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Dumas

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Alexandre dumas robin hood best copyright 1966 edizioni dell'albero dell'albero Alexandre Dumas nacque il 24 luglio 1803 a Villers- Cotterets. Orfano del padre a 18 anni, si impieg presso un notaio di Villers. Passato a Parigi fu assunto come copista presso la cancelleria del duca d'Orlans. La notte si applicava allo studio e si provava nel Vaudeville. Ottenuto il successo e la gloria diede libero sfogo al suo temperamento appassionato, astuto, coraggioso. Fra le sue opere maggiori ricordiamo: I tre moschettieri (1844), Il conte di Montecristo (1845), I Visconti di Bragelonne (1845), Vent'anni dopo (1847). Mor a Puys presso Dieppe, confortato dalla figlia. Robin Hood racconta l'avventurosa storia di un campione della libert inglese realmente esistito nel Xii secolo. L'abilit del romanziere Dumas riesce a trarre dalla leggenda un racconto ricco di fascino, giocando finemente sulla retorica del ladro- gentiluomo. La realt storica che fa da sfondo non impedisce, specie per quanto riguarda la descrizione dei personaggi, una accentuata vena di fantasia, che trova nello scenario della foresta di Sherwood il suo luogo ideale. Capitolo primo - Il bambino misterioso Nell'anno 1162, regnando in Inghilterra Enrico Ii, due viaggiatori a cavallo infangati e palesemente affaticati percorrevano sull'imbrunire un viottolo della foresta di Sherwood, nella contea di Nottingham. Era di marzo, l'aria era fredda e delle intermittenti raffiche di pioggia preannunciavano l'uragano. - Ritson, - domand il pi anziano dei due, - siamo davvero sulla buona strada? - Rassicuratevi, milord; se la memoria non mi tradisce, tra poco busseremo alla porta della guardia forestale. - Ma quella guardia, quell'uomo che tu chiami Head, veramente meritevole di fiducia? - Assolutamente, milord; un uomo rude, ma franco ed onesto; mio cognato e creder alla storiella che gli avete inventato. Guardate, vedete laggi quella luce che si proietta sugli alberi? Viene dalla casa di Gilberto Head. - Il bambino dorme? - domand il gentiluomo. - S, milord. Sembra un angioletto, ma per l'anima mia, non comprendo proprio come Vostra Signoria si dia tanta pena per conservare in vita un piccolo essere che nuoce ai suoi interessi. Se voleste sbarazzarvene per sempre, non avreste che da darmi un ordine e da ricordarmi nel vostro testamento. - Taci, - ribatt bruscamente il gentiluomo, - non desidero la morte di questo innocente. Mi basta che il mistero della sua nascita non sia mai svelato; crescendo tra contadini, sar felice della propria condizione e non avr motivo di rimpiangere il nome e la fortuna che ha perduto. - Sia come volete, milord. Finalmente i due viaggiatori misero piede a terra davanti

ad una casetta nascosta nel folto della foresta, e Ritson grid: - Ehi, voi Head, aprite presto. C' un parente che domanda ospitalit. - Chi ? - si domand dall'interno. - Sono io, tuo cognato Rolando Ritson. Apri presto! Gilberto apr, e si scus per il ritardo frapposto dicendo: - Come vedete, siamo isolati e l'esistenza di banditi ci obbliga alla prudenza. Ora sedete ed asciugatevi al fuoco, mentre io penser ai vostri cavalli. Con un robusto contadino, chiamato Lincoln, and infatti ad occuparsi della bisogna e subito comparve una giovane donna d'una trentina d'anni, che and a porgere le mani e la fronte al bacio di Ritson. - Cara Margherita! Cara sorella! - esclam questi. - Non sei cambiata per niente. - Togliti il mantello, caro cognato, - disse Head, rientrando, - ed anche voi, messere. Presto, Margherita, delle fascine sul focolare, quanto hai di meglio sulla tavola e delle lenzuola di bucato nei letti! Buttando indietro il mantello, Ritson aveva frattanto scoperto un bel bambino che poteva avere forse quindici mesi; il suo volto paffuto e rubicondo confermava non mancargli n la salute n la robustezza. Ritson lo depose sotto la luce della lampada e chiam la sorella. - Margherita, ti ho portato un regalo perch tu non mi accusi di giungere a mani vuote dopo otto anni di assenza... - Madonna santa! - grid la donna a mani giunte. - Gilberto, Gilberto, vieni a vedere che amore di bambino! Gilberto si congratul vivamente con il cognato. - No, no, Gilberto, questo bambino non mio; un orfanello ed sotto la protezione del signore che vedete. Ma Margherita, portamelo via, perch non sono fatto per la parte di nutrice. Margherita si impadron del piccino, coprendolo di baci e deponendolo bene avvolto sul proprio letto; quindi torn tra gli ospiti che cenarono allegramente. Saziato l'appetito, il gentiluomo disse al guardacaccia: - La simpatia che vostra moglie dimostra al bambino mi incoraggia a farvi una proposta. Ma prima di tutto lasciate che vi spieghi qual la situazione di quel povero orfano. Egli figlio di un mio compagno d'armi che aveva sposato in Francia una fanciulla della quale era innamorato; ma la orgogliosa famiglia di lui la respinse ed ella ne fu tanto addolorata che mor otto giorni dopo aver dato alla luce questo angioletto. Il mio povero amico cadde ferito a morte dieci mesi fa, durante un combattimento in Normandia e il suo ultimo pensiero fu per il figlio; mi diede l'indirizzo della balia e mi fece giurare che ne avrei assunto la protezione. Lo feci ben volentieri, ma io sono ancora soldato e non posso vegliare personalmente su quel sacro deposito, sicch confidai il mio imbarazzo a vostro cognato Ritson, il quale pens subito a voi, che da otto anni siete sposati e senza figli. Sareste disposti ad allevare questo povero orfano, naturalmente con un compenso? Quando sar adulto lo riprender con me, ma intanto dovreste trattarlo come se fosse vostro. Accettate, mastro Gilberto? Il guardacaccia si volse con aria interrogativa verso sua moglie, che spiava il respiro del bambino curva verso la porta della camera, e Ritson incalz: - Sar la gioia del focolare, Margherita, e sentirete, ve lo assicuro, anche il dolce tintinnio delle ghinee che Sua Signoria

vi verser ogni anno. Senza rispondere Margherita guardava sorridendo il marito indeciso, il quale le domand: - Che cosa decidi? Quello che tu deciderai sar ben fatto. - Ebbene, far da madre a quel bambino! - E poi, rivolta all'ignoto gentiluomo: - Se un giorno vorrete riprendervelo ve lo renderemo, ma con il cuore stretto. - Le parole di mia moglie impegnano anche me, signor cavaliere; ed eccovi il pegno della mia fede, - aggiunse Gilberto deponendo sulla tavola uno dei suoi guanti. - Eccovi il pegno della mia, - rispose il gentiluomo, deponendo parimenti uno dei suoi guanti. - Quanto alla pensione, tenete questo, brav'uomo; ogni anno riceverete la stessa somma, - e cos dicendo, tent di mettere nella mano del forestale una borsa di cuoio piena di monete d'oro. Ma Gilberto la respinse e solo dopo un lungo insistere fu convenuto che i due coniugi avrebbero accantonato le somme ricevute, per rimetterle all'orfano quando fosse stato maggiorenne. La mattina dopo, all'alba, il guardacaccia stava ammirando i due magnifici cavalli dei suoi ospiti, mentre Lincoln li governava; pass poi nella scuderia dove teneva i propri, ma con stupore vide che la scuderia era deserta. Deserte erano anche la camera di Ritson e quella del gentiluomo e Gilberto si precipit incontro alla moglie gridando: - Margherita, i forestieri sono ripartiti con i nostri cavalli e ci hanno lasciato i loro! - Lo avranno fatto per avere cavalli pi freschi! - Mai pi! Io penso piuttosto che abbiano voluto ricompensarci lasciandoci dei cavalli di grande valore. Ma Ritson poteva almeno darci il buon giorno! - Tu sai che da quando morta la tua povera sorella Annetta, sua fidanzata, egli evita il paese. La nostra felicit avr riacceso il suo dolore. - Hai ragione, moglie, - rispose Gilberto con un sospiro. - Intanto non sappiamo chi sia, n dove stia il protettore del bambino. E neppure come si chiami!... - Ebbene gli daremo il nome di mio fratello che ho tanto amato: non posso pensare ad Annetta, senza ricordarmi anche del disgraziato Robin. - Ebbene, eccolo battezzato! Lo chiameremo Robin. L'orfanello fu dunque chiamato Robin Head, ma pi tardi il cognome di Head si trasform in quello di Hood ed il piccolo straniero divenne celebre sotto il nome di Robin Hood. Sono trascorsi quindici anni e la felicit ha sempre regnato nella casa del guardacaccia, dove l'orfanello cresciuto come figlio adottivo di Margherita e di Gilberto Head. In una bella mattina di giugno un uomo di mezza et, che montava un vigoroso pony, seguiva la strada che conduce a Mansfield attraverso la foresta di Sherwood, quando una freccia sfior il suo orecchio ed and a piantarsi in una quercia vicina. Pi sorpreso che spaventato smont e si nascose dietro un albero, ma nessun segno di vita giunse a chiarire se si trattasse di un cacciatore maldestro o di un bandito in agguato. Allora, il viaggiatore rispose a sua volta con un dardo spedito nella direzione opposta, ma senza alcun risultato. Ne sped un secondo, e questo fu intercettato a met del sentiero da un altro, che lo incontr quasi ad angolo retto e lo fece in pezzi. - Bravo! Che colpo meraviglioso! - grid il viaggiatore. Un'allegra risata ed una canzone cantata da una voce giovanile

gli risposero dal folto del bosco. - Ho capito, questo Robin! Vieni qui, ragazzo. Sai che sei stato ad un pelo dal far la pelle a tuo padre?... Un giovanotto che dimostrava vent'anni, ma non ne aveva in realt che sedici, apparve davanti al vecchio contadino, che era il bravo Gilberto Head. Teneva rispettosamente in mano il berretto verde ornato di una penna d'airone; una folta capigliatura bionda incorniciava una fronte ampia e un ovale perfetto, due pupille d'un turchino scuro splendevano attraverso alla frangia delle lunghe ciglia: da quello sguardo limpido trasparivano i pensieri, la fiducia, i sentimenti di un'adolescenza candida, ma l'espressione del volto rivelava anche coraggio ed energia. La vita all'aperto aveva leggermente abbronzato quella nobile fisionomia. Il giovane portava un giustacuore verde stretto alla cintola, dei calzoni di pelle di daino, delle calzature di tipo sassone allacciate sopra le caviglie, una bandoliera guarnita di brillanti chiodi d'acciaio, una faretra piena di frecce, un corno ed un coltello da caccia alla cintura; recava nella destra l'inseparabile arco. - Ma lo sai che sarebbe bastata una piccola mossa mia o del cavallo per mandarmi all'altro mondo?! - lo redargu Gilberto. - Perdonatemi, padre, e considerate che l'ho fatto per orgoglio. Mi avete detto ieri sera che non sono ancora cos bravo arciere da saper sfiorare il pelo dell'orecchio di un capriolo in fuga ed ho voluto dimostrarvi il contrario. - Bel modo di dar prova della tua abilit! Di qui in avanti evita di trattarmi come un cervo. - State tranquillo, pap; sono vivace e malizioso, ma so quanto rispetto e quanta affezione meritiate. - Dio ti benedica, figlio mio! Ma tu sai che sono tuo padre soltanto per il bene che ti voglio... - Non parlatene, ve ne prego, - reag il giovane. - Parliamone anzi, - disse Gilberto. - Margherita ed io siamo oramai vecchi e morremmo senza rimpianti se potessimo almeno chiarire il mistero che avvolge la tua nascita. - Non avete dunque pi rivisto il bravo soldato che mi affid alle vostre cure? - No, non l'ho rivisto, ed una volta sola abbiamo avuto sue notizie. Un anno dopo che tu eri stato affidato giunse da noi uno sconosciuto con una borsa di denaro ed una missiva, che diceva: Gilberto Head. Un anno fa ti ho affidato un bambino e mi sono impegnato a versarti per il suo mantenimento una somma annuale. Te la mando. Lascio l'Inghilterra e non so quando ritorner. Ho provveduto affinch tu riceva tutti gli anni la stessa somma e non avrai che da presentarti ad ogni scadenza nell'ufficio dello sceriffo di Huntingdon dove sarai pagato. Alleva il ragazzo come se fosse tuo figlio; al mio ritorno verr a reclamarlo. Non c'era n firma n data ed il messaggero non volle dire niente; lo sceriffo mi ha sempre pagato rifiutandomi ogni spiegazione ed io non so quindi pi di quel che ti ho raccontato. Se lo straniero venisse a reclamarti ti renderemmo a lui, ma se non verr, moriremo infelici. - Mia madre e voi avrete ancora lunghi anni di vita. - Questo lo sa solo Iddio. In ogni caso la nostra casetta ed il terreno coltivato ed il denaro della tua pensione ti appartengono; se avrai giudizio non dovrai temere la miseria. Il giovane rispose: - Non parlate mai pi di questo, padre mio. Ci che non so, non

mi turba e mi basta di sapere ci che voglio diventare, cio il pi abile arciere che abbia mai scoccato una freccia. - Lo sei gi figlio mio! Ma ora bisogna che mi affretti, altrimenti Margherita si metter di malumore. Arrivederci! Il giovane rimasto solo si divert a trafiggere con le sue frecce le foglie pi alte degli alberi che lo circondavano; poi si sdrai felice sull'erba di una radura. Un daino spaventato gli pass improvvisamente davanti e spar nel folto: Robin si guard attorno e vide a qualche distanza un uomo accovacciato dietro un rialzo che dominava il viottolo; quell'uomo spiava la strada con la freccia incoccata nell'arco, ed il suo atteggiamento escludeva che si trattasse di un pacifico cacciatore. Doveva quindi trattarsi di un malintenzionato, e Robin si appiatt a sua volta per seguirne i movimenti. Quegli scocc una freccia in direzione del sentiero. - A chi mira? - si domand Robin. Scostando i rami di un faggio, vide fermi sul viottolo di Mansfield un gentiluomo ed una giovane donna che si guardavano attorno inquieti. Improvvisamente la donna gett un grido e si rovesci indietro quasi svenuta: un dardo era andato a conficcarsi nel pomo della sua sella! Nessun dubbio dunque che l'uomo in agguato fosse un assassino e Robin, furente d'indignazione, gli lanci senz'altro una delle sue frecce, riuscendo ad inchiodargli la mano sul legno dell'arco gi teso per un nuovo colpo. Il bandito si guard attorno ruggendo di dolore, ma non vide nessuno, e Robin pot mandargli una nuova freccia che gli port il cappello a venti passi di distanza; una terza freccia di Robin lo colp, mentre fuggiva, in un punto che gli avrebbe impedito per un pezzo di riposare su di una sedia. Il giovane si affacci allora sulla strada, ma i due viaggiatori, appena lo videro, ebbero un'esclamazione ed il cavaliere si slanci su di lui con la spada sguainata. - Eccoti dunque, miserabile! - url. - Dimmi chi sei, o ti spacco il cranio! - Adagio, adagio, messere, - gli rispose calmo Robin. - Le frecce che vi cercavano non venivano da me. Io, anzi, vi ho salvato la vita. Quanto a spaccarmi il cranio vi prego di osservare che questo mio dardo potrebbe trapassarvi il cuore prima che la vostra spada riesca a sfiorarmi. Ascoltatemi dunque con calma. - E Robin raccont come si era svolta la scena, concludendo: - Del resto, guardatemi in faccia e ditemi se ho l'aria di un brigante. Il cavaliere guard quella fronte aperta e radiosa, quegli occhi lucenti, quelle labbra semiaperte in un sorriso; e, persuaso, disse: - Dimmi chi sei e conducici, ti prego, in un luogo dove i nostri cavalli possano rifocillarsi e riposare. - Sono Robin Hood ed abito con i miei genitori a due miglia da qui, sul limitare della foresta; se vorrete onorarci, troverete nella nostra casetta una cordiale ospitalit. In quel momento la donna si avvicin e Robin scopr sotto il cappuccio di seta lo splendore di due grandi occhi neri. - Dobbiamo dunque fidarci di questo giovane? - domand la dama. Robin alz fieramente la testa ed esclam: - Non c' dunque pi buona fede sulla terra? Capitolo secondo - Ritorna Rolando Ritson Il gruppo cammin dapprima in silenzio, perch una folla di pensieri nuovi occupava la testa del giovane arciere, che ammirava per la prima volta la bellezza femminile. Poi il cavaliere interrog Robin con benevolenza sui suoi

gusti, sulle sue abitudini, sulle sue occupazioni, e domand: - Non avete dunque temuto che, infuriato, quel miserabile potesse rivolgersi contro di voi? - Diamine, come potevo temerlo? Sono anche capace di fare dei colpi difficili! - Il bersaglio che colpite a quindici passi sapreste dunque raggiungerlo anche a cinquanta? - Se se ne presenter l'occasione, lo vedrete. La conversazione langu per qualche tempo, ma quando il gruppo stava per attraversare un largo spiazzo, un grande uccello da preda si libr nell'aria ed in pari tempo un cerbiatto spaventato attravers il folto per rifugiarsi al sicuro. - Che cosa preferite? - grid Robin, che aveva gi una freccia tra i denti e un'altra incoccata nell'arco. - Piuma o pelo? Scegliete. Il cavaliere interpellato non ebbe il tempo di rispondere e gi il cerbiatto cadeva colpito a morte e l'uccello scendeva volteggiando sulla radura, tra la meraviglia dei due viaggiatori. - Le Vostre Signorie non avranno che da camminare diritto - annunci il giovane, - e, oltrepassato questo macchione, vedranno la casa di mio padre. Io vi precedo per annunciarvi. - Che ragazzo pieno di nobilt, vero Marianna? - disse il cavaliere alla sua compagna, quando si trovarono soli. - E" il pi bel forestale inglese che abbia mai visto. Forse anche pi giovane di quel che sembra, poich la vita all'aria aperta nella foresta favorisce lo sviluppo, sospir il cavaliere. - Credo, messere Allan Clare, - replic la straniera - che i vostri sospiri, pi che per le bellezze della foresta, siano per la sua feudataria: Cristabel, la figlia del barone di Nottingham. - Cara sorella, se la scelta dipendesse da me, preferirei passare la vita in questa foresta abitando insieme a Cristabel una capanna da contadino, piuttosto che sedermi su di un trono. - Resta a vedere se Cristabel accetterebbe. Dubito molto che il barone vi accordi la mano di sua figlia. - Ma non sapete che mi basterebbe dire una parola, una soltanto, ed il fiero, irascibile Fitz- Alvine potrebbe essere proscritto e vedere il suo orgoglioso castello ridotto in macerie? - Zitto, ecco la capanna, - avvert la fanciulla. - Ed ecco madre e figlio che ci attendono sulla porta. E la donzella mise piede a terra e gett all'indietro il suo cappuccio. A quel gesto l'emozione di Robin fu cos viva e sincera, che egli non pot tenersi dall'esclamare: - Ah, ero ben sicuro che quei begli occhi non potevano che illuminare un bellissimo volto! Margherita si volse con aria di rimprovero verso il figlio, Allan scoppi in una franca risata, la bella Marianna si fece di fiamma come l'impertinente Robin, e questi non trov altro rimedio che gettarsi al collo di sua madre. Un'ora dopo rientr Gilberto, recando sulla groppa del suo cavallo un uomo ferito, da lui raccolto per via. - Margherita, - disse a sua moglie - ecco un poveretto che ha bisogno delle tue cure. E" stato ferito alla mano da qualcuno, mentre dava la caccia ad un cervo ed ha perduto molto sangue. Il ferito stava ripiegato su se stesso e pareva mettere ogni cura nel nascondere il proprio volto, ma quando Robin entr in casa e sent il racconto che il padre stava facendo, disse subito: - Padre, quell'uomo stato ferito da me.

- Quel che hai fatto una cosa orribile e delittuosa, - gli rispose Gilberto. - Che male ti faceva quel poveretto? Robin dovette allora spiegare come si erano svolte le cose e la spiegazione dette luogo a nuove preoccupazioni, perch quel furfante doveva avere dei complici ed una volta guarito, poteva tornare in loro compagnia con intenzioni malvagie. Gilberto aggiunse anzi: - La fisionomia di quell'uomo non mi riesce nuova, ma ho un bel frugare nei miei ricordi, non ne ricordo il nome. Il ferito era stato frattanto ricoverato in una camera appartata ed il padrone di casa si rec quindi a salutare Allan e Marianna nella stanza adiacente. La giornata fu gioconda e piena di animazione e solo Robin rimase ozioso ed immobile, immerso nella sua muta ammirazione per la bella straniera. Allan complimentava il vecchio per il coraggio e l'abilit del giovane arciere, e Gilberto, che era sempre tormentato dal desiderio di scoprire l'origine di Robin, raccont come esso gli era stato affidato, aggiungendo che il protettore del fanciullo doveva essere di Huntingdon. - Huntingdon il nostro paese, - disse Allan - e noi c'eravamo appena pochi giorni fa, ma io dubito che la storia raccontatavi sia vera. Nessun gentiluomo di Huntingdon morto in quell'epoca in Normandia, n io so che alcuno si sia sposato in Francia con una donna di bassa condizione. In ogni modo tornando da Huntingdon, cercher di scoprire la famiglia di Robin. Gli dobbiamo la vita e voglia il Cielo che possiamo pagare il nostro debito di riconoscenza. A poco a poco le buone parole di Allan ed il contegno affabile di Marianna valsero a mettere in confidenza Robin; egli ritrov il suo abituale brio e la consueta sicurezza di s. - Ci siamo smarriti nella foresta di Sherwood, - spieg pi tardi Allan, - mentre stavamo per recarci a Nottingham, e mi rimetter in istrada domattina. Volete farmi da guida, mio caro Robin? Lascerei qui mia sorella e ritornerei in giornata. Quanto c' da qui a Nottingham? - Una dozzina di miglia, - gli rispose Gilberto; - un buon cavallo le supera in due ore; devo fare una visita allo sceriffo di questa citt e perci vi accompagner anch'io, messere Allan. - No, no. - grid Margherita; e poi, chinata all'orecchio del marito, - ci pensate? Lasciarci sole con quel ferito! - Sola non sareste, perch resta il domestico col nostro fedele cane Lance, che strapperebbe il cuore a chi osasse alzare la mano su di voi. Ma anche Marianna rifiut di restare senza Gilberto e cos fu deciso che a Nottingham sarebbero andati solo Allan e Robin. Giunta la sera e chiusa la porta, la comitiva fece onore all'abilit venatoria di Robin ed a quella di cuoca di Margherita; i giovani erano seduti l'uno vicino all'altro e chiacchieravano in piena confidenza, quando un fischio prolungato che partiva dalla camera occupata dal ferito, super il rumore della conversazione; ad esso rispose un altro fischio proveniente dalla foresta. I cinque commensali trasalirono, un cane dall'esterno abbai e nel silenzio che segu Gilberto disse: - C' per aria qualche cosa di insolito e non vorrei che nella foresta ronzasse qualcuno di quelli che preferiscono frugare nelle tasche degli altri anzich nella propria.

- Non vi sentite dunque sicuro in questa casa? - domand Allan. - Dovrei, tanto pi che spesso ho lasciato che qualche bandito si riscaldasse al mio fuoco, ma quella gente non conosce gratitudine e pi di una volta ha preteso di entrare a forza. Ma rassicuratevi, nobile damigella, - aggiunse rivolto a Marianna - siamo qui in parecchi col fegato sano e sapremmo mettere in fuga qualunque malintenzionato, come abbiamo fatto altre volte. - La vita del forestale non dunque priva di pericolo? - domand la fanciulla. Robin stava tessendo l'elogio della vita libera della foresta, quando un colpo violento battuto alla porta fece tremare la casetta ed abbaiare i cani. - Chi quello zotico che bussa in tal modo? - grid Gilberto e una voce sonora disse dall'esterno: - Aprite, per amor di Dio! Siamo due monaci; veniamo dall'abbazia di Linton ed andiamo a Mansfield. - E che cosa volete? - Siamo smarriti e morti di fame; vorremmo un ricovero per la notte e qualche cosa da mangiare. - Ma la tua voce non mi pare quella di un morente... - Questo mio fratello ha detto la verit, - aggiunse allora un'altra voce di vecchio, timida e supplichevole. - Aprite, per amor di Dio e per le reliquie del nostro santo patrono. Gilberto consult con lo sguardo i presenti e, considerando che in fondo erano in quattro uomini, aperse la porta. La porta era appena socchiusa e gi un piede si era posto sulla soglia per impedirle di richiudersi. Apparve un giovane robusto e aitante vestito d'un saio nero con cappuccio; una corda gli stringeva le reni, un enorme rosario pendeva al suo fianco, un grosso e nodoso bastone di corniolo gli serviva da appoggio. Un vecchio vestito con un saio uguale, seguiva umilmente il gigantesco e fiero compagno. I nuovi venuti sedettero a tavola ed il monaco giovane, che aveva pi le maniere di un soldataccio che quelle di un religioso, non tard a far onore tanto alla selvaggina che alla birra. - Avete ragione di essere prudenti, - disse tra un boccone e l'altro. - Una banda di malandrini ronza nelle vicinanze e un'ora fa noi stessi siamo stati assaliti da due di quei miserabili. Ho cantato sul loro dorso un inno a bastonate, ma occorso che sentissero un fischio di richiamo, perch si decidessero a ritirarsi. I convitati si gettarono uno sguardo ansioso ed il monaco continu: - Quel fischio stato provvidenziale anche per noi, perch ha fatto abbaiare i vostri cani e cos abbiamo potuto rintracciare la vostra casa. In quel momento il cane Lance si slanci verso la porta. - Robin, dammi il mio bastone e prendi il tuo, - sussurr Gilberto al figlio. - Se vi occorre, - aggiunse il frate giovane ricordatevi che ho un braccio di ferro e un pugno d'acciaio e nel pugno un bastone di corniolo, e tutto al vostro servizio. - Grazie, - rispose il guardacaccia; - credevo che la regola del vostro ordine vi vietasse di dedicare la vostra forza a tale uso. - Ma la regola del mio ordine mi ingiunge prima di tutto di portare soccorso ai miei simili. Un grido di terrore di Margherita risuon in quel momento nella

stanza: la povera donna aveva visto al sommo della scala comparire il ferito che si riteneva morente nel suo letto e, muta di spavento, tendeva il braccio verso quel sinistro fantasma; ma quando gli sguardi degli altri si volsero in quella direzione, non videro nessuno: l'uomo era sparito senza fare rumore. Nessun dubbio che quel malandrino fosse d'accordo con gli altri dell'esterno, e Gilberto si limit a gettare uno sguardo a Robin, il quale scivol per la scala fino all'ultimo scalino in alto ed attraverso la porta socchiusa gett uno sguardo nella camera del ferito. Anzich a letto il mariolo era alla finestra e si sporgeva verso l'esterno, parlando sottovoce con qualcuno che stava sotto. Robin scivol fino ai piedi del bandito ed ascolt. - La fanciulla ed il cavaliere sono qui, - diceva il ferito. - Stamane stavo per regolare il loro conto, ma una maledetta freccia mi ha ferito una mano e cos mi sono sfuggiti. Per fortuna il caso ha voluto che li ritrovassi qui. - Tanto meglio; sono in trappola e non ci sfuggiranno. - In quanti siete? - Siamo in sette. - Bene; essi non sono che quattro. Aspettate: annodo a questa sbarra le mie lenzuola: salirete da qui. Furente d'indignazione, Robin afferr il bandito per le gambe e riusc con uno sforzo violento a rovesciarlo all'esterno, dove cadde in un serbatoio d'acqua, che si trovava sotto. I briganti di fuori, sorpresi da quella caduta improvvisa, si ritirarono e Robin scese a raccontare la sua avventura suscitando le pi ampie risate; ma non c'era dubbio che i malintenzionati sarebbero ritornati alla carica ed infatti non pass molto che dei gemiti risuonarono dalla parte del serbatoio; era la vittima di Robin che invocava soccorso ed i suoi compagni non tardarono a trarlo dall'acqua, radunandosi quindi per concertare un nuovo piano d'attacco. - Morti o vivi, - disse il capo della masnada - bisogna che ci impadroniamo di Allan Clare e di sua sorella; questo l'ordine del barone Fitz --Alvine. Il barone Fitz- Alvine era un odioso personaggio che aveva giurato la morte di Allan, prima perch amava sua figlia miss Cristabel e ne era riamato, ci che contrastava coi progetti paterni: ed in secondo luogo perch era in possesso di certi segreti politici, la cui rivelazione avrebbe procurato la sua rovina e la sua morte. In quei tempi feudali il barone Fitz- Alvine, signore di Nottingham, aveva diritto di alta e bassa giustizia su tutta la contea e gli riusciva quindi facile sfogare i rancori personali. - Avanti, ragazzi, seguitemi con la daga in pugno e se c' resistenza, non risparmiate nessuno, - comand il capo; e buss con violenza alla porta, gridando: - In nome del barone di Nottingham, nostro potente signore, vi ordino di aprire e di consegnarci il cavaliere e la donna che con lui. - Non aprir, - gli rispose Gilberto. - E" ci che vedremo, - e cominci a sferrare colpi sulla porta. Gilberto dette le sue disposizioni per la resistenza: Robin si appost col suo arco ad una finestra del primo piano ed il domestico Lincoln, maestro nel maneggio del bastone, si aggiunse ai difensori. Nel frattempo gli aggressori avevano mutato tattica e la casetta

del guardacaccia correva estremo pericolo, perch essi stavano accumulando fascine di legna secca contro la porta. - Per la Santa Messa! - esclam Gilberto. - Se li lasciamo fare, la nostra casa arder come un fal. Occorre aprire. Padre benedettino, aprite subito, e stiamo tutti in guardia. Il frate allung un braccio tenendosi da un lato, tolse la sbarra, fece cigolare i catenacci e dalla porta semiaperta le fascine di legna si rovesciarono nella stanza. - Hurrah! - grid il capo dei briganti precipitandosi avanti, ma non fece che un passo: Lance gli salt alla gola, i bastoni di Lincoln e del frate gli piombarono sulla nuca ed egli rotol al suolo, giacendovi immobile. Il secondo che si present sub la stessa sorte e cos pure il terzo, ma gli altri quattro poterono entrare e nella stanza si svolse una mischia furibonda. Robin afferr un bastone e si un ai compagni. I banditi erano armati di lance ed uno di essi lanci contro l'adolescente una puntata che lo avrebbe trapassato da parte a parte, se egli non fosse stato svelto a sferrargli un colpo diritto ed orizzontale in pieno petto mandandolo a cadere contro il muro. Il bandito, che vomitava sangue ebbe ancora la forza di risollevarsi e di buttarsi con la lancia spianata contro Robin che, ritenendosi vittorioso, si teneva scoperto. Una bastonata assestatagli da Lincoln sul sommo del cranio, salv il giovane. - E quattro! - grid il vecchio domestico ridendo. Infatti non ne restavano che tre e sembravano piuttosto disposti a fuggire che non a combattere, poich l'enorme bastone di corniolo maneggiato con vigorosa energia dal frate non cessava di accarezzare loro le spalle e le teste con colpi secchi e precisi. Mentre il frate combatteva e Lincoln sostava in ammirazione, gli altri legavano solidamente i caduti ancora vivi: due domandavano piet, un terzo era morto, il capo rantolava con la gola stretta nelle zanne di Lance. A dargli aiuto sopravvenne strisciando Tagliaferro, l'uomo che Robin aveva gettato dalla finestra. Egli stava per pugnalare il cane, ma Robin lo rovesci all'indietro strappandogli il pugnale, e tenendolo inchiodato a terra, finch non fu legato braccia e gambe. Il tentativo di Tagliaferro segn la morte del capo, perch il cane inferocito gli strapp la carotide. I tre banditi superstiti non si erano ancora arresi, ma la loro sorte era segnata. Finalmente domandarono grazia, deposero le armi e si inginocchiarono, mentre il bastone del frate continuava a imperversare sulle loro spalle. Ora Gilberto era padrone di decidere della sorte dei tre sciagurati, ma egli aborriva dal sangue e si limit a farli condurre qualche miglio lontano, nel folto della foresta, dove sarebbero stati abbandonati. Tagliaferro non faceva parte del gruppo, perch lo sforzo compiuto lo aveva sfinito e gli si erano riaperte le ferite. - Gilberto, - disse con un fil di voce Tagliaferro - ti ho fatto molto male, ma voglio cercare di ripararvi. Gilberto, non lasciarmi morire... soffoco... dammi qualche minuto di vita e dir tutto... Non mi riconosci Gilberto? - Ti riconosco per quello che sei: un assassino, un maledetto, - grid il guardacaccia pronto ad andarsene. - Tutto quello che vuoi, Gilberto; ma sono Ritson, Rolando Ritson; sono il fratello di tua moglie. - Ritson! Ritson! Oh Santa Vergine, mai possibile? - e Gilberto cadde in ginocchio ai piedi del morente. Curvo sul letto di Ritson, Gilberto attendeva ansioso che il

morente riprendesse i sensi. Al levar del sole, Ritson emise un sospiro e le sue labbra sussurrarono: - Gilberto, mi perdoni? - Prima parla e dopo ti perdoner. Siamo soli; gli uomini sono partiti e le due donne sono uscite per una passeggiata. Parlami prima di Robin. - A ventitr anni lasciai Mansfield ed entrai al servizio di Filippo Fitzooth barone di Beasant, figlio cadetto del vecchio conte di Huntingdon, che era morto lasciando beni e titolo al figlio primogenito. Neppure questi ebbe vita lunga e, morendo, affid alle cure del fratello Filippo il suo unico figlioletto Roberto, che era debole e malaticcio. Suo zio avrebbe coronato i suoi avidi sogni se egli fosse morto, sicch diede incarico a me di allevarlo, ma in modo che la sua salute peggiorasse rapidamente. Invece l'infame calcolo non ebbe fortuna: Roberto si fece un giovanotto e spos segretamente una fanciulla del vicinato. Dopo un anno circa Roberto e sua moglie Laura ebbero un figlio, ma Laura mor di parto e Roberto la segu poco tempo dopo; il bambino rimase in tal modo erede del titolo e delle sostanze e fu affidato allo zio Filippo Fitzooth barone di Beasant. - E quel bambino, - domand ansiosamente Gilberto - chi ? Dov'? - Quel bambino quello che ti abbiamo consegnato: Robin ed conte di Huntingdon, - concluse Ritson. - Robin, Robin conte di Huntingdon! - ripeteva orgogliosamente Gilberto. - Mio figlio conte! Dopo un momento di sosta Ritson riprese: - Sparito il discendente diretto, il barone di Beasant divenne conte di Huntingdon, ma mor in un naufragio sulle coste di Francia e gli successe il facoltoso abate di Ramsay, William Fitzooth, che detiene tuttora la successione. Sono sicuro che tu non permetterai che Robin sia privato pi a lungo di ci che gli spetta. - Lo giuro: Robin sar conte di Huntingdon. La madre a quale famiglia apparteneva? - Laura era figlia di sir Guido di Gamwell. - Ah, il vecchio sir Guido di Gamwell che ha sette figli, gli erculei cacciatori di Sherwood? - S, fratello; e ancora una cosa voglio dirti: quel cavaliere e quella giovine ai quali hai dato ospitalit... io ho tentato di ucciderli per ordine del barone Fitz- Alvine, che li odia non so perch... Avvertili subito che si guardino dall'avvicinarsi al castello di Nottingham... Gilberto fremette a quell'avvertimento, poich Allan e Robin erano appunto andati al castello di Nottingham. - Gilberto, - continu Ritson, - io muoio: prometti di seppellirmi tra la quercia e il faggio che si trovano all'angolo del quadrivio di Mansfield. - E cos dicendo, il bandito rese il suo ultimo respiro. Capitolo terzo - Al castello di Nottingham Frattanto i tre viaggiatori diretti a Nottingham: Allan, Robin ed il frate dal robusto appetito e dalle membra vigorose, attraversavano chiacchierando l'immensa foresta di Sherwood. - Messere Allan, - disse d'un tratto Robin - il sole segna mezzod e il mio stomaco reclama; se volete, ho delle vivande nel mio sacco ed in pochi passi possiamo raggiungere le rive di un ruscello che scorre qui vicino.

- D'accordo, d'accordo, - si affrett a rispondere il frate. - Sono d'accordo anch'io, - aggiunse Allan, - purch si possa essere al castello di Nottingham prima del tramonto. - Al ruscello! - insist il monaco. - Da qui al castello non ci sono pi di tre miglia; un buon pasto ed un'ora di riposo non guasteranno. In breve i tre compagni furono all'ombra di una grande quercia, in fondo ad una valletta irrigata da un ruscello e, seduti sull'erba, banchettarono allegramente, annaffiando le provvigioni preparate da Margherita col vino di una capace zucca e dando la stura alle confidenze reciproche. Il frate dichiar di chiamarsi Gilles Sherbowne e di preferire la vita libera dei forestali all'ambiente del convento. - Mi hanno affibbiato il nomignolo di Padre Tuck, - aggiunse. - Sono buono coi buoni e cattivo coi cattivi; do un colpo di mano agli amici ed un colpo di randello ai nemici. E voi, messere Allan, chi siete? - Sono d'origine sassone, - esord il cavaliere, - e mio padre era intimo del primo ministro di Enrico Ii, Tom maso Becket. Perci fu esiliato alla morte di quest'ultimo. Quando perdemmo il favore della Corte, il barone Fitz- Alvine, che prima mi chiamava figlio, mi chiuse la porta in faccia e giur che sua figlia Cristabel non sarebbe mai stata mia moglie. A mia volta giurai che l'avrei ottenuta e non ho mai cessato di lottare a tale scopo. Sono in possesso di un segreto dal quale dipendono la sua vita ed i suoi averi, e stasera potr dirgli: Barone di Nottingham, ti propongo un baratto: il mio silenzio contro tua figlia. Il sole cominciava a tramontare e i viaggiatori ripresero il cammino, trovandosi di l a poco in cima alla collina su cui era costruito il castello di Nottingham. Allan disse: - Io entrer chiedendo di parlare al barone, ma voi con quale pretesto mi seguirete? - Non preoccupatevene, messere, - gli rispose il frate. - Io entro quando voglio. Ma voi entrate nella tana del leone e se non userete diplomazia, guai a voi! Frattanto erano giunti davanti alla porta ed il monaco grid: - Che il mio venerato patrono, il grande San Benedetto, diffonda i suoi benefici su di te e su tutti i tuoi, mastro guardiano Erberto Lindsay. Facci entrare: accompagno due amici: l'uno desidera intrattenere il tuo padrone di cose importanti e l'altro ha bisogno di rinfrescarsi; quanto a me, dar a tua figlia i consigli che lo stato della sua anima richieder. - Guarda, siete voi, onesto Tuck, perla dell'abbazia di Linton? - si rispose dall'interno. - Siate i benvenuti, voi ed i vostri amici! - ed il ponte levatoio si abbass. - Il barone nella sua camera - avvert il guardiano - ma sarebbe meglio che rimetteste la vostra visita a domattina, perch di pessimo umore. Ha avuto un attacco di gotta. - Il suo umore non mi interessa e intendo di parlargli subito, rispose Allan. - Come volete. Ehi, Tristano, - grid il guardiano, interpellando un domestico che passava, - come va Sua Signoria? - Rugge come una tigre ed ha preso a calci anche il medico. - Vi scongiuro, messere, - insist il vecchio Lindsay, - non presentatevi proprio stasera. - Non intendo aspettare neanche un minuto. - Allora che Iddio vi protegga! - disse il vecchio, facendosi il segno della croce; ed aggiunse: - Tristano accompagna il signore dal barone.

Tuck, che era di casa, guid Robin attraverso un dedalo di scale, gallerie e corridoi e finalmente buss ad una porta. - Avanti! - disse una voce fresca e giovanile dall'interno, ed appena entrati ai due compagni apparve una bella giovanetta di sedici o diciassette anni che li accolse con un sorriso cordiale. Ad un tratto la porta si spalanc ed apparve un sergente seguito da sei soldati, il quale gett uno sguardo severo sui due uomini e disse: - Siete voi i compagni dello straniero che venuto a render visita al nostro signore? Se s, seguitemi. - A far che? - domand il frate in tono burbero. - Non lo so. Ho degli ordini e li eseguo. Non rimase che obbedire. Percorsero gallerie immense, attraversarono saloni e finalmente giunsero ad una grande porta di quercia, alla quale il soldato buss. - Entrate, - si grid dall'interno. - Seguitemi da vicino, - ingiunse il sergente ai due. - Ma entrate dunque, sacripanti, banditi, pezzi da forca! Entrate! - gridava il vecchio barone con voce tonante. - Dove sei stato, gaglioffo, che mi hai fatto attendere tre ore? - Tre ore, milord? Vostra Signoria si sbaglia... - Ah, tu osi smentirmi, insolente? Mariuoli, - aggiunse rivolto ai soldati interdetti, - disarmate costui, impadronitevene e buttatelo in una prigione. Il sergente si guardava attorno smarrito e il barone, sempre rivolto al soldati, continu: - Ribaldi metterete le mani addosso a quest'uomo prima che egli abbia risposto alle mie domande? - I soldati fecero un passo indietro e l'energumeno incalz: - Ora, scellerato, dimmi se quei due cani che mi hai condotto sono i compagni di quel miscredente che ha osato insultarmi! - S, signore. - E come fai a saperlo, grosso imbecille? - Me lo hanno confessato loro stessi. - Te lo hanno confessato! Bella ragione! Credi dunque a tutto ci che ti dice il primo venuto? - Milord, io credevo... - Silenzio, briccone! Uscite!... Aspettate!... No, andate, andate!... E dove andate ora, miserabili?... Ma ritiratevi dunque, vi ho detto, cani di piombo, lumache che non siete altro. Finalmente la squadra pot uscire. Robin aveva seguito la scena pi stupito che spaventato e guardava con occhi sbarrati il focoso e bizzarro signore del castello di Nottingham. Lord Fitz- Alvine dimostrava circa cinquant'anni; era di statura media, aveva gli occhi piccoli e vivaci, naso aquilino, lunghi mustacchi e folte sopracciglia, colorito acceso ed una strana espressione selvaggia. Portava una cotta di maglia, coperta da una bianca tunica con la croce dei paladini di Terrasanta. Uno sguardo, una parola, un gesto bastavano a fare di quella natura esplosiva un nemico implacabile. Con tono sarcastico e feroce il barone grid: - Venite avanti, tu giovane lupo di Sherwood, e tu, frate vagabondo! Ditemi quale piano delittuoso vi ha spinti a penetrare nel mio castello, altrimenti conoscerete il mio sistema infallibile per far parlare i muti. Robin senza rispondere lanci sul barone uno sguardo sprezzante ed il monaco si limit a stringere nel pugno il suo

randello di corniolo. - Ah, non mi rispondete? - Grid il barone. - Sapete che siete bene accoppiati? Il bastardo di un bandito ed un lurido mendicante! - Tu menti! - gli ribatt il giovane. - Non siamo tuoi schiavi e se questo frate allungasse il braccio verso di te, non sarebbe certo per mendicare! - Ah, ah, cane dei boschi, tu osi dunque insultarmi e sfidarmi in casa mia? Ti far dare cento vergate ed appendere per le orecchie alla porta del castello. Il giovane, fremente ma sempre padrone di s, fissava in volto senza paura il terribile Fitz- Alvine e intanto sceglieva una freccia nella sua faretra, sicch il barone riprese con tono meno violento: - Sei giovane e compatisco la tua impertinenza; purch tu mi risponda, ti risparmier la prigione. - Non sono in vostro potere, nobile signore, e ve ne d la prova rifiutandomi di rispondere alle vostre domande. - Ah, ah, - rispose con un riso stridulo il barone, dopo essere rimasto un momento a bocca aperta per lo stupore. - Non vuoi parlare, incrocio di scimmia, figlio di una strega? Ma non sai che con un gesto io ti spedisco all'inferno e che posso strangolarti con la mia stessa cintura? Robin taceva giocherellando con l'arco e la freccia ed il frate intervenne con tono melato: - Spero che Vostra Signoria non dar corso alle sue minacce. Fitz- Alvine si gett sul monaco: - Frena la tua lingua di vipera, frate! Sei proprio il tipo di quei ghiottoni rapaci che chiamano frati mendicanti! - Non sono del vostro avviso, - rispose calmo Tuck. - Con tutto il rispetto dovuto ad un alto personaggio oserei dire che mancate di buon senso; forse lo avete lasciato in fondo ad una bottiglia di gin... Robin scoppi in una fragorosa risata ed il barone esasperato afferr un messale e lo scaravent sulla testa del monaco, il quale, alzando il suo terribile randello, ne sferr un colpo sulla spalla di Fitz- Alvine. Il nobile lord fece un salto, mugg come un toro infuriato, allung la mano verso la sua grande spada delle Crociate, ma Tuck non gliene lasci il tempo e fece piovere una grandine di colpi sulle spalle dell'altissimo e nobilissimo e potentissimo signore, il quale tentava di salvarsi scappando qua e l. Richiamato dalle grida di aiuto, il sergente socchiuse la porta e mise dentro la testa; l'ira del padrone si rovesci su di lui in una pioggia di pugni e di calci. Finalmente il barone si calm e diede ordine di gettare in prigione Robin ed il frate, ma questo afferr un crocifisso che si trovava su di un tavolo e mettendosi davanti a Robin grid: - In nome della Santissima Vergine e di Suo Figlio morto per voi, vi ordino di lasciarmi passare. Disgrazia e scomunica su chi oser chiudermi il passo! A tali parole gli accorsi rimasero pietrificati ed il monaco pass; ma i soldati si slanciarono su Robin e lo disarmarono, spingendolo in un angolo della sala. - A noi due, ora! - disse il barone. - Avete accompagnato Allan Clare. Volete dirmi che cosa venuto a fare? - Non lo so, - rispose il giovane con tranquillit. - Da quanto tempo conoscete Allan Clare? - Da ventiquattro ore.

- Tu menti, - rugg il barone. - Poich non mi credete, non parler pi, - concluse freddamente il giovane. - Ragazzo senza criterio, vuoi dunque essere precipitato dall'alto delle mura come succeder ad Allan Clare? Sentiamo, ancora una domanda: siete stati attaccati da qualcuno venendo qui? Guarda che decidi la tua sorte. Robin rimase muto e gi Fitz- Alvine impugnava la sua grande spada, quando la porta si apr e diede passaggio a due uomini con la testa fasciata ed insanguinata che si reggevano a stento. Erano i superstiti aggressori della notte e riconobbero subito il giovane. Raccontarono quanto era avvenuto ed il barone al colmo del furore grid: - Gettate questo miserabile in prigione; ci star senza pane n acqua, finch avr detto ci che sa ed avr domandato perdono in ginocchio. - Se le condizioni sono queste, non ci rivedremo pi, nobile signore. Del resto non pensate che voglia essere vostro ospite a lungo! Mentre lo trascinavano fuori della sala, Robin inton il suo canto pi giocondo e la sua voce argentina continu a risuonare fin quando la porta della prigione si chiuse alle sue spalle. Un violento desiderio di libert si impadron ben presto dell'animo del giovane, che si mise ad esplorare la cella, le cui pareti erano interrotte da un finestrino a forse dieci piedi dal suolo. L'arredamento era composto di un tavolo, di una panca e di un fascio di paglia. Il prigioniero trascin il tavolo contro la parete, vi sovrappose la panca, si arrampic fino al finestrino e vide con gioia che esso era sbarrato da tre traversine di legno, non molto robuste. Stava ripristinando l'ordine della cella, quando la fanciulla che l'aveva ricevuto fu introdotta nella prigione di Robin, al quale aveva portato dei cibi e delle bevande. - Ebbene, giovane forestale, - disse la giovanetta - vi siete messo in un bell'impiccio! Il barone in una collera spaventosa e giura che vi tratter come ha trattato i Saraceni. - Fatemi compagnia e vi assicuro che non rimpianger la mia libert, - rispose il giovane abbracciandola. - Ma ditemi che cosa avvenuto di Allan Clare, il giovane cavaliere che era con me. - Ahim, in una prigione peggiore di questa. Ha osato dire a Sua Signoria: Infame briccone, sposer miss Cristabel tuo malgrado!. Il frate mi ha informata di quel che successo a voi ed io sono venuta per... - Per aiutarmi a fuggire? Grazie, mia cara; tra un'ora sar libero, se il Cielo mi aiuta. - Libero? Ma come? Non sapete che ci sono due sentinelle alla porta? Il giovane accenn al finestrino e disse: - Ho bisogno di sapere dove si trova il monaco. - E" nella dispensa. Forse miss Cristabel ne avr bisogno per organizzare la fuga di messer Allan. - E qui la fanciulla spieg minutamente a Robin la strada che doveva seguire una volta che fosse evaso dalla prigione. In quel momento il carceriere venne ad annunciare che il colloquio era finito e il giovane si mise allegramente a consumare le vivande recategli.

Un'ora dopo la luna era allo zenith e Robin ricostru la sua scala di fortuna, ruppe facilmente una delle sbarre del finestrino, attacc ad un'altra la sua cintura e si lasci scivolare; e affidandosi alla Provvidenza, si lasci cadere. La fortuna lo aiut ed egli segu l'itinerario sotterraneo tracciatogli dalla fanciulla. Sostava incerto ad un bivio quando sent un corpo che lo sfiorava ed una voce domandare sommessamente: Chi c'?. Robin trattenne il fiato e si tenne appiattato alla muraglia, e poich quella figura riprendeva la sua strada, trov opportuno di seguirla a distanza. La figura apr una porta e spar e Robin si trov ben presto egli pure in un vasto ambiente che era la cappella. Una donna velata pregava genuflessa davanti ad una tomba e l'ignoto che era vestito con un saio da frate, le si avvicin sussurrando: - Cristabel! La donna si alz di colpo e gettandosi tra le braccia tese del frate esclam con un tono di inesprimibile gioia: - Oh Allan! Mio caro Allan! Capitolo quarto - Nella foresta Miss Marianna errava nella foresta accompagnata dal cane Lance. In preda a tristi pensieri, la fanciulla fin per allontanarsi molto, ma sperava di incontrarsi col fratello Allan di ritorno da Nottingham. Improvvisamente, nell'ombra crescente e tra il silenzio pi assoluto, Lance si slanci abbaiando verso il folto ed una voce aspra grid: Richiamate il vostro cane!. Il cane aveva afferrato alla gola un uomo che spiava la fanciulla e questa si mise a correre, ma ben presto le mancarono le forze e, intimorita dalle intimazioni dello sconosciuto, richiam l'animale. L'uomo era senza dubbio uno di quei banditi, che derubano ed assassinano i passanti senza difesa. - Che cosa volete da me? Parlate, vi ascolto, - disse la povera Marianna. - Non fate la sdegnata e venite con me, bella mia. Ho a vostra disposizione una grotta con una buona cena ed un letto di foglie e vi starete da regina. So chi siete; il vostro caro fratello partito stamane per Nottingham, ma certo le porte del castello non gli si riapriranno tanto facilmente. Si messo nella bocca del leone e tanto peggio per lui. Marianna gett un grido di disperazione e quegli continu: - E cos voi non mi sfuggirete. Sarete la mia regina... - e fece un passo verso la fanciulla. - Dalli Lance, dalli! - grid Marianna, e il cane si slanci di nuovo contro lo sconosciuto per una e due volte, finch un colpo sul cranio lo mand a ruzzolare lontano. Intanto la fanciulla era fuggita e correva a perdifiato senza saper bene dove, finch giunta ad un bivio, cadde invocando disperatamente aiuto. Il bandito la raggiunse e stava per sollevarla tra le sue braccia quando sopravvenne un guardacaccia che grid: - Fermati, miserabile; se tocchi questa donna sei morto! Non te ne dai per inteso? Ebbene, eccoti il fatto tuo! - e col manico della picca somministr allo sconosciuto una dura lezione. Poi gli intim: - Gi le armi e fila alla svelta se non vuoi essere spronato a colpi di freccia. Ed il brigante fugg nel pi fitto della foresta. Il forestale cerc di rianimare la povera Marianna che rinvenne

implorando: - Non fatemi del male, vi scongiuro. Abbiate piet di me. - Rassicuratevi, signorina; il miserabile che vi perseguitava ora ben lontano, e se tornasse dovrebbe fare i conti con me. Volete che vi accompagni alla nostra dimora? Vi sarete bene accolta; vi troverete delle fanciulle per servirvi e consolarvi, dei giovanotti in gamba per difendervi ed un vecchio per farvi da padre. Venite, non abbiate paura. Nelle profferte del giovane c'era tanta cordialit e franchezza che Marianna se ne sent subito conquistata e gli domand: - Dove mi conducete, messere? Questa strada ci porta alla casa di Gilberto Head? - Che, siete forse figlia di Gilberto? Conosco da un pezzo lui e suo figlio, ma non sapevo che Robin avesse una sorella. - No, vi ingannate; sono soltanto sua ospite da ieri, ma penso che a casa saranno in grande pena. - Impossibile rientrare stasera stessa, - obiett il forestale. - Siamo troppo lontani. Ma la nostra dimora a due passi e l sarete al sicuro. Ad avvertire Gilberto provveder io. Il giovane offr il braccio e poich Marianna sembrava esitare, insist: - Appoggiatevi, miss, al braccio di Giannino, il quale, se occorresse, vi porterebbe con la stessa facilit di un ramo che porta una tortorella. - Giannino!? - mormor la fanciulla, squadrando la statura colossale del suo salvatore. - S, Giannino, ovvero Piccolo Giovanni. Mi chiamano cos, perch sono alto sei piedi e mezzo ed ho le spalle in proporzione; uccido un bue con un colpo ben assestato e le mie gambe possono fare quaranta miglia senza fermarsi; non c' n ballerino n lottatore che possa tenermi testa ed infine i miei sette cugini, figli di sir Guido di Gamwell, sono tutti pi piccoli di me. Ma permettetemi di aggiungere che sono un buon diavolo, nipote di sir Guido, forestale di nascita, arciere per piacere, guardacaccia di professione e che ho compiuto ventiquattro anni un mese fa. Cos chiacchierando, i due raggiunsero il bordo della foresta: - Guardate laggi a destra, - invit Giannino. - Vedete quella vasta costruzione con le finestre illuminate? Quella la dimora dei Gamwell. Ben presto una muta di cani da guardia accolse festosamente i due, i quali raggiunsero una spaziosa sala da pranzo proprio mentre la famiglia stava per mettersi a tavola. - Zio mio, - disse il giovine guidando Marianna fino alla poltrona del venerando sir Guido - vi domando ospitalit per questa nobile e bella signorina, che ho avuto la fortuna di strappare agli artigli di un infame bandito. Marianna, che era giunta col mantello offertole da Giannino, si affrett a sbarazzarsene ed i cugini rimasero a guardarla a bocca aperta. - Bravo Giannino! - disse il patriarca - ci racconterai poi come andata la faccenda. Nobile fanciulla, mi sembrate stanca e sofferente; prendete posto, vi prego, tra mia moglie e me e rifocillatevi. Le mie figlie vi daranno poi il modo di riposare. Quando la fanciulla si fu ritirata, Giannino fece il racconto dell'avventura ed avvert che andava a rassicurare Gilberto. William, il pi giovane dei cugini, si offr di accompagnarlo ed entrambi presero senz'altro la strada della foresta.

Abbiamo lasciato Robin nella cappella del castello nascosto dietro un pilastro ad ascoltare le confidenze dei due innamorati. Egli si domandava per quale magia anche Allan fosse potuto fuggire dalla sua cella. Il cavaliere si prodigava in giuramenti di fedelt e Cristabel gli disse: - Grazie, Allan; ci che mi sostiene la fiducia in voi. Devo obbedienza a mio padre; egli pu separarci, ma non potr mai costringermi ad amare altri che voi. - Cristabel, chi stato a scoprire la mia cella e ad aprirmene la porta? - La mia buona e cara cameriera Maude; ha conquistato il carceriere portandogli da bere e prodigandogli moine: quando egli si addormentato, gli ha sottratto le chiavi. Per fortuna nel castello il frate confessore di Maude ed il santo uomo ha prestato il suo saio. Ma, mio caro Allan, parlatemi un poco di vostra sorella Marianna. - Ella mi ha seguito e ci attende presso un buon guardacaccia della foresta: non ci resta che ricorrere alla fuga. - No, no, Allan, - rispose la fanciulla singhiozzando con la testa appoggiata alla spalla del giovane - io non abbandoner mai mio padre. In quel momento la porta della cappella si aperse dolcemente ed apparve Maude con una torcia, seguita da frate Tuck. - Mia cara padroncina, - esclam Maude, - tutto perduto. Sar un massacro generale. - Calmatevi, - le rispose severamente Allan, - e diteci piuttosto che cosa sta avvenendo. - Sul pi bello del suo sonno il carceriere stato chiamato dal barone che voleva andar a vedere messer Allan nella sua cella; egli si presentato ancora in preda ai fumi del vino con un contegno cos irriverente che sua Signoria montato in una spaventosa collera e ha strappato il mazzo delle chiavi dalle mani del disgraziato. Purtroppo nel mazzo mancava la chiave della cella di messere e il barone si fatto accompagnare da una squadra di soldati annunciando che se il prigioniero non ci fosse stato pi il carceriere sarebbe stato appiccato in sua vece. Ora, - aggiunge Maude rivolta ad Allan - non vi resta che fuggire al pi presto. - Fuggite, fuggite, Allan; fuggite in nome del Cielo, - grid Cristabel. - Vi obbedisco, Cristabel; ma ci rivedremo, ve lo giuro. Che cosa sar accaduto di Robin? - Presente! - grid allegramente il giovane forestale, uscendo dal suo nascondiglio. Dall'esterno veniva un rumore di passi e Maude grid imperiosamente: - Presto, presto, da questa parte! Non c' tempo da perdere. E voi, signorina, inginocchiatevi a pregare e mostratevi ignara di tutto! La porta si era appena richiusa alle spalle dei fuggitivi, che il barone irrompeva nella cappella. Maude guidava a passi affrettati i tre uomini lungo un interminabile corridoio; venti passi pi in l il gruppo raggiunse l'uscita e la ragazza chiam suo padre, che era a guardia del ponte levatoio affinch lo calasse e i due fuggiaschi furono liberi. Allan e Robin scesero rapidamente la collina, attraversarono il paese senza fermarsi e non rallentarono il

passo che quando si sentirono sotto l'ombra protettrice della foresta. Verso le dieci di sera Gilberto abbandon la salma del cognato e scese in cerca della moglie; i tre che erano partiti al mattino per Nottingham non si rivedevano ed il guardacaccia era in grande ansia. - Dov' la signorina Marianna? - domand a Margherita. - Essa pure deve essere angustiata per il ritardo del fratello. - Non so; sar probabilmente nella sua camera. Questo pomeriggio passeggiava qui fuori con Lance. Gilberto sal a vedere, ma la camera era deserta. - Margherita, non c'; e sono oramai le dieci. Le dev'essere capitato qualche cosa. Bisogna che vada a cercarla. Si arm ed usc, seguendo istintivamente il viottolo che Marianna aveva percorso fin dove era caduta nell'agguato. L giunto, gli colp l'orecchio un gemito intramezzato da guaiti, seguendo i quali inciamp in un corpo inerte: era il povero Lance, che tent di rimettersi in piedi, ma ricadde gemendo. - Un'orribile sciagura deve aver colpito la fanciulla, - pens Gilberto - e Lance si sacrificato per difenderla. Lance, Lance, dove sei ferito? Ah, vedo, alla testa. Da forestale esperto in erbe salutari, Gilberto raccolse delle foglie e ne fece un empiastro che applic sulla ferita; distese quindi l'animale su di uno strato di foglie secche e riprese la sua corsa alla ricerca di Marianna. Raggiunse cos la radura dove Giannino aveva soccorso la fuggitiva e si imbatt in un uomo che, nell'ombra, pareva stesse fasciandosi la testa. - Chi sei? - gli domand Gilberto mettendogli una mano sulla spalla. - Che cosa ve ne importa? - rispose bruscamente lo sconosciuto. - Me ne importa molto. Sono guardacaccia e se le tue risposte non mi soddisfano, ti porto senz'altro dallo sceriffo. Hai incontrato una giovane dama vestita di bianco? Il bandito non rispose, ma un sorriso ironico sfior le sue labbra. - Ah, capisco, tu ne sai qualche cosa! Sei ferito alla testa, miserabile, e questi sono i denti di un cane! - E cos dicendo gli strapp la benda, aggiungendo: - Parla miserabile! Dov' la fanciulla? Invece di rispondere il brigante alz a tradimento la sua balestra e colp con essa il guardacaccia, ma questi con la sua daga colp il malvivente con una serie di piattonate, lasciandolo a terra come morto; poi si allontan per continuare le sue ricerche. Ma il bandito non era morto e mentre si trascinava carponi nel folto di un cespuglio, mormorava: - Te lo prover che sono ancora vivo. Il vecchio camminava a caso e sempre pi angosciato, quando gli colp l'orecchio un canto a lui ben noto. - Questa la voce di William Gamwell lo Scarlatto, che storpia versi e musica, - disse Gilberto. - Ehi, William, che cosa fai a quest'ora nella foresta? - E tu chi sei che interrompi il mio canto? - gli rispose il giovane. - Fatti avanti e ti insegneremo l'educazione. - William, sei pazzo? - redargu la voce di Giannino. - Non riconosci il nostro vecchio Gilberto che ci viene incontro? Allora William si slanci verso il vecchio gridando: - Buone

notizie! La signorina al sicuro in casa nostra! Giannino l'ha incontrata nella foresta e l'ha difesa da un bandito. - Io ho trovato non lontano da qui il mio Lance ferito, colpito da un brigante che ho lasciato laggi pi morto che vivo. - Sar lo stesso che tentava di portar via la signorina Marianna. Cerchiamolo e lo consegneremo allo sceriffo. Nella radura inciamp in un corpo voluminoso giacente a terra che si muoveva e masticava delle imprecazioni. - E" il bandito! L'aggressore della signorina Marianna! L'uccisore del cane! - grid. - Cugino, vieni! - Aiuto, lasciatemi, mi soffocate, - urlava lo sconosciuto. - Muoio, abbiate piet di me! - E" proprio lui! - conferm Giannino: - ma mi pare che non ne abbia per molto: lo ritroveremo qui domattina. Allora, se sar ancora vivo, lo consegneremo alla giustizia. Accompagnarono Gilberto fino alla sua casetta e qui il guardacaccia chiese loro di aiutarlo a seppellire suo cognato morto. Cos Ritson fu adagiato a mezzanotte in una fossa scavata tra la quercia ed il faggio come aveva desiderato; al momento di riempire la fossa William, che montava la guardia nelle vicinanze, sussurr all'orecchio del cugino: - Credo che ci convenga di mettere in questa fossa anche quel malvivente che abbiamo lasciato qui e che morto. La terra ricopr quindi le salme di entrambi i banditi. Capitolo quinto - Robin Hood di nuovo arrestato Come abbiamo gi saputo da Maude, l'irascibile barone era disceso alla prigione di Allan Clare accompagnato da sei soldati e l'aveva trovata vuota. - Ah, ah, - esclam infuriato, - sono proprio ben servito! Egberto Lanner, il carceriere, dov'? - Eccolo monsignore, - rispose un soldato che lo teneva ben stretto per impedirgli di fuggire. - D un po', Egberto: la porta chiusa, il finestrino stretto. Come ha fatto il prigioniero a fuggire? Egberto, pi morto che vivo, stava muto, ed il barone continu: - Dimmi dunque per quale basso interesse hai favorito la fuga di quel miserabile. Egberto continu a tenersi silenzioso. - Stupidi schiavi tutti quanti! esclam d'un tratto il barone. - Scommetto che nessuno di voi ha pensato ad avvertire il portinaio affinch non lasciasse uscire nessuno. Uno di voi corra subito da Lindsay e gli dia ordine di alzare il ponte levatoio e di chiudere tutte le porte. Un soldato part subito di corsa, ma si sperse nel dedalo dei corridoi oscuri e quando, nel buio pi pesto, arriv davanti alla scaletta di una cantina vi cadde a capofitto: la caduta fu mortale, nessuno se ne accorse ed i fuggitivi dovettero a tale ignorata disgrazia di poter uscire tranquillamente dal castello. - Milord, mentre venivamo qui mi parso di vedere della luce in fondo alla galleria che conduce alla cappella - disse un altro soldato. - Imbecille! E me lo dici solo ora? - url Fitz- Alvine, e, presa una torcia, si slanci nella cappella. Cristabel era inginocchiata davanti alla tomba di sua madre, in profonda meditazione. - Dov' quell'Allan, quel traditore? - le domand a bruciapelo il padre.

- Non so nulla, padre. Io non vi ho mai ingannato. I soldati che frattanto avevano visitato ogni angolo tornarono annunciando che non c'erano n l'uno n l'altro. - N l'uno n l'altro?! - esclam il barone. - Che cosa volete dire? E" forse fuggito anche il lupacchiotto della foresta?! - ed alz il pugnale sul disgraziato. Ma Cristabel gli trattenne il braccio gridando: - No, padre! Non insanguinate questa sacra tomba! Il barone si arrese alla preghiera e disse: - Rientrate nel vostro appartamento, Cristabel. E voialtri montate subito a cavallo e perlustrate la strada di Mansfield. Trovate i fuggiaschi e portatemeli qui. Gli uomini d'arme si affrettarono ad obbedire: in quel momento entr Maude che, avvicinatasi alla sua padroncina le sussurr: - Salvo! - Ferma! - grid Fitz- Alvine il cui orecchio aveva afferrato la breve parola. - Maude, ho inteso la vostra parola e voglio sapere di chi intendete parlare. - Dicevo alla signorina Cristabel che quel povero carceriere salvo, dal momento che avete rinunciato a farlo impiccare, - e Maude scoppi in singhiozzi. - Via, via, voi mi prendete per un idiota. Se amate Egberto vuol dire che sarete impiccata con lui. - Molte grazie, monsignore, - fece la fanciulla con un grande inchino; e corse via a raggiungere la padroncina. Il barone, che si sentiva impotente contro la malizia della giovane cameriera, pens di andar a sfogare il suo malumore sulla figlia e si mise alle calcagna delle due fanciulle, ma Maude finse di non accorgersene e fugg con la torcia lasciando il padrone immerso nell'oscurit. Poi se ne pent e torn indietro, parendole di sentire delle invocazioni di aiuto, ma soffocate come se venissero da sottoterra. Infatti il barone era ruzzolato da una scala, inciampando nel cadavere del soldato che vi era caduto prima di lui; Maude lo aiut a rialzarsi. Il vecchio raggiunse la camera della figlia e poich questa fece l'atto di nascondere un medaglione, disse: - Ho capito, dev'essere il ritratto di quel miscredente che amate contro la mia volont. Ebbene, ascoltatemi, Cristabel: voi non sposerete mai Allan Clare. Sposerete invece sir Tristano di Goldsborough. Domani gli scriver e lo informer che accettate; egli verr subito a ringraziarvene e prima della fine della settimana sarete una grande milady. - Padre mio, io non sposer mai quell'uomo. - Non vi ho chiesto il vostro parere, - rispose il padre. Ora vi lascio alle vostre riflessioni, ma ricordatevi, figlia mia: esigo obbedienza intera, passiva, assoluta. Fitz- Alvine passeggi a lungo nella sua camera, dicendosi: - Forse farei meglio a prendere le cose con maggiore dolcezza; dopotutto mia figlia e non voglio farne una vittima. Ma quel matrimonio si deve fare... Tristano un mio vecchio amico e commilitone e Cristabel sar felice. Torn dalla figliola e la sorprese mentre stava scrivendo. - A chi scrivete? - domand furioso. La fanciulla fece per nascondere il foglio, ma il barone glielo strapp e lasci la stanza, chiamando Maude perch assistesse la padroncina che sembrava svenuta. - Maude, Maude, - annunci Cristabel alla sua confidente - sono perduta: mio padre si impadronito di una lettera che stavo

scrivendo ad Allan e se la far leggere dal suo confessore. - Non niente, - rispose l'astuta fanciulla - purch facciamo presto. Datemi subito un altro foglio simile a quello che vi stato sottratto e state tranquilla; - e Maude fece una audace irruzione nella camera del barone, giusto mentre egli stava per prestare orecchio al venerabile prete che aveva in mano la lettera di Cristabel ad Allan. - Monsignore, - disse Maude con ammirabile faccia tosta - vostra figlia mi manda a ritirare il foglio che avete preso sul suo tavolo, - e intanto scivolava al fianco dell'ecclesiastico. - Mia figlia pazza, per San Dunstano! Come ha osato incaricarvi di una simile commissione? - grid il barone. Ma frattanto la svelta fanciulla si era gi impadronita del documento e fuggiva verso la porta, dove finse di lasciarsi raggiungere. - Dammi quella carta, o ti strozzo! - gridava Fitz- Alvine e Maude che stringeva una carta nella tasca del suo grembiule se la lasci strappare, fuggendo con un'ironica riverenza. La carta torn nelle mani del confessore, il quale cominci con voce nasale: Quando la dolce primavera permette alle violette di sbocciare.... - Che questa sciocchezza? Che cosa state leggendo? - esclam il barone impazientito. - Leggo quel che scritto, - rispose il prete, e continu: Quando la state copre la terra di aulenti rose.... - Basta, basta, se tutto cos potete andarvene; ma credo che mia figlia mi abbia ingannato. Intanto Maude si incaricava di far pervenire la lettera di Cristabel ad Allan. And a svegliare un giovinetto di sedici o diciassette anni, suo fratello di latte, e gli disse: - Alberto, devi rendere un grande servizio a me, o meglio alla signorina Cristabel. Ma guarda che c' qualche pericolo. Posso fidarmi di te? - Fidatevi di me come del buon Dio! - rispose il ragazzo. - Ebbene, devi sellare il miglior cavallo della scuderia, traversare la foresta e raggiungere la casetta del guardacaccia Gilberto Head: darai questo biglietto a messer Allan Clare. Hai capito bene, Alberto? - Certo; ho capito perfettamente. - Cerca di evitare i soldati del barone e se mai inventa un pretesto e guardati dal parlare del mio incarico. V, cuore mio! Il ragazzo aveva gi il piede nella staffa, ma la fanciulla credette opportuno di aggiungere: - Ma se tu incontrassi tre persone tra cui un frate, non andare pi oltre, perch essi sono appunto frate Tuck, Allan Clare e Robin Hood; fa la tua commissione e ritorna senz'altro. - Hurrah! - grid il ragazzo mentre la sua cavalcatura faceva risuonare le tavole del ponte levatoio. La notte era calma e serena, ed i nostri tre fuggiaschi camminavano rapidamente. Dopo un certo tempo, Robin disse: - Non vi porto a casa mia per la via pi breve, perch immagino che il barone abbia lanciato qualche drappello al nostro inseguimento. - Sei giovane, ma saggio, Robin, - riconobbe il monaco - e quel vecchio fanfarone di Palestina non sarebbe pi lui se avesse trascurato di farci inseguire. I tre compagni attraversavano una vasta radura quando, al chiaro di luna, videro un cavaliere scendere a spron battuto il sentiero in pendio.

- Nascondetevi, amici, - raccomand Robin, e per parte sua, armato del bastone di Tuck, si appost bene in vista, gridando: - Ferma, ferma! Si trattava di un ragazzo o quasi, ed allora anche il frate ed Allan uscirono allo scoperto ed il sopraggiunto mise piede a terra dicendo: - Buon giorno, padre Tuck; non mi riconoscete? Sono Alberto, fratello di latte di Maude. Ho un biglietto da consegnare a messere Allan Clare. Allan ruppe il suggello della lettera e lesse al chiaro di luna: Allan mio caro, Quando tu hai insistito con tanto calore per farmi abbandonare la casa paterna, ho rifiutato decisamente perch mi credevo necessaria alla felicit di mio padre. Ebbene, mi ingannavo e mi sono sentita come fulminata, quando, dopo la tua partenza, egli mi ha annunciato che prima della fine della settimana sar moglie di un uomo che non il mio diletto Allan. Le mie lagrime, le mie preghiere non sono state considerate: tra quattro giorni sar qui sir Tristano di Goldsborough! Ebbene, poich mio padre non sente il bisogno della mia presenza, lo abbandono. Maude si incarica di preparare la mia fuga e ti dir come ti dovrai regolare. Cristabel - Robin, torno a Nottingham, - disse d'impeto Allan. Fitz- Alvine vuol dare Cristabel in moglie ad uno dei birbaccioni suoi amici e non le resta che fuggire. Siete disposto a darmi una mano? - Di tutto cuore, messere. - Allora raggiungetemi domattina. Troverete Maude o forse questo ragazzo all'entrata del paese. - Credo che vi converrebbe stasera d'andare a rassicurare vostra sorella; domattina all'alba partiremo insieme con qualche vigoroso giovanotto, del quale vi garantisco il coraggio e la devozione. Ma mi par di sentire il rumore di una cavalcata che viene dalla parte del castello. Nascondetevi, amici, e tu, Alberto, fa vedere che sei degno fratello di Maude: salta sul tuo cavallo, dimentica che ci siamo incontrati e racconta a quei cavalieri che il barone manda loro l'ordine di rientrare immediatamente. Hai capito? - Ho capito - Alberto spron il suo cavallo, ma ben presto il drappello di armati gli sbarr la strada ed un sergente gli domand: - Chi siete? - Sono Alberto, apprendista scudiero al castello di Nottingham, e venivo appunto in cerca di voi. Monsignore barone vi attende da un'ora e vi ordina di rientrare al pi presto. - Siamo stati sino a Mansfield senza incontrare nessuno, ma al ritorno abbiamo avuto maggiore fortuna: abbiamo messo le mani su di un certo Robin Hood, ed eccolo l legato sul cavallo. Robin sporse leggermente la testa da dietro all'albero e riconobbe il pi giovane dei figli di sir Guido di Gamwell, l'allegro William detto lo Scarlatto. - Ma questo non Robin Hood! - grid Alberto scoppiando in una risata. - Dove lo avete trovato? - Vicino alla casa di un certo guardacaccia chiamato Gilberto Head. - Ebbene, non poteva essere lui; i fuggiaschi erano tre ed a piedi non potevano essere arrivati cos lontano. - Ma voi come fate a sapere tutto ci? - E" semplice. Robin Hood l'ho visto stamane quando entrato

nel castello; infine so che i prigionieri evasi sono tre, perch me l'ha detto mastro Lindsay il portinaio, padre della mia sorella di latte Maude. Il sergente diede ordine al drappello di rimettersi in marcia. Allora il vero Robin si slanci alla testa del suo cavallo e grid: - Fermatevi! Robin Hood sono io! Il capo del drappello afferr Robin per il colletto e domand ad Alberto: - Insomma, si pu sapere qual il vero Robin? - Sergente, la prima volta che fate qualche conto delle mie informazioni. A me lo chiedete? Chiedetelo a lui! - Allora comincia col prendere il suo posto! - ordin il sergente; e William, liberato, si slanci ad abbracciare il suo liberatore. I due giovani si sussurrarono alcune parole e poi Robin fu legato sul cavallo e la cavalcata part. - Che cosa ti ha detto Robin? - chiese Allan. - Ecco qui, parola per parola: I miei due compagni, un cavaliere ed un frate, sono nascosti qui presso. D loro che vengano a cercarmi domattina all'alba nella valletta di Robin Hood, che essi gi conoscono. Tu ed i tuoi fratelli li accompagnerete, poich per il successo della mia impresa ci sar bisogno di braccia vigorose e di cuori saldi. Ora, messer cavaliere, vi consiglio di venire alla dimora dei Gamwell, molto pi vicina che non la casa di Gilberto. - E" che vorrei abbracciare mia sorella, - obiett Allan. - Ebbene, messere, la signorina Marianna appunto in casa di mio padre e strada facendo vi racconter come vi giunta. Capitolo sesto - Fuga Il barone ascoltava distratto i rendiconti di un suo uomo d'affari, quando fu introdotto Robin preceduto dal sergente. Questi tardava ad iniziare il suo racconto, forse attendendo di essere invitato a parlare, ma Fitz-Alvine non era provvisto di molta pazienza e si avvicin al sergente appioppandogli uno schiaffo ed aggiungendo: - Attendo, hai capito, imbecille? Attendo da un'ora! Chi di noi due deve attendere? Del resto sono gi informato, ma voglio il resoconto dalla tua stessa bocca. Il sergente rifer tremando come era stato arrestato l'autentico Robin. - Avanti, Robin, - grid il barone con voce stentorea. - Abbi ancora con tanta forza, giovane mastino? Ora se non risponderai alle mie domande, ordiner ai miei uomini di ucciderti, hai capito? Come sei riuscito a fuggire, lupacchiotto? E con l'aiuto di chi? - Uscendo dalla mia cella, e senza l'aiuto di nessuno. Sono sottile ed ho potuto passare attraverso alle sbarre del finestrino; da l sono saltato sulle mura e per una porta aperta, attraverso a gallerie, scale e corridoi sono arrivato al ponte levatoio conquistando la libert. - E l'uomo che era stato arrestato prima di te dove si trova? - Non lo so. Di chi intendete parlare? - Non fare il furbo; parlo di Allan Clare, tuo complice e tuo amico. - L'ho visto l'altro ieri per la prima volta. - Ah, non lo sai? Allora ti metter in condizione di ripensarci e se me lo farai trovare, ti render la libert. Sergente Lambic, mettetelo al sicuro.

Il sergente condusse Robin di corridoio in corridoio, di scala in scala fino ad una porticina; prese quindi dalle mani di un domestico la torcia accesa e spinse Robin verso una cella sprovvista di ogni arredamento salvo un fascio di paglia. Mentre, sulla soglia, il giovane si guardava in giro, vide nella profondit del corridoio, dietro i soldati, brillare lo sguardo limpido di Alberto come una tacita promessa di assistenza. Il domestico che portava la torcia non c'era pi, i soldati rotti dalla fatica stavano pigramente appoggiati alle muraglie, il sergente chiacchierava senza sospetto... Robin fece un salto, sbatt contro il volto del sergente la torcia che si spense e si slanci lungo il corridoio. I soldati lo rincorsero urlando ed esplorando tutti gli angoli delle numerose gallerie, ma rimasero a mani vuote. Robin aveva trovato Alberto, che gli aveva sussurrato: - Datemi la mano e seguitemi. Dopo mille giri al buio Alberto si ferm davanti ad una porta che lasciava filtrare qualche raggio di luce e buss; rispose una dolce voce femminile ed un momento dopo il fuggitivo si trovava tra le braccia di Maude. - Con l'aiuto di Dio e vostro, cara Maude - disse Robin - conto di far uscire la signorina Cristabel dal castello e di condurla dal suo fidanzato. - Vado subito ad avvertire la signorina; non tarder. Attendetemi. Vieni con me, Alberto. Robin, rimasto solo, sedette sulla sponda del letto, e s'immerse in una fantasticheria da cui fu riscosso dal ritorno di Maude, che disse: - La signorina Cristabel vi desidera, ma prima... ma prima, Robin, avrei qualche cosa da dirvi, - e la fanciulla non pot continuare perch i singhiozzi la soffocavano. - Ebbene, Maude, ancora lagrime? Via, confidatemi le vostre pene. - Piango, Robin, perch sono condannata a vivere in questo orribile ambiente. Cristabel per me come una sorella e se essa lascia il castello dovete condurre con voi anche me. Robin rimase perplesso e tent di dissuadere la fanciulla, ma ella insist: - Non respingetemi, vi prego; conducetemi con voi. Morr, mi uccider, se passerete il ponte levatoio senza di me, - e cadde sulle ginocchia, gemendo col volto tra le mani. Robin era profondamente commosso e disse: - Bene, fuggirai anche tu. Ti porter da mio padre e sarai sua figlia, ed io tuo fratello. Andiamo dalla signorina Cristabel. Miss Cristabel attendava con impazienza ed annunci di essere pronta. - Ed io pure, cara padrona! Andiamo, non c' un momento da perdere! - aggiunse Maude. - Andiamo?! - domand in tono interrogativo Cristabel. - Sicuro, andiamo! Credete forse che Maude possa vivere lontano dalla sua padroncina? - Ed io pure intraprendo il viaggio, - interloqu Alberto che fino a quel momento si era tenuto in disparte - poich la signorina Fitz- Alvine mi prende al suo servizio. Robin, ecco il vostro arco e le vostre frecce, che misi al sicuro quando vi arrestarono. Il castello di Nottingham aveva uno sbocco segreto verso la foresta; esso partiva dalla cappella e Alberto lo conosceva bene, ma la cappella era ora guardata da una sentinella, la quale si era

per fortuna accomodata nell'interno e russava tranquillamente su di una panca. I quattro giovani entrarono senza difficolt e stavano per raggiungere l'entrata del corridoio segreto, quando Alberto urt contro un sarcofago e cadde con un rumore indiavolato. - Chi va l? - url il soldato svegliato all'improvviso. Tutti si nascosero qua e l, salvo Maude che non arriv in tempo e fu illuminata in pieno dalla luce di una torcia. Il soldato si lanci ad afferrarla, quando una freccia lanciata da una mano che non falliva attravers il cranio del prepotente e lo stese morto al suolo. Un'ora dopo i quattro giovani erano allo sbocco del corridoio e di l arrivarono in piena foresta, dove Robin si trovava come in casa propria; ma la prudenza consigliava di evitare le strade battute e di internarsi piuttosto nel folto della vegetazione. Pi tardi Robin consigli di dividere la comitiva: Alberto avrebbe condotto Maude in casa di Gilberto e da parte sua egli avrebbe guidato miss Cristabel a ricongiungersi con messer Allan Clare. La fanciulla e il suo cavaliere raggiunsero ben presto la grande strada da Nottingham a Mansfield, ma qui incapparono in un uomo con i colori del barone che veniva a spron battuto. Il giovane arciere fece nascondere la fanciulla e si appost dietro un albero con la freccia incoccata. Il cavaliere pass sulla strada rapido come il lampo, ma una freccia pi rapida di lui and a piantarsi nel fianco del cavallo; cavallo e cavaliere rotolarono insieme nella polvere. - Fuggiamo, miss, fuggiamo. Quell'uomo veniva alla nostra ricerca ed ora che appiedato, siamo in vantaggio noi. Col volto tumefatto ed ustionato dalla fiamma della torcia, il sergente Lambic si era slanciato alla ricerca del fuggiasco ed aveva sguinzagliato i suoi soldati in tutte le direzioni. Ma del prigioniero si erano perdute le tracce ed al sergente non rimase che denunciare al suo padrone la nuova fuga. Si avvicin quindi alla porta della sala, origli e non sentendo rumore, prov a grattare con l'unghia il pannello della porta. Poi premette cautamente la maniglia ed introdusse la testa nella fessura. Non l'avesse mai fatto! Il barone era l, inginocchiato davanti al suo confessore e balz incontro al malcapitato gridando: - Miserabile sacrilego! Spia! Che cosa sei venuto a fare qui? Credevi che non ci fosse nessuno e volevi derubarmi? - Milord, ho bussato parecchie volte... - rispose tremando il sergente. - Sono un soldato al servizio di Vostra Signoria e non sono un ladro... - Io dico e penso quello che voglio. Ladro o no, dimmi che cosa sei venuto a fare con la faccia conciata in quel modo? - Scusate, milord; sono stato ustionato dalla torcia di Robin... - e cos dicendo fece un passo indietro verso la porta. - Robin? Ancora Robin? Dov' dunque quel giovane lupo? Lambic cercava disperatamente una scappatoia e non riusc che a dire: - Milord, venivo a chiedervi che cosa intendete fare di quel prigioniero, perch... perch nella sua cella non c' pi. Forse lo avete fatto trasferire altrove voi? - Che cosa? Non c' pi? Ma questo troppo! - ed il barone fece cadere sulle spalle del sergente una grandine di colpi, finch questi perdette la pazienza afferr il suo padrone per i polsi, lo respinse fino al suo seggiolone e fugg a gambe levate.

Fitz- Alvine lo rincorse, ma la corsa fu arrestata dai due soldati che tornavano dall'avere inutilmente cercato Robin e il disgraziato sergente dovette tornare nella camera del suo signore a riferire per filo e per segno come era avvenuta la fuga del prigioniero. Il barone ascoltava, intramezzando il racconto con le sue urla e minacce furibonde quando fu battuto violentemente alla porta ed un soldato entr: - Il signore mi perdoni se oso presentarmi senza essere chiamato, ma avvenuto un fatto terribile ed ho creduto... - Il fatto, il fatto, imbecille! - Ecco, milord, il mio dovere mi comandava di dare il cambio alla sentinella della cappella, e cinque minuti fa, vi sono andato e non ho trovato nessuno. Allora sono andato al corpo di guardia per avere un rinforzo, perch ho pensato... - Al diavolo quello che hai pensato! Vuoi arrivare al fatto, chiacchierone? - Ho trovato alcuni uomini e con essi sono andato a perlustrare la cappella: Gran Dio, la sentinella c'era, ma a terra, immersa nel suo sangue e col cranio trapassato da una freccia! - Un assassinio! E chi pu essere stato? Chi il morto? - E" Gaspare Steinkoff, un bravo soldato; ma chi sia stato non so, perch non ero presente. Per ho tolto dalla ferita la freccia ed eccola qui. - Questa freccia non delle nostre, - dichiar il barone. - Mi pare di averne visto di uguale in una faretra che apparteneva al prigioniero di Vostra Signoria, Robin Hood e che aveva preso Alberto. - Alberto? Presto, andate e conducetemelo qui. - L'ho visto, - spieg lo stesso soldato - andare, forse un'ora fa, insieme a Maude, verso l'appartamento della signorina Cristabel. - Allora ci vado io. Accendete una torcia e seguitemi! - ordin il barone, avviandosi in compagnia di Lambic e della scorta. Arrivato alla porta della figlia, buss e, non ricevendo risposta, entr senz'altro; ma l'oscurit era totale e l'appartamento deserto. - Partita! - esclam il padre abbandonandosi disfatto su di una poltrona. - E" partita certamente con quel miserabile! Con voce stentorea comand: - Alle armi, voialtri! Dividetevi in due drappelli; uno perquisisca il castello e l'altro la foresta; e che nessun angolo, nessun viottolo, nessun cespuglio sfugga alle vostre ricerche! Andate! E mandatemi Uberto Lindsay, il portinaio. Dite infine a venti dei miei uomini di tenersi pronti coi cavalli sellati. Rimasto solo si mise a percorrere in lungo e in largo la camera, col cuore ribollente di ira ed anche di dolore, poich in fondo egli amava sua figlia. Il vecchio Lindsay giunse, mentre il barone giurava di sterminare tutti coloro che avevano favorito la congiura. - Scellerato! Impostore! Dimmi dov' mia figlia o ti strangolo! - grid Fitz- Alvine afferrando per il collo il vecchio portinaio. - Vostra figlia, milord?! Io non ne so niente! Abbiate la bont di spiegarmi... - Chi uscito dal castello nelle ultime due ore? - Non saprei dirvelo, perch faceva le mie veci Michele Walden. - E mentre eri di guardia tu, chi uscito? - Il ragazzo Alberto, e mi ha detto che andava a cercare il medico per la signorina Cristabel che non stava bene.

- Ecco il complotto. Cristabel stava bene e Alberto uscito per preparare la fuga di mia figlia! - Che? La signorina Cristabel vi ha abbandonato, milord? - S, l'ingrata ha abbandonato il suo vecchio genitore e vostra figlia l'ha seguita. - Mia figlia Maude?! Ma no, impossibile! Il sergente Lambic, ansioso di mostrare il proprio zelo, entr in quel momento per annunciare: - Milord, la vostra scorta pronta. Ho cercato Alberto per tutto il castello, ma inutilmente. - Che cosa importa, ormai - ribatt il barone. - Lambic, questa notte sei andato fino alla casa del guardacaccia Gilberto Head, non lontano da Mansfield. I fuggiaschi non possono essere che l; raggiungili e non tornare che dopo aver incendiato quel covo di briganti. - Lindsay, vecchio servitore e fratello d'armi, - continu il barone - mi hai salvato due volte la vita e mi sei sempre stato fedele: dimentica la mia collera ed aiutami a riportare all'ovile le pecore smarrite, poich la tua Maude fuggita senza dubbio insieme a Cristabel. Sai tu se tra le gallerie sotterranee ce ne sia qualcuna che conduce all'esterno? - S, milord, ce n' una, ma Maude non la conosce; oltre a me, la conoscono soltanto Michele Walden, Gaspare Steinkoff ed Alberto. - Ah, ecco, Alberto! Allora lui che ha fatto da guida! Presto, delle torce, e perlustriamo i sotterranei! I due uomini, scortati da sei soldati, attraversarono la cappella e si inoltrarono nelle gallerie sotterranee. Giunti allo sbocco della galleria nella foresta, la porta solitamente chiusa fu trovata spalancata: non c'era dubbio che la fuga era avvenuta da l. - Andate, soldati, - grid il barone. - Battete la foresta in ogni senso; cento scudi d'oro a chi ricondurr la signorina Cristabel e gli infami che l'accompagnano. Poi Fitz- Alvine rientr nel castello, indoss la cotta di maglia, cinse lo spadone, brand la lancia coi colori della sua casa e si slanci alla testa di venti armati sulla strada di Mansfield. Capitolo settimo - Inseguimento Per raggiungere il luogo dell'appuntamento con sir Allan, Robin e Cristabel camminano nella direzione opposta a quella presa dal sergente Lambic, che ha ricevuto l'ordine di incendiare la casa dei genitori di Robin. Intanto, seguito dai suoi venti armati, il barone galoppa per la foresta alla ricerca della figlia; sir Allan con Giannino, padre Tuck, William lo Scarlatto e gli altri sei figli del nobile Guy di Gamwell camminano in direzione della valletta di Robin Hood; Maude ed Alberto sono avviati verso la casetta del vecchio guardacaccia, e nel procedere incontrano Allan ed i suoi compagni e li informano di quanto avvenuto. - Dio ci protegge! - esclam Allan. - Quel Robin un ragazzo ammirevole ed oltre alla sorella gli devo ora anche la fidanzata. E voi dove andate? - Andiamo a rassicurare Gilberto circa la sorte di suo figlio, gli rispose Alberto. - Potreste andarci da solo, Alberto, - osserv Maude - ed io raggiungerei la mia padroncina. La proposta fu immediatamente accettata senza difficolt e la comitiva si rimise in marcia riunita, salvo Alberto che procedette

da solo verso la casa del guardacaccia. Ad un tratto Giannino, che marciava davanti a tutti, impose silenzio, ordinando ai compagni di nascondersi nel pi folto del bosco. Un cavaliere portato da un cavallo imbizzarrito pass come un fulmine davanti alla comitiva; altri quattro armati a cavallo tentavano vanamente di raggiungerlo; egli stava aggrappato al collo della cavalcatura senza cappello e coi capelli al vento e quando pass vicino ai nostri amici nascosti, Giannino pot distinguere una freccia piantata nella groppa dell'animale. Il cavaliere e la sua scorta sparirono ben presto in lontananza, ma bast un attimo perch Maude esclamasse: - Che il Cielo ci protegga! E" il barone! - E se non mi sbaglio la freccia viene dalla faretra di Robin. Che cosa ne dici, Giannino? - aggiunse William. - Sono d'accordo con voi, William. Robin deve essere in pericolo e faremmo bene ad affrettare il passo. Gli armati di scorta ben presto persero di vista il loro padrone, perch il cavallo di Fitz- Alvine correva a perdifiato, senza che il suo cavaliere riuscisse a dominarlo. Ad un tratto inciamp nella radice di un albero, ed allora, nel timore di essere sbalzato a terra, il barone abbandon le redini e si afferr al ramo di una quercia che si protendeva proprio sopra il suo capo. Il cavallo alleggerito continu la sua corsa ed il cavaliere rimase appeso senza osare di lasciarsi cadere a terra. Rimase cos fin che pot e gi stava per abbandonarsi sfinito quando vide sotto di s, nella penombra, una massa nera che si allungava verso i suoi piedi. Era un lupo che gi fiutava la preda. Quando le forze del barone furono allo stremo, le sue mani allentarono la stretta ed egli cadde piombando sulla groppa del lupo. Il peso del suo corpo ne spezz le vertebre, sicch uomo e belva rimasero entrambi distesi al suolo in un unico mucchio. La quercia era nella valletta di Robin Hood dove erano nascosti il giovane e miss Cristabel, nell'impaziente attesa degli amici ai quali avevano dato appuntamento. I due chiacchieravano, quando un sonoro lontano richiamo li fece balzare in piedi. - Questo non pu essere nessuno dei nostri, - osserv il giovane. - Conviene che ci spostiamo e ci nascondiamo meglio. - Piant una freccia per terra per segnalare la loro presenza agli amici attesi, poi s'avvi verso il folto, ma subito i due giovani scorsero a terra sull'erba un corpo umano inanimato e come morto. - Misericordia divina! - grid Cristabel. - Questo mio padre, il mio povero padre morto! - e cadde svenuta. Robin si affann attorno al caduto che non appariva ferito in alcuna parte, vide anche il lupo, ricostru la scena e cap che il barone sarebbe ben presto tornato in s. Infatti Fitz- Alvine si scosse e si mise a vaneggiare e Robin, non volendo n fargli del male n subirne, lo tratteneva a terra pesandogli con tutte le sue forze sulle spalle; il barone si mise allora ad urlare e Robin, temendo che quegli urli richiamassero gente, gli ingiunse: Tacete!. Quella voce umana fece aprire gli occhi al barone, che vide il giovane e riusc a balzare in piedi con un grido di trionfo, ma Robin era gi sulle difese, aveva incoccato una freccia ed avvertiva: - Milord, se fate un passo avanti siete morto! Mettetevi dietro quell'albero e non mostrate neppure la punta del naso. Il barone si era fatto livido ma obbed; poi, da die