. ALLA SACRA. CONGREGAZIONE DEI RITI · primo "De lingua liturgica", pretende cli dare l'istoria...

41
I MUNICIPI DI OSSERO, CHERSO, LUSSINPICCOLO . ALLA SACRA. CONGREGAZIONE DEI RITI IN ROJY.r::A contro LA SINODO DIOCESANA DI VEGLIA pèr la latinità delle chiese nell'antiqa diocesi di OSSERO •. ,11111111a11n:111111111111111111111111111 1 •• +

Transcript of . ALLA SACRA. CONGREGAZIONE DEI RITI · primo "De lingua liturgica", pretende cli dare l'istoria...

Page 1: . ALLA SACRA. CONGREGAZIONE DEI RITI · primo "De lingua liturgica", pretende cli dare l'istoria ciel rito cattolico nei territori onde oggi è composta la diocesi, e fissa poi quali

I MUNICIPI DI

OSSERO, CHERSO, LUSSINPICCOLO

. ALLA

SACRA. CONGREGAZIONE DEI RITI IN

ROJY.r::A

contro

LA SINODO DIOCESANA DI VEGLIA pèr

la latinità delle chiese

nell'antiqa diocesi di OSSERO

•. ,11111111a11n:1111111111111111111111111111••

~~-+

Page 2: . ALLA SACRA. CONGREGAZIONE DEI RITI · primo "De lingua liturgica", pretende cli dare l'istoria ciel rito cattolico nei territori onde oggi è composta la diocesi, e fissa poi quali
Page 3: . ALLA SACRA. CONGREGAZIONE DEI RITI · primo "De lingua liturgica", pretende cli dare l'istoria ciel rito cattolico nei territori onde oggi è composta la diocesi, e fissa poi quali

2, / ✓ ,,

I lv1 U N I C I P I DI

OSSERO, CHERSO, LUSSINPICCOLO

A LLA

SACRA CONGREGAZIONE DEI RITI I N

ROJY-1:A

contro

LA SINODO DIOCESANA DI VEGLIA per

la latinità delle chiese

nell'antica diocesi di OSSERO

.. ,,11~~11111•··

t

Page 4: . ALLA SACRA. CONGREGAZIONE DEI RITI · primo "De lingua liturgica", pretende cli dare l'istoria ciel rito cattolico nei territori onde oggi è composta la diocesi, e fissa poi quali

t'.j .:' ; ;

BASCR • UIUV. TS FONDASAVIO IC 0856

N. INV . ASA 2687 Stampato come 1nanoscritto.

E,litori: i Municipi cli Ossero 1 Cherso e Lussinpiccolo.

1'ipo,qmfin deUa Societù dei 1'ijJolJrafi. - 1'i·ie;;le.

Page 5: . ALLA SACRA. CONGREGAZIONE DEI RITI · primo "De lingua liturgica", pretende cli dare l'istoria ciel rito cattolico nei territori onde oggi è composta la diocesi, e fissa poi quali

Fin da quando, tramutata la chiesa, "casa della pace" , in arena di contese p olitiche, il clero slavo ag itatore · ravvisò nella slav izzazione de i sacri ri t i un ' a rm e potente a' suo i scopi di nazio ­nale sov vertimento, non un'ora di pace e di tregua, no n un raggi o di confo rto ebbero le chiese nostre. l\fa ncato a no i, p e r deplo rata tolleranza di vescovi, og ni salutare effet to delle saggie deliberazioni emanate col decreto 5 agosto 18\)8 di codesta S . Co ng regazione de i Riti, o ra , con un t ra tto d i p en na, quelli che sino a ieri erano e valevano a rbitra ri abusi, s i sollevano d 'improvviso all ' onor d'i mmutabile leg ge; con un tratto di p enna si dist rugge la latinità uni versale delle chiese diocesan e, - dell e comun ità de ' fedeli orgogli o e van to.

Il tratto cli penna, d istruggi tore cl i ant iche e care tradiz io ni, è la S inodo d iocesana d i Veglia tenutasi nei g iorn i 2 , 3 e 4 set­tembre 1901. Indarn o la Giunta p ro vinciale clell' Istr ia, uni ca legi t­tima rappresentanza dell 'i ntera p rovincia, aveva co ntro il proposito di q uesta Sinodo elevato so lenne p ro tes ta col memo riale inviato a codesta S . Cong regazione addì 24 agosto 1901 e propug nato poi da p articolare deputazione : indarn o a quest ' a tto di p rotesta s ' erano esplicitamente associati i Comuni delle isole nostre. La Sinodo s i tenne: più che alla disciplina relig iosa, p iù che all a fed e, più che alla 1q1oralità, o nde si volle a mmantarla , quell ' adunanza servì a p roclamare la slavizzazione delle chi ese. E d ora i conchiusi

Page 6: . ALLA SACRA. CONGREGAZIONE DEI RITI · primo "De lingua liturgica", pretende cli dare l'istoria ciel rito cattolico nei territori onde oggi è composta la diocesi, e fissa poi quali
Page 7: . ALLA SACRA. CONGREGAZIONE DEI RITI · primo "De lingua liturgica", pretende cli dare l'istoria ciel rito cattolico nei territori onde oggi è composta la diocesi, e fissa poi quali

della Sinodo furono solennemente publicati e dalla Pasqua, con asserita approvazione cli Roma, hanno vigore. Le conseguenze cli quest'atto sono gravi, com'erano fin eia principio evidenti: eia ogni città e eia ogni villaggio, italiani e slav i, pur che non s ieno aggiogati al carro degli agitatori, si sollevano concordi contro le innovazioni proclamate legge: dovunque escono rumoreggiando dalle chiese e dichi arano cli non vol ervi riporre il piede, finchè in esse non sia riposto nel! ' antico onore il latino: in una borgata lasciano cadente la chiesa perchè preferiscono orar nel silenzio delle loro case e nella pietà indisturbata delle loro coscienze che non dare il frutto dei loro sudori ad un tempio che sia come votato alla distruzione ciel latino. Da ogni luogo alla proclama­rione ciel rito slavo si esige che le rappresentanze legi ttime ciel popolo oppongano un'ultima battaglia; che ali' asserita approva­zione cli Roma si risponda con l' estremo ricorso alla Suprema Autorità ecclesiastica, la quale nel decreto stesso ciel 5 agosto ] 898 voleva a sè riservato l'ultimo giudizio su controversie, dubbi o difficoltà.

Dalla unanime volontà del popolo abitante sulle isole cli Cherso e dei Luss ini e sugli scogli attigui - memore ancora delle g lorie cieli' antico episcopato di Ossero - è uscito dunque questo memoriale, atto solenne di comune protesta e di comune domanda. La causa difesa da noi contro chi esser ne dovrebbe tutore primo, ha il fondamento più saldo nel diritto, ha il consenso più largo nel popolo. L a offesa al diritto, se potè esser opera di pochi malevoli e di molti illusi, non fia mai sancita da sì alto consesso cui rivolgiamo la parola. La sfida al sentimento del po­polo, per gl i interessi più gravi della stessa fede vuol essere ricacciata al di là dei sacri recinti, donde - come dice un Dottore - "se il popolo esce, esce ogni ragione di bene "

II

La Sinodo diocesana cli Veglia al Titolo secondo, capitolo primo "De lingua liturgica", pretende cli dare l'istoria ciel rito cattoli co nei territori onde oggi è composta la diocesi, e fissa poi quali chiese debbano avere per lingua liturgica il veteroslavo e quali mantenere il latino. Per ciò che cli questa storia e cli queste costituzioni spetta ai paesi rappresentati dai Comuni sot· toscritti, un dì territorio della soppressa diocesi cli Ossero ed ora

Page 8: . ALLA SACRA. CONGREGAZIONE DEI RITI · primo "De lingua liturgica", pretende cli dare l'istoria ciel rito cattolico nei territori onde oggi è composta la diocesi, e fissa poi quali
Page 9: . ALLA SACRA. CONGREGAZIONE DEI RITI · primo "De lingua liturgica", pretende cli dare l'istoria ciel rito cattolico nei territori onde oggi è composta la diocesi, e fissa poi quali

Decanati di Ossero, Cherso e Lussino, g iova fin da principio pro­clamare che la storia com'è data dalla Sinodo rinnova con labili artifizi le argomentazioni inconfutabilmente smentite dagli storici nostri. In quanto a lle costi tuzioni sul nuovo o rd inamento ling uistico delle chi ese, desse si p osso no ben di re una aperta lesione dei decreti del 5 agosto 1898 e del 2 2 agosto 1900 di codesta S . Congregazione.

A provare queste affermazioni servano i fogli seguenti , nei q uali non una parola è contenuta alla quale non soccorrano docu­menti inconfutabili della sto ri a o memori e certe , infallibili di generazioni cl i fedeli . P er rag ioni cli temp o e cl i sp azio qui s i t ra­lascia q uanto non s ia veramente indi sp ensabile alla confutazi one della Sinodo vegliense, rimettendo codesta S . Cong reg azione ai libri g ià no ti ciel can. G. P esa n t e e ciel p rof. B. B e nu s si sulla liturg ia slava nell ' Ist ria , e p er la d iocesi nostra al libro di F. S a 1 a t a "L 'antica diocesi cli Ossero e la liturgia slava" che la Rappresentanza comunale cli Ossero proclamò "espressione dei sentim enti e della volontà ciel popolo ."

V oglia la S. Cong regazione benevolmen te esaminare le ragioni addo tte in q ueste pagine e ne i lib ri accenn ati e decidere p oi siccome g iustizia vuole e l'utilità della chiesa consig lia.

V eniamo anzitutto alla storia. P er la S inodo , la ling ua li tur ­g ica o rig inaria delle isole ciel Quarnero sarebbe stata la g reca, a lla quale fi n dai tempi cl i Metodio, nel secolo IX o tutt'al p iù al principio del secolo X , si sarebbe sos ti tui ta nelle chiese rurali slave la ling ua slava e nelle chiese delle ci ttà lati ne, dietro l' esempio cli Roma, la lingua la t ina. La sostituzione dello slavo sarebbe avvenuta - come fa in tendere la Sinodo -- naturalmente , p acifica­men te , leg ittimamente, sì eia d iventare una seconda ling ua liturg ica della dio cesi , ap provata dalle Auto ri tà costituite, perdurante inin­terrotta fra il p iù caldo favore dei fedeli!

Codesta esp osizione ha contro cl i sè ogni elementa re nozione cli storia paesana. L a lingua liturg ica sulle isole del Quarnero fu sin dalle antiche, ap osto liche o rigini delle nostre chiese cr is tiane, urbane e rurali, 1 a ti n a, immediata erede della lati nità p agana imperante dovunque. Il g reco vi p otè essere un' eccezione. L o slavo non ha assolutamente nè l'anti chità nè la legalità cli o rig ini attri­buitegl i dalla S ino do . Metodio non ha avuto alcuna relazione con le isole nostre : la sua venuta qui non è neppur t radizione storica : una sua qualunque attiv ità o influenza sugl i o rdinamenti religiosi alle coste adriatiche è messa in dubbio dagli stessi sto rici croati,

Page 10: . ALLA SACRA. CONGREGAZIONE DEI RITI · primo "De lingua liturgica", pretende cli dare l'istoria ciel rito cattolico nei territori onde oggi è composta la diocesi, e fissa poi quali
Page 11: . ALLA SACRA. CONGREGAZIONE DEI RITI · primo "De lingua liturgica", pretende cli dare l'istoria ciel rito cattolico nei territori onde oggi è composta la diocesi, e fissa poi quali

è smentita, sulla fede delle fonti storiche, da tutti gli altri scrittori; contrasta con ogni regola canonica sulla circoscrizione ecclesia­stica, stabilita fra noi già ab antiquo con le sedi vescovili di Ossero, cli Veglia, di Arbe.

Appena dopo la morte cli Metodio, quando, proibito il rito slavo dalle lettere apostoliche cli Giovanni VIII e Stefano V, l'autorità laica diede il bando ai sacerdoti glagolitici dalle diocesi moravo-pannoniche, essi cercarono ricovero fra gli slavi meri­dionali. Forse allora ne venne qualcuno anche sulle isole, ma abusivamente. La Sinodo di Veglia finge di ignorare l'atteggia­mento assunto dai vescovi diocesani, dai concili provinciali, da Roma cli fronte a queste non sicure novità. Finge di ignorare Giovanni X che inculca all'arcivescovo di Salona ed a tutti i suoi suffraganei; quindi anche al vescovo cli Ossero, cli e.or regger e a n.i mo sa mente tutte I e i n nova z i on i, per modo che le terre degli slavi celebrino anch'esse il santo sacrificio in I in g u a I a ti n a e non già straniera, che ribadisce poi il comando cli non ce I e b rare ne 11 a I in g u a barbara o s clavi n a. Si finge di ignorare il concilio provinciale di Spalato celebratosi al cospetto cli legati apostolici nel 9'25, e il cui decimo canone p r o i b i s c e ai vescovi cli p r o m u o v e r e a q u a I s i a s i grado sacerdoti che usa n o I a I i n g u a s I avi n i ca. Si ignora l'altro concilio di Spalato del 1060, in cui di fronte a perduranti innovazioni si vi et a a chissiasi cli ce I e b rare i div in i mi­ster i in lingua slavonica; si ignora papa Alessandro II che con apposita bolla conferma la definizione conciliare; s'ignora la lotta contro lo scisma cli Ulfo finita con la vittoria della ro­manità e della latinità; - documenti tutti codesti che contro all'opi­nione della Sinodo vegliense, elevano al cli sopra di ogni dubbio che le autorità ecclesiastiche disapprovarono con tutti i mezzi ogni tentativo di slavizzazione dei sacri riti nelle chiese dalmate.

Mentre con ciò non apparisce ancora dimostrato che la lingua slava si fosse mai sinor;i intrusa nelle chiese della diocesi osserina, la più settentrionale della provincia saloni tana, l'un i c o d o c u m e n t o c i t a t o d a 11 a S i n o d o cl i V e g I i a - una lettera di Innocenzo IV al vescovo di Veglia nel 1252 - prova appunto i I contrar i o di ciò che se ne v u o I de r i­v are dai propugnatori dello slavismo. In quella lettera il pontefice espone che l'abate e il monastero cli S . Nicolò cli Castelmuschio avevano chiesto la licenza di celebrare in islavo, ed il papa non accorda già il permesso richiesto, ma commette al vescovo di

Page 12: . ALLA SACRA. CONGREGAZIONE DEI RITI · primo "De lingua liturgica", pretende cli dare l'istoria ciel rito cattolico nei territori onde oggi è composta la diocesi, e fissa poi quali
Page 13: . ALLA SACRA. CONGREGAZIONE DEI RITI · primo "De lingua liturgica", pretende cli dare l'istoria ciel rito cattolico nei territori onde oggi è composta la diocesi, e fissa poi quali

disporre quanto gli sembrerà più conveniente. Ciò non fa fede già cli una maggiore o min ore estensione del rito slav o sulle isole, ma s ign ifi ca piuttos to che dal clero secolare o regolare le solenni tà religiose si celebravano cli d iritto e cli regola in latino: perch è altrimenti, non sarebbe stato necessario rivolgersi a Roma e Roma non avrebbe av uto interesse a procedere in q uel modo per cosa che sarebbe sta ta, per inconcessa ipotesi, in uso presso le altre chiese.

Così la sto ria nostra ecclesiasti ca cont inua p e r un p eri odo d i secoli, con ta le vi cenda cli fa tti che è acl ogni pagina smentita aperta a chi sost iene s ia stato ininterrotto e universa le il dominio del rito slavo nelle nostre chiese rurali.

Separata dalle chiese dalmate meridion ali do ve più erano a rse le contese ling uistiche, co n la bo lla "Li ce t un i ve r sa I i s" ciel J 7 o ttobre 1174 cli papa Anastasio IV che la sottoponeva al neoistituito arci vescovad o cli Zara: ri avvicinata a Roma madre da Adriano IV che assegna le diocesi insula ri al patriarcato cli G rado "primate della Dalmazia occidentale ", e p oi da l 145 1 a quello cli Venezia; sotto le d irette influenze della. Repubblica che nominando sempre vescov i italiani e lat ini, s' inspirava a quegli stessi p r incipì pet· i qu ali nel J 481 giungev a a sc ac c i a re cl a 11' i s o I a di V e g I i a i pr e ti s I a vi cli un certo mon astero perchè non celebravano ,, secondo il nostro costume latino"; la diocesi cl i Ossero mantenne lél latinità dei riti fin chè mol to più tardi cl i quanto creda la Sinodo cli Veglia , non si furono intro­dotti da lla vicina Dalm azia dei pr eti i 11 i r i c i a cc o I ti per b iso g n o, toller a ti p er ne cess ità. Soltélnto le mutate condizio ni demografi che, [' ignoran,a e [' in subo rdinazione cli tro ppa parte ciel clero, il timore della riforma fecero posto, qua e là, an che entro la d iocesi di Ossero al rito slav o. Ma g ravato dalle condann e primiti ve de i ponte fi ci e dei conci li i provi nciali ; am­messo eia Urba no VII I, eia Innocenzo X e eia f-.len edetto X IV, solo come uso to llerato per imperiose circostanze del mom ento, i I g I ago I i ti c o o ve ter o s I avo - come s i voglia chia­marlo - n o n e b b e 111 a i e p o i m a i n e 11 e i s o I e n o s t r e o nor e cli p riv il eg io. Neanche que lle chi ese rnrali, in cui esso fu in uso, non l'adottarono già, una volta per sempre, come lo ro ling ua liturgica: "Ovunque nei v illaggi delle isole tutte -lasciò scritto l ' ultimo vescovo d i Ossero, mons. Raccamarich -quando il parroco n on con o s ce a I t r o che il g lagolitico, celebra in glagolitico ; 111 a se in t e n cl e i I Iati n o, ce I e b r a

Page 14: . ALLA SACRA. CONGREGAZIONE DEI RITI · primo "De lingua liturgica", pretende cli dare l'istoria ciel rito cattolico nei territori onde oggi è composta la diocesi, e fissa poi quali
Page 15: . ALLA SACRA. CONGREGAZIONE DEI RITI · primo "De lingua liturgica", pretende cli dare l'istoria ciel rito cattolico nei territori onde oggi è composta la diocesi, e fissa poi quali

in 1 a tino." Dunque la 1 in g u a 1 a ti n a non cessò mai di essere la unica, vera e legittima lingua liturgica anche di quelle chiese rurali in cui la lingua slava si fosse adoperata per più o meno lunghi periodi di tempo, quando no n fosse stato possibile di avere sacerdoti istruiti nel latino. ,,La concessione del lin­guaggio illirico - sono ancora parole del santo vescovo nostro Raccamarich - fu una dispensazione interinale dall' idioma ge­nerale della chiesa ignorato dal clero illirico; non un precetto che escludeva il primario universale idioma latino. Tu t t ' a I t r o c h e es c I u d e r I o, è I a d i s p e n s a s t es s a c h e r a c c o­m a n da l'u so de 11 a I i tu r g i a Iati n a non ostante I a n e c e s s i t a t a c o n c e s s i o n e d e 11 a g 1 a g o I i ti c a."

Perciò, se la Sinodo crede di poter fondare il suo ed ificio storico su cli un'asserzione non documentata del P, Orbini nel 1604, possono venirle, con ben maggior efficacia, opposte le parole cl uno storico croato, il prof. Milcetic, il quale scriveva: ,, La diocesi di Ossero, una delle più antiche ... è rim asta se m p re Iati n a ... i suoi vescovi non furon o mai amici della. liturgia slava, la quale in tutta la diocesi cli Ossero non fi orì nè lasci ò cli sè m o n u m e n t i s c r i t t i."

III.

La Sinodo cli Veglia vorrebbe far credere che la liturgia slava si fosse mantenuta costante dominatrice del rito rurale sulle isole, sino alla fine del secolo XVIII, e accusa implicitamente l'ultimo vescovo di Ossero, Francesco Pietro Raccamarich, di averne iniziata la soppressione nelle chiese dei Lussini.

La opinione prima è smentita dalla confutazione di questa accusa. I vescovi di Ossero, così come quelli delle vicine diocesi della penisola istriana, ebbero a meta cieli' attività loro, l'elevazione del grado di cultura, di moralità, di disciplina nel clero rurale e insieme e per natural conseguenza il ritorno delle chiese al rito universale latino con abbandono del rito slavo, qua e là usato per le ragioni e nelle condizioni accennate. A ciò fare erano indotti • on solo dal rispetto del carattere generale originario della diocesi, ma anche dal carattere delle concessioni pontificiei (G i o van n i VIII: Si vero .. p I ace t, Miss a s 1 a ti n a magi s I in g u a a u cl ire, p r a e cip i m u s. u t Latine mi ss a rum s o 1 e m p i a ce 1 e b r e n t u r ; - U r b a n o VIII : a I i o q u a m

Page 16: . ALLA SACRA. CONGREGAZIONE DEI RITI · primo "De lingua liturgica", pretende cli dare l'istoria ciel rito cattolico nei territori onde oggi è composta la diocesi, e fissa poi quali
Page 17: . ALLA SACRA. CONGREGAZIONE DEI RITI · primo "De lingua liturgica", pretende cli dare l'istoria ciel rito cattolico nei territori onde oggi è composta la diocesi, e fissa poi quali

h u i u s modi novo Miss a I i, n i si ma 1 u eri n t Latino, u t a n tu r) e da una esplicita deliberazione del concilio provinciale di Aquielia del 1596, approvata dalla S. Congregazione del Concilio di Trento : n Qui I 11 y r i ca m or a m c o 1 un t Episcopi, in qua Breviarium et Missale linguae Illyricae in usu habentur, curent ut illa .... revi­d e a n tu r et eme n cl e n tu r. Opta n cl u m tam e n est, ut Episcoporum Illyricorum diligentia sensim Romani Breviarii usus cum Missali Romano et Rituali Sacramentorum introducatur."

A questa pi a opera, come il concilio stesso la chiama, i vescovi osserini si dedicarono con tutto il fervore che le condizioni misere della diocesi consentivano. E per citare un solo esempio, gli atti della visita del vicario apostolico Valerio de Ponte (1647-1649) a cui accenna la Sinodo e che furono publicati da parte slava siccome quella che unica ha possibilità cli accesso agli archivi diocesani, ci dànno prove eloquenti. Il parroco cli Lubenizze (nel decanato di Cherso) dichiara : ,,Ho un cappellano che m'aiuta nella cura, che è cieli' idioma illirico, onde non mi aiuta nell'ufficiatura, essendo stato uso per lo passato che anche il cappellano sia latino." Il visitatore apo­stolico nel suo Ordine eia tenersi coi f o r a n e i scrive: ,,Si fac­ciano leggere caratteri Iati n i." E a pagina 11 ciel cappellano don Giorgio Arnicevich è detto : n I n te r r o g a t u s a n s ci a t legere caracterem latinum, clixit nescire .... Man­e] a t u m e i cl e m f u i t q u a t e n u s a cl i s c e r e cl e b e a t ... " Al prete Matteo Radonich da Lussinpiccolo (pag. 296) si aggiunge: ,,Non sa leggere caratteri latini, le si assegnò termine tre mesi ad imparar leggere caratteri latini." Altrettanto si comanda a Don Giorgio Carcich da Neresine (S. Giacomo pag. 298) ecc. A pag. 300 fra gli ordini per le chiese delle Ville di Lussin­grande e piccolo si trova: ,,Alli sacerdoti che non hanno imparato finora legger caratteri latini le si proroga il termine ancora tre mesi a doverli imparare: si che a suo tempo saranno di nuovo esaminati, altrimenti si sospenderanno a celebra­ti on e Miss a e." Altrettanto dicasi a pag. 302 (Caisole), 305 (Bellei) e per altri luoghi ancora. Dunque? È vero che molti sacerdoti rurali sapevano leggere il latino "malamente o medio­cremente" e taluni nè punto nè poco, ma è anche vero che i vescovi e i visitatori canonici comminavano persino la sospensione a quei sacerdoti che non volessero apprendere il latino, quale

Page 18: . ALLA SACRA. CONGREGAZIONE DEI RITI · primo "De lingua liturgica", pretende cli dare l'istoria ciel rito cattolico nei territori onde oggi è composta la diocesi, e fissa poi quali
Page 19: . ALLA SACRA. CONGREGAZIONE DEI RITI · primo "De lingua liturgica", pretende cli dare l'istoria ciel rito cattolico nei territori onde oggi è composta la diocesi, e fissa poi quali

primo passo al ritorno cli tutte le chiese, piccole e grandi, alla lingua universale della chiesa.

Così per le cure particolari di Roma a vantaggio del clero illirico, per la istituzione del collegio de' Gesuiti a Fiume, per i seminari diocesani fiorenti a Ossero e a Cherso, i vescovi conti­nuano, con frutti ognora migliori, a ricondurre, più educato e colto, il clero della diocesi intera, ali' unità liturgica latina; sì che il glagolismo nel secolo XVIII decade: i sacerdoti che celebrano in illirico, diventano eccezione, si contano fra i più anziani in età, mentre non solo i sacerdoti gio\•ani usciti dalle scuole latine, celebrano in latino, ma anche fra i vecchi sacerdoti cli istruzione slava, si diffonde l'emulazione e con essa il desiderio cli apprendere il latino, sì che per essi i vescovi stabiliscono esami speciali.

Per tal modo, senza essere punto nemici degli slavi, anzi provvedendo a libri cli preghiera e di istruzione religiosa in islavo per le plebi rurali, gli ultimi vescovi di Ossero compiono santamente l'opera loro e r i clan n o a 1 s eco 1 o XIX 1 e 1 or o chiese tutte ritornate a 1 1 a tino primigeni o, con l'appoggio dei succedutisi governi di Venezia, cl' Austria e di Francia, convinti insieme a Roma che non il diritto, non il pri­vilegio avevano interrotto per un periodo oscuro cli anni infelici il dominio ciel latino, ma solo la venia e la necessità. L'ultimo vescovo cli Ossero, Raccamarich, corona solo l'opera dei prede­cessori col restituire il latino anche nelle chiese dei Lussihi e col lasciare in uno scritto pieno cli sacro ardore, quasi il suo testa­mento cli vescovo romano-latino.

IV.

Così stavano le cose quando l'agitazione nazionale e politica slava incominciò a sconvolgere le coscienze cli troppa parte ciel clero slavo sulle isole, riunite nel frattempo nell'unica diocesi cli Veglia (1828). Con l'attività nefasta che tramutò il pergamo e I' altare in tribune cli intolleranza nazionale, corsero cli pari passo le innovazioni liturgiche. Indarno, come si vedrà poi, nel 1857 un vescovo cli Veglia, nè italiano, nè amico degli italiani, con­statava che in nessuna chiesa, proprio in nessuna, del territorio dell'antica diocesi di Ossero, si ce­lebrava in islavo, e clava cosi la ragione cieli' illegalità di ogni innovazione ulteriore. Indarno i vescovi della provincia ecclesia­stica con la lettera pastorale dei 26 novembre 1887 vietavano

Page 20: . ALLA SACRA. CONGREGAZIONE DEI RITI · primo "De lingua liturgica", pretende cli dare l'istoria ciel rito cattolico nei territori onde oggi è composta la diocesi, e fissa poi quali
Page 21: . ALLA SACRA. CONGREGAZIONE DEI RITI · primo "De lingua liturgica", pretende cli dare l'istoria ciel rito cattolico nei territori onde oggi è composta la diocesi, e fissa poi quali

sevenss1mamente e sub o bo e cl i enti a ca non i ca di far di proprio marte innovazion i nella lingua li turgica c o I pretes to d i u si che v igessero a ltrove. Queste cd altre intima­zioni canoniche restaron o sempre lettera morta per i preti croati o riundi dall ' isola di Vegli a ai quali pur troppo venne ed è tuttodì affidata gran parte delle chiese anche entro i con fini della dioces i cli Ossero. Codesti sacerdoti slavi clell ' isola d i Veglia non vollero far mai cl i s ti n zio n e fra I e c h i es e r u r a I i cl e 11 a cl i o­c es i natia, nella quale il rito slavo n on s'e ra t ota lm e nte es tinto, e l e c hi ese de ll a dioce s i di Ossero da cu i era anche ufficialm e nte cons t ata ta I a cessa zio ne un iv e r sa I e cl e 11' uso g I ago I i tic o. Confondendo diritti e doveri nella loro ceci tà politi ca , sebbene ed ucati in lat ino e a mal a pena sapendo leggere il g lagolitico, non ristarono dal! ' int rodurre il rito slavo nelle ch iese nostre latine, immemori del decreto cli codesta S. Congregazione dei 13 febbraio 1892, immemori cli Sant' Ambrogio che scrive: A cl qu a m fort e ecc I es i a m veneri s , e i u s m ore m se r v a, s i c u i q u a m n o n v i s es s e s c a n cl a I o 1

E gli scandali non mancarono . I fedeli cresciuti nell'attacca­mento al lat ino, non poterono essere spettato ri impassibil i della distruzione che g iorno per g iorno, o r co n una or con l' altra parte del!' ufficiatura, si andava compiendo <lei[' edifi cio magnifico della lingua latina. E protestarono rinnovate vo lte contro la vera a n a r e h i a I i tu r g i ca che anelava deturpando le chiese ad onore e gloria della grande Croazia, a cui nessun sacrificio pareva condegno agli occhi dei novelli erostrati . La Curia vescovile, dominata dal dott. Volarich, il corifeo <lell' agi tazione g lagolitica nell ' Istri a intera, faceva le finte di non udire i lamenti e tollerava e coonestava tutte quelle aperte illegalità. Si venne così al pe­ri odo più nefasto : al!' inten-eg no fra la morte del vescovo Fer­retich e l' insediamento del vescovo S terk \18~3-1894) col già nominato canonico Volarich quale vicario capitolare.

Costui colse i frutti della connivenza dimostrata dalla Curia da lui dominata verso le precedenti innovazioni. E c o I p re­t e s t o cl i t o g I i e r e a b u s i e m i s c u g I i cl i I i n g u a, i n­t r o cl o t ti da' s uoi adere nti con la sua tac it a o a p e rta a p p r o va z i o n e, con decreto de l 30 settembre 1893 N. 1181, fatta un' i n ce tt a dei Messa l i g l ago liti c i s t a m p a t i a 11 o r a cl a 1 I a P r o p a g a n d a, s p e c i f i c a­m ente p er il Mon teneg ro, li impose con minaccia

Page 22: . ALLA SACRA. CONGREGAZIONE DEI RITI · primo "De lingua liturgica", pretende cli dare l'istoria ciel rito cattolico nei territori onde oggi è composta la diocesi, e fissa poi quali
Page 23: . ALLA SACRA. CONGREGAZIONE DEI RITI · primo "De lingua liturgica", pretende cli dare l'istoria ciel rito cattolico nei territori onde oggi è composta la diocesi, e fissa poi quali

canonica non solo alle chiese dell'isola di Veglia, ma anche a quelle dell'antica diocesi di Ossero, - - con insulto alla legge: "n e se de vacan t e a I i q u id inno ve tu r ;'' - con insulto a lla storia e al diritto per i quali il glagolitico et·a, e doveva rimanere, almeno nelle chi ese nostre, sepolto per sempre; - con insulto a lle lettere apos toliche del Metropolita, alle pastorali di vescov i contermin i, fra cui del!' arcivescovo Maup as di Zara, e a ll e annu ali commi­natori e del Vescovo di Parenzo; - con insulto al divieto del Nunzio Apostoli co di Vi enna, che proibiva p ersi no si rivolgessero s uppliche alla S. Sede per ottenere in favore degli slavi della Monarchia la es tensione o la conferma di quanto era stato concesso al Montenegro, mancando la necessaria analogia ni n te r c o 11-

d i ti o 11 es ar cid io eceseos Antibar ens is et Monar­c hi a e A ustr o - Un ga ric a e; " - dimenti cando, infine, che per ordine dello stesso Nunzio di Vienna erano state sequestrate a Zara tutte le copie di quel Messale che si volevano abusiva­mente diffondere.

Atto prepotente e arbitrari o come questo del Volarich, non ricorda la storia neanche di tempi ben p iù oscuri. Voleva il Vicario togliere abusi? Lo p oteva vietando le recenti innovazioni, prescrivendo ai sacerdoti di attenersi al latino, in omaggio al passato. Il criterio che ove esistesse l' uso dello Schiavetto, colà dovesse reintrodursi per diri tto il g lagolitico, è fa 11 a e e. Lo ,,Schiavetto" non ha n u 11 a a che v e cl ere colla ling ua veteroslava nella liturg ia propriamente detta. È un costume con­cesso al popolo slavo ad imitazione ciel pri\·ilegio accorciato p . e. a i Maroniti , di cantare l'epistola ed il vangelo in volgare. Esso vige tuttora anche in chiese nelle quali non fu mai celebrata una messa in g lagolitico, fra altro anche nella ex-cattedrale di Ossero , per ammissio ne dello stesso Vo larich e della st es sa Sin od o vegliense sempre latina, mentre l' a rt. X del decreto 5. agosto 1898 ammette appunto la lettura dell 'Epistola e ciel Vangelo in volgare slavo nelle chiese latine e no n se ne adombra la stessa Sinodo (pag.44). Da tutto ciò consegue l' a ssurd it à della pretesa d i vol e r con s ider are l'e s i s ten za dell o "Schiavetto" c o m e u n a p r o v a cl e 1 cl i r i t t o cl e 11 a 1 i t u r g i a g 1 a g o-1 i t i ca. Da ciò consegue an che l' illegalità della Sinodo vegliense che non fa altro se non coprire della sua autorità l'arbitrio del can. Volarich, infrangendo non solo i decreti e le tradizioni anteriori , ma anche e p arti colarmente i decreti della S. Congregazione dei Riti del 5 agosto 1898 e 22 agosto 1900, nel frattempo emanati.

Page 24: . ALLA SACRA. CONGREGAZIONE DEI RITI · primo "De lingua liturgica", pretende cli dare l'istoria ciel rito cattolico nei territori onde oggi è composta la diocesi, e fissa poi quali
Page 25: . ALLA SACRA. CONGREGAZIONE DEI RITI · primo "De lingua liturgica", pretende cli dare l'istoria ciel rito cattolico nei territori onde oggi è composta la diocesi, e fissa poi quali

V.

Non rattristeremo l'animo cli codesta S. Congregazione col rammentare - cose del resto anche troppo note - i dolorosi episoclì che trasse con sè l'introduzione arbitrari a del glagolitico, specie a Neresine nella parrocchi a di Ossero. Non andremo ne­anche specificando, come potremmo, per ogni singola chiesa l'epoca in cui avvennero le slavizzazioni dei riti e i sacerdoti stranieri che le compirono. Le proporzioni già troppo ampie di questo scritto ci sospingono a dimostrare il secondo nostro assunto: che cioè le costituzioni della Sinodo vegliense sulla lingua litur­gica sono aperta ribellione ai decreti recenti di codesta S. Con­gregazione.

Il decreto dei 5 agosto 1898 N. 3999 de u s u 1 in g ua e s 1 av i ca e in sacra 1 i tu r g i a riempì i diocesani di Ossero cli giustificate speranze. Proclamato nel cap. I l'uso della lingua veteroslava nella S. liturgia ,,come un privilegio reale inerente a certe chiese soltanto, non mai come un privilegio p ersonale che spetti a singoli sacerdoti", era condannata per il passato e resa impossibile per l'avvenire la slavizzazione delle chiese latine nell'antica diocesi di Ossero da parte di sacerdoti slavi dell 'isola di Veglia. Stabilito come termine minimo da porsi a base della dimostrazione sull 'esistenza legittima del p rivilegio reale il termine di trent 'anni consecuti vi, era data la prova palmare che il privi­legio non spettasse a nessuna chiesa delle isole cli Cherso e di Lussino e degli scogli attigu i. Perchè, a parte le p rove storiche sulle origini illegali, sulla pratica saltua~ia, temporanea e tolle­rata del g lagolitismo nei secoli scorsi, si aveva una prova uffi­ciale della insussistenza del trentennio cli durata, nella accennata lettera vescovile ciel 1857.

A richiesta cieli' Ordinariato arcivescovi le di Gorizia del. 21 marzo 1857 N. 513 il vescovo di Veglia mons. dott. Vitezich trasmetteva con nota dei 14 apri le 1857 una ,,Dimostrazione delle locali tà in cu i viene praticata la li turgia slava glagolitica ciel rito latino nella diocesi di Veglia". Ebbene: il nuovo vescovo enumera 13 chiese fra parrocchie, curazie e cappellanie tutte sull'isola cli Veglia, ed e s c I u cl e cl a 11' a mb i t o cl e l I a 1 i t u r g i a s I ava tutte 1 e chiese parrocchia I i, cura z i a 1 i e cappe 11 ani a I i cl e 11 e a 1 tre d u e i so 1 e, tutte, quindi, 1 e c h i es e d e 11' a n t i c a d i o c es i d i O s s e r o.

Page 26: . ALLA SACRA. CONGREGAZIONE DEI RITI · primo "De lingua liturgica", pretende cli dare l'istoria ciel rito cattolico nei territori onde oggi è composta la diocesi, e fissa poi quali
Page 27: . ALLA SACRA. CONGREGAZIONE DEI RITI · primo "De lingua liturgica", pretende cli dare l'istoria ciel rito cattolico nei territori onde oggi è composta la diocesi, e fissa poi quali

Ora poichè dal 14 aprile 1857 al 5 agosto 1868, come ter­mine a quo, le cose liturgiche nelle isole tutte restarono per ammissione della stessa Sinodo, immutate, ne doveva necessaria­mente risultare la illegalità del rito slavo cli recente introduzione: e il catalogo delle chiese la cui compilazione veniva imposta ai vescovi, avrebbe dovuto corrispondere ali' denco dato nel '57 dal ,-escovo Vitezich.

La decisione dei 5 agosto 1898 non ebbe questi doverosi effetti. Il vescovo cli Veglia, mettendosi in contraddizione stri­dente col vicino vescovo cli Parenzo-Pola, non compilò l'elenco e lasciò che le cose andassero per la loro china. Venne frattanto il decreto declaratorio dei 22 agosto 1900. Anche cli questo i diocesani cli Ossero godettero. Esso ammetteva, cioè, che il pri­vilegio del veteroslavo non si è estinto nse l'uso della lingua veteroslava venne entro gli ultimi trent' anni interrotta non vo­lontariamente, ma per necessità e per impedimenti esteriori, come p. e. per mancanza cli messali paleoslavici o cli sacerdoti che co­noscessero questa lingua". Messa fuori cli dubbio con le prove sopra enumerate l'esistenza ciel rito latino ai 5 agosto 1868, non poteva essere avvenuta nelle chiese dei nostri Comuni nel corso ciel trentennio una interruzione ciel glagolitico che non esisteva. Anche dal nuovo decreto doveva quindi derivare l'illegalità delle innovazioni, l'obbligo ciel ritorno universale al latino furtivamente soppresso qua e là eia qualche sacerdote, violentemente bandito dovunque dal vicario nel 1893.

La Sinodo cli Veglia dà alla supposta mancanza di messali e cli preti slavi anzitutto una estensione cli tempo arbitraria, e spie­gando a questo modo la cessazione del veteroslavo nella intera diocesi, ne esige la restituzione, sebbene questa supposta inter­ruzione sarebbe avvenuta, al caso, fuori e molto lontano dal tren­tennio ultimo. Ora non solo è infondata l'opinione che il glago­litico da noi sia mai cessato per mancanza di messali e di preti slavi, mentre è provato che cessò per volontà legittima degli Ordinari, per conseguenza logica della sua provvisorietà, per cessazione delle cause temporanee che lo fecero tollerare, - non solo è poco serio sostenere che tale mancanza siasi ristretta alle sole nostre due isole, mentre non avrebbe causato la cessazione del veteroslavo nell'attigua isola di Veglia, - non solo è arbi­trario non riconoscere la diversità delle condizioni fra le chiese rurali di V egli a e le chiese della soppressa diocesi di Ossero, diversità proveniente dalla storia e proclamata dallo stesso

Page 28: . ALLA SACRA. CONGREGAZIONE DEI RITI · primo "De lingua liturgica", pretende cli dare l'istoria ciel rito cattolico nei territori onde oggi è composta la diocesi, e fissa poi quali
Page 29: . ALLA SACRA. CONGREGAZIONE DEI RITI · primo "De lingua liturgica", pretende cli dare l'istoria ciel rito cattolico nei territori onde oggi è composta la diocesi, e fissa poi quali

vescovo Vitezich, -- non solo la S. Congregazione dei Riti col decreto 21 aprile 1899 respingendo 18 ricorsi contro il divieto del veteroslavo eia parte ciel vescovo cli Parenzo-Pola, negava e confutava la opinione stessa oggi sostenuta cl a 11 a Sin o cl o per le chiese nostre, - non solo il vescovo cli Parenzo-Pola pubblicando il decreto declaratorio del 22 agosto 1900 usò, per dimostrare come nessuna chiesa avesse neanche col nuovo indulto, il cliri tto al veteroslavo, argomentazioni vale­voli anche per la diocesi di Ossero che con quella di Parenzo­Pola ha comuni la storia, i diritti e le circostanze cli fatto, -a parte tutto ciò, manca alla Sinodo di Veglia il diritto di to­

gliere dalla decisione declaratoria dei 22 agosto 1900 la condi­zione ,,si usus I in guae p a I e o s I avi ca e intra post re­mo s triginta annos intermissus fuit." Tutte quindi le conclusioni della Sinodo sono per quel che riguarda le chiese dell'antica diocesi di Ossero assolutamente illegali e vanno annullate per rispetto alla storia e all'autorità p o n ti f i e i a, per r i g u a r d o a 1 cl e s i cl e r i o d e i f e cl e 1 i e a g 1 i i n t e re s s i d e 11 a r e 1 i g i o n e.

VI.

A noi pare di aver appoggiato a prove e ad argomenta­zioni irrefutabili la verità ciel nostro assunto. Ci resta ancora cli fornire la prova dello spirito a cui s'informò la Sinodo di Veglia, traendola dal modo in cui le sue deliberazioni vengono applicate.

Con la promulgazione della Sinodo, il confusionismo litur­gico, anzichè cessare, tende ad accrescersi. Dove si tratta cli slavizzare, i deliberati della Sinodo sono applicati a puntino. Dove invece la Sinodo ha creduto cli dover rispettare la latinità, questa è bistrattata a piacimento, come se i deliberati della Sinodo non esistessero. Ecco un esempio: Lussinpiccolo e Lussingrande fu.

rono dichiarate cli rito latino (pag. 44 lit. c.) con l'aggiunta che per quel che riflette alcune funzioni si dovesse mantenere I o status quo n un c. Invece la domenica 13 aprile p. p. recò poco liete innovazioni anche ai fedeli di Lussinpiccolo. Alla messa solenne, dopo letta l'epistola dallo Schiavetto, il cappellano prin­cipiò a pubblicare gli anniversari dei morti e dei matrimoni, ciò che si faceva cli solito prima della messa. Letto pure il Vangelo dallo Schiavetto, continuò gli atti di fede in glagolito e dopo la messa si cantò anche il Tede u m in glagolito.

Page 30: . ALLA SACRA. CONGREGAZIONE DEI RITI · primo "De lingua liturgica", pretende cli dare l'istoria ciel rito cattolico nei territori onde oggi è composta la diocesi, e fissa poi quali
Page 31: . ALLA SACRA. CONGREGAZIONE DEI RITI · primo "De lingua liturgica", pretende cli dare l'istoria ciel rito cattolico nei territori onde oggi è composta la diocesi, e fissa poi quali

Codeste innovazioni suscitarono il più vivo malcontento nei fedeli: alcuni uscirono cli chiesa, i rimasti non aprirono bocca né parteciparono al canto, come avviene se é latino. Allora i preti croati si diedero a cantare a squarciagola; ma nessuno li seguiva perché nessuno comprendeva un ette. Il clero ha avuto l'ordine da Veglia di continuar<". così ogni domenica anche al vespro, affinché il popolo... apprenda. E fra il popolo si vogliono dif­fondere libri slavi a cassoni! Vi è fermento generale fra la po­polazione, anche perché si apprende che i preti slavi aggiunge­ranno delle altre preghiere in glagolito, a nulla essendo serviti i reclami del Municipio presso il parroco e il vescovo. Dicasi altrettanto per sempre nuove preghiere slave introdotte di sop­piatto in molte chiese, persino nell'antica e sempre latina catte­clt-ale cli Ossero. Eppure i dec,·e~i della Sinodo alla lit. 7 del cap. I. (pag. 451 dispongono: ,,Chiunque non osserverà le di­sposizioni emanate in tale argomento dalla Sede Apostolica a questo nostro decreto, sia mescolando nello stesso atto litur­gico varie lingue od osando cli compiere arbitrari mutamenti in qualsiasi parte o modo, sappia di essere sospeso i p s o facto ,,a divinis", come noi clecicliamo, pronunziamo e dichiariamo, già fin d'ora, che egli sarà incorso in tale sospensione."

Ebbene: giacchè con tali innovazioni arbitrarie i preti croati non fanno altro che obbedire ad ordini della Curia vescovile di Veglia, chi è incorso con ciò nella sospensione canonica~ Come si pretende che le deliberazioni della Sinodo entrino nella retta coscienza del popolo, se quando non garbano, si dimostra così chiaramente dagli stessi ecclesiastici cli poterle ledere impune­mente?

Si andò pretestando che la reintroduzione del glagolitico anche nelle chiese, dove pe,· :wventura fu in uso per qualche tempo più o meno lungo nei secoli passati, era consigliata dagli interessi della fede e dal desiderio dei fedeli. Mai si pronunziò cosa meno conforme al vero. Da quando le innovazioni liturgiche incominciarono, si è anelata invece scavando una fossa sempre più profonda tra la chiesa e i fedeli. Anche a prescindere dai fatti più gravemente notevoli di Neresine, di Chiunschi, di S. Gia­como, ai quali fu accennato in principio, il rilassamento delle pratiche religiose è universale. La chiesa - non è una frase, ma un fatto è diventata la nemica delle popolazioni : esse si asten­gono dalle sacre cerimonie per non sentirsi offese nei loro sen­timenti più cari, per non sentirsi provocate a reazione. Il rito

Page 32: . ALLA SACRA. CONGREGAZIONE DEI RITI · primo "De lingua liturgica", pretende cli dare l'istoria ciel rito cattolico nei territori onde oggi è composta la diocesi, e fissa poi quali
Page 33: . ALLA SACRA. CONGREGAZIONE DEI RITI · primo "De lingua liturgica", pretende cli dare l'istoria ciel rito cattolico nei territori onde oggi è composta la diocesi, e fissa poi quali

slavo può esse1·e stato in altri tempi ed in altri luogh i di van· taggio alla chiesa naffin chè le eresie non penetrassero" : Oggi, almeno fra noi , le parti sono invert ite. Senza erigerci ad accu­satori, senza imitare l' esempio degli avversari, no i a ltamente proclam iamo che il bisogno o solo il desid erio del glagolitico non fu nè è sentito da nessuno neanche dagli slavi delle campagne che vi si ri bellan o contro, ~ mentre la chi esa catto lica perde nella lati nità il migliore suo appoggio e per fo rza di avvenimenti e di esempi si distrug ge a p oco a poco qu ella ,,reverente pietà " relig iosa che Pio IX p roclam ò scopo precipu o ciel culto divi no.

Sacra Congregazione/

Senza _ apparato cli peregrina eloquenza, con la verità ferma de i fatti , con la sollecitudine più s incera p er la pace relig iosa e civile , noi abbiamo con ciò dimostra to:

c he la ling ua p aleoslavica nella sacra liturg ia nelle ch iese dell 'antica diocesi cli Ossero non ebbe m ai la sanzione del di­ritto, non sosti tuì mai e in nessuna chiesa la unica lingua liturg ica della dio cesi, il latino, non fu nean che equiparata alla medesima;

ch e s'i ntrodusse invece in alcune chiese e saltuariamente, per abuso, energ icamente rep resso dappri ma, poi p er necessità cli temp i e di uomini tollerato, infine p er la ,,pia opera" dei vescovi, sosp into fra le memorie cli un passato doloroso, di cui nessuno vuole il ritorno ;

c he le inn ovazio ni liturg iche dei tempi recenti hanno lor fo ndamento no'n nell'inte resse re ligioso , ma nell 'es clusivismo na­zionale, nell 'avversione inconsulta alla civi ltà e alla lingua italian a, o rnam ento e forza cli questa regione, e quindi al latino , di cui quelle deri va no;

c he lo stato di cose crea te, dalle innovazioni predette non poteva aver sanzione cli legge nè dal Vicario capitolare do tt. Volarich nel 1893, nè dalla Sinodo vegliense, s iccome non cor­rispondente alle tassative condizioni poste dai decreti 5 agosto 1898 e 22 agosto HJ00 di · codesta S. Congregazio ne ;

c he infine le innovazioni della Sinodo vanno rep resse per utilità della chiesa e p er rispetto ai fedeli .

Per questi motivi le sottoscritte Deputazioni Comun ali, uniche legittime rappresentanti delle popolazioni delle isole cli Ch erso e di Lussino con gli attigui scogli , rivolgono a codesta S. Con­g reg azione le seguenti

Page 34: . ALLA SACRA. CONGREGAZIONE DEI RITI · primo "De lingua liturgica", pretende cli dare l'istoria ciel rito cattolico nei territori onde oggi è composta la diocesi, e fissa poi quali
Page 35: . ALLA SACRA. CONGREGAZIONE DEI RITI · primo "De lingua liturgica", pretende cli dare l'istoria ciel rito cattolico nei territori onde oggi è composta la diocesi, e fissa poi quali

Domande:

l. Ché s ia annullato il cap it o lo I del Titolo II della Sinodo Dio cesana ce l e brata s i in Veglia add ì 2, 3 e 4 Settembr e 1901, in quanto rifl et ta la lin g ua liturgica n e ll e ch i ese dei Decanati di Ossero, Cherso e Lu ss in o, cos tituenti i t e rri­tori d e l[' antica diocesi di Ossero;

2. che I in g u a 1 i tu r g i ca un i ca e so I a cl e 11 e chiese predette sia pr oc l amata una volta per semp r e e a incominciar e da l più bre v e termine la lin g ua latina;

3. c h e s i a v i e t a t a c o n t u t t o i I r i g o re ca n o­ni co ogni ulteriore innov az i o n e nella lingu a li­turgica cli queste chiese;

4. c h e i n q u a n t o a c e r t e fu n z i o n i e a c e r t i canti in v olgare, sia applicato il diritto ca n o­n i c o vi g e n te, con d i v i e t o de 11 e s I a v i z z a z i o n i r e­ce n ti, con riconosciment o di pari diritti ;ii fed e li italiani, particolarment e riguardo alla predi ca­zione nelle chiese parr occ hi a li maggiori;

5. che in relazion e ai precedenti postulat i, s ien o m esse fuor di v i. gore l e decisioni d) ed e) d e llo s t esso capitolo s inod a l e, riflettenti l' abi li­t az i o ne cli tutto il clero della diocesi in ;imbe l e I i n g u e I i t urgi che, si cc o m e no n r i c h i est e cl a I bi s o­g no ed atte soltanto a d accrescere le diffi co lt à di avere sacerdoti italiani od almeno non strani e ri.

Sacra Congregazione I

Le domande rivolte sono della maggiore gravità, sono la espressione concreta della unanime volontà del popolo. Codesto popolo nostro è oramai stanco delle co ntinue agitazioni nazionali e politiche onde troppa parte del cle ro slavo deturpa le sue chiese. Se anche slavo, non vuol rinunciare al decoro ciel latino, segno di unione al mondo cattolico e civile. Se i sacerdoti slavi pur educati nel latino, lo rinnegano, facendosi eguali a quei preti antichi che un provveditore cli Veglia chiamava "ordinati per uno agnello", - non il popolo vuole correre a ritroso i secoli ed essere creduto ,,g e n s cl u r a e cervici s et i cl i o t a et ignara vi a rum De i", come Carlo IV chiamava i sudditi

desiosi dello slavo.

Page 36: . ALLA SACRA. CONGREGAZIONE DEI RITI · primo "De lingua liturgica", pretende cli dare l'istoria ciel rito cattolico nei territori onde oggi è composta la diocesi, e fissa poi quali
Page 37: . ALLA SACRA. CONGREGAZIONE DEI RITI · primo "De lingua liturgica", pretende cli dare l'istoria ciel rito cattolico nei territori onde oggi è composta la diocesi, e fissa poi quali

Il passo fatto con questo memoriale, è decisivo. Diseducato, strappato quasi a viva forza, per opera di certi preti, dal focolare delle tradizioni religiose, - dibattentesi in un conflitto continuo fra la religione fatta a lui nemica e la patria a lui sempre più cara quanto gli è più contesa -- il popolo nostro potrebbe per questa via essere sospinto a gravi conseguenze.

Non è minaccia questa, è sollecitudine. Solo una decisione favorevole ciel Supremo Tribunale Ecclesiastico può ridare la pace alle coscienze. Contro a eventuali tentativi che presso codesta S. Congregazione venissero fatti per coonestare le decisioni della Sinodo, noi s iamo pronti a sostenere la nostra causa con !'arme della verità. E per il trionfo della verità noi provochiamo già fin cl' ora dalla sapienza cli codesta S. Congregazione l'invio cli un delegato apostolico che sulla faccia dei lu oghi, in diretta relazione coi fedeli e coi loro legittimi rappresentanti, indaghi ed assod i il vern stato delle cose, il vero bisogno, la vera utilità.

Noi, e con noi il popolo dei fedeli, attendiamo fidenti eia Roma madre, la parola della Giustizia.

DALLA DEPUTAZIONE COMUNALE di Ossero 28 aprile 1902

li podestà:

Domenico A. Zorovich I consiglieri comunali:

Giacomo Salata - Giovanni Linardich - Giovanni Gercovicli Matteo Faresich.

DALLA DEPUTAZIONE COMUNALE di Oherso 29 aprile 1902

Il podestà:

Dott. Giuseppe Petris I consiglieri comunali :

Cap. Francesco Colombis - Antonio de Petris Cap. Antonio D. Petranich.

DALLA DEPUTAZIONE COMUNALE di Lussinpiccolo 30 aprile 1902

Il podestà:

Giovanni S. Vidulicli I consiglieri comunali :

Michele I. Hreglicli - Battista Premuda - Sùnon Cattarinich Giuseppe Bonetti - Alessandro Nicolich - Giov. 111. Martinolich.

AJ,c1 J r;o 1

Page 38: . ALLA SACRA. CONGREGAZIONE DEI RITI · primo "De lingua liturgica", pretende cli dare l'istoria ciel rito cattolico nei territori onde oggi è composta la diocesi, e fissa poi quali
Page 39: . ALLA SACRA. CONGREGAZIONE DEI RITI · primo "De lingua liturgica", pretende cli dare l'istoria ciel rito cattolico nei territori onde oggi è composta la diocesi, e fissa poi quali
Page 40: . ALLA SACRA. CONGREGAZIONE DEI RITI · primo "De lingua liturgica", pretende cli dare l'istoria ciel rito cattolico nei territori onde oggi è composta la diocesi, e fissa poi quali
Page 41: . ALLA SACRA. CONGREGAZIONE DEI RITI · primo "De lingua liturgica", pretende cli dare l'istoria ciel rito cattolico nei territori onde oggi è composta la diocesi, e fissa poi quali