Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME...

68
Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME DI STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEA I Facoltà di Ingegneria Per gli allievi dei Corsi di Laurea a Distanza in Ingegneria Elettrica e Meccanica Anno Accademico 2009-2010

Transcript of Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME...

Page 1: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Alberta Rebaglia

GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME DI

STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEA

I Facoltà di Ingegneria

Per gli allievi dei Corsi di Laurea a Distanza in Ingegneria Elettrica e Meccanica

Anno Accademico 2009-2010

Page 2: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

2

Indice

Chiarimenti per la consultaione della Guida 3

Avvertenze per la preparazione dell‟esame 4

Nota introduttiva 5

PARTE PRIMA Il concetto di artificiale nella civiltà industriale novecentesca

Lezione 1 Il positivismo e l‟organizzazione scientifica del lavoro 7 Lezione 2 La civiltà industriale 14 Lezione 3 Razionalità formale e ragione strumentale 21 Lezione 4 Pianificazione tecnologica e progetto esistenziale 26 Lezione 5 Il problema della verità e l‟esperienza estetica 29

PARTE SECONDA La rivoluzione cibernetica e il suo impatto culturale

Lezione 6 Il problema della verità e il metodo scientifico 37 Lezione 7 Verità, adeguatezza empirica e linguaggio 44 Lezione 8 La cibernetica. Uno studio interdisciplinare 51 Lezione 9 L‟uomo dialogico 57 Lezione 10 Pianificazione e strategia 63

Page 3: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

3

Chiarimenti per la consultazione della Guida Per ciascuna delle dieci lezioni del Corso, la dispensa contiene le seguenti sezioni:

1. Inquadramento dei temi

include un breve sommario degli argomenti trattati nella lezione e l‟indicazione

delle parti dei videocorsi alle quali è indispensabile fare riferimento per lo studio:

Lezione CD-ROM indica il Corso in CD-ROM A. Rebaglia, Storia della filosofia

contemporanea, Parte I e Parte II, disponibile in Mediateca, nonché scaricabile dalla

pagina web: http://corsiadistanza.polito.it/diplomi/mediateca/cdrom.php

Lezione VHS indica il Corso in videocassette G. Vattimo, Atlante ideologico del

Novecento, disponibile in Mediateca

2. Passi antologici

include brani degli autori trattati nella lezione e/o il riferimento a una specifica

scheda antologica contenuta nel volume: A. Rebaglia, Ragione scientifica e

progresso tecnologico. Temi di filosofia contemporanea, accessibile nei CD in

versione integrale (in formato ipertestuale) tramite il pulsante

N.B. L‟estratto stampabile del materiale tratto dal volume indicato -necessario per

lo studio e suddiviso per ciascuna lezione- è presente nella pagina web del corso,

portale della didattica: www.didattica.polito.it

3. Nel dizionario

include l‟indicazione dei termini filosofici e degli autori rilevanti per la

comprensione degli argomenti principali trattati nella lezione, da approfondire

mediante la consultazione del Glossario contenuto nel volume citato, oppure

mediante la consultazione di un‟enciclopedia (es. Enciclopedia Garzanti di Filosofia),

o un dizionario (es. Dizionario di Filosofia UTET), o di un manuale di storia della

filosofia, oppure tramite la connessione ai siti internet:

Stanford Encyclopedia of Philosophy: http://www.plato.stanford.edu ;

The Internet Encyclopedia of Philosophy: http://www.utm.edu/research/iep/

4. Approfondimenti

include una selezione di brani avente lo scopo di agevolare una maggiore

padronanza del panorama concettuale che fa da sfondo ai temi trattati nella lezione,

e consentire l‟elaborazione di un contesto comune di problematiche che renda

evidenti i nessi presenti tra gli argomenti trattati nelle differenti lezioni.

5. Esercizi per l’esame

include gli esercizi da svolgere ai fini dell‟esame, per il corrente Anno Accademico.

Page 4: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

4

Avvertenze per la preparazione dell’esame A integrazione delle informazioni sul corso (reperibili all’indirizzo http://corsiadistanza.polito.it ) si precisa che

lo studente deve scegliere cinque lezioni, tra le dieci che compongono il Corso,

individuando un minimo di due lezioni per ciascuna delle due Parti in cui il

Corso è suddiviso

ai fini dell‟esame, per ciascuna delle cinque lezioni scelte occorre svolgere gli

esercizi inclusi in questa dispensa nella sezione “Esercizi per l‟esame”, e inviare

l‟elaborato almeno una settimana prima della data di appello prescelta

all‟indirizzo e-mail: [email protected]. Il punteggio acquisito nello scritto

contribuirà alla valutazione complessiva, unitamente al colloquio orale

esercizi per l‟autovalutazione della propria preparazione sono presenti nel sito

http://corsiadistanza.polito.it consultando le pagine dedicate al corso

dubbi e curiosità emersi durante la preparazione delle lezioni potranno essere

sottoposti all‟attenzione degli altri iscritti al corso (e del docente) collegandosi al

Forum aperto nella pagina web accessibile dal portale della didattica

(www.didattica.polito.it) inserendo le proprie password e username. Le spiegazioni

necessarie verranno inserite periodicamente nella medesima sede ed

eventualmente approfondite durante le lezioni di tutorato

nella medesima pagina web, nella Sezione “Materiale”, sono presenti gli estratti in

versione stampabile dei capitoli del libro Ragione scientifica e progresso

tecnologico di cui è richiesto lo studio

nella medesima pagina web, nella Sezione “Avvisi”, è possibile controllare l‟elenco

degli studenti regolarmente iscritti a ciascun appello.

Page 5: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

5

Nota introduttiva

Studiare filosofia al Politecnico di Torino

« Il Politecnico di Torino nacque, primo in Italia, come “Scuola di Applicazione per

gli Ingegneri” nel 1859, periodo in cui modello culturale egemone in tutta Europa era

il positivismo: autentico catalizzatore nel dare origine alla figura professionale

dell’ingegnere. In effetti, enfatizzando l’aspetto convenzionale e il ruolo di efficace

strumento predittivo delle leggi scientifiche, e attenuando contemporaneamente il

loro carattere esplicativo delle dinamiche naturali, la concezione positivistica avrebbe

costituito per lungo tempo un fattore culturale di estrema importanza per lo sviluppo

dei processi industriali e per la realizzazione delle tecnologie correlate. Risulta,

pertanto, ben spiegabile come tale assetto concettuale sia divenuto il riferimento

costante, sebbene spesso solo implicito, intorno a cui vennero organizzate la

formazione e la didattica nei corsi di laurea in ingegneria.

Anche le più evidenti conseguenze dell’influenza del positivismo - quali la

rivendicazione di una manifesta autonomia e distanza del metodo scientifico rispetto

agli ambiti della metafisica e della teologia, nonché la fiducia nella capacità di tale

metodologia di trattare in modo rigorosamente quantitativo qualsiasi elemento

(naturale, oppure economico o sociale) - sono parse efficaci nell’agevolare la

gestione di dati e conoscenze. Isolare l’orizzonte scientifico da ogni influenza esterna

dà infatti l’impressione di poterne accrescere l’oggettività, incrementando anche il

consenso nei confronti delle sue dirette applicazioni tecnologico-industriali; inoltre,

rimarcare come il metodo scientifico non sia da ritenersi altro che uno “strumento”,

del tutto indipendente dagli oggetti cui viene applicato, fa sì che esso possa venire

trasposto in ambiti differenti dalla scienza fisica (purché sempre di tipo osservativo),

esaltandone quindi le potenzialità interdisciplinari.

Nei decenni più recenti, tuttavia, la complessità del sistema socio-economico e il

carattere multiforme, talvolta contraddittorio, delle domande a cui occorre che le

realizzazioni tecnologiche e i processi produttivi trovino risposte adeguate hanno

posto in crisi tale impianto di pensiero. L’insufficienza della prospettiva positivistica

nel supportare le attuali trasformazioni economiche, sociali e culturali è emersa con

chiarezza nel documento stilato a Lisbona nel marzo 2000 dal Parlamento Europeo,

in cui è stato attribuito un ruolo di assoluta preminenza ai criteri di ricerca e

Page 6: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

6

innovazione sui quali sono basati i processi di produzione delle reti astratte di

informazioni e saperi, rispetto ai consueti procedimenti di fabbricazione delle risorse

materiali. Impegno strategico fondamentale per l’Europa è stato pertanto considerato

il suo costituirsi in “società della conoscenza”, posto quale obiettivo determinante per

il nuovo decennio; obiettivo perseguibile solo dando avvio a nuove, consistenti

elaborazioni di tecniche formali e metodi euristici concepiti con l’intento di trattare

una “conoscenza” non più circoscrivibile esclusivamente entro un studio quantitativo

dei dati, bensì in grado di coordinare informazioni essenzialmente ambigue e

potenzialmente conflittuali.

Preparare i futuri ingegneri ad affrontare questa radicale trasformazione non richiede

più soltanto di fornire loro cognizioni e competenze specifiche: la celerità dei

cambiamenti in atto e la limitata prevedibilità che li caratterizza potranno rendere

presto non sufficiente il bagaglio delle nozioni tecnico-scientifiche acquisite, anche ai

livelli più elevati degli studi e della formazione. Assai importante risulta sollecitare

negli allievi ingegneri una consapevolezza critica, una capacità di modellare con

duttilità i propri orizzonti di pensiero nel predisporre metodologie cognitive di volta

in volta adeguate ai contesti mutevoli e in larga misura imprevedibili nei quali essi si

troveranno a operare (..) [guidando] la loro attenzione verso le basi metodologiche

del conoscere, presentate nel percorso storico che dapprima le considera volte alla

rappresentazione di fatti e poi, sempre più chiaramente, alla comprensione di

significati. »

da: A. Rebaglia, Studiare filosofia al Politecnico di Torino: l‟esperienza di un programma di formazione umanistica per operatori scientifici, in DISF, maggio 2007.

Page 7: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

7

Il concetto di artificiale nella civiltà industriale

novecentesca

Il Novecento è senza dubbio il secolo in cui la produzione meccanizzata di beni e

artefatti si è imposta come aspetto dominante del panorama economico e sociale.

I presupposti alla base della produzione tecnologica –tanto metodologici (correlati

alle sue radici scientifiche) quanto concettuali (connessi alla progressiva

sostituzione del naturale con l‟artificiale)– vengono analizzati da alcuni movimenti

di pensiero con interesse positivo. Mentre le conseguenze sociali e l‟impatto

culturale della sempre più diffusa industrializzazione sono considerati con

sospetto e disagio da altre correnti filosofiche, le quali indicano nella produzione

artistica, letteraria, filosofica e, globalmente, culturale il percorso più idoneo a

cogliere gli aspetti maggiormente creativi ed „essenziali‟ del vivere umano.

Il primo gruppo di lezioni del corso è dedicato a chiarire questa tensione e le

modalità con cui essa è venuta articolandosi.

Lezione 1

IL POSITIVISMO E L’ORGANIZZAZIONE SCIENTIFICA DEL LAVORO

Inquadramento dei temi

Il positivismo, indirizzo filosofico che ha caratterizzato la seconda metà dell‟Ottocento e di cui Auguste Comte è la figura più rappresentativa, intende

proporre una razionalizzazione complessiva nell‟ambito della conoscenza e

dell‟azione sociale. Il programma positivistico di trasformazione della cultura e

della società, mediante una rigorosa applicazione del metodo scientifico, è

organizzato sulla base di una valutazione positiva del processo di

industrializzazione dei procedimenti produttivi (che rappresenta l‟esito

dell‟operare scientifico e tecnico).

Il pensiero positivistico permea la „cultura d‟impresa‟ che caratterizza le industrie

manifatturiere di inizio Novecento. La produzione in serie, che solleciterà le

riflessioni critiche di esponenti significativi della filosofia del periodo, si impone insieme a una radicale riorganizzazione dell‟attività lavorativa operata da Fredrik

Wilson Taylor. Egli propone un cambiamento sostanziale delle modalità del

lavoro industriale, sostituendo ai metodi “empirici” sviluppati dall‟esperienza

degli operai nuovi metodi “scientifici” approntati dal quadro dirigente.

Page 8: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

8

Lezione CD-ROM

Parte I, Lezione 4 : Il positivismo

Comte. Le origini del positivismo − La legge dei tre stadi − Conoscenze relative − Leggi come cataloghi

Leggi empiriche e scienza industriale − Termodinamica − La sintesi a posteriori − Probabilità e statistica

Ipertesto

Capitolo 2. Dalla ragione legislatrice alla ragione strumentale Paragrafo 2: Catalogare e prevedere. Origini della scienza industriale

Capitolo 3. Sapere empirico e produzione industriale

Paragrafo 1: Progresso e leggi empiriche Paragrafo 3: “One best way”. Mito della modernità (pp.93-95)

Passi antologici

1. Le spiegazioni scientifiche

“… il carattere fondamentale della filosofia positiva consiste nel considerare tutti i fenomeni come sottoposti a leggi naturali invariabili, la cui precisa scoperta e riduzione al minor numero possibile costituiscono il fine dei nostri sforzi, dal momento che è affatto impossibile, e, secondo noi, priva di senso, la ricerca delle così dette cause, sia prime che finali. E‟ inutile insistere troppo su di un principio che è familiare a chi si occupi un po‟ profondamente delle scienze d‟osservazione. Ognuno sa infatti come le nostre soluzioni positive, anche le più perfette, non avanzino affatto la pretesa di esporre le cause generatrici dei fenomeni –perché in tal caso non faremmo che sospingere indietro le difficoltà– ma si propongono soltanto di esaminare con esattezza le circostanze della loro produzione, e di collegarle le une alle altre mediante relazioni normali di successione e di somiglianza.

Così, per citare l‟esempio più lampante, affermiamo che i fenomeni generali dell‟universo sono generalmente spiegati, per quanto è possibile, dalla legge di gravitazione perché, da un lato, questa bella teoria ci mostra tutta l‟immensa varietà dei fenomeni astronomici come un unico e solo fatto colto nei suoi differenti aspetti –la costante e reciproca attrazione di tutte le molecole in ragione diretta alla loro massa e

Page 9: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

9

in ragione inversa al quadrato delle distanze; mentre, dall‟altro lato, questo fatto generale ci è presentato come la semplice estensione di un fenomeno che ci è familiare, e che, solo perciò, consideriamo perfettamente conosciuto –il peso dei corpi sulla superficie terrestre. Quanto poi a stabilire che cosa sono questo peso e quest‟attrazione, quali ne siano le cause, queste sono questioni che consideriamo insolubili, che esorbitano dal dominio della filosofia positiva, e che abbandoniamo senza rimpianti alla fantasia dei teologi e alle sottigliezze dei metafisici”.

(da A. Comte, Corso di filosofia positiva, 1830-1847)

2. Filosofia della natura

Scheda 3, in A. Rebaglia, Ragione scientifica e progresso tecnologico. Temi di filosofia contemporanea : Auguste Comte, da Corso di filosofia positiva, 1830-1847

(estratto stampabile nella pagina web del corso, portale della didattica: www.didattica.polito.it)

3. Taylorismo e ordinamento scientifico

“Prima di incominciare ad illustrare i principî dell‟ordinamento scientifico, o ordinamento a compito come si suole chiamarlo più brevemente, è utile indicare i caratteri di quello che secondo l‟autore è il miglior tipo di ordinamento tra quelli in uso. E ciò sarà fatto in modo che possa essere pienamente apprezzata la grande differenza tra il migliore degli ordinamenti ordinarî e quello scientifico. In uno stabilimento industriale, che impiega da 500 a 1000 operai, si compiranno in molti casi almeno 20 o 30 lavorazioni diverse. Gli operai addetti ad ognuna di queste lavorazioni hanno appreso il loro mestiere materialmente dalla viva voce dei loro compagni, e così per molti anni da quando le lavorazioni si sono sviluppate dalla loro forma primitiva, nella quale i nostri avi riunivano insieme rudimentalmente molte e diverse lavorazioni, fino al momento attuale di molteplice e progressiva suddivisione del lavoro, nel quale ognuno si specializza per una parte relativamente piccola di esso. L‟ingegnosità di ogni generazione ha sviluppato i metodi più rapidi e migliori per compiere ogni elemento del lavoro in ogni industria. Così i metodi ora in uso possono in senso largo dirsi il prodotto di un‟evoluzione, che rappresenta il sopravvivere delle idee migliori e più profondamente fissate fino dall‟inizio di ogni lavorazione. Tuttavia ciò è vero solamente in senso largo [..] Invece di avere un solo metodo generalmente accettato come tipo nell‟uso quotidiano, ci sono 50 o 100 modi diversi di fare una parte del lavoro [..] Nel migliore dei tipi comuni di ordinamento i direttori riconoscono francamente il fatto che i 500 o 1000 lavoratori addetti alle 20 o 30 lavorazioni, che sono sotto la loro direzione, possiedono questa massa di conoscenze tradizionali, una grande parte delle quali è ignota alla direzione. [..] I direttori più esperti debbono dunque rimettersi ai loro operai per la risoluzione del problema di fare il lavoro nel modo migliore e più economico. Essi riconoscono che il loro compito è pertanto di indurre il lavoratore ad usare i suoi migliori sforzi, la sua maggiore resistenza, tutte le

Page 10: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

10

sue conoscenze tradizionali, la sua abilità, la sua ingegnosità, la sua buona volontà, in una parola la sua iniziativa per dare il maggiore rendimento possibile al suo imprenditore. [..] … per avere qualche speranza di ottenere l‟iniziativa dei suoi lavoratori, il direttore deve usare qualche speciale stimolo oltre quelli dati in generale dall‟industria. Questo stimolo può essere dato in parecchi modi differenti per esempio, come speranza di una rapida promozione o avanzamento, come salario più alto sia in forma di maggiore prezzo per il lavoro compiuto, sia come premio o compenso di qualche genere per lavoro rapido e ben fatto, diminuzione nelle ore di lavoro, condizioni di lavoro e di ambienti migliori di quelle che si hanno ordinariamente, ecc. [..] Questo tipo di ordinamento può essere chiamato iniziativa e stimolo in opposizione all‟ordinamento scientifico o ordinamento a compito, con il quale deve essere confrontato. [..] Con il sistema scientifico l‟iniziativa degli operai, che è il loro lavorare intenso e il loro buon volere e la loro ingegnosità, è ottenuta in modo assolutamente uniforme e per una più grande massa di quello che non sia possibile con il vecchio tipo; e, oltre questo miglioramento degli operai, i direttori assumono nuovi pesi, nuovi doveri e responsabilità mai sognate in passato. I direttori assumono, per esempio, il carico di riunire tutte le conoscenze tradizionali, che nel passato erano dagli operai possedute, e quindi di classificarle, compararle e dedurne regole, leggi e formule, che saranno di un immenso aiuto per i lavoratori nel fare il loro lavoro quotidiano. Oltre a sviluppare una scienza in questo modo la direzione si assume altre specie di doveri che importano nuovi e più gravi pesi. Questi nuovi doveri sono raggruppati in quattro categorie: Primo: Essi sviluppano una scienza per ogni elemento di lavoro dell‟uomo, la quale prende il luogo del metodo empirico. Secondo: Essi scientificamente scelgono e quindi allenano istruiscono e sviluppano il lavoratore, mentre nel passato egli spesso sceglieva il proprio lavoro e si allenava da sé stesso come meglio poteva. Terzo: Essi cooperano di buona volontà con i loro uomini in modo da assicurare che tutto il lavoro sia fatto secondo i principî della scienza che è stata sviluppata. Quarto : C‟è quasi un‟eguale divisione di lavoro e di responsabilità tra la direzione e gli operai. La direzione si assume tutto il lavoro per il quale è più adatta del lavoratore, mentre nel passato quasi tutto il lavoro e la maggior parte della responsabilità erano gettati sugli operai. È questa combinazione dell‟iniziativa degli operai con il nuovo genere di lavoro fatto dalla direzione che rende l‟ordinamento scientifico tanto più efficiente del vecchio metodo. [..] Forse l‟elemento singolo più importante nel moderno ordinamento scientifico è l‟idea del compito. Il piano di lavoro di ogni operaio è completamente preparato dalla direzione almeno un giorno avanti, ed ognuno riceve nel maggior numero dei casi complete istruzioni scritte, che descrivono in modo particolare il compito che gli spetta ed i mezzi da usare nel lavoro. E il lavoro preparato avanti in questo modo costituisce, come già detto, il compito non del lavoratore solo, ma in quasi tutti i casi degli sforzi congiunti dell‟operaio e della direzione. In questo compito è specificato non solo quello che deve essere fatto, ma come deve essere fatto e quanto tempo esattamente ci vuole per farlo. E, quando l‟operaio riesce bene nel suo compito e nei limiti di tempo prescritti, riceve un‟aggiunta al suo salario ordinario dal 30 al 100 %. I compiti sono

Page 11: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

11

preparati con tanta cura che il lavoro riesce eccellente sia per la bontà che per la compiutezza, ma deve chiaramente comprendersi che in nessun caso all‟operaio si richiede di lavorare ad una velocità che possa essere dannosa alla salute. Il compito è sempre regolato in modo che l‟operaio possa eseguire il suo lavoro e arricchirsi, lavorando a quella misura, per molti anni, e diventare sempre più felice e più prospero e non essere oppresso dal sopra-lavoro. In gran parte l‟ordinamento scientifico consiste nel preparare e condurre a termine questi compiti.”

(da F.W. Taylor, L‟organizzazione scientifica del lavoro, 1911) Nel DIZIONARIO

Concetti Autori

Industrializzazione Comte, August

Positivismo Taylor, Fredrik Wilson

Progresso

Approfondimenti

“.. fu Pierre Simon de Laplace –il più noto rappresentante della concezione deterministica della fisica classica– a sviluppare per primo i calcoli di probabilità statistica [..]

Le leggi statistiche, secondo Laplace, rivestono un ruolo indispensabile nell‟esperienza quotidiana, in cui il determinismo gnoseologico non è pienamente realizzabile: la possibilità di un determinismo rigido e totale è una condizione di principio, inapplicabile dal punto di vista concreto. Soltanto un‟«Intelligenza extraumana» se, «per un dato istante, conoscesse tutte le forze da cui è animata la natura e la collocazione relativa degli esseri che la compongono, se inoltre fosse tanto capace da sottoporre ad analisi questi dati, abbraccerebbe nella stessa formula i movimenti dei più grandi corpi dell‟universo e dell‟atomo più leggero: nulla sarebbe incerto per essa e l‟avvenire, come il passato, sarebbe presente ai suoi occhi» (Laplace, 1814). L‟uomo, invece, può tendere solo asintoticamente a questo determinismo totale: «tutti questi sforzi nella ricerca della verità tendono ad avvicinarlo continuamente all‟Intelligenza che abbiamo appena concepito, ma dalla quale resterà sempre infinitamente lontano» (ivi). Per tale motivo la capacità umana di elaborare concetti probabilistici e statistici si rivela la sola guida concretamente valida per conoscere il reale.

Strumento metodologico statistico e concezione ontologica deterministica non risultano, perciò, affatto incompatibili; al contrario, entro la meccanica classica essi sono strettamente correlati. La realtà si può supporre regolata da rigidi processi causali, in linea di principio conoscibili e prevedibili con la massima esattezza, pur accettando rilevanti limitazioni sugli effettivi strumenti conoscitivi a nostra disposizione.

(da A. Rebaglia, Logos Interpretazione e Microfisica, Franco Angeli, Milano 1992)

Page 12: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

12

«Taylor stabiliva per ogni operazione the one best way, il modo “migliore e unico” di procedere, e i suoi metodi di aumento del rendimento, la sua organizzazione di uffici di preparazione al lavoro e di laboratori, completati da nuovi sistemi di pagamento, dovevano alimentare uno spirito di cooperazione fra imprenditore e dipendente. Cardine del sistema erano, da questo punto di vista, I'analisi dei movimenti e il cronometraggio. Grazie all'utilizzazione piú rigorosa dei tempi, al perfezionamento tecnico della produzione, a una ripartizione ben studiata dei salari, a un'organizzazione razionale della fabbrica nel suo insieme, il sistema Taylor tendeva ad ottenere dagli impianti e dalla manodopera il massimo d'efficienza'.

Contemporaneamente, il taylorismo si presentava come una scienza del lavoro industriale, e negli Stati Uniti il suo fondatore era correntemente designato come “padre dell'organizzazione scientifica”. Quanto a lui, rigettando il titolo di Taylor System, accettava per la sua dottrina solo quello di Scientifc Management, appellativo che ha del resto mantenuto e che hanno fatto proprio i sistemi derivati dalla razionalizzazione. [..] F. W. Taylor ha sempre sostenuto con gran tilievo di “portare la scienza al posto dell'empirismo”. Quest'affermazíone, riferita alle nuove tecniche industriali, non è certo priva di fondamento. Taylor è stato un felicissimo innovatore coi suoi studi sistematici e sperimentaii sul lavoro alle macchine utensili. I risultati ottenuti per quel che riguarda la qualità degli acciai, la forma e la scelta degli utensili, la deterrninazione delle velocità e profondità di taglio, la disposizione delle cinghie e delle trasmissioni, hanno permesso un considerevole aumento dell'eficienza e della precisione. E questo un prezioso contributo alla scienza del lavoro meccanico, e non si può contestare che la via cosí aperta si sia dimostrata, con gli sviluppi e progressi cui ha dato origine, estremamente feconda.

Ma le ambizioni scientifiche del taylorismo non si fermano qui. Taylor, i suoi collaboratori, i suoi discepoli, non si accontentano di criticare i metodi tradizionali seguiti a un tempo dai capi di azienda e dagli operai, e di denunciare le lacune e gli errori del loro empirismo; ma rivendicano un campo d'azione molto piú vasto. “La migliore organizzazione è una vera e propria scienza”, applicabile a tutte le forme dell'attività umana, “dai piú semplici dei nosri atti individuali fino alle opere delle nostre piú grandi società...”. Lo Scientífic Management non offre soltanto una scienza delle operazioni indusriali, ma anche una scienza dei rapporti fra I'operaio e le moderne tecniche di produzione: non si interessa solo di questioni di metallurgia o di meccanica applicata, ma pretende fornire dati scientifici sulla selezione degli operai, sui loro moventi e stimolanti psicologici, sulla 1orc iniziativa, sulla loro fatica, sui “veri” tempi necessari per eflettuate una determinata operazione; insomma, afironta problemi che interessano la fisiologia e la psicologia del lavoro.»

da: G. Friedmann, Problemi umani del macchinismo industriale, Einaudi, Torino 1975, pp.17-19

Page 13: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

13

Esercizi per l’esame

1. Completare il testo inserendo opportunamente le opzioni indicate e analizzare concisamente la tesi espressa dall‟autore

“Lo spirito positivo, senza misconoscere mai la preponderanza necessaria della realtà direttamente constatata, tende sempre ad ingrandire, per quanto è possibile, il dominio razionale a spese del dominio sperimentale, sostituendo, via via sempre più, _ _ _ _ _ dei fenomeni alla loro _ _ _ _ _ immediata.”

Comte a) (l‟) esplorazione b) (la) previsione

2. Rispondere e commentare brevemente (max. 20 righe)

“Mi è stato attribuito il merito di avere pensato per primo di fissare il prezzo di vendita di un articolo in base al costo al quale ero convinto che potesse essere fabbricato e di forzare poi i costi mediante la produzione in massa in modo da trarre profitto dal prezzo di vendita, ma Edison aveva fatto la stessa cosa molto tempo prima,” scrive Ford. Quali aspetti di tale pianificazione del processo produttivo conseguono dall‟organizzazione scientifica del lavoro introdotta da Taylor?

Page 14: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

14

Lezione 2

LA CIVILTA’ INDUSTRIALE

Inquadramento dei temi

Il diffuso senso di crisi che segue la fine della Prima guerra mondiale induce Oswald Spengler a trasformare il mito romantico della necessità del progresso

-che ha accompagnato il sorgere dell‟industrializzazione- nella convinzione

(darwiniana) circa l‟ineludibilità del ciclo organico delle culture. Ogni cultura ha

un modo suo proprio di considerare la natura, e sviluppa valori che le

appartengono indissolubilmente (come le membra di un organismo sono legate

all‟organismo stesso, e a esso soltanto), e sono dunque assoluti (poiché ogni

„organismo culturale‟ realizza progressivamente e necessariamente le possibilità

che lo caratterizzano) e - al tempo stesso - relativi (in quanto limitati al ciclo di vita

di uno specifico „organismo culturale‟).

I congegni di tipo automatico che hanno reso possibile potenziare e controllare il

processo produttivo di grande serie –tipico della fase novecentesca della

rivoluzione industriale– costituiscono, secondo Spengler, a un tempo la massima

espressione della civiltà a cui apparteniamo, nata con la rivoluzione scientifica,

nonché un primo segno del suo decadimento.

Ernst Bloch, interpretando istanze presenti nelle avanguardie culturali di inizio

Novecento, ritiene che la generale „tecnicizzazione‟ della vita associata (seguita

all‟imporsi della civiltà industriale) debba essere contrastata mantenendo aperte

possibilità future di cambiamento, ed elaborando un progetto „utopico‟ capace di

svincolare il soggetto dalla pura „rappresentazione‟ del reale e di rivendicare una

libertà d‟immaginazione che oltrepassi le costrizioni della quotidianità.

Lezione VHS

Videolezione 1 : Fine della Belle Époque. Tramonto dell‟Occidente e spirito dell‟avanguardia

Tramonto dell‟Occidente e prima guerra mondiale - Spengler e le civiltà come organismi - Il destino imperialistico dell‟Occidente al tramonto

Kultur e Zivilisation

- Incivilimento e fine della capacità creativa

Bloch, avanguardia, espressionismo - Gli oggetti funzionali: rischio di disumanità e occasione di

liberazione

Page 15: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

15

Ipertesto

Capitolo 1 La filosofia della natura tra empirismo e razionalismo Paragrafo 1: Tassonomie e osservazione “attiva”

Capitolo 3 Sapere empirico e produzione industriale Paragrafo 1: Progresso e leggi empiriche Paragrafo 2: Le nuove vie dell‟economia industriale

Passi antologici

1. La civiltà delle macchine, tra leggi scientifiche e dominio sulla natura

“Si è spiato il corso della natura annotandone i segni e si è incominciato a imitarla grazie a mezzi e a metodi che utilizzano le leggi del ritmo cosmico. L‟uomo ha osato assumere la parte di un dio, e si capisce che i primi che si dettero a fabbricare e a conoscere queste cose artificiali, queste cose prodotte da un‟arte -proprio qui è nato il concetto di arte come antitesi alla natura- i fabbri soprattutto, siano stati considerati come esseri strani, epperò timorosamente venerati o aborriti. E‟ esistito un insieme in continua crescita di tali invenzioni che spesso furono di nuovo dimenticate, che furono imitate, evitate o perfezionate e che finirono col fornire ad interi continenti un complesso di mezzi d‟azione che apparvero naturali e evidenti: il fuoco, la lavorazione dei metalli, istrumenti, armi, l‟aratro e il battello, l‟arte delle costruzioni, l‟allevamento del bestiame e la semina. [..]

Cosa affatto diversa è la tecnica faustiana che fin dai primissimi giorni del gotico irrompe con tutto il suo pathos della terza dimensione nella natura per dominarla. Qui, e qui soltanto, il congiungesi del sapere con le applicazioni del sapere appare naturale. La teoria è già in partenza una ipotesi di lavoro. Il pensatore antico «contempla», come il Dio di Aristotile; quello arabo cerca quale alchimista la sostanza magica, la pietra filosofale grazie alla quale si possono possedere senza fatica i tesori della natura; quello occidentale vuol dirigere il mondo secondo il suo volere.

L‟inventore e lo scopritore faustiano sono qualcosa di unico nel loro genere. [..] L‟intera nostra civiltà ha una anima da scopritore. Scoprire ciò che non si vede, trarlo nel mondo illuminato dello sguardo interiore per potersene impadronire, questa fu, fin dal primo giorno, la passione più tenace della civiltà faustiana. Tutte le sue maggiori scoperte si sono maturate lentamente nel profondo, sono state annunciate e provate da precursori per poi prorompere con la necessità di un destino. Esse tutte eran già vicine nelle speculazioni compenetrate di religiosità dei monaci del primo gotico. Proprio qui si può scorgere l‟origine religiosa di tutto il pensiero tecnico. Questi inventori che nelle celle dei loro conventi pregando e digiunando strappavano a Dio i suoi segreti, sentivano in ciò un servizio divino. E‟ qui che è nata la figura di Faust, questo grande simbolo di una autentica civiltà di inventori. La scientia experimentalis, come Ruggero Bacone definì per primo l‟indagine della natura, l‟interrogazione violenta della natura per mezzo di leve e di viti, ha dato inizio a ciò il cui risultato ci sta oggi dinanzi agli occhi: lo spettacolo di pianure cosparse di camini di fabbriche e di altiforni. Ma tutti quei primi indagatori erano esposti al pericolo che il diavolo mettesse mano nella cosa

Page 16: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

16

per condurli in spirito su quel monte, dove ad essi veniva promessa ogni potenza della terra. [..] Essi spiarono le leggi del ritmo cosmico per usar violenza su di esso e così crearono l‟idea della macchina, piccolo cosmos obbediente esclusivamente alla volontà dell‟uomo. [..]

La passione per inventare si tradisce già nell‟architettura gotica -la si confronti con la voluta povertà di forme di quella dorica- e in tutta la nostra musica. Essa si manifesta nella stampa e nelle armi a lunga portata. A Colombo e Copernico seguono il telescopio, il microscopio, gli elementi chimici e tutto l‟insieme dei procedimenti tecnici del primo Barocco.

Ma poi, contemporaneamente al razionalismo, si giunge alla scoperta della macchina a vapore che sovverte tutto e trasforma dai fondamenti l‟immagine dell‟economia. Fino ad allora la natura aveva avuto la parte di una coadiutrice; ora la si riduce ad una schiava e il suo lavoro, quasi per scherno, lo si calcola secondo cavalli-vapore. [..] E‟ con riferimento alla macchina che la vita umana va ora a rappresentare un valore. Il lavoro diviene la grande parola d‟ordine del pensiero etico. Già nel diciottesimo secolo esso aveva perduto il suo significato negativo originario. La macchina lavora e costringe l‟uomo a lavorare insieme ad essa. Tutta la civiltà è giunta ad un tale grado di attivismo, che sotto di esso la terra trema.

E ciò che si è svolto nel corso di appena un secolo è uno spettacolo di una tale potenza, che l‟uomo di una futura civiltà, di una civiltà con una anima diversa e con diverse passioni, avrà il sentimento che la stessa natura ne doveva esser stata scossa nel suo equilibrio. [..] questa tecnica lascerà le sue tracce anche quando tutto sarà dimenticato e sepolto. Questa passione faustiana ha trasformato l‟immagine della superficie terrestre.

Qui ha agito un impulso della vita a trascendere e ad innalzarsi che, intimamente affine a quello del gotico, al tempo dell‟infanzia della macchina a vapore trovò espressione nel monologo del Faust di Goethe.

E queste macchine nella loro forma sono sempre più disumanizzate, sempre più ascetiche, mistiche, esoteriche. Esse avvolgono la terra con una rete infinita di forze sottili, di correnti e di tensioni. Il loro corpo si fa sempre più spirituale, sempre più chiuso. Queste ruote, questi cilindri, queste leve non parlano più. Ciò che in esse è più importante si ritira all‟interno. La macchina è stata sentita come qualcosa di diabolico, e non a torto. Agli occhi del credente essa rappresenta la detronizzazione di Dio. Essa pone la causalità sacra nelle mani dell‟uomo e questi la mette silenziosamente, irresistibilmente in moto con una specie di preveggente onnisapienza.

Mai come oggi un microcosmo si è sentito così superiore al macrocosmo. Oggi vediamo piccoli esseri viventi che con la loro forza spirituale hanno ridotto il non vivente a dipendere da loro. Nulla sembra eguagliare un simile trionfo che è riuscito ad un'unica civiltà e forse solo per la durata di qualche secolo.

Ma proprio per tal via l'uomo faustiano è divenuto schiavo della sua creazione. Nelle sue mosse così come nelle sue abitudini di vita egli sarà spinto dalla macchina in una direzione sulla quale non vi sarà più né sosta, né possibilità di tornare indietro. Il contadino, l'artigiano, perfino il commerciante appaiono d'un tratto insignificanti di fronte a tre figure cui lo sviluppo della macchina ha dato forma: l'imprenditore, l'ingegnere e l'operaio industriale. In questa civiltà, e in nessun'altra al di fuori di essa, da un piccolo

Page 17: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

17

ramo dell'artigianato, cioè dall'economia dei manufatti, si è sviluppato il possente albero che oscura ogni altra professione: il mondo economico dell'industria meccanica. E questo mondo costringe sia l‟imprenditore che l‟operaio industriale a obbedirgli. Entrambi sono gli schiavi, non i signori della macchina che ora comincia a manifestare il suo occulto potere demonico.”

(da O. Spengler, Il tramonto dell'Occidente. Lineamenti di una morfologia della Storia mondiale, 1918)

2. L‟utopia di una tecnica riconciliata con la natura

“E‟ la nudità della nostra pelle a costringerci ad inventare. Già di fronte alle intemperie l‟uomo di per sé è stranamente indifeso. [..] La dentatura delle scimmie è scomparsa nell‟uomo primitivo, neppure il pugno più robusto è in grado di fronteggiare anche un solo lupo. Per difendere o attaccare quel pugno deve crescere in qualcosa che non è concresciuto con la sua carne, in una clava, in un coltello di pietra. [..]

Solo l‟uomo è l‟animale che fabbrica strumenti, solo l‟uomo ha potenziato l‟unghia in lima, il pugno in martello, i denti in coltello. Solo il self-made-man è stato in grado di servirsi del fuoco, che cuoce la roba da mangiare, fonde i metalli, spaventa le fiere. E anche più rapidamente delle materie prime conquistate, crebbe l‟arte di farne qualcosa che prima non esisteva. Da allora inventare significa procurarsi forza o comodità aggiuntive rielaborando elementi organici o inorganici esterni al proprio corpo. [..] L‟intera vita viene così avvolta da una cintura di creature artificiali prima mai esistite. Con esse la casa umana viene enormemente ampliata, diventa sempre più comoda e avventurosa. [..]

Far progetti al vento, anche i più strani, è sempre stato possibile, in qualunque epoca. Sogni tecnicamente più solidi e orientati ad ampliare la sfera degli strumenti compaiono comunque di rado prima del XVI secolo. [..] Dunque solo con il rinascimento, solo con l‟interesse per gli affari e l‟impulso al guadagno propri del capitalismo allora nascente, la fantasia tecnica ottenne un riconoscimento pubblico e cominciò ad essere agevolata.

[..] l‟invenzione riavrà nuovamente utopia reale in corpo quando si praticherà un‟economia ritagliata sui bisogni invece che sul profitto. Quando infine la legge del socialismo, cioè della massima copertura dei bisogni al livello tecnico più alto possibile, avrà dissolto la legge capitalistica del massimo profitto. Quando il consumo sarà in grado di accogliere tutti i prodotti e la tecnica, senza badare al rischio e al guadagno privato, sarà nuovamente chiamata all‟audacia, senza che prospetti il suo lato demoniaco stimolato dall‟imperialismo.

Questo momento del resto s‟avvicina sempre di più in quanto sotto la crosta attuale sta facendosi strada un‟altra tendenza. Ben oltre i materiali surrogati, per quanto notevoli siano le potenzialità presenti anche nel loro campo, questa tendenza si muove nel campo artificiale o troppo artificiale di ciò che non è più maturato organicamente. Questo elemento di non-naturalità cominciò allorché gli uomini inventarono la ruota, non ispirata dal loro corpo. [..]

Page 18: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

18

L‟allontanamento dall‟organico, in quanto passaggio della tecnica in ambiti naturali sempre più lontani dall‟uomo, ha rafforzato ulteriormente la sua astrattezza. Con essa, in modo sempre più precario, il suo spaesamento: alle macchine nucleari, oltre alla base sociale, manca anche quella fisica familiare. [..]

Anche la chimica più sintetica o la tecnica nucleare così audacemente ampliata, in quanto concreta è alleata con una realtà sintetica e da ampliarsi a posteriori nel mondo; così deve essere e così sarà. [..] Con una concezione che afferra la legalità della natura in modo puramente estrinseco come la concezione che hanno sviluppato la scienza della natura borghese e la sua tecnica, la necessità naturale non è certamente ancora colta né mediata in modo centrale; ciò che doveva essere dimostrato. Questa necessità in sé ancora estrinseca è ancor sempre una necessità cieca e in tal senso ancor sempre correlata più al concetto di fato dei primitivi e del mito, ovvero al destino-Moira, che a quella necessità veramente riconosciuta e così condotta alla libertà, nella quale una tecnica concreta può avere il suo concetto e il suo ulteriore produrre nella natura. Solo se Tyche e Moira, il caso e il destino, non costituissero più i momenti insuperati di una necessità naturale puramente esteriore, solo in questa precisa presenza accanto alla forza della natura la tecnica supererebbe il suo lato catastrofico e la sua astrattezza.”

(da E. Bloch, Il principio speranza, 1938-47)

Nel DIZIONARIO

Concetti Autori Cultura-civiltà Bloch, Ernst

Relativismo Spengler, Oswald

Utopia

Approfondimenti

«TECNOLOGIA, FILOSOFIA DELLA

disciplina che si occupa dei problemi filosofici concernenti la natura della tecnologia, le modalità dei cambiamenti e delle innovazioni che ne segnano la storia, la sua influenza su cultura e società. Il termine compare per la prima volta in un testo del filosofo neohegeliano E. Kapp, Principi di filosofia della tecnica, pubblicato nel 1877. Tuttavia, come settore specifico, la filosofia della tecnologia ha una storia più recente e solo parzialmente consolidata: uno degli argomenti ancora dibattuti tra i suoi principali esponenti riguarda proprio il riconoscimento unanime di testi fondamentali per la caratterizzazione della disciplina. [..] i principali indirizzi tematici nei quali si può ritenere articolata la filosofia della tecnologia [sono] l‟esame critico del mondo tecnologico contemporaneo e l‟analisi teoretica dei tratti caratteristici e distintivi dell‟agire tecnologico. [..]

L‟orientamento epistemologico considera [..] le strutture, gli obiettivi e i metodi della tecnologia. Accanto a concezioni che la definiscono in un quadro di continuità concettuale con le tecniche antiche intese come forme di arte poietica oppure la ritengono semplice applicazione dei risultati scientifici, si vengono sviluppando

Page 19: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

19

prospettive alternative che ne sottolineano l‟autonomia e la differenza tanto dall‟orizzonte tecnico quanto da quello scientifico. [..]

I due orientamenti principali, seppure distinguibili, spesso si sovrappongono parzialmente nel dar luogo a specifici studi filosofici sulla tecnologia. A essi si affiancano altre impostazioni, fra le quali occorre segnalare quella antropologica, a cui appartengono le riflessioni di A. Gehlen (e il lavoro pionieristico di E. Kapp). La tecnica è considerata un „organo esosomatico‟, atipico ma estremamente efficiente, che la natura ha fornito all‟uomo per integrare organi poco idonei alla sopravvivenza, per intensificare la forza della sua azione sull‟ambiente, per agevolare il lavoro togliendo a esso l‟onere della fatica; e contemporaneamente è intesa come fenomeno culturale, prodotto della capacità umana di intervenire sul mondo naturale per introdurvi qualcosa che in natura non esiste ed è guidato da una logica estranea a quella naturale. A motivo di questa bivalenza, che unisce in un unico elemento i due caratteri antitetici del „naturale‟ e dell‟ „artificiale‟, Gehlen (L‟uomo nell‟era della tecnica, 1957) definisce significativamente la tecnica con il peculiare ossimoro di „natura artificiale‟. E C. Mitcham (Il pensiero che percorre la tecnologia, 1994) ritiene che la riflessione filosofica sulla tecnologia conduca a pensare quest‟ultima non solo quale un prodotto del nostro agire ma sempre più come l‟orizzonte di cui siamo parte.»

(da A. Rebaglia, voce Filosofia della tecnologia, in Enciclopedia Garzanti di Filosofia, nuova ed., Garzanti, Milano 2004)

«Il pensiero di Bloch si forma nella Germania dei primi decenni del secolo. in un clima culturale caratterizzato, oltre che dalla ripresa del kantismo, dalla rinascita kierkegaardiana e dalI'esperienza delle avanguardie artistiche come I'espressionismo. Bloch risente di questi stimoli, e li organizza in una sintesi improntata alla sua religiosità ebraica. Tale sintesi si esprime già nella prima opera di vasto respiro, Spirito dell'utopia, che individua la caratteristica della modernità nella forte accentuazione dell'attività dello spirito nei confronti del reale dato. È questa affermazione dello spirito sull'esteriorità che, secondo Bloch, si esprime nelle avanguardie artistiche, per es. nell'astrattismo. [..] Gran parte del Principio speranza è dedicata a una fenomenologia degli stati utopici della coscienza: dai desideri più profondi dei singoli, alle opere d'arte e ai grandi miti collettivi, fìno a quelle forme di aspirazione utopica che si annunciano nell'arte di consumo, come il film o la canzonetta. In tutte queste forme, si delinea una „ontologia del non ancora“, si delineano i tratti di una realtà conciliata che servono di guida e di orientamento per I'azìone storica.»

(da G. Vattimo, voce Bloch, in Enciclopedia Garzanti di Filosofia, nuova ed., Garzanti, Milano 2004)

Page 20: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

20

Esercizi per l’esame

1. Completare il testo scegliendo tra le opzioni indicate e analizzare concisamente la tesi espressa dall‟autore

“Galilei, Cartesio e Kant sono concordi nel ritenere che solo ciò che è prodotto matematicamente è conoscibile e solo ciò che è concepito meccanicamente è compreso in modo scientifico. (..) Ciò che vale per la teoria vale più che mai per la prassi tecnica (..) la società borghese si rapporta in modo _ _ _ _ _ con il substrato delle cose con cui hanno a che fare e il suo pensiero e la sua azione. (..) Eppure proprio questo problema di rapporto è l‟elemento più pressante per ogni tecnica che si sviluppi concretamente; poiché concerne la speranza tecnica stessa.”

Bloch a) astratto b) concreto

2. Rispondere e commentare brevemente (max. 20 righe)

“Se per tecnica antica si intende qualcosa che con un impulso deciso si sia portato di là da tutte le ordinarie abilità del periodo micenico, bisogna dire che una tecnica antica non è mai esistita,” scrive Spengler, e aggiunge “Manca il peso interno, l‟elemento fatale del momento, la necessità profonda. Qua e là ci si trastullò - e perché no? - con conoscenze venute dall‟Oriente, senza che però nessuno vi badasse e, soprattutto, senza che nessuno pensasse ad applicarle per l‟organizzazione della vita.” Perché, secondo Spengler, la tecnica costituisce un valore caratterizzante la nostra civiltà moderna?

Page 21: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

21

Lezione 3

RAZIONALITA’ FORMALE E RAGIONE STRUMENTALE

Inquadramento dei temi

La concezione calvinista del successo come prova della grazia divina, secondo l‟economista, storico e sociologo tedesco Max Weber, costituisce una

sollecitazione concettuale indispensabile al sorgere del capitalismo industriale, la

cui „essenza‟ egli ritiene consista nel processo di razionalizzazione, ovvero nella

progressiva applicazione della razionalità formale (ossia del calcolo razionale dei

mezzi necessari a fronte di uno obiettivo possibile).

La conseguente, netta separazione tra l‟orizzonte dei valori e quello delle rigide

regole di una ragione tesa soltanto a individuare i mezzi più idonei al

perseguimento dell‟unico fine condiviso -il dominio sulla natura- costituisce, secondo Max Horkheimer (tra i fondatori, negli anni Trenta del secolo scorso,

insieme a Theodor Adorno, dell‟Istituto per la ricerca sociale di Francoforte ), il

carattere tipico della società industriale, nonché l‟esito di una trasformazione in

senso „distopico‟ di quegli ideali di emancipazione che la ragione illuministica

avrebbe dovuto aprire all‟umanità. Questo ridurre la ragione a mezzo di dominio,

confluito in un modello di organizzazione industrializzazione basato su principi

tayloristici, si rivela infatti – secondo gli autori della Scuola di Francoforte– un

inatteso strumento di controllo tanto dell‟uomo quanto della società, in

contraddizione con gli scopi che originariamente avevano mosso l‟ideale

razionale.

Lezione CD-ROM

Parte I. Lezione 8 : Razionalizzazione e progresso

Civiltà industriale − Emancipazione − Organizzazione scientifica del lavoro − Amministrazione

Da Weber alla Scuola di Francoforte − Max Weber. Razionalità formale − Capitalismo moderno. Disincanto del mondo − Horkheimer e Adorno. La dialettica dell‟illuminismo

Page 22: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

22

Ipertesto

Capitolo 3. Sapere empirico e produzione industriale Paragrafo 3: “One best way”. Mito della modernità

Capitolo 4. La ragione oltre i confini della razionalizzazione Paragrafo 1: Freud. Ragione e inconscio (p.101)

Capitolo 5. Controllo e comunicazione Paragrafo 1: Linearità del tempo e circolarità causale retroattiva (pp.131-132)

Passi antologici

1. Capitalismo e predestinazione

“L‟ascesi laica protestante [..] operò con grande violenza contro il godimento spregiudicato della proprietà, e restrinse il consumo, in ispecie il consumo di lusso. D‟altra parte essa liberò, nei suoi effetti psicologici, l‟acquisto di beni dagli ostacoli dell‟etica tradizionalistica, in quanto non solo lo legalizzò, ma addirittura [..] lo riguardò come voluto da Dio. La lotta contro i piaceri della carne e l‟attaccamento ai beni esteriori non era [..] una lotta contro il guadagno razionale, ma sibbene contro l‟impiego irrazionale della proprietà. E questo consisteva nell‟altro apprezzamento, da condannarsi come idolatria, delle forme ostensibili del lusso, che erano così vicine al modo di sentire feudale, in luogo dell‟impiego voluto da Dio, razionale e utilitario, per i fini della vita del singolo e della collettività. Non si voleva imporre al possidente la macerazione, ma l‟uso della sua ricchezza per cose necessarie e di pratica utilità [..] Il pensiero che il lavoro professionale moderno abbia un carattere ascetico non è in realtà nuovo. Anche Goethe, al culmine della sua saggezza ed esperienza della vita, nei Wanderjahre e nella conclusione che dette alla vita di Faust, ci ha voluto insegnare questo motivo ascetico fondamentale dello stile della vita borghese, se questa appunto voglia avere uno stile: che cioè il limitarsi al lavoro professionale colla rinuncia alla universalità faustiana, che questa limitazione comporta, sia nel mondo moderno il presupposto di ogni azione degna di stima, che azione dunque e rinuncia si condizionano inevitabilmente a vicenda. Per lui questo riconoscimento significava rinuncia e un addio a un tempo di piena e bella umanità, che non si rinnoverà più, nel corso della nostra civiltà, come nell‟antichità non si rinnovò il fiorire di Atene. Il Puritano volle essere un professionista, noi dobbiamo esserlo. Poiché in quanto l‟ascesi fu portata dalle celle dei monaci nella vita professionale e cominciò a dominare la moralità laica, essa cooperò per la sua parte alla costruzione di quel potente ordinamento economico moderno, legato ai presupposti tecnici ed economici della produzione meccanica, che oggi determina con strapotente costrizione, e forse continuerà a determinare finché non sia stato consumato l‟ultimo quintale di carbon fossile, lo stile della vita di ogni individuo, che nasce in questo ingranaggio, e non soltanto di chi prende parte all‟attività puramente economica. Solo come un mantello sottile, che ognuno potrebbe buttar via, [..] la preoccupazione per i beni esteriori

Page 23: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

23

doveva avvolgere le spalle degli “eletti”. Ma il destino fece del mantello una gabbia di acciaio. Mentre l‟ascesi imprendeva a trasformare il mondo e a operare nel mondo, i beni esteriori di questo mondo acquistarono una forza sempre più grande nella storia. Oggi lo spirito dell‟ascesi è sparito, chissà se per sempre, da questa gabbia. Il capitalismo vittorioso in ogni caso, da che posa su di un fondamento meccanico, non ha più bisogno del suo aiuto. Sembra impallidire per sempre anche il roseo stato d‟animo del suo sorridente erede, l‟Illuminismo, e come un fantasma di concetti religiosi che furono, si aggira nella nostra vita il pensiero del dovere professionale.”

(da M. Weber, L‟etica protestante e lo spirito del capitalismo, a cura di P. Burresi, Sansoni, Firenze, 1965

2. Critica della ragione strumentale

Scheda 6, in A. Rebaglia, Ragione scientifica e progresso tecnologico. Temi di filosofia contemporanea : Max Horkheimer, da Eclisse della ragione. Critica della ragione strumentale, 1947

(estratto stampabile nella pagina web del corso, portale della didattica: www.didattica.polito.it)

Nel DIZIONARIO

Concetti Autori

Francoforte, Scuola di Horkheimer, Max

Illuminismo Weber, Max

Progresso

Approfondimenti

«TECNOLOGIA, FILOSOFIA DELLA

[..] L‟orientamento sociologico –che considera, sovente con toni pessimistici, l‟impatto etico e politico degli sviluppi „tecnoscientifici‟ nel contesto delle società industriali avanzate– si radica nella tradizione critica della Scuola di -> Francoforte (sfociando in approfondimenti come quelli di J. Habermas) e nelle analisi sulla tecnologia intesa come fenomeno sociale, svolte anch‟esse nel periodo successivo alla seconda guerra mondiale principalmente dal filosofo francese J. Ellul (soprattutto in La tecnica, rischio del secolo, 1954). Nucleo concettuale degli studi condotti in questo ambito è il cosiddetto determinismo tecnologico il quale, attribuita una relativa autonomia al mondo degli artefatti rispetto alle originarie intenzioni progettuali umane, ha richiesto di valutare le trasformazioni provocate dalle tecnologie nella sfera sociale. Ne è emersa un‟impostazione che ha reso possibile leggere in modo unitario il fenomeno della modernità, tesa a utilizzare scienza e tecnologia per conseguire un pieno dominio sulla

Page 24: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

24

natura, evidenziando nel contempo i rischi di un conseguente, inevitabile dominio sull‟uomo. La generale crisi del determinismo, ritenuto un concetto troppo semplice e astratto per rendere conto della complessità del reale, ha condotto a una revisione di tale prospettiva –con lavori come quelli di L. Mumford (Tecnica e cultura, 1934; Il mito della macchina, 1967-1970) o di D. Ihde (Tecnica e prassi, 1979)– e a delineare un costruttivismo sociale della tecnologia, sostenuto, in particolare, da A. Feenberg (Tecnologia in discussione, 1999). Quest‟ultima posizione teorica sottolinea, da un lato, come l‟intervento tecnico non sia „neutro‟ e gli strumenti che utilizziamo plasmino il nostro ambiente sociale, e dall‟altro come il progresso delle tecnologie non sia irreversibilmente lineare ma caratterizzato da una complessità di ordine superiore, la quale evolve attraverso sempre nuove sinergie tra le funzioni assolte dalle tecnologie, tra queste ultime e i loro ambienti, tra tali sistemi e più ampi contesti sociali e culturali. All‟interno di questo orizzonte concettuale vengono sviluppati dibattiti significativi sulla sostenibilità dell‟innovazione tecnologica in relazione alle problematiche ecologiche o alle questioni bioetiche.»

(da A. Rebaglia, voce Filosofia della tecnologia, in Enciclopedia Garzanti di Filosofia, nuova ed., Garzanti, Milano 2004)

«La civiltà occidentale ha un suo “speciale „razionalismo‟". La ratio dell'Occidente vuole il dominio sulla natura e sulla realtà esterna e perciò si traduce in un puro strumento di calcolo. Si ha qui la Rationalisierung capítalistica, che produce il "disincanto del mondo”, ossia la desacralizzazione della natura e la riduzione del mondo a mero oggetto calcolabile e tendenzialmente dominabile. La "razionahzzazione” rende razionale anche ciò che razionale non è, creando un'immagine del mondo che coincide con la sua manipolabilità tecnica e che richiede una organizzazione burocratico-efficientistica dello Stato.

Con l'illuminismo, come affermeranno poi anche Adorno e Horkheimer, la razionalità diventa mera logica strumentale e I'agire sociale viene pensato soltanto all'interno del rapporto mezzo-fine.

Se con Marx la razíonalízzazione è pensata come necessaria conseguenza dello sviluppo dialettico delle forze produttive e dell'organizzazione della forza lavoro “socialmente utile”, con lo storicismo tedesco e con Weber essa assume una configurazione negativa, presentandosi come destino fatale. che minaccia I'individuo nella sua dimensione di libertà e di affettività. In linea con la sua impostazione avalutativa, Weber non condanna moralmente il mondo della tecnica e l'universo della razionalizzazione dispiegata. Tali mondi incarnano, appunto, un destino fatale, .che neppure lalotta di classe può modificare (ed anzi essa stessa è destinata a riprodurlo). La razionalizzazione è un fatto sociale. Un fatto, tuttavia, che, non per questo, cessa di apparire come una “gabbia d‟acciaio” dalla quale diventa sempre più difficile uscire.»

(da F. Crespi, F. Fornari, Introduzione alla sociologia della conoscenza, Donzelli, Roma 1998, p.79)

Page 25: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

25

Esercizi per l’esame

1. Completare il testo scegliendo tra le opzioni indicate e analizzare concisamente la tesi espressa dagli autori

“L‟illuminismo, nel senso più ampio di pensiero in continuo progresso, ha perseguito da sempre l‟obiettivo di togliere agli uomini la paura e di renderli padroni. Ma la terra interamente illuminata splende all‟insegna di trionfale sventura. Il programma dell‟illuminismo era di liberare il mondo dalla magia. Esso si proponeva di dissolvere i miti e di _ _ _ _ _ l'immaginazione con la scienza.”

Adorno, Horkheimer a) potenziare b) rovesciare

2. Rispondere e commentare brevemente (max. 20 righe)

“…tutte le cose possono – in linea di principio – essere dominate dalla ragione. Ciò non è altro che il disincantamento del mondo. Non è necessario (..) ricorrere agli strumenti della magia per dominare o ingraziarsi gli spiriti. A ciò sopperiscono la ragione e i mezzi tecnici. (..) Ma questo processo di disincantamento, che nella cultura occidentale è in corso ormai da millenni, e in generale questo «progresso» di cui fa parte anche la scienza sia come elemento, sia come forza motrice, ha forse un senso che oltrepassa la dimensione meramente pratica e tecnica?” Quale risposta consegue dall‟impostazione filosofica weberiana all‟interrogativo che Weber stesso si pone? E tale risposta è affine a quella che darebbero Horkheimer e Adorno al medesimo interrogativo?

Page 26: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

26

Lezione 4

PIANIFICAZIONE TECNOLOGICA E PROGETTO ESISTENZIALE

Inquadramento dei temi

Se la “ragione strumentale”, che è alla base sia dell‟indagine scientifica e

tecnologica sia dei metodi di organizzazione della produzione industriale, si rivela inidonea a cogliere l‟originalità dell‟esistenza umana, Martin Heidegger ritiene

che non sia sufficiente esaminare i prodotti della razionalità scientifica e della

pianificazione tecnologica per interrogarsi correttamente sul senso dell‟essere; e

nemmeno risulta sufficiente unire all‟esame di questi prodotti „artificiali‟ quello

degli oggetti „naturali‟ del mondo fisico: l‟uomo -colui che pone la domanda

sull‟essere- non rientra in queste categorie, le quali (piuttosto) sono subordinate

alla sua esistenza, poiché egli vive nel mondo anzitutto modificandolo, e

riorganizzandolo continuamente („prendendosi cura‟ degli enti). Per l‟uomo,

„essere nel mondo‟ significa progettare la propria esistenza; e il suo modo più

originario, costitutivo, di rapportarsi alle cose non consiste nel distinguere tra

prodotti artificiali e fatti naturali (considerando questi ultimi enti semplicemente

presenti dinnanzi a sé, da indagare con obiettività scientifica).

Heidegger considera prodotti artificiali e oggetti naturali (un martello o un

paesaggio) quali strumenti, che l‟uomo valuta immediatamente in funzione del

proprio „progetto‟ di vita. Nessuno di essi può venire considerato isolatamente,

ciascuno rimanda alla totalità delle cose e alla totalità dei significati a esse sottesi:

solo il linguaggio (l‟orizzonte concettuale che include la totalità dei significati)

consente di fare esperienza del mondo (e di elaborare progetti).

Lezione CD-ROM

Parte II, Lezione 14 : Ragione dialogica

Heidegger. Essere e linguaggio − L‟uomo, “pastore dell‟essere” − “Imposizione” tecnologica − Cibernetica e metafisica

Martin Heidegger − L‟uomo, progetto gettato

− L‟essere, il tempo − L‟essere, l‟evento

Page 27: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

27

Ipertesto

Capitolo 5. Controllo e comunicazione Paragrafo 1: Linearità del tempo e circolarità causale retroattiva

Capitolo 10. Dalla ragione „strumentale‟ alla ragione „dialogica‟ Paragrafo 3: Informazione come interpretazione (pp.245-246)

Passi antologici

1. Le cose come “utilizzabili”

Scheda 19, in A. Rebaglia, Ragione scientifica e progresso tecnologico. Temi di filosofia contemporanea : Martin Heidegger, primo brano, da Essere e tempo, 1927

(estratto stampabile nella pagina web del corso, portale della didattica: www.didattica.polito.it)

2. La tecnologia come “provocazione”

“All‟essenza della tecnica appartiene l‟apprestare e usare mezzi, apparecchi e macchine, e vi appartengono anche questi apparati e strumenti stessi, come pure i bisogni e i fini a cui essi servono. La totalità di questi dispositivi è la tecnica. Essa stessa è un dispositivo o, in latino, un instrumentum.

[..] La definizione strumentale della tecnica è così straordinariamente esatta che vale anche per la tecnica moderna, la quale peraltro viene generalmente considerata, e con una certa ragione, qualcosa di completamente nuovo e diverso rispetto alla tecnica artigianale del passato. Anche una centrale elettrica, con le sue turbine e i suoi generatori, è un mezzo apprestato dall‟uomo per uno scopo posto dall‟uomo. [..] Naturalmente, una segheria in una valle sperduta della Selva Nera è un mezzo primitivo in confronto alla centrale idroelettrica sul Reno.

Ma resta esatto che anche la tecnica moderna è un mezzo in vista di fini. Perciò, la rappresentazione strumentale della tecnica condiziona ogni sforzo di condurre l‟uomo nel giusto rapporto con la tecnica. Tutto consiste nell‟adoperare la tecnica come mezzo nel modo adeguato. [..] Si vuole dominare la tecnica. Questa volontà di dominio diventa tanto più urgente, quanto più la tecnica minaccia di sfuggire al controllo dell‟uomo.

Ma nell‟ipotesi che la tecnica non sia un puro mezzo, che ne sarà della volontà di dominarla? [..] L‟esatta definizione strumentale della tecnica non ci mostra ancora [..] la sua essenza. [..] Dobbiamo domandarci: che cos‟è la strumentalità in se stessa? A che cosa ci riportano elementi come mezzo e fine? Un mezzo è ciò mediante cui qualcosa è effettuato e così ottenuto. Ciò che ha come conseguenza un effetto è detto causa. Tuttavia, causa non è solo ciò mediante cui qualcos‟altro è effettuato. Anche il fine conformemente al quale si determina la natura del mezzo vale come causa. Là dove si perseguono dei fini e si usano dei mezzi, dove domina la strumentalità, là anche domina la causalità.

Page 28: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

28

Da secoli, la filosofia insegna che vi sono quattro cause: 1. la causa materialis, per esempio la materia con cui si fa un calice d‟argento; 2. la causa formalis, la forma o figura, in cui la materia entra; 3. la causa finalis, lo scopo, per esempio il rito sacrificale per cui il calice deve servire, e che lo determina nella sua materia e nella sua forma; 4. la causa efficiens, che produce l‟effetto, ossia il calice reale compiuto, cioè l‟orafo. [..] Le quattro cause sono i modi, tra loro connessi, dell‟esser-responsabile. Si può chiarirlo con un esempio.

L‟argento è ciò di cui il calice è fatto. In quanto materia () di esso, è corresponsabile del calice. Questo deve all‟argento ciò in cui consiste. Ma l‟oggetto sacrificale non rimane debitore solo dell‟argento. In quanto calice, ciò che è debitore dell‟argento appare nell‟aspetto di calice e non di fibbia o di anello. L‟oggetto sacrificale è quindi

anche debitore dell‟aspetto () di calice. L‟argento, in cui l‟aspetto di calice è fatto entrare, e l‟aspetto in cui l‟argento appare, sono entrambi a loro modo corresponsabili dell‟oggetto sacrificale.

Responsabile di esso rimane però, anzitutto, un terzo. Questo è ciò che preliminarmente racchiude il calice nel dominio della consacrazione e dell‟offerta. Da questo esso è circoscritto come oggetto sacrificale. Ciò che circoscrive de-finisce la

cosa. [..] Ciò che de-finisce e compie , in questo senso, si chiama in greco , termine che troppo spesso si traduce con «fine» o «scopo» travisandone il senso. Il

risponde di ciò che, come materia e come aspetto, è corresponsabile dell‟oggetto sacrificale. [..]

L‟orafo considera e raccoglie i tre modi menzionati dell‟esser responsabile. [..] I tre modi dell‟esser responsabile menzionati prima devono alla considerazione dell‟orafo il fatto e il modo del loro apparire ed entrare in gioco nella produzione del calice sacrificale.

[..] Che cos‟è la produzione, nella quale gioca il quadruplice modo del far-avvenire? [..] La pro-duzione conduce fuori del nascondimento nella disvelatezza. Pro-duzione si dà solo in quanto un nascosto viene nella disvelatezza.

[..] Se poniamo con ordine il problema di che cosa sia veramente la tecnica concepita come mezzo, arriviamo passo passo al disvelamento. In esso si fonda la possibilità di ogni fabbricazione producente.

La tecnica, dunque, non è semplicemente un mezzo. La tecnica è un modo del disvelamento. [..]

Contro questa determinazione dell‟ambito essenziale della tecnica si potrebbe obiettare che essa può bensì valere per il pensiero greco e si adatta nel migliore dei casi alla tecnica artigianale, ma che non è adeguata alla tecnica moderna fondata sul motore.”

(da M. Heidegger, La questione della tecnica, 1954) Nel DIZIONARIO

Concetti Autori

Ermeneutica Heidegger, Martin

Esistenzialismo

Metafisica

Page 29: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

29

Approfondimenti

«TECNOLOGIA, FILOSOFIA DELLA

disciplina che si occupa dei problemi filosofici concernenti la natura della tecnologia, le modalità dei cambiamenti e delle innovazioni che ne segnano la storia, la sua influenza su cultura e società. Il termine compare per la prima volta in un testo del filosofo neohegeliano E. Kapp, Principi di filosofia della tecnica, pubblicato nel 1877. Tuttavia, come settore specifico, la filosofia della tecnologia ha una storia più recente e solo parzialmente consolidata: uno degli argomenti ancora dibattuti tra i suoi principali esponenti riguarda proprio il riconoscimento unanime di testi fondamentali per la caratterizzazione della disciplina. Fra essi vi sono certamente alcuni scritti di M. Heidegger (in particolare La questione della tecnica, in Saggi e discorsi, 1954) in cui egli individua l‟essenza della tecnica nell‟ „imposizione‟ esercitata dalla rigida intelaiatura dell‟oggettività scientifica e tecnologica sul mondo naturale, la quale –sebbene possa apparire come esito di una libera scelta dell‟uomo, che stabilisce mediante essa il proprio dominio sugli enti– costituisce secondo Heidegger il modo in cui l‟essere si rivela attraverso l‟agire umano, manifestandosi come destino. Le riflessioni heideggeriane risultano un utile riferimento per molte delle argomentazioni interne a entrambi i principali indirizzi tematici nei quali si può ritenere articolata la filosofia della tecnologia: l‟esame critico del mondo tecnologico contemporaneo e l‟analisi teoretica dei tratti caratteristici e distintivi dell‟agire tecnologico.»

(da A. Rebaglia, voce Filosofia della tecnologia, in Enciclopedia Garzanti di Filosofia, nuova ed., Garzanti, Milano 2004)

«Heidegger was initially interpreted by some as merely negative toward technology, yearning romantically for a bygone age of craft traditions and windmills. There is some basis for this interpretation in Heidegger's essay, as we shall see, but although Heidegger's view of the modern technological phenomenon is somber and fìlled with warnings, he was not simply "anti-technological." [..]

The primary "question concerning technology," Heidegger asserts, is "whaî it is." In a sense that question can be quickly handled, he acknowledges, by simply giving a definition blending two widely recognized aspects of technology: first, that it is an end-seeking human activity and, second, that it is the use of equipment, tools, machines, and the like, to achieve those ends. [..]

There is something wrong here, however, since in other respects modern technology is "something completely different, and therefore new." It is radically different to the extent that the modern technological phenomenon challenges nature in a way that the older technologies never did. High technology demands the extraction of energy from nature for storage and manipulation at wil1. [..]

This qualitatively different character between modern and traditional technologies shows that the essence of technology has not really been uncovered in the "correct" definition. Something much more fundamental is at stake. Heidegger looks for help to the ancient Greek understanding of techné, and finds that all techné was primally a

Page 30: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

30

"bringing-forth" and not merely the causal "bringing-forth" of instrumental crafts and skills but also the creative "bringing-forth" of the fine arts as well. [..]

One usually thinks about the risks and threats posed by modern technology in terms of the possibility of nuclear catastrophes or the like, but for Heidegger the main danger lies much deeper. It lies, paradoxically, in the fact that the essence of modern technology, as a way of revealing how things can be, is the revealing of some of the truth. "Being" is, at least at one level, revealed as amenable to manipulation and control. Thus modern technology cannot be dismissed and must not be underestimated, nor is it amenable to the kinds of controls we usually recommend. Too often, when we start to wonder whether modern technology is out of our control, we exhort ourselves to "'get' technology 'spiritually in hand."' We want to "master" it. But if the technological a priori is the will to mastery itself, then our firmest determinations will merely pour fuel on the all-consuming flames of the modern technological phenomenon. The more we will to master it, the more it masters us through the technological quality of our act of willing.»

(da F. Ferré, Philosophy of Technology, The University of Georgia Press, 1995, pp.64-67)

Esercizi per l’esame

1. Completare il testo scegliendo tra le opzioni indicate e analizzare concisamente la tesi espressa dall‟autore

“Quando il disvelato non si presenta all‟uomo neanche più come oggetto, ma lo concerne esclusivamente come «fondo», e l‟uomo, nell‟assenza di oggetti, è solo più colui che _ _ _ _ _ il «fondo» - allora l‟uomo cammina sull‟orlo estremo del precipizio, cioè là dove egli stesso può essere preso solo più come «fondo». E tuttavia proprio quando è sotto questa minaccia l‟uomo si veste orgogliosamente della figura di signore della terra. Così si viene diffondendo l‟apparenza che tutto ciò che si incontra sussista solo in quanto è un prodotto dell‟uomo.”

Heidegger a) nega b) impiega

2. Rispondere e commentare brevemente (max. 20 righe)

“Il linguaggio macchina è – e soprattutto sta diventando – un modo in cui la tecnologia moderna controlla le modalità e l‟orizzonte del linguaggio come tale. Nel frattempo, si mantiene ancora l‟impressione che l‟uomo sia il padrone del linguaggio macchina. Ma la verità dei fatti potrebbe ben essere che il linguaggio macchina prende il linguaggio entro la sua gestione e in tal modo si impadronisce dell‟essenza dell‟essere umano.” Questa riflessione, condotta da Heidegger nel 1957, sollecita un‟analisi del difficile rapporto che si prospetta tra linguaggio comune e linguaggi formali. Quali nessi correlano, nel pensiero heideggeriano, i linguaggi formali al linguaggio comune, e quest‟ultimo all‟essenza della tecnologia, all‟essere e all‟uomo?

Page 31: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

31

Lezione 5

IL PROBLEMA DELLA VERITA’ E L’ESPERIENZA ESTETICA

Inquadramento dei temi

Le „tecniche di lavorazione‟ della „materia‟ (sia essa una sostanza fisica o

un‟espressione linguistica) della quale è composto quel peculiare prodotto che è

l‟opera d‟arte risultano distinguibili in due gruppi: quelle che comportano la

produzione di un originale unico, insostituibile e/o irripetibile, e quelle che danno

luogo a possibili riproduzioni tecnologiche. Di queste ultime fanno parte la

fusione di bronzi in età antica, la xilografia e la litografia in età moderna e

fotografia e cinematografia, nei primi decenni del Novecento –immediatamente prima che Walter Benjamin scrivesse il suo saggio su L’opera d’arte nell’epoca

della sua riproducibilità tecnica. In esso egli analizza il rapporto tra le modalità

con le quali l‟opera d‟arte viene prodotta e viene fruita, e valuta la possibilità di un

„riscatto estetico‟ dalla massificazione della società, indotta dalla produzione

industriale standardizzata, realizzabile mediante l‟apporto delle tecniche di

riproduzione.

Oltrepassando le considerazioni sui mezzi di espressione estetica, la riflessione

sull‟arte condotta, negli stessi anni, da Martin Heidegger (cfr. lez.4) ne sottolinea il

carattere di „evento‟: non esprime un mondo materiale costituito indipendente-

mente da essa; al contrario, le pennellate di colore, il marmo scolpito, i suoni o le

parole rappresentano, nei vari prodotti artistici, una indispensabile e inesauribile

riserva di significati, di epoca in epoca sempre ulteriormente esplicitabili.

All‟esperienza estetica è quindi attribuibile una portata di verità che non richiede

la conformità con l‟originale, secondo un criterio metodologico modellato sulla conoscenza scientifica –come argomenterà Hans Georg Gadamer alcuni decenni

più tardi. La fruizione dell‟opera d‟arte può costituire, piuttosto, un‟esperienza di

verità in quanto istituisce „orizzonti di senso‟ entro cui diventa possibile fare

autentica esperienza del mondo.

Lezione VHS

Videolezione 12 : L‟arte e la sua verità

Arte e verità - Adorno e l‟avanguardia - Gadamer: verità dell‟esperienza estetica - Heidegger: l‟opera apre un mondo - Dufrenne: l‟opera quasi soggetto

- Pareyson: l‟arte e l‟essere

Arte e tecnologia moderna - Benjamin: riproducibilità e fine dell‟aura - Il sogno del riscatto estetico dell‟esistenza - Arte e inquietudine critica

Page 32: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

32

Ipertesto

Capitolo 10. Dalla ragione „strumentale‟ alla ragione „dialogica‟ Paragrafo 1: Il „medium‟ linguistico

Passi antologici

1. Rappresentazione e riproduzione tecnica

“Anche nel caso di una riproduzione altamente perfezionata, manca un elemento: l'hic et nunc dell'opera d'arte - la sua esistenza unica e irripetibile nel luogo in cui si trova. [..] L'hic et nunc dell'originale costituisce il concetto della sua autenticità. [..] L'intiero ambito dell'autenticità si sottrae alla riproducibilità tecnica [..] Ma mentre l'autentico mantiene la sua piena autorità di fronte alla riproduzione manuale, che di regola viene da esso bollata come un falso, ciò non accade nel caso della riproduzione tecnica. Essa può, per esempio mediante la fotografia, rilevare aspetti dell'originale che sono accessibili soltanto all'obiettivo, che è spostabile e in grado di scegliere a piacimento il suo punto di vista, ma non all'occhio umano, oppure, con l'aiuto di certi procedimenti, come l'ingrandimento o la ripresa al rallentatore, può cogliere immagini che si sottraggono interamente all'ottica naturale. E' questo il primo punto. Essa può inoltre introdurre la riproduzione dell'originale in situazioni che all'originale stesso non sono accessibili. In particolare, gli permette di andare incontro al fruitore, nella forma della fotografia oppure del disco. La cattedrale abbandona la sua ubicazione per essere accolta nello studio di un amatore d'arte; il coro che è stato eseguito in un auditorio oppure all'aria aperta può venir ascoltato in una camera. Le circostanze in mezzo alle quali il prodotto della riproduzione tecnica può venirsi a trovare possono lasciare intatta la consistenza intrinseca dell'opera d'arte - ma in ogni modo determinano la svalutazione del suo hic et nunc. [..] ciò che così prende a vacillare è precisamente l'autorità della cosa. Ciò che vien meno è insomma quanto può essere riassunto con la nozione di 'aura'; e si può dire: ciò che vien meno nell'epoca della riproducibilità tecnica è l' 'aura' dell'opera d'arte. [..] La tecnica della riproduzione, così si potrebbe formulare la cosa, sottrae il riprodotto all'ambito della tradizione. Moltiplicando la riproduzione, essa pone al posto di un evento unico una serie quantitativa di eventi. E permettendo alla riproduzione di venire incontro a colui che ne fruisce nella sua particolare situazione, attualizza il riprodotto. Entrambi i processi portano a un violento rivolgimento che investe ciò che viene tramandato - a un rivolgimento della tradizione, che è l'altra faccia della crisi attuale e dell'attuale rinnovamento dell'umanità. [..] la riproducibilità tecnica dell‟opera d‟arte emancipa per la prima volta nella storia del mondo quest‟ultima dalla sua esistenza parassitaria nell‟ambito del rituale. L‟opera d‟arte riprodotta diventa in misura sempre maggiore la riproduzione di un‟opera d‟arte predisposta alla riproducibilità. Di una pellicola fotografica per esempio è possibile tutta una serie di stampe; la questione della stampa autentica non ha senso. [..] La riproducibilità tecnica dell‟opera d‟arte modifica il rapporto delle masse con l‟arte. Da un rapporto estremamente retrivo, per esempio nei confronti di un Picasso, si

Page 33: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

33

rovescia in un rapporto estremamente progressivo, per esempio nei confronti di un Chaplin. Ove l‟atteggiamento progressivo è contrassegnato dal fatto che il gusto del vedere e del rivivere si connette in lui immediatamente con l‟atteggiamento del giudice competente. [..] La massa è una matrice dalla quale attualmente esce rinato ogni comportamento abituale nei confronti delle opere d‟arte. La quantità si è ribaltata in qualità: le masse sempre più vaste dei partecipanti hanno determinato un modo diverso di partecipazione. L‟osservatore non deve lasciarsi ingannare dal fatto che questa partecipazione si manifesta dapprima in forme screditate. [..] La ricezione nella distrazione, che si fa sentire in modo sempre più insistente in tutti i settori dell‟arte [..], trova nel cinema lo strumento più autentico su cui esercitarsi. [..] Il cinema svaluta il valore cultuale non soltanto inducendo il pubblico a un atteggiamento valutativo, ma anche per il fatto che al cinema l‟atteggiamento valutativo non implica attenzione.”

(da W. Benjamin, L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica, 1936)

2. Il linguaggio dell‟arte come evento

“…chi fa esperienza di un‟opera d‟arte incorpora pienamente in sé questa esperienza, il che significa che la inserisce nella totalità della sua autocoscienza, nella quale essa ha un determinato significato. Direi che l‟atto della comprensione, che in questo modo viene ad includere anche l‟esperienza dell‟arte, mette fuori causa ogni „storicismo‟ nel campo dell‟esperienza estetica. E‟ vero che sembra naturale distinguere tra la realtà che l‟opera rappresenta originariamente nel suo mondo e la vita che essa vive successivamente, in mondi storici diversi e in condizioni mutate. Ma dove si colloca esattamente la linea di demarcazione tra il mondo originario dell‟opera e il mondo „successivo‟? Come accade il passaggio dal significato vitale originario di essa all‟esperienza riflessa del suo significato „culturale‟? [..] qui non ci sono confini netti [..] Bisogna ammettere che, per esempio, un‟antica immagine di una divinità, che era collocata nel tempio non certo come oggetto di una fruizione estetica (consapevole di sé come „estetica‟) e che oggi è esposta in un museo, contiene in sé, nella forma in cui ci appare ora, tutto il mondo di esperienza religiosa da cui proviene, e ciò significa che questo mondo fa ancora parte del nostro mondo di oggi. E‟ l‟universo ermeneutica quello che li comprende entrambi. [..] L‟esperienza dell‟arte non deve venir falsata riducendola a un semplice momento della cultura estetica, in modo da neutralizzarla in ciò che autenticamente vuole essere. [..] ogni incontro con il linguaggio dell‟arte è un incontro con un evento non conchiuso ed è esso stesso parte di questo evento. [..] Ciò che si svolge nella rappresentazione di un‟opera d‟arte è per ognuno qualcosa di talmente astratto dalle linee di sviluppo comuni del mondo, di così autonomamente chiuso in un indipendente circolo di significato, che rispetto ad esso non c‟è motivo che giustifichi l‟uscirne in direzione di un qualche futuro o di una qualche realtà. Lo spettatore è relegato in una assoluta distanza, che gli preclude ogni impegno a scopi pratici. Questa distanza è però in senso autentico distanza estetica, giacché significa il distacco necessario per vedere, che rende possibile un‟autentica e completa partecipazione a ciò che davanti a noi si rappresenta. All‟estatico oblio di sé dello spettatore corrisponde perciò la sua continuità con se stesso. Proprio ciò in cui egli come spettatore si perde pretende da lui la continuità del senso. E‟ la verità del suo

Page 34: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

34

mondo [..] quella che si rappresenta davanti a lui, ed egli vi si riconosce. [..] Ciò che lo stacca da tutto, gli restituisce anche la totalità del suo essere. [..] Sia la poesia sia la sua ripetizione, per esempio sulla scena, sono rappresentazione. E abbiamo trovato di importanza essenziale il fatto che l‟esperienza autentica dell‟arte passi attraverso questa duplicazione delle rappresentazioni senza distinguerle. Il mondo che appare nel gioco della rappresentazione non sta accanto al mondo reale come una copia, ma è questo stesso mondo reale in una più intensa verità del suo essere. [..] La rappresentazione resta dunque legata in un senso essenziale all‟originale che si presenta in essa. Ma è di più che una semplice copia di quello. Che la rappresentazione sia un‟immagine, e non l‟originale stesso, non significa nulla di negativo, non è una diminuzione di essere, ma indica piuttosto una realtà autonoma. Il rapporto dell‟immagine all‟originale si presenta quindi in modo fondamentalmente diverso da quello che si verifica nel caso della copia. Non si tratta più di un rapporto a senso unico. Che l‟immagine abbia una sua realtà significa, per l‟originale, che proprio nella rappresentazione esso si presenta. Nell‟immagine, l‟originale presenta se stesso. Ciò non vuol dire necessariamente che esso abbia bisogno proprio di questa rappresentazione per manifestarsi. Si può presentare per ciò che è anche in modo diverso. Ma quando in tal modo si presenta, questo non è più un fatto accidentale; bensì appartiene al suo essere stesso. Ogni rappresentazione di questo tipo è un evento ontologico, e entra a costituire lo stato ontologico del rappresentato. Nella rappresentazione, questo subisce una crescita nell‟essere, un aumento d‟essere. [..] Un‟opera d‟arte appartiene così intimamente a ciò a cui fa riferimento, che ne costituisce come un arricchimento d‟essere.”

(da H.G. Gadamer, Verità e metodo, 1960)

Nel DIZIONARIO

Concetti Autori Ermeneutica Benjamin, Walter

Estetica Gadamer, Hans Georg

Verità

Approfondimenti

«L'estetica come disciplina filosofica specifica è un fenomeno essenzialmente moderno, che si costituisce parallelamente al determinarsi di una sfera di attività separate, le quali si raccolgono sotto la categoria dell'arte, e di un insieme di oggetti che si rivolgono alla "coscienza estetica" e che sono accomunati da una qualítà comune, piuttosto astrattamente definita come la "qualità estetica". La storia dell'estetica moderna si svolge anzitutto attraverso una definizione- determinazione di ciò che è esteticità, e poi attraverso una serie di crisi e di revisioni di questa specificità della sfera estetica, fino alle teorie più recenti, di ispirazione díalettica, psicanalitica, ontologica, in cui la stessa esperienza estetica e la dimensione dell'arte come attività specifica viene messa radicalmente in questione. [..]

Page 35: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

35

Sul piano filosofico, la voce piú autorevole della rivendicazione della “serietà” esistenziale e storica dell'arte è quella di Martin Heidegger. [..]

Heidegger propone una concezione “ inaugurale” dell'arte e della poesia, intesa come luogo dove accade originariamente la verità (l'opera d'arte è definita come “messa in opera della verità”). Un tale accadere della verità è possibile solo quando questa venga concepita non piú, con la metafisica tradizionale, come adeguazione della proposizione alla cosa, ma come istituirsi, storicamente mobile (che anzi, con il suo accadere, rende possibile Ia stessa storicità), degli orizzonti, delle “aperture” o illuminazioni entro cui soltanto I'esperienza di un mondo diventa possibile. Senza disporre di un Iinguaggio, infatti, l'uomo non può fare esperienza del mondo; ma il linguaggio –con gli schemi d'ordine e i criteri di verità e falsità che sempre implica– non è immutabile, nasce e diviene storicamente. Ora, il luogo del suo nascere (l'apertura di una nuova epoca) e delle sue svolte decisive è la poesia. [..]

Se il legame della riflessione estetica di Heidegger con le avanguardie artistiche del Novecento, benché ìnnegabile, è solo implicito, esso diventa esplicito in autori come Walter Benjamin [..] Benjamin è (..) sostanzialmente ottimista e ritiene che la "riproducibilità tecnica” delle opere d'arte apra Ia via, in connessione con un lavoro di rinnovamento politico, per una esperienza estetica piú autentica e non feticistica»

(da G. Vattimo, Estetica moderna, Il Mulino 1977, pp.43-44)

«”Chi ha linguaggio, „ha‟ il mondo”, afferma Gadamer nel suo Verità e metodo. E questa frase è divenuta una delle epigrafi più significative attraverso cui sintetizzare la prospettiva ermeneutica e la sua duplice tesi sull‟essenziale linguisticità della nostra esperienza empirica e sulla problematicità del concetto di un mondo „in sé‟, non consistente nella sedimentazione di una serie di „visioni del mondo‟ via via elaborate nel corso della storia. [..]

Uno dei nuclei metodologici sui quali si è sviluppata la teoria dell‟interpretazione in epoca moderna (in sede sia teologica sia giuridica) prescrive un andamento dialettico secondo cui il tutto dev‟essere compreso iniziando l‟indagine dalle singole parti che lo compongono, e però ciascuna parte può essere compresa soltanto in base alla conoscenza dell‟articolazione complessiva del tutto. In tale processo è possibile rintracciare quell‟andamento „circolare‟ che nell‟ontologia ermeneutica contemporanea è stato delineato quale tratto peculiare e imprescindibile del procedimento interpretativo. Proprio nell‟intento di salvare questa struttura circolare da una sterile tautologicità, il pensiero ermeneutico contemporaneo sottolinea la trascendenza della totalità dell‟orizzonte linguistico rispetto alle singole parti che lo compongono, trascendenza che si manifesta nell‟impossibilità per l‟orizzonte complessivo di essere semplicemente ridotto alla somma delle specifiche articolazioni interpretative.

L‟orizzonte linguistico globale, come è ancora Gadamer a esplicitare, non si risolve nell‟insieme delle possibili interpretazioni, nel sedimentarsi delle tradizioni storiche, ma risulta a esse trascendente:

“Né la coscienza dell‟interprete è padrona di ciò che, come parola della tradizione, le si rivolge, né si può descrivere adeguatamente ciò che qui accade come una progressiva

Page 36: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

36

conoscenza di ciò che è, sicché si possa immaginare che un intelletto infinito contenga tutto insieme ciò che di volta in volta può venirci comunicato dalla totalità della tradizione.”

Nell‟ambito dell‟ontologia ermeneutica, dunque, l‟orizzonte linguistico globale –nel quale soggetto e oggetto sono già sempre collocati, e nel quale è possibile vedere la preliminare struttura della pre-comprensione, da cui prende avvio la caratteristica circolarità dell‟ermeneutica– è separato dall‟insieme complessivo di tutte le possibili interpretazioni –attraverso le quali il soggetto comprende effettivamente il suo oggetto– da una peculiare diversità di tipo ontologico. Questa differenza qualitativa fra apertura linguistica (nella quale risiede l‟autenticità dell‟essere) e insieme delle concrete espressioni in cui il linguaggio si articola, collocando i due termini su livelli del reale di diversa profondità, consente perciò di attribuire al „circolo‟ che rappresenta l‟incontro fra l‟interprete e la tradizione [..] uno spessore sufficiente a non appiattirlo entro uno schema di semplice sovrapposizione tautologica.»

(da A. Rebaglia, Logos Interpretazione e Microfisica, Franco Angeli, Milano 1992)

Esercizi per l’esame

1. Completare la citazione scegliendo tra le opzioni indicate e analizzare concisamente la tesi espressa dall‟autore

“Nell‟espressione fuggevole di un volto umano, dalle prime fotografie, emana per l‟ultima volta _ _ _ _ _ . E‟ questo che ne costituisce la malinconica e incomparabile bellezza. Ma quando l‟uomo scompare dalla fotografia, per la prima volta il valore espositivo propone la propria superiorità sul valore cultuale.”

Benjamin

a) l‟aura b) l‟inganno della riproduzione inautentica 2. Sviluppare brevemente la seguente tesi (max. 20 righe)

“L‟arte non ha davvero nulla a che fare con la conoscenza?” La risposta di Gadamer a questo interrogativo è sottointesa nella seconda domanda che egli fa seguire a questa: “Non c‟è nell‟esperienza dell‟arte una rivendicazione di verità, diversa certo da quella della scienza, ma altrettanto certamente non subordinabile ad essa?” Quale risposta consegue dall‟impostazione filosofica gadameriana a questo secondo interrogativo che egli stesso si pone? E quali risposte è possibile dare al primo quesito, anche esulando dalla prospettiva di Gadamer?

Page 37: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

37

Parte Seconda

La rivoluzione cibernetica e il suo impatto culturale

I nuovi automatismi costruiti nell‟ambito della cibernetica permettono di

ottimizzare la produzione facendo gestire a elaboratori elettronici informazioni e

decisioni concernenti gli esiti dei processi lavorativi posti sotto il loro controllo.

Studiando sistemi aperti -suscettibili di ricevere dal mondo esterno non soltanto

energia ma anche informazione- la cibernetica consente di mettere a punto

apparati in grado di utilizzare i dati acquisiti dall‟interazione con l‟ambiente esterno

e di imparare da essi, modificando conseguentemente il proprio comportamento

futuro. La capacità di sfruttare energia per produrre lavoro, caratteristica dei

meccanismi della prima fase dell‟industrializzazione, viene affiancata dalla

–sempre più essenziale– capacità di utilizzare a tal fine informazione e conoscenza;

e queste ultime divengono le categorie centrali della fase più recente della

rivoluzione industriale.

Il secondo gruppo di lezioni si occupa delle trasformazioni concettuali introdotte

dalla riorganizzazione dei fondamenti metodologici delle costruzioni scientifiche, e

in particolare dalla cibernetica.

Lezione 6

IL PROBLEMA DELLA VERITA’ E IL METODO SCIENTIFICO

Inquadramento dei temi

Tra gli anni Trenta e l‟inizio degli anni Sessanta del XX secolo, periodo in cui i

filosofi vicini alle tematiche dell‟esistenzialismo elaborano le proprie riflessioni,

strutture e metodi della scienza vengono analizzati con l‟intento di consolidare la

tradizionale fiducia nella possibilità di acquisire conoscenze sul mondo fisico

mediante strutture formali; fiducia che l‟elaborazione di geometrie non euclidee e

di teorie fisiche non classiche (come relatività e meccanica quantistica) stava

mettendo in discussione.

Le riflessioni di pensatori come Ludwig Wittgenstein, Moritz Schlick e Rudolf

Carnap –cercando di conciliare un atteggiamento rigorosamente empirista con

l‟utilizzazione delle risorse formali (elementi entrambi indispensabili alla

costruzione di un efficace programma scientifico di ricerca)– confermano l‟efficacia

descrittiva e predittiva dell‟indagine scientifica, pur incrinandone il ruolo più

significativo: scoprire caratteri veri del reale.

Page 38: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

38

Lezione CD-ROM Parte II, Lezione 11 : Il neopositivismo

Empirismo logico − Concezione scientifica del mondo − Wittgenstein. “Dire” e “mostrare” − La legge causale

Neopositivismo e analisi del linguaggio − Le proposizioni protocollari − La verità: dalla corrispondenza alla coerenza − I limiti del linguaggio. Le regole dell‟uso

Ipertesto

Capitolo 2. Dalla ragione legislatrice alla ragione strumentale Paragrafo 4: Esperimenti mentali

Capitolo 6. Come descrivere i fatti Paragrafo 1: La percezione tra osservazione e costruzione

Paragrafo 2: Descrizioni e raffigurazioni

Passi antologici

1. Leggi fisiche e verità

“6.124 Le proposizioni della logica descrivono l‟armatura del mondo, o, piuttosto, la rappresentano. Esse „trattano‟ di nulla. Esse presuppongono che i nomi abbiano significato e le proposizioni elementari senso. E questo è il loro nesso con il mondo. E‟ chiaro che deve indicare qualcosa sul mondo il fatto che certi nessi di simboli –che per essenza hanno un determinato carattere– siano tautologie. In questo è il fatto decisivo. Dicemmo che nei simboli che usiamo qualcosa è arbitrario, altro no. Nella logica solo quest‟altro esprime. Ma ciò vuol dire: nella logica non siamo noi ad esprimere, con l‟aiuto dei segni, ciò che vogliamo; nella logica è la natura stessa dei segni naturalmente necessari ad esprimere. [..]

6.32 La legge di causalità non è una legge, ma la forma d‟una legge.

6.321 „Legge di causalità‟: un nome di genere. E come nella meccanica, diciamo, vi sono leggi di minimo –come quella della minima azione– così nella fisica vi sono leggi di causalità, leggi della forma di causalità. [..]

6.341 La meccanica newtoniana, per esempio, riduce la descrizione del mondo in forma unitaria. Pensiamo una superficie bianca, con sopra macchie nere irregolari. Noi diciamo ora: qualunque immagine ne nasca, sempre posso avvicinarmi quanto io voglia alla descrizione dell‟immagine, coprendo la superficie con un reticolato di quadrati rispondentemente fine e dicendo di ogni quadrato che è bianco, o nero.

Page 39: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

39

A questo modo avrò ridotto la descrizione della superficie in forma unitaria. Questa forma è arbitraria, poiché avrei potuto impiegare con eguale successo una rete di maglie triangolari o esagonali. Può essere che l‟uso d‟una rete di triangoli rendesse la descrizione più semplice, cioè che noi potessimo descrivere la superficie più esattamente con una rete di triangoli più grossa che con una più fine di quadrati (o viceversa), e così via. Alle diverse reti corrispondono diversi sistemi di descrizione del mondo. La meccanica determina una forma di descrizione del mondo dicendo: tutte le proposizioni della descrizione del mondo devono ottenersi da un certo numero di proposizioni date –gli assiomi della meccanica– in un modo dato. Così essa fornisce le pietre per la costruzione dell‟edificio della scienza e dice: qualunque edificio voglia tu innalzare, lo devi comunque costruire con queste pietre e con queste soltanto. [..]

6.342 E ora vediamo la posizione reciproca di logica e meccanica. (Si potrebbe far consistere la rete anche di figure eterogenee, per esempio anche di triangoli ed esagoni). Che un‟immagine, come quella menzionata or ora, possa descriversi mediante una rete di forma data, non enuncia nulla intorno all‟immagine. (Infatti questo vale per ogni immagine di questa specie). Ma ciò che caratterizza l‟immagine è che essa possa descriversi completamente mediante una determinata rete di finezza determinata. Così pure nulla enuncia intorno al mondo la possibilità di descriverlo mediante la meccanica newtoniana; ma enuncia invece qualcosa la possibilità di descriverlo mediante essa proprio così come appunto lo si può descrivere. E dice qualcosa intorno al mondo anche la possibilità di descriverlo più semplicemente mediante l‟una meccanica che mediante l‟altra.”

(L. Wittgenstein, Tractatus logico-philosophicus, 1922)

2. La concezione scientifica del mondo

“Precisione e chiarezza vengono perseguite, le oscure lontananze e le profondità impenetrabili respinte. Nella scienza non si dà „profondità‟ alcuna; ovunque è superficie. [..] La concezione scientifica del mondo non conosce enigmi insolubili. Il chiarimento delle questioni filosofiche tradizionali conduce, in parte, a smascherarle quali pseudo-problemi; in parte, a convertirle in questioni empiriche, soggette, quindi, al giudizio della scienza sperimentale. [..]

Nella concezione scientifica del mondo non si danno conoscenze incondizionatamente valide derivanti dalla pura ragione, né „giudizi sintetici a priori‟, quali ricorrono alla base sia della gnoseologia di Kant, sia, ancor più, alla base di tutte le ontologie e metafisiche pre- o post- kantiane. [..] la tesi fondamentale dell‟empirismo moderno consiste proprio nell‟escludere la possibilità di una conoscenza sintetica a priori. La concezione scientifica del mondo riconosce solo le proposizioni empiriche su oggetti di ogni sorta e le proposizioni analitiche della logica e della matematica. [..]

Abbiamo caratterizzato la concezione scientifica del mondo essenzialmente con due attributi. Primo, essa è empiristica e positivistica: si dà solo conoscenza empirica, basata sui dati immediati. In ciò si ravvisa il limite dei contenuti della scienza genuina.

Page 40: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

40

Secondo, la concezione scientifica del mondo è contraddistinta dall‟applicazione di un preciso metodo, quello, cioè, dell‟analisi logica. Il lavoro scientifico tende, quindi, a conseguire, come suo scopo, l‟unità della scienza, applicando l‟analisi logica al materiale empirico. Poiché il senso di ogni asserto deve risultare specificabile mediante riduzione ad asserti sul dato, anche il senso di ogni concetto, quale che sia il settore della scienza cui questo appartiene, deve potersi stabilire mediante riduzione graduale ad altri concetti, giù fino ai concetti di livello più basso, che concernono il dato medesimo.”

(da R. Carnap, O. Neurath, H. Hahn, La concezione scientifica del mondo, 1929)

3. Il criterio metodologico di verificazione

“Vi è solo un modo di dar significato a un enunciato, di renderlo una proposizione: dobbiamo indicare le regole per il suo uso, in altre parole dobbiamo descrivere i fatti che renderanno „vera‟ la proposizione, ed essere in grado di distinguerli dai fatti che la renderanno „falsa‟. In parole ancora diverse: il Significato di una Proposizione è il Metodo della sua Verificazione. La domanda: „Che significa questo enunciato?‟ è identica alla domanda (e comporta la medesima risposta): „Come è verificata questa proposizione?‟

E‟ uno dei più seri errori filosofici quello di pensare che una proposizione possieda un significato indipendentemente dai possibili modi della sua verificazione. Si è caduti in una confusione senza speranza perché si è creduto di conoscere il significato di una frase e tuttavia ci si è dichiarati incapaci, in linea di principio, di definire le circostanze nelle quali essa sarebbe stata vera. Finché mi è logicamente impossibile indicare un metodo per accertare la verità o la falsità di una proposizione, debbo confessare di non conoscere che cosa effettivamente asserisca la proposizione. [..]

Stabilendo l‟identità tra significato e modo di verificazione non scopriamo proprio niente di straordinario, ma rileviamo un mero truismo. Stiamo semplicemente sostenendo che una proposizione, per noi, ha un significato solo se per noi fa qualche differenza che essa sia vera o falsa, e che il suo significato sta tutto in questa differenza. Nessuno ha mai spiegato il significato di un enunciato in altro modo se non spiegando che cosa sarebbe differente, nel mondo, se la proposizione fosse falsa anziché vera (o viceversa).

Sono certo che ciò non può essere negato. Ma la grande obiezione sollevata di solito contro il punto di vista da me difeso consiste nel sostenere che la „differenza nel mondo‟ espressa dalla proposizione può non essere osservabile né scopribile in alcun modo. In altre parole: perché un enunciato abbia per noi un significato dobbiamo conoscere, ovviamente, quale fatto esso esprime, ma può essere per noi del tutto impossibile scoprire se il fatto sussiste realmente. In questo caso la proposizione non potrebbe esser mai verificata, ma non sarebbe priva di significato. Di conseguenza, concludono i nostri avversari, il significato è distinto dalla verificabilità, e non è da essa dipendente.

Page 41: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

41

Si tratta di un‟argomentazione difettosa per un‟ambiguità presente nella parola „verificabilità‟. In primo luogo, uno potrebbe chiamare verificabile una proposizione se i fatti reali sono tali da permetterci di scoprirne la verità o la falsità ogniqualvolta siamo disposti a farlo. In questo senso, mi sarebbe impossibile verificare l‟asserzione: “Sotto terra, a trecento metri di profondità sotto la mia casa deve esserci dell‟oro”, perché esistono varie circostanze empiriche che assolutamente mi impediscono di scoprirne la verità; e tuttavia l‟asserto non era certamente insensato. [..] Di fatto, noi diciamo verificabile una proposizione quando siamo in grado di descrivere un modo di verificarla, indipendentemente dal fatto che la verificazione possa essere effettivamente eseguita o no. E‟ sufficiente essere in grado di dire che cosa si deve fare, anche se nessuno mai si troverà nella condizione di farlo.”

(M. Schlick, Forma e contenuto: una introduzione al pensare filosofico, 1932)

Nel DIZIONARIO

Concetti Autori

Demarcazione Carnap

Epistemologia Schlick

Verificazione Wittgenstein

Approfondimenti

«Gli enunciati - analitici - della logica (tautologie e contraddizioni) sono proposizioni formali (..) Questi enunciati non sono "immagini', "rnodelli della realtà". Risultano tali invece, secondo Witrgenstein, le proposizioni esprimenti "stati di cose”, poiché soltanto un esame del mondo reale potrebbe indicare se esse siano vere o false (..). I due ordini di difficoltà insite nel determinare queste relazíoni intercorrenti tra „enunciati‟ e „fatti‟ - ovvero, da un lato il problema di definire come un enunciato esprirna rappresentazioni sensibili e dall'altro quello di chiarire come queste ultime si rapportíno con la realtà - indicano come anche la filosofia di Wittgenstein si trovi (..) ad affrontare il tentativo di salvaguardare la portata gnoseologica e il potenziale di verità delle teorie fisiche. Allorché tenta di definire la natura e la validità delle leggi scientifiche - e in particolare della fondamentale legge di causalità - Wittgenstein è, di fatto, molto vicino alla posizione scettica professata da Hume, dalla cui impostazione la teoria raffigurativa del linguaggio lo allontana solo in parte. Come per Hume, così per Wíttgenstein la causalità non costituisce un carattere intrinseco del mondo fisico (..); e tuttavia, egli spiega, rappresentare il mondo come se il principio di causalità fosse valido proietta sulla realtà un' “ombra” (per quanto non conoscitivamente afferrabile), poiché l‟efficacia di tale descrizione “mostra”, (anche se in modo del tutto indiretto e implicito) un carattere proprio del reale.»

(da A. Rebaglia, Scienza e verità. Introduzione all‟epistemologia del Novecento, Paravia, Torino 1997, p.69)

Page 42: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

42

«Un asserto è dotato di significato solamente se la sua „verità‟ o la sua „falsità‟ risultano accertabili attraverso osservazioni empiriche compiute direttamente, o, quantomeno, chiaramente indicabili e fattibili in linea di principio, afferma Schlick. Facendo affidamento su tale criterio, egli ptrà distinguere le proposizioni esprimenti una conoscenza teorica oppure un fatto empirico dagli enunciati „rnetafisici‟, dei quali non è possibile prospettare alcuna verifìca sperimentale, e che sono quindi da considerare „privi di significato‟.

Tale demarcazione può essere compiuta senza che risulti necessario fare appello a un problematico referente extralinguistico collocato nell'orizzonte della „realtà' (della quale I'empirismo logico, riprendendo le tesi cli Wittgenstein, sostiene sia impossibile „dire‟, alcunché, se non - appunto- mediante asserti metafisici „privi di significato‟).»

(da A. Rebaglia, Scienza e verità. Introduzione all‟epistemologia del Novecento, Paravia, Torino 1997, p.80)

«Questo manifesto programmatico dell'enrpirisrno logico, scritto da Carnap insieme a Hahn e Neurath, esprime la rinuncia a indagare le verità della scienza in termini di un rispecchiamento della realtà fìsica facendo della ineludibilità di tale abbandono (derivante dalla storia stessa della scienza e della filosofia che ne valuta i fondamenti concettuali) un'occasione estremamente positiva di chiarificazione e sernplifìcazione intelletuale. Ancorare la ricerc.a scientifìca a un mondo "noumenico", non empiricamente conoscibile, equivale, nell'ottica neoempirista. a lasciar spazio a enigmi insolubili, che possono, invece, venire esperiti impostando l‟analisi scientifìca sui príncìpi di „verificazione‟ e di "significanza empirica”'(..). Questi principi, infatti, richiedono alla scienza di condurre le proprie elabolazioni restando al livello della "superfìcie”, costituita dai fatti osservabili e dalle percezioni sensiblili, senza ipotizzare una "profondità" inindagabile di “cose in sé''.»

(da A. Rebaglia, Scienza e verità. Introduzione all‟epistemologia del Novecento, Paravia, Torino 1997, p.87)

Page 43: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

43

Esercizi per l’esame

1. Completare il testo scegliendo tra le opzioni indicate e analizzare concisamente la tesi espressa dall‟autore

“Stabilire il significato di una frase equivale a stabilire le regole secondo cui la frase deve essere usata, il che _ _ _ _ _ stabilire il modo in cui essa può venir verificata (o falsificata).”

Schlick a) equivale a b) differisce dallo

2. Rispondere e commentare brevemente (max. 20 righe)

“In che modo un termine teorico, che in qualche modo dev‟essere collegato col mondo reale e soggetto a controlli empirici, può essere distinto da quei termini metafisici di uso così frequente nella filosofia tradizionale, termini che non possiedono un significato empirico?” Quale risposta è possibile dare all‟interrogativo posto da Carnap nell‟ambito dell‟impostazione filosofica del “Circolo di Vienna”, a cui egli stesso apparteneva?

Page 44: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

44

Lezione 7

VERITA’, ADEGUATEZZA EMPIRICA E LINGUAGGIO

Inquadramento dei temi

Negli stessi anni in cui i neoempirsti elaborano le proprie soluzioni al problema della verità scientifica, Karl Raimund Popper inizia una lungo percorso

intellettuale che lo conduce a rivendicare alla formulazione di ipotesi teoriche e al

metodo deduttivo un ruolo privilegiato –rispetto a quello tradizionalmente

attribuito ai riscontri empirici e al metodo induttivo– ai fini dell‟indagine

scientifica della natura. Anche il problema della verità nella scienza viene,

conseguentemente, riformulato.

L‟appello alla falsificazione di congetture teoriche mediante il controllo

sperimentale subisce, d‟altronde, una significativa corrosione ad opera dei filosofi

di scuola popperiana, i quali sottolineano come non esistano fatti puri e semplici,

che vengano a indicare – con la forza dell‟evidenza empirica– la difformità di

quelle asserzioni teoriche da una oggettiva „adeguatezza‟ alle osservazioni

effettuate: in questo senso, una teoria non può mai essere falsificata in base ad

anomalie empiriche.

Le riflessioni epistemologiche compiute nella seconda metà del Novecento da Imre Lakatos, Willard Van Orman Quine (e da molti altri filosofi della scienza)

conducono ad argomentare l‟impossibilità di formulare giudizi sulla verità o sulla

falsità di una teoria attraverso un appello, sia esso immediato oppure indiretto,

all‟esperienza sensibile: le ipotesi teoriche risultano „vere‟ in quanto articolano

coerentemente un quadro concettuale, e dunque - in ultima analisi - una struttura

linguistica.

Lezione CD-ROM Parte II, Lezione 12 : Popper e il fallibilismo

Scienza “su palafitte” − Il criterio di falsificabilità − Demarcazione e significato − Gli asserti base

Società aperta − Approssimazione alla verità − Epistemologia evoluzionistica − Ingegneria sociale gradualistica

Page 45: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

45

Ipertesto

Capitolo 7. Fare assegnamento sui fatti empirici Paragrafo 1: Convenzioni e scienza “su palafitte” Paragrafo 3: L‟euristica della scoperta scientifica Paragrafo 4: “Reti” teoriche, scoperta e innovazione

Passi antologici

1. Corroborazioni e confutazioni

Scheda 12, in A. Rebaglia, Ragione scientifica e progresso tecnologico. Temi di filosofia contemporanea : Karl Raimund Popper, da Congetture e confutazioni, 1963

(estratto stampabile nella pagina web del corso, portale della didattica: www.didattica.polito.it)

2. Convenzionalità delle asserzioni-base

“Tutti i controlli di una teoria, sia che mettano capo alla corroborazione, sia che abbiano come risultato la falsificazione della teoria stessa, devono arrestarsi a qualche asserzione-base o ad altre asserzioni che decidiamo di accettare. Se non perveniamo a nessuna decisione, e non accettiamo l‟una o l‟altra delle asserzioni-base, il controllo non ci avrà condotto da nessuna parte. Ma, considerata da un punto di vista logico, la situazione non è mai tale da costringerci ad arrestarci a questa particolare asserzione-base piuttosto che a quell‟altra, o addirittura da costringerci a rinunciare al controllo. Infatti qualsiasi asserzione-base può a sua volta essere controllata usando quale pietra di paragone qualunque asserzione-base che possa essere dedotta da essa, con l‟aiuto di qualche teoria: sia di quella che si deve controllare sia di un‟altra teoria. Questa procedura non ha alcun termine naturale. Così, se il controllo non ci porta in nessun luogo, non ci rimane che arrestarci a un punto o all‟altro, e dire, almeno per il momento, che siamo soddisfatti. E‟ abbastanza facile vedere che in questo modo arriviamo a un procedimento secondo il quale ci fermiamo soltanto a un genere di asserzione particolarmente facile da controllare. Ciò infatti significa che ci arrestiamo ad asserzioni sulla cui accettazione o sul cui rifiuto i vari ricercatori possono mettersi facilmente d‟accordo. [..] Le asserzioni-base a cui ci arrestiamo, che decidiamo di accettare come soddisfacenti e come sufficientemente controllate, hanno sicuramente il carattere di dogmi, ma solo in quanto possiamo desistere dal giustificarle mediante ulteriori argomentazioni (o ulteriori controlli). Tuttavia questo genere di dogmatismo è innocuo perché, se ce ne fosse bisogno, sarebbe facile sottoporre queste asserzioni a ulteriori controlli. Ammetto che anche questo rende, in linea di principio, infinita la catena delle deduzioni. Ma questo genere di „regresso all‟infinito‟ è anche innocuo, perché nella nostra teoria non si

Page 46: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

46

fa questione di tentar di provare, per suo mezzo, una qualsiasi asserzione. E, in fine, per quanto riguarda lo psicologismo, ammetto di nuovo che la decisione di accettare un‟asserzione-base e di dichiararsene soddisfatti è casualmente connessa con le nostre esperienze –specialmente con le nostre esperienze percettive– ma è altresì vero che non tentiamo di giustificare le asserzioni-base per mezzo di queste esperienze. Le esperienze possono motivare una decisione, e quindi l‟accettazione o il rifiuto di un‟asserzione, ma un‟asserzione-base non può essere giustificata da esse, più di quanto non possa essere giustificata battendo il pugno sul tavolo. [..] Le asserzioni-base si accettano come risultato di una decisione o di un accordo; ed entro questi limiti sono convenzioni. [..] Dunque la base-empirica delle scienze oggettive non ha in sé nulla di „assoluto‟. La scienza non posa su un solido strato di roccia. L‟ardita struttura delle sue teorie si eleva, per così dire, sopra una palude. E‟ come un edificio costruito su palafitte. Le palafitte vengono conficcate dall‟alto, giù nella palude: ma non in una base naturale o „data‟; e il fatto che desistiamo dai nostri tentativi di conficcare più a fondo le palafitte non significa che abbiamo trovato un terreno solido. Semplicemente, ci fermiamo quando siamo soddisfatti e riteniamo che almeno per il momento i sostegni siano abbastanza stabili da sorreggere la struttura.”

(da K.R. Popper, Logica della scoperta scientifica. Il carattere autocorrettivo della scienza, 1934)

3. Conferma empirica e impostazione olistica

“…la scienza nella sua globalità è come un campo di forza i cui punti limite sono l‟esperienza. Un disaccordo con l‟esperienza alla periferia provoca un riordinamento all‟interno del campo; si devono rassegnare certi valori di verità ad alcune nostre proposizioni. Una nuova valutazione di certe proposizioni implica una nuova valutazione di altre a causa delle loro reciproche connessioni logiche. [..] Ma l‟intero campo è determinato dai suoi punti limite, cioè l‟esperienza, in modo così vago che rimane sempre una notevole libertà di scelta per decidere quali siano le proposizioni di cui si debba dare una nuova valutazione alla luce di una certa particolare esperienza contraria. Una esperienza particolare non è mai vincolata a nessuna proposizione particolare all‟interno del campo tranne che indirettamente, per delle esigenze di equilibrio che interessano il campo nella sua globalità. Se tutto ciò è giusto, non è affatto corretto parlare del contenuto empirico di una certa proposizione particolare –specialmente se si tratta di una proposizione molto lontana dalla periferia del campo. E inoltre diventa assurdo cercare una qualsiasi linea di demarcazione fra proposizioni sintetiche, che si fondino sull‟esperienza contingente, e proposizioni analitiche, che valgono quali che siano i dati dell‟esperienza. Tutte le proposizioni si potrebbero far valere in tal modo se facessimo delle rettifiche sufficientemente drastiche in qualche altra parte del sistema.”

(da W.V.O. Quine, Due dogmi dell‟empirismo, 1951)

Page 47: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

47

4. Esperimenti solo retrospettivamente „cruciali‟

“A mio modo di vedere nella scienza non si apprende semplicemente attraverso congetture e confutazioni. La scienza matura non è un procedimento per tentativi ed errori, non consiste di ipotesi isolate seguite da conferme o confutazioni. I grandi risultati, le grandi „teorie‟, non sono ipotesi isolate o scoperte di fatti, ma programmi di ricerca. La storia della grande scienza è una storia di programmi di ricerca e non di tentativi ed errori, né di „congetture ingenue‟. Nessun esperimento isolato può giocare un ruolo decisivo, tantomeno „cruciale‟, nel far pendere la bilancia a favore di uno fra due programmi di ricerca rivali. Naturalmente non nego che di tanto in tanto gli scienziati conferiscano, di solito col senno di poi, il titolo onorifico di „esperimento cruciale‟ ad alcuni esperimenti che sono stati spiegati con successo in un programma e con meno successo (ossia solo per mezzo di manovre ad hoc) in un altro. Né voglio negare che alcuni esperimenti abbiano un effetto psicologico decisivo nella guerra di logoramento fra due programmi e che essi possano causare il crollo di uno e la vittoria dell‟altro. Un‟anomalia può anche avere un effetto paralizzante sull‟immaginazione e sulla determinazione degli scienziati che lavorano a un programma di ricerca che è affetto da essa; ma ho sostenuto che nessuna di queste anomalie, non importa se vengano chiamate o meno „esperimenti cruciali‟, è obiettivamente cruciale. Dove il falsificazionista vede un esperimento cruciale negativo, io „predico‟ che non ve n‟era alcuno. Predico che dietro ogni presunto duello fatale fra teoria ed esperimento si scoprirà, come fatto storico, una complessa guerra di logoramento fra due programmi di ricerca rivali, nel corso della quale è possibile stabilire, in ogni dato momento, quali fossero le forze relative (ossia le risorse immaginative e la fortuna empirica) dei due eserciti. Ho anche proposto (e avviato) un programma di ricerca storiografico per controllare questa tesi. La mia posizione ha chiare implicazioni per una teoria dell‟apprendimento scientifico. Il vecchio problema „come e che cosa apprendiamo scientificamente dall‟esperienza?‟ viene risolto in modo nuovo: „quello che nella scienza apprendiamo dall‟esperienza non riguarda la verità (o la probabilità), né la falsità (o l‟improbabilità) delle „teorie‟ ma il relativo progresso e regresso empirico di programmi di ricerca.”

(da I. Lakatos, Anomalie ed „esperimenti cruciali‟, 1973)

Nel DIZIONARIO

Concetti Autori

Anomalia/ Base empirica Lakatos Falsificabilità Popper Olismo Quine

Page 48: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

48

Approfondimenti

“Già nel secolo XVIII il metodo induttivo –fulcro dell‟empirismo e del suo esito più mirabile, lo studio scientifico della natura– era stato sottoposto alla penetrante critica avanzata dal filosofo scozzese David Hume, circa l‟impossibilità di pervenire a esprimere enunciati autenticamente „universali‟ e „necessari‟ –i soli a poter essere considerati adeguate leggi scientifiche– attraverso la semplice enumerazione di singoli eventi fattuali. Come insegna lo scetticismo humeano, anche un numero indefinitamente elevato di „conferme‟ lascia sempre aperta la possibilità logica che in una futura occasione l‟evento possa venire „confutato‟ dall‟esperienza. Un solo „pilastro‟ del tradizionale „arco della conoscenza‟ sembra quindi rivelare un‟intrinseca solidità: quello deduttivo, il lato discendente che dall‟ipotesi teorica conduce a indicarne le conseguenze empiriche, avanzando previsioni che il metodo sperimentale potrà poi confermare. Trasformare l‟antica arcata in un unico pilastro deduttivo [..] lascia però immediatamente emergere un notevole problema concettuale: nel definire la base sulla quale formulare le ipotesi da sottoporre successivamente ai controlli sperimentali occorre accettare che le teorie scientifiche (le quali formano la sommità del „pilastro‟ deduttivo) siano libere invenzioni dell‟intelletto, anziché il risultato di inferenze compiute a partire da una collezione di osservazioni empiriche. Posizione che segna il definitivo abbandono del credo epistemologico fondamentale della scienza moderna, riassumibile nel newtoniano „hypotheses non fingo‟. Nella nuova accezione della scienza come „pilastro deduttivo‟ si tratta, in effetti, proprio di „fingere‟ ipotesi. Ovvero si tratta, da un lato, di avanzare „creazioni razionali‟ rinunciando a eleggere l‟osservazione empirica a guida sicura del sapere scientifico [..]. E, dall‟altro lato, si tratta di „conficcare‟ queste ipotesi quanto più solidamente possibile nel terreno dell‟esperienza osservativa: come sarà Karl Popper a spiegare ampiamente, la scienza si rivela costruita „su palafitte‟, le congetture teoriche vengono infitte dall‟alto in una „base‟ costituita da fatti empirici, seppure attraverso un processo di formulazione di inferenze „non induttive‟ bensì deduttive (seguendo la logica del cosiddetto „modus tollens‟, secondo cui se dalla congettura p possiamo dedurre l‟asserto q, allorché un controllo sperimentale evidenzi non q –ovvero falsifichi q– si avrà non p –ovvero anche la congettura teorica p sarà da ritenersi falsa). [..]

(da A. Rebaglia, Scienza e verità. Introduzione all‟epistemologia del Novecento, Paravia, Torino 1997, pp.33-34)

«La struttura delle congetture teoriche non poggia sul terreno dell'esperienza, rna è circondata da un flusso continuo di prove empiriche, che possono costituire minacce più o meno gravi per la sua sopravvivenza, e alle quali essa risponde adeguando la propria struttura.

Nel saggio del 1951 sui Due dogmi dell'empirismo (..) Quine rielabora questa irnpostazione, affermando che “la scienza nella sua globalità è come un campo di forza i cui punti limite sono l'esperienza”: la scoperta di anomalie sperimentali agisce sulla struttura teorica come la presenza di una perturbazione.‟esterna‟ agisce all' „interno‟ di un campo, owero provocando ùna ristrutturazíone complessiva delle forze che lo

Page 49: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

49

compongono, ma in moclo mai particolarmente vincolante. “L'intero campo è determinato [...] dal]l'esperienza in rnodo così vago che rimane sempre una notevole libertà di scelta per deciclere quali siano le proposizioni di cui si debba dare una nuova valutazione alla luce di una esperienza contraria".

Ampliando questa prospettiva, negli anni Settanta Imre Lakatos propone una revisione "sofisticata” del falsificazionismo popperiano, mediante la quale precisare come - se non vi sono 'asserti base' inconfutabili (..)- è sempre possibile dichiarare "infalsificabile per decreto metodologico” il „nucleo‟ di un "programma di ricerca scientifico', e affìdare a una "cintura protettiva' -costituita da ipotesi ausiliitri rnodificabili in modo opportuno- il cornpito di neutralizzare i danni che potrebbe arrecare all'impianto teorico qualche esperirnento potenzialmente falsificante.»

(da A. Rebaglia, Scienza e verità. Introduzione all‟epistemologia del Novecento, Paravia, Torino 1997, pp.41-42)

Il falsificazionismo rappresenta, secondo Lakatos, il solo criterio metodologico affidabile per comprendere il processo di „crescita‟ della conoscenza scientifica. Di esso occorre tuttavia dare una lettura che non risulti semplificata e banalizzante: frequentemente le teorie nascono „in un oceano di anomalie‟ (essendo contraddette da fatti noti che vengono isolati come „eccezioni‟ al modello trattato) oppure sono formulate basandosi su fondamenti concettuali „incoerenti‟ (in quanto sviluppano concetti appartenenti a programmi teorici fra loro „incompatibili‟). Per tali motivi, spesso teorie che già hanno subito confutazioni sperimentali non vengono abbandonate dalla comunità scientifica, la quale ricorre invece a ipotesi ad hoc (ovvero a „stratagemmi convenzionalistici‟) per consolidarne la struttura; inoltre, il medesimo tipo di procedure euristiche è sovente utilizzato anche nell‟organizzare una concezione teorica nuova e alternativa. Accanto all‟elemento „congetturale‟, dice Lakatos, nel valutare l‟impresa conoscitiva occorre quindi considerare anche la peculiare „tenacia‟ con cui spesso la comunità scientifica intende continuare a lavorare a un programma di ricerca giudicato affidabile [..] Qualsiasi esperimento giudicato potenzialmente „falsificante‟ –egli afferma, riprendendo una tesi epistemologica decisiva avanzata da Duhem– può essere neutralizzato modificando le „ipotesi ausiliari‟ che, insieme, costituiscono quella che egli definisce la „cintura protettiva‟, mediante la quale è sempre possibile salvare il „nucleo‟ del „programa di ricerca scientifico‟, formato da una pluralità di teorie interconnesse.”

(da A. Rebaglia, Scienza e verità. Introduzione all‟epistemologia del Novecento, Paravia, Torino 1997, pp.171-172)

Page 50: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

50

Esercizi per l’esame

1. Completare il testo scegliendo tra le opzioni indicate e analizzare concisamente la tesi espressa dall‟autore

“E‟ possibile, per mezzo di inferenze puramente deduttive (con l‟aiuto del modus tollens della logica classica), concludere dalla verità di asserzioni singolari alla _ _ _ _ _ di asserzioni universali.”

Popper a) verità b) falsità

2. Rispondere e commentare brevemente (max. 20 righe)

“Immaginiamo un fisico che deve render conto di certe scoperte sperimentali inattese. Esse sono in conflitto con la sua teoria fisica. Non c‟è nessun punto specifico della sua teoria con cui sono in conflitto, poiché le osservazioni non entrano in conflitto con gli enunciati teorici uno per uno. Ma mostrano che la teoria presa congiuntamente è falsa, e deve essere modificata in un punto o in un altro per prevenire la predizione falsa.” secondo Popper, qual è il compito del fisico che si trovi nella circostanza qui descritta da Quine? E secondo Lakatos?

Page 51: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

51

Lezione 8

LA CIBERNETICA. UNO STUDIO INTERDISCIPLINARE

Inquadramento dei temi

“I confini fra discipline [..] non sopravvalutiamoli - i confini”, scrive Quine

(cfr.lez.7). Negli stessi anni in cui l‟epistemologia –ridefinendo il rapporto tra

asserti teorici e fatti empirici– conduce a rivedere l‟idea di confine disciplinare,

prende avvio la cibernetica: una scienza interdisciplinare che, come recita il sottotitolo del volume di Norbert Wiener che ne segna l‟atto di nascita, si occupa

del controllo omeostatico nonché dell‟apprendimento e della comunicazione, tanto

nei sistemi naturali quanto in quelli artificiali. La cibernetica studia i processi di

regolazione attraverso cui strutture biologiche, dispositivi meccanici o complessi

immateriali (quali, per esempio, sistemi economici o sociali) agiscono nel loro

ambiente ed elaborano informazione.

Nello stesso anno in cui viene pubblicato il testo di Wiener, Martin Heidegger (cfr.

lez. 4), in Lettera sull’umanismo, contrappone alla tradizionale opinione secondo cui

l‟essere è stabile e oggettivo la tesi secondo cui esso è evento, accade nel tempo.

E, poiché la cibernetica si occupa di eventi dinamici anziché di strutture stabili,

l‟imporsi di tale disciplina entro il panorama scientifico diviene, nel suo pensiero,

un tratto di particolare valore concettuale: questa scienza interdisciplinare

rappresenta soprattutto un metodo innovativo, che consente di affrontare problemi

comuni a differenti ambiti di indagine.

Lezione CD-ROM

Parte II, Lezione 14 : Ragione dialogica

Heidegger. Essere e linguaggio − L‟uomo, “pastore dell‟essere” − “Imposizione” tecnologica − Cibernetica e metafisica

Martin Heidegger − L‟uomo, progetto gettato − L‟essere, il tempo − L‟essere, l‟evento

Page 52: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

52

Ipertesto

Capitolo 5. Controllo e comunicazione Paragrafo 1: Linearità del tempo e circolarità causale retroattiva (p.137)

10. Dalla ragione “strumentale” alla ragione “dialogica” Paragrafo 3: Informazione come interpretazione Paragrafo 4: “Adoperare” il mondo

Passi antologici

1. Automazione e controllo come gestione di informazione

“Molti ricorderanno one-hoss shay, la carrozza descritta nel poemetto [The Deacon’s

Masterpiece, or the Wonderful One.Hoss Shay (1858)] di Oliver Wendell Holmes. Dopo cento anni di servizio questo venerabile veicolo si rivelò così perfettamente costruito che né le ruote, né la cassetta, né le stanghe contenevano un elemento qualsiasi che presentasse, rispetto agli altri, un‟eccedenza antieconomica di resistenza all‟usura. Oggi il principio dell‟one-hoss shay è alla base della ingegneria e non costituisce più una buffa fantasticheria. Se i cerchi delle ruote fossero durati più dei raggi, o i parafanghi più degli assali, ciò avrebbe svalutato alcuni valori economici. Di conseguenza o questi valori avrebbero potuto essere diminuiti senza menomare la durabilità del veicolo nel suo complesso, oppure essi avrebbero dovuto essere trasferiti alle altre parti più facilmente deteriorabili. In realtà qualsiasi struttura diversa dall‟one-hoss shay è concepita in senso antieconomico. Ciò vuol dire che ai fini della massima economia del servizio non è conveniente che il processo del mio collegamento con il signor A, con il quale io comunico tre volte al giorno, e con il signor B, che per me è soltanto un nome sconosciuto nell‟elenco telefonico, sia dello stesso ordine. Se potessi servirmi di mezzi di comunicazione appena più diretti per comunicare con il signor A, allora, pur dovendo aspettare il doppio prima di poter entrare in comunicazione con il signor B, il consumo del mio tempo sarebbe compensato. Se dunque è possibile costruire senza un costo eccessivo un apparecchio che registri le mie conversazioni passate e mi ridistribuisca una quota di servizio telefonico proporzionale alla frequenza del mio uso passato dei diversi canali telefonici, io potrò fruire di un servizio più efficiente o meno costoso, o perfino tale che presenti ambedue questi vantaggi. Questo è ciò che la Philips è riuscita a fare. La qualità del servizio è stata resa meno dipendente dal carico, e ciò è stato possibile per mezzo di una retroazione che Bertrand Russell chiamerebbe un «tipo logico superiore». Sarebbe insomma lo stesso tipo di perfezionamento nel comportamento che otterremmo a un livello inferiore con una semplice retroazione non implicante apprendimento. La retroazione è inoltre il comando di un sistema attraverso la reinserzione nel sistema stesso dei risultati del suo comportamento. Se tali risultati sono impiegati semplicemente come dati numerici per la critica e la rettifica del sistema, avremo la semplice retroazione degli addetti alla manovra. Ma se l‟informazione che procede in senso inverso in funzione del comportamento è in grado di mutare il metodo generale

Page 53: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

53

e il modello del comportamento stesso, avremo un processo che potrà realmente essere definito di apprendimento. Un altro esempio del processo di apprendimento è dato dai problemi relativi alla costruzione di centrali automatiche di tiro a previsione. Agli inizi della seconda guerra mondiale, la relativa inefficienza dell‟artiglieria antiaerea rese necessaria l‟introduzione di un apparecchio che seguisse la posizione di un aereo, calcolasse la sua distanza da terra, determinasse il tempo necessario ad un proiettile per raggiungerlo e stabilisse dove esso sarebbe stato alla fine di quel tempo; tutto ciò senza altro intervento che quello del puntatore. Se l‟aereo avesse potuto eseguire un‟azione evasiva del tutto imprevista, nessuna abilità tecnica ci avrebbe permesso di calcolare il movimento ancora sconosciuto dell‟aereo compreso fra il momento dello sparo e l‟istante in cui il proiettile avrebbe dovuto arrivare approssimativa-mente al suo bersaglio. Tuttavia numerose circostanze impediscono al pilota di compiere azioni evasive impreviste. Una limitazione nasce dal fatto che, se egli compie una virata rapida, la forza centrifuga gli farà perdere i sensi; e inoltre dal fatto che il meccanismo di manovra del suo aereo e il corso di istruzioni da lui ricevuto gli impongono praticamente certe abitudini di manovra regolari che si manifestano anche nelle sue azioni evasive. Queste regolarità non costituiscono un elemento certo del suo comportamento, ma piuttosto delle preferenze statistiche che egli rivela nella maggior parte delle sue azioni. [..] L‟adattamento del piano generale di puntamento e di sparo secondo il sistema particolare dei movimenti eseguiti dal bersaglio è essenzialmente un atto di apprendimento. E‟ una modificazione nel «nastro» dello strumento calcolatore del pezzo, che altera non tanto i dati numerici quanto il processo con il quale essi opereranno e che è basato sull‟esperienza passata. Esso è infatti uno dei tipi più generali di retroazione, che incide sull‟intero metodo di comportamento dello strumento.”

(da N. Wiener, Introduzione alla cibernetica, 1953)

2. Cose come „utilizzabili‟ e i processi cibernetici

Scheda 19, in A. Rebaglia, Ragione scientifica e progresso tecnologico. Temi di filosofia contemporanea : Martin Heidegger, primo e secondo brano, da Essere e tempo, 1927 e da Filosofia e cibernetica, 1965)

(estratto stampabile nella pagina web del corso, portale della didattica: www.didattica.polito.it)

Nel DIZIONARIO

Concetti Autori

Cibernetica Wiener, Norbert

Complessità Heidegger, Martin

Struttura

Page 54: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

54

Approfondimenti

«CIBERNETICA

disciplina, inaugurata negli anni Quaranta da N. -> Wiener e W. Ross Ashby, che studia i processi naturali o artificiali di controllo e regolazione dei sistemi complessi. In ogni sistema regolato, secondo il modello fondamentale dell‟analisi cibernetica, uno o più dispositivi periferici di sensorialità trasmettono a un organo centrale di comando informazioni riguardanti variazioni significative dello stato del sistema rispetto alle sue condizioni standard (effetto di feedback o retroazione: l‟organo di comando, dopo aver elaborato queste informazioni, interviene sul sistema per ristabilirne le condizioni standard). La centralità accordata da questa analisi ai processi di trasmissione ed elaborazione dell‟informazione ha fatto sì che la ricerca cibernetica si sia venuta sviluppando a stretto contatto con la teoria dell‟ -> informazione. Ampie intersezioni, inoltre, si sono venute a creare con lo studio delle trasformazioni dei segnali d‟ingresso (inputs) in segnali di uscita (outputs) di sistemi complessi (teoria matematica degli automi). Definita talvolta come scienza degli automi, la cibernetica ha trovato il suo più naturale campo di applicazione nella ricerca di forme economiche (in termini di dispendio di energia e di informazione) di controllo e regolazione delle macchine automatiche (servomeccanismi, robots a uso industriale ecc.). Gli stimoli più importanti allo sviluppo teorico della cibernetica sono però venuti da quei settori delle scienze biologiche e dell‟epistemologia che, a partire dagli anni Trenta e Quaranta, hanno esplorato le analogie esistenti tra gli automi e i sistemi naturali (autoregolati), e hanno elaborato modelli meccanici, biochimici o logici del funzionamento degli organismi viventi, del sistema nervoso centrale, dei processi cognitivi animali e umani (analogie sono state individuate anche in campo sociologico). Negli ultimi decenni la ricerca cibernetica ha stimolato importanti riflessioni epistemologiche sulla nozione di -> complessità.

● Implicazioni filosofiche della cibernetica. Nella sua fase iniziale, la ricerca cibernetica si pone come modello epistemologico capace di coordinare in un unico schema discipline differenti e categorie concettuali apparentemente lontane, quali controllo e comunicazione, energia e informazione, trasmissione dei segnali e apprendimento. I suoi primi esponenti di spicco (in particolare N. Wiener, insieme ai collaboratori A. Rosenblueth e J. Bigelow in un articolo del 1943, Comportamento, scopo e teleologia) ne focalizzano le ripercussioni che portano a reintrodurre in ambito scientifico il tradizionale concetto di causa finale: i sistemi le cui dinamiche possono venire descritte applicando il principio cibernetico della retroazione sono accomunati dalla capacità di intervenire sull‟ambiente mediante azioni o comportamenti che «possono essere interpretati come volti al perseguimento di un obiettivo». I principi cardine dell‟indagine cibernetica sollecitano una revisione anche del concetto di causalità efficiente di tipo lineare e la sua impostazione interdisciplinare pone sotto nuova luce il tema dell‟unificazione del sapere, come sottolinea M. Heidegger in Filosofia e cibernetica (testo ampliato della conferenza su «La fine del pensiero», tenuta nel 1965). Inoltre la cibernetica non è inscrivibile nella struttura verticale e verticistica di „dominio‟ del soggetto sulla natura, suggerita dalla scienza tradizionale, poiché un continuo processo di feedback fa sì che il soggetto, il quale „governa‟ l‟oggetto, debba modificare il proprio agire in base alle resistenze che l‟oggetto oppone. Questa possibilità alternativa di

Page 55: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

55

impostare il rapporto soggetto–oggetto rappresenta, secondo Heidegger, il merito principale del metodo cibernetico; esso non conduce all‟analisi di strutture statiche ma impegna a comprendere e modellizzare processi dinamici, e tale nodo concettuale consente di pensare l‟essere in termini “alleggeriti” rispetto alla tradizione metafisica: il modello cibernetico di un sistema non lo vincola a referenti esterni, a sostanze oggettive, perenni e indipendenti dal soggetto che cerca di conoscerle. La cibernetica ha dunque, per Heidegger, una duplice valenza positiva: conclude l‟epoca del pensiero metafisico (segnando il momento culminante dell‟intero percorso scientifico e tecnologico dell‟Occidente, volto a dominare la natura) e mostra una via percorribile per pensare l‟ „oltrepassamento‟ della metafisica stessa.

Ulteriori implicazioni filosofiche concernono la cosiddetta „cibernetica del secondo ordine‟, o „cibernetica della cibernetica‟. Si tratta di un approfondimento che, a partire dagli anni Settanta, ha applicato il modello retroattivo ai “sistemi autonomi” (ai sistemi, naturali o artificiali, le cui dinamiche sono autoreferenziali, ovvero guidate dai comportamenti precedenti del sistema stesso). La complessità che caratterizza tali sistemi è spiegata solo parzialmente dal principio di feedback negativo ed è spesso determinata da un differente principio di feedback positivo, che rafforza –anziché ridurre– la deviazione rispetto allo stato di equilibrio e innesca processi di auto-produzione (indagati da H.->Maturana e F.->Varela). Lo stimolo percettivo, elaborato dal sistema per attuare la risposta, proviene da un ambiente del quale null‟altro è noto, e in cui già è presente e agisce il sistema stesso: l‟osservatore è sempre parte del sistema che intende osservare, puntualizza Heinz von Foerster (iniziatore della cibernetica del secondo ordine e tra i principali esponenti del ->costruttivismo, che da questa prospettiva trae elementi essenziali).»

(da A. Rebaglia, voce Cibernetica in Enciclopedia Garzanti di Filosofia,

nuova ed., Garzanti, Milano 2004)

«Sin dal momento della sua nascita, negli anni quaranta, i fondatori della cibernetica si resero conto che il complesso di idee rivoluzionarie via via formulate, nei campi dell'ingegneria del controllo e della comunicazione, avrebbero comportato profonde conseguenze per la filosofia della scienza e l'epistemologia in genere. [..]

ll concetto dell'autoregolazione ebbe origine dai tentativi di costruire congegni meccanici ("servomeccanismi") in grado di sostituirsi ad attività umane che avevano lo scopo di sorvegliare un'aspetto specifico di una data situazione di controllarlo, o governarlo, come farebbe un agente umano. ll termostato dei frigoriferi e forse I'esempio più noto. Al termostato si fa registrare una specifica temperatura limite e, se tutto funziona (incluso I'impianto di raffreddamento), il termostato poi fa sí che, nell'ambiente controllato, la temperatura non superi il valore indicato. Non è però il termostato a scegliere I'aspetto da controllare né il valore da mantenere. Questa scelta –e cio vale per tutti i congegni cibernetici- viene fatta da un agente esterno. Questo fatto, ovvio e quasi insignificante nell'ambito dell'ingegneria, assunse un‟importanza centrale quando si tento di applicare i concetti cibernetici al campo della cognizione. In effetti porto a una distinzione fra ciò che, in retrospettiva, venne definito come "prima cibernetica" e quella che fu poi definita "cibernetica del secondo ordine". Mentre alcuni

Page 56: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

56

psicologi e neurofisiologi, appropriatisi dei concetti della tecnica cibernetica, cominciarono a spiegare determinati comportamenti degli organismi viventin termini di servomeccanismi e omeostasi (mantenendo sempre il distacco assoluto fra lo scienzato-osservatore e I'oggetto osservato, I'oggetto da spiegare), altri si posero come problema il proprio percepire, osservare, pensare. Cosí, dallo studio dei sistemi osservati si passava allo studio degli osservatori, vedi i lavori di Heinz von Foerster.» Se si e convinti che un organismo vivente si distingue dai congegni meccanici per la capacità di scegliere - almeno entro certi limiti - gli aspetti da concepire (perché anche la percezione presuppone I'esistenza di concetti) e di mantenerli più o meno in equilibrio fra loro, allora ci si rende conto, ben presto, che cio che si chiama "sapere" è qualcosa che I'organismo non puo trovare prefabbricato. Ci si rende conto che la "conoscenza" non puo essere una "rappresentazione" del mondo esterno fatta di pezzettini o "informazioni" asportati a quel mondo "reale", ma deve essere una costruzione interna fatta con materiale interno.»

(da E. von Glasersfeld, Il Costruttivismo e le sue Radici, Oikos, 1999, pp.1-3)

Esercizi per l’esame

1. Completare il testo scegliendo tra le opzioni indicate e analizzare concisamente la tesi espressa dall‟autore

“Di solito realizziamo i nostri desideri, quando li realizziamo, con un processo di retroazione in cui paragoniamo il grado di rispondenza dei risultati intermedi con le _ _ _ _ _ che ne abbiamo fatto. Questo processo di retroazione passa attraverso noi, e così possiamo tornare indietro prima che sia troppo tardi. Se il processo di retroazione è incorporato in una macchina che non può essere ispezionata finché lo scopo finale non sia raggiunto, le possibilità di una catastrofe aumentano grandemente.”

Wiener a) anticipazioni b) verifiche

2. Rispondere e commentare brevemente (max. 20 righe)

Nella prospettiva heideggeriana l‟essere autentico è l‟orizzonte nel quale il soggetto è già da sempre collocato, e senza il quale egli non potrebbe elaborare significati linguistici; esso è l‟apertura di significato in cui soggetto ed enti possono interagire. Quali analogie vi sono tra questa impostazione e la concezione cibernetica nel valutare il rapporto tra un sistema fisico e il suo ambiente?

Page 57: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

57

Lezione 9

L’UOMO DIALOGICO

Inquadramento dei temi

I principi dell‟informazione e della comunicazione, che la cibernetica struttura in

modo formale, acquisiscono un ruolo sempre più rilevante come orizzonte culturale

comune dell‟epoca contemporanea. Linguaggio, dialogo, interpretazione divengo-

no concetti centrali anche per ripensare i processi cognitivi e operativi che

correlano l‟uomo al suo mondo.

Hans Georg Gadamer (cfr. lez.5) ha delineato i tratti peculiari dell‟esperienza

ermeneutica, ovvero di quello sforzo di interpretazione che –egli sottolinea– apre

un dialogo in cui le esigenze di innovazione –caratteristiche del presente– vengono

arricchite e modificate dall‟incontro con l‟inesauribile ricchezza di significati

provenienti dalla tradizione. L‟ermeneutica insegna che la parola non viene ad

aggiungersi, quale strumento comunicativo, a un‟esperienza in sé pre-linguistica;

ogni incontro del soggetto con il mondo fattuale, argomenta Gadamer, è sempre

preliminarmente interno all‟orizzonte del linguaggio.

Norwood Hanson, Thomas Kuhn e Paul Feyerabend, esprimendo una tesi

largamente condivisa nella filosofia della scienza più recente, evidenziano peraltro

l‟essenziale linguisticità della nostra stessa conoscenza scientifica e, più in

generale, dell‟intera esperienza empirica volta a osservare „fatti‟ caratterizzati da

una ineludibile sedimentazione di costruzioni teoriche e prospettive concettuali

elaborate nel corso del tempo.

Lezione CD-ROM

Parte II. Lezione 13: Esperimenti e convenzioni

“Immacolata percezione” − Fatti “carichi di teoria” − Esperimenti cruciali − Mondi differenti

Incommensurabilità − Neurath. Le enciclopedie − Indeterminatezza della traduzione − Postulati culturali

Page 58: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

58

Ipertesto

Capitolo 8. La dimensione linguistica della conoscenza scientifica Paragrafo 1: Intrascendibilità del linguaggio Paragrafo 2: Operare “in mondi differenti”

Capitolo 10. Dalla ragione “strumentale” alla ragione “dialogica” Paragrafo 1: Il “medium” linguistico

Passi antologici

1. La costitutiva linguisticità dell‟esperienza

Scheda 17, in A. Rebaglia, Ragione scientifica e progresso tecnologico. Temi di filosofia contemporanea : Hans Georg Gadamer, da Verità e metodo, 1960

(estratto stampabile nella pagina web del corso, portale della didattica: www.didattica.polito.it)

2. Verità e modelli teorici

“Le teorie fisiche forniscono modelli all‟interno dei quali i dati appaiono intelligibili. Esse costituiscono una „Gestalt concettuale‟. Una teoria non si forma accozzando assieme i dati frammentari di fenomeni osservati; essa è piuttosto ciò che rende possibile osservare i fenomeni come appartenenti a una certa categoria e come connessi ad altri fenomeni. Le teorie organizzano i fenomeni in sistemi. Esse sono costruite „alla rovescia‟, retroduttivamente. Una teoria è un insieme di conclusioni in cerca di una premessa. Dalle proprietà osservate di fenomeni, il fisico delinea col ragionamento la sua via verso un‟idea centrale a partire dalla quale le proprietà risultano spiegabili come ovvie. Il fisico non ricerca un insieme di oggetti possibili, ma un insieme di possibili spiegazioni.”

(da N.R. Hanson, I modelli della scoperta scientifica. Ricerca sui fondamenti concettuali della scienza, 1958)

3. L‟emergere delle scoperte scientifiche

Scheda 14, in A. Rebaglia, Ragione scientifica e progresso tecnologico. Temi di filosofia contemporanea : Thomas S. Kuhn, da La struttura delle rivoluzioni scientifiche, 1962

(estratto stampabile nella pagina web del corso, portale della didattica: www.didattica.polito.it)

Page 59: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

59

4. Scienza come proliferazione di teorie incompatibili

“Ernst Mach, che anticipò tutto quel che è ragionevole nella filosofia della scienza di oggi, compreso l‟anti-induttivismo, affermò che «i modelli della logica formale e anche di quella induttiva non possono servire molto [allo scienziato], perché le situazioni intellettuali non si ripetono in modo esatto. Ma gli esempi dei grandi scienziati sono molto stimolanti». Sono stimolanti non perché contengono elementi comuni che lo scienziato ha solo bisogno di esplicitare, ma perché offrono alla sua immaginazione un terreno di gioco ricco e vario. Entrando in questo terreno lo scienziato sviluppa la propria immaginazione, la rende pronta, versatile e capace di trattare nuovi esempi in modi nuovi. [..] E‟ solo da poco che gli storici si sono accorti di questo aspetto dell‟impresa scientifica. Un tempo essi interpretavano frequentemente le scienze [guardandole] attraverso i principi di un punto di vista speciale e considerando irrilevante per la struttura fondamentale della ricerca scientifica ciò che non concorda con esso. La distinzione tra contesto della scoperta e contesto della giustificazione ebbe origine esattamente in questo modo. Mentre si ammise che gli scienziati potessero essere influenzati da cose come bere il caffé e avere idee pazze, si negò che esse potessero in qualche modo incidere sulla sostanza della ricerca. Ma poi gli storici scoprirono che, date una regola, standard o teoria, per quanto „basilari‟ possano essere, e dato un insieme di risultati conformi alla regola, standard o teoria, si ebbero sviluppi, considerati oggi un progresso, che non si sarebbero mai avuti, e vi furono scoperte che non avrebbero potuto esser fatte, senza violare quella regola, standard o teoria. [..] Non dimentichiamo poi che gli standard con cui valutiamo un certo risultato sono soggetti alla stessa variabilità dei risultati che vengono giudicati. Per un aristotelico una teoria del movimento deve trattare dei principali casi di movimento: un moto locale e un rossore, il movimento delle stelle e i cambiamenti di uno scolaro che sia sottola guida di un dotato e tenace insegnante (un esempio, quest‟ultimo, spesso usato da Aristotele). Per i filosofi della nuova meccanica una teoria del movimento veniva valutata solo in base al successo conseguito in un campo molto ristretto, cioè nel moto locale di semplici corpi inanimati in condizioni rozzamente idealizzate.”

(da P. Feyerabend, Perché essere scientifico?, 1988)

Nel DIZIONARIO

Concetti Autori

Demarcazione Feyerabend

Percezione Hanson

Relativismo Kuhn

Page 60: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

60

Approfondimenti

“Nel corso di quest‟ultimo secolo, due problemi centrali ereditati dalla filosofia moderna sono stati oggetto particolare –incessantemente rielaborato e approfondito– del dibattito epistemologico: la difficoltà di giustificare l‟induzione come strumento di conoscenza e l‟esigenza di demarcare il dominio del sapere scientifico dall‟ambito cui appartengono le altre forme di attività intellettuale. Questi „due problemi fondamentali della conoscenza‟ (cfr. Popper, 1979) sono apparsi sempre più difficilmente risolvibili, e analizzabili solo a prezzo di accettarne l‟intrinseca, ineliminabile problematicità. Ogni tentativo di puntualizzare le basi induttive o deduttive del metodo scientifico implica una globale chiarificazione del rapporto che correla conoscenza razionale e evidenza sperimentale, mentre la possibilità di confrontare in modo diretto un programma di ricerca scientifico con l‟osservazione empirica viene riconosciuta quale „dogma‟ proclamato dall‟empirismo, illusorio e come tale da abbandonarsi (cfr. Quine, 1951). L‟impossibilità di radicare solidamente l‟elaborazione teorica su un‟inequivocabile base empirica si riverbera poi inevitabilmente sul secondo problema enunciato, poiché quanto più l‟impresa scientifica si rivela una libera creazione intellettuale tanto più risulterà difficile poterla distinguere dalle altre forme di produzione razionale. La mancanza di un responso dell‟esperienza che risulti incontrovertibile rende le teorie scientifiche essenzialmente contestuali, e l‟ammessa „inscrutabilità‟ dell‟eventuale riferimento extrateorico (cfr. Quine, 1960) provoca una scarsa „commensurabilità‟ e una difficile „traducibilità‟ tra gli specifici programmi di ricerca scientifici (cfr. Kuhn, 1962; Feyerabend, 1987).”

(da A. Rebaglia, Critica della ragione metasceintifica. Argomenti antropici e spiegazioni scientifiche, Franco Angeli, Milano 1996, p.21)

«Compiere osservazioni sperimentali -precisa Hanson- non signifíca limitarsi semplicemente a “vedere", ossia a ricevere passivamente impressioni sensoriali che solo in un secondo momento potranno venire attivamente interprretate. Al contrario, egli puntualizza. l'osservazione consiste sempre e immedíatamente in un processo concettuale: in un “vedere [qualcosa] come” (attribuendo preliminarmente un signifìcato ai dati percettivi, in base ad assunti teorici e culturali), oppure in un “vedere che”, l‟evento osservato possiede caratteri dei quali si riconosce l esistenza soltanto entro uno specifìco contesto teorico. La convinzione di ricevere passivamente impressioni sensoriali si rivela del tutto illusoria.»

(da A. Rebaglia, Scienza e verità. Introduzione all‟epistemologia del Novecento, Paravia, Torino 1997, p.155)

Page 61: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

61

Secondo una peculiare tesi di Kuhn, gli scienziati che operano nei lunghi periodi nei quali la scienza possiede leggi e teorie affidabili sono "solutori di rompicapo": analogamente a coloro che intendono risolvere un puzzle seguendo le regole imposte dal gioco, e certi che esso consenta di giungere a una soluzione, gli scienziati operano sempre all'interno di un "paradigma", ovvero entro una sorta di forma mentis, di orizzonte concettuale che consente loro di avanzare nuovi problemi e risolverli articolando organicamente i risultati precedentemente ottenuti. Obiettivo di questa, che Kuhn definisce "scienza normale" (per distinguerne il decorso rispetto a quello proprio dei rari periodi in cui si producono in essa "rivoluzioni” profonde), è quindi esplicitare tutte le potenzialità interne al paradigma vigente. Soltanto in alcuni momenti storici di particolare pregnanza, quando una sensazione crescente di inadeguatezza del paradigma a risolvere in modo soddisfacente alcuni dei "rompicapo" indurrà parte della comunità scientifica a compiere un "riorientamento” improvviso e discontinuo, si verifìcherà la formazione di un nuovo paradigma in grado di subentrare al precedente.

Tale transizione discontinua da un paradigma a un altro, che coincide con un momento "rivoluzionario" nella storia dell'indagine scientifica, è descritta da Kuhn riprendendo esplicitamente le argomentazioni presentate da Hanson (cfr.) e spiegando come gli scienziati, "convertiti al nuovo quadro paradigmatico, rispetto ai colleghi che ancora aderiscono al paradigma precedente, non vedono lo stesso evento dandone semplicemente una interpretazione diversa, ma vedono qualcosa di autenticamente differente. L' "incommensurabilità”, che viene così a caratterizzare tradizioni di ricerca storicamente successive conduce Kuhn a sostenere la tesi della “varianza di sgnificato” tra eventi appartenenti a pradigmi alternativi. Tesi articolata nello stesso periodo (con maggiore radicalismo) anche da Feyerabend (cfr.), e sulla qual l‟epistemologia contemporanea ha aperto un ampio dibattito per le sue profonde implicazioni ontologiche: “lo storico della scienza –afferma Kuhn– può essere tentato di esclamare che quando mutano i paradigmi il mondo stesso cambia con essi”.»

(da A. Rebaglia, Scienza e verità. Introduzione all‟epistemologia del Novecento, Paravia, Torino 1997, pp.164-165)

Page 62: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

62

Esercizi per l’esame

1. Completare il testo scegliendo tra le opzioni indicate e analizzare concisamente la tesi espressa dall‟autore

“Il compito della scienza normale _ _ _ _ _ quello di scoprire nuovi generi di fenomeni; anzi, spesso sfuggono completamente quelli che non si potrebbero adattare all‟incasellamento.”

Kuhn a) è esclusivamente b) non è affatto

2. Rispondere e commentare brevemente (max. 20 righe)

Secondo Kuhn, i problemi che si possono incontrare nella ricerca scientifica e tecnologica non condividono “qualche insieme esplicito o anche completamente determinabile di regole e presupposti, che dia alla tradizione le sue caratteristiche e si fissi nella mente dello scienziato. Al contrario, essi possono correlarsi attraverso rassomiglianze e analogie con l‟una o l‟altra parte di quel corpus scientifico che la comunità in questione ha già riconosciuto tra i suoi risultati acquisiti.” Perché, entro questa prospettiva, l‟orizzonte dialogico può aiutare a delineare una metodologia efficace per la scoperta scientifica e l‟innovazione tecnologica?

Page 63: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

63

Lezione 10

PIANIFICAZIONE E STRATEGIA

Inquadramento dei temi

Le nuove industrie, altamente robotizzate, richiedono un‟organizzazione interna

profondamente diversa rispetto alla precedente (dettata dai metodi del

taylorismo). Non si tratta di accelerare il ritmo di produzione, poiché - all‟opposto -

avere troppe scorte a magazzino sarebbe d‟impaccio in quello che è il vero scopo

da perseguire: adattarsi, il più rapidamente possibile, all‟evoluzione delle esigenze

di mercato. La nuova impostazione nella gestione d‟impresa è stata introdotta negli anni Ottanta dallo studioso statunitense di statistica William Edwards Deming;

“stokless production” e “just in time” sono i due termini con cui è stato designato il

nuovo sistema di produzione: „senza scorte‟, se considerato dal punto di vista del

produttore, e capace di arrivare sul mercato „appena in tempo‟ per soddisfare la

richiesta, se considerato dal punto di vista - speculare - del consumatore. Questo

nuovo modo di pianificare la produzione richiede strumenti di acquisizione e

gestione dell‟informazione del tutto innovativi e forme di pensiero capaci di

oltrepassare gli schemi rigidi della semplificazione.

La conoscenza stessa si presenta come un fenomeno complesso, non lineare -secondo la nozione centrale che Edgar Morin vede profilarsi nel nuovo orizzonte

correlato allo sviluppo di cibernetica, informatica e dell‟insieme delle tecnologie di

trattamento automatico dell‟informazione. L‟approccio multidisciplinare risulta

quindi uno strumento indispensabile, e ragionare in termini di „complessità‟ è

essenziale, secondo Morin, per affrontare ogni aspetto della realtà contemporanea.

Anche una gestione efficiente e produttiva di quel composito sistema artificiale

rappresentato dalle odierne imprese industriali richiede di seguire i principi

metodologici del pensiero complesso, che Morin stesso ha inteso puntualizzare.

Lezione CD-ROM

Parte II. Lezione 15 : Progresso e innovazione

Pensiero complesso − Innovazione e “strategia” − Creatività e“doppio vincolo” − Progresso e “concretizzazione”

Fine della modernità? − La condizione postmoderna − Una filosofia della narratività − Differenza, scrittura, decostruzione

Page 64: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

64

Ipertesto

Capitolo 11. Contestualizzazione di fatti e artefatti Paragrafo 1: Costruire la realtà Paragrafo 2: La nuova logica del processo produttivo

Passi antologici

1. Impresa e adattamento al mercato

“Il consumatore è la parte più importante della linea di produzione. Se non c‟è

qualcuno che acquista i nostri prodotti, possiamo soltanto chiudere bottega. Ma di

che cosa ha bisogno il consumatore? Come possiamo essergli utili? Di che cosa

pensa di avere bisogno? Può permetterselo? Nessuno ha tutte le risposte. Per

fortuna, per essere buoni manager, non è necessario conoscerle tutte. [..]

L‟uso principale delle ricerche sul consumatore dovrebbe essere quello di valersi delle sue reazioni per la progettazione del prodotto in modo che il management possa anticipare le richieste e le necessità di cambiamento e stabilire così i livelli economici di produzione. Le ricerche sul consumatore indagano sulle reazioni e richieste e cercano di trovare le spiegazioni di quanto è stato scoperto.

La ricerca sul consumatore è un processo di comunicazione tra il fabbricante e gli utenti del suo prodotto [..]

Un tempo, prima dell‟era industriale, il sarto, il falegname, il calzolaio, il lattaio, il fabbro conoscevano i loro clienti per nome. Sapevano se erano soddisfatti e che cosa dovevano fare perché il loro prodotto fosse ancor più apprezzato. [..] Con l‟espandersi dell‟industria, fu facile perdere questo tocco personale. Hanno fatto la loro comparsa il venditore all‟ingrosso, il rivenditore e il dettagliante, che hanno effettivamente innalzato una barriera tra il fabbricante e il consumatore finale. Ma si sta facendo avanti una nuova scienza, la tecnica del campionamento statistico, per sfondare questa barriera.

Una volta il processo di fabbricazione era concepito in tre fasi, come si vede nella figura (a). Il successo dipendeva dall‟abilità di indovinare quale tipo di prodotto si sarebbe venduto e in quale quantità si dovesse produrre. Nella vecchia maniera, le tre fasi della figura (a) sono indipendenti.

Figura (a) - La vecchia maniera

progettazione fabbricazione commercializzazione

1 2 3

Figura (b) - La nuova maniera. Introduce un’altra fase: il test del prodotto

1

2

4

3

Page 65: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

65

Nella nuova maniera, il management, di solito con l‟aiuto di una ricerca sul consumatore, introduce una quarta fase (si veda la figura (b)):

1. Progettazione del prodotto.

2. Fabbricazione; test sulla linea di produzione e nel laboratorio.

3. Immissione del prodotto nel mercato.

4. Test del prodotto in servizio: si scopre che cosa ne pensa l‟utente, e perché il mancato utente non lo ha acquistato.”

(da W. Edwards Deming, L’impresa di qualità, 1982)

2. Costruttivismo e invenzione del reale

Scheda 20, in A. Rebaglia, Ragione scientifica e progresso tecnologico. Temi di filosofia contemporanea : Ernst von Glasensfeld, da Il complesso di semplicità, 1985

(estratto stampabile nella pagina web del corso, portale della didattica: www.didattica.polito.it)

3. La strategia d‟impresa

Scheda 21, in A. Rebaglia, Ragione scientifica e progresso tecnologico. Temi di filosofia contemporanea : Edgar Morin, da Introduzione al pensiero complesso, 1990

(estratto stampabile nella pagina web del corso, portale della didattica: www.didattica.polito.it)

Nel DIZIONARIO

Concetti Autori

Adattamento Deming, Edwards William

Operazionismo Morin, Edgar

Costruttivismo Von Glasersfeld, Ernst

Page 66: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

66

Approfondimenti

“COSTRUTTIVISMO

indirizzo di pensiero che si delinea nella seconda metà del sec. XX (mutuando il termine dal movimento artistico affermatosi in Russia negli anni successivi alla rivoluzione del 1917) nell‟ambito di indagini „di frontiera‟ concernenti biologia, psicologia della percezione, cibernetica, teoria dei sistemi, antropologia, linguistica, sociologia della conoscenza, epistemologia e altri settori disciplinari. Il costruttivismo si costituisce come tentativo di organizzare entro una modellizzazione concettuale coerente le riflessioni gnoseologiche suscitate da tali studi e non adeguatamente trattabili nella tradizionale concezione filosofica in cui la conoscenza è intesa quale rappresentazione di una realtà esterna al soggetto. In base alla sua tesi centrale, nessun sistema biologico può „uscire da se stesso‟ per acquisire informazioni sul mondo „così come è‟: ogni organismo reagisce a stimoli percettivi, che costituiscono i momenti elementari dell‟esperienza e danno luogo alla sola informazione in suo possesso; informazione che esso codifica ed elabora facendone il nucleo del proprio comportamento.

Il costruttivismo critico articola tali tematiche soprattutto nell‟ambito della pedagogia e degli studi sociali, prendendo avvio dalle analisi di J. -> Piaget e proponendosi di mantenerne le ripercussioni concettuali entro un orizzonte di tipo „realista‟. La conoscenza risulta costruita dall‟individuo attraverso le sue interazioni con l‟ambiente, e l‟apprendimento non viene inteso come ricezione passiva di informazioni circa fatti neutri. Nel processo di conoscenza, i significati sono costantemente costruiti in modo attivo e, conseguentemente, anche il mondo reale risulta una costruzione, esito di interpretazioni soggettive socialmente condivise. Poiché vengono assimilati solamente i concetti strutturati mediante operazioni mentali condotte in un contesto di cooperazione intersoggettiva, secondo il costruttivismo critico anche la pratica educativa non deve prevedere un semplice trasferimento di conoscenze, quanto un ampio progetto che consenta ai discenti di costruire autonomamente le proprie conoscenze nel continuo sforzo di dare significato al contesto in cui sono collocati.

Un ripensamento più ampio di tali presupposti filosofici è svolto dal cosiddetto costruttivismo radicale che unisce all‟interesse per la psicologia cognitiva una particolare attenzione agli sviluppi della -> cibernetica. A partire da un orizzonte di tipo scettico e strumentalista, viene elaborata una teoria della conoscenza che si rifà esplicitamente alla tesi di G.->Vico secondo cui verum ipsum factum (il vero consiste nel fare, nel costruire attivamente il proprio sapere) e ripercorre l‟idealismo trascendentale, tema portante della filosofia di I.->Kant (il processo gnoseologico non è un passivo recepire dati sensibili, ma l‟attivo operare dell‟intelletto per organizzare una realtà unitaria e durevole). Anche il costruttivismo radicale considera ogni organismo biologico sempre soggetto alla necessità di gestire informazioni e di comunicare con l‟ambiente esterno: «Non si può non comunicare» è il pregnante assioma di P.->Watzlawick, uno dei suoi principali esponenti insieme a studiosi come Ernst von Glasersfeld (1917), professore emerito presso l‟Università della Georgia cui si deve la denominazione di „costruttivismo radicale‟, Heinz von Foerster (1911-2002), ingegnere e filosofo viennese padre della „cibernetica del secondo ordine‟, G.->Bateson, M.->Mead, H.->Maturana, F.->Varela. Poiché per questa vasta e influente componente del costruttivismo

Page 67: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

67

l‟elaborazione di modelli cognitivi organizza unicamente esperienze fenomeniche soggettive, e risulta epistemologicamente ingiustificato ipotizzare che le informazioni percettive „rappresentino‟ cose reali, gli asserti non possiedono un valore di verità né poggiano su referenti extralinguistici: l‟informazione trasmessa durante un processo di comunicazione non veicola mai contenuti ma istruzioni di scelta entro un repertorio di strutture concettuali, che ciascuno dei comunicanti già possiede e viene costruendosi durante la sua esperienza di interazioni sociali. Ne consegue la convinzione ontologica secondo cui le leggi di natura non vengono scoperte bensì inventate, e la realtà stessa non è intesa come struttura oggettiva e autonoma che possa venire scoperta attraverso procedimenti gnoseologici, bensì è da ritenersi inventata attraverso l‟esperienza percettiva e la comunicazione.

Nel costruttivismo radicale la consapevolezza che la conoscenza non è mai ricevuta passivamente si unisce alla convinzione che il processo cognitivo è uno strumento indispensabile affinché i sistemi biologici possano adattarsi proficuamente all‟ambiente, come previsto dalla teoria dell‟evoluzione. La percezione di strutture organizzate emerge da un‟interazione ricorsiva tra il sistema biologico e il suo ambiente, e la relazione fra conoscenza e realtà viene interpretata ridelineando il tema darwiniano della selezione negativa, ovvero dell‟adattamento come esito dell‟eliminazione di quanto è inutile o non funzionale: l‟adattamento biologico -e cognitivo- non è effetto dell‟azione dell‟ambiente, quale causa che determinerebbe le strutture biologiche, né viene considerato quale progressiva ottimizzazione della corrispondenza con l‟ambiente, ma è una risposta attiva dell‟organismo ai vincoli posti dall‟ambiente stesso; è l‟espressione della capacità di un organismo di sopravvivere e di far emergere all‟interno di questi vincoli, mediante il reperimento di vie “agibili” (viable) per la sua sopravvivenza, quei complessi che usualmente denominiamo „oggetti‟ e „significati‟, e ai quali attribuiamo i caratteri di entità oggettive. La conoscenza è quindi ritenuta strumento di condotta pratica, capace di generare una pluralità di vie adattive percorribili, individuate „costruendo‟ strutture fenomeniche organizzate e durevoli che non entrino in collisione con i vincoli percettivi che costituiscono i dati di partenza dello sviluppo evolutivo. E‟ quanto von Foerster esprime come «postulato di omeostasi cognitiva»: il sistema nervoso è organizzato (e organizza se stesso) in modo da elaborare una realtà stabile; costruiamo noi stessi attraverso la costruzione del mondo in cui viviamo.”

(da A. Rebaglia, voce Costruttivismo in Enciclopedia Garzanti di Filosofia, nuova ed., Garzanti, Milano 2004)

«Le idee, la conoscenza, l'informazione che la tradizione ha sempre considerati trasmissibili tramite il linguaggio, si rivelano anche loro costruzioni che ogni individuo deve astrarre (o costruire) dalla propria esperienza. Benché i significati che ciascuno si costruisce vengano adattati e adeguati tramite I'uso sociale, non c'è mai la possibilità di un confronto diretto con le costruzioni di un interlocutore. Percio, dire che si ha compreso I'enunciato di un altro, indica nel migliore dei casi che, per il momento, la propria interpretazione non sembra dare luogo a delle discrepanze.

Page 68: Alberta Rebaglia GUIDA ALLA PREPARAZIONE DELL’ESAME …corsiadistanza.polito.it/corsi/pdf/02CLMDN/02CLM_2010.pdf · Lezione 8 La cibernetica. ... include una selezione di brani

Corso 02CLM Storia della filosofia contemporanea Docente Alberta Rebaglia A.A.2009/10

68

Semplificando il nesso fra cibernetica e costruttivismo, direi -e taluni lo giudicheranno una distorsione- che la prima appoggia il secondo; soprattutto perché fornisce un modello in grado di chiarire un punto fondamentale: se un'organismo autoregolante possiede strutture concettuali, queste strutture non possono provenire che dalle distinzioni fatte dall'organismo stesso nella sua propria esperienza (cioe da materiale "interno") e dal modo specifico con cui I'organismo opera nel distinguere nel collegare le distinzioni fatte.

Questo punto e fondamentale perché rivoluziona la nozione tradizionale sia della conoscenza che della comunicazione.»

(da E. von Glasersfeld, Il Costruttivismo e le sue Radici, Oikos, 1999, pp.3-4)

Esercizi per l’esame

1. Completare il testo scegliendo tra le opzioni indicate e analizzare concisamente la tesi espressa dall‟autore

“Talvolta si ha l‟impressione che l‟azione semplifichi, dal momento che, in un‟alternativa, si prende una decisione netta. (..) Certo, l‟azione è una decisione, una scelta, ma è anche una scommessa. Ora nella nozione di scommessa c‟è la coscienza del rischio e dell‟incertezza. (..) L‟azione è _ _ _ _ _ . (..) La _ _ _ _ _ consente, muovendo da una decisione iniziale, di ipotizzare un certo numero di scenari per l‟azione, scenari che potranno essere modificati secondo le informazioni che arriveranno nel corso dell‟azione e secondo le alee che sopraggiungeranno e perturberanno l‟azione.”

Morin a) programmazione b) strategia

2. Rispondere e commentare brevemente (max. 20 righe)

Che la conoscenza sia socialmente „costruita‟ in base a una metodologia complessa - attenta a una pluralità di prospettive e di interpretazioni alternative che non confluiscono in un orizzonte teorico esplicativo onnicomprensivo– è idea centrale nella prospettiva costruttivista. Su quali considerazioni si basa questa tesi, e perché l‟odierno sistema produttivo industriale può essere valutato più efficacemente entro tale prospettiva, anziché utilizzando i principi del taylorismo?