado di produrre impatti sulla qualità ambientale dei Corpi Idrici. A tal fine si è anche tenuto conto da un lato della potenziale disponibilità reale del dato di pressione e dall’altro della sua effettiva significatività ad una scala di analisi di bacino. Le pressioni ed i relativi indicatori applicabili alle diverse matrici sono sintetizzati nella tabella 1. Tabella 1

PRESSIONI (Acque Superficiali Interne) Indicatori Carico totale AE/km2 bacino SCARICHI DI ACQUE REFLUE URBANE

Carico non depurato AE/km2 bacino ACQUE REFLUE INDUSTRIALI AEindustria/Km2 bacino IMPIANTI DI ACQUACOLTURA N impianti/km2 bacino SITI CONTAMINATI N siti /km2 bacino PRELIEVI Numero Captazioni / km2 bacino INVASI Volume invasato [Mmc]/ km2 bacino

PUN

TUA

LI

IPPC(integrated pollution prevention and control) Numero Impianti IPPC / km2 bacino ZONE URBANE % area bacino ZONE INDUSTRIALI % area bacino RETE VIARIA Km/Km2 bacino CAVE, MINIERE, CANTIERI E DISCARICHE % area bacino

ZONE ANTROPIZZATE

AREE AGRICOLE % area bacino USO DI FITOFARMACI Carico Efficace Kg/ha bacino

CONCIMI MINERALI ZOOTECNIA

DIF

FUSE

APPORTO DI NUTRIENTI AGRICOLTURA FANGHI DEPURAZIONE

IPNOA medio bacino

3) Attribuzione della classe di rischio (per ogni indicatore di pressione) ai corpi idrici tipizzati, secondo le soglie elaborate da ARPAT sulla base dello studio delle correlazioni tra gli indicatori di pressione e gli indicatori di stato, sviluppato su 138 corpi idrici toscani. Per quanto sia auspicabile che le classi di rischio vengano definite in relazione alle caratteristiche ecologiche degli ambienti dove i corpi idrici si trovano, nel breve periodo non sembra plausibile disporre in Sicilia di una quantità di dati sufficiente a sviluppare affidabili elaborazioni statistiche finalizzate alla definizione delle soglie delle classi di rischio locali. Pertanto, nelle more di una più specifica determinazione, in analogia a quanto previsto dal DM 260/2010 dove i valori di riferimento per il calcolo degli RQE sono stati calcolati su base nazionale, si è optato per l’utilizzo delle soglie delle classi di rischio elaborate da ARPAT e sinteticamente riportate nella Tabella 2. In giallo vengono indicate le soglie probabilmente a rischio (PaR), in rosso le soglie a Rischio (aR)

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Tabella 2 Categorie di rischio

(Valore minimo soglia) PRESSIONI (Acque Superficiali Interne) Indicatori Probabilmente a

rischio (PaR) A rischio

(aR) Carico totale AE/km2 bacino 60 115 SCARICHI DI ACQUE REFLUE URBANE Carico non depurato AE/km2 bacino 11 21

ACQUE REFLUE INDUSTRIALI AE industria/Km2 bacino 50 - (*) IMPIANTI DI ACQUACOLTURA N impianti/km2 bacino - (**) - (**)

SITI CONTAMINATI N siti /km2 bacino 0,08 - (1) PRELIEVI Numero Captazioni / km2 bacino 6 12

INVASI Volume invasato [Mmc]/ km2 bacino (**) (**)

PUN

TUA

LI

IPPC (integrated pollution prevention and control) Numero Impianti IPPC / km2 bacino 0,027 - (*) ZONE URBANE % area bacino 1,5 4

ZONE INDUSTRIALI % area bacino 1,4 1,8 RETE VIARIA Km/Km2 bacino 1,4 - (*)

CAVE, MINIERE, CANTIERI E DISCARICHE % area bacino 0,6 - (*)

ZONE ANTROPIZZATE

AREE AGRICOLE % area bacino 40 - (*) USO DI FITOFARMACI Carico Efficace Kg/ha bacino 0,04 0,09

CONCIMI MINERALI ZOOTECNIA

DIF

FUSE

APPORTO DI NUTRIENTI

AGRICOLTURA FANGHI DEPURAZIONE IPNOA medio bacino 2 2,5

(*) ARPAT, in via precauzionale, considerata la dispersione dei valori e la costruzione di un indice sintetico globale, individua soltanto la soglia PaR; (**) ARPAT non indica valori soglia.

4) Verifica ed eventuale aggiornamento della valutazione del rischio riportata nel PdG. Il reale stato di rischio dei corpi idrici potrà essere confermato con i risultati del monitoraggio. PRESSIONI PUNTUALI Scarichi di Acque Reflue Urbane. La conoscenza del numero di depuratori funzionanti sul territorio, completa delle stime su abitanti residenti (AR), abitanti urbani (AU) (con presenti e pendolari), abitanti totali urbani (ATU) (con componente turistica), abitanti equivalenti totali (AET), nonché le autorizzazioni agli scarichi rilasciate dai Comuni è fondamentale per le valutazioni su: - A: percentuale del carico generato collettato dai sistemi di pubblica fognatura, suddiviso tra la percentuale già connessa ad impianti di depurazione (ISCON), e quindi trattata, e la percentuale ancora non connessa (NOTCON) attivamente ad impianti di depurazione; - B: percentuale del carico generato non collettato ma che subisce comunque dei trattamenti appropriati (es. IMHOFF); - C: percentuale di carico generato non collettato e non trattato. I dati vanno georiferiti sia al singolo agglomerato superiore a 2000 AE, sia al punto di scarico collettato. La stima sulla quantità di reflui fa riferimento all’Abitante Equivalente (o carico organico specifico) che, così come definito nel Dlgs 152/2006, è il carico organico biodegradabile avente una richiesta biochimica di ossigeno a 5 giorni (BOD5) pari a 60 grammi di ossigeno al giorno. Pertanto nel campo depurativo, un abitante residente corrisponde ad un abitante equivalente. Convenzionalmente, in assenza di ulteriori informazioni un abitante equivalente corrisponde ad un volume di scarico di 200 litri di refluo al giorno. Per la costruzione degli indicatori di pressione del Carico Totale e del Carico Non Depurato andrebbero considerati i punti georeferenziati degli scarichi, recuperabili presso gli uffici tecnici comunali, relativi alle diverse tipologie così riuniti: - Carico totale: A(ISCON) + B +C - Carico Non Depurato: A(NOTCON) + C

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Acque Reflue Industriali Le stime per le singole località sulle diverse componenti delle attività industriali sul territorio vanno richiesti alla camera di commercio e agli uffici comunali o desunti da dati dell’ISTAT (http://www.istat.it/it/prodotti/banche-dati). L’indicatore di pressione relativo all’attività industriale, analogamente a quanto fatto da ARPAT nella Relazione del 2009 “PRAA 2007-2010 - Analisi delle pressioni degli impatti sui corpi idrici della nuova rete di monitoraggio – Direttiva quadro 2000/60”, può essere ottenuto dalla somma delle attività piccole e medio-grandi ed esprimersi in numero di AE calcolati per le diverse categorie economiche dai coefficienti di Popolazione Equivalente e Zonali delle Attività Economiche. Scarichi di Impianti di acquacoltura La ricerca sulla presenza di impianti di acquacoltura sul territorio di interesse può svolgersi presso le Camere di Commercio, le ASL e le associazioni di categoria. Siti Contaminati I Siti Contaminati, definiti ai sensi del D.Lgs. 152/2006 nella Parte Quarta, Titolo V, sono individuabili nell’Anagrafe dei siti contaminati da bonificare istituita dalla Regione, con Decreto dell’ARTA n°19/GAB del 12 Febbraio 2007 e da quanto riportato nel Piano di Gestione delle Acque del distretto idrografico della Sicilia (PdG). Ogni struttura territoriale di ARPA comunque conosce i siti contaminati presenti nel proprio territorio perchè ne segue, o ne ha seguito, le procedure tecnico-ammonistrative. Prelievi La captazione delle acque, superficiali e profonde, è un fattore di pressione avendo un ruolo sul bilancio idrico del sistema e quindi sulla diminuzione della portata fluente in alveo. Questo fattore si manifesta sull’ecosistema acquatico con effetti di tipo chimico-fisico (aumento della temperatura e diminuzione di ossigeno disciolto nell’acqua, riduzione di velocità e profondità della corrente, scomparsa delle naturali variazioni stagionali di portata, minore capacità di diluizione degli inquinanti e di autodepurazione) e di tipo biologico (sottrazione di spazio vitale per le comunità ittiche e diminuzione dei popolamenti acquatici, perdita della diversità idraulico–morfologica e banalizzazione dell’habitat). Il sistema delle captazioni superficiali e sotterranee contenute nell’Aggiornamento e revisione del Piano Regolatore Generale degli Acquedotti a cura di Sogesid S.p.A. (Allegato 2), è sintetizzato parzialmente nella Tav. C1 allegata al PdG e nello shape file “prga_pozzi.shp” Analogamente a quanto messo in atto da ARPAT, ai fini di una analisi territoriale condotta a scala di bacino, per la costruzione dell’indicatore, viene considerata la totalità delle captazioni sia da acque superficiali che da acque sotterranee in quanto, la sottrazione di acque da entrambe le matrici, considerati i frequenti scambi tra i due comparti, rappresenta una pressione unica a livello di bacino. Invasi I dati tecnici relativi a localizzazione e volume invasato delle dighe presenti sul territorio sono reperibili dal Registro Italiano Dighe (http://www.registroitalianodighe.it/) del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, dall’Osservatorio delle Acque dell’Assessorato regionale dell'Energia e dei servizi di pubblica utilità nonché dagli Enti Gestori di ogni invaso. L’indicatore di pressione, valido per le sole acque superficiali interne, si costruisce in base al rapporto tra Volume invasato e Superficie del bacino Idrografico. IPPC (Integrated Prevention Pollution Control) Dai dati a disposizione della Regione siciliana e di ARPA relativi alle procedure di autorizzazione AIA si possono desumere le localizzazioni puntuali degli stabilimenti all'interno dei quali si trovano

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impianti soggetti, in ragione della loro rilevanza, al programma comunitario di prevenzione dell'inquinamento industriale IPPC. L’indicatore, finalizzato a caratterizzare in termini di rilevanza la pressione industriale, viene calcolato come numerosità di impianti IPPC per areale di riferimento. PRESSIONI DIFFUSE Zone Antropizzate Gli indicatori di uso del suolo per le aree antropizzate sono derivabili dalle cartografie del Corine Land Cover (http://www.sinanet.isprambiente.it/it/sia-ispra/download-mais/corine-land-cover), aggiornamento 2006, utilizzando le macrocategorie di livello 1: 1-Aree Agricole e 2-Superfici Artificiali, con dettaglio al livello 3 (scala 1:100.000), cosi come dal data warehouse dell’ISTAT (http://dati.istat.it/), per quanto queste due fonti abbiano un approccio diverso e spesso i risultati non siano perfettamente sovrapponibili. Gli indicatori per le acque interne riguardano: - Zone Urbane; calcolabili in termini di % dell’areale di riferimento - Zone Industriali, Commerciali e Infrastrutture; calcolabili in termini di % dell’areale di riferimento - Rete viaria, esprimendo l’indicatore come kml/km2 - Cave, Miniere, Cantieri e Discariche calcolabili in termini di % dell’areale di riferimento - Aree Agricole. calcolabili in termini di % dell’areale di riferimento Uso di Fitofarmaci Le fonti dati da utilizzare per la definizione dell’indicatore “Uso di Fitofarmaci” sono rappresentate da: - carta dell’uso del suolo (CORINE Land Cover 2006); - ISTAT: http://dati-censimentoagricoltura.istat.it/) per la stima delle attività Colturali; - i dati di vendita di fitofarmaci su base provinciale (sito: http://www.sian.it), elaborati come quantità “efficaci” sulla base delle caratteristiche chimico fisiche dei principi attivi. La metodologia degli Indici di Priorità trae origine dalla considerazione che non tutti i fitofarmaci utilizzati pesano o esercitano una diversa pressione sull’ambiente in relazione alle caratteristiche chimico-fisiche dei principi attivi. Il rischio di contaminazione delle acque varia in funzione delle caratteristiche della molecola (potenziale intrinseco di contaminazione), ma anche a seconda delle caratteristiche del suolo, sottosuolo e delle caratteristiche idrogeologiche dei corpi idrici (vulnerabilità potenziale degli acquiferi). Quindi il potenziale di contaminazione di una sostanza attiva rispetto al comparto idrico è strettamente collegato alle caratteristiche chimico-fisiche, partitive, e alla specifica stabilità nei riguardi della degradazione biotica e abiotica. Tra i numerosi indici disponibili per riassumere il comportamento ambientale di una molecola nei confronti dell’ambiente idrico, l’Indice di Priorità (IP) per le acque, elaborato dal Gruppo di lavoro Fitofarmaci delle Agenzie Ambientali, si basa sui dati di consumo (dati di vendita SIAN), sulle modalità di utilizzazione del prodotto, sulle caratteristiche chimico-fisiche e partitive della sostanza (proprietà chemiodinamiche) e sulla persistenza (resistenza alla degradazione). L’indice permette di discernere tra le sostanze attive che presentano la più elevata probabilità di contaminazione delle acque. L’IP, calcolato tralasciando i dati di vendita, restituisce un nuovi indice: Indice di Priorità Intrinseco (IPI) che descrive la contaminazione specifica per una sostanza attiva, in funzione solamente dei dati di comportamento ambientale. L’IPI può assumere valori compresi fra 0,4 e 6. Per realizzare, poi, una rappresentazione più efficace del potenziale di contaminazione, si accorpano le sostanze attive in classi (CIPI) con crescente potenzialità di contaminazione per le acque. Il potenziale di contaminazione è descrivibile con altro indice: l’IRCA (Indice di Rischio di Contaminazione delle Acque dai dati di Monitoraggio). L’IRCA tiene conto della ricorrenza, nel tempo, della numerosità e della distribuzione geografica delle misure positive e negative nelle

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acque. Il range di valori dell’IRCA è compreso tra -5 e +5 dove, valori positivi indicano la presenza nelle acque di una sostanza attiva (quindi potenzialmente contaminante), di contro valori negativi indicano l’assenza della sostanza attiva nelle acque. Anche in questo caso, al fine di ottenere una rappresentazione più immediata ed efficace si raggruppano le sostanze attive con valori IRCA compresi entro intervalli prestabiliti, in classi (CIRCA), secondo lo schema seguente (Tabella 3):

Tabella 3 CIRCA 1 non contaminante IRCA fra -5 e -2.5 CIRCA 2 probabile non contaminante IRCA fra -2.5 e -1 CIRCA 3 insufficiente evidenza IRCA fra -1 e +1 CIRCA 4 probabile contaminante IRCA fra +1 e +2.5 CIRCA 5 contaminante IRCA fra +2.5 e +5 CIRCA 0 non classificabile

Apporto di Nutrienti in Agricoltura L’indicatore di pressione è rappresentato dall’Indice di Pericolosità da Nitrati di Origine Agricola (IPNOA) (Allegato 3) che tiene conto di “fattori di pericolo” e di “fattori di controllo” secondo la seguente formula:

IPNOAg = (FPfm + FPfo +FPfd) (FCa FCc FCpa FCi) dove: FPfm = fattore di pericolo determinato dai fertilizzanti minerali; FPfo = fattore di pericolo determinato dai fertilizzanti organici FPfd = fattore di pericolo determinato dai fanghi di depurazione FCa = fattore di controllo rappresentato dal contenuto di azoto nel suolo; FCc = fattore di controllo rappresentato dal clima: FCpa = fattore di controllo rappresentato dalle pratiche agronomiche; FCi = fattore di controllo rappresentato dall’irrigazione. L’indicatore è calcolato come IPNOA medio per areale di riferimento (considerando anche le aree non agricole come IPNOA = 0). Le attività agricole che danno origine ad un impatto sulle acque vengono classificate come fattori di pericolo (FP), mentre i fattori che modificano il pericolo a seconda delle caratteristiche del sito e delle pratiche agricole effettuate sono considerati fattori di controllo (FC).

ANALISI DELLE PRESSIONI E DEGLI IMPATTI SUL FIUME JATO Studio del territorio Il Bacino del Fiume Jato, in Provincia di Palermo, si sviluppa su una superficie di circa 193 Km2 interessando interamente il territorio comunale di San Giuseppe Jato, quasi interamente il territorio di San Cipirello, in parte i territori di Monreale e Partinico e solo in piccola parte quelli di Camporeale e Balestrate (vedi carta di Sintesi).

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DesisaFellamonica

Madonna del Ponte

Carta di sintesi

N

EW

S

Aree urbane Depuratori

Collettori scarichi

Scarichi JatoReticolo JatoInvasi PomaAltri Bacini

Impianto di potabilizzazione Cicala

Stazioni monitoraggioBacino dello JatoLimiti comunali

Aziende Discariche Cave

Pozzi

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Il comune di San Giuseppe Jato (29 km2) sorge ai piedi del Monte Jato (852 m), sul versante sinistro dell'omonima valle. La valle dello Jato, ampia e morbida, è orientata ad occidente ed i terreni prevalentemente argillosi sono intensamente coltivati per lo più a seminativo e vigneto. I rilievi calcarei che la circondano, che presentano ripidi versanti rocciosi, costituiscono la porzione più meridionale del gruppo dei Monti di Palermo. Si riporta di seguito la carta geologica del Bacino

Il fiume Jato raccoglie, tra le altre, le acque della sorgente Cannavera, della fonte Rizzolo e della fonte Chiusa. Il suo corso, ai piedi del Monte della Fiera è interrotto dal lago artificiale Poma. Il Comune di San Cipirello interessa una superficie di 20 km2. Gli abitati dei due Comuni si sviluppano l’uno dopo l’altro senza soluzione di continuità, rappresentando, dal punto di vista del carico idraulico un unico elemento di pressione puntuale (avendo anche previsto un sistema di depurazione dei reflui comune). Un ulteriore centro abitato è presente nel bacino: Grisì, frazione del Comune di Monreale (vedi carta di Sintesi). Numerose sono le case rurali e le “seconde abitazioni” diffuse più o meno uniformemente sul territorio, alcune di queste sono abitate tutto l’anno, altre sono fruite per lo più nella stagione estiva. Dal sito http://www.comuni-italiani.it/ si sono desunte le informazioni, relative al numero degli abitanti stabilmente residenti, al numero di famiglie e al numero di abitazioni (aggiornate al 2011), riportate nella Tabella 4. Tabella 4 Nr. abitanti Densità [ab\km2] Nr famiglie Nr abitazioni San Giuseppe Jato 8470 292.38 3194 4565 San Cipirello 5461 273.65 1903 2478 Grisì 965

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Il reticolo idrografico si sviluppa lungo il corso del fiume Jato che riceve numerosi piccoli affluenti, si interrompe nell’invaso Poma per sfociare in ultimo nei pressi dell’abitato del comune di Balestrate. A valle della sorgente di Madonna del Ponte, a circa 200 m dalla foce del Fiume Jato è presente un impianto di sollevamento che convoglia le acque al potabilizzatore Cicala (Comune di Partinico) che viene anche alimentato per caduta dalle acque dell’invaso Poma. Nel Piano di Gestione sono individuati come fiumi tre corpi idrici (c.i.) significativi identificati con uno specifico codice (ID_tratto):

1) il c.i. F. Jato (ID_tratto 1904301) che si sviluppa dalle sorgenti fino all’invaso Poma; 2) il c.i. Vallone Desisa (ID_tratto 1904302) che si sviluppa dal Vallone Desisa sino alla

confluenza con lo Jato; 3) il F. Jato (ID_tratto 1904303) che si sviluppa dall’invaso Poma sino alla foce.

Si riporta di seguito un’estratto della “Tabella 5.3.2 del PdG: Classificazione del rischio relativa ai corpi idrici fluviali” del Bacino Jato, per quanto negli allegati 02a e 02b del PdG il tratto R1904303 è riportato come “a Rischio”.

NOME RISCHIO ID_TRATTO ..... ..... ..... 082 FIUME JATO Probabilmente a Rischio R1904301 082 VALLONE DESISA Non a Rischio R1904302 082 FIUME JATO Probabilmente a Rischio* R1904303 ..... ..... .....

* negli allegati 02a e 02b e nella Tav: B3 del PdG è riportato come “a Rischio” Inoltre l’invaso Poma è classificato come un corpo idrico a rischio (tabella 5.3.3 del PdG). PRESSIONI PUNTUALI Scarichi di Acque Reflue Urbane Sul bacino dello Jato sono presenti due depuratori (San Giuseppe Jato - San Cipirello e Grisì) con relativi impianti di collettamento e convogliamento con scarico in bacino drenante (vedi carta di Sintesi). Le caratteristiche dell’impianto di San Giuseppe Jato sono riportate nella tabella riportata in allegato 4: Non è disponibile analoga scheda per l’impianto di Grisì. Sebbene ambedue i depuratori siano stati realizzati, la non definizione delle infrastrutture accessorie non ha permesso ancora la loro messa in funzione. Pertanto, così come evidenziato anche dalle attività di controllo di ARPA, i reflui dell’abitato di San Giuseppe Jato vengono sversati senza trattamento in un affluente del Fiume Jato sito in c\da Mortilli presso le case Lucido, i reflui dell’abitato di San Cipirello vengono sversati senza trattamento nel Vallone Gianvicario confluente del Vallone Desisa, affluente del fiume Jato, mentre Grisì, frazione del Comune di Monreale, sversa nel torrente Strasatto dell’omonima contrada, anch’esso affluente del Desisa. Questi reflui risultano quindi collettati ma non trattati (NOTCON). Dalla Tabella 4 riportata nel paragrafo “Studio del territorio” si evince che, a fronte di 3194 famiglie del Comune di San Giuseppe Jato, si hanno 4565 abitazioni. Considerando che ogni famiglia occupa una abitazione, la differenza tra numero di famiglie e numero di abitazioni, pari a 1071, rappresenta il numero di “seconde case”. Queste sono verosimilmente distribuite sul territorio. Tale assunto è da considerarsi assolutamente approssimativo in quanto non è possibile ad oggi stimare il numero di abitazioni di immigrati che rientrano in paese nel periodo di ferie e le seconde abitazioni ubicate nel tessuto urbano. Di contro, le abitazioni distribuite al di fuori del centro urbano, prescindendo da eventuali scarichi illeciti, devono essere dotate di Fossa Imhoff con

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liberazione dei liquami chiarificati in subirrigazione ad una profondità non inferiore ad 1 m, o analoghi sistemi di trattamento dei reflui domestici, e pertanto il carico generato da queste abitazioni andrebbe computato in quello non collettato ma trattato. Analoga analisi può venir fatta per il Comune di San Cipirello, dove a fronte di 1903 famiglie si hanno 2478 abitazioni, con una differenza di 575. La stima del carico dei reflui non collettati ma trattati è possibile avendo l’elenco delle autorizzazioni agli scarichi dei Comuni interessati, con specificate località e dimensionamento, e informazioni sull’utilizzo temporale di queste abitazioni. Questi dati, ad oggi non ancora disponibili, non consentono alcuna stima. Conseguentemente, in via precauzionale, per il calcolo del volume dei reflui urbani, la totalità viene considerata come NOTCON. Dalla tabella sugli abitanti stabilmente residenti si desume che nel Comune di San Giuseppe Jato si ha un totale di 8470 abitanti corrispondenti a 1694 m3/die di refluo, nel Comune di San Cipirello si ha un totale di 5461 abitanti corrispondenti a 1092.2 m3/die di refluo e nella frazione di Grisì, con 965 abitanti, 193m3/die. Tali stime sono necessariamente indicative in quanto non tengono conto dei reflui (non collettati, ma trattati) delle abitazioni che pur ricadendo nel territorio del bacino, ricadono su porzioni di altri Comuni (Monreale, Partinico). La Tabella 5 riassume le precedenti considerazioni Tabella 5

Comune\frazione nr. Abitanti Vol. refluo/die [m3] Trattato Luogo di sversamento

San Giuseppe Jato 8470 1634 no affluente del Fiume Jato\diffuso

San Cipirello 5461 1092 no Vallone Desisa\diffuso

Grisì 965 193 no Vallone Desisa\diffuso

Partinico * * no diffuso

Monreale * * no diffuso

* il numero di abitanti, e conseguentemente il volume di refluo, non sono ad oggi stimabili in quanto si tratta di porzioni dei territori comunali e i dati disponibili sono invece aggregati su base comunale. Il carico totale del Bacino (AE/Km2 bacino), considerando gli abitanti di San Giuseppe Jato, San Cipirello e Grisì, e calcolato tutto come NOTCON è pari a 77.18 AE/Km2. Tale valore, come già evidenziato, è ovviamente una stima in quanto non tiene conto degli AE delle aree extraurbanee e di quelli residenti in quelle porzioni di territorio degli altri Comuni (Partinico, Monreale, Camporeale e Balestrate) che interessano il Bacino Jato. Non essendo ancora funzionanti i sistemi di depurazione, il carico totale è equivalente al carico non depurato di 77.18 AE/Km2. Acque Reflue Industriali Sul bacino Jato sono presenti numerose Cantine Sociali, Frantoi e aree destinate allo spandimento (previa autorizzazione ai sensi del DDG 61 del 17\01\2007) delle acque di vegetazione dei frantoi da utilizzare a scopo irriguo. Non si dispone ancora dei sistemi autorizzativi degli uffici tecnici comunali di interesse e quindi non è ad oggi ancora possibile esprimere la valutazione sul conseguente carico. Sono state inviate le specifiche richieste agli uffici tecnici comunali al fine di verificare le autorizzazioni allo spandimento e agli scarichi industriali. Il dato è indubbiamente importante considerato il forte impatto che questi reflui possono avere sul Bacino. Dai dati forniti dalla Camera di commercio, limitatamente ai territori di San Giuseppe Jato e San Cipirello, risultano registrate 7 aziende vinicole.

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Dai tabulati della Camera di Commercio sulle attività registrate si evince che si tratta di piccole realtà produttive con l’impiego di poche unità lavorative. Sebbene non sia possibile al momento stabilire il numero dei lavoratori, è assolutamente verosimile ritenere che il rapporto AE coinvolti nella produzione industriale su Km2 del bacino sia inferiore a 50 e cioè inferiore al valore soglia per l’attribuzione alla classe di rischio PaR. Infatti, per avere un valore superiore 50AE bisogna avere 9650 unità lavorative impegnate nell’industria, cosa non verosimile su una popolazione totale di circa 15000 abitanti. Scarichi di Impianti di acquacoltura Sul territorio del bacino Jato non sono presenti impianti di acquacoltura. Siti Contaminati Nel territorio di interesse, dal Data Base di Arpa Sicilia e da quanto riportato nella Tav. C4 allegata al PdG sui - siti “realmente” contaminati da “Anagrafe regionale dei siti da bonificare” (art. 251 D.Lgs 152/06, D.A. n° 19/Gab 12/02/07) - risultano contaminati i quattro siti riportati in Tabella 6: Tabella 6 Partinico ex Discarica

Comunale C.da Baronia Provenzano Discarica autorizzata Piano di caratterizzazione concluso - controlli

Partinico ex Discarica Comunale C.da Valguarnera Discarica autorizzata Piano di caratterizzazione concluso -

controlli

Partinico PVC ERG S.P. San Cipirello/Partinico Punti vendita idrocarburi Procedure semplificate

San Cipirello Discarica Lavinaro di Scarpa Discarica

La scheda sulla discarica di C.da Baronia Provenzano fornita dalla SG1.3 Sistemi e Catasti Informativi Ambientali e Territoriali è allegata (Allegato 5), così come la Check-list operativa per il controllo della discarica della Struttura Territoriale di Palermo, aggiornata al 15/4/2011, (Allegato 6) Il rapporto siti contaminati/ km2 bacino è pari a 0.021 Prelievi Sul Bacino Jato, secondo quanto riportato nella Tav. C1 allegata al PdG e nello shape file “prga_pozzi.shp” sono noti due punti di prelievo superficiali e due pozzi:

1) traversa Madonna del Ponte, ad esclusivo uso civile; 2) Lago Poma, ad uso potabile ed irriguo. 3) Pozzo nei pressi di La Figurella; 4) Pozzo nei pressi di Cozzo Piraino.

La traversa Madonna del Ponte, secondo quanto riportato in “Sicilia – Il sistema idrico” (Allegato 7) preleva 4.9 Mm3\anno che convoglia al potabilizzatore Cicala (vedi carta di Sintesi). Tale prelievo avviene a circa 200 m dalla foce del fiume e quindi, se non per quest’ultimo tratto, non incide sulla portata del fiume e quindi sul suo equilibrio ecologico. Nell’Aggiornamento e revisione del Piano Regolatore Generale degli Acquedotti a cura di Sogesid S.p.A. (Allegato 2), vengono indicati, oltre i pozzi, anche le sorgenti utilizzate per alimentare gli acquedotti. Un estratto delle tabelle relative ai territori di interesse è riportato di seguito (Tabella 7). I dati sono aggregati per territorio comunale e le sorgenti ed i pozzi non sono georeferenziati. Non è quindi possibile il riporto cartografico e conseguentemente stabilire quali si trovino nel bacino dello Jato tra quelli ricadenti nei territori di Monreale e Partinico, ad esclusione della sorgente di Madonna del Ponte della quale è nota l’ubicazione. Per il calcolo sul numero di prelievi si prendono in considerazione tutti i pozzi e le sorgenti dei comuni di San Giuseppe Jato e San Cipirello indicati nella Tabella 7 oltre il pozzo di Grisì e la sorgente Madonna del Ponte per un totale di 12.

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Tabella 7

Relativamente all’Invaso Poma, la portata media annua derivata (uso irriguo + civile) nel periodo 2006 – 2008, così come riportato nel PdG, è di 27,8 Mm3 ripartiti in 17,3 Mm3/anno per il settore civile e 10,5 Mm3

per l’uso irriguo. Il deflusso minimo vitale dovrebbe garantire il mantenimento di condizioni di equilibrio del sistema idraulico per quanto, stando a quanto riportato nel PdG il volume rilasciato in alveo dal bacino Poma è stato zero negli anni 2006-2008. L’indicatore numero di captazioni in relazione alla superficie del Bacino è 12/193 Km2 paria a 0.062. Invasi Sul Bacino è presente un invaso: il Poma. L'invaso costruito dal 1963 al 1968 e dato in gestione all'E.S.A. ha una superficie di 163,6 ettari ed una capacità di 72,5 milioni di metri cubi di acqua. E’ attualmente uno dei più grandi invasi in Sicilia, esso consente l'irrigazione di circa 9000 ettari di terreno coltivato della piana di Partinico, e contribuisce inoltre all'approvvigionamento potabile della città di Palermo e di alcuni paesi della fascia costiera. Nel 1994 l'area è stata individuata come Oasi di protezione e rifugio della fauna con la finalità di favorire e promuovere la conservazione, la protezione, il rifugio, la sosta e l'irradiamento naturale della fauna selvatica. L'area così individuata ha una superficie di 580 ettari ed è gestita dalla ripartizione faunistico-venatoria di Palermo. L’invaso Poma è tra quelli destinati alla produzione di acqua potabile della Sicilia, previste nel Piano di Gestione delle Acque del distretto idrografico della Sicilia (PdG), con classificazione A2 (pertanto da sottoporre a trattamento fisico e chimico normale e disinfezione) che ARPA Sicilia sottopone a monitoraggio ai sensi dell’Allegato 2 della Parte III del D.Lgs. 152/06. Alla luce dei risultati del triennio 2011-2013 si evidenzia la non conformità alla classificazione a causa della percentuale di ossigeno disciolto inferiore ai valori guida (Allegato 8). E’ stata inoltre effettuata una valutazione del livello trofico sulla base della relazione tra l'indice morfoedafico MEI e la concentrazione di fosforo (Allegato 9). L’invaso, che dal monitoraggio ai

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sensi del DLgs. 152/99 era classificato come sufficiente, presenta un rapporto tra l’apporto stimato di carico di fosforo e l’apporto di fosforo naturale compreso tra 5 e 20, evidenziando quindi un notevole impatto antropico nelle acque come carico di fosforo. Dalla relazione tra il carico stimato di fosforo e il carico idraulico risulta in uno stato mesotrofico (Allegato 10). Nel 2012 è stato effettuato un monitoraggio delle sostanza pericolose, anche se ai sensi del DM 260/2010 non completo rispetto ai parametri previsti dalla tab. 1/A. Non è stato quindi possibile pervenire alla valutazione dello Stato chimico ma possono essere fatte delle considerazioni, dato che è sufficiente un solo superamento tra i valori medi annui di concentrazione per attribuire uno stato cattivo. Sull’invaso Poma sono stati registrati superamenti delle concentrazioni degli Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) Benzo(g,h,i)perylene e Indeno(1,2,3-cd)pyrene rispetto ai limiti previsti nella tab. 1/A del DM 260\2010. I risultati delle analisi effettuate nel 2013 sono superiori ai valori guida per i floruri e il manganese, e si registra la presenza di Salmonella ssp in un campione prelevato il 14/03/2013. Il rapporto Volume invasato/Km2 del bacino è pari a 0.38 Mm3/ Km2. IPPC (Integrated Prevention Pollution Control) Sulla base dei dati disponibili presso la ST1 – Controlli di ARPA Sicilia, l’unico impianto presente nel bacino, ricadente nel territorio Comune di Partinico, è quello riportato in Tabella 8 .

Tabella 8

Ges

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anto

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Cod

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IPPC

D.D

.S.

Ato PA 1 PA Partinico c/da Baronia-Provenzano Discarica non

pericolosi Vasca 3 5 5.4 n° 1116 del 04/11/2009

Discarica in post gestione. La scheda sulla discarica fornita dalla SG1 Sistemi e Catasti Informativi Ambientali e Territoriali di ARPA, e la Check-list operativa per il controllo della discarica della Struttura Territoriale di Palermo, aggiornata al 15/4/2011, vengono riportate nell’Allegato 5 e nell’Allegato 6. Il rapporto tra il numero di impianti e superficie del bacino (Km2) è pari a 0.005. PRESSIONI DIFFUSE Zone Antropizzate

- Zone Urbane Dalla cartografia derivante dallo shape-file “aree urbane” (gestibile in ambiente GIS), allegata al Piano di Gestione delle Acque del Distretto Idrografico della Sicilia (PdG), è stato possibile calcolare la superficie del territorio impegnata da aree urbane. Questa è risultata essere di 2.36 ha, pari al 1.23% dell’area del bacino.

- Zone Industriali Dai dati forniti dalla Camera di commercio, , risultano registrate otto aziende vinicole che ricadono sul territorio del Bacino. Non si dispone dei dati sulle superfici occupate, ma si tratta per lo più di piccole realtà dal limitato sviluppo. E’ quindi plausibile ritenere che la superficie totale occupata dalle zone industriali sia inferiore al 1.4%, cioè al limite inferiore della soglia paR.

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- Rete viaria non si dispone degli shape-file su grafi stradali da cui desumere l’estensione chilometrica della rete che si sviluppa sul territorio del Bacino. Il dato attualmente viene dato come Non Disponibile (ND).

- Cave, Miniere, Cantieri e Discariche Sul territorio di interesse, così come riportato nella Tav. C4 allegata al PdG, sono presenti 5 cave e 4 discariche di cui una abusiva (vedi anche siti contaminati). Non disponendo di informazioni certe sulla estensione dei singoli siti, questa si è calcolata con la fotointerpretazione. La superficie interessata è risultata essere di circa 0.23 Km2, cioè lo 0.12% dell’area del bacino.

- Aree Agricole. Il territorio risulta pressoché interamente antropizzato. Diffusa è l’attività agricola, come risulta dall’elaborazione grafica di seguito riportata (da Corine Land Cover 2006).

Sul sito dell’ISTAT http://dati-censimentoagricoltura.istat.it/ sono scaricabili i dati in ettari sulla Superficie Agricola Utilizzata (Tabella 9). Questa, comunemente abbreviata in SAU, è la somma delle superfici aziendali destinate alla produzione agricola. La SAU comprende le superfici sulle quali sono presenti seminativi, coltivazioni legnose agrarie, castagneti da frutto, prati permanenti, terreni destinati al pascolo e vivai. Non rientrano nella SAU, ma nella superficie agricola non utilizzata, quei terreni che sono temporaneamente inutilizzati ma sui quali la coltivazione potrebbe facilmente riprendere con pratiche agricole ordinarie (escludendo quindi il disboscamento o lo scasso di terreni incolti). La somma della SAU e della superficie agricola non utilizzata fornisce la superficie agricola totale (abbreviata in SAT):

SAT = SAU + superficie agricola non utilizzata

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Non fanno evidentemente parte della SAU (né della SAT) le aree occupate da fabbricati (es. abitazioni, depositi, ricoveri per animali...) né quelle destinate a bosco o ad arboricoltura da legno, anche se in proprietà o in uso dell'azienda agricola. Tabella 9

superficie totale (sat)

superficie agricola utilizzata (sau)

Utilizzazione dei terreni dell'unità agricola

superficie totale (sat)

superficie agricola utilizzata

(sau) seminativi vite

coltivazioni legnose agrarie,

escluso vite

orti familiari

prati permanenti e pascoli

arboricoltura da legno

annessa ad aziende agricole

boschi annessi

ad aziende agricole

superficie agricola

non utilizzata e

altra superficie

San Cipirello 1 279.39 1 213.79 554.86 429.17 120.7 1.8 107.26 .. .. 65.6

San Giuseppe Jato 1 897.41 1 653.09 466.41 664.54 275.08 5.22 241.84 12 26.13 206.19

Per il calcolo della percentuale di area del bacino utilizzata a scopo agricolo è anche necessario stimare la quota dei Comuni di Monreale e Partinico che solo parzialmente impegnano il territorio in esame. Da una seppur sommaria analisi delle foto aeree risulta evidente che il territorio del bacino è utilizzato in massima parte a scopo agricolo e che la distribuzione dei terreni coltivati è, in buona approssimazione, uniforme. La superficie occupata dall’invaso compensa le superfici occupate dai centri abitati, quindi è desumibile, con buona approssimazione, che la SAU del bacino sia percentualmente confrontabile con le SAU dei comuni di San Giuseppe Jato e San Cipirello e cioè mediamente il 58.5% del territorio, pari a 119.91 Km2. Tale valore è superiore al limite del PaR rispetto l’indicazione di ARPAT che non individua però la soglia aR. Considerato che la stima sulla percentuale dell’area del bacino Jato utilizzata a scopi agricoli è di molto superiore al limite PaR indicato da ARPAT, in via precauzionale il bacino, relativamente a questo parametro si classifica a rischio. Uso di Fitofarmaci Per realizzare un’idonea analisi di rischio relazionata alla pratica agricola, si sono applicati alle quantità vendute di prodotti fitosanitari alcuni fattori correttivi, in modo proporzionale a quelli che sono gli indici precedentemente citati, in maniera da calcolare le quantità definite “efficaci”. Praticamente, per le sostanze per le quali i risultati del monitoraggio mostrano un potenziale di contaminazione delle acque (CIRCA=5), le quantità efficaci vengono poste pari alle quantità vendute o utilizzate (moltiplicatore=1). Invece per quanto attiene alle sostanze attive che non hanno manifestato fenomeni di contaminazione, le quantità efficaci le assumiamo inferiori alle quantità effettive. Alla stessa maniera, laddove i dati di monitoraggio su territorio nazionale non consentono previsioni attendibili (CIRCA=3 o CIRCA=0), si è valutato l’indice di priorità intrinseco (CIPI), applicando fattori correttivi proporzionali al potenziale di contaminazione. Sono stati, inoltre, considerati i prodotti inorganici a base di rame e a base di zolfo come prodotti che non mostrano un rischio di contaminazione idrico, alla luce della ridotta mobilità di queste sostanze. Ciò anche in considerazione che nel tempo non si sono evidenziati fenomeni di inquinamento idrico da mettere in relazione al loro impiego in agricoltura, al contrario di quanto avviene per le sostanze organiche di sintesi. Allo stesso modo, anche gli oli minerali ed i coadiuvanti, non sembrano manifestare particolari problematiche di contaminazione per le acque. Pertanto, tale tipologia di sostanze non è stata considerata per il calcolo delle quantità efficaci.

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Sostanzialmente l’Indice di Priorità si è calcolato relativamente alle sole caratteristiche chimico-fisico-ambientali della sostanza attiva (denominata IP intrinseco) e alle vendite nella provincia di Palermo del 2010, come segue:

IP = Pv +(Pa x Fu x Fd) dove: Punteggio vendite (Pv) Punteggio distribuzione ambientale (Pa) Fattore degradazione (Fd) Fattore utilizzo (Fu) Pertanto l’Indice di Priorità utilizza i seguenti indicatori: 1) i dati di vendita elaborati per sostanze attive, 2) il tipo di utilizzo, 3) la distribuzione ambientale calcolata con un modello teorico; 4) la degradazione della sostanza attiva. Si specifica, infine, che le tabelle intermedie e propedeutiche a quelle utilizzate e riportate in Allegato 11, si sono basate sui valori dei punteggi e dei fattori per il calcolo dell’Indice di Priorità, ad esclusione del punteggio vendite che è stato calcolato sulla base dei dati di vendita nella provincia di Palermo del 2010. Nello stesso Allegato è riportata l’elaborazione dell’indice di priorità per quanto attiene alla provincia di Palermo. Si rileva che la mancanza di dati di vendita o meglio ancora di uso su base “comunale” rappresenta la principale criticità nell’analisi dell’impatto dei fitosanitari a scala di bacino. Si è comunque proceduto al calcolo su base provinciale assumendo l’uso dei fitosanitari (quantità efficace 8212.037 Kg) sulla SAU provinciale (267227 ha, fonte ISTAT: http://dati-censimentoagricoltura.istat.it/) uniforme, ottenendo il valore di 0.031 kg/he di SAU. Per stimare il valore di pressione a livello di bacino bisogna calcolare la quantità teorica totale utilizzata sulla SAU del bacino, quindi dividere il risultato considerando la superficie totale del bacino. Pertanto:

(0.031 Kg/ha * 11991 ha) / 19300 ha = 0.02 kg/ha Tale risultato, seppur da intendersi come stima, è comunque indicativo. Apporto di Nutrienti in Agricoltura (indice IPNOA) Per quanto attiene all’applicazione della metodologia IPNOA al “Bacino dello Jato” relativamente alla valutazione del “pericolo potenziale di contaminazione da nitrati di origine agricola”, si specifica che per il calcolo dei fattori della formula applicativa

IPNOAg = (FPfm + FPfo +FPfd) (FCa FCc FCpa FCi)

si è dovuto talvolta operare delle stime approssimative in quanto, sulla base dei dati in possesso di ARPA Sicilia, non è stato possibile un calcolo preciso. Nei casi dubbi, in via prudenziale si è sempre optato per sovrastime. L’indice è stato applicato in maniera semplificata attribuendo un unico valore a livello di Bacino. In particolare:

- FPfm (fattore di pericolo determinato dai fertilizzanti minerali). Per il calcolo di tale fattore di pericolo è stata presa in considerazione la carta dell’uso del suolo (CORINE Land Cover 2006) per mezzo della quale sono state individuate le principali colture dell’area e la loro relativa estensione. La stima del carico di nitrati da fertilizzanti minerali, in assenza di dati sulla quantità di fertilizzanti impiegati in agricoltura, è stata calcolata in base ai valori di asportazione delle singole colture riportati in letteratura. La tabella seguente (Tabella 10) riporta il calcolo delle quantità teoriche medie di azoto per tipologia colturale e in ultimo la quantità teorica media per ettaro di Bacino (49 Kg/ha). Tale valore,

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facendo riferimento alla Tabella 6.10 – Carichi di azoto da fertilizzanti organici e relative – dell’Allegato 3, porta ad attribuire una classe di pericolo 3 a questo parametro. Tabella 10

COLTURA Area in ha N Kg/ha (media) N per tipologia colturale (Kg)

Colture temporanee associate a colture permanente 213.10 63 13425

Sistemi colturali e particellari complessi 216.39 63 13632

Colture erbacee da pieno campo a ciclo primaverile estivo 125.11 140 17515

Colture orticole a ciclo estivo-autunnale/primaverile 129.38 140 18113

Colture in serra e sotto plastica 1.85 200 371

Vigneti irrigui 3618.76 140 506627

Vigneti non irrigui 5043.94 63 317768

Frutteti e frutti minori irrigui 785.35 63 49477

Frutteti e frutti minori non irrigui 40.14 63 2529

N totale Bacino Kg = 939457 Kg

N (media) = 49 Kg/ha

- FPfo (fattore di pericolo determinato dai fertilizzanti organici). L’attività zootecnica è diffusa sul Bacino. Le attività di ricerca sulla consistenza del patrimonio zootecnico regionale, organizzato su scala provinciale e, quindi, su base comunale sono state avviate nell’ambito dei lavori del tavolo tecnico regionale del Dipartimento Regionale per le Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico dell’Assessorato della Salute per ottemperare alla Direttiva 91/676/CEE relativa alla "Protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai nitrati di origine agricola " (Allegato 11-12-13-14-15) . I dati relativi ai territori del bacino Jato sono riportati nella Tabella 11.

Tabella 11 COMUNI BOVINI E BUFALINI OVINI CAPRINI SUINI EQUIDI

Monreale 3510 14213 599 376 510 Partinico 594 4555 457 185 341 San Cipirello 148 877 6 0 34 San Giuseppe Jato 44 451 43 46 15

La conoscenza sulle modalità dell’allevamento: brado o in stalla permetterebbero una stima più precisa, infatti il primo non richiede (o in minima parte) l’apporto di foraggio dall’esterno del sistema, non concentra i reflui in un punto georeferenziabile e quindi non modifica il bilancio di massa dell’azoto nell’area, il secondo di contro comporta un aumento dei nitrati in aree limitate (allevamenti) che dovrebbero essere adeguatamente smaltiti. Non si riportano i dati sulla consistenza degli allevamenti dei conigli, volatili e dei centri di imballaggio delle uova in quanto, l’aggregazione di questi dati è su base provinciale quindi poco utile ai fini della presente indagine. Per la stima del numero di capi di bestiame presenti nelle porzioni di territorio del bacino dei comuni di Monreale e Partinico si è assunto che questi siano distribuiti uniformemente e dalla quota percentuale di territorio interessato se ne è desunto il numero di seguito riportato (Tabella 12).

Tabella 12 COMUNI BOVINI E BUFALINI VIVI OVINI CAPRINI SUINI EQUIDI

Monreale e Partinico 923 4223 238 126 191

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Il totale del numero di capi di bestiame è riportato nella Tabella 13

Tabella 13 Totale capi Bacino BOVINI E BUFALINI VIVI OVINI CAPRINI SUINI EQUIDI

Jato 1115 5551 287 172 241

Per il calcolo del FPfo sarebbe utile avere i dati regionali sulle acque reflue utilizzate nel territorio regionale per fini irrigui e fertirrigui alla luce della Disciplina regionale relativa all’utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento e delle acque reflue provenienti dalle aziende di cui all'art. 101, comma 7, lettere a), b) e c), del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e da piccole aziende agroalimentari”. In mancanza di questi dati si è assunto che la totalità dei reflui venga utilizzata a fini irrigui e si è applicato il sistema di calcolo scaricabile dal seguente indirizzo – http://www.aquanetpc.it/download/files/cd_01/7_modelli_IPNOA.pdf, che prevede l’utilizzo di coefficienti di conversione per la stima del peso vivo e per la stima della produzione media annua di deiezioni medie e del contenuto di azoto nei diversi tipi di reflui. Si riportano nella Tabella 14 in maniera sintetica gli elementi utili per il calcolo.

Tabella 14

Kg/capo Deiezioni m3//t p.v./anno Kg azoto/m3

p. v. medio annuo (t) corrispondente ad una produzione di 340 kg

di azoto BOVINI E BUFALINI

VIVI 400 Letame 16 Liquame 23

Letame 5.0 Liquame 3.8 4

OVINI 12* 3.4 CAPRINI 12* 3.4

SUINI 100 44 3.2 3 EQUIDI 550* 4

* Per quanto riguarda gli ovocaprini e gli equidi nel sistema di calcolo scaricato non vengono forniti dati sulla stima del peso vivo medio, questi sono allora stati desunti dai dati medi registrati negli impianti di macellazione. Riferendosi a quanto riportato nell’Allegato 5 del D.L: 258/00 è possibile calcolare in maniera semplificata la produzione di azoto al netto delle perdite di stoccaggio e distribuzione relazionando il peso vivo medio annuo corrispondente ad una produzione di azoto di 340 kg secondo gli indici riportati nella tabella 15

Tabella 15 SPECIE ALLEVATA PESO VIVO MEDIO PER ANNO [t]

corrispondente ad una produzione di azoto di 340 kg

Suini 3 Bovini 4 Avicoli 2.1 Cunicoli 2.4 Ovocaprini 3.4 Equini 4

Conseguentemente, relativamente al territorio in esame, secondo i calcoli riportati nella Tabella 16 si ha una produzione totale di azoto di 47790 kg.

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Tabella 16 SPECIE PESO VIVO MEDIO PER ANNO [t] PRODUZIONE DI AZOTO

Suini 172 x 0.1 = 17.2 17.2/3 x 340 = 1949 kg Bovini 1115 x 0.4 = 446 446/4 x 340 = 37910 kg Ovocaprini 5838 x 0.012 = 70 70/3.4 x 340 = 7000 kg Equini 241 x 0.55 = 133 133/4 x 340 = 1131 kg

Riportando la quantità di azoto totale prodotto ad ettaro di territorio si ottiene un valore di 2.48 kg/ha, valore rientrante nella Classe di Pericolo 2.

- FPfd = fattore di pericolo determinato dai fanghi di depurazione Per la valutazione di questo fattore sarebbero utili i dati regionali sull’utilizzo dei fanghi in agricoltura alla luce dell’anagrafe dei fanghi da utilizzare ai fini agronomici” di cui all’art. 14 del Decreto dell’Assessorato Territorio Ambiente n. 234 del 2011 “Procedure per il rilascio delle autorizzazioni regionali per l’utilizzo dei fanghi di depurazione in agricoltura” e i dati regionali sull’utilizzazione agronomica delle acque di vegetazione e degli scarichi dei frantoi oleari alla luce del art.3 del D.D.G. della Regione Siciliana n.61 del 17.01.2007 ed in particolare dell’Allegato 1 “Disciplina regionale relativa all’utilizzazione agronomica delle acque di vegetazione e degli scarichi dei frantoi oleari”. In assenza di queste informazioni si è calcolato che tutti i reflui, in mancanza di depuratori in esercizio, vengano sversati tal quali, costituendo un fenomeno di entità paragonabile (così come riportato in letteratura) a quello provocato dai fertilizzanti chimici. Tale fenomeno è comunque non preoccupante finchè le dosi annue applicate rimangono inferiori a 20 t/anno (Allegato 3 pag. 6), quantità rispettata nel bacino Jato. La classe di appartenenza per il FPfd è quindi 1 (Tabella 6.12 dell’Allegato 3).

- FCa = fattore di controllo rappresentato dal contenuto di azoto nel suolo; Il contenuto di azoto è in corso di determinazione a cura dell’Assessorato Regionale dell’Agricoltura dello Sviluppo Rurale e della Pesca mediterranea e sarà reso disponibile nella banca dati dei suoli regionali dell’Assessorato regionale delle Risorse Agricole e Alimentari – Dipartimento Interventi Infrastrutturali in collaborazione con il Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura - Centro di ricerca per l’Agrobiologia e la Pedologia di Firenze (CRA-ABP). In attesa che i dati sul contenuto medio di azoto nei suoli del Bacino siano resi disponibili si attribuisce il valore ininfluente 1.

- FCc = fattore di controllo rappresentato dal clima: Per il calcolo di tale fattore di controllo è stato assegnato un valore pari a 0,94 per tutta l’area. Tale valore deriva dalla Tabella 17 (Tab. 6.14 – Fattore di controllo “clima” (FCc) e valori per il calcolo degli IPNOA – in Allegato 3) ed è stato determinato prendendo in considerazione i valori di temperatura e precipitazione media del bacino descritti nelle schede del "Piano di Tutela delle acque della Sicilia “.

Tabella 17

Precipitazioni (mm/anno) e Temperatura (°C)

Classificazione Regione climatica

Punteggio IPNOA (FCc)

> 1200 ; 6-15 Alpina 1,10 1050-1150 ; 13 Peninsulare interna 1,08 950-1100 , 14-16 Ligure 1,06 800-1000 ; 12 Padana settentrionale 1,04 600-1000 ; 15-16 Peninsulare tirrenica 1,02 600-800 ; 12-13 Padana meridionale 1,00 500-900 ; >16 Peninsulare ionica 0,98 600-700 ; 13-14 Peninsulare adriatica 0,96 <600 ; 15-17 Insulare 0,94

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- FCpa = fattore di controllo rappresentato dalle pratiche agronomiche;

A cura dell’Assessorato Regionale dell’Agricoltura dello Sviluppo Rurale e della Pesca mediterranea è in corso la determinazione di questo fattore, quindi non si dispone ancora di dati certi. La conoscenza del territorio e la considerazione che le pratiche agricole si applicano su poderi di modeste dimensioni e su aziende a conduzione per lo più familiare, porta a considerare assolutamente verosimile il punteggio IPNOA per questo fattore pari a 1 e cioè al tipo di lavorazione tradizionale.

- FCi = fattore di controllo rappresentato dall’irrigazione. Anche per questo fattore è in corso la determinazione dei valori a cura dell’Assessorato Regionale dell’Agricoltura dello Sviluppo Rurale e della Pesca mediterranea. In attesa che i risultati siano resi noti, la conoscenza del territorio e le osservazioni dirette portano a ritenere verosimile che i sistemi di irrigazione di gran lunga prevalenti siano per scorrimento, ciò che porta ad un punteggio 1.04. In conclusione, applicando la formula riportata a pag.14 di questa Relazione, il valore IPNOA medio è:

IPNOAg = (3 + 2 +1) (1.02 0.94 1 1.04) = 5.98

Valore che, facendo riferimento alla Tabella 6.17 – Indici di Pericolosità da Nitrati di Origine Agricola e relativi giudizi - presente nell’Allegato 3, è rispondente ad una classe di pericolo potenziale 3 “Basso”, per quanto tale corrispondenza è stata elaborata sui dati della Toscana. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE I risultati del presente lavoro sulla stima degli indicatori delle pressioni considerate sono riportati nella successiva Tabella 18, dove sono anche riportati i valori soglia individuati da ARPAT in “Analisi delle pressioni e degli impatti sui corpi idrici della nuova rete di monitoraggio”. In azzurro vengono indicate le stime degli indicatori che rientrano nella categoria Non a Rischio (NaR), in giallo quelle probabilmente a rischio (PaR),e in rosso a Rischio (aR). Dai risultati ottenuti risulta che le maggiori criticità sono date:

1) dal carico delle acque reflue non depurato; 2) dalla diffusione delle aree destinate a scopo agricolo; 3) dall’apporto di nutrienti di origine agricola stimato dall’indice multiparametrico IPNOA.

Di queste, la prima e la terza sono state evidenziate anche nel PdG, che rilevava nel bacino le seguenti criticità: - Inquinamento da parte dei reflui urbani e industriali, sia che venga collettato verso impianti di depurazione, sia che venga sversato nei corpi fluviali superficiali; - Inquinamento diffuso negli acquiferi sotterranei di nitrati di origine agricola; - Un “piano fognature” ancora da completare e aggiornare soprattutto per il mancato collettamento delle reti all’impianto di depurazione e/o la mancata costruzione di essi. - Incompleta costruzione degli schemi acquedottistici con elevate perdite in rete sia per mancato controllo delle erogazioni sia per la vetustà delle condotte. La diffusione delle aree destinate a scopo agricolo non viene esplicitamente indicata nel PdG per quanto connessa all’apporto dei nutrienti in agricoltura.

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Tabella 18

Categorie di rischio(valore

minimo soglia) PRESSIONI (Acque Superficiali Interne) INDICATORI

PaR aR

RISULTATI

Carico totale AE/km2 bacino 60 115 77.18 AE\Km2 SCARICHI DI ACQUE REFLUE URBANE Carico non depurato AE/km2

bacino 11 21 77.18 AE\Km2 ACQUE REFLUE INDUSTRIALI AEindustria/Km2 bacino 50 - (*) < 50 AE/km2 IMPIANTI DI ACQUACOLTURA N impianti\Km2 bacino - (**) - (**) 0 n/km2 SITI CONTAMINATI N siti /km2 bacino 0,08 - (1) 0.021 n/km2 PRELIEVI Numero Captazioni / km2

bacino 6 12 0.062 n/km2

INVASI Volume invasato [Mm3]/ km2 bacino (**) (**) 0.38 Mm3/ km2

punt

uali

IPPC(integrated pollution prevention and control)

Numero Impianti IPPC / km2 bacino 0,027 - (*) 0.005 n/km2

ZONE URBANE % area bacino 1,5 4 1.23% ZONE INDUSTRIALI % area bacino 1,4 1,8 < 1.4% RETE VIARIA Km/Km2 bacino 1,4 - (*) ND CAVE, MINIERE, CANTIERI E DISCARICHE

% area bacino 0,6 - (*) 0.12%

ZONE ANTROPIZZATE

AREE AGRICOLE % area bacino 40 - (*) 58.5%

USO DI FITOFARMACI Carico Efficace Kg/ha bacino1 1 Valore su base Provinciale (dati 2012)

0,04 0,09 0.02 Kg/ha

CONCIMI MINERALI ZOOTECNIA

diff

use

APPORTO DI NUTRIENTI AGRICOLTURA FANGHI

DEPURAZIONE

IPNOA medio bacino 2 2,5 5.8

(*) ARPAT, in via precauzionale, considerata la dispersione dei valori e la costruzione di un indice sintetico globale, individua soltanto la soglia PaR; (**) ARPAT non indica valori soglia.

L’analisi delle pressioni di questo studio rispetto a quanto riportato nel PdG consente una stima quantitativa e non solo descrittiva degli indicatori correlati alle pressioni presenti nel bacino. Da rilevare che, considerate le analisi degli impatti che interessano diffusamente tutta la superficie del Bacino, a differenza di quanto riportato nel PDG, tutti i corpi idrici significativi individuati nel bacino (3 fiumi e l’invaso Poma) sono da classificare come “a Rischio (aR), anche perchè non si ritiene di avere indicazioni oggettive che permettano di distinguere e differenziare gli impatti che insistono sui diversi corpi idrici dello stesso bacino.

Si ritiene utile evidenziare che nell’anno 2013 è iniziato il monitoraggio per la valutazione dello stato ecologico e chimico dei tre corpi idrici fluviali del Bacino Jato. Gli elementi biologici monitorati sono le macrofite (valutati attraverso l’indice IBMR), i macroinvertebrati bentonici (attraverso l’indice STAR_ICMi), le diatomee (attraverso l’indice ICMi). A sostegno di questi si analizzano, attraverso l’applicazione del LIMeco, i parametri fisico-chimici indicati nell’allegato 1

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del DM 260/2010 e le sostanze inquinanti non appartenenti all’elenco di priorità (tab. 1/B dell’All.1 DM 260/2010), per le quali ARPA Sicilia ha già avviata la relativa procedura analitica. Per quanto concerne l’indice di valutazione dello stato chimico dei fiumi viene valutata la conformità agli Standard di Qualità Ambientale (SQA) per le sostanze prioritarie, pericolose previste nella tab. 1/A dell’All.1 DM 260/2010. I risultati del monitoraggio consentiranno di confermare la valutazione del rischio definita solo sulla base dello studio delle pressioni.