Alpennino 2014 n3

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Notiziario trimestrale delle Sezioni del Club Alpino Italiano di Alessandria, Acqui Terme, Casale Monf., Ovada, San Salvatore Monf., Tortona, Valenza. Autorizzazione Trib. di Casale n. 155 del 27.2.1985 - Direttore Responsabile Diego Cartasegna - Direzione e Amministr. Via Rivetta, 17 Casale Monferrato. Redazione e Stampa Tipografia Barberis snc San Salvatore Monferrato “Spedizione in a. p. art. 2 comma 20/c legge 662/96 - Filiale di Alessandria” Anno XXV - Num. 3 - LUGLIO 2014 Se mi chiedessero qual è la montagna a cui sono più legato, risponderei senza dubbio: il Monviso. Le ragioni sono tante, ma tutte legate al fascino discreto di una montagna così visibile, simbolica e celebrata ma un po’ demodé e poco frequentata dagli informatori del turismo di montagna. Dalle prime uscite di roccia con il corso CAI, alle prime esperienze glaciali con gli amici di sempre, i ricordi scorrono fino agli aspetti più intimi che il tempo non si è incaricato di far dimenticare. Ci ritroviamo al suo cospetto quest’anno per ten- tare la prima ripetizione di una linea di misto e ghiaccio aperta tre giorni precedenti dalla guida alpina locale Alberto Fantone e soci al Visolotto, montagna satellite del più maestoso re di pietra. La via attacca nel punto più basso della parete est, praticamente all’imbocco della parte inferiore del canale Coolidge. La vigilia della salita è accompagnata da qualche dubbio circa le condizioni meteo in atto e previste il giorno seguente, che lasciano spazio a una breve finestra di bel tempo fino al primo pomeriggio. Partiamo alle 4,30 da Pian Regina e iniziamo l’avvi- cinamento sotto una promettente stellata. Un’ora più tardi, all’altezza del lago Chiaretto, l’ambiente diventa surreale con l’alba alle spalle, il triangolo ipnotico del Monviso di fronte a noi e la luna che si muove lentamente come attratta dalla cresta est. Giungiamo all’attacco in circa tre ore, ormai toc- cati dal sole che ha già incendiato il versante est del Visolotto, provocando i primi innocui distacchi della neve caduta il giorno precedente. Attacca Patrizia, che subito si trova impegnata in un noioso lavoro di pulitura dalla neve recente sul primo tiro misto con ghiaccio delicato, e uscita su una cengia carica di neve inconsistente; circospe- zione e sangue freddo... Il secondo tiro, quello chiave, affronta un marcato diedro con fessura di fondo che accetta facilmente le protezioni veloci, uscita obbligatoria su teppe erbose in leggero strapiombo e ristabilimento de- licato (la fede con me...). In questa sezione sono sotto un continuo stillicidio, in pochi minuti mi tro- vo bagnato da capo a piedi, i guanti da strizzare. Tolgo in qualche modo gli occhiali da sole perché non vedo più niente... Il seguito molla un po’ in intensità, ma rimane sempre impegnativo alla co- stante ricerca dei punti in cui piazzare le protezio- ni, a volte intasati di neve. Ancora un passo feten- te a superare un blocco e sono in sosta. È andata! Terzo tiro: di turno Patrizia, che parte nuovamen- te con ancoraggi delle picche su teppe erbose per una decina di metri, fino a prendere ghiaccio que- sta volta buono e proteggibile con le viti. La quarta lunghezza si infila in un ripido canalino che fa da preludio al successivo tiro... da antologia: una stretta goulotte incassata con qualche passo quasi speleo, ghiaccio bello e viti accettate senza problemi. Nel frattempo la finestra di bel tempo, rapida- mente e prima del previsto, si chiude: le nuvole ci avvolgono, il vento si alza e con i vestiti fradici è un piacere… le bollite alle mani ormai non si con- tano più! Sesto tiro veloce in un canale con neve sfondosa e ultima lunghezza ad affrontare ancora una se- rie di risalti misti sempre impegnativi. È fatta, ma ormai senza quasi accorgersene ha iniziato a ne- vicare forte e la visibilità è diventata decisamente pessima. Ben sistemate, le soste nuove di zecca ci consento- no una rapida discesa senza intoppi. Alla base, recuperati gli zaini, rapidamente seguia- mo le nostre tracce a ritroso nella nebbia fitta, for- tunatamente non ancora cancellate dalla nevica- ta, ben consapevoli che senza di esse sarebbe stato problematico l’orientamento per il rientro. Percorso in discesa rapido e in un’ora abbondante siamo a Pian Regina. Incontriamo Alberto Fantone insieme ad altre gui- Sulla parete est del Visolotto una prima ripetizione L’EPOPEA DI JAFET segue a pag 2 Escursionismo ACCOMPAGNATORI, VARATO IL CORSO La Scuola Intersezionale di Escursionismo “SIE - AL- AT”, che raggruppa le sezioni CAI della Provincia di Alessandria e la sezione di Asti, è entrata fi- nalmente in funzione, dopo una serie di intoppi di natura burocratica che ne avevano rallentato l’avvio. Il 6 giugno scorso si è svolta la prima as- semblea dell’organico della Scuola stessa, che ha innanzi tutto preso atto della tanto attesa (e so- spirata) approvazione da parte della Commissione Centrale di Escursionismo, il che ha consentito l’av- vio ufficiale delle attività. E così è stato possibile varare il piano relativo al primo corso di Accompa- gnatore Sezionale di Escursionismo. Se l’iter delle relative approvazioni sarà effettuato nei tempi dovuti, si potranno iniziare le attività ad ottobre con due giornate, di cui una dedicata alla teoria e l’altra ad un’uscita pratica. Altre due giornate do- vrebbero svolgersi nel mese di novembre: subito dopo, come prevede il regolamento, gli aspiranti accompagnatori sezionali, che saranno affiancati da un tutor (che dovrà essere un Accompagnato- re di Escursionismo) parteciperanno attivamente all’organizzazione di quattro gite che si svolge- ranno nei mesi invernali e in quelli primaverili. Se- guirà, a conclusione del corso, una sessione finale, in calendario per il mese di maggio del 2015, dedi- cata alla verifica delle attività svolte e ad eventuali ulteriori approfondimenti. Il corso è rivolto in modo particolare ai soci CAI che abbiano già avuto esperienze come “capi gita” o come organizzatori di attività sociali nelle proprie sezioni di appartenenza. Il Direttore del corso è Laura Spagnolini, Accom- pagnatore Nazionale di Escursionismo, che è stato designato dalla sezione di Torino; vice direttore invece è Giorgio Bello della sezione CAI di Ovada. Ricordiamo infine che la Scuola Intersezionale di Escursionismo “SIE - AL-AT” è costituita dall’asso- ciazione delle sezioni alessandrine (Alessandria, Casale Monferrato, Tortona, Acqui Terme, Novi Ligure, Valenza, Ovada e San Salvatore Monferra- to) e dalla sezione CAI di Asti. La Scuola ha come Direttore Carmen Dirita della sezione di Asti, come vicedirettore Ferruccio Fei della sezione di Ales- sandria e come segretario Umberto Pallavicino, anch’egli della sezione di Alessandria. Diego Cartasegna

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Notiziario trimestrale delle Sezioni del Club Alpino Italiano di Alessandria,Acqui Terme, Casale Monf., Ovada, San Salvatore Monf., Tortona, Valenza.Autorizzazione Trib. di Casale n. 155 del 27.2.1985 - Direttore ResponsabileDiego Cartasegna - Direzione e Amministr. Via Rivetta, 17 Casale Monferrato. Redazione e Stampa Tipografia Barberis snc San Salvatore Monferrato“Spedizione in a. p. art. 2 comma 20/c legge 662/96 - Filiale di Alessandria”Anno XXV - Num. 3 - LUGLIO 2014

Se mi chiedessero qual è la montagna a cui sono più legato, risponderei senza dubbio: il Monviso.Le ragioni sono tante, ma tutte legate al fascino discreto di una montagna così visibile, simbolica e celebrata ma un po’ demodé e poco frequentata dagli informatori del turismo di montagna. Dalle prime uscite di roccia con il corso CAI, alle prime esperienze glaciali con gli amici di sempre, i ricordi scorrono fino agli aspetti più intimi che il tempo non si è incaricato di far dimenticare.Ci ritroviamo al suo cospetto quest’anno per ten-tare la prima ripetizione di una linea di misto e ghiaccio aperta tre giorni precedenti dalla guida alpina locale Alberto Fantone e soci al Visolotto, montagna satellite del più maestoso re di pietra.La via attacca nel punto più basso della parete est, praticamente all’imbocco della parte inferiore del canale Coolidge.La vigilia della salita è accompagnata da qualche dubbio circa le condizioni meteo in atto e previste il giorno seguente, che lasciano spazio a una breve finestra di bel tempo fino al primo pomeriggio.Partiamo alle 4,30 da Pian Regina e iniziamo l’avvi-cinamento sotto una promettente stellata. Un’ora più tardi, all’altezza del lago Chiaretto, l’ambiente diventa surreale con l’alba alle spalle, il triangolo ipnotico del Monviso di fronte a noi e la luna che si muove lentamente come attratta dalla cresta est. Giungiamo all’attacco in circa tre ore, ormai toc-cati dal sole che ha già incendiato il versante est del Visolotto, provocando i primi innocui distacchi della neve caduta il giorno precedente.Attacca Patrizia, che subito si trova impegnata in un noioso lavoro di pulitura dalla neve recente sul primo tiro misto con ghiaccio delicato, e uscita su una cengia carica di neve inconsistente; circospe-zione e sangue freddo...Il secondo tiro, quello chiave, affronta un marcato diedro con fessura di fondo che accetta facilmente le protezioni veloci, uscita obbligatoria su teppe erbose in leggero strapiombo e ristabilimento de-licato (la fede con me...). In questa sezione sono sotto un continuo stillicidio, in pochi minuti mi tro-vo bagnato da capo a piedi, i guanti da strizzare. Tolgo in qualche modo gli occhiali da sole perché non vedo più niente... Il seguito molla un po’ in intensità, ma rimane sempre impegnativo alla co-stante ricerca dei punti in cui piazzare le protezio-ni, a volte intasati di neve. Ancora un passo feten-te a superare un blocco e sono in sosta. È andata!Terzo tiro: di turno Patrizia, che parte nuovamen-te con ancoraggi delle picche su teppe erbose per una decina di metri, fino a prendere ghiaccio que-sta volta buono e proteggibile con le viti.La quarta lunghezza si infila in un ripido canalino che fa da preludio al successivo tiro... da antologia: una stretta goulotte incassata con qualche passo quasi speleo, ghiaccio bello e viti accettate senza problemi.

Nel frattempo la finestra di bel tempo, rapida-mente e prima del previsto, si chiude: le nuvole ci avvolgono, il vento si alza e con i vestiti fradici è un piacere… le bollite alle mani ormai non si con-tano più!Sesto tiro veloce in un canale con neve sfondosa e ultima lunghezza ad affrontare ancora una se-rie di risalti misti sempre impegnativi. È fatta, ma ormai senza quasi accorgersene ha iniziato a ne-vicare forte e la visibilità è diventata decisamente pessima.Ben sistemate, le soste nuove di zecca ci consento-no una rapida discesa senza intoppi.Alla base, recuperati gli zaini, rapidamente seguia-mo le nostre tracce a ritroso nella nebbia fitta, for-tunatamente non ancora cancellate dalla nevica-ta, ben consapevoli che senza di esse sarebbe stato problematico l’orientamento per il rientro.Percorso in discesa rapido e in un’ora abbondante siamo a Pian Regina.Incontriamo Alberto Fantone insieme ad altre gui-

Sulla parete est del Visolotto una prima ripetizione

L’EPOPEA DI JAFET

segue a pag 2 ➤

Escursionismo

ACCOMPAGNATORI, VARATO IL CORSOLa Scuola Intersezionale di Escursionismo “SIE - AL-AT”, che raggruppa le sezioni CAI della Provincia di Alessandria e la sezione di Asti, è entrata fi-nalmente in funzione, dopo una serie di intoppi di natura burocratica che ne avevano rallentato l’avvio. Il 6 giugno scorso si è svolta la prima as-semblea dell’organico della Scuola stessa, che ha innanzi tutto preso atto della tanto attesa (e so-spirata) approvazione da parte della Commissione Centrale di Escursionismo, il che ha consentito l’av-vio ufficiale delle attività. E così è stato possibile varare il piano relativo al primo corso di Accompa-gnatore Sezionale di Escursionismo. Se l’iter delle relative approvazioni sarà effettuato nei tempi dovuti, si potranno iniziare le attività ad ottobre con due giornate, di cui una dedicata alla teoria e l’altra ad un’uscita pratica. Altre due giornate do-vrebbero svolgersi nel mese di novembre: subito dopo, come prevede il regolamento, gli aspiranti accompagnatori sezionali, che saranno affiancati da un tutor (che dovrà essere un Accompagnato-re di Escursionismo) parteciperanno attivamente all’organizzazione di quattro gite che si svolge-ranno nei mesi invernali e in quelli primaverili. Se-guirà, a conclusione del corso, una sessione finale, in calendario per il mese di maggio del 2015, dedi-cata alla verifica delle attività svolte e ad eventuali ulteriori approfondimenti. Il corso è rivolto in modo particolare ai soci CAI che abbiano già avuto esperienze come “capi gita” o come organizzatori di attività sociali nelle proprie sezioni di appartenenza. Il Direttore del corso è Laura Spagnolini, Accom-pagnatore Nazionale di Escursionismo, che è stato designato dalla sezione di Torino; vice direttore invece è Giorgio Bello della sezione CAI di Ovada.Ricordiamo infine che la Scuola Intersezionale di Escursionismo “SIE - AL-AT” è costituita dall’asso-ciazione delle sezioni alessandrine (Alessandria, Casale Monferrato, Tortona, Acqui Terme, Novi Ligure, Valenza, Ovada e San Salvatore Monferra-to) e dalla sezione CAI di Asti. La Scuola ha come Direttore Carmen Dirita della sezione di Asti, come vicedirettore Ferruccio Fei della sezione di Ales-sandria e come segretario Umberto Pallavicino, anch’egli della sezione di Alessandria.

Diego Cartasegna

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L’EPOPEA DI JAFET➤ segue da pag 1de alla locanda Regina, mobilitati per una opera-zione di soccorso ad una sventurata scialpinista.Due parole, i complimenti per l’apertura, il suo entusiasmo nel parlarmi del Monviso, delle sue re-centi aperture e delle ulteriori nuove possibilità da giocare sull’effimero.Concordiamo pienamente nel valutare che su que-sto massiccio non si rischia l’affollamento e questa è forse la cosa più bella… siamo proprio in sintonia di pensieri e sentimenti.A distanza di giorni, di questa salita conservo niti-do quel senso di isolamento, quell’attimo fuggen-te di intima intesa con gli elementi naturali che rappresentano la vera soddisfazione dell’andare in montagna.

“Ero impressionato dal Visolotto e avevo ragione. Sul versante nord le condizioni sono tremende da tutti i punti di vista. Dei risalti di roccia pressoché verticali sono tutti rivestiti da spesse placche di neve inconsistente. La progressione è spossante e pericolosa (…) Caro mio non volevi le invernali? Eccoti servito!” - Patrick Berhault, 9 gennaio 2001, 136° giorno della traversata delle Alpi.Visolotto parete est“L’Epopea di Jafet” 360 mt ED- (IV/4/M6)Prima salita: Gianluca Bocca, Tommaso Regesta e Alberto Fantone il 17/04/2014Prima ripetizione: Patrizia Mutti e Maurizio Cop-pero il 20/04/2014

Maurizio Coppero, CAI Alessandria

Battesimo di roccia sulla “Deanna Orlanini” al Reopasso (Crocefieschi)

LA MIA PRIMA FERRATAQuando si pensa a una generica “prima volta”, di qualsiasi esperienza si tratti, chissà perché si tende spesso a soffermarsi sull’attesa e svolgi-mento di quel particolare evento, per scoprire invece con rara sorpresa che le emozioni più belle sono quelle destinate a durare più a lungo e che, a volte, queste prendono la forma ed il colore di chiazze piccole, definite, verde-bluastro in pros-simità delle tue ginocchia, quasi a ricordarti che quell’incontro con la montagna c’è stato e sem-plicemente non stavi sognando.Così è stato anche per la mia prima ferrata. Ma lì la percezione che questa prima volta sulla roccia (o lei su di me) sarebbe stata da subito memo-rabile, l’ho avuta nell’istante in cui ho sfilato gli scarponi. Parlare di roccia e acciaio sulla carta è un po’ come giocare a morra cinese, ma un foglio non basterà mai ad avvolgere e contenere quello che una montagna di sassi ti può dare. E soprat-tutto non vincerà così facilmente.“Piuttosto facile” è l’espressione con cui, con evidente spirito solidale e motivazionale, mi era stata presentata dai miei compagni di gita la Via Ferrata “Deanna Orlandini” al Reopasso, o sem-plicemente nota come Ferrata di Crocefieschi, ad indicare il luogo di partenza della via stessa, all’interno del Parco dell’Antola, Appennino Li-gure. Centoquaranta metri di via ferrata per poco più di 200 m di dislivello per arrivare a quota 957 m, dopo circa due ore dalla partenza, dove ad aspettarti c’è una Madonnina incastonata in una roccia a farle da cornice.Le sensazioni all’attacco della via sono quelle tipiche dell’accingersi a compiere una cosa mai fatta prima, un po’ di timore quasi reverenziale ma soprattutto curiosità, tanto che l’imbarazzo per l’inesperienza nell’uso dell’attrezzatura viene rapidamente superato dalla percezione di come quello che si andrà a svolgere sia una cosa seria. Divertente, ma sempre seria. La predisposizione dell’imbrago, la stretta del caschetto, la verifica del corretto posizionamento del dissipatore, le espressioni degli altri alla partenza, tutto concor-re a convalidare la mia idea che la montagna sia una “cosa” con cui non si scherza. Bastano pochi minuti per riconoscere l’altro requisito indispen-sabile, sospeso e condensato nell’aria: la concen-trazione. La longe diventa la tua estensione, il pensiero di cui dovrai “avere cura” per il resto della salita; sulla pelle - delle tue mani - realizzi alla terza o quarta volta che ti trovi a sganciare il moschettone, il perché sia meglio farlo con due dita anziché con il solo indice. Ma la sequenza che sei invitato a ripetere per le due ore successive (faccio scorrere la longe, sgancio un moschetto-ne, lo riaggancio sopra il chiodo, sgancio il secon-

do moschettone, riaggancio sopra il chiodo, salgo di un metro, rifaccio scorrere la longe e così via) in un’apparente meccanica dei gesti, lascia poco spazio alla distrazione o ad “altro”. Il paradosso dell’esser legato a un cavo di acciaio (e per me anche ad una quanto mai apprezzata extra corda di sicurezza), rappresenta in realtà non un limite, bensì la tua libertà più grande: agganciato all’im-brago, puoi lasciare andare le mani e riposarti un po’ o semplicemente soffermarti ad osservare i tuoi compagni in azione. Mi incuriosisce l’approc-cio che ognuno di loro ha con la parete e come tutti lavorino per perfezionare la propria tecni-ca. Noto, con stupore, che per gli arrampicatori “prestati” alla ferrata il cavo di acciaio sia quasi un ostacolo, tanto da essere invogliata a seguire il loro invito a cercare di farne a meno, a usare le mani sulla roccia, ad afferrare le pietre che via via si incontrano, quasi a ricordarmi che per quanto pensiamo di essere legati alla montagna, forse è lei che è più aggrappata a noi. Questo impatto forte con la roccia, da alcuni defi-nita “stupida” per la sua conformazione conglo-merata, insolita e rotondeggiante, il suo odore muschiato e la sensazione di trovarla un attimo fredda e dieci centimetri più in là inaspettata-mente calda credo siano sensazioni per un po’ difficili da dimenticare. Pare chiaro come occorra stabilire da subito un rapporto di complicità e fi-ducia: fidarsi della scelta del sasso dove appoggi la punta dello scarpone, della fessura dove infili la mano, della voce del tuo compagno che ti dice

che stai facendo bene, anche perché non potreb-be esser diversamente quando sei parallelo ad una superficie in cui, sdraiato sopra, il punto più vicino di contatto, ancora prima delle tue mani, è il cuore.Ben oltre la tecnica, per me ancora tutta da esplo-rare e imparare, tre sono le parole che a distan-za di qualche giorno fanno eco nella mia mente. La prima è Sicurezza. La premessa iniziale non è soltanto dovuta e doverosa, ma l’unica possibile per chi desidera avvicinarsi alla montagna. La se-conda è Coraggio. Quello che tutti in dotazione genetica possediamo e per comodità, pigrizia o apparente non necessità spesso lasciamo sopire. Poi, quando ti trovi a voler approntare il passag-gio più difficile, a quello dovrai fare appello e scoprirai, a posteriori rileggendo il percorso della gita, che tale parete prende il nome di Caréga do Diao, sedia del diavolo (in omaggio alla forma di seggiola che la montagna assume in questo trat-to). Su quella “poltrona” avrei tranquillamente potuto accomodarmi e lì sarebbe terminata la mia ferrata; ma proprio sulla “sedia” ho scoperto i miei limiti di principiante e su quelli vorrò la-vorare. Ma in quel momento sei lì in verticale. Non hai la più pallida idea di dove mettere piedi e mani perché il cavo di acciaio verticale da solo non basta a portarti su. E il vuoto dietro alle tue spalle, seppur imbragato, è meno allettante del vuoto sopra la tua testa. A me è bastato ricordare che stavo facendo una scaletta verso il cielo. Alle mie gambe evidentemente pure. Riscendo di un metro per recuperare la longe, trovo una pietra che prima non avevo visto, lì metto una mano e su un chiodo - magicamente più vicino - un piede e non so come mi trovo in piedi sulla “sedia”. A questo punto mi concedo realmente di seder-mi, abbassare lo sguardo sul boschetto 50 m sotto di me. Sopra la mia testa il cielo blu. Di fianco, i compagni che mi hanno supportato e sopportato in questa mia prima volta e la fila delle loro mani tese a stringere la mia, in quel che a me sembra una catena infinita di moschettoni umani. È sem-plicemente finita, è infinitamente semplice, pen-so sorridendo.L’ultima parola per descrivere questa esperienza è proprio… esperienza, che nel suo significato etimologico più puro vuol dire proprio prova-re, tentare. Beati coloro che ancora non hanno vissuto l’esperienza della prima ferrata. Chi non osa, non saprà mai cosa si prova in un equili-brio precario su un gancio di acciaio, le gambe tremanti, accarezzare una roccia e sussurrarle “Adesso stai brava che io devo andare su”. Ca-pretta batte Diavolo 1 a 0.

Silvia B. - CAI Alessandria

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L’ANE’ D’LA MURUSANell’ottica del rinnovamento e per fornire sem-pre più servizi ai soci ma anche a tutta la città, ar-riva una nuova proposta della Sezione CAI di Alessandria. Dopo aver siglato l’accordo di pro-gramma con la Provincia qualche mese fa, ecco il primo risultato: giovedì scorso 15 maggio è stato ufficialmente  inaugurato il primo sentiero del CAI di Alessandria, tracciato sulle colline fra Valle San Bartolomeo e Pavone.

Il sentiero,  denominato l’Ané d’la Murusa, nu-mero 801 del Catasto dei sentieri della Provincia, parte dalla Provinciale 79 appena dopo il viadotto autostradale di fronte alla Cascina la Presidenta. Per strade secondarie, in parte asfaltate e in parte sterrate, sale sulla collina offrendo begli scorci su Montecastello e sulla città di Alessandria. La no-vità è quella di avere un sentiero completo e ben segnalato a due passi dalla città: infatti è persi-no possibile raggiungere il luogo di partenza in bicicletta in circa 20 minuti in piano. L’itinerario è molto facile ma altrettanto piacevole, percorri-bile in tutte le stagioni. Con una mountain bike è anche quasi completamente ciclabile (tranne un

breve tratto nel bosco di un centinaio di metri, magari percorribile anche in sella per i bikers più in gamba).Tutte le informazioni si trovano, oltre che all’i-nizio del sentiero in un pannello dettagliato, sul sito della Provincia di Alessandria:- www.provincia.alessandria.gov.it/sentieri/,Zona 8- www.provincia.alessandria.gov.it/sentieri/index.php?whattodo=sentieri&file=galleria&id_sentie-ro=183Sul sito del CAI Alessandria sono a disposizione:- una scheda stampabile su pieghevole (formato A4 piegato in due)  http://www.caialessandria.it/images/stories/cai/Sentieri/Scheda_801.pdf- la traccia GPS (in formato GPX compatibile con tutti gli apparecchi e i programmi di cartografia digitale)  http://www.caialessandria.it/images/sto-ries/cai/Sentieri/Sentiero_801.gpx

Descrizione itinerarioL’itinerario parte sulla Strada Provinciale 79 circa 300 m dopo il viadotto dell’autostrada A21, di fronte alla Cascina La Presidenta. Dopo una svol-ta a sinistra si attraversa la Strada Provinciale 80 (Strada della Cerca, che a destra sale verso Pavo-ne) e si imbocca la Via dei Pissarotti.Dopo circa 900 m si incrocia la Strada Serra Fra-sche che si segue, inizialmente in direzione E poi NE, per ancora 1 km circa.Poco prima di raggiungere la Strada Comunale Vecchia di Pecetto si svolta a destra di circa 90° in direzione SE, poi S, lungo la Strada dei Bricchi che si segue per 1.5 km.Un’ulteriore svolta a destra porta, con direzio-ne W, ad incrociare dopo circa 300 m la Strada

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sinistra su strada campestre, proseguendotra i vigneti fino a raggiungere il puntopanoramico del Bricco della Croce (m 486),ove è situato un grosso pannello ripetitoree dal quale la vista può spaziare a 360° ar-rivando, nelle giornate limpide, all’arco al-pino. Il percorso scende verso il fondovallepercorrendo una ripida strada di serviziotra i vigneti sino ad arrivare al limite delbosco e con una secca svolta a sinistra siimmerge in un querceto; la discesa prose-gue con continui tornanti, attraversa un vi-gneto abbandonato ed arriva nei pressidella cascina Bigio. Giunto sul fondovallel’itinerario continua su una comoda e am-pia strada inghiaiata che fiancheggia ilcorso del rio S. Paolo ed infine ritrova lastrada asfaltata che porta alle prime casedi Bistagno; il percorso segue via Carrà, su-pera la provinciale e poi attraversa il belcentro storico, transitando in via Saracco e

giungendo in Piazza Monteverde, da doveera partito. Necessario portare viveri e ac-qua poichè, fuori Bistagno, non esiste nes-suna possibilità di ristoro.Difficoltà: ETempo: ore 4:30

Itinerario circolare piuttosto lungo, ben se-gnalato, che offre numerose vedute pano-ramiche. Da Acqui Terme si percorre la exstrada statale 30 della Val Bormida fino agiungere a Bistagno: superato il passaggioa livello si arriva alla piazza del paese, ovesi parcheggia l’auto. Da piazza Montever-de il percorso prende a destra Via Martiridella Libertà, prosegue diritto sulla stradacomunale per Montabone, superando ilcentro sportivo e l’antica ed incantevolePieve nei pressi del cimitero. L’itinerario sisnoda sulla strada asfaltata tra vigneti ecoltivi per circa tre chilometri, tiene la sini-stra al bivio in località Nausano, e arriva inbreve alla Cascina Pia, dove lascia l’asfaltoe svolta a destra, risalendo il versante bo-scato. Il sentiero si snoda in un bosco di la-tifoglie, caratterizzato da querce eorniello(Fraxinus ornus), e man mano che risale ilversante offre vedute panoramiche semprepiù ampie; con un secco tornante il percor-so piega a sud, proseguendo a mezzacostae oltrepassando il Bricco della Corbellina. Ilpercorso svolta a sinistra e scende di quotain un bosco di castagno (Castanea sativa)per poi portarsi sul versante ovest dellavalle del rio Morra, tra bellissimi esemplaridi rovere (Quercus petraea) e roverella(Quercus pubescens); superata la CascinaGrassi giunge sull’asfalto e, oltrepassato ilponticello sul rio Morra, svolta a destra,proseguendo sulla strada campestre checosteggia il corso d’acqua L’itinerario pro-cede in costante, graduale salita seguendoil rio fino a guadarlo in corrispondenza diun prato, risalendo sul versante oppostocon una ripida rampa nel bosco e sbucan-do in un ordinato noccioleto, da dove sigode di una bella visuale verso la chiesa diSant’Ambrogio e la piccola frazione diRoncogennaro. Dopo aver attraversatouna zona prativa il tracciato svolta a sini-stra e poi a destra, immettendosi sull’am-pia strada inghiaiata che risale il versantetra i vigneti e in costante salita giunge allalocalità La Croce, da dove si gode di unbellissimo panorama su tutta la valle delrio Morra. Il percorso svolta a destra, se-guendo la strada provinciale per alcunecentinaia di metri e, all’altezza dell’indica-zione di località di Roncogennaro svolta a

ANELLO DI BISTAGNO500

Testo e mappa tratti da Provincia di Alessandria:www.provincia.alessandria.it/sentieri/index.php?whattodo=sentieri&file=singola&id=135dove potete scaricare, oltre la descrizione a lamappa, anche il profilo altimetrico, il file diGoogle Earth e la traccia Gps.

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Montemariano che si prende svoltando a destra: questa strada si segue per soli 50 m, in direzione N, fino ad incrociare a sinistra la Via della Curetta che si percorre in direzione W.Dopo circa 250 m si lascia a sinistra la via Curetta andando in direzione NW lungo un sentiero che riporta, dopo 450 m circa, nuovamente alla Stra-da Serra Frasche che si riprende con svolta a sini-stra, prendendo la direzione W, fino a incrociare nuovamente la Via dei Pissarotti per tornare sui propri passi fino all’inizio del sentiero.Nota: è possibile accorciare l’itinerario tagliando la prima parte, partendo all’inizio della Via dei Pissarotti sulla Strada Provinciale 80 (dove però il posto dove parcheggiare è ridotto).Difficoltà: TDislivello: 140 mLunghezza: 7.75 km (sterrato 80%, sentiero 10%, asfalto 10%)Percorribilità: a piedi o in MTBPartenza/arrivo: Strada Provinciale 79 (44°56.803 N, 8°38.301 E)Periodo consigliato: tutto l’anno, escluso dopo periodi di pioggiaDescrizione generale: l’itinerario si svolge alle porte di Alessandria sulle pendici delle colline tra Valle San Bartolomeo e Pietra Marazzi, attorno alla località San Defendente.

Sezione di San Salvatore Monferrato

CAMMINATA SUI SENTIERI DEI SANTUARIGrande successo anche quest’anno per la tradi-zionale camminata del 25 Aprile “Sentiero dei Santuari”, percorso che unisce il Santuario del-la Madonna del Pozzo di San Salvatore Mon-ferrato al Santuario della Madonna di Crea. La manifestazione, arrivata alla venticinquesima edizione, organizzata dalla Sezione CAI in col-

laborazione con il Gruppo Sportivo SAI Frec-ce Bianche di Alessandria, ha visto di anno in anno crescere il numero dei partecipanti, 181 quest’anno. Un piccolo gruppo di soci ha, nei tre giorni successivi, continuato il cammino fino a Superga, percorrendo il sentiero Super-ga-Crea. Passata la prima notte in un agrituri-

smo nelle vicinanze di Crea, il giorno dopo ha raggiunto Cocconato, insieme ad altri soci ac-compagnatori e con la guida di Carlo Nosenzo, ottimo conoscitore dei luoghi e dei sentieri. Il giorno seguente, sotto una incessante pioggia, è arrivato a Cinzano. Da qui, la mattina succes-siva, ha raggiunto Superga.

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Da cosa nasce cosa, un proverbio molto reali-stico. Così da un cammino ne nasce un altro, oltre a tante idee, sensazioni, conoscenze. Que-sto è successo lo scorso anno, incontrandoci a Ponzano con gli amici del CAI di Asti, poco pri-ma di terminare la tappa verso Crea della va-riante Francigena delle Terre Alte, percorsa in occasione di CAMMINACAI 150. La stanchezza della lunga tappa che li aveva portati ad unirsi a noi, con la pergamena del percorso da Asti a Roma, unitamente al sacchettino di terra di Portacomaro, da consegnare al nostro arrivo a Papa Francesco, che da questa terra astigiana ha origini remote, non aveva impedito a Flavio Reita di proporre immediatamente una nuo-va avventura sulle nostre colline: il Cammino di Sant’Evasio. “Si va bene, ma lasciami finire questa Francigena, è ancora lungo il cammino per Roma, poi ne parleremo”. Un’ottima idea per festeggiare i 90 anni della Sezione di Casale Monferrato con un Cammino che la legasse for-temente alla storia della città.Poi, passa il tempo e le cose si dimenticano, ma Flavio è tenace, ci sollecita, cominciamo con le riunioni preliminari, ci fornisce la documenta-zione storica, abbattiamo il muro della nostra ignoranza sul Patrono della nostra città: Sant’E-vasio fu primo vescovo di Asti, intorno al 300, originario della Puglia e portato da Roma ad Asti da un gruppo di Astigiani che, ottenuta dal Papato la Diocesi, si erano recati a Roma per avere un vescovo che vi si insediasse. Evasio svolse il suo Magistero ad Asti per circa 20 anni poi, perseguitato dagli Ariani, fuggì per trova-re rifugio nella nostra città. La leggenda rac-conta che giunto alle porte della città, stanco piantò il bastone Pastorale in terra per riposarsi ma, saputo che gli Ariani lo inseguivano, ripre-se il cammino verso la salvezza. Accortosi di aver dimenticato il bastone, il fido prete che lo accompagnava tornò a recuperarlo, trovandovi intorno una sorgente, tuttora presente sotto la chiesa del borgo di Pozzo Sant’Evasio.Ma neppure il nuovo rifugio si rivelò sicuro per Evasio che dopo pochi anni andò incontro a martirio e fu decapitato, divenendo poi Santo Protettore della città.E dopo le abbondanti piogge primaverili eccoci, insieme a Gianni ed Elena, la capa del nostro escursionismo, a camminare con Flavio, sua mo-glie Piera ed il suo inseparabile amico Franco Lerma, entrambi tracciatori ufficiali della sen-tieristica CAI, attrezzati di GPS, carta, penna e macchina fotografica per la relazione da pre-sentare al Catasto Regionale Sentieri, con la preziosa guida, sul nostro territorio, di Antonio Rota, che ne conosce strade, sentieri, fossi e an-tiche storie.Un bellissimo percorso che, partendo dalla sta-zione di Asti, in poche centinaia di metri rag-

Per i 90 anni della Sezione di Casale Monferrato

SULLE TRACCE DI SANT’EVASIO

giunge la chiesa di San Paolo, di fronte alla quale abitò il Vescovo Evasio, per poi traversare il centro storico, ricco di monumenti e storia, da Piazza Alfieri al prezioso complesso di San Pietro, stupenda testimonianza del romanico in Piemonte e, lasciata la trafficata periferia della città, presto raggiungere le colline, dapprima aspre e boscose, poi dolci e disegnate geome-tricamente dai vigneti, toccando i bei borghi di Castagnole Monferrato, Montemagno, dove si farà tappa, Olivola, la lunga e ombrosa valle

Ghenza, da cui si risale verso il castello di Uvi-glie ed il castello della Mandoletta, ormai affac-ciato su Pozzo Sant’Evasio e la piana di Casale, nella cui Cattedrale terminerà questo cammino capace di regalare numerose e preziose sorpre-se a chi vi vorrà partecipare.

Enrico Bruschi CAI Casale Monferrato

Ancora un lutto in questa prima parte del 2014 per gli amici della Sezione CAI di Casale Monfer-rato: dopo Andreina e Franco un altro amico ci ha lasciato, un amico prezioso, Luciano Musso. Già tesoriere della Sezione, aveva svolto con la sua preziosa competenza professionale l’incari-co, continuando la sua attività di accompagna-tore di Alpinismo Giovanile, fino alla malattia della moglie Claudia, compagna di una vita, mancata meno di tre anni fa di mesotelioma, lo stesso male che sarebbe stato diagnosticato a Luciano pochi mesi dopo. Ancora un dramma dell’amianto che colpisce per la seconda volta in modo crudele i figli, Stefano nostro compagno di camminate fin da bambino, la sua splendida famiglia, l’intera nostra Comunità. Un amico prezioso per la sua capacità di risolvere con in-telligenza e tranquillità ogni situazione, sempre schivo, mai sopra le righe, sempre capace di re-galare un sorriso con la sua garbata ironia. Lo ricordiamo, poco più di un mese fa al termine del convegno sulla valorizzazione del territorio Monferrino, di cui era profondamente innamo-rato, raccontarci, incurante della sua malattia, del conforto che cercava di dare all’amico Fran-co, ancora oppresso dal dolore per la perdita incolmabile di Andreina. Ci raccontava di come anche per lui fosse stato duro liberarsi dell’ango-scia per la perdita della sua Claudia, riuscendoci passo dopo passo, con difficoltà, grazie alla pre-senza dei figli e della nipotina. Ed ora anche lui ci ha lasciato in questa sequenza criminale che perseguita la nostra città. Ci si sente impotenti davanti a queste tragedie, ma dobbiamo reagire, impegnarci ancor di più affinchè la bonifica del territorio dall’amianto venga portata a termine rapidamente, continua-re a lottare per ottenere giustizia nei confronti dei responsabili di questo crimine, impedire con tutte le forze che in nome del profitto venga devastato l’ambiente e si metta a rischio la vita.

Gli amici del CAI Casale

Ancora un lutto per la Sezione di Casale Monferrato

LUCIANO CI HA LASCIATI

Nello scorso inverno è stato portato a termine l’ar-chivio online del nostro periodico, realizzato dal so-cio della Sezione di Valenza Giovanni Omodeo, con l’ausilio del nipote Federico.Si tratta di un vasto archivio, che comprende tutti i numeri dal 1988 al 2014, ed è liberamente con-sultabile presso il sito del CAI Valenza nella sezione “Alpennino” (www.caivalenza.altervista.org/archi-vio-alpennino/ ).I numeri della rivista possono essere sfogliati vir-tualmente online e anche essere scaricati in for-mato PDF sul proprio computer e stampati. Per fare ciò basta semplicemente cliccare la scritta “DOWNLOAD ALPENNINO... N...” presente in fon-do ad ogni Alpennino ed il download partirà in automatico dopo pochi istanti.Allo stesso modo saranno disponibili tutti i pros-simi numeri.Ora tutti hanno la possibilità di accedere alla “sto-ria” di Alpennino, che è anche una parte della sto-ria delle sezioni della nostra provincia, una storia che riflette il costante amore dei soci CAI per la montagna.

ALPENNINO IN UN SOLO CLIC

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Escursionismo - Sezione di Acqui terme

IN 1300 ALLA “CINQUE TORRI”Domenica 11 Maggio la dodicesima edizione del Giro delle Cinque Torri al via da Monastero Bor-mida (giro lungo) e da San Giorgio Scarampi (giro corto) ha superato i 1300 partecipanti. La macchi-na organizzativa, che ha visto impegnati più di 150 volontari del CAI, della Protezione Civile di Monastero, dell’Associazione Carabinieri di Acqui Terme, delle Proloco di Monastero, San Giorgio Scarampi, Olmo Gentile e Roccaverano, della Cro-ce Rossa di Monastero, ha retto.Qualche disagio, qualche coda ma una grande festa dell’escursionismo che ha ripagato amplia-mente i partecipanti. Le modifiche organizzative introdotte lo scorso anno e collaudate la prima volta su grandi numeri hanno consentito di ridur-re al minimo i disagi e soprattutto di garantire l’assistenza ai partecipanti lungo il percorso. L’as-sistenza medica garantita da due medici soci del CAI e dai mezzi messi a disposizione dalla Croce Rossa di Monastero, i pulmini che lungo il percor-so “recuperavano” gli escursionisti stanchi, i punti di controllo e di ristoro hanno “coccolato” i par-tecipanti.Quest’anno la manifestazione si fregiava del tito-lo di “Gita Intersezionale Escursionismo ed Alpi-nismo Giovanile” delle Sezioni CAI di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta ed era inserita in un pro-getto finanziato dalla Comunità Europea che ha visto la presenza di circa 30 persone provenienti da 5 paesi Europei che ne trarranno esempio per le loro esperienze locali. Il percorso ha infatti ri-scosso un grande interesse ed i partner europei sono rimasti stupiti dalla bellezza dei paesaggi e si sono dimostrati molto motivati a conoscere sia il territorio delle Langhe che i suoi protagonisti. La presenza dei presidenti delle commissioni di Alpinismo Giovanile e della Commissione di Escursionismo, Fabio Galli e Sara Monesterolo e del Consigliere Nazionale del CAI Umberto Palla-vicino insieme al Direttore della Scuola Centrale

di Alpinismo Giovanile Gianfranco Berchi, hanno evidenziato come la Cinque Torri sia ormai di-ventata il fiore all’occhiello delle manifestazioni Escursionistiche del CAI del Piemonte, della Ligu-ria e della Valle D’Aosta e crediamo che la manife-stazione rappresenti, per il territorio che la ospita, uno dei più importanti momenti di promozione. Da ultimo la manifestazione ha ospitato i ragazzi del terzo Corso di escursionismo e il Corso degli Aspiranti Asag (Accompagnatori Sezionali di Al-pinismo Giovanile) della Scuola Intersezionale “la Cordata” delle Sezioni di Acqui, Ovada e Novi che hanno avuto modo di “leggere” il paesaggio che li circondava e di vivere da protagonisti una gran-de manifestazione del CAI. La Sezione del CAI di Acqui ringrazia i volontari che hanno lavorato per il successo della manifestazione, le sezioni del Pie-monte, della Liguria e della Valle d’Aosta (non si era mai visto un pullman con 55 Valdostani dalle nostre parti!) che hanno garantito massicciamen-te la partecipazione dei loro Soci e le autorità del territorio che ha ospitato l’Escursione.

Sezione “Nanni Zunino” Acqui Terme

La Scuola Intersezionale di Alpinismo Giovanile “La Cordata” si è ampliata. Ha infatti aderito ad essa an-che la sezione di Alessandria, che si è quindi unita a quelle “costituenti” e cioè Acqui Terme, Ovada e Novi Ligure. Il nuovo assetto è stato recentemente ratifica-to ufficialmente dagli organi direttivi delle sezioni ed è quindi divenuto operativo. Ricordiamo che la Scuola Intersezionale di Alpinismo Giovanile “La Cordata” ha come scopo la formazione e l’aggiornamento degli ASAG (Accompagnatori Sezionali di Alpinismo Giovanile) e la formazione dei giovani. Per consegui-re tutto ciò essa provvede a formare ed aggiornare gli ASAG, curandone le motivazioni, la preparazione tecnica, culturale e didattica, rendendoli in grado di collaborare con gli accompagnatori titolati nelle atti-vità di Alpinismo Giovanile; inoltre organizza e gesti-sce almeno una volta l’anno un evento formativo o di aggiornamento e svolge un’attività a favore dei gio-vani, finalizzata all’educazione e alla frequentazione dell’ambiente montano. Infine offre collaborazione e supporto alle altre Scuole, Commissioni e Gruppi costituiti nell’ambito del CAI. L’organico della Scuola, diretta dall’ANAG Gian Carlo Berchi, è costituita dal Direttivo e dal Corpo docenti, di quest’ultimo fanno parte tutti i titolati di AG delle Sezioni che hanno ade-rito.Possono far parte dell’organico anche titolati di AG di altre Sezioni CAI ed anche gli Accompagnatori Sezionali di Alpinismo Giovanile (ASAG) in possesso di specifiche e comprovate competenze e conoscenze; il loro inserimento è soggetto all’approvazione del direttivo della scuola stessa. Infine va segnalato che possono essere chiamati a collaborare con la scuola degli esperti di materie specifiche. Il direttivo, compo-sto da un direttore, un vicedirettore ed un segretario, designato dalla scuola e ratificato dai presidenti delle sezioni aderenti, ha un mandato di tre anni ed i suoi membri possono essere rieletti nei mandati successivi.

Alpinismo Giovanile: la scuola

“LA CORDATA”SI AMPLIA

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Un’escursione per i bambini afflitti da diabete giovanile

LA DOLCE GITA AL MONTE EBRO“La dolce gita al Monte Ebro”... un titolo ed una uscita un po’ particolare per il CAI Tortona, perchè dedicata ai bambini con diabete giova-nile (Tipo 1). Lo scorso 2 giugno, un gruppo di ragazzini con diabete giovanile insulinodipen-dente, seguiti dal dr. Franco Fontana della Pe-diatria dell’ospedale di Tortona, hanno affron-tato l’ambiziosa impresa di “scalare” il Monte Ebro. Partendo alle 9.00 dalla Colonia di Caldi-rola in compagnia dei genitori e del dr. Fontana e guidati dagli amici del CAI, Giacomo Seghesio e Giulio Salini, i ragazzi di età compresa tra gli 8 e i 12 anni hanno percorso il sentiero fino al Rifugio Ezio Orsi da dove, dopo una breve so-sta e una verifica della glicemia, sono ripartiti verso la “vetta”.

Dopo essere saliti sul Monte Panà (1550 mt) i giovani diabetici hanno proseguito verso la magica Croce del Monte Ebro. Immensa gioia ed euforia all’arrivo ai 1700 metri della cima da

cui, dopo le foto di rito ed un nuovo control-lo glicemico, i bimbi sono scesi verso il Rifugio Orsi, ove Paolo Cecconello, Gianni e Gloria li attendevano con una appetitosa pasta al po-modoro seguita da affettati, verdure e torta paradiso!! Seduti a tavola ecco arrivare le pri-me sensazioni e riflessioni sulla bella esperienza e sull’andamento dei valori glicemici, che con opportuni dosaggi della terapia insulinica si sono mantenuti a livelli ottimali. L’attività fisi-ca ed in particolare le attività aerobiche come la camminata in montagna, è importantissima nel diabete giovanile, permettendo di ridurre il dosaggio insulinico anche del 30-40% (come durante l’escursione), a fronte di una alimenta-zione sana e completa.La pratica regolare dell’esercizio fisico è ormai divenuta parte integrante della terapia del dia-bete; ed in particolare nel diabete mellito tipo 1 (DM1) insulinodipendente.L’attività motoria, insieme alla terapia insulini-ca ed alla alimentazione corretta, costituiscono la triade terapeutica divenuta fondamentale per il trattamento di questa condizione.L’escursione dello scorso 2 giugno ha aperto la strada verso un progetto di collaborazione tra il CAI ed i giovani che presentano la condizione diabetica e che avrà sicuramente un seguito a livello intersezionale e si auspica anche in ambi-to regionale con l’organizzazione di sempre più numerosi eventi che abbiano come denomina-tore comune l’attività motoria ed il grande be-

neficio per la gestione del diabete. Un grazie particolare ai bambini che hanno camminato e faticato senza mai lamentarsi, ma anche al CAI di Tortona ed agli Amici del Rifugio Orsi che hanno reso possibile questa prima e molto utile esperienza con i ragazzi con diabete, a cui sicu-ramente ne seguiranno altre visto l’entusiasmo dei partecipanti e degli amici del CAI Tortona.

Trekking sull’Alta Via dei Monti Liguri

OTTO TAPPE IN TRE GIORNICirca settantacinque chilometri con 2600 metri di dislivello in salita: questo in estrema sintesi il trekking compiuto da dieci soci sella sezione CAI di Ovada nell’aprile scorso. In tre giorni sono sta-te concentrate otto tappe dell’Alta Via dei Monti Liguri. Il percorso si è snodato quasi tutto in pro-vincia di La Spezia, da Ceparana a colla Craiolo, tra la val di Vara, la val di Magra e val di Taro, ed ha toccato la sua massima elevazione nel monte Gottero. A parte la lunghezza, non è un itinerario che presenti difficoltà di sorta. Molti tratti infatti sono su strade e stradine sterrate con pendenze in genere piuttosto “morbide”. Il paesaggio è as-

sai vario, dal momento che passa dalle coltivazio-ni mediterranee, ai boschi di latifoglie miste, ai boschi di faggio, ai prati e ai pascoli, questi ultimi per lo più sulle vette dei monti.Il primo giorno si è coperto il tragitto tra Cepara-na e il valico dei Casoni, attraverso il passo Alpi-cella, con due brevi digressioni: una per visitare l’antico e suggestivo borgo di Bolano e l’altra per raggiungere la vetta del monte Coppigliolo (m 1139). Al valico dei Casoni si è pernottato e soprattutto si è lautamente cenato all’albergo “dei Cacciatori”, una struttura abbastanza rusti-

ca ma confortevole, giustamente rinomata per la sua cucina tradizionale a cui i dieci soci del CAI di Ovada hanno fatto onore.Il secondo giorno si è camminato un po’ di più e soprattutto si è toccato il punto più elevato del trekking: la Foce dei Tre Confini (m 1408); due partecipanti però hanno raggiunto anche la cima del monte Gottero a quota 1639. Sono stati toc-cati il passo del Rastello, il passo Calzavitello e il passo della Cappelletta arrivando infine, dopo più di 10 ore di marcia, al passo di Cento Croci. Qui si è pernottato (e ovviamente cenato con molto appetito) al “Ranch Camillo”. Fino a que-sto punto il meteo è stato clemente (salvo un bre-ve acquazzone al passo Calzavitello). Il terzo ed ultimo giorno purtroppo però la musica è cam-biata. Già al momento della partenza le nuvole basse avvolgevano il percorso accompagnate da

un vento fastidioso. Ma il peggio doveva ancora arrivare dopo un paio di ore di marcia. Prima una pioggerella insistente e poi una serie di rovesci mettevano a dura prova gli escursionisti. Vista la situazione, invece di arrivare fino all’obiettivo ini-zialmente prefissato, e cioè il passo del Bocco, si è deciso di interrompere la marcia alla colla Craio-lo, dove i dieci inzuppati camminatori sono stati recuperati da un pulmino in precedenza prenota-to che li ha trasbordati fino a Chiavari dove due giorni prima erano state lasciate le auto (Cepara-na era stata raggiunta col treno fino a La Spezia e poi con il bus). Malgrado la piccola disavventura climatica dell’ultimo tratto, il trekking è risultato assai piacevole ed ha permesso di “scoprire” un tratto dell’Alta Via fino a quel momento scono-sciuto agli ovadesi.

Diego Cartasegna - sezione di Ovada

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ALESSANDRIAESCURSIONISMO 5-6 LUGLIO WEEKEND PER FAMIGLIE D.G. Astori, Avalle, Salini 26-28 LUGLIO TREKKING SULLE DOLOMITI DI SESTO al cospetto delle Tre Cime di Lavaredo con pernottamenti ai Rifugi Locatelli e Tre Scarperi (E) - D.G. Accornero, Modica26-31 AGOSTO TREKKING SENTIERO ROMA Traversata dalla Val Codera alla Val Malenco - Sondrio (EEA) - D.G. Mandirola, Regnoni6-7 SETTEMBRE ANELLO DEI RIFUGI BENEVOLO - BEZZI - CHALET DE L’EPEÈ Tra la Val di Rhemes e la Valgrisence 3082 m Da Thumel 1879 m (EE/F) - D.G. Rosina, Visconti21 SETTEMBRE LAGHI DI CODELAGO 1856 m E PIANBOGLIO 1980 m da Devero 1630 m (E) - D.G. Mazzarello, Penna28 SETTEMBRE BECCA D’AVER 2469 m - CIMA LONGHEDE 2416 m media Valle d’Aosta - dall’area attrezzata Champlong 1649 m (E) - D.G. Accornero, Rosina12 OTTOBRE TRAVERSATA SESTRI P. - MADONNA DELLA GUARDIA - PONTEDECIMO (E) - D.G. Accornero, Modica19 OTTOBRE CASTAGNATA AL MOLINO NUOVO Capanne di Marcarolo (T)26 OTTOBRE ANELLO DELLA FORESTA DELL’ADELASIA Alta Val Bormida (E) - D.G. Accornero, ModicaALPINISMO 12-13 LUGLIO PUNTA D’ARBOLA 3235 m - Val Formazza - dal Rifugio Mores 2515 m (F) - D.G. Lagostina, Ratti20 LUGLIO FERRATA DI ROCCA CLARÌ 2093 m - Alta Valsusa da Claviere 1557 m (EEA/D+) - D.G. Barbieri, Boschi14 SETTEMBRE ROCCA PROVENZALE 2402 m - Val Maira da Chiappera 1650 m (PD-) - D.G. Avalle, Lagostina

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SLOW WALK

ESCURSIONISMO 6 LUGLIO MONT GLACIER 3185 m - Champorcher (E)20 LUGLIO RIFUGIO DALMAZZI AL TRIOLET 2590 m (EE)27 LUGLIO RIFUGIO ZAMBONI 2065 m - Macugnaga (E)7-11 AGOSTO DOLOMITI: TREKKING NEL GRUPPO DEL CATINACCIO (EE)15 AGOSTO CONCERTO DI FERRAGOSTO (T)24 AGOSTO RIFUGIO PONTESE 2217 m - (Vall. Piantonetto) (E) 7 SETTEMBRE MONT TAOU BLANC 3438 m - (Nivolet) (E)21-22 SETTEMB RIFUGIO V. SELLA - (Val di Cogne) (E)12 OTTOBRE CASTAGNATA26 OTTOBRE GITA SOCIALE

ACQUI TERMEESCURSIONISMO 6 LUGLIO MONTE ALBRAGE E MONTE BELLINO13 LUGLIO RIFUGIO DALMAZZI - VAL FERRET14 LUGLIO PASSEGGIATA PIROTECNICA17-24 AGOSTO PRATI DI TIVO Gran Sasso d’Italia 7 SETTEMBRE SUI SENTIERI DI NANNI ZUNINO14 SETTEMBRE PUNTA MUREL26-28 SETTEMB CORSICA GR20 - PRIMA TAPPAALPINISMO 13 LUGLIO RIFUGIO DALMAZZI - VAL FERRET25-27 LUGLIO MONTE CIVETTA - MONTE PELMO 3 AGOSTO FERRATA DI GIAGLIONE Valle Susa17-24 AGOSTO PRATI DI TIVO Gran Sasso d’ItaliaMTB 12 OTTOBRE GIRO DEI DUE BRICCHI

VALENZAESCURSIONISMO 30 GIU-5 LUGL DOLOMITI BELLUNESI - VALLE DI ZOLDO LUGLIO DOLOMITI DA RIFUGIO A RIFUGIO13 LUGLIO LAGHI LUSSERT DA GIMILLIAN (Cogne) (E)20 LUGLIO GIRO DEI 4 COLLI - SAN BERNARDO (E)11-12 AGOSTO GIRO DEI 13 LAGHI una notte in Rifugio Lago Verde Bessone 7 SETTEMBRE MONTE MALAMOT (Moncenisio) (E)21-27 SETTEMB PARCO NAZIONALE DELLA MAIELLA E GARGANO (escursionistica e turistica, 7 giorni, 6 notti) In collaborazione con il Gruppo Escursionismo Maiella12 OTTOBRE MONTE CARMO (da Verzi) (E) NOVEMBRE ASSEMBLEA DELEGATI LPV A VALENZA

OVADAESCURSIONISMO MARTEDI SERA PASSEGGIATE SOTTO LE STELLE - fino al 22 luglio (T/E) Coord. Dagnino 20 LUGLIO MONTE FALLERE da VETAN (Valle d’Aosta) (EE) Coord. Mazzino10 AGOSTO FIACCOLATA NOTTURNA A SAN LORENZO (E) Coord. Piccardo, Piana30-31 AGOSTO WE SULLE GRIGNE (EEA) Coord. Cartasegna, Rolando21-27 SETTEMB PARCO DELLA MAIELLA E GARGANO (E) Coord. CAI Valenza28 SETTEMBRE MONTE CHABERTON da CLAVIERE (Valle di Susa) (EE) Coord. Bruzzone, Caneva 5 OTTOBRE POLENTATA SUL MONTE TOBBIO (E) Coord. Piana e le Ragazze del CAIALPINISMO 14 SETTEMBRE VIA FERRATA (D) Coord. FerraroIN SEDE 10 OTTOBRE ASSEMBLEA DEI SOCI per il rinnovo delle cariche sociali

SAN SALVATORE

CASALE MONFERRATOESCURSIONISMO 13 LUGLIO LAGHI DELLA BELLA COMBA Org. Rossi, Marangoni27 LUGLIO MONTE PAGLIETTA (San Bernardo) - Org. Piotto, Tardivo31 AGOSTO MONT BLANC - MONTE PAILLASSE Org. Rossi, Leporati14 SETTEMBRE SENTIERO PLAISENTIF Org. Piotto, Tardivo21-27 SETTEMB PARCO MAIELLA - GARGANO Organizzata dalla Sezione CAI Valenza. Org. Piotto28 SETTEMBRE LAGO VASUERO (Val di Ala) - Org. Piotto, Tardivo12 OTTOBRE CAMMINO DI SAN CARLO - 2a tappa: Pella - Varallo Org. Piotto, Rossi OTTOBRE LA CASTAGNATAALPINISMO 12-13 LUGLIO PUNTA ROSSA DELLA GRIVOLA (F) Org. Mazzuccato31 AGOSTO ROCCA CASTELLO, CRESTA NORD (D-) Org. Zavattaro21 SETTEMBRE ROC DELLA NIERA (PD-) Org. MazzuccatoCICLOESCURSIONISMO 4-6 LUGLIO 7° RADUNO NAZIONALE IN CADORE26 LUGLIO LA STRADA DELL’ASSIETTA (MC/MC) Org. Ferrando14 SETTEMBRE ALLE SORGENTI DEL GRANA (MC/MC) Org. Ferrando28 SETTEMBRE MONTE MALAMOT (MC+/BC+) Org. Mazzuccato, Bobba 5 OTTOBRE GIRO DEL MONTE SION (MC/MC) Org. BardoneALPINISMO GIOVANILEGruppo esploratori: LUGLIO UNA NOTTE IN RIFUGIO SETTEMBRE PARCO DEL PO escursioneGruppo guide:5-6 LUGLIO NOTTE IN RIFUGIO 21 SETTEMBRE RIFUGIO BARBUSTEL escursione19 OTTOBRE MOTTARONE - MONTE ZUGHERO escursioneGruppo trekker: LUGLIO TREKKING, ATTENDAMENTO21 SETTEMBRE MUCRONE lettura paesaggio19 OTTOBRE CAPRIE via ferrata NOVEMBRE IL PALAZZETTO

PROGRAMMA ATTIVITÀ SEZIONALI

TORTONAESCURSIONISMO 13 LUGLIO ALPI BIELLESI - RIFUGIO DELLA VECCHIA 1872 m da Piedicavallo (E)26-27 LUGLIO GITA SOCIALE AL RIFUGIO ARP20 SETTEMBRE PREALPI VERBANO - PARCO - CIMA SASSO 1916 m (E)19-21 SETTEMB CASTELLANIA - MARE 17a edizioneFERRATE20 LUGLIO FERRATA ORRIDO DI FORESTO ALPINISMO5-6 LUGLIO MONTE DISGRAZIA 3678 m - CRESTA BARONI da rifugio Ponti 2559 m27-28 LUGLIO BECCA DI MONCIAIR 3544 m - da Ceresole Reale - Bivacco Giraudo23-24 AGOSTO MONTE ROSA - BIVACCO RESEGOTTI 3624 m (EEA da Alagna) (AF+ da Macugnaga)6-7 SETTEMBRE CIMA MONTE CASTORE 4225 m dal Rifugio Quintino SellaMTB 19-20 LUGLIO UNA NOTTE AL RIFUGIO ORSI - GIRO DEI 3 RIFUGI E DELLE 14 FONTANE

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Una giornata, una vetta...

MONTE GIUEP m 3100Val VaraitaCima dal profilo sinuoso, il Giuep s’innalza sul confine tra Piemonte e Francia; la vetta, nasco-sta nel remoto vallone di Rui, che confluisce nel-la parte più alta del vallone di Bellino, si rag-giunge con una lunga camminata, in condizioni ideali priva di difficoltà che non siano tipicamen-te escursionistiche: occorre comunque prestare attenzione ad individuare il percorso corretto, essendo presenti in zona svariate deviazioni.Anche il superamento del pendio detritico che sale al col de Longet (m 3050, da non confonder-si con il col du Longet, raggiungibile da Chiana-le) richiede un minimo di cautela, dal momento che il sentiero diventa meno evidente e può di-ventare problematico individuare il percorso in caso di nebbia.Proprio il valico rappresenta un primo punto panoramico di sicuro interesse: dal passo si sve-lano infatti i monti dell’alta valle dell’Ubaye, conosciuti a pochi appassionati, anche se assai suggestivi. In particolare sul versante oppo-sto della vallata percorsa proprio dal torrente Ubaye, affluente della Durance, appaiono le prime vette del Queyras, incluse all’interno dei confini dell’omonimo parco naturale regionale. Dal punto culminate del monte Giuep, guardan-do verso settentrione, si gode infine di un buon panorama sul Mongioia, vetta dalle forme sicu-ramente più aspre, assai frequentata anche per la sua ragguardevole altezza (m 3340).L’escursione ha in numerosi alpeggi formati da piccoli agglomerati di antiche baite, in verità spesso in abbandono, un ulteriore elemento di interesse.Da ricordare inoltre la suggestiva Rocca Senghi (m 2450), un isolato monolite in quarzite che pare ideato per difendere le Grange Cruset e la cui imponenza calamita inevitabilmente l’atten-zione nella parte iniziale dell’itinerario: seconda un’antica leggenda l’immenso macigno sarebbe stato scagliato dalla vetta del Pelvo addirittura da Dio, che il diavolo osò sfidare... al lancio del peso! Con i risultati che potete immaginare.

Caratteristiche dell’escursioneDislivello: 1220 m circaEsposizione: sud fino all’attraversamento del torrente Varaita di Rui, quindi prevalentemen-te est.Difficoltà: E+

Descrizione del percorsoLasciata l’auto nei pressi della chiesetta di S. Anna di Bellino (m 1882), non lontano dal tor-rente, s’inizia a camminare lungo l’ampia carra-reccia che, superato un primo ponte, prosegue ancora per un breve tratto fino ad un secondo e

subito dopo ad un terzo ponte, ap-pena prima del quale ad un bivio si trascura lo sterrato che piega a sinistra (U29) e che sale nel vallo-ne di Traversagn. Si imbocca invece la carrareccia contrassegnata dalla segnaletica U26, carrareccia che, oltrepassato il torrente, sale attra-verso i pascoli, mirando la monoli-tica Rocca Senghi.Superate alcune baite collocate a destra rispetto alla direzione di marcia, si perviene ad un bivio a quota 1950 m circa: alla deviazio-ne, si segue la mulattiera ancora a destra, individuata dalla segnaleti-ca indicante la direzione per “Lago Mongioie - Bivacco Boerio” e dopo poco segnalata ulteriormente con la sigla U26.Il tracciato sale alle grange Cru-set (m 2020), quindi attraversa un gruppo di antiche baite in pietra, oltre le quali prosegue come sen-tiero, che dapprima sbuca nella prateria, quindi perde pochi metri di quota, inoltrandosi nel vallone di Rui; raggiunta una piccola bai-ta, si scende appena per guadare il corso d’acqua e quindi si inizia a salire con decisione mirando verso ovest. Si segue il sentiero U26 fino a circa 2440 m dove, nei pressi di un isolato ru-stico, si abbandona il tracciato principale imboc-cando la traccia che sale con numerosi tornanti verso le grange Sablus: in prossimità della de-viazione si stacca verso sinistra anche il sentiero per la grangia Rui ed il colle di Malacosta, che bisogna ovviamente prestare attenzione a non imboccare.Oltrepassate le grange Sablus, si continua ad alzarsi, prima di perdere un poco quota per-correndo un traverso in costa al verdeggiante versante est della punta Mait; si noti che, in fase di ritorno, i pendii erbosi potrebbero suggerire una direttissima verso il fondovalle: si tratta di

una tentazione da evitare, dal momento che le distese prative sono più a valle interrotte brusca-mente da un alto gradino roccioso, che si mostra soltanto all’ultimo.Percorso il lungo tratto in costa, si riprende a salire con decisione, mentre il sentiero diventa meno evidente e la vegetazione tende a scom-parire: salendo su terreno detritico privo di dif-ficoltà, si perviene finalmente al col de Longet (m 3050), valico assai ampio. Si continua infine a salire percorrendo l’ampia cresta sud del Giuep, arrivando rapidamente sulla cima dal profilo ar-rotondato.

Claudio Trova

Il Giuep (a sinistra) ed il Mongioia (al centro) dal sentiero di salita

In vetta al Giuep, sullo sfondo del Mongioia (a destra)