A S TA M P A maggio 2014 bimestrale di cultura NORDdiTrento · un continuo, puzzolente e pericoloso...

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38121 GARDOLO via Soprasasso, 32 tel. 0461.992105 [email protected] www.otticadonati.it e... in Piazza a GARDOLO | anno XXV | maggio 2014 | bimestrale di cultura | politica | attualità | NORD di Trento S TA M P A 29 NUMERO F ino dai primi anni ‘50 Gardolo, i campi, le capezaie, i fossi e le i- sce fin via alle roste dell’Adige e- rano un tutt’uno: gli agricolto- ri s’infilavano con carri e buoi in tutti i mil- le viottoli che allora rigavano la campagna in un ininterrotto avanti endrè fino al tramon- to. Poi il diluvio del progresso: prima il nuovo tracciato della Trento - Malè e poi la costru- zione dell’attuale via Brennero - via Bolzano, cicatrice di catrame a quattro corsie, sepa- rarono definitivamente (ma forse no!) il pae- se dalla sua area agricola. Da allora, per an- dare in campagna, a Roncafort, alla stazio- ne o solo al cimitero si deve passare obbli- gatoriamente per due punti: via Soprasasso e via Aeroporto. A quel tempo, epoca in cui il numero delle macchine circolanti, la velo- cità di spostamento ed il crescere di capan- noni industriali, erano il termometro del pro- gresso e della nostra felicità, nessuno si pre- occupò più di tanto, nemmeno di fronte ai primi pedoni travolti e uccisi nel tentativo di attraversare la statale. La fregatura cominciò a delinearsi chiaramente quando via Bren- nero si trasformò in una formidabile barriera all’espansione del paese che, in mancanza di aree edificabili, si vide costretto al traslo- co dall’altra parte della strada. In pochi an- ni nacque una specie di Gardolo 2, con tanto [continua in pagina 2] A n n i d i A t t i v i t à Da oltre 30 anni leader nella progettazione e produzione di accessori elettrici ed elettronici per i settori caravaning e boating. Via Vienna, 4 | z.i. Spini di Gardolo (settore D | 38121 Trento | Tel. +39 0461 991598 | Fax +39 0461 960009 [email protected] - www.cbe.it STUDIO DENTISTICO Dr. Panzolato Manuel ODONTOIATRIA ESTETICA ODONTOIATRIA PER BAMBINI SBIANCAMENTI DENTALI IMPLANTOLOGIA RIPARAZIONE PROTESI IN GIORNATA Via Aeroporto, 1 GARDOLO tel. 0461.961718 di palazzoni, campo da cal- cio, supermercato, scuole, capannoni ecc!! Il disagio di un paese ormai delle dimen- sioni di Arco o Riva, tagliato a metà con famiglie, servizi, lavoro ecc.. un po’ di qua ed un po’ di là, iniziò a farsi lar- go fino ad imporre la ricer- ca di un rimedio rispetto alle scelte di quarant’anni prima. La prima timida proposta fu la semaforizzazione di tutta via Bolzano per rallentare il S i può scegliere di viaggiare attraver- so un luogo - cogliendone le bellez- ze del paesaggio - o si può decidere di viverlo, cogliendone i tratti più inti- mi, conoscendo le persone che lo abita- no e che di quel luogo possono offrire un al- tro aspetto, quello migliore. Ed è questo il senso dei viaggi che l’associa- zione Harambee di Trento in collaborazio- ne con CEPROF (Centro Promociòn Familiar) Una GARDOLO è meglio di due! Un viaggio... verso l’altro [continua in pagina 2] traffico e renderla facilmen- te attraversabile in qualsiasi punto. Poi si pensò di spo- starla addirittura oltre il ci- mitero ma, nei fatti, non se ne fece nulla. Seguirono al- tri progetti proposti da parti- ti ed associazioni ambienta- listiche o da semplici cittadi- ni: non c’è stata vigilia di e- lezioni o incidente grave che non ne abbia visto sventola- re uno! propongono in Perù. Un progetto nato circa 10 anni fa per promuovere un turismo alter- nativo che consentisse ai turisti di conosce- re il Perù attraverso le pieghe delle sue infi- nite realtà, sostenendo al contempo le attivi- tà che CEPROF porta avanti da oltre vent’an- ni a favore delle fasce più deboli e fragili del- la popolazione. CEPROF infatti, accoglie da

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38121 GARDOLOvia Soprasasso, 32tel. 0461.992105

[email protected]

www.otticadonati.ite... in Piazza a GARDOLO

| anno XXV | maggio 2014 | bimestrale di cultura | politica | attualità |

NORDdiTrentoSTAMPA29

NUMERO

Fino dai primi anni ‘50 Gardolo, i campi, le capezaie, i fossi e le i-sce fin via alle roste dell’Adige e-rano un tutt’uno: gli agricolto-

ri s’infilavano con carri e buoi in tutti i mil-le viottoli che allora rigavano la campagna in un ininterrotto avanti endrè fino al tramon-to. Poi il diluvio del progresso: prima il nuovo tracciato della Trento - Malè e poi la costru-zione dell’attuale via Brennero - via Bolzano, cicatrice di catrame a quattro corsie, sepa-rarono definitivamente (ma forse no!) il pae-se dalla sua area agricola. Da allora, per an-dare in campagna, a Roncafort, alla stazio-ne o solo al cimitero si deve passare obbli-gatoriamente per due punti: via Soprasasso e via Aeroporto. A quel tempo, epoca in cui il numero delle macchine circolanti, la velo-cità di spostamento ed il crescere di capan-noni industriali, erano il termometro del pro-gresso e della nostra felicità, nessuno si pre-occupò più di tanto, nemmeno di fronte ai primi pedoni travolti e uccisi nel tentativo di attraversare la statale. La fregatura cominciò a delinearsi chiaramente quando via Bren-nero si trasformò in una formidabile barriera all’espansione del paese che, in mancanza di aree edificabili, si vide costretto al traslo-co dall’altra parte della strada. In pochi an-ni nacque una specie di Gardolo 2, con tanto

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Ann idiAtti

vità

Da oltre 30 anni leader nella progettazione e produzione di accessorielettrici ed elettronici per i settori caravaning e boating.

Via Vienna, 4 | z.i. Spini di Gardolo (settore D | 38121 Trento | Tel. +39 0461 991598 | Fax +39 0461 960009

[email protected] - www.cbe.it

S T U D I O D E N T I S T I C ODr. Panzolato Manuel

ODONTOIATRIA ESTETICAODONTOIATRIA PER BAMBINISBIANCAMENTI DENTALIIMPLANTOLOGIARIPARAZIONE PROTESI IN GIORNATA

Via Aeroporto, 1 GARDOLO tel. 0461.961718

di palazzoni, campo da cal-cio, supermercato, scuole, capannoni ecc!! Il disagio di un paese ormai delle dimen-sioni di Arco o Riva, tagliato a metà con famiglie, servizi, lavoro ecc.. un po’ di qua ed un po’ di là, iniziò a farsi lar-go fino ad imporre la ricer-ca di un rimedio rispetto alle scelte di quarant’anni prima. La prima timida proposta fu la semaforizzazione di tutta via Bolzano per rallentare il

Si può scegliere di viaggiare attraver-so un luogo - cogliendone le bellez-ze del paesaggio - o si può decidere di viverlo, cogliendone i tratti più inti-

mi, conoscendo le persone che lo abita-no e che di quel luogo possono offrire un al-tro aspetto, quello migliore. Ed è questo il senso dei viaggi che l’associa-zione Harambee di Trento in collaborazio-ne con CEPROF (Centro Promociòn Familiar)

Una GARDOLO è meglio di due!

Un viaggio... verso l’altro

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traffico e renderla facilmen-te attraversabile in qualsiasi punto. Poi si pensò di spo-starla addirittura oltre il ci-mitero ma, nei fatti, non se ne fece nulla. Seguirono al-tri progetti proposti da parti-ti ed associazioni ambienta-listiche o da semplici cittadi-ni: non c’è stata vigilia di e-lezioni o incidente grave che non ne abbia visto sventola-re uno!

propongono in Perù. Un progetto nato circa 10 anni fa per promuovere un turismo alter-nativo che consentisse ai turisti di conosce-re il Perù attraverso le pieghe delle sue infi-nite realtà, sostenendo al contempo le attivi-tà che CEPROF porta avanti da oltre vent’an-ni a favore delle fasce più deboli e fragili del-la popolazione. CEPROF infatti, accoglie da

2 NORDdiTrento e... in Piazza a GARDOLO

Attu

alità

Assoc

iazion

i

“A NORD DI TRENTO”Periodico bimestrale iscritto al Registro Stampan. 1367 del Tribunale di Trento, in data 31.07.2008

PROPRIETÀAssociazione culturale “IL GRUPPO”Via Caproni 15, Roncafort (TN)[email protected] - www.ilgrupporoncafort.org

DIRETTORE RESPONSABILEUgo Bosetti

REDAZIONEc/o Anna Mussi (0461.420577)

RESPONSABILE PUBBLICITÀGianni Angelini (0461.993046)

IN REDAZIONERenato Beber, Maria Giovanna Conci,Franco Faes, Alberto Mattedi, Anna Mussi,Luisa Nicolini, Alessandro Serra

TIRATURA/DIFFUSIONE 5000 copie

REALIZZAZIONE GRAFICA E STAMPA litografica

Trento - [email protected]

[continua da pag. 1 UNA GARDOLO È MEGLIO DI DUE]

[continua da pag. 1 UN VIAGGIO VERSO L’ALTRO]

In questo scorcio di primavera, però, forse ci siamo: il municipio ha dato il via ad un pri-mo appalto per la rotatoria alla Bermax, un intervento da 6 milioni di Euro proposto da anni per la sua centralità rispetto al traffi-co a Nord di Trento. Naturalmente non po-tevano mancare rimostranze e perfino pro-teste: il progetto non sarebbe più quello ori-ginale bensì un surrogato dalle ambizioni li-mitate. In particolare secondo alcuni detrat-tori, questa versione del progetto non porte-rebbe alla riduzione del traffico da, in e per Gardolo ma si limiterebbe a qualche effet-to secondario, quasi un contentino. Manca-no infatti quei lavori collaterali bretellina, al-largamento di via Crosare e nuovo accesso a Spini, che darebbero realmente un signifi-cato ai lavori in via di esecuzione (incrocia-

mo le dita: prime badilate ad inizio estate!). L’interesse per queste tematiche ambienta-li e sociali è davvero sentito tra i Gardoloti e non mancano idee, suggerimenti e proget-ti ipotizzati per fare di Gardolo un pezzo di periferia di gran qualità. Ne presentiamo al-cuni spigolati qui e là. Tra questi una roton-da a livello strada al posto dello svincolo at-tuale di Soprasasso e l’interramento di cen-to metri di via Brennero a Canova per ricuci-re la frazione, attualmente segata in due da un continuo, puzzolente e pericoloso scorre-re di macchine. In verità già oggi via Brenne-ro e la viabilità in zona è migliorata con l’a-pertura di qualche anno fa della strada per la Val di Non! L’appetito però, ossia il biso-gno di un vivere comodo e tranquillo, vien mangiando e a Gardolo, evidentemente non siamo mai sazi!

Ugo Bosetti

anni a Tablada de Lurìn - zona periferica di Lima dove il Centro ha sede - bambine tra i 6 e i 13 anni vittime di maltrattamenti, ab-bandono o a rischio sociale. Li sostiene nel-lo sviluppo fisico, psichico ed educativo per poter restituire loro forza, autostima e una formazione scolastica adatta ad entrare nel mondo del lavoro. Ed è qui - in una strut-tura a ridosso della spiaggia sull’oce-ano Atlantico - che da alcuni anni diver-si turisti e viaggiatori alloggiano per visita-re il Perù. La casa è di recente costru-zione e offre la possibilità di dormire in camere doppie o multiple, alcune con bagno privato altre condiviso. Alloggiare presso la Casa di CEPROF, significa fare in modo che gli introiti derivanti dall’attività tu-ristica restino in loco, favorendo lo sviluppo del territorio e il sostegno di progetti a bene-ficio delle comunità locali. Parte della quota pagata va infatti a supporto delle attività so-ciali realizzate da CEPROF, due in particola-

re: “Casa della Cultura Michele Mosna” e “Vite speciali sulla sabbia”. Il primo, avviato nel 2004 grazie al sostegno di Ha-rambee, è un’istituzione nata per offrire ai bambini di Tablada un luogo alternativo al-

La struttura dedicata al turismo solidale si trova al secondo piano di Casa della Cultura a Tablada de Lurin. “Il pacchetto” comprende il servizio di trasporto da e per l’areoporto di Li-ma, il pernottamento e il trattamento di mezza pensione (colazione e cena). Il tutto in un’at-

mosfera familiare, semplice ma curata. Grazie alla presenza di guide turistiche in loco, è possibile organizzare visite ed escursioni guidate ai luoghi di maggior interesse.Pernottamento + mezza pensione: 30,00 o a persona

Recensito su TRIPADVISOR - Per informazioni contattare Daniela Pronio (parla italiano) responsabile del progetto presso Ceprof alla mail [email protected] o al numero 0051-1-2951528 - www.ceproflima.org.

CEPROF > Jr. La Concordia, 265 , Tablada de Lurìn - Lima 35 - Perù HARAMBEE TRENTO > [email protected]

la strada. Lì, grazie ai volontari, i ragazzi tro-vano aiuto per lo studio e i compiti, posso-no leggere i libri presenti in biblioteca, par-tecipare a laboratori formativi e ad attività ri-creative. Possono, in sintesi, posare i matto-ni per costruirsi un futuro. “Vite speciali sul-la sabbia” è invece un progetto che rispon-de ai bisogni dei bambini disabili e delle lo-ro famiglie, spesso donne sole abbandona-te dal padre proprio per la condizione del figlio. In Perù non esiste infatti un ricono-

scimento giuridico nè economico per le per-sone disabili, a scuola non sono accettati e la madre è costretta a scegliere tra l’accu-dimento del figlio e la possibilità di lavorare. Da due anni Ceprof accoglie 22 ragazzi di-sabili presso Casa della Cultura, ma l’obiet-tivo è la costruzione di un spazio interamen-te dedicato a loro, dove ricevere istruzione e assistenza, migliorare il livello di autonomia e usufruire di trasporto adeguato tramite un veicolo attrezzato.

Lilia Doneddu

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Attu

alità

| numero 29 | maggio 2014 |

Per merito di alcu-ni neo-consi glieri regionali èstato portato alla

ribalta lo scandalo dei vita-lizi d’oro elargiti ai politici nostrani. Improvvi-samente, dopo un lungo e colpevole silenzio da parte delle Istituzioni preposte (Consiglio Provinciale e Regionale, Corte dei Conti, Pro-cura) e dopo l’interpretazione ostativa alla legittimità di un referendum in tal senso pro-posto dai cittadini (CO.RE), la mascalzonata viene a galla completa di dettagli e i media locali ci aggiornano sulle prebende assegna-te ai politici in carica, agli ex, alle vedove e agli orfani. La sede del Consiglio viene occu-pata da cittadini assai arrabbiati, suscitando la reazione dei massimi rappresentanti, che parlano di scorrettezze e sgarbi: come inca-ponirsi sul mancato savoir-faire di un ladro mentre porta via la refurtiva! Un consigliere, con qualche anno di ritardo, rassegna le di-missioni da responsabile del suo partito, ma un paio di domande da porgli sorgono spon-tanee: “Dov’eri tutto questo tempo? Non ti sei accorto di nulla?”. I giornali locali (gli stessi ai quali la Provincia e la Regione assicurano un congruo numero di abbonamenti annuali a pagamento) hanno finalmente uno scoop su cui insistere per qualche giorno e ci raggua-gliano persino sulla destinazione di quelle somme: alcune prendono il volo verso l’este-ro! I titoli in grassetto di prima pagina fanno presagire che ci sarà una soluzione equa e definitiva: “La scure sui vitalizi”. Nessuno che s’arrischi a suggerire che l’attrezzo più con-geniale sarebbe una potente motosega, da usare raso terra: i vitalizi sono qualcosa di immorale e lo erano anche negli anni di vac-che grasse. Qualcuno dei destinatari di tanto denaro (cui la stampa locale ha dato - in-spiegabilmente - molto spazio per esprimere le proprie elucubrazioni) rimprovera quelli (2!)

che, sollevato il coperchio al vaso di Pandora, preferi-scono restituire il mal tolto. Taluno, anche fra i cittadini, parla di DIRITTI ACQUISITI,

ma un diritto è tale solo se garantito a tutti; diversamente, è un PRIVILEGIO. Lo sa bene anche la Corte di Cassazione che, con una decisione alquanto pelosa (i giudici sarebbe-ro stati fra le vittime del provvedimento!) ha respinto le proposte governative di tagliare le cosiddette “pensioni d’oro” con la motivazio-ne che avrebbe riguardato solo una deter-minata categoria di persone, configurandosi dunque come contrarie al disposto degli artt. 2 e 3 della nostra Costituzione, che recitano: 2 - La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo....; 3 - Tutti i citta-dini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge....Poiché la pensione è un emolumento diffe-rito nel tempo, calcolato in base a parametri statistici (aspettativa di vita) ed è frutto degli accantonamenti effettuati durante tutta la vi-ta lavorativa, il nostro governo si affretti a le-giferare in modo tale che ciò che viene resti-tuito ai lavoratori sia null’altro che il montante di ciò che hanno versato: anche un solo euro dato in più viene contestualmente rubato a qualcun altro, in questo caso ai giovani. L’u-nico criterio pensionistico sostenibile è quello

Ancora su VITALIZI e pensioni d’oro e d’argento

Un diritto è tale solose garantito a tutti;

diversamente,è un PRIVILEGIO.

pensioni d’oro e d’argento, pensionati ba-by, pensionati sociali nullatenenti, percettori di pensioni in seguito a ricongiungimenti, ecc.), lo Stato - previe verifiche e controlli sui redditi e patrimoni famigliari - sarà obbligato ad intervenire con un assegno di sostenta-mento, attingendo alla fiscalità generale. La previdenza è cosa diversa dall’assistenza so-ciale: guardare all’estero per credere!

MaGiCo

contributivo ed è illusorio pensare alla “soli-darietà fra generazioni”, tanto di moda negli anni ’70: i giovani versano i contributi che servono a pagare le pensioni dei vecchi. Po-teva andar bene quando il rapporto tra le due categorie era 4:1, ma ora non più. Occorre essere onesti e realisti: l’INPS non è un ente di beneficienza e l’attuale sistema, soprat-tutto dopo l’accorpamento dell’INPDAP (che ha portato con sé un “buco” di 22 miliardi di euro) non può reggere nemmeno dopo che la gentile signora Fornero ha innalzato bruscamente l’età del diritto alla pensione: troppa gente prende troppo rispetto a quan-to ha accumulato. Se poi, in seguito ad un provvedimento di razionalizzazione (o meglio di adeguamento a semplici e inconfutabili regole matematiche) qualcuno si troverà in condizione di povertà (attuali percettori di

ha un nuovo direttivo

Nel mese di marzo, presso la sala “Cenacolo” dell’oratorio di Gardolo, si è tenuta l’as-semblea annuale dell’asso-

ciazione “Il Gruppo”. All’ordine del giorno anche il rinnovo del direttivo. Alla presenza di numerosi soci e amici, sono stati appro-vati all’unanimità sia il bilancio delle attività svolte e degli obiettivi raggiunti, tracciato dalla presidente uscente Anna Mussi, sia la relazione finanziaria, esposta dal teso-riere Gianni Baldo. I presenti hanno molto apprezzato l’esposizione del filmato che presentava le attività, ma soprattutto si so-no complimentati per la qualità ed il numero delle attività stesse. il Gruppo infatti in que-sto anno oltre alle classiche ciaspolade, ha presentato uno spettacolo teatrale con la compagnia “Instabile” del Centro di salute

mentale, una serata con i Vigili del fuoco sui rischi connessi all’uso di impianti domestici di calore, un corso sull’uso delle Erbe nelle patologie più comuni, l’ormai tradizionale serata “Musica sotto le stelle” per raccoglie-re fondi da devolvere in solidarietà,una bel-lissima e molto divertente “Cena con delitto “dove i commensali partecipavano a risol-vere un caso di omicidio, Musica e Casta-gnata nel parco di Roncafort, una serata per conoscere l’omeopatia, una cena con tutti coloro che partecipano alla realizzazione del giornale “A nord di Trento”, S Lucia a Ronca-fort ed infine il classico brindisi di Natale. La serata è allegramente terminata davanti ad un buon piatto di pastasciutta con l’impegno di ritrovarsi anche il prossimo anno.Tutti i consiglieri dimissionari, si sono poi di-chiarati disponibili a proseguire il cammino

all’interno dell’associazione e in una riunio-ne successiva sono state attribuite le nuove cariche. Pertanto per il triennio 2014 - 2017 il direttivo sarà così composto:Rinaldo Conotter - presidenteLuisa Nicolini - vice presidenteMarco Ravelli - segretarioGianni Baldo - tesoriereAlberto Mattedi - magazziniereAnna Mussi - Franco Faes - Anna Gel-mini - Massimo Gardumi - consiglieri

Il Direttivo

Nell’ambito del progetto GUADAGNARE SALUTE camminando, la circoscrizio-ne propone in collaborazione con istruttori qualificati della ASD ARCOBALENO

(scuola ITALIANA di NORDIC WALKING) una serie di appuntamenti per avvicinare, conoscere praticare il cammino o il NORDIC WALKING.Tutti i lunedì ore 18.30 GRATUITAMENTE presso il parco di MELTA viene pro-posto un momento (circa un’ ora e mezza) di avvicinamento a questa attività motoria. I bastoncini saranno messi a disposizione dagli istruttori e si consiglia abbigliamento comodo e scarpe da ginnastica. In loco, per chi intendesse pro-seguire, gli istruttori forniranno tutte le informazioni.

Gardolo checammina

Tutti i lunedì

alle ore 18.30

presso il Parco

di Melta

4 NORDdiTrento e... in Piazza a GARDOLO

Even

ti

Oltre 1000 adesioni in pochi mesi!Aderire è facile e non ha costi: ba-sta sottoscrivere un nuovo contrat-to LA RETE ENERGIA con Trenta

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del pioppeto 24, (loc. Crosare), tel. 0461 993963. Orari libreria: da lu-nedì al venerdi 9.00-19.00, saba-to 9.00-13.00 15.00-19.00. Verre-te contattati non appena il contratto sarà pronto per essere firmato.Quanto tempo impiego? Nel complesso è una procedura rapi-da che si completa in pochi minu-ti con la possibilità di essere assistiti chiamando il numero verde di Tren-ta 800.990078.ATTENZIONE: Novità “anti pigrizia”. Come aderire in tre mosse! 1) fai le foto delle bollette luce e gas e del documento d’identità dell’intesta-tario. 2) inviale a [email protected] assieme al tuo numero di tele-fono (ci penseranno i nostri “volon-tari retenergici” a stampare la docu-mentazione). 3) Se abiti a Gardolo passerai a firmale presso la LIBRE-RIA ERICKSON non appena saranno pronte. Più di così! :-)

Chi è LA RETE cooperativa? 25 anni di esperienza - È dal 1988 che cre-diamo importante avere uno “sguardo” rivol-to alle Persone con disabilità, alle loro famiglie ed alla comunità come fondamentale luogo di inclusione sociale. Cogliamo questa occasio-ne per condividere che la disabilità non è una scelta e purtroppo molte volte il “peso” di que-sta condizione pone la persona e la sua fami-glia in uno stato di drammatica fragilità e so-litudine. Il nostro obiettivo - Ogni giorno il nostro operare ha un unico obiettivo: generare op-portunità in grado di alleggerire quel “peso”; per farlo abbiamo deciso di coinvolgere la co-

munità attraverso la promozione del volonta-riato (ad oggi 248 i volontari attivi che operano nelle attività organizzate dalla Rete) e ideare servizi innovativi e sostenibili pensati assieme alle persone con disabilità e le loro famiglie e coordinati da operatori sociali. A Gardolo siamo presenti dal 2004 con il pro-getto residenziale “Prove di Volo”: in grado di ospitare per 200 giorni all’anno 52 persone con disabilità in periodi di residenzialità tem-poranea. Le persone con disabilità sperimen-tano nuove autonomie nell’abitare mentre contemporaneamente le famiglie possono go-dere di preziosi momenti di sollievo.Un scenario nuovo - Ciò che fino ad oggi era acquisito, in termini di diritti e servizi rivol-ti alle persone con disabilità, ora rischia di es-

sere messo in discussione a causa di una crisi economica che vede e vedrà l’Ente pub-blico dover ridurre sempre più le risorse dedicate ai servizi ri-volti alle persone con disabili-tà. Questo è uno dei motivi per cui La Rete ha scelto di non aspettare attivandosi attraver-so l’esperienza, la forza delle idee, del radicamento territo-riale e del prezioso contributo delle persone che oggi stan-no dando vita al nostro nuo-vo progetto collettivo: La Re-te Energia. Il primo progetto di raccolta fondi che non chiede soldi ma offre vantaggi a chi aderisce. Ringraziandoti per l’attenzio-ne che ci hai riservato ti invi-tiamo ad aderire. Per rende-re ancora più facile questa tua

scelta non esitare a contattarci, siamo a com-pleta disposizione per ulteriori informazioni o chiarimenti.I numeri della rete dal bilancio sociale 2013: 134 FAMIGLIE SEGUITE, 140 PERSO-NE CON DISABILITÀ, 99 SOCI, 21 OPERATO-RI, 257 VOLONTARI CON 23.056 ORE ANNUE DI SERVIZIO... Grazie di cuore.

NORDdiTrento e... in Piazza a GARDOLO

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A chi posso rivolgermi?Scegli la modalità di contatto a Te più comoda:

On-line: www.cooplarete.org cliccando il link dedicato;www.trenta.it cliccando su “famiglia” e successivamente su “Convenzioni con associazioni e cooperative/La Rete Energia”.Puoi richiedere assistenza al Numero Verde di Trenta S.p.a.: 800 990 078Telefono: da lun. a ven. chiamando al mattino, al numero della coop. sociale LA RETE: 0461 98.72.69Sportello: recandoti presso gli sportelli territoriali di Trenta S.p.a.

Che documenti sono richiesti?Basta una bolletta dell’energia elettrica e/o una del gas e un documentod’identità dell’intestatario dei contratti. Puoi anche spedire la documentazione via e-mail a: [email protected]

Ci sono costi?Il necessario cambio di contratto non ha nessun costo, sia per chi è già cliente Trenta S.p.a., sia per chi ha altri fornitori. La convenzione è sottoscrivibile solo per i contratti privati: in tutta Italia per la LUCE, nel nord Italia per il GAS.

www.facebook.com/lareteenergiaLa Rete Cooperativa Sociale

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Nasce a Campotrentino un COMITATO di QUARTIERE

La stampa ha dato notizia in questi giorni della formazione di un nuovo comitato, quello di Campo Trentino, nato per seguire ancor più da vicino

le sorti di Roncafort. La novità mi ha subito fatto tornare in mente la nascita del primo comitato a Roncafort, ormai quaranta anni fa. Anch’esso con un unico obiettivo: la tu-tela sociale e ambientale del territorio e della gente dimenticata in quella che è considerata l’ultima frazione di Trento. Quel comitato fece da modello per molti altri ( Comitato di Ronca-fort, ass Il Gruppo, Nimby...), sorti negli anni successivi ognuno con i suoi precisi obiettivi da raggiungere. I risultati non sono mancati anche se non proprio nella misura auspicata. Purtroppo negli ultimi 20 anni la situazione generale a Roncafort è andata degenerando in modo irresistibile pur lottando tutti i comitati con tutte le proprie forze per salvaguardarla. Ecco pertanto che l’arrivo di un nuovo comita-to non può che ricevere un grande benvenuto per quella che ormai sembra una missione di salvezza per la frazione. La crisi modifica non

modello di sviluppo. Ricor-diamo a questo proposito la lunga battaglia sostenuta dall’Associazione Il Gruppo per la realizzazione del par-co di Roncafort: possiamo oggi vedere quanto questo sia usato e come sia punto di prevenzione ed integra-zione giovanile importante per una realtà dove ancora mancano una piazza ed un centro civico. Se la crisi por-ta a tagli lineari su servizi e politiche pubbliche, si ribadisce ulteriormente l’importanza di Associazioni e Comitati per guidare le scelte dell’amministrazione e per far ritrovare la voglia di partecipazione alla vita collettiva da parte del cittadino. L’unione fa la forza: sarebbe perciò importante non disperdere le energie del territorio dando vita ad un Coordinamento che riesca a far sedere intorno ad un tavolo le varie anime del tessuto sociale di Roncafort e Campotrentino: Asso-

solo il tessuto economico e il mondo del lavo-ro, ma anche gli stili di vita e le relazioni sociali. I Comitati possono spingere le politiche sociali e giovanili ad intervenire concretamente nella riqualificazione delle periferie: ritrovare infat-ti il senso di Comunità, è la strada maestra per affrontare la Crisi investendo in un nuovo

ciazione Culturale “Il Grup-po”, il Comitato di Quartiere di Campotrentino, Il Gruppo Parrocchiale, Il Gruppo An-ziani ecc. per trovare intenti e terreni di azioni comuni programmate, usando co-me mezzo locale e mirato di informazione anche il Gior-nale A nord di Trento. Molto si potrebbe ancora dire sul-le periferie e mi riservo di approfondire questo tema in altre occasioni partendo

proprio dalla necessità di decentrare servizi dai centri delle città ai margini. La riqualifica-zione deve partire inevitabilmente da questo ragionamento, e dalle realizzazione di piazze, centri sportivi e sociali per trasformare i quar-tieri dormitori in comunità, ma come ci ricorda il grande filosofo Zygmund Bauman la portata di un ponte si misura dalla forza del suo pilone più debole...

Moreno Marighetti

I Comitatipossono spingere

le politiche sociali egiovanili ad intervenirenella riqualificazione

delle periferie.

qualche kilometro come ad esempio Sopramon-te - Povo, si siano svilup-pate differenze dialettali tali da rendere la parlata reciprocamente di difficile comprensione. Provate ad immaginare un Gardoloto, uno di Levico, uno di Cles o Storo che “i se la conta” ognuno con le sue parole! Così la craizera per qual-

cuno è la macchina per “taiar zò i crauti”, per altri è vagamente una cosa che si mette sulle spalle. Alle quattro viene servita una piccola merendina con pane e marmellata accompagnata da succo di frutta: per as-sociazione ecco due parole “saltamerenda e pianzimerenda”. A questo punto Elena ci mostra un libro scritto dalla nipote di uno dei presenti contenente parole veramente mai sentite e che troverete immancabil-mente nei prossimi cruciverba: alzi la mano chi ha mai sentito “smacaluz” o “madona e misser”? Davvero un mondo di espressioni, parole e significati caduti nel dimenticatoio! Proprio per rallentare questo processo, per coinvolgere i giovani che non lo parlano più e per gli anziani che lo ricordano con nostal-gia, è nata l’idea di questo cruciverba per metà in italiano e per metà in dialetto. La serata si avvia alla conclusione senza mai

Lo scorso marzo gli anziani del centro diurno di Gardolo di via Sant’Anna ci hanno invitati “a casa” loro per par-lare del nostro cruciverba. Abbiamo

accettato con grandissimo piacere perché sappiamo gli anziani essere grandi divoratori di cruciverba! Appuntamento per le tre, dopo la loro pennichella. Il posto è davvero ben te-nuto e pieno di stimoli in grado di motivare la partecipazione degli anziani alle tante propo-ste degli operatori. In una trentina, Rita, Ada, Valeria, Carolina, Anna, Maria, Ugo, Maria, Carmen, Emilia, Frida, Gina, Delia, Ersilia, Gianni, Rita M., Luciano, Cornelia, Vittorina, Anna, Marghet, Gemma, Rina e le operatrici ci accomodiamo attorno ad un gran tavolo. Subito Elena dà il via alla lettura di due fogli di parole ”vecchie” ormai finite in disuso. Si tratta perlomeno di un centinaio di parole, ognuna accompagnata dalla traduzione in italiano. Tutti intervengono, precisano, cor-reggono dimostrando grande attenzione e vivezza di ricordi riferiti a ciascun termine ed al suo uso. Eccone alcune: stoz, benel, ameda, schirat… Cosa significano??? He.. he.. datevi da fare perché saranno presenti nel prossimo cruciverba! Intanto, dai quattro lati del tavolo, sprizzano a gran velocità nuo-vi vocaboli dialettali che subito vengono ag-giunti a piè di lista agli altri. Alla fine il bottino sarà soddisfacente! Qualcuno fa notare co-me sempre meno persone usino esprimersi

in dialetto! Proponiamo così un piccolo sondag-gio: quanti dei vostri nipoti parlano ancora dialetto in casa? Quanti lo parlano con i loro coetanei? Il risul-tato è ben deludente per chi riconosce nel dialetto le radici del proprio modo di pensare e comunicare: tra i ragazzi è parlato in rapporto uno a tre o, addi-rittura, uno a quattro, un dialetto oltretutto molto italianizzato e ormai arroccato attorno a pochi termini di uso quotidiano. Perlopiù i giovani lo parlano con i genitori perché è la “lingua” di casa. Una signora fa l’esempio di suo nipote, studente a Trento, che non par-la mai in dialetto ed un’altra quello dei suoi figli che si rivolgono ai loro solo in italiano. Un’altra nonna ricorda addirittura che il ni-pote la rimprovera se parla dialetto perché le dice “Nonna non capisco niente”! Per con-tro una signora ricorda che, ai suoi tempi di scolaretta, perfino il maestro si esprimeva in dialetto in classe. Il dibattito va avanti molto animato con tanti interventi: ognuno vuole precisare e aggiungere una sua esperienza legata ad una certa parola! Alcuni nonni, ori-ginari di paesi fuori Trento, affermano di non aver mai sentito certe parole. Ciò evidenzia come, tra paesi distanti tra loro anche solo

Un pomeriggio al circolo con i NONNI perdere di ritmo. Alle 4.30 La Ruota si porta via metà dei presenti ma i rimanenti conti-nuano a scandagliare gli angoli più remoti della mente in cerca di un’ultima parola che sentono lì lì sulla punta della lingua! Tuttavia il tempo è agli sgoccioli e così ecco Elena concedere un extratime proponendo di de-dicare il giovedì pomeriggio alla ricerca di altre parole in dialetto per noi del cruciverba. I nonni ci ringraziano ma in realtà siamo noi a dir loro grazie per la cortesia, la vivacità, disponibilità e l’allegria dimostrata: sempre avanti così cari nonni!

Stoz, benel,ameda, schirat…

Cosa significano???

5| numero 29 | maggio 2014 |

Even

ti

Circa 200 anni fa, nel 1813, un laico di nome Federico Ozanam, giovane professore di letteratura, giornalista e politico, decide di cre-

are dei gruppi di laici che si rifacciano alla spiritualità di San Vincenzo de Paoli, grande amico dei poveri e dei bisognosi. Secondo il suo pensiero occorre che anche i laici, e non solo i preti e le suore, si dedichino alle esigenze materiali dei più poveri. A questo scopo crea le “Conferenze di San Vincenzo de Paoli” che si diffonderanno rapidamente in tutto il mondo. Una è attiva anche a Gar-dolo: è composta da circa 10 volontari che si ritrovano ogni 15 giorni e che forniscono i seguenti servizi - PUNTO D’ASCOLTO, tutti i lunedì dalle 10.00 alle 11.00 nella sede di Via Aeroporto 1, per raccogliere le necessità

far incontrare chi cerca impiego con i pos-sibili datori di lavoro. Per poter effettuare questi interventi la Conferenza si appoggia a donazioni volontarie (commercianti e ditte del paese, cittadini privati...), al sostegno dei sempre generosi Alpini di Gardolo, alle donazione della Cassa Rurale di Trento e del Credito Valtellinese. Un grazie particolare al Comitato Comunitario Associazioni Gardo-lesi per il grande aiuto che da anni fornisce alla nostra associazione. Attualmente la Conferenza San Vincenzo de Paoli è guidata dalla Presidente signora MariaGrazia Toma-si Andreatta che, coadiuvata dai Vincenzia-ni del gruppo, porta avanti con passione e generosità questo importante impegno.

Giuseppe Mosna e Piergiorgio Pegor

La Conferenza San Vincenzo di Gardolodelle persone in difficoltà. Ogni 15 giorni di-stribuzione di PACCHI DI VIVERI del Banco Ali-mentare alle famiglie in serie ristrettezze eco-nomiche, con attenzione alla composizione del nucleo familiare, in particolare alla presenza di minori. Ogni 15 giorni circa 30/40 famiglie ricevono un pacco di viveri. - Ogni mercoledì, dalle 9.00 alle 11.00 presso la sede delle Acli, è in funzione lo SPORTELLO INFOLAVORO per

I “Caputei”Parlarghe a ’n gardolot dei “Caputei”,l’è farghe vegnir ’n ment i ani pù beiquando, da matelot, a sciapade,feva le uniche pasegiade.L’è na strada erta ’n toc tra i muri, fianchezada de pini;po’, pu ’n su, quasi piana ’n mez a rovi e spini.L’ultim toc, a zete, no l’è ’n grezon, tearivi su ’n zima che te gai el fiaton.Su ’n zima ghè na cros, na cesota su ’n te na spianada,che la te envoia a dir na orazion, a far na polsada.‘N poc pù ’n via ghè ’n bel crozedel;da lì te vedi zo Gardol come da ’n pontesel.I “Caputei”, cossì l’ei ciamada sta strada ’n tra i boschiperché, su quei muri ’n po driti ’n po stortila pietà de qualchedun, con malta e color,la fat su quatordese caputei, con piturà la pasion del noss Signor.

1997 - Sabino Uber, GardoloCrozedel: montagna, rupe

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6

Asso

ciaz

ioni La prima volta del Canova nella serie A!

Buon giorno a tutti. So-no Enrico Facchinelli già direttore sportivo ed ora allenatore del

Gs Canova. È stato per me un o-nore ed un’emozione arrivare a “guidare” una squadra ai massi-mi livelli dove per la prima volta nella storia delle bocce trentine una squadra locale è entrata a far parte del-le migliori 8 d’Italia!!!Un traguardo storico “costruito” negli ultimi 4 anni grazie al lavoro mio e di tutta la diri-genza (in primis il Presidente Livio Tasin) che ha saputo dimostrarsi grande come la pro-pria squadra. Un mix di giocatori locali con il portacolori del nostro capitano Tiso Ser-gio, uomo di squadra e grande campione,

che finalmente è riuscito a met-tere in evidenza le doti meritan-dosi appieno la massima catego-ria; di giocatori provenienti dalla Slovenia che con professionalità hanno fatto valere il loro spesso-re tecnico, alcuni giocatori pro-venienti dal Friuli che con la loro esperienza hanno aiutato il grup-

po a crescere e di giocatori Veneti che han-no risposto sempre in modo dignitoso. Con l’aiuto di tutti questi ragazzi abbiamo coro-nato un sogno che resterà per sempre nei nostri cuori e negli allori della società. Per fare grande una squadra c’è bisogno dell’a-iuto di tutti, ma soprattutto che ognuno met-ta a disposizione tempo, passione e soprat-tutto il volontariato.

Abbiamo portato in Trentino, e non solo, quell’entusiasmo che da decenni mancava e di questo ne sono orgoglioso. Sono grato i-noltre che la mia esperienza pluri-decennale nel mondo delle bocce abbia aiutato a cre-scere la società portandola ai massimi livelli.Infine ringrazio tutti i sostenitori e gli appas-sionati che ci hanno sempre sostenuto e an-cora una volta tutti i dirigenti e collaborato-ri del G. S. Canova, che hanno collaborato a questa meravigliosa impresa entrando nelle società più importanti Regionali che militano nel Campionato Nazionale della prima lette-ra dell’alfabeto... A!!!

Il direttore sportivoEnrico Facchinelli

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È fatta!

La filodrammatica La Logeta è di nuovo in pista.... o meglio, è di nuovo sul palco! Dopo più di un anno di “lavori forzati”, nel 2013

abbiamo debuttato a Vigo Cavedine con il nuovo lavoro “TUTI EN TERAPIA” di Gloria Gabrielli. Siamo di nuovo in gioco, siamo di nuovo in attività. Era troppo tempo, infatti, che il nostro sipario rimaneva chiuso.Lo abbiamo riaperto alla grande: la prima del nuovo spettacolo ha registrato infatti il tutto esaurito e l’entusiasmo del pub-blico era tangibile. L’adrenalina scorreva, l’eccitazione saliva... Che soddisfazione... Soprattutto per le nuove leve che, per la prima volta, hanno messo piede su un pal-coscenico. Dapprima titubanti, quasi incerti nella voce, poi via via sempre più padroni del personaggio e della scena, in un cre-scendo di complicità e di integrazione con i “vecchi” della filodrammatica, fino a dare vita ad uno spettacolo vivo, moderno, attua-le, perchè, si sa, oggi la difficoltà del vivere moderno, la realtà che si è fatta più com-plessa e le piccole e grandi “manie” che ogni giorno ci perseguitano, ci hanno resi abilissimi nell’accumulare stress in quantità industriali. E nonostante tutte le comodità che ci circondano, ecco che abbiamo biso-gno dell’aiuto dello psicologo, del “dotore di

geta è ora pronta per esibirsi davanti al pro-prio pubblico nel rinnovato teatro. Eh già... i lavori volgono ormai al termine: la filodram-matica, e Gardolo, avranno finalmente il loro teatro. Erano anni che se ne parlava, nel corso del 2013 le chiacchiere sono fi-nalmente diventate realtà.Una volta terminato potremmo comincia-re ad organizzare anche la 27° rassegna “Allegra ribalta”, per l’anno 2014/2015, offrendo, ancora una volta, al nostro affe-zionato pubblico, uno spazio di divertimen-to. Attori ed attrici hanno trovato una nuova sede all’interno del vecchio comune, così hanno potuto proseguire l’allestimento dello spettacolo ora in corso.Un grazie particolare ad un componente del gruppo, che, in un momento di difficoltà, ci ha permesso di allestire un palco provviso-

cervelo italiano”... E perchè non andiamo, allora, “tuti en terapia”? In confidenza, non è stato facile allestire questo spettacolo. In corso d’opera i personaggi sono stati più volte sostituiti. Quando lo scoramento serpeggiava, quando, ogni volta, sembrava che si dovesse abbandonare ad un passo dalla “prima”, ecco che La Logeta rialzava la testa; merito, soprattutto, del presidente Federico Gozzer, che, con tenacia, ha cer-cato e trovato le sostituzioni adatte, con l’apporto, determinante, di attrici di altre compagnie. Ed è di nuovo pronta a regala-re momenti di divertimento, con l’impegno, l’entusiasmo e la professionalità che ha sempre dimostrato, e con l’apprezzamento ed il calore che il pubblico le ha sempre co-stantemente riservato.Dopo un anno di “uscite” fuori sede, la Lo-

rio con scenografie ed impianto luci/audio in un locale di sua proprietà. E grazie anche a chi ha tagliato e cucito gli arredi di scena, a chi ha acquistato/procurato il materiale d’uso scenico, a chi ci ha sostenuto fino in fondo, nonostante tutto ci remasse contro. Grazie a chi, quel giorno del 2013, veden-doci partire, sotto una pioggia torrenziale, con tre macchine stipate di tutte le nostre “cose”, ci ha detto “in bocca al lupo”!Numerosi i teatri che ci hanno visto presen-tare il nostro ultimo lavoro: Vigo Cavedine, Mori, Merano, Povo, Ravina, Mezzolombar-do, Trento, Zivignago, Trambileno, Samo-ne...Ma ora, finalmente, ci aspetta il nostro tea-tro, il teatro della comunità “gardolota”, tan-to a lungo atteso. Bando alle chiacchiere, la 27° rassegna aprirà con il nostro lavoro, siete tutti invitati perché... si sa, prima o poi abbiamo bisogno di andare “TUTI ‘N TE-RAPIA!”

Il magico mondo del teatro…dove nulla è ciò che sembra e tuttoè ciò che non sembra. Che si apra il sipario...e lo spettacolo abbia inizio...

FeFe - Federico Gozzer

CAPETOLAPERSINARIDITONOFACROEERBOSINOTESAIDARECIDPRELMETASGREBENISA

SGNICONSIRSGRISOLONOTOCRIVELLINZOLHOFATOLLIAEPOCAEGOABDANAROSICROZARIVADIBRENZ

SOLUZIONE DEL CRUCIVERBA DI PAGINA 12

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Tavol

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Il tavolo Tante Culturesi ritrova ogni primo giovedì del mese alle 17.00

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Info: Domingo Garberoglio - 0461/889828 [email protected]

| numero 29 | maggio 2014 |

Spesso, molte belle cose che vengono fatte a Canova rimangono sotto trac-cia: tenetevi pronti a sentire quante a-zioni vengono realizzate per promuo-

vere socialità, convivenza e solidarietà in un quartiere dove tanti soggetti quotidianamen-te fronteggiano, sia come singola realtà sia in rete, le sfide sociali di una frazione di Gardo-lo che da anni vive una forte trasformazione socio demografica. Permetteteci di chiamar-la «primavera canovera”, visto il periodo!!! Il mondo afferente la Parrocchia è storicamente il più radicato grazie anche al lavoro fatto in 22 anni da Don Franco!!! Vi troviamo la Caritas, che da ben 15 anni opera silenziosa negli spazi al primo piano della Canoni-ca, gestiti da una dozzina di volontari. Vengo-no distribuiti i pacchi viveri, vestiario e grazie ad un lavoro di ascolto le persone conosciu-te sono state più volte coinvolte nelle inizia-tive del quartiere. C’è poi il Gruppo missiona-rio che, recentemente rinnovato grazie a Don Stefano, ha organizzato da poco la «cena po-vera» il cui ricavato è stato devoluto alla Cari-tas per i bisognosi!!! Sempre per rimanere in ambito solidaristico e fra le tante attività «car-siche» del quartiere c’è il Gruppo “La Luce” che grazie ad una decina di volontarie si pren-de cura a domicilio degli anziani del quartiere soli o che per altri motivi passano molto tempo a casa, ma «sono comunque accanto a noi”.Un’altra realtà di volontariato che fa riferimen-to alla Parrocchia ed attenta alla terza età è il

La primavera canovera non finisce qui: l’As-sociazione Carpe Diem che gestisce il Cen-tro Giocastudiamo organizza le colonie esti-ve per bambini delle scuole elementari e pro-muove altre iniziative, come il progetto “Don-ne al Centro” spazio di incontro e conoscenza reciproca fra donne il venerdì mattina, e con “Filo-Officina”, corso di cucito gratuito il mar-tedì mattina. Ci sono poi fiori che sbocciano di sera: da gennaio, dopo quattro serate in-formative, l’Ass. Carpe Diem con l’Associazio-ne A.M.A., ha sostenuto la nascita di un Grup-

po di Promozione della Sa-lute che si ritrova il merco-ledì sera al Giocastudiamo. Sempre con l’A.M.A. è sta-ta organizzata in marzo una serata sul gioco d’azzardo

alla Casetta e per rimanere in ambito sanita-rio, in maggio ci saranno tre incontri su omeo-patia e medicina naturale, presentati dalla Pa-ra farmacia di Canova. Infine, con le altre re-altà del quartiere organizzerà «Canova en fe-sta 2014» che vedrà una settimana di eventi centrati sulla gentilezza verso l’altro, l’ambien-te, come stile di vita. All’interno di questo po-liedrico «laboratorio sociale» non può manca-re il prezioso lavoro degli educatori della Coo-perativa Arianna che condividono la quotidia-nità con gli adolescenti ed i giovani del quar-tiere con il progetto educativa di strada e con il Centro aperto la Casetta. Con la scuola è nato il progetto “La Mappa”, per preparare a-gli esami i ragazzi di terza media e una novi-tà 2014 è la colonia estiva diurna; la Casetta

merose delle attività citate come Canova en festa, Natale a Canova, l’attività di ginnastica dolce del gruppo anziani Canova, la castagna-ta, ecc; nel 2014 con i soggetti del quartiere e la Scuola verrà costruita e messa nella nuova piazza la Casetta per lo scambio dei libri (Lit-tle free library) che sarà presidiata dai giova-ni. Tutte queste realtà, se ravvedono criticità si confrontano col Polo Sociale sia per prevenire il disagio del singolo/famiglia, sia per promuo-vere il benessere della comunità con azioni in-clusive. Come si diceva all’inizio, raccontando questo mare di relazioni, possibilità, iniziative per accrescere senso di appartenenza, solida-rietà e cittadinanza attiva, vogliamo dare visi-bilità a quanto viene realizzato e vissuto in un quartiere spesso rappresentato solo per alcu-ne criticità che non neghiamo e che abbiamo in questi anni affrontato insieme. Così, mettendo insieme i vari tasselli del mo-saico sociale (non ancora completo....), pen-siamo che tutto ciò non sia poco!!! Forse, se qualcuno venisse da fuori potrebbe stupirsi nel vedere la ricchezza sociale che sboccia e convive quotidianamente a Canova e chieder-si se si trova nello stesso posto descritto dai media!!!

i componenti del Tavolo Canova

Quanti fiori nella “primavera canovera”!!!

Le sfide sociali di una frazione

che vive una fortetrasformazione socio

demografica.

L’8 marzo a Gardolo: una festa sempre più partecipata e multietnica. È con-suetudine per il Tavolo Tante Culture festeggiare la Giornata della Donna

alla Casetta di Canova con un confronto-di-battito tra donne di diverse culture ed etnie su tematiche relative alla condizione della donna nel mondo. Si iniziò nel 2007 con “l’8 mar-zo nel mondo”, seguirono il lavoro, il matrimo-nio e la maternità, le donne in TV, le lotte del-le donne per i diritti civili, il diritto all’istruzione e da ultimo, quest’anno, si è scelto di parlare delle potenzialità e delle risorse femminili: te-ma della giornata è stato infatti “Genio di don-na dall’ordinario allo straordinario”. Una festa della creatività femminile realizza-ta grazie all’impegno di alcune associazio-ni (Donne al Centro, Associazione Mimosa e altre), scuola, circoscrizione e singole cittadi-ne. Sono stati esposti lavori di ricamo, sarto-ria, maglia, uncinetto, riciclo di vari materia-

CORSO DI ITALIANO“ C A P I A M O C I ”

senza casa??

Si è concluso il 15 aprile il secondo dei due moduli 2014 del corso di italiano “CAPIAMOCI” per donne straniere, pro-

mosso dal 2003 dal Polo Sociale in accor-do col Tavolo Canova in partnership con la Circoscrizione, l’Istituto Comprensivo Trento 7, la Biblioteca di Gardolo dove si realizza e le collaborazioni delle Parrocchie del territo-rio. Il progetto persegue finalità più genera-li come migliorare la comunicazione e le re-lazioni nella comunità, promuovere la cono-

8 marzo a Gardololi, quadri, foto, canzoni e poesie. Importan-te momento quello dei collegamenti skype per conoscere due donne simbolo dell’im-pegno quotidiano in situazioni estreme: Fito-re che gestisce da più di dieci anni in Kosso-vo, il “Centro per una Vita Indipendente” per sostenere ed inserire persone disabili e Silvia, in Colombia con l’Associazione “Operazione Colomba”, che sostiene il lavoro e lo sviluppo comunitario dei contadini in una zona dove le minacce sono quotidiane. Mentre i bambini venivano intrattenuti dalle o-peratrici di Carpe Diem e Cooperativa Arian-na il clima di accettazione, condivisione reci-proca e allegria, accompagnato da una ricca merenda offerta da Mandacarù, hanno porta-to anche ad una bellissima danza del ventre collettiva. È stato un bellissimo 8 marzo, con-tinuiamo così!!!!

le donne del Tavolo Tante Culture

Gruppo anziani - pensionati e simpatizzanti di Canova che promuove settimanalmente attivi-tà socio animative nella saletta della Canonica ogni mercoledì pomeriggio aperti a tutti!!! Or-ganizza poi la “castagnata”, “il carnevale” (al-largata agli amici del progetto “Nontiscordar-dime” di Gardolo), il corso di ginnastica dolce, i pomeriggi di catechesi, il “Pranzo di Natale”, il “Pranzo in amicizia”, incontri culturali (artisti-ci, con l’avvocato, con la psicologa, ecc). C’è poi la Bocciofila, frequentata da adulti/pensio-nati di Canova e dintorni, che promuove sia l’aggregazione sociale nella quotidianità e nel-le feste, sia l’attività agonistica che l’ha porta-ta a disputare il campionato di Serie A ceden-do l’onore delle armi all’ultima giornata: in a-prile gli storici giocatori del Gs. Canova si so-no aggiudicati il titolo di campioni provincia-li 2014!!! La Bocciofila vorrebbe avviare alle bocce i giovani ma non è semplice; in passato c’è stata qualche «turbolenza» con alcuni gio-vani, ma con l’aiuto degli educatori della Co-op. Arianna le situazioni di tensione non si so-no più verificate!!!

sarà comunque aperta per i ragazzi tutti i gior-ni (17.00 - 19.00) e per la comunità il marte-dì e il venerdì fino sera. Altre occasioni di in-contro per la comunità sono state a Carne-vale e Pasqua con “il Filo di Arianna” per fare 2 chiacchiere, creare e imparare, e il 4 mag-gio con l’evento «Canova Sorride». Il giovedì mattina c’è lo “Sportello FuTUro” per avvicina-re al mondo del lavoro i giovani; da luglio sa-rà di mercoledì mattina assieme alla «scuola al parco» per bambini e ragazzi. Di fondamen-tale importanza, il progetto dove Arianna, Car-pe Diem ed Associazione Charisma di Gardo-lo accompagneranno alcuni giovani del quar-tiere nell’impegnativa sfida della gestione del campo da calcio che vedrà momenti di aper-tura gratuita ed altri a pagamento: obiettivo ul-timo affidare la gestione ai giovani di Cano-va...magari con altre realtà del quartiere!!! U-na menzione va anche al «neo Comitato Ca-nova”, che dal 2011 ha ritrovato la voglia di dare una mano nelle feste del quartiere e che presto sarà in prima linea con «Canova en fe-sta”!!! La Circoscrizione sostiene da anni nu-

scenza reciproca, valorizzare le risorse e le capacità delle donne immigrate e del volon-tariato locale nonché far emergere le capa-cità di accoglienza della comunità. In questi anni hanno partecipato 338 donne di 53 di-versi Paesi; accompagnate da 38 volontarie del territorio con più di 5400 ore tra l’inse-gnamento della lingua italiana ed il servizio Baby sitting. Il corso si tiene il martedì in Bi-blioteca ma con l’esternalizzazione del Ser-vizio Biblioteca ad una Cooperativa, il corso “CAPIAMOCI”, ben conosciuto in tutta la cit-tà e non solo (ci sono persone che vengo-no anche dalle valli!!!) rischia di perdere la “sua” casa ideale. Speriamo che i Dirigen-ti del Comune coinvolti in questa nuova col-laborazione tra Servizi riescano a sciogliere lacci e laccioli burocratici per proseguire ad ottobre l’attività nella bella struttura della Bi-blioteca che riteniamo la più adatta alla re-alizzazione del corso e a cui, non lo neghia-mo, siamo affezionate!!!

le volontarie del corso “Capiamoci”

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I beni di uso civico sono tali ed acquisi-scono pieno valore quando noi cittadini diveniamo consapevoli del significato e dell’importanza che questi rivestono nel

corso della nostra esistenza.Una delle parole chiave nella relazione fra be-ni di uso collettivo e cittadino è la reciprocità. Solo nel caso in cui ne ri-conosciamo la natu-ra e la facciamo nostra, questi assumono tut-ta la loro dignità restituendoci il loro pieno va-

lore. Per questo gli dobbiamo rispetto e grati-tudine e riteniamo importante cercare di capi-re di cosa stiamo parlando e prendere spun-ti e informazioni da chi, di queste cose, ne sa.Nel lontano 2003, al 109° congresso del-la SAT dal titolo “Usi civici nel Trentino: co-munità libere per uno sviluppo ordinato del-la montagna” il prof. Nervi, luminare del cam-po, nel suo articolato intervento ci ricorda che “nelle terre di collettivo godimento, integranti le economie delle famiglie, si trovano le radi-ci della comunità, la storia sociale ed econo-mica di essa, il fondamento dell’identità, non per guadare con nostalgia al passato, ma per progettare il proprio futuro”. In queste parole, prende corpo e spessore la citazione dei Padri Fondatori della Pennsylvania “Noi non eredi-tiamo la terra dai nostri antenati, ma la pren-diamo in prestito dai nostri figli”. Prosegue, Nervi, spiegandoci che attraverso la gestione e lo sfruttamento delle terre civiche si può af-fermare che si è in presenza di una plurali-tà di patrimoni quali sono quello economi-co (beni appropriati o intavolati), quello natu-rale, che sta nelle risorse nello spazio cubico entro i confini della proprietà e, infine, il patri-monio culturale che è costituito dai beni di uso collettivo appartenenti alla comunità da tem-po immemore e che per questo costituisco-no il patrimonio antico della stessa collettività. Nella sua lunga e analitica trattazione, il pro-fessore ci spiega anche il significato di patri-monio: “... Il patrimonio lega al passato il sog-getto che al presente ne è titolare. E il patri-monio ha la funzione di assicurare l’unità dei membri di una comunità e la sua permanenza attraverso i differenti momenti della sua esi-stenza. Il rapporto dell’uomo con ciò che isti-tuisce come patrimonio è contrassegnato da doveri e responsabilità”. Calza perfettamente

anche qui la citazione appe-na ricordata. Nervi non di-mentica il grande ecologista statunitense Berry Commo-ner [che mi preme ricorda-re quale grande fonte di i-spirazione politica e sostegno scientifico per l’opposizione all’incenerimento dei rifiuti con il suo “Far pace col pianeta” - Garzanti ’75], con una citazione dal suo “Il cerchio da chiu-

dere” (Garzanti ’72) che riporto per intero in quan-to Lectio Magistralis: “l’e-cosfera costituisce una macchina vivente immen-sa ed enormemente com-plessa che forma un sot-tile strato dinamico sul-la superficie terrestre: o-gni attività umana dipen-de dalla integrità e dal funzionamento adegua-to di questa macchina. Senza l’attività fotosinteti-ca delle piante verdi non disporremmo di ossigeno per far funzionare i moto-

ri, le fonderie e le fornaci, tanto meno por-remmo mandare avanti la vita umana ed a-nimale. Senza l’azione sinergica delle piante, degli animali e dei microorganismi che vivono nei laghi e nei fiumi non potremmo avere ac-qua pulita. Senza i processi biologici, che per millenni hanno avuto corso nel terreno, oggi non avremmo né raccolti, né petrolio, né car-bone. Questa macchina è il nostro capitale biologico, l’apparato di base da cui dipende tutta la nostra produttività. Se la distruggia-mo, anche la nostra tecnologia più avanza-ta risulterà del tutto inutile e vedremo cadere tutti i sistemi economici e politici che dipen-dono da queste strutture”.Questi sono solo alcuni brevi spunti di rifles-sione che speriamo possano stimolare il de-siderio di approfondire il rapporto fra colletti-vità e beni di uso civico. Ci piace anche pen-sare che siano fonte di una nuova modalità di frequentazione e di rapporto con la natura, in particolare con le nostre montagne, partico-larmente il nostro Bondone, tema a noi caro. E di questo nuovo e possibile rapporto si co-mincia a far pratica anche nel comune di Trento. Nel corso della prima metà del me-se di aprile, ad esempio, alcuni volontari della circoscrizione dell’Argentario hanno lavorato pulendo aiuole e altri spazi comuni come im-pegno sociale. Hanno deciso di adottare que-sti spazi assumendosi questo importante im-pegno per il tempo a venire. È certamente un motivo di soddisfazione per chi ha a cuore e in cura il territorio vedere che, anche in tempo di crisi, le persone si fanno amorevolmente carico dell’ambiente dove vivono. Come or-mai da dieci anni, inoltre, anche l’associazio-ne 1513 di Vigolo Baselga, organizza per il 1° maggio, una giornata per la pulizia di aree pubbliche altrimenti condannate al degrado.

Piccoli ma significativi se-gnali d’amore per il bene collettivo che se moltiplica-ti e costanti nel tempo, pos-sono davvero fare la diffe-renza per il territorio e la

poplazione di oggi e di domani.E potrebbe fare un salto di “consapevolezza” anche il sindaco di Trento, primo cittadino del

Comitato l’Horto di Abramohttp://hortodiabramo.blogspot.it/

[email protected]

Impegn

o civile Uomo e Bene collettivo

...una lunga storia d’amore da scoprire e coltivare

Con la gestione elo sfruttamento delle

terre civichesi è in presenza di unapluralità di patrimoni.

Comune dove si vive meglio in Italia. Infatti se fra i parametri di vautazione c’è il rapporto tra la superficie urbanizzata e quella boschi-va che ha contribuito non poco al podio, for-se il sindaco, invece di fare la guerra alle A-SUC dovrebbe ringraziarle per l’impegno pro-fuso a favore della conservazione naturale del territorio.

Simonetta Gabrielli

Rinnovo direttivoper i Vigili del Fuoco Volontari di Gardolo

Servizio e comunità: questi i concet-ti che da più di 140 anni guidano l’o-perato del Corpo Vigili del Fuoco Vo-lontari di Gardolo. Dall’attività quo-

tidiana negli interventi di soccorso in zo-na all’impegno a sostegno delle popolazio-ni colpite da calamità naturali (basti pensare al terremoto dell’Aquila e all’emergenza ne-ve in Val Marecchia): essere vigile del fuoco volontario è dimostrazione di altruismo, so-lidarietà e senso di appartenenza. Come da regolamento provinciale lo scorso 31 gen-naio il Corpo ha rinnovato il suo direttivo, de-signando il Comandante - nominato poi dal Sindaco - e le altre cariche. Il nuovo diretti-vo è così composto: Comandante Denis Bia-siolli, Vice Comandante Tiziano Pojer, Capo Plotone Luciano Garzetti, Capi squadra Pa-olo Mattei e Alberto Frizzera, Segretario A-lessio Merler, Magazziniere Luca Di Giorgio, Cassiere Jessica Paoli. È doveroso ringra-ziare i membri del Direttivo uscente, in pri-mis l’ex Comandante Giacomo de Sero, per il tempo e la passione dedicata al Corpo nei precedenti cinque anni. A lui il grande rico-noscimento di aver sostenuto la squadra al-lievi, ora seguita da Denis Biasiolli, Mauro Vanzetta e Alessandro Gaddo. Il gruppo al-lievi dà ai ragazzi tra i 10 e i 18 anni l’op-portunità di avvicinarsi al mondo pompieri-stico e di scegliere se diventare Vigili atti-vi una volta raggiunta la maggiore età. Es-so forma futuri vigili ma soprattutto cittadini responsabili e rappresenta per questo moti-vo un tassello importantissimo per la cresci-ta del corpo e della comunità. Come già sot-tolineato il legame del Corpo con quest’ulti-

ma è molto forte: la collaborazione con le as-sociazioni del territorio, la Circoscrizione e le varie componenti della comunità di Gardolo, primi fra tutti la Parrocchia e gli Alpini, è as-sieme all’interventistica e all’addestramen-to un elemento imprescindibile del nostro o-perato. A caratterizzare i Vigili del Fuoco Vo-lontari di Gardolo è però anche l’apertura nei confronti di altre realtà: da più di trent’anni u-na forte amicizia ci lega ai Vigili del Fuoco di Neufahrn e costituisce per noi una continua occasione di confronto e scambio. Interventi, collaborazione con la realtà locale e naziona-le rendono dunque quella del Vigile un’occu-pazione a tempo pieno, basti pensare che nel 2013 gli interventi sono stati più di 425 per un totale di 5900 ore uomo. A questo propo-sito essenziale è il ruolo delle nostre famiglie che con convinzione ci sostengono e accom-pagnano nella nostra scelta di volontariato.In conclusione auguriamo dunque un buon lavoro al nuovo Direttivo e a tutto il Corpo dei Vigili del Fuoco Volontari di Gardolo, con l’au-spicio di continuare a crescere e ad essere presenza attiva sul territorio.

Il Direttivo

9| numero 29 | maggio 2014 | NORDdiTrento e... in Piazza a GARDOLO

Propost

e est

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Segreteria A.D. Arcobaleno BasketVia 4 Novembre 78/1 - Gardolo

0461/82.81.11 - [email protected] sezione ESTATE

è una proposta di attività estiva diur-na ludico-ricreativa e sportiva per bambini/e e ragazzi/e dai 5 ai 14 anni, che l’Associazione Sportiva

A.D. Arcobaleno Basket organizza da di-versi anni nel Comune di Trento.L’idea ed il progetto di “Sport Estate Insieme” sono quelli di trascorrere assieme una o più settimane (dal lunedì al venerdì) durante il pe-riodo estivo e nell’arco di questo tempo so-cializzare con nuovi amici, fare attività all’a-ria aperta, praticare sport, visitare e conosce-re qualche posto nuovo della nostra provincia e località turistiche.Il tutto sotto la guida attenta di istruttori pro-venienti da più discipline sportive ed anima-tori qualificati (istruttori qualificati delle F.S.N., laureati in Scienze Motorie, diplomati ISEF e diplomati educatori professionali), motivati, con voglia di stare con i bambini, in modo da offrire un’esperienza sempre nuova, diversi-ficata e nel complesso polivalente, sia nello sport che nella socializzazione.Le attività sportive e ricreative proposte van-no dal calcio, al minibasket, alla pallavolo; giornate in piscina, uscite in bicicletta, escur-sioni in montagna; ludoteca, laboratori ma-nuali ed artistici, incontri con associazioni del posto ed altro ancora.Sono previste diverse opzioni a seconda del-le esigenze famigliari: FULL TIME (dalle 8.00 alle 17.00), PART TIME (dalle 8.00 alle 12.30) o la possibilità anche del PART TIME con PRANZO (dalle 8.00 alle 14.00).L’attività ha come sede il Campo Base dell’O-ratorio del Duomo a Trento, con la possibili-tà di usufruire dei punti di ritrovo esterni al Campo Base al mattino ed al ritorno, sempre in base alle esigenze di spostamento di ogni singola famiglia.

NOVITà 2014: da quest’anno le attività di “Sport Estate Insieme” avranno sede anche a San Michele all’Adige. A.D. Arcobaleno Basket è ENTE CERTIFICATO Family in Trenti-no ed ENTE ACCREDITATO per Buoni di Servizio della Provincia Autonoma di Trento.

PROPOSTE ESTIVE A GARDOLOper bambini scuole elementari

e ragazzi scuole medie

SETTIMANA dalla I elementare alla III media

dal 16/6 all’8/8 attività dalle 8 alle 17 conCooperativa Progetto 92Cooperativa Adam 0-99

Cooperativa Sociale Arianna

COSTI da 35 E a 108 E a settimana

secondo l’attività e la cooperativa scelta

ATTIVITÀ piscina, laboratori creativi, giochi,

uscite vicine, gita, parco acquatico, compitie animazione, attività sportive con esperto

ISCRIZIONI

Cooperativa Progetto 92Centro Aperto il Muretto

Via Talvera, 7 - Gardolo - Tel. 0461/961949 329/6532731 - [email protected]

Su appuntamento: entro 13 giugnoc/o Centro il Muretto

Cooperativa Adam 0-99c/o Oratorio Gardolo - Via Aeroporto, 1Tel. 320/3338133 - [email protected]

Dal 17/03 in poi chiamando il 320/3338133 o inviando mail a [email protected]

Cooperativa Sociale AriannaCentro Aperto “La Casetta”

Via Avisio 2 - Canova Tel. 0461/994448346/6939751 - [email protected] Da Lunedì 14/04: prenotandosi ai numeri

346/6939751 o 0461/994448.Responsabile educativa: Lia Angelino

Serata informativa: mercoledì 16/04 ore 20.

COLONIA ALPINA DI GARDOLO

Si comunica che sono aperte le iscrizioni, per il turno di colonia anno 2014 a Gion-ghi di Lavarone, dei bambini-ragazzi in età scolare (nati dall’anno 2000 all’anno 2008). Facciamo presente che, quest’anno, è previsto per il soggiorno un unico tur-no: dal 15 luglio al 27 luglio 2014. Il ritiro e consegna dei moduli relativi vengono

effettuati presso la Circoscrizione di Gardolo Piazzale - Lionello Groff, 1. Termine delle iscri-zioni (fino ad esaurimento dei posti - n. 45): 30 maggio 2014. Ricordiamo inoltre che entro il 30 maggio 2014 dovranno essere presentate (presso la Circoscrizione di Gardolo) anche le domande di assunzione per il personale assistente-animatore e personale inserviente (e-tà minima 18 anni). Per eventuali informazioni ci si può rivolgere ai seguenti numeri tele-fonici: 0461-990279, 0461-960374.

Il Presidente Gilli Sergio

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Ricorren

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Via Druso, 82/a BOLZANOVia Bolzano, 48 GARDOLO di TRENTO

anni fa, nel 1914, iniziava la Prima Guerra Mondiale (l’Ita-

lia entrava in guerra l’anno successivo, il 1915, ma i nostri avi, nel Trentino asburgico, già si trovavano in guerra nel 1914). Si stanno pre-parando celebrazioni ufficiali, la Provincia sta mettendo assieme un programma di iniziative pluriennali sulla memoria della guerra. La re-azione automatica a manifestazioni celebrati-ve potrebbe essere quella del fastidio. Ma in realtà discutere di com’è andata quel-la volta, con la volontà di imparare dall’e-sperienza, potrebbe essere non inutile.La Grande Guerra è stata una cesura ter-ribilmente tragica nella storia di tutta l’u-manità, ma particolarmente per Europa particolarmente. L’Europa veniva dal pe-riodo di sviluppo più ricco che si fosse mai conosciuto,l’applicazione delle conoscen-ze scientifiche alla produzione sembra-va aprire all’umanità orizzonti sconosciu-ti di progresso. La seconda metà dell’Ot-tocento era stato un periodo sia di grande crescita industriale, che di contrastato ma progressivo miglioramento sociale. Anche sul piano politico sembrava consolidarsi la demo-crazia: avevano infatti timidamente cominciato

Ricordare la Grande Guerra e le sue conseguenze!ad organizzarsi i primi partiti di massa - socia-listi e cattolici - che avrebbero potuto significa-re un grande allargamento della partecipazio-ne politica. Ancora si ricorda il periodo fra la fi-ne dell’Ottocento e l’inizio nel Novecento come l’epoca bella: la “Belle Époque”.Ma l’applicazione delle scoperte scientifiche alla produzione aveva voluto dire anche la na-scita della prima generazione di armi da guer-

ra di sterminio di massa: mitragliatrici in grado di annientare migliaia e migliaia di persone, ar-mi chimiche, i primi accenni ad una aviazione

Posto a circa 1000 metri d’altezza, l’Al-tipiano di Lavarone è un territorio on-dulato del Trentino sud-orientale, che sta fra Folgaria ad ovest ed Asiago ad

est (altro dolce altipiano, cantato letterariamente da Rigoni Stern: oltre il Passo Vezzena, ormai in Veneto). È limitato a nord e a sud dall’incisione di due scoscesi solchi vallivi: la Valsugana e la Val-dastico. Ha avuto con la Storia un impatto trau-matico ai tempi della Grande Guerra, soprattutto

Trento e Rovereto. Da Carbonare seguire per una decina di minuti (a piedi) la SS 349 verso Lavaro-ne, e dopo la prima grande curva tramite la qua-le vi lasciate il paese dietro le spalle, in località Èl-bele raggiungete il primo edificio che vi viene in-contro, il Ristorante Giardino. Proprio di fronte al parcheggio del ristorante (indicato anche da un segnale della fermata Trentino-Trasporti), sulla sinistra della strada, parte il nostro sentiero , indi-cato dalla freccia bianca e rossa “Comando A.U. 33 giro dell’Èlbele”. Il sentiero si addentra fra bo-sco e radure dominate dall’alta mole rocciosa del Becco di Filadonna, sull’altro lato della valle del Centa, e oltrepassa due edifici rurali. Dalla base del sentiero affiorano ogni tanto resti di massic-ciata che ne rivelano l’origine militare , ci stiamo infatti dirigendo verso quello che era il Comando Austro-Ungarico del Fronte degli altipiani, costru-ito (a protezione dai bombardamenti) in uno spet-tacolare canyon roccioso, ed il tracciato che stia-mo seguendo deve essere quello di una via d’ac-cesso d’allora. Si raggiunge rapidamente un bi-vio: a sinistra si va dritti verso il Comando restan-do nel bosco a monte della conca dove giace la frazione dei Virti, a destra si passa invece per la frazione, ricongiungendosi poi con il sentiero. Dei

da guerra ecc., e comunque l’industrializzazio-ne di tutta l’organizzazione della macchina bel-lica. La nascita di questa nuova generazione di armi di distruzione di massa ed il fatto che la loro produzione - finanziata senza problemi di risparmio direttamente dagli stati - fosse stata una delle voci più lucrose della grande cresci-ta industriale, legando in un intrico indistingui-bile di interessi la casta dei militari d’alto grado

ed i grandi capitani d’industria, ha creato quello che è stato chiamato il ‘comples-so militar-industriale’, rivelatosi nella cri-si politica - creata dall’assassinio dell’e-rede al trono d’Austria-Ungheria - la lob-by più potente, quella che ha spinto i go-verni ad affrontarla con gli strumenti della guerra (così ben ed a lungo preparata nei piani alti delle caserme e delle industrie) invece che con quelli della politica. Le conseguenze della guerra non furono so-lo i quasi 7 milioni di morti (molti più civi-li che militari), ma anche la distruzione to-tale dell’Europa, ed un fosco guado fra la prima e la seconda guerra fatto di un pau-

roso regresso economico sociale e democrati-co, con disoccupazione di massa, fame, vio-lenze diffuse e l’affermarsi in Europa dei fasci-

smi. Bel risultato no? E la guida del mondo che passava dall’Europa agli Stati Uniti d’America: l’Europa se l’era cercata. Forse la commemo-razione del centenario potrebbe essere usato proficuamente per ragionare su queste cose, sui motivi per cui allora non è prevalsa la ra-gione, sulla necessità della democrazia e del-la partecipazione anche come antidoto ad esi-ti come questo, alla follia distruttiva delle guer-re, tutte! Cominciando a discutere seriamen-te l’ancor attuale aumento delle spese militari, e magari anche - concretamente - della logica per cui un paese in crisi nera come il nostro u-sa pacche di miliardi per acquistare i bombar-dieri F-35 invece che per far ripartire l’occupa-zione e il benessere.

Roberto Antolini

UN SENTIERO NON AFFOLLATO CHE ATTRAVERSA AFFASCINANTI resti della Grande Guerra a LavaroneCarbonare - ex Comando austro-ungarico - Osservatorio del Monte Rust - Carbonare

Forte Belvedere

agli inizi, quando è diventato un tratto caldissimo del fronte italo/austriaco con la Strafexpedition del 1916 (costata la vita, in pochi giorni, a quasi 250.000 soldati). Era infatti allora marcato da forti austriaci fronteggiati dai forti italiani della zo-na di Asiago, ed è stato devastato da massicci cannoneggiamenti, e da assalti demenziali. Poi il fronte si è spostato un po’ più ad est, nella zona di Asiago, ed i forti austriaci, feriti dalla granuola di colpi italiani ma non rasi al suolo (faranno di

peggio i recuperanti del dopoguerra, con le loro demolizioni mirate al re-cupero delle strutture metalliche), sono rimasti a punteggiare il territo-rio che li ha un po’ alla volta pacifi-camente riassorbiti come parte del paesaggio, fra prati e boschi dell’al-tipiano sempre più battuti da turisti e gitanti dalla domenica. Della un tempo temutissima “cintura coraz-zata degli altipiani” si è salvato il so-lo Forte Belvedere, per volere del re d’Italia Vittorio Emanuele III, che ha voluto risparmiarlo dalle demolizioni post-belliche, per conservarlo intatto a memoria di quella mostruosa car-

neficina. Ora, arroccato come allora su uno spal-to roccioso a strapiombo sulla Valdastico, è un bel museo, che ha conservato integre le struttu-re d’un tempo, mantenendo percorribili i cunicoli che collegano le postazioni avanzate al corpo centrale. Visitarlo è una istruttiva lezione di clau-strofobia bellica. Ma l’altopiano di Lavarone è tut-to disseminato dei resti di quella drammatica stagione (un secolo ci separa dall’inizio di quel disastro, da cui è iniziato il declino dell’Europa ed il passaggio dell’egemonia mondiale oltre l’At-lantico), e percorrere i suoi bellissimi sentieri si-gnifica incontrarne in ogni dove. Oggi vi indichia-mo un anello, percorribile a piedi comodamente in anche meno di 3 ore, che passando su sentie-ri poco battuti permette di visitare due luoghi straordinari forgiati dagli avvenimenti di quel tempo, e di gettare dall’alto uno sguardo d’assie-me sul verdissimo territorio di Lavarone, ed oltre sulle montagne circostanti, da quelle d’Asiago ad est alle Dolomiti del Brenta ad ovest, lontane, al di là della Val d’Adige. Si parte dal paese di Car-bonare, frazioncina del comune di Folgaria, rag-giungibile da Rovereto tramite Folgaria e Passo del Sommo, e da Trento tramite Vattaro e Passo della Fricca. Servita anche da pullman di linea da

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Guerra aerea sul Trentino 1943-45

Giovedì 10 Aprile si è svolta nella sala circoscrizionale di Spini la presentazio-ne del libro “Guerra aerea sul Trentino

1943-45 Bombardamenti su Trento e Ponte dei Vodi” (edizioni Temi) a cura di Claudio De-vigili. Alla presentazione era presente anche il presidente della Circoscrizione di Gardolo Corrado Paolazzi che ha ringraziato i promo-tori della serata. Mattedi Alberto, appassionato ricercatore, componente dell’associazione cul-turale “Il Gruppo”, dopo una carrellata storica sul primo bombardamento del Ponte dei Vodi del 15 dicembre 1943 con l’uccisione di 2 dipendenti dell’istituto sordomuti (situato dove ora c’è il magazzino Sait all’interporto) ha rac-contato di come nel sobborgo di Gardolo re-gnava la paura. Dopo il primo bombardamento su Trento, con obiettivo la stazione ferroviaria che causò 200 vittime, un gruppo di abitanti del sobborgo di Gardolo chiesero al comune di poter adattare i fortini di Melta, risalenti alla prima guerra mondiale, in rifugi antiaerei così anche per i fortini ad occidente di Roncafort, al di là dell’Adige, ai piedi della montagna che fu possibile tramite un traghetto azionato da volontari. Uno dei grossi problemi che sorse a Gardolo fu il ricovero nei rifugi dei dipendenti della ditta Caproni, situata nel campo di avia-

zione, che aveva circa 1400 dipendenti; ci si rese subito conto che lo spazio era insufficiente e per questo motivo si impose alla Caproni di costruire ‘ex nuovo’ un ricovero al centro del paese, ai piedi della montagna (in cima a via Andreatta). Dopo lo sbarco in Sicilia di Ameri-cani ed Inglesi nel luglio 1943 vi fu un febbrile transito di treni tedeschi carichi di mezzi, ma-teriali e truppe destinazione Sud Italia per arre-stare l’avanzata degli Alleati, proprio per questo motivo il viadotto ferroviario del Ponte dei Vodi subì più di 240 bombardamenti.Dopo la breve introduzione l’autore continua i racconti traendo spunto dal suo libro proiettan-do e commentando diverse fotografie e dando spazio anche al alcuni testimoni, Schmidt Enri-co e Andreatti Riccardo, che hanno raccontato i loro ricordi di quel periodo ed anche alcuni sim-patici aneddoti. Nella serata è stato possibile vi-sionare, con il commento di Gianni Fedrizzi, un inedito filmato storico rintracciato negli archivi americani riguardante un bombardamento del Ponte dei Vodi (Avisio Viaduct chiamato così dagli alleati) con bombardieri B17 e B24 qua-drimotori, che partivano dalla Puglia (i bombar-dieri più leggeri,i bimotori B25 e B26 partivano invece dalla Corsica nda).Un ringraziamento particolare per il supporto

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Virti , originariamente un semplice maso, al qua-le si sono aggiunte negli ultimi decenni delle se-conde case, rimangono alcuni antichi edifici at-traversati da un portico per il quale passava il vecchio Sentiero dell’Ancino (citato dal 1192) che metteva in comunicazione la Valsugana con la Val d’Astico. Il nome della località, che un tem-po si scriveva con la w doppia (Wirti), deriva dal-la radice di Wirt, cioè taverna nel linguaggio ger-manico degli abitanti storici dell’altipiano, i così detti “cimbri” (italianizzatisi nel XVIII-XIX secolo). Oltre il portico, un sentiero delimitato - nella tra-dizione cimbra - da lastre di pietra porta a torna-re sul tracciato della strada ex-militare per il Co-mando. Un’altra decina di minuti attraverso il bo-sco (ad un certo punto svoltare a destra, seguen-do la freccia bianca e rossa, e salire un po’) e ci siamo: sulla destra ci si apre inatteso il possente canyon naturale - uno stretto corridoio fra rocce verticali - dentro il quale sono stati ricavati gli spazi del Comando, scavando caverne nella roc-cia e costruendo sul fondo un edificio sorretto da archi, ancora ben visibili. È forse questo il luogo più intensamente drammatico fra quelli che sono rimasti segnati dal Fronte degli Altipiani. Perché è questo luogo cupo, nascosto fra le viscere della terra, quello in cui più si percepisce la dimensio-ne demoniaca della moderna guerra di sterminio di massa, inaugurata proprio allora. Qui, fra que-ste rocce sempre umide e coperte di muschi, centinaia di migliaia di soldati (ma anche di vedo-ve, orfani, mutilati, profughi) hanno incontrato il proprio destino, in quella forma di asettica pro-grammazione “tecnica” dell’eccidio che da allora caratterizza la guerra. Tutto ciò ancora alita intor-no a questo posto, che ne trasuda. Celato dalle ombre del bosco alla vista di chi passa nei dintor-ni inconsapevole: bisogna venirlo a cercare. Fino ad ora siamo andati in piano. Da qui si procede in leggera salita, ma niente di che: si passa dai 1120 del Comando ai 1282 dell’ Osservatorio sulla cima del Monte Rust. Continuando oltre il Comando lungo la strada da cui siamo arrivati, si giunge subito, nuovamente, sulla SS 349 per La-varone. E la sia attraversa prendendo dall’altra parte, qualche decina di metri sopra, la continua-zione del sentiero, che parte da uno spiazzo ora ingombro di tronchi tagliati. Si passa poco dopo in un tratto affiancato alla SS 349, e a questo punto vi prospetto due possibilità. 1. Una è quel-la di tenersi più bassi, procedendo nel bosco a fianco della strada asfaltata (un po’ sotto) pronti a riprenderla all’incontro con i primi edifici di La-varone, dove si trova l’avvio della strada sterrata ma carrozzabile, e quindi molto comoda, che in una mezz’oretta vi porta all’Osservatorio del Monte Rust. La strada si prende subito prima del cartello stradale bianco con il nome dell’abitato della frazione di “Chiesa”, e purtroppo non è indi-cata da alcuna segnaletica per il Rust, fate quin-di attenzione. Una volta imboccatala siete in una botte di ferro, tranne forse nel punto in cui la stra-da passa fra costruzioni recenti e la si può con-fondere per una strada privata, poi salite como-damente in un bel bosco di faggi verso la vetta

dell’Osservatorio. 2. L’altra possibilità è quella di battere una via un po’ più “da cercare” - perché ad un certo punto finiscono le segnalazioni - ma più bella, nel fitto del bosco, e legger-mente più lunga. Dal punto in cui ci si affianca alla SS 349 si tiene il sentie-ro, che sale dolcemente sopra la strada asfaltata. Ad un certo punto però il tracciato si spegne e dovrete orientarvi “a naso” tenendo presente che dovete salire a destra, fra qualche masso roccio-so, fino ad incontrare un’altra vecchia stradina che con qualche giravolta e qualche saliscendi raggiunge la strada che scende da Monte Rust verso Carbonare (che useremo al ritorno). Da lì risalite (a sinistra) fino a raggiungere la carrozza-bile che sale al Rust da Lavarone. Anche il per-corso 2 attraversa un bosco di bellissimi faggi, lungo stradine - quando ci sono - contornate di antichi muriccioli, e ad un certo punto salta fuo-ri una lapide del 1874, intestata ad un certo Francesco Wirti (con la W). Sulla cima del Monte

BOMBARDAMENTI SU TRENTO E PONTE DEI VODI

tecnico logistico all’ associazione “Amizi del Pont dei Vodi” ed a tutti i volontari che a vario titolo hanno reso possibile la serata allietata pure da una piccola mostra fotografica.

Mattedi Alberto

Comando Austro-Ungarico

Rust (in realtà un monticello, come abbiamo vi-sto, ma collocato in posizione stategica) trovate i ruderi di un Osservatorio dell’esercito Austro-Ungarico, dal quale si può controllare ogni pun-to dell’altipiano, e soprattutto si poteva comuni-care tramite sistemi ottici con tutti i forti austria-ci di questo tratto del fronte: i Forti Sommo Alto e Cherle di Folgaria, il Forte Belvedere e quello di Luserna, e via in lontananza - a Passo Vezzena - il Forte Verle e l’Osservatorio del Pizzo di Levico. Incombente su tutti, ad oltre 2000 m., il forte i-taliano di Cima Verena, che dall’estremo limite dell’altipiano di Asiago batteva a piacimento i sottostanti forti austriaci, ed erano dolori. Noi oggi possiamo goderci un panorama pacificato,

un frusciare di brezze silvestri che smuovono la massa verde del foglia-me, la fanno ondeggiare. Ed intorno all’altipiano una corona di monti, ci-me rocciose e bianche di neve fino alla fine della primavera. Dall’Osser-vatorio si scende per la stessa strada

usata per salire, fino ad un certo punto. Fino al punto in cui si trova un bivio, segnalato dalla so-lita freccia bianca e rossa, in cui si prende - que-sta volta - la direzione di Carbonare. Comoda di-scesa di una mezz’ora per tornare al paese da cui siamo partiti. Se forniti di macchina vale la pena, dopo la passeggiata, fare una visita anche al Forte Belvedere, e se dovete pranzare consi-glio il Ristorante Rossi di Luserna (0464.789712), dove si consuma la tipica cucina trentina in un ambiente rimasto invariato dagli anni ’50: un tuffo nelle atmosfere dell’infanzia (o in quella dei vostri genitori).

Roberto Antolini

LETTURE PREPARATORIE > Sui Cimbri, anche se ambientato non proprio a Lavarone ma sulle prealpi vicentine, c’è un avvincente romanzo giallo-gotico di Umberto Matino “La Valle dell’Orco” (edizione Foschi). Sulla vita tradizionale degli Altipiani fra Otto- e Novecento rimane insuperato il breve romanzo di Ma-rio Rigoni Stern “Storia di Tönle” (Einaudi). Fra le memorie di guerra ambientate in zona consigliamo il superclassico dell’ufficiale italiano e poi (nel dopo-guer-ra) grande antifascista Emilio Lussu “Un anno sull’Altipiano” (Einaudi) da cui è stato tratto il film “Uomini contro” di Francesco Rosi. Una specifica memo-ria sulla guerra all’interno dei forti di Lavarone, questa volta quindi vista dalla parte austro-ungarica, è il libro di Fritz Weber “Le tappe della disfatta” (Mursia).

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Lo scorso mese siamo stati ospiti del Circolo degli anziani di Gardolo per parlare di cruciverba e dialetto. Ne siamo tornati a casa con un bel omaggio: un centinaio di parole “de ‘na volta”, in buona parte sconosciute, raccolte dai nonni per il cru-civerba: preparatevi perchè il prossimo le conterrà tutte! Le definizioni che hanno per risposta una parola in dialetto, ad esempio la 1 orizzontale, sono affiancate da asterischi, uno * per i termini ancora di uso comune, due ** per quelli utilizzati più raramente e tre*** per quelli ormai in bocca e orecchi di chi ha passato, ahi lui, più volte gli “anta”. Grazie a Rosy per la collaborazione!! A proposito, se avete qualche parola dialettale da mettere nel cruciverba, fate come i nonni di sopra: inviatela tramite email a “Il Gruppo Roncafort”: [email protected]

ORIZZONTALI: 1- Capitombolo, capriola (*). 9- Smarrito (*). 13- Disseccato, riarso. 15- Nuovo (*). 16- Misura americana per superfici. 17- Coperti di erba, inerbati. 19- Il Block.. degli appunti. 21- Aiutare (*). 22- A noi. 23- Decreto Presidente della Repub-blica. 25- In testa ai soldati (*). 27- Terreno di poco pregio (**). 30- Diminutivo di Luisa. 31- Forte compressione, stringimento (**).

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CRUCIVERBA “italo-trentino-gardoloto” a cura di Ugo Bosetti

VERTICALI: 1-Mano sinistra (*) 2- Oggi(*). 3- Legna assegnata “in sorte” dal Comune (*). 4- Protagonista di un’azione di valore. 5- A te. 6- Poesia, canto lirico. 7- O là o ...! 8- I non credenti in Dio. 10- Colossali, giganteschi. 11-Rosso (*). 12-Affettatrice (**). 14- Ordine (*). 18- Danza, ballo (*). 20- Striscie (**). 21- Albero (*). 24- Miti-ca malattia della pelle (**). 26- Risultato, riuscita. 27- Graffi (*). 28- Nido (*). 29- Gli

scienziati del vino. 31- Snodare (*). 33- Cartella, tessera, circuito stampato. 34- Il fiume con le piramidi. 35- Un vizioso far nulla (oggi anche”cazzeggiare”). 38- Sigla internazionale dell’Olanda. 41- Sazissimi, satolli (*). 43- Abbreviazione del titolo di cavaliere. 44- Un antico altare. 47- Buono (*). 49- O (nel senso di oppure) davanti a vocale. 50- Simbolo del Cromo. 51- Ge-melle nel pozzo.

32- Simbolo dell’Irridio. 33- Brivido lungo il corpo (**). 35- Otto (*). 36- Colino, sco-lapasta (*). 37- Lenzuolo (*). 39- El “mas” da Salorno in su. 40- Isolette coralline. 42- Tempo storico, era. 45- L’Io degli psicolgi. 46- Notissimo conduttore del “Processo del lunedÏ” (iniz). 48- Facoltosi, con molti soldi. 50- Sperone di roccia(*). 52- Giunti, pervenuti (*). 53- Brenz (**).

Salute

Il secondo appuntamento della rubricache apre una finestra su un mondoaffascinante: quello dell’omeopatia.

Le domande più frequentisull’omeopatia

Molte volte la conoscen-za dell’omeopatia classi-ca suscita curiosità poiché il tipo di cura e i medicina-

li usati si discostano da quelli della medici-na ufficiale. Il nome dei farmaci, ad esempio, potrebbe sembrare molto strano a un orec-chio non esperto. Il nome dei farmaci ome-opatici è in latino. Ad es. Mercurius solubilis è proprio il metallo mercurio, Aurum metalli-cum è proprio l’oro. Ne consegue che il no-me corrisponde alla sostanza usata per pre-pararlo ed è chiamato allo stesso modo in tutto il mondo dagli Stati Uniti all’India, dall’A-merica latina al Brasile dall’Africa all’Italia.Altro punto molto importante è che i far-maci omeopatici unitari non sono brevettati

L’angolo dell’OMEOPATIAcioè non esiste un’esclusiva di produzione e commercializzazione. È sufficiente che chi li produca segua rigorosamente le indicazioni della Farmacopea omeopatica rispettando le norme di produzione. Il medicinale omeopa-tico è detto unitario perché è costituito da un solo tipo di medicamento. Sulla confezione verrà riportato il suo nome in latino e la di-luizione in numeri romani con la sigla “D” se

la diluizione è decimale, “CH” se la diluizione è centesimale. Come tutti hanno avuto mo-do di vedere, nelle confezioni dei medicinali omeopatici non c’è il foglietto (il c.d. “bugiar-dino”) che normalmente è presente nei far-maci allopatici convenzionali per illustrare a che cosa serve, quando usarlo, la posologia, gli effetti collaterali ecc. Questo si spiega con il fatto che ciascun medicamento omeopati-

co può avere effetti anti virale, anti batterico, anti dolorifico ecc., in quanto va a stimolare, all’interno dell’organismo, la capacità intrin-seca , propria a ciascuno di noi, di ripristina-re lo stato di salute.Il principio del “simile” e il principio “dell’indi-vidualizzazione” sono i due cardini dell’Ome-opatia, sperimentalmente determinati e cli-nicamente verificati. Ciascun medicinale o-meopatico può curare nel malato ciò che ha provocato negli sperimentatori cioè centinaia di sintomi che possono racchiudere innume-revoli malattie, talmente tante, che non ba-sterebbe un foglietto così piccolo a elencar-le tutte.La posologia non è indicata perché, essendo la cura personalizzata, questa sarà stabilita dal medico a seconda della patologia e dello stato del paziente variandola di volta in volta.Non sono riportati effetti collaterali o tossi-ci perché i medicinali omeopatici, se dati da mani esperte, non ne hanno.

Dott.a Angela [email protected]

NORDdiTrento e...