Alpennino 2014 n2

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Alpennino n.2

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Page 1: Alpennino 2014 n2

Notiziario trimestrale delle Sezioni del Club Alpino Italiano di Alessandria,Acqui Terme, Casale Monf., Ovada, San Salvatore Monf., Tortona, Valenza.Autorizzazione Trib. di Casale n. 155 del 27.2.1985 - Direttore ResponsabileDiego Cartasegna - Direzione e Amministr. Via Rivetta, 17 Casale Monferrato. Redazione e Stampa Tipogra�a Barberis snc San Salvatore Monferrato“Spedizione in a. p. art. 2 comma 20/c legge 662/96 - Filiale di Alessandria”Anno XXV - Num. 2 - APRILE 2014

La Vetta dell’Aconcagua, la più alta montagna della Cordigliera andina e di tutto l’emisfero me-ridionale, non è stata raggiunta da nessuno dei componenti della Spedizione della Sezione di Ac-qui Terme per una serie di perturbazioni che ne hanno reso impossibile la scalata. Freddo, copiose nevicate e vento forte che si sono subito manife-state all’inizio della spedizione hanno reso una montagna tecnicamente facile non scalabile anche da parte di alpinisti più forti ed esperti.Ma ecco una rapida cronistoria di questa esperien-za. Arrivo a Mendosa il giorno 12 alla sera e subito i dubbi che tutti abbiamo sull’esistenza o meno dell’agenzia sono fugati dalla presenza all’aero-porto del Capo delle Guide a cui era af�data la nostra Spedizione; il giorno successivo avremo la conferma della professionalità dell’agenzia. Il dub-bio che però serpeggia è proprio sul tempo che troveremo e alle nostre richieste le guide su que-sto cominciano a mettere le mani avanti.Giorno 13: partenza dopo le pratiche di permesso per l’ingresso al parco, trasferimento da Mendosa a Penitentes e sistemazione in hotel (un modesto Hotel che rimpiangeremo più di una volta nei giorni successivi); qui i nostri bagagli sono presi in consegna dai portatori che li porteranno sino al campo base a 4300 m con i muli.Giorno 14: trasferimento all’ingresso del parco ed inizio della salita con un trekking breve e facile che ci porterà al Campeggio Con�uencia a 3300 m; qui iniziano le visite mediche per veri�care che i valori medici di riferimento consentano l’ascensione. È l’inizio di un servizio da parte del parco che risul-terà davvero fondamentale per il controllo della salute dei componenti della Spedizione. Si comin-cia a dormire nelle tende ma si mangia insieme nella tenda mensa in un ambiente confortevole che rende piacevole la permanenza.Giorno 15: dal Campeggio Con�uncia si raggiun-gono, con un Trekking di circa 6 ore i 4000 metri, �no al Belvedere della mitica parete sud dell’A-concagua che con i suoi 3000 metri verticali è stata meta dei più forti alpinisti del mondo fra i quali il nostro Messner. Al ritorno, controllo medico per controllare l’andamento del processo di acclima-tamento.Giorno 16: Salita al campo base di Plaza de Mulas a 4260 m con un trekking impegnativo di circa 7 ore. Nuovo controllo medico e sistemazione nelle ten-de. Il Campo base risulterà un hotel a quattro stel-le dopo la permanenza ai campi alti. Comunque possibilità di telefonare, tenda mensa, gabinetti, docce e buoni pranzi rendono la permanenza tut-to sommato piacevole a parte l’acqua che, ricca di magnesio, provoca fastidiosi problemi intestinali. Qui la prima doccia fredda, uno dei componenti

della spedizione risente fortemente della quota e le sue condizioni fanno anticipare ai medici la pos-sibilità di un suo rientro a Mendosa.Giorno 17: riposo al campo base e purtroppo rientro con l’elicottero all’ingresso del parco, per poi raggiungere Mendosa, di uno dei componen-ti della Spedizione. Contattata l’assicurazione e l’Agenzia Geloso di Acqui (che si sono dimostrati ef�cienti e di grande professionalità) si è organiz-zato il suo rientro in Italia. Nessuna conseguenza: la perdita di quota è stata suf�ciente per recupe-rare la piena ef�cienza �sica. Il pomeriggio nevica.Giorno 18: ascensione dal Campo Base a Monte Bonette a 5100 m. Un trekking che ha una durata di 6-7 ore che normalmente si effettua con scarpe da trekking leggere senza dif�coltà tecniche e che invece abbiamo percorso con scarponi e ramponi causa una importante nevicata. Non abbiamo rag-giunto la vetta, per la neve, ma abbiamo comun-que superato i 5000 metri. Al ritorno al Campo Base abbiamo trovato lo stesso affollatissimo cau-sa il rientro da parte di tutti gli alpinisti dai campi alti per forte vento e pericolo di valanghe. Qui ab-biamo avuto la conferma che la vetta dell’Aconca-gua non sarebbe stata una passeggiata.Giorno 19: inizia la salita ai Campi Alti; raggiun-giamo il 1° Campo Canadà a 4910 m per portare le attrezzature che serviranno per l’ascensione e rientriamo al Campo Base a Plaza de Mulas. La vetta dell’Aconcagua continua ad essere �agellata

Progetto Aconcagua 2014 “Sulle Ande per l’Africa”

RESPINTI A 400 METRI DALLA VETTA

Alpennino tra poco più di un mese compie 26 anni. Il primo numero infatti uscì nel maggio del 1988, per volontà dell’Intersezionale. Il percorso compiuto comincia ad essere lungo e raccoglie una parte signi�cativa della storia delle sezioni del CAI della provincia di Alessandria. Era importante che questo tragitto su carta stampata fosse con-servato e che nulla andasse perduto. E qualcuno ci ha pensato. Nello scorso inverno infatti è stato portato a termi-ne l’archivio online del nostro periodico, realizzato dal socio della Sezione di Valenza Giovanni Omo-deo, con l’ausilio del nipote Federico. Si tratta di un vasto archivio, che comprende tutti i numeri dal 1988 al 2014, ed è liberamente consultabile presso il sito del CAI Valenza nella sezione “Alpennino” (www.caivalenza.altervista.org/archivio-alpennino/ ).

I numeri della rivista possono essere sfogliati vir-tualmente online e anche essere scaricati in for-mato PDF sul proprio computer. Per fare ciò basta semplicemente cliccare la scritta “DOWNLOAD AL-PENNINO... N...” presente in fondo ad ogni Alpen-nino ed il download partirà in automatico dopo pochi istanti. Allo stesso modo saranno disponibili tutti i prossimi numeri. La Sezione di Valenza rin-grazia la Tipogra�a Barberis di San Salvatore per aver reso disponibile l’archivio cartaceo de l’Alpen-nino e il CAI di Alessandria, nelle persone di Max Avalle e Bruno Penna, per avere reso disponibili alcuni numeri della rivista utili a rendere completo l’archivio. Ma in realtà è la redazione tutta (e an-che l’Intersezionale) che deve davvero ringraziare Giovanni Omodeo per questo importante lavoro. Ora tutti hanno la possibilità di accedere alla “sto-ria” di Alpennino, che è anche una parte della sto-ria delle sezioni della nostra provincia, una storia fatta di alti e bassi (come del resto capita sempre), ma che ri�ette tuttavia il costante amore dei soci CAI per la montagna.

Diego Cartasegna

ALPENNINO:LA SUA STORIA IN UN SOLO CLIC

segue a pag 2 ➤

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RESPINTI A 400 METRI DALLA VETTA➤ segue da pag 1dal Viento Blanco che sof�a da 80 a 100 km all’ora e non sale nessuno.Giorno 21: dopo un giorno di riposo si sale, per pernottarvi, al Campo 1, e non si scenderà più per i prossimi giorni tentando di elaborare la strategia migliore per raggiungere la vetta. Sempre vento forte. Giorno 22: salita al Campo 2 Nido de Cóndores, 5250 m. Il tempo è buono e la temperatura non dà problemi, ma il vento è sempre forte e attualmen-te non sale ancora nessuno verso la vetta.Giorno 23-24: giornate di stazionamento al Cam-po 2. Breve escursione nei dintorni del campo e vento ancora protagonista 70-80 km/h. Tempera-tura sotto i -15° in diminuzione. Giorno 25: salita al Campo 3 Colera, 5770 m, sem-pre vento forte ma è prevista una �nestra di rela-tivo miglioramento nella notte. Partenza prevista per il tentativo alla vetta alle 5 del giorno 25.Purtroppo nella notte uno dei componenti della Spedizione viene colpito da edema polmonare. Nella notte si è organizzata la discesa al campo 2 al Nido de Condores e da qui all’alba al Campo Base a Plaza de Mulas con elicottero. Giorno 26: il previsto tentativo alla vetta non ha luogo per ovvie ragioni e attendiamo al Campo 3 notizie sul nostro amico. Tutto bene: la rapida discesa ha immediatamente migliorato le sue con-dizioni. Inoltre il tempo pare migliorare legger-mente e la vetta è stata raggiunta da qualcuno.

Decidiamo di ritentare il giorno successivo.Giorno 27: ore 2.30 del mattino una bella e lumi-nosa notte senza vento e con temperature grade-voli ottime condizioni �siche da parte di tutti. De-cidiamo di partire alle 5. In queste 3 ore si scatena l’inferno: vento 100 km/h temperature -20°. Non solo non si riesce a salire ma non si riesce a uscire dalla tenda. Decidiamo di rinunciare e scendere in giornata al Campo Base: la forma �sica a quelle al-tezze dura poco e dopo tanti giorni di permanen-za i pericoli di congelamento aumentano in modo esponenziale. Due di noi, i più forti e i più esperti, decidono di tentare ancora il giorno dopo. Gli con-segniamo il Gagliardetto della nostra Sezione con l’augurio di portarlo in vetta.

Giorno 28: Davide Chiesa e Marco Salvatore sono arrivati a circa 400 metri dalla vetta dell’Acon-cagua (6962 m), poi hanno dovuto rinunciare alla salita per il freddo e il vento e per principi di congelamento. Rientro al campo base e cure mediche. Giorno 29: rientro a Mendosa e �ne della Spedi-zione.Che dire, la montagna, pur se facile tecnicamente, non si è lasciata scalare per le condizioni meteo di vento forte e bassa temperatura. Quello che resta è la certezza di esserci arrivati nelle migliori con-dizioni �siche e psicologiche e questo ha fatto sì che le decisioni che abbiamo dovuto prendere non hanno portato a tensioni fra di noi. Siamo partiti come un gruppo di amici e siamo tornati ancora più legati di prima dall’esperienza vissuta.Le cartoline spedite dai componenti della spedi-zione sul Monte Aconcagua da Mendosa stanno arrivando e con questo si chiude la prima parte del progetto della Sezione del CAI di Acqui: l’im-pegno verso World Friends per la raccolta di fondi a favore del Neema Hospital di Nairobi, un ospe-dale al servizio dei bambini e delle donne della baraccopoli di Nairobi. La seconda parte ci vedrà ancora impegnati nella raccolta fondi nelle serate che organizzeremo per descrivere le varie fasi del-la Spedizioni attraverso la proiezione di materiale audiovisivo.

CAI Acqui Terme

Sezione di Acqui Terme

RINNOVATE LE CARICHE SOCIALIIl 7 Marzo scorso, presso la sede di via Montever-de 44, si è tenuta l’Assemblea Generale dei Soci CAI della Sezione nel corso della quale si è pre-sentato ai Soci il resoconto delle attività svolte e i programmi di attività del 2014. Il 2013 è stato un anno positivo per la nostra Sezione. È il terzo anno consecutivo di crescita del numero di Soci che aderisce alle attività da noi proposte. Un ri-sultato importante e in controtendenza rispetto al quadro nazionale che ha portato la Sezione a 409 Soci dai 251 del 2010.Un risultato non solo numerico ma qualitativo che si è ottenuto diversi�cando e specializzando le iniziative. Alpinismo, Alpinismo Giovanile, Sci ragazzi, Escursionismo, Ciclo Escursionismo le at-tività proposte e per ognuna di queste si stanno formando nuove �gure di Istruttori e Accompa-gnatori. L’attività di formazione troverà nel 2014 un ul-teriore incremento con la formazione di altri 11 Accompagnatori Sezionali di Alpinismo Giovanile e il tirocinio di un nuovo Istruttore di Alpinismo e in autunno probabilmente si terrà anche un corso di formazione Intersezionale per Accompagnato-ri Sezionali di Escursionismo.Formare una nuova leva di Istruttori ed Accom-pagnatori signi�ca sempre di più offrire ai nostri Soci e a chi desidera partecipare alle nostre attivi-tà un livello sempre più alto di quel “volontariato professionale” che è una caratteristica peculiare del nostro Sodalizio. Prosegue inoltre l’impegno per la valorizzazione del nostro territorio. La rete dei sentieri si avvia a diventare sempre più importante e rami�cata: siamo ormai a più di 300 km di percorsi segnalati ed accatastati dai nostri volontari; nell’Assemblea si è presentato il piano di lavoro per il 2014. Ab-biamo, inoltre, lavorato per accrescere l’offerta sul territorio delle iniziative rivolte soprattutto ai ragazzi e alle scuole; oltre alla Palestrina di val

Cardosa il cui utilizzo è destinato ai ragazzi delle Scuole Superiori abbiamo recuperato, attrezzato e reso fruibile a nostra cura e spesa, in collabo-razione col Sindaco e l’amministrazione di Mor-bello, un muro di arrampicata arti�ciale rivolto ai ragazzi delle quarte e quinte elementari. Siamo orgogliosi di riuscire ad offrire queste attività a costo zero per la collettività grazie all’impegno dei nostri volontari.Un quadro positivo che fa pre�gurare nuove po-tenzialità di crescita ma che ci impone un nuovo quadro di responsabilità. Responsabilità a cui saranno chiamati il nuovo Consiglio e il nuovo Presidente di Sezione eletti nel corso della serata. Nella foto il passaggio del “campanone” fra il vecchio e il nuovo Presidente.La Sezione di Acqui ringrazia tutti i volontari che nel corso del 2013 hanno dedicato tempo e ca-pacità alle attività sociali, il Consiglio uscente e il suo Presidente per l’attività svolta, il Comune di Acqui e le Amministrazioni del territorio che ci agevolano nelle nostre iniziative, i volontari delle Pro Loco, della Protezione civile e dell’Asso-ciazione Nazionale dei Carabinieri che ci aiutano nell’organizzazione e la stampa locale che ne dif-fonde l’informazione.

CAI Acqui Terme

Sezione di San Salvatore Monf.

NUOVE CARICHE SEZIONALICon l’Assemblea del 3 dicembre scorso la Sezio-ne di San Salvatore Monferrato ha rinnovato il Consiglio Direttivo ed ha eletto le nuove cariche sezionali per il triennio 2014/2016.L’assemblea dei soci ha eletto i Consiglieri Ami-sano Carlo, Armano Giorgio, Denotti Massimo, Gandolfo Nunzio, Maritano Renata, Marchese Luigi, Massarotto Egisto, Pasino Roberto, Patruc-co Paolo. Sono stati eletti per il Collegio dei Re-visori Careddu Alberto, Verganti Maurizio, Zacca-ron Nadia e per il Collegio dei Probiviri Beccaria Giuseppe, Dagna Renzo, Luparia PierLuigi.Il Consiglio direttivo riunitosi il 10 gennaio 2014 ha eletto Patrucco Paolo presidente, Amisano Carlo vicepresidente, Marchese Luigi tesoriere e Sacco Luigi segretario.Un doveroso ringraziamento al Consiglio uscente e a tutti coloro che hanno contribuito attivamen-te alla vita della Sezione in questi ultimi anni, impegno riconosciuto anche con l’assegnazione da parte dell’Amministrazione Comunale, su in-dicazione della popolazione, della “Targa della Torre”, per la categoria sport, durante l’annuale assegnazione delle Benemerenze Civiche.

Carlo Amisano

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Una ricorrenza importante per la Sezione

QUARANT’ANNI DI CAI A VALENZALa Sezione di Valenza nacque il 4 aprile 1974 su iniziativa di un centinaio di soci CAI iscritti alle Sezioni di Alessandria, Casale e San Salvatore che inoltrarono la richiesta poi accettata dalla Sede centrale del CAI di Milano.Fu eletto, come primo presidente, Gian Piero Ac-catino, che restò in carica sino al 1993, col quale iniziò un’eccellente collaborazione con le guide di Courmayeur, realizzando corsi di alpinismo su roccia e su ghiaccio. Nel 1981 la sezione organiz-zò il primo dei 14 corsi di alpinismo con le guide di Courmayeur. Fra i partecipanti ai corsi si formò un gruppo molto af�atato che, per alcuni lustri, rappresentò il nucleo dirigente del CAI di Valen-za. Dal 1994 al 1999 la sezione ha avuto come presidente Ivo Fenaroli, che lasciò l’incarico a Ma-ria Bajardi �no al 2008.Il 22 agosto del 2000 un triste evento sconvolse tutti: la morte di Davide Guerci, precipitato nel gruppo del Monte Bianco. La sciagura interrup-pe una brillante carriera alpinistica che lo vide in cima alla più alte vette delle Alpi e delle Dolomiti. Per lasciare un signi�cativo ricordo del loro caro, i genitori Rosalba e Luigi espressero il desiderio di realizzare la costruzione di un edi�cio destinato al CAI, alla montagna, alla città. Nacque così la nuova sede di architettura moderna nei Giardi-ni Aldo Moro, che divenne subito un importante luogo di aggregazione per gli amanti della mon-tagna e per tutti i cittadini.L’attività escursionistica, che aveva già avuto il suo sviluppo negli anni precedenti, si rafforzò nel decennio 2000-2010 con un programma annuale e una scelta di percorsi vari e accessibili a un nu-mero sempre crescente di partecipanti grazie an-che alla forte collaborazione con le altre sezioni piemontesi e lombarde. Ogni anno si ottennero buone presenze nelle escursioni con una scelta di itinerari comprendenti le Valli Alpine, le Alte Vie Liguri, l’Appennino Ligure Piemontese e le colline del territorio. Nei mesi invernali si proseguì con le

racchette da neve, le ciaspole. Notevole successo ebbero le escursioni di più giorni: le Alpi Apua-ne, le Calanques di Marsiglia, la Sicilia e tante al-tre. Larga adesione si ebbe anche nei gruppi di escursionisti nelle Dolomiti con pernottamenti in albergo oppure in rifugi e continuò l’attività sul-le Vie Ferrate. Si intensi�carono i rapporti con le Scuole grazie alle escursioni guidate sia in mon-tagna che sulle nostre colline. Intenso divenne il rapporto, con l’utilizzo dei locali del Palaguerci, con le Associazioni culturali e di volontariato, l’U-nitre di Valenza e di Alessandria, famiglie e altre realtà del territorio. Con un lavoro durato cinque anni, grazie alla guida di Giovanni Omodeo, si realizzò la segnaletica di 14 sentieri nelle nostre colline con uno sviluppo di 194 chilometri, dalle colline al Po, in collaborazione con il Parco Flu-viale del Po e dell’Orba. Grande successo ebbe quindi la pubblicazione della Carta dei Sentieri, iniziativa assai apprezzata e utile per il rilancio tu-ristico-ambientale del nostro territorio. Nel 2009 fu eletto presidente Fausto Capra, attualmente in carica, che, continuando sulla via tracciata, ha contribuito ad incrementare incontri culturali, nel programma “Orizzonti Montagna”, fra cui citiamo le serate con gli alpinisti Hervé Barmas-se, Gnaro Mondinelli, Kurt Diemberger, Ermanno Salvaterra, Fulvio Scotto, Angelo Siri e altri. Sono state assegnate borse di studio agli studenti delle

Scuole Medie Superiori Cellini di Valenza su pro-getti che valorizzano la montagna.Nella primavera del 2013 sono iniziati i lavori che hanno portato alla realizzazione, a Maggio, del nuovo sito del CAI Valenza, disponibile presso l’indirizzo http://caivalenza.altervista.org/. Il sito, rimodernato concettualmente e gra�camente, vuole fornire ai soci una risorsa importante per tenersi informati su tutto ciò che riguarda la se-zione. L’interfaccia è stata molto apprezzata, e le visualizzazioni del sito hanno superato quota 35000 nell’arco di 10 mesi. Durante l’inverno a cavallo tra il 2013 e il 2014 è stato portato a ter-mine l’archivio online del periodico interseziona-le “Alpennino”, realizzato da Giovanni Omodeo, con l’ausilio del nipote Federico (vedi articolo in copertina). Un altro �ore all’occhiello della sezio-ne è stata la palestra di arrampicata di cui oggi è responsabile Stefano Sisto coadiuvato da assidui soci frequentatori. È stata realizzata, grazie a Ma-rilena Dealessi, Giorgio Manfredi e Ermes Mora-glio la catalogazione completa dei 1796 volumi, la maggior parte dei quali sono stati donati dalla famiglia Guerci. Il lavoro si è attuato in accordo con la Biblioteca Centrale CAI, secondo i criteri usati dalle Biblioteche Pubbliche. È seguita quin-di la connessione in Internet. Bisogna dare atto che tutte le attività sono state seguite dal consi-glio direttivo, i cui componenti avvicendatisi negli anni, hanno sempre manifestato entusiasmo ed interesse alla loro buona riuscita.Saranno inserite, nel corso di quest’anno, parti-colari attenzioni ai classici appuntamenti sempre molto attesi dai nostri soci: per le Dolomiti il sog-giorno a Zoldo Alto, tra Pelmo e Civetta, dal 30 giugno al 5 luglio e il trekking da rifugio a rifugio del 5-8 luglio. In�ne dal 21 al 27 settembre avrà luogo l’escursione nel Parco Nazionale della Ma-iella e del Gargano, con la collaborazione delle sezioni di Casale, Mortara e Ovada.

Enea Robotti e Giorgio Manfredi (CAI Valenza)

Sezione di Alessandria

CORSO RACCHETTE DA NEVECon l’ascesa alla Punta Laissè da Vetan, domenica 9 marzo si è concluso il 2° Corso in Ambiente In-nevato della Sezione di Alessandria.Il fenomeno racchette che da alcuni anni è in costante espansione, sia per il costo abbordabi-le dell’attrezzatura sia per la talvolta traviante pubblicità al frequentare la montagna in inverno lontano dalle piste da sci, ha fatto si che sempre più persone si cimentino in uscite in ambiente in-nevato.Quando nel 2012 abbiamo effettuato il 1° Corso, persino l’OTTO regionale non era preparato alla richiesta di “nulla osta”, non esisteva né modulo né un regolamento uf�ciale per i corsi per rac-chette, così abbiamo adattato alle nostre necessi-tà quello per lo scialpinismo.Siamo stati la prima Sezione CAI all’interno del LPV ad effettuare questa tipologia di corso, con una sinergia quasi rara se non unica tra escursio-nisti e scialpinisti.A distanza di due anni ci siamo riproposti di pre-sentare un nuovo Corso e la risposta è stata così forte che abbiamo dovuto chiudere le iscrizioni al 21° iscritto. Oltre non abbiamo potuto accet-tarne perché nel frattempo dal nostro primo Cor-so la Scuola Centrale di Escursionismo ha dettato i limiti di adesione ai corsi in base ai Titolati dispo-nibili, come AEI, AE, ISA, INSA.

Nuovamente, la cooperazione con gli Istruttori della Sezione facenti parte della Scuola Alphard e con l’aiuto dell’amico Giorgio Bello AE di Ovada ci hanno permesso di portare nelle cinque uscite un totale di 93 presenze di corsisti più gli Accom-pagnatori, gli Istruttori e Sezionali volontari per altre 37 presenze.Siamo stati fortunati, non una gita è stata rinvia-ta, certo la prima alla Capanna Mautino è stata effettuata con visibilità scarsa e successivamente sotto una bella nevicata, ma tutte le altre sono state baciate dal sole e da temperature ottimali. Le lezioni teoriche sono state seguite con atten-zione, anche quelle più ostiche come Meteo e Cartogra�a. Nell’ultima lezione quando i corsisti hanno presentato una loro idea di gita hanno do-vuto fare un’analisi delle previsioni meteo, del bollettino delle valanghe e degli aspetti cartogra-�ci inerenti il percorso da effettuare.Non c’è stata solo didattica ma anche piacevoli “terzi tempi” post lezione al “Four Bears”, da-vanti ad una birra.Molti aderenti al corso hanno anche partecipa-to ad altre uscite sia sociali che “estemporanee”: sono state fatte prove per la ricerca travolti, l’a-dozione dell’ARTVA obbligatoria nelle nostre gite non è diventata così il solo averlo con sé come la botticella dei San Bernardo ma uno stru-

mento che in caso di bisogno può essere di utilità effettiva.Come Direttore del Corso sono felice del clima che si è instaurato tra i partecipanti e anche con gli accompagnatori, posso dire che siamo riusciti a dare molto divertendoci altrettanto.Ultimo atto sarà la cena di �ne corso dove tutti riceveranno il Diploma di partecipazione e un re-galo da parte della Sezione.

Ferruccio Fei AE AEI - Sezione di Alessandria

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QUOTA ASSOCIATIVALa quota associativa versata alla sezione e suc-cessivamente in parte inviata alla Sede Centra-le (negli ultimi 4 anni è rimasta invariata, sia la quota per la Sede Centrale, che la quota minima per il rinnovo al Sodalizio), come da Regolamen-to generale oltre a comprendere il contributo per le pubblicazioni periodiche, per le coperture assicurative e il contributo straordinario pro-ri-fugi (che viene successivamente ridistribuito ai rifugi CAI d’Italia, come da speci�co bando) include una parte destinata all’organizzazione Centrale.Tali risorse, sono a loro volta utilizzate anche per erogare contributi ai gruppi regionali - con precisa suddivisione in una quota �ssa per grup-po regionale oltre ad una per sezioni e soci pre-senti in ciascuna regione - e alle Sezioni a sup-porto delle spese per la manutenzione ordinaria dei rifugi nonché per sostenere le attività degli OTCO (Organi Tecnici Centrali Operativi) e tra-mite essi degli OTTO (Organi Tecnici Territoriali Operativi) .L’utilizzo delle quote versate alla Sede Centrale è interamente descritto nel fascicolo del Rap-porto dell’attività dell’anno inviato a tutte le Sezioni per l’annuale Assemblea dei Delegati e a disposizione dei Soci.In tal modo i Soci possono comprendere come le somme inviate alla Sede Centrale siano desti-nate non solo al funzionamento della stessa ma ridistribuite come sopra dettagliato.

Alpinismo Giovanile

UN RICCOPROGRAMMA PER I RAGAZZILe sezioni CAI di Ovada, Novi Ligure ed Acqui Ter-me hanno varato il programma annuale di Alpi-nismo Giovanile, costituito da una serie di escur-sioni e di iniziative rivolte ai bambini (dagli 8 anni in su) ed ai ragazzi. Si tratta di un vero e proprio corso per insegnare come affrontare in modo cor-retto e responsabile la montagna, suddiviso, con iniziative differenti, per i più piccoli (“corso base”) e i più grandi (“corso avanzato”). Si è iniziato nel

week end del 15 e 16 marzo con la presentazione del programma e con un’uscita (per i più grandi) che ha avuto come tema il soccorso alpino. Il 5 e il 6 aprile è invece in calendario una lezione teorica seguita da un’escursione nella zona di Toirano, a San Pietro ai Monti (corso base) e un’arrampica-ta su roccia (corso avanzato). Il 10 e l’11 maggio sarà invece dedicato alla cartogra�a ed alla storia del territorio con un’uscita a Monastero Bormida (partecipazione al “Giro delle Cinque Torri”, or-ganizzato dalla sezione di Acqui Terme). L’attività proseguirà poi il 14 e il 15 giugno con lo “studio” dell’arrampicata che sarà messo in pratica su una via ferrata al Parco delle Cave in valle Cervo per i ragazzi più grandi, mentre i piccoli percorreran-no un sentiero. Il “pezzo forte” del programma (riservato ai ragazzi del “corso avanzato”) inve-ce è in calendario dal 28 luglio al 2 agosto: sarà infatti effettuato un trekking nelle Alpi Retiche sul cosiddetto “Sentiero Roma”. Saranno toccati i rifugi Gianetti, Allievi e Ponti ed è prevista anche la salita ai 3367 metri del Pizzo Cengalo.A settembre (il 6 e il 7) i giovani del CAI si re-cheranno a Sant’Anna di Vinadio con program-mi differenziati per le diverse fasce di età (ma comunque attinenti alla roccia), mentre altri due appuntamenti sono in�ne �ssati a ottobre; la chiusura del corso è prevista il giorno 26 con la tradizionale “Castagnata” al rifugio Mulino Nuo-vo, nei pressi di Capanne di Marcarolo.

Assemblea dei delegati - Torino - 25.26 maggio 2013PROPOSTA QUOTE ASSOCIATIVE ANNO 2014

ORDINARI E SEZIONI NAZIONALIQuota SezioneQuota Organizzazione CentraleContributo pubblicazioniContributo assicurazioniContributo pro-rifugiTotale minimoQuota ammissione minima

FAMIGLIARIQuota SezioneQuota Organizzazione CentraleContributo pubblicazioniContributo assicurazioniContributo pro-rifugiTotale minimoQuota ammissione minima

GIOVANIQuota SezioneQuota Organizzazione CentraleContributo pubblicazioniContributo assicurazioniContributo pro-rifugiTotale minimoQuota ammissione minima

VITALIZIQuota SezioneQuota Organizzazione CentraleContributo pubblicazioniContributo assicurazioniContributo pro-rifugiTotale minimoQuota ammissione minima

12,7010,337,369,131,18

40,703,81

7,404,35

-9,130,83

21,713,81

5,011,05

-9,130,50

15,693,81

0,70-

7,369,130,50

17,69-

È il 12 Agosto, una bella giornata estiva, e sto ri-salendo il sentiero che, in val Grisanche, porta ver-so il Rifugio degli Angeli. Dietro di me, mio �glio chiacchiera ininterrottamente, Enrico ci precede e siamo seguiti da altri soci della Sezione di Casale Monferrato. La commissione di AG ha organizzato un’uscita di alpinismo facile per fare esperienza ed eventualmente prepararsi ai corsi per accompagna-tori a livello regionale.Tra le commissioni della sezione quella di AG è senz’altro la più attiva: guidata da anni dall’infati-cabile Franco Degiovanni durante la sua vita tren-tennale ha fatto conoscere la montagna a centinaia di bambini casalesi. Negli ultimi anni la commissio-ne ha puntato molto sulla formazione, riuscendo a coinvolgere, grazie a un’enorme mole di lavoro organizzativo, tanti genitori che si sono avvicinati al CAI per assecondare le curiosità dei �gli. A questi si sono af�ancati, oltre all’INA Edo Ferrero e a Enrico Bruschi altri soci della sezione con buona esperien-za alpinistica. Grazie a numerosi corsi di formazione e alla costituzione della “scuola di montagna e del-le terre alte”, hanno ottenuto la quali�ca di ASAG numerosi soci. L’alto numero di accompagnatori permette di organizzare annualmente programmi diversi per fasce d’età, proponendo gite coinvol-genti e adeguate all’età dei bambini per l’impegno richiesto. La nostra salita al rifugio degli Angeli fa parte del progetto di formazione continua degli ASAG: domani saliremo alla testa del Rutor per permettere ai meno esperti di familiarizzare con la progressione su neve, con e senza ramponi. Io non faccio parte del gruppo ASAG, né ho la presunzio-ne di poter insegnare qualcosa ma, trovandomi in val d’Aosta per il consueto periodo di vacanze, mi sono aggregato con mio �glio Edoardo, di quattor-dici anni. Vista la sua presenza, Fabrizio e Alessan-dra hanno deciso di far partecipare anche il loro, Samuele, tredici anni: dalla determinazione che ha

mostrato, dubito che sarebbero comunque riusciti a lasciarlo a casa.Così, dopo un’abbondante cena e una notte tra-scorsa tranquillamente nel confortevole rifugio, eccoci di partenza, al buio, sotto un cielo coperto da nubi basse e calpestando neve che durante la notte non è riuscita a gelare. La salita procede re-golarmente, anche i meno esperti imparano presto a utilizzare i ramponi, quando il pendio diventa più erto e la neve �nalmente dura. Arriviamo sulla cima mentre un freddo vento da ovest sof�a via le ultime nubi. Durante la discesa la bella giornata invita a indugiare, così abbiamo modo di fare un po’ di di-dattica. Alcuni dimostrano una buona conoscenza delle manovre con le corde; per altri, il ripido pen-dio che termina in una larga conca nevosa diventa teatro di goliardiche ruzzolate. Quegli alpinisti che hanno appena ritrovato la gioia infantile di scivo-lare seduti sulla neve vengono, però, duramente ripresi da Enrico, che fa, giustamente, notare come, con i ramponi ai piedi, questo gioco sia pericoloso. La gita termina positivamente per tutti e ci ritrovia-mo ancora al rifugio, dove si viene sempre accolti con sincera premura e cordialità. Purtroppo il ricordo di questa gita è ormai unito a quello, ben più tragico, del piccolo Elia, con cui ab-biamo condiviso poche ore al rifugio: tre giorni più tardi il suo cuore ha smesso di battere. Drammati-che contraddizioni della vita.La mia esperienza con l’AG, per ora, �nisce qui, ma non l’attività della Commissione, che prepara le ultime uscite della stagione, progetta le attività per l’anno prossimo e intanto cerca nuovi volontari da formare per poter aumentare ulteriormente le proposte verso i giovani, futuri frequentatori delle terre alte (e di questo mondo, del quale vorremmo prendessero consapevolezza, andando controten-denza, con esperienze reali e non solo virtuali).Claudio Ferrando - Sezione di Casale Monferrato

A.G. Casalese

UN GRUPPO IN CONTINUA CRESCITA

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In occasione del centenario della prima guerra mondiale la sezione di Casale Monferrato propo-ne, per i giorni 14 e 15 giugno prossimi, un’escur-sione al massiccio del Pasubio, che vide, dal 1916 alla �ne della guerra, fronteggiarsi le forze italia-ne e quelle dell’impero austroungarico. Si potrà così ricordare e riscoprire la drammatica violenza di quel con�itto che vide questa montagna testi-mone della folle strage, da una parte e dall’altra, di centinaia di migliaia di giovani, camminando sui luoghi che di quella lunga battaglia conserva-no ancora innumerevoli testimonianze. Il fronte di guerra si estendeva dalla zona tra Brescia e Ve-rona �no ad est del �ume Isonzo, passando per lo più in alta montagna. La guerra in montagna fu tragicamente dura per i soldati di entrambi gli schieramenti: alla terribile vita di trincea si ag-giungevano i disagi provocati dall’asprezza del terreno di battaglia e del clima.Nella notte tra il 14 e 15 maggio del 1916, le forze austroungariche iniziarono un violento attacco sugli altipiano del Pasubio e di Asiago, con l’in-tenzione di sfondare le linee italiane e dilagare verso Verona. Le truppe italiane si fecero trovare impreparate, anche per la sottovalutazione del generale Cadorna, ma resistettero tenacemente, pur arretrando �no ai limiti meridionali degli al-tipiani.La battaglia infuriò �no al 27 giugno, e si stima che solo in questa fase le perdite da entrambi gli schieramenti ammontarono a più di 230.000 uomini. Sul massiccio del Pasubio i reparti italiani

fronteggiarono i nemici contendendosi il con-trollo di due montagne che distano tra loro circa duecento metri e che vennero poi denominati Dente Italiano e Dente Austriaco. Intensi bom-bardamenti e l’uso di enormi mine hanno abbas-sato la quota di quei pinnacoli, si dice, di cento-ottanta metri. Carlo Emilio Gadda, impegnato come uf�ciale di complemento, nei suoi “Diari di Guerra”descrive il bombardamento del Dente Italiano osservato dall’Altopiano di Asiago, di-cendo che la montagna sembrava un vulcano, fu-mando ed eruttando per tutta la notte. Solo quel piccolo lembo di montagna contesa vide 4500 morti: i corpi fatti a pezzi erano così numerosi che si aspettò il 1921 per consentire l’accesso ai civili a quelle montagne, dopo aver sgomberato i cada-veri. Per rifornire le prime linee, gli italiani apriro-no una strada al riparo delle artiglierie nemiche, un vero capolavoro di ingegneria, la Strada delle 52 gallerie, che percorreremo per raggiungere il rifugio Achille Papa, dove pernotteremo. Questo rifugio è costruito sul basamento di un ricovero in muratura della guerra: i baraccamenti erano costruiti appesi agli strapiombi e in questo punto erano così affollati che venivano chiamati “el Mi-lanin”, la piccola Milano.Il giorno seguente compiremo un’escursione ad anello sulle cime che videro quello scontro tragi-co e millimetrico, interessanti anche dal punto di vista paesaggistico.Per info: CAI Casale, 0142 454911

Claudio Ferrando

Lutto nella Sezione di Casale Monferrato

RICORDO DI FRANCO E ANDREINAE’ stato triste per i soci della Sezione di Casale Monferrato l’inizio del nuovo anno: due amici che �no a pochi mesi fa camminavano con noi ci han-no lasciato. Franco Maniero aveva percorso la via Francigena, con la sua inesauribile forza sempre in testa al gruppo, che a volte distaccava guada-gnandosi le aspre rampogne della nostra “capa” Elena. Lo ricordiamo felice, in Piazza San Pietro, il 28 settembre, già proiettato verso un nuovo cammino, quello di Santiago. Poi, all’improvviso, il male che ne avrebbe stroncato la grande vitali-tà. Come un fulmine a ciel sereno arrivava anche, lo scorso ferragosto, la notizia della malattia di Andreina, �no a due mesi prima attiva nel grup-po di Alpinismo giovanile, di cui il marito Franco Degiovanni è il creatore ed infaticabile trascina-tore, a seguire con la sua dolcezza i più piccolini. L’avevamo incontrata pochi giorni prima quando ci raccontava dell’intenzione di lasciare il lavoro, sempre svolto con intelligenza e puntiglio, per dedicarsi al nipotino e andare �nalmente a vivere nella casa di campagna. Ha lottato con la solita te-nacia e sembrava avercela fatta. Poi, improvviso, il crollo. Ricordiamo Franco con le parole lette da

Paola durante il rito funebre. “Di solito penso che questi momenti siano da rispettare con il silenzio e la preghiera. Oggi, però, ho sentito che mi faceva piacere salutare un amico con cui ho camminato tante volte. Mi piace ricordare di te quando scat-tavi, e ci facevi arrabbiare perché quasi nessuno ha il tuo passo. Voglio ricordare quando parlavi dei tuoi progetti per cammini lunghi e impegnati-vi e poi ce li raccontavi, tornando. Quando parlavi di Elia, di quanto ti sarebbe piaciuto insegnargli a camminare e portarlo con te. Mi piace ricordare il tuo sorriso in piazza San Pietro, il 28 settembre, quando siamo �nalmente arrivati a Roma. Sei an-dato ancora una volta davanti. Ciao Franco”.E ricordiamo Andreina con le parole lette da Enri-co, dopo la commovente lettura di sant’Agostino fatta dalla �glia Anna, anche lei nostra socia. “Si dice che dietro ad un grande uomo c’è sempre una grande donna. Nel caso di Andreina e Franco il detto rispecchia perfettamente la realtà. Tanto Franco è sempre stato vulcanico protagonista, fu-cina di nuove idee e proposte, altrettanto Andrei-na è sempre rimasta de�lata; la sua riservatezza non ha però mai nascosto la profondità della sua

Sezione di Casale Monferrato: un’escursione al Monte Pasubio

SULLE MONTAGNE DELLA GRANDE GUERRA

intelligenza e l’importanza della sua concretezza.D’altra parte l’importanza che Andreina ha nel-la vita di Franco traspare ogni volta che lui parla della moglie; e ci appariva evidente ogni volta che andavamo a casa loro per programmare qualche nuova attività del CAI: Franco al computer, sul tavolo ingombro di carte, documenti, proposte; Andreina a far andare avanti la casa. Una casa che così diventa rifugio sicuro per ripararsi da ogni tempesta, in cui trovare calore, tranquillità, sicurezza e la forza per ripartire per nuove salite. E certamente Andreina è ancor più importante per Alberto, Anna e Davide, tre splendidi ragaz-zi che, seguendo l’esempio dei genitori, si stanno affermando nella vita con l’impegno nello studio, nel lavoro e nel volontariato, cioè nell’aiutare chi rimane indietro, mettendosi al passo del più len-to, così come Franco non si stanca di ripetere a chi va in montagna. Allo stesso modo, sono certo, Andreina sarà importante per il piccolo Matteo, che ha potuto conoscere la dolcezza di questa sua nonna, e per i nipotini che verranno, perché ciò che Andreina ha seminato nella sua vita conti-nuerà a germogliare, �orire e dare ottimi frutti”.

RingraziamentoProfondamente commossa dalle grande parteci-pazione di soci e sezioni la famiglia Degiovanni ringrazia sentitamente la comunità del CAI che anche in questa circostanza ha testimoniato quanto grande sia il suo spirito ed il suo valore umano.Accompagnato dallo struggente ricordo di An-dreina e confortato dalla vostra solidarietà, ho percorso con Davide, il più giovane dei nostri �-gli, il tratto da Orvieto a Roma della Via Francige-na. Grazie a tutti.

Franco Degiovanni

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Sezione di Tortona: gli animali selvatici

CUCCIOLI: NON TOCCATELI, PER FAVOREDurante la stagione primaverile gli animali ac-cantonano parte della loro dif�denza poiché sono coinvolti nel complesso periodo della ri-produzione che entro l’inizio dell’estate culmi-na con la nascita dei cuccioli.All’inizio della primavera avvengono i riti di corteggiamento e di accoppiamento seguiti dalla costruzione del nido o della tana, dalla covata o dal parto, dalla crescita dei piccoli nel-le prime fasi presso il nido e successivamente nell’ambiente naturale.Si tratta di fasi della vita degli animali che sono molto delicate e per motivazioni diverse proprio in questa stagione è più probabile im-battersi in animali impegnati nei riti di corteg-giamento o rinvenire covate, nidiate o cuccioli. Uno dei riti di corteggiamento più affascinanti è quello del fagiano di monte che avviene tra l’inizio e la metà del mese di maggio generalmente nelle radure tra i larici in posizioni evidenti e dominanti, soprattut-to nelle prime ore del mattino. I maschi effettuano delle singolari parate esiben-do il loro piumaggio ed emettendo dei suoni particolari, talvolta lottando tra di loro.Molti animali, soprattutto mammiferi ed uccelli, scelgono di costruire il nido o il giaciglio direttamente sul suolo, occultan-dolo tra la vegetazione. In questo luogo depongono le uova e mettono al mondo i propri �gli, accudendoli nelle prime set-timane di vita. Mentre la femmina cova o cura la cucciolata, in molte specie il maschio vigila il territorio ed attrae l’attenzione di un eventua-le predatore per allontanarlo. La femmina ed i piccoli rimangono occultati nella vegetazione con�dando nel mimetismo e spesso nell’azione diversiva dei maschi.Nelle escursioni in montagna è possibile imbat-tersi, soprattutto in primavera, nei cuccioli di varie specie selvatiche. Quasi tutti gli adulti e molti cuccioli quando vengono sorpresi da un possibile predatore, e tra questi c’è anche l’uo-mo, scelgono la strategia della fuga. I piccoli di queste specie possono camminare, correre, superare ostacoli, saltare ed arrampicarsi già poche ore dopo la nascita. I cuccioli di camoscio e stambecco sono tra quelli capaci di seguire la madre in tempi brevissimi dal momento della nascita; non è raro vedere cuccioli molto piccoli saltare ed arrampicare agilmente e con invidia-bile sicurezza.Altre specie invece mettono al mondo cuccioli che rimangono nel luogo di nascita preparato dalla madre per un certo periodo e successiva-mente effettuano degli spostamenti guidati molto brevi. Essi vengono temporaneamente abbandonati dalla madre che si allontana per nutrirsi ed osservare il territorio e, con�dando nel mimetismo del proprio mantello e nell’as-senza di odore, restano immobili ed in silenzio �no al ritorno del genitore. I cuccioli di capriolo e di cervo sfruttano la vegetazione del sotto-bosco per non essere avvistati e mostrano una spiccata capacità per restare assolutamente im-mobili anche a breve distanza da un possibile predatore.Proprio per queste motivazioni è possibile in-dividuare accidentalmente un cucciolo di ca-priolo che negli ultimi anni è protagonista di un incremento demogra�co sensibile. Esso ap-pare in preda alla tristezza, allo smarrimento,

sperduto, teneramente coricato su un �anco, in posizione arrotondata e con le zampe ripie-gate anche se in realtà è solamente in attesa del ritorno della madre. In questo caso il cuc-ciolo non deve essere raccolto poiché, anche se consegnato ad un centro specializzato nella riabilitazione della selvaggina, dovrà affronta-re molte dif�coltà per la crescita, in ogni caso priva degli insegnamenti degli adulti. Lo stesso cucciolo non deve neanche essere accarezza-to perché esso, alla nascita privo di odore per non essere individuato, sarebbe marchiato con l’odore umano; al ritorno la madre potrebbe ri�utare il cucciolo ed abbandonarlo. È in�ne necessario allontanarsi il più presto possibile evitando di lasciare tracce evidenti del proprio passaggio.

Un altro comportamento molto dannoso per gli animali è offrire loro del cibo o abbandonar-lo in natura. Alcuni animali, giovani ed adulti, talvolta tentano di conoscere meglio l’atteggia-mento umano e non si limitano alla fuga, all’os-servazione da luoghi sicuri o semplicemente all’occultamento tra la vegetazione ma giun-gono ad affrontare e s�dare l’essere umano. Se dal rapporto diretto con l’uomo l’animale non riceve risposte negative ed inoltre ne trae un vantaggio come l’offerta di cibo, esso molto probabilmente ripeterà sempre più spesso l’a-zione iniziale giungendo a ridurre la dif�den-za ed accantonare la ricerca del cibo in natura, �no alla possibile azione di intimidazione e minaccia nei confronti dell’uomo ed al furto di cibo. Questi comportamenti sono stati riscon-trati con una certa frequenza tra le marmotte che avvicinano volontariamente i turisti, le lepri che tendono a frequentare orti e giardini, i fa-giani attratti dal cibo dei pollai, le volpi capaci di conquistare l’attenzione di turisti e campeg-giatori e talvolta protagoniste di vere rapine di cibo umano. Inoltre molti animali hanno impa-rato a ricercare cibo nelle discariche, soprattut-to volpi e cinghiali. In natura, il controllo della popolazione degli animali è lasciato all’azione dei predatori, alle insidie delle malattie e all’ab-bondanza delle fonti alimentari.Ogni volta che un animale selvatico viene nutri-to arti�cialmente, anche se lasciato nel proprio ambiente, esso ne trae un vantaggio soggettivo molto importante per la propria sopravvivenza ma i ritmi della selezione naturale sono scon-volti. Infatti molto spesso gli animali che accet-tano cibo dall’uomo sono tra i più deboli, non possiedono un territorio, non hanno la capacità di trasmettere alla prole gli insegnamenti ne-cessari alla vita nell’ambiente naturale, in con-dizioni normali sono destinati ad una esistenza breve. Nonostante le apparenze, questi animali

sono portatori di agenti patogeni in quantità maggiore rispetto ai soggetti dif�denti. In caso di riproduzione, anche la prole potrebbe eredi-tare le dif�coltà biologiche e comportamentali dei genitori e quindi contribuire all’indeboli-mento della specie.Nutrire un animale selvatico è sempre errato; eccezionalmente e per periodi limitati è invece possibile offrire un aiuto per superare periodi dif�cili come gli inverni eccezionalmente lun-ghi e nevosi. La selezione naturale è impietosa ma essenziale per la sopravvivenza della specie. È altrettanto dannoso abbandonare gli avanzi del proprio cibo, anche in assenza di animali. Probabilmente è possibile lasciare in natura solamente avanzi vegetali mentre pane, dolci, salumi, carne e pesce in scatola possono avere

conseguenze negative. Infatti la selvaggina è attratta in modo particolare dai dolci e dal cibo salato che anche in piccole quan-tità può indurre a importanti cambiamenti comportamentali. Questi effetti sono più evidenti nelle volpi, nelle marmotte e negli stambecchi; in misura inferiore nei muste-lidi, nei camosci e nei caprioli. Se l’animale comprende che presso un certo luogo, ad esempio un rifugio o un alpeggio, è possi-bile individuare anche modeste quantità di cibo umano, tende a frequentare assidua-mente quel luogo giungendo a tralasciare la nutrizione naturale. In conclusione, gli animali devono esse-

re sempre lasciati al loro destino. In natura la crudeltà non esiste: nessun animale uccide se non per mangiare e generalmente soccombe sempre il più debole. La legge del più forte è molto dura ma in natura ogni animale è legato al destino di un altro essere vivente, animale o vegetale; interrompere questo legame può avvantaggiare un singolo soggetto ma, nel tempo, danneggiare tutta la popolazione di un certo ecosistema. Molte esperienze a scopo ve-natorio o per esigenze protezionistiche intran-sigenti imposte dall’uomo all’ambiente hanno dimostrato quanto sia dannoso interferire con i cicli naturali. La natura ringrazia.

Tortona

ATTIVITÀDELLA SEZIONELa Sezione di Tortona ha predisposto per il 2014 un ambizioso programma che coinvolge tutti i gruppi che svolgono le varie attività. Sono state predisposte uscite di sci-alpinismo ed escursioni-smo con le racchette, mountain-bike, alpinismo, vie ferrate ed escursionismo. Inoltre settimanal-mente sono in programma uscite sull’Appennino della Val Curone per effettuare escursioni pro-grammate in relazione alle condizioni meteo.Il programma dettagliato è disponibile in sede che è aperta ogni giovedì dalle 21 alle 23. È ini-ziato il corso di avvicinamento all’alpinismo in collaborazione con la Società Guide Alpine di Courmayeur con lo svolgimento di una serata in-troduttiva, alcune lezioni nella palestra di arram-picata e due lezioni all’esterno.Si invitano tutti i soci a comunicare il proprio nu-mero di telefono mobile per ricevere comunica-zioni aggiornate e tempestive sullo svolgimento delle attività.

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ALESSANDRIAESCURSIONISMO 6 APRILE ANELLO DI ALECCIO - VALLE ANTIGORIO da Crego 781 m - (E) - D.G. Colla, Rosina12 APRILE ANELLO LERICI - MONTEMARCELLO - LERICI (E) - D.G. Accornero, Modica25 APR/1 MAGG TREKKING IN CROAZIA D.G. Penna 4 MAGGIO TETE DE COU 1374 m - Traversata da Bard a Arnad (E) - D.G. Colla, Rosina 9 MAGGIO STRALESSANDRIA11 MAGGIO LPV - GIRO DELLE CINQUE TORRI (E/T) D.G. in collaborazione con CAI Acqui Terme18 MAGGIO CAPANNE DI MARCAROLO Giornata delle Sezioni della provincia di Alessandria (E) - D.G. Fei25 MAGGIO SENTIERO DEL VIANDANTE Lago di Lecco - Traversata da Varenna a Dervio (T/E) - D.G. Astori, Avalle, Salini 4 GIUGNO FORTE DI FENESTRELLE Val Chisone - da Fenestrelle (T/E) - D.G. Avalle, Fei, Penna15 GIUGNO PIAN DELLA TURA - VALLE MAUDAGNA Escursione Regionale CAI Piemonte22 GIUGNO RIFUGIO DELL’ALPETTO 2268 m - da Crissolo 1318 m (E) - D.G. Fei, Penna29 GIUGNO PUNTA DELLA REGINA 2388 m - da Estoul 1850 m (E) - D.G. Penna5-6 LUGLIO WEEKEND PER FAMIGLIE D.G. Astori, Avalle, Salini ALPINISMO 13 APRILE FERRATA ALLA SACRA DI SAN MICHELE (Possibilità di salita anche tramite mulattiera) (EEA/AD) - D.G. Barbieri, Boschi12-13 LUGLIO PUNTA D’ARBOLA 3235 m - Val Formazza - dal Rifugio Mores 2515 m (F) - D.G. Lagostina, Ratti

200

SLOW WALK

ESCURSIONISMO 6 APRILE SENTIERO DEGLI ALPINI - MONTECHIARO D’ASTI (E)12-13 APRILE ESCURSIONI NEI DINTORNI DEL MULINO NUOVO25 APRILE SENTIERO DEI SANTUARI - San Salvatore-Crea - km 39 (T)3-4 MAGGIO RIFUGIO GARELLI 1990 m (E)11 MAGGIO GIRO DELLE CINQUE TORRI (T) CAI Acqui Terme25 MAGGIO VAL GARGASSA (E) 8 GIUGNO RIFUGIO MONGIOIE 1520 m - Alta Valle Tanaro (E)22 GIUGNO RIFUGIO QUINTINO SELLA 3585 m (EE) 8 LUGLIO MONT GLACIER 3185 m - Champorcher (E)ALPINISMO 3-4 MAGGIO RIFUGIO GARELLI - CANALE DEI GENOVESI 2651 m (A)

ACQUI TERMEESCURSIONISMO 6 APRILE DA RIO MAGGIORE A PORTOVENERE21 APRILE GITA DEL MERENDINO22-27 APRILE TREKKING SELVAGGIO BLU e ESCURSIONI11 MAGGIO GIRO DELLE CINQUE TORRI - 12a EDIZIONE18 MAGGIO GITA INTERSEZIONALE25 MAGGIO IN BRIC PER VOTA - PONZONE31 MAGGIO ISOLA DEL GIGLIO22 GIUGNO MONTE LOSETTA28-29 GIUGNO GIRO DEL MONGIOIE 6 LUGLIO MONTE ALBRAGE E MONTE BELLINO13 LUGLIO RIFUGIO DALMAZZI - VAL FERRET14 LUGLIO PASSEGGIATA PIROTECNICAALPINISMO 28-29 GIUGNO TORRI DEL VAJOLET13 LUGLIO RIFUGIO DALMAZZI - VAL FERRET25-27 LUGLIO MONTE CIVETTA - MONTE PELMOMTB 4 MAGGIO SUI CALANCHI DI MERANA18 MAGGIO GIRO DEL GORREI 8 GIUGNO CICLOESCURSIONISMO: TERZO D’ACQUI - CASTELBOGLIONEALPINISMO 28-29 GIUGNO TORRI DEL VAJOLET ALPINISMO 28-29 GIUGNO TORRI DEL VAJOLETIN SEDE 18 APRILE SERATA DEGLI AUGURI DI PASQUA

VALENZAESCURSIONISMO 13 APRILE LAGHI DEL GORZENTE sentiero naturalistico (E)27 APRILE SENTIERO DELL’ARDESIA con il CAI di Sampierdarena (T) 1 MAGGIO ESCURSIONE E BICICLETTATA: GRESSONEY S. JEAN - GRESSONEY LA TRINITÈ11 MAGGIO GIRO DELLE CINQUE TORRI - Org. CAI di Acqui Terme (T)25 MAGGIO MONTE MONDOLÈ - da Prato nevoso (T) 8 GIUGNO ALPE VEGLIA: SAN DOMENICO (E)22 GIUGNO VAL D’ALA (BALME) - con il CAI Ciriè (E)28-29 GIUGNO UNA NOTTE IN RIFUGIO30 GIU-5 LUGL DOLOMITI BELLUNESI - VALLE DI ZOLDO LUGLIO DOLOMITI DA RIFUGIO A RIFUGIO13 LUGLIO LAGHI LUSSERT DA GIMILLIAN (Cogne) (E)

OVADAESCURSIONISMO 6 APRILE RIOMAGGIORE - PORTOVENERE (E) Coord. Bello, Torrielli in collaboraz. con sezione Acqui21 APRILE PASQUETTA CON IL CAI (E) Coord. Consiglio Direttivo27 APRILE TRENOTREKKING: FORTE RATTI (E) Coord. Sanguineti, Tambussa, Camera11 MAGGIO GIRO DELLA CINQUE TORRI - ESCURSIONISMO LPV (E) Coord. CAI Acqui Terme18 MAGGIO FESTA DELLE SEZIONI AL MULINO NUOVO (E) Coord. Intersezionale25 MAGGIO SENTIERO DEL PAPA - INTROD (E) Coord. Bogino25 MAG-1 GIU TREKKING IN SARDEGNA Coord. Robello15 GIUGNO MONTE CHABERTON DA CLAVIERE (EE) Coord. Bruzzone, Caneva29 GIUGNO VAL DI RHEMES (T/E) Coord. Rolando, Ferrando, CilibertoMARTEDI SERA PASSEGGIATE SOTTO LE STELLE - dal 17 giugno al 22 luglio (T/E) Coord. Dagnino ALPINISMO 29 GIUGNO FERRATA IN VAL DI RHEMES (MD) Coord. Rolando, Ferrando, Ciliberto5-6 LUGLIO RIFUGIO CABANE DE TRACUIT 3256 m con possibilità di salita al BISHORN 4153 m (F) Coord. Ciliberto, Agosto

SAN SALVATORE

CASALE MONFERRATOESCURSIONISMO 13 APRILE BRIC DEL DENTE dalla Val Cerusa - Org. Piotto, Rossi 4 MAGGIO CAMMINO DI S. CARLO - ARONA-ORTA - Org. Piotto, Rossi18 MAGGIO VALLONE DI BRENVE (Champorcher) - Org. Chiadò 1 GIUGNO MACINE DELLA VALMERIANA - Org. Piotto, La Loggia14-15 GIUGNO MONTE PASUBIO - Org. Ferrando29 GIUGNO LA MAGDALEINE - SANTUARIO CLAVALITÈ - CRETAZ Org. Piotto, Rossi13 LUGLIO LAGHI DELLA BELLA COMBA Org. Rossi, MarangoniALPINISMO 28-29 GIUGNO MONT GELÈ DAL RIFUGIO CRÉTE SÉCHE (F) Org. Zavattaro12-13 LUGLIO PUNTA ROSSA DELLA GRIVOLA (F) Org. MazzuccatoSCIALPINISMO 10-11 MAGGIO GRAND COMBIN (BSA/OSA) Org. Pesce, GuaschinoCICLOESCURSIONISMO 27 APRILE IL CASTELLO DI MASINO (MC/BC) - Org. Bobba, Mazzuccato 8 GIUGNO 13° RADUNO INTERREGIONALE LPV A SAMPEYRE21 GIUGNO IL GIRO DEI TRE BORGHI (MC/MC) - Org. Cattaneo4-6 LUGLIO 7° RADUNO NAZIONALE IN CADOREALPINISMO GIOVANILEGruppo esploratori: 13 APRILE BESSA, RICERCA DELL’ORO21 APRILE BOSCO DI TRINO - CACCIA AL TESORO11 MAGGIO IL CASTELLO DI GAVI - ARRAMPICATA25 MAGGIO GUAZZOLO - LA FIORITURA 8 GIUGNO CHAMOIS - AMBIENTE MONTANOGruppo pionieri: 13 APRILE S. GIOVANNI D’ANDORNO. L’ALTA VIA DELLA FEDE11 MAGGIO CHAMOIS - PERLA DELLE ALPI 8 GIUGNO ALPE VEGLIA - DA PASCOLO CONTESO A OASI DELL’OSSOLAGruppo guide: 18 MAGGIO LAGO DI MERGOZZO - MONTE ORFANO - ESCURSIONE 8 GIUGNO PIETRA CROANA - VIA FERRATA E ARRAMPICATAGruppo trekker: 6 APRILE ALPINISMO, SCIGUELLO 4 MAGGIO TRAVERSELLA - ARRAMPICATA29 GIUGNO USCITA GESTITA DAI RAGAZZI - LETTURA PAESAGGIO E ORIENTAMENTO

PROGRAMMA ATTIVITÀ SEZIONALI

200

SLOW WALK

TORTONAESCURSIONISMO 13 APRILE SENTIERO DEGLI ALPINI - Imperia (EE)3-4 MAGGIO ALPI APUANE - PIZZO D’UCCELLO (EEA)11 MAGGIO GIRO DELLE CINQUE TORRI Monastero Bormida (E)25 MAGGIO I FORTI DI GENOVA con il trenino storico di Casella 8 GIUGNO RIFUGIO AZZONI - VETTA DEL RESEGONE 1860 m (EE)22 GIUGNO RIFUGIO GATTASCOSA 1993 m - Val BognancoFERRATE 8 GIUGNO FERRATA “GAMMA 2”MTB 18 MAGGIO ANELLO DI GOMO E NAZZANO15 GIUGNO VAL CURONE - LE GINESTRE

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Una giornata, una vetta...

PUNTA DELLA CROCE m 2478Vallone di Arpy - Valle di La ThuileUna camminata non faticosa ed al tempo stesso assai remunerativa dal punto di vista paesaggisti-co consente di raggiungere la punta della Croce, una cima dalle forme tondeggianti, che supera di un centinaio di metri il colle omonimo. La vetta s’individua senza dif�coltà sia da La Thuile, sia dalle piste di sci nordico di Arpy ed è posizionata lungo la dorsale che dal monte Colmet (m 3024) scende alla Testa d’Arpy, dorsale che funge da spartiacque tra la valle di La Thuile ed il vallone d’Arpy. L’itinerario descritto percorre un anello che consente di godere pienamente dei nume-rosi elementi di interesse che caratterizzano la zona: a partire dal colle della Croce �no alla punta della Croce è indubbiamente la presenza imponente del gruppo del Monte Bianco a cala-mitare l’attenzione. Percorrendo la cresta e �no alla vetta, meritano qualche istante di attenzio-ne i resti di postazioni militari e trinceramenti settecenteschi. Durante il ritorno, si passa in�ne dal lago d’Arpy, celebrato e frequentatissimo specchio d’acqua, nel quale si ri�ette la catena del Bianco: il sentiero raggiunge la sponda oc-cidentale, prima di tornare al punto di partenza in�landosi in un folto bosco di larici.

Caratteristiche dell’escursioneDislivello: 530 m circa Esposizione: prevalentemente est �no al colle della Croce, quindi sudDif�coltà: E

Descrizione del percorsoDal parcheggio in prossimità di un hotel al col-le S. Carlo (m 1951) si inizia a camminare, diri-gendosi verso sud, per un ampio tratturo chiuso al traf�co; lo sterrato si addentra nel bosco di resinose, mentre alcune indicazioni per il lago d’Arpy e per il colle della Croce aiutano ad in-dividuare la corretta direzione. Presto si pervie-ne ad un bivio, in prossimità del quale si trova l’indicazione fuorviante “croce”: si tratta di una deviazione che occorre ignorare perché non sale all’omonima vetta ma raggiunge appunto una croce collocata a circa 2200 m sul lato nord della montagna. Si resta sulla più evidente carrareccia �no a poco più di 2000 m, quando si perviene ad una radura da dove appare il Dente del Gigante e dove si raggiunge un secondo bivio: la stradina a sinistra scende al lago d’Arpy, mentre il traccia-to a destra sale al colle della Croce. Si continua a salire per quest’ultima, restando nel bosco di conifere �no a quota 2180 m, dove si perviene al un terzo bivio e dove si lascia lo sterrato che dise-gna un tornante destrorso, proseguendo diritto in direzione sud e mirando al colle della Croce: il sentiero passa in costa al versante orientale della punta della Croce, individuato dal numero 16 in-

scritto in cerchi di vernice gialla; lo si segue senza problemi �no al valico a quota 2318 m. Giunti al colle della Croce, si inizia a salire lungo un evi-dente sentiero che passa accanto ad alcuni ruderi (ex-ricoveri militari), raggiunge una croce situata presso un antiestetico pannello per telecomu-nicazioni (nei dintorni della quale si possono in estate ammirare numerosi �ori violetti di astro alpino) e quindi si sviluppa verso settentrione sa-lendo ancora di una trentina di metri (è presente una tipica prateria a Curvuletum, caratterizzata da un tappeto erboso con �li d’erba a ricciolo) �no a raggiungere i ruderi di alcune antiche po-stazioni militari (ricoveri, muretti in pietra, trin-cee) che occupano interamente la cima (m 2478), il punto culminante della quale è posto all’estre-mità nord. Tornati al colle, si scende per pochi metri lungo l’itinerario seguito in salita e si svolta subito verso destra per raggiungere una costru-zione lunga e bassa in pietra (sempre di origine

militare), innanzi alla quale ha origine un eviden-te sentiero (è presente una segnalazione giallo/nera). Questo scende con decisione tra numero-si arbusti bassi di ginepro per terminare a circa 2080 m sulla strada sterrata che sale verso il lago di Pietra Rossa: si svolta a sinistra e, trascurando alcune deviazioni (tra cui uno sterrato) che tor-nano a salire sul versante orientale della punta della Croce, si scende �no alla sponda del celebre e frequentatissimo lago d’Arpy. Dal lago si segue l’ampio sterrato che percorre tutta la sponda si-nistra e che superato lo specchio d’acqua proce-de a lungo in costa, perdendo lentamente quota, riportando l’escursionista attraverso un bel bosco di conifere ricco di esemplari di sorbo (facilmen-te riconoscibile dalle bacche rosse) prima al bivio quotato 2005, ove si chiude l’anello, e quindi al colle S. Carlo: quest’ultima parte dell’itinerario è frequentatissima nei mesi di luglio e agosto.

Claudio Trova

Le forti�cazioni settecentesche sulla cima della Croce

Il lago d’Arpy sullo sfondo del monte Colmet