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AK Informa Informazioni su Clima -Ambiente e Società 26.03.17 n. 12 - anno XIV con il patrocinio del Ministero dell'Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare ********************* SOMMARIO - Meteo-clima settimanale: analisi della settimana passata e previsioni per la successiva; - Prima pagina: DOSSIER “La guerra per l’Acqua” ; - La Voce di AK: Sport e ambiente AK al CONI L’Impegno di AK sul villaggio per la Terra a Roma – Premio internazionale di AK; - Pillole di scienza a cura del prof. Luigi Campanella; - La pagina dei funghi di Carmine Siniscalco; - La “Buona Novella” di Daniela: on una sana alimentazione si può arrivare bene a 100 anni; - Le Curiosità della natura: La Processionaria dei pini; - Albero Amico: Quando gli alberi vengono tirati….; -.Spazio Consumatori: Le biomasse all’italiana; - Appuntamenti: il patrimonio artistico italiano e i rischi ambientali. ****************** Quando avrete inquinato l 'ultimo fiume, catturato l 'ultimo pesce, tagliato l'ultimo albero, capirete solo allora, che non potrete mangiare il vostro denaro. ( profezia Cree, Indiani d'America ) ****************** METEOCLIMA DEL 26 MARZO 2017 Analisi sulla settimana appena trascorsa Le previsioni della scorsa settimana davano pioggia e invece non è successo nulla, a parte qualche pioggerella ad inizio settimana al nord e qualche rapido temporale “estivo” tra sabato notte e domenica mattina nelle zone interne del centro. Quindi ancora una settimana all’insegna della siccità, con le acque dei fiumi e dei laghi in vistosa riduzione. Sta di fatto che con le temperature miti i parassiti delle piante e degli animali si stanno organizzando per sferrare prossimi letali assalti ( vedi nuovo servizio sulle processionarie). Vediamo ora cosa dobbiamo aspettarci per la settimana entrante. PREVISIONI dal 26 marzo al 2 aprile 2017

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AK Informa

Informazioni su Clima -Ambiente e Società 26.03.17

n. 12 - anno XIV

con il patrocinio del

Ministero dell'Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare

*********************

SOMMARIO - Meteo-clima settimanale: analisi della settimana passata e previsioni per la successiva; - Prima pagina: DOSSIER “La guerra per l’Acqua” ;

- La Voce di AK: Sport e ambiente AK al CONI – L’Impegno di AK sul villaggio per la Terra a Roma –

Premio internazionale di AK; - Pillole di scienza a cura del prof. Luigi Campanella;

- La pagina dei funghi di Carmine Siniscalco;

- La “Buona Novella” di Daniela: – on una sana alimentazione si può arrivare bene a 100 anni;

- Le Curiosità della natura: La Processionaria dei pini;

- Albero Amico: Quando gli alberi vengono tirati….;

-.Spazio Consumatori: Le biomasse all’italiana;

- Appuntamenti: il patrimonio artistico italiano e i rischi ambientali.

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Quando avrete inquinato l 'ultimo fiume, catturato l 'ultimo pesce, tagliato l'ultimo

albero, capirete solo allora, che non potrete mangiare il vostro denaro. ( profezia Cree, Indiani d'America )

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METEOCLIMA DEL 26 MARZO 2017

Analisi sulla settimana appena trascorsa Le previsioni della scorsa settimana davano pioggia e invece non è successo nulla, a parte qualche

pioggerella ad inizio settimana al nord e qualche rapido temporale “estivo” tra sabato notte e

domenica mattina nelle zone interne del centro. Quindi ancora una settimana all’insegna della siccità,

con le acque dei fiumi e dei laghi in vistosa riduzione. Sta di fatto che con le temperature miti i

parassiti delle piante e degli animali si stanno organizzando per sferrare prossimi letali assalti ( vedi

nuovo servizio sulle processionarie). Vediamo ora cosa dobbiamo aspettarci per la settimana entrante.

PREVISIONI dal 26 marzo al 2 aprile 2017

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Per chi sogna copiose piogge per i propri campi arsi dalle prolungate alte pressioni, si metta l’animo in

pace perché questa anomala situazione meteo durerà ancora per diversi giorni. Solo al Nord sulle Alpi

e zone di pianura limitrofe qualche pioggia, in particolare verso la fine della settimana. Le

temperature saranno quasi ovunque leggermente superiori alla media stagionale e i mari da poco

mossi a calmi. Pazienza, forse la situazione cambierà dal 2 aprile prossimo.

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D O S S I E R - H2O ESTERI 21 MARZO 2017

Oro blu, inizia l’epoca della Guerra dell’Acqua:

dove sono i focolai più pericolosi di Mirko Bellis

Il controllo dell’acqua sarà sempre più causa di tensioni e conflitti: dal Medio Oriente al Sud Est

asiatico, sono numerosi i focolai che presto potrebbero sfociare in vere e proprie guerre per l’oro blu.

L’acqua copre il 71 per cento della superficie della Terra ma per la maggior parte è composta da

acqua salata e anche quella dolce non è sempre accessibile: solo lo 0,3 si trova nei fiumi e nei laghi e

può essere utilizzata dall'uomo. Il pericolo di tensioni e conflitti legati all'accesso e al controllo delle

scarse risorse idriche da diversi anni è al centro del dibattito degli analisti di tutto il mondo. E sono in

molti a considerare che le guerre del nostro secolo scoppieranno a causa delle dispute per il controllo

del cosiddetto oro blu, soprattutto nelle aree in cui scarseggia e l’approvvigionamento dipende da

fiumi e laghi transfrontalieri.

Ismail Serageldin, ex vicepresidente della Banca Mondiale, nel 1995 avvertì: “Se le guerre del XX

secolo sono state combattute per il petrolio, quelle del XXI secolo avranno come oggetto l’acqua”.

Anche Papa Francesco pochi giorni fa ha affermato: "Mi chiedo se in questa terza guerra a pezzi

siamo in cammino verso la grande guerra mondiale per l'acqua".

la diga di Mosul, sul fiume Tigri

Se la centenaria guerra tra le città sumere di Umma e Lagash per il controllo del fiume Tigri risale al

2500 a.C., ancora oggi sono diverse le regioni soggette a forti tensioni per la gestione delle risorse

idriche strategiche. Molti conflitti per l’acqua – come sostiene l’ambientalista indiana Vandana Shiva

– non sono facilmente riconoscibili in quanto mascherati da contrasti etnici, religiosi o sociali. Ciò

nonostante la condivisione dell’acqua è diventata un motivo di tensioni geopolitiche internazionali e

molti governi hanno fatto della questione idrica una priorità di sicurezza nazionale.

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Da Israele all’India, passando per la Turchia, sono numerosi i focolai che presto potrebbero sfociare in

veri e propri conflitti armati. Il corso del Nilo, riserva idrica di molti Paesi africani; il fiume Indo in

Pakistan i cui affluenti nascono in India; il bacino fluviale del Giordano e infine il controllo da parte

della Turchia del Tigri e l’Eufrate, da cui dipendono Siria e Iraq, il Mekong in Asia, sono alcuni dei

teatri futuri delle guerre per l’acqua.

Il Giordano

La canalizzazione del fiume Giordano, parte del progetto dell'acquedotto nazionale di Israele

Uno dei conflitti più allarmanti è sicuramente quello che contrappone arabi e israeliani per la

distribuzione e il controllo delle risorse del Giordano, condiviso da Israele, Giordania, Siria, Libano e

Cisgiordania. Viene sfruttato prevalentemente da Israele e Giordania per la loro agricoltura e la

questione legata all'approvvigionamento idrico di questo fiume lungo circa 350 chilometri è

determinante per la risoluzione del conflitto arabo-israeliano al pari del riconoscimento del futuro

Stato palestinese. Le negoziazioni che si sono succedute per risolvere l’annoso conflitto arabo-

israeliano hanno sempre avuto tra i principali nodi da sciogliere anche la gestione delle acque del

Giordano.

Il Nilo, il fiume più lungo del mondo, è fonte di tensioni tra i vari Paesi africani che attraversa. La

controversia sulla distribuzione delle sue acque è stata affrontata per la prima volta nel 1929 quando

un accordo firmato da Egitto, Sudan e Gran Bretagna assegnava al Cairo quarantotto milioni di metri

cubi di acqua, mentre a Khartoum ne andavano quattro. Il negoziato però escludeva l’Etiopia che da

allora ha cominciato a rivendicare i suoi diritti sull'acqua del fiume. I potenziali conflitti non

riguardano solo Sudan, Egitto ed Etiopia, ma anche gli altri Paesi bagnati dal Nilo, considerato non un

semplice corso d’acqua, ma la ragione stessa dell’esistenza della nazione.

Il Tigri e l’Eufrate

La diga Atatürk in Turchia sul fiume Eufrate, una delle sei dighe più grandi al mondo

I due fiumi gemelli sono la principale risorsa idrica della regione. I principali attori politici delle valli

del Tigri e dell’Eufrate, considerati come un unico bacino idrico, sono Turchia, Siria e Iraq. Se per

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millenni le acque di questi due fiumi hanno alimentato l'agricoltura dei tre Paesi, allo stesso tempo,

sono state causa di tensioni e conflitti. La Turchia, sul cui territorio nascono i due fiumi, sfrutta la sua

posizione di vantaggio per esercitare pressioni su Iraq e Siria, che rischiano di ritrovarsi con letti

fluviali vuoti a seguito della realizzazione di un grande progetto di dighe sull'alto corso del Tigri e

dell'Eufrate. La lotta per il controllo dei due fiumi mesopotamici ha visto l’emergere anche di due altri

attori: le forze curde in Siria e gli estremisti dello Stato islamico.

L’Indo e il Tista

Pescatori sul fiume Tista

La ripartizione del fiume Indo tra India e Pakistan era stata definita da un accordo del 1960, ma il

trattato ha portato più ad una spartizione che a un sistema di condivisione delle acque. L’Indo e i suoi

affluenti, inoltre, scorrono nella regione del Kashmir, territorio da sempre conteso dai due Paesi.

Un’altra grave controversia interessa India e Bangladesh. Le due nazioni asiatiche condividono 54

fiumi e sebbene sin dal 1972 sia stata costituita una Commissione congiunta sui fiumi per la gestione

delle acque, le tensioni su come ripartire le risorse si sono acuite a seguito di una disputa riguardo il

fiume Tista. In ballo ci sono le vite di innumerevoli abitanti del Bengala Occidentale e del Bangladesh

che dipendono dal fiume per la loro sopravvivenza. L’accordo per la gestione delle acque del Tista non

è ancora stato firmato nonostante le insistenze da parte bengalese.

Il Mekong e il Colorado

Il corso del fiume Mekong nel sud est asiatico

A questi potenziali conflitti legati all'acqua vanno aggiunti anche quelli del fiume Mekong che vede

contrapposti tra loro i Paesi rivieraschi della regione indocinese, soprattutto dopo la decisione del Laos

di realizzare un grande diga per la produzione elettrica, e quello del fiume Colorado tra Messico e

Stati Uniti.

L’acqua come arma di guerra

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Impianti idrici distrutti alla periferia di Damasco, Siria

L'acqua svolge spesso un ruolo significativo nelle guerre tanto da diventare un’arma essa stessa. Le

infrastrutture, come ad esempio gli impianti di trattamento, i sistemi di tubazioni, le stazioni di

pompaggio o i serbatoi possono diventare bersagli delle azioni militari. Un esempio recente si è visto

nella guerra in Siria, dove gli abitanti di Damasco sono rimasti tra dicembre e gennaio per oltre

quindici giorni senz'acqua. A causa dei combattimenti nella valle di Wadi Barada numerose

canalizzazioni sono state distrutte, con la conseguente interruzione del servizio di fornitura d’acqua

alla capitale siriana. Una vera e propria crisi idrica che ha rischiato di far saltare i colloqui di pace tra

le parti in conflitto.

Cambiamento climatico e migrazioni

Il cambiamento climatico è destinato a trasformare il nostro pianeta; l’aumento delle regioni

desertiche unito alla continua contaminazione delle falde acquifere sta portando a grandi migrazioni

di popolazioni con il rischio di peggiorare la già difficile condizione di intere regioni caratterizzate da

scarsità d’acqua. Ma non solo: se è vero che il controllo dell’acqua può portare ad un conflitto armato,

è altrettanto vero che proprio a causa delle guerre si può produrre un’emergenza idrica. Com'è

accaduto in Sudan nel 2006, dove l’aumento improvviso dei rifugiati eritrei che fuggivano dalla

violenza nel loro Paese ha determinato una maggiore richiesta d’acqua causando un’ulteriore

pressione sulle già limitate risorse d’acqua sudanesi.

Ma se la scarsità d’acqua e il controllo delle risorse idriche possono condurre ai cosiddetti

“idroconflitti” fra Stati, possono anche indurli a cercare accordi di cooperazione per una gestione

consensuale di questa risorsa vitale per la sopravvivenza del genere umano.

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LA VOCE DI ACCADEMIA KRONOS

ACCADEMIA KRONOS AL CONI PER SPORT E NATURA

di Enrico Fora

La Libertas e l’Associazione Accademia Kronos hanno presentato a Roma nella Sala Giunta del CONI

il progetto “Sport aperto: sport ambiente natura in libertà”. Il saluto del Segretario Generale del

CONI Roberto Fabbricini ha evidenziato la sintonia del progetto con la linea programmatica del

CONI che pone al centro il territorio con le sue peculiarità e le sue criticità.

Fabbricini ha sottolineato l’importanza del “Piano sport e periferie” che punta una lente di

ingrandimento sulle conurbazioni degradate dove allignano fenomeni di microcriminalità. Lo sport è

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senza dubbio un antidoto per tutelare il benessere psicofisico dei giovanissimi nelle aree del disagio

sociale.

Il Presidente della Libertas Luigi Musacchia, nel corso del suo intervento, ha ribadito la sinergia fra la

promozione sportiva e la tutela ambientale. La Libertas e l’Associazione Accademia Kronos hanno

consorziato le forze al fine di integrare le discipline sportive ecosostenibili ed il patrimonio naturale del

territorio. Il Vice Presidente della Libertas Renzo Bellomi - “ Il nostro intervento, ha sottolineato,

promuove una campagna di educazione ambientale e di sostenibilità sportiva fra le realtà territoriali

della Libertas. La mobilitazione, ha concluso Bellomi, si articolerà nei progetti “Pianta un fiore e rendi

il mondo migliore”, “Olimpiadi nella natura”, “Scopri il mondo attorno a te”, “Porta a spasso il tuo

padrone”. Presidiare il territorio, ha dichiarato il Presidente di Accademia Kronos Ennio La Malfa,

significa attuare una battaglia di civiltà ed avviare processi empatici verso una coscienza ambientale

responsabile e consapevole. Segnali sempre più forti denunciano effetti devastanti sull’ecosistema.

Questo monito viene ascoltato, interpretato e rappresentato dalla Libertas e dall’Associazione

Accademia Kronos che intendono fare pressing sulle istituzioni, sugli enti locali, sui movimenti

ambientalisti, sulle società sportive di base e su tutte le componenti sociali che operano nel territorio.

Le attività congiunte Libertas - Accademia Kronos, ha concluso Ennio La Malfa, saranno sussidiate da

momenti formativi di alto profilo. Hanno partecipato ai lavori della conferenza il Segretario Generale

della Libertas Sergio Bernardini, il Vice Presidente di Accademia Kronos Oliviero Sorbini, il

campione olimpico Michele Maffei Presidente dell’AMOVA (Associazione Medaglie d’Oro al Valore

Atletico), i dirigenti territoriali della Libertas e dell’Associazione Accademia Kronos.

In primo piano i dirigenti di AK: Oliviero Sorbini, Anna Maria Irace, Ciro Silvestri e Alessandro Sebastiani, a

seguire il presidente di Libertas, il Segretario Generale del Coni, il campione olimpico Maffei.

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ACCADEMIA KRONOS AL CENTRO DELL’EVENTO PIU’ IMPORTANTE PER LA

SENSIBILIZZAZIONE ALLA TUTELA DEL NOSTRO PIANETA

di Carlo Sacchettoni

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Dal 21 al 25 aprile a Roma ritorna sulla Terrazza del Pincio e al Galoppatoio di Villa Borghese il

“Villaggio per la Terra”: cinque giornate dedicate alla difesa dell’ambiente planetario, animate da

musica, scienza, sport, giochi, arte e tanto buon cibo, e arricchite da un innovativo festival

sull’economia circolare, mobilità sostenibile ed educazione ambientale. L’evento, realizzato in

collaborazione con il Ministero dell’ambiente, nelle giornate del 23 e del 24 aprile, ospiterà il Festival dell'Economia Circolare. “Recycling Generation” è infatti il titolo di questa

manifestazione, organizzata con la collaborazione scientifica della storica Accademia Kronos,

guidata da Ennio La Malfa, per ricordare a tutti che l'economia avrà una prospettiva solo se

diverrà Circolare e Responsabile verso le future generazioni. Le mille opportunità dell'economia

circolare aprono scenari di sviluppo inimmaginabili, che l'economia tradizionale non è più in

grado di offrire. Basti pensare ai green Jobs, alle start up, all'economia di impatto, all'economia

civile, al riciclo delle materie di scarto: sono questi solo alcuni dei temi trattati nella grande tenda

dei convegni del Villaggio per la Terra, dove i visitatori potranno viaggiare nel futuro sostenibile

che molti economisti, fisici, matematici ed ambientalisti indicano come l'unico possibile. I due

giorni dedicati all’economia saranno inoltre l’occasione per conoscere e condividere l’esperienza e

il progetto dell’Economia di Comunione che il Movimento dei Focolari ha lanciato 25 anni fa e che

coinvolge imprenditori ed economisti a ribaltare la normale concezione dell’utile visto solo in senso

individualistico, aprendolo alla cultura del condividere in un’attenzione continua a tutti i soggetti

che agiscono nello scenario economico e in tutti i comparti della produzione. Durante il Festival,

saranno presentati in anteprima anche l'Expo di Astana sulle Energie Rinnovabili e il G7

Ambiente che si terrà in giugno a Bologna. GLI EVENTI. Dedicati sia agli adulti, sia ai più piccoli, agli

sportivi, alle famiglie, agli studenti e agli esperti, nel villaggio sono in programma eventi di musica,

di scienza, di sport, come pure giochi, momenti di arte e degustazioni gastronomiche. Tra le

attrattive ci saranno laboratori ludici, didattici, un villaggio dei bambini, laboratori di sismologia e

vulcanologia, il planetario gonfiabile, corsi di giornalismo ambientale, dimostrazioni sportive a

cura di campioni olimpici e paraolimpici, biciclettate, tornei e competizioni sportive. Si svolgono

poi diversi festival tematici: oltre a quello sull’economia circolare, ce ne sanno altri dedicati alla

mobilità sostenibile, all’educazione ambientale, ai libri, alla festa dell’Erasmus e il forum

'Cambiamenti climatici e migrazioni forzate' dedicato al tema del drammatico aumento di eco-

rifugiati nel mondo. Al Galoppatoio di Villa Borghese è stato allestito anche un villaggio sportivo

in collaborazione con il CONI. Al Villaggio per la Terra si celebrerà anche l’Earth Day, giunto alla

sua 47ma edizione, l'evento più importante al mondo per richiamare l’attenzione alla difesa

dell’ambiente terrestre, celebrato da un miliardo di persone nei 193 Paesi membri delle Nazioni

Unite. Sulla terrazza del Pincio si svolgerà anche il Concerto per la Terra. Grazie all’impegno di

Pierluigi Sassi, Presidente di Earth Day Italia, dallo scorso anno è stato organizzato il Villaggio per

la Terra insieme al Movimento dei Focolari di Roma. La scorsa edizione ha avuto un rilievo

mondiale grazie alla partecipazione a sorpresa di Papa Francesco con il suo forte messaggio ai

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partecipanti “Trasformate deserti in foreste”, che ha spinto Movimento dei Focolari ed Earth Day

Italia a dedicare l’edizione di quest’anno al Dialogo Interculturale per la Pace, ponendo così

l'accento sull'urgenza assoluta di costruire ponti e abbattere muri, nella convinta ricerca di

quell'unità mondiale senza la quale è impossibile rimettere al centro l'uomo e la sua felicità. Temi

che quest’anno sono di viva attualità e che impongono alla umanità intera di trovare risposte

immediate alle criticità incombenti, che minacciano la pace e la stabilità dell’intero ecosistema.

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DEFINITO IL PROGRAMMA DEL PREMIO AK

INTERNAZIONALE: “We are doing our part”

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NOI FACCIAMO LA NOSTRA PARTE “We are doing our part”

PREMIO INTERNAZIONALE PER IL CLIMA E L’AMBIENTE 2017

Erede del Premio Internazionale “Un Bosco per Kyoto” 2005 / 2015

ROMA – VILLA BORGHESE ( Il Pincio ) –VILLAGGIO PER LA TERRA

Lunedì 24 Aprile 2017 – ore 17,00 / 19,00

Relazione sullo stato di salute del pianeta Terra

Riccardo Valentini e Vincenzo Ferrara

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Premio Giornalistico 2017 “Io faccio la mia Parte”

Marzia Roncacci – Rai TG2

Consegna Premio Internazionale 2017 “We are doing our part”

( Membri del Governo Svedese)

Riconoscimenti internazionali per efficientamento e risparmio energetico

ASWA – Serbia (Goran Cabradi)

WILDPOLDSRIED – Germania ( Arno Zengerle)

Per info e partecipazione: [email protected] Tutti i lettori e soci di AK sono invitati a partecipare a quest’importante appuntamento.

Con l’occasione si possono visitare gratuitamente i due villaggi per la Terra

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A cura del Prof. Luigi Campanella

Dipt. Chimica Università “La Sapienza”, Roma

Siamo bombardati continuamente da informazioni che non sempre divengono conoscenza, che è

certamente livello superiore della informazione. Con questa impostazione in questa rubrica

cercheremo invece in modo semplice di promuovere la conoscenza su scoperte e problematiche che la

scienza nel mondo cerca di affrontare per migliorare la qualità della nostra vita e dell'ambiente che ci

circonda. Medicina, Alimentazione, Dispositivi di Sicurezza e Protezione con i relativi caratteri di

Qualità, Accuratezza, Affidabilità saranno i temi delle mie pillole che spero interesseranno i ns lettori e

sui quali cercheremo di dare al lettore la capacità di andare oltre il flash informativo

Luigi Campanella

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IN QUESTO NUMERO:

- Investire nell’istruzione vuol dire sviluppo e civiltà;

- Copiando Caravaggio

INVESTIRE NELL’ISTRUZIONE VUOL DIRE SVILUPPO E CIVILTA’

Investire nell’istruzione e nella formazione vuol dire investire nelle persone e nel loro futuro,

promuovere la crescita economica e l’aumento della produttività, favorire lo sviluppo social e

contribuire a ridurre le diseguaglianze.

Negli ultimi anni la Fondazione Roma ha dato vita a un intervento innovativo, sicuramente unico sul

suo territorio, grazie al quale le scuole statali di ogni ordine e grado delle Province di Roma, Latina e

Frosinone hanno potuto dotarsi di moderne attrezzature e tecnologie da utilizzare nelle attività

didattiche quotidiane.

In considerazione del fatto che le dotazioni tecnologiche sono soggette ad una rapida obsolescenza,

all’impegno della Fondazione in favore del mondo della scuola è stato dato di recente ulteriore

impulso, con un nuovo programma di erogazione volto a far sì che gli istituti possano proseguire il

cammino intrapreso negli anni scorsi per dotarsi delle più moderne tecnologie al servizio della

didattica.

Anche le università stanno beneficiando del sostegno della Fondazione per innalzare la qualità

dell’istruzione, contrastare il fenomeno dei ritardi e degli abbandoni e, al tempo stesso, contribuire a

migliorare prospettive ed esiti occupazionali dei neolaureati.

Interventi di ammodernamento articolati e complessi, prevedono il potenziamento delle attrezzature

d’aula e delle dotazioni di biblioteche e laboratori.

Per completare il programma, estendendolo al livello della formazione universitaria, sono stati

coinvolti gli atenei presenti sul territorio di riferimento della Fondazione Roma: l’Università La

Sapienza di Roma, L’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, L’Università degli Studi di Roma

Tre, L’Università degli Studi di Roma Foro Italico, l’Università degli Studi di Cassino e del Lazio

Meridionale.

ULearn ha portato alla realizzazione di un’infrastruttura multimediale, che consente di equipaggiare

per la telepresenza e l’e-learning, le aule di Frosinone e Cassino, dove il progetto ha interessato l’Area

di Ingegneria e il Campus Folcara (presso il quale sono stati trasferiti i corsi di laurea in precedenza

PILLOLE DI SCIENZA

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attivi presso il polo didattico di Sora). Tutte le apparecchiature installate, oltre ad aumentare

notevolmente il livello del servizio erogato, sono state studiate per ottimizzare il consumo di energia

elettrica dell’ateneo.

Attualmente, oltre al progetto ULearn Fondazione di Roma, è stato completato anche quello

dell’Università degli Studi di Roma Foro Italico, ateneo all’avanguardia nello sviluppo digitale.

Il progetto dell’Università di Tor Vergata si è segnalato per la realizzazione di macchinari digitali

utilizzabili in ambito medico: un tutorial didattico interattivo mediante la simulazione causa effetto tra

stimoli visivi e risposte motorie, un altro relativo alla meccanica respiratoria in condizioni fisiologiche

e patologiche e un terzo, che riguarda la simulazione della meccanica cardiocircolatoria in condizioni

fisiologiche e i meccanismi di controllo nervoso della circolazione.

L’Università di Roma Tre, invece, ha puntato anzitutto sul potenziamento della rete wi-fi dell’ateneo,

con l’istallazione di novanta nuovi punti di accesso e il completamento dell’infrastruttura in fibra

ottica. Inoltre, ha attivato due piattaforme informatiche di e-learning e conferenza, con l’acquisizione

degli appositi server.

L’intervento più consistente è, tuttavia, quello che riguarda l’Università La Sapienza, dove è stata già

inaugurata la nuova aula multimediale, presso il rettorato, proprio perché e-learning,

internazionalizzazione e multimedialità sono i concetti-chiave dell’iniziativa. Si punta poi sulle

infrastrutture immateriali, a partire dal cloud; si valorizza la pratica simulata in ambito biomedico; si

investono risorse sugli advanced labs.

COPIANDO CARAVAGGIO Copiando Caravaggio il maestro del Barocco, questo writer è diventato famoso nel mondo. “Il mio

sogno? Un museo a cielo aperto” dice Ravo, al secolo Andrea Mattoni, street artist assai singolare

salito all’onore delle cronache perché sui muri cittadini riproduce – con incredibile fedeltà e perizia da

dieci e lode – quadri di autore classici, con una spiccata predilezione per Caravaggio.

“Spero di invogliare la gente, soprattutto i giovani, ad avvicinarsi all’arte, al classicismo, usando come

ponte un linguaggio moderno, accessibile a tutti”.

Per questo la scelta delle bombolette, che da anni aveva abbandonato: “Ho smesso di fare graffiti

quando sono entrato a Brera: ho avuto una specie di rifiuto, ero troppo preso da tecniche più classiche,

come l’olio e l’acrilico. Ho ricominciato in seguito, quando mi sono reso conto dei passi da gigante fatti

nel mondo degli spray.

Oggi esiste una gamma di ben 180 colori, molto più vasta che un tempo. Dieci anni fa sarebbe stato

impossibile dipingere un Caravaggio, cogliere le sfumature delle sue opere, riprodurre i giochi di luce.

Oggi si può fare.

“Ci metto anche quattro-cinque giorni a finire un dipinto” spiega. “Prima disegno i contorni con la

bomboletta, come se facessi una traccia a matita. Poi coloro con la bomboletta”. Una domanda da

chimico: ma il particolato prodotto dalla bomboletta non rischia di intossicare l’artista?

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LA PAGINA DEI FUNGHI

di Carmine Siniscalco

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Funghi Comuni Caratteristiche principali, Sosia, Aspetti Tossicologici

Parte 71esima

Segue da Parte 70esima sulla contraddizione fra la corretta informazione micologica e il consumo di

prodotti fungini commerciali che possono avere ripercussioni sulla salute pubblica:

A partire dalla parte quarantacinquesima fino a tutta la parte settantesima di questa rubrica più volte è

stata sospesa la trattazione ordinaria di quei principi attivi e particelle scoperte nei macromiceti di cui se ne

conoscono con certezza le funzioni perché sono stati divulgati, in tempo reale, diversi casi di

avvelenamento ed intossicazione con funghi.

La trattazione degli episodi incresciosi di avvelenamento ed intossicazione è avvenuta attingendo sempre e

rigorosamente da fonti di riferimento valide e titolate.

Nella parte settantesima è continuata l’analisi di una fenomenologia molto particolare che è venuta

consolidandosi ed intensificandosi negli ultimi venti anni:

gli avvelenamenti e le intossicazioni da funghi selvatici fuori periodo di crescita degli sporofori

Segue su avvelenamenti ed intossicazioni da funghi selvatici fuori periodo di crescita degli sporofori. La

seconda specie trattata è: Clitocybe nebularis (Batsch) P. Kumm.

Segue su note a corredo esplicative dei cambiamenti di opinione nei confronti della “commestibilità” di

C. nebularis con il passare degli anni ragguagliandoci come sempre alla letteratura di riferimento.

Nella parte settantesima di questa rubrica ho evidenziato come le acquisizioni scientifiche degli ultimi

sessant’anni abbiano portato già dall’inizio di questo secolo alla consapevolezza della presenza in C.

nebularis di “principi biologicamente attivi resistenti alla cottura”.

la “nebularina

Formula di Struttura della Nebularina

da: http://www.wikiwand.com/it/Nebularina (Arrangiamento grafico di C. Siniscalco- © -Archivio GMEM-AMB)

…“la nebularina è un alcaloide [9 β-D-Ribofuranosilpurina (nome IUPAC)] individuato negli

sporofori di C. nebularis già alla fine degli anni quaranta del secolo scorso e successivamente

sintetizzato anche in laboratorio tanto da conoscerne la sua struttura chimica già dal 1954”…

…“la nebularina è una molecola idrosolubile e gli studi condotti hanno dimostrato che una sua

soluzione acquosa, sottoposta ad una temperatura di 100°C per oltre tre ore, è notevolmente

termostabile e non subisce alcuna decomposizione”…

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…“la nebularina è presente nel basidiocarpo fresco di C. nebularis alla concentrazione dello

0,002%”…

…“la nebularina è presente nel micelio di C. nebularis alla concentrazione dello 0,035%”…

Clitocybe nebularis (Batsch) P. Kumm.

(Foto: C. Lavorato- © - Archivio Gruppo Micologico Sila Greca-AMB)

…“la nebularina è un nucleoside purinico naturale con la struttura chimica simile a quella

dell'adenosina”…

Formula di Struttura dell’Adenosina

da: https://it.wikipedia.org/wiki/Adenosina (Arrangiamento grafico di C. Siniscalco- © -Archivio GMEM-AMB)

…“l'adenosina è un nucleoside [(2R,3R,4S,5R)-2-(6-amino-9H-purin-9-il)-5-

(idrossimetil)oxolan-3,4-diolo (nome IUPAC)] composto da una molecola di adenina legata ad

un ribosio attraverso un legame β-N9-glicosidico. Ha una funzione estremamente importante

nella costituzione del DNA e riveste un ruolo fondamentale anche nei processi biochimici”…

…“i nucleosidi sono dei composti organici che derivano dalla idrolisi degli acidi nucleici”…

…“la nebularina, grazie alla sua struttura chimica ha mostrato una rilevante attività

biologica”…

…“la nebularina dal 1950 ad oggi oltre ad un alta tossicità sulle cellule animali e vegetali ha

dimostrato negli studi condotti che il suo effetto citotossico potrebbe trovare in futuro forme di

applicazione come:

componente di sostanze con funzione antibiotica;

componente di sostanze con funzione citotossica;

componente di sostanze con funzione oncostatica;

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componente di sostanze con funzione antiparassitaria;

componente di sostanze con funzione di disseccante di alcune piante;

in particolare l’attività citotossica sui vegetali di quest’ultima funzione si è manifestata anche

con l’inibizione della crescita ed una serie di aberrazioni mitotiche all’atto delle divisioni

cellulari con conseguente morte delle cellule interessate”…

…………………………………………………………...………….continua nel prossimo numero

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“LA BUONA NOVELLA”

Pagine a cura di Daniela Rosellini

Porre l'attenzione sui fatti positivi, pare contribuisca al successo in ciò che si desidera raggiungere,

faccia bene alla salute e allunghi la vita di 7 anni. In questa rubrica verranno perciò riportate

esclusivamente le notizie relative alle ricerche, agli eventi, alle persone ed alle iniziative, che intendono

migliorare la società e la vita quotidiana, per un modello di sviluppo etico e sostenibile. E se ognuno di

noi, nel suo piccolo, potesse fare qualcosa, perché no?

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Invecchiare senza ammalarsi. Nutrizione, stili di

vita, integratori di Renato Ravaglia

L’umanità è ammalata, ci nutriamo come le mucche di oggi, mangiamo cibi che non sono più naturali:

sono «belli» alla vista, ma sono «cresciuti» con l’uso di fertilizzanti chimici e protetti dalle malattie con

terribili veleni. Questi cibi cresciuti troppo in fretta non sono riusciti a sviluppare la gran parte dei

nutrimenti (vitamine e minerali, ma anche profumi che sono direttamente proporzionali alla quantità

di questi elementi essenziali) indispensabili per la nostra sussistenza. L’80% della frutta e della

verdura, per arrivare ai mercati, percorre centinaia di km. La frutta deve essere bella, perfetta, tutta

uguale; la pasta è aromatizzata, deve avere «quel» gusto, quello della marca famosa perché l’altra non

piace, perché ha il gusto della farina. Il formaggio, possibilmente senza crosta, deve essere «pulito»,

delicato, spalmabile, o già a fettine, e così il miele, dorato, omogeneo, liquido.

Anche i prodotti che pubblicitariamente chiamiamo «artigianali» spesso sono fatti per ingannare e

farti credere che dietro ci sia il lavoro sapiente di tradizioni antiche, e invece è solo facciata, dietro c’è

sempre il mondo industriale, artefatto e ingannevole. Questo non significa che non si possano produrre

industrialmente prodotti ricchi di nutrienti, ma bisognerebbe accorciare la filiera dal produttore al

consumatore e usare solo prodotti certificati come biologici. Fortunatamente un cambiamento è in

atto, lo dimostrano associazioni come Slow Food che riscuotono attenzione e successo.

L’unica soluzione è consumare biologico - Sempre più persone decidono di staccarsi da cattive

consuetudini e di dedicarsi alla ricerca della qualità, perché è solo la qualità che può salvare la nostra

economia e la nostra salute: sta a noi migliorare la nostra cultura e prestare attenzione a quello che

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mangiamo. È vero che questi prodotti costano di più, ma basterebbe fare più attenzione e non

sprecare.

I prodotti con più pesticidi sono: Mele - fragole – uva – sedani – pesche – spinaci – peperoni – cetrioli -

pomodori ciliegino – piselli patate – peperoncini - verza

Legambiente suggerisce alternative di frutta e verdura meno soggette ai trattamenti, io sono convinto

che l’unica soluzione è consumare biologico. Spesso si sentono commenti come: «Il biologico non esiste.

E l’inquinamento dell’aria? E le piogge acide?». Dopo la trasmissione di Report sul biologico di alcuni

mesi fa è chiaro che a chi lavora onestamente cadono un po’ le braccia. I truffatori sono sempre

esistiti, ma contro una piccola percentuale di truffatori esistono migliaia di operatori onesti. Io vi

consiglio di cercare un produttore di biologico a km 0 nella vostra zona, oppure di iscrivervi a un

GAS, Gruppo di Acquisto Solidale.

La differenza fra bio e non bio è che con il non bio avete la sicurezza di mangiare anche veleno; con il

bio potreste man- giare veleni solo in caso di truffa, ma questo si può evitare prestando attenzione.

Il latte di un’altra «mamma», quello della mucca

Se quando siamo nati nostra madre ci ha nutriti al seno per almeno due anni probabilmente abbiamo

sviluppato tutte le difese indispensabili per crescere in equilibrio con l’ambiente circostante; sarebbe

stato meglio continuare con l’allattamento, anche se saltuario, fino ai tre anni di età. In realtà ciò

accade sempre meno per non scontrarsi con le affermate consuetudini e gli obblighi sociali, il lavoro, la

casa, i figli ecc., così dopo soli tre mesi si comincia con le pappe (latte artificiale costruito in laboratorio

a cui mancano completamente gli zuccheri, o glucoammine, del latte materno), poi si passa al latte

vaccino, il latte delle mucche ammalate, e così il bimbo viene «svezzato», che significa abituare

l’organismo ad altri cibi. L’intestino di un neonato non è in grado di assimilare cibo differente dal

latte materno perché morirebbe, è per questo che si creano questi latti artificiali che assomigliano per

composizione a quello materno. In passato, se la mamma non aveva latte o moriva ci si doveva

rivolgere a una balia, che era una mamma che allattava oltre al suo bimbo anche quello di altre

mamme. Lo svezzamento si fa quando l’intestino comincia a maturare ed è pronto ad assimilare

piccole quantità di cibo diverso; in seguito dovremmo continuare ad allattare il bimbo almeno fino ai

due anni, anche una sola volta al giorno, ma per errato consiglio di alcuni pediatri continuiamo a dare

il latte di un’altra «mamma», quello della mucca. È lo stesso pediatra che ci consiglia: «Adesso può

dargli il latte di mucca perché è ricco di calcio, che serve al bambino per la crescita».

Fortunatamente non è sempre così e qualche medico che si informa c’è ancora, ma intanto quel

bambino berrà latte che non è fatto per l’uomo, ma per un vitello che nel giro di qualche mese deve

aumentare di quintali. A mantenere questa cultura contribuiscono anche i media, la televisione in

primis: vi sarà capitato di assistere a talk show dove cattedratici al soldo delle industrie denigrano e

deridono chi porta avanti una cultura di nutrizione corretta.

Perché il latte vaccino è sconsigliato

Il latte specie-specifico contiene non solo tutti i nutrienti nelle proporzioni ottimali per la crescita, ma

anche sostanze enzimatiche e anticorpi che hanno la funzione di aumentare le difese immunitarie in un

periodo della vita in cui un’infezione potrebbe avere conseguenze gravissime. L’allattamento in quanto

contatto con il corpo della mamma ha anche una funzione di crescita e di svezzamento mentale. Questo

essere, che è vissuto per nove mesi in simbiosi con la mamma come un corpo unico, deve conquistare

gradatamente la sua indipendenza. Allattare anche una sola volta al giorno al seno dona al neonato un

senso di sicurezza e protezione, significa staccare il cordone ombelicale in modo graduale. Anche in età

puberale, i bambini quando si sentono in pericolo chiamano la mamma e non il papà. Dopo lo

svezzamento, nessun mammifero continua a bere latte perché non è cibo adatto ai bambini e agli

adulti; neppure quello della propria specie, perché le esigenze nutrizionali dell’adulto sono differenti

da quelle del lattante. Il piccolo mammifero è in grado di vivere cibandosi degli alimenti per cui la

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specie è biologicamente adatta. Inoltre, nessun mammifero, tranne l’uomo, consuma, in nessuna epoca

della vita, il latte di un’altra specie. Nel caso dell’uomo, sin dai primissimi anni di vita il consumo di

latte, di mucca in particolare, purtroppo è ancora considerato da molti fisiologico e raccomandabile,

nonostante il latte vaccino sia molto diverso per composizione rispetto al latte di donna, perché:

ha troppe proteine (36 g/l contro 9 g/l);

ha un rapporto caseina di 78 (contro 28 nel latte umano);

ha poco lattosio (49 g/l contro 70 g/l);

ha un rapporto grassi saturi/insaturi svantaggioso;

ha troppi grassi saturi: 45% latte umano, 75% latte vaccino;

ha pochi grassi insaturi: 55% latte umano, 25% latte vaccino;

ha una percentuale di calcio elevata: 1170 mg/l (contro 340);

ha un rapporto calcio/fosforo svantaggioso: 1,27:1 (contro 2,35:1 nel latte umano).

Il fosforo è un antagonista del calcio, a cui può legarsi nel tratto digerente impedendone di fatto

l’assorbimento; quindi oltre che non contribuire se non in minima parte alla nostra crescita ossea,

questo calcio in circolazione nel sangue, soprattutto nelle persone in età adulta, può creare danni.

contiene troppi sali minerali: 7 g/l contro 2 g/l.

Dunque, ogni mammifero deve bere il proprio latte e a questa regola deve adeguarsi anche l’uomo.

coloro che, mal consigliati, danno ai propri figli il latte vaccino potranno farli incorrere in problemi

respiratori. La conseguenza di questa errata nutrizione è quella di affezioni alle vie respiratorie,

bronchiti, tonsilliti, tracheiti, sinusiti e otiti. Queste infiammazioni danno origine alla formazione di

muco, per cui ci saranno problemi respiratori, asmatici ecc. - L’intolleranza al latte vaccino e le

conseguenze respiratorie vengono raramente prese in considerazione, per cui gli sfortunati bambini

vengono sottoposti a operazioni chirurgiche con asportazione di tonsille e adenoidi, che per i problemi

infiammatori dovuto all’intolleranza al latte non riescono più a fare il loro lavoro, con conseguenti

frequenti episodi di tonsilliti. Dopo l’operazione la situazione varia di poco, con la differenza che

queste ghiandole, la cui funzione è di barriera ai batteri, non ci sono più. L’intolleranza al latte è

conosciuta di più come intolleranza al lattosio, che è lo zucchero contenuto nel latte, ma io continuo a

chiamarla intolleranza al latte vaccino nella sua globalità di prodotto. Essa varia tra le diverse razze

umane: sono molto soggette le razze nera e gialla, ne è mediamente soggetta la mediterranea, meno

quella dei paesi nordici.

In commercio esistono tipi di latte che possono dare meno problemi ed essere tollerati: il più

conosciuto è il latte di capra, che è il più simile al latte umano, ma esistono anche il latte di pecora, di

asina e di cavalla.

Gruppi sanguigni e combinazioni alimentari

Alcuni studi di Peter D’Adamo hanno constatato che esiste una relazione diretta tra il gruppo

sanguigno di appartenenza e le intolleranze alimentari. Spesso assumiamo un cibo perché è buono al

palato o perché tutti lo mangiano, ma per distrazione non prestiamo sufficiente attenzione alle reazioni

che provoca sul nostro organismo in quanto non gradito al nostro sistema immunitario. Per esempio

un individuo di gruppo sanguigno A non dovrebbe mangiare carne bovina, equina o di maiale, o latte e

formaggi di mucca. In una percentuale molto elevata di individui di gruppo A questi alimenti possono

determinare reazioni di tipo allergico, infiammatorio, con conseguenze fastidiose che alcuni portano

con sé per tutta la vita. Le reazioni al cibo non sono perfettamente coincidenti tra individui con lo

stesso gruppo sanguigno poiché dipende anche dai geni che abbiamo ereditato e dagli adattamenti che

i nostri avi hanno sviluppato nel corso dei secoli, ma hanno comunque una validità e corrispondenza

molto elevata. Uno studioso molto rinomato, il dottor Pietro mozzi, ha speso tutta la sua vita a

indagare la relazione tra cibo e gruppi sanguigni, e non solo. consiglio di acquistare il suo libro La

dieta del dottor Mozzi. Gruppi sanguigni e combinazioni alimentari (edito nel 2012 da coop.

mogliazze).

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Tratto dal libro Invecchiare senza ammalarsi. Nutrizione, stili di vita, integratori di Renato

Ravaglia, Edizioni L’Età dell’Acquario

Per comunicare eventi positivi, scrivere a: [email protected]

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LE CURIOSITA’ DELLA NATURA

pagina curata da Gabriele La Malfa

La processionaria del pino La Thaumetopoea pityocampa, comunemente chiamata processionaria del pino, è un insetto

fitoparassita ampiamente diffuso in Eurasia (Italia compresa) e in Nord Africa. Esso è altamente

distruttivo per le pinete (le specie arboree maggiormente colpite sono il Pinus nigra e il Pinus

sylvestris). Durante la fase larvale causa gravi danni al fogliame, arrivando anche a pregiudicare il

ciclo vitale della pianta.

Il nome “processionaria” deriva dall’abitudine delle larve di spostarsi una di seguito all’altra in fila

indiana, in una sorta di processione. Esse, in genere, hanno una lunghezza variabile da 1 a 4 cm e sono

dotate di numerosissimi peli urticanti sul dorso e i fianchi, che costituiscono un efficace strumento

difensivo.

Un semplice contatto con le larve di questo insetto può avere effetti nocivi da modesti a gravi

(soprattutto negli animali endotermi, uomo compreso). I finissimi peli/setole penetrano con estrema

facilità nella cute, provocando dolorosi eritemi papulosi altamente pruriginosi. Se le setole, o

frammenti di esse, vengono a contatto con l’epidermide la reazione si risolve dopo qualche giorno,

senza particolari problemi (a meno di rare risposte allergiche), tuttavia se, malauguratamente, le

setole vengono a contatto con occhi, bocca, mucosa nasale e/o vie respiratorie la reazione può essere

più intensa e causare problemi più gravi e duraturi.

L’effetto urticante è dato dal rilascio di istamina, una molecola organica mediatore chimico

dell’infiammazione.

Il ciclo vitale di questo insetto parte con le uova nel mese di agosto, deposte dalla femmina in ammassi

di 200-300 unità sugli aghi dell’albero ospitante. Dopo circa 4 settimane nascono le larve, che, seppure

di piccole dimensioni, hanno forti mandibole capaci di triturate da subito i duri aghi dei pini. Vista la

loro voracità e numero, defogliano completamente il ramo ospite in poco tempo, dopo di che migrano

verso nuovi rami in cerca di altro nutrimento.

Sui rami che depredano, le larve costruiscono un nido, dalla tipica forma sferoidale e di colore bianco-

grigiastro, questo grazie ad un filo sericeo (simile alla seta) di produzione endogena. Inizialmente i nidi

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sono provvisori, ma verso ottobre viene costruito un nido più grande e stabile per affrontare il periodo

invernale (al suo interno si crea un “microclima” in grado di mitigare i rigori dell’inverno).

L’attività delle processionarie riprende in primavera e nel mese di maggio scendono dall’albero per

dirigersi verso un luogo adatto ad effettuare la metamorfosi in adulto. Trovatolo si interrano ad una

profondità di circa 10-15 cm e passano allo stato di crisalide.

Lo sviluppo normalmente avviene in circa 2 mesi, anche se una parte delle crisalidi può entrare in uno

stato di diapausa e rimanere quiescente fino a 6-7 anni.

L’adulto, una falena, ha vita molto breve, inferiore alla settimana. La femmina si reca subito su un

albero ad alto fusto, dove aspetta il maschio, attirato dai suoi ferormoni, per accoppiarsi.

A fecondazione avvenuta la femmina vola in cerca della pianta più adatta per la deposizione delle uova

e, quindi, per ricominciare il ciclo.

L’attività di questo insetto, sia allo stadio larvale di bruco che a quello adulto di falena, è

prevalentemente notturna. Di giorno le larve rimangono a riparo nel nido e gli adulti immobili sui

tronchi degli alberi.

Essendo un insetto particolarmente distruttivo la disinfestazione è praticata in molti paesi (in Italia è

obbligatoria dal 1998, con Decreto Ministeriale 17.04.1998, poi abrogato e sostituito dal Decreto

Ministeriale del 30.10.2007).

Vi sono diversi metodi di lotta, da quella meccanica con trappole e taglio dei rami infestati, a quella

biologica con batteri patogeni e predatori naturali (come la formica rufa), sino a quella chimica con

pesticidi.

Nella foto un nido di processionaria del pino. Un efficace metodo di lotta è quello di sparare ai nidi con

i fucili da caccia nel periodo di dicembre e gennaio. I pallini da caccia, sebbene non provochino la

morte diretta delle larve, lacerano il bozzolo e fanno si che il freddo invernale penetri al suo interno,

causando la morte delle larve per l’eccessiva diminuzione di temperatura.

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La peluria delle larve di processionaria è talmente fine che si può staccare anche con la semplice

azione del vento. Quindi il passaggio in zone particolarmente infestate, a prescindere dal contatto

diretto, può causare problemi se non si adottano adeguate protezioni.

Nella Foto un esemplare adulto di Thaumetopoea pityocampa.

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La pagina che si occupa dei nostri alberi

A cura di Michele Baldasso e Luca Loperfido

Quando gli alberi vanno tirati……

Capita abbastanza frequentemente purtroppo di vedere degli alberi sradicati o schiantati a terra,

magari dopo fenomeni di forte vento ma anche in assenza di eventi meteorici eccezionali.

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Talvolta sussistono dei problemi al livello radicale che pregiudicano la capacità di ancoraggio delle

radici: in questo caso una prova utile da applicare all’albero è la prova a trazione o “pulling test”.

Il pulling test è un’analisi statica non invasiva che riproduce l’azione del vento e la risposta

dell’apparato radicale alle sollecitazioni.

Nelle prove a trazione vengono inseriti nell'albero dei sensori per misurare la deformazione marginale

delle fibre (stiramento o compressione) nel tronco o nelle branche e/o l'inclinazione (variazione

dell'angolo) della zolla radicale in riposta ad un carico controllato.

L'entità della deformazione e dell'inclinazione, misurata dai sensori, viene poi confrontata con dei

valori di riferimento per misurare la resistenza o la stabilità.

Durante la prova di carico è necessario operare all'interno di specifici limiti di tolleranza delle

deformazioni al fine di evitare un sovraccarico dell'albero.

Al fine di calcolare il carico del vento sopportabile dalla pianta è necessario inoltre valutare l’area

della chioma attraverso appositi programmi.

Per consulenze: Luca 329.7057715 Michele 320.8716922 - www.alberosano.it

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LE BIOMASSE ALL’ITALIANA

Le c.d. biomasse sono il legname da ardere, gli scarti agricoli forestali e dell’industria

agroalimentare, i reflui degli allevamenti, parte dei rifiuti urbani e le specie vegetali

coltivate allo scopo di produrre energia elettrica. La combustione della biomassa libera nell’aria il carbonio, immagazzinato durante la sua formazione, e lo

zolfo, ma in minor quantità rispetto alla combustione di carbone e petrolio.

Bruciare biomassa, che non è la termo-distruzione dei rifiuti urbani, comporta l’emissione di particolato

che limita la circolazione delle auto in città. Con le biomasse si può produrre energia e ci si può scaldare.

L’UE incentiva le biomasse al pari dell’energia eolica.

1) Biomasse per produrre energia elettrica. Solamente impianti di piccola taglia, che utilizzano biomassa reperibile nelle immediate vicinanze, sono

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eco-sostenibili perché ne limitano il trasporto.

Numerose aziende agricole italiane ne hanno realizzati; la potenza installata é generalmente di 1 MW, per

accedere a una tariffa incentivata onnicomprensiva di circa 300 €/MWh, contro un attuale prezzo in borsa

di 70.

Totalmente eco-insostenibili impianti di potenza maggiore, ottenuti convertendo a biomasse le vecchie

centrali a olio combustibile.

Con una potenza installata di 35 MW, la centrale di Mercure avrebbe teoricamente bisogno di tutta la

legna del parco del Pollino, tagliata con criterio svizzero e invece siamo in Basilicata.

Un altro fulgido esempio è la centrale di Crotone, con una potenza installata nientemeno che di 70MW e un

consumo annuo teorico di un milione di tonnellate di biomassa, proveniente dalla Sila.

Un traffico di camion per farle funzionare e problemi in vista.

Non è chiaro perché siano state realizzate, e sono ambedue ferme per varie ragioni tra le quali proprio la

difficoltà di reperire il combustibile. Un’opzione potrebbe essere il cippato canadese, composto per metà da

acqua, con il risultato che le navi solcheranno l’oceano per trasportare proprio acqua.

2) Biomasse per riscaldamento

Stanno diventando di moda, con ricadute sulla filiera di produzione delle caldaie. Il Gpl costa 255 €/MWh

contro 145 del gasolio, 108 del gasolio serre, oltre 100 del metano, 62 del pellet, 45 della legna e 32 del

cippato di legno.

La convenienza nel sostituire un impianto che va a GPL con uno a pellet, che non paga accisa e gode di IVA

agevolata, è evidente. Ma se tutti fanno lo Stato perde il gettito derivante dalle mancate imposizioni fiscali

sui combustibili fossili.

Quindi, o ci si scalda con la legna e si riduce la bolletta energetica nazionale, oppure si tappano i buchi del

bilancio dello Stato, con le tasse sul gasolio e sul GPL.

Inoltre la conversione termica delle bioenergie sta sottraendo spazio anche alle tecnologie di riscaldamento

più efficienti, come pompe di calore e solare termico.

Pubblicato in Consumare Informati

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APPUNTAMENTI IMPORTANTI

ESPOSIZIONE DEL PATRIMONIO

CULTURALE ITALIANO AI RISCHI AMBIENTALI

Tutela e valorizzazione del patrimonio delle aree interne dal rischio sismico

UNIVERSITA’ DI CAMERINO

Polo scientifico – Auditorium Benedetto XIII VENERDI’ 7 aprile – ore 9,00

CONVEGNO CON LA COLLABORAZIONE DELLA SOCIETA ITALIANA GEOLOGI PER

L’AMBIENTE (SIGEA )

Segreteria Organizzativa e INFO 075.973399 – [email protected]

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QUESTO SERVIZIO E’ STATO CURATO DA ACCADEMIA KRONOS CON LA

COLLABORAZIONE di:

Michele Baldasso, Mirko Bellis, Luigi Campanella, Enrico Fora, Gabriele La Malfa, Luca

Loperfido, Filippo Mariani, Daniela Rossellini, Carlo Sacchettoni, Carmine Siniscalco

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giornali, riviste, istituti universitari e soci. Questo servizio può essere

inviato gratuitamente ogni settimana su esplicita richiesta alla nostra

redazione da parte di altre persone e istituti.

La redazione di questa newsletter "meteoclimatica" sarebbe lieta di

ricevere qualche vostro studio o osservazione, quindi contattateci.

Accademia KRONOS - 0761.625532 - [email protected]