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2013 2014 2015 2016 G M M L S N G M M L S S N F N G G M M L 457.248 403.568 281.545 245.639 239.552 –10,5% +38,7% –27,9% -23,8% –15,2% 409.261 390.465 291.104 187.143 203.031 500.000 350.000 300.000 200.000 150.000 CORRIERE DELLA SERA LA GAZZETTA DELLO SPORT REPUBBLICA IL SOLE 24 ORE LA STAMPA IL CONFRONTO L’andamento della diffusione complessiva di copie e abbonamenti cartacei più digitali per i primi cinque quotidiani italiani dall’inizio della rilevazione a febbraio 2016. In valore assoluto e variazione percentuale Le vendite di febbraio IL SOLE 24 ORE CORRIERE DELLA SERA REPUBBLICA 250.000 200.000 0 50.000 100.000 150.000 228.141 55.806 83.715 TOTALE DIFFUSIONE DIGITALE I dati di febbraio 2016 IL SOLE 24 ORE CORRIERE DELLA SERA REPUBBLICA -20 0 20 40 +2,7 +7,2 -15,6 VARIAZIONE DIFFUSIONE DIGITALE Febbraio 2016-febbraio 2015. In percentuale Totale diffusione cartacea+ digitale Vendite copie digitali (a) Vendite copie digitali multiple (b) Vendite abbinate copie digitali ( c) Totale vendita digitale (a+b+c) Abbonamenti pagati sito e mobile Totale con abbonamenti sito non rilevati Ads Corriere della Sera 409.261 50.871 5.582 27.262 83.715 Il Sole 24 Ore 390.465 69.274 112.094 46.773 228.141 37.000 427.465 La Repubblica 291.104 52.836 2.970 0 55.806 La Stampa 203.031 7.651 1.347 21.321 30.319 La Gazzetta dello Sport 187.143 9.939 2.224 1.403 13.566 Il Messaggero 124.202 5.923 2.069 51 8.043 Avvenire 120.733 480 25 7.702 8.207 QN - Il Resto del Carlino 111.554 1.639 0 0 1.639 Corriere dello Sport - Stadio 95.520 1.482 76 0 1.558 QN - La Nazione 86.616 903 0 0 903 Fonte: elaborazione del Sole 24 Ore su dati Ads / Dati abbonamenti pagati sito e mobile del Sole 24 Ore aggiornati a marzo 2016 LA TOP TEN DEI QUOTIDIANI Numero di copie sui diversi canali di vendita

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  • 24 Commenti e inchieste Il Sole 24 OreVenerdì 8 Aprile 2016 N. 96

    Il Sistema Sole a quota 427.465 copieCrescono gli abbonamenti attivi al sito (paywall da tre anni) e si attestano a oltre 37.000

    di Andrea Biondi

    Fra un anno e l’altro sono venute amancare quasi 274mila copie dimedia vendute ogni giorno, chesi tratti di copie di carta o in digi

    tale; di copie in edicola o in abbonamento. I dati diffusi, come ogni mese, da Adse relativi alle diffusioni dei quotidiani italiani disegnano ancora, per febbraio, un mese senza slanci. I numeri del sistema – sono 62 i quotidiani rilevati da Ads– sono rimasti sostanzialmente stabilirispetto a gennaio (3.757.891 le copie diffuse a febbraio), ma rispetto a dicembresono calati dell’1,2%: in cifre si parla di45.500 copie in meno, di media.

    Questo è dunque lo stato dell’arte inun quadro in cui la crescita della pubblicità a gennaio ha lasciato subito il posto al segno meno nel consolidato dei primidue mesi dell’anno. Facendo infatti riferimento ai dati dell’Osservatorio Fcp (leconcessionarie di pubblicità) si evince un calo dei fatturati pubblicitari per i 

    quotidiani dell’1,9 per cento. La raccoltarisulta così scesa da 94,2 milioni di euro a 92,4 milioni. E questo nonostante un aumento degli spazi del 3,1% e seguendouna flessione del 6,6% (da 742,6 a 694milioni di euro) nella raccolta pubblicitaria per tutto il 2015.

    Anche per i numeri delle copie digitali, che sono sicuramente in crescita,il trend già da tempo non è più esplosivo come in precedenza. Le 545.531 copie digitali vendute a febbraio sono salite del 2,5% rispetto a un anno prima edell’1,4% rispetto a gennaio, ma sonoscese del 3,5% rispetto a dicembre 2015.Segno, questo andamento altalenante,della  struttura  stessa  delle  vendite«2.0». A ogni modo il loro peso sul totale è del 14,5%: incidenza ancora troppo esigua per poter riflettere un ritorno positivo sui conti. 

    La diffusione digitale – via  smartphone, tablet e Pc – vede sempre in posizione di testa il trio composto daiquotidiani del Gruppo 24 Ore, Rcs e Gruppo L’Espresso. Il Sole 24 Ore si è confermato sul primo gradino del podio, posizione che ha mantenuto sindalla prima rilevazione. A febbraio il dato delle copie digitali diffuse si è attestato a quota 228.141 copie digitali e registrando un incremento pari a +7,2%

    rispetto a febbraio 2015 dopo un anno dicrescita su crescita. Sul fronte digitaleIl Sole 24 Ore è primo anche nelle copiedigitali singole con 69.274 copie (+6,1%su gennaio 2015), primato che mantieneda un anno consecutivo.

    «Proseguiamo nel solco del grandelavoro avviato tre anni fa con la realizzazione di un sistema multimediale cartaweb  integrato  e  un  sito  in  formulapaywall, che ha consentito al Sole 24 Oredi ottenere una crescita unica sul mercato di ricavi digitali da contenuto informativo» afferma il direttore editoriale del Gruppo 24 Ore, Roberto Napoletanoche spiega: «Nel 2015 la crescita dei ricavi digitali da contenuto informativo del quotidiano e dei quotidiani verticali è stata pari a 8,4 milioni con un incremento del 45%, che si aggiunge alla crescita di circa 10 milioni già registrata nel 2014.E il sorpasso dei ricavi digitali da contenuto sui ricavi da contenuto in versionecartacea si è ulteriormente consolidato,con la componente digitale che è arrivata al 55% del totale dei ricavi da contenuto, mentre era al 47% del 2014».

    Il podio dei tre primi giornali per copie digitali è completato da Corrieredella Sera (83.715 copie, in aumento subase annua del 2,7%) e da Repubblica (55.806 copie, in flessione del 15,6%). Il terzetto fa da apripista anche considerando la classifica dei primi tre quotidiani più diffusi, in Italia, tout court. Il Corriere della Sera è al primo posto, con409.261 copie, in miglioramento annuo dell’1,7 per cento. Nella diffusione totalecartacea + digitale Il Sole 24 Ore registra390.465 copie medie (+0,2% rispetto a febbraio 2015 e +9,2% rispetto a febbraio2014), posizionandosi ancora una volta alle spalle del Corriere della Sera, ma davanti a La Repubblica (291.104 copie totali) che fra un anno e l’altro ha perso il15,9 per cento. Per quanto riguarda Il Sole 24 Ore, aggiungendo ai dati Ads quellidel sito ilsole24ore.com – che ha avviatola formula paywall tre anni fa posizionandosi oggi come primo sito italiano a pagamento, con oltre 37mila abbonamenti attivi nelle sue versioni web e mobile – viene a delinearsi un “Sistema Sole” a quota 427.465 di media, al giorno.

    Per quanto riguarda gli altri principali quotidiani italiani al quarto posto in classifica c’è La Stampa (203.031; 9,2% annuo), seguita da La Gazzetta dello Sport (187.143;  11,5%),  Il Messaggero (124.202; 5,7% nelle copie complessive ma +18% sulle copie digitali  salite a 8mila al giorno); Avvenire (120.733; +1% sulle copie totali e +16,5% in quelle «2.0»salite a 8.200); QnIl Resto del Carlino (111.554  copie;  9,9%);  Corriere  dello SportStadio (95.520; 5,7%) e QnLa Nazione (86.616; 10,4%).

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    IL NO ALL’ACCORDO UEUCRAINA

    Il veleno olandesenel futuro dell’euro

    di Adriana Cerretelli

    L’ antieuropeismo in Europa sembra diventato unastrada senza ritorno. Ogni volta che si tiene un referendum popolare, i paesi cambiano, l’affluenza alleurne varia come i quesiti ma la risposta è sempre una sola: no. È successo in Grecia l’estate scorsa, in Danimarca in dicembre e ora in Olanda. Potrebbe succedere anche il 23 giugno in Gran Bretagna.

    Comunque lo si guardi, per il futuro della costruzione europea il caso olandese però ha una portata diversa, potenzialmente molto più devastante di tutti gli altri. 

    L’Olanda è uno dei paesi fondatori dell’Unione ma, soprattutto, è parte integrante del suo nucleo duro, quello intorno al quale molti oggi sognano di riorganizzarla per rilanciarla creando una piccola Europa coesa, circondata da tanticerchi concentrici fatti da paesi con livelli di integrazione differenziata. I legami economici, finanziari, commerciali eculturali dell’Olanda con la Mitteleuropa sono secolari, intricati e, almeno finora, ritenuti indissolubili. 

    Mario Draghi ieri ha ribadito il monito lanciato ai Governiall’ultimo vertice Ue: «L’unione monetaria resta una costruzione incompleta e questo la rende fragile e i suoi paesi vulnerabili agli shocks. Completarla non è un lusso ma una necessità». Per farlo, ci vogliono sforzi a livello nazionale insieme a un serio lavoro collettivo.

    Ed è qui, sul lavoro collettivo auspicato dal presidentedella Bce, che il vulnus olandese potrebbe rivelarsi un destabilizzatore insidioso per il destino dell’euro. Che l’intesa francotedesca si sia logorata da tempo tra divergenze ideologiche e crescenti conflitti di interesse è cosa nota. Le affinità elettive tra Germania e Olanda, come quelle tra Berlino,tutta l’area Benelux e l’Austria sembravano invece solide,inaffondabili anche dopo la grande crisi. 

    Ora il pilastro olandese della piccola Europa barcolla sotto i colpi di un euroscetticismo che non esita a prendere in ostaggio il Trattato Ue con l’Ucraina per bocciare euro ed Europa in un rigurgito di paure confuse, irrazionali e ancheautolesioniste visto che moneta unica, commerci liberi inmercati liberi (ucraino compreso) sono sempre stati l’arcinoto segreto della prosperità inossidabile del paese. 

    Fino a che punto saranno controllabili le nuove pulsioninazionalistiche olandesi che rischiano di abbattersi sull’euro e sullo stesso ordine di Schengen, l’altra conquista storicapartita proprio dalla costola mitteleuropea dell’Unione? 

    Si potrebbe affermare che il disagio con cui il paese vivel’Europa ha almeno 11 anni ed è molto simile a quello della Francia (insieme nel 2005 affondarono per referendum l’ euroCostituzione), eppure finora nessuno dei due ha prodotto strappi irrimediabili. Il problema è che, invece di rientrare, il disagio aumenta all’Aja come a Parigi, e a furia di scavare nel consenso dei cittadini potrebbe rendere di fatto irrealizzabile qualsiasi seria riforma dell’eurozona. 

    Oltre alle possibili ripercussioni negative su Brexit, c’è altro veleno per l’Europa nel no olandese alla ratifica del Trattato di associazione con l’Ucraina. Non a caso JeanClaude Juncker, il presidente della Commissione Ue, evoca il rischio di «una crisi su scala continentale». 

    In teoria il peso del referendum di iniziativa popolare erasolo consultivo su un accordo di libero scambio tra l’altro giàratificato all’unanimità dai 28 paesi dell’Ue, Olanda compresa, e dall’europarlamento e già provvisoriamente in vigore. Di fatto però il Governo Rutte ha deciso di tenerne conto chiedendo al parlamento di ridiscutere la ratifica, invalidando così quella europea, valida solo se unanime. 

    Con conseguenze nefaste prima di tutto per la certezzagiuridica degli accordi internazionali europei. Poi per la credibilità della politica commerciale Ue, che esiste e funziona(funzionava?) al contrario della politica estera che latita da sempre ma ora diventa ancora più difficile da immaginare. Infine perché il precedente olandese dei referendum popolari in libertà, in nome dell’assalto della democrazia diretta aquella rappresentativa, rischia di scatenare partiti e movimenti euroscettici facendo dell’Unione un magma in perenne ebollizione, imprevedibile e ingovernabile. 

    Anche se alla fine si imbastirà un fittizio rinegoziato delTrattato con l’Ucraina per salvare la faccia a Rutte o si renderà di fatto eterno l’accordo attualmente provvisorio, restainquietante la nuova faccia dell’Europa, il suo tradimento che si proietta sull’intero continente. Per la gioia della Russia di Vladimir Putin, naturalmente. «Abbiamo pagato con 8.000 morti e la perdita della Crimea la nostra scelta europea» ricordava amaro ieri un giornalista ucraino. Purtroppol’Ucraina ha scommesso sull’Europa sbagliata. Che oggi tradisce se stessa ben prima degli altri.

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    La tiratura del Sole 24 Ore di oggi 8 Aprile 2016 è stata di 198.971 copie

    Domenico Rosa

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    CORRIERE DELLA SERA

    LA GAZZETTADELLO SPORT

    REPUBBLICA

    IL SOLE 24 ORE

    LA STAMPA

    IL CONFRONTOL’andamento della diffusione complessiva di copie e abbonamenti cartacei più digitali per i primi cinque quotidiani italiani dall’inizio della rilevazione a febbraio 2016.In valore assoluto e variazione percentuale

    Le vendite di febbraio

    IL SOLE24 ORE

    CORRIEREDELLA SERA

    REPUBBLICA

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    VARIAZIONE DIFFUSIONE DIGITALEFebbraio 2016febbraio 2015. In percentuale

    IL MERCATOLe 545.531 copie digitali vendute a febbraio sono salite del 2,5% rispetto a un anno prima, dell’1,4% su gennaio e scese del 3,5% su dicembre 2015

    MediaI DATI ADS DI VENDITA E DIFFUSIONE A FEBBRAIO

    Top. Nella nuova rilevazione carta-web, primo il «Corriere» con 409.261 copie, secondo il «Sole» con 390.465, terza «Repubblica» con 291.104

    arcVision Prize. Il premio Italcementi all’architettura al femminile

    Siegal, pioniera delle case 2.0di Camilla Tagliabue

    Non si sente un’«archistar» masolo un’architetto «responsabile», e  l’apostrofo è d’obbligoperché il soggetto è una donna:

    Jennifer Siegal, americana, classe 1965, progettista di case 2.0, prefabbricati su ruote, spostabili, ecosostenibili, energeticamente autosufficienti ed esteticamentemolto belli. È lei la vincitrice dell’arcVision Prize – Women and Architecture 2016, un premio internazionale di architettura, declinato al femminile e attento airisvolti sociali e ambientali, istituito da Italcementi nel 2013.

    Ieri, alla Triennale di Milano, si èsvolta la cerimonia di premiazione diSiegal e colleghe: alla prima è andato ilriconoscimento ufficiale di questa IVedizione, mentre Pat Hanson (Canada),Elisa Valero Ramos (Spagna) e CazúZegers (Cile) hanno ottenuto le Menzioni d’Onore e la compianta Gae Aulenti il Premio Speciale. 

    Newyorkese di nascita ma californianad’adozione – perché lì ora sta l’ombelico del mondo, il «centro creativo» del pianeta – Siegal, nel 1998, ha fondato a Los Angeles l’Office of Mobile Design, il cui nome allude «alla mia ossessione per la transitorietà. Lo studio si dedica a progetti di strutture portabili, smontabili, ricollocabili al

    trove, da case a scuole a negozi». La sua, insomma, è un’architettura, ovvero un’arte, «che si poggia a terra con leggerezza».

    La progettista si è detta molto orgogliosa di «rappresentare le donne architetto. Sono cresciuta in un’epoca in cui le minoranze, fossero esse donne o neri o altri, sono state protagoniste del cambiamento, portandolo avanti e spesso forzando il futuro. Vorrei vivere in un paese in cui il presidente è donna, in cui le donne ricopronoposizioni di prestigio, in politica o in università. L’uguaglianza tra esseri umani è fondamentale: per instaurarla e rafforzar

    la sono favorevole anche alle quote rosa».Ma che differenza c’è tra un architetto

    uomo e una collega? «Penso che una donna debba imparare a essere una buona comunicatrice,  soprattutto per essere credibile di fronte a clienti e committenti. Ciò non significa però snaturarsi, dimenticare se stesse o scimmiottare gli uomini. Credo, poi, che una donna sia pernatura una buona leader, una “costruttrice di comunità” e multitasking: io, adesempio, sono una designer, ma anche una madre, ma anche un’amica, una viaggiatrice, una creativa…». 

    A contendersi l’arcVision Prize eranoquest’anno in venti, tra cui l’italiana Ulla Hell in tandem con Eva Castro, e le finaliste sono state scremate da una rosa iniziale di 80 nomi. La giuria, anch’essa tuttaal femminile, era composta da architetti (Odile  Decq,  Yvonne  Farrell,  LouisaHutton, Benedetta Tagliabue), politiche (Vera Baboun, Samia Nkrumah), un’imprenditrice (Shaikha Al Maskari), una giornalista (Daniela Hamaui) e un’attrice, nientemeno che da Bollywood (Suhasini Mani Ratnam), oltre a Martha Thorne, direttrice del Pritzker Prize, il “Nobel” dell’Architettura. 

    La prima a vincere il Pritkzer fu ZahaHadid nel 2004 (e dal ’79 solo due sono state le vincitrici), morta lo scorso 31 marzo: «Hadid», commenta Siegal, «ci ha lascia

    to una ricca e profondissima eredità. È lei che ci ha insegnato che è possibile cambiare faccia agli edifici. Lei, come Gae Aulenti, fa parte dell’1% di popolazione che migliora la vita a tutti gli altri: sono loro che aprono la porta e ci fanno scoprire un mondo nuovo».

    L’arcVision è squisitamente dedicato auna donna architetto «che dimostri eccellenza qualitativa e attenzione alle questioni centrali della costruzione: tecnologia,sostenibilità, implicazioni sociali e cultu

    rali». Durante la cerimonia, Carlo Pesenti,Consigliere delegato di Italcementi, si è speso per «la centralità delle donne nella società», evidenziando «la loro capacitàdi costruire un futuro più armonico, la sensibilità di coniugare innovazione tecnologica con passione e fantasia, sentimento e dedizione». E mettiamoci pure labellezza, ché magari non salverà il mondoma lo migliora giorno per giorno. «Infatti il design è dappertutto», dice l’architetto.

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

    La vincitrice. Jennifer Siegal

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