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1 ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE DI MEL Scuole dell’Infanzia, Primarie e Secondarie di 1° Grado di Mel e Lentiai Via S. Andrea, 4 – 32026 Mel (BL) Telefono: 0437-753350 Fax: 0437 - 753021 mail: [email protected] mail PEC:[email protected] A. S. 2019/2020 PIANO ANNUALE PER L’ INCLUSIONE Il Piano Annuale per l‘Inclusione è uno strumento che consente alle istituzioni scolastiche di progettare la propria offerta formativa in senso inclusivo spostando l’attenzione dal concetto di integrazione a quello di inclusione. Il concetto di inclusione attribuisce importanza al modo di operare sul contesto, mentre col concetto di integrazione l’azione si focalizza sul singolo soggetto, cui si imputano deficit o limiti di vario genere e a cui si offre un aiuto di carattere didattico e strumentale per superare o rendere più mite gli stessi e per essere integrato nel sistema. Si tratta di un cambiamento di prospettiva che impone al sistema scuola un nuovo punto di vista che deve essere eletto a linea guida dell’attività educativo-didattica quotidiana.

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ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE DI MEL

Scuole dell’Infanzia, Primarie e Secondarie di 1° Grado di Mel e Lentiai

Via S. Andrea, 4 – 32026 Mel (BL)

Telefono: 0437-753350 Fax: 0437 - 753021

mail: [email protected] mail PEC:[email protected]

A. S. 2019/2020

PIANO ANNUALE PER L’ INCLUSIONE

Il Piano Annuale per l‘Inclusione è uno strumento che consente alle istituzioni scolastiche di progettare la propria offerta formativa in senso inclusivo spostando l’attenzione dal concetto di integrazione a quello di inclusione. Il concetto di inclusione attribuisce importanza al modo di operare sul contesto, mentre col concetto di integrazione l’azione si focalizza sul singolo soggetto, cui si imputano deficit o limiti di vario genere e a cui si offre un aiuto di carattere didattico e strumentale per superare o

rendere più mite gli stessi e per essere integrato nel sistema. Si tratta di un cambiamento di prospettiva che impone al sistema scuola un nuovo punto di vista che deve essere eletto a linea guida dell’attività educativo-didattica quotidiana.

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PREMESSA

Il presente documento intende agire nell'ottica del passaggio da una logica dell'integrazione delle diversità, statica, ad una logica dell'inclusione, dinamica, intesa quindi come un processo che

riconosca la rilevanza della piena partecipazione alla vita scolastica da parte di tutti i soggetti.

Accogliendo i suggerimenti dell'Index per l'Inclusione, ci prefiggiamo l'obiettivo generale di trasformare il tessuto educativo del nostro Istituto:

Creando culture inclusive; producendo politiche inclusive;

sviluppando pratiche inclusive.

NORMATIVA DI RIFERIMENTO

Art. 3-33-34 della Costituzione italiana “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e

sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali...” - “È compito della repubblica rimuovere gli ostacoli...che impediscono il pieno sviluppo della persona umana...” – “L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento” - “La scuola è aperta a tutti...”.

Art. 38 della Costituzione “Gli inabili ed i minorati hanno diritto all'educazione e

all'avviamento professionale”. Legge 517/77: abolizione delle classi differenziali, garanzia al diritto di istruzione

dell'alunno con handicap, istituzione dell'insegnante di sostegno, modalità di raccordo tra scuola e servizi sanitari; modifica dei sistemi di valutazione e articolazione flessibile delle classi.

Legge 104/92: coinvolgimento delle varie professionalità educative, sanitarie, sociali in un progetto formativo individualizzato, redazione di diagnosi funzionale (ASL) e profilo

dinamico funzionale (equipe multidisciplinare), istituzione del piano educativo individualizzato (PEI).

Legge 53/2003: principio della personalizzazione dell'apprendimento. Convenzione Internazionale dei diritti delle persone con disabilità del 2006. Index per l’Inclusione 2000

Legge 170/2010: riconoscimento dei disturbi specifici dell'apprendimento e istituzione del pianodidattico personalizzato (PDP) con indicazioni precise sugli strumenti

compensativi e le misuredispensative. D.M. 254 del 16 novembre 2012: Indicazioni Nazionali per il curricolo.

Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012: strumenti d'intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica.

Circolare ministeriale n.8 del 6 marzo 2013. Nota MIUR 1551 del 27 2013 giugno 2013. Nota MIUR 2563 del 22 novembre.

Nota MIUR 4233 del 19 febbraio 2014.

La normativa delinea e precisa la strategia inclusiva della scuola italiana, al fine di realizzare pienamente il diritto all'apprendimento per tutti glialunni e gli studenti in situazione di difficoltà. Definisce e completa il tradizionale approccio all'integrazione scolastica, basato sulla certificazione della disabilità, estendendo il campo di intervento e di responsabilità di tutta la comunità educante all'intera area dei bisogni educativi speciali (BES), da sancire annualmente attraverso la redazione del Piano Annuale per l'Inclusione.

Da anni il nostro Istituto si impegna a favore degli alunni in difficoltà così come testimoniano le scelte documentate nel PTOF e di seguito riportate.

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INCLUSIONE ALUNNI CON PROBLEMATICHE SPECIFICHE

ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

Il 27 dicembre 2012 è stata emanata la Direttiva del MIUR “Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione” alla quale hanno dato seguito la C.M. n. 8 del 6 marzo 2013, N.M. prot.1551 del 27 giugno 2013 e C. M. definitiva novembre 2013. In ottemperanza a tale normativa e nella convinzione che la scuola debba essere “di tutti e di ciascuno” il Collegio dei Docenti ha formalizzato i criteri per l‘individuazione degli alunni con BES.

Tenuto conto che “...ogni alunno, in continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta.”

Possiamo distinguere tre grandi categorie: alunni con DISABILITÀ (L. 104/1992), alunni con DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI, alunni con

SVANTAGGIO SOCIO-ECONOMICO, LINGUISTICO E CULTURALE, quindi: gli alunni con disabilità gli alunni con DSA (L. 170/2010) gli alunni con ADHD, disprassici,…

gli alunni stranieri (che abbiano regolarmente frequentato tre anni di scuola dell’obbligo)

gli alunni adottati

gli alunni con particolati problemi di salute (invalidante, anche temporanea)

gli alunni con fragilità emotiva (con genitori in fase di separazione o separati da poco, che hanno subito un lutto nell’ultimo periodo,…)

gli alunni che vivono uno svantaggio socio-economico

gli alunni con Funzionamento Intellettivo Limite che per apprendere necessitano di particolari strategie.

È importante sottolineare che è compito degli insegnanti “individuare gli alunni per i quali è necessaria l’adozione di particolari strategie didattiche”. È peculiare facoltà dei consigli di classe o dei team docenti individuare casi specifici per i quali è utile attivare percorsi di studio individualizzati e/o personalizzati. Il concetto e le strategie dell'individualizzazione fanno riferimento all'esigenza di garantire a tutti gli studenti gli stessi obiettivi, pur con modalità, tempi, materiali e stili di apprendimento diversi. Il concetto e le strategie della personalizzazione si riferiscono all'opportunità di consentire agli studenti di raggiungere obiettivi diversi scegliendo quindi un percorso pedagogico-didattico in

funzione delle motivazioni e delle risorse dell’alunno. È stato adottato il modello per l’individuazione degli alunni con B.E.S. redatto dalla Commissione BES dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Belluno. Per gli alunni riconosciuti B.E.S. sarà in seguito redatto un P.D.P., che rappresenta un percorso condiviso dal team o dal C.d.C. che ne cura la redazione, per contrastare le difficoltà e permettere all’alunno di affrontare con successo il percorso scolastico.

ALUNNI CON DISABILITÀ

Da sempre, nel nostro Istituto, una attenzione particolare è rivolta agli alunni, di ogni età e, quindi, ordine di scuola, che presentano particolari difficoltà dovute a motivazioni diverse. A loro, ogni anno, in base alle risorse ottenute e alla gravità della diagnosi, viene affiancato un insegnante di sostegno che ha il compito di mediare, oltre all’apprendimento, anche l’inclusione

dell’alunno stesso. E’’ noto, infatti, che l’apprendimento avviene quando gli alunni si sentono accettati e a loro agio.

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Per loro, ogni anno scolastico, viene redatta una programmazione individualizzata che tiene

conto del livello di apprendimento raggiunto e degli obiettivi didattici ed educativi che ci si prefigge di attuare. In collaborazione con il servizio per l’Età Evolutiva dell’ULSS di Feltre, e dando seguito alle

indicazioni della legge 104/92 e all’Accordo di Programma, viene completato anche il PEI (Piano Educativo Individualizzato) che prevede una progettualità da attuare in corso d’anno e, normalmente, al passaggio di ordine di scuola, viene redatto anche il PDF (Profilo Dinamico

Funzionale) che rappresenta la base di partenza per le programmazione e le progettualità future.

PERCORSO INCLUSIVO

INDICAZIONI DI BASE PER ALUNNI CON DISABILITÀ - Legge 104/92

1. Assegnazione insegnanti di sostegno

L’insegnante di sostegno viene assegnato all’Istituto Comprensivo dall’Ufficio Scolastico

Territoriale in base ai criteri definiti dal GLIP (Gruppo di Lavoro Interistituzionale Provinciale):

in rapporto 1:4 per tutti le situazioni

in rapporto 1:1 in caso di gravità attestata anche dall’articolo 3, comma 3 della Legge

104/92 su motivata richiesta di deroga.

In via eccezionale, su motivata richiesta di deroga, possono essere assegnate ore aggiuntive

alle classi in cui sono inseriti alunni che presentano particolari difficoltà relazionali, tali da

compromettere il regolare svolgimento dell’attività didattica.

Il Dirigente Scolastico assegna l’insegnante alla classe in cui è inserito l’alunno con disabilità;

l’insegnante di sostegno è infatti contitolare della classe insieme agli altri docenti e ne ha

la stessa corresponsabilità (articolo 3, comma 6 della Legge 104/92; Sentenza Consiglio di Stato

28 febbraio 2002, n. 1204).

Tenuto conto del monte ore di sostegno assegnato all’Istituto, il Dirigente in collaborazione con

la Funzione Strumentale per l’inclusione, dopo aver valutato la situazione degli alunni e delle

classi in cui sono inseriti, assegna gli insegnanti di sostegno alle classi.

2. Prima conoscenza dell’alunno

Nei giorni seguenti la nomina, l’insegnante di sostegno prenderà contatto con la Funzione

Strumentale per l’Inclusione per ricevere le prime indicazioni sul quadro complessivo e sul

percorso dell’alunno e sulla

Dinamico Funzionale (PDF).

indicazioni coinvolgerà tutti

documentazione esistente: Diagnosi Funzionale (DF), Profilo Nel

caso di nuova certificazione la presentazione di queste gli

insegnanti dell’alunno, che sono tenuti a conoscere la

Alunno in difficoltà

indi alla viduato d f o amiglia e/

Valutazione operatori ULSS

Certificazione ai sensi della

l 2 egge 104/9

Diagnosi Funzionale

Profilo Dinamico Funzionale

Piano Educativo Individualizzato

dalla scuola

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documentazione che è conservata in un fascicolo personale riservato, che si trova presso l’ufficio

di segreteria. Si ricorda che tale documentazione è strettamente riservata, va consultata con

particolare cura e non può essere fotocopiata.

L’insegnante di sostegno farà conoscenza con gli insegnanti di classe/sezione che forniranno

tutte le informazioni necessarie e utili relative all’alunno e alla classe in cui è inserito e a

presentare agli alunni ad inizio d’anno l’insegnante di sostegno come un insegnante della classe

e non soltanto come insegnate dell’alunno certificato.

Ritirerà in Segreteria il registro dell’insegnante di sostegno (uno per ogni alunno seguito) e

consegnerà al docente vicario l’orario settimanale suggerito dalla Funzione Strumentale per

l’Inclusione in collaborazione con gli insegnanti.

Nel passaggio di ordine di scuola viene organizzato un incontro tra gli insegnanti degli ordini

interessati per favorire il passaggio delle informazioni (si ricorda che i genitori devono essere

informati di questi incontri).

All’incontro partecipano:

per il Servizio per l’Età Evolutiva il referente del caso;

per la scuola precedente gli insegnanti curricolari e l’insegnante di sostegno;

per la scuola accogliente l’insegnante di sostegno con gli insegnanti di classe.

3. Valutazione iniziale

Durante il primo periodo di scuola tutti gli insegnanti sono tenuti ad effettuare osservazioni

sistematiche su:

gli aspetti relazionali (emotività, affettività, rapporti con gli altri, partecipazione,

responsabilità, affidabilità, comportamento);

gli aspetti legati all’esperienza scolastica (attenzione, impegno, interesse, motivazione,

autonomia, organizzazione). Queste osservazioni nella scuola Primaria e Secondaria si

svolgeranno prevalentemente in classe;

gli apprendimenti (scrittura, lettura, abilità logico–matematiche, comprensione,

esposizione, studio).

L’insegnante di sostegno elabora i dati raccolti, relativi alle osservazioni sull’alunno, sia proprie

che quelle degli insegnanti curricolari, in una sintesi organica che costituirà la “valutazione

iniziale”: questa sarà la prima parte della Programmazione Individualizzata Annuale.

4. Programmazione annuale

Trascorsi i primi due mesi di scuola (entro il 15 novembre), l’insegnante di sostegno predispone

un progetto didattico di lavoro annuale che verrà concordato e discusso con tutti gli insegnanti

coinvolti. Tale progetto andrà presentato e discusso con i genitori. È importante che si informi la

famiglia sulle scelte educative e didattiche poiché la costante collaborazione e la comprensione

reciproca sono imprescindibili per favorire l’elaborazione di un progetto di vita completo per

l’alunno.

Una copia della Programmazione deve essere consegnata al Dirigente Scolastico e qualora i

genitori la richiedano è possibile fornire loro una copia.

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5. Programmazioni periodiche

Nelle programmazioni periodiche (settimanali, mensili) tale progetto didattico dell’alunno sarà

inserito nelle attività previste dalla programmazione di classe, tenendo presente che è

opportuno:

effettuare uno scambio dei ruoli all’interno della classe, quando è possibile, tra docenti,

sfruttando le competenze degli insegnanti;

privilegiare il lavoro nel gruppo/classe, in cui l’insegnante di sostegno possa fare da

tramite tra l’insegnamento curricolare e l’alunno in difficoltà;

considerare che i compagni di classe rappresentano la più diretta e la più presente tra le

risorse dell’inclusione;

inserire l’alunno certificato in lavori di gruppo anche a classi aperte orizzontali e verticali;

organizzare lavori di gruppo secondo modalità cooperative piuttosto che individualistiche;

avere l’accortezza di far svolgere e successivamente consegnare all’alunno certificato le

verifiche (anche se differenziate) in classe negli stessi tempi degli altri.

L’insegnante di sostegno avrà il compito di:

raccogliere il materiale e gli strumenti per facilitare gli apprendimenti e sviluppare le

potenzialità di ognuno: lo scopo finale sarà quello di ridurre le distanze tra obiettivi della

classe e obiettivi individuali dell’alunno in vista di una sempre maggiore autonomia;

veicolare le informazioni all’interno del gruppo docente interessato;

monitorare attentamente le molteplici relazioni che si instaurano in classe;

ricercare le informazioni utili alla comprensione delle problematiche emergenti;

partecipare alla progettazione e realizzazione delle varie strategie operative utili alla

classe.

6. Incontri con il Servizio per l’Età Evolutiva

L’Accordo di programma stabilisce l’importanza di incontri periodici tra Servizi-ULSS-

Scuola-Famiglia all’inizio e alla fine dell’anno scolastico, calendarizzati dalla Funzione

Strumentale per l’Inclusione in accordo con il Servizio. Sono previsti ulteriori colloqui con gli

operatori del Servizio qualora emergano problematiche da condividere. Tali richieste di colloquio

vanno inoltrate alla Funzione Strumentale per l’Inclusione, dopo averne concordato la necessità

tra insegnanti di sostegno e curricolari.

La famiglia deve essere a conoscenza di tutti i colloqui e gli scambi di informazione che

avvengono tra la scuola e il Servizio.

Agli incontri partecipano l’insegnante di sostegno, gli insegnanti curricolari o una loro

rappresentanza e la Funzione Strumentale per l’Inclusione quando necessaria.

Per ogni incontro è obbligatorio redigere un verbale di cui si fanno due copie: una da

inserire nel fascicolo personale e una per il registro dell’insegnante di sostegno, con data e firma

del verbalizzante.

Inoltre gli insegnanti avranno cura di arrivare all’incontro dopo una attenta lettura della

documentazione esistente e avendo collegialmente concordato i quesiti da porre.

Per gli alunni di nuova certificazione sono previsti dei colloqui con gli operatori per una prima

valutazione/confronto sul caso.

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7. Incontri con operatori socio–sanitari

Nel caso gli alunni siano seguiti privatamente da specialisti che non fanno parte dell’ULSS di

pertinenza è opportuno richiedere ai genitori la possibilità di organizzare uno o più incontri per

ricevere informazioni e condividere un progetto didattico-educativo. Ottenuto il consenso della

famiglia, ci si potrà rivolgere alla Funzione Strumentale per l’Inclusione che organizzerà

l’incontro.

8. Valutazione

I documenti di valutazione per la scuola dell’istruzione obbligatoria vanno utilizzati per tutti gli

alunni, anche per quelli in situazione di disabilità, apportando le opportune modifiche che la

situazione contingente richiede.

Per gli alunni con disabilità la compilazione della scheda di valutazione fa riferimento ai

documenti previsti dalla Legge 104/92, all’Atto di indirizzo e coordinamento delle ULSS (DPR

24/02/1994) e all’Accordo di Programma, cioè:

la Diagnosi Funzionale (DF) redatta dall’equipe del Servizio per l’Età Evolutiva;

il Profilo Dinamico Funzionale (PDF);

il Piano Educativo Individualizzato (PEI).

Poiché il PDF e il successivo PEI sono documenti stesi in accordo con la famiglia, è evidente che

i genitori sono automaticamente a conoscenza di tutti gli obiettivi oggetto di valutazione nella

scheda.

Il documento di valutazione per gli alunni con disabilità è quindi strettamente

correlato al progetto di vita pensato per quel determinato alunno e considera il

percorso dallo stesso effettuato all’interno degli obiettivi prefissati.

Per gli alunni diversamente abili, la valutazione è strettamente correlata al percorso

individuale e non fa riferimento a standard né quantitativi né qualitativi (art.9 DPR

122/2009).Deve essere finalizzata a mettere in evidenza il progresso dell'alunno.

Tenuto conto che non è possibile definire un'unica modalità di valutazione degli apprendimenti

che possa valere come criterio generale adattabile a tutte le situazioni di disabilità, essa dovrà

essere definita in base agli obiettivi del PEI che deve essere redatto in forma collegiale e

per tutte le discipline.

Anche gli alunni certificati verranno valutati con voti in decimi.

9. Colloqui individuali

Gli incontri devono avvenire negli stessi giorni e orari previsti per gli altri alunni della classe.

Come per tutti gli altri alunni il team concorda anticipatamente le osservazioni da riferire ai

genitori. È opportuno che sia tutto il gruppo docente a ricevere i genitori dell’alunno in

un’ottica di collaborazione e corresponsabilità e che tutti gli insegnanti dialoghino con

i genitori evitando di delegare il rapporto all’insegnante di sostegno.

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10. Documentazione di fine anno

Alla fine dell’anno scolastico, oltre al registro, l’insegnante di sostegno consegna in segreteria

una relazione finale, concordata con gli insegnanti di classe, che attesti il percorso effettuato

e le competenze raggiunte, come base per la programmazione degli interventi futuri.

Per gli alunni per i quali è stato possibile predisporre il PEI è necessario verificare il

raggiungimento o meno degli obiettivi previsti.

I seguenti documenti vanno firmati da tutti gli insegnanti che lavorano con l’alunno con

disabilità:

Programmazione Individualizzata;

Profilo Dinamico Funzionale;

Piano Educativo Individualizzato;

relazione di fine anno;

scrutini ed esami;

documento di valutazione.

L’insegnante di sostegno firma tutti i documenti relativi agli alunni e al lavoro della classe cui è

stato assegnato.

11. Gruppo di lavoro operativo sull’handicap (GLHO)

Gli insegnanti di sostegno, coordinati dalla Funzione Strumentale per l’Inclusione, partecipano

agli incontri della Commissione.

DOCUMENTAZIONE ALUNNI CON DISABILITÀ

Scadenze degli adempimenti a cui attenersi per gli alunni con sostegno:

Programmazione Individualizzata: va stesa per tutti gli alunni (anche per coloro che

avranno il PEI) entro il 15 novembre;

PEI (Piano Educativo Individualizzato): va predisposto per gli alunni per i quali è già stato

firmato il PDF (Profilo Dinamico Funzionale) utilizzando il modello previsto dall'Accordo di

Programma e compilando la parte relativa all'ambito scolastico; va firmato dai docenti

del Consiglio di Classe. A fine anno va compilata la parte relativa alla verifica degli

obiettivi. La data prevista per la consegna è il 30 novembre;

PDF (Profilo Dinamico Funzionale): va predisposto per gli alunni di nuova segnalazione

per i quali la scuola è in possesso della Diagnosi Funzionale; va aggiornato al termine di

ciascun ciclo scolastico o qualora l'alunno manifesti rilevanti cambiamenti. Anche in

questo caso si utilizza il modello allegato all'Accordo di Programma: i docenti compilano

la parte relativa alla Diagnosi Funzionale e all'ambito scolastico, gli operatori ULSS

integrano il documento con le informazioni di propria competenza, quindi si passa alla

firma congiunta scuola-famiglia-ULSS. La Funzione Strumentale per l’Inclusione si

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occupa di informare gli insegnanti interessati indicando anche la data entro la quale il

documento va predisposto.

Relazione finale: va stesa a fine anno scolastico per tutti gli alunni e consegnata

assieme agli altri documenti.

Riassumendo…

Per ulteriori chiarimenti è possibile consultare l’Accordo di Progra ma per l’inclusione

Scolastica e Sociale degli studenti con disabilità per la provincia di Belluno scaricabile dal sito

dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Belluno.

LINEE GUIDA DA APPLICARSI AD ALUNNI CON D.S.A.

PREMESSA GENERALE

La Legge n. 170 dell’8.10.2010, “Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico”, riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali disturbi specifici di apprendimento, denominati DSA, che si manifestano in presenza di capacità cognitive adeguate e in assenza di patologie neurologiche, ma possono costituire una limitazione importante di alcune attività della vita quotidiana e del scolastico (art.1). Le finalità che la legge intende perseguire riguardano:

percorso formativo

la garanzia del diritto all’istruzione e l’assicurazione delle pari opportunità di sviluppo; la possibilità di favorire il successo scolastico attraverso misure didattiche di supporto; la riduzione dei disagi emozionali e relazionali connessi alla situazione;

Programmazione Individualizzata

•da predisporre entro il 15 novembre

PEI •da predisporre entro il 30 novembre;

•da verificare a fine anno scolastico.

PDF •da predisporre una volta in possesso della Diagnosi Funzionale;

•da aggiornare al cambio di ordine di scuola;

•da aggiornare qualora si evidenzino modifiche sostanziali.

Relazione finale •da stendere a fine anno scolastico.

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l’adozione di forme di

studenti;

verifica e valutazione adeguate alle necessità formative degli

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la collaborazione tra famiglia, scuola e servizi sanitari; la sensibilizzazione al problema e la formazione adeguata per gli insegnanti.

La legge riserva alla scuola il compito di organizzare tutte le misure didattiche ed educative di supporto necessarie per il raggiungimento delle finalità della legge (art.5); gli studenti con

diagnosi DSA hanno diritto di fruire di appositi provvedimenti dispensativi e compensativi, comprendenti strumenti e tecnologie specifiche, dell’uso di una didattica individualizzata e personalizzata e di forme flessibili di lavoro scolastico.

ACQUISIZIONE DELLA SEGNALAZIONE SPECIALISTICA

L’acquisizione della certificazione, da parte dell’istituzione scolastica, è atto fondamentale per lo sviluppo del P.D.P. (Piano Didattico Personalizzato): è necessario che la famiglia presenti tale documentazione al momento dell’iscrizione o comunque non appena ne entri in possesso.

Quando in una classe viene inserito uno studente con D.S.A. il referente (nella scuola primaria) o il coordinatore di classe (nella scuola secondaria di primo grado) informa i docenti della classe.

Il coordinatore mette a conoscenza del caso tempestivamente tutti i docenti della classe, raccoglie osservazioni di tutti i componenti al fine di stilare il PDP secondo il modello predisposto dal C.T.I. Esso verrà approvato entro il mese di novembre e costituirà un allegato riservato della programmazione e del fascicolo personale dell’alunno. Il PDP sarà poi controfirmato da tutti i componenti l’équipe/il C.d.C., rendendolo così esecutivo.

DSA E LINGUE STRANIERE

Il decreto ministeriale 5669 del 12 luglio 2011, all’ art. 6,fornisce indicazioni relative all’insegnamento e alla valutazione delle lingue straniere nel caso di alunno con DSA al fine di consentire ad alunni e studenti con DSA l’apprendimento delle lingue straniere.

A tal fine si invitano i docenti a valorizzare le modalità attraverso cui il discente meglio può esprimere le sue competenze, privilegiando l’espressione orale, nonché ricorrendo agli strumenti compensativi e alle misure dispensative più opportune.

Si precisa, inoltre, che si possono dispensare alunni e studenti dalle prestazioni scritte in lingua straniera in corso d’anno scolastico e in sede di esami di Stato, nel caso in cui ricorrano tutte le condizioni di seguito elencate:

certificazione di DSA attestante la gravità del disturbo e recante esplicita richiesta di dispensa dalle prove scritte;

richiesta di dispensa dalle prove scritte di lingua straniera presentata dalla famiglia

approvazione da parte del consiglio di classe che confermi la dispensa in forma temporanea o permanente, tenendo conto delle valutazioni diagnostiche e sulla base delle risultanze degli interventi di natura pedagogico-didattica;

in sede di esami di Stato, conclusivi del primo ciclo di istruzione, modalità e contenuti delle prove orali – sostitutive delle prove scritte – sono stabiliti dalle Commissioni, sulla base della documentazione fornita dai consigli di classe;

i candidati con DSA che superano l’esame di Stato conseguono il titolo valido per l’iscrizione alla scuola secondaria di secondo grado;

solo in casi di particolari gravità del disturbo di apprendimento, anche in comorbilità con altri disturbi o patologie, risultanti dal certificato diagnostico, l’alunno o lo studente possono, su richiesta delle famiglie e conseguente approvazione del consiglio di classe, - essere esonerati dall’insegnamento delle lingue straniere e seguire un percorso didattico differenziato;

in sede di esami di Stato, i candidati con DSA che hanno seguito un percorso didattico differenziato e sono stati valutati dal consiglio di classe con l’attribuzione di voti e di un credito scolastico relativi unicamente allo svolgimento di tale piano, possono sostenere

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prove differenziate, coerenti con il percorso svolto, finalizzate solo al rilascio dell'attestazione di cui all'art.13 del D.P.R. n.323/1998.

INDICAZIONI OPERATIVE PER L’ESPLETAMENTO DELLE PROVE DELL’ESAME DI STATO

Nella relazione finale di presentazione all’esame di stato al termine del primo ciclo di istruzione, andranno segnalate:

tutte le informazioni sugli strumenti compensativi e dispensativi; l’eventuale necessità di tempi più lunghi;

l’utilizzo di strumenti informatici, se utilizzati in corso d’anno;

la possibilità di avvalersi di un insegnante membro della commissione per la lettura dei testi delle prove scritte.

PROCEDURA DA SEGUIRE IN CASO DI SOSPETTO DI DIFFICOLTÀ RIFERIBILE A DSA

Nel caso in cui un docente abbia il dubbio che un suo alunno possa essere un caso di DSA, segnala il caso al dirigente e/o al referente di Istituto, e successivamente, ne convocherà i genitori, invitandoli a recarsi presso gli enti preposti (art. 3, comma 1 della legge 170) per una eventuale diagnosi del disturbo rilevato.

INDICAZIONI PER SEGNALAZIONE ALUNNI IN DIFFICOLTÀ

Quando in classe è presente un alunno il cui profilo di funzionamento suscita delle perplessità,

al fine di fare chiarezza sulle sue modalità di apprendimento, è previsto l’invio al Servizio per

l’Età Evolutiva dell’ULSS di pertinenza presso il quale un’equipe di esperti valuta l’alunno.

Le segnalazioni vanno effettuate per iscritto, non è possibile inviare direttamente i genitori al

servizio. Le schede di segnalazione, debitamente compilate, andranno inviate, tramite mail, al

dirigente che provvederà a sottoporle all'attenzione della Funzione Strumentale per l’Inclusione

che, essendo la Referente di Istituto, dovrà anche controfirmarle.

È necessario utilizzare la corretta modulistica predisposta in sede di Accordo di Programma: le

segnalazioni per il sostegno hanno priorità rispetto alle altre, anche in considerazione delle

scadenze fissate dall'Ufficio Scolastico Territoriale per la richiesta dei docenti di sostegno.

I modelli da utilizzare sono i seguenti:

richiesta di accertamento non finalizzata al sostegno: si utilizzerà la SCHEDA DI

SEGNALAZIONE SCUOLA - SERVIZI predisposta dall'ULSS e sarà inviata entro il mese di

febbraio.

richiesta di accertamento finalizzata all’assegnazione dell’insegnante di sostegno da

compilare qualora le difficoltà dell’alunno siano così importanti tanto da richiedere

accertamenti al Servizio finalizzati al sostegno: si utilizzerà la scheda SEGNALAZIONE

ALUNNO IN DIFFICOLTÀ (ART 3 ACCORDO DI PROGRAMMA) e sarà inviata entro il mese

di novembre.

Non è opportuno inviare segnalazioni per il sostegno a ridosso della fine dell'anno

scolastico in quanto non vi sono i tempi adeguati per la valutazione dell’alunno e per

predisporre l'eventuale certificazione entro i tempi previsti come stabilito dall’Accordo di

Programma.

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PROCEDURA DA SEGUIRE IN CASO DI SOSPETTO DI DIFFICOLTÀ RIFERIBILE A DSA

Nel caso in cui un docente abbia il dubbio che un suo alunno presenti difficoltà specifiche di

apprendimento riferibili a DSA, previa somministrazione di prove standardizzate in cui si

evidenzino valori distanti dalla media per età, segnala la situazione al dirigente e/o alla Funzione

Strumentale per l’Inclusione che darà indicazioni per l’iter da seguire per l’approfondimento.

Il percorso diagnostico deve essere attivato solo dopo la messa in atto da parte della scuola degli

interventi educativo-didattici previsti dalla L. 170/2010.

La scuola, quindi, deve:

verificare il tipo di difficoltà che l’alunno presenta;

mettere in atto un percorso di recupero/potenziamento;

documentare il percorso fatto e gli esiti dello stesso.

Qualora la situazione, nonostante le azioni a contrasto intraprese, non dovesse aver subito

sensibili miglioramenti è possibile sospettare un disturbo specifico di apprendimento e richiedere

la consulenza dell’ULSS. È quindi necessario stendere una relazione attestante il percorso

effettuato da allegare alla scheda di segnalazione per sospetto DSA unitamente a copia delle

prove somministrate. La scuola convoca la famiglia per illustrare il percorso effettuato con

l’indicazione di rivolgersi al Servizio per la eventuale diagnosi, consegnando il modello e la

documentazione predisposta debitamente sottoscritta.

Se l’alunno presenta un disturbo che richiede la stesura di una relazione diagnostica l’ULSS

predisporrà una certificazione in base alla L. 170/2010 che consegnerà alla famiglia e che

quest’ultima avrà cura di recapitare a scuola.

Dopo aver acquisito la diagnosi, di cui va consegnata copia in Segreteria, i docenti entro 3 mesi,

devono predisporre il Piano Didattico Personalizzato (PDP), utilizzando esclusivamente il

modello predisposto dal CTI per la Provincia di Belluno, lo condividono con la famiglia e, dopo la

firma, ne consegnano una copia in Segreteria.

Per gli alunni per i quali si dispone già della diagnosi, il PDP va predisposto annualmente entro

3 mesi dall'inizio dell'anno scolastico, quindi entro il 15 dicembre, e va consegnata copia in

Segreteria.

Nel corso dell’anno gli insegnanti:

mettono in atto le strategie didattico/educative previste da PDP;

monitorano ed eventualmente adeguano i percorsi previsti nel PDP;

si attivano per assicurare una valutazione degli apprendimenti che tenga conto della

specifica situazione soggettiva dell’alunno (art. 10 DPR 122/09);

tengono conto, anche in sede di esame di Stato, delle caratteristiche di apprendimento

del ragazzo e dell’eventuale uso di strumenti compensativi/dispensativi.

Per quanto riguarda le prove INVALSI, ogni anno vengono fornite specifiche indicazioni.

PROCEDURA DA SEGUIRE IN CASO DI ALUNNI BES

L’insegnante non deve appropriarsi di competenze cliniche ma rispettare le modalità di

apprendimento di tutti i suoi alunni. Per fare questo dovrà facilitare il percorso educativo-

didattico di ognuno individuando le strategie più idonee da formalizzare attraverso la redazione

del PDP per BES (vedi sopra). Il PDP va predisposto entro 3 mesi dall'inizio dell'anno

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scolastico, quindi entro il 15 dicembre, e va consegnato in Segreteria. Ha validità annuale e va

eventualmente riconfermato all’inizio di ogni anno scolastico.

In sintesi… quando adottare un PDP.

Il team docenti/Consiglio di classe può

decidere di impiegare un apprendimento

personalizzato ed eventualmente

formalizzarlo in un PDP per BES, utile

soprattutto se il livello di personalizzazione

impone adeguamenti alle modalità di

valutazione (interrogazioni, verifiche, esami,

…).

L’alunno presenta bisogni educativi

speciali evidenti.

Il team docenti/Consiglio di classe può

procedere alla personalizzazione

dell’apprendimento formalizzando un PDP per

BES. Se non lo ritiene opportuno ne

verbalizzerà le motivazioni.

L’alunno non è certificabile ai sensi

della L.170/2010 perché non rientra

nei criteri diagnostici, ma presenta

difficoltà di apprendimento.

Il team docenti/Consiglio di classe deve

formulare un PDP e condividerlo con la

famiglia.

L’alunno possiede una certificazione

ai sensi della Legge 170/2010.

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DEVE

PUÒ

DI

CLASSE

PUÒ

PUÒ

PDP

PDP

PDP

PEI

Riassumendo…

DISABILITÀ CERTIFICAZIONE

L. 104/92

DEVE

DSA

SEGNALAZIONE CERTIFICAZIONE

LEGGE 170/2010

ADHD; FIL;

DISTURBI EVOLUTIVI

SPECIFICI; ALTRI DISTURBI

DIAGNOSI CLINICA

DISAGIO

PROBLEMI FAMILIARI

RELAZIONE ULSS

SERVIZI SOCIALI

DIFFICOLTÀ SVANTAGGIO

SOCIO-ECONOMICO, LINGUISTICO,

CULTURALE

SENZA DIAGNOSI O

RELAZIONE

ALUNNI STRANIERI

PROTOCOLLO PER L’ACCOGLIENZA, L’INTEGRAZIONE E LA VALUTAZIONE DEGLI ALUNNI STRANIERI

L’ISCRIZIONE

Per l’iscrizione degli alunni stranieri la normativa vigente (D.P.R. 394/99) prevede quanto segue:

i minori stranieri hanno diritto all’istruzione indipendentemente dalla regolarità della

posizione in ordine al loro soggiorno e sono soggetti all’obbligo scolastico; l’iscrizione dei minori stranieri può essere richiesta in qualunque periodo dell’anno

scolastico; i minori stranieri privi di documentazione anagrafica ovvero in possesso di

documentazione irregolare sono iscritti a tutti gli effetti.

ALUNNO CON…

PDP

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Nell’ambito dell’Istituto ogni anno il Collegio docenti individua al proprio interno almeno due

docenti incaricati dell’accoglienza/integrazione degli alunni stranieri, possibilmente appartenenti a diversi ordini scolastici.

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Analogamente anche la Segreteria individua un proprio referente per l’iscrizione degli alunni stranieri. All’atto dell’iscrizione questi contatta gli insegnanti incaricati per fissare un incontro di accoglienza tra gli stessi, l’alunno straniero e i suoi genitori. In questa fase vengono richiesti i documenti di tipo scolastico e fiscale necessari per l’iscrizione.

La Segreteria e l’insegnante referente del CTI avranno cura, se necessario e nei limiti delle risorse disponibili, di contattare anche un mediatore linguistico. All’incontro potrebbe, se possibile e previsto dall’Istituto, partecipare anche un operatore dell’Ufficio Servizi Sociali del Comune. Il giorno dell’incontro di accoglienza verrà anche perfezionata l’iscrizione a cura della Segreteria.

L’INCONTRO DI ACCOGLIENZA DELL’ALUNNO E DELLA SUA FAMIGLIA

Durante l’incontro gli insegnanti incaricati dell’accoglienza: si informano sulla situazione familiare, il progetto migratorio, ecc…;

si informano sulla storia personale e scolastica, la situazione linguistica e le competenze, abilità, livelli di preparazione dell’alunno, compilando le schede informative predisposte nell’ambito dell’Istituto;

presentano all’alunno e alla sua famiglia la scuola (organizzazione, docenti, orari, regolamento, responsabilità delle famiglie…) consegnando, se necessario, l’opuscolo informativo nella lingua d’origine redatto dal CTI (albanese, cinese, arabo, portoghese, russo);

concordano con la famiglia la data dell’inserimento a scuola.

L’inserimento avverrà dopo alcuni giorni, il tempo strettamente necessario (e non comunque superiore ai dieci giorni) per:

decidere la classe in cui l’alunno verrà inserito (secondo i criteri elencati al paragrafo successivo);

permettere agli insegnanti di classe di preparare l’accoglienza.

L’operatore dei SERVIZI SOCIALI, se presente, informa sui servizi collegati al mondo scolastico stesso: trasporto, mensa, servizio sanitario, attività pomeridiane.

L’INSERIMENTO NELLA CLASSE

L’alunno viene iscritto in linea generale alla classe corrispondente all’età anagrafica, ma può essere inserito anche in una classe immediatamente inferiore rispetto a quella corrispondente all’età anagrafica sulla base dei seguenti criteri: accertamento delle competenze, abilità e livelli di preparazione dell’alunno (che non riguarderà

tanto il livello di padronanza della lingua italiana, quanto l’area logico-matematica e altre abilità trasversali, anche grafico-pittoriche e manipolative…); ordinamento degli studi del Paese di provenienza dell’alunno;

corso di studi eventualmente seguito dall’alunno nel Paese di provenienza (scolarizzazione regolare oppure irregolare, mancata scolarizzazione…); titolo di studio eventualmente posseduto dall’alunno; eventuale trasferimento non da un altro Paese, ma da un’altra scuola italiana;

data di iscrizione: in particolare, se l’iscrizione avviene dal secondo quadrimestre, l’alunno può essere inserito nella classe inferiore rispetto a quella corrispondente all’età anagrafica e verranno valutati i progressi rispetto alla situazione di partenza per quello specifico periodo, che verrà considerato prioritariamente come “percorso di accoglienza e di integrazione”.

Qualora vi siano più sezioni, per la scelta della classe si dovranno tenere presenti i seguenti

criteri: 1. numero totale degli alunni della classe; 2. numero di alunni stranieri già inseriti;

3. numero di alunni con certificazione di handicap e in situazione di svantaggio;

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4. dinamiche relazionali all’interno della classe.

È auspicabile non separare a priori alunni della stessa lingua madre.

Sulla base di tali criteri la Commissione accoglienza decide la classe di inserimento.

La Commissione accoglienza è composta dal Dirigente scolastico o dal Collaboratore vicario e dagli insegnanti incaricati dell’accoglienza/integrazione alunni stranieri, come individuati dal Collegio Docenti. Gli insegnanti che curano l’accoglienza, compatibilmente con il proprio orario di servizio, hanno il compito di:

redigere il verbale dell’incontro;

comunicare la data di ingresso in classe del nuovo alunno e presentare ai docenti (team, consiglio di classe..) il nuovo inserimento con le motivazioni della decisione;

dare consulenza per la preparazione dell’accoglienza; essere presenti per accogliere l’alunno e i suoi genitori il primo giorno di scuola;

incontrare di nuovo gli insegnanti dopo un mese dall’inserimento.

L’inserimento nella classe: suggerimenti operativi

1. Preparare gli alunni ad accogliere il nuovo compagno. Ricordare che i compagni sono i protagonisti dell’accoglienza, non comparse.

2. Predisporre il banco con un segno di benvenuto (il suo nome, un disegno dei compagni, un messaggio nella lingua madre…).

3. Prestare molta attenzione alla comunicazione non verbale.

4. Utilizzare un linguaggio chiaro e semplificato, avvalendosi anche del tono di voce e dei gesti nel proporre le varie attività.

5. Indicare l’inizio e la fine delle attività in modo da fornire punti di riferimento chiari. 6. Privilegiare, quando è possibile, la comunicazione a due o in piccoli gruppi. 7. Rispettare la fase del silenzio, non forzare i tempi della comunicazione.

8. Non sommergere l’alunno di messaggi, ma utilizzare poche espressioni ricorrenti e ben scelte che favoriscono l’interazione.

Un’accoglienza “amichevole” si può anche concretizzare nell’individuazione per ogni nuovo alunno straniero di un bambino italiano – o immigrato di vecchia data - che svolga la funzione di tutor, di “compagno di viaggio” specialmente nei primi tempi.

LA PROGRAMMAZIONE E LA VALUTAZIONE

La normativa vigente prevede che i docenti possano definire “il necessario adattamento dei programmi di insegnamento” (D.P.R. 394/99 e D.P.R.122/99) sulla base delle osservazioni e delle prove d’ingresso somministrate durante il primo periodo di frequenza scolastica. Ciascun docente nella programmazione individualizzata dovrà indicare:

gli obiettivi minimi non generici e coerenti con la situazione di partenza dell’alunno (es. non “saper leggere”, ma “saper leggere una frase semplice”);

i contenuti essenziali; i criteri di valutazione.

Alla programmazione individualizzata consegue una valutazione individualizzata.

Per i neo-arrivati è opportuno considerare l’eventualità di sospendere per un periodo le materie che richiedono la conoscenza di un linguaggio specifico e l’uso dell’italiano come lingua dello

studio come ad esempio storia, scienze… Per gli alunni inseriti da più anni è necessario provvedere all’organizzazione di laboratori per la lingua dello studio nelle varie discipline perché la conoscenza della lingua della comunicazione non è prerequisito sufficiente. Per gli alunni che, per età anagrafica, dovrebbero essere inseriti in classe terza della secondaria di I grado diviene prioritaria l’alfabetizzazione all’italiano come L2 piuttosto che i

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contenuti e le competenze specificatamente disciplinari necessari per l’esame di licenza. Per queste situazioni, caso per caso e in condivisione con il Consiglio di Classe e la famiglia, va studiato un percorso iniziale di alfabetizzazione linguistica; infatti, solo dopo aver raggiunto una competenza linguistica di base (corrispondente ad un livello A2 del quadro comune di riferimento del Consiglio Europeo necessario per poter sostenere l’esame di licenza), si può procedere ad una fruizione sicura e dignitosa dei diversi contenuti e contesti disciplinari. Per gli alunni iscritti dal secondo quadrimestre in poi la valutazione potrà essere espressa con il solo giudizio, relativo alla rilevazione dei progressi ottenuti nel periodo di effettiva frequenza.

L’Istituto, con delibera del Collegio Docenti del 30 giugno 2011, ha adottato per tutti gli alunni

stranieri frequentanti le scuole dell’Istituto, dall’Infanzia alla Secondaria di primo grado, il PROGRAMMA EDUCATIVO PERSONALIZZATO PER ALUNNI STRANIERI. Tale documento, comune a tutti gli Istituti appartenenti alla rete del CTI di Belluno, permette una rilevazione più chiara e obbiettiva delle conoscenze e abilità possedute e/o raggiunte dall’alunno, una valutazione in itinere periodica (inizio anno scolastico, fine primo quadrimestre e finale) e condivisa da tutti gli insegnanti che operano con l’alunno e una più facile individuazione delle abilità da consolidare nel breve e lungo periodo. Risulta essere, inoltre, un valido strumento di veicolazione di informazioni e comunicazioni anche in caso di trasferimento dell’alunno sia all’interno dell’Istituto che in altra sede scolastica. Relativamente alla valutazione, come previsto dalle Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri del 2014, i minori con cittadinanza non italiana sono valutati nelle forme e nei modi previsti per i cittadini italiani. Pertanto agli alunni stranieri si applicano tutte le disposizioni previste dal regolamento sopra citato, tra cui l’attribuzione delle tutele specifiche previste dalle norme se lo studente è affetto da disabilità certificata L.104/2012 o da disturbo

specifico dell’apprendimento L.170/2010 o presenta altre difficoltà ricomprese nella direttiva sui bisogni educativi speciali del 27/12/2012. La normativa d’esame non permette di differenziare formalmente le prove per gli studenti stranieri, ma solo per gli studenti con bisogni educativi speciali certificati o comunque forniti di un piano didattico personalizzato (PDP per BES). E’ importante che anche nella relazione di presentazione della classe all’esame di Stato, vi sia un’adeguata presentazione degli studenti stranieri e delle modalità con cui si sono svolti i rispettivi percorsi di inserimento e apprendimento scolastico. Nel colloquio orale possono essere valorizzati contenuti relativi alla cultura e alla lingua del Paese d’origine.

IL DOCENTE – IL TEAM – IL CONSIGLIO DI CLASSE

Favorisce l’integrazione nella classe con attività intenzionali e programmate. Utilizza metodi e strumenti che favoriscono la cooperazione e l’intercultura. Individua modalità di semplificazione o facilitazione linguistica per ogni disciplina.

Rileva i bisogni specifici di apprendimento ed elabora una programmazione individualizzata.

Diversifica i materiali da utilizzare ricorrendo ai materiali a disposizione e anche alla rete internet.

Utilizza materiale a disposizione nell’Istituto senza chiedere alla famiglia l’immediato acquisto dei testi scolastici: l’adozione dei testi NECESSARI potrà avvenire in tempi successivi.

Rivede e aggiorna gli obiettivi nel corso dell’anno.

Nella valutazione finale considera i processi di apprendimento, il raggiungimento degli obiettivi personalizzati e le valutazioni intermedie.

È opportuno provvedere alla nomina di un docente “tutor”, facente parte della classe, che accoglie l’alunno straniero e che si occupi di coordinare l’inserimento (rapporti con la famiglia, definizione di obiettivi, coordinamento delle attività di alfabetizzazione linguistica,

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ecc.). La scelta di un tutor risulta necessaria perevitare la “frammentazione” di molteplici interventi ed offrire all’alunno, nel suo percorso, una figura di riferimento. È auspicabile l’uso di un’agenda/registro di lavoro per ogni alunno al quale venga proposto un percorso individualizzato, nel quale gli insegnanti, che offrono ore di disponibilità per l’insegnamento dell’italiano, registrino sinteticamente contenuti e tipo di attività svolti giorno per giorno. Tale strumento consente agli insegnanti di operare in un’unica direzione e di far conoscere agli insegnanti di classe il percorso fatto al fine di una valutazione finale più completa e obiettiva.

LA COMMISSIONE INTEGRAZIONE – INTERCULTURA

Nell’Istituto Comprensivo di Mel è prevista la costituzione della Commissione Integrazione- Intercultura, che si occupa dell’accoglienza ed integrazione degli alunni stranieri e dell’educazione interculturale. La Commissione:

negli Istituti Comprensivi è composta dalla Funzione Strumentale, dal Referente del CTI e dai docenti rappresentanti i vari plessi scolastici (che diventano referenti di plesso per l’intercultura);

nelle scuole secondarie di primo e secondo grado è composta dalla funzione Strumentale, dal Referente del CTI ed è auspicabile la partecipazione di un insegnante per area disciplinare;

programma specifici interventi di insegnamento dell’italiano come L2 e di recupero delle difficoltà scolastiche, utilizzando le risorse interne e i finanziamenti a disposizione;

opera un monitoraggio costante della situazione numerica e della validità dei progetti

avviati; programma l’Educazione interculturale per tutti gli alunni;

attua un percorso di autoformazione relativamente a tecniche e metodologie per l’insegnamento dell’italiano come L2;

analizza e propone materiale didattico-operativo per facilitare l’inserimento e l’integrazione nelle attività della classe di appartenenza e nel plesso/Istituto;

mantiene un collegamento con gli insegnanti del plesso/Istituto di appartenenza

mettendo a disposizione di tutti i materiali condivisi e creando in ogni scuola uno “scaffale interculturale”.

ALUNNI ADOTTATI

PROTOCOLLO PROVINCIALE PER L'INSERIMENTO E L’INCLUSIONE SCOLASTICA DEL

BAMBINO ADOTTATO

PREMESSA

La scuola rappresenta un punto centrale nello sviluppo e nella crescita dei bambini. È il contesto dove,

oltre ad apprendere e sviluppare le proprie capacità cognitive, ci si relaziona con i pari, arricchendo

giorno dopo giorno la consapevolezza del sé attraverso la sperimentazione della dimensione

relazionale. Inoltre l’incontro con gli insegnanti, nuove figure adulte non appartenenti alla famiglia,

permette ai bambini di stabilire nuovi legami di affezione e di attaccamento. Possiamo dire perciò

che il bambino nell’inserimento a scuola, affronta un nuovo mondo e si impegna su tutte le dimensioni

dello sviluppo evolutivo. Se ciò è vero per tutti i bambini lo è a maggior ragione per i bimbi adottati.

Il bambino che giunge in adozione è un bimbo che porta con sé alcune fragilità, spesso non ha il

riconoscimento del proprio valore e questo può comportare all’inizio difficoltà relazionali e di

comprensione sia linguistica che cognitiva. È un bambino che deve velocemente adattarsi a nuove

regole, abitudini del mondo sociale e ricostruire in toto i suoi nuovi riferimenti relazionali e

affettivi.

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Facendo seguito alle Linee Guida per l’accoglienza e l’inserimento scolastico del bambino adottato elaborate in Provincia di Belluno nel 2008, si è ritenuto di inserire all’interno dell’attuale programmazione regionale PTVA (Programmazione Territoriale Veneto Adozioni), così come articolata per il territorio bellunese, un ulteriore approfondimento su questa tematica. E’ stato, quindi, attivato, per l’anno scolastico 2013/2014 un tavolo di lavoro aperto a tutti gli insegnanti referenti per l’adozione, con l’obiettivo di elaborare un protocollo operativo e definire modalità condivise ed uniformi per tutte le scuole del territorio provinciale in tema di accoglienza ed inclusione di bambini adottati. A tale gruppo di lavoro, condotto dalle assistenti sociali delle équipe adozioni dell’ULSS 1 e 2 e da una consulente pedagogista esperta di scuola ed adozione, hanno aderito gli Istituti Comprensivi 2 e 3 di Belluno, Ponte nelle Alpi, Longarone, Puos d’Alpago, Pieve di Cadore,

Sedico, Mel e il circolo didattico di Feltre; hanno inoltre partecipato le scuole dell’infanzia di Cusighe (BL) e di Valle di Cadore. Il seguente Protocollo, sottoscritto dai dirigenti rappresentanti della scuola e delle aziende ULSS 1 e 2, è da ritenersi linea di indirizzo per gli istituti scolastici di ogni ordine e grado della Provincia di Belluno.

Nell'inserimento scolastico del bambino adottato si possono individuare tre fasi:

prima della frequenza scolastica; inserimento nella classe – prima accoglienza; accoglienza permanente ed inclusione.

Le Linee Guida per l'accoglienza e l'inserimento del bambino adottato del 2008 introducono la figura dell'insegnante “referente all'adozione” negli Istituti Scolastici della Provincia di Belluno. Questo insegnante si fa carico dei rapporti con le famiglie dei bambini adottati, del raccordo con il dirigente scolastico, con gli insegnanti di classe del bambino e con i servizi coinvolti (équipe adozioni ULSS, Enti Autorizzati) Lo stesso, che ha una formazione sul tema dell'adozione, ha il compito di informare sulle peculiarità dell'adozione i colleghi, il personale di segreteria e il personale ausiliario, ossia le varie figure che entrano in contatto con il bambino adottato e con la sua famiglia e coordinare eventuali strategie d'intervento.

1. PRIMA DELLA FREQUENZA SCOLASTICA

Al momento della richiesta di informazioni da parte dei genitori alla scuola, il personale di segreteria informerà la famiglia che l’Istituto segue Le linee guida per l’accoglienza e l’inserimento scolastico del bambino adottato (Ulss 1 e 2 ) e il protocollo d’intesa DGR N. 2497 del 29/12/2011 (Allegato C) Regione Veneto e metterà in contatto la famiglia con l’insegnante referente per l’adozione. L’iscrizione avverrà nel rispetto della normativa vigente, tenendo conto della numerosità e

dell’organizzazione delle classi. Il Dirigente Scolastico in base al protocollo regionale, d’intesa con la famiglia, potrà valutare di iscrivere l’alunno alla classe immediatamente precedente a quella corrispondente alla sua età anagrafica o di posticipare di un anno, in casi eccezionali e debitamente documentati, l’iscrizione alla prima classe di scuola primaria, a norma dell’art. 114, comma 5, del decreto legislativo n. 297/1994 e successivi chiarimenti del 21/02/2014.

La tabella illustra le tappe da seguire prima della frequenza scolastica.

TEMPI SOGGETTI

COINVOLTI

AZIONI NOTE

Primo contatto Su richiesta, in Genitori , Consegna PTOF Da inserire nel

della famiglia con qualsiasi insegnanti e/o sintetico PTOF sintetico

la scuola momento segreteria un’informativa

sull’adozione

(dove non c’è)

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Primo Incontro Preferibilmente

prima

dell’iscrizione a

scuola

Genitori e

referente

scolastico

all’adozione

Raccolta

informazioni per

una prima

conoscenza

Modulo per la

rilevazione dei

dati del bambino

Secondo Incontro Prima della Referente Individuazione Una volta

frequenza scolastico classe di individuata la

scolastica all’adozione e frequenza ed classe di

Dirigente iscrizione frequenza il

Scolastico referente

scolastico

all’adozione

trasmetterà le

informazioni

raccolte agli

insegnanti

Terzo incontro Prima della Insegnanti di Presentazione del

frequenza classe e genitori bambino e

scolastica con eventuale condivisione del

presenza del percorso

referente scolastico

scolastico

all’adozione

2. INSERIMENTO NELLA CLASSE E PRIMA ACCOGLIENZA

Sarà cura degli insegnanti predisporre adeguate attività di preparazione della classe all’arrivo del bambino adottato, avvalendosi anche del materiale elaborato da insegnanti ed operatori che hanno frequentato il percorso di formazione sull’adozione organizzato dalle Aziende ULSS 1 e 2, nell’ambito del progetto Veneto Adozioni. Tutto il materiale è reperibile sul sito dell’ UST di Belluno nella sezione Scuola ed Adozione. Come previsto dal protocollo regionale, scuola e famiglia, tenendo conto che l’inserimento a

scuola del bambino avviene con gradualità, stabiliranno i tempi e i modi più adeguati per iniziare la frequenza scolastica. Con il consenso della famiglia gli insegnanti potranno avvalersi della consulenza degli operatori delle équipe adozioni territoriali o degli enti autorizzati che seguono il bambino nel percorso del post-adozione.

TEMPI SOGGETTI

COINVOLTI

AZIONI NOTE

Preparazione Dalla Insegnanti, Utilizzo di Vedi materiale:

della classe se il comunicazione alunni ed strategie per Dispensa *“Il

bambino arriva in dell'ingresso del eventualmente l’accoglienza e la bambino adottivo

un gruppo classe bambino in classe famiglie conoscenza va a scuola”

già formato reciproca Dispensa* “La

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Predisposizione di Dall'inizio della

scuola che

un contesto frequenza accoglie il

favorevole scolastica bambino adottivo”

all'accoglienza

Inserimento del Con orario Genitori, Predisposizione

bambino a scuola scolastico insegnanti e orario flessibile

giornaliero e/o Dirigente

settimanale Scolastico

ridotto

Osservazione e Primi tre mesi Insegnanti, Incontri di

monitoraggio dall’inserimento alunno, referente monitoraggio

dell’inserimento scolastico

all’adozione,

genitori ed

eventuale

collaborazione con

i Servizi coinvolti

3. ACCOGLIENZA PERMANENTE ED INCLUSIONE

Per favorire l’inclusione lungo tutto il percorso scolastico dell’alunno adottato la tabella sintetizza quanto raccolto nelle buone prassi individuate e documentate dal gruppo degli insegnanti che hanno frequentato i corsi di formazione sull’adozione.

La tabella è da intendersi non come successione di azioni, ma come percorso circolare.

TEMPI SOGGETTI

COINVOLTI

D

I

AZIONI NOTE

Garantire un

ambiente fisico e

relazionale

“sufficientemente

prevedibile” per il

bambino

Tutto il percorso

scolastico

Insegnanti,

alunno e

genitori

D

A

T

T

I

C

A

P

E

R

S

O

1) Scansione

del tempo

scuola

2) Conoscenza

del ruolo degli

operatori

scolastici

Per il

contenimento

dell’ansia

Creare

appartenenza

attraverso la storia

del gruppo classe

Tutto il percorso

scolastico

Insegnanti e

alunni

Garantire

all’interno del

percorso

scolastico

momenti

dedicati

Dispensa *“La

scuola incontra

l'adozione”

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Trattare tematiche

legate

all'adozione. (es.

diversi tipi di

famiglia, la storia

personale, i diritti

dei bambini,

ecc...)

Tutto il percorso

scolastico

Insegnanti,

alunni e genitori

N

A

L

I

Z

Z

A

T

Creazione di

specifiche unità

didattiche

Dispensa *“La

scuola incontra

l'adozione”

Dispensa “La

scuola che

incontra il

bambino

adottivo”

Osservazione e 1) Tutto il Insegnanti, A

Incontri

monitoraggio del percorso scolastico alunno, calendarizzati

percorso scolastico 2) In particolare in referente e/o a richiesta

fase di passaggio scolastico

di ordine di scuola all’adozione,

genitori ed

eventuali

operatori di

servizi o enti

coinvolti

Valutazione delle Tutto il percorso Insegnanti

Strumenti di Vedi

competenze scolastico valutazione documentazione

BES*

*Materiale consultabile sul sito dell’UST di Belluno all’indirizzo:

http://www.istruzionebelluno.net/sito/index.php/materiali-scuola-adozionibis

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Piano Annuale per l’Inclusione

A. Rilevazione dei BES presenti: n°

1. disabilità certificate (Legge 104/92 art. 3, commi 1 e 3)

minorati vista /

minorati udito /

Psicofisici 35

2. disturbi evolutivi specifici

DSA 34

ADHD/DOP /

Borderline cognitivo /

Altro - BES 29 3. svantaggio (indicare il disagio prevalente)

Socio-economico

Linguistico-culturale

Disagio comportamentale/relazionale

* Data la situazione socio – economica che si è venuta a creare con lo stato di emergenza non si sono potuti valutare gli elementi relativi al 3° punto

Totali 98

% su popolazione scolastica 15.07

N° PEI redatti dai GLHO 35

N° di PDP redatti dai Consigli di classe in presenza di certificazione sanitaria

34

N° di PDP redatti dai Consigli di classe in assenza di certificazione sanitaria

29

B. Risorse professionali specifiche Prevalentemente utilizzate in… Sì / No

Insegnanti di sostegno Attività individualizzate e di piccolo gruppo

Attività laboratoriali integrate (classi aperte, laboratori protetti, ecc.)

AEC Attività individualizzate e di piccolo gruppo

Attività laboratoriali integrate (classi aperte, laboratori protetti, ecc.)

Assistenti alla comunicazione Attività individualizzate e di piccolo gruppo

Attività laboratoriali integrate (classi aperte, laboratori

protetti, ecc.)

Funzioni strumentali / coordinamento Sì

Referenti di Istituto (disabilità, DSA, BES)

Psicopedagogisti e affini esterni/interni

Docenti tutor/mentor

Altro:

Altro:

Parte I – analisi dei punti di forza e di criticità

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C. Coinvolgimento docenti curricolari Attraverso… Sì / No

Coordinatori di classe e simili

Partecipazione a GLI Sì

Rapporti con famiglie Sì

Tutoraggio alunni No

Progetti didattico-

educativi a prevalente tematica inclusiva

Altro:

Docenti con specifica formazione

Partecipazione a GLI Sì

Rapporti con famiglie Sì

Tutoraggio alunni No

Progetti didattico- educativi a prevalente tematica inclusiva

Altro:

Altri docenti

Partecipazione a GLI Sì

Rapporti con famiglie Sì

Tutoraggio alunni No

Progetti didattico- educativi a prevalente tematica inclusiva

Altro:

D. Coinvolgimento personale

ATA

Assistenza alunni disabili Sì

Progetti di inclusione / laboratori integrati

No

Altro: Sì

E. Coinvolgimento famiglie

Informazione /formazione su genitorialità e psicopedagogia dell’età evolutiva

Coinvolgimento in progetti di inclusione

Coinvolgimento in attività di promozione della comunità educante

Altro: Sì

F. Rapporti con servizi

sociosanitari territoriali e istituzioni deputate alla sicurezza. Rapporti con CTS / CTI

Accordi di programma / protocolli di intesa formalizzati sulla disabilità

Accordi di programma / protocolli di intesa formalizzati su disagio e simili

Procedure condivise di intervento sulla disabilità

Procedure condivise di intervento su disagio e simili

Progetti territoriali integrati Sì

Progetti integrati a livello di singola scuola

Rapporti con CTS / CTI Sì

Altro:

G. Rapporti con privato

sociale e volontariato

Progetti territoriali integrati Sì

Progetti integrati a livello di singola scuola

Progetti a livello di reti di scuole

H. Formazione docenti

Strategie e metodologie educativo- didattiche / gestione della classe

Rinviato

Didattica speciale e progetti educativo-didattici a prevalente

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tematica inclusiva

Didattica interculturale / italiano L2 Sì

Psicologia e psicopatologia dell’età

evolutiva (compresi DSA, ADHD, ecc.)

Progetti di formazione su specifiche disabilità (autismo, ADHD, Dis. Intellettive, sensoriali…)

Altro: Dislessia amica - AID Sì

Sintesi dei punti di forza e di criticità rilevati*: 0 1 2 3 4

Aspetti organizzativi e gestionali coinvolti nel cambiamento inclusivo

x

Possibilità di strutturare percorsi specifici di formazione e aggiornamento degli insegnanti

x

Adozione di strategie di valutazione coerenti con prassi inclusive; x

Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’interno della scuola

x

Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’esterno della scuola, in rapporto ai diversi servizi esistenti;

x

Ruolo delle famiglie e della comunità nel dare supporto e nel partecipare alle decisioni che riguardano l’organizzazione delle attività educative;

x

Sviluppo di un curricolo attento alle diversità e alla promozione di percorsi formativi inclusivi;

x

Valorizzazione delle risorse esistenti x

Acquisizione e distribuzione di risorse aggiuntive utilizzabili per la realizzazione dei progetti di inclusione

x

Attenzione dedicata alle fasi di transizione che scandiscono l’ingresso nel sistema scolastico, la continuità tra i diversi ordini di scuola e il successivo inserimento lavorativo.

x

Altro:

Altro:

* = 0: per niente 1: poco 2: abbastanza 3: molto 4 moltissimo

Adattato dagli indicatori UNESCO per la valutazione del grado di inclusività dei sistemi scolastici

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PUNTI DI FORZA PUNTO DI CRITICITA’

L’utilizzo di strumenti mirati nel corso degli

anni ha affinato la capacità di individuazione delle difficoltà di apprendimento;

Molti alunni vengono inviati al Servizio per l’Età Evolutiva per approfondimenti;

Buoni rapporti, improntati sul dialogo e la

collaborazione, con i Servizi dell’ULSS del

territorio; Molti alunni conseguono una certificazione in

base alla L. 104/1992 e L. 170/2010; Predisposizione di accurata documentazione;

Prassi consolidate relativamente alle varie documentazioni da predisporre;

Presenza pluriennale di figure di riferimento stabili per tutti i docenti in materia di inclusione;

Consolidamento delle attività del GLO;

Collaborazione con CTI e CTS.

Tempi lunghi di risposta del Servizio

per l’Età Evolutiva dell’ULSS per continuo turnover dello psicologo del territorio;

Continuo turnover di insegnanti di sostegno con nomine tardive;

Nomine di insegnanti di sostegno non specializzati.

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Modalità educative e metodi d’insegnamento condivisi tra insegnanti curricolari e di sostegno che passa anche attraverso una raccolta di buone prassi inclusive.

Azioni ipotizzate:

Attività di formazione su: - Lettura e decodifica degli strumenti valutativi/diagnostici; - Gestione della classe in ottica inclusiva; - Strumenti e metodologie a supporto delle diversità.

Adottare modalità inclusive condivise al fine di creare percorsi didattici rispettosi delle

caratteristiche di apprendimento dei singoli alunni. Migliorare il livello di inclusività delle classi: diffondere tra gli alunni una maggiore

consapevolezza sul profilo di funzionamento di ognuno, per favorire la comprensione e il rispetto dei bisogni educativi speciali di tutti e di ciascuno.

Migliorare le modalità comunicative con le famiglie con l’obiettivo di stabilire un’alleanza educativa efficace.

Approvato dal Gruppo di Lavoro per l’Inclusione in data 23.06.2017 Deliberato l’aggiornamento dal Collegio dei Docenti in data 29.06.2020

Parte II – Obiettivi di incremento dell’inclusività proposti per il prossimo anno