Alessandria-Rimini

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MASSIMO TAGGIASCO T anto rumore per nulla. In occasione della gara casa- linga contro la Spal, grande attesa, diretta televisiva, Mocca- gatta finalmente (abbastanza) gremito per non vedere quasi un tiro in porta. Quando, poi, i gol so- no arrivati ci ha pensato il solito arbitro incapace a privarci delle uniche vere emozioni: la partita con la Spal è stata una grande de- lusione, inutile nasconderlo. Se vogliamo, la principale nota posi- tiva è venuta dalla difesa che non ha praticamente mai corso alcun rischio, dimostrando di essere fi- nalmente stata registrata a dovere. Per il resto, bisogna dire che, no- nostante l’avvio di stagione non certo entusiasmante, la classifica ci sorride: grande affollamento nelle zone alte, ma la vetta è a soli due punti. Viene facile pensare che quando finalmente si vedrà anche il gioco, non ci saranno più problemi per lottarcela con i pri- mi: resta da vedere quanto dovre- mo ancora aspettare. Sarebbe an- che il caso che qualcuno incomin- ciasse a fare la voce grossa in Le- ga: non si può subire sempre arbi- traggi impresentabili, senza rea- zione alcuna nelle stanze del ‘pa- lazzo’. La società adesso c’è: che si faccia anche sentire! Intanto arri- va il Rimini che ha un punto in più in classifica: è l’occasione giu- sta per sorpassare un’altra con- corrente ai piani alti. Il girone, co- me dimostra la classifica ‘corta’ non è certo irresistibile: è il mo- mento di cambiare marcia, di tro- vare continuità di risultati positi- vi. L’obiettivo di questa Alessan- dria deve sempre essere solo la vittoria, se si vuole riempire il Moccagatta. L’entusiasmo si crea con le vittorie e con lo spettacolo: c’è ancora molto da fare, ma dob- biamo essere ottimisti, questa squadra può e deve crescere an- cora molto, anche grazie al suo pubblico! Hurrà Grigi! PIZZERIA-RISTORANTE Chiuso il mercoledì ALESSANDRIA Corso Crimea 67 Tel. 0131 445005 PIZZERIA-RISTORANTE Chiuso il mercoledì ALESSANDRIA Corso Crimea 67 Tel. 0131 445005 Quindicinale di calcio... e non solo Direttore Massimo Taggiasco Anno V n. 13 11 ott. 2013 Noi vogliamo questa vittoria! ALESSANDRIA Corso Acqui 173 (zona Cristo) Tel. 0131 240228 SPACCIO OCCHIALI DEGLI PROMOZIONE OCCHIALI ASSORTITI FINE SERIE PROMOZIONE OCCHIALI ASSORTITI FINE SERIE DAL 2001 50 euro Montature + lenti bianche Sfero + - 4 • Cilindro + - 2 Fino esaurimento scorte

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Contro i romagnoli.

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Page 1: Alessandria-Rimini

MASSIMO TAGGIASCO

Tanto rumore per nulla. Inoccasione della gara casa-linga contro la Spal, grande

attesa, diretta televisiva, Mocca-gatta finalmente (abbastanza)gremito per non vedere quasi untiro in porta. Quando, poi, i gol so-

no arrivati ci ha pensato il solitoarbitro incapace a privarci delleuniche vere emozioni: la partitacon la Spal è stata una grande de-lusione, inutile nasconderlo. Sevogliamo, la principale nota posi-tiva è venuta dalla difesa che nonha praticamente mai corso alcunrischio, dimostrando di essere fi-

nalmente stata registrata a dovere.Per il resto, bisogna dire che, no-nostante l’avvio di stagione noncerto entusiasmante, la classificaci sorride: grande affollamentonelle zone alte, ma la vetta è a solidue punti. Viene facile pensareche quando finalmente si vedràanche il gioco, non ci saranno piùproblemi per lottarcela con i pri-mi: resta da vedere quanto dovre-mo ancora aspettare. Sarebbe an-che il caso che qualcuno incomin-ciasse a fare la voce grossa in Le-ga: non si può subire sempre arbi-traggi impresentabili, senza rea-zione alcuna nelle stanze del ‘pa-lazzo’. La società adesso c’è: che sifaccia anche sentire! Intanto arri-va il Rimini che ha un punto inpiù in classifica: è l’occasione giu-sta per sorpassare un’altra con-corrente ai piani alti. Il girone, co-me dimostra la classifica ‘corta’non è certo irresistibile: è il mo-mento di cambiare marcia, di tro-vare continuità di risultati positi-vi. L’obiettivo di questa Alessan-dria deve sempre essere solo lavittoria, se si vuole riempire ilMoccagatta. L’entusiasmo si creacon le vittorie e con lo spettacolo:c’è ancora molto da fare, ma dob-biamo essere ottimisti, questasquadra può e deve crescere an-cora molto, anche grazie al suopubblico!

Hurrà Grigi!

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Quindicinale di calcio... e non solo Direttore Massimo Taggiasco Anno V n. 13 • 11 ott. 2013

Noi vogliamo questa vittoria!

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È uno di quei calciatori deiquali ti chiedi come mai nonabbiano giocato in serie B.Gabriele Cavalli, classe 1982,è stato definito da più tifosi ilcentrocampista più forte di

questi ultimi anni. Tantagrinta, tecnica, precisione evoglia di vincere. Il giocato-re che ci è sempre manca-

to, ciò spiega il perchésia stato il nostro pri-mo acquisto. Un ra-

gazzo dal sorrisostampato sul vi-

so, sereno etranquillo, ma

che quando en-tra in campo da il me-glio di sé. Impeccabiletrascinatore e im-

prendibile trottolinonel cerchio di cen-trocampo: recupe-ra palloni, rico-

struisce il giocoe rompequello degliavversari.La sua

carrieraè ini-

ziata nell’Olginatese, squadrabianconera della provincia diLecco, dove trascorse tre sta-gioni. Poi si sposta di poco,entrando nel capoluogo diprovincia: nel Lecco. Dove èprotagonista della vittoria delcampionato di serie D, cheportò in Seconda Divisione ilveterano club lombardo. Pas-seranno ancora un po’ di an-nate prima di vederlo in ma-glia grigia: ritorna nel suo pri-mo club, l’Olginatese, dovefirma ancora due stagioni conla sua presenza, poi DarfoBoario, Seregno e dulcis infundo Renate, dove gioca perben tre annate e dove si gua-dagna indubbiamente la ‘cari-ca’ di miglior mediano del gi-rone. Un giocatore di talentoe di personalità, solare e lo-quace, un leader che dà e puòdare una grande mano in unmomento di difficoltà. Ci au-guriamo che Gabriele possarestare a lungo, e soprattuttoche possa contribuire in mo-do determinante al raggiungi-mento del nostro obbiettivo:RITORNARE GRANDI!

Gabriele CavalliInvoluzione? Se ci limitiamo al risul-

tato di venerdì sera, diciamo di sì,perché lo 0-0 casalingo contro la

Spal di fatto ha interrotto la strisciadei tre punti iniziata con il successo alMoccagatta contro il Castiglione eproseguita con la netta affermazionedel Menti di Vicenza. Quella contro larinata compagine ferrarese è da sem-pre una delle classiche sfide del calcioitaliano, visti i blasoni di entrambi icontendenti, chi ha deciso di andareallo stadio, oppure chi ha optato per ladiretta televisiva sulla Rai, ha però as-sistito ad una partita tecnicamentenon bella, dove ci sono stati solo degliepisodi senza continuità, dove i Grigiavrebbero potuto finalizzare nel pri-mo tempo, mentre nella ripresa gli av-versari sono stati maestri nel chiuder-si. A scapito dello spettacolo. E l’Ales-sandria non è stata capace di fenderela ragnatela. Mister Notaristefano haassolto la squadra («I ragazzi ci hannoprovato»), ma abbiamo visto un undicisbagliare troppi passaggi semplici esfruttare troppo poco i cambi di giocoe le ripartenze. Con l’ingresso di Mar-coni i Grigi hanno cercato di cambiarequalcosa. «Perché palla a terra non siriusciva ad entrare, quindi abbiamoprovato qualche palla alta e lunga allaricerca di qualche spizzata. Ci è venu-

to, ma non come volevamo. È venutofuori questo pareggio», la sintesi diVincenzo Cammaroto. La rete dell’at-taccante francese Julien Rantier a no-stro avviso era validissima, ma non èstata convalidata. È importante con-statare come lo stesso abbia volutodedicare un pensiero particolare ai ti-fosi: «È stato veramente bello vederequesta gente, con questa passione, ave-vamo una gran voglia di fare un regaloa questa gente che si merita tanto. So-no venuti allo stadio anche perché sa-pevano che c’era una squadra che ave-va voglia di far bene e ci dispiace nonavergli regalato una vittoria, altrimen-ti sarebbe stata una serata perfetta».Nonostante questo pareggio siamoperò sicuri che l’Alessandria, dopo letitubanze d’inizio campionato, sia co-munque destinata a recitare un ruolodi primo piano. Ci era piaciuta moltis-simo contro il Real Vicenza. Una garada manuale, nel perfetto stile diun’Alessandria che non può farsi sfug-gire l’occasione di vincere il campio-nato. È importante prendere ad esem-pio la partita giocata in Veneto controuna squadra che se molli un attimo ticastiga. I Grigi sono stati bravi perchéhanno mantenuto alta la concentra-zione per tutta la gara; hanno cercatosempre il goal anche sul 2-0 e non

hanno corso grandissimi pericoli an-che nei momenti in cui loro spingeva-no di più. È stata sicuramente unabuona prova, di grande spessore, masiamo certi che questa squadra possamigliorare ancora perché ha le carat-teriste per poterlo fare. Tra i giocatoripiù incisivi e rappresentativi di questanuova Alessandria c’è sicuramenteRiccardo Taddei (contro la Spal ha ri-portato una ferita lacero contusa allatesta, suturata con otto punti. Sonostate escluse lesioni di qualsiasi tipodall’ecografia a cui è stato sottopo-sto), che parla di «un’autostima cheè cresciuta al punto da iniziare acapire quali sono le nostrepotenzialità. Adesso sta anoi essere capaci di met-terle in campo in ognipartita». E domenica,contro un Rimini d’al-ta classifica serve una nuovaprova di forza come quella diVicenza, di carattere, senzasbavature, con tutti i giocatoriche possono svolgere ruoli daprotagonisti. La coralità vie-ne prima di tutto, se partia-mo da questa considera-zione pensiamo che que-sto gruppo potrà arrivaremolto lontano.

DETTO FUORI DAI DENTI di Mario Bocchio

Noi vogliamo i Grigi di Vicenza

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HURRÀ GRIGI 311 ott. 2013

Edopo la Spal arriva il Rimini.Due partite di fila al Moccaper continuare la rincorsa

verso quella vetta che, giorno do-po giorno, diventa sempre più allaportata dei Grigi. La prima occa-sione, quella giocata in notturnadavanti alle telecamere Rai, haproposto un’Alessandria che, aipunti, si sarebbe forse meritata lavittoria, ma il calcio non è la boxee a Cammaroto e compagni èmancato il colpo da KO! Veramen-te il colpo era anche arrivato, conun delizioso pallonetto di Rantiera scavalcare il portiere avversarioin uscita: a furia di replay l’ha vi-sto regolare tutt’Italia, meno l’ar-bitro. Una seconda chance è toc-cata poi a Scotto, che di petto haanticipato tutti e depositato lapalla in rete: questa però l’ha vistagiusto solo l’assistente perché laregia Rai se l’è tranquillamentepersa. Si torna a giocare di pome-riggio, si torna a giocare per pochi

intimi (anche se gli ultimi risultatiè sperabile che portino qualche ti-foso in più allo stadio) e, speria-mo, i Grigi torneranno a gettarenella sfida la loro grinta, la lorodeterminazione, la loro voglia diconquistare i tre punti, dall’alto diuna cifra tecnica assolutamentesuperiore alle avversarie. La par-tenza con il freno a mano tiratoaveva sollevato qualche dubbio equalche malumore ma nelle ulti-me giornate i Grigi hanno rigua-dagnato posizioni, sia di classifi-ca, sia nella considerazione di tut-ti gli addetti ai lavori. Qualcuno,un po’ troppo frettolosamente,aveva forse pensato di aver cicca-to il pronostico estivo e comincia-va a credere che, tutto sommato,

l’aver messo insieme un gruppo diottimi giocatori non fosse garan-zia certa di aver messo insiemeanche un’ottima squadra. Que-stione di ingranaggi da oliare e dimeccanismi da mandare a regime.Poche settimane di rodaggio e poiTaddei e compagni si sono buttatisul campionato con gambe, testae idee giuste. Ci credono, loro perprimi, ci credono i tifosi (anche sequalcuno, da buon alessandrino,aveva cominciato a insinuare iltarlo del dubbio...), ci credono tut-ti. Nei fine settimana succede diassistere in tivù alle miracoloseperformances di un Verona scate-nato, alle buone prestazioni di unNovara consolidatosi al secondopiano del calcio italiano, alle gio-cate di squadre come il Carpi, ilLanciano, la Juve Stabia o il Trapa-ni, compagini a lungo ‘compagnedi categoria’. È ora che anche iGrigi diventino protagonisti diquelle ribalte.

PUNTO GRIGIO di Giovanni Mediliano

Non ci manca nullaper prendere il volo In una notte di fastidiosa pioggerel-

lina e di un altrettanto fastidioso pa-reggio, la Nord illumina nel buio diuna fredda serata di inizio ottobre.Sembra quasi una poesia, ma se poisi pensa alla Nord di venerdì... quellaera poesia! Una partita non moltopiacevole dal punto di vista tecnico,con ben poche emozioni, con troppierrori sia delle due formazioni siadella terna arbitrale (semplicementeingestibile). Un’Alessandria che nonscalda sul campo, ma che scaldasuoi gradoni. I protagonisti dichiara-no di esserci, anche se non si puòvincerle tutte. I sostenitori, tramite illoro tifo ribattono ‘anche noi ci sia-mo’, allora andiamo insieme a pren-derci quella vetta da cui la vista èmigliore, quella vista che non assa-poriamo più da tanto tempo. Una co-reografia originale, quella degli ul-tras della Nord, che riportava sienormi striscioni bianchi su sfondoverde, durante la lettura delle for-mazioni, i nomi dei giocatori in cam-po. Poluzzi, Cammaroto, Viviani, Ma-riotti, Ferrini e così via. Un tifo caldoe presente, per tutti i novanta minuti,senza abbassare mai la guardia.Duemila e più persone sugli spalti,con la piacevole presenza dei ragaz-

zi delle giovanili, invitati anche loro asostenere i nostri colori. Vederli sfi-lare in capo, con gli applausi e i coridella Nord è stato davvero emozio-nante. Loro sono il nostro futuro e ilfuturo del nostro club. Sono prima ditutto ragazzi, ancora inesperti peressere giudicati calciatori, ma contanta voglia di imparare e di cresce-re, anche con la maglia grigia addos-so! Un grande pubblico che non sivedeva da un po’ e che si spera di ri-vedere contro il Rimini. Di cui Taddei,sarà un grande ex. E chissà, se co-me Degano l’anno scorso durante ilgirone d’andata... riuscirà anche lui asegnare! Per quanto riguarda la Spal e i com-menti dei soliti gufi: loro hanno gio-cato molto sulla difensiva, favoriti darimpalli e segnalazioni arbitrali. Co-me si è potuto notare infatti, la no-stra difesa ha tenuto testa e ha gio-cato un’ottima partita, con un Poluz-zi quasi praticamente inoperoso. No-nostante tutto, anche per le altresquadre non è andata benissimo so-lo due giorni dopo; infatti guardandola classifica ci ritroviamo a solo trepunti dalla prima in classifica, conRenate, Virtus Verona e Monza a te-nerci compagnia.

PARLA L’ORSO di Beatrice Bruno

La Nord, il cielo coperto e le stelle sui gradoni

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HURRÀ GRIGI4 anno V n. 13

FACCE DA CURVA di Beatrice Bruno

MARINO CAVANNA e il suo grande amoreEccoci qui ad una nuova edi-

zione della rubrica ‘Facce dacurva’, stavolta con Marino

Cavanna un veterano della nordnon che presidente del club Fede-lissimi di Cantaupo. Iniziamo su-bito, da quanto vieni in curva? Ri-cordi la tua prima volta al Mocca?

«Io vengo in curva da un sacco dianni, sinceramente la mia primapartita non me la ricordo, avevo 12anni e ne sono passati molti, ma tiposso dire che ho vissuto la promo-zione in B, quella con undici puntisul Mantova a cinque giornatedalla fine, e io ho avuto la fortunadi non vedere i grandi squadroniin televisione, se volevo vedere unapartita dovevo andare al Mocca-gatta a vedere l’Alessandria e forseè proprio questo ciò che mi ha fat-to scattare la scintilla!»

Cosa vuol dire per te essere tifo-so? Hai qualche aneddoto a cui seiparticolarmente affezionato?

«Per me un tifoso è una personache avrà sempre un occhio di ri-guardo per la sua squadra. Il tifosoè quello che non riuscirà mai agiudicare la partita del suo club inmodo obbiettivo, elogerà esagera-tamente la vittoria e troverà sem-pre una scusa, una motivazione,una spiegazione per giustificare lasconfitta. Perché è il nostro amoreche ci porta a non rendersi contodella realtà. Perché l’Alessandria ècome un figlio, lo sostieni nei mo-menti difficili, lo critichi quandoproprio non c’è la fai più ma ci sa-rai sempre e preferirai sempre lui atutti gli altri. Di aneddoti invecene avrei tanti, ma uno che ricordovolentieri è quello di un derby aCasale, durante il quale io, arrab-biato per delle frasi non molto ca-

rine dei Boys casalesi, lanciai unapila della radiolina giù dalla gra-dinata, fuori dallo stadio dove lagente stava entrando. Ho avuto lasfortuna di trovarmi vicino aun’agente della Digos, passai infat-ti il primo tempo sulla loro vettu-ra, poi dato che non avevo prece-denti decisero di lasciarmi andare!Non mi persi molto, fini infattisullo 0-0.»

Aneddoto bizzarro! Allora ancheil quieto Marino in passato facevail cattivo ragazzo! Qual è il coroche porti nel cuore e perché?

«Il coro che porto nel cuore è an-che il più banale di tutti ‘Grigi gri-gi grigi, olè olè olè’ perché è quelloche si cantava ovunque e comun-que, il più semplice, il più cono-sciuto, quello che trasmettevaquell’adrenalina che faceva venirei brividi. Io ho vissuto gli anni diuna nord con i tamburi e le trom-bette, quelli si che erano anni fan-tastici! Una nord sempre in festa».

La partita più bella e quella piùtriste a cui tu abbia assistito?

«La più bella sicuramente Ales-sandria-Verona. Ogni volta che ve-do il Verona in televisione, vedoRafael e sento ciò che dicono su dilui, mi viene in mente il gol di Ar-tico e un senso di rancore mi salesu dal cuore... loro lì e noi qui.Quando arriverà il nostro momen-to? La più brutta Alessandria-Sa-lernitana. Io ero andato a Salernoper la partita d’andata e mi erostra convinto di potercela fare.Avrei messo la mano sul fuoco do-po il gol di Martini al Moccagatta.Poi è successo quel che è successo,non sappiamo cosa sia successo eprobabilmente non lo sapremomai. Il destino ha voluto così».

Il migliore e il peggior giocatoreche ha giocato nell’Alessandria?

«Ne avrei una lista lunghissima,ma Scarrone e Marescalco sonotra i miei preferiti e se proprio devodirtelo ci metterei anche Taddei.Taddei è un giocatore che mi piacemolto, trovo abbia delle enormiqualità e sono dell’idea ci possadare una grande mano. Il peggiorebeh, io non ho mai avuto moltasimpatia nei confronti di Tocca-fondi, mi ha sempre dato l’impres-sione di essere una persona a cuinon è mai fregato di giocare inmaglia grigia».

La trasferta più bella di tutte?«Salerno. È stata una trasferta

diversa dalle altre, oltre alla di-stanza c’era anche un’aria diversa.Energia positiva dappertutto,un’accoglienza fantastica, duegiorni indimenticabili, uno stadiobellissimo, una partita straordina-ria, un’Alessandria incontenibile eincontrastabile. Mi sono divertitotanto. Mi è piaciuta moltissimo».

Come dimenticarsi quella parti-ta! Ora fai una critica costruttivaalla nuova dirigenza.

«Io non ho nessuna critica da fa-re, per me sono stati impeccabili.Una cosa che tenevo a sottolineareè il fatto che vogliano tenersi lon-tano dalla politica. Sono ed erostufo di vedere politici avvicinarsialla NOSTRA Alessandria per trar-ne profitto, per guadagnarci su eper fare i loro interessi. Ora siamoin mano ad uno come noi, un uo-mo che ha il cuore in curva, tra lagente comune, un uomo che ha ilcure grigio e che ce lo ha dimostra-to. Sono felice di ciò che è stato fat-to e ho piena fiducia in questa so-cietà».

John John resta sempre fra i mi-gliori! Ora dimmi, tu che, gesten-do un’edicola in pieno centro cit-tà, sei a contatto tutto il giornocon il popolo alessandrino, cosapensa la gente dell’Alessandria?

«La gente a me non dice granché,sa come la penso io e se non condi-vidono ciò che pensano sanno didover tacere! Io parlo sempre e miconfronto con i tifosi, con le perso-ne che ci sono sempre state. Sonocontro il tifoso occasionale e il gufoda computer!»

Eccoci all’ultima domanda: cosane pensi della squadra di que-st’anno?

«È una squadra costruita direimolto bene, abbiamo le potenziali-tà e le qualità per vincere e stravincere. È inutile dire che si sentala mancanza di Ferrari, perché ècosì ma sono dell’idea che Marconisia un investimento anche sul fu-turo. I giovani sono il calcio del do-mani e alla sua età non si può faraltro che andare migliorando. So-no contento dell’acqua campagnaacquisti e abbastanza soddisfattodell’inizio stagione. Un unico im-perativo: ritornare in alto!»

Hai proprio ragione... Cosa vuoldire per te essere presidente di unclub come quello dei Fedelissimi?È un grande impegno o lo fai vo-lentieri?

«È ovvio che io abbia deciso difondare un club perché la mia pas-sione grigia va oltre qualsiasi cosa.Abbiamo deciso di fondarlo in unmomento in cui l’Alessandria nonandava molto bene perché erava-mo consapevoli del fatto che quel-lo che c’erano in quel periodo ci sa-ranno stati sempre e non saremmomai calati di iscrizioni, ma soloaumentati. Abbiamo fondato ilclub in un momento buio, che sia-mo riusciti ad illuminare con unpo’ di speranza e di fede grigia. Vo-glio salutare a questo propositoGiovanni Motta che ci è stato mol-to vicino durante i primi mesi dal-la fondazione. Si merita di esserecitato perché è un ragazzo con igrigi nel cuore, che c’è li ha daquando ha calpestato la primavolta l’erba del Mocca, che michiama tutte le domeniche seraper sapere come è andata la nostra(secondo lui è anche sua) Alessan-dria».

Domenica 6 ottobre, i giovanissimiAllievi nazionali sono partiti per Chia-vari alla ricerca di un risultato positivoe consapevoli delle evidenti qualità av-versarie, da sempre infatti il Virtus En-

tella vanta di un eccellente settoregiovanile. Carichi ed emozionati i ra-gazzi scendono in campo, guidati daMister Ferrarese, grande e indimenti-cabile bandiera grigionera, proprio co-me Notaristefano. Gli Allievi con grintaa mille non riescono a contrastare lasquadra avversaria, probabilmente acausa di un gioco un po’ confuso. No-nostante ciò, il verdetto finale è di unapartita piacevole, da cui non si può faraltro che comprendere e rimediare ipropri errori, dovuti magari all’agitazio-ne e all’incontenibile voglia di dimo-strare il proprio valore. Il match fini-

sce sul 3-2 per i padroni di casa. Si ini-zia con un gol e con il successivo rad-doppio dei liguri, poi ci pensa Giudice eriportare speranza tra le maglie grigie,siglando il 2-1. L’Entella però dimostradi non aver abbassato la guarda e in-sacca il pallone valido per il terzo gol.È però di Casone il compito di far ve-dere che l’orso ruggisce, che l’orso c’èe fa paura, che l’orso grigio in letargonon ci va mai: infatti le distanze con un3-2. La gara termina tra numerosi fallie un palo all’ultimo minuto di Serio, lapalla -sostiene- non voleva proprio en-trare. Limone e compagni tornano a

casa un po’ amareggiati, con la vogliadi riscattarsi e di condividere tutto ciòcon i loro più grandi amici, i loro com-pagni e soprattutto con coloro che ren-dono possibile tutto questo: i loro geni-tori. Eh sì, perché prima di essere cal-ciatori, con un numero sulla schiena,tante responsabilità sulle spalle e unacarriera promettente; sono figli, chehanno bisogno di sostegno e compren-sione; sono ragazzi, che hanno bisognodi sfogo e di divertimento; sono amici,che vogliono condividere con i loro coe-tanei, con il calcio e con la maglia gri-gia il periodo più bello della loro vita.

Perché prima di tutto, questo sport(soprattutto a questa età) deve esserepreso come un gioco costruttivo, cheaiuta loro a maturare e a crescere convalori che altri ragazzi faranno fatica acomprendere, come la condivisione,l’unione e la gioia di essere insieme.Speriamo che i giovanissimi Allievipossano regalarsi e perché no, rega-larci molte soddisfazioni, di cui per al-tro ci hanno già dato un assaggio. Laclassifica è corta, le avversarie forti,ma la voglia di riportare in alto l’Ales-sandria tutti insieme sovrasta tutto.Adoss Fanciot! [Beatrice Bruno]

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HURRÀ GRIGI6 anno V n. 13

CENT’ANNI DI GRANDI SFIDE di Mario Bocchio

Quando Notarnicola parò il 1 2

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La storia dei 36 confronti di-retti tra Alessandria e Milan,tutti in Serie A ovviamente,

annovera anche un mirabolante6-1 per i Grigi nel campionato1935-’36, quando era ancora inauge la celebre scuola calcisticamandrogna.

Qualche dato statistico. L’Ales-sandria ha vinto 13 partite (11 incasa), il Milan ne ha vinte 11 (8 incasa), i pareggi sono stati 12. Lamigliore vittoria in casa per i grigi(6-1) risale alla stagione 1935/36;nel 1947/48 si registra la migliorevittoria in trasferta per l’Alessan-dria (1-3); per i milanesi migliorivittorie in casa nei campionati1958/59 (5-1) e1946/47 (4-0) e mi-gliori vittorie in trasferta nel1936/37 (1-3) e 1932/33 (0-2).

Tra i momenti più affascinantidi questa sfida ricordiamo quellodel 1936, quando l’Alessandriaraggiunse, dopo aver battuto Cre-monese, Modena, Lazio e Milan,la finale di Coppa Italia, giocata aGenova l’11 giugno 1936 e persaper 5-1 contro il Torino.

Il torneo di serie A 1957-’58 fu ilprimo dopo l’ultima promozionenella massima categoria dei Grigi.Il 22 settembre al Mocca fu di sce-na il Milan di Maldini e Liedholm,campione d’Italia uscente. Tra ipiemontesi fece il suo esordio ilportiere Lino Nobili, alla fine il ve-ro protagonista, capace di neutra-lizzare i continui assalti di Grillo.Pedroni annullò il giovane centra-vanti Bean, nell’occasione visio-nato dal cittì azzurro Foni. Il pa-reggio 0-0 per i rossoneri fu il se-gnale dall’allarme che il prosieguodel campionato sarebbe stato piùamaro che dolce.

Al ritorno a San Siro, il 9 febbra-io 1958, ci fu ancora un pari di as-soluto prestigio, 1-1; i rossonerierano alla vigilia della partenzaper Dortmund per il match diCoppa Campioni contro il Borus-sia. Pochissimi spettatori nell’im-menso catino milanese quell’or-mai lontana domenica, il terrenoera fangoso, quindi favorevole achi, come l’Alessandria, dovevadifendersi. Il Diavolo, nonostante

il ravvicinato impegno europeo,schierò comunque il temibile trio‘Liddas’- Grillo-Cucchiaroni maandò in vantaggio con Galli al 59’,

come al solito di testa. A quelpunto Pedroni decise di trasfor-mare la tattica dei Grigi, che pas-sarono dal catenaccio all’arrem-

baggio. Ma la logica del perso perperso alla fine ebbe successo eall’82’ Savoini pareggiò trafiggen-do di testa Buffon. Il match è an-

cora oggi ricordato per l’infortu-nio occorso al portiere Nobili allamezz’ora del primo tempo. Allorale regole del calcio non permette-

1 Istantanea di un Milan-Alessandria negli anni Trenta. 2 La vittoria dei Grigi per 4-1 nella stagione 1946-‘47. 3 Alessandria-Milan 2-2, torneo 1947-‘48. 4 Stadio Moccagatta, 22 settarnicola, ritratto a San Siro a 24 anni. È il suo esordio in serie A contro il Milan nel campionato 1958-’59. Quel giorno parò un rigore al grande Liedholm. Alla fine della stagione il Milaonorevole salvezza. 6 Il milanista Grillo nella morsa grigia fatta dall’estremo difensore Nobili e da Marcellini. 7 Milan-Alessandria 1-1, duello aereo intorno al portiere mandrogno No0, campionato 1946-‘47. 10 La vittoria del Milan in riva al Tanaro nel campionato 1958-’59. Il gol di José Altafini. 11 Milan-Alessandria 5-1, alla Scala del calcio, campionato 1951957-‘58. 14 Alessandria-Milan 3-1, campionato 1959-’60; Tacchi viene festeggiato per la tripletta.

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HURRÀ GRIGI 711 ott. 2013

rigore a Liedholm

4

10

13 14

vano ancora le sostituzioni duran-te le partite e così in porta finì ilterzino Giacomazzi. Dopo l’inter-vallo Nobili, fattosi fasciare il gi-

nocchio lesionato, con stoicismod’altri tempi rientrò in gioco.

Campionato 1958-’59: il giovedìprima di un’altra trasferta impos-

sibile, a San Siro contro il Milan diMaldini, Liedholm, Schiaffino, Al-tafini, Grillo e Danova, capitanPedroni convocò quattro portieriin prova e alla fine la scelta caddeproprio su Notarnicola, giocatoredal fisico lungo e smilzo, con unalingua di capelli bianchi che face-va capolino sul capo. Si era distin-to per la freddezza tra i pali, labuona scelta di tempo nelle usci-te, il non ricercare mai la parataplateale. Domenica 19 ottobre1958 l’Alessandria fece dunque vi-sita ai futuri campioni d’Italia. Ec-co il ricordo di quella giornata di-rettamente dall’ex portiere Notar-nicola: «Dopo appena sedici se-condi si scatenarono i milanisti edopo venti minuti perdevamo già4-0. Iniziò la ripresa e ad un certopunto l’arbitro concesse un rigoreal Milan e, come consuetudine, fuNils Liedholm ad apprestarsi allatrasformazione. Era sicuro di sé, iolo fintai andando a sinistra e lui disinistro calciò sicuro di trafigger-mi, ma con un balzo fermai il tiro.Ci rimase male, mentre io mi cari-cai ed iniziai una sfida personalecon gli attaccanti rossoneri. Il se-condo tempo vide solo un gol perparte ed anche se il risultato finale5-1 ci condannava, si parlò moltodi quel rigore e delle mie parate».

Infine, andiamo alla stagione1959-’60, la trentesima in serie Adella storia dei Grigi. Nella primapartita di campionato, al Mocca-gatta l’Alessandria iniziò la stagio-ne con i primi della classe, i rosso-neri scudettati. Tre reti dell’ala gri-gia, l’oriundo Juan Carlos Tacchi,misero al tappeto il Milan nono-stante il momentaneo pareggio diAltafini nel primo tempo. Tacchigiunse ad Alessandria dopo unaparentesi al Torino, dove approdòproveniente dal Ferrocarril diPunta Oeste.

ttembre 1957: Alessandria e Milan prima del fischio d’inizio. 5 Questa foto è molto cara a No-an divenne campione d’Italia e l’Alessandria, per la seconda volta consecutiva, conquistò unaobili. 8 Il gol di Savioni al Milan a San Siro: Buffon non può farci nulla. 9 Milan-Alessandria 4-8-‘59. 12 e 13 Fotogrammi delle gare di andata e ritorno tra Alessandria e Milan nel torneo

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Nel numero scorso, nel contesto dell’articolo ‘Quando i Grigi umiliarono ilGrande Torino’, è stata erroneamente pubblicata al n. 10 la foto che si riferisceall’incontro Inter-Alessandria 1-1, campionato 1957-’58 (nel riquadro). Quellagiusta è invece quella che provvediamo a proporvi oggi, ovvero una fase di gio-co del concitato match Torino-Alessandria 0-0, sempre del torneo 1957-’58.

Errata corrige

I tifosi grigi organizzano un pullman gran turismo domenica 20/10/2013 inoccasione della partita Renate-Alessandria. Ritrovo alle ore 12,45 in piazzaGaribaldi, partenza da Alessandria alle ore 13,00. Costo € 15,00. Info e pre-notazioni entro le ore 20,00 di venerdì al 338 9065045

IN TRASFERTA DOMENICA 20 OTTOBRE

Tutti a Meda in pullman per Renate-Alessandria

I nerazzurri giocano allo stadio ‘Città di Meda’

Page 8: Alessandria-Rimini

HURRÀ GRIGI8 anno V n. 13HURRÀ GRIGI

In un contesto vincente nonpoteva mancare l’alessandrinavincente per antonomasia: la

maratoneta Valeria Straneo, otta-va alle Olimpiadi di Londra 2012 emedaglia d’argento agli ultimiMondiali. Col suo saluto si è aper-to il 1° Congresso nazionale del-l’ASP (Association of ScientificPhysiotherapists), organizzato daldottor Luigi Di Filippo, titolaredello Studio FisioAnalysis di Ales-sandria e tenutosi sabato 21 set-tembre alla Sala Cultura&Sviluppodi Piazza De Andrè.

Un’attenta platea di addetti alsettore in varia forma (medici, fi-sioterapisti e tantissimi studentiin Medicina, in Fisioterapia e inScienze Motorie) ha potuto ap-prezzare gli interventi di alcunidei massimi esperti del settore sultema ‘Traumatologia nello sportgiovanile’, argomento che troval’Italia in condizioni di assolutaavanguardia per quanto riguardail fondamentale fattore della pre-venzione.

Importante, prima ancora di af-frontare le varie casistiche deipossibili interventi successivi a untrauma, è stato il messaggio che ildottor Di Filippo e i suoi collabo-ratori nell’organizzazione del-l’evento hanno voluto comunica-re: fondamentale nell’ambito del-la prevenzione è il ruolo che devo-no svolgere le persone che gravi-tano intorno al giovane atleta, daigenitori, agli allenatori, ai dirigen-ti, persone che non devono maidimenticare quanto l’estrema‘sportività’ possa provocare rea-zioni negative nei processi di ma-turazione psico-fisica del ragazzo.

Già il fatto di affrontare l’impe-gno sportivo con la necessaria se-renità rappresenta un vantaggioconcreto nel segno della preven-zione. Esasperare l’impegno deiragazzi provoca paura della com-petizione e perdita dell’autostima.Il messaggio da trasferire nei gio-vani non deve fare apparire la vit-toria come strumento di successo:devastanti, in questo caso, si rive-

lano le intromissioni e le soprav-valutazioni effettuate dai genitori.«Uno su 22 mila, tra i giovani chesi avvicinano al calcio - è statospecificato - arriva a giocare in Se-rie A o B, il 61 per cento abbando-na prima del compimento del se-dicesimo anno di età, spesso per-ché si è puntato più sulla presta-zione fine a se stessa piuttosto chesullo sviluppo delle attività moto-rie».

In una generazione che tende aessere eccessivamente sovrappe-so, con scarsa forma fisica, porta-trice di deficit aerobici evidenti ecapace di tecniche di movimentoper lo più scorrette, diventa sem-pre più fondamentale lo stimoloche deve giungere ai giovani di af-frontare un’attività sportiva ma,soprattutto, di affrontarla in ma-niera corretta.

Quali i principali nemici da af-frontare nell’opera di prevenzionedegli infortuni?

Trascurare il riscaldamento esoprattutto le azioni di defatica-mento successive all’attività fisica;evitare un troppo evidente squili-brio strutturale tra i soggetti com-petitori; evitare assolutamente icarichi di lavoro eccessivo; correg-gere la ripetizione di gesti tecnicinon corretti. Questo significa che,spesso e volentieri, affidare i ra-gazzi a istruttori e allenatori sicu-ramente dotati di buona volontàma non adeguatamente preparatidal punto di vista tecnico può es-sere controproducente al massi-mo. Lo sport praticato nella fascia

di età adolescenziale può rappre-sentare quanto di meglio si possamettere a disposizione per unacrescita corretta, omogenea, sana,ma può anche trasformarsi in unpericoloso boomerang se il per-corso di questa crescita non passaattraverso le ‘manigiuste’.

Posto il doveroso accento suquelle che devono essere le formedi prevenzione degli infortuni nel-l’attività sportiva, l’attenzione deirelatori al convegno si è quinditrasferita su quelli che sono gliaspetti diagnostici, chirurgici eriabilitativi. A introdurre i lavori lospecialista in Medicina Fisica eRiabilitazione, Marco Scocchi, cuihanno fatto seguito, nel corso del-la mattinata, gli interventi di LuigiDi Filippo, responsabile di FisioA-nalysis (‘Lo sport giovanile’); Fa-brizio Tencone, responsabile me-dico della Juventus (‘Le patologiepiù frequenti nello sport’); LorellaBurroni (‘Il trattamento delle pro-blematiche cartilaginee nei giova-ni atleti’); Roberto Brollo (‘Chirur-gia in età adolescenziale: quandoe se operare’); Paolo Adravanti,consulente del Parma (‘Traumadel ginocchio’); Luigi Milano(‘Trauma piede-caviglia’); ClaudioGheduzzi (‘Trauma della spalla’);Fabrizio Micheli (‘Gli aspetti neu-rofisiologici del dolore nel giova-ne’); Ernesto La Paglia (‘Diagno-stica per immagini: la parola al ra-diologo’); ancora di Luigi Di Filip-po (‘La patologia muscolo-tendi-nea nel giovane atleta’).

Dopo la pausa per il pranzo i la-vori sono ripresi con Paolo Fermi(‘Trauma spalla-gomito’); CarloRamponi (‘Trauma ginocchio-an-ca’); Alessandro Losi (‘Traumapiede-caviglia’); Luca Cossarini(‘Lombalgia nei giovani atleti’);Biagio Polla (‘La visita medicosportiva: criteri per uno sport si-curo’); Roberto Adamo (‘Elementicoordinativi e propriocettivi neglisportivi in età evolutiva’); FabioBonansone (‘Il recupero sul cam-po: la riatletizzazione’); AndreaRiboli (‘Criteri metodologici dellaprevenzione negli sportivi in etàgiovanile’); Davide Cassinello(‘Criteri metodologici dell’allena-mento sportivo in età giovanile’);GianMaria Alborino (‘Aspetti nu-tritivi nell’attività sportiva in etàevolutiva’).

A chiudere i lavori non sonomancate numerose domande e ri-chieste di approfondimento diparticolari tematiche, soprattuttoda parte degli studenti, a cui han-no risposto il moderatore, dottorScocchi, e il dottor Di Filippo, par-ticolarmente soddisfatto per l’ot-tima riuscita del simposio ales-sandrino.

CONVEGNO Medici e fisioterapisti si sono dati appuntamento in sala Cultura&Sviluppo

I traumi nello sport giovanile

Un via-vai fren-etico alle porte delcalcio minorile: ‘Tran-tran’ quintes-sente nel calcio attuale che conteràsempre di più in quanto linfa vitale deicampionati di calcio nei nostri sob-borghi. Gli Estudiantes i Libertadorese gli Independienti in-segnano. Il lo-ro messaggio imprime modelli in ‘Av-venire’ coinvolgenti. Un tempo i ra-gazzi nella loro agorà calcistica siispiravano al Celtic, al Borussia, alManchester, al Liverpool, al Real Ma-drid, al Santos di Pelè e così via. Oggitrovano ambienti calcistici per ‘alle-vare’ i giovani allo sport più praticatoal mondo e alleviare i disagi degliadolescenti, togliendoli dalla stradaingenerando loro disciplina per la vi-ta. Sana Pedagogia Atletica.

Abbiamo preso a suo tempo in con-siderazione uno dei tanti giovani delvivaio alessandrino come emblemaper calcare la mano su quel fantasti-co mondo in ‘espansione’. Un numerouno: un portiere per dare consistenzaai rimanenti piccoli atleti. Danilo Lo-pardo: questi è uno dei tanti ragazzidel ‘99’ lambiti dal tocco del pallone.Danilo L. s-muove la propria vogliacalcistica già nel 2005-2006 alla DonBosco guidato dalla ‘mitica’ panchinadel prezioso Mister del calcio giovani-le: quell’Angelo Fiore che lo prende-rà per mano portandolo da difensorecentrale a ‘portiere’ nella formidabilesquadra dei Salesiani. La maglia diPortiere e i guanti saranno indossaticolla per-durante passione dal picco-lo Danilo.

L’avventura nei Pulcini dell’Ales-sandria Calcio scaturìsce a suo tem-po attraverso l’ammaestramento delgrande Gigi Cavalli, - immenso - pre-paratore atletico dei portieri nel set-tore giovanile grigio. Con Questi Dani-lo compie con un ‘salutare’ benestareil ‘trionfale’ ‘Ingresso’ nella Cittadel-la della ‘Rosa’ : la piccola e grandeScuola calcistica della classe ‘99 chenon sarà mai annacquata: prose-guente: verso accattivanti traguardi.Nel secolo scorso ricordavamo glieroici ragazzi della classe 1899 chia-mati al duro impegno bellico: oggifortunatamente parliamo della Clas-se 1999 impegnata in ben altre e piùcongeniali ‘battaglie’.

‘Sognare si può’. Qualcuno a suotempo a proposito scrisse qualcosa,si rileggano gli HG sbirciando tra le‘Figurine Parlanti’ nel poderoso archi-vio.

Ogni curiosità inerente molteplicifigure sportive potrà essere ‘quantifi-cata’ nel tempo. Nomi altisonanti si

uniscono a personaggi di altre bellis-sime discipline capaci di ingenerareinsegnamenti ‘pedagogici’ ai piccoliche con fatica abbracciano le più di-sparate discipline.

Oggi il sogno continua: c’è chi asse-risce che a 14 anni i ragazzi d’oggisiano ancora immaturi per fare delleoculate scelte; ma non è così! DaniloLopardo: dopo aver militato nella so-cietà Alessandria Calcio rispettandotutte le regole ‘deontologiche’ legateal proprio ruolo - oggi - muove un ul-teriore passo raggiungendo il suo pri-mo allenatore Mister Antonio Vizzinella ‘Felizzanolimpia ‘99’.

Per Danilo L. si chiude la classicaporta ma gli si riapre appositamenteun portone.

Per la breve e concisa carriera: Da-nilo Lopardo nasce a Napoli il23/03/1999 è alto m. 1,78 con pesoforma di kg. 59 - fisico asciutto e mu-scoloso. Il tutto coincidente coi pianilegati al mondo studentesco: gli‘Estudiantes’ ne sono ispirazionementre la ‘Coppa Libertadores’ spro-na a gareggiare in società per ottene-re modelli di vita che si possano con-solidare nel tempo per l’ottimale mi-glior crescita. L’affrancamento avver-rà con l’incontrare (virtualmente) ilClub Atletico Independiente. La fa-mosa citazione ‘Mente sana in corposano’ calzerà a dovere. Naturalmen-te! Il piccolo Danilo Lopardo cambiae sovrasta con la ‘performance’ lega-ta semanticamente al proprio nomela caratteristica figura della ‘Pantera’trasformandosi in ‘L(e)opardo’. Siispira a Morgan De Sanctis già por-tiere del Napoli oggi solido e affidabi-lissimo Portiere della Roma. Hobbypreferito, il nuoto. Frequenta dando ilmeglio di sé la scuola di Ragioneriapresso il ‘Leonardo da Vinci’ di Ales-sandria. Una quotidianità rappresa eripresa nei viavai dei vivai sportivi.

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Page 9: Alessandria-Rimini

HURRÀ GRIGI 911 ott. 2013

MARCO PETROZZI*

Domenica 13 ottobre i Cissa-ca Bulls, in rappresentanzadi Special Olympics Italia,

prenderanno parte alla 18ª edizio-ne del ‘Rencontre Nationale Mul-tisports’ organizzato da SpecialOlympics France nella splendidacornice del CDFAS (Centro di For-mazione e d’Animazione Sporti-va) di Eaubonne a pochi chilome-tri dalla capitale. I Tori, alla lorodecima partecipazione al torneomultidisciplina che vedrà al via 48società sportive e più di 700 atletiimpegnati in gare di atletica, cal-cio a 7, judo e pallacanestro, oltre-passeranno le Alpi con l’intenzio-ne di migliorare l’argento conqui-stato nello passata edizione. Com-pito non facile considerato il livel-lo delle formazioni partecipanti.

Il Team Otis, promotore del-l’evento insieme a Special Olym-pics France, si è mobilitato al finedi dare vita ad una manifestazio-ne progettata sullo schema deiGiochi Olimpici. Il Raduno Nazio-nale Multidisciplina offirà una ce-rimonia di apertura e una di chiu-sura, la sfilata degli atleti, l’arrivodella torcia portata dallo sportivopiù giovane della manifestazioneaccompagnato da un atleta pro-fessionista e la cerimonia di pre-miazione per ogni singolo evento.Il tutto sarà reso possibile dal fat-tivo contributo di più di trecentovolontari coinvolti nelle varie fasidel processo.

Per i Cissaca Bulls l’edizione2013 rappresenterà un traguardoimportante: i Tori infatti festegge-ranno la loro decima partecipa-zione. Nella primavera del 2003 iBulls, invitati dalla Special Olym-pics Ile de France, valicarono perla prima volta i confini nazionali.La nostra squadra venne scelta

dall’Amministrazione Comunaledi Alessandria per rappresentarela provincia ad una manifestazio-ne internazionale organizzata dal-la città gemellata di Argenteuil.Molti degli atleti, sino ad allorapoco o per nulla abituati a sposta-menti significativi, lasciarono perla prima volta l’ambiente rassicu-rante della famiglia e del centrodiurno per vivere un’esperienzanuova e ricca di stimoli. ‘Provetecniche di autonomia’ potremmochiamarle: i ragazzi cominciaronoa capire cosa significasse gestireda soli la propria igiene personale,rispettare i limiti e gli orari, ren-dersi utili nell’organizzazione enella gestione della trasferta. Noi,tecnici e dirigenti, maturammo laconsapevolezza di aver avuto l’op-portunità di essere parte integran-te di un evento di valore assoluto:l’approccio nei confronti della di-sabilità, l’adesione massiccia alla

manifestazione (più di trecentotra atleti e accompagnatori), ilpubblico numeroso e partecipe,l’interesse delle istituzioni ed il li-vello di assoluta eccellenza degliimpianti sportivi ci portarono a ri-levare come il processo di inclu-sione della persona disabile neltessuto sociale attraverso lo sportfosse decisamente all’avanguar-dia.

Rispetto a quella prima trasfertasono tre gli atleti che prenderannoparte alla spedizione targata 2013:Massimo Legnaro, Carletto Bosioe, in veste di accompagnatore,Francesco Caltanisetta reduce daun lungo infortunio che lo ha te-nuto lontano dai parquet per piùdi due anni. Il suo ‘debutto’ nellostaff tecnico mandrogno è sicura-mente la nota più lieta della pros-sima avventura in terra di Francia.Bentornato Francesco.

*Coach Cissaca Bulls

SPECIAL OLYMPICS I Cissachini presenti per la decima volta al grande torneo francese

Allez les Bulls! Ancora a ParigiARTI MARZIALI IL KODOKAN VA IN UNGHERIA

Trasferta a Budapest per la Coppa del Mondo

Il Kung Fu Team dell’Accademia Kodokan Alessandria giovedì 10 ottobre èpartito per Budapest dove dall’11 al 13 si terrà il 14° World Cup Champion-ships, organizzato dalle Federazioni IMAF (International Martial Art Federa-tion) e IKFF (International Kung Fu Federation), che dal 1980 organizza taliCampionati di prestigio e partecipazione internazionali, in tutte le discipline del-l’arte marziale cinese del Wushu Kung Fu. Il Maestro Gianluca D’Agostino (6°Duan), insieme al Presidente della PWKA Walter Lorini e ai maestri Gianni Ne-se (7° Duan di Ferno, Varese) e Marco Galiè (6° Duan, di Roma), guideranno larappresentativa Nazionale composta da venti atleti provenienti da Alessandria,Ferno, Milano, Roma e Napoli, già campioni nazionali e scelti per le loro spiccatecapacità tecniche nelle specialità del Wushu Kung Fu, quali il Sanda (combatti-mento molto spettacolare ecompleto che prevede tecni-che di pugno, calci e proiezio-ne con il KO), il Tao Lu tradi-zionale e moderno (ovvero leforme di stile e quelle codifi-cate a mani nude e con armi)e il Tai Chi (che con i suoimovimenti lenti e fluidi el’accurata respirazione ricer-ca lo sviluppo del Chi, ovverol’energia interna). NellaSquadra Nazionale PWKAben sei atleti sono allievi delmaestro D’Agostino. AlessiaD’Agostino (2° Duan), allasua quarta esperienza inter-nazionale, gareggerà nelSanda cat. 65-70 Kg. e nelWushu tradizionale stileHung Gar forme a mani nude; Davide Varnero (1° Duan), nel Sanda cat. 55/60KG, Andrea Lombardo, nel Sanda cat. 65/70KG e Stefano Gallinaro, nel Sandacat. 80-85 KG; nella categoria Juniores parteciperanno le giovanissime (15 an-ni) cinture nere 1° Duan Matteo Testardini, nel Light Sanda cat. 45-50 KG e nelWushu Tradizionale Hung Gar forme mani e Daniele Vercellese, nel Light San-da, cat. 40-45 KG e nel Wushu Moderno Nan Quan forme mani nude. Il MaestroD’Agostino, al suo quarto campionato mondiale, gareggerà nella categoriaMaestri ovvero nella ‘Top Famous Demostration’ esibendosi in una forma avan-zata dello stile Hung Gar e applicandola successivamente in combattimentocon i suoi allievi esperti Fabio Venditti, Davide Varnero e Stefano Gallinaro.

Il ‘Rencontre Nationale Multisports’ vede al via 48 società sportive e più di 700 atleti impegnati

in gare di atletica, calcio a 7, judo e pallacanestro

Per il nuovo Anno Forma-tivo 2013-2014 il CNOS-FAPCentro di Alessandria, sitoin corso Acqui 398, presentaun’offerta formativa ampiae variegata (info dettagliatesu alessandria.cnosfap.net),con possibilità di accesso aicorsi per una vasta catego-ria di utenti di tutte le età,con vari livelli di scolarizza-zione e con caratteristicheche vanno dai giovani inobbligo d’istruzione agliadulti occupati e disoccu-pati. Anche i settori spazia-no da quelli industriali -con una principale divisio-ne in elettrico e meccanico- a quelli del terziario e ser-vizi - con le qualifiche di ti-po commerciale e vendite.Per i giovani in obbligod’istruzione il settore mec-canico offre la possibilità diconseguimento di una qua-lifica professionale (al ter-mine di un percorso trien-nale) di ‘Operatore mecca-nico’ con competenze chevanno dall’utilizzo di mac-chine utensili tradizionalied a controllo numerico, al-la manutenzione di sistemimeccanici e pneumatici, fi-no ad arrivare alle sempliciprogettazioni dei compo-nenti con sistemi CAD in

2D e 3D. Sempre per la stes-sa tipologia di utenti la pro-posta prevede anche untriennale di ‘Operatore ser-vizi di vendita’ per la prepa-razione di qualificati orien-tati sia alla vendita direttain esercizi commerciali, siaalla gestione di commercia-le di ditte ed imprese. En-trambi i corsi sono comple-tamente gratuiti e prevedo-no, previo superamento diesame finale, il rilascio diqualifica regionale ricono-sciuta a livello nazionale edeuropeo (corrispondente alsecondo livello). Vi possonoaccedere tutti i giovani inuscita dalla scuola seconda-

ria di primo grado (ex scuo-la media) ma anche ragazziin uscita dal sistema scola-stico, con possibilità di rico-noscimento crediti e inseri-mento diretto al secondo oterzo anno. Per coloro chenon sono in possesso dellalicenza di scuola secondariadi primo grado (licenza me-dia), ma che hanno rag-giunto l’età di 15 o 16 anni(pluriripetenti), l’accesso aicorsi è consentito a patto diconseguire la licenza mediapresso il CTP, prima dell’ot-tenimento della qualificaprofessionale. Per questigiovani di età superiore ai14 anni, ma comunque non

ancora diciottenni, è dispo-nibile anche un corso diuna sola annualità del set-tore elettrico con rilasciodell’attestato di frequenza.Tutti i corsi dell’obbligod’istruzione prevedono unperiodo di 320 ore di stagenel terzo anno e consento-no, oltre che l’inserimentolavorativo, il proseguimentonell’Istituzione scolasticaper il conseguimento deldiploma, con inserimentoal quarto anno di IstitutoProfessionale. Per gli adultioccupati e disoccupati lepossibilità di riqualifica o diaggiornamento professio-nale offerte dal Centro pre-

vedono corsi diurni e seralisu settori strategici ed inno-vativi come la domotica, ilfotovoltaico e la logistica,oltre ai più tradizionali set-tori meccanico, elettrico edautomazione (PLC). Rien-trano in questa categoriaanche corsi del settore ‘Gra-fica e Web’ con moduli sera-li di 32 e 48 ore per la pro-duzione di pagine web, disiti dinamici e per l’e-com-merce. Anche questi corsisono completamente gra-tuiti (o con piccolo contri-buto pari al 20% del costototale, dipendentementedal Bando di appartenenza)ed offrono possibilità di

personalizzazione del per-corso e di approfondimentoa vari livelli (in base alle ca-pacità personali di autofor-mazione ed autoapprendi-mento). Degne di nota sonole attualizzazioni di alcunicorsi che (per la domotica ePLC ad esempio) prevedo-no l’introduzione a tecnolo-gie all’avanguardia come ilsistema Konnex e la piatta-forma TIA Portal (SIEMENSs7-1200). Non da ultima lapossibilità per le aziende dirichiedere corsi di aggior-namento specifici e taratisu misura per le proprie esi-genze formative e di specia-lizzazione. Tutto ciò si inse-risce ed è parte integrantedella più ampia opera sale-siana, da sempre orientataalla creazione di struttureintegrate per la formazioneumana e spirituale, oltreche professionale, che si ri-fanno alla metodologia an-cora attualissima del ‘Siste-ma preventivo’ tramandatoda don Bosco e che, soprat-tutto per i giovani, si tradu-ce nella disponibilità dispazi ed ambienti per losport, il gioco, la ricreazio-ne, sempre assistiti da for-matori ed animatori capacidi grande vicinanza umana.

CNOS-FAP L’OFFERTA DELLA SCUOLA SALESIANA SPAZIA DAL SETTORE INDUSTRIALE AL TERZIARIO E AI SERVIZI

Tutti i corsi del nuovo anno formativo

Page 10: Alessandria-Rimini

Oggi parliamo d’Italia. Diun’Italia agli onori del mondonel campo delle scienze, del-l’arte, della cultura e, perchéno, anche dei diritti civili.Un’Italia fiduciosa nei proprimezzi e che guarda al futurocon speranza e ottimismo. Equi mi immagino la primaobiezione: «Eh bello, hai dettoche parlavi d’Italia, non difantascienza..» E invece no,quest’Italia è esistita davvero,solo che, a meno che non sia-te zombi o vampiri, difficil-mente l’avrete vissuta live,perché quella era l’Italia diLorenzo il Magnifico, di Raffa-

ello, di Michelangelo, delVasari. E di Leonardo Da

Vinci. Il figlio piùcelebre di Firenze

(dagli ultimi sondag-gi made in PD pare

sia ancora in leg-gero vantaggio ri-

spetto Fonzie-Renzi), Leo-

nardo era ilfuoriclas-

se del-laCante-ra, un po’il Messidella situa-zione: talen-tuoso all’inve-rosimile, polie-drico, poteva faretranquillamentetutto, dal pittore al-l’architetto, dalloscienziato al centra-vanti. Leonardo eraun prescelto e co-me si conviene aipredestinati al-meno tre spannesopra tutti agli al-

tri (il look non era granché, loammetto con quella barba sti-le Robinson Crusoe e quellapalandrana da prete di cam-pagna, ma non è che si possaavere tutto dalla vita). Se vole-te sapere come siamo arrivatida Michelangelo a Giovanardida Lorenzo il Magnifico a Bor-ghezio, in uno degli esempipiù chiari d’involuzione dellaspecie che la storia e biologiaci possano raccontare, andatea riprendere i libri di scuola.Se, invece, siete alla ricerca diun affresco di quell’Italia, unaffresco artefatto, sfocato, as-solutamente anacronistico,ma forse per questo più fede-le di molti paludati libri di te-sto, guardatevi Da Vinci’s De-mons. Trasmesso da Starz inAmerica, e da Fox in Italia, iltelefilm racconta in modo av-vincente ed avventuroso cin-que anni della vita di Leonar-do, cinque anni di cui le cro-nache ufficiali (ma abbiamoimparato a dubitare delle fontiufficiali, right?) sono sospet-

tosamente avare diparticolari: il lustro

che copre il pe-riodo dai 27 ai32 anni. Ce loracconta unuomo inna-morato

di comics, fantascienza e su-pereroi, quel David Goyer cheha firmato, tra le altre cose, lasceneggiatura della monu-mentale trilogia nolaniana de-dicata al Cavaliere Oscuro. Ilracconto è un intreccio di ele-menti da romanzo di cappa espada e fantastico e, nono-stante qualche scivolamento(mica tutte le ciambelle rie-scono col buco, eh? Chiedetea Banderas!), il risultato è as-solutamente godibile e diver-tente. Il profilo che emerge èquello di un giovane SteveJobs, quello di ‘stei ungri, steifulish’: un visionario, osses-sionato dalla ricerca di unamissione nella vita, aperto al-le innovazioni, grande amato-re (di donne e di uomini) e conun debole per l’hashish e il vi-no (che poi ho letto su Face-book che le persone intelli-genti bevono di più, quindi cista). Sullo sfondo di una Fi-renze rinascimentale, che pa-re presa paroparodallegrafichedi Assas-

sin’sCreeds, la

serie ci por-ta nel cuore

degli intrighi poli-tici e sentimentali

della società del XVIsecolo, con al centro la fi-

gura supereroistica di Leo-nardo, il suo vitalismo, il suogenio, ma anche le sue fragili-tà e debolezze. Vale per luiquanto scrisse un altro gran-de uomo del passato, WilliamBlake: ‘La via dell’eccessoporta al Palazzo della Saggez-za’. Per lui, non per noi, ahimè.

TV, MORTE E ALTRE SCHIOCCHEZZE di Giorgio Baracco (gbaracco.wordpress.com)

HURRÀ GRIGI10 anno V n. 13

Stei ungri, stei fulish

La mostra, che comprendecirca sessanta opere tra dipinti,studi monumentali per affre-schi e disegni, documenta tuttala pittura di Mario Sironi, dagliesordi agli ultimi anni.

Tema della rassegna è lagrandiosità dello stile dell’arti-sta, che si evidenzia non solonelle opere monumentali, maanche nei fogli più piccoli. Quel-lo di Sironi è un ‘far grande’

mentale, che non dipende dallemisure dell’opera, ma dall’ener-gia e dalla forza del suo lin-guaggio.

La rassegna oscilla dunquefra la misura grande (di cuicomprende un nucleo impor-tante di opere, proveniente ingran parte dalla collezione mu-seale dello CSAC, Centro Studie Archivio Comunicazioni diParma, come lo splendido car-

tone per L’Italia fra le Scienze ele Arti del 1935; i cartoni perl’affresco Rex Imperator del1937 con lo spettacolare Figuracon elmo, alto più di tre metri; Idue soldati del 1936; la grandeComposizione con fregi decora-tivi sempre del 1936 e altre an-cora) e la misura piccola. En-trambe, la dimensione grande ela dimensione piccola, sono se-gnate da una identica potenza

ARTE 12 OTTOBRE-12 GENNAIO, PALAZZO SALMATORIS

La grandiosità della formaMario Sironi a Cherasco

ECHI DI VIAGGIO di Simonetta Gorsegno

Tanzania:

CARROZZONE MUSICALE ALESSANDRINO DUE RIUSCITI EVENTI

Successo di critica e pubblico

L’evocazioneSa tanto di minestra riscaldata per l’ennesima volta, con i soliti

ingredienti (entità, possessione, esorcismo) e la soli-ta famiglia che ne fa le spese, servendo da tra-

stullo per l’ectomaligno di turno. Per realizza-re qualcosa di nuovo ci sarebbe voluta una

sceneggiatura coi cotrocosiddetti, cosache qui non c’è. E così rimangono, laconfezione, decente e un gruppetto di

attori passabili, che rendono il tuttoalmeno vedibile, con l’aiuto di qualchebuona ripresa e di un’ambientazioneche permette alla baracca di restarefaticosamente in piedi, pur con cedi-menti nella banalità e nel già visto.

I PALLINI di Puppigallo

Il Carrozzone Musicale con la fina-lissima al ‘Circolo Sardo Su Nuraghe’ha fatto registrare il tutto esaurito, conben venti cantanti in gara, venuti da

tutta Italia. Straordinaria vittoria delbravissimo Filippo Terranova, con lacanzone Portami a Ballare, al secondoposto Elena Selvaggio, anche premio

per la migliore interpretazione, al terzoposto il giovane Gioele Piccinino. Nelcorso della serata è stata eletta ‘MissSu Nuraghe’ la bellissima modellaLaura Filippa. Il secondo appunta-mento del ‘Gran Galà Carrozzone Mu-sicale’ si è svolto al circolo parrocchia-le di San Michele, con la grande finaledi ‘Bellezze in Cittadella-Ragazza Im-magine’. Il salone delle feste era gre-mito da un eccellente pubblico tra ilquale personaggi molto noti nel campodella moda e dello spettacolo; la giuriatecnica, presieduta dal dott. GiovanniBarosini, era composta dal dott. Luca

Paglieri e dai vari sponsor che hannofatto grande la manifestazione. Leventi modelle si sono esibite nella lorospecialità, dando al pubblico un favolo-so spettacolo. Miss ‘Bellezze in Citta-della-Ragazza Immagine’ è stata elet-ta la stupenda modella astigiana Vero-nica Meritato. Il futurista Mike Yacin,patron della manifestazione ha elettonel corso della serata varie damigelled’onore: Giada Tripolitano (Miss Bro-adway), Maya Pedicini (Miss Mitica500), Jessica Meta (Miss Peperonci-no), Nicole Gaino (Miss Ottica Nuova),Roberta Barbera (Miss Arcobaleno),

Giulia Bartoloni (Miss Ballo Eclisse) eVittoria Rava (Miss Carrozzone Musi-cale Alessandrino). Il direttore artisti-co Mike Yacin porge un vivo ringrazia-mento alla persona che da cinque anniha fatto grande queste manifestazioni,lo Showman Mauro, che con la suaprofessionalità e la sua grande mae-stria ha presentato le kermesse. Un vi-vo ringraziamento alle modelle Clotil-de Armellini e Laura Filippa, bellezzesolari del Carrozzone Musicale Ales-sandrino. Si rinnova l’invito a seguire il‘Carrozzone’ sulla pagina Facebook,costantemente aggiornata.

«Porterò nel miocuore le visionidi questa terra,

le praterie sconfinate, le fo-reste di acacia e i grandi al-beri di baobab, la ferocia deifelini nel loro pasto quoti-diano, i grandi elefanti con iloro piccoli e la grande mi-grazione di zebre e gnu chedal Serengeti ogni anno infedele processione, muovonoverso i pascoli del Kenya,ignari delle insidie che fa-melici predatori tenderannoloro. E ancora i rapaci e gliavvoltoi, lanciarsi nell’im-peto dei venti per sferzaresulla preda il colpo letale, gliuccelli coloratissimi in sostasui rami degli alberi, prontia fuggire tutte le volte cheprovavo con la mia macchi-na ad immortalarli e infineil risveglio nella savana diogni giorno. Un ritorno alleorigini scandito dal suonodi miriadi di uccelli, di cuinon ho conosciuto altro cheil loro canto. Devo tutto ciòche d’incredibile ho vissuto,alla mia guida Silvestro checon grande professionalitàmi ha guidata su traballantie polverose strade dentro aquesta indimenticabile av-ventura».

Occorsero sette giorni diviaggio, in pieno contattocon la natura selvaggia deiparchi tanzaniani più rino-mati del mondo per scrive-re quella che, oltre ad essereuna dedica all’uomo che fula mia guida in Tanzania,può definirsi la sintesi, o sepreferite il mio personale‘Mal d’Africa’.

Perché in Africa ognuno,ha il proprio insanabile ri-

chiamo. Sono le immagini,le scene di vita della savana,i rumori e i suoni a tramu-tarsi in voci che non ci la-sceranno mai anche dopo ilnostro ritorno a casa, anzi,cercheranno di indurci a ri-petere un altro viaggio e an-cora e ancora. Nonostantesiano diverse le difficoltàche un safari in Tanzaniacomporta primo tra tutti ilpericolo incombente e co-stante della malaria, la cuiprevenzione comporta unvero e proprio massacro peril corpo, io da viaggiatricequale sono, ho riprodotto ilmio sogno in un viaggioreale, senza indugi e senzapreclusioni mentali, affi-dandomi soltanto al richia-mo e al mio indomito desi-derio di conoscenza. Ho co-

sì potuto sperimentarequanto gli spazi a perditad’occhio, in cui gli animalivivono, si riproducono emuoiono siano regolati daleggi che non conosconoconfini ma solo i bisogninecessari per garantire atutte le specie che vi abita-no la loro sopravvivenza. Iparchi del Nord che ho visi-tato con il safari di una set-timana mi hanno consenti-to di entrare in profonditàcon l’ambiente, a rispettar-lo e a conoscere da vicino lespecie animali assumendoun comportamento adattosenza alterare le loro abitu-dini o invadere in alcunmodo il loro territorio. Ap-punto seguendo le loro abi-tudini passo per passo sco-privo ogni giorno che an-

Page 11: Alessandria-Rimini

ch’io mi adattavo alle loro eimparavo da quella nuovalezione di vita selvaggiaqualcosa di più, traendoneun grande beneficio: addor-mentandomi cullata dal si-lenzio e ridestandomi alsuono degli uccelli alla pri-ma avvisaglia di luce che sipropagava nella tenda. Leemozioni iniziavano all’al-ba con la ricerca degli ani-mali selvatici e proseguiva-no per l’intera giornata.Con il passare dei giorninon si contavano più ibranchi di elefanti, di giraf-fe e i balzi delle antilopi checi attraversavano la strada.Più difficile e avvincente erasenz’altro la ricerca dei feli-ni, maestri nel mimetizzarsinell’erba secca o sugli alberiper cui occorreva perlustra-

re palmo a palmo il terreno.Più e più volte era fonda-mentale appostarsi in puntistrategici per seguirne lacaccia. Ricordo ancora ilmomento in cui indivi-duammo su un ramouna coda penzolante.Finalmente eravamoriusciti a scorgere unleopardo, dopo aver-gli dato la caccia perun giorno intero. Inrealtà la guida inquesto caso nonlo vide, fu bensìla concentra-zione di jeepad attirarci sulposto e infinefummo ampia-mente ricompen-sati. Gli stavano at-torno non meno di

quindici auto che, a motorespento, con il binocolo allamano ispezionavano ognicentimetro della sua pellic-cia. Ai ghepardi non eropreparata. Talmente rariche sorprenderli in coppiafu un’esperienza incredibi-le. Erano a caccia di gazzellee scrutavano a distanza unbranco brucare l’erba frescadel mattino. Non vidi comeandò a finire perché ci al-lontanammo con l’auto. Perquesto non finirò mai diringraziare la mia guida.

Abituarsi all’Africa è’ mol-to facile. La luce primitivache pervade i suoi paesaggie il mistero che governa glispazi infiniti, ci riporta in-dietro nel tempo, sicchè an-che a distanza di milioni dianni sentiamo il vagito del-l’uomo che lì, proprio lì,sotto le stratificazioni delleere geologiche ha trovato lasua culla e ne ha lasciatotraccia. Forte e violento è ilrichiamo di chi ci ha prece-duto. Lo avvertiamo con-templando la bellezza

struggente del paesag-gio, identico ad unpassato lontano; dichi prima di noi hapercorso i sentieriverso la civiltà. Nullaè cambiato da allora,

nulla è né sarà maida cambiare.

R i f l e t t i a m osui valori del-

la vita stessa.Meditiamo econtempliamosoprattutto innoi stessi. Se

non qui do-ve?

Sono pochi, ormai, i gruppi per i qualimi fiondo nel mio negozio di fiducia acomprare il nuovo lavoro a scatolachiusa, dopo essere stato bene atten-do a non incappare in qualche inop-portuna anteprima streaming (lecitao meno) in rete. I Massimo Volumesono uno di questi. Così è stato ancheper Aspettando i Barbari, uscito il pri-mo ottobre, tre anni dopo che CattiveAbitudini li aveva visti tornare sullescene dopo aver saltato a piè pari glianni zero e che, ahimé, mi aveva la-sciato un po’ di amaro in bocca. Ama-ro in bocca subito spazzato via dalbrano di apertura, Dio delle zecche:

nel testo (frutto di un cut-up dellepoesie del poeta e sociologo DaniloDolci) si inneggia ad un ‘noi’ che puòvincere se non si illude e che accen-de ‘lumi, per nascondere luci’, per poigiungere alla conclusione che sia piùconfortevole vivere nascosta comezecche. Clementi traccia il ritratto diun’umanità sconfitta, senza più slan-ci, che vive nei ricordi, drammatici,delle tragedie causate e vissute, de-scritte quasi con violenza in Il nemi-co avanza, che inizia con un brano diMao Tze Tung, prima di riportarci allamemoria i massacri in Libano, Viet-nam, Algeria, Congo (‘l’odore del

sangue che sa di mare, di cose per-dute, di etere, d’estate’). Un’umanitàche vive aspettando un evento che lascuota, i barbari appunto, che Cle-menti non descrive, preferendo rac-contare, nel brano omonimo, l’attesa,inquietante ed inquieta. Come sem-pre, Clementi non dimentica di rac-contarci qualcosa della propria vita: ilsingolo La cena è infatti un’invocazio-ne, quasi un grido d’aiuto rivolto allamadre (‘dimmi la strada, dammi unsecondo, indicami il modo, per girarciintorno’), lanciato di nascosto, anzi,da fuori dall’inquadratura che ritraela madre; ne La notte - forse il brano

più bello del disco -,invece, vengono de-scritte, in una sortadi puzzle, le vicissi-tudini di alcuni degliamici dell’autore, trai quali l’immancabileLeo (già protagoni-sta, in passato, di altri pezzi), a cui siritrova a pensare mentre si affida alla‘notte, che confonde le tracce, chenasconde i rifiuti, che ritorna costan-te’, in una sorta di attesa dei propribarbari personali. Cosa aggiungere,ancora? Gli omaggi allo scomparsoVic Chesnutt (non lo conoscete? Cer-

catelo, forse un giornone parleremo), a JohnCage nella conclusivaDove sono stato (che,in qualche modo, ri-prende la storica Attodefinitivo) e alle lirichedi She’s a Woman de-

gli Hiskerd Du che hanno ispirato Sil-via Camagni, uniti a sonorità più geli-de del solito, grazie ad un utilizzomassiccio e, prima di oggi, assoluta-mente inedito di strumentazione elet-tronica, contribuiscono a fare diAspettando i barbari il disco italianodell’anno. Scommettiamo?

HURRÀ GRIGI 1111 ott. 2013

espressiva. La mostra comun-que documenta ogni fase dellaricerca di Sironi: il momentogiovanile, con una inedita Natu-ra morta con brocca del 1903,disegnata dall’artista quandoaveva solo diciotto anni; la sta-gione divisionista (Madre checuce, 1905); la stagione futuri-sta e metafisica degli anni Die-ci; la stagione novecentista eclassica degli anni Venti, checomprende tra l’altro L’Archi-tetto, 1922 (uno dei massimicapolavori dell’artista, espostoalla Biennale di Venezia del1924), alcune Periferie; il mo-mento espressionista, con lostraordinario San Martino,1930, presentato alla Qua-

driennale di Roma del 1931; econ un Paesaggio dello stesso1930 (non più esposto dopo lamostra di Stoccolma e Oslo del1931); la pittura murale deglianni Trenta; la stagione neome-tafisica; le periferie degli anniQuaranta e del dopoguerra. Aquest’ultimo periodo apparten-gono Lo scalo, 1952 (un pae-saggio urbano non più espostoda mezzo secolo) e i due pae-saggi urbani del 1945 e 1946della collezione della Banca Po-polare di Milano.

Punto di forza della mostra èanche la presentazione, per laprima volta, di un significativogruppo di una quindicina di ine-diti, appartenuti alla moglie del

maestro, Matilde, e rintracciatinel corso delle sue ricerche daElena Pontiggia, studiosa di Si-roni: opere quasi sempre di di-mensioni contenute, ma di in-tensa suggestione, come il co-loratissimo Borghesi e tram del1916, tassello finora scono-sciuto del periodo futurista si-roniano; il Sollevatore di pesi,1919, del periodo metafisico; ilPaesaggio urbano con lampio-nedel 1920, l’elegiaco Nave sulmare con arcate del 1927.

Accompagna la mostra uncatalogo con testi della curatri-ce e di Elena Pontiggia, allaquale si devono anche le analiti-che schede delle opere, e inparticolare degli inediti.

richiami d’Africa

LA MUSICA CHE GIRA INTORNO di Davide De Faveri

SIRONI. LA GRANDIOSITÀ DELLA FORMA. Quadri, opere monumentali, disegni, inediti a cura diCinzia Tesio. Orario: da mercoledì a sabato, ore 9,30/12,30 - 14,30/18,30. Festivi, ore 9,30/19. Le bi-glietterie chiudono alle 18 e alle 18,30. Interi € 5; ridotti (da 12 a 18 anni e ultrasessantenni, studen-ti universitari) € 4; visite scolastiche (materne, scuola dell’obbligo e superiori) € 2; riduzione pergruppi organizzati e prenotati. Festivi e prefestivi possibilità di visita con guida artistica (compresanel biglietto), lunedì e martedì su prenotazione. Tel. 0172 427050 - Fax 0172 427055 - www.comu-ne.cherasco.cn.it - [email protected]; [email protected]

Pavon eMuncastèDa Pavon ina campanna la rispond a Muncastè chi setà antn’arianna a vig el vili e i santè. In palasi con la tur u ten d’ogg ampò ancasà tuta la gent cui pasa a turn smea cu diga: «Fev an là». T’et capisi, i so avieru chi muntà a cavà, se ‘t tasivi e stavi brav i pusavu el so spà. Che ampunensa che splendur paraguna a cui caseti faci su con tant amur, con la ciesa, col so straieti. Smea quasiche is brasu cmè chi fisudi brav fradè e i fan su an tla grupida tur mirai con el castè. Eh... la storia a m’ha m ustrà ch’alè propi la povra gent che vivenda con unestà la sbaraia i preputent!

Pavone eMontecastelloDa Pavone una campana risponde a Montecastello. Qui sedutoin un passaggio tra due campi, vedo le ville e i sentieri. Un palazzo con la torre tiene d’occhio un po’ incazzato tutta la gente che gli passa attorno. Sembra che dica: «Fatevi in là!»Tu capisci, i suoi avi erano qui montati a cavallo, se tacevi e stavi bravo, posavano le loro spade. Che imponenza, che splendore, paragonato a quelle casette tirate su con tanto amore, con la chiesa, con le loro stradine. Sembra quasi che si abbraccino come fosserodei bravi fratellie comprendono in questo abbracciotorre muri con il castello. Eh... la storia ci ha insegnato che è proprio la povera gente che vivendo con onestà sbaraglia i prepotenti!

L’ANGOLO DEL DIALETTOdi Luciano Olivieri

Il castello è situato sullecolline della Val Cerrina,uno dei territori più belli delPiemonte. La sua posizionedominante dall’alto del pae-se permette allo sguardo dispaziare dalla campagnaalle Alpi e alle colline circo-stanti. Le origini dell’anticomaniero risalgono al X se-colo. Appartenuto alle Fa-miglie degli Scozia di Casa-le e dei Guasco di Bisio, èstato oggetto di diversi pas-saggi di proprietà, finchènel 2005, acquistato dagliattuali proprietari, è statocompletamente restaurato.Programma della giornata:ore 14.15 partenza da ViaMarengo (davanti a Euro-nics); ore 14.30, partenzada Alessandria, p.zza Gari-baldi (davanti a Pirelli); ore16, ingresso al castello; ore18. partenza per Alessan-dria. Il contributo richiestoè di € 25. Gli interessati so-no pregati di dare l’adesioneentro il 16 ottobre.

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Nell’attesa dei barbari si può scommettere sui Massimo Volume

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