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   P r o v i n c i a d i M a cer a t a DETERMINAZIONE DIRIGENZIALE N. 287 - 12° Settore / Del 01-08-2011 Oggetto: D.Lgs. 152/2006 art.20 - L.R. 7/2004 art.6 - Verifica di assoggettabilità alla V.I.A. Progetto: Impianto per la produzione di energia da fonte rinnovabile biomassa-olio vegetale denominato "ENERGIA CIVITANOVA", della potenza nominale complessiva pari a 4.625 kWe, da realizzare in via Breda, Zona Industriale "A" del Comune di Civitanova Marche. Proponente: MOLINARI PROGETTI SRL di Macerata. Assoggettamento alla procedura di V.I.A. SETTORE AMBIENTE Preliminare 0 - Data Generale: 1676

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Determina della Provincia Macerata rinvio a VIA centrale biomasse Filippantò

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 P r o v i n c i a d i M a c e r a t a

DETERMINAZIONE DIRIGENZIALE

N. 287 - 12° Settore / Del 01-08-2011

Oggetto: D.Lgs. 152/2006 art.20 - L.R. 7/2004 art.6 - Verifica di assoggettabilità alla V.I.A.

Progetto: Impianto per la produzione di energia da fonte rinnovabile biomassa-olio vegetale

denominato "ENERGIA CIVITANOVA", della potenza nominale complessiva pari a 4.625

kWe, da realizzare in via Breda, Zona Industriale "A" del Comune di Civitanova Marche.

Proponente: MOLINARI PROGETTI SRL di Macerata.

Assoggettamento alla procedura di V.I.A.

 

SETTORE

AMBIENTE

Preliminare

N°0 - Data

N°Generale: 1676

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PROVINCIA DI MACERATA 

Al Dirigente del Settore Ambiente

Dott. Luca AddeiSEDE

Per i provvedimenti di competenza si trasmette il seguente

DOCUMENTO ISTRUTTORIO

OGGETTO: D.Lgs. 152/2006 art.20 - L.R. 7/2004 art.6 – Verifica di assoggettabilità alla V.I.A.

Progetto: Impianto per la produzione di energia da fonte rinnovabile biomassa-olio

vegetale denominato “ENERGIA CIVITANOVA”, della potenza nominale complessiva

pari a 4.625 kWe, da realizzare in via Breda, Zona Industriale "A" del Comune di

Civitanova Marche. Proponente: MOLINARI PROGETTI SRL di Macerata.

Assoggettamento alla procedura di V.I.A.

1.  N ORMATIVA DI RIFERIMENTO 

-  D.Lgs. 03/04/2006 n. 152 “ Norme in materia ambientale”;

-  Legge Regionale n. 7 del 14/04/2004 recante “  Disciplina della procedura di valutazione di

impatto ambientale” che attribuisce alle Province la competenza in materia di Valutazione di

Impatto Ambientale relativamente ai progetti indicati negli allegati A2 e B2 della medesima

legge la cui localizzazione riguardi il proprio territorio;

-  Legge Regionale n. 6 del 12/06/2007 recante “ Modifiche ed integrazioni alle Leggi regionali 14

aprile 2004 n. 7,…”;

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 2.  P REAMBOLO 

ACQUISITA al prot. n. 35061 del 27/04/2011 della Provincia di Macerata l’istanza presentata dalla

Ditta MOLINARI PROGETTI SRL di Macerata per l’avvio della procedura di Verifica di

assoggettabilità, ai sensi del combinato disposto dell’art.20 del D.Lgs. 152/2006 e dell’art.6 della

L.R. 7/2004, del progetto relativo alla realizzazione di un impianto per la produzione di energia da

fonte rinnovabile biomassa-olio vegetale denominato “ENERGIA CIVITANOVA”,  della potenza

nominale complessiva pari a 4625 kWe, da ubicare nella Zona Industriale “A” del Comune di

Civitanova Marche, in quanto ricadente nelle tipologie di cui all’Allegato B2 punto 6 lettera n.

terdecies) della citata legge regionale;

CONSTATATO che l’istanza presentata conteneva la seguente documentazione:

  n. 5 domande di Autorizzazione unica ai sensi dell’art. 12 del D.Lgs. 387/2003 indirizzate alla

REGIONE MARCHE – P.F. “Energia, fonti rinnovabili e risparmio energetico”, con relativo

elenco della documentazione trasmessa consistente in:

  Autocertificazioni – Dichiarazioni di Disponibilità con relativo elenco della documentazioneprogettuale trasmessa, consistente in:

  Certificato di Destinazione Urbanistico-Territoriale rilasciato dal Comune di Civitanova

Marche;

  Relazione Opere Edili;

  Relazione Geologica, Relazione della Modellazione Sismica, Relazione Geotecnica sulle

Indagini;

  Disposizione Capannoni, Cabina BT/MT, Distribuzione impianto elettrico capannone;

  Schemi elettrici unifilari;

  C.T.R.;

 Relazione Tecnica e Disciplinare Descrittivo e Prestazionale degli elementi tecnici;

  Planimetria catastale con individuazione area impianto;

  Planimetria di Insieme con Indicazione distanze dalle opere preesistenti e dai nuclei

abitativi;

  Planimetria Locale e disposizione macchine prospetti e sezioni quotate destinazioni d'uso dei

locali;

  Relazione di Compatibilità Urbanistico – Ambientale ai sensi dell’art. 5 del PTC della

PROVINCIA di MACERATA;

  Dichiarazione di impegno versamento oneri 387;

  Richiesta di avvio procedimento di Verifica di assoggettabilità ai sensi dell’art.6 della L.R. n.

7 del 14/04/2004 di competenza della PROVINCIA di MACERATA, con relativo elenco della

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documentazione trasmessa consistente in:

  Dichiarazione relativa ai Comuni interessati (Allegato A), nella quale veniva individuato il

Comune di ubicazione dell’impianto, vale a dire Civitanova Marche;

  Dichiarazione relativa al valore dell’opera (Allegato B);

  Delega presentazione istanza ai sensi dell'art. 6 della L.R. 7/2004 e s.m.i.;  Studio Preliminare Ambientale del Progetto procedura di verifica ai sensi dell'art.6 della

L.R. 7/2004 e s.m.i.;

  Sintesi non Tecnica dello studio preliminare ambientale;

  Documentazione fotografica Stato Attuale e Stato Modificato con inserimento opere di

mitigazione;

  Viabilità di Accesso al Sito;

  Opere di Sistemazione a Verde;

  Rilievo dell'area e sezioni trasversali con indicazioni Stato di Progetto;

  Stralcio Vincoli Esistenti sull'Area C.T.R. - PPAR - PTC Macerata - PAI - PRG Civitanova

Marche – NTA del PRG;  Computo Metrico Estimativo Opere di Progetto, Opere per la dismissione dell’impianto,

determinazione oneri istruttori e Cronoprogramma Intervento;

  Distinta versamento oneri “VIA”;

  Piano di attuazione;

  Valutazione Previsionale di Impatto Acustico;

  Valutazione Impatto Atmosferico.

ACQUISITA al prot. n. 39318 del 13/05/2011 l’attestazione di deposito della documentazione

progettuale, effettuato in data 04/05/2011, presso il Comune di Civitanova Marche, ARPAM, Corpo

Forestale dello Stato e A.S.U.R. Zona Territoriale n. 8 (Allegato D);

ACQUISITA al prot. n. 39629 del 13/05/2011 la copia della pubblicazione dell’avviso di deposito sul

B.U.R. Marche n. 41 del 12/05/2011 e sul quotidiano “Il Resto del Carlino”;

PREMESSO che, a seguito della pubblicazione sul B.U.R. Marche n. 41 del 12/05/2011 e, in pari

data, su “Il Resto del Carlino” dell’annuncio di cui all’art.6 comma 3 della L.R. 7/2004, è stato

comunicato l’avvio del procedimento con nota prot. n. 39689 del 16/05/2011 alla Ditta proponente

ed agli altri soggetti interessati ai sensi della Legge 241/1990 vale a dire: Comune di Civitanova

Marche, ARPAM, Corpo Forestale dello Stato e A.S.U.R. Zona Territoriale n. 8, con contestuale

richiesta di contributi e/o pareri;

ACQUISITA al prot. n. 45889 del 07/06/2011 la nota della Regione Marche – Servizio Territorio

Ambiente ed Energia – P.F. Rete Elettrica Regionale, Autorizzazioni Energetiche, Gas ed 

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 Idrocarburi (prot. n. 342731 del 03/06/2011), avente ad oggetto l’avviso di convocazione ai sensi

dell’art.12 del D.Lgs. 387/2003 per il giorno 09/06/2011 di una Conferenza dei Servizi, finalizzata

all’esame del progetto in oggetto, alla quale venivano invitate le n. 5 società proponenti istanza di

Autorizzazione unica e gli altri enti interessati (compresa questa Provincia);

ACQUISITA al prot. n. 50336 del 21/06/2011 la nota del Sindaco del Comune di Civitanova

Marche (prot. n. 31089 del 17/06/2011), con la quale lo stesso ha trasmesso le osservazioni

formulate dall’Amministrazione comunale in merito al progetto in esame, allegando alle medesime

la Deliberazione n. 275 adottata dalla Giunta Comunale nella seduta del 06/06/2011 (avente per

oggetto: “Insediamento attività energetica. Provvedimenti”), con la quale è stato espresso parere

contrario del Comune di Civitanova Marche alla realizzazione dell’impianto in oggetto per le

motivazioni indicate in premessa dell’atto;

PRESO ATTO, altresì, che il suddetto provvedimento era supportato dai pareri tecnici allo stesso

allegati, rilasciati dal Dirigente del Settore VI - Pianificazione Territoriale e Progettazione

Urbanistica (nota prot. n. 28655 del 06/06/2011) e dal Dirigente del Settore V -  Lavori Pubblici 

(nota del 03/06/2011 senza protocollo);

ACQUISITA al prot. n. 51237 del 22/06/2011 la nota del Corpo Forestale dello Stato (prot. n. 3767

del 15/06/2011) con la quale lo stesso, a seguito di breve descrizione del progetto, ha evidenziato

l’assenza del vincolo paesaggistico ed idrogeologico e l’esclusione dell’area di intervento dalla

cartografia del PAI per le aree a rischio idrogeologico. Nella medesima nota è stato fatto presente,

inoltre, che l’area di progetto ricade nell’ambito della zona perimetrata con D.M. Ambiente

26/02/2003 del “Sito di interesse nazionale del Basso Bacino del Fiume Chienti” in quanto area

contaminata da sostanze inquinanti, specificando che il sito è stato comunque restituito agli usi

legittimi. La comunicazione si conclude suggerendo il rispetto della seguente prescrizione: “La

siepe perimetrale di schermatura dovrà essere estesa a tutto il perimetro e non solo ai lati nord 

est” e richiedendo la seguente integrazione: “Dovrà essere evidenziata l’escursione massima della

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 falda, in modo da escludere possibili interferenze con i serbatoi interrati”.

RICHIAMATA la nota prot. n. 51513 del 23/06/2011 di questa Provincia con la quale, facendo seguito

alle due note trasmesse dalla Sig.ra Streppa Tiziana (assunte rispettivamente al ns. prot. n. 45895

del 07/06/2011 e prot. n. 48341 del 14/06/2011), aventi ad oggetto la richiesta di partecipazione alla

Conferenza dei Servizi riguardante l’impianto in esame, si informava che al momento non era stata

ancora fissata alcuna data a tal riguardo e si assicurava che, in caso di convocazione, questo ufficio

avrebbe provveduto a darne opportuna comunicazione;

ACQUISITA al prot. n. 53112 del 28/06/2011 la nota del Dirigente del Settore II del Comune di

Civitanova Marche  (prot. n. 33274 del 28/06/2011) con la quale lo stesso ha trasmesso

l’attestazione dell’affissione per 45 giorni all’Albo Pretorio del Comune di Civitanova Marche

dell’avviso di deposito del progetto, con riportati gli estremi del periodo di pubblicazione (dal

06/05/2011 al 20/06/2011), allegando alla stessa le osservazioni pervenute, inviate dai soggetti terzi

di seguito indicati:

-  Federazione Provinciale Coldiretti di Macerata (nota del 03/06/2011, assunta al prot. n. 28764

del 06/06/2011 del Comune di Civitanova Marche);

-  Comitato di quartiere di Santa Maria Apparente (nota del 06/06/2011, assunta al prot. n. 29055

del 08/06/2011 del Comune di Civitanova Marche);

-  Comitato No Biomasse a Civitanova Marche – Santa Maria Apparente (nota del 20/06/2011,

assunta al prot. n. 31975 del 22/06/2011 del Comune di Civitanova Marche);

-  Comitato No alla Centrale a Biomasse a Civitanova (nota del 03/06/2011, assunta al prot. n.

28386 del 03/06/2011 del Comune di Civitanova Marche);

-  Associazione Ambientalista “Citt@Verde” (nota del 06/06/2011, assunta al prot. n. 28770 del

06/06/2011 del Comune di Civitanova Marche);

-  Associazione Ambientalista “Citt@Verde” (nota del 15/06/2011, assunta al prot. n. 30601 del

16/06/2011 del Comune di Civitanova Marche);

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-  Comitato No Biomasse a Civitanova Marche – Santa Maria Apparente (nota del 20/06/2011,

assunta al prot. n. 31968 del 22/06/2011 del Comune di Civitanova Marche).

ACQUISITA al prot. n. 54743 del 04/07/2011 la nota del Dipartimento Provinciale ARPAM (prot. n.

26725 del 27/06/2011), con la quale detta Agenzia ha trasmesso le valutazioni di propria

competenza, suddivise per matrici, effettuate dai Servizi  Radiazioni/Rumore,  Acque,  Aria e

 Rifiuti/Suolo.

 3.  E LENCO DELLE OSSERVAZIONI  /  DIFFIDE PERVENUTE 

In relazione alla presente procedura sono pervenute le seguenti osservazioni/diffide:

SOGGETTONUMERO PROTOCOLLO

PROVINCIA

1Streppa Tiziana 45895 del 07/06/2011 - 48341 del

14/06/2011

2 Pierluca Maria Grazia 47521 del 10/06/2011

3

Regini Amedeo

per l’Associazione Ambientalista “Citt@Verde” 47535 del 10/06/2011

4 Bevilacqua Domenico 49712 del 17/06/2011

5 Foresi Massimo 50010 del 20/06/2011

6Pierluca Maria Grazia

per l’Associazione Ambientalista “Citt@Verde”51032 del 22/06/2011

7 Sindaco di Civitanova Marche 50336 del 21/06/2011

8Comitato No Biomasse a Civitanova Marche -

Santa Maria Apparente - Diffide 51067 del 22/06/2011

9Pierluca Maria Grazia

per l’Associazione Ambientalista “Citt@Verde”51199 del 22/06/2011

10 Marinangeli Sandro 51576 del 23/06/2011

11Comitato No Biomasse a Civitanova Marche -

Santa Maria Apparente - Osservazioni52870 del 28/06/2011

12Comitato No Biomasse a Civitanova Marche -

Santa Maria Apparente – Integrazione diffide 58218 del 14/07/2011

Trasmissione documentazione da parte del Comune di

Civitanova Marche contenente le seguenti osservazioni53112 del 28/06/2011

(N. PROTOCOLLO DEL COMUNE)

13Comitato No alla Centrale a Biomasse a Civitanova

(a firma della Sig.ra Pierluca Maria Grazia) –28386 del 03/06/2011

14 Federazione Provinciale Coldiretti di Macerata 28764 del 06/06/201115 Associazione Ambientalista “Citt@Verde” 28770 del 06/06/2011

16 Comitato di Quartiere di Santa Maria Apparente 29055 del 08/06/2011

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17 Associazione Ambientalista “Citt@Verde” 30601 del 16/06/2011

18 Comitato No Biomasse a Civitanova Marche -

Santa Maria Apparente - Diffide 31968 del 22/06/2011

19 Comitato No Biomasse a Civitanova Marche -

Santa Maria Apparente - Osservazioni31975 del 22/06/2011

Le diffide del Comitato “No Biomasse a Civitanova Marche - Santa Maria Apparente” di cui ai

punti 8, 12 e 18 dell’elenco, indirizzate al Presidente della Regione Marche, al Responsabile del

procedimento in Regione Marche, al Presidente della Provincia di Macerata, al Responsabile del

procedimento in Provincia di Macerata e al Sindaco del Comune di Civitanova Marche, sono

finalizzate a garantire che la Ditta proponente “si faccia carico, nella redazione del progetto, della

valutazione, anche in termini economici, del danno a terzi sia per ciò che attiene la svalutazione

immobiliare che in termini di salute, oltre che della valutazione dell’impatto sanitario, e presti

 fidejussione bancaria immediatamente esigibile - di importo pari almeno all’importo dei contributi

 pubblici percepiti per la costruzione e/o l’esercizio dell’impianto - a tutela dei danni ai patrimoni

immobiliari pubblici e privati in caso di incidente e/o malfunzionamenti”. Inoltre il Comitato invita

e diffida il Sindaco di Civitanova Marche, in qualità di Autorità sanitaria e responsabile della salute

pubblica, “ad esprimere parere contrario nell’ambito della Conferenza dei Servizi che verrà

convocata dalla Regione Marche, attraverso formale parere scritto, affinché sia acquisito agli atti

del procedimento”. La documentazione presentata comprende n. 47 fogli contenenti elenchi di firme

che, in ossequio a quanto previsto dall’art.20 dello Statuto Provinciale, sono stati trasmessi al

Presidente della Provincia di Macerata e, per conoscenza, al Segretario Generale della Provincia di

Macerata.

Per ciò che concerne le comunicazioni trasmesse dalla Sig.ra Streppa di cui al punto 1, si evidenzia

che le stesse riguardano la richiesta di partecipazione, in caso di convocazione, alla Conferenza di

Servizi.

I principali contenuti delle rimanenti osservazioni sono di seguito richiamati e riassunti:

Osservazioni della Sig.ra Pierluca Maria Grazia di cui ai punti 2-13 dell’elenco:

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1.  il calore prodotto dalla centrale a biomasse provocherà effetti negativi sui lavoratori occupati

nella centrale medesima; si allega Studio ISPEL che elenca gli effetti sulla salute dei lavoratori e

i principi di prevenzione;

2.  analogamente al punto precedente, il calore prodotto provocherà alterazioni del microclima

locale, con effetti su flora, fauna etc.; quanto detto anche in relazione alla presenza nel sito in

esame dell’area di “Confluenza fluviale”, perimetrata dal PTC della Provincia di Macerata, la

cui finalità è quella di tutelare, proteggere e preservare le biodiversità presenti;

3.  incerta tipologia di combustibile utilizzata nella centrale e probabile utilizzo dell’olio di palma

proveniente dal mercato extra-nazionale come il sud-est asiatico; in tali paesi la produzione

della palma avviene attraverso un massivo utilizzo di fertilizzanti DDT e OGM e comporta

deforestazione con conseguente amplificarsi dell’effetto serra;

4.  proposta di deliberazione consiliare al Comune di Civitanova come atto di indirizzo per l’esame

delle centrali a biomassa;

Osservazioni dell’Associazione “Citt@Verde” di cui ai punti 3-6-9-15-17 dell’elenco:

5.  improcedibilità dell’istanza di Verifica di assoggettabilità alla VIA dato che la suddetta

procedura è stata avviata congiuntamente per cinque diversi soggetti giuridici, mentre in

Regione sono state presentate cinque distinte richieste di Autorizzazione unica, una per

ciascuna delle diverse Società istanti;

6. 

divisione dell’impianto, in cinque unità, artificiosa e concepita allo scopo di ottenere una tariffa

incentivante più vantaggiosa;

7.  il progetto ricade all’interno dell’area del Basso Bacino del Fiume Chienti, perimetrato con

D.M. 26/02/2003, ove sussistono inquinamenti pregressi di suolo e falda idrica;

8.  l’area di insediamento della centrale si trova in prossimità di recettori sensibili quali un grande

allevamento bovino ed aziende agrituristiche certificate;

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9.  notevoli preoccupazioni per la salute della popolazione, in particolare dei lavoratori della Zona

Industriale “A” e degli abitanti della frazione di Santa Maria Apparente, per il carico inquinante

prodotto dalla centrale;

10. elevato consumo annuo di oli vegetali (6600 ton/anno) ed elevato numero di autobotti per il

trasporto della biomassa alla centrale: la rilevante movimentazione di materie prime potrebbe

provocare rischi di incidente con sversamenti accidentali di olio;

11. le cisterne interrate per lo stoccaggio dell’olio potrebbero creare interferenze con la falda idrica

sia in fase di cantiere, sia in relazione a potenziali sversamenti;

12. in merito alle emissioni in atmosfera e allo stato ambientale dell’aria, il modello di diffusione

degli inquinanti presentato dal proponente non tiene conto della qualità dell’aria ante operam;

si evidenzia come nella zona di Civitanova la situazione della qualità dell’aria risulti già critica,

essendo caratterizzata da frequenti superamenti, nel corso dell’anno, dei valori delle PM10;

13. è stata omessa nello Studio di Impatto Ambientale una valutazione in merito agli inquinanti

presenti nelle emissioni quali: acidi carbossilici, metalli, diossine, aldeidi, PCB, COV;

14. probabile gestione problematica dei rifiuti pericolosi quali gli oli di consumo ed esausti; le

precauzioni a tal fine proposte dalla ditta appaiono inidonee;

15. posto che l’impianto verrà realizzato in area di Confluenza fluviale, si evidenzia la necessità di

effettuare una preventiva verifica di compatibilità;

Osservazioni dei Sigg.ri Bevilacqua Domenico, Marinangeli Sandro e Foresi Massimo di cui ai

 punti 4-5-10 dell’elenco:

16. dubbi sull’applicabilità della definizione di cogenerazione per la centrale a biomasse: nel

progetto il calore prodotto dalla centrale risulta di fatto uno scarto della produzione di

elettricità;

17. elevato impatto dell’impianto sulla salute e sull’igiene della popolazione per le emissioni

maleodoranti, le polveri sottili e gli ossidi di azoto emessi;

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18. presenza di altri inquinanti emessi dalla centrale, oltre a quelli elencati dal proponente, come:

formaldeide, benzene, IPA e diossine;

19. non è stata valutata la qualità dell’aria ante operam, alla luce anche dei rilevamenti che a

Civitanova Marche registrano molti superamenti dei limiti consentiti dalla legge per quanto

riguarda le PM10;

Osservazioni del Comitato No Biomasse a Civitanova Marche - Santa Maria Apparente di cui ai

 punti 11-13-19 dell’elenco:

 A NALISI DELLE EMISSIONI GASSOSE E DA PARTICOLATO IN ATMOSFERA.

20. In merito alle emissioni di particolato, l’analisi condotta nel SIA si riferisce specificatamente

alle sole PM10 emesse direttamente dalla centrale, mentre risulta carente riguardo la

quantificazione del particolato ultrafine PM2,5 e PM0,1: tali inquinanti secondari si formano in

atmosfera in seguito a reazioni fotochimiche degli inquinanti primari emessi dalla centrale.

Pertanto una valutazione affidabile del particolato totale sospeso (comprensiva sia del

particolato primario che secondario) è fondamentale per una corretta stima dell’impatto

ambientale della centrale. La ricaduta di tali inquinanti nell’area, oltre a creare danni alla salute

della popolazione, pregiudicherebbe l’attività di aziende agricole e allevamenti di qualità

presenti nell’area;

21. non risulta agli atti analizzata la produzione di ulteriori inquinanti quali gli IPA e i furani,

l’ozono e l’anidride carbonica, tutte sostanze chimiche che si sviluppano ogniqualvolta si

bruciano vegetali o loro derivati. In particolare rispetto all’anidride carbonica, nella

considerazione che gli oli vegetali potrebbero provenire da una filiera lunga, è opportuno un

bilancio complessivo tra il risparmio di CO2 derivante da un utilizzo di materia vegetale e la

CO2 prodotta per la coltivazione, la trasformazione ed il trasporto dell’olio vegetale;

22. in merito all’olio vegetale utilizzato, il proponente non ne precisa né la provenienza, né la

tipologia, né tantomeno la composizione chimica specifica. Si rappresenta che le emissioni

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gassose variano sia in termini di concentrazione che di produzione annuale a seconda del tipo di

olio utilizzato e pertanto, dato che i generatori possono funzionare con una vasta gamma di

“carburanti”, che la scelta è fondamentalmente dettata da fattori economici e che la vita

dell’impianto è di circa 20-25 anni, occorrerebbe un approfondimento di valutazione delle

emissioni inquinanti per ogni “carburante” utilizzato;

23. in relazione alla qualità dell’aria ante operam, il proponente ha considerato due stazioni di

misura di valori di fondo presenti sul territorio maceratese (precisamente la stazione di

Macerata ubicata a Collevario e quella di Civitanova Marche ubicata all’Ippodromo),

escludendo sia la centralina presente in Via Pola nel Comune di Civitanova, che ha rilevato nel

corso del 2010 numerosi “sforamenti” dei valori limite di polveri PM10 - PM2,5 e che si trova

nelle vicinanze del sito di progetto, sia un’eventuale campagna di monitoraggio ad hoc. Inoltre

si fa presente come anche le centraline prese in esame rilevano la concentrazione di PM2,5,

mentre il proponente non analizza, come già detto, la produzione di tale inquinante secondario;

24. in relazione alla simulazione condotta dal proponente si evidenziano alcune incongruenze in

riferimento agli elaborati presentati e si pongono alcuni dubbi sia relativamente all’area presa in

esame, che risulta meno estesa rispetto alla propagazione degli inquinanti (la “nuvola” si

propaga verso Santa Maria in Apparente), sia relativamente al fatto che le simulazioni non sono

state eseguite in termini cumulativi, ossia sommando le concentrazioni di inquinanti già

presenti nell’aria a quelle prodotte dalla centrale;

 A NALISI DEGLI IMPATTI DOVUTI ALLE EMISSIONI SONORE .

25. La relazione di impatto acustico non si ritiene esaustiva e a tal proposito vengono richiesti i

seguenti approfondimenti:

  “Rilevazioni fonometriche del rumore residuo nella situazione ante operam effettuate in

continuo per la durata di almeno 24 ore in corrispondenza di tutti i recettori e per un raggio

di 1.000 mt. dal sito della centrale, comprendendo un raggio di 360°”;

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  “Prevedere, per quanto riguarda le emissioni sonore della centrale, un fattore di aggravio

della rumorosità dovuto al logorio dei macchinari, alla luce del lungo periodo di utilizzo a

cui dovranno rispondere (20-25 anni di vita)”.

 A NALISI DEGLI IMPATTI SULLA SALUTE PUBBLICA.

26. L’impatto del progetto sulla salute pubblica, o meglio sul fattore uomo, non viene trattato nello

Studio di Impatto Ambientale. In particolare il proponente non ha descritto la situazione

sanitaria esistente né prendendo come ambito d’indagine il territorio della Provincia di

Macerata, né il territorio impattato dalle ricadute derivanti dalla centrale;

27. il progetto risulta in contrasto con l’art. 3-quater d el D.Lgs. 152/2006 – “Principio dello

sviluppo sostenibile”.

 A NALISI DEGLI IMPATTI SOCIO- ECONOMICI .

28. L’aspetto socio-economico, ossia i “beni materiali ed il patrimonio culturale” di cui all’art. 4

comma 4 lettera b) del D.Lgs. 152/2006, non viene trattato nel progetto, né tantomeno viene

fatta un’analisi, in termini economici, dei costi e dei benefici derivanti dalla realizzazione

dell’opera;

Osservazioni della Coldiretti Macerata di cui al punto 14 dell’elenco:

29.  “….pur trattandosi di diversi committenti il progetto ha una chiara definizione come unico

impianto e pertanto sulla base delle nostre informazioni e dei decreti relativi al settore

riteniamo più opportuno che il procedimento amministrativo non segua procedure semplificate

ma iter di maggior approfondimento necessitando attente valutazioni sull’impatto ambientale

ed economico che sicuramente l’impianto potrebbe provocare sul territorio circostante”.

30. “….riteniamo doveroso evidenziare…come tale impianto sia di fatto avulso dal tessuto agricolo

del territorio in quanto funzionerebbe con prodotti (carburanti) importati vanificando in questo

modo ogni teoria di produzione di energia da fonti rinnovabili. Basta fare un calcolo

dell’energia necessaria per far giungere sul sito gli oli combustibili per evidenziare in modo

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inequivocabile che il beneficio ambientale sarebbe inferiore al dispendio di energia per

l’approvvigionamento e il bilancio in CO2 negativo. Questa considerazione scaturisce dalla

analisi dei costi di approvvigionamento di oli nazionali …che a seguito della evoluzione del

mercato dei semi proteici non ha più economicità per la produzione di energia, questo

porterebbe ad indirizzare l’impianto totalmente su oli di importazione con conseguente

vanificazione di ogni beneficio ambientale della proposta”.

31. ubicazione dell’impianto in zona valliva e nelle vicinanze del fiume Chienti (zona SIN Basso

Bacino Fiume Chienti), caratterizzata da fragilità idrogeologica per inondazione, e vicinanza

con zone dedicate ad attività agricola destinata a produzioni intensive ad alto valore quali quelle

orticole, in particolare a foglia larga (insalate, cicorie, …), fortemente influenzate da fattori

ambientali quali i fumi di scarico;

32. atteso che l’impianto proposto risulterebbe ubicato tra la Zona Industriale/Artigianale e quella

Agricola, ai fini della sua realizzazione si evidenzia la necessità di apportare una variante

urbanistica;

33. relativamente al consumo idrico viene indicato un utilizzo annuo di 30 lt., che si ritiene

sottovalutato ed assolutamente illogico rispetto all’impianto;

34. assenza di valutazione sul rischio incendio;

35. vicinanza dell’impianto con aziende agricole rivolte alla coltivazione con metodo biologico;

36. svalutazione economica degli immobili presenti nell’area, derivante dalla realizzazione della

centrale;

Osservazioni del “Comitato di quartiere di Santa Maria Apparente” di cui al punto 16 dell’elenco:

Si chiede l’assoggettamento della centrale a biomasse alla procedura di VIA per le seguenti

motivazioni:

37. vicinanza con un quartiere di oltre 4000 abitanti e con abitazioni sparse;

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38. la centrale non può essere classificata come impianto di piccola taglia, avendo la stessa una

capacità di generazione installata maggiore a 1 MWe;

39. vicinanza a zona con numerosi superamenti limite relativi alle PM10;

40. il sito interessato è ricompreso nella perimetrazione del Sito di Interesse Nazionale del “Basso

Bacino del Fiume Chienti”;

41. sulla zona di costruzione dell’impianto proposto esiste un vincolo di Confluenza fluviale;

42. l’impianto non soddisfa pienamente il requisito dell’“autosufficienza produttiva mediante

utilizzo di biomasse locali o reperite in ambito regionale” previsto dall’art.57 della L.R. n. 31

del 22/12/2009 (legge finanziaria 2010);

43. il PEAR della Regione Marche non tratta centrali di produzione di elettricità ad oli vegetali;

44. presenza nell’area in esame di agriturismi, Bed&Breakfast, attività agricole e di allevamento

bovino di qualità (produzione di carni tutelate con il marchio IGP Vitellone Bianco

dell’Appennino Centrale);

45. il Piano di Tutela e risanamento della qualità dell’aria considera a rischio, sotto il profilo

dell’inquinamento atmosferico, il Basso Bacino del Chienti;

46. nella relazione per la rappresentazione del clima locale viene presa in esame la stazione del

Comune di Montelupone, che non è rappresentativo della zona;

47. presenza di n. 8 edifici residenziali a meno di 500 mt. di distanza;

48. il progetto non descrive le misure necessarie a contenere le emissioni diffuse, né le misure atte

ad evitare le molestie olfattive;

49. preoccupazioni per la salute della popolazione.

Si chiede, in subordine, il rispetto delle seguenti prescrizioni:

50. strumentazione di monitoraggio atmosferico permanente dei principali inquinanti;

51. uso di combustibili senza emissioni di IPA, metalli, sostanze clorurate, PCB, insetticidi,

diossine;

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52. sistemi di abbattimento polveri più sofisticati;

53. non utilizzo di oli esausti;

Osservazioni del Sindaco di Civitanova Marche di cui al punto 7 dell’elenco:

54.  inesattezza della modalità proposta di realizzazione della centrale;

55.  non conformità urbanistica relativamente alle distanze dai limiti di zona;

56.  inadeguatezza dell’impianto rispetto alle opere di compensazione ambientale;

57.  non completezza della verifica di conformità ambientale;

58.  mancata valutazione sulla salubrità dei terreni agricoli e sulla salute della popolazione;

59.  mancata valutazione dell’escursione della falda idrica;

60.  mancata valutazione del raggiungimento dell’obiettivo di riduzione dell’emissione di gas serra;

61.  mancata valutazione degli effetti cumulativi del progetto anche per gli effetti dell’Ordinanza

sindacale n. 18 del 04/02/2011 sulla riduzione dell’immissione di PM10 in atmosfera.

 4.  M OTIVAZIONE ED ESITO DELL’ ISTRUTTORIA 

Dall’istruttoria svolta dal competente Ufficio VIA, che ha tenuto conto della documentazione

progettuale, dei contributi degli Organi di supporto tecnico e degli Enti intervenuti nonché delle

osservazioni pervenute da parte di soggetti terzi interessati, è emerso quanto segue.

 4.1  Descrizione del progetto

Trattasi della realizzazione di un impianto di produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile, di

potenza nominale pari a 4625 kWe, mediante combustione di biomasse oleaginose ed impiegato in

assetto cogenerativo, denominato “ENERGIA CIVITANOVA”, ubicato in località Santa Maria

Apparente nel Comune di Civitanova Marche.

 4.2 Aspetti Programmatici

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Il sito scelto per l’installazione dell’impianto a biomasse è ubicato in località Santa Maria

Apparente nel Comune di Civitanova Marche, a confine con i lotti edificabili appartenenti alla Zona

Industriale “A” sul terreno contraddistinto al foglio catastale n. 31 particella 857, in una superficie

di dimensioni di circa 2050 m2. 

L’area è inserita in una zona pianeggiante posta ad ovest del nucleo abitato di Civitanova Marche ed

a nord del Fiume Chienti, compresa tra la ex S.S. 485 e la S.S.77. Il territorio circostante è costituito

a nord da terreno pianeggiante, mentre a sud risulta adiacente alla zona urbanizzata denominata

Zona Industriale “A”.

Le superfici sono attualmente ancora utilizzate a scopo agricolo (ortive e cereali) a contatto con una

vasta zona già antropizzata ed in fase di espansione industriale e artigianale. L’area circostante si

presenta caratterizzata dalla presenza di sporadiche abitazioni civili.

Dall’analisi del Certificato di destinazione Urbanistico-Territoriale, rilasciato in data 28/03/2011 dal

Dirigente del Settore VII del Comune di Civitanova, e preso atto altresì dei successivi accertamenti

effettuati dal Dirigente del Settore VI  di cui alla nota prot. n. 28655 del 06/06/2011 (allegata alla

Delibera di Giunta Comunale n. 275 del 06/06/2011), si evince quanto segue:

 Rapporti con le previsioni del PRG vigente.

L’impianto è situato in aderenza al limite nord della zona industriale “A” ed, in particolare, l’area di

pertinenza dello stesso interessa, per porzioni, le seguenti previsioni urbanistiche accertate con le

previsioni del vigente PRG e del PA 10:

- Il PN 7.2 in particolare l’UMI 7.2.9 “ Lottizzazione dello Sdregaro Nord”;

- La zona agricola individuata con la sigla E3 ( zone agricole produttive) .

Con riferimento alle diverse previsioni interessate si effettuano le seguenti considerazioni: la

porzione dell’impianto che ricade all’interno della UMI 7.2.9 “Lottizzazione dello Sdregaro Nord”

interessa un ambito appartenente al Sub-sistema P1 “aree produttive” caratterizzato dalla

destinazione d’uso principale “Attività industriali e artigianali” (I) in misura superiore al 90%. Sono

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previste attività industriali di prima e seconda classe come stabilito dall’art.216 del testo unico n.

1265/34 e successivo DM del 5/9/1994 ad eccezione delle industrie trattamento rifiuti e quelle a

rischio rilevante (legge Severo) , quest’ultime andranno localizzate esclusivamente all’interno delle

UMI 7.2.8 e 7.2.9.

Dal punto di vista attuativo le previsioni della UMI sono sottoposte alla preventiva approvazione di

un Piano di iniziativa pubblico - privata (art. 4.4.7.2).

Rispetto al regime giuridico cui è sottoposta l’area interessata, l’intervento proposto contrasta

relativamente ai seguenti aspetti:

a  il primo riferito alle modalità attuative che, non essendo ancora stato attivato il prescritto piano

attutivo, vengono proposte in forma di intervento edilizio diretto giustificato dal fatto che il

proprietario dell’area non è proprietario esclusivo di tutta la restante porzione interna al

perimetro della UMI; ma tale circostanza potrebbe non essere rilevante data la possibilità di

attivazione anche esclusivamente pubblica;

b  il secondo relativo al mancato rispetto delle distanze minime dell’edificazione sia dalla linea di

confine rappresentata dal limite che identifica la UMI 7.2.9 (art.13 lett. p del vigente REC) che

dal restante confine di proprietà con le adiacenti zone agricole prescritte in ml. 20,00.

La richiesta di attivazione dell’intervento contiene anche la proposta di modifica della destinazione

urbanistica dell’area da zona produttiva con indice D2.5 P1 a zona agricola produttiva E3.

Tale variazione, se accolta, determinerebbe la piena conformità urbanistica dell’intervento per

effetto del richiamato art.12 comma 7 D.Lgs. 387/2003 e art.15 D.M. 15/9/2010.

 Rapporti con il sistema di pianificazione sovra ordinato.

PTC (Piano Territoriale di Coordinamento)

Come si evince anche dal certificato urbanistico-territoriale del 28/3/2011, l’area d’intervento ricade

in ambiti prescrittivi relativi alle categorie di beni appartenenti al sistema ambientale costituiti da:

Struttura Geomorfologica

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- Piane alluvionali (art. 27 NTA PTC);

Non essendo presenti ambiti di esondazione cartografati dal PTC la piana alluvionale è sottoposta

alle sole indicazioni di cui all’art.27.4 delle NTA che, ai fini della tutela delle acque sotterranee

dall’inquinamento, prescrive la chiusura e la messa in sicurezza dei pozzi per l’approvvigionamento

idrico non più utilizzati salvo che siano attrezzati in modo da escludere comunque il suddetto

inquinamento.

Per tale aspetto può risultare incidente la previsione di realizzare le cisterne di stoccaggio interrate

ad una profondità di ml. 4,50 circa e quindi il rapporto con la falda acquifera la cui escursione è

stata dichiarata (in sede di indagine geologica redatta ai fini della caratterizzazione del sito per il

SIN del Fiume Chienti) ad un livello di profondità di ml.11,00 senza però precisare se la stessa sia

comunque l’escursione massima, oltre e a verificare l’idoneità della tenuta delle cisterne che viene

dichiarato essere dotate di doppia camera stagna.

La relazione non chiarisce se nell’area vi sia la presenza o meno di pozzi per l’approvvigionamento

idrico.

Patrimonio Botanico-vegetazionale

- Aree Coltivate di valle (art. 31.2 NTA PTC);

Sono aree di supporto degli elementi diffusi del paesaggio agrario che svolgono una funzione

fondamentale nella salvaguardia della biodiversità; in tali aree, ogni intervento di trasformazione

dovrà prevedere opere di minimizzazione e compensazione degli impatti.

Sotto tale profilo l’intervento proposto non prevede l’approntamento di adeguate misure di

compensazione ambientale, anche per l’esiguità della superficie dell’area su cui si insedierà

l’impianto.

- Varchi Fluviali (art.23.10 NTA PTC).

Il PTC ha individuato un ambito di varco fluviale in cui l’area oggetto d’intervento è compresa. Per

varco fluviale si intende una porzione di territorio prevalentemente libero, lungo la valle fluviale,

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compresa tra aree edificate. In tale ambito si applicano le norme di tutela integrale di cui

all’art.23.10 bis delle NTA del PTC che espressamente vietano tra l’altro ogni nuova edificazione, il

transito con mezzi motorizzati fuori dalle strade statali, provinciali, comunali, vicinali gravate da

servitù di pubblico passaggio; la realizzazione di depositi e di stoccaggi di materiali non agricoli.

Nel merito, la relazione di compatibilità urbanistica - ambientale dell’intervento non effettua la

prescritta verifica di conformità secondo i criteri e gli elaborati di cui all’art.5.6 delle NTA del

Piano Provinciale, limitandosi ad effettuare una generica e non pertinente considerazione sulla

presenza di elementi vegetali, sull’impatto visivo e sulla disposizione dei fabbricati esistenti;

valutazioni che non affrontano in concreto l’accertamento degli effetti indotti dall’interevento di

trasformazione proposto nei riguardi delle risorse ambientali coinvolte né chiariscono se vi sia una

proposta di modifica degli ambiti e dei livelli di tutela connesse.

In aggiunta a quanto sopra si precisa che con atto n. 25 del 10/05/2006 ad oggetto: “Atto di indirizzo

per l’esame delle verifiche di conformità effettuate ai sensi dell’art.5 delle NTA del PTC e relative

agli ambiti di varco fluviale”, il Consiglio Comunale in attesa di un generale adeguamento del PRG

al PTC, ha fornito gli indirizzi e le limitazioni per l’effettuazione delle verifiche di conformità per

interventi ricadenti nell’ambito del varco fluviale di cui all’art.23.10 delle NTA del PTC. Dal

contenuto di tale atto si evince l’impossibilità, per tale tipo di intervento, di procedere alla verifica

di cui trattasi.

PPAR (Piano Paesistico Ambientale Regionale)

Come si evince dalle trasposizioni attive degli ambiti di tutela relative alle categorie costitutive del

paesaggio individuate dal Piano in argomento, si rileva che l’area oggetto dell’intervento non è

interessata da specifiche norme di tutela; la stessa ricade comunque all’interno delle aree “V”

(sottosistema territoriale) di alta percettività visuale relative alle vie di maggiore intensità di traffico.

In detti contesti va attuata una politica di salvaguardia e valorizzazione delle visuali percepite dai

luoghi di osservazione puntuali o lineari.

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PAI (Piano di Assetto Idrogeologico)

L’area non rientra nella classificazione del PAI

SIN Basso Bacino del Chienti

L’area oggetto dell’intervento è interna alla perimetrazione del Sito inquinato di Interesse Nazionale

del “Basso Bacino del Fiume Chienti” individuata con Decreto del Ministero dell’Ambiente e della

Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) del 26/02/2003.

L’area in sede di Conferenza di Servizio del MATTM del 07/06/2006 è stata restituita agli usi

legittimi.

Piano di zonizzazione e classificazione acustica (approvato con atto del C.C. n. 88 del

03/11/2005)

Rispetto alle previsioni di tale strumento, l’area oggetto dell’intervento ricade in classe 5 “aree

prevalentemente industriali” nella quale sono compresi gli insediamenti industriali con scarsità di

abitazioni.

Vincoli: l’area non risulta vincolata ai sensi del D.Lgs. 42/2004 né sottoposta ad ulteriori vincoli

relativi a leggi o disposizioni statali o regionali.

 4.3 Aspetti Progettuali

Trattasi di un impianto di produzione di energia elettrica della potenza totale di 4625 kWe, formato

da n. 5 gruppi moto-generatore a combustione interna da 825 kWe ognuno, alimentati da fonte

rinnovabile (oli vegetali – oli di palma, girasole, colza, jatropha,…) e da n. 5 turbine ORC (Organic

Rankine Cycle) da 100 kWe ognuno per la trasformazione in energia elettrica del calore di scarto e

dei gas di scarico del generatore.

Il funzionamento dell’impianto è previsto per un totale di 8000 ore/anno (24/24h, 7/7h con un fermo

per manutenzione di circa 30 gg. in un anno), con un consumo di biomassa-olio vegetale pari a 6600

ton/anno complessive.

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Le opere edili previste sono:

•  recinzione perimetrale in rete metallica con altezza pari a 2 m;

•  n. 5 container prefabbricati all’interno dei quali sono posti gli apparati (serbatoio “buffer”,

motori Diesel, quadri elettrici, turbina ORC, trasformatori bt/MT) che occupano una superficie

di circa 600mq e raggiungono altezza max pari a 6,7 m;

•  n. 10 cisterne interrate per il stoccaggio dell’olio vegetale di capacità unitaria pari a 50 m3;

•  n. 5 pozzetti interrati per alloggiamento pompa di carico olio da cisterne interrate a serbatoio di

servizio;

•  n. 1 cabina di consegna ad ENEL dell’energia prodotta;

•  connessione alla linea elettrica MT di ENEL con cavidotto interrato, realizzata interamente

all’interno dell’area di proprietà;

•  strade e piazzali interni asfaltati per la gestione dell’impianto. 

L’impianto è costituito da:

•  n. 5 Motori a ciclo diesel accoppiati ad alternatore con le seguenti caratteristiche:

o  Potenza primaria immessa con il combustibile olio vegetale 1625 kWt

o  Potenza elettrica prodotta 825 kWe

o  Potenza termica 790 kWt

•  n. 5 Turbine ORC (Organic Rankine Cycle) che impiegano il calore recuperato dal motore per

generare ulteriore energia elettrica con potenza pari a 100 kWe.

Descrizione del processo per ogni gruppi moto-generatore 

L’olio vegetale (olio di palma, girasole, colza e jatropha) necessario alla combustione viene stoccato

in n. 2 serbatoi della capacità complessiva di 100 m3, interrati ed idonei al mantenimento delle

caratteristiche chimico-fisiche del materiale: il quantitativo stoccato permette di avere una

autonomia di funzionamento dell’impianto di 30 gg. Partendo dalle cisterne di stoccaggio, l’olio

viene pompato all’interno di un serbatoio “buffer” dove viene preriscaldato a 50° C e trattato con

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una filtrazione meccanica e con filtrazione ad osmosi, prima di essere inviato al circuito di

alimentazione del motore della potenza elettrica di 825 kW. Successivamente il calore, derivante

dall’acqua di raffreddamento del motore e dai fumi di scarico trattati del motore stesso, viene

trasformato in energia elettrica producendo ulteriori 100 kWe tramite una turbina ORC. Infine,

attraverso un trasformatore 0,4/20 kV e una cabina elettrica di interfaccia, questa energia elettrica

viene consegnata alla rete in MT di ENEL Distribuzione SpA.

Per ogni gruppo moto-generatore sarà necessario un quantitativo di olio pari a 0,2 ton/h - pari ad un

apporto di 1320 ton/anno - di olio vegetale, 30 l/anno di acqua di raffreddamento, 10 m3 /anno di

acqua per servizi ausiliari e 2 m3  /anno di olio lubrificante per motore endotermico.

L’approvvigionamento dell’olio vegetale consiste in n. 2 carichi settimanali con capacità di 12 m3

ciascuno. 

 4.4. Aspetti Ambientali

Dallo Studio preliminare ambientale si evincono le seguenti informazioni.

L’obiettivo strategico aziendale consiste nel produrre energia elettrica e termica da fonti energetiche

rinnovabili per ridurre le emissioni di gas serra con l’adozione di criteri che permettano il facile

ripristino dei luoghi a fine vita dell’impianto (20-25 anni) con l’utilizzo di strutture rimovibili, e la

minimizzazione dell’impatto ambientale con particolare riferimento agli aspetti paesaggistici con

l’interramento delle cisterne di stoccaggio della biomassa.

4.4.1 Impatto atmosferico

L’analisi condotta riguardo le emissioni in atmosfera derivanti dall’impianto di autoproduzione

diesel-elettrico alimentato da olio vegetale ha preso in esame tre tipologie di inquinanti: monossido

di carbonio, ossidi di azoto, PM10.

L’impianto è dotato di un sistema di trattamento dei fumi con due marmitte catalitiche, a metalli

nobili, poste in serie, le quali abbattono in maniera sensibile gli agenti inquinanti presenti.

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Successivamente si procede ad un “lavaggio” dei fumi a mezzo di un sistema a pioggia, il quale

garantirà un abbattimento delle polveri e degli agenti NOx ancora presenti. Una valvola di by-pass

sul circuito dei fumi permette di inviare gli stessi ad uno scambiatore a fascio tubiero, che produrrà

calore per l’ORC (Ciclo Rankine Organico), attrezzatura deputata alla produzione di energia

elettrica da calore a bassa temperatura, che consente di sfruttare la maggior parte del contenuto

entalpico dei fumi. Infine i fumi vengono immessi nei punti di emissione E1-E5 costituiti da un

camino di diametro 0,20 m avente altezza di circa 12 m sul piano di campagna.

Al fine di valutare l’impatto atmosferico indotto dall’attività oggetto di studio è stato utilizzato il

modello di calcolo previsionale ISC-AERMOD View, modello gaussiano stazionario, che consente

di stimare la concentrazione degli inquinanti analizzati in corrispondenza dei recettori

potenzialmente più esposti. Per la caratterizzazione meteoclimatica dell’area, in assenza di stazioni

di misura limitrofe all’area oggetto di studio, sono stati adottati i dati meteorologici orari della

stazione ASSAM di Montelupone – località str. Regina.

Dall’analisi dei valori calcolati dal modello previsionale ISC-AERMOD View si evince che:

•  per quanto riguarda il monossido di carbonio, in tutti i recettori puntuali esaminati, posizionati in

prossimità degli edifici e quindi rappresentativi degli spazi utilizzabili dalle persone, i valori

massimi giornalieri calcolati su 8 ore sono inferiori allo 0.7% del valore limite per la qualità

dell’aria;

•  per quanto riguarda il biossido di azoto, in tutti i recettori puntuali esaminati, posizionati in

prossimità degli edifici e quindi rappresentativi degli spazi utilizzabili dalle persone, i valori

massimi orari sono inferiori all’ 82% del valore limite per la qualità dell’aria; 

•  per quanto riguarda le polveri, il valore massimo giornaliero, in corrispondenza di tutti i recettori

individuati, non supera mai il 3% del valore limite.

Al fine di caratterizzare la qualità dell’aria attualmente esistente nell’area oggetto di intervento, in

assenza di campagne effettuate direttamente nella zona, ci si è riferiti ai dati delle stazioni fisse di

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monitoraggio della qualità dell’aria della Provincia di Macerata posizionate nel Comune di

Macerata in località Collevario - via G. Verga (fondo urbano) e nel Comune di Civitanova in

prossimità dell’ippodromo (fondo rurale).

Il proponente dall’analisi dei dati specifica quanto segue:

•  relativamente al monossido di carbonio, si osserva come sia il fondo che la concentrazione

massima stimata siano sensibilmente inferiori al valore limite di qualità dell’aria;

•  relativamente agli ossidi di azoto, si osserva come la concentrazione massima stimata sia sempre

al di sotto dei valori limite di riferimento;

•  relativamente alla concentrazione di polveri PM10, si osserva come la concentrazione massima

stimata sia sensibilmente inferiore al valore limite di qualità dell’aria.

4.4.2 Rumore 

Dalla valutazione di impatto acustico, redatta conformemente alla D.G.R. 896/2003, e dall’analisi

dei risultati delle simulazioni, si evince che il clima acustico successivo alla realizzazione del

progetto di intervento risulta accettabile in quanto non viene superato alcuno dei limiti stabiliti dalla

classificazione acustica attualmente vigente nell’area oggetto di indagine.

Si può pertanto concludere che l’impatto acustico, nella situazione impiantistica descritta, è da

ritenersi ammissibile in quanto i livelli di pressione sonora ed i livelli differenziali ad esso riferibili

rientrano nei limiti fissati dalla normativa vigente.

4.4.3 Vibrazioni

Il gruppo moto-generatore, essendo di tipo alternativo, genera vibrazioni che verranno mitigate con

opportuni accorgimenti tecnici.

4.4.4 Scarichi in acque

L’impianto non produce scarichi in acque superficiali.

4.4.5 Traffico

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Il traffico generato dall’impianto risulta di modesta entità e consistente in 2 cisterne al giorno per la

fornitura dell’olio vegetale. Inoltre sono presenti mezzi per interventi di manutenzione ordinaria. La

frequenza prevista è di 2,5 camion/giorno.

4.4.6 Suolo

La presenza dell’impianto non produce impatti negativi su suolo e sottosuolo. Infatti tutte le attività

si svolgono all’interno di locali tecnici dotati di pavimentazione in calcestruzzo armato e finitura

superficiale di tipo industriale. Ogni locale è dotato di sistema di raccolta interno con pozzetti stagni

in cui eventuali sversamenti saranno raccolti.

Per lo stoccaggio dell’olio vegetale saranno utilizzati dei serbatoi interrati del tipo a doppia camera

con sensori per il rilevamento delle perdite di liquido.

Inoltre l’area in esame, trovandosi all’interno del SIN “Basso Bacino Fiume Chienti”, è stata

restituita agli usi legittimi con lettera prot. n. 12090/Adv/VII/VIII/IX del Ministero dell’Ambiente e

della Tutela del Territorio.

4.4.7 Radiazioni

I livelli raggiunti dall’impianto rispettano i limiti normativi.

4.4.8 Paesaggio

L’impatto sul paesaggio non risulta significativo in ragione della collocazione dell’impianto in zona

pianeggiante, di limitato valore, e limitrofa a una zona industriale. La piantumazione di una barriera

perimetrale mitigherà inoltre la visibilità dell’impianto dalla zona agricola posta a nord.

4.4.9 Produzione di rifiuti

I rifiuti prodotti saranno costituiti da olio lubrificante esausto e morchie per 2 m3 /anno, oli di pulizia

periodica del sistema filtraggio oli, sabbie oleose del filtro a sabbia 4 m3  /anno. I rifiuti saranno

stoccati in apposita area dello stabilimento e gestiti secondo la normativa vigente.

Le acque reflue verranno trattate per renderle scaricabili in fognatura pubblica.

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Dai contributi istruttori pervenuti si evince quanto segue.

Parere ARPAM (nota prot. ARPAM n. 26725 del 27/06/2011)

MATRICE ACQUE

Dallo studio preliminare di verifica relativo all'impianto proposto, si evince un impatto relativo alla

matrice acqua sostanzialmente trascurabile: infatti non si prevedono scarichi di acque reflue di

processo in recettori naturali.

Per contro a pag. 20 della relazione tecnica, precisamente al capitolo “sistema recupero morchie", si

parla di trattamento delle acque di prima pioggia, che verranno recapitate nella rete fognaria dello

stabilimento. Il Comune di Civitanova Marche dispone di rete fognaria doppia per cui le acque di

seconda pioggia recapiteranno verosimilmente, tramite la rete delle acque bianche, al reticolo

idrografico superficiale.

Quanto sopra esposto impone una particolare attenzione nella scelta del sistema di selezione tra le

acque di prima e seconda pioggia, che dovrà essere conforme a quanto previsto dalle NTA di cui al

piano di tutela della acque della Regione Marche.

Infine per quanto riguarda le acque di processo, a pag. 19 dello studio preliminare di impatto, si

parla di un "sistema di lavaggio" dei fumi a mezzo di un sistema a pioggia per il quale non è chiaro

se verranno prodotte acque reflue, se e come verranno trattate, se e dove verranno scaricate.

Se in questa fase è previsto uno scarico di acque reflue in pubblica fognatura, si ricorda che il

depuratore di Civitanova Marche è di tipo biologico e non dispone di un trattamento chimico fisico

per cui è necessario provvedere in proprio a tale tipo di trattamento.

MATRICE ARIA

1) Descrizione dello stato di qualità dell’aria ante-operam in rapporto agli inquinanti ritenuti

significativi e alle caratteristiche meteorologiche del sito.

Lo stato di qualità dell'aria è stato cautelativamente assimilato a quello di zone di fondo urbano o

fondo rurale e rappresentato, in termini di concentrazioni nell'aria degli inquinanti, dalle misure

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ottenute da stazioni di monitoraggio delle rete provinciale di rilevamento della qualità dell'aria.

2. Pressione prevista dall’opera sulla componente atmosfera

Non sono stati presi in considerazione alcune emissioni (IPA e Matalli nelle polveri, COT). E'

prevista l'emissione di oltre 7 kg/ora di ossidi di azoto ed 1 kg/ora di polveri totali. Non sono

evidenti le considerazioni che hanno consentito di stimare le emissioni di poveri sottili PM10.

3. Previsione dello stato di qualità dell’aria post-operam

Premesso quanto rilevato al punto 2), le applicazioni utilizzate non consentono di escludere che,

localmente, nell’intorno circostante l’impianto, possano essere raggiunti valori di concentrazione

medi annuali di ossidi di azoto NO2 superiori a 40ug/mc (valore limite annuale riferito all’anno

civile).

Lo studio di impatto presentato necessita di chiarimenti e integrazioni.

MATRICE RADIAZIONI/RUMORE

E' stata presentata la valutazione di impatto acustico redatta conformemente alla DGR 896/2003, dalla

quale si desume il presumibile rispetto dei limiti di cui al DPCM 14/11/1997. Nella relazione non

vengono riportate le distanze dei singoli recettori dalle sorgenti rumorose.

Successivamente all'attivazione negli impianti dovrà essere effettuata una valutazione del clima

acustico post operam, al fine di verificare la correttezza delle ipotesi progettuali.

MATRICE RIFIUTI/SUOLO

  Si ritiene che vadano definiti con maggiore dettaglio tipologie e quantità di rifiuti prodotti in

fase di cantiere, specificandone la destinazione.

•  Si ritiene che vadano più approfonditamente descritte le modalità di gestione di rifiuti prodotti

sia in fase di cantiere che di esercizio con particolare riferimento alle aree destinate al deposito

temporaneo degli stessi e le misure adottate al fine di evitare contaminazioni ambientali.

•  Non è chiaro se è prevista la produzione di energia a partire anche da rifiuti e non sembra che sia

stata specificata la provenienza delle materie prime in ingresso all'impianto.

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•  Si ritiene che nel progetto vada inserito un bilancio dei materiali gestiti che includa non solo le

terre e rocce da scavo, ma anche le eventuali materie prime utilizzate ed in cui sia anche

specificato quanta parte viene riutilizzata sul posto e quanta smaltita/recuperata.

Infine in considerazione del fatto che l'area ricade all'interno del perimetro del sito di interesse

nazionale del Basso bacino del fiume Chienti si fa presente che riguardo il riutilizzo dei materiali

escavati in sede di Conferenza di servizi decisoria si affermava:

“I partecipanti all’odierna conferenza dei servizi decisoria ricordano che:

•   I terreni escavati potranno essere riallocati in situ esclusivamente alle seguenti condizioni:

-  che le risultanze analitiche di detti materiali, riferite alla sola frazione granulometrica <

2 mm, risultino conformi ai limiti della tabella 1 dell’allegato 1 del D.M. 471/99

(attualmente valori soglia di concentrazione di contaminazione di cui alla Tabella 1

dell’Allegato 5 al Titolo V alla parte quarta del D. Lgs. n. 152 del 03/04/2006) colonna A

o B a seconda della destinazione d’uso delle aree in cui il materiale viene riutilizzato;

-  che le risultanze analitiche dell’eluato ottenuto nel test di cessione, indicato dall’allegato

del D.M. 471/99 realizzato sulla frazione > 2 mm, con una durata di 24 ore diano

conformi ai limiti della tabella “acque sotterranee” dell’allegato 1 del D.M. 471/99

(attualmente valori soglia di concentrazione di contaminazione di cui alla Tabella 2

dell’Allegato 5 al Titolo V alla parte quarta del D.Lgs. n. 152 del 03/04/2006);

-  che il monitoraggio della falda, prima durante e dopo l’intervento, a monte ed a valle,

rispetto alle linee di deflusso, non evidenzi un incremento di contaminazione nell’area

oggetto di riutilizzo di materiale;

•   I terreni escavati potranno essere riutilizzati ex situ esclusivamente alle seguenti condizioni:

-  che le risultanze analitiche di detti materiali, riferite alla sola frazione granulometrica <

2mm, risultino conformi ai limiti della tabella 1 dell’allegato 1 del D.M. 471/99 colonna

 A (attualmente valori soglia di concentrazione di contaminazione di cui alla Tabella 1 –

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colonna A - dell’Allegato 5 al Titolo V alla parte quarta del D.Lgs. n. 152 del

03/04/2006);

-  che poi sia verificata la conformità dell’analisi sull’eluato del test di cessione condotto

secondo le modalità previste dal D.M. 5.02.1998 eseguito sul tal quale, con i limiti della

tabella “acque sotterranee” dell’allegato 1 del D.M. 471/99 (attualmente valori soglia di

concentrazione di contaminazione di cui alla Tabella 2 dell’Allegato 5 al Titolo V alla

 parte quarta del D.Lgs. n. 152 del 03/04/2006)”.

Stralcio del Parere del COMUNE DI CIVITANOVA MARCHE (nota del Dirigente del

Settore VI prot. n.28655 del 06/06/2011, allegata alla D.G.C. n. 275 del 06/06/2011)

Aspetti Ambientali

 Relativamente alla valutazione degli spetti ambientali si ritiene che debbano essere considerati i

criteri di verifica proposti dalle Linee Guida Regionali per l’Attuazione della legge Regionale sulla

VIA”:

 Ai sensi dei criteri di verifica preventiva:

1. l’opera potrebbe essere classificata come non necessaria, in quanto l’intervento non risulta

avere una effettiva giustificazione sotto il profilo socio- economico.

  Infatti la centrale con potenza di circa 5 Mwe di energia richiede l’importazione di 1320

ton/anno di oli vegetali, a fronte di una produzione di una percentuale di energia elettrica

 presumibilmente irrilevante rispetto al fabbisogno regionale.

Si consideri, inoltre, che l’esercizio della stessa centrale richiede quantità di materiale che

 proviene da una filiera lunga, di cui, peraltro, non si certifica la tracciabilità, cosa che potrebbe

rendere immediatamente negativo il bilancio energetico, oltre all’evidente mancanza di coerenza

del progetto con quanto disposto dal Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR) che, al

contrario, evidenzia come la valenza ambientale ed economica delle biomasse si esplica

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compiutamente solo se la produzione e l’utilizzo sono concentrati nel raggio di qualche decina

di km. La realizzazione di centrali a biomasse provenienti da una filiera lunga rischia di

bloccare quel circolo virtuoso perseguito come obiettivo del PEAR, in cui concentrando nello

spazio e nel tempo la domanda e l’offerta di biomasse, si possa garantire una quota significativa

del fabbisogno energetico ed offrire nuove opportunità all’agricoltura regionale. La filiera corta

comporta inoltre un abbattimento dei costi di trasporto e dell’inquinamento dovuto allo stesso.

2. l’opera potrebbe non risultare completamente rispondente ai suoi obiettivi tecnici, in quanto

l’obiettivo strategico preposto alla sua realizzazione è quello della produzione di energia

elettrica da fonti energetiche rinnovabili, al fine di ridurre l’immissione in atmosfera di gas

serra. Tuttavia, pur pervenendo le biomasse liquide (olio di palma, girasole, colza, jatropha,

ecc...) da filiere lunghe, nel progetto non viene verificata l’analisi del ciclo di vita del prodotto,

ovvero il bilancio del LCA ( Life Cycle Assessment - UNI EN ISO 14040-14041-14042-14043),

metodo utile alla quantificazione, l’interpretazione e la valutazione degli impatti ambientali di

uno specifico prodotto o servizio, durante la sua vita. La valutazione include l’intero ciclo di vita

del processo, comprendendo l’estrazione e il trattamento delle materie prime, la fabbricazione,

il trasporto, la distribuzione, l’uso e lo smaltimento finale.

Si rileva, quindi, la non completezza della documentazione relativamente ai bilanci energetici

effettivamente coinvolti in tutto il ciclo di produzione dell’energia elettrica da parte della

centrale.

Si consiglia l’applicazione di questa metodologia di valutazione ambientale, al fine di verificare

l’efficacia della realizzazione e di certificare la coerenza del funzionamento dell’impianto a

biomassa con il suo obiettivo strategico, dimostrando che in realtà la qualità della vita e la

qualità dell’ambiente del territorio coinvolto non venga effettivamente a peggiorare, senza

 portare benefici chiari alla popolazione locale.

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3. l’opera potrebbe risultare non ottimale e sovradimensionata, rispetto al bilancio tra l’obiettivo

 preposto e impatti generati. Il progetto prevede, infatti, la realizzazione di un impianto di media

taglia su di una superficie limitata al punto da non offrire sufficiente spazio per opere di

mitigazione ambientale, limitandole a vegetazione su confine nord.

 Ai sensi dei criteri fondati su bilanci ambientali complessivi degli effetti attesi:

1. le valutazioni degli impatti non sono inserite in un quadro complessivo che tenga conto degli

impatti negativi e positivi prodotti dal progetto, comparando le matrici ambientali ante e post 

operam; infatti il più corretto termine di riferimento per giustificare la scelta, dovrebbe essere il

confronto della qualità dell’aria, del suolo e delle acque, prima dell’entrata in funzione

dell’impianto a biomasse, con stime della qualità delle stesse matrici ambientali, una volta che

l’impianto proposto è realizzato. Quindi, una valutazione degli impatti non in termini assoluti,

ma in termini di effetti cumulativi.

 La valutazione degli effetti cumulativi consentirà di stimare il grado di impatto dell’opera, che

aumenterà la produzione di emissioni in atmosfera, che se già elevate, potranno portare a

condizioni di effettiva criticità.

Si sottolinea, inoltre, come:

-  non sia stata giustificata la scelta del sito e della soluzione progettuale, in funzione della

minimizzazione dell’impatto ambientale, confrontandola con altre possibili alternative

localizzative e tipologiche, in modo da proporre misure diverse per la realizzazione del

medesimo obiettivo;

-  non sia stato considerato l’aspetto delle emissioni di cattivi odori;

-  non vengono effettuate stime sulle possibili ricadute sulla salute della popolazione e sulla

salubrità dei terreni agricoli circostanti”.

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Stralcio del Parere del COMUNE DI CIVITANOVA MARCHE (nota del Dirigente del

Settore V datata 06/06/2011, allegata alla D.G.C. n. 275 del 06/06/2011)

Riferimento al PEAC: 

-  l’Amministrazione Comunale, con atto di G.C. n. 278 del 30/6/2009, si è dotata del Pianto

 Energetico Ambientale Comunale (PEAC) qual strumento indicativo e di programmazione per il

contenimento dei consumi energetici, l’uso razionale dell’energia, lo sviluppo di fonti

rinnovabili di energia, ecc…;

-  nel caso in specie, per quanto attiene alla produzione di energia elettrica da biomassa, viene

data indicazione dal PEAC dell’utilizzo di prodotti combustibili di origine agricola e forestale

ottenuti da filiere “corte” cioè derivanti da territori vicini nell’ordine di circa 70 Km

dall’impianto. La motivazione di questa scelta nel PEAC trova riscontro nell’indicazione della

  Regione Marche di indirizzare la produzione agricola verso fini energetici privilegiando i

terreni a minore qualità ambientale già esistenti nella nostra Regione; inoltre viene ripreso il

concetto della crescente distruzione degli ambienti autoctoni della foresta pluviale e degli

ecosistemi tropicali per far spazio a culture dedicate ai prodotto energetici (oli vegetali,

ecc…..); per queste motivazioni che nel nostro PEAC viene indicata la filiera “corta”.

Rapporto tra il PEAC ed il progetto proposto:

-  il progetto proposto, che utilizza per biomassa olio vegetale, con ogni probabilità avrà

 provenienza dai Paesi della Comunità Europea se non altrove, quindi ne deriva che l’impianto

non è coerente con le finalità indicate nel nostro PEAC; d’altra parte non mi risultano nelle

vicinanze aree su cui si producono colture specifiche da derivarne oli vegetali di entità tale da

soddisfare le necessità dell’impianto di che trattasi”.

Inoltre, dall’istruttoria condotta è emerso, per gli aspetti di competenza, quanto segue: 

1.  al fine di una valutazione completa dei potenziali impatti ambientali dell’impianto in oggetto, è

necessario condurre un’analisi che consideri l’intero ciclo di vita dell’olio vegetale impiegato

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come combustibile. A tal fine deve essere, pertanto, effettuata una approfondita valutazione e

quantificazione dei carichi energetici ed ambientali e degli impatti potenziali attraverso

l’applicazione di adeguata metodologia, come evidenziato anche nel parere del Comune di

Civitanova Marche;

2.  quanto riportato al punto precedente si rende necessario in relazione al fatto che negli elaborati

progettuali non è stata specificata né la tipologia di olio che si intende utilizzare, né la sua

provenienza. Inoltre, poiché a seguito delle ricerche del “Servizio Agricoltura” della Regione

Marche, come evidenziato nel documento “Energia dall’agricoltura: l’utilizzo delle biomasse per

la valorizzazione delle aree rurali nella Regione Marche”, la filiera olio-energia “corta” appare

possibile solamente con impianti di piccola taglia (350 kWe) ad olio di girasole, è presumibile

che l’impianto proposto ricorrerà all’utilizzo di materia prima di provenienza extra-regionale, o,

nel caso di utilizzo di olio di colza o palma o jatropha, extra-nazionale;

3.  l’impianto, attraverso l’utilizzo della turbina ORC, aumenta la propria efficienza energetica: si

rende necessario, pertanto, provvedere ad una attenta verifica dell’impiego del calore residuo, a

valle della turbina, in sostituzione di altri generatori termici per riscaldamento;

4.  in merito alla relazione sull’impatto in atmosfera si evidenzia che:

a.  il proponente specifica che i dati relativi alle concentrazioni di inquinanti in emissione (PT 50

mg/Nm3, NOX 350 mg/Nm

3, CO 270 mg/Nm

3) sono stati dedotti dalla documentazione

tecnica relativa all’impianto di produzione, ma non è chiaro quale sia la fonte dei dati ossia se

questi provengano da letteratura, schede tecniche di prodotto o da esperienze sul campo

(analisi chimiche, etc..);

b.  nell’elenco delle caratteristiche chimiche dei gas di scarico contenute a pagg. 35, 36 e 37 del

“Disciplinare descrittivo e prestazionale degli elementi tecnici”, oltre agli inquinanti elencati

al punto precedente, si rileva la presenza di Ossidi di zolfo, Metalli, COT per i quali non è

stata operata una stima della dispersione, soprattutto in corrispondenza dei recettori sensibili;

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c.  non appare sufficientemente chiaro come nella valutazione di impatto atmosferico, partendo

da un valore di concentrazione di polveri totali in emissione pari a 50 mg/Nm3, sia stato

ricavato il valore di 50 µg/Nm3

per le PM10;

d.  non sono state allegate al progetto le schede tecniche dei sistemi di abbattimento degli

inquinanti (sistemi catalitici e lavaggio fumi);

5.  mancano valutazioni circa la produzione di odori molesti e l’individuazione di eventuali modalità

di mitigazione degli stessi;

6.  la descrizione (avvalendosi anche di planimetrie) dell’area circostante all’impianto fornita non

appare esaustiva: è necessario, pertanto, un adeguato approfondimento mediante l’analisi dei

recettori sensibili e delle fonti di pressione ambientali già presenti nell’area (tipologie industrie,

assi viari…) in un ambito esteso rispetto all’area di sedime dell’impianto;

7.  manca il parere preventivo dell’ente gestore sulla realizzabilità della connessione alle rete

elettrica.

SINTESI DELLE POTENZIALI CRITICITÀ RILEVATE

Per tutto quanto sopra esposto ed evidenziato, nel corso dell’istruttoria condotta, che tiene conto

delle osservazioni e dei contributi pervenuti sono emerse, pertanto, diverse problematiche

relativamente all’inserimento ambientale dell’impianto, che possono essere riassunte come di

seguito riportato:

•  non è stato correttamente dimostrato l’obiettivo strategico preposto alla realizzazione della

centrale di progetto, ovvero la produzione di energia elettrica da fonti energetiche rinnovabili al

fine di ridurre l’immissione in atmosfera di gas serra, dato che, provenendo le biomasse da filiere

lunghe, sarebbe stato necessario estendere l’analisi all’intero ciclo di vita della materia prima –

attraverso un bilancio LCA - per poter dimostrare l’efficacia dell’opera e per certificare la

coerenza del funzionamento dell’impianto rispetto al suddetto obiettivo in relazione anche ai

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bilanci energetici effettivamente coinvolti in tutto il ciclo di produzione dell’energia elettrica da

parte della centrale;

•  in merito all’olio vegetale utilizzato, non viene precisata né la provenienza, né la tipologia, né la

composizione chimica specifica. Questo risulta un fattore di primaria importanza dato che una

filiera lunga potrebbe rendere negativo il bilancio energetico ed ambientale del progetto, oltre che

bloccare il circolo virtuoso perseguito dal PEAR secondo il quale, concentrando nello spazio e

nel tempo la domanda e l’offerta di biomasse, si può garantire una quota significativa del

fabbisogno energetico ed offrire nuove opportunità all’agricoltura regionale;

•  manca una descrizione esaustiva dell’area vasta interessata dall’impianto: non viene fornita né

una valutazione approfondita dei recettori sensibili (aziende agricole biologiche, allevamenti,

strutture ricettive, zone abitate…), né delle fonti di pressione ambientali già presenti nell’area e

di inquinamenti pregressi di suolo e falda idrica (Basso Bacino del Fiume Chienti, tipologie

industrie, assi viari…);

•  è necessaria, inoltre, un’adeguata valutazione delle dimensioni dell’opera, proposta su di una

superficie molto circoscritta, al fine di prevedere idonee opere di mitigazione ambientale non

limitate esclusivamente al confine nord;

•  in merito alla presenza di un ambito di varco fluviale, non è stata effettuata la verifica di

conformità secondo i criteri e gli elaborati di cui all’art.5.6 delle NTA del PTC: l’analisi condotta

appare generica e non esauriente in ordine alla considerazione della presenza di elementi

vegetali, all’impatto visivo ed alla disposizione dei fabbricati esistenti;

•  le valutazioni effettuate non affrontano, in concreto, l’accertamento degli effetti indotti

dall’intervento di trasformazione proposto nei riguardi delle risorse ambientali coinvolte, né

chiariscono se vi sia una proposta di modifica degli ambiti e dei livelli di tutela connessi;

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•  le valutazioni degli impatti non sono esaurientemente inserite in un quadro complessivo che

tenga conto degli impatti negativi e positivi prodotti dal progetto, comparando le matrici

ambientali ante e post operam;

•  la mancata valutazione degli effetti cumulativi, anche con impianti similari presenti in aree

contigue, non permette di stimare il grado di impatto dell’opera soprattutto in relazione

all’aumento della produzione di emissioni in atmosfera, non consentendo di escludere il

verificarsi di condizioni di effettiva criticità;

•  per quanto concerne la caratterizzazione meteoclimatica e la rappresentazione del clima locale si

ritiene necessario prendere in esame i dati di una zona rappresentativa con condizioni simili dal

punto di vista orografico e territoriale;

•  in relazione alla previsione dello stato di qualità dell’aria  post operam, dalla documentazione

presentata non è possibile escludere che, localmente, nell’intorno circostante l’impianto, possano

essere raggiunti valori di concentrazione medi annuali di ossidi di azoto NO2 superiori a 40ug/mc

(valore limite annuale riferito all’anno civile);

•  in merito alle concentrazioni di inquinanti in emissione non appare chiaro quale sia la fonte dei

dati, ossia se questi provengano da letteratura, schede tecniche di prodotto o da esperienze sul

campo (analisi chimiche, etc..);

•  in merito alla pressione prevista dall’opera sulla componente atmosfera non sono state analizzate

tutte le emissioni della centrale (IPA, Ossidi di zolfo, Metalli, COT, formaldeide, benzene,

diossine, ammoniaca … );

•  in relazione alla simulazione condotta si rende necessario estendere cautelativamente la stessa ad

un intorno significativo, con riferimento alle zone abitate anche ad alta densità (es. Santa Maria

in Apparente), ed anche in termini cumulativi con le concentrazioni di inquinanti già presenti

nell’aria;

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•  devono essere prodotte unitamente al progetto le schede tecniche dei sistemi di abbattimento

degli inquinanti (sistemi catalitici e lavaggio fumi); 

•  inoltre, sempre in riferimento alla qualità dell’aria, manca una valutazione degli effetti

cumulativi del progetto in relazione alle disposizioni di cui all’Ordinanza sindacale n. 18 del

04/02/2011 sulla riduzione dell’immissione di PM10 in atmosfera; 

•  infine, in merito alle emissioni di particolato, l’analisi andrebbe approfondita anche alla

quantificazione del particolato ultrafine PM2,5 e PM0,1; 

•  mancano valutazioni circa la produzione di odori molesti e l’individuazione di eventuali modalità

di mitigazione degli stessi;

•  mancano adeguate informazioni in ordine alla scelta del sistema di selezione tra le acque di

prima e seconda pioggia, che dovrà essere conforme a quanto previsto dalle NTA di cui al piano

di tutela della acque della Regione Marche;

•  per quanto riguarda le acque di processo, non è chiaro se verranno prodotte acque reflue, se e

come verranno trattate, nonché le modalità di scarico; 

•  in relazione alle acque sotterranee è necessario approfondire la valutazione dell’escursione della

locale falda idrica e del suo stato di qualità ambientale; 

•  per quanto concerne il rumore, non sono state riportate le distanze dei singoli recettori dalle

sorgenti rumorose; 

•  relativamente alla matrice rifiuti/suolo è necessario definire in dettaglio tipologie e quantità di

rifiuti prodotti in fase di cantiere, specificandone la destinazione nonché le modalità di gestione

di rifiuti prodotti sia in fase di cantiere che di esercizio con particolare riferimento alle aree

destinate al deposito temporaneo degli stessi e le misure adottate al fine di evitare

contaminazioni ambientali; 

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•  il bilancio dei materiali gestiti dovrebbe includere non solo le terre da scavo, ma anche le

eventuali materie prime utilizzate ed in cui sia anche specificato quanta parte viene riutilizzata

sul posto e quanta smaltita/recuperata; 

•  quanto al riutilizzo dei materiali escavati, dovrà essere accertato il rispetto delle condizioni

stabilite dal MATTM nell’ambito della Conferenza dei Servizi del procedimento per la bonifica

del sito di interesse nazionale del “Basso bacino del fiume Chienti”; 

•  non è stato esaurientemente trattato il tema della salute pubblica, inteso come benessere generale

e rischi per la comunità; 

•  non sono state effettuate stime sulle possibili ricadute sulla salute della popolazione, sulla

salubrità dei terreni agricoli circostanti, sull’assetto sociale ed economico dell’area, su eventuali

incidenti che l’impianto potrebbe direttamente o indirettamente creare (es. sversamenti,…), ivi

compresa la valutazione sul rischio incendio; 

•  si rende necessario motivare un approfondimento del profilo socio-economico del contesto

territoriale interessato, inteso anche come beni materiali e patrimonio culturale, che produca

un’analisi dei costi e dei benefici derivanti dalla realizzazione dell’opera e la sussistenza di

condizioni di rischio di svalutazione economica degli immobili presenti nell’area derivante dalla

realizzazione della centrale;

•  non è stato valutato l’impiego del potenziale termico della centrale in sostituzione di altri

generatori termici per riscaldamento; 

•  manca il parere preventivo dell’ente gestore sulla realizzabilità della connessione alla rete

elettrica;

•  non sono state fornite sufficienti motivazioni e giustificazioni in ordine ai criteri di scelta del sito

e della soluzione progettuale, in funzione della minimizzazione dell’impatto ambientale. Si

rende, pertanto, necessario approfondire tale aspetto con l’indicazione e la valutazione degli

impatti positivi e negativi di altre possibili alternative localizzative e tipologiche, in modo da

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proporre misure diverse ed alternative, nel rispetto del bilancio tra obiettivo preposto e impatti

generati;

CONSIDERATO che, pertanto ed in conclusione, tenuto conto di tutta la documentazione prodotta, dei

contributi istruttori trasmessi dagli organi di supporto tecnico e dagli enti interessati, delle

osservazioni pervenute dai soggetti terzi intervenuti e dell’istruttoria espletata da questa Provincia,

sono emerse diverse problematiche relativamente all’inserimento ambientale dell’impianto, si

ritiene che non sussistano le condizioni per poter escludere il verificarsi di impatti significativi e

negativi sull’ambiente derivanti dalla realizzazione della centrale in oggetto, per la valutazione dei

quali si reputa necessario l’assoggettamento del progetto alla procedura di Valutazione di Impatto

Ambientale;

VISTA l’istruttoria condotta dagli uffici provinciali;

CONSIDERATO  che l’intervento da realizzare non ricade in aree vincolate paesaggisticamente ai

sensi del D.Lgs. 42/2004, né in aree SIC/ZPS di cui al D.P.R. 357/97;

RITENUTO che, per quanto sopra esposto, ricorrano le condizioni per assoggettare il progetto alla

procedura di Valutazione di Impatto Ambientale di cui all’art. 9 della L.R. 7/2004;

VISTO il D.Lgs. 18 agosto 2000 n. 267;

RICHIAMATA  la D.G.P. n. 44 del 30/01/2006 recante “Funzioni in materia di procedure di

Valutazione di Impatto Ambientale conferite con Legge Regionale n. 7/2004 concernente

“Disciplina della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale”. Organizzazione delle

 procedure di VIA e costituzione dell’Ufficio VIA”;

VISTO il regolamento provinciale di organizzazione degli uffici e dei servizi;

Tutto ciò premesso si propone al Dirigente del Settore di determinare quanto segue:

1)  DI ASSOGGETTARE,  ai sensi dell’art.6, comma 7, lettera c) della L.R. 7/2004, ALLA PROCEDURA DI

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VIA, per le motivazioni addotte nel documento istruttorio,  il progetto presentato dalla Ditta

MOLINARI PROGETTI SRL di Macerata relativo alla realizzazione di un impianto per la

produzione di energia da fonte rinnovabile biomassa-olio vegetale denominato “ENERGIA

CIVITANOVA”,  della potenza nominale complessiva pari a 4625 kWe, da ubicare nella Zona

Industriale “A” del Comune di Civitanova Marche;

2)  DI DARE ATTO che, ai sensi del comma 1 dell’art.9 della L.R. 7/2004, il progetto da allegare

all’istanza per la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) deve comprendere gli

esiti della presente procedura di verifica;

3)  DI DISPORRE che il presente provvedimento venga notificato alla Ditta MOLINARI PROGETTI

SRL di Macerata;

4)  DI DISPORRE che il presente provvedimento venga trasmesso a tutti i soggetti cui è stato

comunicato l’avvio del procedimento;

5)  DI DARE ATTO che nel corso del procedimento sono pervenute n. 19 osservazioni/diffide trasmesse

dai soggetti terzi interessati, elencate nell’Allegato 1, che costituisce parte integrante del presente

provvedimento;

6)  DI DISPORRE che le osservazioni/diffide, di cui al punto precedente, vengano comunicate alla ditta

proponente in ossequio al disposto di cui al comma 5 dell’art.6 della L.R. 7/2004;

7)  DI DISPORRE che il presente provvedimento venga pubblicato per estratto sul BUR della Regione

Marche;

8)  DI DARE ATTO che il presente atto per sua natura non comporta impegno di spesa;

9)  DI DARE ATTO, infine che, contro il presente provvedimento è ammesso ricorso al TAR entro 60

giorni o, in alternativa, ricorso straordinario al Capo dello Stato entro 120 giorni.

Macerata, lì 01/08/2011

IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO 

F.to Dott. Roberto Ciccioli

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IL DIRIGENTE

VISTO il documento istruttorio, sopra riportato, a firma del responsabile del procedimento Dott.

Roberto Ciccioli, concernente la realizzazione di un impianto per la produzione di energia da fonte

rinnovabile biomassa-olio vegetale denominato “ENERGIA CIVITANOVA”,  della potenza

nominale complessiva pari a 4625 kWe, da ubicare nella Zona Industriale “A” del Comune di

Civitanova Marche – Soggetto Proponente: Ditta MOLINARI PROGETTI SRL di Macerata;

RITENUTO di condividerne le motivazioni e di fare integralmente propria la proposta di

determinazione con esso formulata;

VISTO l’art. 107 del D.Lgs. 18 agosto 2000 n. 267;

VISTO il vigente regolamento di organizzazione degli uffici e dei servizi;

RICHIAMATA la DGP n. 44 del 30/01/2006 recante “Funzioni in materia di procedure di

Valutazione di Impatto Ambientale conferite con Legge Regionale n. 7/2004 concernente

“Disciplina della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale”. Organizzazione delle procedure

di VIA e costituzione dell’Ufficio VIA”;

D E T E R M I N A

1) DI ASSOGGETTARE,  ai sensi dell’art.6, comma 7, lettera c) della L.R. 7/2004, ALLA PROCEDURA DI

V.I.A., per le motivazioni addotte nel documento istruttorio,  il progetto presentato dalla Ditta

MOLINARI PROGETTI SRL di Macerata relativo alla realizzazione di un impianto per la

produzione di energia da fonte rinnovabile biomassa-olio vegetale denominato “ENERGIA

CIVITANOVA”, della potenza nominale complessiva pari a 4625 kWe, da ubicare nella Zona

Industriale “A” del Comune di Civitanova Marche;

2) DI DARE ATTO che, ai sensi del comma 1 dell’art.9 della L.R. 7/2004, il progetto da allegare

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all’istanza per la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) deve comprendere gli

esiti della presente procedura di verifica;

3) DI DISPORRE che il presente provvedimento venga notificato alla Ditta MOLINARI PROGETTI

SRL di Macerata;

4) DI DISPORRE che il presente provvedimento venga trasmesso a tutti i soggetti cui è stato

comunicato l’avvio del procedimento;

5) DI DARE ATTO che nel corso del procedimento sono pervenute n. 19 osservazioni/diffide

trasmesse dai soggetti terzi interessati, elencate nell’Allegato 1, che costituisce parte integrante

del presente provvedimento;

6) DI DISPORRE che le osservazioni/diffide, di cui al punto precedente, vengano comunicate alla

ditta proponente in ossequio al disposto di cui al comma 5 dell’art.6 della L.R. 7/2004;

7) DI DISPORRE che il presente provvedimento venga pubblicato per estratto sul BUR della Regione

Marche;

8) DI DARE ATTO che il presente atto per sua natura non comporta impegno di spesa;

9) DI DARE ATTO, infine che, contro il presente provvedimento è ammesso ricorso al TAR entro 60

giorni o, in alternativa, ricorso straordinario al Capo dello Stato entro 120 giorni.

Macerata, lì 01/08/2011

IL DIRIGENTE DEL SETTORE AMBIENTE 

F.to Dott. Luca Addei

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ALLEGATO 1 – OSSERVAZIONI/DIFFIDE PERVENUTE

SOGGETTO NUMERO PROTOCOLLOPROVINCIA

1Streppa Tiziana 45895 del 07/06/2011 - 48341 del

14/06/2011

2 Pierluca Maria Grazia 47521 del 10/06/2011

3Regini Amedeo

per l’Associazione Ambientalista “Citt@Verde”47535 del 10/06/2011

4 Bevilacqua Domenico 49712 del 17/06/2011

5 Foresi Massimo 50010 del 20/06/2011

6 Pierluca Maria Graziaper l’Associazione Ambientalista “Citt@Verde”

51032 del 22/06/2011

7 Sindaco di Civitanova Marche 50336 del 21/06/2011

8Comitato No Biomasse a Civitanova Marche -

Santa Maria Apparente - Diffide 51067 del 22/06/2011

9Pierluca Maria Grazia

per l’Associazione Ambientalista “Citt@Verde”51199 del 22/06/2011

10 Marinangeli Sandro 51576 del 23/06/2011

11Comitato No Biomasse a Civitanova Marche -

Santa Maria Apparente - Osservazioni52870 del 28/06/2011

12 Comitato No Biomasse a Civitanova Marche -Santa Maria Apparente – Integrazione diffide  58218 del 14/07/2011

Trasmissione documentazione da parte del Comune di

Civitanova Marche contenente le seguenti osservazioni53112 del 28/06/2011

(N. PROTOCOLLO DEL COMUNE)

13Comitato No alla Centrale a Biomasse a Civitanova

(a firma della Sig.ra Pierluca Maria Grazia) –

28386 del 03/06/2011

14 Federazione Provinciale Coldiretti di Macerata 28764 del 06/06/2011

15 Associazione Ambientalista “Citt@Verde” 28770 del 06/06/2011

16 Comitato di Quartiere di Santa Maria Apparente 29055 del 08/06/2011

17 Associazione Ambientalista “Citt@Verde” 30601 del 16/06/2011

18 Comitato No Biomasse a Civitanova Marche -

Santa Maria Apparente - Diffide 

31968 del 22/06/2011

19 Comitato No Biomasse a Civitanova Marche -

Santa Maria Apparente - Osservazioni31975 del 22/06/2011