Aliprandi - lezione Univ. Statale Milano - 05-04-11

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Avv. Simone Aliprandi - www.copyleft-italia.it | www.aliprandi.org Università Statale di Milano, 5 aprile 2011 Avv. Simone Aliprandi www.copyleft-italia.it | www.aliprandi.org Interoperabilità e standard aperti nell'ordinamento giuridico italiano

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Le lezione da me tenuta nell'aprile 2011 all'interno del corso di Informatica Giuridica del Prof. Andrea Rossetti presso l'Università degli studi di Milano.

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Interoperabilità e standard apertinell'ordinamento giuridico italiano

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DEFINIZIONI: INTEROPERABILITA' [1]

Interoperability means the ability of information and communication technology (ICT) systems and of the business processes they support to exchange data and to enable the sharing of information and knowledge.

(fonte: European Interoperability Framework, http://ec.europa.eu/idabc)

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DEFINIZIONI: INTEROPERABILITA' [2]

Per interoperabilità intenderemo la capacità di sistemi diversi di leggere e scrivere stessi formati di dati e/o di interagire secondo protocolli stabiliti. In questo contesto varrà distinguere tra la capacità di parlare la stessa lingua (intelligibilità del formato dei dati) dalla capacità di aderire ad un medesimo modello comportamentale (adozione di un qualche protocollo definito).

(continua)

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DEFINIZIONI: INTEROPERABILITA' [2]

Questo secondo tipo di interoperabilità (che diremo operativa) va assumendo una sempre maggiore importanza pratica, via via che l’interazione tra sistemi informatici viene sempre più spesso definita in termini di servizio erogato piuttosto che di dato scambiato (e.g., i cosiddetti Web Service). L’interoperabilità operativa può dunque essere realizzata senza che sussista l’interoperabilità del dato.

(continua)

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DEFINIZIONI: INTEROPERABILITA' [2]

L’adozione di standard aperti, siano essi riferiti ai formati di dati od ai protocolli, resta comunque condizione necessaria (per quanto non sufficiente) per l’interoperabilità.

(fonte: Relazione finale della Task Force Interoperabilità e Open Source, Provincia Autonoma di Trento, 2005, par. 3.1.1)

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DEFINIZIONI: STANDARD [1]

Modello o tipo di un determinato prodotto, o insieme di norme fissate allo scopo di ottenere l’unificazione delle caratteristiche (standardizzazione) del prodotto medesimo, da chiunque e comunque fabbricato. Anche, insieme degli elementi che individuano le caratteristiche di un determinato processo tecnico.

(fonte: www.treccani.it)

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DEFINIZIONI: STANDARD [2]

Il termine inglese standard deriva dal vocabolo francese antico estendart, avente il significato di stendardo, insegna. Il termine italiano che più si avvicina a standard è “norma”. Uno standard è infatti una norma accettata, un modello di riferimento a cui ci si uniforma affinché sia ripetuto successivamente.

(fonte: it.wikipedia.org)

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DEFINIZIONI: STANDARD [3]

Serie di dettagliate indicazioni tecniche di diritto sostenute da una riconosciuta organizzazione non commerciale o governativa, impiegate per stabilire uniformità in un settore di sviluppo hardware o software. Lo standard nasce da un processo formale, in cui un gruppo in cooperazione o un comitato definisce una serie di specifiche dopo aver svolto uno studio approfondito su metodi, approcci, tendenze e sviluppi tecnologici in atto.

(continua)

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DEFINIZIONI: STANDARD [3]

Gli standard proposti sono quindi ratificati o approvati da un’organizzazione riconosciuta e sono adottati nel tempo col consenso generale mentre i prodotti basati sullo standard diventano sempre più prevalenti sul mercato.

(fonte: Dizionario di informatica, Mondadori)

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DEFINIZIONI: STANDARD DE JURE

Si parla di standard de jure quando lo standard è frutto di un regolare processo di analisi tecnica e definizione gestito da apposite organizzazioni, e quando è stato formalizzato e descritto in uno specifico documento chiamato comunemente “norma tecnica”, o anche più semplicemente “norma”; di conseguenza gli enti preposti a questo tipo di attività vengono denominati enti di formazione (o anche più genericamente di standardizzazione).

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Le norme vengono formalizzate attraverso un complesso meccanismo di consultazione e analisi che vede il coinvolgimento da parte dell’ente di normazione di esperti del settore industriale implicato e dei cosiddetti stakeholders, ovvero i soggetti potenzialmente interessati allo standard nascente. Ovviamente l’autorevolezza di una norma dipende anche dalla presenza del maggior numero di stakeholders coinvolti nel processo e dalla precisione e trasparenza nella descrizione dello standard.

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DEFINIZIONI: STANDARD DE FACTO

Tuttavia, è importante sottolineare che non sempre un determinato modello può assurgere allo status di standard de jure.

Ci sono infatti modelli di riferimento che solo per la loro elevata diffusione vengono comunemente considerati standard, ma in realtà non sono mai stati riconosciuti come tali da apposite organizzazioni attraverso un regolare processo di standardizzazione: si parla in questo caso di standard de facto.

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STANDARD APERTO: la definizione dell'ITU-T

Open Standards are standards made available to the general public and are developed (or approved) and maintained via a collaborative and consensus driven process. Open Standards facilitate interoperability and data exchange among different products or services and are intended for widespread adoption.

(fonte: www.itu.int/ITU-T/othergroups/ipr-adhoc/openstandards.html)

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STANDARD APERTO:i quattro requisiti secondo l'Unione Europea

1) è adottato e mantenuto da un’organizzazione non-profit ed il cui sviluppo avviene sulle basi di un processo decisionale aperto e a disposizione di tutti gli interlocutori interessati e le cui decisioni vengono prese per consenso o a maggioranza;

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STANDARD APERTO:i quattro requisiti secondo l'Unione Europea

2) il documento di specifiche è disponibile liberamente oppure ad un costo nominale. Deve essere possibile farne copie, riusarle e distribuirle liberamente senza alcun costo aggiuntivo;

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STANDARD APERTO:i quattro requisiti secondo l'Unione Europea

3) eventuali diritti di copyright, brevetti o marchi registrati sono irrevocabilmente concessi sotto forma di royalty-free;

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STANDARD APERTO:i quattro requisiti secondo l'Unione Europea

4) non è presente alcun vincolo al riuso, alla modifica e all’estensione dello standard.

(fonte: www.uni.com/uni/controller/it/comunicare/ articoli/2007_1/odf_26300.htm)

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FORMATO APERTO: definizione

Diremo che un formato è aperto se il modo di rappresentazione dei suoi dati è trasparente e/o la sua specifica è di pubblico dominio. Si tratta generalmente (ma non esclusivamente) di standard fissati da autorità pubbliche e/o istituzioni internazionali il cui scopo è quello di fissare norme che assicurino l’interoperabilità tra software.

(fonte: www.openformats.org/it1)

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RAPPORTO FRA I CONCETTI DIstandard aperto e formato aperto

(fonte: S. Aliprandi, Apriti standard!, www.aliprandi.org/apriti-standard)

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LA NORMATIVA ITALIANA:la direttiva Stanca del 19 dicembre 2003

La direttiva intende fornire alle PA indicazioni e criteri tecnici e operativi per gestire più efficacemente il processo di predisposizione o di acquisizione di programmi informatici. Nella scelta delle soluzioni informatiche disponibili sul mercato le PA dovranno seguire alcuni criteri fondamentali, quali:

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1. la trasferibilità ad altre amministrazioni delle soluzioni acquisite;

2. l’interoperabilità e la cooperazione applicativa tra le amministrazioni;

3. la non dipendenza da un unico fornitore o da un’unica tecnologia proprietaria;

4. la disponibilità del codice sorgente per ispezione e tracciabilità;

5. l’esportabilità di dati e documenti in più formati, di cui almeno uno di tipo aperto.

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Ai fini della presente direttiva si intende:

b. per "formato aperto", un formato dei dati reso pubblico e documentato esaustivamente;

e. per "standard" una specifica o norma condivisa da una comunità. Lo standard può essere emanato da un ente di standardizzazione oppure essersi imposto di fatto. Nel caso di formati di dati, un formato è standard quando è definito da un ente di standardizzazione.

f. per "interoperabilità" la capacità di sistemi informativi anche eterogenei di condividere, scambiare e utilizzare gli stessi dati e funzioni d’interfaccia;

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LA NORMATIVA ITALIANA:il D. Lgs. 82/2005 (C.A.D.) - Art. 68

2. Le pubbliche amministrazioni nella predisposizione o nell’acquisizione dei programmi informatici, adottano soluzioni informatiche che assicurino l’interoperabilità e la cooperazione applicativa [...] e che consentano la rappresentazione dei dati e documenti in più formati, di cui almeno uno di tipo aperto, salvo che ricorrano peculiari ed eccezionali esigenze.

3. Per formato dei dati di tipo aperto si intende un formato dati reso pubblico e documentato esaustivamente.

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LE PRONUNCE DELLA CORTE COST.:sent. 17 del 2004 e sent. 133 del 2008

«Lo Stato disciplina il coordinamento informatico, oltre che per mezzo di regole tecniche, anche quando sussistano esigenze di omogeneità ovvero anche «profili di qualità dei servizi» e di «razionalizzazione della stessa», funzionali a realizzare l'intercomunicabilità tra i sistemi informatici delle amministrazioni.»

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approfondimentisu questo libro(vedere anche appendice)

www.aliprandi.org/apriti-standard

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sul sito www.standardaperti.it

è disponibile anche un filmato divulgativo

di pochi minuti che riassume

i concetti di base relativi agli standard aperti

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grazie per l'attenzione

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