Albero Del Maschio fantin

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Le nostre radici I Del Maschio Danelin Fantin, da Giacomo a… Pietro. Oltre mezzo millennio di storia in terra budoiese Innanzitutto è doverosa una breve nota intro- duttiva sul cognome. Del Maschio deriva dal patronimico Maschio, denominazione assegnata a un bambino «ma- schio», tanto atteso e desiderato. Dal nome personale a quello di famiglia il passo fu breve e Maschius, insieme ad Anze- lin, divenne uno dei cognomi più diffusi nella Budoia di metà Seicento. Le fonti genealogiche più remote del cognome del Maschio risalgono, infatti, già all’inizio del ’500 con Maschius Maschlus e Petrus Ma- schlus (1507-1512) e ancora Dominicus q. Bartholomei Mascli (1528), Jacobus filius q Mathei del Maschli (1544-1563), 2 Maschio del Maschio (1555), Antonius q. Andree del Maschio (1563) e Franciscus di Ticiani del Maschio (1563). 3 E altri ancora. Il cognome ebbe un’evoluzione grafico-fono- logica nell’arco della sua storia, lunga oltre mezzo millennio: dalle forme Masculis, Ma- sclus, Mascli, Mascus fino alla versione del Maschio e a quell’attuale con l’iniziale maiu- scola della preposizione. La variante priva di preposizione articolata si registrò anche in al- cuni atti anagrafici dell’Ottocento, in partico- lare di persone che emigrarono a Venezia. È uno dei pochi nomi di famiglia ancora vivi nella toponomastica stradale: si tratta della via a nord-est del paese, la cui intitolazione fu ripresa dalle mappe catastali ottocentesche, napoleonica e austriaca. Denominata a quel- l’epoca Strada Comunale dei Maschi, la via delimitava, con la Strada Comunale detta Cal de Gaja, l’area in cui abitavano i nuclei fami- liari numericamente più consistenti dei Del Maschio. Dal patronimico al cognome. 1480-2011 In attesa di avere la fortuna d’imbatterci in documenti cronologicamente antecedenti a quelli finora esaminati, 1 riguardanti i Del Maschio, presentiamo il clan dal doppio soprannome: i Del Maschio Danelin Fantin. Dal 1760 al 1900 le persone con tale cognome erano 650 circa. Dalle omonimie ai soprannomi Domenico, Mathio, Zuanne, Pietro, Zuan Maria, Zambatta, Giacomo e ancora Mathio e Pietro furono i nove capifamiglia di altret- tanti nuclei dei del Maschio, individuati finora in zona, a metà del ‘600. In quel periodo le omonimie si stavano diffon- dendo a macchia d’olio, tanto che già allora tre capi di casa si distinguevano dagli altri per l’uso del soprannome: Gant con Pietro, Visin- tin/Visintino con Zuan Maria e Mathio. Altri soprannomi si formarono quasi contem- poraneamente. Quello di Munar/o fu registrato per la prima volta nel 1657 e il casato è ancora vivo nella memoria collettiva. Da questo si staccò un ramo, il cui capostipite sposò una Parmesan di Dardago, che diede l’avvio all’omonimo so- prannome. Note. 1. Le fonti documentarie esaminate sono state rinvenute presso l’Archivio dell’antica Pieve di Santa Maria Mag- giore di Dardago, l’Archivio di Stato di Pordenone, Archi- vio Storico della Famiglia Del Maschio Pietro Fantin. La fonte bibliografica consultata è il volume di Carlo Zol- dan La pieve di Dardago tra XII e XVI secolo. Le perga- mene dell’archivio, l’Artugna, 2008. 2. 1558. Iacobus del Maschi, camerarius modernus eccle- siae S. Marie de loco Dardaci. 3. 1563. Franciscus di Ticiani del Maschio iurato e came- raro. Dall’album di famiglia... Dall’album di famiglia... Giuseppe Del Maschio Danelin con la moglie Elena Del Maschio, sotto il porticato della loro abitazione, nel 1938. Dell’Anzola fu trascritto per la prima volta nel 1661, nel registro dei battezzati. All’ inizio del XIX secolo, a tale versione si sostituì il diminu- tivo maschile Anzolet, soprannome presente a tutt’oggi nella comunità e attuale anche nella to- ponomastica stradale. Il casato Cussol/o-Cuzzol/o si trova documentato per la prima volta negli anni 1746-48: fu un del Maschio che, sposatosi con una Zambon di Dar- dago, assunse tale soprannome. Si riscontrano, inoltre: Comel, Bologna, Biscon- tin, a fine Seicento; Burigana e Bevilacqua nei primissimi anni del ’700; Conte e Petol (1747), Machion (1748); d’Iustin era un soprannome formatosi nel ’600 dal capostipite Ustin/Agustin, nato sul finire del secolo XVI. A fine Ottocento si formò Burela e altri si diffu- sero nel XX secolo: Frate, Pindol, Bisut, Gia- thinto, pseudonimi esistenti a tutt’oggi nella tradizione orale. A volte i soprannomi divennero anche cognomi, come nel caso di Visintin (1671) di Gant (1691), Dell’Anzola (1702); addirittura con del Maschio declassato a soprannome (1694). I Danelin Fantin. il clan dal doppio soprannome Ritorniamo ai nostri Del Maschio dal doppio so- prannome: Danelin Fantin, due storie, due realtà diverse di clan, un’unica fusione che dura da oltre cent’anni. Danelin fu documentato per la prima volta nei registri della pieve, il 13 Febbraio 1694, nell’atto di matrimonio di Zamaria q. Do- menico del Maschio detto Danelin e Antonia Bu- cusso; derivò dal nome del nonno dello sposo, Danièl o Danielin, nato nell’ultimo decennio del ’500. Fu con certezza quest’omino dal fisico esile e basso di statura a dar origine a tale casato. Un fratello di Danielin dovrebbe essere stato Giacomo de Masculo, nato nel 1599, il caposti- pite dell’albero in questione, anch’egli presente nei documenti inizialmente con la forma priva di soprannome. L’uso del condizionale è dovuto all’impossibilità di reperimento di materiale ar- chivistico che attesti la paternità dei due. Un ramo di Giacomo si fece registrare con il so- prannome solamente nel secolo XVIII e preci- samente nell’atto di battesimo di Francesco del Maschio Danelin di Giacomo di Francesco e di Florinda Scussà, nato il 31 Marzo 1741. Da al- lora tutti i discendenti di Francesco manterranno il soprannome. Mentre la discendenza di Daniel si estinse in paese nell’arco di due secoli (le cause furono de- terminate sia da nascite prevalentemente femmi- nili sia da probabili fattori di emigrazione), quella di Giacomo, invece, si espanse. Nei secoli, egli divenne il capostipite, oltre che dei Danelin, anche dei Mos’cion, dei Frate, dei Gè e di altri ancora, tramite un fratello del nostro Giacomo (n. 1714). Altre varianti del soprannome, presenti nei registri di battesimo, sono Danel e Daneluz. Quest’ultimo casato, Daneluz, ebbe origine da Valentino (n. 1836), fratello di Lorenzo dell’al- bero in questione, che registrò le due figlie di prime nozze con tale soprannome. I figli di seconde nozze – Giulio, Giovanni, Luigi, Umberto, Cesare, Lorenzo… – furono in- vece trascritti negli atti di battesimo privi di so- prannome; per il patrimonio orale collettivo, però, appartenevano al casato dei Poth, per la presenza di pozzi nella loro proprietà. Dati il susseguirsi e la frequenza di alcuni nomi ricorrenti anche nel consistente casato dei Visen- tin (Daniel, Bortholomeo, Francesco, Giacomo, Zamaria, Domenego), i Danelin potrebbero aver avuto origini proprio da questi ultimi. Il secondo soprannome, Fantin, non è documen- tato nei registri di battesimo, mentre è presente in un documento del 1840, accanto all’altro già assai diffuso, Anzolet. 4 È collegabile al cognome di Maria Fantin (di Coltura?), moglie di Daniel di Piero del Maschio dell’Anzola o Anzolet che ebbe sei figli tra il 1775 e il 1787 e che avviò un nuovo casato. Oggi, come i precedenti soprannomi, Fantin è attivo solo nella memoria collettiva. SEGUE 4. 1840. Del Maschio Anzolet Fantin Giuseppe e Maria. 5. Archivio Storico della famiglia Del Maschio Pietro Fantin. 6. Mappe Catastali Napoleonica e Austriaca. 7. Un manzo ed un’armenta, peccore n° 8, capre n° 1, una somarella 8. Il 9 ottobre 1800, tre giorni prima della sua morte, a Bu- doia nella camera della infrascritta …Madalena, figlia del qm Leod° di detta villa gravemente amalata, anzi vedendo che il suo male va avicinandosi agl’estremi, intende e vuole motu proprio pro remedio anima sua, e lascia per grave ob- bligo di giustizia a suo Fratello Francesco Danielin ora abi- tante nelle case Scussat, sopra un campo in loco dicto Perer, da esso lui posseduto, lasciato alla sudta Madalena ... che il sudetto suo Fratello gli faccia celebrare messe n° 30 fra l’anno computato il giorno di sua morte, e queste per una volta tanto, ed esborsi per elemosina al celebrante lire due per ogni messa che fanno in tutto £ 60. ... (Archivio Storico della Famiglia Del Maschio Pietro) 9. Lorenzo fu sottoposto all’operazione della pietra, ed ora debole e incontinente. (Archivio Storico della Famiglia Del Maschio Pietro) 10. Documento del 2 agosto 1893 (Archivio Storico della fa- miglia Del Maschio Pietro). Le abitazioni dei Danelin e dei Danelin-Fantin Un documento del 1820 5 attesta ai Danelin la proprietà del fabbricato in Strada Comunale detta dei Scussat, 6 l’odierna via dei Pozzi al nu- mero civico15. Il 24 gennaio di quell’anno, infatti, in casa dei fratelli Giacomo, Giovanni e Giuseppe (l’ulti- mogenito Angelo non appare nell’elencazione perché già deceduto) del Maschio detti Danelini furono stilati l’inventario e la stima della «Fa- coltà mobile ed immobile, lasciata tempore mortis» dal padre, Francesco del Maschio Da- nelin, nato nel 1741, figlio di Giacomo e Flo- rinda. Si tratta dell’attuale casa abitata dalla famiglia di Pietro Del Maschio (l’impresario Piero Fantin), con portone d’ingresso di pietra viva nella cui chiave di volta dell’arco è ancora inciso l’anno di costruzione, 1655. Il sottoportico era lastricato di cogolato, e sopra vi era una camera; seguivano poi la fabbrica della cusina con saliso da lastra grezza, con due finestre e porta con stipiti di pietra, la caneva e il salvarobba. Nel cortile erano collocati la stalla coperta da coppi, la fabbrica della stalla da pe- core con coperto di paglia, lo stavoletto e il pur- caro. Accanto crescevano 6 morari e nell’orto altri quattro. La proprietà confinava con varie fa- miglie degli Scussat. Nel cortivo vecchio (?), inoltre, erano situati la fabbrica della Tezzetta, coperta di coppi, a cui si era fatto riferimento nelle divisioni del 20 aprile 1762 (?), la fabbrica della camera, annessa a detta Tezza, delle stanze ai piani terra e superiore e scala di pietra con sette gradini (levadini). Era una struttura bassa, secentesca, che confinava a sud e ad ovest con gli altri Danelin, Daniel e Bor- tolo, discendenti del ramo di Daniel/Danielin, il probabile fratello del nostro Giacomo come già sopra accennato. Nel lungo elenco dell’inventa- rio erano inclusi i beni arativi (16), e altrettanti prativi, i beni mobili, gli animali, 7 ma anche la passività e i debiti; tra quest’ultimi da saldare la notevole somma di £ 189:60 al signor Pietro Puppi, Speciale Medicinale in Polcenigo, per l’acquisto di medicine occorse allo stesso Fran- cesco o al figlio Angelo, da poco deceduto. In un documento precedente del 9 ottobre 1800, invece, il padre Francesco era ora abitante nelle case Scussat. 8 Si trattava forse di un’eredità della madre, Florinda Scussat, ceduta al figlio oppure era l’abitazione in cui il padre Giacomo, sposatosi con Florinda nel 1738, scelse di abitare nella casa della moglie? Nel 1841, Giovanni vendé al nipote Angelo, fi- glio del fratello Giacomo, la parte della sua casa e, quattro anni dopo, lo stesso Giacomo cedé perpetuamente gli immobili al figlio Angelo. Il giovane acquistò, nel 1847, l’immobile confi- nante a settentrione da Maria di Giovanni Vettor di Dardago e una casa di muro a calce da Dome- nica Scussat: casa coperta con coppo, con por- tale a piano terra e superiore e con relativo granaio. Nel 1851, Angelo continuò ad acquisire immobili: una casetta coperta a coppo sempre da Maria Vettor. I suoi continui acquisti immobiliari attestavano un certo benessere. Costui, infatti, dalla fine degli Anni Venti dell’Ottocento lavorava a Vene- zia dove probabilmente viveva con la famiglia, anche se tutti i figli nacquero a Budoia. Lo si evince dal documento datato 28 gennaio 1863 e scritto a Venezia, in cui egli si rivolgeva al Co- mune di Budoia, affinché il figlio ventunenne Lorenzo venisse esentato dal servizio militare per problemi di salute. 9 Angelo morì a 84 anni, il 26 aprile 1893, e lasciò i suoi beni ai figli Lo- renzo, Valentino, Giuseppe e Maria Anna. 10 Antonio, uno dei figli di Lorenzo, abbandonò la casa paterna per abitare in quella della moglie, Antonia Angelin, nelle case dei Del Maschio Fantin, in via Cial de Gaja pur non essendo lei una Del Maschio. Fu Giuseppe con la moglie Battistina Zambon, genitori di Pietro, a ritornare nella casa dei suoi avi, nel 1949. SEGUONO LE TESTIMONIANZE ORALI RACCOLTE DA ALBERTO DEL MASCHIO DANELIN FANTIN. Note. __ VENTISEIESIMO INSERTO di Vittorina Carlon Giuseppe Del Maschio Fantin ovvero Barba Bepo Fantin, el mago, in età giovanile. Giuseppe Del Maschio Fantin, el mago, con la moglie tra i nipoti Domenico (a sinistra) e Gino (a destra). La coppia aveva un figlio, Lorenzo, morto in età giovanile. Rimasti soli, decisero di adottare Antonia Angelin, nonna di Pietro Fantin. A Venezia, negli anni ’20 del secolo scorso. Da sinistra: Giuseppe Del Maschio Danelin, Giuseppe Del Maschio Fantin (’l mago) con i giovani nipoti, Gino e Giuseppe. L’alpino Gino Del Maschio Danelin Fantin. Domenico Del Maschio durante il servizio militare, pure lui alpino. Casa di proprietà di Pietro Del Maschio Dane- lin Fantin. In alto. Chiave di volta dell’arco d’ingresso dell’abitazione in cui è inciso l’anno di costru- zione, 1655. Pietro con la cuginetta Gianna nel cortile dei Fantin. È no- vembre 1941. Una scena agreste degli anni ’50 del secolo scorso. Antonietta con la madre Battistina, il marito Antonio e lo zio Giuseppe. Tutti sono «armati» di rastrelli, forche, mentre la mussa li sta beatamente a osservare all’ombra di un gelso. Giuseppe Del Maschio Danelin, in età già avanzata. Alle sue spalle il limone con i suoi abbondanti frutti, pianta che curava con pas- sione. Un momento particolare della civiltà contadina: l’uccisione del maiale. Nel cortile della casa di via Pozzi, Giuseppe Del Maschio e il nipote suo omonimo con i norcini del paese, i fratelli Giu- seppe e Marco Mezzarobba Piai, controllano il peso del suino dopo l’uccisione. Lorenzo Del Maschio (al centro) con altri com- militoni e bambini greci, durante la guerra in terra ellenica. INSERTO DE l’Artugna n. 124 · DICEMBRE 2011 Certificato di battesimo di Pietro di Giacomo fu Pietro de Masculo e di Magdalena, nato il 28 luglio 1671 (Re- gistro dei battesimi). I quattro fratelli Del Maschio in occasione della festa di matrimonio del nipote Antonio, negli anni ’60 del secolo scorso, a San Tomè. Da si- nistra: Giuseppe, Domenico, Lorenzo, Gino. Pietro Del Maschio Danelin (n. 1874), negli anni ’30 dello scorso secolo.

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Albero genealogico Del Maschio Fantin Danelin di Budoia

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Le nostre radici

I Del Maschio Danelin Fantin,da Giacomo a… Pietro.

Oltre mezzo millennio di storia in terra budoiese

Innanzitutto è doverosa una breve nota intro-duttiva sul cognome.Del Maschio deriva dal patronimico Maschio,denominazione assegnata a un bambino «ma-schio», tanto atteso e desiderato. Dal nome personale a quello di famiglia ilpasso fu breve e Maschius, insieme ad Anze-lin, divenne uno dei cognomi più diffusi nellaBudoia di metà Seicento.Le fonti genealogiche più remote del cognomedel Maschio risalgono, infatti, già all’inizio del’500 con Maschius Maschlus e Petrus Ma-schlus (1507-1512) e ancora Dominicus q.Bartholomei Mascli (1528), Jacobus filius qMathei del Maschli (1544-1563),2 Maschiodel Maschio (1555), Antonius q. Andree delMaschio (1563) e Franciscus di Ticiani delMaschio (1563).3 E altri ancora.Il cognome ebbe un’evoluzione grafico-fono-logica nell’arco della sua storia, lunga oltremezzo millennio: dalle forme Masculis, Ma-sclus, Mascli, Mascus fino alla versione delMaschio e a quell’attuale con l’iniziale maiu-scola della preposizione. La variante priva dipreposizione articolata si registrò anche in al-cuni atti anagrafici dell’Ottocento, in partico-lare di persone che emigrarono a Venezia.È uno dei pochi nomi di famiglia ancora vivinella toponomastica stradale: si tratta dellavia a nord-est del paese, la cui intitolazione furipresa dalle mappe catastali ottocentesche,napoleonica e austriaca. Denominata a quel -l’epoca Strada Comunale dei Maschi, la viadelimitava, con la Strada Comunale detta Calde Gaja, l’area in cui abitavano i nuclei fami-liari numericamente più consistenti dei DelMaschio.

Dal patronimico al cognome. 1480-2011

In attesa di avere la fortuna d’imbatterci in documenti cronologicamenteantecedenti a quelli finora esaminati,1 riguardanti i Del Maschio, presentiamo il clan

dal doppio soprannome: i Del Maschio Danelin Fantin.

Dal 1760 al 1900 le persone con tale cognomeerano 650 circa.

Dalle omonimie ai soprannomiDomenico, Mathio, Zuanne, Pietro, ZuanMaria, Zambatta, Giacomo e ancora Mathioe Pietro furono i nove capifamiglia di altret-tanti nuclei dei del Maschio, individuati finorain zona, a metà del ‘600.In quel periodo le omonimie si stavano diffon-dendo a macchia d’olio, tanto che già alloratre capi di casa si distinguevano dagli altri perl’uso del soprannome: Gant con Pietro, Visin-tin/Visintino con Zuan Maria e Mathio. Altri soprannomi si formarono quasi contem-poraneamente.Quello di Munar/o fu registrato per la primavolta nel 1657 e il casato è ancora vivo nellamemoria collettiva. Da questo si staccò unramo, il cui capostipite sposò una Parmesandi Dardago, che diede l’avvio all’omonimo so-prannome.

Note.1. Le fonti documentarie esaminate sono state rinvenutepresso l’Archivio dell’antica Pieve di Santa Maria Mag-giore di Dardago, l’Archivio di Stato di Pordenone, Archi-vio Storico della Famiglia Del Maschio Pietro Fantin.La fonte bibliografica consultata è il volume di Carlo Zol-dan La pieve di Dardago tra XII e XVI secolo. Le perga-mene dell’archivio, l’Artugna, 2008.2. 1558. Iacobus del Maschi, camerarius modernus eccle-siae S. Marie de loco Dardaci. 3. 1563. Franciscus di Ticiani del Maschio iurato e came-raro.

Dall’album di famiglia...

Dall’album di famiglia...

Giuseppe Del Maschio Danelin con la moglie Elena DelMaschio, sotto il porticato della loro abitazione, nel 1938.

Dell’Anzola fu trascritto per la prima volta nel1661, nel registro dei battezzati. All’ inizio delXIX secolo, a tale versione si sostituì il diminu-tivo maschile Anzolet, soprannome presente atutt’oggi nella comunità e attuale anche nella to-ponomastica stradale. Il casato Cussol/o-Cuzzol/o si trova documentatoper la prima volta negli anni 1746-48: fu un delMaschio che, sposatosi con una Zambon di Dar-dago, assunse tale soprannome.Si riscontrano, inoltre: Comel, Bologna, Biscon-tin, a fine Seicento; Burigana e Bevilacqua neiprimissimi anni del ’700; Conte e Petol (1747),Machion (1748); d’Iustin era un soprannomeformatosi nel ’600 dal capostipite Ustin/Agustin,nato sul finire del secolo XVI. A fine Ottocento si formò Burela e altri si diffu-sero nel XX secolo: Frate, Pindol, Bisut, Gia-thinto, pseudonimi esistenti a tutt’oggi nellatradizione orale.A volte i soprannomi divennero anche cognomi,come nel caso di Visintin (1671) di Gant (1691),Dell’Anzola (1702); addirittura con del Maschiodeclassato a soprannome (1694).

I Danelin Fantin. il clan dal doppiosoprannome

Ritorniamo ai nostri Del Maschio dal doppio so-prannome: Danelin Fantin, due storie, due realtàdiverse di clan, un’unica fusione che dura daoltre cent’anni. Danelin fu documentato per laprima volta nei registri della pieve, il 13 Febbraio1694, nell’atto di matrimonio di Zamaria q. Do-menico del Maschio detto Danelin e Antonia Bu-cusso; derivò dal nome del nonno dello sposo,Danièl o Danielin, nato nell’ultimo decennio del’500. Fu con certezza quest’omino dal fisico

esile e basso di statura a dar origine a tale casato. Un fratello di Danielin dovrebbe essere statoGiacomo de Masculo, nato nel 1599, il caposti-pite dell’albero in questione, anch’egli presentenei documenti inizialmente con la forma priva disoprannome. L’uso del condizionale è dovutoall’impossibilità di reperimento di materiale ar-chivistico che attesti la paternità dei due. Un ramo di Giacomo si fece registrare con il so-prannome solamente nel secolo XVIII e preci-samente nell’atto di battesimo di Francesco delMaschio Danelin di Giacomo di Francesco e diFlorinda Scussà, nato il 31 Marzo 1741. Da al-lora tutti i discendenti di Francesco manterrannoil soprannome.Mentre la discendenza di Daniel si estinse inpaese nell’arco di due secoli (le cause furono de-terminate sia da nascite prevalentemente femmi-nili sia da probabili fattori di emigrazione),quella di Giacomo, invece, si espanse. Nei secoli,egli divenne il capostipite, oltre che dei Danelin,anche dei Mos’cion, dei Frate, dei Gè e di altriancora, tramite un fratello del nostro Giacomo(n. 1714). Altre varianti del soprannome, presentinei registri di battesimo, sono Danel e Daneluz.

Quest’ultimo casato, Daneluz, ebbe origine daValentino (n. 1836), fratello di Lorenzo dell’al-bero in questione, che registrò le due figlie diprime nozze con tale soprannome.I figli di seconde nozze – Giulio, Giovanni,Luigi, Umberto, Cesare, Lorenzo… – furono in-vece trascritti negli atti di battesimo privi di so-prannome; per il patrimonio orale collettivo,però, appartenevano al casato dei Poth, per lapre senza di pozzi nella loro proprietà.Dati il susseguirsi e la frequenza di alcuni nomiricorrenti anche nel consistente casato dei Visen-tin (Daniel, Bortholomeo, Francesco, Giacomo,Zamaria, Domenego), i Danelin potrebbero averavuto origini proprio da questi ultimi. Il secondo soprannome, Fantin, non è documen-tato nei registri di battesimo, mentre è presente inun documento del 1840, accanto all’altro giàassai diffuso, Anzolet.4 È collegabile al cognomedi Maria Fantin (di Coltura?), moglie di Danieldi Piero del Maschio dell’Anzola o Anzolet cheebbe sei figli tra il 1775 e il 1787 e che avviò unnuovo casato.Oggi, come i precedenti soprannomi, Fantin èattivo solo nella memoria collettiva.

SEGUE

4. 1840. Del Maschio Anzolet Fantin Giuseppe e Maria.5.Archivio Storico della famiglia Del Maschio Pietro Fantin.6. Mappe Catastali Napoleonica e Austriaca.7. Un manzo ed un’armenta, peccore n° 8, capre n° 1, unasomarella8. Il 9 ottobre 1800, tre giorni prima della sua morte, a Bu-doia nella camera della infrascritta …Madalena, figlia delqm Leod° di detta villa gravemente amalata, anzi vedendoche il suo male va avicinandosi agl’estremi, intende e vuolemotu proprio pro remedio anima sua, e lascia per grave ob-bligo di giustizia a suo Fratello Francesco Danielin ora abi-tante nelle case Scussat, sopra un campo in loco dicto Perer,da esso lui posseduto, lasciato alla sudta Madalena ... che ilsudetto suo Fratello gli faccia celebrare messe n° 30 fral’anno computato il giorno di sua morte, e queste per unavolta tanto, ed esborsi per elemosina al celebrante lire dueper ogni messa che fanno in tutto £ 60. ... (Archivio Storicodella Famiglia Del Maschio Pietro)9. Lorenzo fu sottoposto all’operazione della pietra, ed oradebole e incontinente. (Archivio Storico della Famiglia DelMaschio Pietro)10. Documento del 2 agosto 1893 (Archivio Storico della fa-miglia Del Maschio Pietro).

Le abitazioni dei Daneline dei Danelin-Fantin

Un documento del 18205 attesta ai Danelin laproprietà del fabbricato in Strada Comunaledetta dei Scussat,6 l’odierna via dei Pozzi al nu-mero civico15. Il 24 gennaio di quell’anno, infatti, in casa deifratelli Giacomo, Giovanni e Giuseppe (l’ulti-mogenito Angelo non appare nell’elencazioneperché già deceduto) del Maschio detti Danelinifurono stilati l’inventario e la stima della «Fa-coltà mobile ed immobile, lasciata temporemortis» dal padre, Francesco del Maschio Da-nelin, nato nel 1741, figlio di Gia como e Flo-rinda. Si tratta dell’attuale casa abitata dalla famiglia diPietro Del Maschio (l’impresario Piero Fantin),con portone d’ingresso di pietra viva nella cuichiave di volta dell’arco è ancora inciso l’anno dicostruzione, 1655. Il sottoportico era lastricato di cogolato, e sopravi era una camera; seguivano poi la fabbricadella cusina con saliso da lastra grezza, con duefinestre e porta con stipiti di pietra, la caneva eil salvarobba. Nel cortile erano collocati la stallacoperta da coppi, la fabbrica della stalla da pe-core con coperto di paglia, lo stavoletto e il pur-caro. Accanto crescevano 6 morari e nell’ortoaltri quattro. La proprietà confinava con varie fa-miglie degli Scussat. Nel cortivo vecchio (?), inoltre, erano situati lafabbrica della Tezzetta, coperta di coppi, a cui siera fatto riferimento nelle divisioni del 20 aprile1762 (?), la fabbrica della camera, annessa adetta Tezza, delle stanze ai piani terra e superioree scala di pietra con sette gradini (levadini). Erauna struttura bassa, secentesca, che confinava a

sud e ad ovest con gli altri Danelin, Daniel e Bor-tolo, discendenti del ramo di Daniel/Danielin, ilprobabile fratello del nostro Giacomo come giàsopra accennato. Nel lungo elenco dell’inventa-rio erano inclusi i beni arativi (16), e altrettantiprativi, i beni mobili, gli animali,7 ma anche lapassività e i debiti; tra quest’ultimi da saldare lanotevole somma di £ 189:60 al signor PietroPuppi, Speciale Medicinale in Polcenigo, perl’acquisto di medicine occorse allo stesso Fran-cesco o al figlio Angelo, da poco deceduto.In un documento precedente del 9 ottobre 1800,invece, il padre Francesco era ora abitante nellecase Scussat.8 Si trattava forse di un’eredità dellamadre, Florinda Scussat, ceduta al figlio oppureera l’abitazione in cui il padre Giacomo, sposatosicon Florinda nel 1738, scelse di abitare nella casadella moglie?Nel 1841, Giovanni vendé al nipote Angelo, fi-glio del fratello Giacomo, la parte della sua casae, quattro anni dopo, lo stesso Giacomo cedéperpetuamente gli immobili al figlio Angelo. Ilgiovane acquistò, nel 1847, l’immobile confi-nante a settentrione da Maria di Giovanni Vettordi Dardago e una casa di muro a calce da Dome-nica Scussat: casa coperta con coppo, con por-tale a piano terra e superiore e con relativogranaio. Nel 1851, Angelo continuò ad acquisireimmobili: una casetta coperta a coppo sempreda Maria Vettor.I suoi continui acquisti immobiliari attestavanoun certo benessere. Costui, infatti, dalla finedegli Anni Venti dell’Ottocento lavorava a Vene-zia dove probabilmente viveva con la famiglia,anche se tutti i figli nacquero a Budoia. Lo sievince dal documento datato 28 gennaio 1863 escritto a Venezia, in cui egli si rivolgeva al Co-

mune di Budoia, affinché il figlio ventunenneLorenzo venisse esentato dal servizio militareper problemi di salute.9 Angelo morì a 84 anni, il26 aprile 1893, e lasciò i suoi beni ai figli Lo-renzo, Valentino, Giuseppe e Maria Anna.10

Antonio, uno dei figli di Lorenzo, abbandonò lacasa paterna per abitare in quella della moglie,Antonia Angelin, nelle case dei Del MaschioFantin, in via Cial de Gaja pur non essendo leiuna Del Maschio. Fu Giuseppe con la moglie Battistina Zambon,genitori di Pietro, a ritornare nella casa dei suoiavi, nel 1949.

SEGUONO LE TESTIMONIANZE ORALI RACCOLTEDA ALBERTO DEL MASCHIO DANELIN FANTIN.

Note.

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VENTISEIESIMO INSERTO di Vittorina Carlon

Giuseppe Del Maschio Fantin ovveroBarba Bepo Fantin, el mago, in etàgiovanile.

Giuseppe Del Maschio Fantin, el mago, con la moglie tra i nipoti Domenico (a sinistra) e Gino (adestra). La coppia aveva un figlio, Lorenzo, morto in età giovanile. Rimasti soli, decisero di adottareAntonia Angelin, nonna di Pietro Fantin.

A Venezia, negli anni ’20 del secolo scorso. Da sinistra:Giuseppe Del Maschio Danelin, Giuseppe Del MaschioFantin (’l mago) con i giovani nipoti, Gino e Giuseppe.

L’alpino Gino Del Maschio DanelinFantin.

Domenico Del Maschio durante il serviziomilitare, pure lui alpino.

Casa di proprietà di Pietro Del Maschio Dane-lin Fantin.In alto. Chiave di volta dell’arco d’ingressodell’abi tazione in cui è inciso l’anno di costru-zione, 1655.

Pietro con la cuginetta Gianna nel cortile dei Fantin. È no-vembre 1941.

Una scena agreste degli anni ’50 del secolo scorso. Antonietta con la madre Battistina,il marito Antonio e lo zio Giuseppe. Tutti sono «armati» di rastrelli, forche, mentre lamussa li sta beatamente a osservare all’ombra di un gelso.

Giuseppe Del Maschio Danelin, in età giàavan zata. Alle sue spalle il limone con i suoiabbondanti frutti, pianta che curava con pas-sione.

Un momento particolare della civiltà contadina:l’uccisione del maiale. Nel cortile della casa divia Pozzi, Giuseppe Del Maschio e il nipote suoomonimo con i norcini del paese, i fratelli Giu-seppe e Marco Mezzarobba Piai, controllano ilpeso del suino dopo l’uccisione.

Lorenzo Del Maschio (al centro) con altri com-militoni e bambini greci, durante la guerra interra ellenica.

INSERTO DE l’Artugna n. 124 · DICEMBRE 2011

Certificato di battesimo di Pietro di Giacomo fu Pietrode Masculo e di Magdalena, nato il 28 luglio 1671 (Re-gistro dei battesimi).

I quattro fratelli Del Maschio in occasione dellafesta di matrimonio del nipote Antonio, neglianni ’60 del secolo scorso, a San Tomè. Da si-nistra: Giuseppe, Domenico, Lorenzo, Gino.

Pietro Del Maschio Danelin (n.1874), negli anni ’30 dello scorsosecolo.

Page 2: Albero Del Maschio fantin

Annan. 1967

Claudian. 1969

Raffaellan. 1983

Petrusn. 1630 ca.

Giacomo de Masculon. 1599

SPOSA

Maria di Bartholomeo

Jacobon. 1650 ca.

SPOSA

Madalena

Domenicon. 1659

Francescon. 1645

Francescon. 1684

SPOSA il 28.11.1703

Petrusn. 1671

Madalena Cardaz d. Schiavona

Giacomon. 1714

SPOSA il 18.06.1738

Florinda Scussà

Francesco Danelinn. 1741

SPOSA il 13.10.1764

Cattarina Gislon

Giobattan. 1744

Giacomon. 1770

SPOSA PRIME NOZZE il 13.01.1792

Angela Quain

Giovannin. 1778

Giacoma Santan. 1765

Marian. 1778

Giuseppen. 1780

Angelon. 1784

SPOSA SECONDE NOZZE l’ 11.01.1809

Valentina di Fort

Marian. 1802

Marian. 1800 · m. inf.

Francescon. 1797

Giacoman. 1794

Annan. 1806 · m. inf.

Catterinan. 1811

Annan. 1813

Lucian. 1816

Lorenzon. 1820

Angelon. 1809SPOSA

ElisabettaSteffano/Steffinlongo

Antonio Erminion. 1877SPOSA

Antonia Angelin

Pietro Atanasion. 1874SPOSA

Angela Lachin

Andreannan. 1869SPOSA

Carlo Puppin Los

Giuseppen. 1883SPOSA

Elena Del Maschio

Teresa Angelan. 1886SPOSA

Giovanni Panizzut

Teresan. 1838

Valentinon. 1836

Giuseppen. 1839

Maria Annan. 1844

Lorenzon. 1842SPOSA

Santa Carlon

Caterinan. 1901

Marian. 1906

Lorenzon. 1910

Ginon. 1912

Giuseppen. 1904SPOSA

Battistina Zambon

Antoniettan. 1931

Pietron. 1939SPOSA

Gioconda Carlon

Alberton. 1966SPOSA

Luigina Poletto

Pietron. 2008

Domenicon. 1908

Angelan. 1933

Carlan. 1942

SPOSA

Agata CarlonSPOSA

Caterina Bocus

Gianna Antonio Maria

• • •

Se fino alla fine del 1800 la ricerca è stata com-piuta negli archivi storici, a volte con il dubbiodell’esatta interpretazione di testi con rimandinon sempre chiari a posteriori, da quella data inpoi è facile ricostruire la discendenza anche soloattraverso la tradizione orale. Oltre che alla ricostruzione della dinastia, è in-teressante riascoltare storie e aneddoti legati allepersone che si sono susseguite nelle generazioniricordate a memoria d’uomo.Pare fosse «Fuggi, fuggi, fuggi...» l’inizio di unaformula magica che aiutava ad esorcizzare lepersone possedute dal demonio e curate da Giu-seppe Del Maschio padre adottivo di AntoniaAngelin, andata sposa ad Antonio Erminio «Da-nelin» a cavallo tra il 1800 e 1900. «Bepo Ma -go», così era soprannominato, non aveva figlinaturali e, avendo come erede la sola Antonia,non impiegò molto a convincere lo sposo a tra-sferirsi «su de Fantin». In questo cambiamentodi residenza certamente una cosa rimase inva-riata: il cognome.In quella casa la famiglia dei giovani sposi prese

subito forma, nacquero con cadenza esatta didue anni Caterina, Giuseppe, Maria, Domenico,Lorenzo e Gino. Una famiglia oggi numerosama per quegli anni normale, dove ogni figlio erauna risorsa da impiegare nel lavoro dei campi esoprattutto della montagna. Partenza prestissimoil lunedì mattina verso il podere in localitàCampo, unica proprietà di famiglia più similead una pietraia che ad un prato stabile, con viverimillesimati da far durare per tutta la settimana.Rientro in paese sabato sera, ma non per tutti,Santa Messa della domenica e nuovo riforni-mento di viveri il lunedì in un ciclo che si ripe-teva per gran parte dell’estate. Le attivitàprincipali erano lo sfalcio, l’asciugatura al sole,l’accumulo, la preparazione per il trasporto ed infine, grazie a Dio, la spedizione del fieno a vallecon le slitte.Tanto lavoro e poca resa che i giovani di fami-glia cercavano di migliorare con qualche lavo-retto aggiuntivo.Gino si dedicava ad accompagnare con carrettoe cavallo lo zio almeno una volta alla settimana

nei paesi vicini (Prata, Brugnera, Sacile, Cordi-gnano...) per esercitare l’attività ormai ricono-sciuta di esorcista e mago. La popolarità dellozio-nonno adottivo aveva ammiratori in ogniluogo che finiva per tradursi in entrate per il so-stentamento famigliare. Domenico aveva iniziato a fare il calzolaio, atempo perso e senza particolare fortuna, in uncontesto dove il baratto era spesso la ricom-pensa.Giuseppe, forse sulla spinta di altri suoi coeta-nei, lavorava stagionalmente a Venezia comeoperaio in una fabbrica bellica e poi come mu-ratore. La guerra ha visto Lorenzo impiegato in piùcampagne militari, sicuramente in Albania e inGrecia mentre Domenico veniva fatto prigio-niero dai Tedeschi. Tuttavia, la vera iniziativa presa per sollevarel’economia di questa famiglia, senza ombra didubbio tra le più stanziali del paese, fu presadalle donne. In particolare da Agata e Battistina,mogli rispettivamente di Domenico e Giuseppe,

I Del Maschio Danelin Fantinda Giacomo a Pietro

Dalla viva voce… di Pietro e Antonietta

che si trasferirono prima a Milano e Roma poi aVenezia come donne di servizio inviando a casaqualche soldo sonante prima ancor più difficileda vedere.Un fine settimana Giuseppe, rientrando da Ve-nezia, portò con sé un po’ di pesce per la fami-glia. Una vera rarità per i suoi congiuntiso prattutto se pensiamo che lo stesso pesce an-cora crudo finì il suo viaggio «’n tel Ciamp»,proprio in quella montagna dove la sera si ritro-vavano tutti nel «cason» a consumare quel lo chec’era. Il pesce fu servito il lunedì sera stesso,fritto nel grasso sciolto, davanti a uomini, donnee bambini. La cena era il momento di massimaconvivialità dopo il lavoro della giornata equella sera c’era qualche cosa di speciale: ilpesce portato da Bepi messo in un piatto co-mune al centro.Quella sera non bastarono due polente «pa’tocia al pesse» che sicuramente rimase disidra-tato ma intatto nel piatto. Il pesce era piaciuto atutti, ancor di più la polenta avvicinata a questoche in qualche modo portava con sé il profumo

e il grasso usato nella frittura. Tale momento digioia aveva però fatto sì che la razione di farinaper la polenta del venerdì venisse consumatacon quattro giorni di anticipo. Ed è proprio inquesta circostanza che fu coniata da Domenico,l’anziano del gruppo che ogni fine settimana an-dava a valle, l’espressione che a molti fa ancorasorridere: «Basta pesse in mont!».La guerra ha portato cambiamenti epocali e nontutto sembra più quello di prima, ci sono nuoveenergie che rimettono in piedi l’Italia: gli echidella rivoluzione industriale e di un altro mododi vivere arrivano finalmente anche in paese.Nel 1949 i vecchi di casa Danelin che erano ifratelli di Antonio ossia Pietro, rimasto solodopo la morte dell’unica figlia e Giuseppe, spo-sato ma senza eredi, si accordano con il fratelloperché mandi uno dei suoi figli e relativa fami-glia a vivere da loro. In cambio di assistenza perla vecchiaia avrebbero migliorato il futuro diuno dei nipoti lasciando l’eredità.Fu designato in maniera irrevocabile il figlio piùvecchio, Giuseppe che, nonostante i mugugni

dei fratelli, portò in via Scussat (oggi via deiPozzi), nella casa degli zii, la moglie Battistinaed i figli Antonietta e Pietro.In questo modo l’allora quarantacinquenneGiuseppe rientrò nella casa che il padre avevalasciato poco prima che lui nascesse per andarein «cuc».Il ramo generato da Erminio Antonio vide lapossibilità di continuare la dinastia solamenteattraverso due dei figli maschi, Gino e Giuseppeunici ad aver generato figli maschi che avreb-bero potuto portare avanti il cognome.Di questi solo Pietro, figlio di Giuseppe, haavuto la fortuna di avere un figlio maschio ilquale, anche quando i più fiduciosi avevano get-tato la spugna, ha dato vita a Pietro nato il 23settembre 2008. E così la dinastia dei Del Ma-schio attraverso Pietro, figlio di Luigina e Al-berto, figlio di Gioconda e Pietro fu Giuseppe,di Erminio Antonio Del Maschio «Danelin» puòcontinuare a sperare di consegnare alle genera-zioni future il gene di una piccola storia del no-stro paese.

Dall’album di famiglia...

di Alberto Del Maschio

Giuseppe Del Maschio Danelin con il nipoteGiuseppe, negli anni Cinquanta del Novecento.

Giuseppe con la moglie BattistinaZam bon, a Venezia, nell’agosto del1929.

La famiglia di Giuseppe e Battistina con i figli Antonietta e Pietro,nel 1942.

Certificato di nascita di Giovanni del fu Francesco del Maschiodetto Danelin nato nel 1778.

Frontespizio dell’Inventario e stima della Faccoltà mobile ed immobile lasciata tem-pore mortis dal fu Francesco del Maschio detto Danelin.

Dall’archivio storico di famiglia...

Pietro, figlio di Alberto e di Luigina Po-letto, nipote di Pietro e Gioconda.

Il piccolo Pietro con la cugina Benedetta,figlia di Claudia.

La famiglia di Pietro e Gioconda con Antonietta, in occasione del conseguimento della laureadi Raffaella, nel 2008.