Abstract molinari def

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Fotografía: Jorge Walter Producciones Trinidad, jueves 19 de Febrero 2015 Año 4 - Nº 251 - 8 Págs. LA PALABRA DEL BENI

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Abstract dell’intervento di Maria Luisa Molinari

“Un posto dove poter andare: la nuova vita dei profughi istriani al Villaggio San Marco”:

lunedì 1° dicembre alle ore 10.30

presso il Campo di Fossoli, via Remesina esterna, 32 - Fossoli di Carpi

Tra i circa 130 Centri di Raccolta Profughi, che nell’Italia del secondo dopoguerra accolgono i profughi giuliano-dalmati, vi sono alcuni ex Campi di concentramento, già utilizzati dalle forze nazi-fasciste per l’internamento dei civili e dei prigionieri di guerra. Tra questi anche l’ex Campo di concentramento di Fossoli (Carpi)1: qui nel giugno 1954 viene inaugurato il Villaggio San Marco, che accoglierà qualche centinaia di profughi della seconda ondata, provenienti perlopiù dalle cittadine e dai paesi della costa istriana. Esso rappresenta un caso molto significativo, in quanto si tratta dell’unico insediamento strutturato di esuli in Emilia Romagna, ma anche perché è rimasto in funzione per ben 16 anni (dal 1954 al 1970). Il suo valore aggiunto è altresì la straordinaria trasformazione da luogo di morte e violenza a luogo di vita. La storia degli esuli al Villaggio San Marco, infatti, è innanzitutto un’esperienza di vita collettiva, quindi storia di persone e di famiglie. Esse partecipano fattivamente alla realizzazione del Villaggio, che si dota via via di attività commerciali, di un ambulatorio medico, come pure di una scuola elementare e di un asilo parrocchiale, nati intorno alla piccola Chiesa. La loro nuova vita non è tuttavia facile: dobbiamo infatti immaginare persone sradicate dal proprio contesto geografico e culturale, lontane dalle proprie case, talvolta anche dagli affetti, protagoniste, loro malgrado, di un’altra vita. Con questo stato d’animo esse affrontano un processo d’integrazione lungo e travagliato, sia per il ruolo storico del campo, che per gli abitanti del posto rappresenta un collegamento diretto con la violenza e la paura del periodo bellico, sia per il contesto del dopoguerra, con le sue esasperate tensioni politiche legate alla logica degli schieramenti contrapposti della guerra fredda, fortissimamente presenti nel territorio emiliano, dove diventa particolarmente marcata l’erronea interpretazione della fuga dei Giuliani dalla Jugoslavia di Tito, vista come un netto rifiuto del socialismo. Infine, a complicare il tutto, entra in gioco la totale disinformazione riguardo alla questione giuliana da parte della popolazione del luogo, comune, del resto, a tutti gli Italiani in quel periodo.

1 Il Campo di Fossoli è stato: Campo per prigionieri di guerra dal maggio 1942 al settembre 1943, Campo di concentramento per ebrei dal dicembre 1943 al marzo 1944, Polizei und Durchgangslager dal marzo all’agosto 1944, poi Centro raccolta di manodopera per la Germania dall’agosto al novembre 1944, Centro raccolta di profughi stranieri dall’agosto 1945 al maggio 1947, quindi Comunità di Nomadelfia dal maggio 1947 all’agosto 1952.

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Col tempo, tuttavia, i legami con la gente del luogo s’intensificano e si approfondiscono sempre più, fino ad arrivare al giorno in cui i profughi non sono più tali, ma concittadini e il Posto dove poter andare non è più solo l’unica speranza di un’altra vita possibile, quanto, piuttosto, il luogo del loro presente: la loro vita.

Maria Luisa Molinari, insegnante, dottore di ricerca in Storia contemporanea, si occupa di storia del confine nord-orientale italiano del Novecento, con particolare riguardo all’esodo giuliano-dalmata cui ha dedicato la tesi di laurea e di dottorato. Ha realizzato la Mostra Profughi nel silenzio. Gli esuli giuliano dalmati a Modena e a Carpi, organizzata dal Comune e dalla Provincia di Modena, dalla Città di Carpi, dall’Istituto Storico di Modena e dalla Fondazione ex Campo di Fossoli in occasione del “Giorno del Ricordo 2008”. Collabora con le scuole elementari, medie e superiori attraverso vari progetti di carattere storico e lezioni di approfondimento su foibe ed esodo proposte dall’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Parma nell’ambito dell’offerta didattica Percorsi del '900. Ha pubblicato saggi di storia locale parmense e una monografia sul Villaggio San Marco di Fossoli di Carpi per la collana «Quaderni di Fossoli». Per L’istituto Alcide Cervi ha tenuto due corsi di formazione per docenti sull’insegnamento della storia del confine orientale (2011 e 2012); ha collaborato alla progettazione del corso di formazione del 2013 sulla conflittualità storica del confine nord-orientale italiano in rapporto ai nuovi confini definiti dall’Unione Europea.

Bibliografia specifica sul Villaggio San Marco:

- M. Molinari, Villaggio San Marco, Via Remesina 32, Fossoli di Carpi. Storia di un villaggio per profughi giuliani, EGA editori, Torino, 2006.

- A. Malavasi, M. Piuca, I gatti di Pirano. Dal mare istriano al Campo di Fossoli , Aliberti editore, Roma, 2011.

- Atti del convegno svoltosi a Carpi (Modena) il 4 maggio 2013, I 60 anni del Villaggio San Marco a Fossoli: storia, presenza, prospettive, a cura dell’Associazione Venezia Giulia e Dalmazia - Comitato Provinciale di Modena, in collaborazione con Comune e Provincia di Modena, Città di Carpi, sotto l'Alto patronato del Presidente della Repubblica.

- L. Castelli, Villaggio San Marco - Fossoli-Carpi, mostra fotografica, consultabile sul sito i n t e r n e t www.exilio.it/blog/geoBlog/images/doc_242_1_Lucia-Castelli-_Villaggio-San-Marco.pdf (8/11/2014).