AIDS - Ingannati€¦ · AIDS Ecco a voi l’orco cattivo Per il controllo delle masse è...

30
217 “La gente crede più facilmente alle bugie grandi che a quelle piccole” (Adolf Hitler) “Una sciocchezza resta una sciocchezza anche se la dicono cinquanta milioni di uomini “(Bertrand Russell) AIDS Ecco a voi l’orco cattivo Per il controllo delle masse è indispensabile ricorrere alla paura; è indispensabile creare ed amplificare un nemico, una catastrofe, un virus, una crisi economica. Ogni dittatura sa bene quanto sia importante, al fine di limitare l’opposizione interna , avere uno spauracchio, un bersaglio esterno che faccia da catalizzatore dell’attenzione popolare. Anche nelle cosiddette “democrazie” però è frequente il ricorso al pericolo, al terrorismo, alla catastrofe imminente (finanziaria, come la crisi dei subprime, o naturale, come il global warming) per sostenere la necessità di un governo forte, una polizia forte, una limitazione delle libertà individuali che altrimenti non si potrebbero giustificare. A ben pensarci, anche il presidente del consiglio più presente degli ultimi 20 anni ha sempre cavalcato lo spauracchio del comunismo, ergendosi a estremo baluardo contro questo presunto pericolo imminente. E questo spauracchio è stato così forte da trarre in inganno anche la Chiesa, che alle ultime elezioni lo ha sostenuto, sostenendo di fatto un dichiarato iscritto alla massoneria, associazione segreta da sempre nemica giurata della Chiesa e del Cattolicesimo in particolare. Evidentemente questo meccanismo paga, e bene. Nella creazione del pericolo un posto di rilievo viene occupato dalle malattie. Siccome la nostra salute (o la mancanza di salute) è qualcosa che interessa tutti da vicino, sia per noi stessi che per i nostri familiari, siamo particolarmente sensibili alle indicazioni che ci vengono da organismi accreditati come l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il ministero della sanità, fino al semplice medico di famiglia. Abbiamo già sottolineato come l’autorità del

Transcript of AIDS - Ingannati€¦ · AIDS Ecco a voi l’orco cattivo Per il controllo delle masse è...

Page 1: AIDS - Ingannati€¦ · AIDS Ecco a voi l’orco cattivo Per il controllo delle masse è indispensabile ricorrere alla paura; è indispensabile creare ed amplificare un nemico, una

217

“La gente crede più facilmente alle bugie grandi che a quelle piccole” (Adolf Hitler)

“Una sciocchezza resta una sciocchezza anche se la dicono cinquanta milioni di uomini “(Bertrand Russell)

AIDS Ecco a voi l’orco cattivo

Per il controllo delle masse è indispensabile ricorrere alla paura; è indispensabile creare ed amplificare un nemico, una catastrofe, un virus, una crisi economica. Ogni dittatura sa bene quanto sia importante, al fine di limitare l’opposizione interna, avere uno spauracchio, un bersaglio esterno che faccia da catalizzatore dell’attenzione popolare. Anche nelle cosiddette “democrazie” però è frequente il ricorso al pericolo, al terrorismo, alla catastrofe imminente (finanziaria, come la crisi dei subprime, o naturale, come il global warming) per sostenere la necessità di un governo forte, una polizia forte, una limitazione delle libertà individuali che altrimenti non si potrebbero giustificare. A ben pensarci, anche il presidente del consiglio più presente degli ultimi 20 anni ha sempre cavalcato lo spauracchio del comunismo, ergendosi a estremo baluardo contro questo presunto pericolo imminente. E questo spauracchio è stato così forte da trarre in inganno anche la Chiesa, che alle ultime elezioni lo ha sostenuto, sostenendo di fatto un dichiarato iscritto alla massoneria, associazione segreta da sempre nemica giurata della Chiesa e del Cattolicesimo in particolare. Evidentemente questo meccanismo paga, e bene. Nella creazione del pericolo un posto di rilievo viene occupato dalle malattie. Siccome la nostra salute (o la mancanza di salute) è qualcosa che interessa tutti da vicino, sia per noi stessi che per i nostri familiari, siamo particolarmente sensibili alle indicazioni che ci vengono da organismi accreditati come l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il ministero della sanità, fino al semplice medico di famiglia. Abbiamo già sottolineato come l’autorità del

Page 2: AIDS - Ingannati€¦ · AIDS Ecco a voi l’orco cattivo Per il controllo delle masse è indispensabile ricorrere alla paura; è indispensabile creare ed amplificare un nemico, una

218

medico sia confermata dal detto popolare: “Non te l’ha mica ordinato il medico”, come dire che soltanto il medico (lui sì) ha il potere di ordinare qualcosa e uno non può che ubbidire. L’AIDS rientra appieno in questa categoria. Ricordo che quando si cominciò a parlare di questo nuovo, terribile morbo, gli scenari preannunciati prevedevano un diffondersi della malattia con progressione geometrica; sarebbe bastato un contatto epidermico con un malato per contrarre il virus; anche la puntura di una zanzara poteva contagiare. Il virus era talmente letale che alcuni ricercatori si rifiutarono addirittura di lavorarci, tanta era la sua pericolosità; insomma, non c’erano speranze, sembrava veramente prossima se non la fine del mondo quantomeno una drastica riduzione dell’umanità, colpevole di abitudini sessuali troppo lascive e contaminanti: un flagello di Dio, insomma. Ricordo il libro di Dominique Lapierre, “Più grandi dell’amore”, dove, in questo scenario di imminente pandemia e catastrofe umanitaria, i medici impegnati in prima linea erano rappresentati come dei missionari, dei martiri, degli eroi cui erano affidate le speranze dell’umanità. A distanza di 30 anni, oltre a non essersi verificata nessuna ecatombe (e questo già di per sé avrebbe dovuto un po’ insospettirci: forse che abbiamo cambiato abitudini sessuali? Forse che le cure e i vaccini trovati -quali?- sono stati particolarmente efficaci?), sorge invece un’ipotesi che, se fosse vera, sarebbe l’ennesima prova dell’enorme, continuo, spudorato inganno cui siamo sottoposti (un altro!). I fatti che portano avanti i sostenitori di questa teoria sono tutto sommato abbastanza semplici:

� il test per l’HIV non prova che abbiate il virus, ma prova che avete degli anticorpi che potrebbero derivare dalla presenza (attuale o passata) dell’HIV;

� l’HIV stesso non è mai stato isolato; � non è mai stata provata la correlazione fra il presunto virus HIV e

l’AIDS stesso; � l’AZT, il farmaco principe per la cura di AIDS, è uno degli elementi

più tossici mai creati dall’uomo (addirittura all’inizio era stato scartato per eccesso di tossicità e dannosità);

� il presunto virus HIV non ha le caratteristiche di tutti gli altri virus o retrovirus, costituendo pertanto un caso più unico che raro; anzi, le recenti scoperte sul genoma umano mette fortemente in crisi il concetto stesso di retrovirus;

Page 3: AIDS - Ingannati€¦ · AIDS Ecco a voi l’orco cattivo Per il controllo delle masse è indispensabile ricorrere alla paura; è indispensabile creare ed amplificare un nemico, una

219

� l’AIDS stessa non è una malattia ma un insieme di 25-30 malattie già note e conosciute; solo che se vi ammalate di una di queste malattie (ad esempio polmonite) e siete negativi al test, avete la malattia e basta; se vi ammalate della stessa malattia e siete positivi al test allora si dice che siete malati di AIDS. Facile avere una correlazione del 100% con queste premesse…

Ultimo, ma non meno importante: esistono numerosissimi HIV-positivi che, senza alcuna cura, vivono benissimo (sposati, con figli, ecc.) da oltre 20 anni. Tutto questo considerato, e considerato che eminenti scienziati, fra cui anche premi Nobel, si stanno schierando apertamente contro la teoria che l’immunodeficienza acquisita (AIDS) sia causata da un virus, è evidente che si richiede un “supplemento di indagine”. Il primo e più importante spunto l’ho trovato grazie ad un articolo di Maria Missiroli pubblicato su www.effedieffe.com . Ne riporto alcuni estratti. AIDS – Maria Missiroli Per la grande maggioranza delle persone, l’AIDS è solo qualcosa di cui si legge sui giornali. Ma chi si imbatte nella controversia sull’Aids e ha la perseveranza di andare fino in fondo, sa che la storia dell’Aids è talmente folle che ha un potere particolare di lasciare completamente frastornati, di modificare per sempre il proprio modo di vedere il mondo, e di trasformare anche normalissimi professionisti e accademici in orgogliosi «dissidenti» pronti a sopportare le peggiori ingiurie dallo stesso mondo in cui prima vivevano ignari. Sull’Aids esiste una teoria ufficiale, elaborata da scienziati «esperti», dedicati in modo più o meno esclusivo allo studio dell’Aids, e sostenuta da ricchissime agenzie governative tra cui l’Unaids. In breve, tale teoria afferma che un retrovirus probabilmente originario dell’Africa e diffuso a partire dall’inizio degli anni ‘80 ha il potere di avviare la distruzione del sistema immunitario, per cui chi si infetta è destinato a morire di «infezioni opportunistiche». Poi, c’è qualcuno che crede che un virus così non possa essere naturale e che sia stato creato in laboratorio artificialmente, come «arma biologica» a fini di sterminio di massa. … Tra i dissidenti sull’Aids ci sono alcuni tra coloro che sull’Aids ne sanno di più su scala mondiale. Ci sono alcuni grandi esperti di microbiologia: c’è Peter Duesberg, il professore in microbiologia cellulare a Berkeley considerato,

Page 4: AIDS - Ingannati€¦ · AIDS Ecco a voi l’orco cattivo Per il controllo delle masse è indispensabile ricorrere alla paura; è indispensabile creare ed amplificare un nemico, una

220

prima di parlare pubblicamente contro la versione ufficiale dell’Aids, il massimo esperto mondiale di retrovirus, c’è Kary Mullis, il chimico che ha inventato (e ha avuto il Nobel per questo) la PCR, la tecnica per rilevare il DNA che si usa anche nei test diagnostici dell’Aids, e tanti altri. … Anche chi crede che l’HIV sia un virus creato in laboratorio, è necessariamente convinto che ci siano persone nel mondo la cui malattia o morte è causata da questo virus. In realtà, non c’è nessuna seria ragione per ritenere che sia così. Ognuno di coloro definiti malati o morti di Aids presenta cause di malattia e di morte macroscopiche e che nulla hanno a che fare con un virus misterioso. Ma i giornali riportano allarmate notizie di decine di milioni di infetti e molte vittime in Africa; per alcuni anni si è parlato continuamente di epidemia di Aids nel mondo occidentale, si parla di avanzamenti scientifici nella sintesi di farmaci che allungano la vita ai malati di Aids e della necessità di fornire questi farmaci ai «malati» che non sono in grado di pagarli. … ….un’epidemia di tipo infettivo (cioè trasmissibile tra gli individui) fornisce allettanti occasioni per stabilire quarantene, esercitare potere coercitivo sugli spostamenti, sulla residenza e sulle abitudini delle persone, insomma ridurre la libertà degli individui, oltre che per stanziare enormi fondi pubblici ad uso delle autorità. Molti anni fa, la resistenza dell’establishment medico ad ammettere che malattie come la pellagra e lo scorbuto erano causate da deficit alimentari e non da agenti infettivi durò molti anni dopo che le indicazioni in questo senso erano diventate lampanti. Ma come si «inventa» un’epidemia? Racconto brevemente il caso dell’Aids; in casi analoghi (SARS e influenza aviaria i più recenti), la storia è stata più o meno dello stesso tipo. Per prima cosa, si cerca un gruppo specifico di persone le cui condizioni di vita sono talmente malsane che tra loro abbonda ogni genere di malattia. Nel caso dell’Aids, furono le comunità gay delle metropoli californiane. Tra queste, all’inizio degli anni ‘80 erano ampiamente diffusi stili di vita del tutto inimmaginabili fino a poco più di dieci anni prima, a cominciare da una promiscuità sessuale esagerata, che dava luogo a scambi di infezioni reali e conseguente abuso di antibiotici e farmaci in generale, oltre all’abuso di stupefacenti di ogni tipo e ai «poppies», notoriamente tossiche inalazioni di nitriti d’argento diffuse tra gli omosessuali. Nessuna meraviglia che le malattie e le morti fossero in percentuale più diffuse rispetto a quanto erano tra la popolazione generica. Poi si monta un caso sulla stampa e in TV. Si cominciarono a diffondere notizie di morti in numero sospetto, tra persone in contatto tra loro, a causa di malattie a volte simili a volte completamente diverse. In realtà, non c’era nulla di cui stupirsi, ma gradualmente nel corso di mesi si andò avanti con l’insinuazione che stesse avvenendo qualcosa di strano in California. E quando si fu creata nel pubblico, a forza di pubblicare notizie in questo senso, una

Page 5: AIDS - Ingannati€¦ · AIDS Ecco a voi l’orco cattivo Per il controllo delle masse è indispensabile ricorrere alla paura; è indispensabile creare ed amplificare un nemico, una

221

aspettativa diffusa («che sia un virus?»), all’improvviso il colpo di scena: fu organizzata una conferenza stampa nientemeno che del Segretario di Stato americano, che presentò uno scienziato dell’Istituto di Sanità governativo (tra gli scienziati dell’Istituto, il più pervicacemente arrivista, il più disonesto e il meno sveglio scientificamente) il quale annunciò che «la probabile causa delle morti in eccesso in California è stata identificata ed è un virus, in particolare un retrovirus». La buona pratica scientifica vorrebbe che uno scienziato, prima di annunciare i suoi risultati, li sottoponga al vaglio di revisori competenti scelti tra i suoi colleghi di più enti scientifici. Nulla di tutto questo valse per l’annuncio in aprile del 1984. … La presenza di un virus non è prova che esso causi alcunché; nel nostro corpo noi ospitiamo centinaia (o migliaia) di retrovirus, che hanno caratteristiche genetiche che non differiscono in nulla di particolare dal virus HIV. I retrovirus sono «pezzetti di RNA», che possono inserirsi nelle cellule, ma non attaccano le cellule e non le uccidono dopo essersi riprodotti in sufficiente numero, come può avvenire invece con i virus standard. Proprio per la caratteristica di non uccidere le cellule, ma di riprodursi con esse, i retrovirus furono presi in considerazione quando si cercava di dimostrare che il cancro ha origine virale. Quella linea di ricerca superfinanziata e inconcludente era da poco stata chiusa. Gli esperti di retrovirus, tra cui il più convinto cacciatore di retrovirus come causa di cancro, Robert Gallo, rischiavano di non aver più accesso a laute fonti di finanziamento. Ma anche se Gallo avesse avuto solo fumose motivazioni per derivare affermazioni tanto dense di conseguenze, non può essere che egli «ci abbia preso», pure fortunosamente? Non è stato in seguito verificato che le cose stavano effettivamente così? Questo è quanto è stato detto, proclamato, strombazzato infinite volte da allora, ma di prove scientifiche, o anche solo verosimiglianza, scavando un po’ si scopre che non c’è neanche l’ombra. … Si arrivò in breve ad un quadro di questo genere: Se il vostro sangue reagisce ad alcune proteine (ovvero siete positivi al test HIV), anche se ora state benissimo sicuramente vi ammalerete e morirete, forse anche solo tra quindici anni. A pensarci adesso a mente fredda, credo che neanche in un romanzo di fantascienza di quart’ordine si possa osare tanto. Ma lo dicevano sui giornali scienziati dai titoli altisonanti e dalla faccia seria, non lo diceva Vanna Marchi. E a pochi venne in mente la spiegazione più semplice: «Non è vero». … Per «inventare» un’epidemia, un altro aspetto che si ritrova in più casi è quello

Page 6: AIDS - Ingannati€¦ · AIDS Ecco a voi l’orco cattivo Per il controllo delle masse è indispensabile ricorrere alla paura; è indispensabile creare ed amplificare un nemico, una

222

di definire la malattia in modo il più vago possibile, in genere come un compendio di malattie ben note e tanto meglio se comuni. La definizione dell’Aids è cambiata nel tempo, introducendo nuove malattie o accorpandone alcune; a tutt’oggi, è definita come una lista di 26 malattie note ed esistenti da sempre, che in molti casi non hanno nulla in comune tra loro, e a volte non sono neanche caratterizzate da immunodeficienza. Un medico non può fare una diagnosi di Aids visitando un paziente, lui vede solo la malattia col vecchio nome; ma se il risultato di un test, su cui lui non sa nulla ed è prodotto chissà dove, è positivo, allora quella malattia diventa AIDS. Le modalità per definire la «positività al test» e la diagnosi di «AIDS conclamato» sono cambiate nel tempo, e per molti anni sono state diverse da Paese a Paese - e si noti che stiamo parlando di una sorta di condanna a morte! … L’AZT è un farmaco chemioterapico, scoperto negli anni ‘60 e scartato per eccesso di tossicità. Ai primi «malati» di Aids fu dato in dosi massicce, e così le persone (compresi alcuni personaggi famosi come Freddy Mercury e Rudolph Nureyev) morivano esattamente come previsto dalla teoria HIV. E’ ben noto che la chemioterapia è immunosoppressiva. Una buona domanda sarebbe stata: «Cosa succederebbe ad una persona perfettamente sana se prendesse gli stessi farmaci in quelle dosi?». … Quando le apocalittiche previsioni sulla diffusione in massa dell’epidemia (che avevano assicurato un fiume di denaro pubblico) non si verificarono, il «virus» fu scoperto fare molte vittime tra i tossicodipendenti (un’altra categoria di gente che non aveva certo bisogno di un virus misterioso per ammalarsi!) e tra gli emofiliaci (anch’essi notoriamente facilmente ammalati e spesso prematuramente morti a causa delle impurità del fattore VIII usato nelle trasfusioni). Poi, quando sembrava difficile mantenere alto il livello di allarme e relativi finanziamenti, i «cacciatori di virus» si rivolsero all’Africa e al Terzo Mondo, e lì di malattie da poter chiamare «Aids» ce n’erano tante. In Africa, il «virus» sarebbe diffuso in modo equo tra i due sessi (al contrario del mondo occidentale), e si manifesterebbe proprio con le malattie da sempre endemiche dell’Africa, come la tubercolosi e la dissenteria. Computer a Ginevra generano statistiche manipolando i dati di un ridicolmente piccolo numero di campioni, producendo fantasiose stime di «milioni e milioni» e percentuali a due cifre. Intanto, le dosi di AZT nella terapia ufficiale dell’Aids sono state ridotte, mostrando «quanto siamo stati bravi a combattere il virus» e a «trasformarlo da malattia mortale in pochi anni» a «malattia cronica», che ucciderà sì il paziente, ma intanto può vivere molti anni consumando costose medicine (mentre non ci sono rimedi efficaci per il virus del raffreddore). …

Page 7: AIDS - Ingannati€¦ · AIDS Ecco a voi l’orco cattivo Per il controllo delle masse è indispensabile ricorrere alla paura; è indispensabile creare ed amplificare un nemico, una

223

La linea ufficiale ancora oggi sostiene qualcosa di questo tipo: il virus HIV può infettare una persona, e questa sviluppa gli anticorpi; dopo un bel po’ di tempo, anche se non c’è traccia del virus nel corpo di quella persona, esso, tramite un meccanismo che «ancora non riusciamo a capire», può avviare la lenta distruzione delle cellule CD4 che porta all’immunodeficienza. Se tali cellule per qualche motivo scendono sotto una certa soglia (del tutto fisiologica per persone negative all’HIV), il protocollo indica che al paziente vengano prescritti farmaci tossici per uso cronico. Come faccia un virus che non c’è a produrre effetti di alcun tipo è un paradosso che non scalfisce minimamente i finanziatissimi esperti di Aids. E quali sarebbero le «prove schiaccianti» che il virus HIV causa Aids? Ci si può addentrare in un mare di fumosi dettagli, ma alla fine l’unica «prova» sarebbe la correlazione, cioè il fatto che solo le persone HIV+ si ammalerebbero di Aids. Per forza, in pazienti negativi all’HIV le stesse malattie non si chiamano Aids! La logica è completamente circolare. Non c’è neanche bisogno di tirare in ballo uno dei basilari principi di logica, ovvero che la correlazione in se stessa non è dimostrazione di causalità. E’ già la supposta «correlazione» a essere dubbia, quando si considera che in molti casi le persone HIV+ sono convinte a prendere farmaci notoriamente immunodepressivi. … Il presidente sudafricano Thabo ‘Mbeki è stato costretto alle dimissioni qualche mese fa; la reale causa è stata la sua politica sull’Aids. Quando le multinazionali farmaceutiche e le grandi organizzazioni internazionali dissero che in Sudafrica si stava diffondendo una catastrofica epidemia di Aids, ‘Mbeki disse (fine anni ‘90): «Bene, se dite così allora organizziamo un simposio stabile di scienziati che si occupi di fornire le prove di tutto questo e di individuare le migliori contromisure», e invitò scienziati dissidenti in numero pari ad un terzo di tutti gli scienziati invitati. Gli scienziati, dissidenti e non, si stavano accordando sugli studi da condurre, quando la risposta dell’establishment arrivò perentoria, tramite la «dichiarazione di Durban» del 2000, un documento fatto firmare da 5.000 scienziati (molti dei quali non sapevano nulla di Aids) che diceva sostanzialmente «le prove che l’HIV causa l’Aids sono schiaccianti e la comunità scientifica rispettabile si rifiuta di metterle in discussione», uno dei più gravi atti di arroganza «scientifica» mai commessi. Ovviamente, le tanto proclamate «prove schiaccianti» non vengono mostrate in nessuna forma che soddisfi alcuno standard scientifico anche di minimo livello. Se fosse anche solo parzialmente vero quello che veniva detto negli anni ‘80 sulla letalità del virus, e con le percentuali di «sieropositivi» in Sudafrica strombazzate dai media, si dovrebbe verificare un’ecatombe, che semplicemente non c’è. Maria Missiroli

Page 8: AIDS - Ingannati€¦ · AIDS Ecco a voi l’orco cattivo Per il controllo delle masse è indispensabile ricorrere alla paura; è indispensabile creare ed amplificare un nemico, una

224

Altri spunti interessanti, sempre tratti dal sito effedieffe: Stefano Maria Chiari 18 febbraio 2008 «Bush sta esercitando forti pressioni sul Congresso perché stanzi 30 miliardi di dollari in 5 anni per la lotta all'AIDS. Nel 2003 erano stati destinati 15 miliardi. Sforzi enormi, destinati alla prevenzione e alla cura con farmaci antiretrovirali. Ciononostante secondo l'ONU l'infezione si diffonde: in Africa vivono almeno 33 milioni di ammalati; i nuovi nel 2007 sono stati 1,7 milioni. … Si legge in proposito (sulla reale efficacia delle “cure”) quanto reperito dalla rete informatica: «Il DHHS (USA Department of Health and Human Services) ha dal 5 Febbraio 2001 modificato le direttive sanitarie relative all'utilizzo dei farmaci antiretrovirali (Guidelines for the Use of Antiretroviral Agents in HIV-Infected Adults and Adolescents), affermando che forse non è il caso di utilizzarli su pazienti asintomatici non essendo chiaro se i ‘vantaggi' bilanciano gli effetti tossici. Ha con ciò abbandonato una filosofia terapeutica in auge dal 1987, anno in cui la FDA (Food and Drug Administration) ha approvato l'utilizzo dell'AZT, filosofia riassunta nelle parole ‘hit hard and hit early' (colpisci duro e colpisci presto) sulla base della quale persone positive-al-test assolutamente sane, sono state messe in cura con terapie a base di farmaci allungavita: spesso la morte è sopravvenuta nel giro di pochi mesi. I nuovi indirizzi prevedono che la terapia venga prescritta al presentarsi di qualche segno della malattia e non per la sola condizione di sieropositività. Con ciò si ammette che il sieropositivo non è più un malato e non corre alcun rischio. Si deve considerare che il primo test HIV è stato introdotto nel 1984 ed in quell'anno sono comparsi i primi sieropositivi destinati ad ammalarsi, si diceva allora, entro 1-2 anni. Col passare degli anni, e dell'invecchiamento in salute di sieropositivi che hanno scelto di non assumere farmaci antiretrovirali e la cui vita si è ‘allungata spontaneamente', il periodo di latenza si è dovuto estendere inesorabilmente ed è adesso stimato in decine di anni. Col periodo di latenza lungo ormai quanto una vita le direttive sanitarie che prevedevano la terapia da subito erano diventate ingiustificabili. E non è quindi più sostenibile che i pazienti di una volta ‘sarebbero' morti senza terapia. Prima o poi qualcuno dovrà rispondere ad alcune domande: spiegare come mai i positivi-al-test asintomatici fino a ieri sono stati terrorizzati, e come mai quelli che sotto terrore hanno accettato la cura sono per lo più morti, mentre quelli che hanno resistito e non sono stati curati sono vivi e non si sono ammalati di AIDS? Esemplare è la storia di Christine Maggiore positiva-al-test asintomatica dal 1992 quando i risultati di un test le cambiarono, giovanissima, la vita. Superato il trauma della sentenza ‘da 5 a 7 anni di vita, trattamento con AZT

Page 9: AIDS - Ingannati€¦ · AIDS Ecco a voi l’orco cattivo Per il controllo delle masse è indispensabile ricorrere alla paura; è indispensabile creare ed amplificare un nemico, una

225

da subito', ha iniziato la sua personale via crucis tra un medico e l'altro, finchè dopo circa un anno l'incontro con la dissidenza l'ha condotta fuori dall'incubo. Da quel momento, sfuggita al sistema sanitario, ha dedicato la sua vita alla causa: con altri positivi-al-test come lei ha fondato un'associazione ‘Alive and Well' (vivi e vegeti) che ha lo scopo di fornire informazioni a quelli che devono, come lei ha fatto, fare una scelta. Ha realizzato un sito, ha scritto un libro, ha incontrato un uomo che ama, hanno avuto un bambino che ora ha 5 anni. E' sempre positiva-al-test. La sua vita valeva per Big Pharma alcune decine di migliaia di dollari. … La sostanza (AZT) si rivelò talmente tossica (letale) che Horwitz neanche ne chiese il brevetto, e archiviò la documentazione. L'AZT uscì dalla polvere nel 1986 e fu approvato dalla FDA nel 1987, dopo una sperimentazione truffa. Tra le conseguenza dell’ AZT ci sono:

� distruzione del sistema immunitario, � distruzione del midollo osseo, � distruzione dei tessuti e della flora batterica intestinale, � atrofia dei muscoli, � danni al fegato, � al pancreas, � alla pelle, � al sistema nervoso, linfoma.

… Ma se, come sostengono i dissidenti, non è un virus la causa dell'AIDS, allora la somministrazione di sostanze antiretrovirali è un atto criminale, genocidio, perpetrato secondo le seguenti modalità:

� Positivi-al-test asintomatici morti: sono stati uccisi dal sistema sanitario con devastazioni e sofferenze indicibili.

� Positivi-al-test asintomatici vivi: sono sottoposti dal sistema sanitario a danni e sofferenze ingiustificabili e rischiano di morire.

� Positivi-al-test conclamati morti: alcuni sarebbero morti comunque ma senza una dose aggiuntiva di devastazioni e sofferenze; altri con le cure opportune avrebbero potuto guarire e sono quindi anch'essi vittime del sistema sanitario.

� Positivi-al-test conclamati vivi: non sono curati opportunamente, sono sottoposti dal sistema sanitario a danni e sofferenze ingiustificabili e rischiano di morire.

… «La vicenda dell'AIDS è davvero speciale perchè mai nella storia della medicina così tanto denaro è stato riversato su una singola malattia.. Con 100 miliardi di dollari già spesi nei soli Stati Uniti, è la più grossa impresa industriale, vicina a quella del dipartimento della Difesa. La vendita dei test

Page 10: AIDS - Ingannati€¦ · AIDS Ecco a voi l’orco cattivo Per il controllo delle masse è indispensabile ricorrere alla paura; è indispensabile creare ed amplificare un nemico, una

226

HIV è diventata una fonte di immensi guadagni. Molti scienziati coinvolti nella ricerca sull'AIDS possiedono società che vendono test e hanno milioni di dollari in partecipazioni societarie. … I bilanci delle multinazionali del farmaco si accrescono di alcuni miliardi di dollari all'anno con la vendita dei farmaci antiretrovirali e dei test HIV. … Il problema non è quindi la crescita dell'AIDS, ma, per quanto paradossale e grottesco possa apparire, l'esatto contrario, la sua eventuale scomparsa. Sono ormai così imponenti gli interessi economici politici e burocratici legati al virus HIV che la sua morte prematura potrebbe sconvolgere parecchi equilibri. Così è una tragica ironia che proprio David Rasnik, scienziato che ha ideato gli inibitori della proteasi usati per la cura dell'AIDS, abbia dichiarato nel 1997: “Come scienziato che ha studiato l'AIDS per 16 anni, ho stabilito che l'AIDS ha poco a che fare con la scienza e che, fondamentalmente, non è nemmeno una questione medica. L'AIDS è un fenomeno sociologico tenuto in vita dalla paura, creato da una sorta di maccartismo medico che ha violato e mandato in rovina tutte le regole della scienza e che ha imposto a quella fascia di pubblico più vulnerabile una miscela di credenze e pseudoscienza” E la giornalista Joan Shenton ne ha spiegato i motivi: ‘Quello che ho imparato in questi anni è che la comunità scientifica non è più libera. Oggi la scienza può essere comprata e le voci individuali di dissenso facilmente ridotte al silenzio a causa delle enormi somme di denaro convogliate nel proteggere l'ipotesi prevalente, per quanto sbagliata possa essere. La politica, il potere e il denaro dominano il campo della ricerca scientifica cosi estesamente che non è più possibile sottoporre a verifica una ipotesi divenuta dogma'. Su questo aspetto della cattiva scienza dell'AIDS malata di denaro, ci piace chiudere col sarcastico commento del premio Nobel Kary Mullis: ‘Un altro segmento della nostra società così pluralista - chiamiamoli medici/scienziati reduci dalla guerra perduta contro il cancro, o semplicemente sciacalli professionisti - ha scoperto che funzionava. Funzionava per loro. Stanno ancora pagandosi le loro BMW nuove con i nostri soldi'». Stefano Maria Chiari Se questo ha suscitato la vostra curiosità, per chi desiderasse approfondire riporto questo saggio tratto da www.luogocomune.net

Page 11: AIDS - Ingannati€¦ · AIDS Ecco a voi l’orco cattivo Per il controllo delle masse è indispensabile ricorrere alla paura; è indispensabile creare ed amplificare un nemico, una

227

L’incredibile AIDS

Quello che i media non dicono sulla "peste del nuovo millennio"

di Gian Paolo Vallati

1. Introduzione 2. Perchè il virus 3. Esiste davvero il retrovirus Hiv? 4. Quanto sono affidabili i test di sieropositività? 5. Assenza di correlazione tra sieropositività e malattia 6. Cos’è davvero l’AIDS 7. L’infettività e la trasmissione sessuale 8. Previsioni catastrofiche e statistiche fasulle 9. Catastrofe africana? 10. Terapie che uccidono 11. Il bavaglio all’informazione 12. Il grande affare della cattiva scienza Bibliografia

1. INTRODUZIONE

Questa è la storia vera ed incredibile di una epidemia inventata. Questa è la storia di un colossale affare in cui multinazionali, ricercatori, associazioni e istituti sanitari senza scrupoli hanno utilizzato il terrorismo sanitario al servizio del loro enorme business. E la storia di come, purtroppo, molti esseri umani inconsapevoli siano finiti nella macina, uccisi dalle stesse "terapie" che dovevano curarli. "Tutti sono pronti a credere che la CIA menta, che il governo menta, che l'FBI menta, che la Casa Bianca menta. Ma che menta l'Istituto di Sanità no, non è possibile, la Sanità è sacra, tutto ciò che esce dagli Istituti Nazionali di Sanità è parola di Dio. Niente fa differenza, nemmeno la storia di come Gallo scoprì il virus, nemmeno il fatto che sia uno scienziato screditato e condannato per truffa. La strategia dell'establishment è sempre la stessa: ignorare. Meglio non rispondere, vuoi vedere che ci si accorge che c'è qualcosa di strano?" Harvey Bialy, microbiologo. 1

2. PERCHÉ IL VIRUS

Le malattie infettive costituiscono oggi soltanto l'1% di tutte le cause di morte nel mondo occidentale e ormai le grandi epidemie sono per lo più scomparse. Il merito di questa situazione, che spesso viene attribuito alla medicina, è in realtà dovuto al miglioramento delle condizioni igieniche e alimentari. Ci sono numerosi studi a livello statistico ed epidemiologico che dimostrano come molte malattie (tubercolosi, difterite, polmonite, ecc.) cominciarono a declinare ben prima dell'introduzione di cure efficaci. 2

È cosa ben nota, anche ai non addetti ai lavori, che gli esseri umani e gli animali, sani o malati che siano, convivono da sempre con migliaia di microbi, virus e batteri, in gran parte assolutamente innocui. Alcuni sono addirittura utili, come l'escherichia coli, che colonizza l'intestino e aiuta la digestione. Perfino microbi patogeni provocano malattie gravi solo in individui con il sistema immunitario indebolito. Eppure gli scienziati sono sempre

Page 12: AIDS - Ingannati€¦ · AIDS Ecco a voi l’orco cattivo Per il controllo delle masse è indispensabile ricorrere alla paura; è indispensabile creare ed amplificare un nemico, una

228

ossessivamente alla ricerca di nuovi virus e batteri, nella speranza di attribuire loro la causa di malattie che ritengono altrimenti inspiegabili. Le conseguenze di questa unica direzione di ricerca spesso sono rovinose perchè ritardano la comprensione della vera causa e determinano la morte di molte persone. In passato lo scorbuto, la pellagra e il beriberi (solo per citare esempi eclatanti) sono state per lungo tempo attribuite a batteri, benché già allora alcuni ricercatori avessero dimostrato che erano dovute a carenze alimentari. Robert William, scienziato a cui si deve la scoperta della vitamina B1, così ha commentato questo atteggiamento dei cacciatori di microbi: "...la batteriologia era arrivata ad essere la pietra angolare dell'istruzione medica. A tutti i giovani medici era stata talmente istillata l'idea che le malattie erano causate da un'infezione, che ben presto venne accettato come assiomatico il concetto che non poteva esserci altra causa".3

Ma nonostante tutto questo, la memoria di passate epidemie continua a suscitare angoscia e terrore. Poiché il virus è sempre un ottimo mezzo per creare panico, ci sono motivi molto poco nobili per cui ad ogni ipotetica nuova patologia si attribuisce sempre più spesso una genesi virale. Attraverso la paura infatti si possono convogliare immense somme di denaro e indottrinare la popolazione verso le terapie e i comportamenti voluti. Così, allo stesso modo, comincia l'incredibile storia dell'Aids.

3. ESISTE DAVVERO IL RETROVIRUS HIV?

Non esiste un documento scientifico ufficiale che provi che il cosiddetto HIV, ammesso che esista, provochi l'Aids. A dispetto di ciò che viene costantemente propagandato, il virus della immunodeficienza umana HIV non è stato mai isolato e fotografato. Le recenti scoperte derivate dal Progetto Genoma Umano hanno peraltro messo in grave crisi il concetto stesso di retrovirus.

COME NASCE IL PROBLEMA HIV

Nell'aprile del 1984 il dottor Robert Gallo annunciò in una conferenza alla stampa internazionale di aver scoperto un nuovo retrovirus che aveva chiamato HTLV-III (oggi conosciuto come HIV), e questo era "la probabile causa dell'AIDS". Lo stesso giorno Gallo presentò il brevetto per un test di anticorpi, ora generalmente riportato come "il test dell'AIDS". L'annuncio prese di sorpresa persino gli scienziati presenti tra il pubblico. Gallo aveva scavalcato una parte essenziale del processo scientifico: non aveva pubblicato i risultati delle sue ricerche in nessuna pubblicazione medica o scientifica, né li aveva sottoposti al normale processo di revisione tra colleghi prima di essere annunciati al pubblico. Quando alla fine la "prova di Gallo" fu pubblicata settimane più tardi, vennero fuori numerosi problemi. Le procedure di laboratorio che Gallo e i suoi collaboratori utilizzavano per provare l'isolamento vennero osservate soltanto nel 36% dei suoi pazienti di Aids, e soltanto 88% era positivo al test "degli anticorpi HIV". Inoltre, per assicurare che soltanto i pazienti in AIDS e non l'intero gruppo di controllo risultasse positivo al test

Page 13: AIDS - Ingannati€¦ · AIDS Ecco a voi l’orco cattivo Per il controllo delle masse è indispensabile ricorrere alla paura; è indispensabile creare ed amplificare un nemico, una

229

degli anticorpi, egli aveva diluito il sangue 500 volte. A diluizioni minori troppi soggetti sani del gruppo di controllo risultavano positivi al test. Questi fatti dovrebbero essere sufficienti a gettare seri dubbi sulle affermazioni di Gallo che egli avrebbe scoperto un nuovo retrovirus come "probabile causa dell'AIDS". Grazie a questa "scoperta", Gallo oggi percepisce l'1% dei proventi mondiali derivati dai test HIV. Tutta la carriera di Gallo è costellata di episodi che di scientifico hanno molto poco. Un eccellente elenco di quanto corrotta, ingannevole (e probabilmente perfino criminale) è stata la sua ricerca, può essere trovato nel libro "Science Fiction", di John Crewdson, un giornalista scientifico del Chicago Tribune. In realtà, tutto quello che aveva scoperto Gallo era una attività enzimatica che lui attribuiva al presunto retrovirus, e le fotografie che mostrò erano di particelle simil-virali senza nessuna prova che fossero virus.4

A tutt'oggi il vero virus non ancora stato isolato, e le foto che vengono spesso mostrate sulle copertine dei giornali sono sempre e soltanto realizzazioni grafiche di fantasia. Eppure, grazie a quella famosa conferenza stampa, da quel momento tutto il mondo ha cominciato a credere che l'Aids fosse dovuto ad un virus. Così è nato il problema HIV e così dal 1984 ad oggi sono stati pubblicati più di 10.000 studi sull'HIV, ma nessuno di questi ha potuto dimostrare in maniera plausibile o provare in modo concreto che l'HIV causi l'AIDS. A tutt'oggi non esiste un documento scientifico ufficiale che fornisca una prova definitiva.

KARY MULLIS

Il premio Nobel Kary Mullis, inventore della PCR (Polymerase Chain Reaction), ha cercato invano per anni questo fondamentale documento. Di conseguenza ad ogni occasione, congresso scientifico, conferenza, seminario o incontro ha interpellato svariati virologi ed epidemiologi su dove trovare il riferimento bibliografico che spiegasse come l'HIV provochi l'AIDS. Ma nessuno dei colleghi è mai stato in grado di precisarlo. E neanche Montagnier e Gallo (considerati i massimi esperti mondiali di Aids) sono stati in grado di fornirglielo. Perché non esiste.5

LA "PROVA" FORNITA DAL NIAID

Per mettere una toppa a questa grave carenza, nel 1994 l'Ufficio di Comunicazione del NIAID/NIH, National Institute of Allergy and Infectious Diseases /National Institute of Health, realizzò un documento intitolato: " La Prova che l'HIV è causa dell'Aids". È il documento più completo che si conosca che tenta di rispondere all'affermazione che l'HIV non è la causa dell'Aids. Ma questo elaborato, che viene spesso citato come prova definitiva, di fatto non è documento scientifico, come hanno dimostrato in una puntuale confutazione alcuni ricercatori internazionali.6 Oltre ad essere un documento anonimo, è infatti seriamente screditato dal mancato rispetto degli standard scientifici e fallisce nel fornire una prova credibile a sostegno del suo assunto

Page 14: AIDS - Ingannati€¦ · AIDS Ecco a voi l’orco cattivo Per il controllo delle masse è indispensabile ricorrere alla paura; è indispensabile creare ed amplificare un nemico, una

230

fondamentale. Si tratta quindi soltanto dell'ennesimo strumento di propaganda.

UNO SCIENZIATO CONTRO: PETER DUESBERG

Peter Duesberg, membro della prestigiosa National Academy of Science, è docente di biologia molecolare e cellulare presso la University of California a Berkeley, oltre ad essere un pioniere nella ricerca dei retrovirus e il primo scienziato ad aver isolato un gene del cancro. È uno dei pionieri più prestigiosi tra i dissidenti della ricerca. Gli ingenti finanziamenti di cui disponeva come ricercatore di fama mondiale gli sono stati drasticamente ridotti quando ha cominciato a mettere in dubbio il dogma Hiv- Aids e la teoria della trasmissione sessuale del morbo. Il primo marzo 1987 sulla prestigiosa rivista Cancer Research comparve un suo articolo in cui affermava che non vi erano prove convincenti del fatto che un retrovirus come l'HIV sia in grado di causare l'AIDS. Da allora Peter Duesberg è uno degli uomini più discussi d'America. Le sue ipotesi e le sue affermazioni sono state di volta in volta definite 'irresponsabili', 'pericolose', 'immorali', 'dannose' e perfino 'criminali'. Per alcuni Duesberg è una 'minaccia pubblica', per altri invece un 'novello Galileo' in lotta contro l'ottusità dominante. Secondo il direttore dell'autorevole periodico medico The Lancet, Duesberg è "probabilmente lo scienziato vivente più diffamato in assoluto", per altri addirittura "il Nelson Mandela dell'AIDS, colui che guida la lotta contro l'Apartheid dell'HIV". Nonostante le sue previsioni trovino sempre più conferme a livello epidemiologico, oggi è stato emarginato da una comunità scientifica che ha tutto l'interesse a perseguire una strada ricchissima di finanziamenti. Le sue tesi non sono ancora state confutate, mentre alle sue domande ed obiezioni si è risposto che: "...dovrebbe essergli impedito di parlare in televisione. Sì, una linea auspicabile sarebbe quella di impedire i confronti televisivi con Duesberg" (Nature, 1993)

INNOCUITA' DEI RETROVIRUS

Dal 1970, anno in cui si ipotizzò l'esistenza dei retrovirus, ne sono stati individuati ed isolati circa 200, tutti assolutamente innocui. Tutti meno quello HIV, che oltre ad essere assolutamente terribile è anche l'unico mai realmente isolato.

PROGETTO GENOMA E RETROVIRUS

Ma sin dal 2001, anno in cui sono arrivati i risultati del Progetto per la mappatura del Genoma Umano è stato chiaro che stava per essere irrimediabilmente buttato a mare il concetto stesso di "retrovirus". Per comprendere a fondo la questione è necessaria una breve digressione di storia della biologia. La visone accettata sin dagli anni '50 era che il DNA trascrive le informazioni al RNA, (e mai il processo inverso) attraverso una relazione

Page 15: AIDS - Ingannati€¦ · AIDS Ecco a voi l’orco cattivo Per il controllo delle masse è indispensabile ricorrere alla paura; è indispensabile creare ed amplificare un nemico, una

231

gerarchica rappresentata dal flusso unidirezionale DNA -> RNA -> proteine. Il RNA (acido ribonucleico), era quindi considerato l'umile messaggero del DNA (acido desossiribonucleico), che governava invece la cellula. Questo era il dato fondante del cosiddetto "Dogma Centrale della Genetica Molecolare", su cui si è basata tutta la biologia dagli anni cinquanta in poi. Il concetto di "retrovirus" prese forma quando nel 1970 fu scoperto, in estratti di certe cellule, un enzima (denominato poi "transcriptasi inversa") capace di convertire la molecola di RNA in DNA. I ricercatori, insomma, verificarono che alcuni RNA trascrivevano se stessi "all'inverso" al DNA. Ma (in ossequio al Dogma Centrale) si dissero che qualsiasi cosa causa la trascrizione dal RNA al DNA è da considerarsi eccezionale e deve essere una sorta di contaminazione virale (da cui il termine "retrovirus"). Dunque, negli anni '70, in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo la attività transcriptasica inversa venisse rivelata si riteneva che i retrovirus fossero presenti. Questo si dimostrò un grave errore, poiché era già noto agli inizi degli anni '80 che la medesima attività enzimatica era presente in tutta la materia vivente provando così che la transcriptasi inversa non aveva niente a che fare con i retrovirus per sé. 7

La questione è stata ben sintetizzata nel 1998 dal virologo Stephen Lanka: "...studiando la biologia evolutiva trovai che ognuno dei nostri genomi, e quelli delle maggiori piante e animali, è il prodotto della cosiddetta trascrizione inversa: RNA che si trascrive nel DNA. [...] L'intero gruppo di virus cui l'HIV apparterrebbe, i retrovirus [...] nei fatti non esiste per nulla". 8

Ciò nonostante molti scienziati non tennero conto di questa evidenza e continuarono a lavorare alacremente sull'ipotesi oramai falsificata. Ma gli ultimi sviluppi del Progetto Genoma Umano dimostrano ormai inequivocabilmente che il passaggio da RNA a DNA non è affatto una aberrazione, piuttosto è ciò che potrebbe spiegare la complessità umana. Il DNA sarebbe allora come una sorta di libreria dove il RNA va a prendere le informazioni che gli servono per governare la cellula. Il Dogma Centrale è soltanto una costruzione teorica che non ha retto alla prova dei fatti. Queste recenti scoperte segnano la fine del paradigma HIV/AIDS, e spiegano perché la scienza ha fallito la cura della malattia a dispetto di almeno venti anni di sforzi. Perché se l' HIV è un retrovirus, la teoria virale dell'Aids è priva di fondamento.

4. QUANTO SONO AFFIDABILI I TEST SULLA SIEROPOSITIVITÀ?

I test dell'Aids (Elisa e Westernblot) non sono attendibili perché, oltre a non essere precisi, esistono più di sessanta fattori diversi che possono dare dei falsi positivi. I test non sono standardizzati, i risultati variano da laboratorio a laboratorio, le linee guida per la loro interpretazione variano da paese a paese. Inoltre si può risultare positivi al Westernblot e negativi all'Elisa, o viceversa. Due sono le analisi fondamentali per stabilire la sieropositività in una persona: l'Elisa e il Western Blot. Nell'Elisa una miscela di proteine dell'Hiv reagisce con anticorpi nel siero prelevato dal paziente, provocando una variazione di colore nel preparato. Il test Elisa produce fino al 90% di errore in una sola direzione

Page 16: AIDS - Ingannati€¦ · AIDS Ecco a voi l’orco cattivo Per il controllo delle masse è indispensabile ricorrere alla paura; è indispensabile creare ed amplificare un nemico, una

232

(i negativi li fa diventare positivi, i positivi rimangono tali e quali). Nel WB, le proteine dell'Hiv vengono separate su una striscia di nitrocellulosa. Questo consente una reazione individuale delle singole proteine, che vengono visualizzate con una serie di bande di colore più scuro. L'esame WB viene utilizzato di solito a conferma di un test Elisa positivo, ma risulta altamente impreciso anch'esso.

NON ESISTONO CRITERI STANDARD

Prima del 1987 una sola banda Hiv specifica era considerata come prova di un avvenuto contagio, in seguito si venne a scoprire che il 25% degli individui sani - e non a rischio - presentano bande Hiv specifiche e quindi fu urgente ridefinire un WB positivo aggiungendo bande extra e selezionandone di particolari. Ma anche in tal modo i problemi sono sempre presenti: su 89.547 campioni di sangue analizzati, prelevati da degenti non a rischio ed in maniera anonima in 26 ospedali americani, una percentuale del 21,7% dei maschi e il 7,8% delle femmine risultò positiva al test WB. Quindi la correlazione tra anticorpi Hiv e Aids, comunemente accettata dagli esperti, sembra un'invenzione dell'uomo. L'artificiosità di tale relazione è evidente nel dato di fatto che istituti e nazioni differenti stabiliscono come test di sieropositività serie di bande WB diverse. Questo comporta che in Australia un test richiede quattro bande per essere positivo, mentre negli USA ne sono sufficienti due o tre, che siano o meno le stesse bande richieste in Australia. In Africa, addirittura, basta una sola banda. A conti fatti, una persona esaminata ipoteticamente lo stesso giorno nei tre differenti luoghi, può risultare sieropositiva in un paese e sieronegativa in altri. Il sistema di valutazione varia addirittura da laboratorio a laboratorio di uno stesso stato e, nella medesima sede di analisi, anche da un giorno all'altro si possono riscontrare risultati differenti! Uno documentario che la Meditel Produzioni ha realizzato a Londra per la BBC nell'ottobre 1996 mostrò che un campione di sangue fornito da un volontario fu valutato tre volte positivo e due volte negativo nello spazio di un mese.

I FALSI POSITIVI

A rendere la tragicommedia una vera tragedia è la possibilità che ad una o più bande si possa verificare una falsa reattività. La reazione al test, evidentemente instabile, è spesso associata ad un aumento aspecifico delle immunoglobuline, il che si verifica in molte situazioni, come nel corso di malattie autoimmuni, di infezioni croniche, di malaria, di parassitosi, talvolta anche per motivi banali come una vaccinazione antinfluenzale. Sono stati contati circa 60 fattori estranei all'HIV che possono determinare un test positivo. Secondo gli esperti queste reattività vengono innescate da anticorpi non Hiv (che tutti noi possediamo) reagenti alle proteine Hiv. In parole povere, un anticorpo che reagisce ad una determinata proteina non è necessariamente un anticorpo prodotto dal sistema immunitario come risposta specifica a quella certa proteina. E quindi le popolazioni povere dell'Africa, il continente con il

Page 17: AIDS - Ingannati€¦ · AIDS Ecco a voi l’orco cattivo Per il controllo delle masse è indispensabile ricorrere alla paura; è indispensabile creare ed amplificare un nemico, una

233

maggior numero di casi di sieropositività, esposte ad una miriade di infezioni e che producono moltitudini di anticorpi, avranno una falsa reattività ai test molto più alta che in altri paesi.

IN DEFINITIVA: NESSUN VALORE AI TEST

La positività ai test ha un valore sostanzialmente nullo perchè: o essa è correlata in modo comunque incompleto a molte malattie, sia immunodepressive che non, anche estranee all'AIDS; o essa è però correlata anche ad un ottimo stato di salute, come dimostrano i milioni di sieropositivi, sanissimi da molto tempo; o essa, sicuramente, non dimostra la presenza dell'HIV o di qualsiasi altro virus; o essa, contrariamente a quanto si è voluto dare a credere, non equivale affatto ad una sentenza di morte: anche le disparate sindromi patologiche definite AIDS possono regredire quando l'organismo del paziente non è molto compromesso. Mentre l'utilità dei test è nulla, il loro danno può essere immenso perchè: o la comunicazione al paziente del risultato positivo al suo test dell'AIDS provoca quasi sempre un grave trauma psichico e può sconvolgere l'intera vita familiare, lavorativa, affettiva e sociale; qualcuno in passati si è anche suicidato. o non di rado la diagnosi di AIDS basata su questi test spinge i medici e il paziente ad intraprendere una terapia con AZT o altri "anti-retrovirali", che sono pesantemente tossici e producono effetti molto pericolosi.

5. ASSENZA DI CORRELAZIONE TRA SIEROPOSITIVITÀ E MALATTIA

La grandissima parte dei sieropositivi può vivere una vita assolutamente normale per decine di anni senza riscontrare alcun sintomo di malattia. Alla fine degli anni '80 venne creato un clima di terrore sostenendo che i sieropositivi fossero dei condannati a morte, destinati a morire nel giro di 18 mesi. Si dava per scontata la corrispondenza tra sieropositività e malattia conclamata, e che lo sviluppo dell'AIDS per i sieropositivi fosse inevitabile e solo una questione di tempo. In seguito si è riscontrato che soltanto una percentuale molto ridotta di sieropositivi sviluppa la malattia, mentre la gran parte dei cosiddetti "infetti" vive bene e a lungo senza mai riscontrare problemi. Eppure si continuarono a definire "malati asintomatici" le persone sieropositive. Da molti anni ricercatori indipendenti (tra cui il prestigioso Gruppo di Perth, in Australia) sostengono che, poiché non è mai stata scientificamente provata la correlazione tra HIV e AIDS e la reale validità dei test, la cosiddetta sieropositività non significhi assolutamente nulla. HIV:

UNO STRANO TIPO DI VIRUS

Un grosso problema della teoria dell'AIDS è che i ricercatori non sono stati mai in grado di scoprire nelle persone sieropositive una quantità di virus tale da compromettere la salute. Ed un altro fatto clamoroso è che l'HIV non è citotossico; questo significa che quando il virus si moltiplica non distrugge le

Page 18: AIDS - Ingannati€¦ · AIDS Ecco a voi l’orco cattivo Per il controllo delle masse è indispensabile ricorrere alla paura; è indispensabile creare ed amplificare un nemico, una

234

cellule presenti, come fanno invece altri virus che distruggono le cellule che infettano. L'eminente virologo Peter Duesberg così commenta questo fatto: "il virus infiltra o infetta un numero molto basso di cellule, appena una su 100mila. Per essere nocivo, per uccidere (...) un microbo deve pur fare qualcosa. Altrimenti è come tentare di conquistare la Cina uccidendo tre soldati al giorno"9 Secondo Duesberg l'HIV si comporta come uno dei numerosissimi innocui microbi di transito sempre presenti nel corpo umano. Ed è esso stesso innocuo. Il fatto che milioni di persone abbiano contratto l'Hiv alla nascita eppure siano adulti sani è l'argomento più significativo, secondo Duesberg, contro l'ipotesi Hiv-Aids, perché dimostra che l'Hiv non può essere un agente patogeno letale.

VENTI ANNI DI INCUBAZIONE?

Per giustificare questo comportamento innocuo del HIV si è trovato l'espediente di definirlo un "lento virus", cioè un virus che agirebbe sui tempi lunghi. Tutte le malattie infettive virali, salvo rare eccezioni, hanno una incubazione breve, di pochi giorni o settimane. Invece l'incubazione del virus dell'AIDS è stata calcolata inizialmente attorno ai 18 mesi, per aumentare poi di anno in anno, fino a raggiungere nel 1992, i 10/14 anni. Oggi addirittura si sostiene che l'incubazione arrivi a più di 20 anni (cioè si può tranquillamente convivere con l'Hiv per tale periodo senza avere nessun sintomo di malattia).

HIV, IL VIRUS CHE NON C'È

La letteratura medica ha registrato finora più di 5000 casi di AIDS sieronegativi (cioè presentano i sintomi ma non vi è presenza di HIV). Ma una peculiarità delle malattie infettive virali è che hanno una causa unica (il virus), e ovviamente non possono verificarsi in sua assenza. Così non c'è varicella senza il virus della varicella, non c'è morbillo senza il virus del morbillo e così via. Di conseguenza in teoria non può esistere Aids senza la presenza del cosiddetto retrovirus HIV. Eppure...

6. COSA È DAVVERO L'AIDS

L'Aids, più che una malattia specifica, è una definizione che comprende un alto numero di malattie già conosciute. Queste malattie non sono affatto associate sempre ad immunodeficienza, sono definite AIDS solo se associate ad un test positivo.

L'AIDS È UNA CATEGORIA, NON UNA MALATTIA

Nessuna delle diverse malattie che attualmente definiscono l'AIDS è recente e nessuna si manifesta esclusivamente in persone sieropositive. Di fatto AIDS è il nuovo nome che i CDC (Centers for Disease Control)10 americani hanno dato

Page 19: AIDS - Ingannati€¦ · AIDS Ecco a voi l’orco cattivo Per il controllo delle masse è indispensabile ricorrere alla paura; è indispensabile creare ed amplificare un nemico, una

235

ad un insieme di affezioni comuni più o meno gravi, tra cui micosi, herpes, diarrea, alcune polmoniti, salmonella, tubercolosi. Se una persona ha la tubercolosi e risulta positiva al test allora "ha l'AIDS". Se invece ha la tubercolosi ed il test è negativo, allora ha "soltanto la tubercolosi". È addirittura possibile che venga definito malato di Aids, (sindrome da immunodeficienza acquisita), chi non ha nemmeno presenza di immunodepressione!

LA MALATTIA SI ADATTA ALLA DEFINIZIONE

La definizione di AIDS ha subito varie modificazioni, nel 1986, nel 1987 e nel 1993 e ad ogni revisione il numero delle condizioni patologiche ritenuto correlato all'AIDS viene aumentato: attualmente esse sono ben 29, e tutte già conosciute prima dell'AIDS. Esemplare è il caso dell'ultima revisione: Il 1° gennaio 1993 i CDC decisero di includere nella definizione di AIDS non una malattia, ma una condizione. Chi aveva un numero di linfociti T inferiore a 200 (anche se perfettamente sano) veniva incluso tra i malati di AIDS. Questo ha fatto sì che il numero di casi di AIDS negli Stati Uniti raddoppiasse artificiosamente nel giro di una notte. Questa ricorrente variazione ha portato ad una continua dilatazione del numero dei soggetti definiti "malati di AIDS": se, ad esempio, negli Stati Uniti con la definizione del 1986 potevano essere definiti malati di AIDS mille pazienti, con quella del 1987 sarebbero diventati 1.300 e con quella del 1993 avrebbero raggiunto il numero di 2.275.11

Di recente è stata inclusa nell'elenco una nuova patologia tipicamente femminile, il cancro della cervice. Come ha svelato P. Duesberg: "...la ragione di questa aggiunta è solo politica: è stata dichiaratamente inserita per aumentare il numero delle femmine malate di AIDS, creando così l'illusione che la sindrome si stia diffondendo tra gli eterosessuali".12

L'AIDS NON È UGUALE IN TUTTO IL MONDO

Anche qui, come per i test di sieropositività, non esiste un criterio universalmente riconosciuto per la definizione della sindrome. La regola per stabilire cosa sia l'AIDS varia da nazione a nazione: la definizione di AIDS negli Stati Uniti è diversa da quella europea che a sua volta è diversa dalla definizione africana. La WHO, (World Health Organization)13 in Africa utilizza per definire l'AIDS due definizioni nettamente diverse, nessuna delle quali corrisponde ai criteri utilizzati negli USA o nella UE. Generalmente in Africa non si richiede il test HIV, ma è sufficiente che un paziente presenti tre dei principali sintomi clinici (perdita di peso, febbre e tosse) più un sintomo minore (è sufficiente un prurito generalizzato) per poterlo dichiarare affetto da AIDS. E questo, come si vedrà più avanti, spiega la reale consistenza della presunta "catastrofe africana" .

7. L'INFETTIVITA' E LA TRASMISSIONE SESSUALE

Page 20: AIDS - Ingannati€¦ · AIDS Ecco a voi l’orco cattivo Per il controllo delle masse è indispensabile ricorrere alla paura; è indispensabile creare ed amplificare un nemico, una

236

Il virologo Peter Duesberg è assolutamente convinto che l'Hiv non sia infettivo. Nel suo libro " Inventing the Aids virus" (1996), tra l'altro afferma: " Negli ultimi 14 anni oltre 500.000 pazienti di Aids sono stati curati da un sistema sanitario che comprende cinque milioni di medici, infermieri e ricercatori nessuno dei quali è stato vaccinato contro l'HIV. (...) quattordici anni dopo non c'è neanche un caso nella letteratura scientifica di un operatore sanitario che abbia presumibilmente contratto l'AIDS da un malato. Proviamo ad immaginare come sarebbe la situazione se 500.000 malati di colera, epatite, sifilide, influenza o rabbia fossero stati curati per 14 anni da personale medico e paramedico privo di vaccini e farmaci adeguati... migliaia avrebbero contratto quelle malattie." A distanza di quasi dieci anni dall'uscita del libro le cose non sono affatto cambiate. Questo, secondo Duesberg, significa una sola cosa: "l'AIDS non è infettivo".

LA TRASMISSIONE SESSUALE

"Basta un solo rapporto!". Per anni questo è stato il terribile ammonimento che tutti i mezzi di comunicazione hanno continuamente diffuso. Ed invece la trasmissione sessuale, che secondo gli "esperti" sarebbe il veicolo principale della diffusione del virus, si è dimostrata essere estremamente inefficace, dipendendo anche da più mille rapporti sessuali a soggetto per una reale possibilità di contagio. Nel 1997 un gruppo di studiosi statunitensi14 ha pubblicato i risultati di dieci anni di studi sulla trasmissibilità dell'Hiv tra eterosessuali nel nord della California. Lo studio ha stabilito che la trasmissione da maschio a femmina è estremamente bassa, approssimativamente lo 0.0009 per contatto sessuale, e approssimativamente otto volte minore è la trasmissione da femmina a maschio. Questo significa che una femmina dovrebbe avere almeno 3330 rapporti sessuali per raggiungere il 95% di probabilità di infezione.

Quindi, con la frequenza ipotetica di un rapporto sessuale al giorno, ci vorrebbero 2 anni e due mesi per avere il 50% di possibilità di infezione, e 9 anni per raggiungere il 95%. Nel caso inverso, da femmina sieropositiva a maschio, la trasmissione dell'Hiv richiederebbe almeno 27.000 rapporti sessuali per arrivare al 95% di probabilità di trasmissione (cioè 74 anni di rapporti sessuali giornalieri!). Se davvero la diffusione del virus fosse dovuta al sesso, l'Hiv sarebbe scomparso da tempo. Ed infatti, nonostante l'allarmismo, l'AIDS è rimasto confinato a gruppi in cui sono presenti fattori di rischio ben precisi: a) tossicodipendenti: (circa il 32% dei malati in USA e il 60% in Italia) si tratta di individui che oltre a subire gli effetti negativi dell'eroina, della cocaina, dell'alcool, delle anfetamine e di altre sostanze psicotrope (molte droghe hanno effetto depressivo sul sistema immunitario), si alimentano in maniera scorretta ed insufficiente e sono colpiti in modo più o meno continuo da infezioni multiple. In queste condizioni di vita l'immunodepressione è garantita. b) omosessuali maschi: (circa il 62% in USA e il 48% in Europa) il problema riguarda sopratutto gli utilizzatori sistematici di droghe multiple, cocaina, extasy, alcool, poppers e nitriti assunti per via inalatoria a forti dosi (i

Page 21: AIDS - Ingannati€¦ · AIDS Ecco a voi l’orco cattivo Per il controllo delle masse è indispensabile ricorrere alla paura; è indispensabile creare ed amplificare un nemico, una

237

nitriti sono sostanze molto reattive, causano immunodepressione, e vengono utilizzati per il loro effetto afrodisiaco e rilassante per la muscolatura sfinterica). c) emofiliaci e politrasfusi (circa l'1% in USA e il 3% in Europa). I carichi di proteine estranee sono essi stessi immunodepressivi sia in emofiliaci sieropositivi che sieronegativi.15

8. PREVISIONI CATASTROFICHE E STATISTICHE FASULLE

"Entro il 1996, dai 3 ai 5 milioni di statunitensi risulteranno positivi all'HIV e un milione morirà di AIDS" (Antony Fauci, direttore del NIAID - New York Times 14.1.86) "Entro il 1990 un eterosessuale su cinque sarà morto di AIDS" (Oprah Winfrey, The myth of hetherosexual AIDS, 1987) Da anni ormai l'Aids è in costante decremento ed è rimasta una malattia marginale, a dispetto di tutte le previsioni catastrofiche diffuse negli anni scorsi. Come mai allora tutti i mezzi di informazione continuano a diffondere statistiche sempre più allarmanti? È possibile solo a costo di barare sui dati reali, con alcuni piccoli ma efficaci trucchi. Il primo è quello di presentare i dati cumulativi invece che suddividerli correttamente anno per anno. È evidente che se si sommano i dati di venti anni di rilevazioni il numero dei malati conclamati e dei sieropositivi sembra essere sempre in costante aumento. Il secondo è quello di ampliare (arbitrariamente) di quando in quando il numero delle patologie che vengono correlate alla sindrome. Così dal 1° gennaio 1993 chi ha un numero di linfociti T inferiore a 200 (anche se perfettamente sano) viene incluso tra i malati di AIDS. Questo ha fatto sì che il numero di casi di AIDS negli Stati Uniti raddoppiasse artificiosamente nel giro di una notte. Il terzo trucco, il più puerile ma il più utilizzato, è quello di presentare le "stime degli esperti" al posto dei dati effettivamente riscontrati. Le stime, oltre ad essere assolutamente opinabili, sono sempre al servizio del terrorismo mediatico: secondo le stime che venivano presentate dieci anni fa (con previsioni di aumento esponenziale anno per anno) oggi la metà della popolazione italiana avrebbe dovuto essere sieropositiva! La realtà è molto diversa: nel 2004 i sieropositivi in totale sono circa 130.000, che rappresentano meno dello 0,003% della popolazione italiana, mentre i casi di Aids conclamato totali dal 1982 ad oggi sono stati complessivamente 53.686.16

LE STATISTICHE AFRICANE

Ma la situazione più inverosimile riguarda l'Africa ed il Terzo Mondo: da molti anni vengono diffuse cifre catastrofiche da parte dell'UNAIDS, l'organizzazione del WHO che si occupa di Aids, che dimostrerebbero una crescita impressionante dell'epidemia. Alla fine del 2004, nel documento denominato "AIDS Epidemic Update 2004" si è arrivati alla ragguardevole cifra di "39,4 milioni di persone che vivono con l'Hiv - (ma che potrebbero variare da 35,9 milioni a 44,3 milioni - sic) con un numero di morti di pari 3,1 milioni (ma che potrebbe variare da 2,8 a 3,5 milioni - sic ). Quando si analizza con attenzione questo documento dell'UNAIDS ci si accorge che si tratta soltanto di "...stime basate sulle migliori informazioni ottenibili" (sic). Molte pagine del documento

Page 22: AIDS - Ingannati€¦ · AIDS Ecco a voi l’orco cattivo Per il controllo delle masse è indispensabile ricorrere alla paura; è indispensabile creare ed amplificare un nemico, una

238

si diffondono su temi come la difesa delle donne dall'Aids (e perché non degli uomini?) o sulla presunta diffusione del morbo in Asia, ma nulla di più su come si arrivi a queste cifre. Null'altro viene detto sul metodo di indagine utilizzato per stabilire i dati (peraltro così incerti). Eppure si tratta del documento ufficiale della massima organizzazione mondiale sull'Aids e su di esso si basa tutta l'informazione che viene diffusa dai media. Nel 1998 la pluripremiata giornalista inglese Joan Shenton, realizzando vari programmi tv sul tema, aveva esaminato criticamente questo sistema di calcolo: "Nei primi anni '90, il Programma Globale sull'AIDS del WHO (che più tardi venne sostituito dall'UNAIDS) dava impiego fino a 3.000 persone. Essi fornivano continuamente dati molto gonfiati alla stampa, e i rappresentanti ufficiali cominciarono a riportare questi casi stimati di Aids negli incontri pubblici per battere cassa coi finanziamenti, facendo sparire silenziosamente i dati realmente riportati. Mettemmo alla prova questi dati in un meeting alla London School of Hygiene and Tropical Medicine nel 1993, e ci fu una imbarazzata ammissione che quello che loro presentavano come dato di fatto, altro non era che un lavoro di supposizione" (...) "In altre parole, gli africani possono tranquillamente andare a dormire con la consapevolezza che i presunti milioni di conterranei, donne e bambini ammalati di Hiv-Aids sono semplici "calcoli" fatti da un "programma al microcomputer" che usa un "modello di database" preparato dallo screditato e ormai defunto Programma Globale sull'AIDS del WHO. Per fortuna la realtà sul territorio non conferma nemmeno lontanamente l'immagine dell'epidemia"17.

Infatti il WHO, attraverso il W.E.R. Weekly Epidemilogical Report, un bollettino settimanale poco pubblicizzato, fino al 2002 diffondeva anche il numero dei casi effettivamente registrati. Così si può verificare che nel 1995, a fronte dei 4,5 milioni di sieropositivi stimati, quelli realmente accertati erano invece 422.735, meno del 10%! Mentre, ad esempio, i casi di AIDS effettivamente registrati in Africa nei dodici mesi dal 1999 al 2000 sono 81.565.18 Davvero poca cosa se si pensa che in Africa vivono 800 milioni di persone e ne muoiono più di 10 milioni all'anno, di cui un milione per malaria. Che abbia ragione il prof. Lugi De Marchi, psicologo clinico e sociale, quando afferma che queste stime vengano ottenute "con quel particolare metodo di calcolo chiamato dati in libertà"?19

Dal 2003 però il WHO diffonde solo le stime, senza fare più menzione dei casi realmente accertati. Viene il sospetto che la discrepanza tra casi veri e stimati sia talmente alta anche oggi che non sia più conveniente pubblicizzare i dati reali per chi ha fatto della lotta all'Aids il proprio business.

9. CATASTROFE AFRICANA?

L'ultimo dato sui casi realmente accertati di AIDS in Africa è stato diffuso dal WHO nel 2002: corrisponde a 1.111.663 casi totali cumulativi (dall'inizio dell'epidemia ad oggi)20. Ben lontana dalle stime fornite, questa cifra rappresenta comunque un numero consistente di esseri umani. Ci sarebbe da preoccuparsi, se non sapessimo come si arriva in realtà ad ottenere la cifra suddetta.

Page 23: AIDS - Ingannati€¦ · AIDS Ecco a voi l’orco cattivo Per il controllo delle masse è indispensabile ricorrere alla paura; è indispensabile creare ed amplificare un nemico, una

239

COME SI DIVENTA CASI DI AIDS IN AFRICA

Come già riferito, l'Aids in Africa non è quasi mai diagnosticata con il test dell'HIV (troppo costosi e non sempre disponibili) ma in base a sintomi clinici. È sufficiente che un paziente presenti tre principali sintomi clinici (perdita di peso, febbre e tosse) più un sintomo minore (anche un prurito generalizzato) per poterlo dichiarare affetto da AIDS. Questo in pratica significa che gli africani che soffrono di malattie da sempre presenti in quelle zone ora sono classificati come vittime dell'AIDS. Così in Africa le statistiche sull'Aids possono essere gonfiate artificiosamente da una definizione capace di raggruppare sotto il suo largo ombrello malattie antiche (come febbre, diarrea, tubercolosi o malaria) cambiandone il nome. Ma le cause di malattia in Africa continuano ad essere la crescente povertà, la malnutrizione, l'inquinamento dell'acqua, la mancanza di igiene. Nei paesi del Terzo mondo si continua, purtroppo, a morire per gli stessi tragici motivi per cui si muore da sempre. Soltanto che ora la maggior parte di questi decessi sono rubricati come AIDS. Per questi problemi storici non viene invocato nessun massiccio aiuto internazionale, preferendo spingere quei programmi "umanitari" che mirano ad assoggettare quante più persone possibile ai farmaci e ai test delle multinazionali occidentali.

IL RAPPORTO KRYNEN

Due leader d'un gigantesco programma francese di volontariato sull'AIDS, i coniugi Krynen, dopo cinque anni di permanenza nel presunto epicentro dell'epidemia africana con un'equipe di 150 medici e paramedici europei, hanno smontato totalmente i dati della finta epidemia: "In Africa, politici, operatori sanitari e utenti dei servizi hanno tutto l'interesse a gonfiare i dati della malattia per il semplice fatto che, per chi si occupa di Aids, sono disponibili enormi fondi internazionali". E continuavano, con un pizzico di humour nero: "Se in Africa sei un semplice affamato, nessuno si occupa di te, ma se sei un malato di Aids 750 organizzazioni assistenziali occidentali e le Nazioni Unite sono pronte a coprirti di cibo e pacchi-dono (...) Il giorno in cui non ci sarà più l'Aids se ne andrà il benessere"21.

HARVEY BIALY

Il microbiologo Harvey Bialy ha trascorso otto anni nel continente africano per compiere ricerche scientifiche. In una intervista intitolata significativamente "L'epidemia di AIDS in Africa: un mito tragico" sostiene che non vi è assolutamente nessuna prova convincente che L'Africa si trova nel mezzo di una nuova epidemia di immunodeficienza infettiva, e che sono stai gli ingenti fondi internazionali disponibili per la ricerca AIDS/Hiv ad incentivare medici e politici a riclassificare come Aids malattie tradizionalmente presenti nel continente22.

Page 24: AIDS - Ingannati€¦ · AIDS Ecco a voi l’orco cattivo Per il controllo delle masse è indispensabile ricorrere alla paura; è indispensabile creare ed amplificare un nemico, una

240

ENORMI RISORSE A DISPOSIZIONE

Per lo studio e la prevenzione dell'AIDS in Africa sono già stanziate risorse enormi rispetto a quelle destinate ad altre malattie veramente pericolose, come la malaria, che nell'Africa sub-sahariana uccide più di un milione di persone all'anno. Il Governo dell'Uganda, che ha potuto investire nel 1993 solo 57.000 dollari nella prevenzione e nel trattamento della malaria, ha ricevuto invece ben 6 milioni di dollari per la lotta contro l'AIDS. Così la presunta "catastrofe" diventa il grande business del secolo ed oggi esistono migliaia di organizzazioni non governative che operano in Africa nel campo dell'Aids: soltanto in Uganda se ne contano più di 700.

MADRI AFRICANE SIEROPOSITIVE

I progetti più recenti delle numerose associazioni che prosperano con la lotta all'AIDS in Africa si stanno ponendo l'obiettivo di sottoporre al test Hiv quante più persone possibile. Ma, come già abbiamo avuto modo di chiarire, particolari malattie da sempre presenti nel continente africano possono causare frequentemente una falsa reazione di positività al test Hiv. E perfino la condizione di gravidanza è tra le prime cause (anche in occidente) di falsa positività. A cosa serva allora questo screening di massa, oltre che ad incrementare a dismisura gli introiti delle multinazionali farmaceutiche produttrici del kit, è difficile comprenderlo. Questo non ha scoraggiato le cosiddette "associazioni umanitarie" dall'utilizzare il terrorismo mediatico per reclamare fondi. Una recente, massiccia (e costosa) campagna pubblicitaria della italiana CESVI invitava a donare soldi affermando che "...in Africa una madre su tre è sieropositiva".

IL CASO DEL PRESIDENTE SUDAFRICANO MBEKI

Nel 2000 cinque multinazionali farmaceutiche, sotto l'apparente veste di un progetto umanitario, proposero di abbassare i prezzi dell'AZT e di farmaci analoghi per utilizzarli massicciamente su donne incinte e neonati nei paesi del terzo mondo, per la cura e la profilassi della "infezione da HIV". Nello stesso anno, alla vigilia del Congresso mondiale sull'AIDS, il presidente sudafricano Mbeki, preoccupato della manovra delle multinazionali, convocò una conferenza di specialisti internazionali per un dibattito aperto sugli effetti tossici dell'AZT e sulle alternative terapeutiche di trattamento dell'AIDS. Tanto bastò a scatenare nei giorni successivi il linciaggio da parte della stampa internazionale. Mbeki venne definito un "pazzo" e un "criminale". Venne accusato di oscurantismo e superstizione e perfino di attentare alla vita delle popolazioni africane. The Observer, tra gli altri, arrivò a scrivere: "Mbeki lascia morire nel dolore i bambini malati di AIDS". Eppure tra gli scienziati che aveva invitato alla conferenza c'erano premi Nobel, membri di Accademie delle Scienze, professori emeriti delle diverse discipline scientifiche. Quello che il presidente Mbeki proponeva era soltanto un libero dibattito, un confronto su dati reali, la verifica dell'efficacia di tali farmaci e sulla ben nota gravità degli

Page 25: AIDS - Ingannati€¦ · AIDS Ecco a voi l’orco cattivo Per il controllo delle masse è indispensabile ricorrere alla paura; è indispensabile creare ed amplificare un nemico, una

241

effetti collaterali. Non accettando supinamente che la popolazione sudafricana venisse sottoposta a dei trattamenti di scarsissima efficacia e di altissima tossicità23, la sua colpa, in sostanza, era quella di aver sfidato il potere dell'uomo bianco e di non essersi piegato agli interessi delle multinazionali farmaceutiche. Per pagare queste cosiddette "cure e profilassi" si prospettava tra l'altro un indebitamento del Sudafrica di un miliardo di dollari verso la Banca Mondiale. La conferenza fu, come temuto dagli "ortodossi", un momento di reale informazione, che permise a tutti gli scienziati dissidenti di esporre le loro tesi e mettere in grave crisi il dogma Hiv-Aids. E di fermare l'utilizzo dell'AZT nei paesi africani. Ma ancora oggi, nonostante le sue resistenze si siano rivelate oltremodo sagge e ragionevoli, il linciaggio mediatico nei confronti di Mbeki continua.

10. TERAPIE CHE UCCIDONO

Grazie al terrore creato intorno alla malattia sin dal suo apparire, è stato possibile far accettare la somministrazione di farmaci altamente tossici, che hanno portato benefici solo alle multinazionali che li producono. Nessuno dei sieropositivi rimasti sani per molti anni ha assunto questi farmaci (se non per sospenderli presto), mentre chi li ha presi per lunghi periodi sta male o è morto. Il famoso cestista Magic Johnson, e molti altri come lui che hanno rifiutato di curarsi con l'AZT e i farmaci retro virali, sta benone, nonostante sia stato dato per spacciato vari anni fa.

L'AZT

Sintetizzato sin dal 1964 come farmaco antitumorale, l'AZT rimase accantonato per 20 anni poiché si constatò sperimentalmente che le cavie leucemiche trattate morivano in numero maggiore di quelle non trattate. Data la sua elevatissima tossicità è impiegato come base per il veleno per topi! Ma nel 1984 la Wellcome, società che lo produce, lo tirò fuori di nuovo e, grazie al terrore ormai dilagante, riuscì a farlo approvare in gran fretta come farmaco anti-HIV. Molti scienziati del gruppo dei "dissidenti" sin dall'inizio della "epidemia" hanno lanciato l'allarme contro il suo uso, che è molto più pericoloso della sindrome stessa. Ben sei studi indipendenti hanno provato una tossicità del farmaco 1000 volte superiore a quella dichiarata dalla Wellcome. Il più grande studio mai effettuato sul farmaco, per numero di pazienti e durata, fu il "Concorde Trial", i cui risultati nel 1994 dimostrarono inequivocabilmente che tra i pazienti trattati non si verificava nessun beneficio, ed anzi si constatava un numero maggiore di decessi rispetto ai pazienti non trattati.24 Tra le conseguenza della somministrazione di AZT ci sono: distruzione del sistema immunitario, distruzione del midollo osseo, distruzione dei tessuti e della flora batterica intestinale, linfoma, atrofia dei muscoli, danni al fegato, al pancreas, alla pelle e al sistema nervoso. Se una persona sana venisse sottoposta ad un trattamento continuativo con AZT in pochi mesi subirebbe effetti devastanti, simili a quelli dell'AIDS conclamato, fino ad arrivare ad un tasso di mortalità prossimo al 100%. Eppure, grazie alla

Page 26: AIDS - Ingannati€¦ · AIDS Ecco a voi l’orco cattivo Per il controllo delle masse è indispensabile ricorrere alla paura; è indispensabile creare ed amplificare un nemico, una

242

strategia del terrore, questo farmaco così tossico, cancerogeno e privo di effetti benefici continua ad essere somministrato. Così la Wellcome (casa farmaceutica produttrice) ne ha venduto 0.9 tonnellate nel 1987, è passata a 44.7 tonnellate nel 1992, ed il suo profitto lordo cresce in maniera esponenziale di anno in anno.

GLI INIBITORI DELLA PROTEASI

Definiti miracolosi dai media, in realtà i benefici clinici di questi farmaci non sono a tutt'oggi ancora stati provati. Mentre la lista degli effetti collaterali aumenta progressivamente, insieme al numero di insuccessi - che vanno dalle deformità fisiche alle morti improvvise - testimoniando una realtà completamente diversa. E lo stesso scienziato che li ha ideati, il dott. David Rasnik, sostiene che ci sono forti dubbi sull'efficacia clinica di tali farmaci25.

IL COCKTAIL HAART

Per evitare questi effetti devastanti, in tempi più recenti si è suggerito di utilizzare l'azione combinata di più farmaci a dosaggi più bassi (il cocktail HAART). Questo ha portato ad ampliare in maniera considerevole il numero dei pazienti, o dei cosiddetti "malati asintomatici" che possono essere a lungo sottoposti a tali "terapie". Con vantaggi evidenti per le case farmaceutiche che invece di farsi concorrenza possono spartirsi una torta ancora più grande, coinvolgendo nella cura anche persone che stanno benissimo.

11. IL BAVAGLIO ALL'INFORMAZIONE

Tutte queste cose, benché sconosciute al grande pubblico, sono ben note nell'ambito degli addetti ai lavori. Ma una cortina di ferro è stata messa a protezione del castello per non farle conoscere alle masse, che devono continuare ad essere indottrinate verso il dogma ufficiale. Così, quei pochi e valorosi giornalisti che hanno provato a dare voce agli scienziati del dissenso ben presto hanno dovuto fare i conti con una censura feroce, che ha pochi eguali nel mondo contemporaneo. Celia Faber, giornalista statunitense, è stata tra le prime ad affrontare l'AIDS dal punto di vista "eretico". In un'intervista a Massimiano Bucchi ha dichiarato di avere incontrato "...difficoltà pazzesche. (...) hanno cercato di farmi fuori in tutti i modi. La mia carriera giornalistica è stata duramente segnata da questa storia. Ho avuto minacce da Act Up 26 , ci sono stati articoli terribilmente offensivi nei miei confronti da parte del "Native" 27 . Fin dall'inizio i boss dei NIH28 mi hanno detto chiaramente che mi avrebbero impedito di intervistare i loro ricercatori per via di quello che avevo scritto"29. Neville Hodgkinson è giornalista del Times ed esperto scientifico del Sunday Times. Dopo i primi articoli in cui fu sostenitore della teoria dominante, enfatizzando i rischi della diffusione del virus, si rese conto che le statistiche reali mostravano "...che non c'era traccia dell'esplosione dell'Aids che era stata annunciata". Così cominciò a considerare il punto di vista di Duesberg e dei

Page 27: AIDS - Ingannati€¦ · AIDS Ecco a voi l’orco cattivo Per il controllo delle masse è indispensabile ricorrere alla paura; è indispensabile creare ed amplificare un nemico, una

243

vari dissidenti. Scrisse un lungo articolo che riportava le ipotesi di questo gruppo di scienziati: " riuscimmo ad inserire un richiamo in prima pagina e di nuovo le reazioni furono isteriche (...) nessun argomento scientifico, solo cose del tipo «perché infastidite i vostri lettori con teorie non dimostrate quando c'è una grande emergenza in corso per la salute pubblica» - ma nulla che rispondesse alle osservazioni dettagliate che Duesberg e gli altri facevano". Sulla base delle successive esperienze di censura e attacchi personali oggi Hodgkinson dichiara: " Non credevo che si potesse essere così odiati solo per aver scritto delle cose o aver riportato le opinioni di scienziati che fino al giorno prima tutti ritenevano dei luminari. (...) Ad un convegno dove la mia casa editrice aveva chiesto l'autorizzazione per presentare il libro, uno scienziato si è fermato al nostro tavolo e ha detto ad un collega che lo accompagnava « se vedi in giro copie di questo libro in libreria o altrove, prendilo in mano e sputaci dentro in modo che nessun altro possa acquistarlo o leggerlo ». Non pensavo che degli scienziati, delle persone che dovrebbero essere aperte al confronto e alla libera espressione, potessero arrivare a tanto".30

John Maddox, direttore di "Nature", rivista scientifica custode dell'ortodossia, nel 1991 fece intravedere piccoli spiragli di apertura verso il gruppo dei dissidenti riunito sotto l'etichetta "Rethinking Aids", pubblicando un articolo intitolato "La ricerca sull'aids messa sottosopra"31, in cui si facevano piccole concessioni alle ragioni degli "eretici". Le reazioni degli scienziati ortodossi furono durissime, e benché nessuno portasse argomenti scientifici ma solo i consueti anatemi terroristici e invettive personali, Maddox si trovò costretto, nei mesi successivi, a rimangiarsi tutto, fino ad affermare che non bisognava più dare spazio alle opinioni di Duesberg (principale esponente del gruppo "Rethinking Aids"). Sulla questione due sedicenti scienziati italiani scrissero un articolo sulla stessa rivista sostenendo che: "...dovrebbe essergli impedito di parlare in televisione. Sì, una linea auspicabile sarebbe quella di impedire i confronti televisivi con Duesberg" .32

Da quel momento è scattata la censura sulle riviste scientifiche per ogni punto di vista alternativo (pur se documentatissimo e difficilmente confutabile). Semplicemente ogni ipotesi alternativa non doveva esistere. Oggi, anche se le previsioni dei dissidenti sono sempre più confermate, quasi tutta la stampa sembra essere allineata al dogma dominante. Ai pochi giornali e giornalisti che accettano le teorie alternative sull'Aids, l'unica possibilità rimasta è quella del silenzio, e non fungere da cassa di risonanza per le ormai screditate tesi dell'establishment medico dominante.

12. IL GRANDE AFFARE DELLA CATTIVA SCIENZA

La vicenda dell'AIDS è davvero speciale perchè mai nella storia della medicina così tanto denaro è stato riversato su una singola malattia. Di anno in anno le somme raccolte per la lotta all'AIDS si moltiplicano, fino ad arrivare alla cifra di 6,1 miliardi di dollari solo nel 2004. 33 Con 100 miliardi di dollari già spesi nei soli Stati Uniti, è la più grossa impresa industriale, vicina a quella del

Page 28: AIDS - Ingannati€¦ · AIDS Ecco a voi l’orco cattivo Per il controllo delle masse è indispensabile ricorrere alla paura; è indispensabile creare ed amplificare un nemico, una

244

dipartimento della Difesa. La vendita dei test HIV è diventata una fonte di immensi guadagni. Molti scienziati coinvolti nella ricerca sull'AIDS possiedono società che vendono test e hanno milioni di dollari in partecipazioni societarie. L'AIDS per questi individui è un affare estremamente remunerativo. I ricercatori e i medici che hanno carriere e stipendi legati al virus sono circa 100.000, in buona parte americani. I bilanci delle multinazionali del farmaco si accrescono di alcuni miliardi di dollari all'anno con la vendita dei farmaci antiretrovirali e dei test HIV. Organismi come USAID (U.S. Agency International Development), UNAIDS (United Nations AIDS program), WHO, ricevono stanziamenti annuali di centinaia e centinaia di milioni di dollari per combattere l'AIDS. Più di 1000 organizzazioni umanitarie raccolgono in totale centinaia di milioni di dollari all'anno per aiutare i malati di AIDS. Il problema non è quindi la crescita dell'AIDS, ma, per quanto paradossale e grottesco possa apparire, l'esatto contrario, la sua eventuale scomparsa. Sono ormai così imponenti gli interessi economici politici e burocratici legati al virus HIV che la sua morte prematura potrebbe sconvolgere parecchi equilibri. Così è una tragica ironia che proprio David Rasnik, scienziato che ha ideato gli inibitori della proteasi usati per la cura dell'AIDS, abbia dichiarato nel 1997: "Come scienziato che ha studiato l'AIDS per 16 anni, ho stabilito che l'AIDS ha poco a che fare con la scienza e che, fondamentalmente, non è nemmeno una questione medica. L'AIDS è un fenomeno sociologico tenuto in vita dalla paura, creato da una sorta di "maccartismo medico" che ha violato e mandato in rovina tutte le regole della scienza e che ha imposto a quella fascia di pubblico più vulnerabile una miscela di credenze e pseudoscienza" E la giornalista Joan Shenton ne ha spiegato i motivi : " Quello che ho imparato in questi anni è che la comunità scientifica non è più libera. Oggi la scienza può essere comprata e le voci individuali di dissenso facilmente ridotte al silenzio a causa delle enormi somme di denaro convogliate nel proteggere l'ipotesi prevalente, per quanto sbagliata possa essere. La politica, il potere e il denaro dominano il campo della ricerca scientifica cosi estesamente che non è più possibile sottoporre a verifica una ipotesi divenuta dogma." Su questo aspetto della cattiva scienza dell'AIDS malata di denaro, ci piace chiudere col sarcastico commento del premio Nobel Kary Mullis : "Un altro segmento della nostra società così pluralista - chiamiamoli medici/scienziati reduci dalla guerra perduta contro il cancro, o semplicemente sciacalli professionisti - ha scoperto che funzionava. Funzionava per loro. Stanno ancora pagandosi le loro BMW nuove con i nostri soldi"34.

L'Autore desidera ringraziare tutti i ricercatori che hanno messo a disposizione il frutto del loro lavoro, (in particolar modo il virologo triestino Fabio Franchi) e che spesso hanno visto le loro carriere troncate dalle loro affermazioni.

COPYRIGHT - Il presente scritto è riproducibile in rete, in tutto o in parte, purchè non venga modificato e ne vengano sempre citati la fonte e l'Autore.

1 Intervista a Luca Rossi in "Sex Virus" – Feltrinelli 2 cfr. tra gli altri : T. McKeown - The Role of Medicine. Dream, mirage or nemesis? 1976,T. P. Magill -The immunologist and the evil spirits – 1955 Journal of Immunology,

Page 29: AIDS - Ingannati€¦ · AIDS Ecco a voi l’orco cattivo Per il controllo delle masse è indispensabile ricorrere alla paura; è indispensabile creare ed amplificare un nemico, una

245

3 riportato in "Inventing the Aids Virus" Peter Dueberg - 1996 4 E. Papadopulos- Eleopulos et al. "Has Gallo proven the role of HIV in AIDS?" 1993 5 Cfr. "Ballando nudi nel campo della mente" di K.B. Mullis – Baldini e Castoldi, 2000. 6 "Rebuttal to the NIAID/NIH document" - Robert Johnston – co-fondatore di HEAL – Toronto; Mattew Irvin - co-fondatore di HEAL – Washington DC; David Crowe – presidente di Alberta Reappraising Aids Society 7 F. Franchi, "Alla ricerca del virus HIV", in Leadership Medica - 1997 8 Intervista a Stephen Lanka, di M. G. Conlan in Zengers Magazine - San Diego - October 1998 9 "Does HIV cause Aids? The Duesberg critique" – K.L. Billingsley, in Heterodoxy, febb. 1993 10 " Centers for Disease Control" Centri per il controllo delle malattie 11 F. Franchi, L. De Marchi "AIDS, la grande truffa" – ed. Seam 1996 12 "Inventing the AIDS virus", P. Duesberg - 1996 13 World Health Organization – Organizzazione Mondiale della Sanità 14 Padian et al. - 1997 15 "AIDS, la grande truffa", cit. 16 Aggiornamento 2004; Commissione Nazionale per la Lotta contro l’AIDS – Ministero della Salute 17 "Are 26 million Africans dying of AIDS?" - Joan Shenton 1998 18 W.E.R. n. 47 -26 november 1999, e W.E.R. n. 47 – 24 november 2000 19 F. Franchi, L. De Marchi "AIDS, la grande truffa" – ed. Seam 1996 20 - W.H.O. Weekly Epidemiological Report – n. 49, 6 dicembre 2002 21 riportato in "AIDS, la grande truffa", cit. 22 "How Africa became the victim of a non-existent epidemic of Hiv/Aids" - intervista di N. Hodgkinson 23 che proprio per questo motivo in Occidente stanno per essere accantonati 24 Concorde Coordinating Comittee, in Lancet, n. 343, 1994 25 Physician Desk Reference, 1994 26 Organizzazione gay negli U.S.A. 27 Giornale gay di New York 28 National Instutute of Healt 29 M. Bucchi – La scienza imbavagliata – ed. Limina 1998 30 riportato in "La scienza imbavagliata", cit. 31 in "Nature", 353, 1991 32 L. Checo Bianchi e G.B. Rossi in Nature, 362, 1993 33 dato fornito dal WHO, in " AIDS Epidemic Update 2004" 34 Kary Mullis, "Il caso non è chiuso" – in "Ballando nudi nel campo della mente", cit.

Page 30: AIDS - Ingannati€¦ · AIDS Ecco a voi l’orco cattivo Per il controllo delle masse è indispensabile ricorrere alla paura; è indispensabile creare ed amplificare un nemico, una

246