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REGIONE SICILIANA AZIENDA UNITA’ SANITARIA LOCALE N° 3 C A T A N I A GUIDA ALL’USO DI ANTISETTICI E DISINFETTANTI IN AMBIENTE SANITARIO A CURA del SERVIZIO INFERMIERISTICO AZIENDALE REDATTO dal SERVIZIO INFERMIERISTICO AZIENDALE REVISIONATO dal GRUPPO DI LAVORO C.I.O. APPROVATO dal COMITATO PER LA LOTTA ALLE INFEZIONI OSPEDALIERE

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REGIONE SICILIANA AZIENDA UNITA’ SANITARIA LOCALE N° 3

C A T A N I A

GUIDAALL’USO DI ANTISETTICI E DISINFETTANTI

IN AMBIENTE SANITARIO

A CURA del SERVIZIO INFERMIERISTICO AZIENDALE

REDATTOdal SERVIZIO INFERMIERISTICO AZIENDALE

REVISIONATO dal GRUPPO DI LAVORO C.I.O.

APPROVATO dal COMITATO PER LA LOTTA ALLE INFEZIONI OSPEDALIERE

Dicembre 2006

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INDICE

Indice pag. 2

Capitolo IGlossario pag. 3

Capitolo IILa disinfezione dell’ambiente sanitario pag. 5

Capitolo IIILa disinfezione dei dispositivi medici pag. 7

Capitolo IVAvvertenze d’uso delle soluzioni antisettiche e disinfettanti pag. 9

Capitolo VDecontaminazione e lavaggio dei dispositivi medici riutilizzabili pag. 11

TabelleTabella 1: Spettro di attività dei principali disinfettanti pag. 14Tabella 2: Meccanismo e spettro di attività degli agenti antisettici comunemente usati per la preparazione preoparatoria della cute e per il lavaggio di tipo chirurgico pag. 15Tabella 3: Preparazione e stabilità delle soluzioni a base di cloro pag. 16

Riferimenti normativi e bibliografia pag. 17

Componenti Servizio Infermieristico, Gruppo di Lavoro, Cio pag. 19

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CAPITOLO I

GLOSSARIO

Torna all’indice Antisepsi:per antisepsi s’intende l’insieme delle pratiche destinate alla distruzione di microrganismi patogeni presenti su tessuti viventi, cute e mucose (29). I composti chimici che si utilizzano vengono detti antisettici.

Antisettico:Sostanza che, impiegata sui tessuti viventi, previene o arresta l’azione o la crescita di microrganismi patogeni tramite l’inibizione della loro attività o tramite la loro distruzione (12). Di solito sono composti che tengono conto dei limiti di tolleranza dei tessuti viventi.

Asepsi:condizione di assenza di microrganismi (29).

Biocida:principio attivo destinato a distruggere, eliminare, rendere innocui, impedire l’azione o esercitare altro effetto di controllo su qualsiasi organismo nocivo con mezzi chimici o biologici(3).

Decontaminazione:vedi capitolo V

Detergente:Sostanza che modifica le forze di tensione superficiale. Il grasso e lo sporco in genere sono adesi con forze superficiali per cui il detergente diminuisce la tensione superficiale fra sporco e superficie e favorisce l’asportazione dello sporco stesso. La pulizia accurata, effettuata con l’uso dei detergenti, abbassa notevolmente la carica batterica (12).

Disinfettante:composto chimico ad azione biocida non selettiva che in condizioni definite è capace di distruggere gran parte dei microrganismi, ma non necessariamente le spore batteriche su oggetti inanimati (29).

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Torna all’indiceDisinfezione:qualunque intervento capace di eliminare i microrganismi patogeni (ma non necessariamente le spore batteriche) presenti su oggetti inanimati, mediante l’utilizzo di idonei agenti fisici o chimici (29).

Fungicida:agente che uccide i miceti (12).

Sterilizzazione:processo fisico o chimico che porta alla distruzione stocastica (probabilistica) di ogni forma vivente, in forma sia vegetativa sia sporale. Il livello di sicurezza di sterilità (SAL Sterilità Assurance Level), secondo la norma UNI EN 556, deve corrispondere alla probabilità teorica < 1 su un milione ( SAL < 10-6) di trovare un microrganismo sopravvivente all’interno del lotto di sterilizzazione. Il processo di sterilizzazione è considerato un processo critico che necessita di convalida (29) (17).

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CAPITOLO II

LA DISINFEZIONE DELL’AMBIENTE SANITARIO Torna all’indice

L’ambiente sanitario è da considerare a rischio biologico sia per gli operatori che per gli utenti.Il livello di rischio può crescere in rapporto alle attività che vi si espletano; pertanto, sono da considerare a più alto rischio gli ambienti dove:

si effettuano alcuni tipi di prestazioni (per es. interventi chirurgici, manovre invasive);

si trattano alcuni tipi di pazienti (per es. immunodepressi, infettivi);

si può verificare contaminazione ambientale con materiale biologico (per es. laboratori, ambulatori di odontoiatria).

Sono invece da considerare di norma a basso rischio i percorsi comuni e gli uffici.

La pulizia

L’ambiente sanitario deve essere mantenuto il più possibile a carica microbica controllata. Ciò è realizzabile applicando un programma di accurata pulizia dei locali a mezzo detersione.

Pertanto, è possibile definire la pulizia con detergenti una “disinfezione meccanica”. Quindi dove è più elevato il rischio biologico maggiore deve essere la frequenza degli interventi di pulizia.

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L’azione meccanica della pulizia ( lavaggio con acqua e detergente) riesce ad asportare il 90% dei microrganismi dalle superfici contaminate (sporco visibile) (28).

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Nebulizzazione:

la nebulizzazione di sostanze disinfettanti nell’ambiente è una procedura di dimostrata inefficacia (16) (18). “ Si sottolinea altresì che per quanto concerne la nebulizzazione, modalità d’uso ancora diffusa in alcuni ambienti ospedalieri italiani, il GdL concorda pienamente con il giudizio negativo espresso a tal riguardo in ambito internazionale dagli esperti di settore (….). Questa procedura di impiego generalmente non si può considerare, infatti, una misura di prevenzione-protezione per l’esposizione (anche se potenziale) ad agenti biologici…” (10), comportando per lo più l’uso di sostanze con proprietà tossiche (ad esempio: gliossale e glutaraldeide) e/o potenzialmente cancerogene (per esempio, formaldeide) per l’uomo o del tutto inefficaci (clorexidina, ammonici quaternari, iodoformi, etc.), in particolare per il limitato spettro d’azione e gli insufficienti tempi di contatto (10).

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CAPITOLO III

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LA DISINFEZIONE DEI DISPOSITIVI MEDICI

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Definizione di Dispositivo medico:

“qualunque strumento, apparecchio, impianto, sostanza o altro prodotto, utilizzato da solo o in combinazione, compreso il software informatico impiegato per il corretto funzionamento, e destinato dal fabbricante ad essere impiegato sull’uomo a scopo di diagnosi, prevenzione, controllo, terapia o attenuazione di una malattia” (2).

Classificazione:

gli strumenti medici e chirurgici possono essere suddivisi in tre categorie in base al rischio potenziale di infezione che deriva dal loro uso:

1. non critici,

2. semicritici

3. critici.

1.gli strumenti non critici vengono a contatto con la cute integra, ma non con le mucose (25). Questi oggetti raramente, o mai, trasmettono malattie e possono essere puliti con un detergente e una soluzione di disinfettante di livello basso o intermedio.

2.gli strumenti semicritici vengono a contatto con le mucose (25) e richiedono la decontaminazione e una disinfezione di alto livello oppure, ove possibile, la sterilizzazione.

3.gli strumenti critici entrano direttamente nel torrente ematico o in altre parti del corpo normalmente sterili o vengono a contatto con cute e mucose non integre. Tali strumenti devono essere sterilizzati. (17-18-19-25) .

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Va inteso, pertanto, che gli accessori endoscopici che determinano soluzione di continuo delle mucose, come per esempio le pinze per biopsia, devono necessariamente essere sottoposte a sterilizzazione (8).

Disinfezione:

classificare oggetti e strumenti in una delle sopra elencate categorie aiuta a scegliere il livello appropriato di disinfezione o sterilizzazione necessario per proteggere il paziente e l’operatore.

E’ importante tener presente che tutti gli strumenti riutilizzabili devono essere decontaminati e puliti prima della disinfezione e/o della sterilizzazione se si vuole che il disinfettante e/o l’agente sterilizzante agiscano in modo appropriato (11).

Disinfezione di alto livello: distrugge tutti i microrganismi, con l’eccezione di contaminazioni di grado elevato da spore batteriche (28).

Disinfezione di livello intermedio: inattiva il mycobacterium Tubercolosis, batteri in forma vegetativa, la maggior parte dei virus e dei funghi, ma non uccide necessariamente le spore batteriche (28).

Disinfezione di basso livello: può uccidere la maggior parte dei batteri, alcuni virus ed alcuni funghi, ma non può essere utilizzata per uccidere i batteri più resistenti quali il mycobacterium Tubercolosis o spore batteriche (28).

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CAPITOLO IV

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AVVERTENZE D’USO DELLE SOLUZIONI ANTISETTICHE E DISINFETTANTI

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E’ indispensabile utilizzare idonei dispositivi di protezione qualora richiesti ( seguire quanto indicato nelle schede tecnica e di sicurezza del prodotto).

Occorre ricordare: di scegliere in maniera appropriata il disinfettante da utilizzare (scheda

tecnica)

di rispettare sempre le istruzioni per l’uso fornite dal produttore del disinfettante (scheda tecnica)

che il disinfettante risulta meno efficace se utilizzato su oggetti non accuratamente puliti

I disinfettanti dovrebbero essere forniti pronti all’uso; in caso contrario, la diluizione deve avvenire nel rispetto dell’asepsi e secondo le modalità di seguito elencate:1. liquido di diluizione: acqua distillata sterile per la diluizione di antisettici che

vengono a contatto con cute e mucose non integre ( devono essere sterili al momento dell’uso); (15)

2. contenitore: usare i contenitori indicati dal produttore, lavati, asciugati e sterilizzati, meglio se di piccole dimensioni. I tappi non devono essere di cotone o di sughero. I contenitori devono essere etichettati con evidenza di:

nome prodotto

concentrazione

impiego

data di preparazione e di scadenza. (15) Torna all’indice

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Durante l’impiego delle soluzioni, evitare che l’imboccatura del contenitore venga a contatto diretto con mani e con qualsiasi altro materiale, come ad esempio batuffoli di cotone o garza, materiale potenzialmente infetto, ecc…(15).

Avvalersi se necessario, della consulenza del Farmacista per la preparazione delle diluizioni;

Le soluzioni pronte all’uso vanno mantenute nel loro contenitore originale (15).

Una volta aperti, etichettare i contenitori di antisettici e disinfettanti pronti all’uso evidenziando

la data di apertura e la data di scadenza (15).

Chiudere sempre i contenitori dopo l’uso (15).

Non impiegare mai antisettici e disinfettanti quando serve detergere o quando è necessario sterilizzare (15).

Non mescolare mai detergenti e disinfettanti (alterazione dei principi attivi) (15).

Conservare i disinfettanti fotosensibili al riparo dalla luce, lontano da fonti di calore ed in appositi armadietti separati da altri materiali. I disinfettanti mal conservati possono essere contaminati da microrganismi (15).

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CAPITOLO V Torna all’indice

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DECONTAMINAZIONE E LAVAGGIO DEI DISPOSITIVI MEDICI RIUTILIZZABILI

Il Decreto Legislativo n°46 del 24/02/97 obbliga i produttori dei dispositivi medici riutilizzabili a corredare ogni strumento delle istruzioni da seguire per il corretto riuso, riguardante le procedure di pulizia, disinfezione ed eventuale sterilizzazione.

Ne discende l’obbligo per gli utilizzatori di seguire correttamente le istruzioni del produttore affinché i dispositivi rispondano sempre ai requisiti essenziali dei dispositivi medici, di essere cioè sicuri per i pazienti e gli utilizzatori.

Torna all’indiceDecontaminazione (10,11)

La decontaminazione dei dispositivi medici riutilizzabili è obbligo a tutela dell’operatore che deriva dal D.M. 28/07/1990, il quale all’art. 2 così recita “I presidi

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riutilizzabili, debbono, dopo l’uso, essere immediatamente immersi in un disinfettante chimico di riconosciuta efficacia sull’HIV prima delle operazioni di smontaggio o pulizia, da effettuare come preparazione per la sterilizzazione”. La decontaminazione è preliminare alle operazioni di pulizia e di successiva disinfezione e/o sterilizzazione del presidio sanitario contaminato da materiale organico. Tale procedura, se correttamente applicata (soluzione disinfettante specifica per il tipo di materiale da trattare) riduce il rischio di contatto da materiale biologico potenzialmente infetto.

Lavaggio (11)

Il materiale, dopo la fase di decontaminazione, deve esser accuratamente deterso in tutte le sue parti prima di esser disinfettato o sterilizzato. Affinché tale procedura sia efficace, è necessario che gli strumenti più complessi vengano, per quanto possibile, smontati, assicurandosi che tutte le strutture cave siano pervie. Occorre, altresì, far scorrere la soluzione detergente all’interno del lume dei dispositivi medici cavi, utilizzando, se necessario, siringhe raccordabili, prestando particolare attenzione a non sporcarsi. Detergere l’oggetto con apposite spazzole o scovolini, ponendo particolare attenzione alle zone critiche.

DECONTAMINAZIONE (10,11) LAVAGGIO (11)

Tipologia dispositivi medici

Principio Attivo Concentrazione Tempo minimo

Dispositivi medici non metallici

Cloroderivati Cloro disponibile 10.000 p. p. m.

30’ Detergente

Dispositivi medici metallici

Polifenoli sintetici con detergente e anticorrosivi

Nel rispetto delle raccomandazioni del produttore

30’ Acqua

Nota: le soluzioni di cloroderivati si inattivo nel tempo (vedere tabella 3)

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Risciacquo

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Lo scopo del risciacquo deve essere quello di eliminare ogni traccia residua di detergente. Deve essere effettuato con acqua corrente, possibilmente demineralizzata, al termine delle procedure di detersione previste per il lavaggio manuale e ad ultrasuoni (11)

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TABELLA 1 Spettro di attività dei principali disinfettanti. (tratto da 28 modificato)

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Livello di disinfezione richiesto

Spettro di attività del disinfettante

Principi attivi in grado di soddisfare questo spettro di attività

Fattori che influenzano l’efficacia del disinfettante

Elevato

Sporicida Micobattericida Virucida Fungicida Battericida

Acido Peracetico Glutaraldeide Ipoclorito di Sodio Perossido di Idrogeno stabilizzato Aldeide Succinica

Concentrazione

Tempo di contatto

Temperatura

Presenza di materia organica

Ph

Presenza di ioni calcio o magnesio (per esempio, durezza dell’acqua usata per la diluizione)

Formulazione del disinfettante utilizzato

Intermedio

Micobattericida Virucida Fungicida Battericida

Derivati fenolici Alcool etilico Alcool Isopropilico.

Basso BattericidaAmmonio Quaternario

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TABELLA 2 Torna all’indiceMeccanismo e spettro di attività degli agenti antisettici comunemente usati per la preparazione preoparatoria della cute e per il lavaggio di tipo chirurgico (tratto da “Guideline for prevention of surgical site infection, 1999 – Hospital Infections Program National Center For Infectious Diseases Centers for Disease Control and Prevention Pubblic Health Service US Department of Health And Human Services)

Agente Meccan. d’azione Batteri Gram +

Batteri Gram - Mtb Fungh

iVirus

Rapidità d’azione

Attività residua Tossicità Uso

alcool Denatura le proteine E E G G G Molto rapida nessuna Disidratante, volatile SPSS

clorexdina

Distrugge la membrana cellulare E G P F G intermedia E Ototossicità, cheratiti SP

SS

IodioIodofori

Ossidazione/ sostituzione con iodio libero

E G G G G intermedia minima

Assorbimento dalla pelle con possibile tossicità, irritazione della pelle

SPSS

PCMX Distrugge la parete cellulare G F* F F F intermedia G Dati insufficienti SS

Triclosan Distrugge la parete cellulare G G G P U intermedia E Dati insufficienti SS

Legenda: E = eccellente; F = discreto; G = buono; P = scarso; U = non noto; SP = preparazione della cute; SS = lavaggio di tipo chirurgico Mtb = Mycobacterium tuberculosis; PCMX = para-cloro-meta-xylenol; *discreto, fatta eccezione per Pseudomonas spp; l’attività viene potenziata con l’aggiunta di agenti chelanti come per esempio EDTA

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TABELLA 3 (15) Preparazione e stabilità delle soluzioni a base di cloro (tratto da “APIC guidelines for selection and use of disinfectant selection and use of disinfectants” Am J Infect control, 1990 Rutala W.A., tradotto e riportato da (15)

Concentrazione di cloro desiderata5000 ppm 1000 ppm 500 ppm 100 ppm

Preparazione fresca di una diluizione di candeggina (NaOCl 5,25%) da utilizzarsi entro 24 ore

1:10* 1:50 1:100 1:500

Preparazione fresca di una diluizione di candeggina (NaOCl 5,25%) da utilizzarsi per 1-30 giorni.

1:5** 1:25 1:50 1:250

* per ottenere una soluzione 1:10, aggiungere una parte di candeggina a 9 parti di acqua.** per ottenere una soluzione 1:5, aggiungere una parte di candeggina a 4 parti di acqua.

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Riferimenti normativi e bibliografici1. D.M.28/09/1990 “ Norme di protezione dal contagio da HIV nelle strutture sanitarie ed

assistenziali pubbliche e private”2. Decreto legislativo n 46 del 24/02/1997” Attuazione delle direttive 93/42/CEE, concernente i

dispositivi medici”3. Decreto legislativo n 174 del 25/02/2000 “ Attuazione della dir. 98/8/CE in materia di

immissione sul mercato di biocidi”4. Ministero della Sanità Commissione nazionale per la lotta contro l’AIDS 6/09/1989 “Linee-

guida di comportamento per gli operatori sanitari per il controllo dell’infezione da HIV5. Ministero della Sanità - Comitato nazionale per la valutazione della qualità dell’assistenza -

Prevenzione delle infezioni delle vie urinarie nei pazienti cateterizzati: uso di catetere e assistenza infermieristica.

6. Ministero della Sanità Commissione nazionale per la lotta contro l’AIDS Linee - guida di controllo della circolazione dell’HIV e di altri patogenesi trasmessi attraverso il sangue durante le procedure ostetrico-ginecologiche e di assistenza al parto.

7. Ministero della Sanità Commissione nazionale per la lotta contro l’AIDS Linee - guida per la prevenzione del contagio tubercolare nell’assistenza a pazienti con infezioni da HIV.

8. Ministero della Sanità Commissione nazionale per la lotta contro l’AIDS e le altre malattie infettive. 22/07/1998. Linee - guida per la diagnosi, la terapia ed il controllo delle epatiti.

9. Coordinamento Centro di riferimento AIDS Ospedale Spallanzani – Roma e Società Italiana di Nefrologia. Raccomandazioni per il controllo dell’infezione da HCV in dialisi.

10. Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro Linee - guida per la definizione degli standard di sicurezza e di igiene ambientali dei reparti operatori.

11. Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica Gruppo Italiano Studio Igiene Ospedaliera Linee- guida per la convalida della sterilizzazione in ospedale-procedure-

12. Linee - guida in endoscopia Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica Gruppo Italiano Studio Igiene Ospedaliera Ottobre 2002.

13. Norme di comportamento per il controllo delle infezioni trasmissibili per via ematica. Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica Gruppo Italiano Studio Igiene Ospedaliera.

14. S.S.N Regione Emilia Romagna Osp. Policlinico S. Orsola Malpigli 1992 Guida alla prevenzione delle infezioni ospedaliere delle ferite chirurgiche.

15. Regione Emilia Romagna Assessorato alla Sanità 1996. Guida all’antisepsi e alla disinfezione in ambito sanitario.

16. Giuseppe Ippolito Il Pensiero scientifico editore 1991. Infezioni da HIV ed operatori sanitari.17. S. D. Schaffer L.S. Garzon D.L. Heroux D.M. Korniewicz Pensiero Scientifico Editore 1997 -

Prevenzione delle infezioni e sicurezza nelle procedure.18. Maria Luisa Moro- Centro Scientifico Editore - Infezioni ospedaliere prevenzione e controllo.19. C.Melino A. Messineo A. Rubino A. Allocca Società Editrice Universo 1997 L’Ospedale –

igiene, prevenzione e sicurezza.20. M. M. D’Errico et al. Nuovo Studio Tecna srl 1999. La gestione pratica della disinfezione nelle

strutture sanitarie.

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21. American Jornal of Infection Control C J Alvarado, M. Reichelderfer, and the 1997,1988 end 1999 APIC Guidelines Committes APIC guideline for infection prevention and control in flexible endoscopy

22. William. A. Rutala, PhD, MPH, CIC 1994,1995, and 1996 APIC GUIDELINES COMMITTEE Association for Professionals in Infection Control and Epidemyology, Inc. APIC guideline for selection and use of disinfectants.

23. ELAINE L. LARSON, RN, PdH, FAAN, CIC, 1992,1993 AND 1994 APIC APIC guideline for handwashing and antosepsis in healt care settings.

24. William. A. Rutala, PhD., M.P.H.,- Disinfezion, sterilization and waste disposal.- “Prevention and control of nosocomial infections” Williams & Bilkins 1993 Wenzel Ed

25. Circolare Assessoriale n. 1047 del 27/03/2001 “Lotta contro le infezioni ospedaliere; elementi oggetto di valutazione per la verifica del raggiungimento degli obiettivi”.

26. Block S.S. “Disinfezione e sterilizzazione” Edizione Libreria Cortina 1986.27. Guideline for prevention of surgical site infection, 1999. Hospital Infection Program – National

Center For Infectius Disease- Center For Disease Control And Prevention- Public Healt Service Us Depatment Of Healt And Huiman Services Vol. 20 N. 4 “ Infection Control And Hospital Epidemiology”

28. Guida Pratica Per Il Controllo Delle I.O. 2^ Edizione Organizzazione Mondiale Della Sanità 2002.

29. Glossario Di Igiene Ospedaliera -Gruppo Italiano Studio Di Igiene Ospedaliera- Società Italiana Di Igiene,Medicina Preventiva e Sanità Pubblica 2002.

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SERVIZIO INFERMIERISTICO:

Dott. DAI A. Merennino I.P. Sig.ra Concettina Gerbino

REVISIONATO DALGRUPPO DI LAVORO DEL COMITATO PER LA LOTTA ALLE INFEZIONI OSPEDALIERE:

Dott. A. Licciardello Dirigente Medico Servizio Protezione e Sorveglianza SanitariaSig. S. Lo Faro A.F.D. U.O. Neuropsichiatria P.O. AcirealeDott. DAI A. Merennino Responsabile Servizio InfermieristicoDr.ssa A. Giordano Dirigente Medico Servizio Ospedalità PubblicaDr.ssa M. Milazzo Direttore Sanitario Casa di cura Centro Cuore Morgagni IscasDr. M.G. Pellegrino Direttore Medico P.O. Militello

Prof.ssa A. Toscano Direttore Laboratorio di Microbiologia Università degli Studi di Catania

Dr.ssa M. Zimone Dirigente Medico U.O. Sistema Qualità

APPROVATO DALCOMITATO PER LA LOTTA ALLE INFEZIONI OSPEDALIERE: Dott. G. Longo Presidente Direttore Settore Ospedalità Pubblica e PrivataDott. B. Anastasi Componente Direttore Settore FarmaceuticoDr.ssa A. Giordano Componente Dirigente Medico Servizio Ospedalità PubblicaDott. S. Gurrisi Componente Direttore U.O. Medicina Generale P.O. MilitelloDott. A. Licciardello Componente Dirigente Medico Servizio Protezione e Sorveglianza SanitariaSig. S. Lo Faro Componente A.F.D. U.O. Neuropsichiatria P.O. AcirealeDott. DAI A. Merennino Componente Responsabile Servizio InfermieristicoDott.R. Pulvirenti Componente Direttore U.O. Patologia Clinica P.O. Acireale

Prof.ssa A. Toscano Componente Direttore Laboratorio di Microbiologia Università degli Studi di Catania

Dr.ssa. M.A. Zimone Componente Dirigente Medico U.O. Sistema Qualità

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