Amico del Fanciullo

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... «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?». (Lc 24, 13-35)

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Giornalino del Sacrocuore di Fasano

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... «Non ci ardeva

forse il cuore

nel petto mentre

conversava

con noi lungo

il cammino,

quando ci spiegava

le Scritture?».

(Lc 24, 13-35)

Page 2: Amico del Fanciullo

Periodico editodalla Prov. Italiana

della Congregazionedei Servi della Carità

— Opera Don Guanella —TRIMESTRALE

redatto dall’Istituto S. Cuoredi Fasano (BR)

ANNO XLIV - N. 1 - 2012

Sede: 72015 Fasano (Brindisi)Direttore responsabile: Curri Giuseppe

Autorizzazione Tribunale di Brindisi, n. 82 del 24.4.1968

Con approvazione ecclesiasticaSpedizione in A. P.

D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 2 DCB - Roma

Aut. Filiale Poste Brindisi Stampa: EVI s.r.l.

C.da Piangevino 224/B - MonopoliTel. 080.803215 - Fax 0806907026E-mail: [email protected]

Se cambiate indirizzo, notificateci il nuovo mandandoci anche il vecchio per poterlo togliere, onde evitare duplicati. Scrivendo o inviando offerte, mettere sempre completo e chiaro il vostro indirizzo in modo da facilitare la rispo-sta e la registrazione.Le signore mettano tutti e due i cogno-mi o sempre lo stesso per evitare dupli-cati. Grazie.

“Un ambiente accogliente per tutta la famiglia”

L a Casa per Ferie dell’Opera Don Guanella è situata nel centro di Torre Canne, sul litorale nel territorio del Comune di Fasano (BR), a cinquanta metri dalla sabbia dorata del limpido mare Adriatico

e a cinquecento metri dalle Terme di Torre Canne.La struttura è ben collegata con i maggiori centri turistici della

zona: i trulli di Alberobello, gli scavi archeologici di Egnazia, le grotte di Castellana, lo Zoosafari di Fasano, la città bianca di Ostuni, la zona pa-noramica della Selva di Fasano, la zona enologica di Locorotondo.

La Casa per Ferie “Sacro Cuore” dispone di ambienti confortevoli, ascensore, stanze con TV e aria condizionata. All’esterno si trovano ampi spazi attrezzati e parcheggio. Bed & breakfast, mezza pensione o completa, cucina mediterranea e locale. Animazione e momenti di festa.

Ospita gruppi, associazioni, famiglie, coppie e singoli, religiosi e suore (per questi ultimi sono predisposti ambienti più riservati).

Direzione

Sede Estiva

Via Matarano, 172015 FASANO (BR)Tel. 080.4413037 - Fax 080.4423518Sito web: www.sacrocuorefasano.netE-mail: [email protected]

Casa per Ferie “Sacro Cuore”Opera Don GuanellaVia del Faro, 118 e Via Messina, 7672010 TORRE CANNE (BR)Tel. 080.4829418 - 338.3382572

Casa per ferie“Sacro Cuore”Opera Don GuanellaTorre Canne (BR)

Foto copertina: I discepoli di Emmaus; disegno colorato dai ragazzi.

SOMMARIO

3

Lettera del direttore

Il Signore Risorto sia luceai nostri passi...

Camminando insieme,

si evangelizza

P.O.F. 2011-2012

Al Sacro Cuore una nuova

Comunità Educativa Integrata

Mari e monti…

parlatemi di Dio

Il libro delle ricette a te…

un progetto a me

La Pasqua dell’ex allievo

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13

14

Veniamo a voi per portarvi il saluto nostro e quello dei nostri ragazzi, con gli auguri di una Pasqua piena di speranza e di novità per la vostra vita. Guardando i nostri ragazzi e vedendo pian piano sbocciare, nei loro volti, il sorriso (tra le molte spine) crediamo ancor di più nella forza della Resurre-

zione. In questi giorni abbiamo chiesto loro cosa significasse la Pasqua... Tra le molte risposte anche quella che Gesù è Risorto... ma soprattutto si sono soffermati sulle loro piccole tradizioni che rallegrano la loro vita: “Le uova rosse” simbolo dell’umanità bagnata dal sangue di Gesù... il “coniglietto” simbolo della vita, della felicità, dell’amore. Ma ciò che ci sorprende di più è l’augurio che tutti si fanno nei giorni che seguono la Pasqua: “Cristo è Risorto, e si risponde con: “È davvero risorto”.

Mettersi, allora, alla ricerca di GESÙ RISORTO!Simone e quelli che erano con lui, trovato Gesù, gli dissero: «Tutti ti cercano».Ed egli disse loro: «Andiamo altrove, per i villaggi vicini, affinché io predichi anche là; per questo infatti

sono venuto» (Mc 1,36-38).«Tutti ti cercano». L’uomo è un viandante continuamente alla ricerca di

qualcosa che sazi la sua sete di felicità, di verità e di amore. E appena intui-sce la possibilità di qualche risposta non esita a mettersi in cammino. Come le folle che cercano Gesù, le sue parole e i suoi miracoli, anche oggi molti accorrono nei luoghi che offrono sollievo e speranza o semplicemente promesse e illusioni. Andiamo altrove. Gesù rove-scia la prospettiva. Non aspetta che le persone lo cerchino, ma è lui stesso che si mette alla ricerca di ogni persona per portare a tutti il vangelo, la buona notizia che Dio è Padre e ci ama e vuole che tutti siamo salvi per gustare la pienezza della vita.

Per questo «infatti è venuto».

Ancora oggi Gesù continua a percorrere i sentieri del nostro mondo e del nostro cuore.

Cerca ancora terre di dolore per risanarlo, cerca le frontiere del male per farle arretrare. Si dirige altrove a sollevare altre vite, alzare creature, stringere mani.

La bianca colomba pasquale voli nel nostro cuore colmandolo di serenità e pace. BUONA PASQUA

Don Donato

Così percorre non solo le strade dei giusti, dei figli dell’alleanza, ma si avventura altrove: nei villaggi di chi è senza speranza, nella storia di chi è oppresso dal dolore, nelle catene di chi è schiavo dell’odio o del piacere, nelle vie dell’indifferenza, della mediocrità e della menzogna.

«Andiamo». Gesù parla al plurale: vuole con sé «Simone e quelli che erano con lui». So che anch’io sono chiamato ad andare e a farmi annunciatore dell’amore e della salvezza di Gesù, di annuncio e di evangelizzazione? Verso chi andrò? Quali passi decido di compiere?

Il suono delle campane a festa, rallegri il nostro cuore portandovi la gioia e l’amore... che Gesù possa rinascere anche nei nostri cuori. Il Signore Risorto sia luce ai nostri passi e sostegno nel lungo cammino della vita, con l’augurio che tutti possiamo trascorrere una felice e gioiosa Pasqua.

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LETTERA DEL DIRETTORE

Il Signore Risorto sia luce ai nostri passi...

Page 3: Amico del Fanciullo

Periodico editodalla Prov. Italiana

della Congregazionedei Servi della Carità

— Opera Don Guanella —TRIMESTRALE

redatto dall’Istituto S. Cuoredi Fasano (BR)

ANNO XLIV - N. 1 - 2012

Sede: 72015 Fasano (Brindisi)Direttore responsabile: Curri Giuseppe

Autorizzazione Tribunale di Brindisi, n. 82 del 24.4.1968

Con approvazione ecclesiasticaSpedizione in A. P.

D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 2 DCB - Roma

Aut. Filiale Poste Brindisi Stampa: EVI s.r.l.

C.da Piangevino 224/B - MonopoliTel. 080.803215 - Fax 0806907026E-mail: [email protected]

Se cambiate indirizzo, notificateci il nuovo mandandoci anche il vecchio per poterlo togliere, onde evitare duplicati. Scrivendo o inviando offerte, mettere sempre completo e chiaro il vostro indirizzo in modo da facilitare la rispo-sta e la registrazione.Le signore mettano tutti e due i cogno-mi o sempre lo stesso per evitare dupli-cati. Grazie.

“Un ambiente accogliente per tutta la famiglia”

L a Casa per Ferie dell’Opera Don Guanella è situata nel centro di Torre Canne, sul litorale nel territorio del Comune di Fasano (BR), a cinquanta metri dalla sabbia dorata del limpido mare Adriatico

e a cinquecento metri dalle Terme di Torre Canne.La struttura è ben collegata con i maggiori centri turistici della

zona: i trulli di Alberobello, gli scavi archeologici di Egnazia, le grotte di Castellana, lo Zoosafari di Fasano, la città bianca di Ostuni, la zona pa-noramica della Selva di Fasano, la zona enologica di Locorotondo.

La Casa per Ferie “Sacro Cuore” dispone di ambienti confortevoli, ascensore, stanze con TV e aria condizionata. All’esterno si trovano ampi spazi attrezzati e parcheggio. Bed & breakfast, mezza pensione o completa, cucina mediterranea e locale. Animazione e momenti di festa.

Ospita gruppi, associazioni, famiglie, coppie e singoli, religiosi e suore (per questi ultimi sono predisposti ambienti più riservati).

Direzione

Sede Estiva

Via Matarano, 172015 FASANO (BR)Tel. 080.4413037 - Fax 080.4423518Sito web: www.sacrocuorefasano.netE-mail: [email protected]

Casa per Ferie “Sacro Cuore”Opera Don GuanellaVia del Faro, 118 e Via Messina, 7672010 TORRE CANNE (BR)Tel. 080.4829418 - 338.3382572

Casa per ferie“Sacro Cuore”Opera Don GuanellaTorre Canne (BR)

Foto copertina: I discepoli di Emmaus; disegno colorato dai ragazzi.

SOMMARIO

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Lettera del direttore

Il Signore Risorto sia luceai nostri passi...

Camminando insieme,

si evangelizza

P.O.F. 2011-2012

Al Sacro Cuore una nuova

Comunità Educativa Integrata

Mari e monti…

parlatemi di Dio

Il libro delle ricette a te…

un progetto a me

La Pasqua dell’ex allievo

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Veniamo a voi per portarvi il saluto nostro e quello dei nostri ragazzi, con gli auguri di una Pasqua piena di speranza e di novità per la vostra vita. Guardando i nostri ragazzi e vedendo pian piano sbocciare, nei loro volti, il sorriso (tra le molte spine) crediamo ancor di più nella forza della Resurre-

zione. In questi giorni abbiamo chiesto loro cosa significasse la Pasqua... Tra le molte risposte anche quella che Gesù è Risorto... ma soprattutto si sono soffermati sulle loro piccole tradizioni che rallegrano la loro vita: “Le uova rosse” simbolo dell’umanità bagnata dal sangue di Gesù... il “coniglietto” simbolo della vita, della felicità, dell’amore. Ma ciò che ci sorprende di più è l’augurio che tutti si fanno nei giorni che seguono la Pasqua: “Cristo è Risorto, e si risponde con: “È davvero risorto”.

Mettersi, allora, alla ricerca di GESÙ RISORTO!Simone e quelli che erano con lui, trovato Gesù, gli dissero: «Tutti ti cercano».Ed egli disse loro: «Andiamo altrove, per i villaggi vicini, affinché io predichi anche là; per questo infatti

sono venuto» (Mc 1,36-38).«Tutti ti cercano». L’uomo è un viandante continuamente alla ricerca di

qualcosa che sazi la sua sete di felicità, di verità e di amore. E appena intui-sce la possibilità di qualche risposta non esita a mettersi in cammino. Come le folle che cercano Gesù, le sue parole e i suoi miracoli, anche oggi molti accorrono nei luoghi che offrono sollievo e speranza o semplicemente promesse e illusioni. Andiamo altrove. Gesù rove-scia la prospettiva. Non aspetta che le persone lo cerchino, ma è lui stesso che si mette alla ricerca di ogni persona per portare a tutti il vangelo, la buona notizia che Dio è Padre e ci ama e vuole che tutti siamo salvi per gustare la pienezza della vita.

Per questo «infatti è venuto».

Ancora oggi Gesù continua a percorrere i sentieri del nostro mondo e del nostro cuore.

Cerca ancora terre di dolore per risanarlo, cerca le frontiere del male per farle arretrare. Si dirige altrove a sollevare altre vite, alzare creature, stringere mani.

La bianca colomba pasquale voli nel nostro cuore colmandolo di serenità e pace. BUONA PASQUA

Don Donato

Così percorre non solo le strade dei giusti, dei figli dell’alleanza, ma si avventura altrove: nei villaggi di chi è senza speranza, nella storia di chi è oppresso dal dolore, nelle catene di chi è schiavo dell’odio o del piacere, nelle vie dell’indifferenza, della mediocrità e della menzogna.

«Andiamo». Gesù parla al plurale: vuole con sé «Simone e quelli che erano con lui». So che anch’io sono chiamato ad andare e a farmi annunciatore dell’amore e della salvezza di Gesù, di annuncio e di evangelizzazione? Verso chi andrò? Quali passi decido di compiere?

Il suono delle campane a festa, rallegri il nostro cuore portandovi la gioia e l’amore... che Gesù possa rinascere anche nei nostri cuori. Il Signore Risorto sia luce ai nostri passi e sostegno nel lungo cammino della vita, con l’augurio che tutti possiamo trascorrere una felice e gioiosa Pasqua.

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LETTERA DEL DIRETTORE

Il Signore Risorto sia luce ai nostri passi...

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Incontrare Cristo riscoprendo la vita

feta potente in opere e in parole davanti a Dio e a tutto il popolo”, sembrava che “fosse lui che avrebbe liberato Israele” (Lc 24,19.21); invece, la sua morte in croce aveva sepolto tutte le loro aspettative. Era più che logico che sentissero il fallimento, sentissero di essere stati ingannati. Proprio perché prima si erano appassionati di lui, si sentirono fortemente delusi dopo quanto era avvenuto.

Che la delusione fosse la ragione dell’allon-tanamento dei discepoli, che la stanchezza accu-mulata in tre anni di sequela di Gesù e l’ama-rezza per come era finita li portassero ad abban-donare la vita comune, deve servirci come am-monimento. Oggi i giovani condividono poche cose con questi discepoli, ma forse nessuna tanto quanto la frustrazione dei loro sogni, la stanchezza e il disincanto nel discepolato; segui-

re Gesù, pensano sovente, non merita, non vale la pena: un morto, un assente, non vale la loro vita.

È l’ora di andare verso Emmaus. Nel cammi-no, con le loro angosce, c’è pure l’opportunità di un incontro con Gesù. Non si deve però andare da soli. I giovani hanno bisogno di una Chiesa che si avvicini ai loro problemi e al loro sconfor-to, che non solo con essi condivida il cammino e la fatica, ma anche sappia conversare con loro, assumendo le loro incertezze. Come potrà la Chiesa rappresentare il Signore risorto, se non si mostra preoccupata nelle loro cose e per la loro vita? “Andare ed incontrare i giovani dove si trovano, accoglierli disinteressatamente e con premura nei nostri ambienti, metterci in attento ascolto delle loro domande e aspirazioni sono per noi scelte fondamentali che precedono qual-siasi altro passo di educazione alla fede”. Questa fu, perlomeno, la prima scelta di Gesù sulla via di Emmaus.

Sulla strada, soltanto lo sconosciuto sembra non avesse alcuna idea sull’accaduto in Gerusa-lemme (Lc 24,17-24). Lo sconosciuto dovette impegnarsi a fondo per farli arrivare a vedere l’accaduto sotto la luce di Dio, secondo le Scrit-ture: così, contemplando Dio nella storia di Gesù, scoprirono il piano di Dio e si spiegarono tutto: la morte del maestro non era stata né sfortuna né tragedia, ma parte di un programma divino di salvezza.

Come Cristo, la sua Chiesa deve rinunciare ad alimentare nei giovani speranze inconsisten-ti, false aspettative, e insegnare a sopportare quel che accade, in loro e attorno a loro, aiutan-do a rileggere gli eventi alla luce di Dio, secondo la sua Parola: le illusioni, le speranze fasulle, anche se sorte nel seguire Gesù, non hanno futuro. Se non parliamo loro, portandoli alla convinzione che tutto l’accaduto è parte di un grande, meraviglioso, progetto divino, frutto e prova d’un colossale amore, come riusciranno i

Dal sapere tante cose su Gesù al lasciarlo parla-re, durante il cammino

giovani a sentirsi amati da Dio? Per riuscirci, dovremmo diventare i loro compagni nella ricer-ca di senso della vita e nella ricerca di Dio attra-verso la conoscenza delle Scritture.

Giunti ad Emmaus, i discepoli non erano ancora arrivati alla conoscenza personale di Gesù, non avevano identificato il Risorto nello

sconosciuto accompagnatore. In realtà, Em-maus non fu la meta del viaggio, ma una tappa decisiva. Invitato a restare, ancora sconosciuto, Gesù ripete il suo gesto senza dire parola: ospite a casa d’altri, l’ospitato non tarda a diventare anfitrione; e come padrone benedice e distribui-sce il pane. La prassi eucaristica è tra i già cre-denti parola d’ordine della sua reale presenza.

I due di Emmaus non riconobbero il Signore quando assieme a lui facevano strada e da lui

Accogliere Gesù in casa propria,la tappa decisiva

CAMMINANDO INSIEME,SI EVANGELIZZA

Il cammino verso Emmaus

La metodologia : camminare insieme

Andare delusi da Gesù, il punto di partenza

Il racconto si apre narrando l’allontanarsi da Gerusalemme di due dei discepoli di Gesù. Deso-lati per quanto è accaduto ormai da tre giorni, abbandonano la comunità, nella quale però ci sono alcuni che hanno cominciato a dire che è stato visto il Signore vivo; i due discepoli non possono credere a dicerie di donne (Lc 24,22-23; Mc 16,11). Soltanto alla fine del viaggio, quando vedranno Gesù ripetere il suo gesto di spezzare e condividere il pane benedetto, lo riconosceran-no, per subito perderlo di vista e ritornare in comunità: la conclusione, inaspettata, del viag-gio ad Emmaus fu il ritrovarsi con la comunità dei discepoli a Gerusalemme. Il Risorto non restò con loro ed essi non poterono restare da soli: fecero ritorno alla comunità, dove si incontra il Cristo.

La ragione, probabilmente, per cui l’episodio di Emmaus risulta così attuale sta nella sua con-temporaneità con la nostra situazione spirituale. È facile sentirsi identificati con questi discepoli che tornano a casa, prima del tramonto del sole, carichi di saperi e di tristezza.

Più che quanto era accaduto in Gerusalem-me, fu l’intima frustrazione personale il punto di partenza del viaggio verso Emmaus: lo sconforto dei discepoli nasceva dalla disperazione che li invase a causa del come si era conclusa la loro avventura con Gesù di Nazaret (Lc 24,17-21). Avevano vissuto assieme a lui e la convivenza aveva svegliato in loro le migliori speranze: “pro-

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Incontrare Cristo riscoprendo la vita

feta potente in opere e in parole davanti a Dio e a tutto il popolo”, sembrava che “fosse lui che avrebbe liberato Israele” (Lc 24,19.21); invece, la sua morte in croce aveva sepolto tutte le loro aspettative. Era più che logico che sentissero il fallimento, sentissero di essere stati ingannati. Proprio perché prima si erano appassionati di lui, si sentirono fortemente delusi dopo quanto era avvenuto.

Che la delusione fosse la ragione dell’allon-tanamento dei discepoli, che la stanchezza accu-mulata in tre anni di sequela di Gesù e l’ama-rezza per come era finita li portassero ad abban-donare la vita comune, deve servirci come am-monimento. Oggi i giovani condividono poche cose con questi discepoli, ma forse nessuna tanto quanto la frustrazione dei loro sogni, la stanchezza e il disincanto nel discepolato; segui-

re Gesù, pensano sovente, non merita, non vale la pena: un morto, un assente, non vale la loro vita.

È l’ora di andare verso Emmaus. Nel cammi-no, con le loro angosce, c’è pure l’opportunità di un incontro con Gesù. Non si deve però andare da soli. I giovani hanno bisogno di una Chiesa che si avvicini ai loro problemi e al loro sconfor-to, che non solo con essi condivida il cammino e la fatica, ma anche sappia conversare con loro, assumendo le loro incertezze. Come potrà la Chiesa rappresentare il Signore risorto, se non si mostra preoccupata nelle loro cose e per la loro vita? “Andare ed incontrare i giovani dove si trovano, accoglierli disinteressatamente e con premura nei nostri ambienti, metterci in attento ascolto delle loro domande e aspirazioni sono per noi scelte fondamentali che precedono qual-siasi altro passo di educazione alla fede”. Questa fu, perlomeno, la prima scelta di Gesù sulla via di Emmaus.

Sulla strada, soltanto lo sconosciuto sembra non avesse alcuna idea sull’accaduto in Gerusa-lemme (Lc 24,17-24). Lo sconosciuto dovette impegnarsi a fondo per farli arrivare a vedere l’accaduto sotto la luce di Dio, secondo le Scrit-ture: così, contemplando Dio nella storia di Gesù, scoprirono il piano di Dio e si spiegarono tutto: la morte del maestro non era stata né sfortuna né tragedia, ma parte di un programma divino di salvezza.

Come Cristo, la sua Chiesa deve rinunciare ad alimentare nei giovani speranze inconsisten-ti, false aspettative, e insegnare a sopportare quel che accade, in loro e attorno a loro, aiutan-do a rileggere gli eventi alla luce di Dio, secondo la sua Parola: le illusioni, le speranze fasulle, anche se sorte nel seguire Gesù, non hanno futuro. Se non parliamo loro, portandoli alla convinzione che tutto l’accaduto è parte di un grande, meraviglioso, progetto divino, frutto e prova d’un colossale amore, come riusciranno i

Dal sapere tante cose su Gesù al lasciarlo parla-re, durante il cammino

giovani a sentirsi amati da Dio? Per riuscirci, dovremmo diventare i loro compagni nella ricer-ca di senso della vita e nella ricerca di Dio attra-verso la conoscenza delle Scritture.

Giunti ad Emmaus, i discepoli non erano ancora arrivati alla conoscenza personale di Gesù, non avevano identificato il Risorto nello

sconosciuto accompagnatore. In realtà, Em-maus non fu la meta del viaggio, ma una tappa decisiva. Invitato a restare, ancora sconosciuto, Gesù ripete il suo gesto senza dire parola: ospite a casa d’altri, l’ospitato non tarda a diventare anfitrione; e come padrone benedice e distribui-sce il pane. La prassi eucaristica è tra i già cre-denti parola d’ordine della sua reale presenza.

I due di Emmaus non riconobbero il Signore quando assieme a lui facevano strada e da lui

Accogliere Gesù in casa propria,la tappa decisiva

CAMMINANDO INSIEME,SI EVANGELIZZA

Il cammino verso Emmaus

La metodologia : camminare insieme

Andare delusi da Gesù, il punto di partenza

Il racconto si apre narrando l’allontanarsi da Gerusalemme di due dei discepoli di Gesù. Deso-lati per quanto è accaduto ormai da tre giorni, abbandonano la comunità, nella quale però ci sono alcuni che hanno cominciato a dire che è stato visto il Signore vivo; i due discepoli non possono credere a dicerie di donne (Lc 24,22-23; Mc 16,11). Soltanto alla fine del viaggio, quando vedranno Gesù ripetere il suo gesto di spezzare e condividere il pane benedetto, lo riconosceran-no, per subito perderlo di vista e ritornare in comunità: la conclusione, inaspettata, del viag-gio ad Emmaus fu il ritrovarsi con la comunità dei discepoli a Gerusalemme. Il Risorto non restò con loro ed essi non poterono restare da soli: fecero ritorno alla comunità, dove si incontra il Cristo.

La ragione, probabilmente, per cui l’episodio di Emmaus risulta così attuale sta nella sua con-temporaneità con la nostra situazione spirituale. È facile sentirsi identificati con questi discepoli che tornano a casa, prima del tramonto del sole, carichi di saperi e di tristezza.

Più che quanto era accaduto in Gerusalem-me, fu l’intima frustrazione personale il punto di partenza del viaggio verso Emmaus: lo sconforto dei discepoli nasceva dalla disperazione che li invase a causa del come si era conclusa la loro avventura con Gesù di Nazaret (Lc 24,17-21). Avevano vissuto assieme a lui e la convivenza aveva svegliato in loro le migliori speranze: “pro-

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imparavano a capire il senso degli avvenimenti; la sola spiegazione delle Scritture non aprì loro gli occhi, solo riscaldò i loro cuori (cf. Lc 24,32); camminare con Gesù e sentire la sua voce non fu sufficiente. Quello che Gesù non riuscì a fare con l’accompagnamento, con la conversazione, con l’interpretazione della Parola di Dio, si compì con il gesto eucaristico: gli occhi per contemplare il Risorto si aprono dove Lui, anche se non ben riconosciuto, ripete il gesto che meglio lo identi-fica (Lc 24,30-31).

Erano quelli di Emmaus ben preparati per scoprire il Signore nello sconosciuto compagno di strada?

Nell’avventura dei due di Emmaus troviamo le tappe decisive, e successive, da percorrere per rifare, nell’educazione alla fede dei giovani, l’esperienza pasquale che accompagna la nasci-ta della vita in comunità e della testimonianza apostolica. “Facciamo tutto ciò sull’esempio del Signore e seguendo il metodo della sua carità sulla strada di Emmaus. Ripetiamo i suoi atteg-giamenti: prendiamo l’iniziativa dell’incontro e ci mettiamo accanto ai giovani; con loro percor-riamo la strada ascoltando, condividendo le loro ansie ed aspirazioni; a loro spieghiamo con pa-zienza il messaggio esigente del vangelo; e con loro ci fermiamo, per ripetere il gesto di spezzare il pane e suscitare in essi l’ardore della fede”.

Proposizioni1.

2.

3.

4.

PREGHIERA CONCLUSIVA:

Nella via ad Emmaus Gesù si presentò ai discepoli conversando con loro.

L’accostamento alla Parola di Dio non può ridursi alla lettura e comprensione del testo bi-blico, ma è il cammino per incontrare Gesù Risorto; una lettura della Parola che non diventi incontro personale è destinata a fallire.

Nella via ad Emmaus Gesù si presentò ai discepoli accompagnandoli durante tutto il cammino. Per aprire l’intelligenza e i cuori, Gesù accompagnò i discepoli durante il cammino, an-che se questo era di allontanamento dalla comu-nità, e si interessò dei loro problemi.

L’evangelizzatore deve adottare il metodo di Gesù: accompagnare il cammino e condividere la vita degli evangelizzati.

Nella via ad Emmaus Gesù si presentò ai discepoli ascoltando le loro preoccupazioni e spiegò quel che era successo riferendosi alle Scritture che parlavano di Lui. Scoprire il piano di Dio nella propria storia è l’obiettivo della let-tura della Scrittura; il piano di Dio si svela quan-do si trova il senso di ciò che ci è accaduto in Cristo Gesù.

Il riconoscimento di Gesù fu solo possibile nell’incontro eucaristico. Una lettura della Paro-la che non sia preambolo e tappa previa all’in-contro eucaristico non ridona la fede, né fa ritor-nare in comunità.

Con la tua Eucarestia, nella Chiesa, Tu vuoi venirmi incontro, prendere la mia miseria, per offrirla con Te stesso nella tua intercessione presso il Padre nostro. Tu vuoi riunirci in una sola famiglia, quella dei figli di Dio. Tu ci illumini con la tua Parola. Tu vuoi toccare i nostri cuori, entrare in noi, per nutrirci di Te, per infondere la tua Vita in tutte le nostre azioni. Tu ci consegni la tua presenza reale nell’Eucarestia per attirarci a Te, per darci la gioia di molteplici incontri ed il fer-vore di rendere testimonianza di Te, perché ... TU SEI VIVO.

INTRODUZIONE

ANCHE TU COSÌ

ANCHE TU COSÌ

ANCHE TU

L’inizio del nuovo Anno Scolastico è stato

caratterizzato dalla consegna del Mandato Edu-cativo per gli educatori ed operatori vari con la presenza del Superiore Provinciale.

Anche questo momento è stato inserito nel-la nuova strada indicata dal POF.

Il lungo periodo di preparazione alla Cano-nizzazione del Beato Luigi Guanella è stato coro-nato con la partenza per Roma il 21 ottobre di tutta la Comunità Sacro Cuore di Fasano e Torre Canne. Una tappa intermedia è stata la visita all’Abbazia di Montecassino.

Sono stati giorni intensi e pieni di com-mozione per tutti ed ognuno ha riportato nel proprio cuore questa bellissima esperienza ri-tornando a casa.

Il 28 ottobre nella Chiesa Matrice di Fasano c’è stato un recital “Chiaroscuri dell’anima” con la presenza di Claudia Koll accompagnata dal-l’orchestra del maestro Palmitessa di Monopoli.

Con lo slogan “Andiamo a Betlemme” è ini-ziato il periodo di Avvento in preparazione al Santo Natale con la visita degli amici, bene-fattori, vicini di casa alle MAGICHE FIABE e al tradizionale PRESEPE.

Dal 15 gennaio 2012 è iniziata la terza parte del POF con “LA CIVILTÀ CONTADINA E VALORI EDUCATIVI VALIDI NEL TERZO MILLENNIO”.

Lo slogan sintetizza l’intero percorso che le Comunità Educative intendono portare avanti.

è la possibilità data a cia-scun ragazzo di camminare su una strada mera-vigliosa dove l’incontro con Gesù, il Buon Sama-ritano, la sua compassione e la sua cura, trasfor-mano la vita e la inseriscono in una prospettiva gioiosa e luminosa che si chiama SANTITÀ.

indica il coinvolgimento persona-le di ciascuno in un progetto di vita da costruire “su misura” (con l’aiuto di chi educa e dimostra

P.O.F. 2011-2012

stima e fiducia) ma dentro un orizzonte più am-pio che è il patrimonio di amore della Chiesa, che ogni credente arricchisce con le sue azioni e il suo stile evangelico.

ricorda che nessuno può sentirsi escluso, al contrario, la via della santità è allo stesso tempo ardua e semplice, perché alla portata di ciascuno, secondo la misura a lui af-fidata.

non lascia fuori nessuno, ma coinvolge, integra, impegna in prima persona e responsabilizza, perché, per alimentare la santi-tà della Chiesa, c’è proprio bisogno del contribu-to di tutti.

Più ogni credente – anche il più piccolo – si sforza di amare, più la Chiesa ama... chi invece non risponde a questo “appello” e “passa oltre” non fa che togliere luminosità alla Chiesa, a quella comunità di cui fa parte grazie al Battesi-mo.

significa appartenere e fare la propria parte, dentro una catena di relazioni che fanno “gruppo” e comunità. Questa catena può restringersi o allargarsi nella misura in cui si è capaci di coinvolgere altri nella proposta di vivere il Vangelo seguendo la strada della SANTITÀ.

ANCHE TU

ANCHE TU

ANCHE TU

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imparavano a capire il senso degli avvenimenti; la sola spiegazione delle Scritture non aprì loro gli occhi, solo riscaldò i loro cuori (cf. Lc 24,32); camminare con Gesù e sentire la sua voce non fu sufficiente. Quello che Gesù non riuscì a fare con l’accompagnamento, con la conversazione, con l’interpretazione della Parola di Dio, si compì con il gesto eucaristico: gli occhi per contemplare il Risorto si aprono dove Lui, anche se non ben riconosciuto, ripete il gesto che meglio lo identi-fica (Lc 24,30-31).

Erano quelli di Emmaus ben preparati per scoprire il Signore nello sconosciuto compagno di strada?

Nell’avventura dei due di Emmaus troviamo le tappe decisive, e successive, da percorrere per rifare, nell’educazione alla fede dei giovani, l’esperienza pasquale che accompagna la nasci-ta della vita in comunità e della testimonianza apostolica. “Facciamo tutto ciò sull’esempio del Signore e seguendo il metodo della sua carità sulla strada di Emmaus. Ripetiamo i suoi atteg-giamenti: prendiamo l’iniziativa dell’incontro e ci mettiamo accanto ai giovani; con loro percor-riamo la strada ascoltando, condividendo le loro ansie ed aspirazioni; a loro spieghiamo con pa-zienza il messaggio esigente del vangelo; e con loro ci fermiamo, per ripetere il gesto di spezzare il pane e suscitare in essi l’ardore della fede”.

Proposizioni1.

2.

3.

4.

PREGHIERA CONCLUSIVA:

Nella via ad Emmaus Gesù si presentò ai discepoli conversando con loro.

L’accostamento alla Parola di Dio non può ridursi alla lettura e comprensione del testo bi-blico, ma è il cammino per incontrare Gesù Risorto; una lettura della Parola che non diventi incontro personale è destinata a fallire.

Nella via ad Emmaus Gesù si presentò ai discepoli accompagnandoli durante tutto il cammino. Per aprire l’intelligenza e i cuori, Gesù accompagnò i discepoli durante il cammino, an-che se questo era di allontanamento dalla comu-nità, e si interessò dei loro problemi.

L’evangelizzatore deve adottare il metodo di Gesù: accompagnare il cammino e condividere la vita degli evangelizzati.

Nella via ad Emmaus Gesù si presentò ai discepoli ascoltando le loro preoccupazioni e spiegò quel che era successo riferendosi alle Scritture che parlavano di Lui. Scoprire il piano di Dio nella propria storia è l’obiettivo della let-tura della Scrittura; il piano di Dio si svela quan-do si trova il senso di ciò che ci è accaduto in Cristo Gesù.

Il riconoscimento di Gesù fu solo possibile nell’incontro eucaristico. Una lettura della Paro-la che non sia preambolo e tappa previa all’in-contro eucaristico non ridona la fede, né fa ritor-nare in comunità.

Con la tua Eucarestia, nella Chiesa, Tu vuoi venirmi incontro, prendere la mia miseria, per offrirla con Te stesso nella tua intercessione presso il Padre nostro. Tu vuoi riunirci in una sola famiglia, quella dei figli di Dio. Tu ci illumini con la tua Parola. Tu vuoi toccare i nostri cuori, entrare in noi, per nutrirci di Te, per infondere la tua Vita in tutte le nostre azioni. Tu ci consegni la tua presenza reale nell’Eucarestia per attirarci a Te, per darci la gioia di molteplici incontri ed il fer-vore di rendere testimonianza di Te, perché ... TU SEI VIVO.

INTRODUZIONE

ANCHE TU COSÌ

ANCHE TU COSÌ

ANCHE TU

L’inizio del nuovo Anno Scolastico è stato

caratterizzato dalla consegna del Mandato Edu-cativo per gli educatori ed operatori vari con la presenza del Superiore Provinciale.

Anche questo momento è stato inserito nel-la nuova strada indicata dal POF.

Il lungo periodo di preparazione alla Cano-nizzazione del Beato Luigi Guanella è stato coro-nato con la partenza per Roma il 21 ottobre di tutta la Comunità Sacro Cuore di Fasano e Torre Canne. Una tappa intermedia è stata la visita all’Abbazia di Montecassino.

Sono stati giorni intensi e pieni di com-mozione per tutti ed ognuno ha riportato nel proprio cuore questa bellissima esperienza ri-tornando a casa.

Il 28 ottobre nella Chiesa Matrice di Fasano c’è stato un recital “Chiaroscuri dell’anima” con la presenza di Claudia Koll accompagnata dal-l’orchestra del maestro Palmitessa di Monopoli.

Con lo slogan “Andiamo a Betlemme” è ini-ziato il periodo di Avvento in preparazione al Santo Natale con la visita degli amici, bene-fattori, vicini di casa alle MAGICHE FIABE e al tradizionale PRESEPE.

Dal 15 gennaio 2012 è iniziata la terza parte del POF con “LA CIVILTÀ CONTADINA E VALORI EDUCATIVI VALIDI NEL TERZO MILLENNIO”.

Lo slogan sintetizza l’intero percorso che le Comunità Educative intendono portare avanti.

è la possibilità data a cia-scun ragazzo di camminare su una strada mera-vigliosa dove l’incontro con Gesù, il Buon Sama-ritano, la sua compassione e la sua cura, trasfor-mano la vita e la inseriscono in una prospettiva gioiosa e luminosa che si chiama SANTITÀ.

indica il coinvolgimento persona-le di ciascuno in un progetto di vita da costruire “su misura” (con l’aiuto di chi educa e dimostra

P.O.F. 2011-2012

stima e fiducia) ma dentro un orizzonte più am-pio che è il patrimonio di amore della Chiesa, che ogni credente arricchisce con le sue azioni e il suo stile evangelico.

ricorda che nessuno può sentirsi escluso, al contrario, la via della santità è allo stesso tempo ardua e semplice, perché alla portata di ciascuno, secondo la misura a lui af-fidata.

non lascia fuori nessuno, ma coinvolge, integra, impegna in prima persona e responsabilizza, perché, per alimentare la santi-tà della Chiesa, c’è proprio bisogno del contribu-to di tutti.

Più ogni credente – anche il più piccolo – si sforza di amare, più la Chiesa ama... chi invece non risponde a questo “appello” e “passa oltre” non fa che togliere luminosità alla Chiesa, a quella comunità di cui fa parte grazie al Battesi-mo.

significa appartenere e fare la propria parte, dentro una catena di relazioni che fanno “gruppo” e comunità. Questa catena può restringersi o allargarsi nella misura in cui si è capaci di coinvolgere altri nella proposta di vivere il Vangelo seguendo la strada della SANTITÀ.

ANCHE TU

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COSÌCOSÌ è il segno evidente della presenza del-

l’amore di Dio, una presenza viva che è Gesù.Dalla sua venuta in mezzo a noi, Dio si fa

“esempio” da seguire per chi sceglie di vivere come Lui. Basta fare COSÌ, cioè come Gesù ha fatto, ha detto, ha vissuto, per essere santi e realizzare la vita.

Basta essere COSÌ come il nostro unico Mae-stro, Colui che impariamo a conoscere nel Van-gelo, che contempliamo sulla Croce, che incon-triamo nell’Eucaristia e dentro la Chiesa, nell’a-more fraterno e nei sacramenti.

COSÌ ci ricorda che anche noi possiamo ave-re il coraggio di vivere il dono totale della Croce, in vista del “per sempre” della resurrezione.

Certo, nel “basta fare COSÌ” ci sta tutta la difficoltà della sequela, la fatica del restare fede-li, il peso del peccato… ma la strada è evidente e ben tracciata e ci sta “fissa” innanzi (Ebrei 12, 1-2): è il cammino a restare “fedele”, anche se noi possiamo mancare di fede (2 Timoteo 2, 11-13).

Dire COSÌ è dunque “dire” Gesù, è dire il Buon Samaritano, è dire il Buon Pastore… Chi ha scelto di vivere COSÌ, come Gesù, diventa esso stesso un esempio da imitare, un ulteriore COSÌ da seguire con fiducia, proprio perché la sua vita rimanda sempre a quella del Signore.

Questo COSÌ sono i santi e per noi, quest’an-no, e in particolar modo san Carlo Borromeo che, con la sua coerenza, ha saputo essere un modello per l’intera Chiesa.

L’agricoltura è nata nel periodo storico del Neolitico cioè quando l’uomo da nomade di-ventò sedentario. Anche oggi l’agricoltura è il settore primario dell’economia. Tre furono le piante che l’uomo coltivò e che continua a colti-vare: il grano, l’ulivo, la vite. La nostra ricerca vuole rifare la strada all’indietro per riscoprire gli oggetti che non si usano più, gli usi e i costu-mi del mondo contadino. Il nostro lavoro è co-stituito da ricerche, interviste e fotografie che testimoniano un mondo che non c’è più.

L’uomo fin dall’inizio è stato per prima cosa agricoltore cioè contadino. Gli strumenti che si usavano una volta, anche al tempo dei Sumeri, degli Egizi e degli altri popoli che vissero dopo di loro, sono arrivati fino ai nostri giorni, anche se si usano poco.

L’UOMO E L’AGRICOLTURA

Obiettivi del progetto

I.

II.

Obiettivi di ricerca 1

Finalità educativo/formative

Destinatari:

Tipologia dei percorsi attivati:

Obiettivi di ricerca 2

Obiettivi di ricerca 3

L’obiettivo generale del P.O.F. è fare un labo-ratorio in progress da luogo di conservazio-ne a centro di ricerca e documentazione, po-nendolo come una suggestiva e importante tappa turistica nell’ambito della “Strada del-l’Olio - Terra di Ulivi”: la casa, gli attrezzi da lavoro, i mestieri, i cicli lavorativi “Produzio-ne dell’Olio e del Vino” e i segni della religio-sità (le icone domestiche ).Obiettivi specifici: È necessario, quindi, per realizzare questo obiettivo procedere all’in-ventariazione, catalogazione e fotografato attraverso l’utilizzazione dei più sofisticati sistemi informatici sviluppando e potenzian-do il suo compito divulgativo e didattico.

: Si propone di documenta-re dal punto di vista delle comunità rurali il rapporto città-campagna; illustrare le radici agricole e contadine dello sviluppo dell’e-conomia e della società Fasanese nei secoli dell’età moderna e contemporanea.

Comunicare il passato e il presente della realtà dell’agricoltura, dell’alimentazione, del lavoro e della vita contadina, mostrare come nascono e da dove provengono alcuni cibi e manufatti semplici, evidenziare i collegamenti tra storia, biologia e agricoltura.

gli utenti privilegiati sono gli ospiti delle Comunità educative, famiglie

Visite guidate, alcune integrate da laboratori o dimostrazioni.

: Ambito di attività. Tutela ambiente, natura, tradizioni locali.

: Progetto “Pane”.La scelta di questo progetto affonda le sue

radici in una svariata molteplicità di ragioni: dalla storia del GRANO alla nutrizione, dalla geografia alla tecnologia.

La motivazione culturale sottesa a questo

progetto elaborato al fine di una riscoperta, di un recupero delle nostre tradizioni popolari (in questo caso, la raccolta del grano e la realizza-zione del pane fatto in casa), che conduca ad una valorizzazione delle medesime e, insieme, del territorio.

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COSÌCOSÌ è il segno evidente della presenza del-

l’amore di Dio, una presenza viva che è Gesù.Dalla sua venuta in mezzo a noi, Dio si fa

“esempio” da seguire per chi sceglie di vivere come Lui. Basta fare COSÌ, cioè come Gesù ha fatto, ha detto, ha vissuto, per essere santi e realizzare la vita.

Basta essere COSÌ come il nostro unico Mae-stro, Colui che impariamo a conoscere nel Van-gelo, che contempliamo sulla Croce, che incon-triamo nell’Eucaristia e dentro la Chiesa, nell’a-more fraterno e nei sacramenti.

COSÌ ci ricorda che anche noi possiamo ave-re il coraggio di vivere il dono totale della Croce, in vista del “per sempre” della resurrezione.

Certo, nel “basta fare COSÌ” ci sta tutta la difficoltà della sequela, la fatica del restare fede-li, il peso del peccato… ma la strada è evidente e ben tracciata e ci sta “fissa” innanzi (Ebrei 12, 1-2): è il cammino a restare “fedele”, anche se noi possiamo mancare di fede (2 Timoteo 2, 11-13).

Dire COSÌ è dunque “dire” Gesù, è dire il Buon Samaritano, è dire il Buon Pastore… Chi ha scelto di vivere COSÌ, come Gesù, diventa esso stesso un esempio da imitare, un ulteriore COSÌ da seguire con fiducia, proprio perché la sua vita rimanda sempre a quella del Signore.

Questo COSÌ sono i santi e per noi, quest’an-no, e in particolar modo san Carlo Borromeo che, con la sua coerenza, ha saputo essere un modello per l’intera Chiesa.

L’agricoltura è nata nel periodo storico del Neolitico cioè quando l’uomo da nomade di-ventò sedentario. Anche oggi l’agricoltura è il settore primario dell’economia. Tre furono le piante che l’uomo coltivò e che continua a colti-vare: il grano, l’ulivo, la vite. La nostra ricerca vuole rifare la strada all’indietro per riscoprire gli oggetti che non si usano più, gli usi e i costu-mi del mondo contadino. Il nostro lavoro è co-stituito da ricerche, interviste e fotografie che testimoniano un mondo che non c’è più.

L’uomo fin dall’inizio è stato per prima cosa agricoltore cioè contadino. Gli strumenti che si usavano una volta, anche al tempo dei Sumeri, degli Egizi e degli altri popoli che vissero dopo di loro, sono arrivati fino ai nostri giorni, anche se si usano poco.

L’UOMO E L’AGRICOLTURA

Obiettivi del progetto

I.

II.

Obiettivi di ricerca 1

Finalità educativo/formative

Destinatari:

Tipologia dei percorsi attivati:

Obiettivi di ricerca 2

Obiettivi di ricerca 3

L’obiettivo generale del P.O.F. è fare un labo-ratorio in progress da luogo di conservazio-ne a centro di ricerca e documentazione, po-nendolo come una suggestiva e importante tappa turistica nell’ambito della “Strada del-l’Olio - Terra di Ulivi”: la casa, gli attrezzi da lavoro, i mestieri, i cicli lavorativi “Produzio-ne dell’Olio e del Vino” e i segni della religio-sità (le icone domestiche ).Obiettivi specifici: È necessario, quindi, per realizzare questo obiettivo procedere all’in-ventariazione, catalogazione e fotografato attraverso l’utilizzazione dei più sofisticati sistemi informatici sviluppando e potenzian-do il suo compito divulgativo e didattico.

: Si propone di documenta-re dal punto di vista delle comunità rurali il rapporto città-campagna; illustrare le radici agricole e contadine dello sviluppo dell’e-conomia e della società Fasanese nei secoli dell’età moderna e contemporanea.

Comunicare il passato e il presente della realtà dell’agricoltura, dell’alimentazione, del lavoro e della vita contadina, mostrare come nascono e da dove provengono alcuni cibi e manufatti semplici, evidenziare i collegamenti tra storia, biologia e agricoltura.

gli utenti privilegiati sono gli ospiti delle Comunità educative, famiglie

Visite guidate, alcune integrate da laboratori o dimostrazioni.

: Ambito di attività. Tutela ambiente, natura, tradizioni locali.

: Progetto “Pane”.La scelta di questo progetto affonda le sue

radici in una svariata molteplicità di ragioni: dalla storia del GRANO alla nutrizione, dalla geografia alla tecnologia.

La motivazione culturale sottesa a questo

progetto elaborato al fine di una riscoperta, di un recupero delle nostre tradizioni popolari (in questo caso, la raccolta del grano e la realizza-zione del pane fatto in casa), che conduca ad una valorizzazione delle medesime e, insieme, del territorio.

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Ad ognuno e ognuna di voi, a nome delle nostre Comunità Educative di Fasano e Torre Canne, vorrei rivolgere un grande grazie dal profondo del cuore. Durante il corso di questi anni tutti noi abbiamo sentito la vostra presen-za. Il calore del vostro cuore ha fatto dimentica-re il rigore economico di questi tempi

Durante il periodo natalizio moltissimi di voi sono saliti al “DON SANTE” per la visita tradizio-nale al Presepe, alle MAGICHE FIABE ed alla PESCA DI BENEFICENZA, il tutto realizzato dai ragazzi.

L’ospitalità che i ragazzi hanno riservato ai visitatori ed alle vostre famiglie è stato un chiaro segno del Vangelo perché di ritorno alle vostre case vi siete messi, come i Re Magi alla ricerca, con un’apertura agli altri, del Bambinello vero, in carne ed ossa, incarnato nelle “nuove pover-tà”: senso di insicurezza, di instabilità, una zona grigia sempre più ampia dove povertà è anche fragilità di relazioni, precarietà lavorativa, insi-curezza sociale, malattia, inadeguatezza ad un sistema dominato dalla competitività e dalla produttività, l’incremento del numero dei nu-clei familiari composti da giovani single, il sorge-re di diverse forme di coabitazione, l’incre-mento dell’età della prima maternità, l’incre-

mento della proporzione di nascite fuori dal matrimonio, il cambiamento dei ruoli di genere nelle famiglie, l’incremento dell’incompa-tibilità dei tempi di lavoro con quelli di cura dei figli, l’incremento di famiglie monoparentali con figli, la riduzione della mortalità e l’in-cremento del numero di anziani sopra i 75 anni.

Un mondo di povertà tutto da scoprire…

Questa nuova visione permette di volgere uno sguardo di speranza sulle problematiche del mondo, della nostra Europa, dell’Italia e, perché no, anche sui vicini di casa.

Siamo anche noi, ospiti del “Don Sante” i vostri vicini di casa, di condominio, di quartiere.

C’è il coraggio della fede che ci porta a cerca-re di aiutare anche una sola persona: un bambi-no abbandonato, un giovane, senza lavoro e senza speranza, qualcuno che è in difficoltà, una persona anziana. Rendendo più felice una sola persona in difficoltà, rendiamo il mondo più umano. Il “Don Sante” iniziando dal suo Fondatore e dai Guanelliani poi ha avuto come obiettivo principale quello di allargare la “tenda della Carità”.

I due Fondatori sono partiti scrivendo una “Lettera Incompiuta” ... Adesso tutti noi vor-remmo portarla a compimento, cercare giorno dopo giorno di rivolgere su noi stessi, su coloro che ci circondano e sul mondo, uno sguardo di speranza.

Con tutti i nostri cordiali e fraterni saluti.

Con l'accoglienza dei primi ospiti sono state avviate le attività della Comunità Educativa Integrata, “l’Argonauta”, che

si prende cura di adolescenti con problematiche psichiatriche o psicopatologiche. La nuova strut-tura educativa sperimentale, poiché rientrante nell’ambito del programma operativo “Fondo europeo per lo sviluppo regionale” 2007/2013, allocata proprio presso la sede centrale del “Sa-cro Cuore”, è tra le pochissime, nel suo genere, ad operare sul territorio regionale pugliese.

Quando la nuova comunità andrà a regime troveranno posto dodici minori, di entrambi i sessi, inviati dai comuni e dalle aziende sanitarie pugliesi e, probabilmente a causa di una scarsa presenza di strutture simili sul territorio nazio-nale, anche da fuori regione. «Quando abbiamo presentato il progetto alla Regione Puglia, ciò che a noi premeva – dice don Donato Lioi, il direttore del “Sacro Cuore” —, era dare delle risposte concrete al disagio mentale in adole-scenza poiché, nel corso degli ultimi anni, aveva-mo notato che sempre più minori che accoglie-vamo erano portatori di tali problematiche e le nostre risorse, esclusivamente educative e assi-stenziali, non potevano essere considerate più sufficienti ad aiutarli». Le attività preliminari alla apertura de “l’Argonauta” hanno riguardato sia la posa in opera delle strutture materiali e sia la selezione e formazione del personale che si occu-perà dei minori. «La formazione – continua don Lioi – da sempre è uno dei punti cardini della nostra opera. In questo caso, è ancora più impor-tante poiché il lavoro che gli operatori andranno a svolgere sarà particolarmente delicato».

Infatti, gli educatori saranno coadiuvati da una équipe di esperti tra i quali una neuropsi-chiatra infantile ed una psicoterapeuta. Nella fase di progettazione si è puntato molto sui momenti terapeutici e riabilitativi, associati a

quelli educativi. È anche per questo che parliamo di comunità educativa integrata. Non a caso, ol-tre al team sanitario e educativo, opereranno nu-merosi altri esperti responsabili dei vari spazi di riabilitazione allestiti: da quello di espressione artistica alla serra didattica; dal laboratorio di informatica a quello di lingua inglese o alla pale-stra di psicomotricità. È importante sottolineare che, a pieno regime, la struttura avrà creato oltre quindici posti di lavoro. Infine, sempre a proposi-to di formazione, è questa l’occasione per ricor-dare che il 30 marzo, presso la sala convegni delle Comunità Residenziali del “Sacro Cuore” Opera Don Guanella, si terrà la venticinquesima edizio-ne degli “Incontri di Sensibilizzazione e aggiorna-mento per il lavoro di comunità”. Quest’anno, la tematica trattata sarà “Promuovere qualità: do-vere deontologico e professionale dell’Assistente sociale”.

AL SACRO CUORE UNA NUOVA COMUNITÀEDUCATIVA INTEGRATA

LETTERA INCOMPIUTA… AGLI AMICI,AI BENEFATTORI, AI VICINI DI CASA,ALLE PERSONE DI BUONA VOLONTÀ

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Ad ognuno e ognuna di voi, a nome delle nostre Comunità Educative di Fasano e Torre Canne, vorrei rivolgere un grande grazie dal profondo del cuore. Durante il corso di questi anni tutti noi abbiamo sentito la vostra presen-za. Il calore del vostro cuore ha fatto dimentica-re il rigore economico di questi tempi

Durante il periodo natalizio moltissimi di voi sono saliti al “DON SANTE” per la visita tradizio-nale al Presepe, alle MAGICHE FIABE ed alla PESCA DI BENEFICENZA, il tutto realizzato dai ragazzi.

L’ospitalità che i ragazzi hanno riservato ai visitatori ed alle vostre famiglie è stato un chiaro segno del Vangelo perché di ritorno alle vostre case vi siete messi, come i Re Magi alla ricerca, con un’apertura agli altri, del Bambinello vero, in carne ed ossa, incarnato nelle “nuove pover-tà”: senso di insicurezza, di instabilità, una zona grigia sempre più ampia dove povertà è anche fragilità di relazioni, precarietà lavorativa, insi-curezza sociale, malattia, inadeguatezza ad un sistema dominato dalla competitività e dalla produttività, l’incremento del numero dei nu-clei familiari composti da giovani single, il sorge-re di diverse forme di coabitazione, l’incre-mento dell’età della prima maternità, l’incre-

mento della proporzione di nascite fuori dal matrimonio, il cambiamento dei ruoli di genere nelle famiglie, l’incremento dell’incompa-tibilità dei tempi di lavoro con quelli di cura dei figli, l’incremento di famiglie monoparentali con figli, la riduzione della mortalità e l’in-cremento del numero di anziani sopra i 75 anni.

Un mondo di povertà tutto da scoprire…

Questa nuova visione permette di volgere uno sguardo di speranza sulle problematiche del mondo, della nostra Europa, dell’Italia e, perché no, anche sui vicini di casa.

Siamo anche noi, ospiti del “Don Sante” i vostri vicini di casa, di condominio, di quartiere.

C’è il coraggio della fede che ci porta a cerca-re di aiutare anche una sola persona: un bambi-no abbandonato, un giovane, senza lavoro e senza speranza, qualcuno che è in difficoltà, una persona anziana. Rendendo più felice una sola persona in difficoltà, rendiamo il mondo più umano. Il “Don Sante” iniziando dal suo Fondatore e dai Guanelliani poi ha avuto come obiettivo principale quello di allargare la “tenda della Carità”.

I due Fondatori sono partiti scrivendo una “Lettera Incompiuta” ... Adesso tutti noi vor-remmo portarla a compimento, cercare giorno dopo giorno di rivolgere su noi stessi, su coloro che ci circondano e sul mondo, uno sguardo di speranza.

Con tutti i nostri cordiali e fraterni saluti.

Con l'accoglienza dei primi ospiti sono state avviate le attività della Comunità Educativa Integrata, “l’Argonauta”, che

si prende cura di adolescenti con problematiche psichiatriche o psicopatologiche. La nuova strut-tura educativa sperimentale, poiché rientrante nell’ambito del programma operativo “Fondo europeo per lo sviluppo regionale” 2007/2013, allocata proprio presso la sede centrale del “Sa-cro Cuore”, è tra le pochissime, nel suo genere, ad operare sul territorio regionale pugliese.

Quando la nuova comunità andrà a regime troveranno posto dodici minori, di entrambi i sessi, inviati dai comuni e dalle aziende sanitarie pugliesi e, probabilmente a causa di una scarsa presenza di strutture simili sul territorio nazio-nale, anche da fuori regione. «Quando abbiamo presentato il progetto alla Regione Puglia, ciò che a noi premeva – dice don Donato Lioi, il direttore del “Sacro Cuore” —, era dare delle risposte concrete al disagio mentale in adole-scenza poiché, nel corso degli ultimi anni, aveva-mo notato che sempre più minori che accoglie-vamo erano portatori di tali problematiche e le nostre risorse, esclusivamente educative e assi-stenziali, non potevano essere considerate più sufficienti ad aiutarli». Le attività preliminari alla apertura de “l’Argonauta” hanno riguardato sia la posa in opera delle strutture materiali e sia la selezione e formazione del personale che si occu-perà dei minori. «La formazione – continua don Lioi – da sempre è uno dei punti cardini della nostra opera. In questo caso, è ancora più impor-tante poiché il lavoro che gli operatori andranno a svolgere sarà particolarmente delicato».

Infatti, gli educatori saranno coadiuvati da una équipe di esperti tra i quali una neuropsi-chiatra infantile ed una psicoterapeuta. Nella fase di progettazione si è puntato molto sui momenti terapeutici e riabilitativi, associati a

quelli educativi. È anche per questo che parliamo di comunità educativa integrata. Non a caso, ol-tre al team sanitario e educativo, opereranno nu-merosi altri esperti responsabili dei vari spazi di riabilitazione allestiti: da quello di espressione artistica alla serra didattica; dal laboratorio di informatica a quello di lingua inglese o alla pale-stra di psicomotricità. È importante sottolineare che, a pieno regime, la struttura avrà creato oltre quindici posti di lavoro. Infine, sempre a proposi-to di formazione, è questa l’occasione per ricor-dare che il 30 marzo, presso la sala convegni delle Comunità Residenziali del “Sacro Cuore” Opera Don Guanella, si terrà la venticinquesima edizio-ne degli “Incontri di Sensibilizzazione e aggiorna-mento per il lavoro di comunità”. Quest’anno, la tematica trattata sarà “Promuovere qualità: do-vere deontologico e professionale dell’Assistente sociale”.

AL SACRO CUORE UNA NUOVA COMUNITÀEDUCATIVA INTEGRATA

LETTERA INCOMPIUTA… AGLI AMICI,AI BENEFATTORI, AI VICINI DI CASA,ALLE PERSONE DI BUONA VOLONTÀ

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Parto perché amo la vita e la voglio amare non solo a parole. Parto perché voglio condividere ciò che Dio mi ha dato. Parto

perché credo nella vita, che è veramente tale se la si dona. Parto per andare verso gli altri, non soltanto perché hanno bisogno di me, ma io di loro. Parto perché Dio ha chiamato me e nessu-no può andare al mio posto.

L’amore per la montagna e la natura sono un completo percorso formativo. Durante l’espe-rienza, il coinvolgimento nel gioco affascinante dell’esplorazione e dell’avventura, favorisce l’o-rientamento del ragazzo verso una vita autenti-ca attraverso la conoscenza ed il genuino con-tatto con la natura; fa vivere la montagna in modo gioioso avvicinandosi alle sue bellezze in

MARI E MONTI…PARLATEMI DI DIOLA MONTAGNA E IL MARE AIUTANO A CRESCERE

modo graduale e sicuro; stabilendo con lui un rapporto costruttivo secondo le regole del-l’«imparare facendo».

L’obiettivo degli educatori è che i ragazzi imparino a vivere il SOGGIORNO MONTANO a Saint Marcel in Valle d’Aosta e il SOGGIORNO MARINO a Torre Canne in modo spensierato ma soprattutto in sicurezza, consapevoli che l’am-biente di montagna e di mare sono adatti per realizzare quelle esperienze formative che aiu-tano i ragazzi a crescere anche sotto il profilo culturale, umano e morale.

Durante l’esperienza al mare… è necessario che TU prenda il largo, abbia il coraggio di af-frontare le onde che ti porteranno in mare aper-to, in un battesimo di schiuma e di sole. Gli abis-si sono pronti ad inghiottirti, ma Io so calmare le tempeste e far tacere l’uragano. Se c’è tempesta intorno a te, se non vedi la riva, se ti succede di non sapere nemmeno chi sei o dove sei, prendi la mia mano: Io sono lì al tuo fianco. AppoggiaTi a me e fammi salire sulla tua barca. Abbraccian-domi, troverai il coraggio: Io desidero che tu sappia solcare le onde!!! Dio

Un saluto a tutti, da parte degli ospiti delle Comunità Educative dell’Opera Don Guanella di Fasano e Torre Canne.

In questo libretto, curato con tanto amore, troverete una Raccolta di Ricette Pugliesi, anti-che e attuali.

La cucina Pugliese affonda le sue radici in un passato nel quale i piatti erano poveri, si cucina-va quello che la terra offriva e quello che si pote-va realizzare con pochi soldi. E la terra offriva legumi e verdure sia coltivate che selvatiche, offriva le patate e l’olio, le galline e le uova, il grano e la farina, il latte ed i formaggi.

La farina serviva per preparare soprattutto il pane, le friselle, li mac-carruni, le ricchiteddhre e le sagne ncannulate. La frutta di stagione ac-compagnava le tavola-te: i fichi, i fichi d’india, i mandarini, le arance, le

mandorle, le pere, le albicocche e tanta altra ancora. I profumi e gli odori erano “vivi”, si avvertivano in ogni casa e caratterizzavano le stagioni. La Domenica, dopo la partecipazione alla Messa Grande, era dedicata al ragù: è la “salsa” con cui si celebra la Domenica a tavola con tutta la famiglia ed è, dopo le 6 -7 ore spese per farla, la regina della cucina.

La carne invece era un piatto raro e riservato a delle ricorrenze particolari, così come il pesce.

La cucina di oggi è ovviamente arricchita da ingredienti che un tempo erano davvero un lusso; ma ora paradossalmente risulta spesso difficile gustare quei sapori antichi perché que-

IL LIBRODELLE RICETTE A TE…UN PROGETTO A ME

gli ingredienti, che un tempo si trovavano in ogni famiglia, oggi sono difficili da reperire.

Le tradizioni gastronomiche di un popolo raccontano la sua storia, le sue sofferenze e le sue conquiste, ecco perché, a nostro modesto parere, dobbiamo far di tutto per non perderle e invece tramandarle ai nostri figli. Così come la lingua con i suoi dialetti ha delle parole che non trovano un eguale nella lingua Italiana, non po-tendone esprimere delle sfumature così, ad esempio, l’origano raccolto in campagna o la ru-cola selvatica caratterizzano i sapori tipicamen-te mediterranei di un piatto pugliese che altri-menti non saranno più gli stessi.

Cara Amica e Caro Amico, siamo un Ente Giuridico, l’Opera Don Guanella, senza fine di lucro e ci occupiamo di Edu-cazione sia come prevenzione e sia come recupero attraverso le Comunità Educa-tive. Ogni offerta libera che ci farete sarà devoluta alla realizzazione di progetti a favore degli ospiti delle Comunità.

Grazie per la vostra solidarietà.

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Parto perché amo la vita e la voglio amare non solo a parole. Parto perché voglio condividere ciò che Dio mi ha dato. Parto

perché credo nella vita, che è veramente tale se la si dona. Parto per andare verso gli altri, non soltanto perché hanno bisogno di me, ma io di loro. Parto perché Dio ha chiamato me e nessu-no può andare al mio posto.

L’amore per la montagna e la natura sono un completo percorso formativo. Durante l’espe-rienza, il coinvolgimento nel gioco affascinante dell’esplorazione e dell’avventura, favorisce l’o-rientamento del ragazzo verso una vita autenti-ca attraverso la conoscenza ed il genuino con-tatto con la natura; fa vivere la montagna in modo gioioso avvicinandosi alle sue bellezze in

MARI E MONTI…PARLATEMI DI DIOLA MONTAGNA E IL MARE AIUTANO A CRESCERE

modo graduale e sicuro; stabilendo con lui un rapporto costruttivo secondo le regole del-l’«imparare facendo».

L’obiettivo degli educatori è che i ragazzi imparino a vivere il SOGGIORNO MONTANO a Saint Marcel in Valle d’Aosta e il SOGGIORNO MARINO a Torre Canne in modo spensierato ma soprattutto in sicurezza, consapevoli che l’am-biente di montagna e di mare sono adatti per realizzare quelle esperienze formative che aiu-tano i ragazzi a crescere anche sotto il profilo culturale, umano e morale.

Durante l’esperienza al mare… è necessario che TU prenda il largo, abbia il coraggio di af-frontare le onde che ti porteranno in mare aper-to, in un battesimo di schiuma e di sole. Gli abis-si sono pronti ad inghiottirti, ma Io so calmare le tempeste e far tacere l’uragano. Se c’è tempesta intorno a te, se non vedi la riva, se ti succede di non sapere nemmeno chi sei o dove sei, prendi la mia mano: Io sono lì al tuo fianco. AppoggiaTi a me e fammi salire sulla tua barca. Abbraccian-domi, troverai il coraggio: Io desidero che tu sappia solcare le onde!!! Dio

Un saluto a tutti, da parte degli ospiti delle Comunità Educative dell’Opera Don Guanella di Fasano e Torre Canne.

In questo libretto, curato con tanto amore, troverete una Raccolta di Ricette Pugliesi, anti-che e attuali.

La cucina Pugliese affonda le sue radici in un passato nel quale i piatti erano poveri, si cucina-va quello che la terra offriva e quello che si pote-va realizzare con pochi soldi. E la terra offriva legumi e verdure sia coltivate che selvatiche, offriva le patate e l’olio, le galline e le uova, il grano e la farina, il latte ed i formaggi.

La farina serviva per preparare soprattutto il pane, le friselle, li mac-carruni, le ricchiteddhre e le sagne ncannulate. La frutta di stagione ac-compagnava le tavola-te: i fichi, i fichi d’india, i mandarini, le arance, le

mandorle, le pere, le albicocche e tanta altra ancora. I profumi e gli odori erano “vivi”, si avvertivano in ogni casa e caratterizzavano le stagioni. La Domenica, dopo la partecipazione alla Messa Grande, era dedicata al ragù: è la “salsa” con cui si celebra la Domenica a tavola con tutta la famiglia ed è, dopo le 6 -7 ore spese per farla, la regina della cucina.

La carne invece era un piatto raro e riservato a delle ricorrenze particolari, così come il pesce.

La cucina di oggi è ovviamente arricchita da ingredienti che un tempo erano davvero un lusso; ma ora paradossalmente risulta spesso difficile gustare quei sapori antichi perché que-

IL LIBRODELLE RICETTE A TE…UN PROGETTO A ME

gli ingredienti, che un tempo si trovavano in ogni famiglia, oggi sono difficili da reperire.

Le tradizioni gastronomiche di un popolo raccontano la sua storia, le sue sofferenze e le sue conquiste, ecco perché, a nostro modesto parere, dobbiamo far di tutto per non perderle e invece tramandarle ai nostri figli. Così come la lingua con i suoi dialetti ha delle parole che non trovano un eguale nella lingua Italiana, non po-tendone esprimere delle sfumature così, ad esempio, l’origano raccolto in campagna o la ru-cola selvatica caratterizzano i sapori tipicamen-te mediterranei di un piatto pugliese che altri-menti non saranno più gli stessi.

Cara Amica e Caro Amico, siamo un Ente Giuridico, l’Opera Don Guanella, senza fine di lucro e ci occupiamo di Edu-cazione sia come prevenzione e sia come recupero attraverso le Comunità Educa-tive. Ogni offerta libera che ci farete sarà devoluta alla realizzazione di progetti a favore degli ospiti delle Comunità.

Grazie per la vostra solidarietà.

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a m i c o d e l f a n c i u l l o

Si dispone di ambienti acco-glienti per autogestione, mez-za pensione, pensione comple-

ta, bed & breakfast.La Casa per Ferie “Sacro Cuore”

ospita gruppi, associazioni, famiglie, coppie e singoli, campi-scuola. Chiesa grande utilizzabile per le celebrazioni e piccola cappella a disposizione de-gli ospiti.

Sala convegni con 90 posti e salet-te per riunioni di gruppo.

Ampi spazi esterni per le attività ludiche e ricreative, con possibilità di illuminazione serale.

La Casa è situata a circa 8 Km dal mare, con il quale è ben collegata da una strada a scorrimen-to veloce. Inoltre, la struttura è ben collegata con i maggiori centri turistici della zona: i trulli di Alberobello, gli scavi archeologici di Egnazia, le grotte di Castellana, lo Zoosafari di Fasano, la città bianca di Ostuni, la zona panoramica della Selva di Fasano, la zona enologica di Locoro-tondo.

Casa per ferie “Sacro Cuore”OPERA DON GUANELLA - FASANO (BR)

Avviso ai lettori: Cara lettrice, caro lettore, il Suo indirizzo fa parte dell’archivio elettronico del nostro periodico. Nel rispetto di quan-to stabilito dal D.Lgs. n. 196/2003 per la tutela dei dati personali, chiamata “privacy”, che riguarda la segretezza delle proprie convinzioni, comunichiamo che tale archivio è gestito dalla Congregazione dei Servi della Carità - Opera Don Guanella, ente proprietario del suddetto periodico. I suoi dati, pertanto, non saranno oggetto di comunicazione o diffusione a terzi. Per essi Lei potrà richiedere, in qualsiasi momento, modifiche, aggiornamento, integrazione o cancellazione, scrivendo all’attenzione del Direttore di “Amico del Fanciullo”.

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Sede e DirezioneVia Matarano, 1

72015 FASANO (BR)Tel. 080.4413037 - Fax 080.4423518

Sito web: www.sacrocuorefasano.netE-mail: [email protected]

“Un ambiente accoglienteper ogni

tua necessità”

Pasqua significa “passare oltre” e deriva dal racconto della decima piaga d’Egitto, nel-la quale il Signore vide il sangue dell’a-

gnello sulle porte delle case di Israele e “passò oltre”, colpendo solo i primogeniti maschi degli egiziani, compreso il figlio del faraone (Esodo 12,21-34). La Pasqua indica quindi la liberazione di Israele dalla schiavitù sotto gli egiziani e l’inizio di una nuova libertà con Dio verso la terra pro-messa. Con il Cristianesimo la Pasqua arricchisce il suo significato, indicando il passaggio di Gesù dalla morte alla vita e il passaggio dei cristiani a vita nuova, liberati dal peccato con il sacrificio sulla croce e chiamati a risorgere con Gesù. Per-ciò, mentre la Pasqua ebraica è Pasqua di libera-zione dalla schiavitù d’Egitto, quella cristiana è detta Pasqua di risurrezione. I primi cristiani facevano il memoriale della Pasqua ogni domeni-ca. Nel IV secolo a questa usanza si è aggiunta la solenne festività annuale, da celebrarsi nella domenica dopo la prima luna piena successiva all’equinozio di primavera (il 21 marzo), com-prendendo la data tra il 22 marzo ed il 25 aprile.

Se Pasqua vuol dire passaggio, per ogni essere umano ci sono due pasque importanti: quella della nascita e quella della morte. Entrambi i momenti sono accompagnati da una sofferenza generatrice. Infatti uscendo dalla comodità e protezione del seno materno, il neonato piange,

ma la nascita gli permettere di affacciarsi alla luce, alle ricchezze della vita, alla creatività, all’indipendenza, al poter dare e ricevere amore, cioè al poter realizzare la propria individualità. È altrettanto vero che la vita è bella, ma la morte permette all’uomo un salto di qualità, per inizia-re una vita diversa con l’entrare nella luce e nella gloria del Paradiso, dove può vedere Dio faccia a faccia e amarlo e goderlo per l’eternità, insieme alla Madonna, agli Angeli e ai Santi. Noi, ex allievi del “Sacro Cuore”, aggiungiamo il passaggio, che abbiamo vissuto, da una situazione di disagio socio-familiare all’entrata nell’Istituto, dove, dopo aver superato il primo sofferente impatto di incertezza, abbiamo trovato serenità con un alloggio confortevole, un cibo sicuro, una quanti-tà di nuove conoscenze e amicizie, la possibilità di una crescita culturale e spirituale. Lì ci hanno preparato ad affrontare le difficoltà della vita anche inculcandoci l’amore alla speranza, virtù che, rapportata alla Risurrezione di Gesù, ci per-mette di superare con spirito di fede qualunque sofferenza.

Con i bei ricordi del tempo trascorso in Istitu-to e degli insegnamenti ricevuti, noi ex allievi rin-

noviamo la fede in Gesù risor-to, che ci sta sempre vicino, e ripartiamo con rinnovati pro-positi di vivere in serenità e di progredire nella vita spirituale con abbondanza di opere di bene.

Auguri a tutti gli ex allievi.

Un ex allievo

La Pasqua dell’ex allievo

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Si dispone di ambienti acco-glienti per autogestione, mez-za pensione, pensione comple-

ta, bed & breakfast.La Casa per Ferie “Sacro Cuore”

ospita gruppi, associazioni, famiglie, coppie e singoli, campi-scuola. Chiesa grande utilizzabile per le celebrazioni e piccola cappella a disposizione de-gli ospiti.

Sala convegni con 90 posti e salet-te per riunioni di gruppo.

Ampi spazi esterni per le attività ludiche e ricreative, con possibilità di illuminazione serale.

La Casa è situata a circa 8 Km dal mare, con il quale è ben collegata da una strada a scorrimen-to veloce. Inoltre, la struttura è ben collegata con i maggiori centri turistici della zona: i trulli di Alberobello, gli scavi archeologici di Egnazia, le grotte di Castellana, lo Zoosafari di Fasano, la città bianca di Ostuni, la zona panoramica della Selva di Fasano, la zona enologica di Locoro-tondo.

Casa per ferie “Sacro Cuore”OPERA DON GUANELLA - FASANO (BR)

Avviso ai lettori: Cara lettrice, caro lettore, il Suo indirizzo fa parte dell’archivio elettronico del nostro periodico. Nel rispetto di quan-to stabilito dal D.Lgs. n. 196/2003 per la tutela dei dati personali, chiamata “privacy”, che riguarda la segretezza delle proprie convinzioni, comunichiamo che tale archivio è gestito dalla Congregazione dei Servi della Carità - Opera Don Guanella, ente proprietario del suddetto periodico. I suoi dati, pertanto, non saranno oggetto di comunicazione o diffusione a terzi. Per essi Lei potrà richiedere, in qualsiasi momento, modifiche, aggiornamento, integrazione o cancellazione, scrivendo all’attenzione del Direttore di “Amico del Fanciullo”.

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Sede e DirezioneVia Matarano, 1

72015 FASANO (BR)Tel. 080.4413037 - Fax 080.4423518

Sito web: www.sacrocuorefasano.netE-mail: [email protected]

“Un ambiente accoglienteper ogni

tua necessità”

Pasqua significa “passare oltre” e deriva dal racconto della decima piaga d’Egitto, nel-la quale il Signore vide il sangue dell’a-

gnello sulle porte delle case di Israele e “passò oltre”, colpendo solo i primogeniti maschi degli egiziani, compreso il figlio del faraone (Esodo 12,21-34). La Pasqua indica quindi la liberazione di Israele dalla schiavitù sotto gli egiziani e l’inizio di una nuova libertà con Dio verso la terra pro-messa. Con il Cristianesimo la Pasqua arricchisce il suo significato, indicando il passaggio di Gesù dalla morte alla vita e il passaggio dei cristiani a vita nuova, liberati dal peccato con il sacrificio sulla croce e chiamati a risorgere con Gesù. Per-ciò, mentre la Pasqua ebraica è Pasqua di libera-zione dalla schiavitù d’Egitto, quella cristiana è detta Pasqua di risurrezione. I primi cristiani facevano il memoriale della Pasqua ogni domeni-ca. Nel IV secolo a questa usanza si è aggiunta la solenne festività annuale, da celebrarsi nella domenica dopo la prima luna piena successiva all’equinozio di primavera (il 21 marzo), com-prendendo la data tra il 22 marzo ed il 25 aprile.

Se Pasqua vuol dire passaggio, per ogni essere umano ci sono due pasque importanti: quella della nascita e quella della morte. Entrambi i momenti sono accompagnati da una sofferenza generatrice. Infatti uscendo dalla comodità e protezione del seno materno, il neonato piange,

ma la nascita gli permettere di affacciarsi alla luce, alle ricchezze della vita, alla creatività, all’indipendenza, al poter dare e ricevere amore, cioè al poter realizzare la propria individualità. È altrettanto vero che la vita è bella, ma la morte permette all’uomo un salto di qualità, per inizia-re una vita diversa con l’entrare nella luce e nella gloria del Paradiso, dove può vedere Dio faccia a faccia e amarlo e goderlo per l’eternità, insieme alla Madonna, agli Angeli e ai Santi. Noi, ex allievi del “Sacro Cuore”, aggiungiamo il passaggio, che abbiamo vissuto, da una situazione di disagio socio-familiare all’entrata nell’Istituto, dove, dopo aver superato il primo sofferente impatto di incertezza, abbiamo trovato serenità con un alloggio confortevole, un cibo sicuro, una quanti-tà di nuove conoscenze e amicizie, la possibilità di una crescita culturale e spirituale. Lì ci hanno preparato ad affrontare le difficoltà della vita anche inculcandoci l’amore alla speranza, virtù che, rapportata alla Risurrezione di Gesù, ci per-mette di superare con spirito di fede qualunque sofferenza.

Con i bei ricordi del tempo trascorso in Istitu-to e degli insegnamenti ricevuti, noi ex allievi rin-

noviamo la fede in Gesù risor-to, che ci sta sempre vicino, e ripartiamo con rinnovati pro-positi di vivere in serenità e di progredire nella vita spirituale con abbondanza di opere di bene.

Auguri a tutti gli ex allievi.

Un ex allievo

La Pasqua dell’ex allievo

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a m i c o d e l f a n c i u l l o

l Viaggiatore che si dirige verso le nostre verdi colline e alza appena lo sguardo, scorge colorata, nel cupo colore di muschio e di ulivo, una improvvisa e felice costruzione, un castello feudale, pare, o qualcosa di simile. È l’istituto Sacro Cuore della Congregazione dei Servi della Carità “Opera Don Guanella”.

Come tutti sanno, l’istituto fu creato da un umile sacerdote di Fasano, Don Sante Perna, il quale dedicò alla realizzazione di questo suo progetto tutte le sue energie e il suo coraggio. E con l’aiuto di tanti Amici, infatti, nel 1932 cominciava la storia dell’Istituto Sacro Cuore di Fasano. In seguito, nel 1937, Don Sante, preoccupato per l’avvenire della Casa, l’affidò all’Opera Don Guanella, che tuttora la gestisce.

L’Istituto è Ente Giuridico (R.D. 2 luglio 1931 e 2 gennaio 1932): può quindi ricevere donazioni e lasciti testamentari.

– Per donazioni di denaro o di beni mobili e immobili, rivolgersi direttamente alla Direzione dell’Istituto Sacro Cuore - via Matarano, 1- Tel. 080.4413037 - 72015 Fasano (BR).

– Per testamenti: se trattasi di legati si può usare la seguente formula: “Lascio all’Istituto S. Cuore - Opera Don Guanella in Fasano (BR), a titolo di Legato, la somma di €

o l’immobile sito oppure gli immobilisiti in ”. Se si vuole nominare

l’Istituto Sacro Cuore erede universale, scrivere: “Annullando ogni mia precedente disposizione, nomino mio erede universale l’Istituto Sacro Cuore - Opera Don Guanella di Fasano (BR)”.

N.B.: Si consiglia di depositare il testamento presso un notaio di fiducia.

www.sacrocuorefasano.netE-mail: [email protected]

[email protected]@email.it

72015 FASANO (BR) - Via Matarano, 1

Tel. 080.4413037 - Fax 080.4423518Direttore Responsabile: Giuseppe CurriAut. del Trib. di Brindisi n. 82 del 24.4.1968Taxe perçue - Con approvazione ecclesiasticaStampa: EVI s.r.l. - Monopoli

C.C. Post. n. 12662722

I

IL SACRO CUOREUNA CASA AMICA PER RAGAZZI

In caso di mancato recapito inviare al CPO di Brindisi per la restituzione al mittente previo pagamento “resi”.