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1 LE NOSTRE CONSIDERAZIONI: “Inno alla vita” di Madre Teresa di Calcutta è stato oggetto di considerazioni e di riflessioni nelle nostre classi. Madre Teresa ci ha fatto pensare al senso profondo della vita, alla preziosità, all’opportunità unica e irripetibile che essa rappresenta. Ognuno di noi dovrebbe imparare ad apprezzare e a “gustare” anche le più piccole gioie senza arrendersi di fronte alle avversità. Rispetto a Madre Teresa che ha finalizzato tutta la sua vita ad alle- viare le sofferenze dei più poveri, dei diseredati, dei malati, il pen- siero è andato a tanti nostri coeta- nei che, con fragilità, affrontano la vita, arrendendosi alle più piccole difficoltà, rifugiandosi nella droga, nell’alcolismo, in cose futili. Po- tesse l’eco delle parole di questa piccola-grande donna giungere al loro cuore e permettere di recupe- rare il senso vero della VITA! terze A e B Ama la vita così com’è, Ama la vita così com’è, Ama la vita così com’è, Ama la vita così com’è, amala pienamente, senza pretese; amala pienamente, senza pretese; amala pienamente, senza pretese; amala pienamente, senza pretese; amala quando ti amano o quando ti odiano. amala quando ti amano o quando ti odiano. amala quando ti amano o quando ti odiano. amala quando ti amano o quando ti odiano. Alt! Siamo tornati. Ecco a voi un nuovo, nuovissimo numero del nostro giornalino scolastico: un spazio fatto di carta, inchio- stro, e tanto entusiasmo, attraverso il quale ancora una volta, intendiamo esprimere le idee e le riflessioni personali e comunicare le storie semplici ma autentiche dei nostri pic- coli vissuti. Anche stavolta ce l’abbiamo messa tutta! Con impegno, abbiamo redatto i pezzi, li abbiamo collezionati, corredandoli anche di foto.Abbiamo realizzato,quindi il menabò, per la distribuzione dei contenuti sulle pagine. Infine con “rinsaldata dimesti- chezza”abbiamo impaginato il tutto. Avremo un futuro da giornalisti? Chissà!? Sarebbe bello! Intanto impariamo a “leggere” critica- mente la realtà che ci circonda e che, sotto certi aspetti, non ci piace. Violenza, ignoran- za, illegalità e miseria, dilagano nel mondo Non possiamo restare a guardare! Cosa pos- siamo fare? Semplice, combattere contro tutto questo. Come? Prima di tutto assumen- do consapevolezza di ciò che danneggia e oltraggia la dignità umana: la violenza, per esempio, che si manifesta in mille forme: a scuola, a casa, in strada, contro le donne, contro i bambini. Dai analizzati in classe quotidiani abbiamo appreso che basta una parola fuori posto, un comportamento irre- sponsabile per scatenarla. Altre volte la si subisce senza esserne davvero responsabili. Le conseguenze: danni fisici e psichici, a breve e a lungo termine, e in alcuni casi può dar luogo, direttamente o indirettamente alla morte della vittima. È quando leggiamo sul portale del Dipartimento delle pari opportu- nità della presidenza del Consiglio dei Mini- stri. Già… le Istituzioni possono darci una grande mano. Ma se davvero vogliamo un mondo diverso, prima di tutto dobbiamo es- sere noi a determinare il cambiamento. Da soli no, di sicuro. Insieme, però tante cose si possono fare, nelle orme di grandi uomini e grandi donne del presente e del passato. Ad esempio Madre Teresa di Calcutta, alla quale è intitolato il nostro Istituto, ha dedicato un vita intera agli altri. Di conformazione minuta, ma di fede salda quanto la roccia, ha portato amore e pace ai più poveri. Esempio di pace, ha insegnato al mondo intero che “quello che facciamo è soltanto una goccia nell’oceano. Ma se non ci fosse quella goccia all’oceano mancherebbe”. Ecco cosa vuol essere questo numero del nostro gior- nalino: una “piccola goccia”che, come ci ha insegnato Madre Teresa, insieme ad altre piccole gocce, può determinare un “oceano”. Allora, vi chiediamo di contri- buire a gonfiare le acque di questo oceano con tante altre piccole gocce di soli- darietà?!!Comprate una copia del nostro giornalino e insieme aiuteremo “ i più poveri dei poveri” di Madre Teresa. Buona lettura e .. pace a tutti! dicembre/marzo 2010 Anno X — numero 1

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LE NOSTRE CONSIDERAZIONI:

“Inno alla vita” di Madre Teresa di Calcutta è stato oggetto di considerazioni e di riflessioni nelle nostre classi. Madre Teresa ci ha fatto pensare al senso profondo della vita, alla preziosità, all’opportunità unica e irripetibile che essa rappresenta. Ognuno di noi dovrebbe imparare ad apprezzare e a “gustare” anche le più piccole gioie senza arrendersi di fronte alle avversità.

Rispetto a Madre Teresa che ha finalizzato tutta la sua vita ad alle-viare le sofferenze dei più poveri, dei diseredati, dei malati, il pen-siero è andato a tanti nostri coeta-nei che, con fragilità, affrontano la vita, arrendendosi alle più piccole difficoltà, rifugiandosi nella droga, nell’alcolismo, in cose futili. Po-tesse l’eco delle parole di questa piccola-grande donna giungere al loro cuore e permettere di recupe-rare il senso vero della VITA!

terze A e B

Ama la vita così com’è, Ama la vita così com’è, Ama la vita così com’è, Ama la vita così com’è, amala pienamente, senza pretese; amala pienamente, senza pretese; amala pienamente, senza pretese; amala pienamente, senza pretese;

amala quando ti amano o quando ti odiano.amala quando ti amano o quando ti odiano.amala quando ti amano o quando ti odiano.amala quando ti amano o quando ti odiano.

Alt! Siamo tornati. Ecco a voi un nuovo,

nuovissimo numero del nostro giornalino

scolastico: un spazio fatto di carta, inchio-

stro, e tanto entusiasmo, attraverso il quale

ancora una volta, intendiamo esprimere le

idee e le riflessioni personali e comunicare le

storie semplici ma autentiche dei nostri pic-

coli vissuti. Anche stavolta ce l’abbiamo

messa tutta! Con impegno, abbiamo redatto i

pezzi, li abbiamo collezionati, corredandoli

anche di foto.Abbiamo realizzato,quindi il

menabò, per la distribuzione dei contenuti

sulle pagine. Infine con “rinsaldata dimesti-

chezza”abbiamo impaginato il tutto. Avremo

un futuro da giornalisti? Chissà!? Sarebbe

bello! Intanto impariamo a “leggere” critica-

mente la realtà che ci circonda e che, sotto

certi aspetti, non ci piace. Violenza, ignoran-

za, illegalità e miseria, dilagano nel mondo

Non possiamo restare a guardare! Cosa pos-

siamo fare? Semplice, combattere contro

tutto questo. Come? Prima di tutto assumen-

do consapevolezza di ciò che danneggia e

oltraggia la dignità umana: la violenza, per

esempio, che si manifesta in mille forme: a

scuola, a casa, in strada, contro le donne,

contro i bambini. Dai analizzati in classe

quotidiani abbiamo appreso che basta una

parola fuori posto, un comportamento irre-

sponsabile per scatenarla. Altre volte la si

subisce senza esserne davvero responsabili.

Le conseguenze: danni fisici e psichici, a

breve e a lungo termine, e in alcuni casi può

dar luogo, direttamente o indirettamente alla

morte della vittima. È quando leggiamo sul

portale del Dipartimento delle pari opportu-

nità della presidenza del Consiglio dei Mini-

stri. Già… le Istituzioni possono darci una

grande mano. Ma se davvero vogliamo un

mondo diverso, prima di tutto dobbiamo es-

sere noi a determinare il cambiamento. Da

soli no, di sicuro. Insieme, però tante cose si

possono fare, nelle orme di grandi uomini e

grandi donne del presente e del passato. Ad esempio Madre Teresa di Calcutta,

alla quale è intitolato il nostro Istituto, ha dedicato un vita intera agli altri. Di

conformazione minuta, ma di fede salda quanto la roccia, ha portato amore e

pace ai più poveri. Esempio di pace, ha insegnato al mondo intero che “quello

che facciamo è soltanto una goccia nell’oceano. Ma se non ci fosse quella goccia

all’oceano mancherebbe”. Ecco cosa vuol essere questo numero del nostro gior-

nalino: una “piccola goccia”che, come ci ha insegnato Madre Teresa, insieme ad

altre piccole gocce, può determinare un “oceano”. Allora, vi chiediamo di contri-

buire a gonfiare le acque di questo oceano con tante altre piccole gocce di soli-

darietà?!!Comprate una copia del nostro giornalino e insieme aiuteremo “ i più

poveri dei poveri” di Madre Teresa.

Buona lettura e .. pace a tutti!

dicembre/marzo 2010 Anno X — numero 1

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Oggi giorno se leggiamo i giornali, vediamo la televisione o ascoltia-mo la radio, apprendiamo che la maggior parte delle vicende riguar-da la violenza. Tra gli ultimi fatti di cronaca, molti hanno riguardato l’omicidio di Sarah Scazzi, una ragazza di appena quindici anni. Gli inquirenti hanno cercato e stan-no tuttora cercando di ricostruire la vicenda, che col passare del tempo diventa sempre più complicata. L’assassino in primo momento era stato identificato nello zio, succes-sivamente anche la cugina di Sarah é diventata un’indiziata. Il motivo e le vicende non sono ancora chia-re, l’unica cosa certa è che una po-vera ragazza è morta e il cadavere è stato chiuso in un pozzo per qua-ranta giorni. Un altro fatto di violenza è quello del tassista massacrato per aver, non volutamente, investito un cane. È stato un incidente che è costata la vita al povero tassista perché il proprietario del cane e un gruppo di suoi amici l’hanno pestato a san-gue. Gli animali meritano rispetto e onore, ma il fatto che un uomo ri-schi la vita per aver “sbagliato” , non è giusto.

A tal proposito mi è venuto in mente un passo del “Giorno” di Parini :“La vergine cuccia”. Ho ripensato che, allora come ora, a volte, la vita di un uomo valga meno di quella di un animale: un servo, morso da un cane, dà a questo un calcio. Visto ciò, la padrona lo manda a elemosinare in strada, per punirlo. Dov’è - mi chiedo- il rispetto per la vita? Un'altra esperienza di violenza è quella negli stadi, come è successo pochi giorni fa: un uomo, a capo di un gruppo di estremisti di un’altra nazionalità ha provocato un “attentato”, facendo sospendere la partita. A seguito di ciò, molte persone sono andate in ospedale. Questi fatti dimostrano come la violenza sia ormai presente ogni giorno e sotto tan-te forme. Il solo pensarla é una cosa disumana, da persone insensibili. Solamente con il dialogo e usando la ragione, si può vivere in amore e in amicizie.

Oscar III B

RIFUGIO PER CANI ABBANDONATI IN ONORE DI SARAH

“Sarah per sempre” Questo è il nome che ver-

rà dato al canile che accoglierà animali randa-

gi per ricordare Sarah Scazzi.<<Sarah-ha det-

to il fratello Claudio- era molto attenta a que-

sto problema e quando poteva aiutava i cani

randagi>>.Una di questi, Buffy, il cagnolino

che Sarah adorava, accompagnava la ragazza

nei brevi tragitti che percorreva da casa sua a

quella della cugina Sabrina.

Il cane trascorreva ore davanti al garage di casa Misseri e forse aveva capito tutto prima degli altri. Il sindaco di Avetrana assieme alla madre di Sarah, presidente dell’associazione “Sarah per sempre” ha aperto un conto corrente per la costruzione del canile.

Fabiana III B

VIOLENZA

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ECOLOGIA E DINTORNI … ECOLOGIA E DINTORNI … Quando si parla di inquinamento pensiamo alle fabbriche ma l’inquinamento può essere: atmosferico, acu-stico, radioattivo… Essa può provocare asma, allergie, cancro e altre malattie. Neanche un anno fa si “ripulivano” le strade di Napoli e dei dintorni e ora ecco che la spazzatura è tornata a far parlare di se e creare forti scontri a Terzi-no. Una folla di manifestanti, esasperata, si è radunata vicino alla discarica alla notizia del via libera all’a-pertura di una seconda discarica in quei luoghi. Di notte sono avvenuti dei veri e propri scontri “corpo a corpo” con la Polizia, non ci sono stati feriti gravi, ma sono stati distrutti molti camion che trasportavano rifiuti. Per Legambiente l’aria di Napoli è la peggiore d’Italia. Il capoluogo campano guida la classifica per la concentrazione di diverse sostanze tossiche altamente nocive alla salute dei cittadini. Per poter migliorare la situazione c’è bisogno di una campagna di forte e costante sensibilizzazione.

Emanuele III A

Rumori stridenti,

clacson assordanti,

fumi di gas puzzolenti.

Miliardi di uomini, in corsa,

vanno a sbranare la terra,

e la spolpano come formiche nere

lasciando deserti di sabbie roventi

e muri di grigi cementi.

Sbocciano sulle luride sponde dei fiumi,

sacchetti e pattumi.

ALLUVIONE NEL VENETO

La notte del 1° novembre scorso , nel Veneto , il fiume Bocchiglione , ha mangiato gran parte del centro storico di Vicenza e dell'abitato di Caldogno. Ci sono stati 3 morti, 500 persone coinvolte , migliaia di sfollati, 200 mila animali annegati,migliaia di piccole e medie imprese in ginocchio., in un momento in cui l'economia italiana era già in condizioni di difficoltà. Ora serve un modo per ricominciare. Bisogna fare squadra per rimettere in piedi quello che l'acqua ha distrutto. Il popolo veneto, molto orgoglioso e laborioso, si è dato subito da fare per affrontare la grande emergenza, in attesa di aiuti dallo Stato centrale.

Le onde del mare vomitano

vischiosi bitumi,

su spiagge già piene di fogne e di

schiume.

Sbuffano

ciminiere e camini, nuvole nere di

fumi,

saturando

la fetida aria già troppo inquinata.

Ricomincia un giorno

di ordinaria violenza,

ricomincia un giorno

di Natura violata.

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“PREMIO SIS PER LA DIDATTICA DELLA STATISTICA”ALLA SCUOLA PRIMARIA DI CAMPODIPIETRA

ROMA, 20 OTTOBRE 2010

Il 20 ottobre, una occasione della giornata mondiale della statistica, gli ex alunni della classe IV B erano stati presso il palazzo dell’ISTAT di Roma per ritirare il premio. In quanto abbiamo partecipato al premio SIS 2008-2009 fu la didattica della statistica. “La partecipazione ad esso ci ha dato l’opportunità di raccogliere, trattare, analizzare, rappresentare le informazioni del oggetto del nostro indagare, intitolato:che cosa si-gnifica per te la scuola?”. In conclusione siamo riusciti a dare una risposta: la scuola per noi è un luogo importante per la crescita culturale e sociale.

L’IMPEGNO DI TANTI GIOVANI CHE RIESCONO A TROVARE IL TEMPO

DI IMPRIMERE SU UN PEZZO DI CARTA LE PROPRIE EMOZIONI, I PROPRI SOGNI

Giovedì due Dicembre presso l’Auditorium dell’Istituto Comprensivo “I. Pe-trone” di Campobasso, si è conclusa la 4^ edizione del premio regionale di poesia promosso dall’associazione “Dominick Ferrante”. La classe V B dell’anno 2009-10 e l’attuale III B della Scuola Secondaria di 1° grado si sono distinti per la ricchezza di valore culturale.

Classi I A-I B e III B

Venerdì 3 dicembre 2010, presso il Centro Commerciale San Nicola di Termoli, le classi 3^ A e 3^ B della Scuola Primaria di Campodipietra hanno vinto il secondo premio del Progetto/Concorso “Salva l’Ambiente”: un percorso straordinario che ha insegnato agli alunni l’importanza di tutelare l’ambiente e i suoi abitanti, e di salvaguardare le risorse a disposizione.L’undici dicembre è stata organizzata una speciale vendita nel corso della quale sarà possibile acquistare gli oggetti realizzati dagli allievi con materiale riciclato. L’intero ricavato rimarrà alle classi per la quoti-diana attività didattica.

L’Istituto Comprensivo “Madre Teresa di Calcutta” di Campodipietra, per la prima volta, quest’anno ha celebrato la “Festa dell’Albero”, in collaborazione con l’UNICEF. Ogni Scuola ha contribuito alla buona riuscita della manifestazione con danze, canti e poesie spontanee.

Un albero come amico. Un albero per rinverdire un angolo di città, ma soprattutto un albero per rivendicare il diritto ad avere un mondo migliore.

La Giornata dell’Albero è un’occasione per richiamare l’attenzione di tutti, ma soprattutto dei più giovani, sull’importanza del ruolo che le piante rivestono per le molteplici funzioni da loro assolte.

Alto e imponente tu sei La tua folta chioma Bello e importante ti fa Enorme è il tuo fusto Rugoso è il tuo tronco Ospite di mille animaletti Classi I A-I B

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DIVERSO DA CHI?

La società attuale produce diversità, intesa come esclusione. Oggi gran parte delle persone si sente più in-

telligente, più forte, più degna di rispetto e quasi autorizzata a isolare quelli che ritiene diversi per religio-

ne, per razza, per classe sociale, per sesso.

Spesso anche nei giovani si verificano esclusioni, magari perché qualcuno, nel gruppo, non può permettersi quanto hanno gli altri perché non segue le “mode” della maggioranza. Sentirsi escluso, in ogni caso, non è piacevole. Eppure la diversità può costituire un valore, a patto che, dal confronto, scaturisca una crescita: siamo tutti uguali nella dignità, ma tutti diversi nei sentimenti, nel modo di pensare e di essere. Elisa III B

Le classi III della Scuola Secondaria di I Grado di Campodipietra, il giorno 14 0ttobre 2010, hanno partecipato alla V GIORNATA NA-ZIONALE DELLO SPORT PARALIMPICO, in Piazza Municipio a Campobasso.

PROGETTO “MAGO ALCOOL” CAMPAGNA DI PRE-

VENZIONE E INFORMAZIONE

SUL PROBLEMA DELL’ALCOLISMO

Giovedì 2/12/2010 nelle classi quinte, è venuta una dotto-ressa di nome Luciana, esperta della salute e della preven-zione sull’abuso dell’alcool. La volta precedente ci ha parlato di come stare in buona salute, e questa volta ci ha parlato dell’alcool. Le abbiamo rivolto tantissime doman-de; lei ci ha fatto capire che l’alcool etilico è alla base di tutte le bevande alcoliche per cui esse sono nocive al no-stro cervello. L’incontro è stato molto interessante.

Classe 5 A

PROGETTO “CAMPAGNA AMICA”

A scuola, un dottore della Coltivatori Diretti ci ha spiegato il ciclo dell’acqua. L’argomento ci è risultato di facile comprensione poiché l’avevamo studiato in scienze. L’esperto, con parole semplici, ci ha fatto capire come l’acqua evapora dal mare, sale nell’atmosfera fino a diventare gassosa incontra l’aria fredda e si trasforma in: pioggia, neve, grandine, ghiaccio.

Classe 5A

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Quest’anno, alcune classi dell’Istituto hanno aderito al "Progetto relativo alle aree a ri-schio a forte processo immigratorio, per la prevenzione del disagio e contro l'emar-ginazione scolastica". Sono stati trattati i DIRITTI DELL'INFANZIA E DELL'A-DOLESCENZA IN PAROLE SEMPLICI. I docenti, in collaborazione con il Diri-gente Scolastico, l'Amministrazione Comunale e l' UNICEF, hanno ritenuto oppor-tuno sottolineare l'importanza della GIORNATA MONDIALE DELL'INFANZIA.(20/11/2010). Tutti gli alunni, il giorno 19 novembre 2010, sono stati coinvolti nel-la visione di due cartoni animati:"L'isola degli smemorati" e " Angeli in caduta li-bera", tratti da racconti della famosa scrittrice perbambini BiancaPitzorno, Goo-dwill Ambassador del Comitato italiano per l'UNICEF. Il rispetto dei diritti dei bambini rappresenta il comune denominatore delle due storie che, con leggerezza e umorismo, hanno saputo trattare temi seri e delicati appassionando bambini, adolescenti e adulti.

La Convenzione sui diritti dell'infanzia è un documento che contiene 54 articoli tutti tendenti a proteggere i diritti del bambino (dall'inglese CHILD, che in italiano traduciamo, di volta in volta, con: bambino, ragazzo e adolescente). Detti articoli dovrebbero servire a rendere tutte le persone, ma soprat-tutto gli adulti, più consapevoli dei diritti dell'infanzia e quindi a facilitarne il rispetto.

Venerdì, 19/11/2010, insieme alle altre classi siamo andati a vedere un film che ci ha molto colpito: “l’Isola degli smemorati”. Oltre ad essere un film divertente e di facile comprensione, trattava argomen-ti molto importanti per noi bambini: il diritto allo studio, a non essere picchia-ti, ad avere una famiglia, al gioco… Nel film, alcuni bambini naufraghi, sono sbarcati su un’isola dove vivono solo persone anziane: il più giovane ha 64 anni e il più vecchio 130. Ai bimbi, bianchi e di colore, gli anziani non per-mettono di andare a scuola, di giocare, di mangiare… devono solo lavorare. L’intervento di uno di loro, il più saggio, il mago LUCANOR ha fatto capire agli anziani l’importanza di rispettare i bambini e i loro diritti. Essi sono stati condannati alla solitudine fino al momento in cui non hanno capito che i bam-bini hanno bisogno di essere ascoltati, capiti e amati.

Classe 5 B

I Bambini poveri

Non hAnno un’istruzione

seMbrano schiavi, a casa

lavorano e Basta, non possono

giocare come noI.

Possiamo sperare

solo che noN manchi loro la

famiglIa

Nell’ambito del progetto per “le aree a rischio dispersione scolastica” ab-biamo riflettuto su alcuni termini:diritti, doveri, convenzione, rispetto, adozione. Dopo aver letto tutti gli articoli della Convenzione dei diritti, ognuno di noi ne ha scelto più di qualcuno da riscrivere in parole più semplici e rappresentare con tecniche diverse. Tutti gli articoli sono stati rivisitati, illustrati e rilegati in un grande libro visivo Abbiamo appeso, che tutti i bambini sono soggetti di diritti, eppure in alcuni Paesi del mondo molti muoiono di fame, di sete, di malattia; non hanno una famiglia né istruzione. Questo ci amareggia enormemente e abbiamo maturato l’idea che ognuno deve, per quanto può, impegnarsi a ridare il sorriso e la gioia di vivere ai bambini di tutto il mondo.

Casse I A-Ib

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PROVERBI DI MATRICE ….PROVERBI DI MATRICE ….PROVERBI DI MATRICE ….PROVERBI DI MATRICE ….

Sembra giuvdi a mmiez a la s-ttman ( Sembra giovedi in mezzo alla settimana ; è una per-sona sempre presente , sempre a dare consigli non richiesti).

Mich sul mu’ ciucc va p la fier ( Non un solo asino va nelle fiere: cioè ci sono tante cose uguali: questa era la risposta che veniva data a chi sosteneva , erroneamente , che qualcosa era suo).

Crai pscriè pscrill ( Domani dopo domani …..).

Alessia III A

PROVERBI DI CERCE ….PROVERBI DI CERCE ….PROVERBI DI CERCE ….PROVERBI DI CERCE ….

Accatta’ a mose e venne a cculme

( Comprare a raso e vendere al colmo).

A lava’ la coccia a lle ciuccez spreca tiembe e sapone ( A lavare la testa all’asino si perde tempo e sapone).

Amice e cumbare ze parla chiare (Amici e compari si parla chiaro).

Francesca III A

PPPPROVERBIROVERBIROVERBIROVERBI EEEE MODIMODIMODIMODI DIDIDIDI DIREDIREDIREDIRE

SSSSANGIOVANNARIANGIOVANNARIANGIOVANNARIANGIOVANNARI Petron mije, piglje ‘a fiasc’ Che jè ‘rrvate l’ore dù penunt. Pozz’esse eccise ‘a puglje e chi vvanta che quell jè a ‘ rrujne da’ ggènte. M pare nu maccheron senze coc u’ 23 nviembre viern mett u prim dent nell’uort du cmpare z ‘coglen j mlun’ U’ rjal c’fecett Bert a npot ‘’: Prett a casc’ e Tagliett u’cuocql Da’ noc Sorg tùrd Sctocc u gran

Luisa III A

CCCCASTELLINOASTELLINOASTELLINOASTELLINO Li uaj d’la pignat li canosc la cuc-

chiai’

Davide III ADavide III ADavide III ADavide III A

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Christmas Quotations and Sayings

It is good to be children sometimes, and never better than at Christmas, when its mighty Founder was a Child himself.

Charles Dickens

At Christmas I no more desire a rose Than wish a snow in May’s new-fangled mirth; But like of each thing that in season grows.

William Shakespeare

In Germany on December 6th, Santa Claus walks the street during the night and leaves presents in the children’s shoes which they have left outside their doors. if they were bad he leaves switches and coal but if they were good he leaves candy and goodies.

Chocolate Fruit and Nut Truffles

Home Made Best Made

Ingredients

9 ounces bittersweet chocolate 2 tablespoons heavy cream 2 tablespoons cognac or rum 1 ¼ cups hazelnuts, finely chopped 2 tablespoons crystallized ginger, minced 2 tablespoons confectioners sugar, sifted 30 hazelnut halves

Christmas traditions in other countries

In Mexico, Christmas celebrations begin 9 days before December 25th; during this time the people go to a different home each night acting the story of Joseph and Mary seeking shelter. In France, children receive presents on 6th or 25th December and they leave their shoes to be filled with goodies by Père Noël. In Sweden, the celebration of Christmas lasts almost two months. Each Sunday before Christmas, a candle is lit on an advent wreath. On Christ-mas eve children receive presents from Santa Claus. They leave him a bowl of porridge and put candles in the windows so he can find his way to the children’s home.

Introduction

An irresistible indulgence or a luscious gift for a special occasion, these chocolate truffles will delight your family and friends. 2 tablespoons cognac or Makes 30 servings Preparation time: 1 hour Step 1:

Line a large baking sheet with baking parchment or aluminum foil. Step 2:

In the top of a double boiler over low heat, stir 4 ounces of the chocolate until melted. Step 3: Remove from the heat and beat in the cream and cognac. Blend in the apricots chopped hazelnuts, ginger, and confectioners sugar. Stir well to combine.

Step 4: Chill the mixture, if necessary, until firm enough to handle. From into 1-inch bals and set aside on a sheet of wax paper. Step 5:

In the top of a double boiler over low heat, stir he remaining 5 ounces of chocolate until melted. Remove from the heat Step 6:

Using a fork, dip each truffle into the melted chocolate, allowing any excess to run off. Place the truffles on the prepared baking sheet. Top each with a hazelnut half and chill. Step 7: When the chocolate has set, the truffles can be stored in an airtight container in the refrigerator for up to 1 month

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Las celebraciones de Navidad en España.

La Navidad es una fiesta muy importante en todas los Países de habla española. El 22 de diciembre, se celebra un sorteo muy especial, un acontecimiento importante que contribuye a la creación de la atmósfera navideña: el sorteo de la Lotería de Navidad. Casi todo el mundo juega y todos quieren ganar el “gordo”, que es el primer premio. La noche 24, Nochebuena, se celebra en familia, en casa de los abuelos, la cena más importante del año. Es una cena muy abundante y con muchas especialidades, que varían según el lugar: mariscos, cordero, pavo, jamón y se suele brindar con Cava, el vino catalano espumoso parecido al champán. Los niños cantan los tradicionales “villancicos”. Después toda la familia va a la misa del Gallo, que se celebra a las 12 de la noche, para anunciar el nacimiento de Jesús. Del mismo modo, el día 25, Navidad, se celebra una comida en familia: los platos típicos son sopa de verduras y carne; una especial atención a los dulces: Turrón, Polvorones, Mazapanes; no son tradicionales el árbol de Navidad, ni Papá Nöel, mientras el Nacimiento o Belén, es el símbolo de la Navidad española. El día 28, es el día de los Santos Inocentes: se gastan bromas y se “toma el pelo” a la gente, pero con buena intención. Así, entre celebraciones, comidas y bromas, llega la Nochevieja, la ultima noche del año. Esta noche, después de cenar, se toman 12 uvas al ritmo de las campanadas de un reloj de la Puerta del Sol, en Madrid.¡ si te comes las uvas, tienes buena suerte!...La noche del 5 de enero es mágica porque, según la tradición, los Reyes Magos traen regalos desde Oriente. La tarde del 5, los niños van a un desfile que se llama la “cabalgata” de los Reyes, para verlos y saludarlos. El 7 de enero se vuelve a la “normalidad”, sin duda con una gota de nostalgía…

Classe 3a A Campodipietra

Le festività di Natale in Spagna.

Il Natale è una festa molto importante in tutti i Paesi in cui si parla lo spagnolo. Il 22 di dicembre, si festeggia un’estrazione molto speciale,, un avvenimento importante che contribuisce a creare l’atmosfera natalizia.: l’estrazione della Lotteria di Natale. Così tutti giocano e tutti desiderano vincere “il grasso”, che è il primo premio! La notte del 24, si festeggia in famiglia a casa dei nonni, è la cena più importante dell’anno. È una cena molto abbondante e con molte specialità, che variano secondo i vari luoghi: frutti di mare, agnello , tacchino prosciutto e si è soliti brindare con il Cava , il vino catalano spumante simile allo champagne. i bambini cantano i tradizionali villancicos . tutta la famiglia, dopo, va alla messa di mezzanotte per annunciare la nascita di Gesù. Allo stesso modo, il 25, Natale, si festeggia con un pranzo in famiglia, i piatti tipici sono zuppa di verdure e carne una particolare attenzione ai dolci:.....; non sono tipici della tradizione l’albero di Natale e Babbo Natale., mentre il Presepe è il simbolo del Natale spagnolo Il 28 è il giorno dei Santi Innocenti: si fanno scherzi, e si prende in giro la gente , ma in buona fede. Così tra celebrazioni , mangiate e scherzi, si arriva all’ultima notte dell’anno. In questa notte, dopo cena si mangiano 12 chicchi di uva a ritmo delle campane di un orologio della Puerta del sol a Madrid, se mangi l’uva avrai fortuna!... la notte del 5 gennaio è magica perché, secondo latradizione i re magi, portano regali dall’Oriente. La sera del 5 i bambini vanno alla sfilata che si chiama la “cavalcata” dei re, per vederli e salutarli. Il 7 di gennaio si torna alla “normalità”, con qualche “goccia”di nostalgia…

Classe 3a A Campodipietra

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LETTERA A MADRE TERESA DI CALCUTTA Cara Madre Teresa, sono Francesca, ho dodici anni e frequento il secondo anno della scuola secondaria di I grado di Campodipietra. Quest’anno ricorre il centenario della tua nascita. Io non ho avuto la fortuna di incontrarti, ma ho potuto sapere tanto su di te attraverso gli scritti e le riflessioni che hai lasciato, vere miniere di saggezza e verità. Hai dedicato la tua vita alla cura dei poveri, degli ammalati, degli svantaggiati, sei stata una “PICCOLA MATITA” nelle mani di Dio. Tu non hai mai guardato alla posizione sociale delle persone, ma all’essenza, per te”il fratello più piccolo diventava meritevole di ogni tipo di attenzione”. La tua figura minuta, il tuo fragile fisico piegato dalla fatica, il tuo volto solcato dalle rughe sono ormai conosciute in tutto il mondo. Chi ti ha incontrato, anche una sola volta, non ha più potuto di-menticarti:la luce del tuo sorriso rifletteva la tua immensa carità. Essere guardati da te, dai tuoi occhi profondi, amorevoli, limpidi, dava la curiosa sensazione di essere guardati dagli occhi stessi di Dio. I tuoi insegnamenti vanno dritti al cuore, sei stata maestra di vita per il tuo amore, per gli orfani, per i più deboli e continui a esserlo per migliaia di persone, sei stata una dei più grandi esempi della nostra umanità!

Francesca Ciardiello II A

Gentilissima Signora Rita Levi Montalcini,

mi scuso se le faccio perdere tempo con que-sta mia lettera, ma non mi sembra vero:sto scrivendo a Rita Levi Montalcini! E’ stata davvero fortunata ad aver ricevuto il premio Nobel per i suoi studi di medicina. La medici-na mi affascina perché permette di individuare le cause e le caratteristiche delle malattie e quindi di trovare una soluzione per debellarle. In passato sicuramente lei è stata considerata una persona un po’ rivoluzionaria, perché si è affermata come prestigiosa scienziata. Non dev’essere stato facile per lei, essendo donna, lavorare ed emergere in ambienti riservati solo agli uomini. Il suo coraggio e la sua forza d’a-nimo sono ammirevoli. Mi scuso ancora per averle sottratto tempo prezioso con la mia let-tera.Grazie per l’attenzione e saluti affettuosi.

Classe II A

GGIGIIGI EE LALA MATERIAMATERIA… … ROSAROSA.. “Dopo una corsa così, mi ci vuole un buon pranzetto, cara!” “il pranzetto te lo do in testa! Durante l’estate non hai

racimolato nulla! Come faremo a campare questo inverno? Ora vado a preparare il pranzo e, quando torno, voglio

che quel tuo misero lavoro ti abbia fruttato almeno una sacca piena di formaggio! Hai capito o vuoi che te lo rispie-

ghi in maniera più convincente?”

“No, grazie, cara! Non affaticarti troppo! Tornerò ricco!” rispose Gigi e si avviò verso la casa del pastore. Come avrebbe potuto dire alla sua dolce mogliettina che era disoccupato? Lo avrebbe sicuramente abbandonato e lui si sarebbe dato al bere (non senza un perché)! All’improvviso vide, nel ben mezzo di un prato, un tavolino di legno non certo degno di un re, ma con sopra un bel pezzo di formaggio, pro-babilmente groviera, che gli dava un tocco di classe! Gigio sbavava. Come avrebbe potuto lui, insignificante topo di campagna, che non contava nulla nella società, impossessarsi di quel magnifico pezzo di formaggio che avrebbe po-tuto mutare i sentimenti di sua moglie nei suoi confronti? IDEA!!! Avrebbe scavato una buca sotto una gamba del tavolo per far cadere il pezzo di formaggio. Il tavolo non si sarebbe neanche offeso: di gambe ne aveva altre tre!!! Intanto le condizione atmosferiche cambiavano e una folata di gelido vento contribuì nella rottura del legno, già mar-cio di per sé. Del tavolo Gigi non si curava:attendeva con ansia il momento in cui avrebbe addentato quel gustosissi-mo pranzetto, causa degli strazianti languorini del suo stomaco” Il tempo sembrava non passare mai, ma finalmente il tavolo cadde a terra e il pezzo di groviera con lui. Con gli occhi calmi di felicità, Gigi spalancò la bocca e si mise ad addentare il tanto atteso formaggio. Pensava: “beh in fin dei conti una soluzione si trova a tutto, basta usare… la materia rosa??! (mah sarà proprio questo il colore?) Già, e aveva ragione! Tanto che da quel giorno trovo un lavoro e visse felice con una fila interminabile di tenerissi-mi topini e con sua moglie, che da quel giorno cominciò ad apprezzare le sue qualità molto, più di prima!!

Classe I A

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L’L’L’ALBEROALBEROALBERO MAGICOMAGICOMAGICO

C ’era una volta una povera maghetta di nome Lulù

che da molti anni faceva la serva in una casa di no-

bili.Un giorno, però, fu licenziata perché i padroni

si trasferirono. La poveretta si ritrovò senza una ca-

sa e senza un lavoro. Disperata, si incamminò verso la fore-

sta dove, ad un certo punto, le apparve un uccello tutto colo-

rato con una piccola chiave in bocca. La ragazza prese la chia-

ve dal becco dell’uccello che presto si trasformò in un grande

albero nel cui tronco c’era una porticina. Lei con la chiave che

era magica aprì e… Stupore! Trovò vestiti e tanta roba da

mangiare. La ragazza era al colmo della felicità, però, man

mano che i giorni passavano, l’albero perdeva, le foglie e i ra-

mi si seccarono: era malato perché era stato colpito da un in-

cantesimo. Con tutta la forza dei suoi poteri, la maghetta

cercò di aiutarlo ma… l’albero morì. La ragazza, dispiaciuta

stacco dei piccoli rami sopravvissuti e li piantò nel terreno.

Dopo qualche anno nacquero altri alberi di cui Lulù si occu-

pò come se fossero suoi figli.

Elisa e Laura III B

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Gardez à l'esprit que la peau rend les rides, cheveux blanchissent, Les jours deviennent des années Tieni sempre presente che la pelle fa le rughe, i capelli diventano bianchi, i giorni si trasformano in anni.

Fabio Berardino III A

UUUU n amico è colui che ti dà la libertà di essere pienamente te stesso, con la sua ironia e la sua sincerità. Nel mondo l’amico è la persona più buona che c’è; ma le persone non l’hanno capito e non sanno il significato di “amico ”. L’amico è colui che ti aiuta nella difficoltà , e sai che ti aiuterà con costanza e serenità. L’amico è anche allegria , e ti farà sempre compagnia.

Giusy di Bona, Claudia Testa ,

Giulia Mancini e Francesca Ciardiello

II A

LLLAAA NATURANATURANATURA … … …

FFFF arfalle, formiche, uccelli, animali

con le zampe e con le ali.

Loro vivono e hanno bisogno della natura

così fresca e così pura.

Perchè noi la roviniamo?

Perché tanti rifiuti vi gettiamo?

Lei soffre, vuol che noi la rispettiamo,

vuol che noi l’amiamo!

E versa lacrime

versa lacrime ancora.

Ragazzi, muoviamoci……. Rispettiamola…..

…ora!!!... Giordana , Ilenia e Giulia II A

La nuvola

CCCC erco con gli occhi il mare la nuvola appoggiata sull’onda lei che si rispecchia ed esprime il suo amore e pensa al suo rancore. La piccola nuvola in cielo vuol tornare a coprire il sole e a guardar gli uccelli questo vuol fare. Però resta lì e non riesce a salire. cosa vuol fare, vorrà forse morire? Poi lievemente si addormenta e silenziosa riposa come una soffice nuvola rosa…

Giordana , Ilenia e Giulia II A

BONTE’

NNNNe laissez jamais quelqu'un

viennent à vous et s'en aller sans être

meilleure et plus heureuse. Être l'expression la bonté de Dieu

La bonté dans votre visage et dans vos yeux, la bonté de vous ...

LA BONTA’

NNNNon permettere mai che qualcuno venga a te

e vada via senza essere migliore e più contento.

Sii l'espressione della bontà di Dio Bontà sul tuo volto e nei tuoi occhi, bontà nel tu.

Fabio Berardino III A

VOGLIO UN’AMICA

V oglio un’amica di cui fidarmi. Voglio un’amica che mi dia calore. Voglio un’amica del cuore

che sia mia consigliera. Voglio un’amica che mi aiuti nei momenti di difficoltà. A me basta un’amica che mi accetti per come sono.

Giordana , Ilenia e Giulia II A

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LLLLAAAA VITAVITAVITAVITA

SSSS plende nel cuore Con tanto amore Un grande sentimento Che si trascina nel vento. Inizia una giornata, ma non finisce nella serata. E’ la vita Che invita Alla speranza E alla fratellanza E mi porta nell’immenso Splendore che penso.

Classi I A-I B

Vecchio caneVecchio caneVecchio caneVecchio cane

NNNN on sarai più il mio pelosone, ne’ più il mio bellissimo coccolone! Non vedrò più il tuo nasino come quello di un topolino! Non vedrò più il tuo dolce faccino bello e piccolino. Non giocheremo più insieme come una volta... tipo quel giorno che hai rotto la porta! E per colpa mia la mamma ti ha detto:”Vai via! Ti porgo le mie scuse per le botte che ti ho dato spero che mi hai già perdonato!

Sabrina Classe V

DAMMI UNA MANODAMMI UNA MANODAMMI UNA MANODAMMI UNA MANO

EEEE ro in guerra con me stesso, mi sentivo tanto oppresso; il mio corpo steso al suolo. Ero tanto solo E triste e cupo Quando un’eco venne in mio aiuto: “se vuoi salire fino al cielo devi scendere fino a chi soffre…” Quando la voce udii, non so quanto mi stupii, credetti di trovarmi in un mondo dove il mare non avesse fondo. Oltre alla voce Un’immagine mi apparì, Piccola, minuta, leggera come un colibrì Era la Santa indiana Che mi rinvigorì!

Luisa e Pierluigi III A-B

VorreiVorreiVorreiVorrei

VVVV orrei avere... Vorrei avere il potere... Il potere di illuminare Tutte le menti malate Che fanno di te, Violenza, La loro guida.... Una guida cieca... Che conduce al terrore.

I A-B

VOGLIO UN’AMICA Voglio un’amica di cui fidarmi. Voglio un’amica che mi dia calore. Voglio un’amica del cuore che sia mia consigliera. Voglio un’amica che mi aiuti nei momenti di difficoltà. A me basta un’amica che mi accetti per come sono.

Giordana , Ilenia e Giulia

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PADRE DIONISIO PICCIRILLI Le confessioni di Don Michele Su un colle ameno e solatio si stende placi-damente S. Giovanni in Galdo nel Molise. In quel giorno 16 ottobre dell’ anno 1823 … . Con militare sussiego erano comparse figure non desiderate: erano il commissario di Poli-zia Don Bonifacio De Paulis e il commesso Don Francesco Perrella, in assenza del can-celliere. Si recarono alla casa del giovane Don Michele Arcangelo Piccirillo. Bussarono: in nome della legge, aprite. Aperta la porta, entrarono,rovistarono, pro-cedettero “alle più esatte e diligenti perquisi-zioni nella stanza di Don Michele”. Trovaro-no una quantità di carte, il tutto “rinchiuso in un involto, suggellato a cera lacca coll’ im-pressione del sugello del Giudicato Regio”fu mandato all’ Intendente del Molise a Cam-pobasso. Terminata la perquisizione, il commissa-rio ordinò agli agenti di polizia di arrestare Don Michele e tradurlo nel carcere di Cam-pobasso. Il giorno successivo (17 ottobre 1832), nell’ Ufficio di polizia Don Michele fu sot-toposto ad interrogatorio dal Commissario De Paulis: -Qual è il vostro nome età patria condizione e genitori? -Mi chiamo Michele Piccirillo figlio del fu Nicola e di Susanna Vasilotta, chierico , di anni 22, domiciliato in S. Giovanni in Galdo mia patria. -sapete di ricorsi,di denunce anonime fatti a questa intendenza, al Ministero di Polizia, a sua Maestà? -lo ignoro tutto. [ … ]. -sapete chi furono nella vostra patria i cosid-detti dignitari della Carboneria nella rivolu-zione del 1820? -essendomi io ascritto alla carboneria nell’ Agosto di quell’ anno(1820), so bene che: Don Giovanni Del vecchio era il Gran Mae-stro. Don Michele passatelli, cancelliere comuna-le, era primo assistente. Don Domenico Cardillo, cancelliere del Giudicato regio, era secondo assistente. Don Nicola Del Vecchio era Oratore. Don Belisario Magri, arciprete, era Oratore supplente. Don Pietro Ioffreda, chierico, era segretario. Carbonaro era il Giudice Don Natale Minni, che rare volte intervenne alle riunioni. Il 22 ottobre 1823 nell’ Ufficio di polizia, si procedette all’esame delle carte trovate in casa Piccirillo. Tra varie lettere di amici, negli anni 1821-23 vi erano anche autografi di Don Michele. Il 23 ottobre 1823, il Commissario di Polizia volle sentire alcuni testimoni: il sacerdote Don Saverio Graziani del fu Arone, di 27 di s. Giovanni in Galdo.[…]. Alla domanda circa la Carbone-ria,Graziani rispose: “e’ certo che dopo quel tempo funesto della cosiddetta costituzione non vi è stata, non vi è, né vi sarà più ombra di queste sciocchezze. In S. Giovanni in

Galdo, si è goduto e si gode tutta la tranquillità immaginabile.” […]. Don Michele cadde ammalato e fu ricoverato nell’infermeria del carcere ove stette per ventitrè giorni. Il carceriere Francesco Visconti, il giorno 23 novembre 1823, sorprese l’ammalato nell’atto di nascondere alcuni fogli di carta. Li requisì e li portò al commissario di polizia De Paulis. Su quei fogli Don Michele aveva scritto una supplica al commissario. Erano le sue confessio-ni, la cronaca spietata del suo giovanile sbanda-mento. […]. Il mese di agosto del 1820 fu il principio delle mie ruine. […]. Volli, nel citato mese, arruolar-mi nella setta dei cosiddetti carbonari. I motivi che mi spinsero furono il vedere i condiscepoli separarsi da me; l’esser capace di tanti vantaggi che si promettevano; di non essere appellato lupo; infine una certa vanagloria. Nell’agosto del 1822 [ … ] io frequentavo la spezieria di Mancini, e questo era amico di Don Francesco Maselli. Si cominciò a progettare satire e lettere anonime. L’argomento era di Mancini e di Maselli, io le portavo a Don Ioffre-da, questi scriveva e affiggeva alle mura. Appena apparsi questi scritti furono attribuiti a noi quattro. Non si erano fatte che poche lette-re e satire all’orché andai dall’Arciprete a chie-dere le fedi per essere ammesso nel Seminario di Benevento. Mi furono rotondamente negate. Pensai di portarmi in Napoli, e ricorrere con-tro l’Arciprete. Mi recai dal Sindaco Sig. Vasi-lotta per chiedergli la carta di sicurezza. Mi fu negata. Ricorsi al Giudice e questi mi disse che poiché io poteva dare in qualche ciambellata, aveva ben operato il Sindaco. D’altra parte Don Ioffreda, già diacono, si portò in Benevento per essere sacerdote, nono-stante i ricorsi contro di lui fatti dall’Arciprete di San Giovanni in Galdo. Dietro le buone in-formazioni date dall’Arciprete di Toro, Ioffreda nel febbraio 1823 venne ammesso, approvato, ordinato.Ritornato in S. Giovanni in Galdo, dopo pochi mesi, si ritirò in S. Elia. Nell’assenza di Ioffreda in Benevento, fui io lo scrittore di parecchi ricorsi, che Mancinhji volle inviarmi a Vienna al Ministero della Poli-zia, [ … ]. Tanti motivi mi spinsero a por penna in carta, e quella quantità di ricorsi compilai che, come diluvio, giungevano al Re, alla Polizia generale. Dico la storia di tutti i miei traviamenti, gli autori dei quali stanno in libertà, e il traviato pentito tra quattro mura. [ … ]. Io stesso difenderò me stesso. Dirò perciò che un trasporto giovanile, l’inesperienza delle cose, la dipendenza in cui ero, l’inconsideratezza propria dei giovani, mi hanno menato in questo precipizio, che, come l’avaro mi ho cavato con le proprie mani. E’ vero che io merito la pena, come quello che ha commesso un delitto, ma replico che io sono del tutto pentito.[ … ]. Io fido nella bontà di V. E., e non altro. A dì 23 novembre 1823. Io Michele Piccirillo ho scritto e confermo la presente supplica. [ … ]. La macchina della giustizia si muoveva: l’In-tendente del Molise, in data 25 novembre 1823,

inviava una relazione al Ministo dell’ In-terno Segretario di Stato di Polizia in Na-poli: “E’ stato da questo Commissario di Polizia già completata l’istruzione del pro-cesso relativo agli autori delle molte de-nunce, e ricorsi calunniosi, falsi ed anoni-mi, diretti a Sua Maestà D. G., a cotesto Real Ministero, ed a questa Intendenza contro diversi naturali di S. Giovanni in Galdo. Fabbri di tali carte, come pure delle satire e libelli famosi, dentro lo scorso anno, nel comune di S. Giovanni in Galdo a danno di Don Pietro Vasilotta, della co-stui figlia donna Rachele, dell’ Arciprete Don Belisario Magri e di altri, venivano indicati per pubblica voce, l’arrestato chie-rico Don Michele Piccirillo, il diacono oggi sacerdote Don Pietro Ioffreda, lo spe-ziale di medicina Don Nicola Mancini ed il notaio Don Francesco Maselli. Non è in-tanto a tacersi che la condotta del suddetto Arciprete Don Francesco Magri, uno degli oggetti ricorsi, risulta dal processo non poco riprensibile”. L’ Intendente proponeva l’arresto dei tre complici Mancini, Maselli, Ioffreda e il deferimento al tribunale competente insie-me al piccirillo. Pienamente d’accordo si disse il Mini-stero, che, in data 6 dicembre 1823, così scriveva all’ Intendente del Molise: “Ella disporrà l’arresto di Don Pietro Ioffreda, Don Nicola Mancini e Don Francesco Maselli, e che passino alla Gran Corte Criminale, unitamente all’arrestato Don Michele Piccirillo. [ … ]. La mattina del 9 dicembre 1823, alle ore 5, un distaccamento di venti guardie era a S. Giovanni in Galdo. Furono arrestati e tradotti nel carcere di Campobasso, Don Michele Mancini di anni 45, Don France-sco Maselli di anni 34. la stessa sorte, nel giorno successivo, toccò a Don Pietro Iof-freda di anni 31, che si trovava a S. Elia[ … ]. Dopo un anno e quattro mesi di carcere, soltanto il 26 aprile 1825, la Gran corte dichiarava: “Nella causa trattata in pubbli-ca discussione a carico di Don Michele Piccirillo, don Nicola Mancini, Don Fran-cesco Maselli e Don Pietro Ioffreda, i detti imputati vennero messi in libertà. La dura ESPERIENZA indusse Don Mi-chele a cambiar vita. P. DOROTEO FORTE, Un Francescano stu-dioso, P. Dionisio Piccirilli da S. Giovanni

in Galdo, Biblioteca “ p. Dionisio Picciril-li” S. Giovanni de Gelsi, Campobasso, 1993.

Katia III B

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Orizzontali

1. Sono lambite dal mare 6. Lanciano frecce 7. La TV di stato 8. Consonanti in voga 10. È circondata 12. L'oratore si rivolge a ...signori 13. Lo senti col naso 14. Restituiti 16. Altrimenti detto.

Verticali

1. Non le piace la verdura 2. Sull'orologio 3. Viscidi e sdrucciolevoli 4. Tra Cincia e Torrini 5. Uno per i tedeschi 9. Per essa e non per soldi 11. La prima desinenza verbale 14. Una preposizione articolata.

Osservate molto bene questo coloratissimo disegno! Vi piace eh!? Vedete che su alcuni oggetti ci sono delle lettere? Bene, ora dovete trovare il nome giusto per quegli oggetti. Le lettere dovranno essere messe o prima, o dopo i nomi, ma alla fine si deve leggere una frase sensata. Proviamo? La barra per tenere una bandiera su cui si trova UN è anche...? E ZIO, si trova su una pecora... ma questa pecora è uguale alle altre? Infine conoscete la statua su cui è scritta la L ? È il Capo degli... Quindi egli è un...? Uno dei sette nani? Nooooo! E per finire c'è LE sopra quel simpatico pennuto: come si chiama?

Frase: 2, 4, 3, 4, 3, 1, 3, 2 = 3, 8, 5, 6

Spezzettate diversamente le parole trovate nella prima lettura e otterrete la frase della soluzione, secondo i numeri che nel diagramma seguono il segno =.

Frase: 5, 1, 4, 1, 1, 1, 4 = 7, 10

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ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE Scuola del’Infanzia-Primaria-Secondaria 1° grado

“Madre Teresa di Calcutta"

Campodipietra

Tel/fax 0874/441681/442895

Dirigente Scolastico:

Dott.ssa Emilia Mastronardi

GGGRARARAZIEZIEZIE AAA TUTTITUTTITUTTI III NOSTRINOSTRINOSTRI LETTORILETTORILETTORI EEE ARRIVEDERCIARRIVEDERCIARRIVEDERCI ALALAL PROSSIMOPROSSIMOPROSSIMO NUMERONUMERONUMERO!!!

LLLAAA REDAZIONEREDAZIONEREDAZIONE AUGURAAUGURAAUGURA UNUNUN MERAVIGLIOSOMERAVIGLIOSOMERAVIGLIOSO N N NATATATAAALELELE EEE UNUNUN FELICEFELICEFELICE ANNOANNOANNO NUOVONUOVONUOVO...