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“Chiacchiere consapevoli” di cultura, scienza, alimentazione e benessere Convegno 22 maggio 2008 Palazzo Castiglioni - Unione CTSP, Corso Venezia 49, Milano “abitare MILANO, bello SE…Ideato da Rossella de Focatiis- Erredieffe e F.I.M.A.A. Milano- Curatore evento: do.ssa Mariateresa Cacciola APERTURA LAVORI – Accoglienza Presentazione convegno: Beatrice Zanolini Segretario F.I.M.A.A. Milano Rossella de Focatiis Erredi effe – Comunicazione eventi Ore 09.30- 10.00: Lionella Maggi Presidente F.I.M.A.A. Milano Carlo Sangalli Presidente Confcommercio e CCIAA di Milano INNOVATIVA Ore 10.00- 10.10: Introduzione filmato: Stramilano”- prima parte Ore 10.10- 10.30: Milano innovativa tra passato e presente Prof.ssa Emanuela Scarpellini docente presso l’Università degli Studi di Milano, dove insegna Storia sociale dello speacolo Ore 10.30- 10.50: Impresa sociale non prot e marketing territoriale di Milano Prof. Giorgio Fiorentini Università Bocconi, laureato in Economia e Commercio. Si occupa di pubblica amministrazione, di no-profit, di marketing territoriale PROPOSITIVA Ore 10.50- 11.10: Tracce di comunità in ambiente urbano: il co-housing Do.ssa Linda Malacarne – Università Bicocca di Milano, dipartimento di sociologia urbana co-housing Ore 11.10- 11.30: La scelta sostenibile da parte di un amministratore Do. Marco Flavio Cirillo – Sindaco di Basiglio (MI)- Prima dell’intervento sarà proieato un breve video di 6’ Ore 11.30- 12.00: Realizzazione di un edicio sostenibile: “Centro di integrazione intergenerazionale” Arch. Silvia Piea – Esperta di bioedilizia Ore 12.00- 12.40: Dimora Olge ina dal Feng-Shui alla Bio-archit eura: nuovi modi di vivere e abitare Arch. Mauro Bertamè – Docente di Bioarchiteura ed esperto di Feng Shui Ore 13.00- 14.00: PAUSA PRANZO PROGRAMMA Ore 12.40- 13.00: DIBATTITO

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“Chiacchiere consapevoli” di cultura, scienza, alimentazione e benessere

Convegno 22 maggio 2008 Palazzo Castiglioni - Unione CTSP, Corso Venezia 49, Milano

“abitare MILANO, bello SE…”

Ideato da Rossella de Focatiis- Erredieffe e F.I.M.A.A. Milano- Curatore evento: dott.ssa Mariateresa Cacciola

APERTURA LAVORI – Accoglienza Presentazione convegno: Beatrice Zanolini Segretario F.I.M.A.A. Milano Rossella de Focatiis Erredieffe – Comunicazione eventi

Ore 09.30- 10.00:

Lionella Maggi Presidente F.I.M.A.A. Milano Carlo Sangalli Presidente Confcommercio e CCIAA di Milano

INNOVATIVA

Ore 10.00- 10.10: Introduzione filmato: “Stramilano”- prima parte

Ore 10.10- 10.30: Milano innovativa tra passato e presente Prof.ssa Emanuela Scarpellini – docente presso l’Università degli Studi di Milano, dove insegna Storia sociale dello spettacolo

Ore 10.30- 10.50: Impresa sociale non profit e marketing territoriale di MilanoProf. Giorgio Fiorentini – Università Bocconi, laureato in Economia e Commercio. Si occupa di pubblica amministrazione, di no-profit, di marketing territoriale

PROPOSITIVA

Ore 10.50- 11.10: Tracce di comunità in ambiente urbano: il co-housing Dott.ssa Linda Malacarne – Università Bicocca di Milano, dipartimento di sociologia urbana co-housing

Ore 11.10- 11.30: La scelta sostenibile da parte di un amministratore Dott. Marco Flavio Cirillo – Sindaco di Basiglio (MI)- Prima dell’intervento sarà proiettato un breve video di 6’

Ore 11.30- 12.00: Realizzazione di un edificio sostenibile: “Centro di integrazione intergenerazionale” Arch. Silvia Pietta – Esperta di bioedilizia

Ore 12.00- 12.40: Dimora Olgettina dal Feng-Shui alla Bio-architettura: nuovi modi di vivere e abitare Arch. Mauro Bertamè – Docente di Bioarchitettura ed esperto di Feng Shui

Ore 13.00- 14.00: PAUSA PRANZO

PROGRAMMA

Ore 12.40- 13.00: DIBATTITO

“Chiacchiere consapevoli” di cultura, scienza, alimentazione e benessere

Ore 14.00- 14.30: APERTURA LAVORI- Accoglienza

BELLA

Ore 14.30- 14.40: Introduzione filmato: “Stramilano”- seconda parte

Ore 14.40- 15.00: Il nuovo conc o di qualità nel mercato immobiliareRag. Claudio Lossa – Vice Presidente F.I.M.A.A. Milano

Ore 15.00- 15.20: Casa e : due territori da abitareArch. Massimo Rosati – Giornalista, dire ore Casa Dove Gold, Dire ore Editoriale B & P Editori

Ore 15.20- 15.40: Milano, abitabileProf. Gabriele Pasqui – docente al Politecnico di Milano (territorio, luoghi sociali, parchi, navigli)

ATTIVA

Ore 15.40- 16.20: Rallentare, radicare il presente. Carlo Moiraghi – Medico chirurgo, esperto in agopuntura e medicina cinese, omeopata,

psicoterapeuta, vive e lavora a Milano. Presidente di ALMA, Associazione Lombarda MediciAgopuntori

Ore 16.20- 17.30: Pr o Delfico nel contesto dello Skyline della ci il contenimento energeticoArch. Mauro Bertamè

L’edificio autosufficiente dal punto di vista energetico: dal sociale all’energeticoArch. Silvia Pi a

Ore 17.30- 18.30: DIBATTITO E CHIUSURA LAVORI

Sarà allestita unamostra fotografica delle nuove costruzioniche definiranno lo sky-line di Milano per l’expo 2015

Si ringrazia per la collaborazione lo Studio di Archit a & Feng Shui Hanasckdell’archi o Mauro Bertamè e Alessandra Bramini

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alimentazione e benessere

Convegno 22 maggio 2008

“abitare MILANO, bello SE…”

Prof.ssa Emanuela Scarpellini Docente presso l’Università degli Studi di Milano, dove insegna Storia sociale dello spettacolo. Ha compiuto studi di

perfezionamento e insegnato in varie università estere, soprattutto negli Stati Uniti (Stanford e Georgetown University).. Fra le

sue pubblicazioni più recenti, L’Italia dei consumi. Dalla Belle Epoque al nuovo millennio (Laterza 2008); La spesa è uguale per

tutti. L’avventura dei supermercati in Italia (Marsilio 2007); Storia degli imprenditori italiani (con A. Castagnoli, Einaudi

2003); Organizzazione teatrale e politica del teatro nell’Italia fascista (nuova edizione, Led 2004).

MILANO INNOVATIVA TRA PASSATO E PRESENTE L’intervento metterà a confronto alcuni aspetti innovativi che caratterizzarono (e caratterizzano tuttora) la vita sociale e culturale della città. In particolare, si parlerà del sistema del divertimento e della comunicazione all’inizio del Novecento, e di quello odierno; delle innovazioni sperimentate nel campo dei consumi e della vita quotidiana a Milano durante il miracolo economico; delle iniziative nel settore della professionalizzazione (in particolare scuole di formazione), a inizio secolo e oggi, per l’integrazione sociale ed economica di tutta la popolazione. In questo modo si sottolineeranno i momenti di innovazione e le continuità tra la Milano di ieri e quella di oggi.

Prof.ssa Emanuela Scarpellini

Tel. 0250312518

E-mail: [email protected]

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Convegno 22 maggio 2008

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Prof. Giorgio Fiorentini

Laureato in Economia e Commercio alla Università Bocconi, è direttore Master Universitario in Management delle

Imprese Sociali, Aziende non Profit e Cooperative, presso SDA Bocconi.

Professore associato di Economia delle aziende e delle amministrazioni pubbliche presso Istituto di Pubblica

Amministrazione e Sanità. Responsabile del settore Imprese Sociali e Aziende no Profit dell’Istituto di Pubblica

Amministrazione e Sanità (IPAS).

IMPRESA SOCIALE NON PROFIT E MARKETING TERRITORIALE di Milano Le imprese sociali non profit (associazioni,cooperative sociali,fondazioni ecc) sono un differenziale competitivo dei territori. A Milano, dietro un asilo nido, un consumatore tutelato, un immigrato inserito, una promozione economica del territorio, un giocatore di calcio e così via, spesso c'è il non profit produttivo (di beni e servizi) non più "optional", ma attore del "sistema Milano". Nell'ultimo Quaderno di Milano dell'Assolombarda si offre una analisi della nostra città e nel capitolo Economia e lavoro-struttura produttiva (unitamente alle imprese ed alle istituzioni pubbliche) si esplicitano i dati del settore non profit. Sono significativi e di tendenza. Infatti il non profit è parte del tessuto produttivo di Milano sotto vari aspetti: produce e distribuisce beni e servizi tradizionali sul mercato privato (si pensi per esempio alle cooperative sociali di tipo B che in Lombardia danno lavoro a 6.780 persone di cui in parte fasce deboli da tutelare; solo a Milano e provincia sono 1731); crea una "rete di beni relazionali" che danno consistenza al sistema socio-economico (come coesione e inclusione sociale, servizi di assistenza e così via, e si pensi alle fondazioni bancarie, comunitarie e d'impresa); fornisce servizi socio assistenziali ed educativi direttamente alla pubblica amministrazione o ad integrazione sussidiaria orizzontale (oltre alle associazioni e alle fondazioni sanitarie si pensi alle cooperative sociali di tipo A che occupano 22.555 persone in Lombardia; in provincia di Milano 8.494 persone). Al di là delle quantità significative si riconosce che il non profit ed il terzo settore cooperativo è ormai una componente ineludibile per marcare il territorio produttivo di Milano e della Lombardia insieme alle imprese for profit e alle istituzioni pubbliche. Riprendendo i concetti di Robert Putnam che definisce gli indici della comunità civica e le tesi di Alexis de Tocqueville sullo stretto legame tra la forza e la vitalità del tessuto associativo ed il governo democratico di una società, si può, a ragione, affermare che Milano e la Lombardia stanno consolidando questo ruolo di apripista dell'imprenditorialità sociale vista non tanto come "ancilla", ma come parte costituente lo sviluppo del sistema. Una "capitalizzazione sociale" intesa come insieme degli "aspetti della vita sociale - reti, norme e fiducia". Questo "capitale sociale", integrato con quello economico, nasce, quindi, da un sistema di relazioni, fondato sulla reciprocità, sull'informazione e sulla cooperazione degli individui e delle istituzioni: in una parola, dal grado di fiducia reciproca che anche le non profit hanno saputo costruire relazionandosi in modo efficace e concreto al sistema economico del territorio.

Prof. Giorgio Fiorentini

Tel. 0258366209

E-mail [email protected]

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Dott.ssa Linda Malacarne

Laureata in Sociologia, Curriculum Territorio e politiche locali presso Università degli studi di Milano Bicocca. Maturità

classica Presso Liceo Classico B.Zucchi, Monza nel 2001.

Attività di data entry presso I.N.P.S. Istituto Nazionale Previdenza Sociale nel 2007.

Borsa Lavoro Giovane Promettente presso l’Università di Milano Bicocca per il “Progetto Decennale della Bicocca”. Attività di

collaborazione nell’organizzazione eventi per i 10 anni dell’Università Bicocca nel 2008.

TRACCE DI COMUNITA’ IN AMBIENTE URBANO: IL COHOUSING La tesi ha come suo obiettivo principale quello di compiere un percorso di ricerca sul fenomeno del cohousing: progetti abitativi che hanno la loro origine nei Paesi del Nord Europa e sono fondati sulla coabitazione e la condivisione di alcuni spazi e servizi da parte di famiglie che hanno deciso di progettare e costruire insieme una moderna “comunità di vicinato”. La ricerca è avvenuta in due fasi : la prima esplorativa attraverso la consultazione della letteratura specialistica, la seconda attraverso l’esperienza sul campo dell’osservazione di alcuni momenti di progettazione della prima comunità di cohousing a Milano: l’Urban Village Bovisa 01. La rilevanza sociologica del tema sta nel fatto che in questo contesto di apparente crisi dei rapporti di reciprocità il diffondersi delle comunità di cohousing sembra rappresentare la manifestazione di una controtendenza sociale. Si vuole recuperare l’importanza dei rapporti di reciprocità e prossimità spaziali all’interno di un progetto abitativo della post modernità caratterizzata al contrario dalla forte spersonalizzazione dei rapporti umani. In particolare l’attenzione si è concentrata nel proporre una riflessione su quelle che sembrano essere le dimensioni del cohousing che segnalano un recupero di socialità, quali: la dimensione relazionale del coabitare, l’uso degli spazi comuni, l’architettura e la progettazione delle abitazioni e degli spazi, la progettazione partecipata. La ricerca si è conclusa sottolineando anche il fatto che, se da una parte sopravvivono ancora elementi che riconducono alla concettualizzazione classica della “comunità”come fiducia e reciprocità, d’altra parte si colgono anche delle profonde differenze e rotture. La tesi si conclude affermando che il cohousing si può considerare come un modo diverso e innovativo di ricreare la “comunità” nella società post moderna. Dott.ssa Linda Malacarne

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Arch. Silvia Pietta

Laureata in architettura al Politecnico di Milano, opera come libero professionista nel campo della progettazione di nuove unità

abitative nonché in quello delle ristrutturazioni e degli arredi interni a destinazione abitativa e commerciale. Dal ’90 si interessa

alla bioedilizia frequentando un corso organizzato dall’Anab, di cui farà parte, nel consiglio direttivo e come delegata fino al

2001, collaborando all’organizzazione di eventi per la diffusione dei temi inerenti la qualità ecologica dell’abitare. Parallelamente

all’interesse per l’architettura naturale coltiva quello per la medicina naturale diplomandosi nel ’92 a una scuola professionale di

shiatsu e specializzandosi in scienze naturopatiche.

REALIZZAZIONE DI UN EDIFICIO SOSTENIBILE: “CENTRO DI INTEGRAZIONE INTERGENERAZIONALE” – BASIGLIO (MI)

L’intervento consiste nella presentazione dell’edificio “dal progetto fino alla realizzazione” dello stesso,attraverso le varie fasi di lavorazione con l’illustrazione delle tecniche costruttive adottate nonché dei materiali. Gli obiettivi perseguiti in questo progetto sono stati: la volontà di creare un luogo di incontro tra generazioni e interessi culturali differenti, unita alla ricerca tecnologica per realizzare una struttura a basso impatto ambientale e il più possibile autonoma dal punto di vista energetico. L’edificio comprende al suo interno diverse funzioni di interesse sociale: una scuola di musica, una scuola di danza, la sede dell’associazione anziani, un’area di ristoro e un ampio spazio ricreativo multifunzionale. Tutto quello che circonda l’uomo influisce sulla salute, sul benessere personale e sull’ambiente: i materiali edili, utilizzati per tutti gli spazi che frequentiamo, rientrano in questa categoria. L’EDIFICIO AUTOSUFFICIENTE DAL PUNTO DI VISTA ENERGETICO: DAL SOCIALE ALL’ENERGETICO

“Il ritmo incessante del progresso e il suo non facile governo con le inevitabili ricadute sulla condizione umana, i comportamenti, le relazioni sociali ed economiche, impongono soprattutto in questo momento una doverosa presa di coscienza e una accurata analisi sulle future conseguenze delle scelte odierne. Le esigenze di benessere a cui ormai siamo abituati non possono e non devono però compromettere la disponibilità di risorse e la loro corretta fruizione da parte delle prossime generazioni. E’ quindi necessario cercare di mantenere un certo equilibrio nelle complesse relazioni uomo-ambiente, compatibilmente con la naturale propensione umana ad una esistenza sempre più soddisfacente. Le nuove tecnologie applicate nel campo dei materiali e degli impianti, la possibilità di utilizzare nuovi indici e parametri in tema di sicurezza e di monitoraggio dei diversi assetti della qualità della vita, impongono oggi ai tecnici una adeguata formazione e ai committenti una corretta informazione. Alle amministrazioni del territorio, sensibili a questi problemi, il ruolo di sensibilizzazione e di stimolo all’adozione di scelte sostenibili”

Arch. Silvia Pietta

Tel. 0236584969

E-mail [email protected]

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Arch. Mauro Bertamè

Architetto & Designer - Architect of Feng-Shui

Laureato alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, inizia l’attività nel 1979. Ha svolto diverse esperienze

nell’ambito dell’edilizia civile ed industriale e della ricerca e sviluppo nel settore ambientale, prestando la sua opera in paesi

dell’area del Sud America e del Medio Oriente. In qualità di docente di Bioarchitettura e Feng-Shui insegna e partecipa a

conferenze e seminari in tutta Italia; scrive per riviste e giornali specializzati nel settore. Nel 1998 è stato Cultore della Materia

al Politecnico di Milano. Nel 1999 ha fondato lo Studio di Architettura e Design HANASCK che si avvale di un pool di

professionisti quali architetti, designers, interior designers ed ingegneri. Lo staff opera nel campo dell’architettura

nell’accezione di nuova progettazione di ambienti residenziali, lavorativi, industriali e di contract, dell’interior design,

passando per il recupero ed il restauro edilizio e curando il design degli elementi di arredo e complementi. Ogni progetto viene

sviluppato unendo la cultura classica con nuove tendenze internazionali e ritrovati tecnologici, nella visione dei bisogni e degli

stili di vita. E’ di prossima uscita il suo libro edito da Editrice Compositori “MANUALE di FENG-SHUI”.

DIMORA OLGETTINA DAL FENG-SHUI ALLA BIO ARCHITETTURA: NUOVI MODI DI VIVERE E ABITARE

La progettazione di un edificio “sostenibile ed ecologico” si relaziona con tre aspetti fondamentali: economia, benessere sociale e protezione ambientale. Questi risultati si raggiungono attraverso la verifica dei metodi, strumenti e strategie progettuali mirate alla coerenza sia degli obiettivi sia dei valori posti in essere dalla sostenibilità. Nel 2008 è nato un complesso residenziale eco-sostenibile nelle immediate vicinanze dell’ospedale San Raffaele in Milano. Il progetto è il risultato della collaborazione tra l’arch. Laura Ghizzoni per gli aspetti progettuali architettonici ed urbanistici e l’arch. Mauro Bertamè per la consulenza ambientale ed artistica. Si tratta di due costruzioni complanari tra loro dotate di piloty al piano terra, che si innalzano per sei piani e ospitano spazi residenziali. La caratteristica dominante del complesso è la grande identità della ricerca di recuperare tutti gli spazi a verde, disposti ai vari piani e sulle terrazze, che riflettono le alberature dislocate nell’area circostante. Ogni residenza è dotata di un terrazzo con ergonomici contenitori in calcestruzzo che permettono l’inserimento di vegetazione rendendo gli edifici un “bosco in verticale”. Nella copertura a falde sono alloggiati pannelli solari termici e fotovoltaici. Tutta la struttura garantisce il completo isolamento termico delle pareti, ottenuto da un pacchetto di muratura con elevata inerzia termica ed è dotata di serramenti con vetro basso-emissivi che hanno permesso all’edifico di rientrare nella classe A ottenendo un bonus volumetrico, dalla Regione Lombardia, per le iniziative più virtuose in grado di migliorare di almeno il 10% i valori stabiliti. Le facciate sono rivestite in mattoni rosati per mantenere coerenza architettonica con il contesto agricolo dell’intorno.

PROGETTO DELFICO NEL CONTESTO DELLO SKYLINE DELLA CITTÀ: IL CONTENIMENTO

ENERGETICO

Il complesso edilizio è stato progettato dall’arch. Laura Ghizzoni dello studio SETUP nel rispetto degli attuali modelli a composizione volumetrica determinando un sobrio ed equilibrato parallelepipedo con l’utilizzo di un gradevole piano del colore. L’arch. Mauro Bertamè dello studio Hanasck ha studiato una ipotesi di progetto applicando i criteri della bioarchitettura ed i dettami del Feng-Shui. La scelta dei materiali ha determinato il contenimento energetico (mediante l’inerzia termica dell’involucro edilizio ottenuta con blocchi di gasbeton e con una coibentazione d’isolamento formata da un cappotto ad alto spessore e con una finitura superficiale metallica) identificandolo ai parametri di classe A ed ottenendo un premio volumetrico dalla Regione Lombardia. Secondo la disciplina del Feng-Shui sono stati caratterizzati gli “aggetti” dei balconi, correlati con una tessitura metallica di collegamento con funzione di parapetto che sono stati dimensionati secondo la regola aurea, che hanno determinato un nuovo organismo architettonico coerente ed armonico alla funzione residenziale. Arch. Mauro Bertamè

Tel. 0227007302

E-mail [email protected]

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“abitare MILANO, bello SE…”

Arch. Massimo Rosati

Dopo la laurea in Architettura presso lo IUAV di Venezia, frequenta il Master in Comunicazione d’Azienda Organizzato

dall’Università Cà Foscari e dall’UPA di Milano. Nel 1991 si trasferisce a Milano dove, dopo una breve esperienza nell’Agenzia

di Pubblicità McCann Erickson, decide di dedicarsi al design e all’editoria, diventando giornalista professionista. Apre uno

studio di design e interior decoration a Milano e, parallelamente, lavora per le principali testate di design e arredamento, tra le

quali Casa-Vogue (Condé Nast), Bravacasa, Anna (Rizzoli) e diverse altre. Dal 1997 dirige la rivista di interior design La Mia

Casa. Dal 2008 è Editore Incaricato della B&P Editori. Per la stessa casa editrice, dirige il mensile “free magazine” Casa Dove

Gold (330.000 copie certificate in 9 città: 45.000 solo a Milano) e coordina il primo progetto nazionale di testate “free press di

qualità” comprendenti anche Look, Vetrina Motori Gold e Naturalia. Ha pubblicato il volume “Architetture Caraibiche” con foto

di Giancarlo Gardin (Archideos, 2007). Ha tenuto lezioni e seminari in master organizzati dall’Istituto Europeo del Design e

dall’Interior Design Institute di Milano. Ha partecipato a mostre organizzate dal Salone del Mobile di Milano e dall’Istituto

Europeo del Design.

CASA E TERRITORIO: DUE TERRITORI DA ABITARE

Casa, città e territorio hanno un comune denominatore. Il loro significato si fonda sulla “relazione” tra un soggetto/attore che “costruisce”, ma sempre più raramente “abita” (nella prospettiva heideggeriana) una casa, una città: in altre parole, dei territori (definiti da Magnaghi “organismi viventi ad alta complessità”). Il territorio - e quindi anche la città e la casa - nascono, si sviluppano, si modificano e muoiono agendo e reagendo in un contesto che, a scala diversa, li contiene: il condominio, il quartiere, la periferia, la campagna, la città, la regione. “Costruire” o “abitare” catalizzano la riflessione sulla relazione tra attori (individui o gruppi) e territori. È una relazione che sembra aver smarrito la dimensione della conoscenza e della “cura” (come responsabilità e non solo come generica tutela) reciproca fra attori e territorio, portando così a parlare di case, città e territori “costruiti” e non “abitati”. Come si manifesta la costruzione senza l’abitare? Si manifesta a seconda di come i progetti si pongono in relazione col territorio.

- Progetti liberati dal vincolo “territoriale”: casa e città sono sempre più frequentemente belle o brutte (nella consapevolezza della soggettività e contingenza dell’uso dei due aggettivi) nella forma e/o nel contenuto indipendentemente dal territorio che le “contiene” (i segni dell’architettura di Gibellina)

- Progetti che mostrano un finto legame con il territorio: scelto un archetipo lo si replica (lo stereotipo del paesaggio delle colline senesi).

- Progetti realizzati traguardando il territorio presente curiosando territori futuri (gli esercizi di stile di Dubai o delle metropoli orientali).

In particolare in una metropoli come Milano, già troppo “costruita” e pochissimo “abitata”, si ritiene quindi auspicabile una ripresa del dialogo con il territorio, lasciando perdere questi tre atteggiamenti: l’omologazione, l’indifferenza o il contrasto. L’ascolto del territorio passa attraverso l’individuazione il riconoscimento e l’ascolto della molteplicità delle voci e dei significati delle relazioni, che esse aprono con il territorio vissuto per tentare di muovere verso case e città da abitare e non solo da costruire.

Arch. Massimo Rosati

Tel. 0266597411

E-mail [email protected]

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Prof. Gabriele Pasqui

Gabriele Pasqui (1965), professore associato di Gestione Urbana presso la Facoltà di Architettura e società del Politecnico di

Milano. I suoi interessi di ricerca sono concentrati sulle politiche urbane, sulla pianificazione strategica, sui progetti di sviluppo

territoriale. Tra i suoi volumi: Il territorio delle politiche (Angeli, 2001), Confini milanesi (Angeli, 2002), Territori:progettare lo

sviluppo (Carocci, 2005) Progetto, governo, società (Angeli, 2005), Città, popolazioni, politiche (Jaca Book, 2008).

MILANO, CITTÀ ABITABILE Milano può essere una città bella. Già oggi è una città ricca di risorse e di talenti, ma anche di contraddizioni; una città connessa alle grandi reti globali eppure esposta al rischio di nuove fragilità sociali; una città capace di innovare eppure sempre più chiusa alle differenze. Per rendere Milano più bella, e insieme più attrattiva e coesa, è necessario rafforzare la sua "abitabilità": la sua capacità di offrire a tutte e a tutti condizioni migliori dell'abitare, del muoversi e respirare, del condividere spazi, naturali e di socialità del fare e fruire cultura, dell'innovare e fare impresa. Ricostruire condizioni migliori per l'abitabilità significa anche attrarre talenti, promuovere l'innovazione sociale,e fornire a tutte le popolazioni che abitano e attraversano la nostra città una rete efficiente di servizi e un ambiente ricco e salubre. Lungo queste linee anche la bellezza di Milano può tornare ad essere un fattore importante per la sua competitività e per la sua qualità.

Prof. Gabriele Pasqui

E-mai:l [email protected]

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Dott. Carlo Moiraghi

Medico, agopuntore, omeopata, psicoterapeuta, autore di testi di saggistica, manualistica, narrativa. Vive e lavora a Milano. E’

Presidente di ALMA, Associazione Lombarda Medici Agopuntori, www.agopuntura-alma.it, Direttore della Scuola ALMA di

agopuntura, e della Scuola ALMA di qigong e taijiquan. E’ membro del Consiglio Direttivo di FISA, Federazione Italiana delle

Società di Agopuntura. E’ membro del Comitato Tecnico Scientifico della Regione Lombardia per la Medicina Complementare.

Ha insegnato agopuntura presso le Università Statali di Milano, di Pavia, di Roma La Sapienza, di Roma Tor Vergata.

RALLENTARE, RADICARE IL PRESENTE TRIBÙ Prendendo in considerazione forme e contenuti della moderna struttura sociale è nota evidente quanto nei decenni recenti si sia attuata una miniaturizzazione del nucleo familiare, sempre più di frequente formato da un unico individuo, come pure dalla coppia di genitori e uno o due figlioli E vale notare come questa contrazione numerica dei familiari si sia attuata all'interno di una moderna società umana ormai indubbiamente sovradimensionata numericamente rispetto al territorio che abita. Calato nell'odierna trama sociale, oltremodo densa e complessa, al singolo individuo restano dunque attualmente ben pochi momenti di riferimento personale. Primo e fondamentale riferimento sociale anche oggi rimane, come del resto in ogni periodo storico, il nucleo familiare. Ma proprio questo essere attualmente la famiglia ridotta ai minimi denominatori mostra una debolezza dell'odierno tessuto sociale. Al singolo individuo manca infatti oggi quel riferimento allargato che un tempo era rappresentato dalla struttura familiare patriarcale, ancora viva solo pochi decenni fa, ampia struttura alla quale i familiari di secondo e terzo grado e acquisiti mantenevano intatta la loro valenza di viva appartenenza. E va notato la famiglia patriarcale fosse struttura che riproponeva forme sociali presenti circa in ogni epoca, per intenderci assimilabili, pur nelle manifeste differenze, ai clan e alle tribù dell'umanità arcaica. Al moderno ritirarsi dei reali legami di unione della struttura familiare patriarcale, è poi corrisposto l'affievolirsi di altre strutture di riferimento allargate, tipiche di tempi passati. Il cedere del villaggio e della piccola cittadina alla moderna metropoli si è ad esempio tradotto nello svanire di sentimenti di sicura appartenenza ad un ben conosciuto tessuto sociale quale è la vita quotidiana di un qualsiasi paese, ed è stato porta d'accesso al totale anonimato della grande città. Quanto all'era moderna ancora va notato come anche il riferimento sociale di raggio ancora più ampio, il sentimento di territorialità e di nazionalità, abbia in parte di recente perduto significati e valori, anche proprio a causa della ormai comune coscienza della dimensione globale dell’umanità e del pianeta. Proprio l'avere chiara l’esistenza degli altri popoli e la conoscenza delle altre nazioni e dei continenti e dei mari del mondo, può infatti avere influito sull'odierna diminuzione di un sentimento di nazionalità a favore di un sentimento di cittadinanza planetaria, oggi solo in parte affiorante e non ancora compiutamente emerso ed espresso. Quanto alle conoscenze circa il globo terrestre va però notato come solo molto di recente, e deviando dal modello moderno, una parte per ora minoritaria dell'umanità del mondo progredito si stia avvicinando a concepire la terra come unità vivente, antica esperienza unificante propria di tante culture antiche e per lo più nei tempi moderni vissuta come patologico eccesso di sensibilità e strana e pericolosa teoria, errore.

“Chiacchiere consapevoli” di cultura, scienza,

alimentazione e benessere

Da quanto detto risulta quanto nell'individuo odierno sia oggi viva una sentita mancanza di un ufficiale riferimento sociale di raggio più ampio della singola microfamiglia di appartenenza. Proprio da questa esperienza di solitudine e di mancanza, palpabile nella trama sociale di una qualsiasi metropoli, si sono sviluppati aspetti e strutture sociali solo all'apparenza atti a lenire questa reale carenza. Si tratta di riferimenti sociali allargati di estrema superficialità e privi di reale spessore. Va qui ad esempio intenso il dilagato successo di strutture di apparente riferimento sociale quali sono le associazioni sportive. Il tifoso è individuo che si identifica in un gruppo di soggetti accomunati dal provare simpatia per una stessa squadra ginnica o sportiva, e l'eccessiva profondità e importanza assegnata da costoro alla loro squadra del cuore, e all'attività ginnica praticata, dà spiegazione del termine tifoso, che rimanda ad un individuo affetto da tifo, termine quindi con evidenza di stretta pertinenza patologica. Altre strutture dirette a colmare le carenze sociali presenti possono essere identificate in varia sorta di associazioni culturali, in gruppi spirituali e sette, ambienti accomunati da aspetti ed esperienze e credenze di ordine ben più globale e profondo dell'esempio precedente, filosofico, filantropico, animico, religioso. Sotto altro profilo, in una dimensione dichiaratamente illegale, si configurano altre strutture di ampio riferimento sociale, come ad esempio mafia e camorra, realtà in cui non a caso il termine famiglia è ampiamente radicato, associazioni a delinquere fertili e vive proprio a causa del sentito bisogno sociale di portanti strutture di identificazione e riferimento. Una qualche informazione o indirizzo circa ipotetiche significative future strutture atte a rimpiazzare lo spazio sociale rimasto vacante dopo l'inaridimento della famiglia patriarcale ci può venire anche proprio dal considerare le strutture sociali dei secoli passati. Congregazioni ed Arti e Mestieri non erano infatti che strutture sociali atte a riunire soggetti accomunati dalla pratica di una precisa professione. E va notato come in realtà ciò che accomunava era ben più di una semplice professione, si trattava infatti di una precisa area sociale, simile per ceto, cultura, interessi. Un tempo, in ogni città queste congregazioni mostravano una realtà tale da ritagliare lo stesso spazio urbano a loro impronta, e del resto anche oggi in una qualsiasi cittadina del terzo mondo si possono facilmente incontrare rioni e quartieri differenziati secondo il mestiere praticato da coloro che li abitano, argentieri, sarti, ristoratori, e così via. E' dunque all'interno di questo contesto e di questi precedenti che in gran parte del mondo moderno si sono sviluppate, in decenni passati, varia sorta di comuni rurali, come pure altrettanto varie coabitazioni urbane, in cui i partecipanti, secondo i singoli casi, spartivano parte più o meno ampia, comunque rilevante, della loro quotidianità, tempi e spazi e affetti e interessi e beni e lavoro. Un apparente parziale odierno superamento di esperienze di questo genere pare dovuto ad una loro non completa riuscita, per altro comunque forse neppure realizzabile senza un analogo mutamento dell'ordine del contesto sociale in cui queste comunità vivevano. Stridente risultava infatti il contrasto fra le regole interne al sottogruppo, e le regole del gruppo di appartenenza, le leggi della società moderna, imprescindibile contesto della comune. Evidente che le moderne imprescindibili leggi sociali, scritte, intese e sottintese, con costante evidenza soverchiavano le regole della comune, causando sentimenti e impressioni di insufficienza, impotenza, sconfitta. Movendo le nostre valutazioni dal quadro storico e sociale fin qui descritto, ci pare dunque di potere cogliere la possibilità di individuare possibili future strutture e forme socialmente riconosciute e autenticate atte a lenire le attuali carenze.

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L'estrema frequenza con cui circa ogni ambito sociale fa da qualche tempo uso del termine tribù, pur concepito in differenti complementari accezioni, ci è significativo indirizzo, e non a caso il termine rimanda al passato. Non ci pare cioè lontana né di difficile realizzazione una forma di riferimento sociale per la quale l'attuale società, guardando all'antichità, pare avere nei fatti già scelto il nome, tribù. Nel nostro pensiero le nuove tribù potranno dunque essere singole strutture sociali liberamente fondate e contratte dai cittadini, individui come nuclei familiari, magari mediante un pubblico atto, ed alle quali sarà possibile ad altri individui aderire, certo fatta salva l'accettazione di chi già ne fa parte. Strutture ad insediamento extraurbano come urbano e metropolitano, reale traduzione sociale di una esistente affinità di interessi e di intenti, di modelli di riferimento come di pratiche quotidianità, fra gli individui che scelgono di appartenervi. Strutture legalmente riconosciute, alle quali sarà forse possibile riconoscere una certa indipendenza quanto alle singole regole di gestione interna, certo nel rispetto delle comuni leggi della società di appartenenza. L'attuale microfamiglia, aggregata ad altre microfamiglie vissute come simili, potrà così avvantaggiarsi non solo quanto ad un teorico riferimento sociale, ma quanto ad un pratico sgravio degli impegni familiari e sociali che proprio la moderna miniaturizzazione del nucleo familiare ha ingigantito. Si pensi ad esempio all'attuale impegno di una singola coppia nella tutela dei membri della famiglia non autosufficienti, bambini e parenti malati e anziani. Non raramente il carico della crescita di un figlio neonato, la cura di un consanguineo malato, la tutela del vecchio genitore o del nonno, è compito tale da impedire nei fatti il normale svolgersi dei quotidiani ambiti della giornata di una coppia. Ecco che proprio l'aggregazione di vari micronuclei familiari nella nuova tribù può ricondurre a quella attenzione e gestione comunitaria nei confronti degli individui non autonomi che per millenni ha significato minore impegno del singolo e migliore tutela del debole. Ritornando alla suddivisine per attività e mestieri, tipica della città dei secoli passati, è anche possibile anticipare una traduzione urbana e architettonica di un'eventuale introduzione della nuova tribù nel tessuto sociale. Un intero complesso urbano, ad esempio un condominio, qualora abitato da un'unica tribù, potrebbe infatti essere in futuro progettato e realizzato in funzione di questo nuovo aggregato sociale. Pensiamo ad esempio ad un ampio svolgersi degli spazi comuni, differenziati secondo le varie attività deputate alla tribù nel suo complesso, certo nella salvaguardia degli spazi privati, deputati ai singoli nuclei familiari. Procedendo su questo percorso si può così agilmente concepire una profonda futura trasformazione dell'insediamento urbano, nel suo tessuto umano come nella sua struttura sociale e abitativa, certo a vantaggio di ciò che semplifica e accomuna ed unisce e a discapito di ciò che complica e isola e separa.

(da Rallentare. Carlo Moiraghi. Tecniche Nuove. Milano 2007. Pag. 320. Euro 16,90. per gentile concessione della Casa editrice)

Dott. Carlo Moiraghi

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E-mail: [email protected]

Progetto ideato da Rossella de Focatiis e Organizzazione di Erredieffe Comunicazione Eventi

Respirazione, Movimento, Ecologia del Corpo e della Mente

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Dott. Claudio Viacava : Biologo, Naturopata, Psicologo, Psicoterapeuta, M.D. in Medical Science - Esperto dell’Ordine Psicologi in

Psicologia Clinica e Psicologia del Benessere, già Docente Ordinario presso Facoltà di Medicina e Chirurgia

(Università Statali Internazionali). Docente presso l’ANAB (Ass. Nazionale Architettura Bioecologica).

Direttore scientifico e Docente dell' Eco-Synergie (CH) (formazione professionale in Naturopatia e Medicine

Complementari). On. Sen. Acc. dell’ Accademia Medicea di Firenze.

Principali pubblicazioni:

• “Onde Elettromagnetiche:l'Invisibile e la nostra salute”Xenia, Milano 1996. • “Le Medicine Complementari”: Ed. G.B. Padova 2000.

• “Patologie Occulte”: Ed.Macro Cesena 2001.

• “Cure Naturali per le malattie del nostro tempo”: Ed. Macro, Cesena 2002.

• “Medicina dell’Habitat e Domoterapia”con Daniela Riboldi: Ed.MIR. 2004.

• “L'Acqua” la nostra miglior medicina” con Gabriella Artioli:Ed.Macro 2004

• “Nuove Tecnologie ed Antichi rimedi”: Editoriale Delfino, Milano 2006.

• “Le Cure Naturali e le Medicine Popolari” Editoriale Delfino, Milano 2008

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