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Vicovaro (RM) Nella media valle del fiume Aniene, più precisa- mente nel tratto compreso tra questo e il fiume Empiglione (fig. 1), affiora una sequenza molto spessa e complessa di epiclastiti, tufiti, debris flow, A p p e n d i c e II: A p p e n d i c e II: descriz descriz ione dei principali af ione dei principali af fioramenti vulcanici autoctoni fioramenti vulcanici autoctoni Vengono qui trattati con un certo dettaglio gli affioramenti vulcanici dell’Appennino Laziale-Abruzzese che presentano caratteristiche riconducibili ad un’origine locale. Fig . 1 - Carta geolitologica dei depositi vulcanici della media Valle dell’Aniene tra Tivoli e Vicovaro. In viola è rappresentata la formazione delle pozzolane nere, ascrivibili a flusso piroclastico. - Geolithological map of the volcanic deposits of the Middle Aniene Valley between the Tivoli and Vicovaro villages. Purple color indicates the black pozzolane formation, attributa- ble to a pyroclastic flow.

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Vicovaro (RM)

Nella media valle del fiume Aniene, più precisa-mente nel tratto compreso tra questo e il fiume

Empiglione (fig. 1), affiora una sequenza molto spessa e complessa di epiclastiti, tufiti, debris flow,

A p p e n d i c e II:A p p e n d i c e II:descrizdescriz ione dei principali afione dei principali af fioramenti vulcanici autoctonifioramenti vulcanici autoctoni

Vengono qui trattati con un certo dettaglio gli affioramenti vulcanici dell’Appennino Laziale-Abruzzeseche presentano caratteristiche riconducibili ad un’origine locale.

Fig. 1 - Carta geolitologica dei depositi vulcanici della media Valle dell’Aniene tra Tivoli e Vicovaro. In viola è rappresentata la formazione delle pozzolanenere, ascrivibili a flusso piroclastico.

- Geolithological map of the volcanic deposits of the Middle Aniene Valley between the Tivoli and Vicovaro villages. Purple color indicates the black pozzolane formation, attributa-ble to a pyroclastic flow.

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paleosuoli e air fall: una sequenza tanto varia epotente certamente non è prossimale e copre unintervallo cronologico molto lungo.

Al di sopra di questa sequenza, giacciono lepozzolane nere di Vicovaro (fig. 2): si tratta di uncorpo costituito da tre unità di flusso, varianti dacoerenti a saldate, contraddistinte da vistose ecomplesse strutture colonnari (jointing), indicantiun’unica unità di raffreddamento (ben espostanella cava di tufo “Zi Antoni”: figura 3). Si trattadi un flusso pomiceo con matrice cineritica dicolore grigio scuro, differenziato verso la base ove si riscontrano sia facies saldate con fiammesia facies non saldate a granulometria più fine,interpretabili come depositi da surge. Il grosso deldeposito è formato da singole unità di flusso finoa 10-15 m di spessore, il che fa ritenere questa unazona di accumulo piuttosto che un lembo distale.Il corpo piroclastico potrebbe essere relativamen-te prossimale, poiché questo tipo di flusso piro-clastico tende a formare plateaux molto estesi:

non sembra vi sia continuità tra questo affio-ramento e quelli noti dei Colli Albani, ove si trovano imponenti flussi piroclastici.

Le relazioni stratigrafiche tra le due sequenzedescritte non sono esposte, né esiste una relazio-ne genetica o litologica.

La mineralogia essenziale delle pozzolane neredi Vicovaro comprende: clinopirosseno, leucite,sanidino, ed è notevole la presenza di olivina ingrossi fenocristalli.

La litologia più rappresentativa (fig. 4) è costi-tuita da un tufo scoriaceo, da grigio nerastro finoa marrone, compatto, con abbondanti frammentilitici della granulometria del lapillo fine. La matri-ce è cineritica, leggermente vescicolata, con pre-senza di mica e analcime. Sono presenti piccolescorie di diametro fino a 1 cm. Oltre alle pomicied alle scorie juvenili, sono visibili clasti sedimen-tari, mentre sembrano assenti i tipici ejecta metasomatici, gli skarn e i clasti connati, che sonoabbondanti invece ai Colli Albani.

Litologicamente queste facies sono del tuttosimili a quelle di Colle Rosso.

Fig. 2 - Colonna stratigrafica delle pozzolane nere di Vicovaro. Sono indi-cati i livelli da cui sono stati prelevati i campioni utilizzati per le analisimineralogiche e chimiche del presente lavoro.- Stratigraphic section of the black pozzolane of Vicovaro. Sampling levels for themineralogical and chemical analyses reported in this paper are indicated.

Fig. 3 - Particolare delle pozzolane nere di Vicovaro.Nella cava di tufo “Zi Antoni”, le diverse unità di flusso mostrano una dis-posizione a raggiera (“intavolatura”) del jointing colonnare che indica unraffreddamento contemporaneo dell’intero insieme.- Detail of the black pozzolane of Vicovaro.In the “Zi Antoni” tuff quarry, the various flow unities show a radial pattern (“enta-bleture”) of the columnar jointing that indicates a contemporaneous cooling of the wholerock.

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Colle Rosso (RM)

L’affioramento vulcanico di Colle Rosso,nei pressi di Subiaco (fig. 5), è costituto dauna sequenza di tufi con una potenza mas-sima stimata di circa 12 metri. Si tratta dipiroclastiti in giacitura primaria non rima-neggiate. La sequenza vulcanica poggia suuna terra rossa argillosa.

Dal basso in successione verso l’alto sihanno (fig. 6):

1) un tufo cineritico a lapilli;2) un flusso piroclastico principale con

chiare strutture colonnari da contrazione(fig. 7).

Il flusso piroclastico ha una porzionebasale più saldata di colore marrone, for-temente alterata, leggermente vescicolata,con lamine di mica e frammenti di leuciteanalcimizzata. La facies più rappresentativadel flusso è invece un tufo fresco, compat-to, scoriaceo a lapilli di colore grigio scuro.

Fig. 4 - Macrofoto di un campione dalla parte superiore delle pozzolane nere diVicovaro (VIC03). È illustrata la facies compatta, contenente piccole vescicole e pres-soché priva di inclusi litici.- Macrophoto of a sample from the upper part of the black pozzolane of Vicovaro (VIC03). Thecompact, vesicle-bearing, lithic-free facies is depicted.

Fig. 5 - Carta geolitologi-ca schematica dei deposi-ti vulcanici di ColleRosso.Le vulcaniti possiedonoevidenti caratteri di deri-vazione da flusso pirocla-stico e la morfologia delsito è sub-circolare: tutta-via, non è finora statopossibile individuare ilpunto di emissione.- Schematic geolithologicalmap of the volcanic deposits ofColle Rosso.The volcanite features clearlyindicate their derivation froma pyroclastic flow and the sitemorphology is sub-circular :nevertheless, the emissionpoint has not been identifiedtill now.

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Sono presenti cristalli millimetrici di mica e di leu-cite alterata. I lapilli raggiungono il centimetro(fig. 8);

3) un mud flow, canalizzato all’interno delflusso piroclastico principale, che nella partesommitale è vescicolato;

4) un tufo cineritico ricco di cristalli e conlaminazioni incrociate. Alla base e al tetto presen-ta lenti di brecciole. Il contatto con l’unità sotto-stante è debolmente erosivo.

Per quanto si tratti di un deposito certamenteprossimale e di notevole complessità stratigrafica,che potrebbe alludere alla presenza di una morfo-logia vulcanica tipo piccolo cono o anello di tufo,le condizioni di affioramento non consentono laricostruzione del morfotipo, anzi la zona crateri-ca non è ipotizzabile in base ai dati di campagna.

Arsoli (RM)

Ad Arsoli, nell’alta valle dell’Aniene, è presen-te un esteso e voluminoso deposito disposto al disopra di una sequenza continentale di sabbie,limi, travertini fluvio-lacustri e terre rosse (fig. 9).

Lo spessore massimo stimato delle vulcaniti èdi oltre 20 metri. I litotipi mostrano scarse varia-zioni litologiche e gradazionali (riassunte nella fig.10). Si tratta di un tufo a matrice coesiva local-mente cementata e con superfici mineralizzate. Itufi sono costituiti prevalentemente da pomici di

Fig. 6 - Colonna stratigrafica delle vulcaniti di Colle Rosso. Sono indicatii livelli da cui sono stati prelevati i campioni utilizzati per le analisi mine-ralogiche e chimiche del presente lavoro.- Stratigraphic section of the Colle Rosso volcanites. Sampling levels for the mineralo-gical and chemical analyses reported in this paper are indicated.

Fig. 7 - Flusso piro-clastico principalenelle vulcaniti diColle Rosso. Si notiil jointing colonnare da raffreddamento.- The main pyroclasticflow inside the ColleRosso volcanites. Notethe columnar jointing

by cooling.

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colore giallo chiaro o biancastro, lequali hanno dimensioni granulome-triche del lapillo, raggiungendo il dia-metro massimo di un centimetro.Tali pomici sono, a volte, rivestite dainvolucri di fango, il quale formaanche la matrice coesiva. La struttu-ra varia da grain-supported a matrix-sup-ported (fig. 11). Frammenti acciden-tali del basamento sedimentariosono rari.

Nella parte basale si osservanoimpronte di frustoli e di altre partivegetali.

Litologicamente si tratta di unclassico pumice ash flow, in genereassociato a flussi piroclastici dimedia temperatura (wet) non saldati.I minerali riconoscibili alla scalamacroscopica sono: clinopirosseno,K-feldspato, leucite analcimizzata,flogopite e rara olivina.

La generale caoticità del deposito,l’elevato spessore e l’assenza di strut-ture sedimentarie fa supporre che ildeposito sia connesso a meccanismideposizionali da mud flow o da wetpyroclastic flow. Allo stato attuale delleconoscenze non è possibile stabilirese si tratti di un flusso primario osecondario, anche se la scarsità diframmenti litici indica un materialepoco rimaneggiato e quindi un flus-so probabilmente primario, sebbenedi temperatura non molto elevata.

Comunque, si tratta di un’unicaunità di flusso, messa in posto in untempo geologicamente istantaneo.

Fig. 9 - Carta geolitologica schematica dei depositi vulcanici di Arsoli.Le vulcaniti poggiano su una sequenza continentale composta da sab-bie, limi, travertini fluvio-lacustri e terre rosse. Altri livelli vulcanocla-stici (sabbie a clinopirosseno) sono contenuti nei depositi continenta-li sottostanti: si tratta di livelli da ricaduta, probabilmente non legati

geneticamente ai banchi di pomici analizzate nel presente lavoro.- Schematic geolithological map of the volcanic deposits of Arsoli.The volcanites rest on a continental sequence formed by sands, silt, fluvial-lacustri-ne travertines, and red beds. Other volcanoclastic levels (clinopyroxene sands) areembedded in the underlying continental deposits: they are airfall levels, probably not

genetically linked to the pomiceous banks analyzed in this paper.

Fig. 8 - Macrofoto di un campione dalla parte basale del flusso piro-clastico principale di Colle Rosso (CR01). I campioni non alterati sonocompatti e includono numerosi lapilli scuri immersi nella matrice cine-ritica bruna.- Macrophoto of a sample from the bottom of the Colle Rosso main pyroclastic flow(CR01). Non-altered samples are compact and comprise several dark lapilli insi-de a brown, cineritic matrix.

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Oricola (AQ)

All’ interno della Conca di Carsoli, vastadepressione di origine tettonica colmata essen-zialmente da sedimenti lacustri e fluviali, si rin-vengono numerosi affioramenti di depositi vulca-nici (BARBIERI et alii, 1997; 2000/02; D’OREFICE& GRACIOTTI, 2005).

La gran parte dei prodotti vulcanici, e presu-mibilmente dei centri d’emissione, è localizzatanel settore occidentale della conca, poco a nord diOricola (AQ) ed a sud-est, nella zona di Rocca diBotte (AQ) e Camerata Nuova (RM) e lungo il

fosso Rientro (fig. 12, 13). Un edificio perife-rico rispetto alla direttrice d’allineamento pre-valente dei coni vulcanici si trova nei pressi diCol Farolo, tra Oricola e Carsoli.Le sequenze vulcanoclastiche sono costitui-

te in maggioranza da tufi subaerei a matricecineritica. Il contatto con i sottostanti deposi-ti sabbioso-limosi lacustri è sempre moltonetto secondo una superficie di erosione leg-germente ondulata ed è caratterizzato damineralizzazioni a idrossidi di Fe e Mn e scre-ziature rossastre nei depositi lacustri.

Nella sequenza vulcanica non sono statitrovati paleosuoli né superfici erosive imputa-bili a lunghe stasi eruttive. L’ inclinazionedegli strati è in genere poco accentuata evariabile tra 5 e 20 gradi; sono frequenti lami-nazioni incrociate e strutture dunari anche a

Fig. 10 - Particolari delle vulcaniti di Arsoli.A) Banco pomiceo massivo spesso circa 50 cm. B) Livelli laminati ocracei contenenti lapilli pomicei privi di matrice fangosa.

- Details of the Arsoli volcanites.A) Massive pomiceous bank almost 50-cm thick. B) Laminated ochraceous levels bearing pomiceous lapilli without mud matrix.

Fig. 11 - Macrofoto di un campione di tufo pomiceo di Arsoli(AR01). Si notino le pomici giallo-biancastre, aventi tutte dimensio-ni inferiori al centimetro, tenute insieme da matrice coesiva fangosa.Nel frammento a sinistra, appaiono tracce di materiale vegetale

inglobato.- Macrophoto of a pomiceous tuff sample from Arsoli (AR01). Note the yel-low-whitish pumices, all lesser than 1 cm in size, joined by a cohesive mudmatrix. In the fragment on the left, traces of a wrapped, vegetable material

appear.

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Fig. 12 - “Carta schematica degli affioramenti vulcanici della Conca di Carsoli”. I tufi rossi costituiscono la parte volumetricamente preponderante delle vul-caniti, che conferisce al paesaggio il caratteristico aspetto a collinette di forma conica e bastioni di tufo di forma allungata. Questi depositi affiorano fino aCamerata Nuova, nell’estrema propaggine sud-orientale della conca di Carsoli. I tufi grigi, invece, costituiscono prevalentemente un corpo allineato in dire-zione circa est-ovest, a testimonianza della loro messa in posto per meccanismi di flusso e surge piroclastico. Essi sono localizzati essenzialmente nell’area

del Bosco di Oricola.- “Schematic map of the volcanic outcrops of the Carsoli basin”. The reddish tuffs predominate in volume among the volcanites, giving origin to the typical landscape of cone-shaped hil-locks and long tuff banks. These deposits outcrop as far as Camerata Nuova, at the extreme southeastern branch of the Carsoli basin.The grey tuffs mainly form a body aligned in the

east-west direction, indicating an emplacement by pyroclastic flow and surge mechanisms. They essentially outcrop in the Bosco di Oricola.

Autori: M. D’Orefice & R. Graciotti Cartografia: S. Falcetti, R. Ventura

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Fig. 13 - Carta geologica del settore centro-occidentale della Conca di Carsoli.- Geological map of the central-western sector of the Carsoli basin.

Carta Geologica del settore centro-occidentale della Conca di Carsoli (AQ)

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scala metrica. Le diverse facies deposizionali sipresentano frequentemente con rapporti lateralieteropici o canalizzati. Sono state riscontrateanche discordanze angolari notevoli. Sono pre-senti, infine, piccole dislocazioni tettoniche.

La stratigrafia generale può essere ricostruitasulla base dei vari affioramenti presenti nel Boscodi Oricola, in particolare nell’area limitrofa all’au-tostrada Roma-L’Aquila A24. In linea generalepossono essere individuate tre unità pirocla-stiche che corrispondono ad altrettante fasi eruttive (fig. 14).

Le unità comprendono, dalla base al tetto:

1) brecce eterolitiche relative alla fase di cra-terizzazione (attualmente non affioranti, madocumentate in sondaggi e scavi);

2) tufi cineritici grigi a lapilli, con laminazio-ne incrociata da surge di spessore molto variabile,e tufi grigi a lapilli, a struttura massiva da pyrocla-stic flow;

3) tufi rossi a lapilli con strutture dunari ocon laminazione parallela da surge e da ricaduta(airfall).

A volte, le sequenze vulcaniche terminano consabbie epiclastitiche ricche in cristalli, a giacituralenticolare.

Segue la descrizione di dettaglio delle unità pi-roclastiche:

1) le brecce d’apertura consistono in banchi astruttura massiva che comprendono clasti calcareia spigoli vivi, centimetrici, immersi in una matri-ce vulcanica cineritica grossolana. All’internodella matrice, inoltre, sono presenti piccoli lapillimediamente vescicolati e frammenti di clivaggio,tra cui spiccano cristalli centimetrici di mica. Tra icristalli sono presenti anche pirosseno, leucite, K-feldspato e magnetite in proporzione variabile. Ibanchi sono in alcuni casi separati da livelli di tufoa laminazione incrociata, riferibile a strutture tiporipples forse connesse a fenomeni di base surge.

Il materiale vulcanico risulta coerente per lapresenza di cementi carbonatici.

Una parte dei clasti carbonatici di origine sedi-mentaria è costituita da litotipi non affioranti nel-l’area della conca di Carsoli ma che, verosimil-mente, provengono dal basamento attraversatodai condotti eruttivi, dato che i clasti presenti neidepositi continentali non hanno caratteristichecompatibili con quelle delle brecce suddette. Ibanchi di breccia sono interpretabili per lo piùcome depositi molto prossimali da ricaduta (air-fall) e/o da debris flow.

Inoltre, l’esistenza di depositi connessi a mec-canismi deposizionali da base surge indica un’eleva-ta componente esplosiva laterale durante questafase eruttiva. Sono presenti impronte e vuoti,eventualmente riempiti da cementi secondari,lasciati da frammenti di fusti riferibili a gramina-cee (M. GIARDINI, comunicazione personale), dicui non è stato possibile rintracciare alcun ele-mento di materia organica. Le impronte mostra-no che il materiale vegetale è stato inglobato vio-lentemente, frammentato ed isorientato durantela messa in posto di questa prima unità eruttiva.

A causa delle condizioni di affioramento, nonè stato possibile riscontrare la presenza di pipes ofronti di vescicolazione o altre strutture in gradodi dare indicazioni sulla temperatura relativa e lapresenza di fase vapore o condensato in questa

Fig. 14 - Colonna stratigrafica rappresentativa dei depositi vulcanici delBosco di Oricola. Si tratta di una complessa sequenza di prodotti da flus-so piroclastico, surge e ricaduta (airfall). Le brecce d’apertura, testimonidelle prime fasi fortemente esplosive dell’attività vulcanica, non sono visi-bili in affioramento ma sono state incontrate in alcuni sondaggi a carotag-gio appositamente eseguiti in quest’area dal Servizio Geologico d’Italia(ora APAT- Dipartimento Difesa del Suolo). Sono indicati i livelli da cuisono stati prelevati i campioni utilizzati per le analisi mineralogiche e

chimiche del presente lavoro.- Representative stratigraphic section of the volcanic deposits of the Bosco di Oricola.A complex sequence of pyroclastic flow, surge, and airfall product occurs. The opening-vent breccias, witnesses to the strongly explosive, earlier phases of the volcanic activity,do not outcrop but they have been recognized by core-drillings specially carried out in this area by the Geological Survey of Italy (now APAT - Dipartimento Difesa del Suolo). Sampling levels for the mineralogical and chemical analyses reported

in this paper are indicated.

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facies. Quest’unità infatti, essendo legata alle fasiprecoci di apertura, non è visibile in superficie,ma è stata incontrata in alcuni sondaggi a caro-taggio appositamente eseguiti nell’area (SERVIZIOGEOLOGICO D’ITALIA, 2000).

Molte osservazioni sono tuttavia possibili inblocchi non in sito provenienti da un vicino sban-camento;

2) i tufi cineritici grigi sono costituiti da uninsieme di facies variabili da straterelli di cineritea laminazione piano parallela o incrociata, finobanchi massivi di cinerite e lapilli. I livelli massivisi presentano competenti per saldatura e conaccenni di jointing da contrazione ed evidente frat-tura concoide. Lo spessore di questa unità, affio-rante estesamente nel Bosco di Oricola, è media-mente intorno ai 2 metri. L’affioramento piùsignificativo si estende secondo una stretta fasciaallineata in direzione est-ovest, di circa 50 m dilarghezza e di 1,9 km di lunghezza, tra la CollinaRostere (quota 630 m s.l.m.) e la S.S. TiburtinaValeria (quota 605 m). Una facies simile è presen-te anche negli affioramenti di Rocca di Botte-Camerata Nuova e di Col Farolo.

All’interno dell’unità affiorante nel Bosco diOricola possono essere distinte almeno tre sot-tounità a partire dal basso:- un litotipo inferiore di colore grigio scuro, mas-sivo ed estremamente compatto, contenente cal-chi vegetali. Esso è costituito da lapilli millimetri-ci a struttura concentrica contenuti in una matri-ce cineritica. Questa è particolarmente omoge-nea, densa e compatta e conferisce al litotipo unadurezza ed una scheggiosità concoide. Si tratta di

depositi originati in prevalenza da meccanismi diwet pyroclastic flow, dunque sono probabilmente dibassa temperatura;- un litotipo intermedio di circa 10 cm di spesso-re, costituito da lapilli sottili pomicei (3/4 mm),inversamente gradati, non saldati, ma debolmen-te cementati, leggermente ondulati e con blocchibalistici di forma ovale, con probabili impronted’impatto implicanti taglio e deformazione deglistrati sottostanti (fig. 15);- un litotipo superiore di colore grigio chiaro,laminato, contenente grosse lamelle di biotite(max 3 cm di diametro) isorientate e numerosilivelli a frustoli vegetali. Tale litotipo è caratteriz-zato dalla presenza di lapilli, anche a strutturaconcentrica immersi in una matrice cineritica, iquali tendono a formare lapilli compositi conchiare evidenze di deformazione ed agglutinazio-ne in stato plastico (fig. 16). I lapilli concentricinon presentano vescicolazione e la loro genesipotrebbe essere legata a meccanismi diatremici(STOPPA et alii, 2003a). I lapilli si presentanoschiacciati. La matrice cineritica che contiene ilapilli, e i lapilli stessi, sono particolarmente omo-genei, densi e compatti e sono costituiti da car-bonato, più abbondante nei lapilli, e frammentivetrosi e cristallini. Il corteggio minerale com-prende: clinopirosseno, mica, leucite e apatite. Èimportante notare che le matrici sono spesso ditipo carbonatico, soprattutto nei livelli più duri ecompetenti. Si tratta di depositi originati prevalen-temente da meccanismi di dry surge probabilmentedi alta temperatura, la quale ha favorito i fenomenidi saldatura ecompattazione delle matrici.

Fig. 15 - Impatto balistico nei tufigrigi del Bosco di Oricola (OR3). Ilproietto è costituito dallo stessomateriale che compone l’unità infe-riore dei tufi grigi illustrata nellafigura (OR1): si tratta di un’eviden-za di prossimalità con una bocca

eruttiva.- Ballistic impact in the grey tuffs of theBosco di Oricola (OR3). The proiectum isbuilt up by the same material of the lowerunit of the grey tuffs showed in the figure(OR1): this is an evidence for proximity

to an eruptive mouth.

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Lungo l’autostrada A24, presso l’area di servi-zio “Civita Nord”, questa unità è in contatto laterale con una alternanza ritmica di straterelli dicineriti grigie fini e grossolane, con livelli ricchi dicalchi vegetali completamente sostituiti da calcitee disposti orizzontalmente secondo il loro assemaggiore. Si tratta per lo più di calchi di fram-menti di fusti, rami e foglie aghiformi di conifereattribuibili prevalentemente a Pinaceae (GIARDINI& FOLLIERI, 1992). Sono presenti anche forma-zioni nodulari concrezionali. Non può essereescluso che questi tufi primari siano stati depostiin ambiente acquatico (tufiti).

Un’altra variazione di facies si incontra ai piedidella Collina Rostere. Si tratta di banconi massivia granulometria della cenere grossolana e dellapillo sottile, inglobanti numerosi clasti carbona-tici eterometrici, con contorno a spigoli vivi ecaoticamente dispersi all’interno della matrice.

Come per la breccia d’apertura, tali clasti, apparte-nenti alle successioni carbonatiche di piattaformainterna laziale-abruzzese miocenico-cretaciche,molto probabilmente non provengono dallacopertura affiorante e quindi possono essere statistrappati nel condotto dal magma in risalita.

Questa facies è interpretabile come un pyrocla-stic flow associato alla fase eruttiva che ha prodot-to i tufi cineritici grigi;

3) i tufi rossi sono costituiti da una fitta alter-nanza di cineritici fini e grossolane, con lapillipomicei, talora aventi gusci cineritici accrezionari.Generalmente tali lapilli si presentano rotti ebrecciati. I tufi rossi hanno uno spessore massi-mo di circa 15 metri e un’estensione areale di granlunga maggiore di quella delle unità eruttive sot-tostanti, con cui mostrano tuttavia strette relazio-ni stratigrafiche verticali. La giacitura varia daorizzontale a inclinata, rispecchiando la morfolo-gia del substrato. Nei tufi rossi si notano appoggi

in netta discordanza angolare, canali sindeposi-zionali, forme ammantanti e strutture dunarianche di dimensioni metriche (fig. 17). Si deve aquesta unità, che costituisce il grosso dei depositipresenti tra il Bosco di Oricola ed i contrafforticarbonatici meridionali, l’aspetto caratteristico delpaesaggio costituito da collinette di forma conica,festoni allungati e bastioni tufacei semicircolari.

I tufi non si presentano compatti ed eventual-mente hanno matrici coesive o cementi zeoliticipiù o meno abbondanti. Le matrici cineritiche finimostrano evidenze di vescicolazione che indicano l’espansione di una fase vapore in un mezzoumido. Inoltre, quest’unità è solitamente interes-sata da orizzonti con patine limonitiche e daun’intensa pedogenizzazione negli strati superio-ri. L’abbondanza di possibili cementi autigeni elivelli mineralizzati, la forte ossidazione dei depo-siti ed alterazione dei vetri, l’esistenza di un rive-stimento di cenere e l’elevata brecciatura dellepomici, sono evidenze di interazione magma-acqua e quindi della presenza di vapore nellacolonna eruttiva. In base alle strutture sedimenta-rie, questa unità può essere considerata un’alter-nanza di depositi da surge e da ricaduta (airfall).

In generale, le difficoltà interpretative dei de-positi di Oricola, oltre all’obliterazione e allo statodella copertura, sono intrinsecamente legate allafinezza del materiale juvenile, all’ampia dispersio-ne areale dei depositi, allo stile di sciame regiona-le, alla presenza di morfologie negative e di bassoprofilo topografico come i maar, alle inclinazioniblande degli strati, alle forti variazioni laterali ealla mancanza di emissione di lave. Tali caratteri-stiche non sono rare ed anzi possono esse stesseessere considerate tipiche del vulcanismo ultra-alcalino mafico, fortemente esplosivo, ma sono ingenere poco diffuse nella letteratura italiana in cuiil massimo dell’attenzione è stato storicamente

Fig. 16 - Macrofoto di un campione dei tufi grigi diOricola (OR6). Sono evidenti i lapilli compositi, di colo-re scuro, che risultano deformati e agglutinati in

stato plastico.- Macrophoto of a sample from the Oricola grey tuffs (OR6).Composite lapilli, dark in color, deformed and agglutinated in a

plastic state, are evident.

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dedicato al vistoso vulcanismo della ProvinciaRomana. Le strutture vulcano-sedimentarie, e lestesse morfologie crateriche, possono essere nonambiguamente interpretate solo accoppiando adesse le osservazioni giaciturali, la tessitura dellematrici e la componentometria generale. Nel casodi Oricola, si è rivelata fondamentale l’osserva-zione di alcune strutture, sicuramente primarie,come gli impatti balistici e i fenomeni di plastici-tà ad alta temperatura dei lapilli. Queste evidenze di prossimalità, insieme all’effettuazione di son-daggi che hanno dimostrato la presenza di uncondotto nell’area di Rocca di Botte-CamerataNuova (SERVIZIO GEOLOGICO D’ITALIA, 2000),sono state corroborate da tutta una serie di osser-vazioni geologiche generali che ricostruisconouna sequenza di fasi eruttive coerenti con le strut-ture osservate.

Grotta del Cervo (AQ)

Nella Grotta del Cervo, vicino Pietrasecca, siritrovano blocchi di aspetto lavico, costituiti dalapilli centimetrici saldati e immersi in una matri-ce cineritica (fig. 18). Insieme a tali tufi vi sonoepiclastiti formatesi successivamente per il rima-neggiamento operato dalle acque sotterranee: perla maggior parte, esse costituiscono la matrice dibrecce e conglomerati (BERTOLANI et alii, 1994).

Ogni ricerca effettuata finora per ritrovareaffioramenti in superficie ha dato esito negativo.

I blocchi di materiale di aspetto lavico sonocostituiti da lapilli fortemente saldati. Il tufo ècementato da carbonato, che è invece assente neilapilli contenuti nei blocchi tufacei. I lapilli hannomineralogia e composizione peculiare: si tratta di

Fig. 18 - Macrofoto della facies compatta della vulcanite di Grotta delCervo (GC1).Nella grotta si rinvengono blocchi tufacei di aspetto lavico, costituiti dalapilli centimetrici (di colore scuro), saldati e immersi in matrice cineri-tica. La saldatura dei lapilli indica alta temperatura di messa in posto. Laparagenesi mineralogica della vulcanite è peculiare, e la composizionetotale risulta di tipo kamafugitico.Lct = leucite, Hyn = hauyna, Cpx = clinopirosseno, Phl = flogopite.- Macrophoto of the compact facies of the Grotta del Cervo volcanite (GC1).In the cave, lava-looking tufaceous blocks can be found. They are built up by centi-meter-sized lapilli (dark color), welded and plunged into a cineritic matrix. Weldingof lapilli indicates a high temperature emplacement. The mineral paragenesis of thevolcanite is peculiar, and the whole composition results to be kamafugitic. Lct = leu-cite, Hyn = hauyne, Cpx = clinopyroxene, Phl = phlogopite.

Fig. 17 - Strutture dunari nei tufi rossi di Oricola.L’affioramento vulcanico, di alcuni metri di spessore, localizzato nei pressi della stazione ferroviaria di Oricola-Pereto, è stato completamente obliterato

dalla costruzione di uno stabilimento industriale.- Dune structures inside the Oricola reddish tuffs.

The volcanic outcrop, several-meters thick, located near the Oricola-Pereto railway station, has been completely obliterated by building of a factory.

D’OREFICE M., GRACIOTTI R., CAPITANIO F., STOPPA F., ROSATELLI G., BARBIERI M.60

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foiditi a kalsilite (chimismo kamafugitico), essen-do costituiti da clinopirosseno, hauyna, leucite,kalsilite, melanite, flogopite, apatite e relitti di olivina.

Il tufo contiene invece frammenti di clinopi-rosseno, leucite, melanite, flogopite, apatite e K-feldspato, insieme a calchi di frustoli indicantil’inglobamento di vegetazione durante la messa inposto. La totale caoticità del deposito suggeriscetrasporto in massa operato da un flusso pirocla-stico. La saldatura dei lapilli è precedente al loro inglobamento nel flusso, quindi di alta tempera-tura, mentre non è possibile ricavare indicazionitermiche relative al flusso medesimo. Inoltre, lapresenza di carbonato nella matrice distingue ilflusso stesso dai lapilli.

Le somiglianze mineralogiche con Oricola so-no evidenti, anche se nella conca di Carsoli nonsono stati trovati finora lapilli a chimismo kama-fugitico. Tuttavia, è difficile ipotizzare che i flussipiroclastici di Oricola siano stati in grado diestendersi fino a Pietrasecca, che risulta morfolo-gicamente separata dall’area di Oricola sia da unadistanza di 20 km sia dalla dorsale dei MontiCarseolani, invalicabile da un flusso piroclasticodi alta densità.

La composizione chimica delle rocce della

Grotta del Cervo è caratterizzata dalla sottosatu-razione in silice, da un contenuto in allumina rela-tivamente basso e dall’elevato tenore in alcali, cal-cio e magnesio. Nel complesso, i litotipi dellaGrotta del Cervo hanno una composizione moltosimile a quelli che si ritrovano a Cupaello, in pro-vincia di Rieti.

Le rocce kamafugitiche sono le più rare tra lerocce ignee al mondo: oltre a Cupaello l’unicoaltro litotipo simile a quello della Grotta delCervo è stato rinvenuto in Uganda, nella zona delBunyaruguru. In tutte e tre le suddette rocce,sono presenti clinopirosseno, feldspatoidi (kalsili-te, leucite, haüyna, nefelina), mica di magnesio,apatite, magnetite, olivina e carbonato. La soladifferenza della Grotta del Cervo è la notevoleabbondanza di Ti-granato. Questa roccia è mine-ralogicamente un anello di congiunzione tra lerocce kamafugitiche umbre e quelle del Vulturecaratterizzate, come quella della Grotta del Cervo,da abbondante haüyna e Ti-granato (STOPPA etalii, 2002). Oltre a rivelarsi interessante per la rari-tà del litotipo, l’affioramento della Grotta delCervo ha un certo interesse mineralogico per lemiche giganti e di forma perfetta (fino a 8 x 2 x 2cm) che vi si ritrovano.

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