Ambasciata d’Italia Ottawa...3 Sintesi Il Canada si propone di migliorare il proprio sistema...
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Ambasciata d’Italia Ottawa
Ufficio dell’Addetto Scientifico
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A cura di Gionata Prinzo – MAE-CRUI
Agosto 2012
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Indice Sintesi .................................................................................................................................. 3
1. L’attuale scenario dell’innovazione in Canada....................................................... 5
1.1 Lo stato attuale................................................................................................ 5
1.2 Sintesi rapporto Thomas Jenkins: “A Call To Action”................................... 9
1.3 Budget 2012: azioni per l’innovazione ......................................................... 11
2. Start Up e Private Equity in Canada ..................................................................... 14
2.1 L’approccio all’innovazione ......................................................................... 14
2.2 Venture Capital ............................................................................................. 16
2.3 Segmenti Strategici di Innovazione .............................................................. 21
2.4 Reti di Collaborazione .................................................................................. 24
2.5 Sostegno del governo.................................................................................... 24
3. Start Up e Private Equity in Italia ......................................................................... 29
3.1 La situazione attuale delle Start Up .............................................................. 30
3.2 La task force del governo.............................................................................. 32
3.3 Il fondo per l’Italia ........................................................................................ 35
4. Il regolamento per le imprese Spin Off da parte del CNR italiano....................... 36
4.1 Il processo di approvazione .......................................................................... 36
4.2 Personale coinvolto....................................................................................... 37
4.3 Proprietà intellettuale .................................................................................... 38
4.4 L’accordo quadro per l’innovazione............................................................. 38
Sitografia........................................................................................................................... 39
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Sintesi
Il Canada si propone di migliorare il proprio sistema innovazione, puntando ad
incrementare il technology transfer e a supportare le aziende innovative. Per farlo si
propone nel Budget 2012 di destinare fondi in più per le imprese, sia attraverso un
incremento di finanziamenti diretti a progetti specifici, sia cercando di incrementare il
sistema di Venture Capital, anche attraverso la Business Development Bank. Sempre nel
Budget si trovano azioni di snellimento dei vari programmi federali di finanziamento e
supporto, l’istituzione di un organismo che funge da guida per le aziende ai vari
programmi di finanziamento disponibili, nonché un rinnovamento del Centro Nazionale
di Ricerca Canadese (al fine di trasformarlo ancora di più in un “ponte” tra ricerca e
industria). Ovviamente saranno incentivati i soliti capisaldi dell’economia Canadese
come le risorse naturali, le estrazioni, la silvicoltura.
Andando maggiormente nel dettaglio del sistema innovazione, si deduce che esso
dovrebbe essere maggiormente guidato dal mercato, e non spinto dalla mera ricerca. Il
sistema di Venture Capital negli ultimi anni ha subito una grave flessione, dovuta al
basso profitto e alla crisi mondiale del 2009. Fino a pochi anni fa tale sistema era basato
essenzialmente su un sistema pubblico di fondi, finanziato soprattutto da piccoli
investitori, incentivati a versare liquidi tramite crediti sulle tasse. Si cerca oggigiorno,
attraverso un potenziamento della Business Development Bank of Canada e del settore
Venture Capital privato in generale, di incentivare i grandi investitori, i grandi fondi
privati, al fine di far partire una nuova generazione di venture capital, più dinamica e
esperta sulle tematiche dell’innovazione. Altro imperativo è garantire il supporto sia alle
start up, sia alle imprese in crescita (follow on). Si riportano inoltre le caratteristiche della
Business Development Bank of Canada (l’organismo fondamentale del governo in
materia di Venture Capital), nonché i più importanti Venture Capital esistenti al momento
in Canada.
Il sistema di innovazione in Canada è formato da molti gruppi locali, soprattutto per via
del fatto che le imprese innovative sono soprattutto le piccole e medie imprese (SMEs, il
99% è orientato all’innovazione “close to market”). Si riportano quindi alcuni esempi di
gruppo locale (o “cluster”) per evidenziarne alcune caratteristiche.
Infine, il sostegno del governo per la ricerca e sviluppo finora era basato sui crediti di
imposta (dati soprattutto dal programma SR&ED). I sondaggi dimostrano che tale
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sistema è troppo complicato e il governo di conseguenza si propone nel Budget 2012 di
passare a forme di finanziamento più dirette, finanziamenti diretti verso progetti specifici,
nonché maggiori azioni di procurement di nuove tecnologie (al fine di essere uno dei
primi clienti per le aziende innovative del Canada).
Anche in Italia il sistema di Venture Capital presenta alcuni problemi. In primo luogo ha
subito il colpo della crisi. Inoltre, se si esaminano i dati, si osserva che solo poche
aziende riescono ad acquisire finanziamenti privati e che molte di esse emigrano
all’estero. Anche in Italia tuttavia si assiste alla nuova generazione di Venture Capital,
visti i nuovi mezzi informativi e la nuova cultura imprenditoriale emergente. I problemi
per le Start Up in Italia sono principalmente la burocrazia, l’assenza di una forma
societaria semplificata, la difficoltà nel reperire credito. Di recente il governo ha formato
una Task Force con lo scopo di risolvere questi problemi, che sono stati inquadrati in 5
punti fondamentali, che il governo affronterà nei prossimi mesi.
Si riporta infine un capitolo riguardo al Consiglio Nazionale di Ricerca italiano e sul suo
regolamento per la creazione di Spin Off (dal momento che lo Spin Off di ricerca è
sempre di più uno strumento efficace per fare innovazione).
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1. L’attuale scenario dell’innovazione in Canada
Con questo capitolo si intende descrivere lo stato dell’innovazione nel Canada, attraverso
tre paragrafi. Nel primo si descrive la criticità della situazione di partenza; in secondo
luogo viene riportato un riassunto delle misure proposte dal panel di Thomas Jenkins1 sul
rapporto “A Call To Action” e nel terzo paragrafo sono riportate infine le azioni elaborate
dal Governo in occasione del Budget 2012 in materia di innovazione.
1.1 Lo stato attuale
Il Canada presenta una situazione economica relativamente buona rispetto ad altri paesi
del mondo, la crescita del PIL è rimasta stabile dopo la crisi mondiale del 2009, i posti di
lavoro non hanno subito diminuzioni. Tuttavia ci sono delle sfide-chiave di lungo termine
che il Canada deve fronteggiare, soprattutto per risolvere il problema del debito interno
crescente e della bassa produttività delle imprese.
Con particolare riferimento al secondo dei due punti sopracitati, secondo un articolo di
Jeremy Leonard, dell’”Institute of Research on Public Policy2” pubblicato sul National
Post, la produttività della forza lavoro canadese dagli anni 2000 cresce con un ritmo dello
0,7% ogni anno. Dato ben distante dal 2.4% degli U.S. con il risultato che il gap di
produttività delle due nazioni nel 2010 è del 33%, per un totale di $8,500 in meno per
abitante (il dato più grande mai rilevato negli ultimi 50 anni).
Jeremy Leonard, sempre nel suo articolo “Competition drives better pay: wages get
bettere when work gets smarter” datato 12 giugno 2012, fa notare che di questo passo la
produttività non riuscirà a superare l’aumento del costo della manodopera dovuto
all’inflazione, e come conseguenza il Canada non riuscirà a generare ricchezza. A questo
proposito l’Innovazione è indispensabile per fondare nuove industrie, creare nuovi
mercati, rilanciare il lavoro della nazione.
1 Thomas Jenkins: presidente esecutivo e direttore strategico della Open Text Corporation, già manager in molte società di information based technology. Attualmente è anche nella presidenza della Canadian Digital Media Network e membro del Humanities Research Council of Canada. 2 Il Institute for Research on Public Policy è una organizzazione canadese, indipendente e no-profit, che si propone di incentivare il dibattito sulla politica nazionale al fine di determinare i problemi da affrontare a livello di politica federale.
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Figura 1: l'andamento del tasso di aumento di produttività di Canada e U.S.
Fonte: The Conference Board of Canada
Il concetto di innovazione può essere inteso come un concerto di tre attori, l’uno legato al
successivo secondo una sequenza logica: Talent (il livello di talento e di istruzione degli
studenti e ricercatori, da cui partono le idee e i concetti per nuovi prodotti e mercati);
Research & Development (la ricerca accademica e privata, volta ad allargare le
conoscenze), Business Innovation (la ricerca al livello “close to market” al fine di
trasformare nuove idee in nuovi prodotti e mercati).
Per quanto riguarda il Canada, la situazione è florida per i primi due anelli (Talent,
Research & Development). Il Canada è tra i primi nel mondo in quanto a frazione di
persone con formazione universitaria, il che fa della nazione un serbatoio di talenti
universalmente riconosciuto. Lo stato della ricerca nel Canada è da considerarsi valido,
grazie alle università ai primi posti nei ranking mondiali in quanto ad articoli pubblicati,
brevetti presentati, contratti di lavoro ai ricercatori. Il punto su cui il Canada deve ancora
migliorare è il terzo anello, il Business Innovation (come confermato dal nuovo piano
strategico del Consiglio Nazionale di Ricerca Canadese - NRC)3. Difatti, senza un valido
sistema di trasferimento tecnologico volto alla creazione effettiva di nuovi mercati, la
pura ricerca rimane fine a se stessa, e non apporta benefici alla società con nuovi prodotti
e nuovi sviluppi economici e industriali.
3 Il National Research Council Canada è la principale organizzazione di ricerca e sviluppo del governo canadese. Il presidente e CEO John McDougall ha presentato, il giorno 28 Maggio 2012 a Ottawa, il nuovo piano strategico, in cui si sottolinea la carenza del technology transfer canadese.
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Il principale indicatore che dimostra questa mancanza, secondo il rapporto dello STIC4, è
l’ammontare di risorse finanziarie dedicate alla ricerca, in termini di frazione del PIL.
Tale indicatore rimane ancora molto basso rispetto alla media dei paesi sviluppati.
Figura 2: Andamento della frazione di spesa in R&D per le nazioni del OECD (2008).
Fonte: "A Call to Action" (T. Jenkins - 2011)
Se si esaminano le fonti del finanziamento, si scopre che il problema è soprattutto la
mancanza di investimenti in R&D da parte delle aziende. Le aziende sono restie a
investire in nuovi macchinari e equipaggiamenti (Machinery & Equipment), in
Information & Communication Technology. Questo dato può essere interpretato come
una forma di resistenza al cambiamento, che secondo l’OECD5 affligge la mentalità degli
imprenditori canadesi da molti anni.
4 Il Science & Technology Innovation Council (STIC) nasce ufficialmente a livello federale nel 2007, come parte integrante della “Canada’s Science & Technology Strategy”, il nuovo piano economico, nato subito dopo il “Advantage Canada” del 2006. Lo STIC nasce quindi con l’intento di esaminare lo stato tecnologico ed economico del Canada con cadenza biennale, al fine di creare una fotografia della nazione, per capire quanta strada è stata fatta, e quanta se ne deve fare al fine di migliorare le prestazioni in termini di innovazione. 5 La Organization for Economic Cooperation and Development è un’organizzazione internazionale con lo scopo di promuovere la qualità delle politiche mondiali e di migliorare il benessere economico e sociale nel mondo. Il 19 giugno 2012 il chief economist Pier Carlo Padoan ha tenuto una conferenza presso il quartier
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Paradossalmente invece le piccole medie imprese (SMEs6) investono in innovazione
molto più dei grandi marchi (in termini di frazione del valore dell’azienda). Il dato è il
seguente: il 99% delle SMEs canadesi è fortemente orientato verso la ricerca applicata
vicina al mercato.
Per contro, la crisi ha duramente colpito il sistema di Venture Capital (VC), ovvero lo
strumento fondamentale proprio per le piccole medie imprese. Il Venture Capital è
l’unica fonte di reddito per imprese fortemente innovative (quindi considerate rischiose
dai normali programmi di finanziamento istituzionali). Nel 2009 l’ammontare è stato di $
1,03 miliardi, il più basso dal ’96, e la metà del valore del 2007. Presenta dei tassi di
profitto inferiori rispetto agli U.S., ed è eseguito in buona parte da investitori stranieri
(circa il 30% del totale nel 2009).
Figura 3: I dati macroeconomici riguardo alle risorse per il R&D.
Fonte: "Immagination to Innovation" (STIC - 2010)
generale dell’organizzazione a Parigi, in cui sono stati approfonditi alcuni temi riguardanti il Canada e le sue sfide economiche. 6 Small and Medium Enterprises. In Canada un’azienda è considerata piccola se ha meno di 100 dipendenti, 50 se è un’azienda di servizi. L’azienda è considerata media se ha meno di 500 dipendenti, indipendentemente dal tipo.
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Figura 4: dati riguardanti l'investimento in R&D da parte delle aziende.
Fonte: "Immagination to Innovation" (STIC - 2010)
Un altro dato interessante è il finanziamento del governo federale alla ricerca e sviluppo
delle aziende. I dati infatti mostrano la netta prevalenza delle forme di finanziamento
indirette, ovvero sotto forma di crediti sulle tasse (principalmente si tratta del programma
di credito di imposta chiamato Scientific Research & Experimental Development,
SR&ED). Le forme di finanziamento diretto sono la minoranza e sono anche diminuite
dal 2005 al 2008.
Sempre il rapporto dello STIC mette in evidenza che, se si esaminano i singoli settori
economici, si scopre che al contrario alcuni comparti investono in ricerca, soprattutto:
finanza e assicurazione, miniere e estrazioni. Per questi motivi è auspicabile che tali
settori instaurino rapporti di collaborazione trasversali, al fine di condividere conoscenze
con altri settori, e fungere da traino all’innovazione.
La conclusione finale è la seguente: il problema principale è la ricerca presso le aziende
private, può essere risolto con agevolazioni istituzionali, collaborazioni tra enti, creazione
di una cultura orientata all’innovazione.
1.2 Sintesi rapporto Thomas Jenkins: “A Call To Action”
Nel Budget del 2010 è stato ufficializzato un Panel di esperti del mondo economico e
tecnologico canadese, al fine di esaminare lo stato attuale attraverso dei sondaggi a tutto
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campo, e di proporre delle azioni per il miglioramento in termini di innovazione,
soprattutto in merito a questi tre quesiti fondamentali:
1. valutare l’efficacia dei programmi di sostegno alla ricerca e sviluppo attraverso
crediti sulle tasse, in particolare del programma principale SR&ED;
2. valutare l’efficacia dei sostegni alla ricerca e sviluppo, generali e per settore;
3. valutare l’efficacia dei sostegni alla ricerca e sviluppo attraverso gli appositi
comitati e i centri di ricerca.
Il panel guidato da Thomas Jenkins ha presentato ufficialmente i suoi risultati con un
rapporto il 17 ottobre 2011. Principalmente il panel ha elaborato una serie di 6 consigli:
1. Creare l’“Industrial Research and Innovation Council” (IRIC) il quale deve avere
il compito principale di assistere le aziende a trovare il programma di sostegno del
governo che più si addice alle proprie esigenze. Inoltre il comitato dovrebbe
stilare la politica e la strategia in termini di innovazione per le aziende, i mercati,
semplificare tutti i programmi a disposizione, ad esempio mettendo insieme più
programmi simili, verificandone a cadenza regolare l’efficacia. In generale,
l’organismo dovrà assumere le decisioni principali in termini di innovazione da
qui in avanti.
2. Semplificare il sistema di crediti di imposta. In particolare il programma dovrebbe
essere d’aiuto alle Innovative SMEs, basando il credito di imposta solo sul costo
del lavoro. Questa azione successivamente è stata ridiscussa e implementata nel
Budget 2012 in forma leggermente diversa: il credito di imposta è stato mantenuto
al minimo, con l’intento di finanziare le imprese attraverso non più sostegni
indiretti, ma diretti. Si intende creare quindi dei fondi per progetti ad hoc
(coerentemente con il modello europeo).
3. L’innovazione dovrebbe essere una delle voci principali del “procurement” del
governo. Il governo dovrebbe utilizzare il suo potere di acquisto per alimentare il
mercato dell’innovazione. Ad esempio, dovrebbe prevedere dei piani di acquisto
al fine di rimodernare le proprie strutture e incoraggiare l’innovazione, e dovrebbe
descrivere le sue gare d’appalto non con descrizioni tecniche e stringenti per i
progettisti, ma su obiettivi da raggiungere, in modo da lasciare ai progettisti il
modo di trovare soluzioni innovative.
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4. Trasformare il National Research Council (NRC) in una serie di centri operativi
attivi a livello provinciale e regionale per la valorizzazione della ricerca verso
l’industria. Tali centri dovrebbero condurre molteplici collaborazioni sulla ricerca
tra istituzioni, università e aziende, lasciando la politica federale a un organo
esterno.
5. Semplificare l’accesso al capitale di rischio, istituendo un fondo apposito presso
la Business Development Bank of Canada7 in cui possono partecipare anche
Business Angels. Questo anche per limitare l’azione di venture capitalist stranieri,
che potrebbero portare prodotti innovativi fuori dal Canada.
6. Istituire l’Innovazione come voce importante del governo. Istituire quindi il
Ministero dell’Innovazione, e trasformare l’attuale STIC in uno Innovation
Advisory Committee (IAC) direttamente collegato al ministero citato. Il ministero
deve essere istituito anche a livello provinciale, in modo da creare un
organigramma di ministeri in materia di Innovazione, al fine di concertare
l’azione strategica per lo sviluppo.
Secondo il panel, queste azioni ribilanceranno il sistema innovazione in Canada, con un
supporto finanziario più efficace, soprattutto per le SMEs. Le azioni contribuiranno non
solo al finanziamento ma anche alle collaborazioni, al fine di creare un sistema orientato
ai risultati e alla condivisione di conoscenze. Grazie all’ufficializzazione dei ministeri, il
governo federale e provinciale assumerà la leadership di questo sistema, verificandone di
volta in volta le strategie e i risultati.
1.3 Budget 2012: azioni per l’innovazione
Il governo è conscio dello stato dell’innovazione che sia il rapporto dello STIC sia il
panel di Jenkins hanno descritto e nel nuovo piano sull’innovazione presentato sono
previsti nuovi fondi per incentivare la pratica del Venture Capital, nuovi appalti per
7 La “Business Development Bank of Canada” è un’istituzione finanziaria detenuta e controllata dal governo federale (Crown Corporation). Si tratta del principale strumento con cui il governo propone servizi di finanziamento e di consulenza agli imprenditori Canadesi, con particolare riferimento per le piccole medie imprese innovative. Nasce nel 1944 con il nome di Industrial Development Bank, e cambia varie volte nome e funzionamento. Dal ’95 è stata rinominata con il nome attuale e riprogettata allo scopo di supportare l’imprenditoria Canadese con servizi finanziari e di gestione, con particolare attenzione alle SMEs.
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incentivare le piccole e medie aziende innovative, nuovi incentivi al settore della
silvicultura, legname e carta (uno dei migliori in materia di innovazione con la speranza
che sia di esempio ad altri settori). Verrà istituito il Industrial Research Assistance
Program (punto 1 del programma Jenkins) come tramite tra le industrie e i programmi
federali di finanziamento, che verranno riprogettati e semplificati. Il National Research
Council Canada verrà riconvertito in una rete di centri di ricerca, fortemente collaborativi
con industrie e università, al fine di fungere da liaison tra ricerca e mercato.
I punti principali del programma generale in materia di innovazione sono:
- aumentare i fondi per le piccole e medie imprese innovative.
i. $ 165 mil in due anni da destinare alle aziende nel campo della
raccolta di risorse, in maniera sostenibile,
ii. $ 105 mil da destinare a imprese in campo di silvicoltura, legname
iii. $ 95 mil nei primi 3 anni (e $40 mil ogni anno successivo) al
Canadian Innovation & Commercialization Program (CICP), al
fine di renderlo permanente
- Incentivare le collaborazioni, attraverso gli appalti pubblici, i tirocini
e borse di studio, la rinnovazione del NRC.
i. $ 110 mil al NRC al fine di raddoppiare il supporto per le aziende
attraverso l’IRAP (il sopracitato programma di assistenza alla
ricerca per le aziende).
ii. $67 mil nel 2012–13 per la riconversione del NRC su programmi
rilevanti per il business, l’industria, e la collaborazione tra ricerca e
mercato.
iii. $ 14 mil in due anni per raddoppiare il programma di stage
“Industrial Research and Development Internship”,
- Incentivare il fenomeno del Venture Capital, al fine di finanziare le
SMEs innovative, e ad alto potenziale di crescita.
i. $ 500 mil da destinare a Venture Capital, di cui $ 100 mil da
destinare direttamente alla Business Development Bank of Canada,
- Razionalizzare e semplificare i programmi di sostegno finanziario
federale, anche passando gradualmente da un sistema di sostegno
indiretto (crediti sulle tasse) a un sistema diretto (finanziamento).
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- Rinnovare i sostegni alle università, i consigli e i comitati in materia di
ricerca e tecnologia.
i. $ 500 mil per i prossimi 5 anni al Canada Foundation of
Innovation, a sostegno di un’avanzata infrastruttura per la ricerca,
ii. $ 60 mil all’associazione Genome Canada, che si occuperà di
nuove ricerche in campo di salute.
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2. Start Up e Private Equity in Canada
I precedenti paragrafi hanno quindi mostrato che il Canada intende fare di più in materia
di innovazione. Soprattutto per il Canada, in cui a fare innovazione sono le SMEs, è
interessante esaminare cosa avviene da un punto di vista locale. Infatti l’innovazione a
livello globale è da considerarsi un risultato delle azioni prese localmente per incentivare
ambienti favorevoli al trasferimento tecnologico, la ricerca, gli imprenditori, e le
istituzioni.
Verranno trattati in questo capitoli gli aspetti fondamentali per le Start Up come i Venture
Capital, i gruppi di eccellenza, i supporti del governo federale.
2.1 L’approccio all’innovazione
Da diversi anni, per colpa soprattutto della crisi economica mondiale del 2009 che ha
fortemente penalizzato i fenomeni di Venture Capital, le start-up canadesi hanno un
ottimo potenziale ma faticano a trovare finanziamenti e agevolazioni per i propri bisogni.
Secondo il documento Leading Innovation del Public Policy Forum e anche secondo il
Venture Capital industry Review della BDC, il problema principale è l’impostazione
dell’innovazione. Allo stato attuale il sistema privilegia un tipo di innovazione
“technology push”, ovvero la ricerca, nel momento che scopre qualcosa di interessante,
spinge affinché vengano commercializzati dei prodotti, a prescindere dalle richieste di
mercato. Questo è dimostrato dal fatto che in Canada le aziende spendono di più in
esperimenti e test sui prototipi piuttosto che in ricerche di mercato e attività di marketing.
Il sistema, affinché vengano rese più appetibili le opportunità di investimento, dovrebbe
passare a “market pull”, ovvero le domande di mercato stimolano l’innovazione e i
prodotti innovativi risultano più appetibili in virtù del bisogno espresso a monte.
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Figura 5: Schema del sistema di innovazione "Market Pull".
Fonte: "A Call To Action" (T. Jenkins - 2011)
Questo anche perché, come fa notare Jeremy Leonard dell’”Institute of Research on
Public Policy” nel suo articolo sul National Post, l’innovazione non è solo un risultato del
progresso scientifico/tecnologico, ma è soprattutto il risultato della necessità che hanno le
aziende di stare al passo con la concorrenza. Di conseguenza, in un settore fortemente
competitivo, le aziende si sforzano sicuramente di più per trovare nuove idee di prodotto,
nuove best practices, nuove forme di rinnovamento del modello di business. Incentivare
la competizione, ad esempio rimuovendo alcuni regolamenti in Canada che vietano ad
imprese straniere di entrare nel mercato (cosa che per esempio avviene in Canada per
quanto riguarda il mercato delle estrazioni del potassio), contribuirebbe alla causa
dell’innovazione. Sempre secondo Leonard le liberalizzazioni e le rimozioni di barriere
hanno il duplice vantaggio di: consentire alle aziende interne di vendere all’estero,
ottenendo economie di scala; permettere a imprese straniere di entrare nel mercato
interno, incentivando la competizione e l’innovazione.
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2.2 Venture Capital
Il sistema come noto è stato colpito duramente: sia l’ammontare totale disponibile sia
l’effettivo investimento di Venture Capitalist è inferiore negli ultimi anni, anche per
colpa dei bassi profitti che si ottengono.
Figura 6: Capitale accumulato e capitale investito nel Sistema Venture Capital Canadese, dal 2001 al
2010.
Fonte: "Venture Capital Industry Review" (Business Development Bank of Canada - 2011)
Non solo, altro dato che colpisce è che, mentre gli Stati Uniti offrono maggiore venture
capital per imprese negli stadi più avanzati al fine di veder crescere il volume d’affari
(follow on), il Canada si concentra prevalentemente nelle imprese appena nate (start up).
Tale dato, se da un lato è positivo (in quanto per gli investitori è decisamente più
rischioso investire in una start up piuttosto che in un azienda già avviata) dall’altro lato
dice che il Canada deve fare di più per il caso follow on. Infatti per avere vera
innovazione le aziende non devono solo nascere, ma anche crescere ed espandere il loro
volume d’affari.
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Figura 7: l'investimento in U.S. e Canada in Start Up e Follow On.
Fonte: "Venture Capital Industry Review" (Business Development Bank of Canada - 2011)
Negli ultimi anni l’entità principale è stata la ”Labor-Sponsored Venture Capital
Corporations” (LSVCC8). Tale forma di Venture Capital è basata sui piccoli investitori, i
quali sono incentivati a versare fondi in esso poiché così ottengono incentivi sia sulle
tasse federali che provinciali. Tale sistema in realtà non è stato molto efficace, in quanto
gli investitori così reperiti, in quanto piccoli, non avevano molta “pazienza” ed esigevano
i rendimenti molto presto nel ciclo di vita dell’investimento. Con questo meccanismo,
risulta che solo il 60% del fondo totale è effettivamente utilizzabile. Non solo, ma
secondo la BDC, se il dilagare di questa pratica ha inizialmente aumentato l’accumulo
disponibile di Venture Capital, ha anche inficiato la creazione di grandi gruppi privati.
Ultimamente stanno sorgendo fondi privati di vario tipo, incentivati dal governo, i quali
presentano delle caratteristiche di maggiore dinamicità, expertise e semplicità di utilizzo
rispetto ai fondi pubblici. Per ora sono molti, ognuno dei quali presenta caratteristiche
diverse (dimensione degli investitori, tassi di rendimento richiesti, modalità di
8 Si tratta della corporazione che gestisce il fondo Labour Sponsored Investment Fund. Nasce nel 1982 nella provincia del Quebec, ideato dalla Quebec Federation of Labour (Fédération des travailleurs et travailleuses du Québec) come fondo di solidarietà per incentivare l’economia provinciale, soprattutto con lo scopo di offrire Venture Capital alle piccole e medie imprese. Verso la fine degli anni ‘90 il fondo diventa importante anche a livello federale. Attualmente il governo federale offre agli investitori del LSVCC un credito sulle tasse del 15% fino a un investimento massimo di $ 5,000 all’anno (il che implica un credito massimo di $ 750). A tale credito si aggiunge anche il credito sulle tasse provinciali, che in alcuni casi arriva anche esso al 15% per un massimo di altri $ 5,000 l’anno, per un credito massimo di $ 1,500 l’anno. Gli investitori sono obbligati a tenere il denaro per minimo otto anni, altrimenti devono ripagare tutti i crediti ottenuti. Si tratta dell’organismo principale: attualmente il 40% delle partecipazioni in forma di Venture Capital è data dalla LSVCC.
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partecipazione e/o remunerazione, clausole, servizi di consulenza…) e rimane difficile
per le aziende riuscire a districarsi dalla “giungla di capitali” facendo perdere quindi
molto tempo che l’azienda poteva dedicare alla propria crescita. Ad ogni modo questa
“seconda generazione” di grandi gruppi privati di Venture Capital sembra promettente, in
quanto garantisce la dinamicità e l’expertise richiesti al mercato.
Un altro difetto del sistema di Venture Capital canadese è il fatto che la maggior parte dei
fondi è generalista: presenta un’ampia gamma di investimenti in diversi campi, senza
presentare prevalente interesse per un campo. Questo implica che non ci sia mai
particolare expertise in un preciso campo e la carenza di competenze specifiche negli
investitori risulta essere un problema, in quanto così gli investitori non si accorgono della
validità di alcuni progetti e finiscono con il non finanziarli.
L’OECD loda alcune novità nel Budget 2012 in materia di ricerca e sviluppo -
principalmente la riduzione del programma SR&ED, l’introduzione di un fondo di $ 500
milioni a favore di Venture Capital privati e l’introduzione del programma di
finanziamenti diretti Industrial Research Assistance Program - ma aggiunge che non
basta a trasformare il mercato di Venture Capital canadesi. Basti pensare che attualmente
i Venture Capital in Canada sono al 50% pubblici e al 50% privati, mentre negli U.S. (in
cui i risultati dei Venture Capital sono di gran lunga migliori in termini di successo e
redditività) i Venture Capital pubblici si limitano al 5%. Storicamente i fondi privati sono
più esperti ed efficaci nell’investire nei Business Plan effettivamente più promettenti, di
conseguenza l’OECD auspica ulteriori interventi in questo senso.
- Esempio: BDC (Business Development Bank of Canada)
Ultimamente la Business Development Bank of Canada (BDC) sta acquisendo rilevanza
crescente. Nell’ultimo piano generale del budget 2012 sono stati destinati 100 milioni a
questa entità, al fine di supportare maggiormente l’imprenditoria canadese.
Attualmente l’istituzione offre i seguenti servizi alle imprese:
- Finanziamento: prestiti di lungo termine con tassi con possibilità di
programmare il pagamento sulla base delle esigenze dell’azienda, nonchè
dilazionare alcuni pagamenti in casi di emergenza.
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- Finanziamento Subordinato: mix di finanziamento e di capitale equity
(stock options o royalties) per diminuire gli oneri, nel caso l’azienda non
disponga ancora delle garanzie necessarie.
- Cartolarizzazione (Securitization): sistema di ottenimento del credito
attraverso la creazione di un fondo condiviso di beni di vario tipo, in modo
tale che l’azienda possa dividere il valore del fondo e vendere le varie
parti del fondo agli investitori.
- Consulenza: l’istituto dispone di un settore apposito per la consulenza,
con esperti da qualsiasi settore.
- Venture Capital: l’istituzione si propone di fornire Venture Capital ad
ampio spettro, dalla fase di start up, alla fase di follow on, con piani
personalizzati per l’impresa. Il focus ovviamente è sulle imprese basate
sulla tecnologia e sull’innovazione. Esistono dei criteri di scelta delle
imprese che si candidano a ricevere il servizio (generalmente 1000
Business Plan l’anno). In sintesi, avere un business plan definito, realistico
e con un chiaro vantaggio competitivo basato su una tecnologa innovativa
che garantisca sopravvivenza di lungo termine; un team di manager validi,
una strategia di uscita predefinita; un consorzio di vanture capitalist già
partecipante.
La BDC, nel suo documento Venture Capital Industry Review (2011) ha ufficializzato la
sua strategia composta di quattro punti fondamentali.
1) istituire un sistema di “General Partners” (GPs) interni, ciascuno esperto in
settori diversi (Life Sciences, Information Technology, Energy and
Cleantech). Questo al fine di avere forti competenze specifiche, ma al
contempo avere un’ampia rete di risorse.
2) Investire in una serie di aziende diversificate, sia per settore, che per fase di
vita.
3) Supportare i Venture Capital privati. La “nuova generazione” di Venture
Capital Privati, esperti e dinamici, deve prendere il posto del fondo pubblico
Labour Sponsored, al fine di avere un sistema radicalmente più efficace ed
efficiente.
20
4) Stimolare l’innovazione con le reti di collaborazioni, anche a livello
mondiale, al fine di incentivare lo sviluppo.
- Esempio: CVCA (Canada Venture Capital & Private Equity
Association).
La CVCA rappresenta al momento il maggiore network di Venture Capital del paese, con
oltre 1800 membri (tutte imprese che gestiscono fondi di Venture Capital) nonché un
totale di $ 75 miliardi. Si tratta comunque di un network, non di una compagnia di
gestione fondi. La sua missione è quella di agevolare e diffondere l’utilizzo del Venture
Capital e del capitale di rischio in generale, con azioni di sviluppo come: promuovere le
politiche pubbliche in favore di Venture Capital; facilitare lo scambio informativo tra
richieste e offerte di finanziamento; pubblicizzare eventi; redigere programmi di sviluppo
professionale per aziende di gestione di fondi per diffondere le best practices e avere
risultati migliori. Il CVCA presenta inoltre due dipartimenti: lo Young Private Capitalist,
dedicato ai giovani imprenditori al fine di metterli in contatto tra loro con eventi di vario
tipo; e Canadian Women in Private Equity, comitato per promuovere la professione di
imprenditrice e per seguire l’ingresso delle donne canadesi nell’ambiente di lavoro.
- Esempio: GrowthWorks
Si tratta di una delle compagnie leader nel settore, specializzato nella gestione di 4 fondi
provinciali lungo il paese, al fine di mantenere un approccio regionale e personalizzato
nelle aziende ritenute ad alto potenziale, ma al contempo contare su una rete di risorse a
livello federale. I fondi gestiti sono: Working Opportunity Fund, GrowthWorks Canadian
Fund, GrowthWorks Commercialization Fund and GrowthWorks Atlantic Venture Fund
(in totale $ 0,4 miliardi). L’azienda ha il suo fulcro nel team di esperti, che sceglie
l’azienda da supportare, la segue passo passo attraverso un piano di consulenze.
- Esempio: Teralys Capital
Si tratta di un buon esempio di Venture Capital privata di “nuova generazione”, che dà
molta importanza all’expertise e alla consulenza nell’investimento. Si tratta di un fondo
di fondi con base nel Quebec (i fondi sono: Caisse de dépôt et placement du Québec, the
Solidarity Fund QFL and Investissement Québec per un totale di $ 0,7 miliardi) con
propensione a investimenti in tecnologia (information technology, life sciences,
21
cleantech), con la particolarità di seguire l’azienda per tutto il suo ciclo di vita, dallo
start-up, alla maturità. L’azienda privilegia anche le creazioni di grandi network di
fornitura con cui espandere i mercati delle proprie aziende.
- Esempio: Northleaf
Northleaf è una delle associazioni private più importanti per la gestione di fondi per
venture capital. Possiede 5 fondi (distribuiti per le varie fasi di crescita dell’azienda, con
particolare enfasi per le fasi di espansione) per un totale di $ 3,7 miliardi, che lo rende il
fondo maggiore del Canada. Ha base a Toronto, con sedi anche a Londra (U.K.) e Menlo
Park (California), e investe in aziende a livello mondiale (pur avendo ovviamente
preferenza per il nord america).
- Esempio: Ontario Venture Capital Fund
Si tratta di un’iniziativa congiunta tra il governo dell’Ontario e vari investitori privati, al
fine di incentivare l’economia della provincia. Attualmente il fondo arriva a poco più di $
0,2 miliardi (di cui 90 milioni dati dal governo dell’Ontario). Gli investitori (Government
of Ontario, TD Bank, OMERS Strategic Investments, RBC, the Business Development
Bank of Canada, and Manulife Financial) hanno scelto Northleaf per gestire il fondo.
- Esempio: Desjardins
Il gruppo Desjardins è uno dei maggiori gruppi finanziari in Canada. Attivo soprattutto in
Quebec e Ontario, esso è una rete di vocazione cooperativa fatta di fondi, cooperative di
credito, centri di business. La rete fornisce servizi finanziari di vario tipo, sia a privati sia
a imprese, come: prestiti, assicurazioni, asset management, venture capital. Dispone di un
capitale totale di circa $ 0,2 miliardi. Il CEO del gruppo Monique F. Leroux ha fatto parte
del panel di Thomas Jenkins (paragrafo 1.1.2).
2.3 Segmenti Strategici di Innovazione
Quando avviene effettivamente una sorta di aggregazione di collaborazioni di lavoro in
una città, essa rappresenta un importante “cluster”, ovvero un gruppo, un segmento di
attori che collaborano, al fine di condividere expertise e competenze, nonché stabilire reti
22
di comunicazione tra investitori, imprenditori, nonché istituzioni e centri di ricerca.
Spesso e volentieri questi cluster nascono attorno a un ben preciso settore o area di
competenza, in cui la città in questione risulta particolarmente forte e competente. Non
solo, ma ogni cluster ha delle proprie caratteristiche derivanti dal contesto e un’azione
mirata a supportare il lavoro del cluster deve tenere conto di queste caratteristiche uniche.
In ogni cluster, il ruolo delle istituzioni è cruciale. Le agevolazioni sulle tasse (supporto
di tipo indiretto) sono ovviamente un aspetto positivo, ma anche il supporto diretto o
l’acquisto diretto sono importanti.
- Esempio: St. John’s
Un buon esempio di cluster è la rete di collaborazioni nata a St. John’s, nell’isola di
Newfoundland, città con una forte competenza nel settore delle tecnologie per la nautica,
sia militare sia da diporto. La rete è composta da circa 50 compagnie, tutte di dimensioni
ridotte, ma dotate di tecnologie pressoché uniche al mondo. Tutti i partecipanti al cluster
riconoscono l’importanza della collaborazione, come mezzo per raggiungere
collettivamente risultati che singolarmente non sarebbero possibili. Al cluster partecipano
anche la sede locale del NRC, nonché le ricerche universitarie e il governo locale.
Le caratteristiche uniche di questo esempio sono anzitutto la dimensione ridotta delle
aziende. Se un finanziatore volesse supportare il cluster, dovrebbe tener conto che ad
esempio il finanziamento in questione non dovrebbe avere eccessivi oneri, altrimenti le
aziende verrebbero penalizzate fortemente. Non solo ma un problema da risolvere di
questo cluster è la mancanza di personale qualificato. I giovani talenti preferiscono i
vicini centri gravitazionali di Toronto e Montreal piuttosto che la piccola cittadina di
un’isola. Un esempio di azione mirata da parte del governo potrebbe essere la
progettazione di tirocini e incentivi per attirare giovani talentuosi nel cluster.
- Esempio: MaRS
Un secondo esempio che si vuole presentare è il MaRS (Medical and Related Sciences).
Si tratta di un’associazione no-profit con base a Toronto, fortemente legata con
l’Università di Toronto. Fondata nel 2000, si propone di fornire dei servizi di consulenza
gratuiti a qualsiasi imprenditore operante in Ontario, in almeno uno di questi settori:
Information Technology, Life Sciences, Cleantech, Advanced Material and Engineering,
Social Innovation. L’imprenditore che desidera avvalersi di tale servizio deve compilare
23
il form sul sito inserendo i dati del progetto. Se il centro ritiene adatto il piano di business
contatterà l’imprenditore per fissare un primo appuntamento di consulenza. I successivi
appuntamenti verranno decisi di volta in volta in base alle personali esigenze del
particolare progetto e della sua evoluzione. L’intero piano di consulenza è assolutamente
gratis, in quanto si tratta di una associazione no-profit finanziata da una combinazione di
fondi pubblici e privati (Public-Private Partnership). In generale si tratta del punto di
riferimento principale per quanto riguarda le attività imprenditoriali nella zona di
Toronto, in quanto mette in contatto imprese, istituzioni e ricerca.
- Esempio: Laval Technopole
Simile a MaRS è il caso Laval Technopole, situato a Laval (a nord di Montreal).
Fortemente integrato con l’INRS (Institut national de la recherche scientifique -
Université du Québec) anche esso è un centro tecnologico orientato alla consulenza e alla
crescita del cluster della zona di Laval, contando su un solido background di conoscenze
derivanti dai vari centri di ricerca della zona. Anche esso si suddivide in centri di
expertise che sono: Agropole (scienze per l’agricoltura), Biopole (biologia e life
sciences), E-Pole (elettronica), Leisure and Tourism Pole. Tra i servizi offerti ci sono
consulenze, reclutamento personale, project management, soluzioni di finanziamento,
networking e sviluppo. Il centro è dotato anche di un International Business Centre in cui
l’imprenditore è in grado di trovare nuovi mercati in cui vendere oppure nuovi fornitori
da cui approvvigionarsi.
- Esempio: Entrepreneurship @ UBC
Un esempio interessante per questo argomento è la “Entrepreneurship @ UBC”. Si tratta
di un apposito progetto dell’università del British Columbia, in cui alcuni “alumni” (ex
studenti) dell’università stessa offrono su base volontaria le loro consulenze per gli
imprenditori emergenti, a loro volta anche loro alumni dell’istituto. Il progetto è
finanziato sia da BC Innovation Council che da alcuni ex studenti su base volontaria,
offre una rete di collaborazioni di dimensioni notevoli su cui fare affidamento al fine di
far crescere l’economia del British Columbia.
24
2.4 Reti di Collaborazione
Spesso gli investitori si lamentano che non esistono valide opportunità di investimento,
mentre gli imprenditori si lamentano che non ci sono investitori che portano capitale. Il
problema di conseguenza è la mancanza di un convogliatore di informazioni, che faccia
incontrare le due parti in modo più efficace rispetto allo status quo.
Per agevolare le collaborazioni non è sufficiente riconoscere e diffondere l’importanza
della collaborazione, ma molti auspicano azioni più mirate, come ad esempio creare lo
spazio fisico, il luogo di incontro dove gli attori del gruppo si riuniscono a discutono.
Secondo il trattato Leading Innovation del Public Policy Forum, le collaborazioni devono
avvenire ovviamente tra imprese, specie tra imprese di piccole dimensioni con imprese di
grandi dimensioni. Le imprese piccole spesso detengono delle tecnologie, delle
competenze e delle expertise che le grandi imprese non hanno, mentre d’altra parte le
grandi imprese posseggono risorse, attrezzature, contatti che le piccole non possiedono.
Inoltre dovrebbero avvenire anche tra imprese di diverso settore (al fine di discutere le
caratteristiche dell’ambiente industriale cittadino da differenti punti di vista) e soprattutto
con il governo (che deve diventare promotore di collaborazioni, offrire incentivi e
sostenere direttamente attraverso il procurement di nuove tecnologie) e il centro
nazionale di ricerca (che deve essere il principale attore in materia di ricerca congiunta).
- Esempio: Markham Convergence Centre
Questo per esempio è avvenuto nella regione di York, con il Markham Convergence
Centre, un centro multi settoriale in cui vengono organizzati eventi di vario tipo legati al
mondo dell’industria di York e in cui i vari attori hanno la possibilità di partecipare, di
dialogare e di confrontarsi costruttivamente. Il “conflitto costruttivo” deve essere la
pratica principale nelle collaborazioni, perché solo con esso è possibile conoscersi
professionalmente, instaurare la fiducia reciproca necessaria, scoprire nuove soluzioni e
nuove strade per l’innovazione.
2.5 Sostegno del governo
Il Canada negli ultimi anni è riuscito a ridurre l’entità delle tasse per le aziende
(Corporate Income Tax), che rimane tra le più basse dei paesi del OECD. Secondo infatti
25
il sito Canada Business Tax i tassi fiscali per le imprese hanno avuto un andamento
decrescente.
21%19.50%
19%18%
16.50%15%
0%
5%
10%
15%
20%
25%
January 12007
January 12008
January 12009
January 12010
January 12011
January 12012
Tasso fiscale per le imprese in Canada
Figura 8: L'andamento del tasso fiscale alle imprese.
Fonte: Canada Business Tax, alla voce Corporate Income Tax Rates
Secondo l’OECD non è sufficiente, soprattutto perché i tassi per le aziende sono
fortemente variabili: molto convenienti per le start up, ma proibitivi in fase di crescita ed
espansione.
Al momento lo strumento principale del governo per sostenere la ricerca e sviluppo è il
SR&ED (Scientific Research & Experimental Development9).
9 Si tratta del maggior programma di incentivi sulle tasse federali attualmente in vigore in Canada. Tale programma offre dei crediti sulle tasse in base all’attività di ricerca e sviluppo di un azienda e rappresenta il maggiore mezzo del governo per incentivare la ricerca e sviluppo, pur essendo non un mezzo di finanziamento diretto, ma un mezzo di crediti sulle tasse, quindi detto indiretto.
26
Figura 9: l'ammontare degli incentivi del governo federale nell'anno fiscale 2010-2011.
Fonte: "A Call To Action" (T. Jenkins - 2011)
La critica che molti muovono al programma è l’eccessiva complessità e burocrazia del
programma, a partire dalla definizione di “attività di ricerca e sviluppo” e dalle modalità
di richiesta. Secondo l’OECD il risultato di questo è che le grandi imprese, a differenza
delle piccole, utilizzano i loro avvocati e consulenti per poter sfruttare la massimo i
crediti verso ricerca e sviluppo, anche per attività che propriamente non possono essere
considerate tali.
Attualmente il programma descrive tali attività all’interno della seguente classificazione:
- Sviluppo Sperimentale: attività al fine di creare nuovi prodotti, materiali, processi
o per migliorare gli esistenti.
- Ricerca Applicata: attività al fine di ampliare la conoscenza ai fini di realizzare
una specifica applicazione prevista.
- Ricerca di Base: attività al fine di ampliare la conoscenza senza una precisa
applicazione prevista.
- Attività di supporto: attività non direttamente di ricerca, ma indispensabili alle
precedenti.
Il programma però comprende tra le eccezioni numerose attività (attività di testing di
prototipi per la commercializzazione, attività di controllo qualità dei nuovi campioni,
27
ricerche di mercato, sondaggi, ecc…). Molti suggeriscono che alcune di queste attività
sono comunque di supporto, indispensabili per il rinnovamento. È stata già annunciata la
riforma di tale sistema e la speranza è per un programma che incentivi effettivamente le
vere attività di ricerca e sviluppo, cercando ad esempio di essere flessibile nella
definizione di “attività di ricerca e sviluppo”.
Per quanto riguarda la commercializzazione, i programmi presenti disperdono
agevolazioni troppo largamente, a scapito della chiarezza del sistema. La Figura 10
dimostra che molte aziende hanno rinunciato perché non erano a conoscenza dei
programmi federali (52%) o perché era troppo complicato usufruirne (35%). Una
strategia proposta sempre dal Public Policy Forum è quella di focalizzarsi sui casi di
successo e costruire un programma di commercializzazione apposito. I risultati positivi di
quell’area di eccellenza daranno il buon esempio ad altre aree, nonché incrementeranno
l’economia della zona a beneficio del cluster.
Figura 10: percentuale di risposte alla domanda sul perchè l'azienda non ha usufruito di programmi
di sostegno federale per la R&D.
Fonte: "A Call To Action" (T. Jenkins - 2011)
28
Sempre per quanto riguarda il governo, un punto fondamentale è il procurement, è
impensabile che le aziende innovative vendano all’estero prima che al proprio governo. È
auspicabile un’azione di rinnovazione dei mezzi pubblici, un contrasto alla resistenza al
cambiamento, e una maggiore consapevolezza del problema.
29
3. Start Up e Private Equity in Italia
La situazione in Italia per quanto riguarda le nuove aziende innovative presenta diversi
aspetti. Sicuramente il sistema di Venture Capital (la principale fonte di sostentamento
delle Start Up) ha subito il duro colpo della crisi del 2009. Il primo dato proposto è
l’andamento della liquidità di Venture Capital disponibile negli ultimi anni.
Figura 11: l'ammontare di Venture Capital (milioni di Euro)
Fonte: AIFI - The Italian Private Equity and Venture Capital Market 2011
Nel 2009 c’è stata una evidente regressione dovuta principalmente alla crisi. Nel 2011
anche si è verificata una regressione che, se si esaminano le fonti di finanziamento, si
deduce che potrebbe essere dovuta al minor contributo dato dalle banche.
30
Figura 12: La provenienza dei fondi di Venture Capital negli ultimi due anni.
Fonte: AIFI - The Italian Private Equity and Venture Capital Market 2011
3.1 La situazione attuale delle Start Up10
Le start up in Italia sono circa 800 nuove imprese innovative, il cui 85% è composto da
aziende web based, orientate quindi all’Information Technology, mentre il restante in
Clean Tech e in Life Sciences. Esse investono in media nella loro crescita 70.000 euro
all’anno. Di questo investimento, la maggior parte è composto dal denaro stesso dei soci
(il cosiddetto “bootstrapping” in cui i soci ottengono denaro sia dalla loro proprietà, sia
ricorrendo alle tre F ovvero: Family, Friends and Fools). Il 23% delle start up italiane
invece ha trovato anche finanziamenti da parte di terzi: il 15% da Seed Incubators, il 4%
da Business Angels, il 4% da Venture Capital. Non molto, se si confronta con altri
mercati europei come Francia e Inghilterra, per non parlare degli Stati Uniti e della
Silicon Valley, oppure se si considera che un fondo di Venture Capital tipicamente copre
un periodo di investimento di almeno 4-5 anni. Con queste dimensioni del mercato locale
10 La fonte delle statistiche di questo paragrafo è il rapporto “Mind The Bridge Survey 2011 – Start Ups in Italy, facts and trends”. L’associazione Mind the Bridge è una no-profit fondata da Marco Marinucci (manager di Google) e diretta da Alberto Onetti (professore dell’università Insurbia, con molteplici esperienze imprenditoriali, anche in Silicon Valley), con la mission di supportare la nascita e lo sviluppo di idee di impresa innovative e consentire agli imprenditori italiani di entrare in diretto contatto con la Silicon Valley, il più evoluto ecosistema imprenditoriale al mondo.
31
del capitale di rischio, per una Start Up italiana è difficile raccogliere fondi consistenti,
diciamo oltre i 5 milioni (cifra frequente per un series A in Silicon Valley). Un
bootstrapping forzato può rallentare lo sviluppo e ridurre le prospettive di crescita.
Ne consegue quindi che il sistema ancora non è efficace e le imprese faticano a trovare
finanziamenti dai fondi appositi. Lo testimonia anche un altro dato: un percentuale
importante (9%) di Start Up italiane decide di stabilire la base operativa all’estero. Gli
imprenditori preferiscono di gran lunga nazioni di matrice anglosassone (in primis USA,
UK e Canada) in cui le leggi sono più a favore dell’imprenditore. Il commento condiviso
di molti imprenditori indica una chiara mancanza di studi legali con esperienza di venture
capital. Spesso potenziali investimenti non si concludono proprio per ragioni di eccessiva
burocrazia, incomprensione, o mancanza di chiarezza, che normalmente - in transazioni
anglosassoni - vengono risolte velocemente. La statistica è di un investimento chiuso su
tre term sheets proposti dagli investitori italiani.
Dopo la crisi finanziaria degli ultimi 2 anni il volume di capitale disponibile per
finanziare Start Ups si è contratto in termini assoluti, ma si è contratto anche il numero di
imprenditori, mentre i servizi di comunicazione e ricerca sono migliorati. Sicuramente
c’è meno confusione ed è probabile che le due parti (imprenditori e investitori) si
incontrino più facilmente. Inoltre il capitale richiesto per avviare una Start Up
(soprattutto nel campo web based, il quale è il più popolato di Start Up in Italia) si è
decurtato di un ordine di grandezza in meno di 10 anni per cui non servono capitali
importanti per iniziare. Oggi giorno la rete dei business Angels si conferma abbastanza
estesa ed attiva, con 2-3 grandi associazioni (la principale è Italian Angels for Growth11).
Ci sono poi molti nuovi fondi di Venture Capital, diversi incubatori, alcuni privati (tipo
H-Farm Ventures12 ed M3113), altri legati al mondo universitario, che si stanno
organizzando in modo crescente.
11 IAG è una rete di investitori specializzata in investimenti in imprese in fase di early stage, e con alto contenuto di innovazione. Adesso è composta da circa 90 angels che investono complessivamente un paio di milioni di Euro all’anno. 12 H-Farm è un Venture Incubator (quindi con il doppio ruolo di incubatore e di investitore) che opera a livello internazionale in ambito Web, Digital e New Media, favorendo lo sviluppo di startup basate su innovativi modelli di business. 13 M31 è un centro di ricerca avanzato, fortemente orientato all’incubazione e a far nascere aziende attorno a progetti di ricerca. Esso stabilisce con il partner il piano di marketing, il business plan, il team, costruisce contatti con centri di ricerca in Italia che ben si adattano al tipo di azienda in oggetto. A maturità raggiunta M31 ospita nelle proprie strutture l’azienda appena nata e consentendo sinergie con le altre aziende dell’incubatore.
32
In estrema sintesi, è vero che la crisi ha colpito il sistema e che deve essere reso più
appetibile ed efficiente, ma ci sono buone speranze per migliorare le performance, visti i
minori capitali richiesti, la nuova cultura imprenditoriale e i migliori mezzi a
disposizione.
3.2 La task force del governo
L’11 aprile 2012 Il ministro per lo sviluppo economico Corrado Passera ha istituito una
Task Force14 con lo scopo di esaminare il panorama delle Start Up italiane e di elaborare
provvedimenti per creare nel nostro Paese un ambiente favorevole al loro sviluppo. Come
accennato nel paragrafo precedente, in Italia esistono ancora molti problemi legati ai
finanziamenti, alla cultura aziendale, alle dinamiche burocratiche complesse e difficili da
sradicare. Ciò fà della nostra Nazione un ambiente non favorevole alle nuove imprese,
con gravi ripercussioni sull’intero sistema economico e del welfare. Non solo, ma i
giovani imprenditori, come già accennato, preferiscono far partire le loro aziende
all’estero, con grave perdita di capitale umano per il Paese. Il governo quindi intende
favorire le condizioni per le nuove imprese innovative, al fine di rinnovare il tessuto
economico industriale italiano.
Con lo scopo di avere maggiori informazioni a riguardo, una delle prime azioni della
Task Force, con il beneplacito del ministro Passera, è stata l’istituzione di un Open Day15,
il 24 maggio 2012, in cui ogni persona esperta sull’argomento poteva presentare le
proprie opinioni. Tra i partecipanti a tale Open Day si trovano anche un gruppo di 15
Start Up che, sotto la guida dell’imprenditrice Arianna Bassoli16, hanno elaborato una
14 La task sarà coordinata da Alessandro Fusacchia, 34 anni, già presidente del RENA e adesso a capo della Segreteria Tecnica del ministero di Infrastrutture e Trasporti. Le sue parole: “È stato lo stesso ministro Corrado Passera a chiederci di essere ambiziosi. Vogliamo rivoluzionare l’ecosistema, che ora è sfavorevole alla nascita e crescita di start up, con pochi ma radicali cambiamenti.” 15 L’Open Day si è tenuto presso le sedi di H-Farm Ventures, al fine di creare un’occasione di confronto aperta e interattiva, che possa concludersi con la definizione di un piano operativo da consegnare alla Task Force. Nel corso dell’evento, il Ministro potrà confrontarsi con i referenti principali della filiera: startupper, acceleratori, VC, angels e aziende, affrontando insieme a loro le tematiche più significative di ogni categoria. 16 Arianna Bassoli, co-fondatrice e Chief Product Officier della Start Up “Frestyl”, con molteplici esperienze all’estero. Attualmente impiegata anche nel panel di esperti in tecnologia del MIUR.
33
lista di 5 problemi principali17 che il governo dovrebbe risolvere per cambiare davvero le
cose.
1. Istituire una forma societaria più adeguata alle nuove imprese, possibilmente
ispirata alla “Limited” del Regno unito, o alla “Incorporated” o “Corporated”
degli Stati Uniti. Il governo recentemente ha istituito la S.s.r.l. (società
semplificata a responsabilità limitata18), azzerando il limite sul capitale sociale,
riducendo (di poco) gli oneri notarili e rendendo possibile la creazione
dell’azienda anche con un solo socio (s.s.r.l. unipersonale). Recentemente è stato
eliminato anche il limite di età per i soci (inizialmente fissato a 35 anni), mentre
l’età rimane importante per determinare le spese di costituzione: se tutti i soci
sono sotto i 35 anni non sono dovuti gli oneri notarili e sia l’atto costitutivo sia
l’iscrizione nel registro delle imprese sono esenti da bollo; se invece un solo socio
supera i 35 anni le spese notarili si limitano all’addebito delle spese generali, per
un massimo ancora da fissare. Restano comunque alcune critiche, come ad
esempio il fatto che il risparmio massimo per le spese di creazione dell’azienda si
aggira sui 130 euro (mentre ne sono necessari comunque attorno ai mille).
Secondariamente, il fatto che il capitale sociale possa essere molto basso agevola
l’istituzione dell’azienda, ma nel frattempo nessuna banca o organismo
finanziario darà mai credito ad un azienda con capitale sociale così basso. Non
solo, ma l’impresa semplificata non può elargire dividendi, deve mantenere a
riserva i profitti e nel momento che il capitale sociale arriva a 10.000 Euro,
l’azienda è obbligata a diventare s.r.l. ordinaria.
2. Eliminare l’eccessiva burocrazia di gestione societaria. Le Start up dovrebbero
concentrarsi sulle strategie di prodotto e di sistema per essere vincenti sul
mercato, invece che perdere tempo con per gestire processi burocratici complessi,
con tempistiche lunghe e che richiedono una presenza fisica, o eccessivi scambi di 17 Le parole di Arianna Bassoli: “Prima del workshop, che si è tenuto il 24 maggio, abbiamo chiesto a tutti gli startupper italiani di condividere i loro problemi su una piattaforma dedicata, Ideascale, la stessa utilizzata per la consultazione pubblica dell’Agenda Digitale. Le idee postate prima del workshop sono state prese come punto di partenza per avviare la discussione. Tutt’ora, all’indirizzo start-up.ideascale.com gli startupper possono condividere la propria top 5 dei problemi che devono affrontare per mantenere la loro attività, con lo scopo di arrivare ad un consenso e di far sentire la propria voce senza mediatori.” 18 Tale forma societaria è stata presentata nel decreto salva Italia del Marzo 2012 in forma di disegno di legge, ed è stata modificata dal recente Decreto Sviluppo del giugno 2012. Affinché questa nuova forma societaria entri in vigore manca ancora l’approvazione integrale dello statuto standard.
34
documenti cartacei. Le proposte di molti imprenditori sono: tempi burocratici più
veloci per operazioni di gestione societarie; possibilità di gestire le procedure via
internet e senza presenza fisica; eliminazione degli atti notarili.
3. Ridurre la tassazione sull’impresa e sul lavoro. Una Start Up per definizione non
ha grandi profitti, per cui tassarle è un accanimento privo di senso. Inoltre, il
valore di una Start Up si basa molto sul personale e sulla possibilità di gestirlo in
modo flessibile e con costi limitati. Molti imprenditori lamentano il minimale
contributivo INPS (legato in particolare all’obbligo di iscrizione all’IVS
Commercianti da parte dei soci lavoratori), la tassazione sui redditi d’impresa
anche quando non vengono distribuiti dividendi, il cuneo fiscale lavorativo, la
tassazione sulle stock-option (la quale, se eliminata, agevolerebbe il "work for
equity", ovvero remunerare i lavoratori attraverso quote societarie), la mancanza
di altre forme di quote per permettere forme diverse di partecipazione o
pagamento dei lavoratori.
4. Migliorare la formazione & comunicazione. Molti giovani non sanno come fare
una Start Up, né che aprire una Start Up dovrebbe essere un’alternativa valida ad
un lavoro fisso. Bisogna sviluppare una cultura Start Up, ancora scarsamente
presente in Italia, e favorire un processo di comunicazione mediatica che
sensibilizzi i cittadini verso questo argomento. Introdurre corsi specifici per Start
Up universitari o parauniversitari, creare acceleratori competenti con network
internazionali, favorire la multidisciplinarietà e le esperienze lavorative pratiche a
livello universitario, diffondere i casi di successo e le dinamiche dell’universo
Start Up italiano.
5. Difficoltà di ottenere investimenti. I bandi pubblici a favore di Start Up sono
spesso troppo complessi, disomogenei e restrittivi. La proposta è di applicare una
semplificazione e omogeneizzazione, con maggiore libertà d'investimento,
incentivare lo stato all'acquisto dei servizi/prodotti delle Start Up (attivare il
Public Technology Procurement, creando un canale per permettere alle Start Up
innovative di mettersi sul catalogo CONSIP per ricevere offerte pubbliche) e
favorire una maggiore varietà e competizione a livello di Venture Capital (ad
esempio attraverso incentivi fiscali al capitale di rischio anche verso piccoli
investimenti).
35
3.3 Il fondo per l’Italia
Il giorno 24 luglio 2012 è stato approvato un testo unico a riguardo di molti argomenti
legati all’innovazione e alla tecnologia (ad esempio, l’agenda digitale, la semplificazione
per l’istallazione e l’utilizzo di infrastrutture elettroniche, gli incentivi alle famiglie per
gli acquisti in tecnologia). Tra questi provvedimenti si trova anche il Fondo per l’Italia.
Tale fondo sarà destinato all’acquisto da parte dello Stato di quote di fondi di
investimento destinati a Venture Capital (sia Early Stage che espansione). Al momento il
progetto prevede che il fondo sarà di 30 milioni di Euro nel 2013, per passare a 40 nel
2014 e 50 nel 2015, e ogni anno almeno 10% del fondo sarà investito nel modo
menzionato.
Il testo unico prevede anche altre misure per le Start Up come ad esempio: varie
agevolazioni fiscali, finanziamenti ad incubatori privati, lo sportello unico per istituire
una Start Up, la possibilità che gli enti pubblici mettano a disposizione gratuitamente
immobili per le Start Up per un periodo di dieci anni.
36
4. Regolamento CNR per le imprese Spin Off
Il CNR ha il compito di valorizzare le ricerche italiane, applicandone i risultati in un
contesto aziendale al fine di apportare sviluppo scientifico-economico nel Paese.
Una delle modalità più accreditate per fare questo è la creazione di imprese Spin Off.
Definizione
“Per impresa Spin Off si intende una società di capitali creata su iniziativa di
personale di un ente di ricerca, con lo scopo di valorizzare i risultati di una
particolare ricerca condotta all’interno dell’ente stesso.”
Al fine di garantire la corretta creazione dell’impresa Spin Off e regolare le competenze
tra impresa Spin Off e CNR è necessario un regolamento19, il quale quindi disciplini le
tipologie e le finalità delle Spin Off e le competenze del CNR in merito.
4.1 Il processo di approvazione
Come accennato nella definizione, la nascita di una Spin Off risiede nella proposta da
parte di alcuni membri del personale di ricerca stesso, i quali hanno ottenuto un risultato
di ricerca particolarmente positivo e di conseguenza intendono concretizzarne i risultati
attraverso la fondazione di una nuova impresa di cui faranno parte. Tali promotori, in
collaborazione con il CdA del CNR e di un comitato di supporto apposito, redigono la
documentazione di valutazione tecnico economica necessaria (Business Plan, previsioni
di costi e di profitti, fabbisogno finanziario richiesto, gestioni della proprietà intellettuale
ecc…). Questi documenti vengono analizzati dalla Commissione Spin Off che giudica il
materiale e fornisce la propria valutazione circa l’approvazione della Spin Off (fermo
restando che la decisione finale spetta al CdA), in base ai seguenti criteri:
1. il Business Plan è chiaro, verosimile, corredato di piano economico-finanziario,
intende davvero valorizzare i risultati di ricerca del CNR,
2. l’impresa Spin Off deve chiaramente definire i termini per la gestione della
proprietà intellettuale,
19 “Regolamento Provvisorio per la Costituzione e la Partecipazione del CNR alle imprese Spin Off della Ricerca” - Luglio 2012
37
3. non ci devono essere conflitti di interesse tra il lavoro della Spin Off e le attività
dei soggetti coinvolti,
4. l’impresa Spin Off non può fare concorrenza ai servizi già offerti al pubblico dal
CNR stesso,
5. il coinvolgimento dei membri nella Spin Off deve essere deciso a priori
rigorosamente con delle convenzioni tra le due entità, coerentemente con le
politiche del CNR e con il Business Plan della Spin Off.
La commissione deve anche constatare se si dovrebbe trattare di impresa Spin Off
Partecipata o Autorizzata. Per impresa Partecipata si intende un’impresa per la quale il
CdA ha approvato l’acquisto di una quota parte dei capitali dell’impresa. L’impresa
Autorizzata invece non prevede partecipazione al capitale sociale da parte del CNR.
La decisione finale circa la creazione della Spin Off spetta comunque al Consiglio di
Amministrazione. Nel momento dell’approvazione, l’impresa Spn Off è inserita nell’albo
apposito delle imprese Spin Off tenuto dal CNR. Il CdA decide anche se si tratta di
impresa Spin Off autorizzata (senza partecipazione di capitale) o partecipata (con
partecipazione). In ogni caso la partecipazione non può mai andare oltre il 49%.
Nel caso di azienda partecipata, il CNR, in qualità di socio, ha diritto ad alcuni poteri sul
controllo dell’azienda. Il CNR ha il diritto a nominare almeno un componente
dell’organo amministrativo e un sindaco, ha diritto a non partecipare alle perdite
dell’azienda, ha diritto di recesso nel momento in cui vengono apportate modifiche
statutarie che alterino le condizioni di autorizzazione all’avvio.
4.2 Personale coinvolto
Il personale del CNR che andrà a far parte della Spin Off dovrà richiedere
l’autorizzazione al CdA, al fine di ottenere una delle tre seguenti modalità di
partecipazione:
1. aspettativa senza assegni, qualora la persona parteciperà alla Spin Off al 100%
della propria capacità lavorativa,
2. modifica e adozione di regime parziale nel caso la persona parteciperà a una
capacità produttiva simile al 50%,
3. nessuna modifica del rapporto di lavoro se la percentuale non eccede il 30%.
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L’autorizzazione è data per un periodo di 2 anni con possibilità di due rinnovi (quindi al
massimo la persona può lavorare 6 anni, al termine dei quali ci deve essere il reintegro
nel CNR).
4.3 Proprietà intellettuale
In nessun caso l’azienda Spin Off può godere esclusivamente della proprietà intellettuale
già appartenente al CNR. Tale diritto all’utilizzo viene dato alla Spin Off sotto forma di
“concessione di licenza per campo d’uso specifico”, solitamente a titolo oneroso. La
proprietà intellettuale invece sviluppata successivamente dalla Spin Off con le proprie
risorse è da considerarsi senza dubbio proprietà della Spin Off.
4.4 L’accordo quadro per l’innovazione
Il giorno 13 luglio 2012 è stato firmato un accordo quadro tra il CNR, le Poste Italiane, le
banche del Mezzogiorno e Mediocredito Centrale, con l’obiettivo di integrare e mettere a
disposizione del Paese mezzi scientifici, tecnologici e finanziari che favoriscano lo
sviluppo del tessuto imprenditoriale, in particolare nel Mezzogiorno. L’accordo prevede
dei finanziamenti per progetti specifici di ricerca, strumenti finanziari per le imprese, la
creazione di eventi e strumenti per rafforzare il trasferimento tecnologico, soprattutto per
le PMI, nonché offrire sostegno alle Pubbliche Amministrazioni in sede di valutazione
dell’efficacia degli interventi. L’accordo ha lo scopo di accelerare la ripresa economica
del Paese attraverso la condivisione di strategie e il coordinamento di azione tra gli attori
dell’innovazione, con particolare attenzione alla creazione di start up nel mezzogiorno.
“Uno strumento importante – afferma l’Amministratore Delegato di Poste Italiane
Massimo Sarmi - per poter sfruttare al meglio, in tempi brevi, le ingenti risorse
comunitarie disponibili”.
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