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Gemona del Friuli, Udine Gemona del Friuli, Udine PERIODICO DEL PRIMO SANTUARIO ANTONIANO DEL MONDO del Sant’Antonio di di Trimestrale - Poste italiane - Sped. in a.p. D.L. 353/2003, (conv. in L. 27.2.2004, n. 46) art. 1, comma 2 - DCB Udine - Anno LXXXV - N. 2 - 2011 La del del del del a a Voce Voce Santuario Santuario N.2 - 2011

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Gemona del Friuli, UdineGemona del Friuli, Udine

PERIODICO DEL PRIMO SANTUARIO ANTONIANO DEL MONDO

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SOMMARIO

VIVE CON LE VOSTREOFFERTE

CCP N. 10542330 - Tel. 0432 981113

Lettera del Padre Rettore pag. 2La lode di Santo Antonio “ 4800° anniversario di Santa Chiara “ 6Festa di Sant’Antonio “ 8La visita pastorale 10Una nuova sorella 11Trentennale della ricostruzione 12Cronaca del Santuario 14

““

In copertina:immagine del Santo

Periodico del SantuarioANNO LXXXV

Mensile - Trib. di Udine, 27.04.53 R.S. 16N. 2 - Aprile - Maggio - Giugno 2011

33013 Gemona del Friuli (UD) - ItaliaTel. 0432 98.11.13 - CCP 10542330

[email protected]

RedazioneFr. Luigi Bettin, Fr. Emidio Papinutti,Fr. Oreste Marcato, Fr. Fabio Longo,

Fr. Lorenzo Assolani,Clarisse di Moggio Udinese.

Direttore ResponsabileLuigi Secco

Stampa: Tipografi a OGV - Palmanova

Associato all’USPIUnione StampaPeriodica Italiana

LETTERA DEL PADRE RETTORELETTERA DEL PADRE RETTORE

““

oltre ottocento anni fa, è grande perché ha messo Gesù al centro della sua vita e si è lasciato da Lui amare, perdonare, guida-re secondo il suo eterno progetto.

Questo suo esempio, per noi oggi, può sicuramente esserci di aiuto per capi-re noi stessi e la relatà in cui viviamo e per impegnarci nel nostro quotidiano cammi-no di vita cristiana.

S. Antonio, il santo più amato e ve-nerato, defi nito il santo di tutto il mondo perché è stato sempre attento e vicino alla gente, alle famiglie, alle situazioni diffi cili, ai malati nel corpo e nello spirito del suo tempo, ci ricorda nel giorno della sua festa e della sua nascita al cielo, che tutto questo è possibile anche per noi, basta solo che in noi cresca il desiderio di voler riorientare la bussola della nostra esistenza verso Gesù Cristo, verso il bene, l’amore per i fratelli, vincendo in primo luogo ogni forma di egoismo e di indivi-dualismo.

Con questi semplici pensieri, carissi-mi amici e devoti del Santo, invito tutti a saper valorizzare questo tempo festivo, per rivivere ancora una volta, insieme ai frati del Santuario, questo “incontro con la santità”, ed essere ulteriormente raf-forzati nella fede, nella speranza e nella carità, fondamento imprescindibile del cammino cristiano verso la pienezza di una esistenza che avanza sotto il segno della santità.

fr. Luigi Bettin

Con il cuore pervaso dalla gioia pasquale, dono inestimabile della presenza del Signore Risorto, che

ci accompagna in questo tempo liturgico, vogliamo prepararci anche quest’anno a celebrare la festa del nostro santo patro-no, Antonio di Padova.

Sono lieto di presentare questo nuovo numero di “La voce del Santuario di S. Antonio” in occasione della celebrazione liturgica del Santo Patrono della nostra città, del Santuario e della Provincia Ve-neta dei Frati Minori.

Questo momento di festa e di incontro deve diventare occasione e motivo spiri-tuale per riscoprire il signifi cato cristiano della presenza dei Santi nella nostra vita, per riconoscere il valore profondo del no-stro fare festa.

I Santi, è bene ricordarlo, sono stati uomini e donne come noi, che hanno vis-suto, anche se in tempi diversi e lontani nel tempo e nello spazio, con fedele di-sponibilità, la vocazione a seguire Gesù Cristo, ognuno secondo la propria perso-nale vocazione. Sono persone che come scrive S. Benedetto nella sua Regola mo-nastica, non hanno anteposto nulla all’a-more di Dio.

Fare festa è dunque, in primo luo-go, occasione per lodare e ringraziare il Signore, santità per essenza, che opera meraviglie nei suoi Santi e ce li propone come modelli da seguire.

Il nostro patrono, S. Antonio, vissuto

ari fratelli, amici,ari fratelli, amici, benefattori e devoti del Santobenefattori e devoti del SantoC

L’orazione è un’effusione di affet-to verso Dio, un devoto e familia-re colloquio con lui, quanto più è possibile. La preghiera è anche un sollecitare i beni temporali per la vita presente; ma quelli che fanno domanda al Signore con vero spi-rito cristiano, devono subordinare sempre la propria alla sua volontà, anche se a pregare li spinge uni-camente il bisogno: solo il Padre celeste sa che cosa veramente ci è necessario nell’ordine temporale.La preghiera è infi ne l’azione di grazie, cioè il riconoscere i benefi -ci ricevuti e offrire in cambio a Dio tutte le nostre opere, cosicchè la nostra preghiera sia continua.

il Signoreil Signore vi dia pace!vi dia pace!

Dagli scritti diSANT’ANTONIOSANT ANTONIO

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Servo santo”. La seconda parte descrive l’apostolato del Santo. Un preludio, quasi pastorale, modellato sul motivo gregoria-no dell’inno mariano O gloriosa Domina, inno molto caro al Santo, descrive la pace dell’eremo di Montepaolo dove Antonio si tempra nello spirito. Di grande effetto è la descrizione musicale del primo miracolo operato da Sant’Antonio a Rimini in dife-sa della presenza di Cristo nell’Eucaristia; una mula si prostra in adorazione, tra la meraviglia dei presenti. Il coro a otto voci fa da sfondo al canto di due motivi euca-ristici gregoriani: O quam suavis e Adoro te devote: uno dei momenti meglio riusciti e più suggestivi di tutta la musica pasinia-na. Quindi segue la predicazione del Santo apostolo. Voci innumerevoli e supplicanti implorano: “Consola pietoso il cuore affl it-to… Rendi sano mio fi glio… Sperdi ogni minaccia ria…”. La voce del baritono, am-pie arcate, infonde serenità e gioia e con-solazione.

La terza parte dell’opera descrive la morte di Sant’Antonio. Visione celeste: il Santo stringe fra le sue braccia il Bambin Gesù. L’orchestra fa rivivere l’incanto di una notte placida e tranquilla. A tratti un lontano tremulo trillar di grilli. Sul motivo gregoriano del Gaudens gaudebo in Do-mino, dialogato tra il fl auto e l’oboe, s’in-nesta il solo del tenore. “Di Gesù sul cuore d’amor languisce / il Santo dell’Amore”.

Dalla visione si passa alla realtà. “Or Antonio, beato in cielo regna”. Una voce invita a ricorrere al Santo, che dal cielo ci protegge. E l’azione si espande, acquista dimensioni universali nell’unanime invo-cazione. La musica s’intensifi ca dinamica-mente, il messaggio, denso di passione, sfocia nel coro fi nale a sei voci, in una vi-gorosa esplosione di giubilo e di lode: “O Santo Antonio umil Frate Minore / inni di gloria a Te, laudi d’onore.

Emidio Papinutti

Sant’Antonio: “Genti d’omne contrada, a voi ne vengo / e laudi chieggo a voi / per Santo Antonio umil Frate Minore”.

La prima parte della Laude descrive la vocazione missionaria del Santo. Divenuto seguace di San Francesco, Antonio anela alla conquista degli infedeli e al martirio per Gesù Cristo. Parte per il Marocco. Una lunga infermità la costringe al ritorno. La nave, nel viaggio, è sorpresa da una tre-menda tempesta. Antonio placa le acque con un segno di croce. Il vento porta la nave sulle coste della Sicilia. La musica del Pasini commenta e rende sensibile, con rara effi cacia, quanto il testo descrive: l’ar-dente fuoco del divino amore che anima Antonio, la tempesta furibonda che tra-volge la nave, la calma dopo la tempesta, espressa nel commento del coro: “Fatto ha Dio gran portento / per Antonio, suo

LA VOCE DEL SANTUARIO DI SANT’ANTONIO

giugno 2011 5LA VOCE DEL SANTUARIO DI SANT’ANTONIO

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FESTA DI SANT’ANTONIOFESTA DI SANT’ANTONIO FESTA DI SANT’ANTONIOFESTA DI SANT’ANTONIO

interpretati genialmente dal Pasini.Questo poema lirico sinfonico, intitola-

to La Laude di Santo Antonio, diviso in tre parti, racconta la vita del Santo di Padova: la vocazione, l’apostolato, la morte.

L’opera musicale è aperta da una vi-gorosa introduzione orchestrale dove, su strappate e tremolii di violini, il corno inglese fa sentire, lenta e solenne, la me-lodia gregoriana dell’Introito della Messa della festa di Sant’Antonio In medio Eccle-siae. Quindi il baritono, sostenuto da un coro a sei voci, invita tutti i popoli a lodare

Molti frati santi e dotti sono passati per il convento di Gemona ma, fra questi, piace ricordarne uno,

santo, dotto e musicista celebre: Padre Crescenzio Pasini. I devoti di Sant’Anto-nio continuano a cantare ogni domenica a Gemona, al termine dei Vespri, l’inno “O dei miracoli, amabil santo” del Pasini, la Corale eseguiva il brillante Si quaeris mira-cula del Pasini, ogni tanto si torna a sentire l’altro inno Cinto di gloria del Pasini. Per-ché Pasini era un innamorato di Sant’Anto-nio e in suo onore ha composto tanta bella musica, che i fedeli continuano ad amare..

Padre Pasini era arrivato a Gemona il 16 novembre 1935. In pochi mesi era riuscito a organizzare una buona Schola Cantorum e per l’inaugurazione della nuova facciata del Santuario, il 17 maggio 1936, ha fatto eseguire tutta musica da lui composta: la Missa Triumphalis in onore di Sant’Anto-nio di Padova, il Si quaeris, il Tantum ergo e altri brani preparati per l’occasione..

Allora Pasini era reduce da Napoli, dove aveva riscosso un vero trionfo con l’esecuzione al Teatro San Carlo di due suoi poemi sinfonici, il Cantico delle Creature e la Laude di Santo Antonio. Un trionfo. Ba-sti pensare che, al termine dell’esecuzione, Pasini è stato chiamato più di dieci volte al proscenio. L’entusiasmo dei napoletani era incontenibile. A distanza di oltre settanta anni da quel trionfo napoletano, sarà utile ricordare almeno il contenuto del poema sinfonico composto in onore di Sant’Anto-nio: sarà utile per conoscere un’interpreta-zione originale della vita del Santo di Pa-dova, con i testi del poeta Nicola Petrocchi

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CONOSCERE I SANTICONOSCERE I SANTI CONOSCERE I SANTICONOSCERE I SANTI

LA VOCE DEL SANTUARIO DI SANT’ANTONIO

giugno 2011 7LA VOCE DEL SANTUARIO DI SANT’ANTONIO

giugno 20116

“Chiara fu la nuova donna della valle spoletana che aprì una novella sorgente di acqua vitale… già dira-matosi per vari ruscelli nel territorio della Chiesa. (FF 3294 - Bolla di ca-nonizzazione).

È bello pensare a Santa Chiara come ad una limpida sorgente di acqua, simile a quelle che sgorgano tra le

nostre montagne.E’ così che dovette apparire a Fran-

cesco la giovane Chiara quando, in quella notte di marzo del 1212, a S. Maria degli angeli, la rivestì con un saio e le pose un velo nero sui capelli tagliati, accettando a nome della Chiesa la sua consacrazione a Dio.

S. Francesco stesso aveva profetiz-zato che in S. Damiano sarebbero venu-te delle donne la cui vita avrebbe dato gloria a Dio in tutta la Chiesa. Santa Chiara era la prima di questo “Povere Dame”: (Testamento di S. Chiara, FF 2826-27).

Così nacque l’Ordine della “Claris-se”: in semplicità e povertà, senza nes-sun contrassegno di esteriorità.

Da quell’epoca, come un fi ume, la testimonianza dai S. Chiara ha varcato otto secoli per dire a noi, che viviamo ancora nel solco della sua esperienza di vita, quanto forte era la fi amma che la

nuta anacronistica e impossibile. A che cosa “servono” le monache? Questa domanda non stupisce perché anche S. Chiara, quel lunedì santo, dopo la me-morabile fuga dalla casa paterna, quan-do partecipò alla S. Messa, sicuramente ascoltò il Vangelo di Maria di Betania la quale, durante il pranzo offerto in onore di Gesù, si mise ad ungere con un bal-samo costosissimo i piedi di Lui. Un ge-sto di onore verso il regale Ospite, che però suscitò la critica di Giuda: “Perché quest’olio profumato non si è venduto per trecento denari per darli poi ai po-veri?...”

Chi non comprende il valore di una esistenza consacrata alla adorazione e alla lode trova sempre il pretesto della carità: “con tutto il bisogno che cìè di gente che serva i poveri, gli ammala-ti…”. Il gesto di Maria di Betania è stato per S. Chiara l’ispirazione di tutta la sua vita: seguire Gesù “sprecando” la pro-pria esistenza nella adorazione e nell’a-scolto della sua Parola, come l’unguen-to prezioso usato a profusione, perché è Lui il primo povero che va servito e onorato.

S. Chiara, chiudendosi a S. Damiano, fece della clausura il luogo di un amo-re esclusivo e totale per Gesù- Anche oggi non esistono altre motivaziioni che reggano per giustifi care questa scelta di vita.

Il mondo nel quale oggi siamo chia-mate a vivere non è quello in cui viveva S. Chiara. Non è stato mai facile rispon-dere a Dio che chiama. Le Clarisse vivo-no le tensioni tra una eredità magnifi ca ma esigente, come ci è stata lasciata dalla Fondatrice, e le istanze del mon-do d’oggi. Per il modo di vivere odier-no ciò che conta è quello che si vede,

che frutta… che soddisfa il desiderio di apparire. Certo, per chi è ammalato di protagonismo la vita delle Clarisse non è attraente…

“Chi vuol essere protagonista crea un evento… la quotidiana fedeltà alla propria fede, a volte si esplicita proprio in un “non protagonismo”(Giuseppe De Rita).

S. Chiara è la grande Santa che è, perché ha lasciato che fosse Dio il Pro-tagonista della sua vita. Non si è ap-propriata di nulla (ecco la sua pover-tà!), neppure della propria vita. Lei ha saputo dare una risposta positiva a Dio obbedendo alla sua vocazione, prima di tutto come donna. Anche per questo S. Chiara è come Maria, la Madre di Gesù: “Eccomi, sono la serva del Signore, av-venga di me quello che hai detto”(Lc 2,38), come S. Francesco stesso l’ha cantata in molte delle sue preghiere.

Ci pare che il segreto di S. Chiara, quel segreto che ella trasmette alle so-relle, ai frati e a tutti i cristiani, sia uno solo: “Tenere fi sso lo sguardo su Gesù…”(Eb 12,2). Da ciò scaturisce la povertà, la castità, l’obbedienza, la fraternità e quello stile di convivenza semplice ed essenziale che è stato l’anima della sua vita consacrata.

È Gesù che chiama alla sequela: “Se vuoi…”. È Gesù che dà la capacità e la forza necessaria per fare la volontà di Dio.

In questo centenario le Clarisse (e tutto l’Ordine Francescano con loro), sono chiamate più che mai a gridare si-lenziosamente il primato di Dio, a trat-tare il Signore da Signore, a spendersi nella Sua adorazione, ad affondare nel Suo mistero sotto il segno della gratuità per attestare che Egli solo è l’Assoluto.

DELL’ORDINE DI S. CHIARA D’ASSISI: UNA SEQUELA DI OTTO SECOLI

aveva portata a lasciare tutto: casa, pa-renti, ricchezze, nobile condizione per amore del Signore Gesù, povero e cro-cifi sso.

Ancor oggi, la sua vita, donata a Cristo e alla Chiesa, se da una parte suscita sempre ammirazione e stupore, dall’altra, sotto la spinta di una cultu-ra razionalista e autosuffi ciente è rite-

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VITA NOSTRAVITA NOSTRA VITA NOSTRAVITA NOSTRA

Patrono di Gemona e dei Frati Minori del Veneto e Friuli Venezia Giulia

Programma Religioso in Santuario

LA VOCE DEL SANTUARIO DI SANT’ANTONIO

giugno 2011 9LA VOCE DEL SANTUARIO DI SANT’ANTONIO

giugno 20118

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S I A V V I S A

che i l giorno di S. Antonio l ’orario delle messe è: 7.30; 8.30; 9.30; 11.00

lunedì 6 ore 20.30S. Messa e rifl essione antonianaOsoppo - Trasaghis - BraulinsAvasinis

martedì 7 ore 20.30S. Messa e rifl essione antonianaVenzone

mercoledì 8 ore 20.30S. Messa e rifl essione antonianaArtegna e Montenars

giovedì 9 ore 20.30S. Messa e rifl essione antonianaGemona - Osoppo - Campolessi

venerdì 10 ore 20.30S. Messa e rifl essione antoniana

sabato 11 ore 20.30S. Messa e rifl essione antoniana

PELLEGRINAGGI

Anche quest’annonel corso deifesteggiamenti ci sarà laPESCA DI BENEFICENZA.Sarà aperto un punto diristoro presso laCASA DEL PELLEGRINO.

Itinerario: Via Pio Paschini, Via Artico di Prampero, Via XX Settembre,Via XXVIII AprileRientro in Santuario per Via S. AntonioLa processione sarà accompagnata dal“Complesso Bandistico Venzonese”

Ore 22.30: Spettacolo pirotecnicoofferto dalla “Pro Glemona”.

domenica 19 giugnoS. Messe ore: 7.30 - 9.30 - 11.00 - 18.00

ore 11.00: Messa Solenne e

Benedizione dei Gigli.

Ore 17.00: Canto del Vespro.Processione alla “cella”del Santo e preghiereper tutti i benefattori.

Sarà con noi adanimare i pellegrinaggifr. Mario Saggioro,della Basilica dellaMadonna dei Miracolidi Motta di Livenza.

domenica 12 giugno ore 20.30

Celebrazione del Transito di S. Antonio, ossia il racconto delle ultime ore della sua vita e il suo passaggio da questo mondo al Padre.Al termine concerto in onoredi S. Antonio.

lunedì 13 giugnoSolennità di Sant’Antonio

S. Messe: 7.30 - 8.30 - 9.30 - 11.00

7.30: (Benedizione del pane).

Ore 9.30: La comunità parrocchialedi Gemona festeggia il suo patrono.

Ore 11.00: S. Messa presiedutada fr. Antonio Scabio,Ministro Provinciale dei frati.

Ore 16.00: Benedizione e affi damento a S. Antonio dei bambini, delle famiglie,e delle mamme in attesa.

Ore 17.00: Canto del vespro. Segue la processione votivaper le vie del centro cittadino.

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La missione prioritaria che il Signore, vi affi da oggi, rinnovati dall’incontro personale con Lui, ha proseguito Papa Benedetto ai friulani e rappresentanti dei Consigli Pastorali delle nostre diocesi, è quella di testimoniare l’a-more di Dio per l’uomo prima di tutto, con le opere dell’amore e scelte di vita in favore delle persone a partire da quelle più deboli e fragili, indifese e non autosuffi cienti, come i poveri, i malati e i disabili.Solo una esperienza personale e vera di fede con Gesù cancella la paura del futuro.Ritornare ad Aquileia, ha sottolineato il Pontefi ce, signifi ca imparare dalla gloriosa Chiesa che vi ha generato come impegnarsi oggi, in un mondo radicalmente cambiato, per una nuova evangelizzazione del vostro territorio e per consegnare alle generazioni future l’eredità preziosa della fede cristia-na.Il Papa ha poi sottolineato ancora che “come discepoli di Cristo coraggiosi e fedeli” e per-ciò “convincenti e convinti”, di essere in grado perfi no di affrontare “il massiccio fe-nomeno dell’immigrazione e del pluralismo culturale e religioso in un rapporto franco e sincero con i non praticanti, con i non cre-denti e con i credenti di altre religioni. Pos-sono costruire assieme a tutti gli uomini di buona volontà una “città” più umana e soli-dale, giusta e solidale, assumendosi respon-sabilità dirette nei vari ambiti del sociale, in modo particolare in quello politico.L’appello fondamentale del Papa lasciato ai friulani e a tutto il popolo di Dio del Trivene-to è stato proprio quello di riscoprire Cristo, Via, Verità e Vita, singolarmente e come co-munità cristiana in maniera da tenere vivo il vero volto del Friuli e del Nordest anche nell’era della globalizzazione.

Nei giorni 7-8 maggio la visita del Papa ad Aquileia e a Venezia è sta-to un evento storico ed indimenti-

cabile per i messaggi pronunciati con parole ferme e sguardo aperto al futuro e per la partecipazione di tanta gente.Oltre alla denuncia dei mali attuali del mate-rialismo, relativismo etico, il Papa ha offerto alla società del nordest, una terapia per rico-struire una identità comune e una sorgente, dalla quale attingere l’energia necessaria alle grandi sfi de di oggi.Solo da Cristo l’umanità può riavere speran-za per il futuro, ha detto il Papa, solo da Cristo si può attingere il signifi cato e la forza del perdono, della giustizia e della pace.

il papa ad aquileia e a veneziail papa ad aquileia e a venezia vita dell’ordine francescano secolare localevita dell’ordine francescano secolare locale

DI BENEDETTO XVI AD AQUILEIA E VENEZIA

LA VOCE DEL SANTUARIO DI SANT’ANTONIO

giugno 201110LA VOCE DEL SANTUARIO DI SANT’ANTONIO

giugno 2011 11

Con grande gioia la Fraternità france-scana secolare di Gemona, denomi-nata “Sant’Antonio di Padova” ha

festeggiato la Promessa di Vita Evangelica della sorella Michela Pontel, da Aiello del Friuli, giovane sposa e madre di un bel bim-bo, da due anni arrivata ad Artegna. Aveva iniziato a conoscere San Francesco e il suo stile di vita, entrando nella Gi.Fra. (Gioven-tù Francescana). Poi, entrata nella Fraternità Francescana di Gorizia, dove aveva seguito il noviziato, nel 2008 emette la prima profes-sione temporanea, prima di approdare alla nostra Fraternità. Ora desiderosa di entrare in modo defi nitivo nella Famiglia Francesca-na, ha emesso la Professione perpetua.

La cerimonia pubblica si è svolta dome-nica 21 novembre 2010 durante la Santa Messa delle ore 11 nel nostro Santuario, ce-lebranti il Padre Rettore Fra Luigi Bettin, i Pa-dri Assistenti OFS regionali Fra Aurelio Bla-sotti (gemonese), Fra Celestino dell’Osbel, il Padre Assistente locale Fra Oreste Marcato, e presenti la Ministra regionale dell’Ordine Francescano Secolare sorella Livia Vincelli di Trieste, la vice Ministra sorella Carlotta Fon-da di Gorizia, alcuni ministri delle fraternità locali del Friuli e tanti fratelli e sorelle france-scani della regione, numerose Suore france-scane missionarie di Gemona, e tanti amici e fedeli tali da riempire tutto il Santuario. La cerimonia è stata animata dal bellissimo coro di giovani di Majano, venuti a trovarci per l’occasione: sono stati veramente bra-vi e sinceramente apprezzati. Il rito è stato molto toccante, con momenti molto intensi e commoventi: le letture, l’omelia del Retto-re, il rito della Professione e tutta la liturgia si sono svolte con pacata serenità e avvolte da gioiosa partecipazione, tutti coinvolti nel-

FRATERNITÀ FRANCESCANA DI GEMONA

la consapevolezza di un importante avveni-mento personale e comunitario: l’impegno di vivere la Regola dell’Ordine Francescano Secolare, scritta da Paolo VI, con una con-sacrazione a Dio e un dono alla comunità tutta.

Sulle orme di San Francesco, “i fran-cescani secolari si impegnano … passando dalla vita al Vangelo e dal Vangelo alla vita” (art. 4 - Regola), e testimoniando con sere-nità e tanta gioia la scelta di appartenere a Cristo e vivere il Suo Amore nella famiglia, con i vicini, nei luoghi di lavoro, con gli ami-ci, con i nemici, con tutti i fratelli e sorelle della Fraternità e di tutta la Famiglia Fran-cescana, di cui si entra a far parte, e natu-ralmente in Parrocchia e in comunione con tutta la Chiesa di Dio. Alla sorella Michela, alla sua famiglia e a tutta la Fraternità sin-cere congratulazioni e un augurio di buon lavoro nell’impegno evangelico secondo la chiamata del Signore.

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ANNIVERSARIOANNIVERSARIO ANNIVERSARIOANNIVERSARIO

LA VOCE DEL SANTUARIO DI SANT’ANTONIO

giugno 201112LA VOCE DEL SANTUARIO DI SANT’ANTONIO

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Trentacinque anni sono passati da quella spaventosa notte del 6 maggio 1976. La terra che tremava,

le case che crollavano, le montagne che lanciavano massi a valle, persone care che restavano sepolte sotto le macerie. Tutto distrutto. Rimaneva indistruttibile il carattere della gente friulana. E Gemona,

da capitale del terremoto, divenne la capitale della ricostruzione. Il ricordo di quella tragica notte resta sempre vivo, ma vivo rimane pure l’orgoglio del cammino che ha portato alla realtà presente.

Ma dobbiamo ricordare anche che quest’anno ricorre il trentennale della rinascita materiale del convento e del Santuario di Sant’Antonio.

Il 13 giugno 1981, a cinque anni dal terremoto, nella festa del Santo Patrono, è stata posta la prima pietra del Santuario. Erano presenti l’arcivescovo Alfredo Battisti, l’avv. Antonio Comelli Presidente

della Giunta Regionale e il Presidente della Commissione speciale per il terremoto e “padre della ricostruzione” rag. Salvatore Varisco, L’anno seguente, il 12 dicembre 1982, il Sindaco di Gemona rag. Ivano Benvenuti, inaugurando il chiostro del convento, poteva sottolineare il valore non solo materiale della ricostruzione, nel discorso tenuto in quella circostanza.

«Se a Gemona si è potuto attuare un modello di ricostruzione fedele al passato e continuatore dei valori del passato stesso, lo si deve non solo all’impegno dei cittadini, che attraverso la riedificazione della propria casa hanno contribuito a restituire il volto urbano cancellato dal terremoto, ma soprattutto alle Comunità religiose locali che con analogo, se non maggiore sacrificio, hanno saputo esprimere la loro presenza con la riproposizione dei

Centri distrutti o danneggiati dal sisma, confermando così l’intenzione di non abbandonare la comunità gemonese e di coordinarne l’obiettivo di rifare il distrutto con la maggiore continuità possibile alla storia passata».

Il Sindaco Benvenuti concludeva: «Mi corre l’obbligo di rivolgere un particolare ringraziamento ai Frati Francescani di Gemona che con impegno veramente ammirevole hanno avviato la ricostruzione del Santuario, ricercando in tal modo tutte le premesse per continuare il loro apostolato in questa cittadina».

E i frati di Sant’Antonio, in questo trentesimo anniversario, sentono l’obbligo di rinnovare la loro riconoscenza a quanti, autorità o semplici fedeli, li hanno aiutati nella ricostruzione della loro chiesa e del convento.

Posa della prima pietra del Santuario. Da sinistra: Padre Gandolfo Venturini, avv. Ottavio Valerio, Rag. Salvatore Varisco, Padre Aureliano Sossich, Presidente Antonio Comelli.

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MARCATO LUCA MARCATO LUCA da Lazise (VR).Affi dato a Sant’Antonio dai genitori.

Sara e Gabriele Massarut affi dano la loro bambina ALICEALICE nata il 6 aprile 2011 a Pordenone alla protezione di Sant’Antonio.

LA VOCE DEL SANTUARIO DI SANT’ANTONIO

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LA VOCE DEL SANTUARIO DI SANT’ANTONIO

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AFFIDATI A SANT’ANTONIOAFFIDATI A SANT’ANTONIO nella luce della pasquanella luce della pasqua

COPETTI ZOILO COPETTI ZOILO nato il 2 marzo 2010.Il papà Antonio e la mamma Michela lo affi dano alla protezione di Sant’Antonio.

DAPIT VALENTINA DAPIT VALENTINA di Michele e di Rodriguez Julietta Elizabeth, affi data a Sant’Antonio dal papà.

Nel ricordo della sorellaLUCIANA LONDEROLUCIANA LONDERO(morta il 17 maggio 2011)che ha tanto amato e servito il Santua-rio di Sant’Antonio: ora gode in pienez-za la luce e la pace del Signore.

Ricordiamo con riconoscenza e affetto Monsignor GASTONE CANDUSSOGASTONE CANDUSSOparroco di Gemona che ha incontrato sorella morte a Gemona sabato 16 apri-le 2011.

Era nato a San Daniele il 16 febbra-io 1946. Era stato ordinato prete il 24 settembre 1971. Dopo un lungo servi-zio come cappellano e parroco di San Marco in Chiavris / Udine fi no al 2001, ha preso possesso della parrocchiadi Santa Maria Assunta di Gemonail 18 novembre 2001.Attende la resurrezione nella tomba dei Sacerdoti nel cimitero di Gemona.

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ORARIO SS. MESSE

Feriale: 8.00 e 9.007.40 lodi mattutine e 19.00 vespro

Festivo (per tutto l’anno):ore 7.30 - 9.30 - 11.00 - 17.00 (solare) - 18.00 (legale)

CANTO DEL VESPROore 16.00 (solare) - 17.00 (legale)

Santuario di Sant’Antonio