Piramo e Tisbe - LICEO SCIENTIFICO N. COPERNICO · mezza estate interpretata dai Beatles, il Conte...
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Piramo e Tisbe
La storiaPiramo e Tisbe sono due ragazzi, entrambi bellissimi, che si amano da
tempo, ma, poiché i loro genitori vietano ai due di incontrarsi, possono
comunicare solo attraverso una fessura presente nel muro comune alle
due case in cui abitano.
Una sera decidono di scappare i casa e di incontrarsi presso il sepolcro di
Nino, sotto al gelso che cresce vicino alla fonte.
Tisbe arriva prima, ma all'improvviso spunta dalla selva una leonessa con
le fauci sanguinanti dopo aver fatto strage di buoi che beve alla fonte.
La ragazza allora fugge in una grotta, ma le cade il velo che aveva
addosso.
La leonessa trova il velo e lo strappa con le fauci, macchiandolo di
sangue.
Allora arriva Piramo, che trova il mantello dell'amata strappato ed
La storiainsanguinato: pensa che la ragazza sia morta. Dopo aver compianto la
ragazza ed aver riversato su di sé la colpa della morte di quella, Piramo si
uccide con un pugnale, che rimuove subito dal corpo. Il sangue schizza
alto e macchia le bacche del gelso, poi cola e penetra nelle radici della
pianta: le bacche si tingono di rosso.
Tisbe esce dal suo nascondiglio desiderosa di trovare Piramo. Vede
l'albero, ma non ne riconosce i frutti. Allora si accorge di Priamo
agonizzante a terra, lo bacia e si dispera. Tisbe decide di togliersi la vita
col pugnale del ragazzo, ma prima rivolge una preghiera ai genitori dei
due, che non separino le tombe dei ragazzi, e agli dèi, che facciano
tingere di rosso le bacche mature del gelso in memoria dei due amanti.
Così i frutti del gelso da bianchi diventano rossi quando maturi e le ceneri
dei roghi funebri dei due riposano unite.
La storia di Piramo e Tisbe si trova nelle Metamorfosi di Ovidio, libro
IV, ai versi 55-166.
L'origine della leggenda è incerta, ma questa esisteva già nella tradizione
ellenistica.
Esistono versioni successive, come quella di Nonno di Panopoli (IV-V
secolo d.C.), in cui gli amanti sono trasformati una in fonte e l'altro in
fiume, versione che parrebbe essere più fedele all'originale greca.
La leggenda, oltre a fornire una vicenda che sarà ripresa molte volte in
tutte le epoche successive, dà un'opinione eziologica sul cambiamento di
colore delle bacche di gelso, che da bianche (acerbe) diventano rosse
(mature).
Il testo
Hoc tamen amborum verbis estote rogati,o multum miseri meus illiusque parentes, 155ut, quos certus amor, quos hora novissima iunxit,conponi tumulo non invideatis eodem;at tu quae ramis arbor miserabile corpusnunc tegis unius, mox es tectura duorum,signa tene caedis pullosque et luctibus aptos 160semper habe fetus, gemini monimenta cruoris."dixit et aptato pectus mucrone sub imumincubuit ferro, quod adhuc a caede tepebat.vota tamen tetigere deos, tetigere parentes;nam color in pomo est, ubi permaturuit, ater, 165quodque rogis superest, una requiescit in urna.
Il testo
Pur travolti dal dolore esaudite almeno, voi che genitorisiete d'entrambi, la preghiera che insieme vi rivolgiamo:non proibite che nello stesso sepolcro vengano compostele salme di chi un amore autentico e l'ora estrema unì.E tu, albero che ora copri coi tuoi rami il corpo sventuratod'uno solo di noi e presto coprirai quelli di entrambi,serba un segno di questo sacrificio e mantieni i tuoi fruttisempre parati a lutto in memoria del nostro sangue!"Questo disse, e rivolto il pugnale sotto il suo petto,si lasciò cadere sulla lama ancora calda di sangue.E almeno la preghiera commosse gli dei, commosse i genitori:per questo il colore delle bacche, quando sono mature, è neroe ciò che resta del rogo in un'urna unica riposa
(da www.iconos.it)
Bacche di gelso acerbe (bianche) e matura (rossa)
La storia nell'arte
La tragedia dei due amanti è diventata fonte di spirazione per artisti di
ogni epoca e di ogni movimento artistico.
Proponiamo quindi un percorso attraverso la storia e le varie tecniche
artistiche: dal terzo al ventesimo secolo, dall'intaglio alla pittura.
Piramo e Tisbe, III-IV secolo d.C., mosaico, Nea Paphos, Casa di Dioniso, Cipro
Piramo e Tisbe, 1385 ca., miniatura ad acquerello
Piramo e Tisbe, fine XV – inizio XVI secolo, cofanetto in legno dorato con intagli in pastiglia
Piramo e Tisbe, 1528-1531, Francesco Xanto Avelli, maiolica istoriata
Piramo e Tisbe, 1541, Tintoretto, olio su tavola
Piramo e Tisbe, 1606, Antonio Tempesta, incisione
Piramo e Tisbe, seconda metà el XVII secolo, Antonio Lagorio, olio su tela
Piramo e Tisbe, 1695, Abraham Danielsz Hondius, olio su tela
Piramo e Tisbe, 1745, timpano dell'abbazia di Saint-Géry au Mont des boeufs a Cambrai
Piramo e Tisbe, 1799, Pierre Gautherot, olio su tela
Thisbe, 1909, John William Waterhouse, olio su tela
La storia nella letteratura
La storia di Piramo e Tisbe ha ispirato molti autori di vari periodi storici, i
quali hanno creato storie che ricalcano la vicenda dei due amanti del mito
ovidiano.
La storia più celebre ripresa da Ovidio è sicuramente Romeo e Giulietta
di Shakespeare: egli infatti si ispirò alla vicenda di Piramo e Tisbe per la
stesura della sua opera, che appare quasi del tutto identica a quella del
mito.
Così come Ovidio, Shakespeare scrive di due amanti che devono restare
separati per volontà delle famiglie nonostante i due siano innamorati: nel
finale, gli amanti si uccideranno per restare per sempre uniti nella morte.
La storia nella letteratura
Sempre Shakespeare scrive un’altra opera, una commedia, ispirandosi ad
Ovidio: Sogno di una notte di mezza estate. Questa commedia tratta di
due innamorati, Lisandro ed Ermia, che dopo varie peripezie, in cui
partecipano anche creature magiche, riescono a sposarsi.
Il loro matrimonio avviene durante quello di Teseo ed Ippolita insieme a
un'altra coppia ancora.
Nei festeggiamenti è messa in scena una versione comica della vicenda
di Piramo e Tisbe, in cui recitano degli improvvisati arigiani-attori.
La storia nella letteraturaAnche Boccaccio nella quinta novella della settima giornata del
Decameron narra di una vicenda simile a Piramo e Tisbe, però in questa
storia non ci sono inseguimenti e non ci sono morti. Boccaccio parla di un
marito troppo geloso che rinchiude la moglie in casa. La moglie quindi
inizia una relazione con il vicino di casa, col quale comuica tramite una
fessura nel muro comune alle due abitazioni. Dopo vari avvenimenti,
bugie e travestimenti, la donna riesce a vincere la gelosia del marito e ad
ottenere la libertà.
Infine, anche Chaucer negli Amori infelici parla di una vicenda simile a
Piramo e Tisbe: qui però è il padre della ragazza che, contrario all’amore
della figlia verso un ragazzo, la fa uccidere. Dopo la morte della ragazza,
anche il ragazzo innamorato si toglierà la vita.
Citazioni
L’opera di Piramo e Tisbe viene citata più volte in epoche successive e in
diversi componimenti e rappresentazioni, riportiamo come esempi il Don
Chisciotte di Miguel de Cervantes, la scena del Sogno d'una notte di
mezza estate interpretata dai Beatles, il Conte di Montecristo di
Alexandre Dumas e l'opera lirica Piramo e Tisbe di Johann Adolf
Hasse
Citazioni
Nel Don Chisciotte de la Mancia di Miguel de Cervantes (capitolo 18, 2
libro):
Novella prova di questa verità ne diede don Lorenzo, poiché aderendo alle
brame di don Chisciotte, disse intorno alla favola o istoria di Piramo e Tisbe un
sonetto di questo tenore:
«L'avvenente fanciullo rompe il muro che aperse il gagliardo petto di Piramo;
Amore si parte da Cipro, e va diritto a cercare quell'angusta e prodigiosa
apertura.
«Ivi parla il silenzio: ché umana voce non osa mettersi per sì strano pertugio;
L'animo sì, perché Amore suol rendere agevoli le più difficili cose.
«Ma imprudente è il desiderio; e la bella vergine si affretta di correre alla
morte: miserando fato!«Tutti e due in un medesimo punto (oh strano caso!), uccide, copre risuscita, una spada, una tomba, una memoria.»~
Citazioni
Nel 1964 i Beatles recitarono la scena di Piramo e Tisbe dal Sogno di
una notte di mezza estate per il quattrocentesimo anniversario dalla
nascita di William Shakespeare.
[link al video] https://www.youtube.com/watch?v=xxXkdYr5JYg
CitazioniNe Il Conte di Montecristo di Alexandre Dumas (1802-1870), nell capitolo
50 intitolato Piramo e Tisbe l’autore descrive l’amore segreto tra Maximillian
Morrel e Valentine de Villefort.
“Vedendo il giovane, la ragazza si ritirò altrettanto rapidamente. Ma il giovane,
con l’intuito degli innamorati, aveva già intravista una veste bianca e una larga
cintura turchina, e subito corse verso il tavolato e applicò la bocca a una
fessura: “Non abbiate paura, Valentina, sono io” disse.
La ragazza si avvicinò. “Ah, perché siete venuto così tardi, oggi? Sapete che in
casa mia si pranza presto, e sono state necessarie astuzia e prontezza per
disimpegnarmi dalla matrigna che mi sorveglia, dalla cameriera che mi spia e
da mio fratello che mi tormenta, e per venire a lavorare a un fazzoletto di cui
non riuscirò mai a finire l’orlo… Quando poi vi sarete scusato per il vostro
ritardo, mi direte che significa questo nuovo vestito che avete addosso, per cui
quasi me ne andavo non avendovi riconosciuto.”
Citazioni
Johanne Adolf Hasse ha composto un'intera opera lirica sulla tragedia
dei due giovani, intitolata appunto Piramo e Tisbe.
Proponiamo il duetto della scena prima, atto II: Ah che mirar degg'io.
[link al video] https://www.youtube.com/watch?v=CPQFCEyDOPk
Piacenti Lorenzo, Scrima Filippo, Tuci FedericoClasse IV Hs
a.s. 2018/2019