amministratore delegato della Fiat, scrive: “ È razzista...

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Sergio Marchionne, il gran amministratore delegato della Fiat, scrive: “ È razzista dire che sono un uomo senza patria”. Sta bene. Ma è fuor di dubbio che è un uomo senza anima.

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Sergio Marchionne, il granamministratore delegato dellaFiat, scrive: “ È razzista dire che sono un uomo senza patria”.Sta bene. Ma è fuor di dubbio che è un uomo senza anima.

DOMENICA 26 FEBBRAIO 2012 LA RIVIERA 02

DOMENICA 26 FEBBRAIO 2012 LA RIVIERA 03

CONTROCOPERTINA

Anna Maria, solacontro il branco Finisce la solitariabattaglia della calabrese,oggetto di violenzacarnale «che ha avuto ilcoraggio di denunciareun intero paese». Dodici condanne pergli aguzzini, e seiammonimenti perstalking ai rispettivifamiliari. Silenzio aSan Martino diTaurianova

In dodici hanno stuprato Anna Maria,in dodici, e lei aveva solo tredici anni.In un casolare di campagna pressoSan Martino di Taurianova ne hannoabusato con forza, l’hanno usata, mal-

trattata, scambiata come merce con cuipagare i debiti. E lei, la bambina che sogna-va il primo bacio, con troppa paura perdenunciare quegli uomini, non ha avuto néadolescenza, né libertà, né vita. Almeno finoal settembre 2002; quando ha rotto il silen-zio dopo tre lunghi anni di sevizie. OggiAnna Maria Scarfò è una donna, e guardain viso uno per uno i suoi carnefici. E li sfida,relegandoli alle sbarre: DomenicoCucinotta, Michele Iannello, DomenicoIannello, Domenico Cutrupi, SerafinoTrinci, Vincenzo La Torre condannati in viadefinitiva dalla cassazione il 6 dicembre2007; Antonio Cutrupi, MaurizioHanaman, Giuseppe Chirico, FabioPiccolo, Antonio Cianci, Vincenzo Minniti

condannati in primo grado il 25 novembre2009. Anna Maria li ha denunciati tutti,alcuni avevano già precedenti penali, e lasua forza è stata il timore che riservasseroalla sorella più piccola lo stesso trattamento.E il tribunale, nel lungo percorso che haportato alle prime condanne, le ha datosempre ragione. Anna Maria per questocoraggio ha dovuto lasciare la Calabria il 15luglio 2010, sul sedile posteriore di un’autodei carabinieri: è stata la prima donna inItalia ad essere ammessa al regime di prote-

zione previsto dalla nuova legge sullostalking, e si è dovuta trasferire in una loca-lità protetta, quasi fosse lei la colpevole.Sono stati i suoi compaesani a ripeterglielogiorno e notte che doveva andare via, glielohanno gridato al telefono, dalle macchine incorsa, o sotto casa con i fari accesi, le hannoammazzato il cane e imbrattato di sangue ipanni stesi fuori ad asciugare. Temetela oggiche è donna, accozzaglia codarda e rabbio-sa di stupratori con tanto di fidanzate,mogli, e madri al seguito. Vergognosamentecomplici e accondiscendenti. Temetelaquando, con dignità mai lesa, affronta leudienze a testa alta. Sola contro il branco. E,quando appuriamo che si vuole dedicare l’8marzo a donne scomparse, grande è ilnostro stupore. E le nostre calabresi?Quelle che come Anna Maria affrontano la

violenza fisica e quella, più dura, dell’isola-mento e dell’omertà? Forse per il fatto chenon si parli di ‘ndrangheta (la magica paro-la che apre tutte le porte dell’informazione)il suo caso non merita considerazione. Perquesto, oggi, dobbiamo schierarci controquella società di San Martino di Taurianovache ha emarginato, isolato e insultato AnnaMaria. Nell’ultima udienza, della sua parteerano solo in 23. Troppo pochi, inutile sotto-linearlo. Facciamolo sapere dunque chenon vogliamo altri martiri, che non voglia-mo ricordi da rispolverare l’8 marzo e ripo-sare il 9, non vogliamo morti da osannarenelle trasmissioni televisive. Vogliamo isola-re questa volta, compatti e agguerriti, il luri-do branco!

L’APPUNTAMENTOFu stuprata a 13 anni da dodici uomini

ANTONELLA ITALIANO

Si terrà lunedì 27 febbraio, alle15.00 a Cinquefrondi, l’udienza.che finalmente chiuderà unprocesso.durato più di otto anni. Leassociazioni calabresi e siciliane simobilitano: è importante sostenerela Scarfò, soprattutto ora che la suavita è in pericolo. Dimostrare aglistupratori che le hanno rubatol’adolescenza, e ai parenti deglistupratori, che le hanno rubato tuttoil resto, che non sarà sola, mai più.

ULTIMAUDIENZA

La sua storia èraccontata nel libro«MALANOVA» di Cristina Zagaria

Parlando

PRIMO PIANO

di...

DOMENICA 26 FEBBRAIO 2012 LA RIVIERA 04

Le regole vengono posteper essere rispettate,così l'infrazione di una

norma creata da una fontelegislativa legittima pone unaresponsabilità in capo a chi lacommette. Pene diverse aseconda della violazionecompiuta, comunque chiinfrange una legge, tecnica-mente diventa un delinquen-te. Di giurisprudenza me neintendo, l'ho studiata a lungomollandola quando ho com-preso che quella non era lamia strada. Non lo era pervocazione, perché altre eranole materie a me più consone.E non lo era per tendenza,posto che ho una naturaleallergia al rispetto delle rego-le e tendo a rispettarne alcu-ne e violarne altre secondoun personale metro di giudi-zio morale. Si, anch'io tecni-camente sono un delinquen-te. Lo sono senza alibi però,coscientemente. Noto in giro,invece, una certa tendenzaall'autoassoluzione, ossia alritenere illecita la condottaaltrui e non la propria, anchequando le pratiche coincido-no. Tant'è che per lungo tempo,in questa nazione di ipocriti,caterve di persone applaudi-vano a ogni tintinnar dimanette, convinte che i ferrisarebbero sempre toccati aglialtri. Per decenni infatti, sem-brava a tutti che i ceppi fosse-ro riservati solo ad alcunecategorie. Pareva che solo

mafiosi e spacciatori fosserodegni del gabbio. E il popoloapplaudiva felice e felice-mente ingrassava con le gras-sazioni impunite. Esauriti perestinzione mafiosi e spaccia-tori, a parte quelli che siinventano perché il fenome-no tira e non lo si può dichia-rare concluso, gli occhi dellaLegge, in tempi di crisi, sisono spalancati su ogni tipodi violazione. Il popolo plau-dente ha scoperto che è reatofrodare il fisco, che farsi dareuna pensione senza avernediritto non è una marachella,che la rachide cervicale biso-gna averla contusa per farse-la pagare dalle assicurazioni,che farsi pagare senza andareal lavoro è una truffa, cheanche stare al lavoro senzafare una beneamata mazza èuna truffa. Che rubare ilposto a un altro è un furto.Soffiare il letto di ospedale achi legittimamente ti precedenon è una buona azione. Chei fondi comunitari o pubblicinon sono lì per essere depre-dati. Che lo scambiare un voto perun favore comporta il carce-re. Beh, la smetto qui, il restodell'elenco fatevelo da soli.Ricordatevi sempre però, cherubare è rubare e il fatto chenon siate mafiosi non virende santi. Pensate che lasirena in arrivo prima o poipuò riguardare anche voisanti.

Chi ruba è ladro

NORDICI & SUDICIDI GIOACCHINO CRIACO

Ilcertificato antimafia rischia diessere una pratica inutile, buonasolo per creare intralci e lungag-

gini burocratiche alle imprese. Megliouna lista bianca con dentro le impresesane o un elenco con le aziendebuone stilati dalle organizzazioniimprenditoriali. Parole queste pro-nunciate da persone al di sopra diogni sospetto, dette dal guardasigilliSeverino e dal numero uno dell'anti-mafia istituzionale Piero Grasso. Frasiche fanno cadere un tabù e apronouna discussione, al di là delle soluzio-ni proposte, su un totem che fino aqualche tempo fa sembrava intoccabi-le, il certificato antimafia richiesto alleimprese, aziende, cooperative, asso-ciazioni o singoliper poter operare oaccedere a fondipubblici. Una rivo-luzione epocale,anche se almomento è solouna discussione.Ma, anche aprireun discorso, in unpaese ipocrita emoralista comel'Italia, diventa attorivoluzionario. InCalabria, a dire ilvero, qualcuno ciprovava da tempo afarlo, qualcunodiceva sommessa-mente che il certifi-

cato antimafia era una figura inutile,una spada di Damocle appesa in testaa ognuno, che i mafiosi veri, invece,facilmente potevano aggirare col truc-co delle intestazioni fittizie. Una pra-tica burocratica, priva di contenuto

concreto, buona unicamente a farperdere tempo. Solo che fino a oggidire questo rappresentava una sicuraprova di connivenza, e chi ne eraautore diventava automaticamentecomplice della mafia. Adesso che adirlo sono il procuratore capo dellaDNA e un ministro della Repubblicatutti sono pronti a scoprire l'acquacalda. Si, Grasso e Severino diconouna cosa sensata, soprattutto spoglia-no di un manto di purezza tanti cen-sori insensati cultori del nulla amman-tato di bene. Sempre sperando chenon siano i moralisti a dover stilare leliste, si passerebbe dalla padella allabrace e le imprese serie non ne guada-gnerebbero nel cambio.

Certificato antimafia, fine di un totem. Parola di Grasso e Severino

MARCIA INDIETRO

POLAROID

Non ne può fare a meno GiuseppeRaffa. Di domenica la Riviera è ilsuo secondo pensiero fisso. Subitodopo la difficile conta delle tessere“truccate” del Pdl e di un congressoche “non s’ha da fare”, s’immerge esi perde nelle nostre colonne. O siorienta?

CHE VITA SAREBBESENZA LA RIVIERA

la Riviera

DOMENICA 26 FEBBRAIO 2012 LA RIVIERA 05

DIAVOLO NERO

L'altra settimana, dinnanzi alPalazzo di Giustizia di ReggioCalabria madri, mogli, sorellehanno chiesto giustizia, giustiziagiusta, per i loro figli, per i loromariti, per i loro fratelli detenuti

per associazione mafiosa: condannati o ancorain attesa di giudizio. Apriti cielo. La sentinelladisarmata dell'ordine pubblico a Reggio e inCalabria, la signora Adriana Musella, per laquale il Comune democratico di Crotone, neglianni della giunta Chiaravalloti, inventò un uffi-cio antimafia onde non rimanesse disoccupata,in quella protesta ha visto il tentativo - udite etremate - di destabilizzare lo Stato. I cui rappre-sentanti legittimi, dai carabinieri ai magistrati,non hanno ravvisato, però, i segni dell'adunatasediziosa. Strano. Ma più strano ancora è ilpensiero forte della figlia diletta di don Ciotti.Poiché ci sembra che, secondo la visione dellaSignora dell'Antimafia aggiunta, non hannodiritto né a riunirsi né a protestare né a parlarele donne, a nostro sommesso pensiero, non dindrangheta, ma imparentate agli ndrangheti-sti, ed elencativamente: le madri, poiché hannogenerato dei mostri, le mogli, poiché con pran-zi e cene prelibati hanno mantenuto i mariti inbuona salute, le sorelle, poiché hanno stiratocamicie e pantaloni ai fratelli asassini, dandoloro tocco di rispettabilità. Ciò che consentìloro di meglio tramare, uccidere, al di fuori daogni sospetto con gli abiti non spiegazzati.Colpevole definitivamente chi sta dentro e col-pevole definitivamente chi sta fuori. Ma laSignora dell'Antimafia aggiunta qualche mesefa non aveva lanciato un appello alle donne dindrangheta di San Luca a svellersi alla 'ndran-gheta? Le donne del Cedir, come il diavolo,non possono pentirsi? Ed è per questo cheAdriana Musella nega loro il diritto alla paro-la? Donna straordinaria. Non ebbe nulla dadire, quando una flotta di parlamentari e diconsiglieri regionali, con alla testa NicolaAdamo, segnato dal sacro fuoco, marciò perchiedere a gran voce la liberazione del consi-gliere regionale Pd, Franco Pacenza. Non fuadunata sediziosa?

DONNE DI ‘NDRANGHETA

Caro Aldo,ti ho conosciuto nell'adolescenza delle lotte edelle tessere di Rifondazione (mie) eMargheritine-Gerberine (tue): le sezioni giova-nili dei partiti, che nostalgia! Mi sei comparso dal nulla, durante l'ormaifamosa manifestazione a Locri contro l'assasi-nio di Fortugno. Eri imbellettato e ordina-to, parlavi di antimafia, di giustizia, e nonperdevi occasione per farti notare daquei pungitori mediatici che sbarcavanonella locride all'indomani dello striscio-ne che colpì l'Italia: “Adesso ammazza-teci tutti”. Io che credevo ancora che larivoluzione passase per Gramsci, mene stavo quatto quatto. Nelle occasionimediatiche che si susseguivano, neigiorni di assemblee e collettivi apparen-ti, aprii bocca solo verso Ettore Scoladicendogli una cosa che mi venne dalprofondo del cuore, durante una bar-bara assemblea su chi dovesse andarea San Remo tra i “ragazzi di Locri”:«Ettore, anche qui tra noi c'è cocchiu-nu mbriacu i minchia, eu tu dicu». Nonsbagliavo, avevo 18 anni. Predicavo tutti inostri coetanei di non lasciare questoposto. Le loro menti ci sarebbero serviteoltre palazzo Nieddu, sul marciapiedeantistante, nel bar di fronte, per occupa-re spazi che altrimenti non ci sarebbe-ro, giustamente, più appartenuti.Tu dicevi di andare a studiare per volerfare il magistrato e tornare qui perdare il tuo contributo. “Forever” (chicazzi...!), movimento iniziale di assem-blee e collettivi di ragazzi finì tra lebocche dei partiti, la dispersione fisio-logica e finanziaria e l'assenza di unserio progetto costruttivo, ma tu riu-scisti a creare la tua associazione

ugualmente, forte del consenso che conquello striscione avevi raccolto:

“Adesso ammazzateci tutti, l'associa-zione antimafia più grande d'Italia”.Nel giro di pochi anni hai un cre-

scendo di visibilità pazzesca, fondi lesedi distaccate, coinvolgi tanta gente,

organizzi manifestazioni epartecipi a qualsiasi semina-rio sulla legalità, sei presenza

fissa da Giletti quasi comeLory Del Santo, fai un program-

ma su sky e mille altre cose, corri,corri, corriiii...ma cosa racconti e

dove vai ancora non l'ho capito! Nonl'ho capito per due ordini di motivi: 1)La tua associazione cosa fa perchiedere soldi? Come li investe?

Dove sono i bilanci? Ho visitato il sitodi ammazzatecitutti. Era tempo chenon ci capitavo. Fermo ad agosto 2011,

si presenta con la scritta "3 modi perimpegnarti concretamente": PAR-TECIPA, ADERISCI, SOSTIENI.Il primo, che dovrebbe essere il piùimportante, porta ad un forum chenon si vede, su pagine sconnessetra di loro. Il secondo link porta aun modello da compilare periscriversi "all'antimafia più granded'Italia". Il terzo è chiarissimo epuntiglioso e porta alle varie ipo-tesi di socio di questa cosa, pocodefinita dietro un nome daimpatto impressionante pernordici superficialmente impe-gnati: diverrai"Simpatizzante" diAmmazzateci tutti con un

contributo di almenoEuro 50,00. Diverrai

"Piccolo Sostenitore" di Ammazzateci tutti conun contributo di almeno Euro 100,00. Diverrai"Grande sostenitore" di Ammazzateci tutti conun contributo di almeno Euro 500,00. Diverrai"Sostenitore benemerito" di Ammazzateci tutticon un contributo di almeno Euro 5.000,00; eancora 5x1000, donazioni...Ma per cosa non lodici. Sei stato abile a comunicare e scioccare conuno striscione. Fa lo stesso, ora, con i progetti. Seesistono.2) Il secondo motivo che non comprendo è quel-lo per cui mi batto di più. Andare via da questoposto e parlare di “confronto con la realtà” non tiè permesso mio caro amico. Vivi e vegeti a Roma,mentre a febbraio (non per le vacanze, A FEB-BRAIO, sai che vuol dire Febbbbraio nella pro-vincia reggina?) in Calabria forse non ci sei maistato. Non sei legittimato a parlare da parte deiCalabresi. Non ci rappresenti. Anzi, ti assicuroche ti incazzeresti se vivessi qui e ascoltassi unocome te in tv che, tra un seno rifatto e una velina,ci infila l'antimafia domenicale da Domenica Incon la compagnia di Platinette e di una informa-zione buona sola per alimentare stereotipi. Nonbasta il tuo marcare l'accento per ricordare almondo di essere calabrese (“poveretto...”) e midispiace, non basta neanche ricevere un fogliettosulla macchina con scritto “farai la fine diScopelliti” per ridarti credibilità. L'omonomia delmagistrato con il nostro governatore fa apparari-re addirittura creativi e lungimiranti gli autori delminaccioso bigliettino. Non dovresti più adagiar-ti con l'antimafia dei fedeli e dei dogmi. Se vuoibene a questa terra, posa tutto, torna qui e diffon-di cultura, valorizza i territori, esci e occupa glispazi e vedrai che nessuno ti minaccerà, ma anzi,inizierai a ricevere una serie di pacche sulle spal-le da parte di padri ancora giovani a cui darai lasperanza di non vedere lontani i propri figli.Con stima da confermare.

Ruggero Brizzi

Caro Aldodi RUGGERO BRIZZI

«Non basta il tuo marcare l'accento per ricordare al mondo di essere calabrese(“poveretto...”) e mi dispiace, non basta neanche ricevere un foglietto sullamacchina con scritto “farai la fine di Scopelliti” per ridarti credibilità»

«Non ci rappresenti»

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DOMENICA 26 FEBBRAIO 2012 LA RIVIERA 07

S.O.S. PLATI

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IL PUNTO

Siamo all’apicedell’infamia. Nelnostro paese cisono persone serie,oneste, dignitose,capaci non solo difare il sindco, maanche il deputato.Anche il ministro

Quattro passitra le nuvole nel paese di tutti

Tutti infetti. Nella Firenze del 300, che era ben più popolosa di Platì, ildannato Ciacco dice a Dante che “giusti vi son due”. L’ex magistratoDe Grazia qui non ne vede neppure uno. E annuncia la buona novella

Sono tornato a Platì, cosìcome avevo promesso,accompagnato daRosario Condarcuri, ilmio straripante editore, e

da Ilario Ammendolìa, arditoPresidente del Comitato deiSindaci della Locride. Il solecomincia a declinare i suoi raggi.Ma dalla montagna, che sbarraalle spalle il travagliato paese, nons’allungano ombre, come piacealla fantasia catastrofica dellastampa nazional-locale e dellastampa locale, che pur ispirandosi

a quella, nazionale non riesce maiad essere. Ho intenzione di intervi-stare il maggior numero di perso-ne possibile sulla autocandidaturaa sindaco di Platì – ma i comizielettorali non sono stati ancoraconvocati - del dr. Romano DeGrazia, lametino, magistrato inpensione, promotore del decretoLazzati sul divieto ai sorvegliatispeciali di fare propaganda eletto-rale. Da un magistrato mi sareiaspettato l’intenzione di promuo-vere una lista di uscieri, ma a Platìc’ è guerra - dicono - e lui, il magi-strato in pensione, ha pensato aduna bellicosa lista in divisa dell’ar-ma nei secoli fedeli: 12 carabinieri.

Da uno o da un paio li conosci tutti.Qui a Platì sono tutti infetti. NellaFirenze del Trecento, che era benpiù popolosa di Platì, che ora fa 1780abitanti, Ciacco rivela a Dante che“giusti vi son due”. L’ ex magistratoRomano De Grazia non ne vedeneppure uno. “E che cosa ne pensate”, chiedo aun gruppo di persone, raccolte nelBar principale del paese e impegna-te in una partita di tressette “di que-sta idea del dr. Romano DeGrazia?”. Scatta, come un leone,Pepé Lentini, di lungo e onoratopassato amministrativo. “Non pensoniente”, risponde. “Mi viene il volta-stomaco. Ora siamo giunti all’apicedell’infamia contro Platì. In questopaese ci sono persone serie, oneste,intelligenti, dignitose, capaci nonsolo di fare il sindaco, ma anche ilconsigliere regionale, il deputato,anche il ministro”. “Non vi sembrad’esagerare?”. “Perniente. Ci sono inAustralia ministri, originari di Platì”. I giocatori di carte assentono. Viscorgo tra loro il dr. Franco Mittiga,ex sindaco, ma si astiene da ognicommento. Di persecuzioni controPlatì ne ha viste tante e qualcuna s’èabbattuta anche su di lui, essendostata l’amministrazione, da lui guida-ta, sciolta per infiltrazione mafiosa. Usciamo. Entriamo in un negoziet-to. La domanda è sempre la stessa.La risposta sempre fiera e sdegnata:“Ben venga. Ma poi deve prendere ivoti”. “Direttore”, mi dice con tuttoil fisto che ha nei polmoni un giova-ne popolano: “U paisi è du paisanu”.“E che cosa volete dire?”. “Vogliodire”, riprende”, che il sangue s’ar-rostisce, ma non si mangia. Adamministrare ci vogliono i platiotiche conoscono i problemi e sannoquello di cui ha bisogno Platì”. “Maquello di De Grazia è razzismo bello

e buono. La ‘ndrangheta non è unaprerogativa esclusiva di Platì. C’èanche a Lamezia, la città di DeGrazia. Avrebbe ben potuto candi-darsi là. Qua c’è disoccupazione. Mio maritova e viene da Roma, dove fa lavoricontadineschi, per mantenere me e imiei figli”, urla indignata una giova-ne donna che si dà tanto da farenella Proloco platiese. “Ma siamofuori dalla democrazia”, esplode ilfotografo Callipari. “E quando maisi sono sentite cose del genere?Sapete che vi dico”. “Dite”, incorag-gio. “Vi dico che dove la terra èmolle, ognuno zappa a fondo”.“Cioè”, incalzo. “Cioè - intervieneSaverio Catanzariti - da quandosono finiti i partiti, Platì è diventatauna cera che ognuno modella comegli pare e piace. E senza scottarsi ledita. Ora arriva il Redentore, GesùCristo”.

“Il Redentore”, ironiz-za qualcuno. “Cumpari

Ntoni, ma chigliu era du so’ paisi”,falcia drasticamente un altro compa-re. E non ci è riuscito, stava peruscirmi dalla bocca quando uno diquei vecchi che giocava a tressettemi dice: “Professore, vi ricordate,quando a Locri, in un convegno, c’e-rano Mancini, Principe e voi”.Ricordo. Altri tempi e altri duci. Eallora nessun Romano di Lameziaavrebbe osato quello che ha osatoadesso. C’ è malinconia storica. Mentre ritorniamo, a RosarioCondarcuri, il mio AlbertoMondadori, e ad Ilario propongo:invitiamo qui a «la Riviera» o a PlatìRomano De Grazia per una dicus-sione sul tema: se i liberatori possa-no venire dall’esterno. Io lo conosco.È una buona persona. Il piede gli èandato in vacante. Ma è sempre intempo per ritirarlo.

PASQUINO CRUPI

LA COPERTINA

DOMENICA 26 FEBBRAIO 2012 LA RIVIERA 09

Poco tempo fà siamo stati a Platì, perriaffermare che i bambini sono solobambini, in tutto il mondo! Platì non èuna enclave mafiosa, anche se la mafia

c’è e deve essere sconfitta.Un magistrato in pensione , il dott. De grazia,ha espresso la volontà di presentarsi come sin-daco di Platì capeggiando una lista di poliziot-ti. in nome e per conto di un indistinto “bloccod’ordine”,Dopo lunghi colloqui con la gente di Platì c’èsembrato chiaro, qualora ve ne fosse bisogno,che in questo piccolo paese c’è tanta intelligen-za, vivacità, equilibrio per amministrare Platì eper contribuire ad un sano governo dellaCalabria.Platì ha avuto ottimi sindaci, non solo bravi,ma coraggiosi, penso all’ex sindaco Prestia edal sindaco Demaio, entrambi uccisi dallamafia.Probabilmente hanno dimostrato più coraggioe determinazione di tantissime persone chetanto si agitano ma ai quali, fortunatamente, lamafia non ha neppure forato la ruota di scor-ta.Il loro ricordo non è solo doveroso ma ancheun chiaro esempio che si può essere di Platì econtemporaneamente non complici ma vitti-me della mafia.la Locride non è abitata né da angeli, né dademoni, ma solo da uomini, come tutti gliuomini del mondo!E’ mortificante il fatto che qualcuno ritenga

che i plateoti non sappiano governarsi da soli.E’ umiliante solo pensare ad una sospensionedi fatto della democrazia e dei diritti costitu-zionali a Platì, nella Locride..La democrazia e la Costituzione debbonoessere strenuamente difese su tutto il territoriodella Repubblica . Sospenderle di fatto a Platìperché c’è la mafia, significa che domani sipotranno sospendere in Italia per altre ragioni.La democrazia si difende con la democrazia, lalibertà con la libertà.Purtroppo. partiti di cartapesta si ritirano dailuoghi della battaglia democratica , si ritiranodai paesi dove più ci sarebbe bisogno di una

sana tensione politica. Come dire : un mediconon va più in ospedale perché ci sono amma-lati gravi.Tuttavia, alla base delle convinzioni del dottorDe Grazia, pur se avanzate con le miglioridelle intenzioni, v’è la logica che ci umilia.Personalmente ho seri dubbi sulla legittimitàdi sciogliere i consigli comunali per inquina-mento mafioso. Il popolo è il custode vero ed autentico dellademocrazia. Le sentenze debbono essereemesse solo e soltanto dai giudici in regolariprocessi. Non ci possono essere processi som-

mari che certificano la contiguità alla mafia.Ilfatto che nella Locride ci siano quattro consi-gli comunali sciolti per mafia e due in cui operauna commissione di accesso è un serio indiziodi una oggettiva volontà di certificare la nostraincapacità all’autogoverno.Una grande voglia di cucirci addosso la “stellagialla”.Ieri agli ebrei, oggi ai calabresi..Stella gialla perché siamo di Platì, di Africo, diSiderno, di S. Ilario, della Locride, perchésiamo calabresi, siamo meridionali.Alcune date restano sono scolpite nellamemoria della gente di Platì, e, ovviamente,

in tutti noi.Una lontana,quando labanda dei “bri-ganti”, guidatada FerdinandoMittica, fu

sconfitta dai bersaglieri, che imposero unaforma di stato, e conseguenti scelte politiche,che hanno mortificato e sacrificato il popolocalabrese. Anche allora, piuttosto che attuare le riformee consegnare le terre ai contadini, il governodel re preferì imporsi grazie ai massacri delletruppe piemontesi. Una più recente: il 13novembre di dieci anni fa. Una operazione che portò in carcere 123 pla-teoti., il che per un Paese di quelle dimensioni,significa che non ci fu famiglia risparmiata.Ancora più mortificante il fatto che, si dice,

quella operazione fu ritardata di un giorno inquanto la strage di Nassyria ne avrebbe potutooscurare l’impatto mediatico.Infatti ci fu una grande risonanza sui giornalied in televisione ma nessuna condanna. Unaferita che ancora pesa e brucia.Qualcuno in nome della lotta alla ndranghetavorrebbe schiacciarci nella difesa tour courtdella situazione esistente, farci diventare con-servatori e custodi di un ordine sociale che nonsolo è ingiusto ma che genera la ndrangheta.Qualcuno pensa che in nome della ndranghe-ta la Costituzione possa essere umiliata.Noi di questo disegno politico non saremocomplici.Sono stati pubblicati, da qualche giorno, gli sti-pendi dei burocrati di stato. Soldi di tutto ilpopolo italiano!Una media di tremila euro al giorno. Nessun reato, nessuno scandalo ma questa èla vera delegittimazione della democrazia.Questi i livelli che bisognerebbe commissaria-re . In queste ingiustizie si nascondono i germoglidella ndrangheta.La coscienza ci impedisce di cantare nel coro Noi combattiamo una battaglia senza meda-glie, senza trombettieri, e controcorrente.Una battaglia a mani nude contro nemiciocculti e potenti.Il risultato non è scontato, forse, saremo scon-fitti ma sarà un sacrificio necessario perché laCalabria si possa riscattare.

la Riviera

Esiste un chiaro disegno politico: mettere alla sbarra non coloro che simacchiano di delitti, ma un intero popolo

La stella giallaILARIO AMMENDOLIA

Parlandodi

Reggio

DOMENICA 12 FEBBRAIO 2012 LA RIVIERA 10

"Reggio bella e gentile" è il titolo di una gran-de raccolta fotografica promossadall'Amministrazione Falcomatà poco primadella sua morte. Le tavole in essa presentiritraggono una città che nel corso degli anni èmutata profondamente nella sua fisionomia,nel suo modo di rapportarsi alla cittadinanza.Certamente il mutamento più incisivo è statoquello della vecchia piazza Duomo, anticocuore della città che prima del sisma del 1908era il centro della vita cittadina, il punto diritrovo religioso e culturale, proprio davanti lagrande cattedrale distrutta e completamentericostruita. Ma con la distruzione della catte-drale, piazza Duomo ha perso quella che erala sua funzione originaria, diventando unluogo di transito e nel tempo ha assunto l'at-tuale fisionomia. Ma adesso si vuole tornarealle origini. Il Comune ha infatti indetto unconcorso, derivato da un bando di dicembre,che ha attirato parecchia attenzione fornendoall'amministrazione comunale diversi progettiche hanno uno scopo comune: "isolare" lapiazza dal resto del traffico cittadino, dandolel'originaria funzione di luogo di ritrovo e nondi semplice e disordinato parcheggio. Non v'èdubbio che il progetto sia di quelli ambiziosi -forse più genuini rispetto agli altri - tuttavia le

riserve sono più che legittime: come può,infatti, una città come Reggio sostenere unacosì grave mutilazione di un punto di passag-gio, oserei dire, fondamentale qual è quello dipiazza Duomo? Non siamo certamente disa-bituati ai numerosi disagi legati al trafficoquando arterie principali vengono chiuse.Pertanto ci si chiede come reagirebbe il confu-sionario traffico cittadino. È ovvio che questoè un progetto che deve necessariamenteimplicare misure complementari: è il casodella riqualificazione di piazza Garibaldi, diquel famosissimo parcheggio cavallo di batta-glia di innumerevoli campagne elettorali.

Costruire un parcheggio degno di tal nomesignificherebbe colmare le future lacune lega-te all'isolamento della piazza antistante laCattedrale e far respirare anche il centro cit-tadino con significative limitazioni del flussodi traffico. Insomma quella di piazza Duomoè senz'altro una scelta d'immagine, una sceltagiusta per sensibilità storica e culturale; tutta-via è una scelta scellerata se la si contestualiz-za con i disagi legati al traffico cittadino.Patologie funzionali a parte, il progetto nepresenta altre dal punto di vista economico:l'opera verrà finanziata dall'Amministrazioneregionale e costerà quasi 1 milione e mezzo di

euro (bruscolini rispetto al costo di un altrogrande progetto, il già citato parcheggio diPiazza Garibaldi che costerà 8 milioni dieuro). Tanta generosità da parte del governoScopelliti è insolita per la città (fatta eccezio-ne per il Reparto di emodinamica delRiuniti), pertanto non sono del tutto infonda-ti i dubbi legati ad eventuali appalti un pòsospetti. La Calabria, in generale, non ènuova a determinate situazioni. Non ci restache aspettare se il progetto vedrà la luce o seè solo una delle tante trovate pubblicitarie(dire elettorali mi sembra troppo)dell'Amministrazione Arena.

ANTONIO CORMACI

PRIMA E DOPO

Confindustriadeve ripartire inmodo autorevoleLa Commissione locale per la designazione delnuovo presidente di Confindustria di ReggioCalabria ha indicato, per ben due volte con ple-biscito, il suo nome, ma entrambe le volte Romarigetta le scelte reggine e rispedisce tutto al mit-tente, lamentando una mancata attenzione alrispetto del Codice etico confederale e dellaCarta dei Valori associativi e minacciandoanche provvedimenti organizzativi per i gravicomportamenti assunti. Che cosa avrà maicombinato la Commissione reggina?La Commissione di designazione in entrambi icasi ha svolto il suo lavoro attenendosi scrupolo-samente alle regole statutarie e regolamentari.Così come, d’altronde, al rispetto delle regole èstata improntata l’azione commissariale delCav. Callipo che ha svolto egregiamente il ruolodi supplenza, anche politica, conferitagli dagliorgani confindustriali nazionali. LaConfindustria reggina ha attraversato un lungoperiodo di aspra conflittualità interna, sfociatoin ben due commissariamenti negli ultimi treanni. E’ chiaro che, a fronte di eventi così dan-

nosi, l’attenzione posta alle procedure di rinno-vo è ai massimi livelli ed i richiami formali sonola dimostrazione che, stavolta, la ripartenzadeve avvenire con il piede giusto. In questa fasestorica, connotata da una sfavorevole congiun-tura economica, politica e sociale che mina alleradici, la tenuta del sistema nel suo complesso,la presenza di una Confindustria forte ed auto-revole è elemento imprescindibile per dare voceal riscatto di un intero territorio e pertanto l’au-spicio di tutti deve essere di un vero rilancio.In ambito provinciale lei è stato protagonistadi coraggiose campagne mediatiche contro il“pizzo” e ha anche promosso Codici etici dinotevole rilevanza. Con la sua nomina sipotrebbe registrare una chiara inversione ditendenza, l’inizio di un vero e proprio new dealreggino all’interno di un segmento produttivoad alto rischio, considerate le varie vicende chehanno visto l’espulsione per collusione di alcu-ne imprese. Inoltre lei è presidente dell’Ance,una costola di Confindustria. Perché, quindi,Roma fa tante storie e continua a respingere lasua nomina? A chi potrebbe dar fastidio?Le questioni poste dai Probiviri confederali, giu-ste o sbagliate che siano, riguardano le procedu-re, non la mia persona. Certo, anch’io ho i mieinemici, ma non voglio pensare che dietro lemotivazioni ufficiali si nascondano altre ragionipoco comprensibili.Perché il commissario reggino Callipo sostieneAlberto Bombassei quando l’Ance e la stessaConfindustria regionale sono con GiorgioSquinzi?L’Ance nazionale come sistema sostiene la can-didatura di Squinzi e pertanto la territoriale cheio rappresento ha pubblicamente confermatotale orientamento. Ciò non vuol dire che, allastregua di tutti i consessi democratici, il Cav.Callipo non possa esprimere la sua preferenzaper il candidato Bombassei. Preferenza che tut-tavia non esplica effetti, come Confindustrianazionale ha evidenziato, proprio perché ci tro-viamo in una fase commissariale.Giuseppe Speziali, da qualche mese eletto pre-sidente di Confindustria Calabria, è già conte-stato…Se lei si riferisce alle puntualizzazioni apparse

sulla stampa in merito alle diverse espressioni dipreferenza per il rinnovo della presidenzanazionale credo si sia fatto tanto rumore pernulla. La Calabria, come l’Italia intera, è sempre piùstretta nella morsa della crisi. Per quanto anco-ra ci sarà da stringere i denti? E su cosa Reggiopotrebbe puntare per risollevarsi dal collasso?La Calabria e la nostra provincia in particolaresubiscono la morsa della crisi in maniera diver-sa dal resto della nazione perché paghiamo unaatavica condizione di arretratezza che la politicadegli ultimi anni ha contribuito ad incrementa-re. Negli ultimi tempi stanno emergendo diffi-coltà insormontabili per le nostre impresemesse definitivamente all’angolo da inefficienzedella pubblica amministrazione che sono incon-cepibili per una società moderna. La variabiletempo è diventata indeterminata sia se si trattadi ricevere gli incassi per lavori eseguiti, sia chesi tratti di rilascio di autorizzazioni amministra-tive. Per non parlare delle banche che, in unquadro di quasi totale paralisi, hanno dei siste-mi di calcolo dei rating che, a parità di altre con-dizioni, valutano negativamente persino l’ubica-zione della sede dell’impresa nella provincia diReggio Calabria. Detto questo, il futuro deicalabresi è come sempre nelle mani dei calabre-si. Ma lo Stato italiano deve darci una manomigliorando il sistema dell’istruzione, regolandol’accesso al credito in modo da favorire l’impre-sa e rafforzando la pubblica amministrazione,che sono i nostri veri talloni d’Achille.

Acolloquio con il presidente dell’Ance Andrea Cuzzocrea

MARIA G. COGLIANDRO

Certo, anch’io ho i miei nemici,ma non voglio pensare chedietro le motivazioni ufficiali sinascondano altre ragioni pococomprensibili

NOMINAPRESIDENTE

IN EVIDENZA

Piazza Duomo cambia volto?

DOMENICA 12 FEBBRAIO 2012 LA RIVIERA 13

I Catoia in festaUn appuntamento che si svolge in concomitanza con la nota festadel Rosario. Va dal 29 settembre, giorno dedicato al patrono dibenestare, San Michele Arcangelo, fino alla prima domenica diottobre. È un suggestivo percorso enogastronomico ambientatonel centro storico, e organizzato per la prima volta dall’amministra-zione di Rosario Rocca. È stato infatti il sindaco ad istituzionaliz-zarlo, grazie ad un documento presentato e approvato dal consi-glio.

Giornata della memoria civileAlla memoria civile delle vittime della mafia la nuova giunta hadedicato una piazza, consegnata ai cittadini un anno fa. La posizio-

ne dell’infrastruttura è strategica, e voluta.Contigua alla scuola infatti, che è

la prima agenzia di socializ-zazione ed educazione,

vuole lanciare unmessaggio forte aigiovani: la nuovastoria di Benestaredeve ripartire daisuoi bambini.Festeggiata neglianni scorsi il 1gennaio, la gior-nata dellamemoria è stataora fissata al 21marzo, primogiorno di prima-vera. Sarà unafiaccolata a porta-

re per le strade il prezioso

messaggio.

Festa dell’accoglienzaNon ha una data fissa ma è molto importante per i cittadini diBenestare. Un passaggio obbligatorio per un comune che ospitatanti ragazzi extracomunitari. La festa è organizzata infatti con gliemigranti, ed è dedicata ai compaesani lontani e ai tanti amici stra-nieri, che si integrano, giorno per giorno, con la popolazione. Ilprogetto di accoglienza di minori stranieri non accompagnati hapermesso al sindaco, Rosario Rocca, di dare lavoro a dodici ragaz-zi benestaresi, grazie ai finanziamenti da parte del ministero del-l’interno.

Politiche sociali e occupazionaliOgni anno venti borse lavoro sono assegnate a giovani disoccupa-ti, e si promuove un bando volto all’inclusione sociale e lavorativadella donna: categorie svantaggiate, vedove con figli, o donne conbassi redditi. Usando finanziamenti a specifica destinazione. Etante iniziative riguardano la legalità. Nell’ultimo consiglio, questaè cosa risaputa ormai, l’amministrazione Rocca ha apportatomodifiche statutarie. Testualmente: “il comune di Benestare ripu-dia la ndrangheta ed ogni forma di criminalità organizzata, qualiforme di oppressione della libertà individuale e collettiva, pertan-to si costituisce parte civile in tutti i processi di mafia”.

Il paese del gessoIl gesso è la specificità di questo comune aspromontano. La suacava ha storicamente dato lavoro alle tante famiglie del compren-sorio: «Vogliamo riattivare l’estrazione e la lavorazione mediantepiani ecosostenibili – spiega il sindaco - La nostra amministrazioneha commissionato uno studio sulle tecniche tradizionali di estrazio-ne, sulla lavorazione attraverso le carcamuse, nella prospettiva diuna nuova cantieristica sostenibile del gesso. Nostra intenzionesarebbe intervenire sul centro storico, attraverso il recupero dellecase sfitte, da adibire, poi, a progetti di ospitalità diffusa.Praticamente creare un classico paese-albergo».L’Amministrazione lavora assiduamente per dotare il territorio distrumenti che favoriscano la nascita di piccole attività produttive, eper trovare una risoluzione alla problematica della disoccupazionegiovanile. Questo il sogno nel cassetto del giovane sindaco. Unmodo per valorizzare le indiscutibili bellezze paesaggistiche, la cul-tura, i prodotti, le eccellenze che questo comune, per natura gene-rosa e attenta, può già vantare. www.benestare.asmenet.it

Èsolo a metà del suo mandato, ma il giovane sindaco di Benestare, Rosario Rocca, è riuscito a cambiare già tante cose. Tantii problemi ereditati, anche a causa di fondi pubblici spesi male: «Strade provinciali non percorribili - precisa il sindaco - retiidriche fatiscenti, associazioni culturali costrette ad autofinanziarsi, scuole praticamente abbandonate. Con l’inserimentodella nostra amministrazione sono state avviate politiche innovative, abbiamo stabilizzato cinque lavoratori precari, e otte-nuto numerosi finanziamenti, due dei quali sono stati revocati ingiustamente dalla giunta Scopelliti». Il comune di Benestare,

grazie all’impegno di questa Amministrazione investirà, nei prossimi due anni, ingenti risorse per il rilancio del territorio: un milionedi euro per far fronte al dissesto idrogeologico di un’ampia area del centro storico; 800 mila euro per la realizzazione di due campi dacalcetto e di due centri di aggregazione giovanile; 150 mila euro saranno invece impiegati per realizzare un tratto significativo di retefognaria a Belloro. E inoltre: «Riqualificheremo il centro storico – continua Rosario Rocca – e realizzeremo due percorsi naturalisticiche andranno dalla collina, che ospita il paese, fino al torrente Careri. Abbiamo delle suggestive fontane antiche che non devono pas-sare inosservate. Altri fondi saranno destinati alla creazione e al completamento di un centro polifunzionale, i cui lavori hanno avutogià inizio. Il centro, attraverso un ulteriore finanziamento, sarà destinato perlopiù all’attività teatrale che rappresenta una vera vocazio-ne per il nostro paese. Strumenti che daranno ai nostri giovani un’alternativa alla strada, perché ogni ragazzo perso è per noi una scon-fitta».

Parlandodi

PRIMO PIANO

DOMENICA 26 FEBBRAIO 2012 LA RIVIERA 12

FOCUS DI GIOACCHINO CRIACO

Accuse gravissime, quellepronunciate dal colonnellodei Carabinieri ValerioGiardina nei confronti delGovernatore della Calabria

Giuseppe Scopelliti. A far da tribunaalle parole dell’ufficiale, l’aula di giusti-zia nella quale si celebra il processoMeta. Giardina ha ripercorso le lunghefasi delle indagini da lui dirette in unadelle più importanti operazioni antima-fia degli ultimi tempi, aventi a oggetto lecosche reggine. Il colonnello si è dettoconvinto del coinvolgimento diScopelliti negli affari loschi della ndran-gheta. Il Governatore ha risposto per lerime, parlando di apodittiche deduzionipersonali che non hanno trovato sbocconelle sedi giudiziarie. Chi dei due abbiaragione, pur essendo di importanzaestrema, non rappresenta l’argomento

di questo articolo che vuole porre in evi-denza gli scontri che animano la vitapubblica della regione lasciando il pub-blico attonito. Il pubblico sono i calabre-si che assistono impotenti a duelli ormai

giornalieri. Giardina vs Scopelliti;Lamberti Castronuovo vs Musella-Riferimenti e poi scontri in Procura,duelli in Questura. Tutti contro tutti ealla fine non importa chi ha ragione per-

ché certo è che tutti hanno torto.Lamberti Castronuovo, assessore pro-vinciale alla legalità afferma che serveun’antimafia concreta, dei fatti e nondelle passerelle. La Musella di

Riferimenti,pur non cita-ta, si sentetirata in balloe rispondecon stizzaelencandouna sfilza dibenemeren-ze certificateda una tem-

pestiva lettera di stima del procuratoreGiuseppe Lombardo. Cisterna,Mollace, Neri, Macrì sono stati impolve-rati da accuse di fonti certamente non aldi sopra di ogni sospetto che la DDA ha

utilizzato senza sconti agli illustri perso-naggi. Un capitano dei Carabinieri incarcere, Spadaro Tracuzzi, che accusa dipressioni un colonnello, Russo, e nientemeno che Renato Cortese. E adesso loscontro degli scontri si profila all’oriz-zonte: Pignatone lascia e sulla sua pol-trona piombano candidature illustri. Giàsi affilano i coltelli di un duello che saràall’ultimo sangue. E il sangue come alsolito sarà quello di una Calabria ormaidissanguata, stremata da scontri istitu-zionali a ogni livello che producono soloconfusione. Nel frattempo l’economiaregionale è al collasso, così la sanità, laviabilità e l’immagine della Calabriaassomiglia sempre più a un ologrammain coppola e lupara. Ecco, scontro doposcontro i duellanti si elimineranno avicenda e alla fine il cadavere eccellentesarà, inevitabilmente, la Calabria.

Le parole nonsono pietreIl

fatto è questo. Nel corso del pro-cesso Meta il colonnello dei Ros,Valerio Giardina, richiesto dalPm d’udienza, dr. GuseppeLombardo, ha detto parole chia-

re e univoche sul modello Reggio e sulsostegno elettorale che l’ex sindaco diReggio, attuale governatore GiuseppeScopelliti, avrebbe ricevuto dalla famigliaDe Stefano. Inoltre, lo Scopelliti, sempresecondo Giardina, avrebbe accordatoqualche favore al Supremo, cioè aCondello, un pezzo da novanta nellamappa ndranghetista E per finire (?) : cin-que pentiti confessano i contatti pericolo-si del Governatore.. Come sapete, il colonnello ValerioGiardina è stato protagonista di azioni effi-caci, dal punto di vista repressivo, contro la‘ndrangheta, e protagonista dell’arrestodel Supremo. Un ufficiale, perciò, ammi-revole. Ma tutto questo non gli conferisceuno scudo che lo metta al riparo dalle cri-tiche, dalle obiezioni, persino dalle accuse.Mi pare di poter così ragionare. La depo-sizione del Colonnello poggia su una infor-

mativa nella quale tengono posto saldo leintercettazioni eseguite nel febbraio e nelluglio 2006. I contenuti delle intercettazioni,che non costituiscono in assoluto prova,devono essere provati così come l’impiantoaccusatorio, che su quelli poggia, del colon-nello Valerio Giardina. Il quale- ma è solo uninciso- viene “promosso” con il trasferimen-to da Reggio a Locri. Fino a quando ciò non

sarà, le cose da lui dette rientrano nel campodel notorio, e il notorio non è una categoriagiuridica. Senza dimenticare, però, che ilnotorio può anche essere vero. Alla deposizione del colonnello ValerioGiardina il Governatore, sapendo che in gironon ci sono più camicie di forza, ha reagitocome un forsennato. Primo tempo. Ha accusato il Colonnello diessere un suo antico persecutore, di raccon-tare fandonie, e, nella conferenza stampa dimercoledì 23 febbraio, rivolta ad amici, afi-cionados e parenti, di avere idea di darsi allapolitica. Ciò che il Governatore dovrà dimo-strare, rientrando anche il suo parlar scorte-se nella categoria del notorio. Secondo tempo. Il Presidente Scopelliti chie-de il rinvio del Consiglio regionale, fissatoper lunedì 20 febbraio, per impegni istituzio-nali. Ma si tratta di un pranzo a Milano conBerlusconi e Alfano. E chissà se ilGovernatore abbia avuto curiosità di chiede-re al Capo supremo del Pdl come si cucinala bistecca alla milanese , e nient’altro. Vieneaccordato. Giovedì 23 febbraio, come con-cordano i capigruppo, il primo punto all’odgrecherà le dichiarazioni del Governatore sul

– chiamiamolo così - “Caso Giardina”.Contrordine. Parlerà solo di trasporti e infra-stutture, tutto avendo già esposto nella con-ferenza stampa del 22 febbraio. Questa è lasua volontà. Non c’è dubbio che il Consiglioregionale è a sovranità limitata. Vuol direche qualcuno ha consigliato al Governatoredi mantenere il sangue freddo, come quellodei serpenti?Intanto che gli indignati di Destra e diSinistra affollano i giornali con dichiarazionifuribonde e articolesse, noi vogliamo osser-vare che nella vicenda che vede l’un control’altro armati, il colonnello Valerio Giardinae il Governatore, ci sono delle stranezze,sfuggite ai più, anzi a tutti. La prima stranezza è che il Governatorevenga chiamato in causa nel corso di un pro-cesso - il processo Meta - in cui non rispondené da imputato né da persona informata deifatti.La seconda stranezza è che l’informativadalla quale s’è dipartita la deposizione delcolonnello Valerio Giardina, risale al 2007.Come mai si son fatti trascorrere tanti annisenza verificare da parte della Procura sequelle accuse erano vere o false? Con la con-seguenza grave- grave per la Calabria - d’a-vere un Governatore, attinto dal sospetto diessere stato sostenuto nella sua ascesa dallalobby affaristico- mafiosa che strozza Reggio. La terza stranezza è un’impressione. Questa.Che il processo Meta prosegua la guerra tramagistrati. Tra i magistrati che vogliono pro-cessare la ndrangheta attraverso i maxipro-cessi e i magistrati, che, invece, vogliono pro-cessarla, famiglia ndranghetista dopo fami-glia ndranghetista. Le dichiarazioni delcolonnello Valerio Gaurdina sembrano dareragione ai magistrati devoti della primaricetta. Scopelliti, sotto questo profilo, fa riaf-fiorare la storia egli asini, che litigano, e deibarili, che ne levano la furia. Detto un po’ initaliano dialettale.

Dietro lo scontro Giardina-Scopelliti

RODERIGO DI CASTIGLIA

Calabria, ring di un duello perenne

Giardina vs Scopelliti; LambertiCastronuovo contro Musella. Scontri inProcura, duelli in Questura. Tutti controtutti e alla fine non importa chi ha ragioneperché certo è che tutti hanno torto

DOMENICA 26 FEBBRAIO 2012 LA RIVIERA 13

DOMENICA 26 FEBBRAIO 2012 LA RIVIERA 14

LOCRIDE. Sanità & dintorni

Parlando Maltempo

di...

Caulonia va alla guerra

GIOVANNI MAIOLO

Che i candidati siano loro o meno , chiaro èche tre saranno i gruppi che si contenderan-no la possibilità di amministrare Cauloniaper i prossimi 5 anni: quello coalizzato attor-no ad Ammendolia, quello di Tucci e quellodi Campisi. Quest'ultimo, com'è tradizione,non dà molti segni di vita e si concede poco,ma tale attitudine personale in questa fasepotrebbe anche giocare a suo favore, perchégli altri due sono ormai pronti alla guerra. Liliana Frascà e Attilio Tucci non si sonomai amati e quindi abbiamo visto scenderein campo la segretaria del Partito più omeno Democratico Caterina Belcastro adare sostegno ad una ricandidatura di

Ammendolia. La cosa ha fatto infuriareTucci che, non ricoprendo più alcun ruoloalla provincia ha deciso di prendersi ilcomune ed ha lanciato la carta ormai abusa-ta del ricambio generazionale. Ma prima di dare il via alla guerra vera epropria si passano in rassegna le truppe. Ammendolia può contare su buona partedell'amministrazione uscente, Dimasi, Lia eRiccio. E avere Riccio dalla propria signifi-ca avere un cannoniere, visto il numero dipreferenze ottenute alle ultime elezioni,soprattutto in quel di Caulonia Superiore.Ma Tucci non è da meno e oltre allaRoccisano schiera Cagliuso, altro bomber. Ilproblema è che Francesco Cagliuso havoglia di fare il sindaco e la cosa sembra non

andare giù a Tucci. Alla fine il nome diFederica Roccisano potrebbe essere quellodella mediazione, ma è ancora tutto da vede-re.Il silenzio di Campisi può mantenerlo (almomento) fuori dalla contesa e quindi allalunga avvantaggiarlo anche se alcuni sosteni-tori, memori della mancata presentazionedella lista alle scorse comunali, sudano fred-do aspettando che lui batta un colpo.Temono che stando sempre in silenzio allafine il sonno possa sopraffarlo.Nel frattempo, in attesa che si definiscanomeglio gli schieramenti, il livello del dibatti-to politico, anche su internet, è osceno: isostenitori di questo e di quello (Tucci in pri-mis) sparano puttanate che nemmenoBorghezio. Tucci, intelligentemente, si astie-ne dallo scendere nell'insulsa mischia ma isuoi sgherri provvedono a fargli fare bruttafigura con commenti il più delle volte offen-sivi (soprattutto per chi li scrive).E poi, noi che credevamo che la novità delXXI secolo l'avesse scoperta l'Udc, dobbia-mo ricrederci perché viene fuori che esistel'Idv a Caulonia. Nessuno se n'era accorto.Sarà che le sigle di taluni partiti vengono uti-lizzate quando si sente odore di campagnaelettorale ma l'Idv vive davvero una realtàche non esiste e lo dimostra l'assurda propo-sta lanciata dal Commissario Provinciale cheinvita il Pd e il centro sinistra all'unità.Grandioso, rimetteteli insieme Tucci edAmmendolia se ci riuscite!Intanto approfittiamo di queste colonne perlanciare una proposta concreta sulla quale cipiacerebbe conoscere l'opinione diAmmendolia, Campisi e Tucci, se volesseroessere così gentili da risponderci.Caulonia Marina è un paese orribile, figliodella devastazione edilizia ed ambientale. Einvece di continuare a cementificare il terri-torio si potrebbe optare per l'edilizia zero,per il recupero dell'esistente al fine di miglio-rarlo. Perché non vi impegnate, nei prossimicinque anni, a fermare un'inutile espansioneedilizia e ad investire su quella a impattozero?

IL PUNTO

Litigi in casa Tucci.Cagliuso avanza la suacandidatura a sindaco escompiglia le carte. E sealla fine FedericaLoccisano volessediventare la primadama?

Ilario Ammendolia e Attilio Tucci passno in rassegna le lori truppe. Campisi,come è sua abitudine antica, sembra non dare segno di vita e. come l stelle diCronin, sta a guardare. Infuria sul web la polemica bassa e meschina.

Sarà anche la guerradi Piero? (Campisi)?

IL DITO NELL’OCCHIO * LA DISCARICA DI CASIGNANA

L'apertura d'una discari-ca non rientra nel libe-ro arbitrio del sinda-

co, della giunta, del consigliocomunale. Né a Casignana néaltrove. È, viceversa, stabilitadal Governo, che individua isiti, autorizza e dà il via liberaalla sua realizzazione. I sinda-ci possono accettare o ribel-larsi: ma senza successo.Comunque, il sindaco diCasignana, dr. Pietro Crinò ,commendevole sotto il profi-lo istituzionale, non s'oppose.Nacque la discarica, che,come tutte le discariche, è ildemonio, e le fiamme infer-nali non si fecero attendere

da parte dei difensori unicidella salubrità del territorio.La cui arroganza è senzalimiti. Non c'è sulle discariche

e su questa discarica diCasignana che la loro verità,non bisognevole né di argo-menti scientifici né di prove,

come avviene per le dodicitavole di Mosè. E ci chiedia-mo non senza tremito se lalinea di sviluppo dei nostripaesi debba dipendere daquesti Aristoteli senza filoso-fia. I quali sembrava che unpunto di vantaggio l'avesseroconquistato con la confiscadella discarica casignanese egli arresti domiciliari del sin-daco e dell'ing. AntonioCrinò, e altri. Gioia cinica dibreve tempo. Con decisonerecente del Gip il sindaco e ilfratello sono tornati in pienalibertà. E noi ci domandiamose la detta discarica sia unarisorsa o una maledizione.

Non ci domandiamo, poichéquesto è, se è stata la salvez-za dei comuni viciniori e delcomune di Reggio Calabria. Non c'è dubbio. La discaricadi Casignana è una gran risor-sa finanziaria per il comune.Utilizzata con grande respirosociale dal Sindaco. Che haassegnato ai giovani del luogo400 borse di lavoro di 500euro cadauna, e con borse distudio assiste gli studenti uni-versitari di Casignana. E mas-sici interventi sulla cultura,Quale sindaco può dire diaver fatto tanto, e di tantopregiato? E, tuttavia, è scivo-lato agli arresti domicialiri. IlVangelo aveva bisogno d'ave-re rinverdita la sua frase piùspietata: fai pure del bene,ma ricordati che te ne verràingratitudine. Per abbondare,ci sono stati gli arresti domici-liari. Revocati, poi.

Risorsa o maledizione?

la Riviera

DOMENICA 26 FEBBRAIO 2012 LA RIVIERA 15

Ogni tot giorni tocca a tutti il girone infer-nale del pagamento delle bollette.Alcune non si possono pagare daltabacchino e le operazioni sul proprio

conto corrente è necessario farle allo sportello. Perme la giornata è il 16, quando arriva la pensione etocca lasciarne più di metà in tasse, bollette e finan-ziarie. Quel giorno pioveva, non forte, ma piove-va. Si correva il rischio di inzupparsi e bagnare tuttii documenti. E visto che bisogna essere lì fin dallesette e mezza, che sia pioggerellina o una brevespruzzata, prendersela per un'ora di fila, non è pia-cevole. Pazienza per me, ma per i pensionati che sierano riuniti come un gruppetto di gatti bagnatisotto un cornicione di un palazzetto vicino? E lesignore? Se pur anziane ci tengono a non rovinar-si i capelli e gli abiti, e poi, perché dovrebbero?Perché tutto deve diventare complicato, anchesvolgere i propri doveri pagando le tasse?Basterebbe una pensilina, come ce l'ha la fermatadel bus poco distante, per riparare vecchi e giovanidall'acqua in attesa dell'apertura dell'ufficio posta-le. A dirla con Palazzeschi “chissà se nemmeno cel'ha, una grande città”. Ma costruirla sarebbe ungesto di affetto nei confronti soprattutto dei piùanziani, che lo gradirebbero molto. Con le lorochiacchiere la mattina presto in attesa dell'apertu-ra della posta, rinverdiscono i tempi della Sidernopassata e ci fanno sentire il polso dell'umore rispet-to alle manovre governative. Una pensilina racco-glie, stringe, riscalda, favorisce le chiacchiere, lediscussioni, il confronto. Fa sentire più vicini eaccomuna. Una pensilina soltanto.

Lidia Zitara

Siderno

Sotto la pioggia inattesa dell’aperturadell’ufficio postale

Si è formalmente costituita a Milano, presso laredazione di White Sposa, il 22 febbraio 2012,l'Unione WPI (Wedding Planner Italia), primaassociazione di categoria aderente allaConfcommercio di Pesaro e Urbino. Negli ultimi anni, il settore del wedding ha vissutouna crescita esponenziale e l'evento matrimonio haacquisito, accanto alla tradizionale dimensionefamigliare, una dimensione sociale e pubblica sem-pre più rilevante. Da qui il coinvolgimento crescen-te di professionisti e lo svilupparsi, anche nel nostroPaese, della figura del wedding planner o organiz-zatore di matrimoni. L'Unione WPI nasce dallavolontà di definire la figura del Wedding Planner edi regolamentarne la posizione, a beneficio deglistessi professionisti e delle coppie di sposi affinchéquesti possano avere interlocutori onesti e prepara-ti a svolgere il delicato compito che viene loro affi-dato. Nello statuto la definizione: “si definisceWedding Planner la persona che svolge attività diconsulenza per la regia completa di un matrimonioed è presente il giorno del matrimonio stesso. Leattività prevalenti di un Wedding Planner sono pro-gettazione, ideazione e creazione di un evento. Nonsi può definire Wedding Planner la persona che for-nisca esclusivamente servizi parziali e che non siapresente il giorno del matrimonio” La fondazionedell'Unione WPI è avvenuta alla presenza di 15Agenzie provenienti da tutta Italia ed il Presidente,eletto all'unanimità, è il pesarese Stefano Pinto, di360° Wedding Planner. Una squadra tutta “rosa”compone lo staff di presidenza: vicepresidente vica-rio è Ilaria Badalotti, vicepresidenti sono SimonaFailli e Stefania Severino. Come previsto nel pro-gramma di presidenza sono state costituite varieCommissioni di lavoro per la migliore operativitàdell'Unione WPI ed il massimo coinvolgimentodegli aderenti.

Nasce l'UnioneWedding Planner Italia

Primo marzo a Caulonia

Bovalino *La dura lettera di congedo di frate Renzo

ANTONELLA ITALIANO

Bovalino, domenica 19 febbraio 2012. Unmessaggio, firmato dell’attuale parroco dellaChiesa San Nicola di Bari, gira per la comu-nità. Lo riportiamo integralmente:“Grazie a Dio e a voi! Bella Calabria! Sempreho detto a tutti che è la più bella regione d’Italia.Al termine di questa mia presenza, desidero rin-graziare tutti. Le tante persone che hanno colla-borato con affetto e sincerità, perpetuando lafede degli antenati e l’opera svolta dai sacerdo-ti, specie dal caro padre Costante...Un graziespeciale ai padri Consolaro, Ferraro e Pittarello,che hanno condiviso con me il servizio dimo-strando tanta fraternità francescana. Il ringra-ziamento più grande, senza ombra di dubbio,va alle persone che mi hanno offeso, denigratoe accusato pure al vescovo, specie per aver ionegato l’assoluzione nel sacramento della peni-tenza: non a noti mafiosi o a grandi peccatori,ma a persone semplici, anziane che non rico-noscendo alcun peccato o giustificandosi, onon dimostrando pentimento, non possedeva-no le condizioni necessarie previste.

Grazie! Per aver messo alla prova la mie fedeltàalla dottrina cattolica. Non loro, ma satanavorrebbe il contrario. Non lo posso fare. Se undomani lo facessi sappiate che sarei un tradito-re. Io non mi sono voluto al mondo e torneròpolvere. Quello che ho di prezioso l’ho ricevuto:l’anima, la fede, il sacerdozio. Come posso perderlo per compiacere umana-mente?! Grazie a tutti perciò, perché tutto è gra-

zia”. (frà Renzo Gobbi)Così, Padre Renzo, saluta la comunità chel’ha rifiutato, giudicato e condannato,costringendolo, dopo cinque mesi dall’arri-vo, alla partenza. Il timbro a tutta la faccendal’ha messo il vescovo Morosini.Che cosa è accaduto, dobbiamo domandarci,visto e considerato che sempre un alone dimistero accpompagna il tasferimento deipreti, e qui sarebbe il caso di dire la loro rimo-zione. Un sacerdote è, per definizione, laguida spirituale del paese, per ciò stesso nonpuò stare alla retroguardia. Padre Renzoaveva questa consapevolezza. Voleva guidareil suo gregge, secondo una visione francesca-na delle cose, e questo non è piaciuto.Piacciono, viceversa, i preti compiacenti, ipreti ubbidienti alle gerarchie ecclesiastiche, ipreti permissivisti. Padre Renzo è un sacer-dote tutto d’un pezzo. Ma non aveva fatto iconti con il passato, i costumi, le abitudinidella Chiesa di Bovalino e dei suoi fedeli.Ritorna il vecchio parroco Don Giuseppe, ilquale avrà sicuramente un gran da fare inquesta parrocchia bovalinese. E che Dio lamandi buona.

L'Alleanza con la Locride e la Calabria torna nuovamenteper le strade e nelle piazze per far sentire forte e decisa lapropria voce. E sceglie proprio Caulonia, teatro del recenteatto intimidatorio subito dal Gruppo Coperativo GOEL,per riconfermare l’impegno nel contrasto alla 'ndrangheta ealle massonerie deviate.La festa e manifestazione del "1 marzo", giunta ormai allaquinta edizione, torna, quindi, ad avere sede in Calabria.Ricordiamo che nel 2008 si tenne a Locri, nel 2009 aCrotone, nel 2010 a Reggio Emilia (spostandosi al nord, unanno su tre, in un territorio a forte infiltrazione mafiosa), nel2011 a Villa San Giovanni.La scelta di Caulonia mette in evidenza le tante realtà posi-tive che costruiscono una Calabria nuova, promettente, inun momento di grande crisi e difficoltà economica. Realtàche recentemente sono state fatte oggetto di una recrude-scenza violenta della 'ndrangheta un po' in tutta la Calabria.

Il tema “lavoro, sviluppo, legalità” mette all'ordine del gior-no l'esigenza di coniugare la repressione al lavoro e allo svi-luppo, non più elemosinato dall'alto, ma rivendicato comepossibilità reale dalle centinaia di enti, cooperative, impren-ditori, amministratori, che oggi in Calabria costruiscono l'al-ternativa giorno per giorno.Come ogni anno, la giornata verrà aperta con un segno disperanza. Alle ore 11.00, infatti, alla presenza delle autorità,della stampa e dei rappresentanti di enti ed organizzazionilocali e nazionali, GOEL inaugurerà solennemente ilRistorante Culturale multietnico in Contrada Carubara, aCaulonia, già danneggiato da un ordigno esploso la seradella vigilia di Capodanno.Il significato è chiaro: GOEL e i tantissimi Calabresi onesticontinueranno decisi sulla strada del cambiamento.Alle ore 14.00 i partecipanti, radunatisi a CauloniaSuperiore in piazza Bellavista, si muoveranno in corteoattraverso il centro storico con arrivo in piazza Mese, dovesarà allestito il palco ed una serie di stand espositivi di realtàlocali e dell'Alleanza.Alle ore 15.00 inizieranno gli interventi dal palco, con salu-ti delle autorità locali e non, interventi degli ospiti, degli entidell'Alleanza e del GOEL. Infine grande momento di festacon concerti, e momenti artistici di forte profilo sociale.Per informazioni: [email protected]. L'Alleanza con laLocride e la Calabria (www.goel.coop/alleanza) nasce nel2008 ed è stata sottoscritta ad oggi da 748 Enti e 3179Persone in Calabria e in tutta Italia. Si pone come obiettivola libertà e la democrazia in Calabria opponendosi alla‘ndrangheta e alle massonerie deviate tramite la partecipa-zione attiva e il mutualismo cooperativo ed economico.L’Alleanza sostiene, inoltre, gli sforzi nelle altre regionid’Italia per contrastare i processi di infiltrazione di questipoteri di morte. Ogni anno il 1 Marzo l'Alleanza si ritrova inpiazza a festeggiare e manifestare i propri intenti.

Quando un prete fa le valigie

In una terra, ferita recentemente da atti intimidatori, si scende in piazza perparlare di “Lavoro, sviluppo, legalità”. Caulonia e il Goel riconfermano conforza l’impegno nel contrasto alla ndrangheta e alle massonerie deviate

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Diciamolo pure, i fiori sono una parte importantissima nella buona riuscita del matrimonio.Sarà perché danno personalità all’evento, sarà perché decretano in parte lo stile… quandoarriva il momento di sceglierli si entra nel panico! Tra gli sposi che vogliono strangolare ilfiorista e quest’ultimo che vuole regalargli fiori di loto pur di non sentirli più, non si sa maida dove iniziare. Una volta scelto il fiorista, non perché si tratta di “quello di fiducia”, maperché è un rinomato allestitore floreale per eventi, possiamo seguire alcuni punti ben pre-cisi: stagione, stile, budget a disposizione. Sfatiamo l’idea che i fiori della chiesa debbanoessere obbligatoriamente uguali a quelli del ricevimento, nessuna legge della costituzioneobbliga ciò! Se non è il vostro fiore preferito scegliete qualcosa di diverso dalla classicarosa, la natura ci regala tantissimi tipi di fiori e quindi approfittiamone! Evitate chiese trop-po piene, risulterebbero grottesche, bisogna equilibrare l’allestimento in base alle pro-porzioni della stessa andando a lavorare solo i punti vuoti che lo richiedono. Scegliete ilbouquet in base alla vostra corporatura e allo stile dell’abito, non è bello vedere una sposi-

na non troppo alta che porta un bouquet che tocca terra… per grandi allestimenti sceglietesempre e solo fiori di stagione: durano di più e costano meno! Non c’è cosa più bella chesedersi al tavolo con una mise en place curata nei dettagli, oltre al palato anche la vista devetrovarvi godimento. Bandite le vecchie e tristi ciotoline con quattro fiori, si può semprespendere poco ingegnandosi! C’è chi dice che si può andare dal fiorista anche due mesiprima, noi preferiamo che il flower designer venga interpellato una volta deciso il progetto,quindi anche sei mesi prima! Per il 2012 mettiamo da parte le sfere e riprendiamo allesti-menti dallo stile bubolico e romantico, date spazio allafantasia e usate fiori che vanno dall’ortensia,all’orchidea, il lisiantus, i tulipani e riscoprite igraziosi anemoni e ranuncoli. Lasciamo agliagriturismi e alle sagre di paese i girasoli che, pursempre belli, danno un tocco troppo country!

Fiori al Wedding di questa settimana,ma non solo. Bomboniere, segnaposto,decorazioni e i consigli di Angela Crupi.Un viaggio che inizia di buon mattinoda casa degli sposi; perché è lì che, salu-tati dall’emozione di mamme e papà, lefuture mogli e i futuri mariti faranno gliultimi scatti fotografici da “figli”, per

scrivere le nuove pagine della loro vita.Spose, non siate ansiose per questo, agliambienti e alle giuste decorazioni flo-reali penseranno gli esperti, una presen-za costante nel percorso del matrimonio,la vostra sicurezza!

Scegliere il tema, e affidarsi agliespertiCosa piace alla sposa? Qual è lo stile delmatrimonio: country, elegante, classico?Queste le prime domande che AngelaCrupi rivolge alle sue clienti, poi conprofessionalità e competenza indirizzasui dettagli: il tipo di fiori, i posti in cuidevono essere sistemati, i colori delmomento, quest’anno rosa antico, verdee turchese per esempio. Non tutti i fiorie i colori sono indicati nei contesti scel-ti per il matrimonio. D’altronde il fiore èil re della festa, non rischiate di farlopassare in secondo piano con scelteavventate. In una chiesa grande, infatti,un colore troppo chiaro rischia di dissol-versi, per contro le tonalità accese riem-piono gli ambienti, soprattutto se intona-te con gli affreschi presenti in navata. Siconsigliano fiori bianchi con tessuti enastri colorati. Importante è scegliere iltema, che sarà poi ritrovato in ogni det-taglio.

Un colore per ogni stagioneNon temete se amate dei fiori fuori sta-gioni, Angela Crupi ve li farà avere. Ciòche si deve scegliere con cura è il colo-re, ricordando che ogni stagione ha ilsuo. In inverno spazio al candore dellaneve e alla stravaganza leggera dellepiume, ma in un bel contesto di rosso oarancio. In primavera il calore di rosa

antico, verde, e giallo richiamerà laPasqua e la luce di giardini e paesaggi,finalmente liberi dai grigiori dei mesifreddi. Per l’estate si consigliano coloritenui come salmone, turchese, verdeacqua, rosa e argento; mentre in autunnole tonalità del marrone si rifaranno allenuove vesti di boschi e piante, con quel-l’accezione viva che portano alle compo-

sizioni i colori rame, brunito, verdescuro, dorato e viola.

I fiori, presenza discreta e costanteDi buon mattino i parenti degli sposi riti-rano le composizioni per decorare lecase: una va posta in camera da letto eduna in soggiorno o in cucina, accanto albuffet di dolci. In base al tema scelto peril matrimonio, le composizioni potrannoessere a specchio, a sfera o pendenti.Angela Crupi fornirà anche piante in pre-stito per decorare gli ingressi e le scale.Grande attenzione, inutile dirlo, va dedi-cata alla scelta del bouquet della sposa, aquelli delle damigelle, e ai fiori all’oc-chiello. Ma lo sguardo di tutti sarà punta-to su di lui, l’ultimo dono del fidanzato(perché presto futuro marito, lo precisia-mo): il bouquet dello sposo. “Lui” deveessere perfetto e romantico, come vuolela tradizione, per questo affidatevi algusto di persone competenti. AngelaCrupi creerà la perfetta sinergia tra que-sti fiori e quelli che decoreranno altare,mensa, e banchi. E, a parte le decorazio-ni all’ingresso della chiesa, piante anchefuori, come sfiziosi alberelli a pallonci-no. Il ristorante, invece, allestito il giornoprima, avrà composizioni sui tavoli degliinvitati, fiori per segnaposto, ringrazia-menti, e fiori nelle martingale dellesedie.

Il riso, augurio di benessereIl riso sarà portato in chiesa, decoratoanch’esso con temi floreali, e posto incomodi sacchetti, coni, e forme varie.Un omaggio gratuito di Angela Crupiper la famiglia nascente. Il lancio delriso agli sposi sul sagrato della chiesa, o

all’uscita dalla sala comunale, è un veroe proprio rituale. Il significato è l’augu-rio di benessere e abbondanza cheparenti ed amici fanno alla nuova fami-glia che si è appena formata.

La confettata in tono con il tema dellacerimoniaLa confettata è una tradizione radicatanel nostro paese. Caduta in disuso, oggitorna di moda rivisitata e trasformata inun momento di esperienza sensorialegrazie alla varietà di gusti infinita. Cosìi confetti, da sempre protagonisti delmatrimonio, assumono un ruolo ancorapiù importante. Due elementi sonoimportanti: i confetti della migliorequalità (classici alla mandorla e daigusti più curiosi ed eccentrici) e le alza-te in vetro o piatti in argento o sacchi distoffa che li decorano. La confettata èdisposta solitamente all’entrata dellalocation, accanto al tavolo degli sposi, oaccanto al buffet di dolci. Una vera ten-tazione per i bambini, e forse, non soloper loro.

Bomboniera, la prima scelta in cop-piaPorcellana, ceramica, vetro soffiato,spesso argento, Angela Crupi consigliaconfezioni Rdm e Ad e le linee bombo-niere Wald, Solara, Mara Bruni, AnnaDe Luna. Gli sposi, contrariamente aquanto avviene per i fiori (dove è la

donna ad occuparsene), all’appunta-mento con le bomboniere arrivanoinsieme. Individuato l’oggetto pongo-no grande cura alla confezione,anch’essa va di pari passo col temadella cerimonia, e i fiori, affiancati aitessuti di lino, raso, taffetà, pizzo,diventano graziosi ricordi da conserva-re, in bella mostra sulle vetrerie. Sulnumero di confetti qualche dubbioancora c’è, ma l’importante è che sianodispari! Agli sposi Angela Crupi dedi-ca tutto l’impegno necessario affinchèil risultato sia eccellente ed emozionan-te. Tutte le fasi sono importanti, ognidettaglio è prezioso. La magia delrisultato finale dipende dalle piccolecose. Anche la vita, del resto, è così.

A proposito di...

JOLE FIGLIOMENI IN ESCLUSIVA

C. Il comune di Siderno si è costituitoparte civile contro AlessandroFigliomeni, tuo padre.F. Si. Voglio solo ricordare che nellaprecedente maggioranza non c'era nes-suno che voleva la costituzione di partecivile nel Processo Congiusta. Il sindacodi Siderno si è costituito poi comeAssociazione dei Comuni. C. Figliomeni come uomo ha votato perla Costituzione di parte civile?F. Si l'ha fatto.C. Quindi Alessandro Figliomeni l'haconsiderata una cosa giusta?F. Certo. La costituzione di parte civileè uno strumento importante e può rap-presentare un modo in piùper esprimere con forza deiprincipi che comunque dovremmoesprimere ogni giorno.Io ho rispetto dell'istituzione, per que-sto mi permetto di esprimere una miamodesta opinione dicendo che l'auto-matismo svilisce lo strumento di costitu-zione di parte civile, nel momento in cuidiventa un automatismo costituirsi ono, non fa più alcuna differenza. Dettoquesto é chiaro ed evidente che la costi-tuzione contro mio padre la trovomolto preoccupante per chi l'ha fatta. Siassumeranno le responsabilità. Chiconosce mio padre sa il cuore che ci hamesso e i sacrifici che ha fatto per la

città.C. Secondo te l'attuale consiglio comu-nale di Siderno si è costituito parte civi-le nel processo Congiusta perché il pre-cedente governo non si è costituito?F. Non credo per questo. Ho l'impres-sione invece che non solo l'amministra-zione di Siderno ma tutte le ammini-strazioni calabresi stiano agendo sul-l'onda della paura.C. Quindi le amministrazioni comunalicalabresi non sono libere?F. Secondo me no.C. Una intimidazione psicologica?F. Assolutamente. C. Un sindaco vale se si costituisce partecivile?F. Questo è il concetto che sta passando,ma non va bene.

C. Da cittadina Sidernese,da chi vorresti essere

amministrata tra Ritorto, Panetta oCherubino?F. Panetta.C. Come mai?F. Penso che sia il meno peggio. Ha piùesperienza, più rigore. Fra i tre pur noncondividendo le posizioni politiche, vor-rei essere amministrata da MimmoPanetta e non dagli altri due.C. E l’attuale sindaco?F. Secondo me non ha le caratteristichegiuste.C. Ma tu vuoi bene a Riccardo Ritorto?F. Riccardo Ritorto preferirei non com-mentarlo, perché mio padre mi ha inse-

gnato una cosa: se puoi dire qualcosa dibuono su qualcuno dilla, altrimenti taci.C. Quindi tu taci?F. Si.C. Per il riscatto di Siderno condurrestiuna battaglia da candidata? F. Si la condurrei perché abbiamo tanterisorse giovani in grado di portare signi-ficativi contributi ad una cittadina,comunità e territorio che mai comeoggi ha sete di riscatto, di orgoglio e didignità. Ci tengo a precisare un fatto importan-te, io in un consiglio comunale stavo pervotare contro la mia maggioranza peruna questione di principio.C. Cioè?F. Avevamo proposto una rivisitazionedi uno strumento statutario e di fronte adelle proposte dell'integrazione dellaminoranza, che io non condividevo per-ché le ritenevo tautologiche e insignifi-canti. Poi, sono stata richiamata dal sin-daco (mio padre) e dalla maggioranza el'ho fatto per spirito di democrazia e disquadra. C.Ma la Calabria è considerata da più edai più sapienti una terra di altissimeproblematiche criminali.F.Si, ma credo che sarebbe più esattodire sociologiche. La Calabria e laLocride in particolare avrebbero biso-gno a breve termine di un sociologo difama internazionale.P. Che significa?F. Ci pensi direttore, ci pensi.

L’INTERVISTA

DOMENICA 26 FEBBRAIO 2012 LA RIVIERA 18

IN EVIDENZA“Su Ritorto la migliore cosa è tacere: dice bene mio padre»

Ho l'impressione che le amministrazioni calabresistiano agendo sull'onda della paura. Non le vedo libere,sembrano assoggetate piscologicamente

PASQUINO CRUPIMATTEO RASCHELLÀ

Tra Ritorto, Panetta e Cherubino, Panetta è ilmeno peggio. Ha più esperienza, più rigore.Pur non condividendo le posizioni politiche,come cittadina vorrei essere amministrata daMimmo Panetta e non dagli altri due

«Io ho rispettodell'istituzione, per questomi permetto di esprimereuna mia modesta opinionedicendo che l'automatismosvilisce lo strumento dicostituzione di parte civile,nel momento in cuidiventa un automatismocostituirsi o no, non fa piùalcuna differenza. Dettoquesto é chiaro edevidente che lacostituzione contro miopadre la trovo moltopreoccupante per chi l'hafatta.»

DOMENICA 26 FEBBRAIO 2012 LA RIVIERA 19

la Riviera

L’EDITORIALE

Il sorriso sdentato di Sidernodi ERCOLE MACRI

E’accaduto pochi giorni fa,esattamente lunedì 13 feb-braio. Siamo nell’aula del

Consiglio comunale di Siderno. IlCivico consesso è aperto.Rimbomba la voce del presidente.Udite, udite: lo stato municipaledella città contro AlessandroFigliomeni.Ovvero contro l’ex sindaco nato aSiderno il 13 giugno 1955. 57 anni.Imputazione. Mafia. In attesa di giudizio nel carcere dimassima sicurezza di Parma da più diun anno.Presiede il dottor Vincenzo Mollica,già assessore in precedenti governi dicentrodestra, sindacature Figliomeni1 e 2 comprese.In Consiglio siedono nella loro vesteistituzionale anche altri protagonistidella scorsa legislatura, che a suotempo hanno votato o fatto votareno, ripeto no, alla costituzione diparte civile del Comune nel Processorelativo all’assassinio di GianlucaCongiusta.Il 13 febbraio si vota per alzata dimano. Risultato: 16 a 0. Tutti contro Alessandro il Santista.Unanimità. Da maggioranza e opposizione ununico verdetto: «Attraverso la costi-tuzione di parte civile la nostra cittàdeve recuperare il danno d’immagi-ne subito ed essere per questo risar-cita ». C...! direbbe a questo punto ilComandante De Falco, c...! debbonoaver detto a questo punto dentro disé i nostri 16 eroi.Ora i sidernesi e tutta l’opinionepubblica della Locride possono staretranquilli. Perché la costituzione diparte civile sarà pure un elementoche alza l’audience, ma è un elemen-to utile (giustissimo, non sono certocontro il provvedimento) affinché insede processuale le cose venganofatte con il massimo impegno.Attraverso questo atto i rappresen-tanti del popolo sovrano di Sidernomirano a cancellare ogni minimodubbio sulla loro sete di giustiziaattraverso la più puntigliosa attenzio-ne sull’accertamento della veritàprocessuale che conduca a un ver-detto di colpevolezza (o di assoluzio-ne, perché no, non sono mica for-caioli a prescindere). In quella vigilia di San Valentino,data che ricorda amori e orrori, nonè stato manifestato odio versoFigliomeni. No. Siderno ha solovoluto riacquistare peso, rispetto efors’anche l’onore perduto. Per cuioggi e ancor più domani potrà guar-dare negli occhi, senza abbassare losguardo, chi ha amato per anni.Succede nelle migliori storie.Ma la Calabria, la Locride, Sidernopossono continuare a nutrirsi solo di

colpevolezze e innocenze, di 41 bis,scadenza di termini e confische?Siderno, sì Siderno la dinamica, sem-pre diversa dagli altri nel comprenso-rio, può continuare a non avere unprogetto di sviluppo serio? E puòcontinuare a pensare che la crescitasociale, la creazione di ricchezza e inuovi posti di lavoro scaturiranno daun numero sempre più elevato digazzelle che illuminano di blu le suenotti di arresti?Per non cadere nello squallore dellanternino, senza accanirci, andiamoavanti con ordine utilizzando treSimboli.Primo, il simbolo dell’anarchia. Unazona di espansione residenzialecome la Pellegrina che va avantisenza concessioni edilizie, ormaipiena di ecomostri non finiti e con iproprietari che massacrano possibilicrescite urbanistiche esemplari conun’anarchia da Cityville Secondo, il simbolo di una vocazio-ne. Una villa comunale, cuore e pol-mone della città, piena di topi perl’incuria e l’abbandono che la conno-tano, prigioniera in una gabbia. Terzo, il simbolo della decadenza.Testimone un albero di Natale tristegià alla vigilia come nel giornodell’Epifania. Posto proprio lì, al cen-tro della piazza principale, naufraga-ta anch’essa nella oceanica decaden-za del baricentro della Locride. Siderno appunto, capitale economi-ca e faro della Locride, come l’han-no definita (semplifico molto) daqueste pagine rispettivamenteFranco Guglielmelli e PasquinoCrupi, non si confronta più con lesue scuole di formazione, con i suoicommercianti, con gli imprenditori.Non investe e non attrae investimen-ti. Siderno non sorride più, e quando lofa si mostra sdendata.Irriconoscibile, soprattutto per colpadi una classe politica mediocre impe-gnata a litigare per accaparrarsi altee future poltrone spacciando legalità.No. Siderno non può più barattare lasua natura di luogo del mondo piùche di questa Calabria, figlia di unaciviltà che, grazie a Dio, sa distingue-re contorni e primi piatti.Di un Paese che convive anch’essocon la sua muffa, ma che non fa diessa la materia prima del suo brodo. Stuprata da guardie e da ladri,Siderno potrà mai spazzare via la suadecadenza solo con code di paglia etrovare nuova luce con quattro paliin più fissati per l’illuminazione dellafesta patronale?Avvolta nei luoghi comuni, intrisanella banalità, immersa nellapochezza, ripete al vento di procede-re veloce. Ma in verità non staandando da nessuna parte.

La

Lettere, note e schermaglie

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la RivieraRegistrazione Tribunale diLocri (RC)n. 1 del 19/06/1998R.O.C. n°11602 del 02/11/98Questo periodico è associato all’Unione Stampa PeriodicaItaliana AmministratoreUnico Rosario Vladimir Condarcuri

COLLABORATORI

Anna Laura Tringali, MaraRechichi, Ruggero Brizzi,Benjamin Boson, Nik Spatari,Angelo Letizia, Marilene Bonavita,Francesca Rappoccio, MarioLabate, Franco Crinò, MarcoAndronaco, Isabella Galimi ,MariaTeresa D’Agostino, GiovannaMangano,

DOMENICA 26 FEBBRAIO 2012 LA RIVIERA 20

Direttore responsabile PASQUINO CRUPIDirettore EditorialeERCOLE MACRÌIn redazione: M ARIA ELENA FILIPPONE, MATTEORASCHELLÀ, DOMENICO MACRÌ, ANTONIOTASSONE, MARIA GIOVANNA COGLIANDRO,ANTONELLA ITALIANOEditorialista: GIOACCHINO CRIACOArt Director: PAOLA D’ORSAImpaginazione: EUGENIO FIMOGNARI

Pronti per il costumeKAPPADUE di RUGGERO CALVANO

L'inverno volge altermine e da noidopo le bizze di

marzo si andrà velocemen-te verso il caldo. Voi que-st'anno rischiate di avereun vantaggio, arrivandoalla prova costume estivatonici e magri. Lo sapeteperché, non fate finta.Ormai vi state avvicinandoa grandi passi verso laGrecia e loro, i greci, sonogià magri fin da adesso.Miracolo? No, ci hannopensato i tedeschi, e lagrassoccia cancelliera teu-tonica ha in mente di rifi-larvi la stessa dieta. Non viscervellate, non è quelladissociata o quella cheriduce i carboidrati, nem-meno è un aumento del-l'attività fisica che è anzipressoché abolita. Nientecibo, molto semplicementevi metteranno a stecchetto.E non fate finta di nonsaperne nulla, anche seimpegnati tra carnevali esan Remo un'occhiata ai tgl'avrete data, no?L'Europa, la Merkelsostanzialmente, ha chie-sto e continua a chiederetanti di quei sacrifici ai fra-telli ellenici, che a furia ditirar la cinghia non riesco-no a mettere in tavolaaltro che patate e pastascondita. Avete capitobene. Quello che fino a

qualche mese fa si ritenevaimpensabile per un paeseoccidentale si è verificato,penuria di cibo. Carenzealimentari. I bambini, nellescuole e negli asili, inizianoad avere sintomi di caren-ze nutrizionali. Quello chepensavate voi, e cioè che lacrisi al massimo avrebbeportato a un taglio neglieccessi del benessere, èuna pia illusione. I tede-schi oggi affamano i fratelligreci e domani affameran-no voi. E' una vendettabarbara, anzi una vendettadei barbari. Le popolazio-ni nate dalle civilizzazionigreche e romane, attuanoa secoli di distanza unavendetta storica. Ribaltanola storia e vogliono mette-re voi nelle capanne nellequali i vostri antenati licostringevano un tempo.Ed è inutile piagnucolare, icelti sono cuori duri e nonvi daranno da mangiare. Enon riponete in noi levostre speranze, sono anniche dico di prendere lezappe. Da noi, inAspromonte, già fannocapolino le fave, i piselli, ilgrano e tante altre buonepiante. E mi dispiace dir-velo, ma l'unica vostra spe-ranza sarà che sia annatadi ghiande, solo così potre-te cuocervi il pane nero diun tempo.

Egr. Direttore,intendo vivamente compiacermi per l'azzeccata sceltadi dedicare ampio spazio alle storie significative dialcuni giovani imprenditori che vivono ed operano in

Calabria, specificatamente nellaLocride. Si tratta, come egregiamenteha fatto intendere l'estensore dell'arti-colo, di esempi da imitare, di idee dasostenere, progetti da coltivare pernon disperdere un patrimonio, dirisorse umane e culturali, che puòcostituire un volano sul quale edifica-re il rilancio e la ripresa dell'economiaregionale e (perché no?) il riscattosociale della Calabria. ComeAssessore Regionale ho, da subito,creduto fortemente nel ruolo dei gio-vani, nella loro capacità di acquisire

una formazione culturale in grado di dare loro consa-pevolezza della funzione economica ed etico-socialedell'impresa. Non vi è dubbio che i nostri giovani sonocostretti a scontare un gap fatto di ataviche incrosta-zioni, ma sono altrettanto certo, per convinzione per-sonale e formazione politica, che i nostri giovani pos-siedano piena ed incondizionata capacità di approfon-dire la conoscenza legata alle problematiche economi-che, politiche, sociali, tecniche ed aziendali nonché diapplicare, in termini di impegno quotidiano, questacrescita professionale arricchita da valori fondamenta-li come la libera iniziativa e la cultura d'impresa.In questa ottica plaudo all'iniziativa de “La Riviera”che invito a proseguire su questa strada orientata asensibilizzare opportunamente la classe politica, le isti-tuzioni ai vari livelli, la stessa società civile, stimolandoriflessioni e conseguenti assunzioni di responsabilitàrispetto alle iniziative da intraprendere per favorire unreale sviluppo della Calabria. Nella mia qualità dicomponente del governo regionale, titolare della dele-ga alle Attività Produttive, ho cercato di privilegiare ilrapporto con una classe imprenditoriale giovane chein Calabria sta lavorando in modo egregio, riuscendoa sfatare vecchi stereotipi ormai superati. Anche perquesto sono stato stimolato ad attivare azioni concre-te ispirate ad una concezione innovativa tendente anon generare mera attivazione di spesa pubblica mache, invece, punta a scardinare le classiche logichedella finanza agevolata, che hanno spesso prodottoeffetti distorsivi sul sistema economico regionalesostenendo iniziative che nel lungo termine non sonostate in grado di permanere sul mercato. I nostri obiet-tivi, per espressa volontà e per coerenza di visionepolitica, sempre condivisi con il tavolo del partenaria-to economico, puntano all'attivazione di azioni chepossano creare reali condizioni di sviluppo e produtti-vità in un'ottica di sostenibilità economica e di valoriz-zazione delle risorse disponibili (umane, culturali,naturali ecc.). Per tutte queste ragioni “La Riviera” mitroverà sempre presente e disponibile in questa batta-glia a difesa dei calabresi che vogliono continuare avivere ed operare nella loro terra.

Cordialmente, Antonio CaridiNon voglio essere scortese e credo di non essere scortesese all'apprezzamento dell'assessore Antonio Caridi,replico che noi non operiamo per ricevere apprezzam-menti. Che, comunque, fanno sempre bene. E dei qualiringrazio. La nostra è azione meridionalista , al di fuoridela Destra e della Sinistra, tutte e due governative, quin-di tutte e due contro il Mezzogiorno e la Calabria. Mipare, poi, di potere intendere che l'assessore AntonioCaridi è inteso a sostenere le iniziative della meglio gio-ventù della Locride. Si può fare un convegno non dichiacchiere. Potremo parlare anche dell'altimetria prefet-tizia, cioè della dottrina secondo la quale sopra i 300metri dal livello del mare la meglio gioventù è mafiosa.

Antonio Caridi a "la Riviera":Mi complimento per l'azzeccata scelta di dedicareampio spazio alle storie di giovani imprenditori Calabresi

C’È POSTA PER NOI

LA COPERTINA DE “LA RIVIERA” DEL 19-02-2012DEDICATA DA NOI AD ALCUNI GIOVANI IMPRENDITORI DELLA LOCRIDE

PINO ROTTA

Quo t i d i a n a m e n t ebombardati dallepolemiche e con-tropolemiche sullalegalità, sulla mala-

politica, sul degrado cittadino,perdiamo di vista quella cheforse è la radice della questionemorale di questa città (che daventi anni è abbastanza diffusa intutta l'Italia): le miserie della pic-cola borghesia!Detta così potrebbe sembrare ilrichiamo ad un vecchio film diLuis Buñuel e forse rivedere ilfascino discreto della borghesianon farebbe male.

Magari in un corso di alfabetiz-zazione per adulti non ai ragazzidelle scuole.Il punto è che l'illegalità e la col-lusione con la criminalità nonsono affatto temi da propinarenei convegni o incontri scolastici,semmai sono la domanda che siimpone quotidianamente adognuno di noi nelle relazionisociali, nell'attività di lavoro,nella ricerca del lavoro, nel rap-porto con le istituzioni, nellapartecipazione politica o nel rifi-uto a partecipare.Perchè è la borghesia ad essere ilnodo centrale del problema?Non per un discorso classista,ormai economicamente anacro-

nistico, ma perchè chi appartienea questo ceto sociale (cioè circa il60% della società!) ha i mezziper fare delle scelte, puòdecidere da che parte stare e dache parte guardare. Un disoccu-pato o un operaio ha lo stessodovere morale ma non sempreha la possibilità e la forza discegliere.Ormai da anni sono abituatoall'ironia di molti amici quando,alla proposta di andare a cena inun ristorante "noto" per essereappartenente a mafiosi, al miogentile ma definitivo rifiuto consarcasmo si schermano sul "sonotutti così, che fai ti chiudi incasa?". In verità non frequento

molto i locali reggini, ma il puntoè che impatto ha sulla conviven-za civile la frase "sono tutti così,che fai ti chiudi in casa?". Rinunciare ad un locale allamoda, rinunciare a fare affaricon personaggi discutibili, nonlegittimare con il nostro votopoliticanti di basso livello moraleè possibile. Si deve scegliere, e laborghesia può scegliere, puòfarlo perchè ne ha le possibilitàeconomiche ma soprattutto puòfarlo perchè conosce la realtàsociale. Città come Reggio Calabria sonoancora dei "grossi paesotti" in cuiil controllo sociale è ancora pre-sente e le notizie si intrecciano e

Legalità e “ballo delle vanità”

la RivieraHANNO COLLABORATO

Francesco Laddarina, IanZimirri, Giuseppe Patamia,Alessandra Bevilacqua,BrunoGemelli, Carmelo Carabetta,Valentina Elia, AntonioCormaci, Mario Labate,Antonio Tassone, GiulioRomeo, Ilario Ammendolia,Sara Caccamo, GiuseppeFiorenza, Daniele Mangiola,Sara Caccamo.

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Ritratti *ddii DDiieeggoo CCaattaallddoo

Il calabrese Dulbecco silicenzia dalla comunità diviventi - è trapassato il 20febbraio - gettando fasci diluce sulla scienza, che tar-dava il suo passo nella lottaai tumori. Egli appartieneai Calabresi Illustri deiquali i giornali tacciono, eappena ricordano il luogodi nascita. Un gigante delpensiero, un artefice dellacultura operativa.

RENATO DULBECCOSCIENZIATO

DOMENICA 26 FEBBRAIO 2012 LA RIVIERA 21

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RISPONDE il direttore

C’È’ ANCHE LA BUONA SANITÀ’

MARIA CLARA PEZZANO

C'èchi quotidiana-mente si lamentadegli interventi

ecclesiastici riguardo la polit-ica. In molti sostengono chela Chiesa non dovrebbe faraltro che occuparsi della cris-tianità e di ciò che la riguar-da. Ma sento pochi trattaredi ciò che la politica real-mente sia, di ciò che ognibuon seguace di un semepolitico dovrebbe essere dis-posto a fare. Non credo chela politica sia una stradasostanzialmente diversa daun qualsiasi altro stile di vita,uno stile che ci appartiene eprende pieno possesso dellenostre decisioni in ambitosociale. Un culto insomma,che lasci poco spazio a devi-azioni o restrizioni, in quan-to è questo il frutto del pro-prio essere e del propriomodo di rapportarsi aglialtri. Come una religione,con i propri credi e proprivalori, per la quale si è dis-posti a lottare e a mettersi indiscussione costantemente esenza timore. Ragionandocila religione e la politica sem-brerebbero quasi equiparar-si, in quanto non siescludono o limitano avicenda ma sono anzi l'unaconseguenza dell'altra. Lafortuna è che viviamo in unpaese libero, che consentead ognuno di noi di poter

esprimere le nostre idee e inostri pareri riguardo ilmondo. Temere il confrontoè sintomo di insicurezzariguardo le proprie con-vinzioni. Un uomo mi inseg-nò un giorno quanto fosseimportante apprenderequanti più pareri possibiliprima di dedurne uno pro-prio e stabile, e così anchenelle scelte politiche o reli-giose, solo dopo averconosciuto tutti quanti idiversi credi, e le loro piùintime motivazioni, e nonsiano questi tuttavia riusciti ascalfire quelli che reputiamonostri, solo allora si potràritenere salda la propria fedeperché questa continueràcostante a brillare alta.Siamo un paese libero, checombatte il silenzio impostoe permette di esprimerepacificamente i pareri per-sonali. Ogni uomo, nessunoescluso, come comanda lacostituzione, ha diritto diessere ascoltato e rispettatoper ciò in cui crede. E nonesiste religione o politica nelnostro paese che neghiquesto sacrosanto diritto atutti noi. Se ogni personaleidea viene quindi manifesta-ta con rispetto e cura verso ilprossimo, non vi è motivoperché questa non debbaessere ascoltata. La condivi-sione è una scelta personale,la libertà di parola è un dirit-to di tutti.

In Italia si hanno tante cattive abitudini. Comeidentificare il Vaticano con Dio. E subito ci si inal-bera se qualcuno, non un profeta né un illumina-to né un santone, ma un uomo normale chiedeche questi parlino di Dio. Solo di Dio - sia chiaro!E immediatamente a ciò mi interrogo su chi sianocostoro. Si può ancora credere in un tale miraco-

lo? Il Vaticano è uno stato e sempre più lo è diventato.Speriamo almeno paghi l'IMU, tanto per fare un po' di benef-icenza. Il popolo, miserrimo, la pagherà anche per l'aia difronte casa. Il tormentone è firmato. Il molleggiato, solo per-ché è stato invitato al Festivalle. Alcuni, avessero avuta la stes-sa occasione, avrebbero addirittura fatto di meglio. Siamocomunque qui ad insistere sul non fare di tutta l'erba un fas-cio. C'è anche chi fa di Dio la propria parola. Ma Dio non èuno stato. E ancora … come consultare il sito www.governo.itper guardare e non toccare tutti gli zeri dei nostri ministri. Masognarli, avvolti nella coperta della nonna, dopo che si è spen-to il riscaldamento perché troppo onerose le bollette. Ma nes-suno s'incazza, cribbio. Perché la ministra Severino noninveste un po' dei suoi 7mln di euro per edificare strutture direcupero e simili? O il ministro Passera o il ministro Profumoo il ministro Fornero etc.. E intanto gli Italiani sbirciano.Stiamo tranquilli, comunque, che un osso, dopo la Grecia, laGermania lo lancerà anche a noi. Amen

LOQUI E SPROLOQUI di Filomena Cataldo

Nel ventunesimo secoloc' è ancora chi cerca di violare la libertà di parolae di giudizio personale

CATTIVE ABITUDINIcamminano continuamente.Eppure, nel migliore dei casi, sisceglie di non scegliere. Lo fa ilpolitico di sinistra, di centro e didestra, lo fanno i preti nelle par-rocchie, lo fanno i commercianti, iprofessionisti. Lo fa la maggior parte della soci-età. Poi quando un nome noto apparesulle cronache giudiziarie eccoche inizia la canea dei commenti edelle polemiche, inutili se nonfuorvianti rispetto al cuore dellaquestione.Difendiamo con tutte le nostreforze il giornalismo d'inchiesta,quello che entra nelle questionigiudiziarie e racconta i particolaridella realtà criminale. Ma per rifiutare la collusione, oanche solo la responsabilità del-l'indifferenza, è necessario pren-dere posizione nella vita di tutti igiorni, nelle relazioni sociali, isti-tuzionali ed economiche di tutti igiorni.

Avendo la consapevolezza chenon ci sono buoni e cattivi tutti dauna parte o dall'altra, che la realtàci dice che la Malapianta è cresci-uta all'ombra delle sacrestie edelle segreterie politiche di tutti icolori ma è cresciuta sempre perun'abbondante dose di indifferen-za spesso consapevole e compia-cente, perché l'egoismo del-l'essere in vista ed alla moda insocietà. In questa società forse sarebbepreferibile non partecipare aquesto “ballo delle vanità”. Forseun disoccupato non ha la forza discegliere, anche se c'è sempre lapossibilità di una scelta, ma laresponsabilità di chi può sceglieree, nel migliore dei casi, ipocrita-mente si volta dall'altra parte èmolto più devastante per la nostraconvivenza civile.*Direttore di Helios Magazine

Dell’interessante lettera di PinoRotta, che tocca più temi, etutti cruciali, mi piace prelevareil passaggio dove è fattoriferimento al giornalismod’inchiesta. Un morto sepoltosenza lacrime e senzaestrema unzione, da tantotempo. Oggi il giornalismod’inchiesta è stato sostituito daigiornalisti accovacciati pressole procure, le questure, leprefetture, le stazioni deicarabinieri. Quando non,addirittura, penzolanti dallebocche dei pentiti.

Caro direttore, in genere sulla stampa nazionale e locale, si mette in risalto la mala sanità calabre-se, ed è giusto: non tanto per fare notizia, ma per far si che gli operatori della sanitàsi vergognino, del loro cattivo operato e stiano più attenti al loro lavoro. Io questa volta la voglio portare a conoscenza della buona sanità, che ho riscontra-to avendo dovuto subire un intervento chirurgico, nel reparto di chirurgia della Asldi Locri, diretta dal professore Pavone. Mi sono ricoverato in questo reparto senzaalcuna raccomandazione e il personale medico e paramedico ha operato con gran-de professionalità, nei miei riguardi, dimostrando che le eccezioni esistono, bastache si faccia il proprio lavoro con impegno e dedizione.

Cesare Pelle, Antonimina

SAVERIO ZAVETTIERI

Adistanza di venti anni dal-l'inizio di Mani Pulite non sipuò non registrare il fallimen-

to di quella che, dietro il paravento diuna falsa rivoluzione mediatico -giudiziaria, non è stata altro che unamera operazione politica rivolta adeliminare selettivamente i partiti digoverno della I Repubblica e le sueleadership.In questa stagione politica inopinata-mente chiamata SecondaRepubblica sono rimaste disattesetutte le premesse e gli obiettivi dirisanamento e di cambiamento eco-nomico sociale e democratico ed èrimasta lettera morta la tantodecantata questione morale e la lottaalla corruzione. Infatti, proprio l'altrasettimana, la Corte dei Conti denun-cia il dilagare della corruzione che haraggiunto livelli insopportabili, purguardandosi bene dall'individuare trale caus, che la determinano, il venirmeno dei controlli da parte degliorgani preposti, a partire dalla magi-stratura penale, civile e contabile lacui inefficacia ha favorito l'affermarsidi modelli di commistione e gestionedella cosa pubblica fuori da ogninorma di legge. Il Parlamento in tuttiquesti anni è rimasto a guardareprivo di forza propria e di rappresen-tanza dagli interessi generali, ostag-gio dei poteri esterni e sommersi chein assenza di politica e di partiti verihanno imposto le loro regole. E'arrivato il momento che si diamandato ad una nuova Assembleacostituente per dare corpo ad unnuovo assetto per avvio una nuovaRepubblica.

QUESTIONEMORALE, LETTERAMORTA

VENT’ANNI DOPO

E di questo siamo contenti

RISPONDEil direttore

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la Riviera

DOMENICA 26 FEBBRAIO 2012 LA RIVIERA 23

Sport

Spenti i riflettori e calato il sipario sulla par-titissima Milan-Juve, il campionato comple-ta oggi la 25a giornata proponendo degli“incroci” di classifica stuzzicanti per la clas-sifica e per la ricorsa ai diversi obbiettivi deiprotagonisti. A iniziare dal posticipo seraleNapoli-Inter, opposte regine della due gior-ni di Champions, l'una sul trono della vitto-ria e del prestigio dopo il 3-1 sul Chelsea,l'altra mestamente in ginocchio allo scaderedel tempo nella buia notte di Marsiglia.Vedendola così, la sfida sembra lasciarepoco spazio alla fantasia, il Napoli parte piùdi un passo avanti sul piano tecnico e nonsolo, non fosse altro per l'entusiasmo e l'i-niezione di fiducia europea ai quali va som-mato l'evidente stato ormai catatonico degliavversari che accompagna limiti di gioco ed'età acclarati. L'incognita al pronostico tut-tavia potrebbe essere determinata dalNapoli di campionato, ben diverso dallasquadra pimpante e decisa in Champions,al contrario spesso spento e traballante pro-prio al San Paolo, da dove, al di là dellasonora lezione al Milan, al tirar dellesomme sono soprattutto giunti delusioni e

rimpianti. Insieme a Napoli-Inter, sugli stes-si livelli d'importanza e interesse di classifi-ca si collocano Lazio-Fiorentina, Bologna-Udinese, Atalanta-Roma e Siena-Palermo:questi incontri mettono di fronte squadredal buon valore tecnico-tattico che, soprat-tutto in alcuni casi come quello delPalermo, del Siena, del Bologna e, in parte,pure della Roma, stanno palesando degliincoraggianti progressi di gioco e di risulta-ti; i presupposti quindi lasciano ben sperarea meno che, alla fine, non prevalgano altrifattori come l'ansia e la paura di perderesempre crescenti col diminuire delle giorna-te e dei punti a disposizione. Oltre a ciò, vapoi considerata l'elevata posta in palio chene deriva, dal momento che una vittoriapotrebbe valere ben oltre i soli termininumerici di classifica, ma avere determi-nanti ripercussioni sia in ottica qualificazio-ne Champions ed Europa League che inprospettiva salvezza. Per questo è difficilesbilanciarsi e prevederne l'esito, anche seper alcune situazioni, qualche difficoltà inpiù sul piano psicologico ed emotivopotrebbe forse incontrarla più di altri la

Lazio: i biancazzurri sono reduci da una set-timana nera, preceduta dal 5-0 di Palermo epoi proseguita con le “dimissioni-nondimissioni” di Edy Reja, auto esoneratosieppure grottescamente con la squadra aMadrid per il ritorno di Europa League. Inattesa che la commedia messa in piedi dasocietà e allenatore proponga il suo ultimoatto, la Fiorentina spera di approfittarne eintanto mettere perlomeno una toppa albrutto 0-3 rimediato al Franchi dal Napolinello scorso turno, lo stesso sarebbe lecitoattendersi anche dall'Udinese, un po' smar-rita ed involuta nel gioco dopo la sconfittacon il Milan prima e lo sbiadito 0-0 con ilCagliari poi, entrambi al Friuli. Lontanodalle mura amiche potrebbero ritrovaretranquillità, gli uomini di Guidolin dovran-no però ben guardarsi dall'umore alle stelledei bolognesi, uno stato d'animo che acco-muna ogni avversario recente dell'Inter mache spesso è risultato poi fallace: battendo-la si è volato alto ma è durato poco ed èbastato un niente per ritornare bruscamen-te alla realtà di fronte all'avversario succes-sivo e capire che, al di là dei propri meriti e

qualità, l'Inter attuale perderebbe quasi contutti. Atalanta-Roma e Siena-Palermo par-tono invece perfettamente alla pari: al mag-gior complessivo spessore di squadra degliospiti, Atalanta e Siena contrappongono ilcarattere e la decisione di chi non bada afronzoli e possono contare sul fattorecampo che, soprattutto nel casodell'Atalanta, quest'anno è più volte risulta-to decisivo. Per completare il quadro, glialtri match della giornata influenzerannoessenzialmente la parte bassa della classifi-ca: Cagliari-Lecce, Chievo-Cesena eCatania-Novara sono incontri crucialisoprattutto per gli ospiti; Lecce, Novara eancor più Cesena non possono permettersipassi falsi e domenica dopo domenica devo-no sfruttare al massimo ogni opportunitàper mantenere in piedi le residue speranzedi salvezza. Il tempo stringe, gli avversaricorrono e pure chi rallenta è già troppo lon-tano, allora meglio rimboccarsi le manichee darsi da fare prima che sia tardi.Buon campionato a tutti.

Angelo Letizia

“Se qualcosa può andare male lo farà”.Vi dice niente? È la legge di Murphy,quel famoso assioma, che il più dellevolte, serve a giustificare un periodonegativo. Sgombriamo immediatamen-te il campo da equivoci, la legge diMurphy lascia il tempo che trova, è soloun pretesto per nascondere la veranatura di un problema, di un qualcosaandato male. Ma, volendo, si può tra-sferire il principio di Murphy all'Inter?C'è anche, e sottolineo anche, un pizzi-co di sfortuna in queste mese horribilische stanno vivendo i nerazzurri? Laserie nera dei milanesi è iniziata il 29gennaio scorso, quando l' Inter cadde aLecce. Sconfitta maturata in modo stra-no, per l'unico vero tiro in porta delLecce, e nel corso del match vari mira-coli del portiere di casa, specialmentesul finire su Pazzini. Poi ci fu il pareggioper 4-4 casalingo contro il Palermo e lasonora quanto meritata sconfittadell'Olimpico contro la Roma. C'erapoi l'occasione di risollevarsi grazie aldoppio impegno casalingo contro squa-dre sulla carta abbordabili: Novara eBologna. Il fondo, per gli uomini diRanieri, si intravede contro iPiemontesi: un tiro, un solo tiro subitoda Caracciolo e Novara vittorioso.Prima un rigore netto non dato peratterramento di Poli, una traversa diSneijder e una parata salva risultato alnovantesimo. Su chi? Su Pazzini.

Sarebbe il caso che il centravanti si fac-cia esorcizzare. Settimana dopo è lavolta del Bologna fare bottino pieno aSan Siro. Zanetti e compagni nondemeritano, ma l'uno due di Di Vaio suerrori personali di Lucio prima eRanocchia dopo, castigano l'Inter oltrele proprie ingiustificabili colpe. Il tre azero poi ad opera di Acquafresca è ilmanifesto del periodaccio dei milanesi:quattro difensori che passeggianoaccanto alla punta felsinea. In totalefanno 13 gol al passivo su 13 tiri subiti.E per finire l'uno a zero di Marsiglia, inChampions giunto al novantatreesimosu corner, dopo che Forlan, Zarate eCambiasso erano andati a sbattere con-tro il portiere francese. Non voglio tro-vare scuse al mese nero dell'Inter, maquando la ruota non gira non gira. Èanche vero però, che Murphy e nonMurphy, almeno con Novara e Bolognadovevi vincere, anche al novantesimocon un gol di mano in fuorigioco diJulio Cesar. Ma così non è stato e lasquadra ha dilapidato quanto di buonoera stato fatto. Moratti ha le sue colpe,Branca idem, Ranieri non è esente, lasquadra sembra il Borgorosso FootballClub, ma un pizzico di c.., ehm fortunanon guasterebbe. E stasera a Napoli,occhio a quei quattro: Hamsik, Lavezzi,Cavani e…Murphy.

Massimo Petrungaro

AL SAN PAOLO DI SCENA I CHAMPIONS TEAM

EE ssee ffoosssseeccoollppaa ddiiMMuurrpphhyy??

vs El Matador

El Principe

Sport

A propositodi...

DOMENICA 26 FEBBRAIO 2012 LA RIVIERA 24

Eccoci arrivati al giorno delgrande derby tra Roccellae Siderno. La partita arri-

va in un momento cruciale delcampionato per ambedue le for-mazioni. Il Roccella agli ordini dimister Figliomeni ha svolto meti-colosamente la preparazioneinfrasettimanale. Le sedute sonostate dedicate alla parte atleticaed agli esercizi per il perfeziona-mento degli schemi d’attaccocon un partitella a campo ridot-to. Nella partitella a tutto campodel giovedì hanno preso partealcuni giovani delle formazioneallievi tra cui Costa, Filastro,

Khanfri, Cavallaro e Fragomeni.Molte le reti viste nel corso delmatch, da segnalare la doppiettadel solito Saffioti. Le altre reti digiornata sono state messe asegno da Panaja, Pascu eCalabrese, per quest’ultimo grangol con un tiro da fuori area. Hafatto il suo ritorno in gruppoGigi Principato che sembra aversuperato i problemi che lo hannocostretto a stare fermo ai box perdue mesi, per lui anche pochiminuti di partita. Gli amarantosono reduci dalla sconfitta didomenica scorsa sul campodell’Isola Capo Rizzuto. La

corsa degli amaranto di AchilleGiannitti verso la zona play-off siè interrotta dopo sette risultatiutili consecutivi. Oggi contro ilSiderno servono tre punti perrilanciarsi in classifica e soprat-tutto regalare una bella soddisfa-zione alla propria tifoseria rima-sta delusa dalla sconfitta in terracrotonese. Il derby è di per seuna partita che non ha bisognodi particolari presentazioni. IlSiderno è al momento una dellecompagini più in formadell’Eccellenza calabrese e sicu-ramente venderà cara la pellepur di riuscire ad ottenere un

risultato positivo al “NinettoMuscolo” di fronte ad una spet-tacolare cornice di pubblico. Peroggi la società locale ha indettola “giornata amaranto” abbas-sando il costo del biglietto fis-sandolo a 5 euro. Un modoimportante per favorire l’afflussodegli sportivi e garantire lemigliori condizioni per la riuscitadi una giornata all’insegna dellosport e della sana competizione.Ed alla fine sarà uno spettacolocalcistico degno delle miglioritradizioni sportive delle duecittà. Vedremo come andrà afinire. a.t.

Da anni in alcune scuole calcio si cerca di inculcare ai giovaniragazzi la disciplina, l'educazione, il rispetto dell'arbitro e degliavversari e per far ciò in alcune società si è arrivato a “squalifi-care” a livello interno gli stessi giocatori anche quando nonsono stati sanzionati dagli organismi disciplinari. Non possotuttavia restare in silenzio quando si verificano situazioni chepongono in discussione la lealtà e correttezza della competizio-ne e penalizzano in modo iniquo tutti Società, giocatori, arbi-tro e chi più ne a più ne metta. E’' il prezzo della “prepotenza”della classe arbitrale (dicono le società) che impone il rispettodelle regole che, ovviamente condivido, figurarsi, se non fossecosì cosa si vedrebbe ogni domenica in campo, ma quello ditutelare società e giocatori, quando sono vittime di manifesteingiustizie, ne vogliamo parlare? So benissimo che problemiha la Federazione e che problemi vi sono per il reclutamentodegli arbitri e per la loro preparazione, so anche che la man-canza di guardalinee aumenta la possibilità di errore dell'arbi-tro e queste sono cose che voi da sempre andate dicendo aidirigenti delle Società e che i dirigenti puntualmente ricorda-no a tecnici ed atleti. Pur tuttavia, a mio modesto avviso, c'èuna soglia al di sotto della quale non si può scendere: gli erro-ri arbitrali sono una cosa (e vanno accettati assolutamenteanche perché nell'arco di una stagione, in genere, si compen-sano), ma l'incapacità totale, l'insipienza, l'ignoranza delleregole del gioco unita alla arroganza, alla spocchia ed all'auto-ritarismo ottuso poi spinto alla vera e propria ritorsione per farcapire che “vi faccio vedere io chi sono”, sono elementi inac-cettabili per chi si impegna con passione, dedizione e disinte-

resse, dedicando tempo, sacrifici e denaro per poi vedersi umi-liare e per rischiare anche di apparire come antisportivo, male-ducato e violento. Quasi sempre troviamo alla guida di Societàdilettantistiche uomini di una certa età, di cui la metà se nonoltre degli anni passati nel mondo dello sport, per alcuni diquesti, non sono minimamente intenzionati a farsi prendere ingiro da ragazzini di 18-20 anni. La questione esula dal singoloincontro tanti sono a fare calcio serenamente ed a formare deigiovani allo sport, ma investe la credibilità del sistema e, se melo permettete, anche “il servizio” cui le Società hanno dirittoquando pagano l'iscrizione. Non si può scendere al di sotto di

certi livelli, perché episodi come quelli visti da un mese a que-sta parte, allontanano i già pochi volenterosi dirigenti esistentie i pochi e volenterosi futuri arbitri. Pur nelle difficoltà che tuttisappiamo occorre garantire un minimo di efficienza e nonoltrepassare la soglia di credibilità. Verificate bene l' incontroma soprattutto luogo e società controllando il “curriculum” edisponete che certi inadeguati soggetti, dirigenti e arbitri cam-bino “hobby” o vadano a farsi le ossa da qualche altra parte.Mentre ogni domenica nel campionato di promozione si regi-strano tafferugli dentro e fuori dal campo, partite sospese etanto altro. Per non parlare poi scendendo ancora più giù dicategoria. Certo se confrontiamo le partite giocate con quellesospese è sempre una minima parte, Ma quello che tutti sannoe notano, i che quasi sempre succede nei campi già conosciutie quasi sempre con le stesse motivazioni. E allora mi doman-do e chiedo: quale tutela viene adottata? Ma è mai possibileche non si trovi un direttore di gara adeguato all'incontroanche per queste partite più a rischio? Magari pescando inquelle di categoria superiore e non mandando un giovane arbi-tro affinché venga preparato per il futuro? Per questo dovreb-bero esserci i corsi dell'Associazione visto che i soldi ci sono enon lanciare un giovane ragazzo per farsi le ossa in un giro chea volte chiude le porte ancora prima che si aprono. Se chiede-te, giustamente, la collaborazione delle Società dovete far inmodo di evitare di rifugiarvi nelle astratte regole e capire le esi-genze di chi chiede solo un po' di rispetto e un minimo irrinun-ciabile di garanzie.

Antonio Chiera

Chi sbaglia di più, arbitro o società ? Chi è senza colpe scagli la prima pietra

Continua il momento d’oro del Sidernoche battendo lo Scalea domenica scor-sa ha allungato la striscia di risultatipositivi portandosi a quota 26 in classi-fica a 4 punti dalla quint’ultima posizio-ne. “Servono però- come ha dichiaratomister Laface- almeno 38 punti per lasalvezza diretta e quindi oggi la partitadi Roccella è da considerarsi come unadelle 8 finali chi i bianco-azzurridovranno affrontare con l’obiettivominimo di racimolare almeno 12 puntiper centrare un obiettivo che alla finedel girone d’andata sembrava impossi-bile ossia la salvezza diretta senza glispareggi. Con Laface e Telli in panchi-na il Siderno ha totalizzato 19 punti in10 gare a fronte dei 7 punti ottenuti dalloro predecessore. Per la gara odiernamancheranno l’attaccante Rametta edil capitano Peppe Carabetta madovrebbero esserci sia Accinni cheSerra hanno finito di scontare le duegiornate di squalifica. C’è da aspettarsiin campo un Siderno “sornione” edattendista pronto a pungere in attaccocon le veloci ripartenze per tentare il“colpaccio”.

Un Siderno “sornione”medita il colpaccio

Roccella-Siderno: riecco il derby

Dopo l’impresa di Gioia Tauro di domenica scorsa, il Brancaleone dimister Brando affronterà questo pomeriggio, tra le mura amiche,l’Isola Capo Rizzuto di mister Leone in uno scontro diretto in zonaplay-out. I ragazzi del presidente Galletta stanno lottando con tantisacrifici per tirarsi fuori dalle sabbie mobili della classifica.

Oggi il Brancaleone spareggia con l’Isola Capo Rizzuto

IL DERBY D’ECCELLENZA

Al “Muscolo” sarà grande spettacolo

la Riviera

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L'Associazione Italiana Calciatori lo ha eletto nel 2000 "Campione delSecolo", ma nel suo palmarés ci sono scudetti, coppe nazionali ed inter-nazionali, un assortimento quasi completo di trofei e, volendo essereonesti, forse manca un Pallone d'Oro.Stiamo parlando di Franco Baresi, ilgrande campione del Milan e dellaNazionale, fra i più grandi calciatoriitaliani. Sarà lui ad inaugurare uffi-cialmente lunedì prossimo 27 feb-braio alle ore 17, presso l'OratorioSalesiano San Giovanni Bosco diVibo Valentia, la Scuola Calcio Milandi Vibo Valentia, guidata dal direttoretecnico Carlo Lico, al suo primo annodi attività. Baresi sarà accompagnatodal responsabile scuole calcio rosso-nere in Calabria, Gianni Alessandro.Nel corso della sua giornata vibonese Baresi incontrerà oltre quella diVibo Valentia, le scuole calcio Milan di Briatico e Tropea. A condurrel'incontro con il campione azzurro sarà il giornalista Michele La Rocca.

“E' per noi un appuntamento molto importante - spiega Carlo Lico - eche stavamo attendendo da tempo. E' motivo di grande orgoglio che adinaugurare la nostra scuola calcio sia un grande come Franco Baresi.

Sono certo che i nostri ragazzi saran-no felici di abbracciarlo e di prender-lo come esempio sia per quello cheha fatto in campo che per quello cheha fatto fuori campo, un esempio diimpegno e lealtà ormai raro nelmondo del calcio”. La Scuola CalcioMilan di Vibo Valentia, che contaquasi duecento iscritti, vivrà quindiuna grandissima ed emozionantegiornata di sport. Nei giorni scorsi afare visita ai calciatori in erba vibo-nesi, presso i campi dell'oratoriosalesiano, è stato il responsabile Sud

Italia delle Scuole Calcio Milan, Davide Corti. Il tecnico rossonero havisionato i vari gruppi e dato indicazioni sul lavoro da svolgere allo stafftecnico.

CALCIO GIOVANILE

In ricordo del compianto A.Ferraro

KARATE

Riconoscimento per il maestro Cavallo Il professore Giuseppe Cavallo, cintura nera 8°DAN di difesa personale, 6° grado di kick-boxing, nonché maestro (massima qualificatecnica) della federazione italiana judo, lotta,karate arti marziali, e della federazione italia-na wushu kung fu, è stato nominato responsa-bile nazionale federale del settore giovanileMMA (mixed martial art) Full (Shoot boxe) eMMA Light (kickjitsu) della federazione ita-liana riconosciuta dal CONI. Gli eccellentirisultati ottenuti con la nazionale giovanile, dalui diretta, ai recenti campionati mondiali(squadra campione del mondo) e le continuevittorie a livello nazionale e internazionale,ottenute dai suoi allievi delle palestre diCaulonia Marina (palestra scuole elementari),Siderno (palestra scuole elementari Donisi) ePolistena (palestra scuole medie Salvemini),hanno portato il presidente nazionale e mon-

diale, dottor Ennio Falsoni, e il direttore tecni-co nazionale, maestro Patrizio Rizzoli, a confe-rire l'ulteriore prestigioso incarico al professio-nista cauloniese che è già membro della com-missione tecnica mondiale dei grandi maestri evanta un curriculum eccezionale. Attestati distima e compiacimento, per la nomina ricevu-ta, sono pervenuti al maestro Cavallo, da partedei vertici federali nazionali e regionali, acominciare dal vice presidente nazionale, pro-fessore Lico e dal commissario calabrese, pro-fessore Salvatore Romano e dai presidentiregionali e provinciali del CONI, dottorPraticò e professore Filocamo, oltre che dalfiduciario di zona, professore Salvatore Papa,dal presidente Depaim Sgambelluri, dal diret-tore sportivo Cavallo e dagli altri organidell'Accademia campione del mondo.

Enza Alberti

Morabito: "Sentenzaesagerata. Lazzaroaggredito in quasi tuttele trasferte"

Franco Baresi inaugura la scuola calcio Milan di Vibo Valentia Prima categoria

Una lettera per te AldoHo visto ciò che tu vedevi con i tuoi occhi; ho sentito ciò che tu sentivi ognidomenica con le tue orecchie e con il tuo cuore. Stadio Granillo, un immensocampo da gioco verde; i giocatori amaranto correre da un capo all'altro per vin-cere; i tamburi e i canti di incitazione di quella splendida gente reggina, gente conun cuore grande come pochi. Gente che conoscevi benissimo e amavi perché da4 anni ormai, vivevi più con loro che con noi. Il cuore batteva forte a pensare cheli, ogni domenica c'eri tu. Che esultavi, che godevi di ogni azione della tuasquadra del cuore. E batteva ancor più forte a pensare il tuo piccolo Lorenzo incampo col capitano della Reggina Bonazzoli e con gli altri campioni. La confu-sione e lo stordimento erano all'apice, fino al momento in cui non ho visto vistoLorenzo in braccio ad un giocatore dell'Empoli, Stovini, ex giocatore della mag-ica Reggina quando era in serie A (così mi hanno detto. Io di calcio non ne capis-co niente). Escono dagli spogliatoi con Lorenzo in braccio. Lorenzo indossavafiero e con un po' di timidezza quella divisa che anche tu hai sognato di poterglivedere un giorno addosso. Era bello come il sole. Aveva scritto dietro “Ferraro”e portava il tuo numero, quello che indossavi sempre quando giocavi a calcio: il9! Lo hanno adagiato delicatamente a terra. Lui guardava davanti a se imbam-bolato e intimorito. I componenti delle due squadra si sono salutati passandosivicino e ognuno di loro, passando vicino al tuo Lorenzo, lo accarezzavano sullatesta. E' un immagine che mi da un'emozione immensa, che mi stringe il cuore.Il quella carezza sul capo, c'è tutto l'amore che, tutti coloro i quali ti hannoconosciuto e tutti coloro i quali hanno sentito parlare di te senza conoscerti,vogliono dare al tuo Lorenzo e alla tua Gabriella. Sai, terminati i saluti tra di loro,mica voleva venirsene Lorenzo fuori dal campo? Sembrava estasiato, come se

volesse godere ancora di quel campo verde meraviglioso. Poi, lo ha preso in brac-cio il capitano della Reggina Bonazzoli e lo ha accompagnato da Gabriella abordo campo. Le ha donato un fascio di fiori mentre l'altoparlante spiegava chequella partita sarebbe stata dedicata a te, ai due anni dalla tua scomparsa, in quelcampo dove tu vivevi da tifoso della reggina, li in quella terra dove per lavoro,avevi lasciato la tua meravigliosa e gioviale vita. Hai visto Aldo che bella cosa tiabbiamo organizzato? E chissà se anche qua ci avrai messo qualcosa di tuo,…se volevi vedere insieme la tua famiglia e i tuoi migliori amici al Granillo?...Sapevi farti amici tutti, non ti sarà di certo stato difficile farteli anche li dove seiora… Molti dei tuoi migliori amici sono venuti al Granillo, anche chi allo stadionon ci era mai andato e ora lo ha fatto per te. E altri apposta per vedere tuo figlioin campo, sono venuti in aereo. Vedi carissimo Aldo, tante sono le persone cheti amano e amano ciò che tu hai lasciato di te in mezzo a noi: Lorenzo eGabriella. Semplicemente perché eri un vero amico, una delle rare persone sin-cere e amabili esistenti in questo mondo. Guardo e riguardo tutte le foto che sonostate scattate in quel momento e piango per quello che è stato e che poteva essere,per questo meraviglioso gesto che la Reggina Calcio ci ha onorato di vivere li intuo ricordo. Sono orgogliosa di averti avuto come cognato-fratello! Siamo statitutti orgogliosi di vedere il tuo Lorenzo in mezzo ai tuoi campioni. L'immagineche avrò per sempre nella mia mente di questo evento? Il tuo piccolo Lorenzo inmezzo a quel campo immenso e tutti i giocatori passargli vicino, sorridergli eaccarezzargli il capo. E Gabriella li, accanto a lui, orgogliosa di te e di vostrofiglio. T'avevo fatto un giuramento e lo porterò avanti fino a quando avrò vita.Ciao Aldo

MARIELLA EPIFANIO

I sogni di primato del Lazzaro,rimarranno solo un miraggio. In meritoalla trasfera di Antonimina infatti, ilGiudice Sportivo non si è limitato adecretare la sconfitta a tavolino per gliuomini di mister Verbaro , ma ha anchepenalizzato gli stessi di 3 punti. Ibiancorossi pagano dunque a caro prezzol'attimo di 'follia' di Latella, il quale si èscagliato contro il direttore di gara,aggredendolo. Un comportamentoinqualificabile, che rischia di rovinarel'intera stagione del Lazzaro. Ai nostrimicrofoni è intervenuto capitanMorabito, il quale (così come aveva fattonell'immediato post-gara) condannafermamente il gesto del compagno, maallo stesso tempo sottolinea il 'climaimpossibile' che ha accompagnato quasitutte le trasferte lazzaresi, ritenendoaltresì troppo esagerato il provvedimentoche ha colpito la sua squadra.“ Siamoamareggiati per il gesto di Roberto(Latella, ndr), che è assolutamente dacondannare. Sono stato io in primapersona a metterci la faccia, nel chiederescusa sia al direttore di gara che alcommissario di campo. Allo stesso tempoperò, siamo stanchi di esserecontinuamente minacciati ed aggrediti inquasi tutte le trasferte che andiamo adaffrontare. Da alcune trasferte siamotornati addirittura con le macchinedanneggiate dopo esserci difesi da bastonidi legno, salvo ricevere l'ulteriore beffadella Lega, che invece di tutelarci ci haincredibilmente multati. Ci assumiamo laresponsabilità in merito alla trasferta diAntonimina, ma è giusto sottolineareanche tutto il resto“. "I cinque anni disqualifica inflitti a Latella, sono davverouna punizione esagerata. Ripeto,Roberto ha sbagliato, ma chi ci haminacciato ed aggredito in tante altreoccasioni, non è stato mai punito. Perchèin certi casi vengono presi provvedimenti'esemplari', ed in altri si risolve tutto conqualche giornata? A nome del Lazzarochiedo una giusitiza equa, e non unagiusitiza che colpisca solo chi conta dimeno. C'è tanta delusione per i tre puntitoltici, visto che li abbiamo conquistato sulcampo, lottando spesso e volentieri purecontro gli arbitri. La società farà ricorso,e lotterà per avere quello che le spetta.Chi è abituato a fare calcio, non puòaccettare queste ingiustizie".

Vincenzo Morabito-reggionelpallone

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Biblioteca meridionalista

la Riviera

Umberto Zanotti Bianco, nato a Creta dapadre piemontese e madre inglese nel 1889e morto nel 1963, scoprì a venti anni il Sudscendendo a Reggio Calabria pochi giornidopo il catastrofico terremoto del 28 dicem-bre 1908 per partecipare ai soccorsi.

Ma, a differenza di altre personalità fece propria la condizio-ne delle scuole in Calabria e realizzò tante iniziative pervalorizzare il patrimonio culturale, artistico e umano dellaCalabria.Non fu solamente un archeologo ma un filantropo e un edu-catore che ci mise l’anima per risollevare le condizioni dellepersone più indigenti della Calabria e dell’Aspromonte.Due sono i suoi due libri, nei quali traspare la sua forte cari-ca di umanità e il suo carattere di tenace e invincibile bene-fattore, nel puro termine di studioso coscienzioso e determi-nato dai più alti concetti di progresso e di libertà: Tra la per-duta gente e Il Martirio della scuola in Calabria.Nel primo non trova le ragioni di un stato sociale che dirdegradato è poco:“Cerco invano un perché a tanto penare, una giustificazione,

uno scopo a tanta assenza di bene:cerco invano di esaltarmi [.]pensando alla potenza dell’amore che saprà un giorno raggiun-gere anche questo angolo obliato della terraLa Calabria era in una condizione disastrosa: una percentua-le vergognosa di analfabetismo e la totale mancanza di vie dicomunicazione dominava la vita regionale. Spinto dall’amo-re per il bene, manda ai ricchi del Nord il pane nero diAfrico, fatto con la cicerchia, per mostrare come vivevano le

popolazioni calabresi e chiedere aiuto e far nascere in moltiluoghi della Calabria, scuole, asili, ambulatori, laboratori diartigianato.Il secondo è dedicato ai maestri della Calabria che soffrendoda decenni le pene di un solitario martirio, opponevano “allapolvere delle vane carte, alla crudeltà delle vane parole l’umi-le azione della loro fede ignorata”.

In Calabria “pochi sono i Comuni che possono offrire allascuola qualcosa di meglio che non dei bassi umidi, oscuri epoco areati o delle vecchie baracche malandate di quindiciventi anni or sono”.In tutta la Calabria solo sette Comuni avevano risolto in qual-

che modo il problema della scuola, mentre in tutti gli altripaesi le lezioni si svolgevano in luoghi ibridi, dagli incerti con-fini, quasi sempre assimilabili a stalle, stamberghe dal pavi-mento scalcinato, le pareti umide e le finestre prive d’infer-riate, insalubri e in uno stato deplorevolissimo.Questo stato era certamente determinato non solo dalle

intemperie ma principalmente dall’incuria “di amministra-zioni comunali acefali, preposte con successioni elettive, dapersone incoscienti, affette da megalomania personale erefrattarie al vero miglioramento intellettivo e morale dellapopolazione”.Con questo volume Umberto Zanotti Bianco fece diventareil problema della scuola in Calabria un problema nazionale,

in modo da poter combattere l’analfabetismo visto come ilproblema più grave della Calabria.Un terzo lavoro, non meno importante degli altri due, è unainchiesta condotta con Malvezzi dal titolo L’Aspromonteoccidentale, nella quale la situazione di una terra dilaniata dalterremoto e il contegno di una collettività carica di arretratez-za e di miseria e bisognosa di affetto e di soccorso vienedescritta con spietata e lucida determinazione.I due autori pongono il punto su tre problemi fondamenta-li, la soluzione dei quali è fondamentale per risollevare lesorti delle popolazioni:Il primo era la diminuzione delle tasse, dopo la cura della

salute pubblica e l’igiene: “Noi crediamo di non esagerareaffermando che in Calabria i tributi pesano in maniera benpiù che doppia che non in Alta Italia” .Il secondo era lo sviluppo della rete stradale La elevazionesociale è legata principalmente ai frequenti contatti con i cir-convicini e al confronto delle idee e delle iniziative con glialtri gruppi urbani Anche il sentimento della solidarietàprende consistenza dalla vicinanza e dal reciproco influssodei propri simili.Il terzo era l’incremento scolastico quale vero e proprio fat-tore di evoluzione popolare. Tutti i Governi hanno destinatonotevoli somme per le Scuole, anche in periodi oscuri, qualiquelli tra il 1890 e il 1920. Nella classificazione delle spesed’interesse pubblico, la Istruzione occupava il primo posto. Ad essa seguivano l’igiene, la viabilità, il servizio forestale, lasalute, la sicurezza pubblica, i servizi d’interesse locale, lespese voluttuarie”, acquedotti, illuminatone, beneficenza.

Zanotti Bianco mediterraneo per nascita, piemontese di ele-zione, fu calabrese nell’anima, risiedette in Calabria permolto tempo per fondarvi asili, scuole, colonie, si unì all’ope-ra di altri non calabresi come Isnardi e Paolo Orsi, per con-tribuire a scoprire le vestigia del passato.Inoltre, fondò nel 1910 l’ANIMI, l’Associazione nazionaleper gli interessi del mezzogiorno d’Italia, la società MagnaGrecia nel 1920 e fu tra i fondatori di Italia nostra nel 1955.Infine diresse l’Archivio Storico per la Calabria e la Lucaniafino alla morte avvenuta nel 1963.

Giuseppe Fiorenza(2 – continua)

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Umberto Zanotti Bianco

Ho incontrato la neve...Rientravo a casa passando per lo Zomaro, quando ho sentito una voce che mi chiamava. Voltandomi, vidi un pratopieno di neve. “Come stai Franco ?” - mi chiese subito la neve. “Non mi posso lamentare, solo sento un po' di freddo”.“Quest'anno-continuò la neve- avete fatto un sacco di polemiche dandomene la responsabilità: i parlamentari perchénon possono sedere a Montecitorio, gli impiegati statali perché non possono andare a dormire in ufficio, le scuolechiuse per tre giorni con un danno gravissimo per la cultura italiana, le nonne poiché non possono avere il pane fres-co di giornata”. “Cosa posso dirti mia cara neve, il popolo è fatto così: tu, piuttosto, cerca di farne di meno il prossimoanno”. “Va bene, Franco, così continueremo a sempre a scrivere: “E vissero felici e contenti”.

Franco Parrello

L’ANGOLO DI PARRELLO

Parlandodi...

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Cultura e società

Domenica 4 marzo al teatro Gioiosa “Chi ha paura di Virginia Woolf?”Appuntamento a teatro domenica 4 marzo con un classico della drammatugia contemporanea. Un testo carico ditensioni ed emotività che è in grado di coinvolgere il pubblico. Si tratta dello spettacolo di Edward Albee “Chi hapaura di Virginia Woolf per la Regia di Lorenzo Loris. Racconta di una coppia di mezza età, Martha e Gorge, cheha invitato a casa un giovane collega di lui e la sua mogliettina. Tra un bicchiere e l’altro, complici l’ora tarda e ifumi dell’alcool, i quattro si addentrano in una specie di “gioco della verità” che porta le due coppie a mettere anudo tutto di sé, soprattutto i padroni di casa. È opportuno precisare che la scrittrice londinese Virginia Woolfnon c’entra nulla con il dramma: il titolo è un gioco di parole con la canzoncina “Chi ha paura del grande lupocattivo?” (Who’s afraid of the big bad wolf?), che George e Martha canticchiano di quando in quando, evocandocon essa il “lupo cattivo” presente nella loro esistenza, e ad un tempo la “Virginia Woolf” che c’è in loro, squili-brata e suicida come il loro matrimonio.

Mattamusa! musica allo stato puro

Avolte capita che leparole non si riescanoa dire, a volte che nonsi riesce nemmeno atrovarle. In questi casi

l'unica ancora di salvezza per l'uo-mo è la musica. L'essere umanorispecchia la propria vita, le emo-zioni, i pensieri, i ricordi, gli attimi,gli stati d'animo, nella musica. Leivivrà per sempre e per semprevivrà per noi e con noi. La musica èper l'uomo come la linfa è per lepiante, scorre dentro, si innova e sirinnova, stravolge i corpi e le mentidegli uomini. E'molto piacevolerilassarsi, ascolta-re e sentir riceve-re i brividi e ledolci vibrazionidella musica.Ancor più piace-vole essere glispettatori di unconcerto live epoter condividereogni sentimento:note, rumori,suoni, vibrazioni evoci, ed è magnifi-co perché altricome te lo posso-no assaporare,ognuno a modoloro, ma tuttiinsieme, per poi così lasciarsi anda-re e non pensare a tutto quello cheè al di fuori. Solo così la musicadiventa protagonista, ed i protago-nisti di questa musica sono i“Mattamusa”! La band rock com-posta da Salvatore Pedullà eGianluca Caraffa alla chitarra,Antonio Serafino al basso,Giuseppe Pavesi alla batteria eChristine Modafferi la voce. Aprimo impatto anche loro non tro-vano parole per esprimersi com-pletamente, dopo un po', sempre esolo attraverso il linguaggio della

musica capisci la vera importanzadella musica per queste giovanipromesse. Ispirati da diversi pila-stri della musica internazionalecome Jimy Hendrix, Coldplay eBlink 182, per scelta preferiscononon adottare lo stesso stile ma spa-ziare, affinchè i loro brani nondiano la sensazione di una musicaquadrata. Per la prima volta vedocome la musica diventa il panequotidiano per le persone, masoprattutto per queste personalità,che riversano nei loro testi sogni,paure, perdite, ma anche quella

giusta dose diforza, tenacia edeterminazioneper affrontare lavita, anche quelladi tutti i giorni,per raggiungerela salvezza. Difatto, la musicadei “Mattamusa”nasce in quei luo-ghi e in quelliambienti chebanalmente noidefiniamo quoti-diani ma che inverità sonomolto umani. Atale propositoconsiglio forte-mente di seguirli

e di ascoltare vivamente due deitanti brani del loro vasto repertorioche incarnano tutto questo: “NoRight” e “Future's Crib”. I testisono intensi e riscono a donaremeravigliose emozioni anche gra-zie all'originalità della voce diChristine Modafferi. Infine, con ilcuore in mano, auguriamo a questigiovani talenti di poter dare tantoalla musica come essa ha datotanto a loro e di raggiungere nonsenza il sacrificio il loro sogno dirivalsa.

Davide Villemari

La scorsa settimana a Caulonia si èsvolto un incontro dal tema “la rina-scita della tarantella” Il convegno-dibattito sul fenomeno musicale e dicostume piu’ popolare nella locride,in Calabria e in espansione in italia eall’estero. Hanno partecipatoMimmo Gallo (Associazione cultu-rale Universita’ popolare di caulo-nia); Danilo Gatto, MimmoCavallaro e Roberta Papa

TARANTELLAA CAULONIA

POLAROID

Riuscitissima la prima mostra felina che siamai stata realizzata non solo nella locride, ma intutta la Calabria. Il giorno è stato scelto peromaggiare tutti i gatti, nella giornata mondialedel felino, il 17 febbraio, ed ha visto una incredi-bile partecipazione del pubblico. Tra i presentitantissimi bambini che, sorridenti ed ammaliatiosservavano i bellissimi gatti presenti alla mani-festazione.

Non poteva che patrocinare e presenziare l'e-vento il Sindaco in persona, dr.RiccardoRitorto,da sempre vicino ed attento alle temati-che animaliste e che ha manifestato la sua sen-sibilità nei confronti dei nostri piccoli amici a

MARIA BOETI

La festa della Candelora a Polistena ha radicilontane e per saperne di più siamo stati a collo-quio con lo storico prof. Vincenzo Fusco. Glichiediamo: in questi giorni è stata allestita inCorso Mazzini un tempo dove si svolgeva?Fusco ci dice <si svolgeva a largo Candelora evia Muraglie era il ricordo della Polistena antica,ma c’è da precisare che è una delle tre fiere sto-riche che risalgono al Medioevo e posso dire dipiù, non è facile farla riemergere e tenerla in vita,perché sono cambiate le esigenze della società, aquel tempo riusciva perché faceva da supportoalla società contadina infatti, si comprava il cor-redo per le ragazze, si comprava il rame,Polistena era un centro viario e di grande impor-tanza ecco perché questo primato di avere le trefiere. L'Immacolata e Ognissanti, sono soprav-vissute, anche se con connotati diversi, laCandelora ha avuto un decadimento. Pensi, chePolistena nel 1500 contava ben cinque notai, daqui possiamo dedurre il segno dell’ attivismo siadella popolazione contadina che di quella bor-ghese, ecco perché la nostra cittadina portavaanche su Terranova, che era sede di contea, unprimato. Un tempo c’era una strada che collega-va questi due centri pianeggiani <via per poli-stena> proprio così denominata, e Terranovariconosceva un ruolo di indiscusso prestigio aPolistena. Poi, tornando alla ricorrenza dellaCandelora, questa andò in declino, contempora-

neamente alla crisi della civiltà contadina. Eraun incontro annuale di compratori e venditori dibestiame, era un foro boario, poi tutto tramontò.Fu ripresa verso il 1970-80 ma non più con lecaratteristiche di un tempo. La fiera era unluogo diverso dal mercato, c’era un’offerta e unarichiesta diversa. Oggi il suo svolgersi ha linea-menti differenti, è sempre una festa paesana efolcloristica di sicuro, ma non c’è più la bellezzadelle contrattazioni, in essa vi trovi oggetti com-merciali attuali con una visione moderna. Untempo, vi trovavi la roncola, la sega, poi avvenivala compravendita dei buoi, degli asini, dei maia-li. La società contadina, per premunirsi gli stru-menti, che poi servivano per preparare e coltiva-re la terra in primavera, stagione immediata-mente dopo la Candelora, aspettava con ansia ilsuo svolgersi. E qui, va affrontato un altro puntoimportante, sollecitava i geni locali a produrre inloco questi strumenti utili, sempre per via dellacomunità che ne faceva richiesta. Un ultimo par-ticolare da mettere in evidenza è che anche perl’artigianato Polistena fu famosa>. Non c’è altroda aggiungere sulla nostra cittadina: era, è, saràsempre un punto molto strategico di elevata cre-scita culturale, commerciale, artigianale, ecc.Inoltre, può fornire opportunità e prospettiveche altrove non si trovano. Tutto sta nel giustap-porre gli elementi a disposizione ed incanalarliverso un’unica destinazione come è accaduto inpassato, che attraverso le memorie poc’anzidette, ci ricorda.

Prima mostra felina amatoriale, in tutta la Calabria,

Il gatto con gli stivali

La candeloraPOLISTENA

Ne parliamo con lo storico Vincenzo Fusco

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la Riviera

LE NOTE di MARA RECHICHI

Siamo nel clou della settimanadella Moda di Milano. E’ unodi quei periodi dell’anno in cuil’orgoglio italiano viene fuoriin tutto il suo vigore. Gli stilisti

di casa nostra danno libero sfogo al pro-prio estro creativo, mixano con sapien-za e maestrìa tessuti, materiali, forme ecolori, per la gioia che ammalia gli occhie affascina i desideri. Opere d’artevediamo davanti a noi. Meraviglie oorrori, dipende dai gusti. Vero è che unpensierino ce lo facciamo, figurati seno! Proviamo a immaginarci dentroqualcuno di quegli abiti che vediamosfilare. L’Alta Moda! “Ma quando melo metto un vestito così, per andaredove?” Meglio puntare al prèt-a-por-ter. “Uhm ,bello! Un bel taglio sartoria-le quest’abito! E che stoffa, e che fanta-sia! Delicata, una cosina non troppochiassosa, a modo.” Gli occhi mi cado-no su un paio di pantaloni a zampa d’e-lefante, son tornati di moda. “Adoro glianni ’70, mi danno una sensazione digioia, di intimità con la natura: capellilunghi, sciolti con la riga in mezzo,camicie e abitini a fantasia, e i pantalo-ni di Sylvie Vartan...” Peace and love,peace and love! Cartellino: pantaloni Û375, camicia Û 289, stivali Û 420. Se lamatematica non mi tradisce, a finemese potrei stare a meno 200 euro.Non se puede, c’è la crisi! Apro l’arma-dio-archivio, rovisto. Trovo i pantaloni azampa di qualche anno fa, un bel twin-set di lana comprato al mercato diPapiniano, quando studiavo a Milano,30mila lire nel ’97, una camicia a fiori, ealtri golfini di la-na ve-ra. Non comequella elettrica che ti vendono adesso,che prendi la scossa solo a guardarla e icapelli ti si rizzano senza un perché,mentre l’ascella sfida la cipolla diTropea al primo risveglio di ghiandolasudoripara. Ecco che posso fare lamoda, vero vintage! E se voglio qualco-sa di nuovo, due son le strade: il nego-zio della mia amica che ha opere d’artedi buon senso, oppure, per qualcosa dipiù impegnativo ed esclusivo, il labora-torio artistico della mia sarta. La crisiriporta al buon senso, è di moda!

Il buon senso è di Moda

Caulonia, premiata la “panca” dipiazza Bottari. E’ stata ammessaalla terza edizione di “TendenzaMosaico e architettura”, uno spa-zio che la Domus Arreda dellafiera di Pordenone dedica all’ar-chitettura nel design. Ebbene, l’o-pera della’architetto CarmelaAgostino, cauloniese, ideata colcollega Giuseppe Luciano, ha rice-vuto il primo premio

PREMIATA PIAZZA BOTTARI

Si è tenuto sabato 18 il secondo eventocompreso nel programma del Carnevaledella Pro loco ed introdotto da AntonellaScabellone, presente il Sindaco. La giuriacosì composta: Patrizia Panetta ( Pro Loco),Marilene Bonavita (Riviera), Anna Costa(YMCA), Ivan Bolognino (Assessore),Caterina Mammola (Fidapa), tutti concor-di nel giudizio della mascherina più origina-le, la più bella e la più elegante. A presenta-re la sfilata Monica Maritato.

Sarà presentato sabato prossimo, 3 marzo, alle ore11, nel prestigioso Salone dei Lampadari diPalazzo San Giorgio, a Reggio Calabria, il libro“Politica senza classe, appunti di politica e comuni-cazione” (edito dal Centro di DocumentazioneGiornalistica) del giornalista Franz Foti. Il lavoro,che nei mesi scorsi è stato presentato alla libreriaMondadori di Siderno, in un partecipato incontroorganizzato dal nostro giornale, punta l’indice sulmalfunzionamento della classe dirigente nazionalenegli ultimi venti anni e, dopo una dettagliataquanto amara analisi, propone strategie chedovrebbero essere adottate dalla classe politica peressere più incisiva e credibile agli occhi degli elet-

tori. Non manca, ovviamente, una lunga digressio-ne sul ruolo della stampa, dotata del potere di spo-stare “consenso” e alterare la percezione dellecose. «Il giornalismo e i giornalisti, dovrebberoindirizzare diversamente il mouse rompendo gliinteressi strutturati dell’editoria, della politica edella pubblicità» scrive Foti. Alla presentazioneinterverranno Demetrio Arena, sindaco di ReggioCalabria, Santo Versace, deputato al parlamento,Giuseppe Valentino, senatore della Repubblica,Mario Caligiuri, assessore alla cultura dellaRegione Calabria, Demetrio Naccari, delDipartimento Economia del PD, e l’Autore.

Numerosi appassionati di vino hanno potuto par-tecipare lo scorso lunedì 13 febbraio pressoL’Enoteca Micuicola di Marina di Gioiosa Ionicaalla presentazione del nuovo percorso formativoper Sommelier. Pierfrancesco Multari delegato perla Locride dell’Associazione Italiana Sommeliersha illustrato il programma didattico ed ha introdot-to gli intervenuti all’affascinante mondo delladegustazione dei vini. Al corso, che partirà il pros-simo 5 marzo per 14 lunedì consecutivi, può acce-dere chiunque abbia superato i 16 anni di età, sianoessi professionisti del settore (chef, camerieri, risto-ratori, etc) che semplici appassionati o curiosi delvino. I partecipanti saranno dotati di strumentididattici e di degustazione fra i migliori: bicchieri

da degustazione ISO, riviste e guide specializzatesul vino, libri di testo appositamente realizzatidall’Associazione Italiana Sommeliers. I relatoridei corsi AIS sono tutti Sommelier di alto livellospecializzati nella degustazione del vino e nellacomunicazione, abilitati ed aggiornati mediantecontinui corsi di perfezionamento. Grazie allanascita ed alla crescita della delegazione territoria-le dell’AIS nella Locride hanno potuto vedere cre-scere nei ristoranti più prestigiosi della rivieraIonica valenti Sommeliers Professionisti, chehanno saputo valorizzare il settore enogastronomi-co portandolo alla ribalta regionale. Non ci restache brindare all’avvio del nuovo corso diSommelier.

quattro zampe.Come puntualizzato dal Sindaco stesso, da

secoli, la figura del gatto riveste un ruolo impor-tante nella cultura e viene associata alla figuradella donna. Ed infatti il leitmotiv dell'evento èstata l'associazione della figura femminile aquella del gatto. Nell'organizzazione solodonne, anche l'allestimento è stato curato daAnna Arpaia dell'Emporio. E anche la giurianon poteva che essere costituita da bellissimedonne. A comporla, Loredana Alvaro, MaròD'Agostino,Nadia Minniti, Roberta Papa,Antonella Pelle, Antonella Scabellone e comepresidente di giuria, un veterinario, anche leidonna, Francesca Ruga. Anche le presentatricidell'evento sono state due donne, la giornalistaMaria Teresa D'Agostino e la presidente stessadell'Associazione, giornalista anche lei,Marilene Bonavita.

Cultura e non solo divertimento. Anche seassociato al carnevale, l'evento “il gatto con glistivali” ha visto l'esposizione delle opere dello

scultore Joey Gulloni., il concerto del trio musi-cale i Mattamusa e del maestro Peppe Plataniassieme a Roberta Papa.

Il primo premio è andato ad Ermes, gatto nor-vegese maschio di 13 anni di Carmelita Mittoro;a parimerito per il secondo posto, due micioni,Nemo gatto persiano esotico maschio di 2 annidi Antonio Gaudino e Principessa gatto simil-persiano femmina di 2 anni di Sabrina Calautti;parimerito anche peri terzi classificati, Lele,gatto europeo maschio di 9 mesi di Carla MariaDelfino e Cheri gatto europeo maschio di 13anni di Morena Speziali.

Premio speciale naturalmente doveva esserci,venerdì 17, anche per il gatto nero: Paride gattonorvegese maschio di 13 anni di Anna EnricaPostorino. Tutti gli altri mici intervenuti hannoricevuto un piccolo premio grazie a “Max bou-tique degli animali”, oltre all'attestato di parteci-pazione offerto dalla Gru.

Marilene Bonavita

IL 3 MARZO A REGGIO CALABRIA SARÀPRESENTATO IL LIBRO DI FRANZ FOTI

Gli appassionati del vino potranno imparare a degustare il vino e a valutarne le qualità

MASCHERINE AL CENTRO POLIFUNZIONALE

FOTO DOMENICO SISTO

AL VIA IL NUOVO CORSO DI SOMMELIER

Parlando

Cinema

di

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Potrebbero rendersi,necessarie alcunespese per la gestionedel ménage domesti-co. Sarebbe meglio.

Il week-end è da tra-scorrere con enfasinella vita domestica.Per quanto riguarda l’e-ros andrà tutto bene.

Il week-end vi faràguadagnare il pun-teggio massimo intermini di iniziativae creatività

Il week-end vi faràguadagnare il punteg-gio massimo in termi-ni di iniziativa e crea-tività. Molto bene!

Fortunatamente, lasplendida Luna, illu-minerà il fine setti-mana, vi divertiretetanto con gli amici.

Il fine settimana èperfetto per apprez-zare il calore delfocolare domestico.Amore ottimo.

BILANCIA

dal 23 settembreal 22 ottobre

SCORPIONE

dal 23 ottobreal 22 novembre

SAGITTARIO

dal 23 novembreal 21 dicembre

CAPRICORNO

dal 22 dicmbreal 20 gennaio

ACQUARIO

dal 21 gennaioal 19 febbraio

PESCI

dal 20 febbraioal 20 marzo

Domenica, la vogliadi elucubrazioni saràpari a zero. Azione almassimo. L’amore èin declino.

ARIETE

dal 21 marzoal 20 aprile

Il fine settimana, conuna Luna in Pesci,sarà molto elettriz-zante. Spetta a voifare le scelte giuste!

TORO

dal 21 aprileal 20 maggio

GEMELLI

dal 21 maggio al 21 giugno

Il week-end vi regaleràun'attitudine socialedavvero invidiabile. Inamore ricordatevi chevince chi fugge!

CANCRO

dal 22 giugnoal 22 luglio

Sabato e Domenica,sarete molto concen-trati, strategici edeterminati come ènel vostro spirito.

LEONE

dal 23 luglioal 23 agosto

Sabato e domenica-giornate ideali perriscoprire la parte piùnomadica e grintosa:sì a viaggi e gite.

VERGINE

dal 24 agostoal 22 settembre

Domenica riuscirete,con apprezzabile grin-ta e sovrumana com-battività, a sistemaretutto. Bravi!

C orre voce che il cittadino del sud (ed in particolare il reggino) èsempre pronto a “lamentarsi” ed “a piangersi addosso”. Che sisenta vessato senza motivo, che non abbia voglia di lavorare, chenon paghi le tasse, che gli piace tutto sommato vivere in questomodo, pur lamentandosi. Spesso ci si imbatte in questi discorsi,

ed a perorare questa causa il più delle volte è la persona del sud che si trasferi-sce al nord, sputando nel piatto fino a dove poco prima ha mangiato (ed anchein abbondanza viste le porzioni generose che vengono elargite a Reggio!).Seguendo sempre la scia “del piangersi addosso”, prendiamo in esame il PianoNazionali Aeroporti che si sta discutendo sul tavolo del Ministero dei Trasporti,il cui titolare del dicastero è Corrado Passera. Il piano prevede la seguente clas-sificazione: 14 aeroporti strategici, 10 aeroporti primari e 24 aeroporti comple-mentari. Quest'ultimi, secondo il piano di Passera, andrebbero eliminati o quan-to meno, lasciati al proprio destino poiché lo Stato chiuderebbe il rubinetto deifondi pubblici per la loro gestione. Tra i 24 aeroporti, ovviamente, rientrerebbeanche Reggio Calabria (e Crotone). Usiamo il condizionale perché il governosta aspettando l'analisi del dossier elaborato negli ultimi due anni da One Works,Nomisma e Kpmg. Secondo l'analisicompiuta da ENAC (l'ente nazionaleper l'aviazione civile), gli aeroporti conun traffico aereo inferiore agli 800 milapasseggeri l'anno non garantisconoritorni economici allo stato a fronte deisoldi pubblici investiti. Ed il nostro TitoMinniti, secondo gli ultimi dati distri-buiti dalla Sogas, la società che gestiscel'aeroporto dello Stretto, il 2011 si èchiuso sfiorando i 600 mila passeggeri,nonostante tutto (aggiungiamo noi). Perché la tiratina d'orecchie va fatto aProvincia, Regione e Sogas: ma il TitoMinniti vale “solo” i 600 mila passegge-ri l'anno? Consideriamo il dato chetutta la Calabria vanta da sola nel com-plesso circa 350 mila emigrati; ReggioCalabria provincia, da sola fa quasi unterzo di questo dato. Ciò significa che alnetto delle persone che non prendonol'aereo oppure non tornano nei luoghi d'origine, circa 100 mila persone garanti-scono almeno un viaggio l'anno. Ma, ovviamente, l'emigrato non torna una solavolta l'anno nella propria città. Aggiungendo il dato degli studenti fuori sede, dichi effettua voli saltuari per lavoro o l'indotto derivante dal turismo, il datopotrebbe tranquillamente superare il milione di passeggeri. Perché ciò nonavviene? Semplice: il Tito Minniti, fino ad ora, è stato oggetto di una cattivagestione. Alitalia ha quasi il monopolio esclusivo delle tratte aeree: collegaReggio Calabria con Roma Fiumicino, Milano Linate, Torino (solo da qualchemese). Oltre Alitalia annoveriamo Blu Express (diventata da poco una control-lata di Alitalia) che ha come rotte Roma Fiumicino e Milano Linate. Poi il nulla.In pratica non esiste concorrenza al Tito Minniti ed Alitalia può praticare i prez-zi e gli orari di volo che più gli fa comodo. In questo modo è ovvio che non si rie-sca ad incrementare il numero dei passeggeri. In passato vi sono state altre com-pagnie che hanno fatto una rapida comparsa sul Tito Minniti (pensiamo, ad

esempio, ad Air Malta, Trawel Fly, Italy) ma, per un motivo o per un altro, sonotutte scappate da Reggio. Questione “ammodernamento” aeroporto: da una vita si parla di questo perReggio Calabria. Ed, ovviamente, non se ne viene mai a capo. Alcune compa-gnie aeree, una su tutte Ryanair (leader in Europa per i voli low-cost), non pos-sono operare su Reggio per questioni “di pista”. Ryanair utilizza i Boeing 737-800 con una capienza di 189 passeggeri. I voli Ryanair viaggiano sempre pieni(altrimenti non partono, questo per politica aziendale) e la pista attualmente adisposizione del Tito Minniti non basterebbe. Questo è uno dei maggiori osta-coli alla presenza di nuovi vettori aerei. Non consideriamo neanche la questione “conti in rosso”; il bilancio del 2010 siè chiuso con ben 3 milioni di euro di perdite. Verrebbe spontaneo a questo punto dire che Passera fa bene a chiudere i rubi-netti dei fondi pubblici per il Tito Minniti. Ma ciò non è così, perché non puoipenalizzare un intero popolo per colpa dell'inefficienza di tutta una classe poli-tica. E lo stato, inoltre, ha tanto da farsi perdonare a livello di trasporti, poiché ècolpa loro se ci ritroviamo in questa situazione disastrosa:

o L'autostrada SA-RC è un eternocantiere aperto. È da circa 20 anni che esi-stono questi lavori di ammodernamentodella sede stradale, non può sempre esserecolpa della 'ndrangheta o dell'inefficienzadelle ditte del sud, anche perché gli appaltipiù consistenti sono in mano a società delcentro-nord (la Baldassini - Tognozzi -Pontello, sede legale Firenze, fallita e rile-vata da Impresa SPA, sede legale a Roma ela Impregilo SPA, sede legale Sesto SanGiovanni). b o Inadeguati collegamentiferroviari. L'unica tratta decente è quellaReggio Calabria-Roma su Freccia Argento(ripristinato da poco e che ti costa unocchio della testa) ed il classico Eurostar.Poi il nulla. Perché chi vuol andare al nord, deve cam-biare a Salerno o a Roma. E soprattutto,non può viaggiare di notte ad un prezzoaccettabile. Bella roba, in pratica un reggi-

no che lavora poco sopra Roma, è costretto a prendere 2 giorni di ferie (traandata e ritorno), effettuare un cambio (con i problemi che sorgono a causa dicoincidenze e bagagli al seguito) e spendere un occhio della testa. Di fronte ad un tale bagno di sangue a livello di trasporti, sarebbe letteralmenteUN AFFRONTO decretare la chiusura del Tito Minniti. Ed i disagi maggiori liavrebbero soprattutto i nostri emigrati, che già hanno subito il forzato abbando-no della propria terra per potersi creare un futuro che Reggio e tutto il sud nonsono in grado di garantire. Se questo per voi è piangersi addosso, allora chiama-teci pure piagnoni, le vostre parole scivolano “come olio sui binari della nostraindifferenza.” Ci auspichiamo comunque che, a fronte di quanto esposto sopra, i nostri politi-ci sappiano usare il pugno di ferro in questa situazione e facciano valere i nostridiritti, che anche la costituzione italiana sancisce. In fondo c'è sempre una prima volta

OROSCOPO

E se Reggio restasenza aeroportoè sempre colpadei reggini???

ILOSOFIA REGGINA

la Riviera

DOMENICA 26 FEBBRAIO 2012 LA RIVIERA 31

prove di “settebello”

Blob of the week

Tantissimi auguri per un felicecompleanno, ad un pupo,

bravo intelligente e coocolone,da tutti noi

il baule dei ricordi

I Boss di Radio Venere Ruggero brizzi e Diego cataldo

Carletto Crusoe e il suo amicoVenerdì

AL CINEMA

CINEMA NUOVO Siderno,info:0964/ 342776 Benvenuti al Nord/16.00-18.00 - 20.00 Mission Impossible 4 /22.00CINEMA GOLDEN Roccela J, info:333/ 7672151Com’è bello far l’amore/16.00 - 18.00 - 20.00 - 22.00CINEMA VITTORIA Locri, info:339/7153696 Hugo Cabret /17.00 - 19.30 -22.00

CINEMA GARIBALDI Polistena,info:0966/ 932622 Benvenuti al Nord/ 15.30 -17.30 - 19.45 - 22.00CINEMA POLITEAMA Gioia T., info:0966/ 51498Com’è bello far l’amore/18.00 - 21.00CINEMA ODEONReggio C.,info:0965/ 898168 Com’è bello far l’amore/18.00 - 20.00 - 22.00

CINEMA AURORA Reggio C.,info:0965/ 45373Hugo Cabret/17.30 - 20.00 -22.30NUOVA PERGOLA Reggio C.,info:0965/ 21515 la scomparsa di Patò/18.30 -20.30 - 22.30MULTISALA LUMIERE Reggio C.,info:0965/ 51036 Sala de Curtis In Time/18.30 - 20.45 - 22.30Sala Sordi

Viaggio nell’isola misteriosa (3D)/ 18.10- 20.20 - 22.00Sala de SicaAlvin superstar 3/ 17.00 Knockout/ 19.00 - 21.00 - 23.00Sala mastroianniWar Horse/ 18.10 Paradiso amaro/ 20.30 - 23.00

Essere latitanti, avere un sacco di soldi ha i suoi vantaggi. Mi permette di non far nulla equando sul mare impazza la bonaccia e le vele dell'Insomniac restano flosce, passo gior-nate intere a oziare. Mi diletto a guardare cosa succede nel mondo, conosco diverse lin-

gue e guardo i tg di diverse nazioni. Siscoprono cose curiose sapete. A esem-pio sento il numero dei morti ammazza-ti a New York o a Città del Messico, glistupri a Parigi, le rapine a Milano.

Ascolto la cronaca che arriva da ogni parte del mondo. Poi faccio un confronto con quanto accade nella Locride e mi sorprendo. Macome, voi che nella percezione collettiva vivete il peggiore dei mondi in realtà abitate in un posto dove accade poco o nulla? Come èpossibile? Un fatto di cronaca nera ve lo girate per giorni su giornali e tv, in attesa di una retata che riempia servizi giornalistici e televi-sivi. Non è una burla, fate una prova. E visto che non siete forti nelle lingue, fatela restando in Italia. Guardate le diverse edizioni delletestate regionali della RAI. Resterete sorpresi, scoprirete più cronaca nera in Lombardia, Liguria, Lazio, Emilia che da voi. Una rispo-sta però c'è, non gioite. Ovvia, altrimenti sarebbero ingiustificate le massicce presenze di magistrati, forze dell'ordine, associazioni anti-mafia. La risposta è che siete una società criminale e mica si ruba in casa del ladro. Non può essere altrimenti, siccome la cronaca sietevoi a produrla state bene attenti a portare il male fuori da casa vostra, commettendo qualcosa solo se strettamente necessaria. E menomale che sono riuscita a darmela questa risposta. Meno male, soprattutto per quanti combattono la criminalità. E' giusto rimangano davoi, alla fonte del male, non ci fosse questa consapevolezza toccherebbe loro rincorrere gli effetti della malattia senza curarne la causa.La causa siete voi, inutile nasconderlo. Quindi tenetevi poliziotti, magistrati, associazioni, musei, giornalisti ed eroi vari. Risolto il pro-blema da voi, a cascata si risolveranno i suoi epifenomeni e il mondo, finalmente, tirerà un sospiro di sollievo.

La verità dell’Iridedi Benjamin Bowson

La Locride e i TG

Salvatore non perde mai “La Bussola”

“il Marco ragno compie 6anni: auguri”

Adolfo Melignano, Cosimo Reitanoe Pino Romano

Giorgio Ferraro

Daniele Ocello, Paolo Cefalì eGregorio Ocello

PietroAntonio MelecaAlberta fa i provini per il nuovo

episodio di Ghostbuster