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Avvenire - 03/04/2016 Pagina : E09 Copyright © Avvenire Aprile 3, 2016 10:13 am (GMT -2:00) Powered by TECNAVIA Copia ridotta al 47% del formato originale letter della pagina Le omelie del vescovo Crociata durante le celebrazioni di Pasqua «Affidiamoci alla luce del Risorto» I fedeli in cattedrale durante la Veglia pasquale «Luce gentile» ell’annunciare il mistero pasquale, il vescovo Crociata ha evidenziato molto «la luce del Risorto» come risorsa «che Dio mette nelle nostre mani per affrontare e contrastare le tenebre che ci coprono come una coltre impenetrabile». Una luce di cui bisogna accettare che nell’immediato abbia anche un chiarore flebile, come quello di una candela di fronte all’oscurità della notte, che «sembra poco». Però, se ci affidiamo al Risorto, «qualcosa succede – e qualcosa di decisivo – nella nostra vita e nei nostri rapporti». Per spiegare ciò, Crociata ha citato «Luce gentile», una preghiera, scritta nel 1832 dal beato John Henry Newman: Conducimi tu, luce gentile, / conducimi nel buio che mi stringe, / la notte è scura la casa è lontana, / conducimi tu, luce gentile. / Tu guida i miei passi, luce gentile, / non chiedo di vedere assai lontano / mi basta un passo, solo il primo passo, / conducimi avanti, luce gentile. N la preghiera perché alla fine «il cristianesimo di tanti di noi è fatto per lo più di abitudini e di tradizioni», ha rimarcato sempre il Vescovo all’omelia della Messa del Giorno, celebrata nella concattedrale di San Cesareo a Terracina. In questa occasione, andando avanti con il suo ragionamento, Crociata ha chiesto: «Dove trovare un po’ di fede viva, di convinzione, di amore a Gesù presente in mezzo a noi, in ciascuno di noi, nella storia di oggi? Le circostanze certo non aiutano. Ci sentiamo desolati di fronte a quanto accade non solo lontano, ma anche presso di noi. Che cosa significa l’annuncio che è Gesù è risorto ed è vivo?». La risposta dell’Ordinario pontino è stata chiara: «Significa che non posso restare a impigrirmi e crogiolarmi dietro ai miei malanni e alle preoccupazioni, piccole o grandi che siano. Se lui è vivo, ha qualcosa da dirmi e da chiedermi; se lui è risorto, non posso rimanere con le mani in mano, devo invece cercare di capire, di reagire e prendere l’iniziativa. Se lui è presente, allora vuol dire che il più è fatto, che l’ostacolo più grande (la pietra del sepolcro) è stato rimosso, che si offre una nuova opportunità, che la fiducia può essere ravvivata e la speranza tornare». Il Vescovo è consapevole della difficoltà a vivere questo atteggiamento. Tuttavia, il suo invito è alla portata di ciascuno: «Dovremmo cercare di scommettere un po’ di più sul positivo di noi stessi e delle persone, sulla fecondità del bene anche in mezzo a tante frustrazioni e meschinità. Vogliamo suggerirne qualcuna di tali speranze e possibilità? Torniamo ad avere fiducia nel valore dei gesti più semplici e veri, abbracciati con mite ostinazione: allora, basta un sorriso, al posto di una brutta parola o di un gesto offensivo; basta fare bene il proprio lavoro e compiere il proprio dovere, anche umile e nascosto; basta resistere alla tentazione di approfittare di un’occasione di essere disonesti per un piccolo stupido vantaggio; basta dire di no a una richiesta o a una proposta ambigua o immorale; basta un piccolo sacrificio fatto per aiutare il proprio familiare, il compagno, il collega, il cliente o chiunque altro quando ha bisogno e ti chiede aiuto; basta un voto dato per il bene della città e non per il solo interesse privato proprio o di qualcun altro; basta un gesto di rispetto anche verso una persona che non lo meriterebbe; basta un atto di generosità quando il prossimo in difficoltà ci interpella; basta non accodarsi e non accordarsi al coro delle lamentele qualunquistiche contro tutto e contro tutti; basta tacere pur di non dire male di qualcuno e, potendolo, mettere in luce il lato buono di una persona; e così via». Ritorna così il tema della luce, perché per Crociata questi “nuovi atteggiamenti” sono «piccole fiammelle, che in sé sembrano fioche, ma insieme cominciano a emanare una luce crescente. Se sistematicamente spegniamo tutte le candele accese che incontriamo o non ne accendiamo mai nessuna, magari con la scusa che tanto sono troppo piccole, il risultato sarà che il buio si farà sempre più fitto». Giovani in festa a Latina anti i giovani provenienti dalle diverse parrocchie della diocesi pontina che han- no voluto partecipare alla Festa dei Gio- vani, iniziata venerdì scorso e che si conclu- derà stamattina con la Messa a Cisterna. La no- vità di questa edizione è stata la mobilità, cioè il non stare solo presso una sede e per un gior- no. «Il nostro obiettivo è stato quello della terri- torialità e l’attenzione alle periferie esisten- ziali», aveva spiegato nei giorni scorsi don Nello Zimbardi, il direttore dell’Ufficio dio- cesano per la Pastorale giovanile e vocazione, la struttura che ha curato l’organizzazione. Sullo sfondo, ovviamente, il tema della Gior- nata mondiale della Gioventù che si terrà a luglio prossimo a Cracovia e il Giubileo straor- dinario della Misericordia. «Il rumore dei sogni» è il tema che ha guida- to la Festa, declinato in tutti i suoi aspetti bel- li e meno belli. Infatti, a ospitare l’inizio del- la Festa dei Giovani è stato l’Istituto Gregorio Antonelli di Terracina (ospita minori in stato di bisogno), il luogo in cui sono state accol- te la croce di San Damiano e la statua della Madonna di Loreto, i simboli della Gmg, nel- l’ambito di una veglia di preghiera. Un momento toccante è stato quello della Santa Messa celebrata ieri mattina all’interno del carcere di Latina. Ovviamente, solo una piccola rappresentanza dei giovani è potuta entrare per la liturgia. Il grosso dei lavori si è tenuto ieri pomeriggio con l’invasione del centro storico di Latina. Dapprima davanti la mensa della Caritas, per parlare dell’importanza di avere un sogno. Di forte attualità, invece, l’incontro in piazza del Popolo con il ciclista Filippo Simeoni sui «so- gni compromessi». Poi, il trasferimento nel- la vicina piazza San Marco per un momento di riflessione. Più spirituale l’ultimo momento con i giovani che hanno varcato la Porta San- ta della cattedrale. Oggi la conclusione a Cisterna. T giovedì 7 Incontro catechisti l prossimo giovedì 7 aprile, alle 17,30 in Curia, è previ- sto un importante momento di sintesi e di confronto tra i catechisti delle 87 parrocchie della diocesi pontina. «A che punto siamo?» è il tito- lo che farà da guida all’incon- tro voluto dall’Ufficio catechi- stico diocesano, che in effetti è parecchio anticipativo dell’ar- gomento da trattare. «La nostra intenzione è fare il punto della situazione, racco- gliendo anche proposte, sul percorso formativo compiuto sino a oggi», ha spiegato don Fabrizio Cavone, direttore del- l’Ufficio catechistico. Ogni catechista che parteciperà all’assemblea potrà scegliere un ambito su cui confrontarsi (ragazzi, famiglie, comunità). I Un trittico per la mensa Caritas ggi pomeriggio, alle 16.30, il vescovo Mariano Crociata benedirà il nuovo trittico posto all’interno della mensa della Caritas di Latina. L’opera è intitolata «Creati per la carità» ed è stata realizzata dall’artista pontina Giorgia Eloisa Andreatta, la quale sarà presente alla cerimonia. Il trittico è composto da tre tavole. Al centro quella del banchetto celeste, con Gesù «pantocratore», il quale ha alla sua destra Maria e Giuseppe, e al fianco sinistro il samaritano e l’adultera. «Questi due personaggi, il samaritano e l’adultera dicono con la loro sola presenza che i poveri, e noi con loro, hanno bisogno di cura e di perdono, e di perdono non meno che di cura. Ci dicono ancora che alla mensa di Gesù non ci si nutre solo di pane, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio», ha ricordato lo stesso vescovo Mariano Crociata nel suo messaggio. Questi ultimi due personaggi evangelici sono anche i soggetti delle due tavole laterali: quella della carità e quella della misericordia. La mensa cittadina è in via Cicerone 114, ed è aperta tutti i giorni della settimana, compresa la domenica (festività incluse). Dalle 17.30 alle 19 sono servite, direttamente ai tavoli, circa 150 persone al giorno. I pasti caldi comprendono (nel rispetto delle varie religioni) un primo e un secondo piatto, un contorno, la frutta, il pane e spesso il dolce. Oltre a soddisfare il bisogno primario del cibo, l’obiettivo prevalente è quello della promozione della persona. Il pasto, quindi, diventa l’occasione per stabilire con gli ospiti un rapporto di fraterna accoglienza in un ambiente familiare e dignitoso. La Mariapoli arriva a Latina opo 14 anni tornerà a Latina la Mariapoli, promossa dal Movimento dei Focolari, e rivolta a chiunque voglia approfondire la spiritualità dell’unità e le sue concretizzazioni in campo familiare, sociale e nel dialogo interreligioso. L’appuntamento è dal 23 al 25 aprile, a Latina presso la Curia vescovile che ha messo a disposizione i suoi spazi per questo importante evento. Come hanno spiegato gli organizzatori si tratta di un’esperienza di fraternità, cioè l’unità – parole chiave della proposta dei Focolari – oltre le differenze. Non c’è alcun tipo di chiusura al mondo in cui si è inseriti, anzi, pur provenendo da diversi Comuni del territorio pontino e dai Castelli Romani, in Mariapoli si vivrà nella e per la città di Latina, in particolare attraverso SlotMob, la campagna di sensibilizzazione contro il gioco d’azzardo e le conseguenti ludopatie, volta a premiare quei locali che hanno scelto di dire «no alle slot machine. Ci sarà spazio per parlare di «Felicità e misericordia» con l’economista Luigino Bruni, ordinario di Economia politica alla Lumsa di Roma. Durante i tre giorni verrà allestita la mostra «Dio Misericordia» con le opere del pittore francese Michel Pochet e illustrata dalla curatrice Tatiana Falsini. I giovani potranno vivere il Giubileo dei Ragazzi con un pellegrinaggio della misericordia a Roma e partecipare alla grande festa all’Olimpico il sabato 23. Il lunedì successivo sarà una giornata dedicata alle sfide della famiglia (problemi del lavoro, divorzio e separazione, gender e omosessualità, adozione, vedovanza assieme a uno sguardo dalle diverse culture). Parallelamente agli approfondimenti in sala per gli adulti, è previsto un programma per bambini e ragazzi, secondo le fasce di età. Per informazioni basterà rivolgersi ai Focolari Lazio Sud ([email protected]). D O In visita al Seminario Leoniano i soci pontini del Serra Club n attesa della Pasqua, i membri del Serra Club di Latina, con la presi- dente Romana Guerrini, hanno sperimentato la comunione evange- lica nel Seminario interdiocesiano di Anagni. Un appuntamento che è di- venuto una tradizione. L’accoglienza cordiale del rettore don Leonardo D’Ascenzo ha corroborato l’amicizia e l’appartenenza. I semina- risti: Leonardo, Andrea, Alessandro, Damiano, Claudio e Samuele hanno offerto la testimonianza credibile e at- tendibile della loro vocazione e le tap- pe del loro cammino scandite dalla preghiera e dalla condivisione della durata di sette anni. Inizia con l’anno propedeutico del di- scernimento e si conclude con l’ulti- mo anno della Teologia. Più nel det- taglio, dopo l’anno di discernimento si passa al biennio di filosofia. Solo al termine di questo, dopo le oppor- tune verifiche e valutazioni i giovani vivranno la cerimonia dell’Ammis- sione agli Ordini Sacri, diventando così “candidati” e iniziare il triennio di teologia che finirà con l’ordinazio- ne sacerdotale. Afferiscono al Leoniano dieci diocesi con un totale di 45 seminaristi più nove propedeutici. Cinque sono i se- minaristi della diocesi pontina. È seguita la Via Crucis partecipata e sentita nel suo insondabile mistero nella bella cappella rischiarata dal grande affresco della Crocifissione o- pera del pittore pisano Paolo Maiani. Le soste animate e scandite dai canti e dal suono dell’organo e l’incedere meditativo, hanno introdotto l’as- semblea orante nel cammino di pe- nitenza quaresimale con l’ascolto del- la Parola e il richiamo al Vangelo del- la Misericordia. La cena fraterna tra i giovani semina- risti e i non più giovani ha rinsaldato il dialogo tra gli aderenti al movi- mento Serra che promuove e sostie- ne le vocazioni alla vita consacrata con la preghiera e l’amicizia. Stella Laudadio I Parte del trittico La croce di San Damiano, simbolo della Gmg mosaico Due giorni per conoscere Macerata, un viaggio per i giovani preti pontini Un viaggio alla scoperta di altri luoghi e realtà “belli” e spiritualmente validi, anche dal punto di vista pastorale, che si colloca nel cammino di accompagnamento formativo di seminaristi e giovani preti. Questo lo spirito della visita a Macerata trascorsa all’inizio di questa settimana dal vescovo Mariano Crociata con una decina tra seminaristi pontini e preti. Al centro del viaggio l’incontro con Nazzareno Marconi, vescovo di Macerata, il quale ha parlato della sua esperienza sulla formazione del presbitero, sui rischi cui va incontro se non “investe” sulla formazione e su una sana vita spirituale. D’interesse le altre tappe: la visita alla città, al monastero di S. Chiara di Montefalco, l’incontro con la comunità dei Figli del Sacro Cuore di Gesù. Su ritorno una fermata a Spoleto e il saluto col vescovo Boccardo. Leonardo Chiappini DI REMIGIO RUSSO n invito a cambiare atteggiamento nella vita di ciascuno, soprattutto ritornare ad avere speranza, anche procedendo a piccoli passi purché illuminati da quella luce che è il Risorto. Lo ha ribadito il vescovo Mariano Crociata nelle omelie di Pasqua. Durante la Veglia pasquale, tenuta in cattedrale, facendo riferimento al rito della luce che apre la celebrazione, Crociata ha spiegato che proprio «l’immagine della luce ci fa capire molto della nostra vita e della nostra condizione. La nostra vita è un po’ come nella notte, soprattutto quando ci impantaniamo in problemi più grandi di noi, per nostra colpa o per il concorso di varie circostanze. E anche la vita sociale e pubblica sembra tante volte brancolare nel buio. Non pensiamo soltanto al buio del terrorismo o a quello della crisi economica; anche attorno a noi le cose spesso non sono molto chiare, in questa fase della storia della nostra città e più in generale del nostro Paese». Tuttavia, il Vescovo ha messo in guardia i fedeli ricordando come sia vero che a Pasqua risuona festoso l’annuncio che «Cristo è risorto», ma questo fatto è anche un interrogativo: «Tu lo credi? Ne hai fatto esperienza? Lo hai incontrato?». Il rischio è che queste siano solo frasi di circostanza, U 9 la domenica www.diocesi.latina.it Pagina a cura dell'Ufficio Comunicazioni Sociali Via Sezze 16 04100 Latina Tel.: 0773/4068200 e-mail [email protected] LATINA - TERRACINA SEZZE - PRIVERNO Riconoscere il Risorto olo chi è capace di adorare riconosce la presenza del Risorto, liberandosi di su- perbia, orgoglio, autosufficienza. L’iniziale in- credulità di Tommaso è anche la nostra sto- ria. Anch’io voglio vedere, toccare. Solo la fe- de pasquale mi permette di vedere e far ve- dere il Signore. Anch’io sono chiamato a pre- sentare ai «Tommaso» di turno il segno dei chiodi, le ferite della carità, il prezzo del ser- vizio. Solo così sarò discepolo del Signore. don Patrizio Di Pinto S Domenica, 3 aprile 2016

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Copyright © AvvenireAprile 3, 2016 10:13 am (GMT -2:00) Powered by TECNAVIA

Copia ridotta al 47% del formato originale letter della pagina

Le omelie del vescovo Crociata durante le celebrazioni di Pasqua

«Affidiamocialla lucedel Risorto»

I fedeli in cattedrale durante la Veglia pasquale

«Luce gentile» ell’annunciare il misteropasquale, il vescovo Crociata

ha evidenziato molto «la luce delRisorto» come risorsa «che Diomette nelle nostre mani peraffrontare e contrastare letenebre che ci coprono come unacoltre impenetrabile». Una luce dicui bisogna accettare chenell’immediato abbia anche unchiarore flebile, come quello diuna candela di fronte all’oscuritàdella notte, che «sembra poco».Però, se ci affidiamo al Risorto,«qualcosa succede – e qualcosa didecisivo – nella nostra vita e neinostri rapporti». Per spiegare ciò,Crociata ha citato «Luce gentile»,una preghiera, scritta nel 1832dal beato John Henry Newman:Conducimi tu, luce gentile, /conducimi nel buio che mistringe, / la notte è scura la casa èlontana, / conducimi tu, lucegentile. / Tu guida i miei passi,luce gentile, / non chiedo divedere assai lontano / mi bastaun passo, solo il primo passo, /conducimi avanti, luce gentile.

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la preghiera

perché alla fine «il cristianesimo di tanti dinoi è fatto per lo più di abitudini e ditradizioni», ha rimarcato sempre il Vescovoall’omelia della Messa del Giorno, celebratanella concattedrale di San Cesareo aTerracina. In questa occasione, andandoavanti con il suo ragionamento, Crociata hachiesto: «Dove trovare un po’ di fede viva, diconvinzione, di amore a Gesù presente inmezzo a noi, in ciascuno di noi, nella storiadi oggi? Le circostanze certo non aiutano. Cisentiamo desolati di fronte a quanto accadenon solo lontano, ma anche presso di noi.Che cosa significa l’annuncio che è Gesù èrisorto ed è vivo?». La risposta dell’Ordinariopontino è stata chiara: «Significa che nonposso restare a impigrirmi e crogiolarmidietro ai miei malanni e alle preoccupazioni,piccole o grandi che siano. Se lui è vivo, haqualcosa da dirmi e da chiedermi; se lui èrisorto, non posso rimanere con le mani inmano, devo invece cercare di capire, direagire e prendere l’iniziativa. Se lui èpresente, allora vuol dire che il più è fatto,che l’ostacolo più grande (la pietra delsepolcro) è stato rimosso, che si offre unanuova opportunità, che la fiducia può essereravvivata e la speranza tornare». Il Vescovo èconsapevole della difficoltà a vivere questoatteggiamento. Tuttavia, il suo invito è allaportata di ciascuno: «Dovremmo cercare di

scommettere un po’ di più sul positivo dinoi stessi e delle persone, sulla fecondità delbene anche in mezzo a tante frustrazioni emeschinità. Vogliamo suggerirne qualcunadi tali speranze e possibilità? Torniamo adavere fiducia nel valore dei gesti più semplicie veri, abbracciati con mite ostinazione:allora, basta un sorriso, al posto di unabrutta parola o di un gesto offensivo; basta

fare bene il proprio lavoro e compiere ilproprio dovere, anche umile e nascosto;basta resistere alla tentazione di approfittaredi un’occasione di essere disonesti per unpiccolo stupido vantaggio; basta dire di no auna richiesta o a una proposta ambigua oimmorale; basta un piccolo sacrificio fattoper aiutare il proprio familiare, il compagno,il collega, il cliente o chiunque altro quandoha bisogno e ti chiede aiuto; basta un votodato per il bene della città e non per il solointeresse privato proprio o di qualcun altro;basta un gesto di rispetto anche verso unapersona che non lo meriterebbe; basta unatto di generosità quando il prossimo indifficoltà ci interpella; basta non accodarsi enon accordarsi al coro delle lamentelequalunquistiche contro tutto e contro tutti;basta tacere pur di non dire male diqualcuno e, potendolo, mettere in luce illato buono di una persona; e così via».Ritorna così il tema della luce, perché perCrociata questi “nuovi atteggiamenti” sono«piccole fiammelle, che in sé sembranofioche, ma insieme cominciano a emanareuna luce crescente. Se sistematicamentespegniamo tutte le candele accese cheincontriamo o non ne accendiamo mainessuna, magari con la scusa che tanto sonotroppo piccole, il risultato sarà che il buio sifarà sempre più fitto».

Giovani in festa a Latinaanti i giovani provenienti dalle diverseparrocchie della diocesi pontina che han-no voluto partecipare alla Festa dei Gio-

vani, iniziata venerdì scorso e che si conclu-derà stamattina con la Messa a Cisterna. La no-vità di questa edizione è stata la mobilità, cioèil non stare solo presso una sede e per un gior-no.«Il nostro obiettivo è stato quello della terri-torialità e l’attenzione alle periferie esisten-ziali», aveva spiegato nei giorni scorsi donNello Zimbardi, il direttore dell’Ufficio dio-cesano per la Pastorale giovanile e vocazione,la struttura che ha curato l’organizzazione.Sullo sfondo, ovviamente, il tema della Gior-nata mondiale della Gioventù che si terrà aluglio prossimo a Cracovia e il Giubileo straor-dinario della Misericordia.«Il rumore dei sogni» è il tema che ha guida-to la Festa, declinato in tutti i suoi aspetti bel-li e meno belli. Infatti, a ospitare l’inizio del-la Festa dei Giovani è stato l’Istituto Gregorio

Antonelli di Terracina (ospita minori in statodi bisogno), il luogo in cui sono state accol-te la croce di San Damiano e la statua dellaMadonna di Loreto, i simboli della Gmg, nel-l’ambito di una veglia di preghiera. Un momento toccante è stato quello dellaSanta Messa celebrata ieri mattina all’internodel carcere di Latina. Ovviamente, solo unapiccola rappresentanza dei giovani è potutaentrare per la liturgia. Il grosso dei lavori si ètenuto ieri pomeriggio con l’invasione delcentro storico di Latina.Dapprima davanti la mensa della Caritas, perparlare dell’importanza di avere un sogno. Diforte attualità, invece, l’incontro in piazza delPopolo con il ciclista Filippo Simeoni sui «so-gni compromessi». Poi, il trasferimento nel-la vicina piazza San Marco per un momentodi riflessione. Più spirituale l’ultimo momentocon i giovani che hanno varcato la Porta San-ta della cattedrale. Oggi la conclusione a Cisterna.

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giovedì 7

Incontro catechisti l prossimo giovedì 7 aprile,alle 17,30 in Curia, è previ-

sto un importante momentodi sintesi e di confronto tra icatechisti delle 87 parrocchiedella diocesi pontina. «A che punto siamo?» è il tito-lo che farà da guida all’incon-tro voluto dall’Ufficio catechi-stico diocesano, che in effetti èparecchio anticipativo dell’ar-gomento da trattare. «La nostra intenzione è fare ilpunto della situazione, racco-gliendo anche proposte, sulpercorso formativo compiutosino a oggi», ha spiegato donFabrizio Cavone, direttore del-l’Ufficio catechistico. Ogni catechista che parteciperàall’assemblea potrà scegliereun ambito su cui confrontarsi(ragazzi, famiglie, comunità).

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Un trittico per la mensa Caritas ggi pomeriggio, alle 16.30, il vescovoMariano Crociata benedirà il nuovo

trittico posto all’interno della mensa dellaCaritas di Latina. L’opera è intitolata «Creatiper la carità» ed è stata realizzata dall’artistapontina Giorgia Eloisa Andreatta, la quale saràpresente alla cerimonia. Il trittico è compostoda tre tavole. Al centro quella del banchettoceleste, con Gesù «pantocratore», il quale haalla sua destra Maria e Giuseppe, e al fiancosinistro il samaritano e l’adultera. «Questi duepersonaggi, il samaritano e l’adultera diconocon la loro sola presenza che i poveri, e noicon loro, hanno bisogno di cura e di perdono,e di perdono non meno che di cura. Ci diconoancora che alla mensa di Gesù non ci si nutresolo di pane, ma di ogni parola che esce dallabocca di Dio», ha ricordato lo stesso vescovoMariano Crociata nel suo messaggio. Questiultimi due personaggi evangelici sono anche isoggetti delle due tavole laterali: quella dellacarità e quella della misericordia. La mensacittadina è in via Cicerone 114, ed è apertatutti i giorni della settimana, compresa ladomenica (festività incluse). Dalle 17.30 alle19 sono servite, direttamente ai tavoli, circa150 persone al giorno. I pasti caldicomprendono (nel rispetto delle variereligioni) un primo e un secondo piatto, uncontorno, la frutta, il pane e spesso il dolce.

Oltre a soddisfare ilbisogno primario delcibo, l’obiettivoprevalente è quellodella promozionedella persona. Ilpasto, quindi, divental’occasione perstabilire con gli ospitiun rapporto difraterna accoglienzain un ambientefamiliare e dignitoso.

La Mariapoli arriva a Latina opo 14 anni tornerà a Latina la Mariapoli,promossa dal Movimento dei Focolari, e

rivolta a chiunque voglia approfondire laspiritualità dell’unità e le sue concretizzazioniin campo familiare, sociale e nel dialogointerreligioso. L’appuntamento è dal 23 al 25aprile, a Latina presso la Curia vescovile che hamesso a disposizione i suoi spazi per questoimportante evento. Come hanno spiegato gliorganizzatori si tratta di un’esperienza difraternità, cioè l’unità – parole chiave dellaproposta dei Focolari – oltre le differenze. Nonc’è alcun tipo di chiusura al mondo in cui si èinseriti, anzi, pur provenendo da diversiComuni del territorio pontino e dai CastelliRomani, in Mariapoli si vivrà nella e per lacittà di Latina, in particolare attraversoSlotMob, la campagna di sensibilizzazionecontro il gioco d’azzardo e le conseguentiludopatie, volta a premiare quei locali chehanno scelto di dire «no alle slot machine. Cisarà spazio per parlare di «Felicità emisericordia» con l’economista Luigino Bruni,ordinario di Economia politica alla Lumsa diRoma. Durante i tre giorni verrà allestita lamostra «Dio Misericordia» con le opere delpittore francese Michel Pochet e illustratadalla curatrice Tatiana Falsini. I giovanipotranno vivere il Giubileo dei Ragazzi con unpellegrinaggio della misericordia a Roma epartecipare alla grande festa all’Olimpico ilsabato 23. Il lunedì successivo sarà unagiornata dedicata alle sfide della famiglia(problemi del lavoro, divorzio e separazione,gender e omosessualità, adozione, vedovanzaassieme a uno sguardo dalle diverse culture).Parallelamente agli approfondimenti in salaper gli adulti, è previsto un programma perbambini e ragazzi, secondo le fasce di età. Perinformazioni basterà rivolgersi ai FocolariLazio Sud ([email protected]).

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O

In visita al Seminario Leoniano i soci pontini del Serra Club

n attesa della Pasqua, i membri delSerra Club di Latina, con la presi-dente Romana Guerrini, hanno

sperimentato la comunione evange-lica nel Seminario interdiocesiano diAnagni. Un appuntamento che è di-venuto una tradizione. L’accoglienza cordiale del rettore donLeonardo D’Ascenzo ha corroboratol’amicizia e l’appartenenza. I semina-risti: Leonardo, Andrea, Alessandro,Damiano, Claudio e Samuele hannoofferto la testimonianza credibile e at-tendibile della loro vocazione e le tap-pe del loro cammino scandite dallapreghiera e dalla condivisione delladurata di sette anni. Inizia con l’anno propedeutico del di-scernimento e si conclude con l’ulti-mo anno della Teologia. Più nel det-taglio, dopo l’anno di discernimentosi passa al biennio di filosofia. Soloal termine di questo, dopo le oppor-tune verifiche e valutazioni i giovanivivranno la cerimonia dell’Ammis-sione agli Ordini Sacri, diventando

così “candidati” e iniziare il trienniodi teologia che finirà con l’ordinazio-ne sacerdotale.Afferiscono al Leoniano dieci diocesicon un totale di 45 seminaristi piùnove propedeutici. Cinque sono i se-minaristi della diocesi pontina.È seguita la Via Crucis partecipata esentita nel suo insondabile misteronella bella cappella rischiarata dalgrande affresco della Crocifissione o-pera del pittore pisano Paolo Maiani. Le soste animate e scandite dai cantie dal suono dell’organo e l’incederemeditativo, hanno introdotto l’as-semblea orante nel cammino di pe-nitenza quaresimale con l’ascolto del-la Parola e il richiamo al Vangelo del-la Misericordia. La cena fraterna tra i giovani semina-risti e i non più giovani ha rinsaldatoil dialogo tra gli aderenti al movi-mento Serra che promuove e sostie-ne le vocazioni alla vita consacratacon la preghiera e l’amicizia.

Stella Laudadio

I

Parte del trittico

La croce di San Damiano, simbolo della Gmg

mosaico

Due giorniper conoscereMacerata,un viaggioper i giovanipreti pontini

Un viaggio alla scopertadi altri luoghi e realtà“belli” e spiritualmentevalidi, anche dal punto divista pastorale, che si colloca nel cammino diaccompagnamento formativo di seminaristi egiovani preti. Questo lo spirito della visita aMacerata trascorsa all’inizio di questa settimanadal vescovo Mariano Crociata con una decina traseminaristi pontini e preti. Al centro del viaggiol’incontro con Nazzareno Marconi, vescovo diMacerata, il quale ha parlato della sua esperienza

sulla formazione del presbitero, sui rischi cui vaincontro se non “investe” sulla formazione e suuna sana vita spirituale. D’interesse le altre tappe:la visita alla città, al monastero di S. Chiara diMontefalco, l’incontro con la comunità dei Figlidel Sacro Cuore di Gesù. Su ritorno una fermata aSpoleto e il saluto col vescovo Boccardo.

Leonardo Chiappini

DI REMIGIO RUSSO

n invito a cambiare atteggiamentonella vita di ciascuno, soprattuttoritornare ad avere speranza, anche

procedendo a piccoli passi purché illuminatida quella luce che è il Risorto. Lo ha ribaditoil vescovo Mariano Crociata nelle omelie diPasqua. Durante la Veglia pasquale, tenutain cattedrale, facendo riferimento al ritodella luce che apre la celebrazione, Crociataha spiegato che proprio «l’immagine dellaluce ci fa capire molto della nostra vita edella nostra condizione. La nostra vita è unpo’ come nella notte, soprattutto quando ciimpantaniamo in problemi più grandi dinoi, per nostra colpa o per il concorso divarie circostanze. E anche la vita sociale epubblica sembra tante volte brancolare nelbuio. Non pensiamo soltanto al buio delterrorismo o a quello della crisi economica;anche attorno a noi le cose spesso non sonomolto chiare, in questa fase della storia dellanostra città e più in generale del nostroPaese». Tuttavia, il Vescovo ha messo inguardia i fedeli ricordando come sia vero chea Pasqua risuona festoso l’annuncio che«Cristo è risorto», ma questo fatto è ancheun interrogativo: «Tu lo credi? Ne hai fattoesperienza? Lo hai incontrato?». Il rischio èche queste siano solo frasi di circostanza,

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Riconoscere il Risorto olo chi è capace di adorare riconosce lapresenza del Risorto, liberandosi di su-

perbia, orgoglio, autosufficienza. L’iniziale in-credulità di Tommaso è anche la nostra sto-ria. Anch’io voglio vedere, toccare. Solo la fe-de pasquale mi permette di vedere e far ve-dere il Signore. Anch’io sono chiamato a pre-sentare ai «Tommaso» di turno il segno deichiodi, le ferite della carità, il prezzo del ser-vizio. Solo così sarò discepolo del Signore.

don Patrizio Di Pinto

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Domenica, 3 aprile 2016