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RIQUALIFICAZIONE AMBIENTALE EX DISCARICA R.S.U. MEDIANTE RIMBOSCHIMENTO E REALIZZAZIONE IMPIANTO FOTOVOLTAICO - CAPOTERRA

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Sommario

PREMESSA ........................................................................................................................... 2

1. LEGISLAZIONE VIGENTE .............................................................................................. 2

2. DESCRIZIONE DELLO STATO DI FATTO ....................................................................... 3

3. INQUADRAMENTO DELL’OPERA ................................................................................. 9 3.1 Proponente ..................................................................................................................................... 9 3.2 Ubicazione impianto.................................................................................................................... 9 3.3 Tipologia di impianto e layout ........................................................................................... 11

3.3.1 Viabilità interna all’area ................................................................................................... 12 3.3.2 Fascia di rispetto TERNA ..................................................................................................... 13 3.3.3 Fascia arborea ..................................................................................................................... 13 3.3.4 Recinzione .............................................................................................................................. 18 3.3.5 Strutture di supporto ............................................................................................................ 19 3.3.6 Pannelli fotovoltaici .............................................................................................................. 21 3.3.7 Cavidotti ................................................................................................................................ 21 3.3.8 Cabina di trasformazione .................................................................................................. 22 3.3.9 Inverter ................................................................................................................................... 23

4. FASI E MODALITÀ D’INTERVENTO ............................................................................. 26

5. AUTORIZZAZIONI ALLA COSTRUZIONE DELL’IMPIANTO ......................................... 27

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PREMESSA La presente relazione descrittiva riguarda la realizzazione di un impianto che sfrutta la tecnologia fotovoltaica per convertire l’energia solare primaria in energia elettrica. L’impianto e le relative opere ed infrastrutture connesse saranno realizzate nel Comune di Capoterra (CA), in località Is Coddus, nel sito della ex discarica comunale. Il progetto di riqualificazione dell’area dell’ex discarica di rifiuti solidi urbani mediante il rimboschimento e la realizzazione del parco fotovoltaico è predisposto a seguito della deliberazione Comunale n.192 del 16 Novembre 2011.

1. LEGISLAZIONE VIGENTE Le principali normative e leggi di riferimento per la progettazione dell’impianto fotovoltaico sono:

- D.Lgs. 387/03 in attuazione della direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione della energia

elettrica prodotta da fonti rinnovabili nel mercato interno dell’elettricità; - Legge n. 10 del 1991 “Norme per l'attuazione del Piano energetico nazionale in materia di uso

razionale dell'energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia”; - Decreto del Ministero per lo Sviluppo Economico del 10.9.2010 recante “Linee guida per

l'autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili”; - Legge Regionale 7 agosto 2009, n.3; - D.G.R. n. 27/16 del 1.06.2011 recante “Linee guida attuative del decreto del Ministero per lo

Sviluppo Economico del 10.9.2010 <<Linee guida per l'autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili>>, e modifica della Delib.G.R. n. 25/40 dell'1.7.2010”;

- D.G.R. n. 34/33 del 7 agosto 2012, recante Direttive per lo svolgimento delle procedure di valutazione ambientale. Sostituzione della Delib.G.R. n. 24/23 del 23.4.2008;

- DM 19.02.2007; - DM 6.08.2010; - norme CEI/IEC per la parte elettrica convenzionale; - conformità al marchio CE per i componenti dell’impianto; - norme CEI/IEC e/o JRC/ESTI per i moduli fotovoltaici; - norme UNI/ISO per la parte meccanico/strutturale; - T.U. n. 81/08 per la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro; - D.M. 37/08 norma per la sicurezza e realizzazione impianti elettrici; - unificazioni Società Elettriche (ENEL e/o altre) per le interfacce con la rete elettrica; - norma CEI 11-20 per gli impianti di produzione; - norma CEI 0-16 per la connessione di Utenti attivi e passivi alle reti AT ed MT delle imprese

distributrici di energia elettrica; - “Guida alle connessioni di Enel Distribuzione”, normativa ENEL.

L'elenco normativo è un promemoria informativo non esaustivo. Eventuali leggi o norme applicabili, anche se non citate, verranno comunque applicate. Le opere e installazioni saranno eseguite a regola d’arte in conformità alle Norme applicabili CEI, IEC, UNI, ISO vigenti, anche se non espressamente richiamate nel seguito.

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2. DESCRIZIONE DELLO STATO DI FATTO L’area in considerazione è l’ex discarica dei rifiuti R.S.U. del Comune di Capoterra, chiusa nel 1995 e messa in sicurezza nel 2003.

La discarica veniva utilizzata per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani e per gli inerti derivanti dalle demolizioni. Il metodo di coltivazione utilizzato prevedeva lo scavo di trincee della profondità di 4/5 metri e larghezza variabile, successivamente colmate con i rifiuti debolmente compattati fino al piano di campagna, e quindi ricoperti con il materiale di scavo o con inerti per un’altezza di circa un metro. La quantità totale di rifiuti depositati nel sito è stata stimata in 35.000/50.000 mc.

Il sito della discarica era suddiviso in tre diverse aree:

1. un’area principale, corpo della discarica, dove era maggiore la quantità di rifiuti, minore

il grado di mineralizzazione e minore la potenza dello strato a bassa permeabilità; 2. un corpo secondario con un minor quantitativo di rifiuti interrati, con elevato grado

di mineralizzazione e posati su uno strato a bassa permeabilità di potenza maggiore di 5 metri;

3. un’area lungo i confini del sito priva di rifiuti.

FIGURA 1- AREE DELLA DISCARICA

Il progetto di messa in sicurezza è consistito nella realizzazione delle seguenti opere e interventi:

livellamento e sagomatura dell’intera area; confinamento dei rifiuti mediante copertura

della discarica composta da barriera a bassa permeabilità (argilla) e terreno naturale

INTERA AREA: ricoprimento preliminare rifiuti e predisposizione del piano di posa superiore: 0,10 m materiale primo ricoprimento

CORPO DELLA DISCARICA: ricoprimento superiore con 0,50 m argilla e 0,50 m terra vegetale

CORPO SECONDARIO DELLA DISCARICA: ricoprimento superiore con 0,30 m argilla e 0,40 m terra vegetale

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AREA PERIMETRALE: ricoprimento superiore con 0,10 m terra vegetale

Si riportano in allegato allo studio preliminare ambientale le analisi di uno dei campioni di argilla e di terra vegetale utilizzati nel progetto (allegato 5).

realizzazione della canaletta perimetrale di raccolta delle acque superficiali

Si riportano di seguito le ortofoto della zona disponibili su Sardegna Foto Aeree, che mostrano l’utilizzo negli anni dell’area di interesse.

1954 - area incolta, non si nota la presenza di alberi o vegetazione:

1977 - nella zona a nord-est si possono notare i primi segnali di utilizzo come discarica:

2000 - la discarica è ormai in disuso da parecchi anni, si nota la mancanza di copertura del suolo:

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2003: la discarica è stata coperta con un primo strato di terreno, si nota qualche essenza arborea:

2006 - la discarica è stata messa in sicurezza, si notano le essenze arboree:

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2008 - l’area è inutilizzata. Nel terreno è cresciuta qualche essenza vegetale, quali acacie, eucaliptus, giunchi, canne e un manto erboso continuo.

2013 – allo stato attuale non ci sono variazioni rilevanti rispetto all’anno 2008, l’area risulta tuttora inutilizzata. Il terreno presenta un manto erboso continuo e permangono le essenze vegetali. (fonte google maps)

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FIGURA 2 – POSIZIONAMENTO NELL’AREA DI ACACIE E EUCALIPTUS. PUNTI DI VISTA IMMAGINI

FIGURA 3 – PANORAMA DAL PUNTO DI VISTA 1

FIGURA 4 – PANORAMA DAL PUNTO DI VISTA 2

1

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FIGURA 5 – PANORAMA DAL PUNTO DI VISTA 3

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FIGURA 6 – PUNTO DI VISTA DALL’AREA DI INTERESSE SITA A POGGIO DEI PINI

FIGURA 7 – PANORAMA DAL PUNTO DI VISTA 4 (AREA TRATTEGGIATA IN VERDE)

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3. INQUADRAMENTO DELL’OPERA

3.1 Proponente Il proponente dell’opera è il Comune di Capoterra, in nome del R esponsabile del Procedimento, Ing. Enrico Concas.

Nome Cognome Enrico Concas Codice Fiscale CNCNRC64S07L924H Data di nascita 07/11/1964 Luogo di nascita VILLACIDRO

Indirizzo Via Napoli, 6 CAP - Comune 09012 CAPOTERRA (CA) Telefono 0707239255 Fax - E-mail [email protected] Ruolo Rappresentante Legale

Ragione Sociale Comune di Capoterra Codice Fiscale 80018070922 P. IVA 00591090923 Indirizzo Via Cagliari, 91 CAP - Comune 09012 CAPOTERRA (CA) Telefono 0707239255

3.2 Ubicazione impianto L’area in cui verrà realizzato l’impianto ricade nel foglio 565 sez. I “Capoterra” scala 1:50.000 della cartografia edita dall’IGM, e nella sezione 565040 “Capoterra” della cartografia in scala 1:10.000 edita dalla Regione Sardegna.

Dal punto di vista catastale l’area, di estensione totale pari a 59.025 m2, è di proprietà comunale ed è individuata al Foglio 18, Mappale 12. L’impianto verrà realizzato in parte del Mappale 12, escludendo una piccola fascia di rispetto dovuta alla presenza del Rio Is Coddus, fiume tutelato paesaggisticamente ai sensi degli artt. 142 e 143 del D.Lgs 42/2004.

FIGURA 8 – INQUADRAMENTO CATASTALE

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FIGURA 9 – INQUADRAMENTO SU C.T.R. (IN AZZURRO FASCIA DI RISPETTO DEL RIO IS CODDUS PARI 150 M)

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3.3 Tipologia di impianto e layout

L’impianto fotovoltaico in progetto sarà non integrato, della tipologia “grid connected”.

Sarà costituito da 9.000 pannelli in silicio policristallino non europeo, ciascuno della potenza di 245 Wp, per una potenza nominale complessiva di 2.205 kWp. La superficie netta di impianto sarà di circa 14.787 m2 e la superficie totale pari a 50.000 m2.

Il layout dell’impianto (tav.2 di progetto) è stato studiato per adattarsi alla morfologia esistente nell’area ed evitare lavori di sbancamento e riempimenti. L’impianto è composto da un unico campo suddiviso in 6 sottocampi. I sottocampi sono differenti per pendenza al fine di adeguarsi alla morfologia superficiale della porzione di discarica interessata.

FIGURA 10 – STATO DI PROGETTO

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3.3.1 Viabilità interna all’area

La viabilità di servizio sarà realizzata lungo il perimetro e nelle fasce in senso nord-sud ed est-ovest tra un campo e l’altro.

FIGURA 11 – VIABILITÀ INTERNA ALL’AREA

Le piste saranno realizzate in “macadam all’acqua”, ampie da un minimo di quattro fino a cinque metri. La pavimentazione flessibile sarà costituita da una stesa di pietrisco (Spessore 8 cm) delle dimensioni comprese fra 5 e 7 cm, i cui elementi verranno legati da detriti di rocce calcaree che poggiano su un una fondazione in pietrame (Spessore 12 cm), costituita da scampoli di cava compattati da rulli al fine di ridurre i vuoti dal 40 % iniziale al 15 - 25 % finale attraverso apposita cilindratura effettuata con rulli compressori a motore avente peso di almeno 16 tonnellate e una velocità uniforme non superiore ai 3 km/ora.

FIGURA 12 – SEZIONE DELLA PAVIMENTAZIONE FLESSIBILE

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3.3.2 Fascia di rispetto TERNA

Il terreno è attraversato da nord-est a sud-ovest da un elettrodotto AT di proprietà Terna, denominato “linea 150 kV Rumianca – Sarroch”, nell’area è inoltre presente un traliccio appartenente a tale linea. Terna Rete Italia, con nota prot. TRISPACA/P20130001329, del 19.02.2013 (all.1 dello studio preliminare ambientale) ritiene compatibile una fascia di rispetto di dieci metri (metri 5,00 dall'asse linea), tra l'elettrodotto e i pannelli fotovoltaici, indicata in progetto.

3.3.3 Fascia arborea

Le essenze arboree che verranno impiantate nella fascia di mitigazione sono scelte in base a criteri che tengono conto sia delle condizioni pedoclimatiche della zona sia della composizione floristica autoctona, tipica della macchia mediterranea.

La scelta è quindi ricaduta su specie sempreverdi quali cisto, corbezzolo, lentisco e mirto, caratterizzate da un ridotto impegno di gestione ed elevata adattabilità a diversi tipi di terreni anche impoveriti e con problematiche di aridità.

Specie selezionate (schede da sardegnaambiente.it)

CISTO

Cistus albidusL. Famiglia: Cistaceae Nome sardo: Mudregu, Mudeciu voinu, Murdegu

Corologia: Specie presente in gran parte dell’Europa e dell’Africa settentrionale. Tipo corologico: W- Mediter.

Descrizione: Arbusto perenne legnoso alto fino a 2 m. Fusti densamente lanosi e dal colore bianco- grigiastro all’apice. Foglie sessili, persistenti, opposte, di forma ellittica e con tre nervi sporgenti sulla pagina inferiore, grigio-tomentose su entrambe le pagine. Fiori grandi, purpurei o rosei. Si distingue dal Cisto rosso per le nervature fogliari, pennate nel Cisto rosso e parallele nel Cisto bianco.

Fenologia: Maggio-giugno

Habitat: Vive nelle zone aride e rocciose del sottobosco o della macchia mediterranea, su suoli calcarei, dal livello del mare fino ai 1300 metri di altitudine.

Forma biologica: Nanofanerofita

Usi e curiosità: Utilizzata come pianta consolidatrice anche in ingegneria naturalistica in ambiente mediterraneo. Specie a rapida crescita che si propaga per seme o talea.

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MIRTO

Myrtus communis L. Divisione:Angiospermae Classe: Dicotyledones Ordine: Myrtales Famiglia: Myrtaceae Nome sardo: Spicu, archimissu, buréddha

Corologia: Il mirto è una pianta originaria delle regioni del mediterraneo europeo e nordafricano. Descrizione: Arbusto molto ramificato alto 1-3 metri di altezza, sempreverde, di forma da rotondeggiante-espansa a piramidale, irregolare. I rami sono disposti in modo opposto, la scorza è di colore rossastro negli esemplari giovanili e col tempo diventa grigiastra con screpolature. Le foglie sono coriacee, persistenti, opposte, con lamina lanceolata, ellittica o ovato-lanceolata, sessili o sub-sessililunghe 2-4 cm, di un colore verde scuro e molto aromatiche per l’elevato contenuto in terpeni. I fiori hanno numerosi stami con lunghi filamenti, sono di colore bianco con sfumature rosate, solitari o appaiati all'ascella delle foglie, sorretti da un lungo peduncolo. I frutti sono bacche più o meno tondeggianti di colore nero-bluastro sormontate dal calice persistente.

Fenologia: Fiorisce in maggio-giugno e fruttifica in ottobre-novembre.

Habitat ed ecologia: Il mirto è un arbusto diffuso nel mediterraneo, che vive in consociazione con altri elementi caratteristici della macchia, quali il lentisco ed i cisti, nella fascia litoranea e collinare. È una pianta che necessita di un clima mite ed è sensibile ai venti forti per cui lo si trova spesso localizzato nelle vallecole. Si adatta molto bene a qualsiasi tipo di terreno. Tollera bene la siccità. In estate esprime il massimo della sua bellezza quando la sua chioma verdastra si riempie di deliziosi fiorellini bianchi.

Forma biologica: Arbusto sempreverde, cespitoso. Nanofanerofita.

talvolta CORBEZZOLO

Arbutus unedo L. Divisione: Angiospermae Classe: Dicotyledones Ordine: Ericales Famiglia: Ericaceae Nome sardo: Lidone, lioni, alidoni

Corologia: Pianta originaria dell’Europa meridionale e del bacino del Mediterraneo, il suo areale si estende sulle coste atlantiche fino all’Irlanda. Descrizione: È un arbusto sempreverde, molto ramificato, con foglie sclerofilliche, tipico della macchia mediterranea. Spesso, in condizioni climatiche favorevoli, assume portamento arboreo raggiungendo anche i 10 metri di altezza. La corteccia ha una colorazione bruno-rossastra e si stacca in sottili scaglie. La disposizione dei rami è sparsa sul fusto. La colorazione nei giovani rami è ocraceo-rossastra.

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Le fogli persistenti e coriacee, semplici alterne, con il margine dentato, brevemente picciolate, sono lunghe 7-12 cm, color verde scuro e lucide nella parte superiore e verde chiaro inferiormente, a volte riunite in verticilli. Sulle nervature è presente una colorazione rossastra. E’ una pianta con fiori ermafroditi, riuniti in infiorescenze terminali a pannocchia con asse pendulo. I fiori in numero di 15-30, sono bianchi e campanulati, formati da un piccolo calice, larghi 5-10 millimetri. Il frutto è rappresentato da una bacca globosa e carnosa, di colore rosso con superficie granulosa. Il frutto è edule e saporito.

Fenologia: Fiorisce in autunno-inverno (settembre-dicembre) e fruttifica da agosto a novembre dell’anno successivo, si presenta quindi contemporaneamente con i fiori ed i frutti.

Habitat ed ecologia: Il corbezzolo è spontaneo quasi lungo tutta la fascia costiera della penisola, e nelle isole maggiori e minori in consociazione con altre specie caratteristiche della macchia mediterranea, in particolare al Leccio. È una pianta che ben si adatta a molti tipi di substrato, con preferenza per i suoli sciolti e sub-acidi. Generalmente lo ritroviamo ad un’ altitudine compresa tra 0-500 metri s.l.m, talvolta può spingersi fino ai 1200 metri. Mal sopporta le gelate intense e prolungate. È una pianta con una spiccata capacità di reazione agli incendi, in grado di emettere vigorosi polloni che le consentono di reagire velocemente. Forma biologica: Micro e mesofanerofita.

LENTISCO

Pistacia lentiscusL. Divisione: Angiospermae Classe: Dicotyledones Ordine: Terebinthales Famiglia: Anacardiaceae Nome sardo: Kessa, ‘Essa, Lentisku

Corologia: Originario del bacino del Mediterraneo, In Italia è diffuso lungo le coste delle regioni centro- meridionali e della Liguria.

Descrizione: Arbusto o alberello le cui dimensioni rimangono contenute entro i 4-5 metri, molto ramificato. La chioma è globosa, irregolare e densa. Tronco sinuoso e corteccia squamosa cenerina o rossastro-bruna. Fogliame sempreverde dal profumo resinoso. Rami giovani bruni e pelosetti. Foglie composte paripennate, alterne, sessili, coriacee, composte da 3-5 paia di foglioline di colore verde chiaro e lucide, con apice arrotondato. Margine intero con nervatura penninervia ben evidente. È una pianta dioica con infiorescenze riunite in pannocchie all’ascella delle foglie sui rami degli anni precedenti. Fiori maschili con 5 antere rosso-porporine; i femminili presentano un ovario supero. Il frutto della pianta è una drupa tondeggiante, con un solo seme, brevemente peduncolata, dapprima rossa poi nera a maturazione.

Fenologia: Fiorisce a marzo-aprile; maturazione delle drupe nel periodo invernale. Habitat: Il Lentisco è una specie tipica della macchia mediterranea, è eliofila, termofila e xerofila, che sopporta condizioni di spinta aridità; si adatta a qualsiasi tipo di terreno, pur prediligendo suoli sabbiosi. Resiste bene ai venti più forti ma teme il freddo. In Sardegna vegeta fino ai 400-500 metri di altitudine. Forma biologica: Microfanerofita

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La fascia arborea di mitigazione sarà realizzata in tre diverse tipologie, con l’obiettivo di adeguarsi ai diversi substrati presenti nell’ex-discarica:

TIPOLOGIA 1 - fascia arborea di mitigazione, larga quattro metri, progettata cercando di creare l’effetto di irregolarità tipico della macchia mediterranea con arbusti e alberi che abbiano una chioma tale da evitare l’ombreggiamento dei pannelli, sarà realizzata lungo tutto il perimetro dell’ex-discarica e in una porzione del nuovo limite dell’impianto, in un’area dunque NON interessata da riempimento di rifiuti.

TIPOLOGIA 2 - fascia arbustiva di mitigazione, realizzata nel limite nord dell’impianto, con la presenza di substrato appartenente alla zona del corpo secondario della discarica. Per fare in modo che le piante attechiscano velocemente, se verrà valutato necessario in base alle condizioni in situ al momento dell’impianto, verrà effettuato il rinterro con riporto di terra fertile e adatta alla tipologia di piante.

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TIPOLOGIA 3 - nell’area a nord dell’ex-discarica, entro 150 m dalla fascia di rispetto del Rio Is Coddus, verrà realizzata una fascia alberata.

Si riporta di seguito un’immagine che riporta le tre tipologie di fascia di mitigazione e le aree della ex-discarica:

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3.3.4 Recinzione

È prevista l’edificazione di una recinzione costituita da pali e rete metallica alta due metri, di colore verde, sollevata dal suolo di 0.15 m al fine di garantire il transito della piccola fauna. Per mitigare la vista del parco fotovoltaico dall’esterno, verrà collocata in prossimità della recinzione vegetazione di tipo rampicante. L’ingresso all’area sarà garantito da due cancelli comandati elettricamente.

È importante sottolineare che la recinzione e i due cancelli sono localizzati nell’area della ex-discarica NON interessata dalla presenza di rifiuti.

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Lungo la recinzione verrà realizzato l’impianto di illuminazione perimetrale che funzionerà a piena potenza solo in caso di intrusione. I proiettori avranno grado di protezione IP65 montati con schermatura verso il basso per non avere impatti da inquinamento luminoso. L’alimentazione avverrà tramite impianto elettrico autonomo distribuito in cavo interrato BT utilizzando gli stessi tracciati BT previsti per l’impianto fotovoltaico per contenere gli impatti. Le parti metalliche e le strutture saranno collegate ad un idoneo sistema di messa a terra e tutti gli impianti saranno realizzati a regola d’arte in conformità alle Normative C.E.I./U.N.I. e secondo i dettami contenuti nel D.M. 37/08 e il T.U. 81/08.

3.3.5 Strutture di supporto

Le strutture di supporto devono tener conto delle particolari condizioni del terreno su cui si vuole realizzare l’impianto. Le strutture usualmente utilizzate allo scopo, quali palificazioni metalliche infisse, basamenti continui o plinti in cemento armato non sono idonei.

Le strutture sulle quali andranno posati i moduli devono garantire la continuità e protezione della copertura finale senza ricorrere ad elementi di ancoraggio che potrebbero ridurne la tenuta idraulica, evitando per lo stesso motivo sia la presenza di carichi eccessivi sia scavi che potrebbero compromettere la barriera impermeabile della copertura della discarica.

A tal proposito la scelta progettuale è ricaduta su supporti metallici collegati rigidamente ad un sistema di fondazioni esterne in calcestruzzo, poggiate direttamente sul terreno, dotate di maniglie che permettano un’agevole rimozione in fase di decommissioning .

Alle tavole n. 3 e 4 si riportano particolari tipologici delle strutture di fondazione, e nell’allegato G si riportano i calcoli preliminari di dimensionamento delle strutture.

Si prevede la verniciatura di colore verde dei supporti collocati nella prossimità della fascia alberata, al fine di mitigare l’impatto visivo degli stessi dall’esterno dell’impianto. Tale sistema di fissaggio garantisce la stabilità nel tempo della posizione e dell’orientamento dei singoli moduli, tenendo conto delle caratteristiche del terreno stesso e delle sollecitazioni dovute alle condizioni atmosferiche. Il sistema delle fondazioni esterne consente altresì, al termine della vita utile dell’impianto e in fase di dismissione dello stesso, una rinaturalizzazione del terreno semplice ed economica.

La struttura, e quindi il generatore fotovoltaico, viene installato con una inclinazione di 29° (α) rispetto al piano di campagna e orientato a sud. L’altezza di posa dei telai proposti permette inoltre un ricircolo d’aria al di sotto dei pannelli, scongiurando fenomeni di autocombustione derivanti dalle possibili alte temperature di esercizio dei moduli fotovoltaici (fino a 65°C circa). E’ comunque prevista la manutenzione del suolo sottostante mediante sfalcio regolare della vegetazione infestante, esclusivamente con decespugliatore e senza l’utilizzo di diserbanti. Le strutture saranno posizionate ad interasse variabile pari a circa 4.5 m e 6 m e con un cono d’ombra tra i moduli di 21° (β).

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FIGURA 13 – PARTICOLARE DELLA SEZIONE

I moduli fotovoltaici saranno delle seguenti tipologie:

n.20 moduli fotovoltaici da 8 pannelli; n.29 moduli fotovoltaici da 16 pannelli; n.349 moduli fotovoltaici da 24 pannelli.

Modulo da 8 pannelli

Modulo da 16 pannelli

Modulo da 24 pannelli

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3.3.6 Pannelli fotovoltaici

I pannelli fotovoltaici che verranno installati hanno una potenza nominale di 245 W, un’efficienza della cella η pari al 22,9 % ed un’efficienza del modulo η del 19,7 %. La superficie anteriore sarà di vetro temperato anti-riflettente ad alta trasmittanza e alte prestazioni in condizioni di bassa luminosità che garantiscono una produzione energetica eccezionale per watt di picco di potenza installata.

FIGURA 14 – TIPOLOGIA PANNELLO FOTOVOLTAICO

3.3.7 Cavidotti

I cavi elettrici di connessione della cabina di trasformazione con i componenti dell’impianto saranno posati interrati per non più di 0.5 m al fine di non intaccare il corpo della discarica. Si mostra di seguito la sezione del cavidotto.

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FIGURA 15 – SEZIONE DEL CAVIDOTTO

3.3.8 Cabina di trasformazione

Per l’alloggiamento del sistema di trasformazione da corrente continua ad alternata, della trasformazione MT/BT e dei quadri di comando sarà utilizzato un locale prefabbricato sito nell’area a nord-ovest, schermato per evitare l’inquinamento elettromagnetico. L’accesso al manufatto è garantito sia dall’area privata che dalla viabilità pubblica.

FIGURA 15 – PIANTA LOCALE TECNICO

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L’impianto sarà dotato di sistema di monitoraggio per analizzare lo stato di funzionamento e la produttività del generatore e dell’intero sistema in ogni momento, archiviando i dati raccolti in modo da consentirne successive elaborazioni. L’impianto sarà dotato inoltre di sistema di telesorveglianza.

3.3.9 Inverter

Il sistema di conversione della corrente continua in corrente alternata è composto da n. 9 convertitori statici (Inverter), alloggiati nel locale tecnico. In caso di malfunzionamenti è presente un inverter di ricambio.

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3.2.10 Allacciamento dell’impianto alla rete di Distribuzione

La corrente alternata viene avviata dal locale tecnico posizionato in prossimità del confine Nord-ovest della piattaforma alla cabina utente, conforme alla specifica DG 2092 ed. luglio 2011, posta in prossimità del confine Sud e infine da questa, tramite elettrodotto di connessione, alla linea MT esistente in un punto distante circa 430 m dall’area dell’impianto, e indicato in figura.

L’elettrodotto di connessione è costituito da due cavi tripolari in alluminio (3x1x185 mm2) interrati ad una profondità di 1.0 m dal p.c. al fine di evitare problemi di superamento dei valori soglia di emissione elettromagnetica.

FIGURA 16- PIANTA CABINA CONSEGNA UTENTE

FIGURA 17 - ELETTRODOTTO DI CONNESSIONE

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FIGURA 18 – SEZIONE DELL’ ELETTRODOTTO DI CONNESSIONE

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4. FASI E MODALITÀ D’INTERVENTO La realizzazione dell’opera si articola secondo le fasi lavorative elencate di seguito, su un periodo di tempo previsto pari a 11 settimane. Per ciascuna fase sono state indicate delle tempistiche indicative che possono variare in base ad ulteriori dettagli definiti in fase di progettazione esecutiva. Si precisa inoltre che alcune fasi di lavoro saranno svolte contestualmente, secondo il diagramma di Gantt riportato successivamente.

1. Preparazione del sito: tempo di lavorazione 2 settimane.

Sistemazione delle aree di stoccaggio, delimitazione e realizzazione della viabilità interna e sistemazione delle baracche di cantiere.

2. Realizzazione della recinzione perimetrale: tempo di lavorazione 2 settimane.

Realizzazione della recinzione perimetrale e messa a dimora delle essenze arboree.

3. Esecuzione delle opere civili: tempo di realizzazione 4 settimane.

Posizionamento della cabina di trasformazione ed esecuzione delle opere murarie accessorie.

4. Montaggio strutture di sostegno: tempo di lavorazione 5 settimane.

Posizionamento ad infissione e regolazione delle strutture di sostegno. Montaggio e regolazione delle intelaiature metalliche di supporto e passerelle

portacavo. Montaggio dei quadri di campo.

5. Messa in opera cavidotti ed impianto di messa a terra: tempo di lavorazione 3 settimane.

Scavo in sezione ristretta, eseguito con escavatori meccanici. Posa dei cavidotti su letto di sabbia, di spessore pari a 0,10 m, posizionamento pozzetti e riempimento con terra di scavo. Posa della corda in rame nuda.

6. Montaggio pannelli fotovoltaici: tempo di lavorazione 3 settimane.

Montaggio dei pannelli fotovoltaici. Cablaggio delle stringhe e collegamento ai quadri di campo.

7. Realizzazione connessioni elettriche ed allestimento quadri, cabine: tempo di lavorazione 3 settimane.

Allestimento dei quadri di campo e delle cabine elettriche. Cablaggio dei cavidotti e collegamento con i quadri di campo.

8. Collaudo e messa in esercizio: tempo di lavorazione 1 settimana.

Collaudo impianto fotovoltaico e messa in esercizio.

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Si riporta di seguito il diagramma di Gantt delle diverse fasi descritte.

FASI DI REALIZZAZIONE SETTIMANE 

1 2 3 4 5 6  7  8  9 10 11

Preparazione del sito 

Realizzazione della recinzione perimetrale 

Esecuzione delle opere civili 

Montaggio strutture di sostegno 

Messa in opera cavidotti ed impianto di messa a terra 

Montaggio pannelli fotovoltaici 

Realizzazione connessioni elettriche 

Collaudo e messa in esercizio 

In aggiunta alle tempistiche sopraindicate, si è previsto di stimare la durata di elaborazione del progetto esecutivo pari a 15 giorni lavorativi.

5. AUTORIZZAZIONI ALLA COSTRUZIONE DELL’IMPIANTO L’impianto è soggetto ad autorizzazione unica ai sensi dell’art.12 del D. Lgs. 387/2003, come previsto dalla Delibera di Giunta Regionale 27/16 del 01.06.2011 che contiene le “Linee guida attuative del Decreto del Ministero per lo Sviluppo Economico del 10 settembre 2010, “Linee Guida per l'autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili”. Modifica della Delib.G.R. n. 25/40 del 1° luglio 2010, in quanto non integrato e di potenza superiore a 20 kW.

Poiché il progetto proposto risulta ascrivibile alla tipologia progettuale di cui all’Allegato 4 alla parte seconda del D.Lgs. 152/06 e ss.mm.ii. “impianti industriali non termici per la produzione di energia, vapore ed acqua calda con potenza complessiva superiore a 1 MW”, è fatto obbligo al proponente di attivare, preliminarmente all’acquisizione del permesso a costruire, la procedura di Verifica di assoggettabilità a Valutazione di Impatto Ambientale, in conformità a quanto disposto dall’Allegato B alla D.G.R. 34/33 del 07/08/12.

L’area non è soggetta ad autorizzazioni paesaggistiche.