“Non è oraggio se non hai...
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Gruppo Scout AGESCI Loreo 1° - Veglia dei Pastori Natale 2013
“Non è coraggio se non hai paura.”
“Essi furono presi da grande spavento, ma l'angelo disse loro: "Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore.” (Lc 2, 9-11)
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Cantiamo insieme:
ASTRO DEL CIEL
Astro del ciel, Pargol divin, mite Agnello Redentor!
Tu che i Vati da lungi sognar, tu che angeliche voci
nunziar,
luce dona alle genti, pace infondi nei cuor!
luce dona alle genti, pace infondi nei cuor!
Astro del ciel, Pargol divin, mite Agnello Redentor!
Tu di stirpe regale decor, Tu virgineo, mistico fior,
luce dona alle genti, pace infondi nei cuor!
Luce dona alle genti, pace infondi nei cuor!
….Di cosa ho paura?...Lasciamo la parola ai nostri
ragazzi.
Coraggio, dal latino CUM CORE, con il cuore.
“Il mondo è nelle mani di coloro che hanno il coraggio di sognare e di
Correre il rischio di vivere i propri sogni” P. Coelho
CORAGGIO DI...AMARE T: Ci vuole coraggio per formare una famiglia!
Ci vuole coraggio! (Papa Francesco)
Che cos’è il matrimonio? E’ una vera e propria vocazione, come lo sono il sacerdozio e la vita religiosa. Due cristiani che si sposano hanno ri-conosciuto nella loro storia di amore la chiamata del Signore, la vocazione a formare di due, ma-schio e femmina, una sola carne, una sola vita.
Con questo dono, con la certezza di questa chia-mata, si può partire sicuri, non si ha paura di nulla, si può affrontare tutto, insieme! Pensiamo ai nostri genitori, ai nostri nonni o bi-
snonni: si sono sposati in condizioni molto più povere delle nostre, alcuni in tempo di guerra, o di dopoguerra; alcuni sono emigrati, come i miei genitori. Dove trovavano la forza? La trovavano nella certezza che il Signore era con loro, che la fa-miglia è benedetta da Dio col Sacramento del matrimonio, e che benedetta è la missione di mettere al mondo i figli e di educarli. Con queste certezze hanno superato anche le pro-
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ve più dure. Erano certezze semplici, ma vere, formavano delle colonne che sostenevano il loro amore. Non è stata facile, la vita loro; c’erano problemi, tanti problemi. Ma queste cer-tezze semplici li aiutavano ad andare avanti. E sono riusciti a fare una bella famiglia, a dare vita, a fare crescere i figli. Quante volte i parroci – anch’io, alcune volte l’ho sentito – sentono una coppia che viene a sposarsi: “Ma voi sapete che il matrimonio è per tutta la vita?”. “Ah, noi ci amiamo tanto, ma… rimarremo insieme finché dura l’amore. Quando finisce, uno da una parte e l’altro dall’altra”. E’ l’egoismo: quando io non sento, taglio il matrimonio e mi dimentico di quell’“una sola carne”, che non può dividersi. E’ rischioso sposarsi: è rischioso! E’ quell’egoismo che ci minaccia, perché dentro di noi tutti abbiamo la possibilità di una dop-pia personalità: quella che dice: “Io, libero, io voglio questo…”, e l’altra che dice: “Io, me, mi, con me, per me …”. L’egoismo sempre, che torna e non sa aprirsi agli altri. Ma lo Spirito Santo suscita sempre risposte nuove alle nuove esigenze! La fantasia – mi permetto la parola – la fantasia dello Spirito Santo è infini-ta, ma è anche molto concreta! Allora vorrei dirvi di non avere paura di fare passi definitivi: non avere paura di farli. Quante volte ho sentito mamme che mi dicono: “Ma, Padre, io ho un figlio di 30 anni e non si sposa: non so cosa fare! Ha una bella fidanzata, ma non si decide”. Ma, signora, non gli stiri più le cami-cie! E’ così! Non avere paura di fare passi definitivi, come quello del matrimonio: approfon-dite il vostro amore, rispettandone i tempi e le espressioni, pregate, preparatevi bene, ma poi abbiate fiducia che il Signore non vi lascia soli! Fatelo entrare nella vostra casa come uno di famiglia, Lui vi sosterrà sempre.
T: “Amare è straordinario. E' a furia di tirarsi indietro di fronte alle
sue esigenze che l'amore è diventato una cosa banale. Non abbiamo
scelto nè l'odio nè l'amore, ma ciò che ci disturba meno.” (A. Sève)
Riflettiamo…
Ma chi di noi ha ancora il coraggio di credere nel PER SEMPRE?
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CORAGGIO DI...ESSERE CITTADINI T: “Quando a un uomo è negato il diritto di vivere la vita in cui crede,
questi non ha altra scelta che diventare un fuorilegge.” (N. Mandela)
Il discorso pronunciato all’ONU da Malala, una ragazza di 16 anni del Pakistan che ha rischiato di
essere uccisa dai talebani per aver difeso i diritti di donne e bambini, nella giornata a lei dedicata.
“Cari fratelli e sorelle ricordate una cosa. La giornata
di Malala non è la mia giornata. Oggi è la giornata di
ogni donna, di ogni bambino, di ogni bambina che
ha alzato la voce per reclamare i suoi diritti. Ci sono
centinaia di attivisti e di assistenti sociali che non
soltanto chiedono il rispetto dei diritti umani, ma
lottano anche per assicurare istruzione a tutti in
tutto il mondo, per raggiungere i loro obiettivi di
istruzione, pace e uguaglianza. Migliaia di persone
sono state uccise dai terroristi e migliaia di altre
sono state ferite da loro. Io sono soltanto una di
loro. Io sono qui, una ragazza tra tante, e non
parlo per me, ma per tutti i bambini e le bambine.
Voglio far sentire la mia voce non perché posso
gridare, ma perché coloro che non l' hanno siano ascoltati.
Cari amici, nella notte del 9 ottobre 2012 i Taliban mi hanno sparato sul lato sinistro
della fronte. Hanno sparato anche ai miei amici. Pensavano che le loro pallottole ci a-
vrebbero messo a tacere. Ma hanno fallito. E da quel silenzio si sono levate migliaia di
voci. I terroristi pensavano che sparando avrebbero cambiato i nostri obiettivi e fermato
le nostre ambizioni, ma niente nella mia vita è cambiato tranne questo: la debolezza, la
paura e la disperazione sono morte. La forza, il potere e il coraggio sono nati. Io sono
la stessa Malala. Le mie ambizioni sono le stesse. Così pure le mie speranze sono le
stesse.
Cari fratelli e sorelle, tutti ci rendiamo conto dell' importanza della luce quando ci tro-
viamo al buio, e tutti ci rendiamo conto dell' importanza della voce quando c' è il silen-
zio. E nello stesso modo quando eravamo nello Swat, in Pakistan, noi ci siamo resi con-
to dell' importanza dei libri e delle penne quando abbiamo visto le armi. I saggi diceva-
no che la penna uccide più della spada, ed è vero. Gli estremisti avevano e hanno pau-
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ra dell' istruzione, dei libri e delle penne. Hanno paura del potere dell' istruzione. Hanno
paura delle donne. Il potere della voce delle donne li spaventa.
Povertà, ignoranza, ingiustizia, razzismo e privazione dei diritti umani di base sono i pro-
blemi principali con i quali devono fare i conti sia gli uomini sia le donne. Cari fratelli e
sorelle, è giunta l'ora di farsi sentire, di lottare per cambiare questo mondo e quindi
oggi facciamo appello ai leader di tutto il mondo affinché proteggano i diritti delle don-
ne e dei bambini. Facciamo appello alle nazioni sviluppate affinché garantiscano soste-
gno ed espandano le pari opportunità di istruzione alle bambine nei Paesi in via di svi-
luppo. Facciamo appello a tutte comunità di essere tolleranti, di respingere i pregiudizi
basati sulla casta, sulla fede, sulla setta, sulla fede o sul genere. Per garantire libertà e
eguaglianza alle donne, così che possano stare bene e prosperare. Non potremo avere
successo come razza umana, se la metà di noi resta indietro. Facciamo appello a tutte
le sorelle nel mondo affinché siano coraggiose, per abbrac-
ciare la forza che è in loro e cercare di realizzarsi al mas-
simo delle loro possibilità. Cari fratelli e sorelle vogliamo
scuole, vogliamo istruzione per tutti i bambini per garantire
loro un luminoso futuro. Ci faremo sentire, parleremo per i
nostri diritti e così cambieremo le cose. Dobbiamo credere
nella potenza e nella forza delle nostre parole. Le nostre
parole possono cambiare il mondo. Perché siamo tutti uniti,
riuniti per la causa dell' istruzione e se vogliamo raggiunge-
re questo obiettivo dovreste aiutarci a conquistare potere
Riflettiamo…
Nonostante l’oceano di problemi, abbiamo ancora la forza di essere
Quella “goccia” che può CAMBIARE il mondo?
Cantiamo insieme:
MI FIDO DI TE
Case di pane, riunioni di rane
vecchie che ballano nelle cadillac
muscoli d'oro, corone d'alloro
canzoni d'amore per bimbi col frack
musica seria, luce che varia
pioggia che cade, vita che scorre
cani randagi, cammelli e re magi
RIT:
forse fa male eppure mi va
di stare collegato
di vivere di un fiato
di stendermi sopra al burrone
di guardare giù
la vertigine non è
paura di cadere
ma voglia di volare
mi fido di te {x4}
io mi fido di te
ehi mi fido di te
cosa sei disposto a perdere
rabbia stupore la parte l'attore
dottore che sintomi ha la felicità
evoluzione il cielo in prigione
questa non è un'esercitazione
forza e coraggio
la sete il miraggio
la luna nell'altra metà
lupi in agguato il peggio è passato
RIT
mi fido di te {x3}
cosa sei disposto a perdere
eh mi fido di te
mi fido di te {x2}
Cosa sei disposto a perdere
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CORAGGIO DI...ESSERE CHIESA T: “Non abbiate paura!
Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!” (Giovanni Paolo II)
Dal libro del profeta Isaia
Si rallegrino il deserto e la terra arida, esulti e fiorisca la steppa. Come fiore di narciso fiorisca; sì, canti con gioia e con giubilo. Le è data la gloria del Libano, lo splendore del Carmelo e di Saròn. Essi vedranno la gloria del Signore, la magnificenza del nostro Dio. Irrobustite le mani fiacche, rendete salde le ginocchia vacillanti. Dite agli smarriti di cuore: «Coraggio! Non temete; ecco il vostro Dio, giunge la vendetta, la ricompensa divina. Egli viene a salvarvi».
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Oggi è la terza domenica di Avvento, detta anche domeni-ca Gaudete, cioè domenica della gioia. Nella liturgia risuona più volte l’invito a gioire, a rallegrarsi, perché? Perché il Signore è vicino. Il Natale è vicino. Il messaggio cristiano si chiama “evangelo”, cioè “buona notizia”, un annuncio di gioia per tutto il popolo; la Chiesa non è un rifugio per gente triste, la Chiesa è la casa della gioia! E coloro che sono tristi trovano in essa la gioia, trovano in essa la vera gioia!
Ma quella del Vangelo non è una gioia qualsiasi. Trova la sua ragione nel sapersi accolti e amati da Dio. Come ci ricorda oggi il profeta Isaia (cfr 35,1-6a.8a.10), Dio è colui che viene a salvarci, e presta soccorso specialmente agli smarriti di cuore. La sua venuta in mezzo a noi irrobustisce, rende saldi, dona coraggio, fa esultare e fiorire il deserto e la steppa, cioè la nostra vita quando diventa arida. E quando diventa arida la nostra vita? Quando è senza l’acqua della Parola di Dio e del suo Spirito d’amore. Per quanto siano grandi i nostri limiti e i nostri smarrimenti, non ci è consentito essere fiacchi e vacillanti di fronte alle difficoltà e alle nostre stesse debolezze. Al contrario, siamo invitati ad irro-bustire le mani, a rendere salde le ginocchia, ad avere coraggio e non temere, perché il nostro Dio ci mostra sempre la grandezza della sua misericordia. Lui ci dà la forza per andare avanti. Lui è sempre con noi per aiutarci ad andare avanti. E’ un Dio che ci vuole tanto bene, ci ama e per questo è con noi, per aiutarci, per irrobustirci e andare avanti. Coraggio! Sempre avanti! Grazie al suo aiuto noi possiamo sempre ricominciare da capo. Come? Ricominciare da capo? Qualcuno può dirmi: “No, Padre, io ne ho fatte tante… So-no un gran peccatore, una grande peccatrice… Io non posso rincominciare da capo!”. Sbagli! Tu puoi ricominciare da capo! Perché? Perché Lui ti aspetta, Lui è vicino a te, Lui
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ti ama, Lui è misericordioso, Lui ti perdona, Lui ti dà la forza di ricominciare da ca-po! A tutti! Allora siamo capaci di riaprire gli occhi, di superare tristezza e pianto e intonare un canto nuovo. E questa gioia vera rimane anche nella prova, anche nella sofferenza, perché non è una gioia superficiale, ma scende nel profondo della per-sona che si affida a Dio e confida in Lui.
La gioia cristiana, come la speranza, ha il suo fondamento nella fedeltà di Dio, nella certezza che Lui mantiene sempre le sue promesse. Il profeta Isaia esorta coloro che hanno smarrito la strada e sono nello sconforto a fare affidamento sulla fedeltà del Signore, perché la sua salvezza non tarderà ad irrompere nella loro vita. Quanti hanno incontrato Gesù lungo il cammino, sperimentano nel cuore una serenità e una gioia di cui niente e nessuno potrà privarli. La nostra gioia è Gesù Cristo, il suo amore fedele inesauribile! Perciò, quando un cristiano diventa triste, vuol dire che si è allontanato da Gesù. Ma allora non bisogna lasciarlo solo! Dobbiamo pregare per lui, e fargli sentire il calore della comunità.
La Vergine Maria ci aiuti ad affrettare il passo verso Betlemme, per incontrare il Bambino che è nato per noi, per la salvezza e la gioia di tutti gli uomini. A lei l’Angelo disse: «Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te» (Lc 1,28). Lei ci ot-tenga di vivere la gioia del Vangelo in famiglia, al lavoro, in parrocchia e in ogni ambiente. Una gioia intima, fatta di meraviglia e di tenerezza. Quella che prova una mamma quando guarda il suo bambino appena nato, e sente che è un dono di Dio, un miracolo di cui solo ringraziare!
(Angelus di Papa Francesco per la III Domenica di Avvento)
T: “Voi siete la luce del mondo. Una città posta sopra un monte non può
rimanere nascosta, e non si accende una lampada per metterla sotto un
recipiente; anzi la si mette sul candeliere ed essa fa luce a tutti quelli
che sono in casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affin-
ché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei
cieli.” (Mt 5, 14-16)
Riflettiamo…
Abbiamo il coraggio di vivere la gioia del Vangelo in ogni momento del-la nostra vita?
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CORAGGIO DI...FARSI ULTIMI T: “Io non penso di avere qualità speciali, non pretendo niente per il lavo-
ro che svolgo. È opera sua. Io sono come una piccola matita nelle Sue
mani, nient’altro. È Lui che pensa. È lui che scrive. La matita non ha nulla
a che fare con tutto questo. La matita deve solo poter essere usata. ”
Un giorno un missionario di nome John decise di andare a visitare un monastero che si
trovava su delle montagne altissime.
Per la strada incontrò un altro uomo, il cui nome era Chang, che faceva la stessa stra-
da, così camminarono insieme.
Dopo un po’ Chang disse a John: dobbiamo affrettarci perché questa notte è molto
fredda e dobbiamo arrivare al monastero prima di notte.
Dopo circa mezzora che salivano per il sentiero di montagna hanno sentito dei lamenti
provenire da un piccolo burrone a fianco. Un uomo, per il buio e il ghiaccio sul sentiero,
era scivolato nel burrone e non riusciva a risalire perché aveva una gamba rotta.
Chang disse a John: non possiamo fermarci, fa troppo freddo, rischiamo di morire con-
gelati.
Ma John non se la sentiva di lasciar morire un poveretto senza provare ad aiutarlo.
Così scese nel burrone per soccorrere il disgraziato mentre Chang proseguiva nel suo
cammino da solo.
Con grande fatica John si caricò l’uomo sulle spalle e risalì sul sentiero per riprendere il
cammino verso il monastero.
Ad un tratto vede un uomo accovacciato per terra, si ferma, era proprio Chang, pur-
troppo non c’era niente da fare, era morto di freddo.
In quel momento ha avuto paura di non farcela più neppure lui, specie con il poveretto
sulle spalle, ma ha chiesto l’aiuto e la forza a Dio ed ha proseguito il cammino.
Quando finalmente ha visto il monastero ha raccolto tutte le poche forze che gli resta-
vano per superare gli ultimi metri che sembrava non finissero mai, quindi ha avuto appe-
na la forza di bussare al portone prima di cadere a terra svenuto per la stanchezza.
L’indomani, quando il sole era già alto, John si è svegliato in un letto e vicino a lui c’era
un monaco che gli stava dando una bevanda calda. Il missionario ha chiesto subito del
poveretto che aveva portato sulle spalle ma gli è stato risposto che non ce l’aveva fat-
ta, ed era morto molto tempo prima di arrivare al monastero.
Allora ho fatto una così grande fatica
inutilmente? Esclamò John, ma il mo-
naco rispose: questa notte è stata la
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più fredda che ci sia mai stata e se sei ancora vivo devi ringraziare proprio il poveretto
che avevi sulle spalle, che con il suo corpo ti ha protetto dal freddo e lo sforzo che hai
fatto per portarlo ha fatto aumentare la circolazione del sangue non permettendo il
congelamento.
Così John, con un atto di pietà verso un poveretto per salvargli la vita, ha salvato la pro-
pria.
T: “Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o ma-
dre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e a-
vrà in eredità la vita eterna.
Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi i primi.” (Mt 19, 29-30)
Riflettiamo...
E’ così difficile essere “l’ultima matita”?
CORAGGIO DI...LIBERARE IL FUTURO T: “Crescere vuol dire avere il coraggio di non strappare le pagine della nostra vita
ma semplicemente voltare pagina.
Crescere significa riuscire a superare i grandi dolori senza dimenticare.
Crescere significa avere il coraggio di guardare il mondo e di sorridere..
Crescere significa guardarsi indietro e abbracciare i ricordi senza piangere.
Crescere è saper distinguere la realtà dai sogni.
Crescere è sapersi rialzare dopo una brutta caduta.
Crescere… non tutti hanno voglia di crescere… forse perché sono consapevoli delle
difficoltà che incontreranno crescendo…” (Jim Morrison)
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La sai la differenza tra paura e terrore? La paura è una forma d’ intel-
ligenza quando hai qualche cosa da perdere, ti salva; mentre il terrore
ti blocca diventi di pietra e perdi tutto! Quindi vivi nella paura, perché
ci vuole coraggio ad aver paura! Pensa al coraggio che serve
nell’investire. Il futuro vuole il tuo coraggio perché per una vita mi-
gliore ci vuole fatica, bisogna combattere, insomma ci vuole un dan-
nato coraggio per vincere la paura della fatica. Se non lo mettessimo
in gioco non costruiremmo nulla: fatica e rischio, che a ben pensarci
sono sinonimi della “nostra paura” quindi ti salvano. Per la vita. Co-
raggio! (Francesco, per gli amici Krang)
T: “C’è una verità elementare, la cui ignoranza uccide
innumerevoli idee e splendidi piani: nel momento in
cui uno si impegna a fondo, anche la provvidenza al-
lora si muove.
Infinite cose accadono per aiutarlo, cose che altri-
menti mai sarebbero avvenute…
Qualunque cosa tu possa fare, o sognare di poter fa-
re, incominciala. L’audacia ha in sé genio, potere,
magia. Incomincia adesso.”
(J.W. Goethe)
Riflettiamo…
Perché non abbiamo il coraggio di superare la paura?
Cantiamo insieme:
Pronti a servire ( E ancora scouting for boys ) Eravamo ragazzi ancora
con il tempo aperto davanti
i giorni più lunghi coi calzoni corti a caccia di vento i semplici canti.
La carta e la colla insieme incrociare due canne più forti
legate allo spago le nostre speranze nei nostri aquiloni i sogni mai morti.
Si alzano ora in alto più in alto di allora le danze
restare confusi il tempo ti afferra
scommetter sul mondo ma senza arroganza.
ma il camminare ti entra da terra e pronti a partire rischiare la strada
i fiori più veri non son quelli di serra.
La testa nel cielo è vero ma il camminare ti entra da terra
e pronti a partire rischiare la stra-da
i fiori più veri non son quelli di
serra.
RIT.
Va' più in su, più in là
contro vento è lotta dura ma
tendi lo spago se sta a cuore a
noi ,non è vana speranza,
cambierà : oltre la siepe va'.
E' il potere all'indifferenza
indifferenza che il potere fa ladri
la terra ormai scossa dagli atomi
pazzi,denaro trionfante schiaccia
grida di madri.
E' ancora la grande corsa
per gli stupidi armati razzi
in rialzo i profitti più disoccupati
e c'è sempre chi dice: "State buoni
ragazzi....
E' nascosta rassegnazione
dietro "grandi" progetti mancati
bloccati.
Ma vediamo più acuti e nuovi
affiorare continui bisogni,solidali ci
chiama la città dell'uomo
sporcarsi le mani in questo mare è
un segno.
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CORAGGIO DI...AVERE SPERANZA! T: “Non c’è speranza senza paura, né paura senza speranza.” (B. Spinoza)
Dal Vangelo secondo Luca (1, 26-38):
“In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea,
chiamata Nazareth, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Da-
vide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse:
"Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te".
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un salu-
to come questo. L’angelo le disse: "Non temere, Maria, perché hai trovato gra-
zia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai
Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà
il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il
suo regno non avrà fine".
Allora Maria disse all’angelo: "Come avverrà questo, poiché non conosco uo-
mo?". Le rispose l’angelo: "Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza
dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e
sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchia-
ia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era det-
ta sterile: nulla è impossibile a Dio".
Allora Maria disse: "Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua
parola". E l’angelo si allontanò da lei”.
Dal Vangelo secondo Matteo (1, 18-25):
“Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa
sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera
dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise
di licenziarla in segreto. Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli ap-
parve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non te-
mere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo
Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il
suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era
stato detto dal Signore per mezzo del profeta: “Ecco, la vergine concepirà e partorirà
un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi”. Destatosi dal
sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la
sua sposa, la quale, senza che egli la conoscesse, partorì un figlio, che egli chiamò
Gesù.”
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T: “La speranza ha due bei figli: la rabbia e il coraggio.
La rabbia nel vedere come vanno le cose e il coraggio di intravedere
come potrebbero andare.” (Sant’Agostino)
Riflettiamo...
Preghiamo insieme… (Ave Maria)
Cantiamo insieme:
HAPPY CHRISTMAS
So this is Christmas
and what have you done another year over
a new one just begun
and so this Xmas
I hope you have fun
the near and the dear one
the old and the young.
A merry merry Christmas
And happy New Year
let's hope it's a good one
without any fear.
And, so this is Christmas (war is over)
for weak and for strong (if you want it)
for rich and the poor ones(War is over now)
the road is so long
and so happy Christmas
for black and for white
for the yellow and red ones
let's stop all the fight.
A merry merry Christmas
and happy New Year
let's hope it's a good one
without any fear.
And, so this is Christmas
and what have we done
another year over
a new one just begun
and, so happy Christmas
we hope we have fun
the near and the dear one
the old and the young.
A merry merry Christmas
and happy New Year
let's hope it's a good one
without any fear.
(War is over if you Want it war is over now)