Alessandria-Forlì

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MASSIMO TAGGIASCO C hi ben comincia... La vittoria sul campo del Milazzo, sebbene più sofferta del previsto, ha saluta- to nel modo migliore l’arrivo del nuo- vo patron, Luca Di Masi da Torino. Auguriamo alla nuova proprietà di ri- portare finalmente l’Alessandria ai successi degni di una grande, cente- naria storia. È inutile dire, poi, che a noi il presidente tifoso, fotografato con in- dosso la magica sciarpa grigia, può solo piacere... e non poco. Detto questo, ag- giungiamo che l’arrivo della nuova diri- genza ha segnato la fine ingloriosa della proprietà alessandrina dell’Orso Grigio: ci eravamo fatti molte illusioni, ma, per l’en- nesima volta, l’imprenditoria locale ha di- mostrato di non essere in grado di garantire un futuro alla squadra di calcio cittadina. Senza l’arrivo dell’ennesimo ‘forestiero’ la società avrebbe rischiato l’ennesimo nau- fragio: l’ulteriore riprova che il tessuto eco- nomico cittadino non ha alcun interesse per le sorti dell’Alessandria Calcio. Peccato che non si riesca a capire che, invece, una delle poche cose ancora presentabili del- la nostra disgraziata città è proprio l’Orso Grigio che, soprattutto per questo motivo, riesce sempre ad at- tirare imprenditori esterni. Non conosciamo ancora i propositi della nuova società, ma ci au- guriamo che siano svincolati da qualunque legame politi- co: è finito il tempo delle pro- messe da campagna elettorale, è ora di varare un progetto di pu- ra e vera imprenditoria calcistica. I tifosi ed il marchio Alessandria Calcio possono dare ancora molto! Detto questo, non dimentichiamo la partita: vincere oggi significa ar- rivare a quota 38 punti, che valgo- no la quarta posizione. Un grazie ai giocatori che, nonostante tutto, hanno sempre garantito impegno e volontà. Insomma, il momento è fondamentale: adesso facciamo sul serio! In un certo senso, inizia un nuo- vo campionato, con rinnovate, grandi motivazioni: tutti al Moccagatta. Hurrà Grigi! Quindicinale di calcio... e non solo di Stefania Abrignani Cartoleria per la scuola Materiale per ufficio Oggettistica e idee regalo Prevendite e servizi on-line ALESSANDRIA Via del Lavoro 33 (zona D3) Tel. 0131 249411 • Fax 0131 240904 [email protected] • www.seatnordauto.it Concessionaria Seat per tutta la provincia di Alessandria NordAutosrl Prova e dimostrazione in sede Un nuovo capitolo di una grande storia NUOVO Anno V n.2 Direttore Massimo Taggiasco 7 febbraio 2013 PIZZERIA • RISTORANTE Alessandria • Corso Crimea 67 Tel. 0131 445005 Chiuso il mercoledì PIZZERIA • RISTORANTE Alessandria • Corso Crimea 67 Tel. 0131 445005 Chiuso il mercoledì

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Il recuper Alessandria-Forlì

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MASSIMO TAGGIASCO

Chi ben comincia... La vittoria sulcampo del Milazzo, sebbene piùsofferta del previsto, ha saluta-

to nel modo migliore l’arrivo del nuo-vo patron, Luca Di Masi da Torino.Auguriamo alla nuova proprietà di ri-portare finalmente l’Alessandria aisuccessi degni di una grande, cente-naria storia. È inutile dire, poi, che anoi il presidente tifoso, fotografato con in-dosso la magica sciarpa grigia, può solopiacere... e non poco. Detto questo, ag-giungiamo che l’arrivo della nuova diri-genza ha segnato la fine ingloriosa dellaproprietà alessandrina dell’Orso Grigio: cieravamo fatti molte illusioni, ma, per l’en-nesima volta, l’imprenditoria locale ha di-mostrato di non essere in grado di garantireun futuro alla squadra di calcio cittadina.Senza l’arrivo dell’ennesimo ‘forestiero’ lasocietà avrebbe rischiato l’ennesimo nau-fragio: l’ulteriore riprova che il tessuto eco-nomico cittadino non ha alcun interesseper le sorti dell’Alessandria Calcio. Peccatoche non si riesca a capire che, invece, una

delle poche cose ancora presentabili del-la nostra disgraziata città è propriol’Orso Grigio che, soprattutto perquesto motivo, riesce sempre ad at-

tirare imprenditori esterni. Nonconosciamo ancora i propositi

della nuova società, ma ci au-guriamo che siano svincolatida qualunque legame politi-co: è finito il tempo delle pro-

messe da campagna elettorale,è ora di varare un progetto di pu-

ra e vera imprenditoria calcistica. Itifosi ed il marchio AlessandriaCalcio possono dare ancora molto!Detto questo, non dimentichiamola partita: vincere oggi significa ar-rivare a quota 38 punti, che valgo-no la quarta posizione. Un grazie ai

giocatori che, nonostante tutto,hanno sempre garantito impegnoe volontà. Insomma, il momento

è fondamentale: adesso facciamo sulserio! In un certo senso, inizia un nuo-vo campionato, con rinnovate, grandimotivazioni: tutti al Moccagatta.

Hurrà Grigi!

Quindicinale di calcio... e non solo

di Stef

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Prova e dimostrazione in sede

Un nuovo capitolo di una grande storia

NUOVO

Anno V n.2 Direttore Massimo Taggiasco 7 febbraio 2013

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HURRÀ GRIGI2 anno V n.2

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SQUADRE P G V N P GF GS DR

.

CLASSIFICA

Sono promosse in Prima Divisione le prime due squadre clas-sificate e la vincitrice dei play-off che interessano le squadreclassificatesi dalla terza alla sesta posizione. Vengono retro-cesse in Serie D le ultime tre classificate, le perdenti dei playout tra quart’ultima e quint’ultima e la perdente della sfida trale vincenti dei play out dei due gironi di Seconda Divisione.

PRO PATRIA 44 21 13 5 3 46 23 23

CASTIGLIONE 43 22 12 7 3 27 12 15

SAVONA 41 22 12 5 5 34 19 15

BASSANO VIRTUS 37 22 10 7 5 30 21 9

ALESSANDRIA 35 21 10 5 6 34 20 14

RENATE 35 21 11 2 8 38 30 8

UNIONE VENEZIA 34 22 9 7 6 31 30 1

FORLÌ (-1) 31 20 9 5 6 35 19 16

MANTOVA 31 22 8 7 7 33 36 -3

MONZA (-6) 30 21 9 9 3 30 18 12

VALLÉE D’AOSTE (-1) 24 22 6 7 9 27 39 -12

BELLARIA IGEA 22 22 5 7 10 24 33 -9

SANTARCANGELO 21 21 4 9 8 19 25 -6

GIACOMENSE 21 22 5 6 11 26 35 -9

RIMINI 19 21 3 10 8 21 25 -4

FANO (-1) 17 22 4 6 12 24 41 -17

CASALE (-5) 15 22 4 8 10 24 35 -11

MILAZZO 8 22 0 8 14 15 57 -42

21ª GIORNATASANTARCANGELO ALESSANDRIA 1-1

CASTIGLIONE BASSANO VIRTUS 0-0

FANO ALMA JUVENTUS BELLARIA IGEA 1-0

FORLÌ GIACOMENSE 2-1

RENATE MANTOVA 4-3

PRO PATRIA MILAZZO 5-0

VALLÉE D’AOSTE RIMINI 0-2

MONZA SAVONA 0-0

CASALE UNIONE VENEZIA 2-3

22ª GIORNATAMILAZZO ALESSANDRIA 1-2

GIACOMENSE FANO ALMA JUVENTUS 1-0

BASSANO VIRTUS MANTOVA 2-1

BELLARIA IGEA MONZA 2-2

CASTIGLIONE PRO PATRIA 0-2

UNIONE VENEZIA RENATE 1-0

FORLÌ RIMINI rinv.

SAVONA SANTARCANGELO 0-0

CASALE VALLÉE D'AOSTE 2-3

MARCATORI17 reti Francesco VIRDIS (Savona)

15 reti Massimiliano VARRICCHIO (Giacomense)

14 reti Matteo SERAFINI (Pro Patria)

13 reti Andrea BRIGHENTI (Renate)

Fausto FERRARI (Castiglione)

11 reti Stefano DEL SANTE (Mantova)

Andrea GASBARRONI (Monza)

10 reti Valerio ANASTASI (Santarcangelo)

Sebastian PETRASCU (Forlì)

23ª GIORNATA (17 feb. - ore 14,30)

ALESSANDRIA BASSANO VIRTUS

RIMINI BELLARIA IGEA MARINA

SANTARCANGELO CASALE

MILAZZO CASTIGLIONE

FANO ALMA JUVENTUS FORLÌ

PRO PATRIA GIACOMENSE

MANTOVA SAVONA

MONZA UNIONE VENEZIA

RENATE VALLÉE D'AOSTE

■ Una norma ad hoc per aiutare la nostra città DISSESTATA

■ Più risorse per PENSIONATI, DISOCCUPATI e FAMIGLIE

■ NO ai matrimoni GAY

Basta barrare il simboloInfo338 4692651

STATISTICHE In coda due preoccupanti sconfitte interne consecutive per il Casale

La Pro Patria si prepara alla fugaIn netta risalita l’Unione Venezia

HURRÀ GRIGI 37 feb. 2013 HURRÀ GRIGI

DETTO FUORI DAI DENTI di Mario Bocchio

Luca Di Masi è il felice epilogo della telenovela

Dal rinvio per neve della ga-ra con il Forlì, i Grigi han-no collezionato il pareggio

contro il Santarcangelo e la vitto-ria contro il fanalino di coda Mi-lazzo. Il calendario ha previstodue trasferte e, a dire il vero,quella in Sicilia è stata una parti-ta complessivamente non gioca-ta bene dalla compagine alessan-drina. Ma ad occupare le crona-che, in queste ultime settimane,è stata la trattativa che ha portatoal cambio di proprietà: Gigi Ca-pra (che deteneva il 57,20 percento delle azioni), Valerio Bo-nanno (25), Maurizio Pavignanoe Gisella Villata (entrambi 8,9)hanno passato la mano all’im-prenditore torinese Luca DiMasi, titolare dei negozi Olym-pic. I bene informati fanno nota-re l’amicizia tra lo stesso Di Masied il presidente del Toro UrbanoCairo e lo stretto legame tra la fa-miglia del nuovo patròn dei Grigied il club granata già ai tempi diOrfeo Pianelli.

«Non avrei mai ceduto il clubsenza la garanzia di un piano alungo termine», ha tenuto a pre-cisare Capra, che avrebbe volutoconservare un’esigua percentua-le di azioni, ma che al termine diuna trattativa che ha previsto an-che la sottoscrizione della clau-sola della riservatezza nei con-fronti dell’esterno, ha lasciatotutto nelle mani di Di Masi. Men-tre chiediamo alla nuova pro-prietà la più totale correttezzanella gestione e nei programmi,perché quella grigia è una magliaricca di blasone ma che ha pur-troppo dovuto subìre l’onta dinumerose traversie umilianti, ve-diamo di riassumere una lungatelenovela.

tecniche, ma soprattutto umane,in un calcio che ha ormai persola dimensione sentimentale perdare spazio solo ed esclusiva-mente a personaggi troppo spre-giudicati.

Nel mese di aprile, Rossini eDebernardi se ne vanno e si inse-dia il nuovo C.d.A., composto daCapra, Bonanno, Villata e Pavi-gnano, che viene designato presi-dente.

Tralasciando di parlare delcomplicato discorso dei contratti‘spalmati’ fatti sottoscrivere aigiocatori più quotati, per poichiedere a Cammaroto e compa-gni di ridursi la cifra, lo scorso 13dicembre Capra, rimasto pratica-mente solo, comunica la sua in-tenzione di non voler più investi-re nell’Alessandria: «Se non si tro-veranno soci, proporrò la messain liquidazione del club». E chie-de al direttore sportivo Menegat-ti di attivarsi per vendere i cosid-detti uomini-mercato, quali De-gano, Fanucchi, e Ferretti.

L’8 gennaio, però, incontrandoi tifosi Capra annuncia l’esisten-za della trattativa per la cessionedella società, chiedendo, in virtùproprio della specifica clausola,la necessaria tranquillità per po-ter giungere alla sottoscrizionedel contratto.

bernardi, che sicuramente passe-rà alla storia per essere sinoral’unica donna presidente in cen-t’anni di storia grigia e per esserestata alla guida del club al mo-mento della celebrazione delCentenario. Cosa si cela dietro ilconnubio Rossini-Debernardi,che dopo l’esperienza dell’Ales-sandria li abbiamo visti gironzo-lare attorno a Derthona e Acquiper poi, l’intraprendente avvoca-tessa entrare anche nel Casaleuscendone quasi subito?

Il 28 settembre 2011 viene eso-nerato l’allenatore Alessio De Pe-trillo, persona caratterialmentedebole e tecnicamente pocoadatta alla categoria, che era sta-to chiamato sulla panchina grigiaper condurre la squadra in quellache, a torto anche dagli stessigiocatori, era stata giudicata co-me una necessaria ma facile pas-serella trionfale per un immedia-to ritorno in Prima Divisione. Co-sa che non è avvenuta, ancheperché la ‘rosa’ dell’Alessandria èstata costruita anche e soprattut-

Partiamo dall’epilogo dellascellerata era-Veltroni, con lamancata promozione in B e la re-trocessione in Seconda Divisioneper il calcioscommesse.

Il 23 giugno 2011, davanti alnotaio Mariano, l’Alessandriaevita il fallimento e cambia diproprietà, ma l’intera vicendaannovera tanti interrogativi epunti oscuri. Com’è possibile chei due legali di Veltroni, Rossini eDebernardi, improvvisamentesiano proprio loro che acquista-no il club grigio? Mentre si parladi ipotetici solidi compratori, tracui una catena di alberghi, l’Ales-sandria diventa anche oggetto disquallida strumentalizzazionepolitica, con Rita Rossa che pro-gramma di sfruttare l’Orso Grigioper l’ormai imminente campa-gna elettorale per l’elezione delsindaco della città.

Tutti ci interroghiamo su chi inrealtà abbia garantito la copertu-ra finanziaria, e il 2 agosto Gio-nata Cella lascia la poltrona dipresidente all’avvocato Paola De-

to in maniera disomogenea, qua-si a soddisfare unicamente le esi-genze di procuratori amici diRossini e dello stesso (già, perchéil nostro avvocato opera proprioin questo settore) nel piazzare ipropri assistiti.

Il 18 febbraio 2012, a nostro av-viso, rimane l’unico momento dasalvare dell’intera vicenda, inquanto è la data della partita delCentenario: al ‘Moccagatta’ i Gri-gi battono 2-1 la capolista Riminie non può esserci immagine mi-gliore che quella dell’esultanza diFabio Artico dopo la sua rete. È ilfotogramma genuino di rare virtù

Seconda rete di Luca Mora:

espugnata Milazzo

Corso Roma 85 15121 AlessandriaTel./Fax 0131 267842Registrazione al Tribunale di Alessandria n. 627 del 28 sett. 2009Proprietà Vento Largo di Cinzia AriattiCorso Roma 85 - 15121 Alessandria

Stampa Aga GraficaCorso Carlo Brunet 13 - 12100 CuneoTel. 0171 [email protected]@[email protected]

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CENTENARIO LE PERPLESSITÀ DI MIRKO FERRETTI

Troppi ‘alessandrini’ dimenticatiRavera, Robotti, Dalle Ve-dove, Sogliano, Legnaro,Casone, Manueli, MirkoFerretti, Scarrone, Rivera,Morbello: maglia grigia.Nobili, Griffi, Stella, Maddè,Lesca, Pinato, Gambarini,Ivan Ferretti, Gorrino, Dai-no, Pasino: maglia rossa.Sono due squadre compo-ste da alessandrini che na-hho giocato nei Grigi (Nobi-li lo consideriamo alessan-drino ad honorem!), ex gio-catori che possiamo anco-ra incontrare in giro per la

città. Sono anche più diventidue: in panchina po-trebbero sedersi Arlandi,Pietruzzi, Dagna, Cantone,Briata, Panizza…Nella ricorrenza del cente-nario forse sarebbe statogiusto ricordarli in manieraconcreta, coinvolgendolimaggiormente nei festeg-giamenti: giocatori chehanno dato tanto all’Ales-sandria e che dall’Alessan-dria avrebbero meritatouna maggiore attenzione ericonoscenza.

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HURRÀ GRIGI4 anno V n.2

parti del corpo, soprattutto vicinoallo stomaco. Per fortuna, alcuniVigili del Fuoco mi portarono su-bito in infermeria, facendomiqualche medicazione provviso-ria... A quel punto ero arrivato sinlì, cosa potevo fare? Non ci hopensato su troppo, e pur nonavendo nessun indumento di ri-cambio, mi sono recato lo stessoallo stadio, pur con alcune vistosemacchie di sangue sul vestito!Tutti gli amici tifosi che erano giàentrati restarono a bocca aperta:ci fu chi si spaventò sul serio, an-che se, alla fine, prevalse la volon-tà di sdrammatizzare l’accaduto.Mi ricordo perfettamente unabattuta fatta da Lisetta Sandro-ni, la moglie di uno dei dirigentigrigi di quella squadra: ‘Ma cos’-hai combinato? Sei reduce da unabattaglia con i tifosi della Carra-rese?’»

Una giornata davvero ‘eroica’,in tutti i sensi...

«Una partita indimenticabile!L’ 1-1 strappato ai toscani contutte le nostre forze... il rigore pa-rato da tuo papà Adriano, pro-prio davanti al settore dello sta-dio in cui c’erano tutti i tifosi grigivenuti in massa da Alessandria...Fu una giornata davvero emozio-nante ed interminabile, ancheperchè il dopo-partita fu davvero‘caldo’, con l’invasione di campodei tifosi della Carrarese, letteral-mente infuriati per l’esito dellapartita (il pareggio fu infatti fon-damentale per la promozione inserie C/1, ottenuta una settimanadopo, in casa contro il Pavia,N.d.A.)»

Tutto ciò che tu mi hai descrit-to ci fa capire come, purtroppo, itempi siano davvero cambiati:per una serie di motivi che tutti

Ho avuto il piacere di cono-scere Maurizio Negri pocopiù di un anno fa, quando

sono passato dalla Sede del-l’Alessandria Calcio per avere laTessera del Tifoso. In quel perio-do, Maurizio era la persona che sioccupava proprio delle varie pra-tiche per ricevere la famosa‘card’, necessaria per poter farel’abbonamento annuale e averelibero accesso a tutte le trasferte.Quando ho fornito le mie gene-ralità necessarie per la compila-zione del modulo, il discorso èinevitabilmente scivolato sulla‘mitica’ trasferta di Carrara delgiugno del 1981. Abbiamo volutoiniziare questa intervista proprioda quel bellissimo ricordo...

Allora Maurizio, ci racconti co-s’è successo quel giorno, quandosei arrivato a Carrara con unodei tanti pullman che erano statiallestiti dai tifosi grigi?

«Beh, guarda... Di quella parti-ta a Carrara ho un ricordo indi-menticabile, perché a livello emo-tivo è stata sicuramente la più‘forte’. Quel giorno, sapendo benequali fossero i rischi di quella tra-sferta, insieme all’autista del no-stro pullman avevavamo decisodi lasciare il mezzo in una caser-ma dei Vigili del Fuoco, che era si-tuata non molto lontano dallostadio: da lì in poi avremmo pro-seguito a piedi. Quando io e l’au-tista scendiamo, noto che nellacaserma c’è un cane lupo, appa-rentemente tranquillo: non aven-do paura degli animali, mi vienespontaneo avvicinarmi e farglidue o tre carezze. Dopo aver rin-graziato il Responsabile della Ca-serma della disponibilità, erava-mo praticamente pronti per ini-ziare la marcia di avvicinamentoallo stadio. E sai a quel punto co-s’è successo? Che il cane, inspiega-bilmente, ha iniziato a saltarmiaddosso e a mordermi su varie

NOI ABBIAMO I GRIGI NEL CUORE di Gianmaria Zanier

Quella trasferta a Carraraè stata veramente epica!

conosciamo non ci sono piùquesti ‘esodi’ in trasferta, con lenuove norme tutto è più compli-cato e, salvo alcuni casi, si è unpo’ persa la tradizione di seguirei grigi con questa passione ovun-que...

«Sì, è vero... Ti faccio un altroesempio: sempre in quell’annoeravamo andati in trasferta aLucca, pur sapendo che l’acco-glienza dei tifosi toscani non sa-rebbe certo stata delle migliori. Einfatti fu proprio così, visto chealla fine della partita, ci ritro-vammo con parecchi vetri delpulmann rotti, compreso quelloposteriore: a farla breve, fummocostretti a fare tutto il viaggio diritorno in mezzo alle correntid’aria e al freddo. Ma eravamo lostesso contenti, i grigi avevano ot-tenuto un prezioso pareggio con-tro la forte squadra toscana! (Erainfatti il 16 Novembre del 1980, ela gara terminò appunto con il ri-sultato di 1-1, N.d.A.)»

E la partita di ritorno te la ri-cordi? I grigi vinsero con un pe-rentorio 2-0, e alla fine gli ‘UltrasGrigi’ si presentarono vicino aglispogliatoi, dietro alla tribuna,con una vera e propria bara ros-sonera. Come scrisse giusta-mente ‘Il Gattopardo’ (alias Giu-seppe Zerbino) su ‘Gisette Sport’,quel giorno la tifoseria grigia di-

mostrò ‘un grande senso civico,dimenticando gli incidenti del-l’andata’ e limitandosi a ‘sfogarsicon un ironico funerale alla Luc-chese’.

(Ride di gusto, N.d.A.) «È vero,me lo ricordo anch’io quell’episo-dio! Eh si, una volta nel calcioc’era più spontaneità e uno spiri-to molto più goliardico...»

A questo proposito, mi piace-rebbe parlare un po’ anche dellecoreografie di quegli anni, sem-pre molto spettacolari...

«Guarda, di aneddoti ne avrei acentinaia... Le coreografie veniva-no preparate durante la settima-na e si andava allo stadio anchemolto tempo prima dell’iniziodella partita: ricordo, ad esempio,che c’era lo stratagemma di aprire2 o 3 rotoli di carta igienica, perattaccarli l’uno con l’altro e riav-volgerli poi tutti insieme, perchéfossero molto lunghi. Oppure,verso la fine di ogni anno, anda-vamo alla ricerca di tutte le vec-chie ‘pagine bianche’ e ‘gialle’: erala nostra ‘materia prima’ per po-ter ricavare tutti i quadratini dicarta che venivano distribuiti aitifosi presenti in curva, che liavrebbero poi lanciati in aria almomento della discesa in campodelle squadre. Senza contare che,ogni domenica, non mancavanomai i tamburi, le torce e i fumoge-ni... Ma c’è anche un altro aned-doto che mi fa piacere ricorda-re...»

Quale?«Si tratta di un ricordo molto

particolare, legato alla presenzadelle due grandi trombe che veni-vano suonate in curva. Questo‘marchingegno’ era stato costruitodal Signor Pieroni, che aveva pre-so una grossa scatola di metallo,una batteria da macchina, un ca-vo collegato alle due trombe e uncoperchio per coprire il tutto:puoi immaginarti il peso che po-teva avere! Durante la partita ve-niva attivata dai capi della tifose-ria che rimanevano sulla balau-stra della ‘Torretta’, essendo inquel periodo la curva nord inagi-bile: si, c’era qualcuno un po’ piùscalmanato, ma ti posso garantireche non ho mai ricevuto né unospintone, né cose simili. Era bellovivere tutti insieme la partita egioire per i colori grigi: ma alme-no questo tipo di passione, perfortuna, è rimasta intatta ancoraoggi!»

HURRÀ GRIGI

Giugno 1981, Carrarese-Alessandria 1-1.Giocatori, mister e tifosi esultano a fine partita.

A destra: Adriano Zanier para il rigore a Ottonello

HURRÀ GRIGI 57 feb. 2013

Sarà quindi Luca Di Masil’ennesimo presidente gri-gio di questi ultimi trava-

gliatissimi anni di storia. Arrivada Torino, fa l’imprenditore nelcampo del commercio e dell’ab-bigliamento, gode di buona cre-dibilità dal punto di vista della‘solvibilità economica’ e arrivacon un corredo di buone inten-zioni e di ambiziosi progetti. Ov-vio. Quando si arriva la voglia e idesideri sono sempre quelli:spesso però, nel calcio, i sogninon si concretizzano. Non sarà

così, questa volta. Vogliamo esse-re ottimisti e (incrociando le di-ta) vogliamo sperare che final-mente il mondo grigio possaguardare al futuro con un animolibero da tensioni, dubbi e incer-tezze.

Lo avevamo detto nei numeriscorsi: l’occasione che viene of-ferta dal riordino dei campionatiè ghiotta. Fare bene da qui alla fi-ne del campionato può far aprireporte che potrebbero garantireun futuro insperabile fino a solopoche settimane fa. Ritrovare

PUNTO GRIGIO di Giovanni Mediliano

Benvenuto Di Masi!E buon lavoro…

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«La storia non è di un calciatorema parla di uomini e un pallone.Non conterà chi batterà un rigore,ma chi saprà sognare insieme anoi. Tu l’orgoglio di questa città cheti dona anche l’anima, che ti segui-rà per sempre e ti regalerà un ap-plauso un abbraccio una voce chesi alzerà solo per te. 100 anni dipassione vissuti accanto a te, tralacrime di gioia e dolore per te... Lastoria è anche questa, cosa sei perme? Io non riesco a star senza te».Ho voluto iniziare con le parole del-la canzone ‘La storia è anche que-sta’ dedicata al centenario dei Gri-gi. La nostra storia, il nostro calcio,la nostra passione, il nostro stadio,il nostro nome hanno reso più belloil calcio italiano... di ieri... di oggi...E chissà, magari anche quello didomani! Un altro presidente è en-trato a far parte della nostra fami-glia, sperando ci porti tante soddi-sfazioni, ovviamente molte di più ri-spetto ad alcuni suoi predecessori.

Vogliamo poter sentire la curva tre-mare sotto i nostri piedi a causa deisalti per il coro ‘e chi non salta è diCasale!’ Come ai vecchi tempi. Vo-gliamo che la nostra curva sia ilcuore pulsante di questa squadra,un cuore che non ha mai cessato dibattere, nonostante gli ultimi anni,poco soddisfacenti. Vogliamo che inostri ragazzi giochino sereni, sup-portati dalla società e dai loro tifo-si. Perché Alessandria è una piazzadifficile... se gestita bene si arrivaalla gloria, se gestita male si spro-fonda negli inferi del calcio e del ti-fo. Luca Di Masi, un presidente na-to grigio, perché da quanto diconole voci che circolano in città, il no-stro nuovo patron andava in tra-sferta e cantava a squarcia golacon i supporters ‘99 svariati annifa. Augurandoci un futuro sereno eglorioso con il nuovo presidente,speriamo di avere presto l’onore dicantare e gioire in curva con lui.ADOSS GRISON!

Il giocatore della settimana è: Lu-ca Mora. Centrocampista classe‘88 è arrivato ad Alessandria soloquest’anno, di conseguenza nonpossiamo raccontare molto. Lacarriera del nostro Luca inizia alCastellarano, in Serie D, nella sta-gione 2007-2008. Nella quale di-sputa due bellissime stagioni, di-

ventando l’idolo di tutta la società edi tutti i tifosi. Nel 2009, il suo ta-lento lo porta in seconda divisionegirone A, nel Crociati Noceto, doveresta per due stagioni. Parte perBusto Arsizio, lasciandosi allespalle ben 53 presenze e 4 gol. Co-me ben sappiamo la Pro Patrial’anno scorso ha affrontato il cam-pionato con una grinta immane euno dei ‘gladiatori’ fu proprio luicon 32 presenze ed 1 gol. MisterCusatis, innamorato dal gioco, dal-la freschezza e dalla sicurezza diMora, decide di portarselo con sein Alessandria, per affrontare insie-me al suo fedele terzino Gambaret-ti e il suo braccio destro Oreste Di-donè, questa nuova avventura. Unsincero complimento al nostrocentrocampista per la doppiettache ci ha regalato la vittoria in Sici-lia, su un campo a dir poco imprati-cabile. Bravo Luca!

PARLA L’ORSO di Beatrice Bruno

Il colore della passione

LA TRASFERTA MILAZZO-ALESSANDRIA 1-2

Polifemo non ci spaventa!I Grigi escono dal ‘Grotta Polife-mo’ di Milazzo con tre punti in ta-sca, lo stipendio certo e un po’ diamarezza. Un centinaio di spetta-tori per una delle peggiori trasfertedisputate dai nostri ragazzi in que-sta stagione,che nonostante tuttoriescono a cambiare il risultato diuna partita (su un terreno di giocoimbarazzante) in soli due minuti.Al 16’ ci pensa il capitano dell’ulti-ma in classifica a far volare i sici-liani con un eurogol da fantacalcio.La prima frazione di gioco si con-clude sul risultato di 1-0 e con benpoche emozioni. Si inizia la ripresacon più grinta, ma con il solito di-sordine in difesa e a centrocampo.Ci pensa Luca Mora al 21’ del se-condo tempo a raddrizzare la par-

tita, insaccando la respinta delpreparatissimo portiere del Milaz-zo, ed è 1-1. Dopo solo due minuti,missile dalla distanza sempre delnumero sette grigio che portal’Alessandria in vantaggio. Fanuc-chi, ammonito verso la fine delmatch salterà la partita al Moccacon il Forlì. I Grigi tornano a casa,con tre punti (grazie al cielo!) etanta certezza per quanto riguardala società poiché martedì 29 gen-naio Gianluigi Capra ha ceduto il100% delle quote al neo patron Lu-ca Di Masi. [Beatrice Bruno]

TABELLINO

MILAZZO: Tesoniero, Maggio, Ur-so, Simonetti, Alongi (77’ Giusti),

Strumbo, Morina, Compagno (39’Chiappone, 72’ Prestia), Guerriero,Suriano, Grandi. A disposizione:Durantini, Buzzanca, Giusti, Chiap-pone, D’Amico, Prestia, Trabiglia.All. Tudisco.ALESSANDRIA: Servili, Gambaret-ti, Mazzuoli (92’ Boron), Roselli,Cammaroto, Barbagli, Mora, Ca-ciagli (53’ Tanaglia), Rossi (53’ Fi-liciotto), Degano, Fanucchi. A di-sposizione: Pavanello, Boron, Vi-viani, Menassi, Tanaglia, Filiciotto,Bertocchi. All. G. Cusatis.Reti: 15’ Suriano (M), 66’ e 68’ Mo-ra (A). Ammoniti: 1’ Compagno(M), 74’ Fanucchi (A), 87’ Tanaglia(A), 89’ Giusti (M). Calci d’angolo:6-8. Recupero: 3’ nel primo tempo,4’ nel secondo tempo.

Segni particolari: grigio!

l’Alessandria nel salotto buonodel calcio, grazie al buon lavorodi questi nuovi proprietari, po-trebbe anche essere qualcosa dimolto concreto. Vogliamo creder-ci. Perdiamo l’alessandrinità,tante volte sventolata come unabandiera: purtroppo le leggi eco-nomiche da cui dipendono lesorti del calcio impediscono, og-gi, di vivere esperienze di questotipo, tanto coinvolgenti e roman-tiche ma ben poco arroccate subasi solide. Buon lavoro presi-dente Di Masi, Alessandria è conlei, pronta a battersi al suo fian-co, ma, come sempre fa Alessan-dria, pronta anche a richiamarlaai suoi doveri se ci si rendesseconto che ai buoni propositi nondovessero seguire le... buoneazioni.

La invito solo a una riflessione,legata all’attività del settore gio-vanile. Negli ultimi anni troppevolte si è dovuto ripartire da zero.Ogni volta che si cambiava pa-drone si doveva voltar pagina ericominciare. Senza prospettive.Negli ultimi due anni si è lavora-to tanto, si è lavorato bene. I pri-mi risultati si stanno vedendo inqueste ultime settimane. Sarebbeveramente un peccato azzerarenuovamente tutto. Sono stateposte le basi di un lavoro che var-rebbe la pena di portare avanti.Rivoltare tutto come un guantosarebbe deleterio: valuti con at-tenzione uomini, dirigenti, tecni-ci, giocatori: siamo certi che sco-prirà valori e qualità a cui varrà lapena di confermare la fiducia.

BarStadiodello

Alessandria • Via Vincenzo Bellinisotto la tribuna centrale dello stadio Moccagatta

Aperto tutti i giorni dalle 7,30 alle 20Aperto tutti i giorni dalle 7,30 alle 20

La tua pausa caffè nel tempio del calcio

[Foto www.radiogold.it]

L’auto è invasa dalla musi-ca, il dj mette in onda Sto-rie di tutti i giorni di Ric-

cardo Fogli. Dopo l’incontro,mentre ritorno ad Alessandria,mi metto a riflettere sulle parolee scopro che hanno una sorpren-dente analogia con la vicendache vi stiamo per raccontare. Sto-rie ferme sulle panchine in attesadi un lieto fine. Ed ancora: ungiorno in più che se ne va, unorologio fermo da un’eternità...Ventisette anni è proprio quasiun’eternità e per Teodoro Loren-zo le lancette della sua storia cal-cistica e, in parte inevitabilmenteanche umana, si sono fermate altrentesimo minuto di una partitagiocata il 25 maggio 1986.

Da allora, questo uomo chenonostante giocasse al palloneha voluto a tutti i costi laurearsied oggi è avvocato, cerca di ripri-stinare la verità, anche per ricu-cire uno strappo con la città e i ti-fosi. Un tarlo gli rode dentro e hafinito, in fondo, per condizionareil ricordo della sua carriera spor-tiva. Quando ci siamo sentiti altelefono la sua voce era decisa,ho percepito forte la richiesta dichi vuole finalmente ristabilire laverità. E non ho potuto dire dino. Anche questo fa parte dellastoria centenaria dei Grigi.

A volte è sorprendente comenella vita delle persone certe da-te si ripetano a segnare eventispiacevoli e drammatici.

Classe 1962, figlio della Cala-bria trapiantata a Torino, Loren-zo era un giovane che calcistica-mente stava crescendo nella Ju-ve: prima i Nagc (Nuclei adde-stramento giovani calciatori) poivia via tutte le altre categorie,plasmato dalla mano sapiente diMassimo Pedrale. La Primavera,anticamera della prima squadra,gli aveva già messo gli occhi ad-dosso se non che, nel maggio del1979 ad un torneo ad Abbiate-grasso, la disgrazia lo colpì con lafrattura scomposta del femoredestro. Dovette essere operatoper ben tre volte e anche il medi-co storico bianconero, il dottorFrancesco La Neve, era scetticosu un suo ritorno in campo, tan-to che Giampiero Boniperti, vi-sto che la Juve è una grande fa-miglia che non abbandona nes-suno, si era già interessato peraiutarlo a trovare un’alternativa.Ma la forte tenacia ed il grandeamore per il pallone fecero il mi-racolo, anche se Lorenzo dovette

ricominciare tutto da capo in se-rie D, con il Pinerolo.

Prendeva il pullman per recarsiagli allenamenti, sempre serali,ritornando nella notte per poi almattino andare a scuola. Un im-mane sacrificio, sempre con lasensibilità di non gravare sullafamiglia.

Poi avvenne il trasferimento,sempre in D, ad Ivrea: fu qui chesi crearono i presupposti per ilsuccessivo trasferimento ad Ales-sandria, vista la presenza dei fra-telli Calleri. Ben presto Lorenzodivenne un beniamino della tifo-seria dello stadio ‘Pistoni’, al fian-co di un esperto giocatore qualeCalloni.

Quando gli stessi Calleri, Gian-marco e Giorgio, compraronol’Alessandria anche Lorenzo fuchiamato a vestire la maglia gri-gia. La stagione 1983-1984 partìcon Mirko Ferretti in panchina,arrivarono rinforzi di qualità,giovani emergenti come Fratena,Sgarbossa, Marangon e Pagano,ed esperti come Salvadori, Ma-nueli e Perego. La partenza futroppo lenta e due pareggi senzagol costarono il posto a Ferretti.Al suo posto Natalino Fossati,che entrò in rotta di collisioneproprio con Lorenzo, al qualepreferì Perego. «Il fallimento delQuartu Sant’Elena rivoluzionò laclassifica e a beneficiarne ful’Asti, che si trovò con due puntiin più rispetto a noi», ricorda Lo-renzo, che in totale collezionò 9presenze e 1 gol (segnato a Car-bonia) in campionato; e 8 pre-senze con zero reti in Coppa Ita-lia.

Stagione successiva: «Feci tuttala preparazione con i Grigi, dovenel frattempo era arrivato CiccioMarescalco. Ma l’allenatore Mari,che sarebbe poi stato esonerato,mi disse chiaramente che avreifatto la riserva e io non accettai.La gentilezza e la totale disponi-bilità nei miei confronti dell’Or-bassano, ancora serie D, fecero inmodo da convincermi ad essereceduto in prestito, anche se il Ca-sale mi voleva a tutti i costi. E sa-pete perché non ho indossatoquella maglia? Perché non mi eroaccordato con il segretario suirimborsi per i viaggi in treno.Quando lo venne a sapere il presi-dente Cerutti andò su tutte le fu-rie, ma io avevo già dato la miaparola ai dirigenti dell’Orbassa-no».

Ancora la canzone di Fogli:parla di un amore che non ègrande come si vorrebbe. E quel-lo tra l’Orso Grigio e Lorenzo èstata una passione, che non hapotuto diventare amore corrispo-sto solo per un gesto. Che è di-ventato una notte che non fini-sce mai.

Stagione 1985-’86, l’Alessan-dria disputa il quinto campiona-to di serie C2 della sua storia. Lastagione inizia in modo travaglia-to a causa dell’abbandono diGianmarco Calleri, la squadra so-pravvive grazie all’impegno diuna finanziaria toscana che facapo al presidente della MasseseDomenico Bertoneri, e può di-sputare un nuovo ed insperatocampionato di vertice, senza pe-rò riuscire ad ottenere la promo-zione.

«Presto capolista, la nostrasquadra allenata duo Tagnin-Co-lombo, pagò lo scarso feeling conla vittoria - sottolinea Lorenzo -,

malgrado l’imbattibilità inizialein campionato si fosse prolungatasino al 16 febbraio e nonostantel’inviolabilità della porta del‘Moccagatta’, incappammo trop-pe volte in pareggi che, nel gironedi ritorno, costarono i sorpassi diSpezia e Lucchese».

Con davanti un futuro societa-rio incerto (l’interesse ventilatodal patròn della Cairese CesareBrin, quello che sarebbe poi sta-to assassinato dalla Guerinoni,non portò mai a trattative con-crete per la cessione del sodali-zio) la squadra andò a perdere leultime due decisive gare di cam-pionato.

Tuttavia disse Tagnin: «Se aves-simo tentato di costruirla in que-sto modo, non ci saremmo riusciticosì bene». Quando cadde il Per-gocrema, i Grigi rimasero i soliimbattuti delle 144 squadre pro-fessioniste.

«Siamo partiti pensando allasalvezza - non ha dimenticato ilcapitano Giancarlo Camolese - eci trovammo inaspettatamente intesta, ma i problemi non finirono.La squadra infatti faceva fatica apercepire gli stipendi ed i premi,ciò nonostante l’entusiasmo deigiocatori non mancò mai. Ci av-viciniamo all’epilogo. Contro laforte Entella la rete di Lorenzo(splendida e limpida per esecu-zione) non venne convalidatadall’arbitro Manfredini. La gara

finì 0-0 e alla fine ci fu il tentativodi invasione di campo. L’arbitrovenne assediato per più di due orenegli spogliatoi e venne pure pre-so a sassate il pullman del club li-gure».

Una frase di Fogli è impietosaalle orecchie di Lorenzo: amiciche cambiano strada se li saluti.E lui, in tutti questi anni, ha sem-pre deciso di ritornare ad Ales-sandria da solo, quasi in incogni-to, per rivedere i luoghi di quelsuo spicchio di esistenza, ma so-prattutto per recarsi fuori dal‘Moccagatta’, lato curva Nord. Perchiedersi: «Perché tutto questo?».

Ancora maggio, domenica 25dell’anno 1986: è il 30’ del primotempo della partita Alessandria-Torres, Lorenzo fa autogol da-vanti a seimila spettatori che cer-cano di spingere i Grigi in C1, vi-sto che è la penultima giornata el’Alessandria è seconda in classi-fica davanti allo Spezia.

«Da quell’istante ho avuto an-ch’io la mia lettera scarlatta inci-sa sulla pelle, ero segnato persempre; non ero più il giovane ta-lento ma sono diventato per tutti‘quello dell’autogol contro la Tor-res’, il responsabile della mancatapromozione in C1 - confessa Lo-renzo -. È stata una grande soffe-renza per me, acuita dalla consa-pevolezza di non avere alcunacolpa, né sull’esito finale del cam-pionato né sull’azione dell’auto-

HURRÀ GRIGI anno V n.26

L’ORSO GRIGIO RACCONTA di Mario Bocchio

LORENZO Non fui io responsabiledi quel maledetto autogol

In esclusiva il protagonista di

Alessandria-Torresdel 1986, vittima

di una grande ingiustizia

1 Lorenzo nell’Ivrea 1982-’83. Il primo in piedi, partendo da sinistra, è Calloni. 2 1983-’84, l’Alessandria che sconfis-se il Derthona in Coppa Italia. In piedi, da sinistra: Salvadori, Lorenzo, Cavaglià, Carraro, Gregucci. Accosciati: Ma-rangon, Manueli, Fratena, Camolese, Scarrone e Rastelli. 3 La rosa dell’Alessandria 1985-’86. Prima fila in alto, da si-nistra: Quaglia, Panizza, Gregucci, Carraro, Caracciolo, Moro, Beccari. Seconda fila al centro: Sgarbossa, Torti, l’alle-natore Colombo, il massaggiatore Viganò, l’allenatore Tagnin, Lorenzo, Marchetti. Terza fila: Ferrarese, Manueli, Bria-ta, Camolese, Magagnini, Frara e Mocellin. 4 Il gol annullato contro l’Entella scatenò il Moccagatta. Lorenzo, fuoriquadro, ha segnato con un grande tiro, ma il guardalinee ha segnalato una presunta irregolarità di Frara, ininfluenteai fini della realizzazione. 5 Teodoro Rino Lorenzo in maglia grigia. 6 L’autogol di Lorenzo contro la Torres.

1

Alessandria-Torres 0-1

25 maggio 1986Trentatreesima giornata

Alessandria: Carraro, Moro, Gre-gucci, Magagnini, Lorenzo, Carac-ciolo, Briata (Sgarbossa dal 65’),Manueli (Valeri dal 46’), Mocellin,Camolese, Marchetti G.C.. A di-sposizione: Beccari, Panizza, Fer-rarese. All.: Tagnin-Colombo.Torres: Ruiu, Tamponi, Cariola,Dossena, Serra, Nuti, Tolu (Tom-maso dal 78’), Virgilio, Folli (Or-lando dal 69’), Giacalone, Ennas.A disposizione: Minguzzi, Mani-chedda. All.: Lombardi.Arbitro: Schiavon di PadovaMarcatore: Lorenzo (A) autoreteal 30’Note: espulso per doppia ammo-nizione Giacalone al 64’ (Torres).Ammoniti: Caracciolo dell’Ales-sandria; Folli, Orlando, Tamponi eGiacalone della Torres.Spettatori: 6.000 circa di cui pa-ganti 4.977 per un incasso di Lire43.511.000.Risultati avversarie dirette: Civitavecchia-Lucchese 0-1Montevarchi-Spezia 0-0Pistoiese-Derthona 1-1Vogherese-Entella 0-0Classifica prime posizioniLucchese 44, Spezia 42, Alessan-dria 41, Pistoiese 40, Entella 39

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HURRÀ GRIGI 77 feb. 2013

L’ANGOLO DEL DIALETTOdi Luciano Olivieri

Dietro ai vetri della mia finestraguardo le tegole di questa città. Mi sembra di sentire profumo di minestra come una volta per le sue strade. Tanti tetti sono rifatti, altra gente è arrivata, ma nel cuore la mia città mai un momento l’ho dimenticata. Non è più lei, lo sappiamo già, l'Alessandria dei tempi passati. L'Alessandria degli Alessandrini, delle ‘borsaline’dei bei giardini. Con le rive di Bormida e di Tanaro.Quanti ricordi di quei begli anni! Parlavamo e ci capivamo, si polemizzava e poi si rideva. Con una tazza di vino buono, mettevamo finealle discussioni. Non ce ne sono più di Alessandrini! Sono spariti pian pianino. Poco per volta hanno lasciato, con un nodo in gola la loro città. Poco per volta e con un peso su cuore ci togliamo dai ...bastioni!!

Drera ai vederdla me fnestra a uard i cup di sta sità um smea ad senti profum d’amnestra cme ‘na vota per el so strà. Tancia tëcc i son arfac, atra gent a l’è rivaia,ma an tal cor la me sità mai in mument a l’ho smentiaia. A l’è pü lèal suma za la Lisandria di temp pasà la Lisandria di Lisandren del bursaleini di bei giarden. Con el rivi ad Burmia e ad Tani. Quancia ricord ad cui bei ani! A parlavu e as capivu a ciucavu e po ariivu. Con ‘na tasaad ven bon a sanavu el discusion. Ui n’aiè pu ad Lisandren! I son sparìpian pianen. Poc per vota ian lasà con in grup la so sità. Poc per vota e col magon as gavuma dai ...bastion!!

I lisandreni sna van

Gli alessandrini se ne vanno

di fuori della tua porta (a causa,si ribadisce, della tua errata posi-zione), non ti devi buttare; corriledietro e cerca di recuperarla, ma-gari con una scivolata con i piediper allontanarla dalla porta», si èsempre detto in tutti questi anniLorenzo.

La palla ha attraversato tutto lospecchio e si è infilata rotolandolentamente vicino al palo di sini-stra, di destra guardando la foto-grafia.

L’immagine rende evidente latotale assenza di responsabilitàdi Lorenzo. Che conclude: «Per-petuando l’ingiustizia si offendenon solo la mia storia personale,ma anche quella dell’intera Ales-sandria. Se la storia è un organi-smo vivo, un falso è un virus chefinisce con l’infettare l’intero or-ganismo. Se c’è un falso nella vi-cenda storica, in ogni vicenda sto-rica, va ristabilita la verità. E nonimporta quando ma bisogna far-lo. Galilei fu riabilitato dallaChiesa quattrocento anni dopo.Sono stato condannato al rogosenza colpa e chiedo un atto digiustizia. È la mia vita e non civoglio scherzare sopra».

E Teodoro Lorenzo (l’anagraferiporta anche il nome Rino) vuo-le che quell’orologio riprenda acorrere partendo da quel mo-mento, quando per lui la carrieracalcistica e, in fondo anche la vi-ta non sono mai più state comeprima. Vuole che quell’episodiodiventi finalmente un anello difumo dimenticato da rumori del-la città. Per ritrovarsi. Lui, uomosenza trionfi, ma anche senzagrossi pesi sulla coscienza.

«Rispetto a tanti drammi che lavita riserva a molti - ha volutoprecisare -, io sono stato e sonofortunato. Sono arrivato a laure-armi, fare l’avvocato da 15 anni,ho pubblicato tre libri, mi sonosposato e sono padre di due figli.Sono trionfi ben più importantidi quelli calcistici. Ribadisco soloche ho disputato 80 partite con iGrigi e che non mi va di essere ri-cordato solo per meno di un mi-nuto. Amo Alessandria e voglioche i tifosi mi ricordino con sim-patia. Tutto qui».

Renato Carraro, il nostro portie-re».

Abbiamo recuperato proprio lafotografia di quell’infausto istan-te. Su un lancio degli avversariLorenzo scatta insieme ad ungiocatore della Torres, lo anticipae poi, di esterno destro, appoggiaindietro la palla. Nella foto non sivede Lorenzo, che è sulla sinistra,in posizione laterale e abbastan-za lontano dalla porta.

Osserviamo il portiere: è com-pletamente fuori posizione. Laporta è interamente sguarnita.Lui avrebbe dovuto stare in por-ta. Lorenzo, pressato dall’avver-sario, ha passato indietro il pallo-ne dove sapeva esserci il portiere.Ma lui non era a protezione dellaporta; era fuori dai pali, parec-chio fuori. Nella foto lo si vede intuffo. Guardate allora le sue gam-be e immaginatelo in piedi primadel retropassaggio di Lorenzo edel suo tuffo. Praticamente era incurva con i tifosi.

«Non si capisce poi perché ab-bia dovuto buttarsi. Se vedi che lapalla ti sta passando davanti, al

gol. Siamo andati sotto di un golal 30’ del primo tempo, non all’ul-timo minuto del secondo; c’eratutto il tempo per raddrizzare lapartita. E comunque, anche dopola sconfitta eravamo ancora inpiena promozione. Se avessimovinto l’ultima partita contro ilPontedera di Marcello Lippiavremmo fatto lo spareggio con loSpezia, invece la perdemmo».

Poi lo sfogo liberatorio, chechiede giustizia: «I chiodi dellamia crocifissione hanno conti-nuato a fare male per tutti questianni e nonostante il tempo tra-scorso nessuno ha dimenticato eio continuo ad essere ‘quello del-l’autogol contro la Torres’. Adessodico basta. Sono moralmente ob-bligato a difendere la mia storiacalcistica ed il mio nome, nonposso più passarci sopra. Certo, ilpassato non si può modificare,ma la verità non ha tempo ed èun dovere di tutti inseguirla eriaffermarla, in ogni settore dellavita. Allora vi dico che io in quel-l’autogol non ho alcuna respon-sabilità; la colpa è stata tutta di

Teodoro Lorenzo nel suo studio di avvocato

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CLASSIFICA SERIE B-C ALTA ITALIA 1945-46

SQUADRA PT G V N P GF GSALESSANDRIA (B) 30 22 13 4 5 42 19VIGEVANO (C) 30 22 12 6 4 26 13PRO VERCELLI 27 22 11 5 6 32 23PIACENZA 26 22 12 2 8 44 36NOVARA 24 22 9 6 7 23 15CASALE 24 22 10 4 8 35 27BIELLESE 21 22 8 5 9 31 28VOGHERESE 21 22 7 7 8 31 33SESTRESE 20 22 8 4 10 30 40SAVONA 17 22 6 5 11 28 39AUSONIA LA SPEZIA 12 22 3 6 13 14 38CUNEO 12 22 4 4 14 18 43

HURRÀ GRIGI8 anno V n.21ª

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ANDATA RITORNO

14 OTT. 1945 20 GEN. 19460-0 AUSONIA - CUNEO 2-32-1 CASALE - BIELLESE 1-10-0 NOVARA - ALESSANDRIA 0-2

Frugali, Rampini 7-2 PIACENZA - VOGHERESE 0-30-3 SAVONA - SESTRESE 2-11-1 VIGEVANO - PRO VERCELLI 1-2

21 OTT. 1945 27 GEN. 19461-0 ALESSANDRIA - SAVONA 0-2Stradella1-2 BIELLESE - AUSONIA 1-04-0 CUNEO - PIACENZA 0-72-0 PRO VERCELLI - NOVARA 0-12-2 SESTRESE - CASALE 1-80-0 VOGHERESE - VIGEVANO 0-1

21 OTT. 1945 3 FEB. 19461-0 AUSONIA - PRO VERCELLI 0-13-0 CASALE - CUNEO 0-23-0 NOVARA - SAVONA 1-12-5 PIACENZA - ALESSANDRIA 3-2Stradella (3), Frugali (2) Stradella, A. Rosso3-1 VIGEVANO - BIELLESE 0-02-2 VOGHERESE - SESTRESE 0-4

4 NOV. 1945 10 FEB. 19468-0 ALESSANDRIA - AUSONIA 0-0E. Rosso (2), Stradella (2), Frugali, Rampini (2), A. Rosso4-0 BIELLESE - PIACENZA 2-11-1 CUNEO - NOVARA 0-01-1 PRO VERCELLI - VOGHERESE 1-13-0 SAVONA - CASALE 1-41-0 SESTRESE - VIGEVANO 0-2

18 NOV. 1945 17 FEB. 19461-0 AUSONIA - SESTRESE 1-21-1 CASALE - PRO VERCELLI 1-11-0 NOVARA - BIELLESE 0-11-0 PIACENZA - SAVONA 2-12-2 VIGEVANO - ALESSANDRIA 0-1A. Rosso, Stradella A. Rosso4-0 VOGHERESE - CUNEO 2-1

25 NOV. 1945 24 FEB. 19461-2 ALESSANDRIA - CASALE 1-2Stradella Arezzi3-0 BIELLESE - VOGHERESE 0-40-1 CUNEO - VIGEVANO 0-32-1 PRO VERCELLI - PIACENZA 0-12-2 SAVONA - AUSONIA 0-01-0 SESTRESE - NOVARA 1-4

2 DIC. 1945 3 MAR. 19462-1 ALESSANDRIA - BIELLESE 0-0Rampini, A. Rosso 0-1 AUSONIA - NOVARA 0-40-1 CASALE - VIGEVANO 0-16-1 PIACENZA - SESTRESE 1-14-1 PRO VERCELLI - CUNEO 2-02-0 VOGHERESE - SAVONA 1-1

Il Campionato di serie B-CAlta Italia 1945-’46 fu ilprimo torneo di seconda

categoria disputato in Italiadopo la Seconda guerramondiale; per consuetudine,considerata la partecipazio-ne al torneo delle sole squa-dre del Nord del Paese el’ammissione di club prove-nienti dalla serie C, non èconsiderato statisticamenterilevante pur comparendoregolarmente negli albid’oro. Dopo due anni di stop,con i confini orientali accor-ciati fino a Trieste, i collega-menti tra Nord e Sud Italiacomplicati da gravissime dif-ficoltà logistiche, e tutto ilSettentrione sotto occupa-zione militare alleata, il cam-pionato cadetto provò a ri-partire con un torneo che in-teressò solo le squadre di se-rie B provenienti da città set-tentrionali, a cui si aggiunse-ro le migliori società di C in-dividuate dalla Federazione,in quanto le squadre del Sudparteciparono al Campiona-to Misto Bassa Italia. Il dise-gno generale del torneo fudefinito alla presenza delcommissario Giovanni Mau-ro nell’assemblea federale diNovara del 31 luglio, nel cor-so della quale si fecero senti-re i dirigenti delle poche so-cietà di C presenti le quali,essendo le più ricche e le mi-gliori della categoria, feceropassare il proprio progetto diaggregare le proprie squadrealle formazioni cadette in ungruppo misto. Si procedettequindi nel senso di privile-giare i sodalizi classificatisinei primi quattro posti deigironi settentrionali della Cconclusasi nel 1943: tali ospi-ti avrebbero mantenuto co-munque la loro categoria dimerito quale risultante nel1943, a meno che non si fos-sero qualificati alle finali, al-lorché avrebbero visto il pro-prio titolo sportivo promossoal rango cadetto per il 1946.Nel mese di agosto la LegaNazionale Alta Italia presie-duta dal milanista Piero Pe-droni dovette poi affrontare ivari casi particolari. Il più si-gnificativo fu quello della ri-sorgente US Milanese allaquale fu offerto il posto delladefunta Fiumana, per favori-re la quale i fascisti avevanodecretato la soppressionedell’U.S.M. nel 1928: dopoquasi vent’anni, la scommes-sa dei vecchi dirigenti mene-ghini si rivelò però troppoazzardata, e il tentativo di re-surrezione non potè che es-sere abortito, lasciando spa-zio al Trento in rappresen-tanza di un’altra regione sul-

1 Alessandria, 7 luglio 1946: l’apoteosi finale, i Grigi tornano in serie A.Il giocatore in primo piano è Gigi Cassano. Si notano pure il massaggia-tore Bo (in tuta) e due supertifosi: Muti (vicino allo stendardo dell’OrsoGrigio) e Mario Balza (dietro a Gigi). 2 Formazione del ‘Grand dì’ (ritornodell’Alessandria in Serie A): il 7 luglio 1946. In piedi da sinistra: Vitto,Miglio, Cassano, Arezzi, Rosso, Bassi, Stradella, Pietruzzi, Frugali, Ram-pini, Pietrasanta (con il pallone). 3 Un bel primo piano di Gigi Cassano.La foto ne riporta anche l’autografo. 4 L’Alessandria 1945-’46, promos-sa in serie A. In piedi, da sinistra: Cattaneo (allenatore), Frugali, RossoI, Arezzi, Cassano, Stradella, Rosso II, Diamante, Bo (massaggiatore).Accosciati: Bassi, Vitto, Rampini, Ellena. 5 Sergio Rampini, ‘L’ acrobata’.6 Anno 1946, Gino Armano con la maglia dell’Alessandria. Dietro di luisi scorgono con la casacca grigia Lushta e Pietruzzi. 7 Ancora una for-mazione dell’Alessandria 1945-’46.

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L’ORSO GRIGIO RACCONTA di

Il ‘Grala quale la sovranità italianaera tutt’altro che salda. InLombardia il Varese dovettechiamarsi fuori per un altroanno avendo il proprio sta-dio bombardato, e fu sosti-tuito dal prospero Seregno.Diedero forfait anche il 94ºReparto di Trieste e la Nove-se, al cui posto subentraronoCesena e Piacenza. Fu infinepiuttosto confuso il caso-Spezia: la società ligure, chevide respinta la richiesta diessere ammessa alla serie Ain conseguenza dei risultatiottenuti al termine dei cam-pionati di serie B 1942-’43(sesto posto) e Alta Italia1943-’44 (primo posto asso-luto del G.S. 42º Corpo Vigilidel Fuoco), scelse per esigen-ze contingenti e per protestadi prendere parte al campio-nato regionale lasciando lacittà rappresentata della se-conda squadra comunale,l’Ausonia 1919, mentre rien-trava la Vogherese. Le 36squadre furono divise in tregironi all’italiana; le primedue classificate di ogni giro-ne sarebbero state ammesseal torneo finale, che raggrup-pava sei squadre e avrebbegarantito una promozione inserie A per la vincitrice e ildiritto alla cadetteria per lealtre. Solo a stagione in corsosi decise infatti di largheggia-re condannando solamentetre club, quelli che si sareb-bero classificati ultimi nellafase preliminare, alla retro-cessione. Seri grattacapi fu-rono provocati dal campani-lismo e dalla rivalità tra le ti-foserie che, represse sotto ilfascismo, riesplosero violen-temente in molte occasioni:il 3 febbraio, ad Alessandria,dopo la sconfitta interna del-la squadra di casa contro ilPiacenza, l’arbitro poté usci-re dallo stadio solamentedentro un’autoblinda. Nel gi-rone A la partenza sorrise al-l’Alessandria, che si scrollòpresto di dosso le neofite Cu-neo, Ausonia e Sestrese (tuttequante relegate sul fondo altermine), tentò la fuga e vin-se assieme al Vigevano la lot-ta a tre con la Pro Vercelligrazie alla vittoria nello scon-tro diretto del 24 marzo. Nelgirone B non fu mai in dub-bio il passaggio della Cremo-nese, mentre la Pro Patria eb-be la meglio sul Lecco nelrush finale. Nel girone C lalotta fu più aspra, con il Par-ma rimontato e beffato a unpasso dal traguardo dal Pa-dova e dal grande ritornodella Reggiana. Retrocesseroil Cuneo, il Trento e il Paniga-le. Nel girone finale il predo-minio dell’Alessandria fu in-

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9 DIC. 1945 10 MAR. 19461-1 AUSONIA - VOGHERESE 0-40-4 BIELLESE - PRO VERCELLI 0-13-4 CUNEO - SAVONA 0-12-1 NOVARA - CASALE 0-11-0 SESTRESE - ALESSANDRIA 1-2

Rampini, Arezzi 1-0 VIGEVANO - PIACENZA 0-4

16 DIC. 1945 17 MAR. 19465-0 ALESSANDRIA - VOGHERESE 2-1A. Rosso, Stradella (2), Arezzi, A. RossoRampini, Gazzeri (aut.)1-0 CASALE - AUSONIA 1-00-0 CUNEO - BIELLESE 0-42-1 PIACENZA - NOVARA 1-33-2 PRO VERCELLI - SESTRESE 1-01-1 SAVONA - VIGEVANO 1-2

23 DIC. 1945 24 MAR. 19464-1 ALESSANDRIA - PRO VERCELLI 1-0Vitto, Arezzi, A. RossoStradella, Rampini2-2 AUSONIA - PIACENZA 0-10-0 NOVARA - VIGEVANO 0-11-4 SAVONA - BIELLESE 2-42-1 SESTRESE - CUNEO 0-12-1 VOGHERESE - CASALE 1-2

30 DIC. 1945 31 MAR. 19461-1 BIELLESE - SESTRESE 2-30-1 CUNEO - ALESSANDRIA 1-2Bassi Stradella, Pietruzzi 4-2 PIACENZA - CASALE 1-04-1 PRO VERCELLI - SAVONA 0-42-1 VIGEVANO - AUSONIA 3-10-1 VOGHERESE - NOVARA 0-0

ANDATA RITORNO

28 APR. 1946 9 GIU. 19466-2 ALESSANDRIA - PADOVA 2-0A. Rosso (3), Arezzi (2), a tavolinoStradella0-0 PRO PATRIA - CREMONESE 0-12-0 VIGEVANO - REGGIANA 1-2

5 MAG. 1946 16 GIU. 19460-0 CREMONESE - ALESSANDRIA 0-1

Stradella1-1 PADOVA - VIGEVANO 1-00-0 REGGIANA - PRO PATRIA 0-1

12 MAG. 1946 23 GIU. 19462-1 CREMONESE - REGGIANA 0-33-1 PRO PATRIA - PADOVA 4-11-3 VIGEVANO - ALESSANDRIA 0-2Bassi, Armano, A. Rosso Rampini, Stradella

19 MAG. 1946 29 GIU. 19461-0 ALESSANDRIA - PRO PATRIA 1-2A. Rosso Stradella2-0 PADOVA - REGGIANA 0-12-0 VIGEVANO - CREMONESE 3-2

26 MAG. 1946 7 LUG. 19462-1 CREMONESE - PADOVA 0-10-0 PRO PATRIA - VIGEVANO 0-11-0 REGGIANA - ALESSANDRIA 0-5

Frugali, Rampini (2), A. Rosso, Arezzi

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in generale, la sospirata pro-mozione fu soprattutto operadel reparto avanzato: Stra-della cannoniere con 17 reti,Rosso, arrivato a quota 16, e‘L’Acrobata’ Rampini, con 11segnature. I tre contribuiro-no al bottino totale di 63 retisegnate dall’Alessandria tracampionato e girone finale.L’Alessandria si guadagnòl’appellativo di ‘squadra delfango’, perché composta dagiocatori prestanti atletica-mente, seppe dominare gliavversari lottando sino all’ul-timo. Allora il terreno del‘Moccagatta’ era veramenteterribile nel periodo autun-no-primavera, fango e ghiac-cio erano il dodicesimo uo-mo in campo per i Grigi.

Il giocatore-simbolo,il ‘Cavaliere’ Cassano

Gigi Cassano è la miticaleggenda di Litta Parodi. Pertutto il calcio italiano era ‘ilCavaliere’. Iniziò a giocare nelSavoia fin da piccolo e si af-fermò definitivamente nellasquadra Under 17. Nel 1937,sotto l’egida di Baloncieri,passò nelle giovanili dell’U.S.Milanese: iniziò così la folgo-rante ascesa del ‘Cavaliere’.Dopo tre anni al Napoli sitrasferì a Torino dove vinse ilprimo scudetto dei cinqueconquistati dal Grande Tori-no nella stagione (1942-’43).Nel dopoguerra giocò conl’Alessandria, con cui vinse,appunto, il campionato1945-’46. Morì durante il pe-riodo di militanza alla Sam-pdoria, per un attacco di tifoche fece seguito a un’ infe-zione da cozze avariate inge-rite durante la trasferta diBari (11 gennaio 1948), suaultima partita. Aveva 27 anni.Autentico figlio della terramandrogna, di Cassano si ri-corda un episodio che la dicelunga: giunto allo stadio‘Moccagatta’ per la partitadomenicale dei Grigi, neglispogliatoi si accorse di averperso il portafogli. Mancavaun’ora all’inizio delle ostilitàe lui cosa fece? Tornò indie-tro a cercarlo e lo trovò. Poiscese regolarmente in cam-po. Nel 2005, su propostadell’allora Consigliere dellaCircoscrizione ‘Fraschetta’Pier Renzo Bocchio, il Comu-ne di Alessandria ha dedicatouna via di Litta Parodi pro-prio al grande campione GigiCassano, provvedendo altresìad apporre una targa che ri-corda alle giovani generazio-ni le sue gesta sportive, pagi-ne di autentico valore chedovranno mai essere dimen-ticate.

PRESIDENTE Giuseppe BENZI. VICEPRESIDENTI G. CROTTI,Giuseppe MOCCAGATTA. CONSIGLIERI E. LANZAVECCHIA, V. MA-RANZANA, Piero MELCHIONNI, Giovanni Battista RANGONE, A. RI-GONI, M. RONCALI. SEGRETARIO Enrico DERICCI. ALLENATO-RE Mario SPERONE. ALLENATORE IN SECONDA Renato CATTA-NEO. COLLABORATORE TECNICO Bruno MAZZIA (dal 17 mag-gio). RESPONSABILE AREA SANITARIA C. VILLA. MASSAG-GIATORE BO. LA ROSA PORTIERI Luigi DIAMANTE, Pietro MI-GLIO. DIFENSORI Angelo BORGOGNO, Luigi CASSANO, Piero PIE-TRASANTA, Erminio ROSSO, Luigi VITTO. CENTROCAMPISTI Giu-seppe AREZZI, Gino ARMANO, Luigi BASSI, Giacinto ELLENA, FabioFRUGALI, Mario PIETRUZZI, Mario POCHETTINI, Sergio RAMPI-NI, Rotino ROTA. ATTACCANTI Carlo GARBARINO, Livio MACCA-RINO, Angelo ROSSO.

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Mario Bocchio

an dì’

CLASSIFICA DEL GIRONE FINALE

SQUADRA PT G V N P GF GSALESSANDRIA 15 10 7 1 2 21 6PRO PATRIA 11 10 4 3 3 10 6VIGEVANO 10 10 4 2 4 11 11REGGIANA 9 10 4 1 5 8 13CREMONESE 8 10 3 2 5 7 12PADOVA 7 10 3 1 6 10 19

discusso. I Grigi guadagnaro-no presto la vetta solitaria e,nel decisivo girone di ritorno,tarparono le ali a ogni aspira-zione di promozione delle ri-vali, riguadagnando la massi-ma serie dopo nove annid’assenza.

Quei Grigi che seppero ritornare grandi

Il Grand dì è il giorno in cuil’Orso Grigio batte la Reggia-na e ritorna in A. Nella squa-dra giocano Mario Pietruzzi eGigi Cassano. Ma c’è spazioper le imprese dell’ ‘Acroba-ta’, Sergio Rampini, le cui do-ti nello stacco di testa e nel-l’abilità nel fare i gol spicca-no soprattutto nel fango,perché è sul campo pesanteche la squadra si trasforma.Alcuni incidenti, oltre che aBiella e Busto Arsizio, nelcorso di quel campionato siverificarono anche ad Ales-sandria, dove il 3 febbraio1946, come detto, al terminedella gara casalinga persa per2 a 3 contro il Piacenza, lapolizia fu costretta a chiama-re due autoblinde per sedarele intemperanze della tifose-ria alessandrina, che si erascagliata contro il direttore digara. Va citato anche GinettoArmano, che diventerà poicapitano dell’Inter e che è ri-cordato per essere la primaala tornante del calcio italia-no. Come detto, alla fine delcampionato 1945-’46 l’Ales-sandria risalì in Serie A doponove anni. Artefice di questariscossa fu il presidente Giu-seppe Benzi, un vero sporti-vo che con le sue doti di affa-bilità e di umanità riuscì aplasmare e a infondere neigiocatori la voglia e la fiduciadi lottare e di fare gruppounito. Ad allenare la squadravenne chiamato Renato Cat-taneo ‘Ciaplen’, vecchia glo-ria del calcio alessandrino,che però nel finale venne li-cenziato, forse a torto, e so-stituito da Mario Sperone. Lasquadra che primeggiò inquel campionato era cosìcomposta: Diamante in por-ta, cui si alternò in qualchepartita il valido Miglio; Pie-trasanta e Cassano, gli irridu-cibili terzini; in mediana Vit-to, Arezzi, Ellena e Pietruzzicostituirono un cardine insu-perabile; l’attacco era invececomposto da Rosso II, Bassi,Stradella, Rampini e Frugali edall’ allora promessa GinoArmano. Le avversarie chepiù impensierirono i Griginel campionato di serie mi-sta B-C furono Vigevano, ProVercelli e Piacenza. Meritooltre che di tutta la squadra

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HURRÀ GRIGI10 anno V n.2

re aggiunto, perché con quella vitto-ria l’Alessandria ha avuto la certez-za matematica di disputare i play-off».

In questi anni ti sarà capitato diincrociare molti tuoi ex compagnigrigi: basti pensare all’Empoli diMister Sarri, con i vari Camillucci,Romeo e Croce...

«Per una curiosa coincidenza,contro l’Empoli ho potuto salutaredirettamente solo Mister Sarri, datoche Camilucci, purtroppo, si è rottoi legamenti, Romeo era squalificatoe anche Croce era infortunato. Co-munque, almeno con il Mister ab-biamo potuto fare una bella chiac-chierata: Maurizio Sarri è stato fon-damentale per i risultati ottenuti in

quell’anno!». E Ciancio, che ora gioca nel

Cittadella, l’hai visto?«Si, certo. Sono moltocontento per lui: ad

Alessandria avevaavuto un brut-

to infortunio,passando dei

momenti diffi-cili... Ora si è ripreso completa-mente e sta raccogliendo le suemeritate soddisfazioni».

Pucino, invece, sta bene ? Digliche prima o poi chiameremo an-che lui, visto che quell’anno anchel’ex numero 2 grigio ha lasciato unottimo ricordo, per ciò che riguar-da la fascia destra...

«Ah, bene... Si, Raffaele è semprein forma! Per noi è stato importanteesserci trasferiti nella stessa squa-dra, visto che quando eravamo ad

Alessandria eravamo tutti e duedavvero giovani... Come potrai

immaginare, in Serie B non èsemplice ritagliarsi un propriospazio, ma noi ce la stiamo

mettendo tutta!»

Loris Damonte è stato uno deiprincipali artefici della sta-gione 2010/2011 disputata

dai grigi. La sua storia è davverosingolare: nato a Savona nel 1990,tifoso blucerchiato ma cresciutocalcisticamente nella Primaveradel Genoa, Damonte è stato, ironiadella sorte, il protagonista della vit-toria ottenuta a Marassi nel genna-io del 2012 dalla sua attuale squa-dra di appartenenza, il Varese, pro-prio contro la Sampdoria. Dopo es-sere entrato sul finire della gara,l’ex n° 5 grigio segnò infatti il goldella vittoria della squadra lombar-da al 90°, colpendo la palla «di pre-cisione, con un tiro di piatto, pren-dendo in controtempo il portiereche andò dalla parte opposta».

Loris, quella è stata davvero unagiornata davvero particolare!

«Si, indubbiamente. Non solo perl’importanza del risultato, ma an-che perchè vissuta proprio nello sta-dio in cui andavo sin da bambino,insieme a mio padre».

Ma, a quanto pare, non hai persoil gusto di lasciare il segno anchecome goleador: basti pensare allarecente vittoria del Varese contro ilGrosseto, con i primi due gol se-gnati proprio da te. Una partita, diper sè già molto particolare: so-spesa il 15 dicembre dell’annoscorso (all’82°, per nebbia, su unrisultato parziale di 3-0), la gara èstata ‘completata’ sabato 19 gen-naio, con la disputa degli ultimiotto minuti e il quarto gol realizza-to dalla tua squadra...

«In effetti, finora non mi era maisuccesso di giocare un incontroquasi fino alla fine, salvo poi vederela partita sospesa a pochi minutidalla fine... Comunque, l’importan-te è aver dato il mio contributo peril raggiungimento della vittoria, vi-

sto che, come hai giustamente ricor-dato, sono riuscito a realizzare ad-dirittura i primi due gol».

Torniamo al tuo periodo in ma-glia grigia: la tua esplosione è av-venuta nell’anno di Sarri, che ti hautilizzato nel classico ruolo di‘schermo’ davanti alla difesa, sem-pre alla riconquista di palloni econ possibilità di inserimento an-che in fase offensiva, soprattuttoper ciò che riguarda i colpi di testanei calci piazzati...

«Sinceramente, per me quell’an-nata resta la più importante dellamia carriera, almeno fino ad ora. Èstata una stagione stupenda e riccadi soddisfazioni, sia a livello perso-nale, sia a livello di squadra.Un’esperienza fondamentale per lamia crescita, che mi è rimasta den-tro e mi ha permesso di affermarmiad un certo tipo di li-vello. L’unico ram-marico, ovviamen-te, è di non essereriusciti a coronare il sognodella promozione in Serie B...»

I tifosi grigi ricordano bene ituoi gol di testa nelle partite diquell’anno contro Cremonese eSorrento... Ma forse, il tuo gol piùimportante è stato quello contro laSpal, all’ultima giornata di cam-pionato, visto che quella vittoriaha permesso all’Alessandria di di-sputare i play-off contro la Saler-nitana: quel giorno indossavi lamaglia n° 8 (Camillucci era infor-tunato) e hai segnato con un tirodi destro potente e molto angola-to, dopo un calcio d’angolo battu-to corto da Croce...

«Si, quella giornata me la ricordobenissimo, come del resto le altregare che hai citato. Indubbiamentela rete realizzata alla penultimagiornata contro la Spal ha un valo-

QUANDO SCENDEVA IN CAMPO... di Gianmaria Zanier

Loris Damonte Da voi ho vissutola mia stagione più importante!

Beh, anche ad Alessandria noneri partito titolare, ma poi, grazieal tuo rendimento costante...

«Infatti... E, a maggior ragione,anche nel campionato di Serie B ilconcetto è lo stesso: è fondamentaleallenarsi sempre con grandissimoimpegno e farsi trovare semprepronti, cercando di sfruttare ognioccasione possibile».

L’ultima volta che ci siamo senti-ti per un’intervista, mi avevi rac-contanto un aneddoto particolare:essendo studente alla Facoltà diScienze Politiche all’UniversitàAmedeo Avogadro, eri stato a Co-verciano per un raduno riguar-dante la selezione della Nazionaleche poi avrebbe partecipato alleUniversiadi in Cina. Che ricordohai di quell’esperienza? E, soprat-tutto, c’è stato un seguito?

«L’esperienza a Coverciano è statadavvero molto bella e ne conservoun ottimo ricordo. Purtroppo, peruna serie di motivi (il mio passag-gio al Varese, un infortunio che hoavuto di lì a poco e il trasferimentoalla sede universitaria di Genova),non c’è stata la possibilità di prose-guire con altri stage: peccato, perchémi sarebbe piaciuto partecipare aquelle Universiadi...».

Grazie per la disponibilità, Loris:non ci resta che augurarti di conti-nuare così!

«Grazie a voi: approfitto dell’oc-casione per mandare un grande sa-luto a tutti i tifosi grigi!».

Loris Damonte è nato aSavona il 5 agosto1990. Centrocampistacresciuto nellegiovanili del Genoa,con la magliadell’Alessandria dal2009 al 2011 hacollezionato 46presenze segnando 6reti. Ora è a Varese in B(36 presenze e 3 gol).

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HURRÀ GRIGI 117 feb. 2013 HURRÀ GRIGI

Week end impegnativoper i Cissaca Bulls chia-mati al doppio appun-

tamento in occasione di dueeventi in Alessandria e in Valse-sia. Sabato mattina, presso lapalestra dell’Enaip, i Tori sonostati invitati al VII CongressoProvinciale US Acli dal titolo‘Lo Sport: un’impresa-La re-sponsabilità sociale dellosport per andare oltre la crisi’al fine di portare la propria espe-rienza di realtà attiva nella no-stra provincia da quasi dodicianni per favorire l’inclusio-ne sociale della persona di-sabile attraverso le attività ludi-co-sportive. Il presidente USAcli neo-eletto Fabio Massi-glia, già partner dei Bulls innumerose occasioni, ha vo-luto presentare ai delegati divarie ASD provinciali unmatch amichevole di basket3vs3 unificato preceduto dal-l’introduzione sulla portata in-ternazionale del progetto ‘Unify’della Responsabile ‘Area Scuola,Università e Formazione’ di Spe-cial Olympics Italia Daniela Viot-ti.

Domenica impegno più opera-tivo al ‘PalaD’Adda’ di Varallo Se-sia per gli atleti mandrogni chehanno preso parte alla IV Tappadello Special Basket 2013 dedica-ta al basket 5 contro 5 tradiziona-le. Nel primo dei due incontri digiornata i Bulls si trovano a fron-teggiare il Pandha Torino. Gli av-versari sono arcinoti a coach Pe-trozzi che conosce a fondo l’ag-gressività in difesa dei cugini e laloro abilità nel tiro da fuori. Serveuna partenza sprint per piazzaregià nei primi minuti un allungoimportante che possa dare sere-

nità ai Tori. La zona 3-2 molto al-ta e la presenza dominante nelpitturato del concentratissimoStasio si concretizzano nel +7 delprimo quarto, vantaggio incre-mentato all’intervallo lungo gra-zie alle bombe da 3 di Kondi.L’ultima frazione di gioco vede iBulls giocare in scioltezza sul-l’onda dei 16 punti di margineche i torinesi riescono a recu-perare solo in parte. La bellavittoria dà a Pravatà e com-pagni la carica per affronta-re nel modo giusto il B.C. 88di Bellinzona, squadra moltoostica che ha nel play Cortesiil suo punto di forza. I primiminuti di gioco sono all’inse-gna dell’equilibrio. Punteggiobasso e squadre molto attente al-la fase difensiva con qualche er-rore di troppo al tiro. La svolta ar-riva con l’ingresso in campo delsesto uomo Tessino, autore diuna prova superlativa con il 70%dal campo, che fa segnare unbreak di 12 a zero. Il rassicurantevantaggio permette a Petrozzi difar ruotare tutto il roster nella se-conda metà di gara. Ottimo giocoin velocità con ripartenze fulmi-nanti ben architettate dalla guar-dia Fishta a favore di Zanda eDell’Ernia. Vantaggio in doppiacifra con tutto l’organico a refer-to e secondo successo di giornatache consolida i Cissaca Bulls alprimo posto nel girone in attesadelle final four di Erba previsteper la fine di marzo.

I Tori tornano in palestra inpreparazione al prossimo appun-tamento di Pino Torinese per ilbasket unificato con l’obiettivo diconfermare il buon stato di for-ma messo in mostra sul parquetdi Varallo.

SPECIAL BASKET Prove convincenti in vista del ‘clou’ di fine marzo ad Erba

Altre due vittorie in ValsesiaBulls in forma ‘final four’

FONDO AMBIENTE ITALIANO LA SERATA È STATA CONDOTTA DAL BOMBER ARTICO

In Cittadella per uno sport pulito

I Tori sono stati anche invitati al VII Congresso Provinciale US Acli dal titolo ‘Lo Sport:un’impresa-La responsabilità sociale dello sport per andare oltre la crisi’al fine di portare la propria esperienza di realtà attiva da quasi 12 anni per favorire l’inclusione sociale della persona disabile attraverso le attività ludico-sportive

Oltre 60 an-ni di storia,una stelladi bronzo almeritosportivo ri-cevuta nel-

l’aprile del1990, una

stella d’argentoal merito sportivo

ricevuta nel maggiodel 1998 ed ora, a premiare l’at-tività e l’impegno del presidenteVittorio Masin e dei suoi collabo-ratori, arriva anche la Stellad’Oro, assegnata ufficialmentealla Don Bosco Alessandria dalConi. Nata nel 1951 da un’inizia-tiva di un gruppo di volontari nel-l’Oratorio Salesiano di Via SantaMaria di Castello, la Don Boscoha proseguito in un percorso chel’ha portata (anche dopo il cam-bio di sede in Corso Acqui del1978) a rivestire uno spazio im-portante e prestigioso in camposportivo, soprattutto per quantoriguarda la crescita dei giovani.Quante promesse si sono affer-mate nel corso degli anni! Alcu-ne sono addirittura diventate ve-re e proprie glorie del calcio na-zionale: non solo Gianni Rivera,icona del calcio mondiale, maanche Fara, Fossati, Delfino, Dal-le Vedove, Pasino, Daino e tantialtri. Tutti loro e le altre centina-ia di ragazzi che hanno indossa-to la casacca salesiana devono illoro grazie ai dirigenti che si so-no succeduti alla guida della so-cietà dalla fondazione: QuintoCabella, Domenico Scaglione,Don Antonio Ceschia, Don Gio-vanni Pegoraro, Benigno Corso,Angelo Faccini, Giovanni Conta,Domenico Ferrando, Bruno Te-sta, fino a Vittorio Masin, che og-gi, affiancato da Giuseppe Pau-lucci, Pino Massaro, Angelo Fio-re, Franco Calabrese, Don Clau-dio Giovannini, sta portandoavanti l’attività della società sa-lesiana. Il conferimento dellaStella d’Oro al merito sportivogiunge come premio a questoimpegno costante e come stimo-lo per tutti coloro che fannosport sul territorio della nostraprovincia. La cerimonia di con-segna è avvenuta venerdì 1° feb-braio scorso, al Centro Incontridella Regione Piemonte, a Tori-no, alla presenza del reggentenazionale del Coni, RiccardoAgabio, del Presidente regiona-le, Gianfranco Porqueddu, e del-l’assessore regionale allo Sport,Alberto Cirio. Nello stesso ambi-to è avvenuta anche la premia-zione dello sportivo piemontesedell’anno e del Premio PrimoNebiolo. Tra i premiati, il presi-dente della Juventus, AndreaAgnelli, il direttore tecnico delTorino, Antonio Comi, il misterdella pallavolo medaglia dibronzo alle Olimpiadi, MauroBerruto, e il presidente provin-ciale del Coni, Roberto Pareti, acui è andato un importante rico-noscimento alla carriera.

Anche In Alessandria siparla sempre più spessodi FAI (Fondo AmbienteItaliano). Per chi non laconoscesse ancora è unafondazione nazionale cheha come obiettivo la sal-vaguardia del territorio,del patrimonio artistico,culturale e naturalisticodel nostro paese. La Dele-gazione FAI di Alessan-dria, guidata da IleanaGatti Spriano, ha comeobbiettivo quello di am-pliare e divulgare il mes-saggio del FAI, due setti-mane fa si è tenuta congrande successo la primaserata di ‘FAI Sport’ in-centrata sulla Maratona,Ospite principale l’atletaValeria Straneo che haraccontato le sue espe-rienze e sensazioni daolimpionica, il comicoClaudio Lauretta ha in-trattenuto il pubblico consimpatici aneddoti sullasua prima, e forse ultima,maratona di Firenze. E achiudere un pezzo di sto-ria alessandrina: Peo Lu-paria e Mario Boccassi, iveterani della maratonain città, hanno raccontatodivertenti ed emozionantiepisodi della loro carriera

amatoriale. La secondaserata non poteva non es-sere dedicata in qualchemodo al mondo calcisti-co, in una città dove da100 anni L’AlessandriaCalcio appassiona miglia-ia di tifosi, Roberto Gar-dino, delegato allo sportdella Delegazione di Ales-sandria, ha deciso dichiamare Fabio Artico edorganizzare insieme unaserata dal titolo ‘Lo Sportpulito’. Fabio è una ban-diera per i tifosi alessan-drini e lui vuole lanciareai giovani un messaggiopositivo. Mercoledi 6 feb-braio, sempre nel salonedella Cittadella, ha con-dotto la serata riportandoanche la sua lunga espe-rienza di atleta professio-nista. Sempre più spessoleggiamo di atleti famosiche cadono nella trappoladel doping o che per ca-renze comportamentalinon riescono ad esprime-re a pieno il loro valorema questo talvolta succe-de anche a livello amato-riale. Per prevenire erroriche potrebbero compro-mettere una carriera senon addirittura la propriavita alcuni amici esperti

ci daranno le loro ricetteper affrontare nella giustamaniera un’attività spor-tiva. Interverrà il dott.Biagio Polla , medicosportivo dell’US Alessan-dria che con la sua prepa-razione ci metterà inguardia sui danni, spessoirreversibili del dopingFulvio Massa noto fisiote-rapista alessandrino non-ché trail-runner di livellointernazionale ci darà igiusti consigli per non

farsi del male praticandouno sport; troppe volteallenamenti sbagliati, ca-richi di lavoro eccessiviportano a regredire con leprestazioni ed addiritturaa minare l’integrità delnostro corpo. CosettaMulas, nutrizionista cidarà consigli sulla dietadello sportivo cercando disfatare i falsi miti. InfineEmiliano Gallione ex ar-bitro di calcio, dopo aver-ne viste di tutti i colori sui

campi di serie A e B, af-fronterà il delicato argo-mento del l’educazionedello sportivo che devepartire fin dalla più tene-ra età nel rispetto delleregole, dell’avversario edel pubblico.

Se questi valori venisse-ro inculcati nei giovaninon appena inizianoun’attività sportiva le po-sitive ripercussioni siavrebbero sull’intera so-cietà.

Stella d’oro al merito sportivo perla Don Bosco Alessandria

compatibile con la particolare di-sciplina sportiva del pattinaggioartistico non la condiziona. No-nostante ogni fortuita avversitàesce vittoriosa in ogni competi-zione.

In fin dei conti noi siamo per la‘Coltura intensiva’ in campoagricolo e per la ‘Cultura intensa’in campo sportivo-civico-lettera-rio. Altro che tagli e ‘ri-tagli’. Leprimizie e le soddisfazioni ce leregalano Atlete e Campionesse eReginette dello spessore artisticodella nostra Carolina Kostner.

Cos’è che muove il sole e l’altrestelle? Si domanda Dante! Sicura-mente è l’Amore e aggiungiamo:assieme all’amore: anche il Lavo-ro. Indispensabile ad ogni comu-nità civile è l’amore, la solidarie-tà che smuove al meglio ognicondizione sociale e non smette-remo mai di declamare il ‘LAVO-RO’ in e con ogni suo costrutto.

Il Lavoro fatto con dedizione eun pizzico di ‘amore’smuove ognialtra cosa. Senza il lavoro non c’èmovimento c’è solo stasi e sta-gnazione. E, il lavoro degli Atleticon il grande assillante lavorìopsico-fisico ne è ‘aut-aut’: auten-tica dimostrazione. Il lavoro ‘out’e la fatica che più avanti andre-mo a sviluppare, a narrare o me-glio a riproporre attraverso la let-teratura di nostri pregevoli auto-ri, condensano e consolidanoogni risultato in ogni ambito: an-che in quello sportivo.

Oggi in piena campagna eletto-rale i Più scoprono il mondo delLavoro da valorizzare e, le tasseda rimuovere: quali cause e con-cause sufficienti a sconvolgere‘l’ordine’ del Firmamento. I Pif-ferai magici si mettono in motocon o senza scuole serali di sorta:dimostrando la vacuità delle loro‘profferte’ al solo scopo di acca-parrare adesioni. Non è il casodella nostra Kostner, Lei CarolinaKostner col proprio enorme im-pegno nelle dure fasi di allena-mento centra il bersaglio e c’en-tra a pieno titolo tra le leggenda-rie donne che hanno scritto laStoria della Sport. Impegno,amore e fatica sono il ‘trinomio’che la spingono sempre più in al-to. Così come i nostri Padri, senon i Costituenti almeno: quellidi forte e sana ‘costituzione fisica’così si diceva una volta: nono-stante la carenza di cibo e benes-sere che pativano in tempi ormairemoti: riuscivano capaci nelsopportare pesi e fatiche - disagie difficoltà - di inaudita portata.Questi Ultimi Uomini e, se nonultimi: sono stati uomini in ‘c o rs a’ ancora ‘schiavizzati’: ‘Adatta-ti Adepti’ contrariamente ad ognibuona logica, arruolati in barbaal ‘Tredicesimo Emendamento’,per svolgere lavori faticosissimi.Confidando esclusivamente sullaloro forza di volontà e la strenuae caparbia voglia di sopravviven-za in particolari momenti storicidel loro vivere: riuscivano a pro-durre Beni primari essenziali an-che per le loro famiglie.

La ragazza venuta dal‘North’: Carolina Kostner.Alta-Atesina ‘atletina’della

Val Gardena e ancora ‘Northern’Bolzanina, ‘stare’ più in alto dicosì proprio non si può! Per i suoiestimatori e tifosi: la neo cam-pionessa Carolina Kostner Regi-na d’Europa in quel diZagabria risulta la de-gna trionfatrice non inun ‘Backstage’ artisticoma, in un vero e propriospazio ideale in cui si sonoesibiti veri e propri ‘Angeli’ e‘Angele’ del pattinaggio ‘pittorico’della ‘danza artistica’. In un castdi tutto rilievo fuoriesce convin-cente la sua gagliarda ‘perfor-mance’ con una prova di assolutaperfezione; la preparazione osti-nata ha fatto il resto: capace difarla emergere sopra Tutte e Tut-ti. Nelle ‘Andàne’ dolomitiche laFloreale, florida Carolina Kostnerin gran ‘Gàlante Galà’ completala sua ‘Anàbasi’. Una perfetta ‘im-magine icastica’. Con l’occasionericeve il degno ‘Alloro’ in unacompetizione annualmente di-sputata come una programmatasuccedanea Olimpiade europea elo sfarzo solenne dopo lo sforzosi propaga; si coglie a piene manie, con gli occhi vividi di gioia.L’olimpicità scorre - scalpiccian-te - sul ghiaccio. Lei non ‘imma-gina’ di ‘Potere’, con il facile slo-gan del momento. Lei andànte,allegra, andàntina, allegretta cor-re e danza troppo bene, può rag-giungere qualsiasi traguardo.L’immaginazione non c’entra:solo l’impegno è capace di cen-trare ogni migliore obiettivo.

K. Kostner ballava coi suoi Lupiper circa tre ore nella sua memo-rabile omonima pellicola cine-matografica.

C. Kostner danza con gli Angelida almeno due lustri deliziando-ci e illustrando il nostro campio-nario sportivo. Un grande Attoreil primo, una stupenda ‘Pattin-a(t)trice’ la seconda.

Kosti quel che Kosti!!! A qua-lunque prezzo ci piace esibirenella nostra vetrina la splendidapattinatrice Carolina Kostner.

Costi quel che costi! Dare allaKostner quel che è della Kostner:e, alla nostra ‘Carolina’ del Nor-thern italico in quel di Val Garde-na quel che è di Carolina. Cam-pionessa già insignita col settimo‘sigillo’ nel penultimo titolo ono-rifico in ordine temporale di:

campionessa mondiale di pat-tinaggio e per giunta pattinaggio‘artistico’. L’Arte è sempre in ‘ag-guato’, trionfatrice: chissà per-ché? Con la raggiunta maturitàolimpionica di tutto rispetto, di-chiara nelle interviste: ‘Gli esaminon finiscono mai’. ‘Ho ancoratanto e molto da imparare’. ‘Pro-vo comunque immensa gioia nelregalare emozioni oltre che aiGrandi soprattutto ai più piccini’.Si mostra così in tutta la sua sem-plice e suadente spontaneità:

Semplicemente fantastica! E,fantasticamente semplice!! Fan-

tale capace di suscitare appassio-nante emotività: si staglia ‘nor-thern’ alla nostra visione. Altroche gioire per Marietto ‘Ba(i)lo’,anche se agonisticamente il cam-pione se lo merita per le grandidoti ‘pedatorie’. In questo mo-mento siamo per: «Baila Baila»Carolina. Danza! Danza! Caroli-na. Sinuosa e ‘flessibile’ nel maredi ghiaccio che ti circonda e checomunque non sciupa la tuagrande ‘solarità’. Sei così capace‘oh Carolina’ di apportare caloresportivo e passione verso le piùdisparate discipline atletiche sul-la neve e sui ghiacci. Ammantatadalle liete e delicate note del ‘Bo-lero’ di Maurice Ravel (il che nonguasta) scrivi una favolosa pagi-na leggendaria e storica sulghiacciato del ‘parterre’nell’’Open Day’ di Zagabria, or-mai da pochi giorni trionfalmen-te archiviato. Finalmente! Dice-vamo: nel ‘nuovo ordine mondia-le’ giunge (in-attesa) in tutto il

suo splendore artistico e con‘beltade’ la notizia che la

stupenda ragazzina diBolzano vince,stravince e con-

vince anche i suoiultimi detrattori che

nulla Le avevano perdonato.Si vedano (a proposito) le fortuitee sfortunate cadute nei momenticulminanti nello scorrere degli‘score’ gareggiati. Con allena-menti intensivi e grande forza divolontà e con grande spirito diabnegazione la nostra eroinaodierna raggiunge traguardi dinotevole livello. In questo mo-mento sono diciotto le medagliedisegnate nel suo personale ‘Pal-mare’. Scaccia così i fantasmi chedi volta in volta (con malcapitatasfortuna ) apparivano con sfac-ciata ‘scalogna’ nella prova finalefacendola ‘cadere’ sul più bello erimandare ad altri tempi i meri-tatissimi trionfi. Tonfi che, senon si fossero ‘appalesati’ la Ko-stner avrebbe potuto essere inco-ronata più e più volte come au-tentica unica Reginetta del patti-naggio artistico. La Carolina piùvolte è caduta e più volte si è rial-zata dimostrando una grande

forza di carattere. Il suo enor-me attaccamento alla disci-

plina sportiva la consacraoggi ufficialmente

atleta dell’anno giànel primo mese del

2013. Nessuno po-trà scalfire questodegno titolo: oggidomani e sem-pre. La sua ‘smi-surata’ altezza fi-

sica non soli-tamente as-similabile o

la ricca cornice di pub-blico ha portato bene aCarolina Kostner: Unautentico trionfo ormai

abitualmente alla suaPortata.

Come acqua pura chesgorga da quelle na-

turali sorgenti al-toatesine; co-

me aria sa-lubre e vi-

tasia sull ‘InternationalScreen’!!! Adesso qual-cuno girerà un film

che senz’altro ri-scuoterà

molto successo. Nelmentre (dicevamopiù su) giunge un’al-tra buona nuova: LaKostner è Reginad’Europa nell’indivi-duale degli Europeidi Zagabria 2013. Sì!Negli Europei di patti-naggio di ‘Figura’ per laquinta volta! (.) Unasplendida ragazza acqua esapone: bella e statuariapur non nell’ostentare lasua particolare e armoni-ca bellezza: commenta in te-le ‘Visione’ e sulla Cartastampata: l’ineguagliabile ma-gnificente medaglia arricchitada sprazzi di autentico valoreatletico. Un’avventura sportivadi assoluto rilievo nel Medagliereufficiale, nei Titoli ed Onorificen-ze sportive.

Da quelle ‘northernmost’ altevette ‘adigine’ svetta ‘burrosa’(per definirla radiofonicamente)‘Luzzianamente’ come simpaticoed efficace complimento, unica-mente: per farne risaltare la sta-tuaria beltà e non sottintendo al-tro. ‘Con parole mie’ del MaestroBroccoli, Carolina non ‘Ha persoil Trend’. Purtroppo Luzzi e Bas-signano perdono il loro bel pro-gramma radio. C.K. Non si arren-de ad ogni contingente difficoltà.Prosegue imperterrita nella suasplendida danza con gli ‘Angeli’che non l’hanno abbandonata:poiché, questi ultimi la sospingo-no e la sospingeranno senza per-derla di vista verso nuovi altriTrionfi.

Carolina la portacolori delleFiamme Azzurre tiene alti e visi-bili quei mirabolanti Colori: mi-rando sempre più in alto. Dall’al-to della sua statuaria altezza fisi-ca e dal suo fortunato ‘Habitat’:una combinazione ambientalericca di neve, ghiaccio e palestrealla bisogna per le sue faticoseprove: ‘Provvidenzialmente’provvede a regalarci emozioni suemozioni. Non possiamo chie-dere nulla di più. Ha cancellatocon grande dovizia di grazia,concretezza e bellezza il ne-gativo fatidico ‘Torino2005’. ‘La Dom Spor-tova’ si è resa unavera e propria ‘Do-mus Aur(e)a’ e, con

LE FIGURINE PARLANTI di Antonino Freni

Carolina Kostner

HURRÀ GRIGI anno V n.212

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RICEVITORIA N. 973di Carla e Claudio

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LooperNon ci sono particolari intuizioni, o trovate che facciano volare alta la pelli-cola. Ma grazie ad attori quasi tutti in parte (Kid è troppo caricaturale) e auna sceneggiatura che, se non altro non si ingarbuglia, procedendo anchetroppo linearmente, almeno fino all’ultimo atto, la visione risulta abbastan-

za piacevole, nonostante alcune cadute di ritmo, un Willistroppo ammazzatutti (non è mica invulnerabile) e lasensazione che il meccanismo temporale potesse es-sere sfruttato ancora meglio, con qualche risvolto intri-gante in più. Comunque, nel com-

plesso non è male.

I due soliti idiotiSe il primo episodio si reggeva maldestramente (ma almeno si reggeva)

grazie al vecchio sboccato e con la faccia come il c..., qui toccarisorbirsi lo stesso brodo pecoreccio di una

comicità che vive troppo di istanti, di flashverbali monotema (c’è un limite alle opera-zioni commerciali). Certo, il ‘decrepito’ pro-tagonista strappa qualche sorriso (chiama

la moglie del figlio ‘merda con lescarpe’ e ‘sacchetto di piscio’), matutto il resto è solamente pietoso,Teocoli e Tognazzi compresi. Gliinserimenti presi dagli sketch nonhanno giovato (anche i russi auto-lesionisti scadono in fretta).

FrankenweenieBurton trasforma in prodotto animato unsuo precedente cortometraggio; e lo fa nel

modo giusto, aggiungendo, ma senza an-nacquare troppo l’idea di base, qui raf-forzata dalla presenza di un professoreidentico a Price (versione caricatura),che riesce a dare peso al concetto disperimentazione, di scienza che puòbattere sia la morte, che una cosa an-cora più difficile da eliminare, lo scetti-

cismo della gente chiusa nel suo mon-do, con le proprie inossidabili certezze.

Riuscite le Burtoniane caratterizzazioni deicompagni di scuola; una sorta di Igor, un sen-

za scrupoli, un’allucinata e un ingenuo.

Django UnchainedCon una simile sceneggiatura chiunque avrebbe

fatto un filmetto al massimo senza infamia esenza lode. Tarantino invece, che i copioni liscrive solo per dare la possibilità agli attori di

dare spettacolo, l’ha trasformato in un western-action-splatter con scene piacevolmente esagerate(veri e propri massacri con spruzzate di sangue),

discorsi spesso gustosi (grazie a Waltz) e per-sonaggi che definire coloriti sa di eufemismo(spassoso Jackson, nero che odia i neri). Il

cinema è anche questo; eTarantino è indubbia-

mente un talento.Davvero notevole.

HURRÀ GRIGI 137 feb. 2013

I PALLINI di Puppigallo

E allora via con Ègalitè, Fra-ternitè, Legalitè, altro Trinomioinderogabile imprescindìbileper ogni sana Democrazia, ca-pace di confinare, sconfinandocon una vera ‘RivoluzioneCivile’.

Con l’occasione per un dimo-strativo assioma sportivo e lavo-rativo è gradito riportare a guisadi significativi valori strumentalial Lavoro un breve passo di unnoto autore letterario (del qualenon sveliamo il nome) usiamouna terminologia tipica della‘Grande Radio’ in quel di ‘Fahre’in questi termini: Un unico indi-zio siamo nei ‘30 nella Marsica inAbruzzo. Inoltre, aggiungiamo: illibro vide ben presto ben venti-cinque traduzioni. A questo pun-to la risposta si fa ‘plus facile’.

«Al mattino presto alle tre emezzo o alle quattro, essendo an-cora buio, gli uomini si alzano,bevono un bicchiere di vino, cari-cano l’asino e in silenzio prendo-no la via del piano. Per non per-dere tempo e arrivare prima che ilsole sia alto. La colazione si fa perstrada, la colazione?

Un tozzo di pane con una cipol-la, o con un peperone, o con unacrosta di formaggio».

«La solita terra, le solite piogge,il solito vento, la solita neve, le so-lite feste, i soliti cibi, le solite an-gustie, le solite pene, la solita mi-seria. La miseria ricevuta dai pa-dri, che l’avevano ereditata dainonni, e contro la quale il LAVORo non è mai servito proprio aniente. Le ingiustizie più crudelivi erano così antiche da aver ac-quistato la stessa naturalezza del-la pioggia, del vento, della neve.

La vita degli uomi-ni, delle bestie e del-

la terra sembrava co-sì racchiusa in un cer-

chio immobile... (‘in sinte-si’) … in un cerchio naturale eimmutabile, come in una speciedi ergastolo».

E poi: «La solita strada biancacome il sale, il grano da mietere icampi d’arare. Guardare ognigiorno se piove o c’è il sole, per sa-pere se domani si vive o si muore,e un bel giorno dire basta e an-darsene via. Andare via lontano acercare un altro mondo, dire ad-dio al cortile, e andarsene so-gnando. E poi mille strade grigiecome il fumo e in un mondo diluci sentirsi nessuno». ‘Camparecent’anni...(:) Luigi Tenco peruna rivelatrice ‘Location’ alessan-drina degli anni Sessanta. Di unaltro autore del tutto sconosciu-to, un lontano ‘discen(den)te diVerga, Pirandello, Quasimodo ri-portiamo altro passo di uno scor-cio ‘ di fatica ‘ relativo ai primianni ‘60: che così ‘tuona’: ‘Allequattro e trenta, cinque - in auto-matico - la sveglia: un tozzo dipane secco e mezzo bicchiere dilatte e ‘orz’oro’ per la prima ‘ab-bondante’ colazione e un panetto‘ripieno’ con un uovo fritto ‘stra-scicato’ e olio o, se andava beneun panino con pomodoro e cipol-la per il nobilitato pranzo a sacco.Adolescenti fattisi uomini anzi-tempo si ponevano davanti alcampetto di calcio (ove magazzi-navano i loro sogni immaginan-dosi Gli Anastasi, i Boninsegna oi Cuccureddu nel poco tempo li-bero destinato al gioco del calcio)

in un assieme speranzoso di atte-se finalizzate ad un impiego mo-mentaneo nella giornata con il‘Mastro’ di turno che aveva un la-voro ‘a cottimo’ da parare. Tre oquattro di quei ‘provvidenziali’volontari scelti per la prestanzafisica e volontà potevano esseregli ideali modelli lavorativi dellagiornata. I figlioli di quattordici-quindici anni vestiti di tutto pun-to con abiti sdruciti, cuciti e ricu-citi, strappati e ritoppati ( aveva-no solo quelli in definitiva ) comeuna primordiale moda d’antan:atti alla bisogna si ponevano vici-no alla fermata del bus e il Ma-stro caporale li sceglieva indican-doli con il dito. Li caricava sullavecchia seicento e in tutta fretta sirecavano verso lidi sconosciutiper guadagnare la classica pa-gnotta. Oggi quei ragazzi a di-stanza di quaranta e più passaanni sono diventati uomini e conquelle ‘imprese’ lavorative si er-gono fieri in quanto possono au-to annoverarsi tra i non fannullo-ni di ‘ispecie’, come solitamenteignobilmente vengono additati alpubblico ludibrio. E, si badi benequella ricchezza ‘operatrice’ nonera ‘privilegio’ ‘prerogativa’ diquesta o quella Regione, ma: ditutta l’Italia. Quell’Italia unita daun ‘idem sentire’. La letteratura ei reportage cartacei e televisivisono una ricca testimonianza ca-pace di indicare le persone piùumili artefici con il loro faticosocontribuito per fare grande l’Ita-lia grazie anche ai Politici di altae ‘cara-Leva-tura’ allora presenticon idonee leggi a favore e a tute-la del Mondo del Lavoro.

Sulla monda Bianca Neve del parterre artistico della sportiva ‘Sportova’vellutata linda danza impetuosa, sontuosa vigore senza livore la nostra Signora dei Campi ghiacciati la Carolina del Nord italico la Kostner gardeninafiore bianco spazio immacolato. Pupilla sinuosa flessibile celebrativa moto andante allegro col più che perfetto senza il condizionale disgiuntivo.

Scannellando ghirigori in perfezione sui cristalli di ghiaccioscampanellìo dei Giudici di gara la consacrano Principessa delle nevisopravanzando lieve ridon-dando ecce-dendo ogni elegante dettaglioGiocondità e Letizia Le sono propizie come ninnoli e arabescati gingilli schietti e suggestivi appagamenti destano inusitati piaceri sportivi.

Alto profilo nessun distinguo unge coniunge campionesse autentiche campionessa senza macchia e senza sbavature, perfetta regolareincisiva speculare ai giovani insegna ridà forza a unici inconfondibiliesemplari da imitare, da rimarcare da portare a compimentoin ogni campo e cimento nella scuola nell’Oratorio al campetto.

Da Nord a Sud travalica ogni confine ogni limite ogni chiusura chiosandosnella agile svelta puntuale sciabola sul ghiaccio Figure pressorie

pregnanti pressanti interessanti sviluppate gradevolmente patrocinantinel sostràto simil-ghiacciato tutta la notevole bontà e sostanzadi lunghe faticose appassionanti allenamenti qua e là in Europa.

Tiene alto il suo già notevole profilo senza trionfalismi smaccatirisponde affettata ad ogni domanda con semplice fantastica ritrosìa

la buona stella la accompagna e lancia la lieta novella alle bimbe di tutta Italia legate a Lei per la propizia specialità che abbracciadando libero sfogo al nuovo corso di fan che la vogliono osannare.

Idealmente abbracciata in quel vorticoso giro boleriano del RavelCarolina dall’impersonale al personale Ti riveli nuova, inimitabileinappuntabile, perfetta, pulitain un paesaggio alquanto ‘lunare’ mostri inve’ solarità

rivelatrice di prosperità e felicità da cogliere al balzo.

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HURRÀ GRIGI14 anno V n.2

Si parla tanto di valorizza-zione del patrimonio arti-stico italiano e dell’ampio

ruolo che la cultura riveste nelnostro paese, ma in molti casi sireclamizzano più le parole deifatti. In casa nostra non manca-no certo le ‘memorie del passato’e sebbene siano meno significa-tive di altre ben più celebri, meri-tano senza ombra di dubbio undoveroso rispetto. Nella nostracittà, esistono testimonianze fa-volose di architettura militare, dicui andiamo molto fieri, tanto dametterle ‘in mostra’ continua-mente, con una serie di eventiprogrammati da un calendariograndioso. Nessuno però sembraaccorgersi del loro stato di salute,nessuno si preoccupa di ciò cheserve per conservarli e quali sia-no gli interventi necessari pernon rischiare di perderli persempre. E pensare che sono ilnostro fiore all’occhiello! Ciò percui, la città ha puntato come suagrande risorsa turistica. E se que-sto patrimonio, come sembra,viene escluso da un possibileprossimo restauro, figuriamociquale destino verrà riservato aquelle opere che rivestonoun’importanza secondaria! Que-sto per dire che nei dintorni diAlessandria esiste, meglio direesisteva, un castello in quel diCasalbagliano. Imponente econ un’alta torre merlataduecentesca, custodiva alsuo interno opere di arti-sti locali ed era contor-nato da un grandegiardino in cui cresce-vano più di 400 rose.La sua storia rie-cheggia ancoranel racconto diqualche abi-tante del luo-go e in qualcheantica stampa

in cui il castello dimostra la suaautentica fisionomia. Ma ciò chefu, è il paradosso di come oggi è.Il castello è in piedi per scom-messa e si regge solo per la soli-dità delle sue mura. Oppure è lavegetazione inestricabile, con unalbero cresciuto proprio sulla ci-ma della torre, ad avvinghiare e asostenere il castello? Ogni ipotesiè superflua visto che lo stato dicompleto abbandono è sotto gliocchi di tutti, e da tutti è trattatocome rottame per ricavar matto-ni o come immondizia che noninteressa più a nessuno. Il castel-lo però è un esempio di fierezzamalgrado la sua involontaria de-cadenza. Testimone silenziosodell’epoca feudale ha sfidatolo scorrere del tempo, dimo-strazione postuma di comel’architettura vecchia eobsoleta abbia resistitosotto l’incedere deglianni. Nonostantesvariati appelli solle-vati da alcuni cittadi-ni a cui sta a cuore lasua salvezza e il suorecupero, resta il to-

tale disinte-resse

non solo delle istituzioni ma an-che degli stessi abitanti che indif-ferenti alla sua presenza, gli pas-sano accanto, negandogli persi-no uno sguardo, completamentesolo, abbandonato al suo steriledestino. Chi si ricorda di lui, senon i gomitoli di nuvole imbri-gliati tra i merli della sua torre?Dimenticandolo, contribuiamoogni giorno un po’ di più alla suadistruzione e a porre il fatidico fi-ne della storia. La sua decadenzaperò parte da lontano, dallamancata consapevolezza per ilbene collettivo, intesa come ric-chezza di tutti, dell’intera comu-nità. Allora, potrà essere solo col-pa della nostra reiterata insensi-bilità se verrà annoverato tra i

tanti monumenti perduti. Anulla varranno i se o i

ma, quando del ca-stello non rimarrànemmeno l’ombra,ma una vasta e de-sertica spianata! Perfarci cosa? Ciò cheabbiamo con le no-stre mani distruttonon ci verrà restitui-to. E quando il nullaconquisterà nuovospazio, altro nonsarà che la proie-zione della nostrapovertà interiore einutile sarà guar-dare con soprav-venuta invidia ciòche altri con vo-lontà e ricchezzad’animo hannopreservato.

MUSICA E CANTO IN VISTA DI SAN VALENTINO

La notte è fatta per amareCanzoni e poesie d’amore

Un pubblico delle grandi occasio-ni ha tenuto a battesimo la nuovamanifestazione dell’associazione‘Amici della Musica’ (CarrozzoneMusicale Alessandrino) ideata dalmaestro futurista Mike Yacin epresentata dal personaggio delmomento dello spettacolo Ales-sandrino e maestro della comuni-cazione, lo Showman Mauro.L’evento si è diviso in momenti diottima musica con ben venti can-tanti, che hanno interpretato le piùbelle canzoni d’amore. La poesiad’amore, con poeti alessandrini e

importanti ospiti, che il pubblicoha molto gradito applaudendo ericordando che la cultura è sem-pre importante: citiamo due illu-stri ospiti il noto opinionista cultu-rale e poeta dott. Augusto Sensi, ela nota attrice di prosa alessandri-na Sara Torgani, che ha recitatocon la professionalità che le com-pete la poesia ‘Due’ di Erri De Lu-ca… E infine le miss, con il con-corso ‘Bellezza in Cittadella-ra-gazze immagine’, svoltasi in Citta-della, che ha avuto successo nellaprima edizione.

Lady Emiliana ha vinto la prima tappa di ‘Bellezza in Cittadella’

ECHI DI VIAGGIO di Simonetta Gorsegno

Un castello dimenticato

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HURRÀ GRIGI 157 feb. 2013

La conclusione del mese digennaio mette fine comesempre ai movimenti dei

calciatori tra le squadre. In qual-che modo questo vale anche peri Centri di formazione professio-nale (CFP). Gennaio è solitamen-te il mese in cui alcuni giovani(ma il numero è in costante au-mento negli ultimi anni) si ren-dono conto di essere stati pocooculati nella scelta del percorsodi studi superiori e chiedono unpassaggio alla formazione pro-fessionale in itinere. Talvolta lefamiglie lo percepiscono comeun ripiego, una sconfitta, un in-successo scolastico. La realtà èben diversa. I loro figli che inizia-no a respirare il clima del CFP sirendono subito conto di quantoimportante sia quella che noi delCNOS-FAP, che veniamo da unalunga tradizione che ci ha tra-mandato Don Bosco e che abbia-mo visto di quali successi sonocapaci i suoi ragazzi, amiamo de-finire l’ ‘intelligenza nelle mani’.L’abbandono dell’istituto profes-sionale, dell’istituto tecnico o ad-dirittura (talvolta accade) del li-ceo, per chi si accorge di predili-gere l’operatività, il cosiddetto‘mestiere’ ed approda al sistemadell’Istruzione e FormazioneProfessionale, non è mai unasconfitta ed anzi, spesso, si tra-duce in un ritorno all’istruzioneper aggiungere alla qualifica undiploma. Accade così che i Misterdei vari CFP di Alessandria che siapprestano a disputare la decimaedizione del Memorial ‘Beggiato– Aneli’ (il torneo di calcio riser-vato ai centri di formazione pro-fessionale della città per ricorda-re due formatori del CNOS-FAPprematuramente scomparsi) si

ritrovino con nuovi elementi ina-spettati, da testare ed eventual-mente inserire in rosa. E non èancora detta l’ultima parola! E’accaduto in passato di riuscire adaccogliere giovani in uscita dalsistema dell’istruzione anche ol-tre il mese di gennaio. Il sistemadi certificazione delle competen-ze, istituito dalla Regione Pie-monte e considerato progetto pi-lota a livello nazionale, prevedela valorizzazione delle compe-tenze acquisite anche in ambitoinformale e non formale (e sem-pre più pressanti sono gli invitida parte dei competenti organiregionali per una piena attuazio-ne del processo). Vi è dunquel’effettiva possibilità per un gio-vane particolarmente virtuoso,che può aver svolto piccoli lavo-retti nel periodo estivo, piuttostoche essere impegnato in attivitàdi volontariato di vario genere, divedersi riconoscere queste com-petenze come credito (in terminidi ore di corso) per l’inserimentoin un corso di formazione profes-sionale già avviato. E la speranzaè sempre che possa trattarsi dicalciatori. In ultimo, siamo in at-

tesa dell’avvio di numerosi corsirelativi al bando MdL per giovanidisoccupati maggiori di 18 annie, visto che il regolamento delMemorial contempla la possibili-tà di inserire un fuori quota, chis-sà che anche le iscrizioni a questicorsi, ormai in procinto di parti-re, non riservino sorprese e novi-tà da mettere a disposizione deiMister.

Intanto Mister Robotti delCNOS-FAP non ha perso occasio-ni per testare gli uomini a sua di-sposizione, organizzando mo-menti sportivi in orario extra sco-

lastico che, oltre a fornirgli indi-cazioni sulle capacità tecnichedei ragazzi, gli permette di accer-tarsi che esista anche quella se-rietà e capacità di mantenere fe-de agli impegni presi che risultaessere dote fondamentale per icomponenti di una squadra vin-cente. I ‘casting’ hanno inizial-mente visto scontri tra formazio-ni dei vari settori (elettrico, mec-canico, commerciale) e stannovia via indirizzandosi verso in-contri tra squadre più eterogeneee intersettoriali. I motori sonodunque caldi, i ragazzi motivati e

La formazione CNOS-FAP allenata da mister Robotti che ha partecipato all’edizione 2012. Sotto, a sinistra una fase di gioco sul campo di corso Acqui e a destra la squadra Enaip

CALCIO E SCUOLA Al via i preparativi per il Memorial “Beggiato - Aneli”, per ricordare due insegnanti del CNOS-FAP

La formazione professionaleva in campo

le tifoserie collaudate per le gareeliminatorie che, come tutti glianni, prenderanno il via già allafine del mese di aprile. L’unicodato certo per il momento è lamancanza di una formazionestorica: l’ex IAL, divenuto poiCNOS Bini in seguito all’assorbi-mento del decaduto Ente da par-te del CNOS-FAP, è stato definiti-vamente inglobato nel Centro dicorso Acqui 398. Ciò non toglieche, previo accordo con gli altriCentri, il mister Robotti possapresentare una squadra in piùsotto il vecchio vessillo.

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