AMBIENTE BOSCHIVO A VARMO -...

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1 AMBIENTE BOSCHIVO A VARMO Sommario: -Il bosco planiziale -La conformazione del bosco -Le funzioni del bosco -Il bosco golenale del Torreano IL BOSCO PLANIZIALE.

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AMBIENTE BOSCHIVO A VARMO

Sommario: -Il bosco planiziale -La conformazione del bosco -Le funzioni del bosco -Il bosco golenale del Torreano

IL BOSCO PLANIZIALE.

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È da molto tempo che in Friuli sono scomparse le grandi estensioni forestali della bassa pianura, sostituite da piccole macchie di bosco residuo delle antiche foreste planiziali, arricchite di una grande varietà di ecosistemi.

I residui di bosco ancora presenti nelle nostre pianure sono compresi fra il fiume Tagliamento a ovest e il torrente Torre a est. Nel nostro comune il bosco naturale si riduce a piccoli lembi attorno ai fiumiciattoli e alle rare zone umide. Qui la composizione vegetale è data dalla Farnia (Querqus Robur ), dal Pioppo nero (Populus nigra), dall’Ontano, dall’Olmo (Olmus Minor), dall’ Acero campestre (Acer Campestre ) e dai vari tipi di Salice.

Per il tipo di taglio che si effettua il bosco è detto “Ceduo”.

La conformazione del bosco Per un equilibrato sviluppo il bosco necessita di una falda acquifera superficiale. Il suolo del bosco di latifoglie è molto ricco di sostanza organica che permette lo sviluppo di molte piante, disposte a diversi strati orizzontali in successione dall’alto al basso. Le chiome degli alberi formano a 20-25 m di altezza lo strato arboreo, al di sotto del quale si sviluppa un sottobosco molto abbondante, che comprende a sua volta diversi strati. Lo strato degli arbusti ha l’altezza media inferiore ai 10 m e comprende sia giovani alberi che arbusti di minori dimensioni come ad esempio il Nocciolo e il Sambuco, che si ramificano subito alla base e che perciò non posseggono un alto tronco. Al sottobosco appartengono anche arbusti di minori dimensioni come il Ligustro e piante rampicanti come l’Edera e il Luppolo, che crescono avviluppandosi e avvinghiandosi ai tronchi e ai rami delle piante. Lo strato delle erbe comprende piante che possono anche superare il metro di altezza, ma il cui fusto non è mai legnoso. Sono molto comuni numerose felci oppure molte specie di erbe e di fiori: le Fragole, le Primule, i Bucaneve,le Viole, i Mughetti, i Ciclamini e molti altri. Infine lo strato dei muschi (muscinale) comprende le piccole piantine che si sviluppano fino a pochi centimetri dal suolo.

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LE FUNZIONI DEL BOSCO Il bosco è soggetto ad un ciclo che passa attraverso diverse fasi: nascita, crescita, sviluppo e morte regolate oltre che dal materiale vivente, anche da una grande quantità di sostanze organiche come foglie morte, piccoli o grandi cadaveri di animali (insetti, mammiferi) e alberi caduti che con il tempo si degradano. Questo grande insieme forma un ecosistema legato a sua volta:

- all’attività di fotosintesi; - alla presenza di humus per la formazione del terreno.

Mediante la fotosintesi si è calcolato che un albero di Faggio in età adulta possiede una superficie fogliare di circa 1200 m2 e produce annualmente 4600 kg di ossigeno e circa 4300 kg di carboidrati e sostanze organiche per la produzione delle quali la pianta assorbe dall’aria 6300 kg di anidride carbonica e dal terreno 2576 litri di acqua.

Stratificazione del bosco planiziale

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Del materiale organico prodotto solo 1/40 serve alla crescita delle piante,

mentre il resto viene impegnato nel processo di respirazione.

6300 Kg di CO2 4600 Kg di O2

4300 Kg di Carboidrati e Sost. organiche

2576 Kg di H2O

Produzione annua Assorbimento annuo

faggio

Distribuzione materiale organico prodotto dalla fotosintesi

3%

55%

42% 1

2

3

Su 4300 Kg di sostanza organica prodotta: 1 materiale utilizzato per la crescita della pianta (3%) 2 materiale utilizzato per la produzione di humus (55%)

Assorbimento annuo

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Per la produzione di humus al suolo, nel corso della stagione vegetale, l’albero impiega circa il 55% del materiale organico prodotto della fotosintesi. Il terreno è molto fertile, ricco di sostanze organiche che lo arricchiscono notevolmente. Per la produzione di Humus sono indispensabili i decompositori i quali compiono il lavoro di trasformare gli organismi morti in sostanze organiche. I decompositori sono i protozoi, i batteri, i lombrichi (circa 250000 per km2), funghi, altri animali. Poi ci sono i consumatori primari e secondari. I primi sono gli erbivori, che si alimentano di grosse quantità di piante e erba, e a loro volta vengono mangiati dai consumatori secondari (Volpe, Orso, Martora, Donnola e Uccelli rapaci ), i quali sono strettamente dipendenti da quelli primari.

Tutto il sistema forestale esercita una enorme influenza su clima, suolo e acqua.

SUOLO

Il suolo è in continua evoluzione, ed è caratterizzato da moltissimi elementi, che si trovano nei vari strati. Gli orizzonti (o strati) rappresentano delle stratificazioni corrispondenti a depositi di diversa struttura e composizione e si possono così suddividere partendo dalla superficie verso il sottosuolo: -orizzonti organici composti di residui vegetali o animali decomposti -orizzonti minerali composti da una mescolanza di argilla, materia organica ed elementi minerali -orizzonti prevalentemente minerali risultanti dal disfacimento di orizzonti minerali misti a sostanza organica -strato minerale poco alterato -roccia L’humus è il prodotto derivato dalla azione combinata degli agenti ambientali e degli organismi vegetali e animali che decompongono la sostanza organica. Il terreno ha un suo pH (livello di acidità) che varia da 5 e 6,5 per i terreni più fertili, ed è di 4,5 per i terreni più poveri.

Acqua

Decompositori

Produttori

Consumatori

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Il suolo boschivo presente nella nostra bassa pianura viene definito come suolo bruno idromorfo ed è molto fertile e ricco di humus. Vi si sviluppano specie arboree come Farnie, Ontani e Salici. CLIMA Il sistema forestale incide in modo notevole sul clima. La presenza di vegetazione forestale riduce le perdite di acque del terreno, in percentuale variabile dal 10% all’80% e la foresta rilascia nell’atmosfera una quantità di umidità per evapotraspirazione del proprio apparato fogliare, soprattutto nelle foreste di latifoglie della pianura, superiore a 70 cm d’acqua, nella stagione vegetativa. Complessivamente le azioni di contenimento dell’evaporazione del suolo e di evapotraspirazione delle chiome hanno come risultato un livellamento del clima e la regolazione del contenuto di umidità nell’aria. Una buona copertura forestale riesce inoltre ad esercitare anche una certa influenza sulla circolazione degli strati più bassi dell’atmosfera e in particolare rallenta la velocità del vento: ciò ha un notevole effetto sul clima in quanto limita il raffreddamento dell’aria e impedisce l’erosione del suolo. La presenza di barriere boscate riduce la velocità del vento dal 20% al 60% rispetto alle are scoperte.

Se si pensa che l’agricoltura nelle nostre zone, basata sulla coltivazione del mais e della soia, lascia i terreni scoperti da ogni vegetazione per 6 mesi all’anno, si può immaginare come nel giro di pochi decenni è facile che si inneschi una

erosione accelerata del suolo, fino alle conseguenze estreme della desertificazione. Anche l’escursione termica in una zona boschiva è minore che di quella che si verifica nei terreni nudi. Il suolo con copertura boschiva ha una temperatura inferiore in primavera ed estate e maggiore d’inverno. In queste condizioni si sviluppa una maggiore quantità di semi di piante. Anche negli strati aerei la temperatura viene mitigata dai boschi che assorbono una maggiore quantità di radiazioni solari durante il giorno, e riducono anche la radiazione termica notturna.

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ACQUA Il bosco sviluppa molti aspetti positivi nei confronti delle acque: sulla neve esercita un’influenza determinante per la sua densità, la sua evaporazione, la permanenza prolungata al suolo, aumentando in questo modo la capienza idrica del terreno. Anche in presenza di piogge molto intense l’azione del bosco è rilevante, perché rallenta lo scorrimento delle acque piovane in superficie e favorisce così un maggior assorbimento idrico del suolo.

IL BOSCO GOLENALE DEL

TORREANO

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Il bosco planiziale che cresce all’interno delle arginature del Tagliamento si chiama più propriamente golenale perché le specie che lo compongono

sono caratteristiche per la loro adattabilità ad un ambiente precario e per la loro resistenza alle piene del fiume . A Madrisio esiste il piccolo bosco

golenale di Torreano che prende il nome dai conti Della Torre, a lungo padroni del paese e di un vasto territorio circostante. Il bosco è oggi protetto grazie al suo inserimento nei cosiddetti Siti di Importanza Comunitaria. La sua estensione è di solo cinquantotto ettari, ma la varietà e la particolarità della flora e della fauna ne fanno un piccolo scrigno naturale.

Gli alberi che lo popolano sono l’Ontano (Alnus insana ), l’Olmo, (Olmus minor),il Pioppo nero, (Populus nigra), l’Acero campestre (Acer campestre) e la specie avventizia della Robinia, portata dall’uomo qualche secolo addietro. Ontano, Pioppo nero e Olmo sono piante igrofile, cioè adatte a

sostenere l’umidità del sottosuolo mentre l’ acero e il pioppo bianco occupano gli spazi più lontani dall’acqua, in vicinanza degli argini. La zona prossima alle rive è invece invasa da varie specie di salici. Al di sotto dello strato arboreo, dove il fogliame degli alberi lascia intravedere la luce, si estende il sottobosco di arbusti, erbe e muschi con alcune specie erbacee infestanti che amano un suolo molto umido e organico, come il gigaro (Arum maculatum) e l’aglio orsino ( Allium ursinum).

All’ombra del bosco cresce anche una flora molto interessante, formata durante le

glaciazioni e proveniente dalle zone montane: il Lilium martagon, la Daphne mezereum, il Veratrum album, la Gentiana.

Lilium martagon

Gentiana verna

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Saliceto sulle rive del Tagliamento, a sud del bosco del Torreano, in corrispondenza dell’abitato di Canussio.

Popolazione di pioppo nero nel settore meridionale del bosco del Torreano, fra Madrisio e Canussio

Sentieri all’interno del bosco del Torreano

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Anche la fauna è piuttosto ricca e particolare. In corrispondenza delle zone più umide, dove ristagna l’acqua entro piccole fosse è presente ancora un ecosistema naturale, con piccoli vertebrati: anfibi, rettili, uccelli e mammiferi che sono anche i gruppi di animali meglio conosciuti della zona.Tra gli anfibi è divenuto molto raro il Tritone crestato (Triturus cristatus), mentre è ancora possibile osservare

l’Ululone dal ventre giallo ( Bombina variegata), il Rospo comune ( Bufo bufo) e, non molto frequente il Rospo smeraldino (Bufo viridis).

Nelle zone più asciutte è comune

la presenza della Raganella (Hyla arborea) mentre negli specchi d’acqua vive la Rana verde (Rana esculenta). Molto frequenti sono i rettili, tra i quali le Lucertole Muraiole (Podarcis muralis) primeggiano assieme al Ramarro (Lacerta viridis). Abbastanza

diffuso l’Orbettino (Anguis fragilis) che svolge la sua funzione di predatore di insetti anche negli orti. Tra i serpenti il Biacco (Coluber

viridiflavus)

è ancora abbastanza presente, così il Colubro liscio (Coronella austriaca) nelle zone più asciutte e il Saettone( Elaphe longissima) all’interno del bosco. Tra le bisce d’acqua c’è la Biscia del collare ( Natrix natrix), mentre, sempre prossima ai corsi d’acqua, vive la testuggine d’acqua (Emys orbicularis), molto difficile però da osservare.

Rana comune

Orbettino

Lucertola

Tritone crestato

Raganella

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Gli uccelli sono molto diffusi e le specie più numerose si trovano localizzate all’interno della macchia boschiva e nei filari di alberi che

costeggiano il Varmo, al suo imbocco nel Tagliamento. Gli specchi d’acqua attirano una gran quantità di uccelli migratori di passaggio che frequentemente svernano da noi e in alcuni casi rimangono permanentemente. Fra questi ricordiamo gli Svassi, la cui specie più frequente è il Tuffetto (Podiceps ruficollis) che nidifica, mentre lo Svasso maggiore (Podioceps cristatus) è invece migratore e quindi rappresenta una specie di passaggio.

Gli aironi sono presenti con diverse specie che si riproducono. I più comuni sono l’Airone cenerino

(Ardea cinerea) e la Garzetta (Egretta garzetta) che possono essere osservati durante tutto l’anno, mentre nei mesi estivi è presente anche la Nitticora (Nycticorax nycticorax). Sulle rive del Varmo, nascosti di folti canneti nidificano i Tarabusini (Ixobrychus minutus). Fra gli uccelli gli Anatidi sono senz’altro i più numerosi e quelli che hanno occupato tutti i piccoli specchi d’acqua. Ricordiamo il Germano Reale (Anas platyrhynchos) che è la specie più comune e l’unica che si riproduca in loco e, tra le anatre di superficie la Moretta (Aythya nyroca). Qualche anno fa il corso del fiume Varmo, a Camino, è stato popolato da uno stormo di Oche

(Anser anser), provenienti dalla Siberia, che hanno sostato a lungo nel nostro territorio.

Tuffetto

Garzetta

Germano reale Oca della Siberia

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Nel limitare del bosco nidifica il Fagiano (Phasianus colchicus) che, cacciato lungamente, ora viene allevato e reintrodotto nell’ambiente naturale in autunno, per scopi venatori. E’ ancora abbastanza comune la Quaglia (Coturnix coturnix), che nidifica nei campi aperti, mentre la Starna (Perdix perdix) può

considerarsi estinta come specie autoctona nidificante.

Fra i Rallidi la Gallinella (Gallinula chloropus) è senz’altro la specie più frequente nei nostri fossi, sulle cui rive nidifica assieme alla Folaga (Fulica atra).

Ci sono infine altre specie che si osservano sul nostro territorio durante i movimenti migratori, come la Pavoncella (Vanellus vanellus), presente nel periodo invernale. Nei mesi estivi le specie segnalate più frequenti sono il Combattente (Philomachus pugnax), il Beccaccino(Gallinago gallinago), la Beccaccia

(Scolopax rusticola), la Pittima Reale ( Limosa limosa), il Chiurlo Maggiore (Numenius arquatus), la Pettegola(Tringa totanus), il Piro Piro piccolo (Actitis hypoleucos) e alcune specie di Sterne: quella comune (Sterna hirundo) e il Fraticello (Sterna albifrons).

Fagiano comune

Folaga Gallinella

Beccaccia Chiurlo

Pettegola

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Le rive dei fossi che costeggiano il bosco e le macchie arbustive ospitano varie specie di piccoli uccelli.

Nel bosco sono numerosi i rapaci notturni: il Gufo comune (Asio otus) , l’Allocco (Strix aluco) , la Civetta (Athene noctua) e il Barbaggiani (Tyto alba e i Picchi sono frequenti nei boschi così come negli abitati : il Picchio verde (Picus viridis) e il Picchio rosso maggiore (Picoides major ) . Lungo i piccoli corsi d’acqua che solcano i campi è facile incontrare il Martin pescatore (Alcedo atthis). Durante le migrazioni è possibile osservare la Calandrella (Calandrella brachydactyla ) e la Tottavilla (Lullula arborea ). Lungo il Tagliamento è facile incontrare il Topino (Riparia riparia ) che rappresenta una specie di passaggio durante le migrazioni .

Allocco Civetta Gufo

Picchio verde Picchio rosso Martin Pescatore

Topino

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Nelle nostre zone si riproducono anche la Ballerina bianca (Motacilla alba ) e la Cutrettola (Motacilla flava), gli Scriccioli (Troglodytes troglodytes) e numerosi Passeracei che sono senz’altro stanziali. Certamente nidificanti

sono anche l’Usignolo (Luscinia luscinia), il Saltimpalo (Saxicola Torquato) e il Merlo (Turdus

merula). Durante le migrazioni e durante l’inverno è possibile osservare il

Pettirosso (Erithacus rubecula) , il Codirosso Spazzacamino (Phoenicurus ochruros), la Cesena (Turdus pilaris), il Tordo sassello (Turdus iliacus) e la Tordella ( Turdus viscivorus). Molto comuni sono le Cince : la Cinciallegra (Parus major) , la Cinciarella (Parus caeruleus) e la Cinciamora (Parus ater) che in autunno e in inverno formano grossi storni e i Pendolini (Remiz pendulinus) che nidificano nella zona ripariale del bosco, dove

costruiscono il nido a fiasco appeso ai rami dei salici e dei pioppi .

I mammiferi occupano tutte le nicchie ecologiche , oltre che le zone abitate dall’uomo. La lepre comune (Lepus europaeus), molto diffusa, è l’unico rappresentante dei lagomorfi . E’ una delle prede “classiche” per i cacciatori e quindi è oggetto di periodiche immissioni

Merlo

Cinciallegra

Lepre

Pendolino

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Fra i roditori che abitano sia il bosco, sia i

campi circostanti prevalgono i Gliridi , con il Moscardino (Muscardinus avellinarius), e diverse specie di Muridi , il cui rappresentante più diffuso è l’Arvicola

terrestre (Arvicola terrestris), che si può osservare lungo le rogge e i

canali . Comune è il Ratto delle chiaviche o

Surmolotto (Rattus norvegicus) , il Topo selvatico (Apodemus sylvaticus) , il Topo dal dorso striato (Apodemus agrarius) e il Topolino delle risaie (Micromys minutus) , tipico degli ambienti palustri con ricca vegetazione . Il topo selvatico (Apodemus agrarius) assieme agli altri roditori che si nutrono di semi rappresenta un prezioso collaboratore nel trasporto dei semi degli alberi per ogni dove. Anche certi uccelli svolgono la funzione di portare in giro i semi come

nel caso della Ghiandaia (Garrulus glandarius). La Faina (Martes foina)e la piccola

Donnola (Mustela nivalis) sono fra i

piccoli mammiferi usuali frequentatori del bosco e della campagna circostante , mentre la fauna di grossa taglia presente nel bosco non è molto varia: nella nostra zona sono stati spesso avvistati i Caprioli (capreolus, capreolus) che hanno perso i loro abituali predatori: la lince e l’orso, scomparsi da molto tempo.

Anche il cervo (Cervus elaphus) è scomparso dalla pianura friulana in seguito alla frammentazione delle grandi superfici forestali. E’ rimasta invece la Volpe (Vulpes, vulpes), qualche raro esemplare di Martora (Martes, martes) e di Tasso ( Meles, meles).

Moscardino

Topolino delle risaie

Capriolo

Donnola

Ghiandaia

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Il bosco poi ospita una grande varietà di altri piccoli mammiferi che sono in grado di occupare quasi tutte le nicchie ecologiche dal suolo fino ai piani alti della vegetazione arborea. Gli spazi aerei tra le fronde degli alti piani vegetazionali sono dominati, soprattutto ai margini dei più densi tratti forestali, dai Pipistrelli. A terra, sopra e sotto i suoli forestali, dominano i

micromammiferi terricoli. Questa categoria di animali raggruppa molte specie di piccoli esseri: gli insettivori: Ricci (Erinaceus europaeu sitalicus), Talpe (Talpa europea) e Topiragno (Sorex araneus) e i roditori che rappresentano la principale fonte alimentare

per un gran numero di animali (molti rettili, uccelli rapaci diurni e notturni e quasi tutti i mammiferi carnivori).

Sempre nel sottobosco vivono L’Helix pomatia che depone le uova nella lettiera, così come la Limaccia rossa (Arion subfuscus). .

Bisogna infine ricordare che la categoria più significativa nel bosco è

senz’altro quella rappresentata dagli insetti che sono la base alimentare primaria per molti animali, ma spesso rappresenta anche un vero e proprio flagello per le piante.

Volpe

Pipistrello

Riccio Talpa

Helix pomatia Limaccia rossa