AGnneonV-nn.a1io 2011 - Azione Cattolica Trento · Cielo tra gli Angeli, gli spiriti celesti e i...

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Anno V - n. 1 Gennaio 2011 Mensile dell’Azione cattolica trentina -Aut. Trib. Trento nr. 768 del 23/05/1992 - Sped. inAP fil. Trento D.L. 353/2003 Poste Italiane S.P.A. Conv. in L. 27/02/2004 n. 46 art. 1, comma 2, DCB Trento - Dir. Resp.Alessandro Cagol - Via Borsieri, 7 - 38122 Trento - Contiene I.P.

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Anno V - n. 1

Gennaio 2011

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2 gennaio 2011

SOMMARIO

3 Essere testimoni4 Sia fatta la tua volontà,

come in cielo così in terra6 Quelle vite sospese8 I nostri auguri all’Italia

10 La S.P.E.S. - Trento: origini e situazione attuale12 Il Mese della Pace13 Leggere per crescere14 Educazione ed Amore: binomio inscindibile15 L’Agenda di Ac

Camminiamo Insieme

La carta utilizzata per questoprodotto è stampata daPublistampa Arti Grafiche

Con inserto Appuntamenti Assembleari febbraio 2011

Segreteria Acvia Borsieri, 7 - 38122 Trentotel. 0461 260985 • fax 0461 233551segreteria@azionecattolica.trento.itwww.azionecattolica.trento.it

Orario: mercoledì, giovedì e venerdìdalle 8.30 alle 11.00 edalle 13.00 alle 15.00

L’assistente diocesano, don Giulio Vivianiè presente in sede Ac:lunedì e venerdì mattina (dalle 9 alle 12)e giovedì pomeriggio (dalle 15 alle 18).

Chiusura in redazione12 gennaio 2011

«L’Europa, sappia riconciliarsicon le proprie radici cristiane;

saprà, così, sperimentaregiustizia, concordia e pace.»

(dal Messaggio del PapaLibertà religiosa, via della pace)

Sono le parole di JosefMayr - Nusser, presidentedei giovani dell’Azione cat-tolica della Diocesi di Tren-to (che comprendeva an-che Bolzano), che il 4 ot-tobre del 1944 pronunciòil suo “Signornò” all’ar-ruolamento forzato nelle SS pernon venir meno alla voce della sua coscienza di cristiano, testimoniando conil sacrificio della sua stessa vita il suo Sì al Signore. Nei giorni di festa ci hanno rag-giunto le notizie di attentati, dalla Nigeria all’Egitto, nei confronti delle comunità cri-stiane raccolte in preghiera per le celebrazioni del Natale: un presente che ci lasciaa volte indifferenti, non solo perché lontano geograficamente ma perché “lontano”da noi è questo “sentire” la fede come valore da difendere e testimoniare dentro lanormalità di una liturgia. Nei nostri gruppi ci stiamo interrogando sull’impegno edu-cativo, la riscoperta e la trasmissione alle nuove generazioni della fede, della preghieraquotidiana, della frequenza ai sacramenti, di una fede libera da vincoli e precetti; macome raccogliere questi segni di testimonianza e farli diventare ricchezza vera per le

nuove generazioni? Come dare continuità alla voce dei testimoni e come dare voceal silenzio che circonda i nuovi martiri della fede? La risposta è dentro la stessaradice della nostra fede, il nostro battesimo: essere parte consapevolmente di ununico disegno di fede che abbraccia la storia dal suo nascere al suo tramonto edentro gli angoli più remoti della terra. Una storia che passa anche dalla nostrapiccola esperienza di Chiesa, che viviamo e testimoniamo attraverso il nostro Sìall’Ac: è questo, poco o tanto che sia, la nostra cassa di risonanza, la nostra ter-ra di missione, il campo dove continuare a seminare, dove ogni giorno siamo chia-mati a costruire il Regno di Dio con la nostra storia. Davanti ai passi che comeassociazioni parrocchiali e poi diocesana saremo chiamati a compiere in termi-ni di assunzione di responsabilità e di impegno educativo, proviamo a ritrovarequella stessa antica motivazione che ha portato molti laici ad assumersi gli stes-si impegni in condizioni economiche e culturali drammatiche, senza tirarsi indietroperché consapevoli che il filo rosso che tesse la trama della fede nella storia pas-sava anche dal loro Sì e dal loro non tirarsi indietro, nonostante l’età, nonostantenon si avesse il tempo, nonostante ci fossero ideologie nuove e più alla moda.

A questo siamo chiamati anche noi, ancora una volta: ad un impegno quotidiano ditestimonianza da vivere e riscoprire in comunione con l’intera Chiesa universale.

Fabiola

3gennaio 2011

Camminiamo Insieme

Essere testimoni

Dare testimonianza è oggi la nostra unica arma, lapiù potente, un’arma abbastanza strana. Non spa-da, non violenza, non denaro, non potere spirituale,nulla di tutto questo ci è necessario per costruire ilregno di Cristo sulla terra. Il Signore ha preteso danoi qualcosa di molto modesto, eppure di molto im-portante: essere testimoni. (Josef Mayr – Nusser).

4 gennaio 2011

Camminiamo Insieme

Il Padrenostro

Questo è il tema della terza domandaindicata e voluta da Gesù nella “sua”preghiera, che è esplicitamente ancorarivolta a Dio; dopo il Nome e il Regno,noi invochiamo che si compia la volon-tà stessa di Dio. La sua volontà è ciòche lui vuole, ciò che a lui piacefare, compiere, realizzare. Dalle parolee dal ministero di Gesù si comprende,proprio pregando il Padre nostro, che lavolontà di Dio è il suo Regno! Gesù èl’unico che la può realizzare in pienez-za. Che cosa significa “sia fatta”? Da chideve essere compiuta la volontà diDio? Anzi tutto certamente e chiara-mente da lui stesso. Come scrive il car-dinal Martini: «La volontà del Padre è ilsuo amore efficace per noi». Ma poi de-ve essere fatta anche da noi, come peril Regno, che è dono di Dio da acco-gliere e rendere presente nel mondo enella storia.Fare la volontà di Dio non è facile;come si fa a conoscerla? A volte sem-bra così difficile, faticosa, dolorosa senon assurda. Noi crediamo in un Dio,Padre onnipotente; crediamo veramentenella sua volontà di bene o nel desti-no? Occorre invocare lo Spirito Santo«per poter discernere la volontà di Dio»

(Rm 12, 1-2). A volte qualcuno ci dice,forse con troppa facilità: “Rassegnati: èvolontà di Dio!”. Guardando a Gesù ve-diamo come lui si pone di frontealla volontà del Padre: «Padre, non siafatta la mia ma la tua volontà» (Lc 22,42); «avvenga, si compia il tuo progettoche è un progetto di bene» (Eb 10, 7).Per Gesù, infatti, la volontà del Padreera il suo vero cibo (Gv 4, 34)! «Io sonodisceso dal cielo non per fare la mia vo-lontà, ma la volontà di colui che mi hamandato. E questa è la volontà di coluiche mi ha mandato: che io non perdanulla di quanto egli mi ha dato, ma chelo risusciti nell’ultimo giorno. Questainfatti è la volontà del Padre mio: chechiunque vede il Figlio e crede in lui ab-bia la vita eterna; e io lo risusciterò nel-l’ultimo giorno», dice il Signore (Gv 6,38-40).La volontà del Padre è il suo progettodi amore, di bene, di salvezza per l’in-tera umanità, come dice tre volte il can-tico della Lettera agli Efesini (1, 3-12):«secondo il disegno d’amore della suavolontà - facendoci conoscere il miste-ro della sua volontà - secondo il pro-getto di colui che tutto opera secondola sua volontà». Ma questo avviene

Sul quadrettino che contiene il crocifisso che sta ancor’oggi soprail mio letto, avevo posto, già negli anni ’70 da seminarista, due breviscritte. Una è presa dalla Divina Commedia di Dante Alighieri:“IInn llaa ssuuaa vvoolloonnttaaddee èè nnoossttrraa ppaaccee” (Paradiso III, 85). L’altra è presa da un romanzo degli anni ’60 La storia della famiglia Trapp: “LLaa vvoolloonnttàà ddii DDiioo nnoonn hhaa ppeerrcchhéé!!”.

Sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra

5gennaio 2011

Camminiamo Insieme

sempre con un’attenzione personale:«Così è volontà del Padre vostro che ènei cieli, che neanche uno di questi pic-coli si perda» (Mt 18, 14).Inoltre, noi chiediamo che questa vo-lontà si compia “come in Cielo, anche interra”. Chiediamo, cioè, che quello chegià avviene secondo la sua volontà inCielo tra gli Angeli, gli spiriti celesti e iSanti, si compia anche qui sulla terra:che l’eterno, la beatitudine entri nel no-stro tempo. Nel mondo e nella storia lavolontà di Dio si realizza veramente,solo e sempre in comunione con laChiesa. Nella visione bi-blica, che attraversa giàtutto l’Antico Testa-mento, la volontà di Diosi rivela come piano estoria di salvezza (cfr1Tm 2, 1-8). Desiderarela volontà di Dio signifi-ca, dunque, volere chesi compia il suo Regno eaccettarne le modalitàconcrete di attuazione, ostacolate dalmale, dal peccato. Qualche volta cor-riamo il rischio di Natan, il profeta deitempi del re David: crediamo di saperetutto di Dio, di essere i migliori inter-preti della sua volontà, dei suoi proget-ti (2Sam 7, 1-17). Non è quella la vo-lontà di Dio. Per conoscerla, occorrematurare un discernimento che è fruttodi silenzio, di preghiera, di ascolto del-la Parola di Dio e di confronto con la re-altà, gli avvenimenti e la Chiesa. Il Ca-techismo della Chiesa Cattolica dedicapochi numeri al nostro tema (2822 -2827), evidenziando che solo nella pre-ghiera possiamo discernere e conosce-

re la sua volontà e ricordandoci esplici-tamente che la volontà di Dio è che noici amiamo come suoi figli, come fratel-li e sorelle.Secondo l’evangelista Matteo, fare lavolontà del Padre è l’identità e lo stiledel cristiano (7, 21); è il modo di esse-re dalla parte, con, familiari di Gesù (12,50); è l’unica via per entrare nel Regnodi Dio (21, 28-32). Fare la volontà delPadre, in ultima analisi, significa crede-re in Gesù per vivere come lui: «Che co-sa dobbiamo compiere per fare le ope-re di Dio? Gesù rispose loro: Questa è

l’opera di Dio: che cre-diate in colui che egli hamandato» (Gv 6, 28-29).“Volontari della soffe-renza” non significa vo-ler soffrire a tutti i costi;non significa che è bellosoffrire! Significa che èbello partecipare allapassione di Cristo, chesi vuole dare un senso e

un valore alle proprie fatiche e soffe-renze, entrando nella logica di Cristo,che è una logica di dono, di amore, dicondivisone, di solidarietà, di com-pas-sione. «Nella tua volontà è la mia gioia»,ci ricorda il Salmo 118,16. Solo Gesùnella sua agonia e nella sua morte inCroce ha adempiuto fino in fondo lavolontà di Dio (Mt 26, 39.42). «Cristosoffre volontariamente e soffre inno-centemente», aveva scritto GiovanniPaolo II nella Lettera Apostolica Salvifi-ci doloris dell’11 febbraio 1984, presen-tandoci il modello di chi accetta, acco-glie e vive nella volontà di Dio.

Don Giulio

6 gennaio 2011

Camminiamo Insieme

Attualità

Da più di un mese, sono colpito dallavicenda che ha segnato quella poverafamiglia bergamasca dopo la scom-parsa della figlia Yara all’uscita dellapalestra che abitualmente frequenta-va per allenarsi nella disciplina dellaginnastica artistica.Sparire in 600 metri di strada è vera-mente allucinante, tanto più in unmondo dove tutti sanno tutto di tutti,dove ci lamentiamo delle centinaia ditelecamere che ad ogni angolo seguo-no i nostri movimenti, senza contarel’occhio invisibile dei satelliti spia.Ora, mi domando:possibile che nes-suno abbia vistonulla, che le teleca-mere fossero spen-te, che una vita sisia dispersa nell’ar-co di 5 minuti?Vi confesso che piùvolte, durante le passate vacanze diNatale, ho avuto modo di confrontarmisulla vicenda con coetanei, oppuregiovani e anziani. Due le risposte di massima: la prima, forse la più terri-bile, riguarda la grande capacità della criminalità organizzata di rapire in silenzio bambini per un mercato del-l’adozione sempre più pressante o per

indirizzarli a mercati della prostituzio-ne, “educandoli” in giovane età. La se-conda, il mistero silenzioso che avvol-ge centinaia di persone scomparseogni anno in Italia - le statistiche dico-no quasi cinquemila.Insomma, passi pure la famosa barzel-letta (ma è realtà anche questa) delmarito che esce di casa per prenderele sigarette e poi non torna più, salvoriapparire sulle spiagge brasiliane incompagnia di avvenenti ragazze. Qui sitratta di bambini, di persone indifese,di esseri umani che vanno tutelati.

Non voglio darecolpe ai genitori,che lasciano torna-re a casa da sola giàcol buio una bimbadi pochi anni, per-ché di fronte aduna strada senzapericoli molte fami-

glie avrebbero fatto compiere brevi tra-gitti da soli ai propri ragazzi. Parlandodella vicenda con altre persone, si vie-ne a conoscenza di incredibili episodi,come quello avvenuto qualche anno fain un supermercato, quando la madredopo pochi secondi si accorse di nonaver più con sé la propria figlia di 4 an-ni. Grazie al suo self control, la madre

Come spesso accade in questa rubrica, apriamo una finestrasull’attualità per riflettere un pò su questo mondo tanto ricco diopportunità quanto avaro di sorrisi, di buone azioni, di belle notizie.Stavolta vi invito a riflettere sulle sempre più frequenti scomparse di bambini in Italia.

Quelle vite sospese

7gennaio 2011

Camminiamo Insieme

decise di recarsi immediatamente allecasse e di annunciare la chiusura im-mediata di tutte le uscite, grazie anchead un direttore capace. È bastato soloqualche minuto per trovare nel bagnouna donna che aveva tagliato i capellialla bambina e cambiato i vestiti pernon farla riconoscere.E non pensiamo che questo sia una sor-ta di fantaracconto, perché molti di voisi ricorderanno del caso ancora irrisol-to della piccola Angela Celentano (treanni), che il 10 agosto del 1996 scom-parve durante una gita. A distanza diquindici anni, della bambina, ora qua-si maggiorenne, non si sa ancora nulla.Possiamo tollerare tutto questo? Il 22giugno 1983 scomparve in VaticanoEmanuela Orlandi, forse nella storia de-gli ultimi 50 anni il caso più incredibilenelle sparizioni, con ipotesi di motiva-zioni politiche, mafiose, addirittura diintrighi di uffici vaticani. Di tutto si èdetto in quasi 30 anni. Se dovesse ri-comparire oggi, la ragazza avrebbe 43anni. Cosa ci racconterebbe? Di certosarebbe invitata a tutte quelle trasmis-sioni nazionalpopolari (e qui veniamo inconclusione all’ultima dolorosa rifles-sione...), da “Porta a Porta” a “Matrix”,da Rai a Mediaset, da La 7 a Sky. Ascol-ti record, disgrazie in pasto alla gente.

No, non voglio fare il moralista, perchèben venga la TV quando diffonde le fotodelle persone scomparse e cura tra-smissioni che cercano di capire dovepossano essere finite, talvolta riuscen-do nell’intento. Difficile invece condivi-dere l’atteggiamento giornalistico di chinon mira solo a capire cosa sia succes-so a certe persone scomparse, ma sca-va nella privacy più profonda delle fa-miglie, che spesso non lo desiderano, fa-cendo di una scomparsa una telenove-la con tanto di sussidi filmati, plastici,aneddoti, il tutto con una scorpacciatadi ospiti che vanno dagli psicologi, ai cri-minologi, fino ad arrivare agli esorcisti.Ma infine, cosa possiamo fare noi difronte a simili notizie? Beh, moralmentee materialmente sicuramente pregareper una lieta soluzione della vicenda, an-che se chi commette rapimenti di mora-le ne ha ben poca. In secondo luogo,guardarci attorno ed essere sempre vi-gili, non solo con noi stessi ma anchecon gli altri, perché la stessa cosa po-trebbe capitare ad un nostro vicino e noimagari per paura di ritorsioni o troppaesposizione mediatica facciamo finta dinon vedere, diventando (e chissà quan-ti ce ne sono nei casi raccontati) com-plici inerti di un attentato alla vita altrui.

Alessandro Cagol

8 gennaio 2011

Camminiamo Insieme

È un augurio sincero, che si radica nel-la speranza, speranza che deve guida-re i nostri passi anche in un tempo dif-ficile di crisi. Non ci è consentito, per ilbene stesso della nostra convivenza ci-vile, rinunciare al sentimento della spe-ranza. Vorremmo che di tale sentimen-to, in questo momento, fossecompresa tutta la portata: la speranzasi traduce, nella vita di tutti, e nella vi-ta di ogni giorno, in coraggio, capacitàdi resistenza, fiducia, ferma convinzio-ne che non ci sarà sempre burrasca. Lasperanza è un potente motore che nonspegne le coscienze, non acquieta glianimi in una pacata rassegnazione, alcontrario attiva le risorse migliori dellapersona: l’iniziativa personale e comu-nitaria in difesa e in promozione delbene comune e della dignità di ciascu-no, il senso del dovere e della respon-sabilità verso la sfera pubblica, la coe-renza personale che si traduce in stiledi vita esemplare anche per gli altri.Siamo chiamati, in modo diffuso econcreto, ad una semina costante dibene, che permetta al Paese intero dicostruire il proprio futuro su fonda-menta solide.A metà settembre, l’Azione cattolicapose all’attenzione di tutti alcuni temidella “vita di ogni giorno” che ci appa-rivano trascurati, primi fra tutti il lavo-

ro, l’integrazione degli immigrati, il so-stegno alla famiglia, e in particolare allefamiglie in difficoltà. Meno di due mesifa, a Reggio Calabria, i cattolici impegnatinella Settimana sociale scrivevanoun’ambiziosa e seria agenda di speran-za per il Paese. Si proponevano, tra lealtre, misure per non trasformare la pre-carietà lavorativa in precarietà esisten-ziale, per sostenere l’autoimprendito-rialità e la cooperazione, per garantirela piena partecipazione degli stranieri –nei diritti e nei doveri - alla vita della cit-tà, per inserire criteri di moralità, tra-sparenza e legalità nella selezione del-la classe dirigente e politica, per slega-re la mobilità sociale dei giovani. Si in-vocava, inoltre, la riforma della leggeelettorale e il completamento condivi-so delle riforme istituzionali, necessa-rie per rendere il Paese più competitivonei mutati scenari globali. Eravamo giànel cuore della crisi politica, eppure nes-suno volle ridimensionare il sogno di unPaese a misura di tutti. Ad oggi, dopo ilvoto di fiducia, il quadro politico ci sem-bra essere ancora più fragile. Ci chie-diamo: c’è la reale volontà, possibilità,capacità di assumere l’agenda dellavita quotidiana? Ci saranno le condizioniperché la classe politica, nel suo insie-me, sappia assumere davvero su di séla richiesta di concretezza che viene dal-

La Presidenza nazionale dell’Azione cattolica desidera esprimere gliauguri più veri per il Santo Natale e per l’anno nuovo a tutti gli italiani,credenti e non credenti, e a quanti, provenienti da altre nazioni, cercanonel nostro Paese un futuro migliore.

I nostri auguri all’ItaliaACI

9gennaio 2011

Camminiamo Insieme

la gente comune e dalle famiglie? E afronte di una crisi economica che nonsmette di preoccupare e influire sulla vitaquotidiana, ci sarà uno scatto di re-sponsabilità condiviso per assicurare alPaese sicurezza dei conti e crescita? Nonpossiamo negare che le polemiche incorso dall’estate allontanano ancora dipiù la politica, impegnata in varie resedei conti, dai cittadini, sempre più convinti di non poter trovare nelle isti-tuzioni il sostegno necessario per usci-re dalle loro difficoltà.

Questo scollamento è una tara sul futu-ro di tutti, in particolare delle nuove ge-nerazioni. E proprio a riguardo dellenuove generazioni, abbiamo assistitosgomenti alle violenze del 14 dicembrenel centro di Roma, mentre era in corsoil voto di fiducia. Quanto accaduto hasuperato ogni limite accettabile. L’ Azio-ne cattolica, al cui interno aderisconomigliaia di giovani, a margine di questieventi vorrebbe però proporre un ulte-riore elemento di valutazione. Più voltesi è denunciato lo stato di grave fru-strazione delle nuove generazioni,schiacciate da precarietà selvaggia,scarsi orizzonti, prospettive molto piùcupe di quelle che avevano dinanzi i lo-

ro padri. Nel tempo, drammaticamente,si sono chiusi molti degli spazi di con-fronto tra adulti e giovani. Vorremmosottolineare il peculiare contributo diassociazioni come l’Azione cattolicache hanno come fine proprio il pienoprotagonismo, nella realtà, di adulti,giovani e ragazzi.Schiacciati però da ciò che accade neinostri confini, in un abisso di provin-cialismo tipico del nostro Paese, chiu-diamo gli occhi di fronte a tragedie eproblemi ancora più grandi: il drammadelle popolazioni povere (si pensi al-l’indifferenza verso il colera ad Haiti),le persecuzioni per motivi religiosi, ipermanenti scenari di guerra. Rinno-viamo quindi costantemente l’appelloalla generosità e alla solidarietà con-creta verso chi soffre, senza riserve esenza calcoli. L’Azione cattolica avverte tutta l’urgen-za di qualificare sempre più il propriocontributo: proponendo itinerari di fedein cui il Vangelo illumini non solo la dimensione personale, ma anche la vitacomunitaria, favorendo un più alto significato dello studio, della ricerca e dellavoro per il bene comune, sostenendola formazione specifica di giovani eadulti che vogliono impegnarsi in poli-tica, nel sociale, nella cultura e nella tutela dei diritti, cercando di costruire reticon tutti gli uomini di buona volontà,perché l’attenzione della collettivitàvada sui grandi e gravi problemi delle famiglie e delle persone.

(dal comunicato stampa Ac, 22 dicembre 2010)

Il testo integrale è scaricabile dal sitowww.azionecattolica.it

Incontro nazionale “C’è di più” 2010

10 gennaio 2011

Camminiamo Insieme

Ricordando i 30 anni di vita della coo-perativa S.P.E.S. - Trento, nel 2005 ri-cordavo che: «Dare uno sguardo al pas-sato per costruire il futuro credo nonsignifichi solo assecondare sentimentinostalgici. Vuol dire innanzitutto verifi-care se siamo stati fedeli alle consegnedi chi, oltre trent’anni fa, ci ha datomandato ad operare, anche se alcunidi noi erano fra questi; in secondo luo-go, se abbiamo operato con lungimi-ranza e professionalità sufficienti nellarealizzazione di servizi all’altezza deitempi. Infine può costituire momentodi riflessione per il nostro futuro.»Così non abbiamo mai dimenticatoche la S.P.E.S. - Trento è nata comestrumento dell’Azione cattolica trenti-na per la gestione di un patrimoniomesso insieme negli anni dagli aderen-ti all’Associazione Diocesana.Pur godendo di ne-cessaria ed ovviaautonomia opera-tiva e gestionale, laS.P.E.S. - Trento hasempre operato eprogrammato lapropria attivitàcome espressionesociale della realtà

associativa ecclesiale attraverso il Con-siglio di Amministrazione, compostonella quasi totalità da aderenti all’Ac. Lostatuto stesso della cooperativa pre-vede che possano essere soci in asso-luta prevalenza persone fisiche aderentiall’Azione cattolica.Eravamo agli inizi degli anni ’70, condue grosse novità da cui non si potevaprescindere: l’assestarsi del grande ri-dimensionamento quantitativo del-l’Azione cattolica in Diocesi da unaparte e l’avvento della riforma tributa-ria in campo nazionale dall’altra. I duefatti, apparentemente estranei tra lo-ro, di fatto venivano a trovarsi stretta-mente collegati.Infatti, a fronte di un patrimonio costi-tuito faticosamente per fronteggiare lenecessità formative e pastorali dei ramidell’Azione cattolica, ci si trovava a

Sembra doveroso, ancor più che opportuno, che i soci di Ac sianoinformati sull’evoluzione del patrimonio di cui l’Azione cattolica trentina disponeva. Era destinato alle proprie attività formative,ridimensionatesi nel dopo Concilio, e ha subito una importanteriorganizzazione, sia dal punto di vista giuridico che di destinazione.

La S.P.E.S - Trento: origini e situazione attuale (1)

Gioventù Femminile Ac 1957 a Cles

11gennaio 2011

Camminiamo Insieme

chiedersi: che fare dei beni patrimo-niali, con la realtà associativa comple-tamente ridimensionata? La gestionedi tali opere era stata fino ad alloramolto semplice e familiare: si puntavasul volontariato dei soci, con spesecontenute al massimo, contabilità allabuona, senza oneri particolari e buro-crazie inutili.Sennonché proprio nei primi anni ’70si avviava la riforma tributaria e i me-todi usati fino ad allora per la gestionedovevano trovare riscontri contabiliformalmente e fiscalmente corretti.Inoltre, al Centro Diocesano facevanocapo altre realtà immobiliari che dove-vano essere sistemate. Si ritenne ne-cessario far confluire in un ente unicotutti i beni di stretto uso formativo, pa-storale o di servizio. Si trattava poi didecidere per la forma giuridica da dareal nuovo ente.Dopo approfondimenti e pareri giuridi-ci, optammo per la forma cooperativa,che ci pareva concedesse autonomiaai gestori, che in definitiva sono soci,rispondesse maggiormente alle esigen-ze di una compartecipazione associa-tiva e costituisse un modello di socie-tà, senza scopo di lucro, più aderentealla gestione di realtà laicali, visto chelaici ne erano i soci e coloro che ave-vano contribuito alla costituzione diquesto patrimonio.Infine si dovette decidere l’utilizzo del-lo stesso patrimonio in relazione ainuovi bisogni dell’Azione cattolica edella realtà ecclesiale e sociale che sistavano evolvendo, assieme alle loronecessità e urgenze. Per questo fu co-stituita una cooperativa a responsabi-

lità illimitata con atto notarile del 6febbraio 1975. Fu mantenuta la deno-minazione di “Associazione FemminileTridentina”, poiché alcune realtà già fa-cevano capo ad essa. Si volle mante-nere il nome per non cambiare troppoe complicare le cose che erano già diper sé complesse.

A parte il riordino contabile-ammini-strativo, i primi anni furono davverodifficili, anche per ragioni economiche.Infatti si trattava di immobili che ne-cessitavano di grosse manutenzioni enon esistendo alle spalle un’attivitàeconomicamente efficiente si dovettefar ricorso all’inizio anche ad alcunealienazioni. Frequenti furono le riunio-ni e i Consigli di Amministrazione in cuisi discuteva se fosse meglio un’attivitào un’altra e se addirittura non fossestato meglio alienare in gran parte ilpatrimonio stesso. Si optò per una len-ta riflessione sulla destinazione, anchein relazione alle necessità dell’Ac e incontinua attesa di cambiamenti signifi-cativi nell’ambito della stessa Associa-zione in ordine agli indirizzi che avreb-bero potuto derivare da un recuperodegli iscritti e da conseguenti nuovi bi-sogni formativi.

(continua...)Giancarlo Lunelli

Sede diocesana Ac Trento

Il tema di quest’anno, “Libertà religiosa, via per la pace”, è un chiaro riferimento alle di-verse forme di limitazione o negazione della libertà religiosa, di discriminazione emarginalizzazione basate sulla religione, fino alla persecuzione e alla violenza con-

tro le minoranze che si registrano an-cora oggi nel mondo. La libertà religio-sa è radicata nella stessa dignitàdell’uomo, rientra in quei diritti fonda-mentali propri di ogni uomo, di tutti gliuomini che aspirano alle verità qualesommo bene che dà senso alle vita.Siamo tutti invitati, grandi e piccoli, aperseverare nell’impegno per i dirittifondamentali di ogni uomo.L’importanza e l’attualità del tema ciinvita a organizzare momenti di rifles-sione per i ragazzi dell’Acr, i giovani egli adulti, magari con un momento dipreghiera anche ecumenica, per aprir-si al dialogo interreligioso. La riflessio-ne dovrà partire dai temi affrontati dalMessaggio del Santo Padre, interro-gandosi su come tale messaggio inter-pelli l’associazione parrocchiale e lapropria comunità, per una maggioreconsapevolezza nell’assumere stili divita che sostengano la costruzione del-la Pace.

dal Quaderno delle Settimane Ac 2010-2011

12 gennaio 2011

Camminiamo Insieme

Il Mese della Pace

L’Azione cattolica dedica il mese di Gennaio alla riflessione eall’approfondimento del tema della Pace, a partire dal tradizionaleMessaggio che ogni anno il Santo Padre scrive per il 1° Gennaio in occasione della Giornata Mondiale.

‹‹…invito i Cattolici a pregare per i lorofratelli nella fede che soffrono violenzee intolleranze e ad essere solidali con lo-ro. In tale contesto, ho sentito partico-larmente viva l’opportunità di condivi-dere con tutti voi alcune riflessioni sullalibertà religiosa, via per la pace. Esorto gli uomini e le donne di buonavolontà a rinnovare l’impegno per la co-struzione di un mondo dove tutti sianoliberi di professare la propria religione ola propria fede, e di vivere il proprioamore per Dio con tutto il cuore, contutta l’anima e con tutta la mente. An-che oggi i cristiani, in una società sem-pre più globalizzata, sono chiamati, nonsolo con un responsabile impegno civi-le, economico e politico, ma anche conla testimonianza della propria carità efede, ad offrire un contributo preziosoal faticoso ed esaltante impegno per lagiustizia, per lo sviluppo umano inte-grale e per il retto ordinamento delle re-altà umane.››

(dal Messaggio per la XLIV Giornata Mondiale della Pace:

Libertà religiosa, via per la pace).

Per approfondire: lettura del “Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace” di Benedetto XVI (sca-ricabile anche dal sito www.azionecattolica.trento.it); discorso del Santo Padre all’assemblea delle Nazioni Unite del 18 aprile 2008 (disponibile su www.vatican.va).

Vita di Ac

13gennaio 2011

Camminiamo Insieme

L’impegno per la formazione cristiana pas-sa anche attraverso la conoscenza e l’ap-profondimento personale dei temi di at-tualità e della voce della Chiesa sulle vi-cende del mondo. La cosiddetta “buonastampa”, continua ad essere un mezzoimportante per conoscere e capire le no-tizie, i fatti e la complessità del mondo.Accanto alla lettura dei quotidiani comel’Avvenire, che già in passato abbiamo pro-mosso e sostenuto, e del settimanalediocesano Vita Trentina, proponiamo duebelle riviste di Azione cattolica.

La Giostra Rivista mensileper bambini fi-no ai 6/7 anni,La Giostra valo-rizza la letturacome occasio-ne di incontro erelazione tra il

mondo dei piccoli e quello degli adulti.Storie, giochi, filastrocche, inserti da ri-tagliare per stimolare la crescita; la rivi-sta è arricchita da un numero speciale pergenitori, mentre il sito www.lagiostra.bizoffre ogni mese ulteriore materiale di gio-co e didattico per insegnanti.Prezzo: 18€; se sei aderente all’Azione cat-tolica riceverai uno sconto del 20%, e pagheraisoltanto 14,4€.

Dialoghi Trimestrale diattualità, fedee cultura pro-mosso dal-l’Azione Catto-lica Italiana, incollaborazionecon gli Istituti“Vittorio Ba-chelet” e “Pao-lo VI” a partire

dalla prospettiva di laici credenti, Dialoghi affronta in ogni numero temispecifici con la costante attenzione al rigore della riflessione, ma con la capacità di ascoltare opinioni diverse.In ogni numero: l’Editoriale, alla luce degli eventi che animano il dibattito culturale; Primo piano, una riflessione autorevole su questioni di attualità cul-turale e sociale; Dossier, una sezione monografica articolata in un percorso tematico annuale: articoli, servizi, in-terviste a testimoni, forum; Eventi&Idee,dibattiti e riflessioni, letteratura e cine-ma, costume e politica, Chiesa e società;Il libro & i libri, suggerimenti e itinerari critici di lettura; Profili, autori e perso-naggi. Prezzo: 26€ - Se sei aderente all’Azione cat-tolica riceverai uno sconto del 20%, e paghe-rai soltanto 20,8€.

Leggere per crescereIl libro

Per informazioni e abbonamenti rivolgiti alla segreteria diocesana di Ac o visita il sito www.editri-ceave.it

14 gennaio 2011

Camminiamo Insieme

Franco Miano, attuale Presidente na-zionale dell’Ac, nel libro “Chi ama edu-ca” raccoglie interventi e riflessioni checoinvolgono nell’impegno educativonon solo gli addetti ai lavori, ma ognicristiano battezzato.Il testo si divide in due parti: il DNA edu-cativo che sta alla base della propostaassociativa e ciò che il laico forma-to/educato può, a sua volta, offrire.In un tempo in cui è forte il rischio diprivilegiare la forma rispetto al conte-nuto e alla valorizzazione dell’incontrocon la persona, con il suo cuore, Mianoci ricorda che da sempre solo l’Amoreeduca. Educa perché viene da Dio. EDio non smette mai di sostenere la vitae di alimentare e plasmare il cuore diogni uomo.Il difficile di questo compito è aiutare lepersone a collegare i diversi frammentidella loro esistenza - gioie, dolori, spe-ranze ed incertezze - in una unità vitale,senza dare nulla per scontato. Come di-ce Benedetto XVI, ogni generazione, ri-spetto ai valori, deve prendere autono-mamente le proprie decisioni. Nonpossiamo semplicemente passare dipadre in figlio la “cassetta dei valori” giàpronta all’uso: ogni generazione è unnuovo inizio e in questo l’educazioneamorevole può fare la differenza.È “semplicemente” aprendo agli altri ilnostro cuore, quindi, che diventiamo

educatori e, scorrendo l’indice del libro,leggiamo indicazioni già note ma attua-li e alle quali siamo continuamentechiamati a riconvertirci: la necessità diun impegno personale nella coerenzatra vita e fede, la disponibilità a vivererelazioni umane sincere, la presa in ca-rico della propria libertà che diventa re-sponsabilità nelle scelte concrete.E le scelte alle quali educare ed educar-ci sono quelle della concretezza dellastoria che Miano traccia nella secondaparte del libro: l’impegno al bene co-mune, la formazione alle responsabilitàcivili, il valore della memoria, la capaci-tà di speranza, l’impegno per una cultu-ra della solidarietà.

La conclusione mipare sia che l’edu-cazione non sipuò ridurre ad unsemplice trasferi-mento di nozionima è scelta disperanza che in-veste sulla libertàdelle persone: unascelta operata da

maestri capaci di scorgere in ogni esse-re umano la scintilla di Dio.Si tratta allora, di un paziente e genero-so lavoro di cura. Affidato, senza scon-ti, ad ognuno di noi.

Roberta

Educazione ed Amore: binomio inscindibile

Il libro

L’educazione non è un semplice trasferimento di nozioni, ma è scelta di speranza.

APPUNTAMENTI ASSEMBLEARI

Lunedì 7 febbraio ore 20.30: “Annunciare o educare al Vangelo?” Incontro dibattito per operatori pastoralicon l’Arcivescovo mons. Luigi Bressan e il prof. Franco Mianomoderato dal giornalista Luigi Giuriato. (Aula Magna dell’Oratorio del Duomo Trento - via Madruzzo, 45)

Martedì 8 febbraio ore 9.30:“Educare alla vita buona del Vangelo” Incontro per sacerdoticon il prof. Franco Miano. (Aula Magna del Seminario di Trento - corso III Novembre, 46)

Venerdì 25 febbraio ore 20.00:“Voi siete la luce del mondo” Veglia di preghiera con don Giulio Viviani. (Chiesa di S. Francesco Saverio di Trento - via Roma,57)

Domenica 27 febbraio dalle ore 9.00 alle ore 16.30:“L’impegno educativo dell’Ac” Assemblea diocesanacon il rinnovo del Consiglio diocesano e Festa della Pace Acr. (Aula Magna del Seminario di Trento - corso III Novembre, 46)

15gennaio 2011

Camminiamo Insieme

L’Agenda di Ac

Da venerdì 18 ore 17.00a domenica 20 febbraio (pranzo)FINE SETTIMANA DI SPIRITUALITÀ per laici a Villa Moretta di Costasavina (Pergine) guidato da padreGabriele Ferrari, saveriano.Iscrizioni fino ad esaurimento posti.

Sabato 12 febbraio

dalle ore 9.00 alle 16.45

presso l’oratorio della Parrocchia

S. Cuore di Trento

(viale Verona, 143).

IV GIORNATA

DI SPIRITUALITÀdell’itinerario

“Per pregare il Padre nostro”

dal tema “Dacci oggi

il nostro pane quotidiano”

guidato da don Giulio Viviani.

Iscrizioni entro mercoledì 9 febbraio.

Vedi inserto della rivista