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• Anno 21 - Numero 251 - € 2,50 - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Lunedì 22 Ottobre 2012 • NELL’INSERTO: IL TRUST IN ITALIA SECONDO LA GIURISPRUDENZA TRIBUTARIA • www.italiaoggi.it Sette IL PRIMO GIORNALE PER PROFESSIONISTI E IMPRESE *con guida «La sanatoria del lavoro nero degli immigrati» a € 5,00 in più; con «Il Codice del Lavoro» a € 11,90 in più; con guida «La riforma del fallimento» a € 7,80 in più; con guida «I beni ai soci» a € 5,00 in più; con guida «Il Mio Lavoro» a € 2,00 in più; con guida «Avvocati senza tariffa. Guida ai nuovi compensi» a € 7,90 in più; con guida «Credito Oggi» a € 6,00 in più; con guida «Consulenza ed educazione inanziaria di qualità » a € 5,00 in più Stop agli anticipi dell’Iva Oltre 3 milioni di piccole imprese, lavoratori autonomi e liberi professionisti possono versare l’imposta al momento dell’incasso dei pagamenti. Ecco come Molti credono che un imprenditore lavori solo per se stesso. Noi sappiamo per chi lavora davvero. unicredit.it/patrimoniodifamiglia DI MARINO LONGONI [email protected] F inalmente una buona notizia per oltre 3 milioni di piccole imprese, lavoratori autonomi, professionisti: dal 1° dicembre 2012 potranno applicare l’Iva per cassa. Cioè optare per il versamento dell’imposta solo quando la fattura viene incassata e non quando viene emessa, come avviene oggi, con la conseguenza di dover anticipare all’erario somme che magari verranno portate a casa solo dopo vari mesi. Una innovazione semplice e di buon senso, che equivale in sostanza a una iniezione di liquidità a favore dei soggetti economici più piccoli e più vulnerabili. Con un costo non eccessivo per l’erario (circa 500 mila euro a regime). Ovviamente la possibilità di pagare l’Iva al momento dell’incasso comporta, per chi sceglie questo regime, che anche la detrazione dell’imposta sarà resa possibile solo una volta effettuato il pagamento al proprio fornitore. Una misura che potrebbe avere in molti casi l’effetto, imprevisto, di accelerare i pagamenti. Se non ho grossi problemi di liquidità è inutile tirare in lungo solo perché così fan tutti: prima pago e prima mi porto in detrazione l’Iva. L’unico, piccolo, inconveniente di questa novità è che le imprese saranno costrette a contabilizza- re, oltre al momento di emissione della fattura, anche quello del pagamento. Per professionisti e lavoratori autonomi, che vengono tassati per cassa, non c’è nemmeno questo problema. Facile prevedere che la maggior parte dei soggetti economici con giro d’affari inferiore ai 2 milioni (che non vendono beni e servizi in modo esclusivo o pre- valente a consumatori finali), non si lascerà scappare l’occasione. La grande maggioranza dei contribuenti con liquidazione mensile opterà per l’Iva per cassa già da dicembre, mentre i trimestrali potranno fare le cose con calma e partire solo a gennaio 2013. Stupisce solo una cosa: che ci siano voluti due anni (e che anni) per far partire un’idea così semplice ed efficace. Ricordiamo infatti che le norme italiane (decreto legge 83/2012 e decreto attuativo dell’11 ottobre) sono la semplice applicazione di una direttiva comunitaria del luglio 2010 che già indicava la possibilità di pagare l’Iva per cassa come strumento efficace per «anticipare l’ef- fetto della crisi su incassi e pagamenti». Forse a Roma si sarebbero potuti muovere anche prima. © Riproduzione riservata I N E VIDENZA * * * La p.a. sul web - La Pec? C’è ma non sempre è facile trovarla. L’Anorc fa il punto sulla posta certificata, e non solo, nei siti di ministeri, regioni, province e comuni D’Alessio da pag. 6 Ritardi nei pagamenti - La svolta non c’è ancora, ma migliorano i tempi di pagamento delle imprese italiane. E le pmi battono i grandi Lui a pag. 10 Fisco - Contenziosi: i contribuenti hanno la meglio sul Fisco Bongi a pag. 11 Impresa - Se manca l’adeguata verifica ri- schia anche il cliente poco collaborativo Feriozzi - De Ange- lis a pag. 12 Documenti - La Cassazionesull’im- pugnazione delle delibere assembleari www.italiaoggi.it/docio7 Fer D C p del i Donne nei cda, si aprono nuovi scenari per le avvocatesse da pag. 29 Aggiornamento e formazione professionale sono appannaggio dei big da pag. 43 unicredit.it/patrimoniodifamiglia 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

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• Anno 21 - Numero 251 - € 2,50 - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Lunedì 22 Ottobre 2012 •

• NELL’INSERTO: IL TRUST IN ITALIA SECONDO LA GIURISPRUDENZA TRIBUTARIA •

www.italiaoggi.it

SetteIL PRIMO GIORNALE PER PROFESSIONISTI E IMPRESE

*con guida «La sanatoria del lavoro nero degli immigrati» a € 5,00 in più; con «Il Codice del Lavoro» a € 11,90 in più; con guida «La riforma del fallimento» a € 7,80 in più; con guida «I beni ai soci» a € 5,00 in più; con guida «Il Mio Lavoro» a € 2,00 in più; con guida «Avvocati senza tariffa. Guida ai nuovi compensi» a € 7,90 in più; con guida «Credito Oggi» a € 6,00 in più; con guida «Consulenza ed educazione i nanziaria di qualità » a € 5,00 in più

Stop agli anticipi dell’IvaOltre 3 milioni di piccole imprese, lavoratori autonomi e liberi professionisti

possono versare l’imposta al momento dell’incasso dei pagamenti. Ecco come

Molti credono che un imprenditore lavori solo per se stesso.Noi sappiamo per chi lavora davvero.unicredit.it/patrimoniodifamiglia

DI MARINO LONGONI

[email protected]

Finalmente una buona notizia per oltre 3 milioni di piccole imprese, lavoratori autonomi, professionisti: dal 1° dicembre 2012 potranno

applicare l’Iva per cassa. Cioè optare per il versamento dell’imposta solo quando la fattura viene incassata e non quando viene emessa, come avviene oggi, con la conseguenza di dover anticipare all’erario somme che magari verranno portate a casa solo dopo vari mesi. Una innovazione semplice e di buon senso, che equivale in sostanza a una iniezione di liquidità a favore dei soggetti economici più piccoli e più vulnerabili. Con un costo non eccessivo per l’erario (circa 500 mila euro a regime). Ovviamente la possibilità di pagare l’Iva al momento

dell’incasso comporta, per chi sceglie questo regime, che anche la detrazione dell’imposta sarà resa possibile solo una volta effettuato il pagamento al proprio fornitore. Una misura che potrebbe avere in molti casi l’effetto, imprevisto, di accelerare i pagamenti. Se non ho grossi problemi di liquidità è inutile tirare

in lungo solo perché così fan tutti: prima pago e prima mi porto in detrazione l’Iva.

L’unico, piccolo, inconveniente di questa novità è che le imprese saranno costrette a contabilizza-re, oltre al momento di emissione della fattura,

anche quello del pagamento. Per professionisti e lavoratori autonomi, che vengono tassati per cassa,

non c’è nemmeno questo problema.Facile prevedere che la maggior parte dei soggetti

economici con giro d’affari inferiore ai 2 milioni (che non vendono beni e servizi in modo esclusivo o pre-valente a consumatori finali), non si lascerà scappare l’occasione. La grande maggioranza dei contribuenti con liquidazione mensile opterà per l’Iva per cassa già da dicembre, mentre i trimestrali potranno fare le

cose con calma e partire solo a gennaio 2013.Stupisce solo una cosa: che ci siano voluti

due anni (e che anni) per far partire un’idea così semplice ed efficace. Ricordiamo infatti che le norme italiane (decreto legge 83/2012 e decreto attuativo dell’11 ottobre) sono la

semplice applicazione di una direttiva comunitaria del luglio 2010 che già indicava la possibilità di pagare l’Iva per cassa come strumento efficace per «anticipare l’ef-fetto della crisi su incassi e pagamenti». Forse a Roma si sarebbero potuti muovere anche prima.

© Riproduzione riservata

IN EVIDENZA* * *

La p.a. sul web - La Pec? C’è ma non sempre è facile trovarla. L’Anorc fa il punto sulla posta certificata, e non solo, nei siti di ministeri, regioni, province e comuni

D’Alessio da pag. 6

Ritardi nei pagamenti - La svolta non c’è ancora, ma migliorano i tempi di pagamento delle imprese italiane. E le pmi battono i grandi

Lui a pag. 10

Fisco - Contenziosi: i contribuenti hanno la meglio sul Fisco

Bongi a pag. 11

Impresa - S e manca l’adeguata verifica ri-schia anche il cliente poco collaborativo

Feriozzi - De Ange-lis a pag. 12

Documenti - La Cassazione sull’im-pugnazione delle

delibere assembleari

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del

i

Donne nei cda, si aprono nuovi scenari

per le avvocatesseda pag. 29

Aggiornamento e formazione professionale sono appannaggio dei big

da pag. 43 unicredit.it/patrimoniodifamiglia

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2 Lunedì 22 Ottobre 2012 ITALIAOGGI SETTE PREVIEW

AVVOCATIOGGI* * *

IOLAVORO* * *

Andrea Tremoladapresidente Aero club Milano

L’assemblea dei soci dell’Ae-ro club Milano, la storica istituzione del volo fondata nel 1926 e che ha sede pres-so l’aeroporto di Bresso (Mi-lano), ha nominato Andrea Tremolada nuovo presidente dell’associazione. Milanese, 46 anni, responsabile della comunicazione di un’impor-tante azienda del settore del lusso, Tremolada è anche pilota commerciale oltre che grande appassionato di avia-zione.

Marcus Silano rappresenta Erv (gruppo Ergo) in Italia

Erv, assicurazione viaggi del gruppo Ergo, annuncia la nomina di Marcus Silano quale rappresentante generale di Erv per l’Italia. Silano, con un tra-scorso storico presso il gruppo Ergo in Germania, succede a Renato Zotti che, dopo avere conseguito eccellenti risultati nella razionalizzazione dei processi e nello sviluppo della fi liale italiana garantendone una crescita sostenibile, ha maturato la decisione di perseguire una nuova sfi da profes-sionale.

Dario Focarelli nominatodirettore generale dell’Ania

Il comitato esecutivo di Ania ha deliberato all’unanimità di nomina-re direttore generale dell’associazio-ne Dario Focarelli. Focarelli, roma-no di 51 anni, è dal 2004 direttore economia e fi nanza e chief economi-

st di Ania, membro dell’Economics and fi nance committee del Cea (ora Insurance Europe). Tra il 1987 e il 2003 era stato al Servizio Studi della Banca d’Italia dove si occupava di ricer-ca e analisi congiun-turale sul mercato fi -nanziario, le banche e le assicurazioni. Focarelli ha ricoper-to numerosi incarichi negli organismi inter-nazionali. Dal 2011 è membro del comitato scientifi co dell’Esrb, il

Comitato europeo per la vigilanza sul rischio sistemico presieduto dal presi-dente della Bce. In precedenza, è stato membro del panel consultivo del Ceiops (tra il 2004 e il 2008) e dello stakehol-der group di Eiopa (nel 2011).

Lucia Lorenzi guida i giovani imprenditori di Coni ndustria Canavese

Lucia Lorenzi, 39 anni, è il nuovo presidente del gruppo giovani impren-ditori di Confi ndustria Canavese per il triennio 2012-2014. Lorenzi subentra ad Annapaola Trione che ha concluso il suo mandato triennale. Lucia Lorenzi è titolare, insieme al socio Alessandro Testa, della «Comet», agenzia di comu-nicazione di Ivrea.

PROFESSIONI IN MOVIMENTO

L’aggiornamento ■ è cosa da grandi

Solo le imprese con oltre mille di-pendenti puntano sulla formazione aziendale, snobbata dalle pmi

alle pagg. 44 e 45

Business school, ■ la vetta è a Oriente

Il miglior Mba alla Kellogg-Hong Kong Ust. Sette corsi asiatici nella top ten del Financial Times

a pag. 46

Uno stratega ■ per fare network

La crisi economica lancia l’allian-ce manager incaricato di avviare partnership tra le aziende

a pag. 47

I privati in campo ■ per le start up

Sono oltre 3 i milioni di euro mes-si a disposizione da tante aziende per sostenere i giovani

a pag. 48

Oltre trecento ■ opportunità di lavoro

CasaNoi cerca 200 collaborato-ri. Sessanta afi liati per Punto Fotovoltaico. Axa Assicurazioni seleziona 60 specialisti

a pag. 49

Avvocatesse in campo ■ per le quote rosa nei cda

La recente legge che riserva un quinto dei posti nei cda alle don-ne vede molte professioniste in pole per quelle poltrone. Ecco, secondo Pwa, le legali da cda

alle pagg. I, II e III

Nelle law firm ■ basta parcelle suicide

La crisi aveva spinto gli studi legali anglosassoni a prendere lavori a bassissimo costo. Ora, invece, le law i rm si dotano di direttori pricing per le parcelle

a pag. IV

Se l’energy cambia, ■ cambiamo anche noi

Cristina Martorana, partner di Watson, Farley & Williams, racconta la sua carriera pro-fessionale di esperta del set-tore energy

a pag. V

Project bond, ■ si scaldano i motori

Le novità in materia fiscale rendono più allettanti, se-condo gli avvocati esperti del settore, il finanziamento delle opere da parte di investitori

alle pagg. VI e VII

P OFES IONI N MO MEN OPRO SSI I IN OVI NTO

Gop assiste Cdp nell’acquisizione del 30% meno un’azione di Snam

Gianni, Origoni, Grippo, Cappelli & partners ha assistito Cassa depositi e prestiti nell’acquisto da Eni del 30% meno un’azione del capitale votante di Snam da Eni. L’operazione ha un valore pari a circa 3,517 miliardi di euro. Il pagamento da par-te di Cdp sarà effettuato in tre tranche: il primo importo, di circa 1,759 miliardi è sta-to versato contestualmente al closing, e la parte restante verrà pagata in due tranche successive (la prima entro il 31 dicembre 2012, la seconda entro il 31 maggio 2013).

L’operazione è sta-ta seguita dal se-nior partner Fran-cesco Gianni e dal partner Ga-briella Covino, coadiuvati dagli associate Dario Pozzi e Chiara Gianni, per gli aspetti di m&a; dal partner Piero

Fattori, assistito dall’associate Matteo Padellaro per gli aspetti di antitrust; dal partner Luigi Chessa per gli aspetti le-gati al fi nanziamento; dal senior associate Maria Sole Conticelli per gli aspetti di fi nancial markets.

Allen&Overy con i joint-lead manager per l’emissione obbligazionaria di Terna

Allen & Overy ha assistito Credit Suisse, Deutsche Bank, Mediobanca, Morgan Stan-ley, Société Générale e UniCredit Bank ag in qualità di joint-lead manager nel lancio di un’emissione obbligazionaria, a tasso fisso e

scadenza superiore a cinque anni, per totali 750 milioni di euro nell’ambito del program-ma euro medium term notes di Terna. Il bond avrà scadenza nel febbraio 2018, cedola pari al 2,875% e prezzo di emissione pari a 99.736%. I titoli, che pagheranno una cedola con cadenza annua-le, sono riservati a investitori istituzio-nali e saranno quo-tati presso la Borsa del Lussemburgo. Il team di Allen & Overy è composto dai partner Cri-stiano Tommasi e Craig Byrne, coa-diuvati da Alessan-dra Pala (associa-te) e Federico Mattei (trainee). Il partner Francesco Bonichi, coadiuvato da Giulia Abruzzese (associate), ha seguito gli aspet-ti fiscali dell’emissione.

Nctm advisor del Comitato promotore di PiùBanca

Nctm ha assistito il comitato promotore per la costituzione di PiùBanca spa, presieduto da Beniamino Quintieri, nell’attività vol-ta a ottenere l’approvazione da parte della Consob del prospetto informativo relativo all’offerta di sottoscrizione di un minimo di 15 mila fi no a un massimo di 20 mila azioni ordinarie della costituenda PiùBanca spa al prezzo di 1 euro per azione. L’offerta pubblica di sottoscrizione è funzionale alla costituzione di una nuova banca, PiùBan-ca, che punta a posizionarsi nel segmento delle banche private indipendenti. Il team

di Nctm che ha affi ancato PiùBanca è sta-to composto da Pietro Maria Tantalo, equity partner dello studio, e dai salary partner Lukas Plattner e Paolo Maria Salimei.

White & Case con Recordati nell’acquisto di linee di prodotto in Russia

White & Case, attraverso le proprie sedi di Milano, Mosca e Almaty, ha assistito Recordati, gruppo farmaceutico europeo quotato alla Borsa Italiana, nell’acquisi-zione dei diritti relativi a cinque linee di prodotto (Alfavit, Qudesan, Vetoron, Focus e Carnitone) commercializzate in Russia e in altri paesi della Csi. I prodotti rientrano nella categoria dei farmaci da banco e inte-gratori dietetici. Il valore dell’operazione è di 67 milioni di euro. Il closing dell’ope-razione è previsto entro la fi ne dell’anno. Il team di White & Case che ha assistito l’acquirente è stato guidato dai partner Ferigo Foscari (Milano), Hermann Sch-mitt (Mosca), Andrei Dontsov (Mosca), e Maxim Telemtayev (Almaty).

De Berti Jacchia ha un nuovo responsabile del desk Russia

Nuovo ingresso in De Berti Jacchia Franchini Forlani. Si tratta di Arman-do Ambrosio, già socio dello studio Nctm, dove è stato sino all’estate 2012 responsa-bile dell’area Russia e Csi. Ambrosio avrà la responsabilità del nuovo desk Russia e Csi dello studio, destinato ad assistere la clientela proveniente dalla Federazione russa e dagli altri paesi dell’area dell’ex Unione Sovietica.

Gabriele Ventura

È probabile che quando, qualche mese fa, i giovani dottori commer-cialisti si sono visti recapitare l’in-vito per il Convegno nazionale della categoria con tanto di descrizione dannunziana («…Vicenza la Bella, la mia divina, la mia città»), abbia-no pensato che laddove si divertì il Vate si potesse divertire anche un commercialista. Del resto i giovani professionisti anche ad Ancona, a due passi da quell’ermo colle tanto caro a Giacomo Leopardi, avevano dato prova dell’invidiabile ottimi-smo del contabile misurandosi con il pessimismo cosmico leopardiano. Facile capire la delusione dei con-venuti quando, alla cena di benve-nuto ai lavori congressuali, si sono visti accogliere dai componenti dell’Unione che vestivano i panni dei giureconsulti del XVIII seco-lo. Al cospetto degli affreschi del

Tiepolo e dei rigogliosi giardini di Villa Cordellina, mentre le note del divino Mozart riportavano le lan-cette del tempo indietro di un paio di secoli, la presidente Eleonora Di Vona e la sua giunta hanno sfilato in abiti d’epoca, sotto gli occhi un po’ increduli dei convegnisti astan-ti. E il bello doveva ancora arriva-re. Quando dopo la rievocazione dei fasti del Settecento ha conquistato la scena un quartetto Jazz, la delu-sione è apparsa sui volti di numerosi commercialisti. A quel punto i mol-ti che si erano preparati a ballare tutta la notte (come da tradizione) con il colletto della camicia alzato al ritmo della Febbre del sabato sera hanno pensato che a Vicenza, forse, D’Annunzio s’è fermato per riposar-si dopo giorni di intensa attività… letteraria.

Moustique

D’Annunzio inganna i commercialisti

Cristiano Tommasi

Andrea Tremolada

Francesco Gianni

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3Lunedì 22 Ottobre 2012Lunedì 22 OI VA P E R C A S S A

Al via dal 1° dicembre il regime di cassa non più solo per i soggetti di minori dimensioni

L’Iva dovuta va in differita diritto alle detrazioni compreso

Pagina a cura DI FRANCO RICCA

Fra poco più di un mese sarà possibile, per un rilevante numero di im-prese e professionisti,

emettere le fatture senza do-ver versare l’Iva prima ancora di averla incassata dal cliente (opportunità riservata fi nora ai soggetti di minori dimensioni e pesantemente condizionata dai rifl essi negativi sul cliente). Dal 1° dicembre prossimo divente-rà, infatti, operativo il cosiddet-to regime Iva di cassa, nel quale la liquidazione dell’imposta si basa non sul fatturato, ma sulla regolazione fi nanziaria. A que-sto scopo, però, sarà necessario implementare la contabilità Iva con la rilevazione degli incassi e dei pagamenti.

Potranno avvalersi del nuo-vo regime, facoltativo, i contri-buenti con volume d’affari an-nuo non superiore a 2 milioni di euro. Vediamo più da vicino la disciplina normativa, costituita dalla norma istitutiva dell’art. 32-bis del dl n. 83/2012 e dal de-creto ministeriale dell’11 ottobre 2012, cui si aggiungerà a breve un provvedimento dell’Agenzia delle entrate concernente le mo-dalità dell’opzione.

Come funziona. Secondo l’art. 32-bis citato, nel regime di cassa l’Iva relativa alle cessio-ni di beni e alle prestazioni di servizi effettuate nei confronti di cessionari o di committenti che agiscono in veste di sog-getti passivi diventa esigibile, anziché al momento di effet-tuazione dell’operazione, al mo-mento dell’incasso dei relativi corrispettivi, ma comunque non oltre un anno dall’effettuazio-ne dell’operazione; tale limita-zione temporale non opera se, prima del decorso del termine, il cessionario/committente sia stato assoggettato a procedure concorsuali: in tal caso, infatti, il differimento dell’esigibilità opera fi no all’incasso del cre-dito (è da evidenziare che, di-versamente dall’art. 7 del dl n. 185/2008, la nuova norma cir-coscrive questo effetto alle sole procedure concorsuali e non an-che alle procedure esecutive).

In pratica, come chiarisce il comma 3 dell’art. 3 del decreto, l’imposta relativa alle operazio-ni attive deve essere computata a debito nella liquidazione pe-riodica (mensile o trimestrale) nel corso della quale viene in-cassato il corrispettivo o viene a scadere il suddetto termine di un anno. Lo stesso articolo 4 puntualizza che, in relazione alle operazioni attive soggette al regime di cassa, il cedente/prestatore adempie comunque gli obblighi del titolo II del dpr 633/72 (fatturazione all’atto dell’effettuazione dell’opera-zione e successiva registrazione

nel termine di legge), e che le operazioni concorrono al volu-me d’affari (e all’eventuale pro rata) con riferimento al momen-to di effettuazione dell’opera-zione. Per esempio, se nel mese di dicembre 2012 sono emesse fatture a esigibilità differita per 100 mila euro d’imponibile e 21 mila euro di Iva, per le quali l’incasso non si verifi ca entro il 31 dicembre, il solo imponibile sarà riportato, nella dichiara-zione annuale 2012, nell’ap-posito rigo delle operazioni a esigibilità differita e concorre-rà al volume d’affari dell’anno 2012. All’atto dell’incasso, nel mese di febbraio 2013, il contri-buente contabilizzerà il debito d’imposta di 21 mila euro, in-cludendolo nella corrispondente liquidazione periodica e succes-sivamente nella dichiarazione annuale per il 2013.

Sin qui il trattamento delle operazioni attive. Ma il regime speciale riguarda anche le ope-razioni passive: in parallelo con il differimento dell’Iva dovuta, infatti, l’art. 32-bis, in confor-mità con l’art. 167-bis della di-rettiva 2006/112/Ce, differisce anche il diritto alla detrazione dell’Iva relativa agli acquisti di beni e servizi, che slitta al momento del pagamento ai fornitori. L’art. 1, comma 3 del decreto, più precisamente, pre-vede che, nel regime di cassa, il diritto alla detrazione dell’im-posta relativa ai beni e servizi acquistati sorge al momento del pagamento del corrispettivo al fornitore. Il successivo art. 5, comma 1, precisa inoltre che il diritto alla detrazione è eserci-tato a partire dal momento in cui i relativi corrispettivi sono pagati, o comunque decorso un anno dal momento in cui l’impo-sta diviene esigibile secondo le regole ordinarie (effettuazione dell’operazione) e «alle condizio-ni esistenti in tale momento».

Nel regime di cassa, il siste-ma è quindi simmetrico:

- l’Iva sulle operazioni attive si rende dovuta all’incasso del corrispettivo, ma comunque non oltre un anno dall’effettuazione dell’operazione;

- l’Iva sugli acquisti può esse-re detratta dopo il pagamento al fornitore, ma comunque de-corso un anno dall’effettuazione dell’operazione.

Per determinare la portata del diritto alla detrazione, se-condo il decreto, occorre fare riferimento alle condizioni esi-stenti al momento del pagamen-to (o alla scadenza del termine di un anno), e non al momento dell’effettuazione dell’operazio-ne. Il decreto chiarisce, poi, che in caso di incasso (o pagamento) parziale, l’imposta diviene esigi-bile (o detraibile) in proporzione al rapporto fra quanto incassato e il corrispettivo totale dell’ope-razione.

L’art. 8 del decreto, sorprendendo un po’ tutti gli operatori, convinti che il nuovo regime avrebbe trovato applicazione dal 2013, ha invece stabilito che esso si appli-ca alle operazio-ni effettuate da decorrere dal 1° dicembre 2012. L’anticipazione è senz’altro positi-va, anche se spiaz-za i contribuenti trimestrali, che saranno tenuti a separare l’ultimo periodo fiscale dell’anno. L’individuazione della predetta data si spie-gherebbe, secondo un’ipotesi circolata nei giorni scorsi, con la volontà di utilizzare i fondi già disponibili. Potrebbe però esservi un’altra ragione, legata al fatto che la norma comunitaria (il citato art. 167-bis della diret-tiva) pone quale limite massimo di volume d’affari per l’accesso al regime di cassa l’im-porto di 500 mila euro, autorizzando comun-

que gli stati membri a elevare tale soglia fi no a 2 milioni «previa consultazione del comita-to Iva». Poiché, però, la consultazione non è

necessaria per gli stati mem-bri che, al 31 dicembre 2012, applicano già una soglia su-periore a 500 mila euro, l’an-ticipazione del-la decorrenza al 1° dicembre potrebbe quin-di spiegarsi con l’intento di evitare la

(e i conseguenti ritardi della) procedura di consultazione. Va ricordato, infine, che dal 1° dicembre 2012 cessano di applicarsi le disposizioni sull’esigibilità differita di cui all’art. 7 del dl n. 185/2008. In proposito, è da osservare che tali disposizioni troveranno comunque applicazione in relazione alle operazioni ef-fettuate fi no al 30 novembre prossimo.

Decorrenza anticipata a dicembre 2012

Il regime Iva di cassa

Nuova disciplina dall’1/12/2012 (art. 32-bis, dl 83/2012; dm 11/10/2012)

Vecchie regole (fi no al 30/11/2012) (art. 7, dl 185/2008; dm 26/3/2009)

L’adozione del regime di cassa riguarda l’intera attività del contribuente e comporta il differi-mento al momento del pagamento:

dell’esigibilità dell’Iva sulle operazioni attive del diritto alla detrazione sugli acquisti

È consentito, distintamente per ciascuna operazione attiva, avvalersi del differimento dell’esigibilità dell’Iva i no al momento del pa-gamento del corrispettivo

Anche in assenza di pagamento, l’Iva è comun-que dovuta dopo un anno dall’effettuazione dell’operazione, salvo che la controparte, prima del decorso di tale termine, sia assoggettata a procedura concorsualeAnalogamente, l’Iva è comunque detraibile dopo un anno dall’effettuazione dell’opera-zione

L’Iva è comunque dovuta dopo un anno dall’ef-fettuazione dell’operazione, salvo che la con-troparte, prima del decorso di tale termine, sia assoggettata a procedura concorsuale o esecutiva

Sono ammessi i contribuenti con volume d’af-fari annuo i no a 2 milioni di euro

Sono ammessi i contribuenti con volume d’af-fari annuo i no a 200.000 euro

Occorre l’opzione preventiva Non occorre opzione preventiva

Obbligatorio indicare sulle fatture emesse il ri-ferimento all’art. 32-bis, ma l’eventuale omis-sione è violazione formale

Obbligatorio indicare sulle fatture emesse il riferimento all’art. 7

Il destinatario della fattura ad esigibilità diffe-rita può detrarre l’Iva anche se non ha pagato il fornitore

Il destinatario della fattura ad esigibilità diffe-rita può detrarre l’Iva solo dopo avere pagato il fornitore

Sono escluse le seguenti operazioni: operazioni soggette a regimi speciali di «de- terminazione» dell’impostaoperazioni poste in essere nei confronti di cessionari o di committenti che assolvono l’imposta con il meccanismo dell’inversione contabileoperazioni poste in essere nei confronti di privatioperazioni ad esigibilità differita ex art. 6, quinto c, secondo periodo, dpr 633/72

Sono escluse le seguenti operazioni: operazioni soggette a regimi speciali di «ap- plicazione» dell’impostaoperazioni poste in essere nei confronti di cessionari o di committenti che assolvono l’imposta con il meccanismo dell’inversione contabileoperazioni poste in essere nei confronti di privatioperazioni ad esigibilità differita ex art. 6, quinto c, secondo periodo, dpr 633/72

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Page 4:  · • Anno 21 - Numero 251 - 2,50 - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Lunedì 22 Ottobre 2012 • • NELLINSERTO: IL TRUST IN ITALIA SECONDO LA GIURISPRUD

4 Lunedì 22 Ottobre 2012 I VA P E R C A S S A

Pagine a cura DI FRANCO RICCA

Il regime di cassa non è ap-plicabile alle seguenti ope-razioni, elencate nell’art. 2 del decreto 83/2012:

a) operazioni effettuate dai soggetti che si avvalgono di regimi speciali di determina-zione dell’imposta;

b) operazioni effettuate nei confronti di cessionari/com-mittenti che non agiscono in veste di soggetti passivi Iva;

c) operazioni poste in esse-re nei confronti di cessionari/committenti che assolvono l’imposta con il meccanismo dell’inversione contabile;

d) operazioni ad esigibilità differita di cui all’articolo 6, quinto comma, secondo pe-riodo, decreto del presidente della repubblica 633/72 (for-niture ad enti pubblici, ecc.), per le quali rimane ferma la disciplina prevista da tale di-sposizione.

In merito alla lettera a), va osservato che il decreto par-la di regimi speciali di «de-terminazione» dell’imposta; la legge (art. 32-bis), invece, esclude i regimi speciali di «applicazione», ricalcando la norma dell’articolo 7 del dl 185/2008, che nella relazione

di accompagnamento veni-va illustrata richiamando in via esemplifi cativa il regime del margine per il commercio dei beni usati, oggetti d’arte, d’antiquariato e da collezione e per le agenzie di viaggio.

Successivamente, la circolare n. 20/2009 dell’Agenzia delle entrate ha indicato, in quan-to regimi speciali di «appli-cazione» dell’Iva, anche i re-gimi monofase di cui all’art. 74, primo comma, dpr 633/72

(tabacchi, editoria ecc.). Il fatto che nel decreto si

parli invece di regimi di «de-terminazione» potrebbe in-terpretarsi come la volontà di estendere l’esclusione anche ai regimi speciali di detrazio-

ne, che non derogano alle mo-dalità di applicazione, ma, in senso lato, a quelle di «deter-minazione» dell’imposta dovu-ta all’erario. Un chiarimento al riguardo appare necessario. L’art. 3 del decreto chiarisce poi che le seguenti operazio-ni passive sono escluse dal differimento del diritto alla detrazione:

- acquisti di beni e servizi soggetti all’Iva con il meccani-smo dell’inversione contabile (rientrano in questa categoria anche le operazioni territorial-mente rilevanti poste in essere da soggetti esteri nei confronti di cessionari/committenti sta-biliti);

- acquisti intracomunitari di beni (gli acquisti di servizi ri-entrano nella categoria prece-dente);

- le importazioni di beni;

- le estrazioni di beni dai de-positi Iva.

Per le suddette operazioni passive, quindi, il contribuente che si avvale del regime di cas-sa detrae l’Iva secondo le regole generali, in considerazione delle particolari modalità di applica-zione dell’imposta (autoliqui-data dallo stesso cessionario/committente, oppure assolta in dogana), che rendono irrile-vante il fatto che il corrispettivo al fornitore sia stato pagato o meno.

© Riproduzione riservata

Esclusione estesa ai regimi speciali

di accompagnamento veni- Successivamente la circolare (tabacchi editoria ecc )

Una previsione molto importante, innovati-va rispetto al sistema vigente (e apparente-mente in contrasto con la norma comunitaria che autorizza il regime di cassa, ossia il citato art. 167-bis della direttiva), è quella contenu-ta nel terzo periodo del comma 1 dell’art. 32-bis del dl 83/2012. Tale disposizione stabilisce che «in ogni caso, il diritto alla detrazione dell’imposta in capo al cessionario o al com-mittente sorge al momento di effettuazione dell’operazione, ancorché il corrispettivo non sia stato ancora pagato».

La disposizione, derogando al principio generale secondo cui il diritto alla detrazio-ne sorge quando l’imposta diventa esigibile, consente in pratica ai cessionari/committenti di esercitare la detrazione con riferimento (e a partire dal) momento di effettuazione dell’operazione, ancorché l’imposta non sia ancora divenuta esigibile perché il fornitore si avvale del regime di cassa.

La previsione non vale, ovviamente, nel

caso in cui anche il cessionario/committen-te, a sua volta, abbia adottato il regime di cassa.

La deroga, che sotto il profi lo comunitario è legittimata da una dichiarazione a verbale resa in sede di approvazione della diretti-va 2010/45/Ue, nella quale il consiglio e la commissione dichiarano che gli stati membri possono derogare dal principio sancito dal citato art. 167-bis, è, come si diceva, molto importante ai fi ni della concreta fruibilità del regime di cassa. La sterilizzazione degli effet-ti sui cessionari/committenti, infatti, darà un contributo determinante, perché disinnesca il confl itto di interessi tra fornitore e clien-te: quest’ultimo, infatti, non avrà più ragione per «spingere» il primo a non avvalersi del regime di cassa. È da mettere in conto, di contro, un maggior rischio per l’erario, poi-ché il diritto alla detrazione sorgerà e sarà esercitabile prima ancora che l’imposta sia divenuta esigibile.

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5Lunedì 22 Ottobre 2012Lunedì 22 OI VA P E R C A S S A

Opzione valida sull’intera attivitàP

ossono avvalersi del re-gime di cassa i soggetti passivi con volume d’af-fari annuo non superio-

re a due milioni di euro (dieci volte maggiore, quindi, rispetto alla soglia fi ssata per l’accesso all’esigibilità differita di cui all’art. 7, dl n. 185/2008).

Va osservato che il limite di 2 milioni rappresenta il massimo consentito dall’art. 167-bis della direttiva comunitaria 2006/112/Ce, aggiunto dalla direttiva 45 del 2010 con effetto dal 1° gen-naio 2013.

Il comma 2 dell’art. 32-bis sta-bilisce che il regime di cassa si rende applicabile previa opzio-ne da parte del contribuente, da esercitare secondo le modalità individuate con provvedimento del direttore dell’agenzia delle entrate (in corso di emanazio-

ne). Dalla disposizione parrebbe

evincersi che l’opzione debba essere preventiva e che sarebbe sottratta quindi al principio del comportamento concludente di cui al dpr n. 442/97. In attesa di vedere se il dubbio sarà fugato dal provvedimento dell’agenzia, va detto che l’art. 6, comma 2, del decreto aggiunge che l’op-zione ha effetto a partire dal 1° gennaio dell’anno in cui è eserci-tata, oppure dalla data di inizio dell’attività se esercitata in tale occasione.

Una volta esercitata l’opzione, il contribuente dovrà adottare il criterio di cassa per l’intera attività (eccetto che per le ope-razioni espressamente escluse dal regime, su cui appresso). Al riguardo, ci si deve chiedere se, in caso di esercizio di più atti-

vità con applicazione separata dell’imposta ai sensi dell’art. 36, dpr 633/72, l’opzione potrà essere esercitata limitatamen-te a una o più attività separate, senza estendersi al complesso delle attività. Una simile ipote-si sembrerebbe da escludere per le complicazioni gestionali (e i connessi rischi di errori), anche in considerazione delle ulteriori diffi coltà connesse agli acquisti promiscui.

Tuttavia, la relazione illustra-tiva del decreto induce a diver-sa conclusione, laddove chiari-sce che, nel caso di più attività separate, di cui una soggetta a regimi particolari di determina-zione dell’Iva, per i quali è pre-cluso il regime di cassa, questo regime potrà essere adottato per le operazioni poste in essere nell’ambito dell’attività soggetta

al regime ordinario. Il comma 5 dell’art. 4 del de-

creto, in conformità al comma 3 dell’art. 32-bis, prescrive che sul-le fatture emesse dai contribuen-ti che adottano il regime di cassa deve essere riportata specifi ca annotazione, richiamando il ci-tato art. 32-bis; la relazione il-lustrativa del decreto chiarisce però che l’eventuale omissione di questa specifi cazione costi-tuisce violazione formale.

Infi ne, in caso di superamen-to del limite di due milioni nel corso dell’anno, l’art. 7 del de-creto stabilisce che il regime di cassa cessa di applicarsi alle operazioni attive e passi-ve effettuate a partire dal mese successivo a quello nel quale il limite è superato. Questo si-gnifi ca che i contribuenti tri-mestrali, in tale eventualità,

potranno trovarsi ad applicare criteri differenti di liquidazione nel corso del medesimo trime-stre e saranno quindi costretti a separare i periodi.

Il medesimo articolo 7 detta, infi ne, disposizioni per regolare il transito dal regime di cassa a quello ordinario, prevedendo che, in caso di superamento del limite o di revoca dell’opzione, nella liquidazione relativa all’ultimo mese in cui è stato applicato il regime di cassa oc-corre computare a debito l’Iva «in sospeso» (ossia quella fatturata in regime di cassa per la quale non è stato ancora incassato il corrispettivo); a partire dalla stessa liquidazione, inoltre, può essere esercitato il diritto alla detrazione dell’Iva non ancora pagata ai fornitori.

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I soggetti coinvolti

Analisi Statistiche -Dichiarazioni 2011 - Anno d’imposta 2010

Classi volumed’affariin euro

Totale operazioni imponibiliDi cui operazioni imponibili

verso consumatori fi naliDi cui operazioni imponibiliverso titolari di partita IVA

Soggetti(frequenzaCumulata)

Ammontare (cumulato)

Soggetti (frequenzaCumulata)

Ammontare cumulato Soggetti (frequenzaCumulata)

Ammontare cumulato

Importi incidenza % Importi incidenza %

minore di zero 2.739 0 656 0 *** 2.530 0 ***

zero 26.640 678.101 11.173 99.327 14,65% 18.236 578.775 85,35%

da 0 a 2.580 152.930 935.293 63.160 182.689 19,53% 106.982 752.605 80,47%

da 2.580 a 7.000 360.367 2.029.981 150.293 512.177 25,23% 266.363 1.517.805 74,77%

da 7.000 a 10.330 518.694 3.459.272 220.096 950.497 27,48% 390.532 2.508.775 72,52%

da 10.330 a 20.660 980.882 10.409.982 445.829 3.288.029 31,59% 753.783 7.121.953 68,41%

da 20.660 a 25.890 1.197.252 15.199.333 559.985 4.985.103 32,80% 925.056 10.214.229 67,20%

da 25.890 a 61.970 2.234.312 55.814.523 1.145.846 20.181.447 36,16% 1.758.271 35.633.074 63,84%

da 61.970 a 185.920 3.336.874 164.062.783 1.861.313 66.049.260 40,26% 2.659.751 98.013.520 59,74%

da 185.920 a 309.870 3.660.503 234.975.551 2.079.379 95.139.112 40,49% 2.944.614 139.836.436 59,51%

da 309.870 a 516.460 3.888.109 316.923.302 2.229.579 126.036.366 39,77% 3.151.737 190.886.932 60,23%

da 516.460 a 1.000.000 4.088.754 443.653.656 2.357.037 169.463.792 38,20% 3.338.639 274.189.860 61,80%

da 1.000.000 a 2.000.000* 4.189.263 581.238.102 2.417.810 212.714.258 36,60% 3.433.976 368.523.539 63,40%

da 2.000.000 a 2.700.000 4.259.619 677.546.804 2.460.351 242.989.585 35,86% 3.500.712 434.557.214 64,14%

da 2.700.000 a 5.164.570 4.312.282 833.237.044 2.488.600 278.039.175 33,37% 3.551.531 555.197.865 66,63%

da 5.164.570 a 7.000.000 4.327.417 902.809.677 2.496.298 290.350.234 32,16% 3.566.265 612.459.439 67,84%

da 7.000.000 a 15.000.000 4.350.738 1.076.295.603 2.508.122 316.328.021 29,39% 3.589.147 759.967.578 70,61%

da 15.000.000 a 40.000.000 4.363.515 1.288.419.884 2.514.996 344.491.469 26,74% 3.601.784 943.928.411 73,26%

oltre 40.000.000 4.370.493 2.393.981.700 2.519.331 508.347.177 21,23% 3.608.738 1.885.634.518 78,77%

Elaborazioni CNA Uffi cio politiche fi scali su dati MEF - anno d’imposta 2010

*Si tratta di una stima fatta assumendo per ipotesi che sia l’ammontare delle operazioni sia il numero di soggetti, si distribuisca in modo lineare all’interno dell’intervallo

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TRA IMPRESE ITALIANE E GERMANICHELe informazioni richieste dall’art. 17 bis Codice Deontologico Forense sono rinvenibili sul sito:

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6 Lunedì 22 Ottobre 2012 L A P. A . S U L W E B

La fotograi a scattata dall’Anorc sugli enti pubblici: più accessibili i siti di province e comuni

La Pec c’è, ma non sempre si vede Ai ministeri va la maglia nera

Pagine a cura DI SIMONA D’ALESSIO

Spegne quest’anno sette candeline la Pec, Posta elettronica certificata, nata con il decreto del-

la presidenza della repubblica 68/2005 art. 4, comma 1. E se la diffusione della cosiddetta «rac-comandata elettronica» è alta nel settore privato (nelle società e negli studi dei professionisti è entrata ufficialmente con la legge 2/2009), la sua presenza nelle amministrazioni pubbli-che è altrettanto elevata, però non è sempre facile per l’utente servirsene per gestire le proprie comunicazioni. A sollevare il velo sui numerosi problemi che si incontrano quotidianamente quando si cerca di raggiungere, navigando in rete, il sistema di trasmissione dei dati del nostro apparato statale è l’Anorc, l’Asso-ciazione nazionale per operatori e responsabili della conservazio-ne digitale dei documenti (www.anorc.it), che ha analizzato i siti internet di comuni, province, re-gioni e ministeri, scoprendo in-nanzitutto che le percentuali di pubblicazione degli indirizzi Pec non sono mai inferiori al 90% (nel caso delle province, poi, si arriva a sfi orare la totalità, con il 99% di accessibilità complessi-va). Malgrado ciò districarsi fra le molteplici pagine web per riu-scire a mandare una e-mail «con il bollino» diventa talvolta un’im-presa. Spesso, infatti, si perde tempo prezioso per individuare l’indirizzo giusto, sia perché «nascosto» fra la gran quantità di informazioni e «fi nestre» che si aprono nei portali, sia perché vengono collocati insieme vari recapiti elettronici, senza speci-fi carne, però, adeguatamente il settore di appartenenza o l’area tematica di riferimento. E tutto ciò tradisce lo spirito della nor-mativa che ha introdotto tale opportunità con il fi ne di sempli-fi care le procedure di spedizione e ricezione di testi, che hanno il medesimo valore legale di una raccomandata cartacea, ma al-leggerendo notevolmente il peso della corrispondenza.

Nel caso delle regioni, comun-que, il tasso di fruibilità è del 55%, le province e i comuni ca-poluogo offrono, invece, un’ottima performance (entrambe sono al 93%), mentre è pessima la resa dei dicasteri governativi, sui cui siti si passa da una percentuale di presenza della Pec del 92% alle ristrettissime chance di scovarla online, che non riescono a supera-re il 15%. Entrando nel dettaglio della ricerca che l’Anorc fornisce in anteprima a ItaliaOggi Sette, in vista della sua presentazione, lunedì 22 ottobre a Roma, nel cor-so di una tavola rotonda all’audi-torium del Consip, i portali isti-tuzionali regionali nel 55% dei casi rispettano la legislazione,

pubblicando nella home page o, comunque, in una sezione imme-diatamente visibile a chi si con-nette, l’e-mail certifi cata. Mentre un considerevole 45% pubblica una serie di indirizzi riportando in apposite tabelle tutte le Pec disponibili dell’amministrazione, spingendo, così, nel caos più tota-le l’utente. Lo scenario è invece ben più confortante, come già sottolineato, per quanto concerne province e comuni, che possono permettersi di guardare dall’alto in basso i ministeri, che sono sì forti della pubblicazione (al 92%) dei recapiti utili, ma ciò accade senza rispettare nella stragrande maggioranza dei casi (85%) i det-tami sulla necessità di metterli chiaramente in mostra a bene-fi cio del cittadino: se ne affastel-lano tanti suddivisi per settori,

dipartimenti, dirigenti ecc. La p.a. pertanto sembra non voler considerare e, di conseguenza, trattare con il dovuto rispetto il variegato grado di scolarizzazio-ne informatica di chi si rivolge a essa: il sito istituzionale, infatti, dovrebbe contenere comunica-zioni e servizi caratterizzati da estrema chiarezza e reperibili-tà, che tutti possano facilmente usare.

L’associazione che ha curato l’indagine, però, va a monte del-la questione. E lo fa «tirando le orecchie» al legislatore, che «for-se a causa dell’urgenza con cui, a volte, deve produrre decreti, torna a contraddirsi anche sulle defi nizioni ormai acquisite, gene-rando confusione». Basti pensa-re al recente dl 83/2012 (Misure urgenti per la crescita del paese)

che impone, con l’art. 18 intitola-to «Amministrazione aperta», ul-teriori obblighi di pubblicazione sui siti istituzionali, e al comma 1 afferma esplicitamente che: «La concessione delle sovvenzioni, contributi, sussidi e ausili fi nan-ziari alle imprese e l’attribuzione dei corrispettivi e dei compensi a persone, professionisti, impre-se ed enti privati e comunque di vantaggi economici di qualunque genere di cui all’articolo 12 del-la legge 7 agosto 1990, n. 241 a enti pubblici e privati, sono sog-getti alla pubblicità sulla rete internet, ai sensi del presente articolo e secondo il principio di accessibilità totale di cui all’arti-colo 11 del decreto legislativo 27 ottobre 2009, n.150». Tutto ciò, dunque, costituisce un vero passo falso, perché «dopo aver ribadito

e specifi cato, in questi anni, che l’accessibilità totale è un diritto, e che tutto il processo di riforma si struttura e si giustifi ca in sua funzione», il decreto del governo Monti costringe l’accessibilità a una brusca retrocessione, ridu-cendola al grado di «principio».

Secondo i l presidente dell’Anorc Andrea Lisi, conside-rando che «l’uso della Pec dovreb-be essere legato a una gestione documentale che garantisca la conservazione legale degli og-getti informatici inviati e ricevuti con questo strumento», il rischio che si corre è che «i futuri archi-vi, cartacei o digitali che siano, delle p.a. italiane si riempiano di dati ed informazioni non stabili e non ricercabili. E, soprattutto, non autentici».

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pubblicando nella home page o dipartimenti dirigenti ecc La che impone con l’art 18 intitola- e specificato in questi anni che

Il responsabile del procedimento di pubblicazione di quanto compare sul sito istituzionale: chi è costui? O quasi. Eppu-re, stando a quanto prevedono la direttiva 8/09 del ministero per l’Innovazione nella p.a. e le linee guida entrate in vigore nel 2010, tale fi gura (individuata tra i dipen-denti dell’amministrazione, ma nel caso non espressamente scelta, la funzione vie-ne automaticamente assunta dal vertice della struttura organizzativa) «riveste un ruolo fondamentale nella gestione coordi-nata sia dei contenuti, sia delle informa-zioni online, sia dei processi redazionali dell’amministrazione». E, fra l’altro, è tenuta a raccogliere le segnalazioni sulla presenza di materiali obsoleti, ovvero la non corrispondenza delle notizie presenti sul sito e quelle comprese nei provvedi-menti originali. Le generalità di questo funzionario, inoltre, complete di indirizzo e-mail, devono essere raggiungibili, ove possibile, da un’area informativa a piè di pagina nel portale, o, alternativamente, in un’apposita sezione, accessibile dalla homepage e da tutte le «finestre» ma, nella pratica, gli enti locali e i ministeri si rivelano inadempienti. L’Anorc, infatti,

ha scoperto come nel 90% dei casi sui siti istituzionali di regioni, province e comuni capoluogo non se ne trovi traccia, mentre i ministeri offrono la pubblicazione del nominativo al 92%. Non mancano, però, lacune, anche laddove le amministrazioni sembrino «virtuose»: circa il 10% di quelle che indicano chi sia il responsabile del set-tore non sono pienamente rispettose della normativa, poiché le linee guida precisano dove deve essere correttamente inserito nel portale il nominativo della persona in questione, tuttavia spesso lo si trova nella sezione «Albo online» (si veda arti-colo nella pagina a fi anco), anziché nella home page, oppure mancano i riferimenti alle sue funzioni, o come è possibile con-tattarlo.

Le cifre e le circostanze esaminate indu-cono a rifl ettere su quanto può e (deve) ancora essere realizzato per raggiungere un elevato livello di digitalizzazione nella p.a. del nostro paese partendo, natural-mente, dalle basi normative. Difatti, già nel Cad, Codice dell’amministrazione digi-tale (dlgs 82/2005), si mettono in evidenza i diritti che dovrebbe possedere ogni cit-tadino, attraverso l’uso delle nuove tec-

nologie, fra cui la partecipazione al pro-cedimento amministrativo informatico, l’effettuazione di pagamenti con modalità digitali, le comunicazioni tra imprese e organismi pubblici, il ricorso alla Pec, nonché la qualità dei servizi resi e la soddisfazione dell’utenza.

Però, è importante, sottolinea l’Anorc, che «subentri il senso di responsabilità degli amministratori a organizzarsi e attivarsi per procedere all’ammoder-namento della struttura organizzati-va, allo scopo di assicurare un reale accesso» alle prestazioni. Ecco perché il presidente Andrea Lisi si rammarica che l’Agenda digitale oggi appaia come l’unica via verso l’informatizzazione, «quando invece già dal 1993 l’Italia ha iniziato a regolamentare queste mate-rie. Non abbiamo più bisogno di slogan vuoti, però alla moda», aggiunge, poiché occorre canalizzare l’attenzione verso «il documento informatico, le sue fasi di formazione, la corretta gestione, conservazione e pubblicazione a norma, presupposti fondamentali per un futuro che sia davvero privo dell’uso del car-taceo», laddove non necessario.

AAA cercasi responsabile del procedimento

Diffusione e accessibilità della Pec nei ministeri

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Page 7:  · • Anno 21 - Numero 251 - 2,50 - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Lunedì 22 Ottobre 2012 • • NELLINSERTO: IL TRUST IN ITALIA SECONDO LA GIURISPRUD

7Lunedì 22 Ottobre 2012Lunedì 22L A P. A . S U L W E B

C’è un solo spazio in cui può essere in-serita la pubblicità legale degli enti

pubblici, affinché possa pro-durre «effetti giuridicamente rilevanti»: è l’Albo online (legge 69/2009, con decorrenza a par-tire dal 1° gennaio 2011), che accoglie le pubblicazioni matri-moniali, le delibere comunali e provinciali, o qualunque altro documento per il quale prima sussisteva l’obbligo di divulga-zione per le amministrazioni comunali sull’Albo pretorio, che non deve essere più affi sso in originale cartaceo (con fi rma e timbro) nelle bacheche, ma vie-ne immesso in rete. Un’altra scelta del legislatore all’insegna della sempre maggiore traspa-renza gestionale, che persegue l’obiettivo del potenziamento dell’informatizzazione della p.a. e, contestualmente, del risparmio dei costi. Purtrop-po, dal dire al fare, qualcosa si smarrisce lungo la strada. E, infatti, l’Associazione naziona-le per operatori e responsabili della conservazione digitale dei documenti (Anorc), ha di-mostrato, studiando i siti isti-tuzionali, come alcuni ostacoli impediscano un percorso di re-ale effi cienza all’Albo via web. Sebbene, infatti, il 96% dei co-muni capoluogo di provincia ab-bia una sezione su internet ad hoc, le prime crepe si avvertono non appena si tenta di acquisi-re i documenti, perché almeno nel 17% dei casi l’accessibilità appare molto limitata e diffi -coltosa (8%), o viene del tutto negata (9%).

Buonissima anche la percen-tuale di presenza del «conteni-tore» digitale nei portali delle province (97%), di cui il 65% presenta in maniera fruibile gli atti in una sezione dedica-ta, subito visibile nella home page. Ma non tutto fi la liscio: se, infatti, l’85% mette online i propri testi informatici in mo-delli non modifi cabili e confor-mi alle indicazioni provenienti dall’organismo ministeriale Di-

gitPa (come previsto dal Codice dell’amministrazione digitale, all’art. 68, comma 4, secondo il quale l’ente «istruisce e aggior-na, con periodicità almeno an-nuale, un repertorio dei formati aperti utilizzabili dalle pubbli-che amministrazioni e delle mo-dalità di trasferimento dei for-mati»), ma senza l’apposizione di una fi rma digitale (o elettro-nica) qualifi cata, il documento perde la sua stessa natura di

atto avente effetto di pubblicità legale come richiesto dal legi-slatore. Discorso simile nelle regioni, dove la diffusione viene comunque effettuata attraver-so l’inserimento, in una sezione dedicata, del Bur, il Bollettino uffi ciale regionale, rinvenibile in home page nel 100% dei casi, e quasi sempre facilmente repe-ribile (85%), tuttavia la nota do-lente arriva sull’uso della fi rma digitale, presente solo nel 30%

dei documenti analizzati.Nei ministeri la musica, inve-

ce, cambia: vantano una libera interpretazione della normativa vigente, visto che soltanto il 23% dei portali adotta un’apposita sezione dedicata alla pubblici-tà legale, mentre il 77% riporta in home page delle sezioni che contengono la pubblicazione di bandi, concorsi e documen-ti, ma non in uno spazio unico e chiaramente segnalato sotto l’etichetta «Albo»; consultare con semplicità l’area, però, non è garantito al 31%, mentre è diffi coltoso al 46%, a dimostra-zione del fatto che tali modalità di diffusione delle informazioni risultano disomogenee e confu-se.

L’Anorc desume, pertanto, che in assenza di regole univoche e serie, una gestione «fai da te» dell’Albo rischia di invalidare l’intero iter di pubblicazione legale. Cosa accadrà, si chie-de, infi ne, il presidente Andrea Lisi, «quando i giudici dovranno valutare in giudizio gli effetti di legge relativi alla pubblicazio-ne online di un provvedimento amministrativo e magari di un Bando di gara non fi rmato».

© Riproduzione riservata

Percorso a ostacoli verso l’albo online

L’Albo online amministrazioni pubbliche*

COMUNI

Lo spazio digitale in cui è ospitata la pubblicità legale è presente nel 96% dei siti esaminati dei capoluoghi di provincia, percentuale che scende, però, all’83% se si valuta l’accessibilità (nel restante 17%, al contrario, non viene garantita all’utente)

PROVINCE

Nella quasi totalità dei portali (97%) l’Albo online è stato inserito, tuttavia la fruibilità è assicurata al 65% (la rimanente fetta del 35%, invece, non prevede che documenti ed atti amministrativi stiano in una sezione dedi-cata, immediatamente visibile nella homepage)

REGIONI

Il 100% dei siti offre al pubblico l’area, denominata però non «Albo on-line», bensì «Bur», ossia Bollettino ufi ciale regionale. Malgrado ciò, nel 15% delle amministrazioni le informazioni non sono adeguatamente rag-giungibili

MINISTERII dicasteri governativi hanno il tasso più basso fra gli enti statali: assente la sezione ad hoc nel 77% dei casi. E, di questa percentuale, soltanto il 23% consente di ottenere via web le notizie utile con estrema facilità

*Esiti dell’indagine svolta dall’Anorc

Circa 20 miliardi di euro di risorse risparmiate e altri 5 di maggiori entrate che fi nirebbero nelle casse dell’Erario in tre anni, se fosse realtà la digitalizzazione di una serie di processi. Una stima, questa, effettuata dalla prima edizione dell’Osservatorio Agenda digitale realizzato dalla School of Management del Politecnico di Milano, e presentata nei giorni scorsi. In par-ticolare, sono stati illustrati i benefi ci che si potrebbero ottenere su eProcurement nella p.a (7 miliardi di euro in meno all’anno), fat-turazione elettronica (5 miliardi all’anno, uno per l’apparato statale, e il resto per i privati), pagamenti elettronici verso le amministrazioni (0,6 miliardi all’anno, con il 30% di pagamenti elettronici per l’Imu, Tarsu, multe, bollo auto), mentre per i pagamenti elettronici verso gli esercenti le maggiori entrate fi scali sarebbero pari a circa 5 miliardi all’anno (se il formato elettronico fosse diffuso anche soltanto nella misura del 30%), dalla dematerializzazione e in-novazione digitale nei processi della p.a. si con-terrebbero le spese per almeno 15 miliardi ogni dodici mesi. Nel frattempo, il dibattito politico sull’Agenda digitale, uno degli impegni presi dal governo di Mario Monti, si surriscalda. La setti-mana scorsa, infatti, il ministro per lo sviluppo economico Corrado Passera ha rinnovato «l’im-pegno del governo a emanare entro la fi ne della legislatura la normative secondarie», dopo che il problema dei decreti attuativi mancanti era stato sottolineato da molti come un potenziale rischio per il piano, concretizzatosi con il via libera al decreto Crescita 2.0. varato dal Cdm lo scorso 4 ottobre: aumentano fortemente i servizi digitali per i cittadini, ha fatto sapere in quella occasione palazzo Chigi, «che potranno avere un unico documento elettronico, valido anche come tessera sanitaria, attraverso il qua-

le rapportarsi con la pubblica amministrazione», ma c’è anche il via libera «alle ricette mediche digitali, al fascicolo universitario elettronico, all’obbligo per la p.a. di comunicare attraverso la Posta elettronica certifi cata e di pubblicare online i dati in formato aperto e riutilizzabile da tutti», poi «signifi cativi risparmi di spesa e maggiore effi cienza arriveranno dalla digitaliz-zazione delle notifi che e delle comunicazioni giudiziarie, che assicureranno il mantenimento del principio di prossimità del servizio giustizia nei confronti di cittadini e imprese». A giudizio dell’ex ministro dell’Innovazione Renato Bru-netta, però, fi nora si tratta soltanto di «pagine bianche», poiché rimangono sullo sfondo, si sfo-ga, «i problemi veri: la governance dell’economia digitale, il coordinamento dell’innovazione, la capacità di presidio normativo, tecnologico ed organizzativo della pubblica amministrazione e lo sviluppo delle reti e dei servizi digitali». E ricorda, per esempio, che la fattura elettronica per la p.a (prevista dalla fi nanziaria del 2008, legge 244/2007), «prevista come obbligatoria», non riesce a decollare del tutto, malgrado l’Abi (Associazione bancaria italiana) abbia sostenu-to come la sua piena attuazione comporterebbe minori costi per il paese per circa 10 miliardi all’anno, con un risparmio per le amministra-zioni statali di altri 3 miliardi annui. Inoltre, incalza, il quadro istituzionale è «fuori control-lo», considerando che i vecchi enti responsabili del coordinamento dell’innovazione sono stati soppressi, e che Iscom, Consip, Sogei e DigitPa «litigano ogni giorno sulle rispettive competen-ze», mentre la nuova Agenzia per l’Italia digitale «è senza direttore da mesi». Permane, infi ne, il timore, afferma Brunetta, che «l’inerzia fi nisca per avere un prezzo troppo alto» per la nostra nazione.

Agenda digitale, 25 mld tra risparmi e maggiori entrate Amministrazioni alla spicciolata nel confezionamento del

Bur, il Bollettino uffi ciale regionale in formato digitale, contenente le normative, i regolamenti e gli atti per i quali è disposta la pubblicazione. L’ultimo, in ordine di tempo, a dare vita all’iniziativa è stato il Lazio, che lo ha attivato il 1° luglio scorso: diffuso il martedì e il giovedì, gli utenti possono consultarlo previa registrazione, che è gratuita, al portale www.regione.lazio.it da cui otterranno le cre-denziali (user id e password), a garanzia della tutela della riservatezza e della privacy. È stato già calcolato che l’in-formatizzazione dello speciale «notiziario» consentirà un risparmio economico di circa 5 milioni di euro all’anno e porterà, in un’ottica di rispetto dell’ambiente, a eliminare la produzione di una quantità rilevante di carta, sfruttando le tecnologie disponibili a supporto dei processi di demate-rializzazione del cartaceo; sarà così, inoltre, semplifi cata l’attività di ricerca e di consultazione del singolo atto e dell’intera edizione del Bollettino, che è fi rmato digital-mente. Nel 2011, l’Emilia-Romagna, essendosi già messa in regola, aveva fatto i conti in tasca all’intera penisola, ipotizzando l’avvento della digitalizzazione dei Bur in ogni amministrazione: se la regione guidata da Vasco Errani ha risparmiato fi nora 240 tonnellate di carta, infatti, nelle altre, senza alcun calo di informazione, né di effi cacia, si potrebbero risparmiare 4.500 tonnellate di carta, pari a oltre 7 mila tonnellate di CO2, e circa 40 milioni di euro. E, poi, c’è l’Umbria, che è pronta al debutto telematico del suo bollettino con l’arrivo del nuovo anno, il 1° gennaio 2013 (lo prevede la legge regionale n. 9 del 26 giugno 2012), perciò il 31 dicembre andrà in soffi tta la versione su carta, per fare spazio a quella elettronica, fi rmata digitalmente per garantirne l’autenticità, nell’apposita sezione del sito istituzionale della regione (www.regione.umbria.it). Il provvedimento, fanno sapere gli uffi ci della giunta umbra, oltre a recepire la legge sul contenimento delle spese, «pro-durrà effetti positivi sia all’interno dell’amministrazione, sia sugli stessi cittadini, in termini di maggior facilità e velocità di consultazione». E aprirsi al nuovo strumento, infi ne, garantirà un non tra-scurabile risparmio per il bilancio regionale, «quantifi cabile in circa 185 mila euro annui».

Bur a macchia di leopardo

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8 Lunedì 22 Ottobre 2012 DDL SEMPLIFICAZIONI

Il ddl semplii cazioni interviene sul Testo Unico. Obblighi e denunce trasferite sull’online

Sicurezza sul lavoro al restyling,chi rischia poco ha vita facile

Pagina a cura DI CARLA DE LELLIS

Sicurezza lavoro al re-styling. Valutazione ri-schi semplifi cata per le aziende a basso rischio,

obblighi e denunce trasferite sull’on line, adempimenti per i medici semplificati, obblighi di informazione e formazione dei lavoratori e di sorveglianza ridotti per i lavoratori occupati fi no a 50 giornate. Sono queste le principali novità previste dal ddl semplificazioni in materia di sicurezza sul lavoro, con mo-difi che al Tu sicurezza (dlgs n. 81/2008).

Formazione, informazione e sorveglianza sanitaria. Una prima semplifi cazione riguarda gli adempimenti relativi all’in-formazione e formazione e alla sorveglianza sanitaria. Viene previsto, nello specifi co, che con un apposito decreto interministe-riale (lavoro e salute), sentita la commissione consultiva perma-nente per la salute e sicurezza sul lavoro e la conferenza stato regioni, siano adottate misure di semplifi cazione dei predetti adempimenti nei casi in cui la prestazione del lavoratore pre-supponga una permanenza di breve durata nei luoghi di lavoro, ossia fi no a 50 giornate lavorati-ve nell’anno solare di riferimen-to. Una semplifi cazione, spiega la relazione al ddl semplifi cazioni, fi nalizzata a evitare la ripetizio-ne, per ragioni puramente forma-li, di adempimenti già posti in es-sere dallo stesso oppure da altri datori di lavoro. Ad esempio può pensarsi al caso relativo alla ne-cessità di sottoporre il lavoratore a visita medica di controllo per ogni prestazione lavorativa, an-che di poche ore, oppure a quella, ove previsto, di ripetere la stessa attività di formazione riferita ad analoga attività perché il datore di lavoro presso cui il prestato-re svolge attività lavorativa è cambiato rispetto al datore di lavoro precedente pur restando nello stesso settore produttivo. Misure analoghe a queste sono già previste dal Tu sicurezza, all’articolo 3, comma 13, ma in relazione ai soli lavoratori agrico-li (e il relativo decreto, elaborato tenendo conto di quanto previsto da un apposito avviso comune tra le parti sociali, è in fase di perfe-zionamento).

Valutazione dei rischi. Per ciò che riguarda la valutazione rischi viene confermata la pre-visione di una semplificazioni del documento per le piccole e medie imprese, addirittura con un procedimento più semplice. In sostanza, la fi ssazione della disciplina (la semplificazione) viene rimessa ad un decreto del ministro del lavoro, di adottarsi sentita la commissione consulti-

va per la salute e sicurezza sul lavoro, entro 60 giorni dalla con-versione in legge di quello che sarà il decreto legge semplifi ca-zioni (pacchetto). Compiti fonda-mentali affi dati al decreto sono:

a) l’individuazione dei settori di attività a basso rischio infortu-nistico, per i quali sarà possibile effettuare la valutazione rischi standard; b) la predisposizione del modello ad hoc che servirà

per attestare di avere effettuato la valutazione rischi.

Rapporto dei medici com-petenti. Altra semplifi cazione riguarda la revisione dei conte-

nuti della cartella sanitaria e di rischio, il cui obbligo di redazione da parte dei medici competenti (nelle aziende in cui sono presen-ti) è scattato il 25 agosto scorso contemplando sanzioni penali in caso di inadempienza, nonché l’associato obbligo di predispo-sizione e trasmissione all’Asl di un’onerosa relazione annuale in cui riproporre i dati relativi alla sorveglianza sanitaria (ar-ticolo 40 del Tu). Viene previsto, in merito, che i contenuti di tale relazione non possono riguarda-re elementi già in possesso delle pubbliche amministrazioni; e che i contenuti e le modalità di tra-smissione della relazione annua-le, nonché della cartella sanitaria e di rischio, saranno defi niti con apposito decreto (lavoro e salu-te), sentita la conferenza stato regioni, da adottarsi entro il 31 dicembre 2013.

Comunicazioni e notifi che. Una serie di semplifi cazioni sono relative, poi, a diverse comunica-zioni e notifi che, alcune delle qua-li riguardano la denuncia degli infortuni sul lavoro da parte del datore di lavoro. Quest’ultimo, in particolare, dall’entrata in vigore dell’obbligo di cui all’articolo 18, comma 1, lettera r), del Tu sicu-rezza può effettuare le comuni-cazioni degli infortuni sui luoghi di lavoro superiori a un giorno all’Inail per via telematica ri-correndo al sistema informativo nazionale per la prevenzione nei luoghi di lavoro. Con le modifi che viene consentito al datore di lavo-ro di considerare assolti tutti gli attuali obblighi relativi alle no-tifi che degli infortuni con la pre-detta comunicazione telematica. In tal modo, si solleva il datore di lavoro dall’obbligo di denun-cia alle autorità locali di pubblica sicurezza e alle autorità portuali o consolari delle denunce di in-fortuni sul lavoro mortali e con prognosi superiore ai 30 giorni. Allo stesso tempo, viene consen-tito alle stesse autorità, nonché alle direzioni provinciali del la-voro di avere diretto e immediato accesso ai dati occorrenti per lo svolgimento delle attività di ri-spettiva competenza. L’accesso ai dati verrà garantito da una specifi ca applicazione informa-tica in continuo aggiornamento, realizzata dall’Inail senza aggra-vio di costi.

Denunce online. Infi ne altra semplificazione riguarda una serie di comunicazioni le quali viene previsto che possano es-sere effettuate in via telematica, anche per mezzo di organismi pa-ritetici o organizzazioni sindacali dei datori di lavoro, all’evidente scopo di ridurre le comunicazioni cartacee e consentire ai datori di lavoro di potersi avvalere di or-ganismi di rappresentanza che gli aiutino nell’adempiere agli obblighi di legge.

va per la salute e sicurezza sul a) l’individuazione dei settori di per attestare di avere effettuato

L’articolo 1 della direttiva Ue n. 2007/30/Ce, che deve essere recepita entro il 31 dicembre 2012, inserisce l’articolo 17 bis nella diret-tiva del consiglio 89/391/Cee (concernente l’attuazione di misure volte a promuovere il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori durante il lavoro). La nuova norma prevede che le relazioni all’Ue sull’at-tuazione pratica delle direttive in materia di salute e sicurezza sul lavoro siano realiz-zate nella forma di una relazione unica, che

si forma di una parte generale (concernente la direttiva 89/391/Cee), e di diverse sezioni speciali, dedicate alla attuazione delle sin-gole direttive «speciali», e siano presentate alla commissione Ue ogni cinque anni. Ciò costituisce semplifi cazione dell’attività am-ministrativa poiché attualmente vengono predisposte relazioni annuali sulle direttive in materia di salute e sicurezza sul lavoro, cosa che impegna le amministrazioni compe-tenti in modo signifi cativo.

Meno adempimenti anche per il governo

SICUREZZA LAVORO AL RESTYLING

Semplii cata la valutazione dei rischi. Viene previsto un modello standard, con dichiarazioni precompilate, utilizzabile da aziende di qualunque dimensione, operanti nei settori di attività a basso rischio infortunistico. La praticabilità della semplii cazione è vincolata all’emanazione di apposito decreto che dovrà individuare i settori di attività a basso rischio infortunistico (cioè le imprese destinatarie della semplii cazione e predisporre il modello standard

In materia di verii che periodiche delle attrezzature di lavoro, vengono equiparati gli enti pubblici e i soggetti privati abilitati a certii care i predetti controlli

Semplii cato l’obbligo dei medici competenti di predisporre e trasmettere alla Asl la relazione annuale con i dati relativi alla sorveglianza sanitaria. I contenuti e le modalità di trasmissione della relazione annuale, nonché della cartella sanitaria e di rischio, saranno (ri)dei niti con apposito decreto del ministro del lavoro entro il 31 dicembre 2013

Eliminato l’obbligo a carico del datore di lavoro d’inviare all’Inail le certii cazioni mediche di infor- tunio sul lavoro e di malattia professionale

Semplii cata la valutazione dei rischi. Viene previsto un modello standard, con dichiarazioni precompilate, utilizzabile da aziende di qualunque dimensione, operanti nei settori di attività a basso rischio infortunistico. La praticabilità della semplii cazione è vincolata all’emanazione di apposito decreto che dovrà individuare i settori di attività a basso rischio infortunistico (cioè le imprese destinatarie della semplii cazione e predisporre il modello standard

LE DENUNCE CHE PASSANO ONLINE

Agenti chimici

Il datore di lavoro è tenuto ad informare i lavoratori del superamento dei valori limite di esposizione professionale, delle cause e delle relative misure di prevenzione e protezione adottate e ne dà comunicazione, senza indugio, all’organo di vigilanza (articolo 225 del Tu)

Agenti cancerogeni e mutageni

Il datore di lavoro deve comunicare senza indugio all’organo di vigilan-za il verii carsi di eventi non prevedibili o di incidenti che possono com-portare un’esposizione anomala dei lavoratori ad agenti cancerogeni o mutageni indicando analiticamente le misure adottate per ridurre al minimo le conseguenze dannose o pericolose (articolo 240 del Tu)

Esposizione all’amianto

Prima dell’inizio dei lavori che comportano esposizione all’amianto, il datore di lavoro è tenuto a presentare un’apposita notii ca all’organo di vigilanza competente per territorio (articolo 250 del Tu)

Esposizione ad agenti biologici

Se si verii ca un incidente che può provocare dispersione nell’ambiente di un agente biologico (dei gruppi 2, 3 o 4) il datore di lavoro deve in-formare al più presto l’organo di vigilanza territorialmente competente, nonché i lavoratori e il rappresentante per la sicurezza indicato evento, le cause e le misure che intende adottare, o che ha già adottato, per porre rimedio (articolo 277 del Tu)

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9Lunedì 22 Ottobre 2012LunDDL SEMPLIFICAZIONI

Limitato l’ambito di applicazione del dlgs 196/03. Eccezione per i messaggi pubblicitari

Codice privacy, fuori le impresePagina a cura

DI ANTONIO CICCIA

Imprese fuori dalla privacy. Il provvedimento sulle sem-plifi cazioni interviene sulla disciplina della riservatez-

za ed esclude dall’ambito di ap-plicazione del Codice della pri-vacy (dlgs 196/2003) anche gli imprenditori non costituiti in forma societaria. Questo signi-fi ca che per trattare i dati delle imprese, anche individuali, non occorrerà chiedere il consenso o mandare loro una informativa preventiva. Con una eccezione che riguarda i trattamenti di dati effettuati nel settore del-le telecomunicazioni. Quindi niente telefonate indesiderate o fax pubblicitari con operato-re automatico. Ma vediamo la novità nel dettaglio.

Si interviene sull’articolo 5 del Codice della privacy dedi-cato all’ambito di applicazione delle disposizioni a tutela della riservatezza.

L’articolo 5 esordisce specifi -cando che il Codice della priva-cy si applica al trattamento di dati personali, anche detenuti all’estero, effettuato da chiun-que è stabilito nel territorio italiano. Il codice inoltre si applica anche al trattamento di dati personali effettuato da chiunque è stabilito nel terri-torio di un paese non appar-tenente all’Unione europea e, tuttavia, impiega, per il trat-tamento, strumenti situati nel territorio italiano, anche diver-si da quelli elettronici, a meno che essi siano utilizzati solo ai fini di transito nel territorio dell’Unione europea. Dopo ave-re stabilito in positivo l’ambito di applicazione, il codice detta-glia le eccezioni. La prima ri-guarda il trattamento di dati personali effettuato da persone fi siche per fi ni esclusivamente personali: questo trattamento è soggetto all’applicazione del codice solo se i dati sono de-

stinati ad una comunicazione sistematica o alla diffusione. Anche alle persone fi siche si applicano, però, le disposizioni in tema di responsabilità e di sicurezza dei dati.

Il provvedimento sulle sem-

plifi cazioni aggiunge un comma (il 3-bis) dedicato a chi agisce nell’esercizio dell’attività di impresa, anche individuale. La formulazione letterale del-la nuova norma dispone che il trattamento dei dati perso-

nali di chi agisce nell’esercizio dell’attività di impresa, anche individuale, non è soggetto all’applicazione del presente codice. Si tratta, dunque, di una eccezione alla regola generale della applicazione universale

del codice. Alla eccezione il nuo-vo comma 3-bis fa seguire una eccezione alla eccezione, per cui sono fatte salve le disposizioni in materia di comunicazioni elettroniche relativamente al trattamento di dati riguardan-ti contraenti ed utenti di ser-vizi, appunto, di comunicazioni elettroniche. L’effetto della di-sposizione è di esonerare com-pletamente l’attività di impresa dalla disciplina della privacy (tranne per le comunicazioni elettroniche). Escludere dalla disciplina della privacy signifi -ca che non si applicano, innanzi tutto le disposizioni sugli adem-pimenti principali: informativa, consenso, notifi cazione. Ma esa-miniamo i singoli casi.

Se una persona fi sica tratta dati per fini esclusivamente personali, senza comunicazio-ne sistematica o diffusione dei dati, non è soggetta all’applica-zione del Codice della privacy; se una persona fi sica tratta dati per fi ni esclusivamente perso-nali, e i dati sono destinati a una comunicazione sistemati-ca o alla diffusione, è soggetta all’applicazione del Codice della privacy; se una persona fi sica tratta dati per fini che non possono dirsi esclusivamente personali è soggetta all’applica-zione del Codice della privacy. In tutti i trattamenti effettuati dalla persona fi sica si applica-no in ogni caso le disposizioni in tema di responsabilità e di sicurezza dei dati. Se un ente collettivo tratta dati di perso-ne fi siche è soggetto all’appli-cazione del codice della priva-cy; se un ente collettivo tratta dati di chi agisce nell’esercizio dell’attività di impresa, an-che individuale, non è sogget-to all’applicazione del codice della privacy; se un ente col-lettivo tratta dati riguardanti contraenti ed utenti di servizi di comunicazioni elettroniche è soggetto all’applicazione del Codice della privacy.

Meno adempimenti sulla sicurezza privacy anche per i pro-fessionisti. Dopo l’abolizione del documento programmati-co sulla sicurezza, il provvedimento sulle semplifi cazioni interviene ancora in materia di misure minime e prevede possibilità di semplifi cazioni per professionisti, artigiani e pmi. Si modifi ca, infatti, sull’art. 36 del Codice della priva-cy, che si occupa di aggiornamento dell’elenco delle misure minime di sicurezza nel trattamento dei dati: il codice de-dica un allegato (B) alla specifi cazione delle cautele per i trattamenti con e senza elaboratore. Le misure minime sono quelle precauzioni che bisogna adottare, altrimenti scatta il reato previsto dall’articolo 169 del codice della privacy. Con le modifi che previste nel provvedimento sulle semplifi cazioni il disciplinare tecnico di cui all’allegato B), relativo alle misure minime, sarà aggiornato periodicamente con decreto ministeriale previo parere del Garante e sentite le associazioni rappresentative a livello nazionale delle ca-tegorie economiche coinvolte. L’aggiornamento delle misure minime sarà, dunque, concertato. Inoltre l’aggiornamento deve tenere conto dell’evoluzione tecnica e dell’esperienza maturata nel settore, ma si aggiunge che si devono individua-re modalità semplifi cate di adozione delle misure minime in caso di trattamenti effettuati in particolare presso piccole e medie imprese, liberi professionisti e artigiani.

Meno adempimentianche per i professionisti Per le comunicazioni elettroniche copre l’om-

brello privacy. Il provvedimento di semplifi -cazione stabilisce una eccezione al regime di liberalizzazione del trattamento dei dati delle imprese, anche individuali. Testualmente la norma fa salve le disposizioni di cui alla parte II, titolo X del Codice della privacy relativa-mente al trattamento di dati riguardanti con-traenti ed utenti di servizi di comunicazioni elettroniche. La disposizione di salvezza riguarda sia le im-prese individuali sia le imprese collettive (so-cietà). Questo signifi ca che società e ditte indi-viduali (come le persone fi siche) sono garantite dalla tutela della privacy nell’ambito delle co-municazioni elettroniche. Si deve, quindi, con-siderare superato lo scoglio dell’articolo 121 del codice della privacy, che faceva riferimento ai dati personali: era uno scoglio all’estensio-ne delle tutele agli enti collettivi, poiché l’art. 4 riferisce il concetto di dato personale solo alle persone fi siche. Quindi limitare le tutele al trattamento dei dati personali signifi care riservare le tutele alle sole persone fi siche. Il provvedimento di semplifi cazione, tuttavia, fa salve tutte le disposizioni sulla privacy nelle co-

municazioni elettroniche con riferimento alle imprese, anche individuali e quindi la portata dell’articolo 121 viene ridimensionata. Questo signifi ca che anche i recapiti delle imprese sono protette dalle chiamate indesiderate e sono soggette al registro delle opposizioni. Quindi sono vietate, anche se dirette alle imprese le chiamate con sistemi automatizzati senza il preventivo consenso informato. E se le rice-vono possono reagire rivolgendosi al Garante e all’autorità giudiziaria. L’applicazione delle disposizioni sulla privacy nelle comunicazioni elettroniche, infatti, signifi ca che si applica-no anche le sanzioni amministrative e penali per le violazioni. Rimane una possibile lacuna. Riguarda gli enti collettivi che non esercitano attività di impresa. Anche tali enti rientrano nella defi nizione di contraente, ma i loro dati non sono dati personali, in base all’articolo 4 del codice della privacy. Per una tutela nel settore delle comunicazioni elettroniche di tali enti bisogna sostenere che l’articolo 121 del Codice della privacy è superato e quando parla di dati personali non si riferisce solo alle persone fi siche, ma a tutti i contraenti e utenti.

Comunicazioni elettroniche ancora protette

Privacy sì, privacy no

Titolare trattamento

Soggetto di cui si trattano i dati

Specifi che del trattamento

Codice privacy: sì o no?

Fonte

Persona i sica Persona i sica Trattamento dati per i ni esclusivamente personali,

senza comunicazione siste-matica o diffusione dei dati

No Art. 5, comma 3

Persona i sica Persona i sica Trattamento, per i ni esclu-sivamente personali, di dati

destinati ad una comuni-cazione sistematica o alla

diffusione

Sì Art. 5, comma 3

Persona i sica Persona i sica Per i ni che non posso-no dirsi esclusivamente

personali

Sì Art. 5, , com-ma 3

Persona i sica Ente collettivo di qualunque natura

No Art. 4 e art. 5, comma 3

Ente collettivo Persona i sica Sì Art. 4(Dei nizio-ne di dato

personale e interessato)

Ente collettivo Soggetto che agisce nell’esercizio dell’at-

tività di impresa, anche individuale

No Art. 5 comma 3-bis

Ente collettivo Ente collettivo non imprenditoriale

No Art. 4(Dei nizio-ne di dato

personale e interessato)

Soggetto titolare

Contraenti e utenti (anche imprese so-cietarie o individuali)

Trattamento di dati riguar-danti contraenti ed utenti

di servizi di comunicazioni elettroniche

Sì Art. 5 comma 3-bis e artt. 121 e

seguenti

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Page 10:  · • Anno 21 - Numero 251 - 2,50 - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Lunedì 22 Ottobre 2012 • • NELLINSERTO: IL TRUST IN ITALIA SECONDO LA GIURISPRUD

10 Lunedì 22 Ottobre 2012 RITARDI NEI PAGAMENTI

ItaliaOggi Sette anticipa un’indagine Cribis D&B: il 47,3% delle aziende è stato puntuale

Pagamenti ora un po’ meno lentiPmi meglio delle grandi, ma i livelli pre-crisi sono lontani

Pagina a cura DI DUILIO LUI

È ancora presto per parlare di svolta vera e propria, ma i segnali che arriva-no in merito ai tempi di

pagamento lasciano intravedere la luce in fondo al tunnel. Nel terzo trimestre 2012, secondo uno studio realizzato da Cribis D&B (società del gruppo Crif specializzata nelle business information) e che ItaliaOggi Sette è in grado di anticipare, il 47,3% delle imprese italiane è stato puntuale nei pagamenti, avendo saldato entro i termini contrattuali le fatture ai pro-pri partner commerciali. Una percentuale in leggero miglio-ramento rispetto a un anno fa (46%) e anche al dato del secon-do trimestre (46,8%).

I livelli pre-crisi resta-no lontani. Il miglioramen-to dell’indicatore, frutto della maggiore attenzione ai crediti e dell’allungamento dei tempi concordati imposti dalla diffi ci-le congiuntura economica, non colma comunque il divario tut-tora esistente rispetto ai livelli pre-crisi del 2007 e 2008, quan-do oltre metà delle imprese ita-liane concludeva le transazioni commerciali entro i termini prestabiliti.

A voler guardare il bicchiere mezzo pieno va comunque rile-vato che il 46,5% ha saldato le fatture fi no a 30 giorni oltre i termini concordati, per cui tra aziende puntuali e in leggero ritardo si supera quota 90%. Il 3,7% ha invece pagato i propri partner commerciali con un ri-tardo compreso tra i 30 e i 60 giorni oltre la scadenza, l’1,6% tra 60 e 90 giorni. Il ritardo gra-ve, infi ne, riguarda una fascia molto contenuta, lo 0,6% del to-tale, che ha onorato gli impegni oltre 90 giorni medi e lo 0,3% oltre i 120 giorni.

Pmi più virtuose. Dallo stu-dio emergono differenze signifi -cative in relazione alla dimen-sione aziendale. In particolare, le micro imprese si confermano quelle più virtuose con il 51% di pagatori regolari, seguite dalle piccole che saldano le fatture alla scadenza nel 40,4% dei casi. Meno puntuali, invece le medie imprese (26,9% dei casi) e la situazione è ancora più cri-tica tra le grandi, che rispetta-no gli accordi contrattuali con i propri fornitori entro i termini concordati solo nel 14,4% dei casi. Considerato che le azien-de di maggiori dimensioni sono tendenzialmente più robuste della media sul fronte fi nanzia-rio, questo dato può essere letto alla luce del loro maggiore pote-re contrattuale, sul quale fanno leva per ritardare i pagamenti dovuti, confi dando che la contro-parte non agirà giudizialmente per non compromettere le rela-zioni commerciali.

Marco Preti, amministra-tore delegato di Cribis D&B,

rileva che oltre il 75% delle imprese ha avuto un insoluto signifi cativo negli ultimi mesi e in un caso su due il danno è arri-vato da clienti con un’anzianità maggiore di tre anni, ai quali in genere si accorda maggiore fi ducia, anche accettando tempi di pagamento più lunghi e una maggiore esposizione sul piano finanziario. «Riteniamo però che le imprese stiano reagendo nel modo giusto, investendo per rendere più effi caci i processi e le policy per la gestione del cre-dito e dei pagamenti», precisa Preti. «Quindi, un intervento non a costo zero, ma che potrà dare benefici concreti anche dopo la fi ne della crisi».

Tempi lunghi nel commer-cio. Sensibili le differenze tra i diversi settori merceologici: le imprese più puntuali si ritrova-no nell’agricoltura e nei servizi fi nanziari, dove i pagatori rego-lari rappresentano più del 54% del totale. Al contrario, com-mercio al dettaglio ed edilizia si distinguono per abitudini di pagamento più problematiche, con una quota di buoni pagatori inferiore al 44,5% in entrambi i casi. Se si analizza il D&B Paydex (l’indicatore sintetico che valuta la performance sto-rica dei pagamenti verso i forni-tori) e si confronta il livello me-dio del 2007 con quello attuale, emergono peggioramenti signifi -cativi soprattutto nel settore dei trasporti e distribuzione e nel commercio al dettaglio. Mentre si osserva un trend positivo solo per l’agricoltura, foreste, caccia e pesca e i servizi fi nanziari.

Solite differenze territo-riali. Poche sorprese nelle tabel-le relative alla situazione nelle regioni italiane: il Nordest è la macro-area più virtuosa, con la quota più elevata di pagamenti puntuali (53,3% del totale), se-guita dal Nordovest (50,1%). Il Centro si colloca al di sotto del-la media nazionale, con il 44,6% di imprese puntuali, mentre il Sud-Isole mostra la situazione più critica, con appena il 38,6% di imprese che rispetta i termini di pagamento contrattualizza-ti.

Nel confronto regionale, l’Emilia-Romagna è la regione più puntuale nei pagamenti commerciali (54,9% di imprese regolari): una performance an-cora più signifi cativa se si con-siderano gli effetti sul tessuto imprenditoriale del devastante terremoto dello scorso maggio. Alle sue spalle Trentino-Alto Adige (52,7%), Veneto (52,5%) e Marche (52,3%). Le altre regioni che vantano una maggioranza di buoni pagatori, con percentuali superiori al 50%, sono Friuli-Venezia Giulia, Lombardia e Umbria. In coda alla classifi ca, invece, si trovano Lazio (36,9%), Calabria (36,8%), Sicilia (36%), Campania (35,7%) e, in ultima posizione, Sardegna, con appena il 35,5% di imprese.

© Riproduzione riservata

Sei miliardi dei 90 complessivamente vantati dalle imprese nei confronti della pubblica am-ministrazione fanno capo al sistema cooperati-vo. Una somma ingente che, restando bloccata, impedisce non solo di programmare gli investi-menti, ma in molti casi anche di garantire le spese ordinarie di esercizio. A lanciare l’allarme sul tema è stato Giuseppe Guerini, presidente Federsolidarietà Confcooperative: «Siamo a due anni dalla direttiva comunitaria. Lo stock di debito ammonta a 90 miliardi e il ritardo medio a livello nazionale è di 186 giorni», ha lamentato. «Non occorrono il decreto sviluppo, il salva Italia, CrescItalia, salva imprese. Siamo stanchi delle politiche degli annunci. Non basta annunciare interventi normativi. Non possiamo fare investimenti, perché mancano risorse. Ci indebitiamo con le banche per pagare gli sti-pendi. Molti comuni virtuosi hanno la liquidità bloccata dal patto di stabilità che diventa patto di instabilità. Non ci sarà un euro di sviluppo se non cambiano queste prospettive».

Per Guerini il mix tra peggioramento della congiuntura e politiche di austerity ha manda-to in tilt il sistema dei pagamenti. «Le ammini-strazioni sono passate da 111 giorni di ritardo a 120 giorni, dal 2010. È aumentato il numero di regioni che sono sopra i 120 giorni di paga-mento. Abbiamo casi disperati come il comune di Alessandria, in dissesto fi nanziario, vicino al default fi nanziario».

Una posizione condivisa da Massimo Stronati,

presidente Federlavoro e Servizi–Confcoopera-tive, secondo il quale le imprese «muoiono di legalità. Senza liquidità, schiacciate dai crediti non riscossi continuano a corrispondere stipen-di, a versare contributi e far fronte ad aumenti costo del lavoro». Per Stronati sarebbe impor-tante, oltre al recepimento e all’attuazione del-la direttiva comunitaria sui ritardati pagamenti, mettere le imprese in condizioni di compensare l’Iva e di accedere a una rateizzazione dei con-tributi Inps meno onerosa, «dal momento che è aumentata al 27%».

Le due posizioni sono emerse al Tavolo inte-rassociativo imprese di servizi (Taiis), svoltosi nei giorni scorsi, dedicato al problema dei ri-tardati pagamenti e del disconoscimento degli interessi legali e di mora. Una misura, quest’ul-tima, che non ha eguali nel resto d’Europa e co-stituisce una delle principali ragioni di indeboli-mento della capacità competitiva delle imprese di servizi italiane, penalizzando quelle serie e corrette e falsando la concorrenza. Il recepi-mento della direttiva comunitaria in materia, più volte annunciato come prossimo (previsto dalla legge n. 180 del 2011) ancora tarda. Oltre a sollecitarne l’approvazione, il Tavolo chiede non si dia spazio a meccanismi elusivi e ad arti-fi ci contabili, in particolare relativi al patto di stabilità, «dando piena e coerente attuazione al dettato comunitario con riferimento paritario sia ai rapporti tra imprese che ai rapporti con la p.a.».

Le imprese reclamano gli arretrati dalla p.a.

Abitudini di pagamento in Italia per classi di ritardo

Fonte: CRIBIS D&B

...tipologia di impresa

Fonte: CRIBIS D&B

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11Lunedì 22 Ottobre 2012Lunedì 22 Ottobre 2012F I S C O

La relazione sull’attività relativa alle controversie 2011. Compensazione delle spese a quota 82%

Contenzioso, vince il contribuenteIl 44% degli appelli avverso all’amministrazione fi nanziaria

Pagina a cura DI ANDREA BONGI

Contenzioso tributario: nel 2011 i contribuenti si aggiudicano il 44,37% degli appelli decisi dalle

commissioni regionali e il 35% dei giudizi delle commissioni provinciali. Situazione completa-mente diversa presso la sezione tributaria della Corte di cassa-zione dove le percentuali di esiti favorevoli all’amministrazione fi nanziaria si attestano invece attorno al 63%. Ancora lontano il tempo in cui le commissioni tributarie condanneranno una delle due parti al pagamento delle spese del giudizio: nel 2011 infatti la percentuale nazionale di compensazione delle spese si attesta a quota 82% per le pro-vinciali e a quota 77,60% pres-so le regionali. Continua invece la tendenza, già manifestatasi nel 2010, in ordine al volume di istanze di sospensione della riscossione presentate presso le commissioni tributarie provin-ciali che nel 2011 hanno rag-giunto quota 142.985 con per-centuale media di accoglimento del 51,6%. Sono questi, in sinte-si, i dati salienti contenuti nella relazione di monitoraggio sullo stato del contenzioso tributario e sull’attività delle commissioni tributarie nell’anno 2011 diffu-sa nei giorni scorsi dal Ministero dell’economia e delle fi nanze in collaborazione con la direzione della giustizia tributaria. Nella relazione i dati medi nazionali sono poi suddivisi per ogni Com-missione tributaria provinciale e regionale.

Ciò detto analizziamo i più importanti dati contenuti nella relazione.

Evoluzione del contenzioso tributario nel 2011. Il numero dei ricorsi presentati nelle segre-terie delle commissioni tributa-rie durante l’anno 2011 mostra una fl essione rispetto all’anno precedente (-8,84%). Scompo-nendo tale dato generale si evi-denzia come la maggior fl essione sia relativa ai ricorsi presentati presso le commissioni tributarie provinciali, dove la diminuzio-ne rispetto all’anno precedente supera i dieci punti percentuali (-10,64%). Presso le commissio-ni tributarie regionali si osserva invece una fl essione minore nel numero di appelli presentati ri-spetto al 2010 (-1,35%).

La riduzione dei ricorsi pre-sentati presso le commissioni di primo grado, secondo la relazione del Mef, è dovuta principalmente alla diminuzione dell’11,78% dei ricorsi presentati contro l’Agen-zia delle entrate e dall’aumento del 2,98% dei ricorsi contro le regioni, province e comuni.

Esiti controversie tributa-rie 2011. In merito agli esiti dei ricorsi definiti nell’anno 2011 presso le commissioni provincia-li, le sentenze totalmente favore-voli al contribuente e all’Uffi cio raggiungono rispettivamente il

35,15 e il 39,84% del totale.Rispetto all’annualità 2010

non si registrano sostanziali va-riazioni. Presso le commissioni regionali gli esiti risultano invece favorevoli al contribuente per il 44,37% e favorevoli all’uffi cio nel 42,54% dei casi. Rispetto all’anno precedente si registra un incre-mento della percentuale degli esiti favorevoli all’uffi cio di 2,61 punti percentuali, con in contro-partita un decremento pari a 2,46 punti percentuali delle sentenze a favore del contribuente.

A questi dati relativi agli esiti favorevoli all’una o all’altra parte del giudizio occorre aggiungere anche le percentuali di esiti c.d. intermedi che si attestano al 10,24% nelle commissioni pro-vinciale e all’8,69% nelle regio-nali.

Le spese del giudizio. Resta ancora troppo elevata la percen-tuale delle spese del giudizio che risultano compensate presso le commissioni tributarie provin-ciali in misura pari all’82,23% dei casi. Di contro resta invece quasi marginale la percentuale di attribuzione al contribuente o all’uffi cio delle spese del giudizio che si attestano rispettivamente nel 10,72 e nel 7,05%.

Va leggermente meglio presso le commissioni tributarie regio-nali dove le spese del giudizio risultano compensate in misura inferiore rispetto alle provinciali (77,60%), con una percentuale di attribuzione del 13,78% a carico del contribuente e un 8,62% a carico dell’uffi cio.

Il dato della compensazio-ne delle spese di lite deve far rifl ettere gli operatori del con-tenzioso tributario. Spesso la formula della compensazione è una strada quasi obbligata per i giudici tributari a causa della mancata produzione delle parti della richiesta della condanna della controparte o della giusti-fi cazione delle spese di lite (de-posito nota spese).

Le richieste di sospensione giudiziale della riscossione. Nell’anno 2011 le otre 77 mila istanze di sospensione decise presso le commissioni provincia-li sono state accolte nel 51,6% dei casi. A livello territoriale le maggiori percentuali di ac-coglimento si sono registrate nelle commissioni dell’Abruzzo (65,6%), nelle Marche (59,0%), nell’Umbria (57,4%), nella Sici-lia (57,3%), nel Molise (54,7%) e nella Lombardia (54,5%). Le mi-nori percentuali di accoglimento delle istanze di sospensione si registrano invece nelle commis-sioni provinciali della Basilica-ta (33,2%) e del Lazio (36,5%). Sempre in relazione alle istanze di sospensione l’indagine del Mef si è incentrata anche sull’analisi del tempo medio che intercorre tra la data di richiesta della so-spensione dell’atto impugnato e quella della decisione in merito alla sospensione stessa: per le commissioni provinciali la media nazionale è pari a 157,9 giorni.

La durata media di un processo tributario è di quattro anni. Se poi dopo la decisione della regionale viene sottoposta anche al giu-dizio di legittimità della Cassazione è facile arrivare attorno ai nove/dieci anni comples-sivi. Nello specifi co la relazione del ministero dell’economia in relazione al tempo medio del processo, ovvero del tempo che intercorre tra la data di presentazione del ricorso e la data di spedizione del dispositivo della sen-tenza, evidenzia come presso le commissioni tributarie provinciali questo sia mediamente pari a circa due anni e cinque mesi, mentre presso le commissioni tributarie regionali detto termine si riduce a circa un anno e sette mesi. Nel 2010 la durata media dei processi era rispettivamente due anni e tre mesi per le commissioni provinciali e un anno e otto mesi presso le commissioni regionali. Presso le commissioni tributarie provinciali il record del processo più basso lo detiene Verbania con 210,9 giorni. Al contrario registrano durate medie superiori ai tre anni la provinciale di Palermo (5 anni e 6 mesi), Taranto (4 anni e 11 mesi), Biella (4 anni e 5 mesi), Siracusa (3

anni e 10 mesi) e Catania (3 anni). Il record di durata del processo tributario è detenuto però dalla Ctp di Cosenza (14 anni e 8 mesi) sulla quale però pesa un annoso accumulo di arretrato precedente alla riforma ex dlgs 545/1992 e dlgs 546/1992. Presso le commis-sioni tributarie regionali il record dell’appel-lo più veloce è detenuto dalla commissione di II grado di Bolzano con soli 290,1 giorni di media. La durata più lunga del processo tributario di appello è invece detenuta dalla regionale della Calabria con ben quattro anni e 10 mesi, seguita a ruota da quella del Moli-se con tre anni e quattro mesi. Interessante anche l’analisi relativa agli enti impositori maggiormente coinvolti nei ricorsi presentati in primo grado nel 2011, dove si registra che un 61,16% del totale vede quale controparte l’Agenzia delle entrate, un 16,53% dei ricorsi è contro regioni, province e comuni, e infi ne un 11,27% del contenzioso viene incardinato nei confronti di Equitalia. Anche gli appelli proposti nel corso del 2011 riguardano prin-cipalmente l’Agenzia delle entrate con per-centuali pari al 75,85%.

Quattro anni per un processo tributario

Le statistiche del contenzioso

Esito controversie defi nite nel 2011

Favorevole al contribuente

Giudizio intermedio

Favorevole all’uffi cio

Altri esiti

CT Provinciale 35,15% 10,24% 39,84% 14,75%

CT Regionale 44,37% 8,69% 42,54% 4,41%

Cassazione 34,3% -- 62,9% 2,8%

Andamento ricorsi 2011

Pendenti al 31.12.2010

Pervenuti nel 2011

Defi niti nel 2011

Pendenti al 31.12.2011

CT Provinciale 594.046 259.957 245.574 608.429

CT Regionale 117.903 68.089 55.707 131.285

CT Centrale 205.911 92 74.590 131.413

Cassazione -- 10.330 6.721 --

Principali tributi in contenzioso nel 2011

Irpef/Ires Iva Irap Tributi locali

CT Provinciale 19,82% 5,6% 18,27% 28,52%

CT Regionale 16,28% 7,04% 21,80% 12,91%

Le spese del giudizio nel 2011

Compensate A carico del contribuente

A carico dell’uffi cio

Totale

CT Provinciale 82,23% 10,72% 7,05% 100%

CT Regionale 77,60% 13,78% 8,62% 100%

Le istanze di sospensione nel 2011

Presentate nel 2011

Decise nel 2011 Accolte Respinte

CT Provinciale 142.985 77.513 51,6% 48,4%

CT Regionale 2.247 1.643 36,2% 63,8%

Le richieste di misure cautelari nel 2011

Presentate nel 2011

Decise nel 2011 Favorevoli all’uffi cio

Favorevoli al contribuente

CT Provinciale 385 453 44,37% 37,97%

CT Regionale 2 2 100% 0

I tempi medi del contenzioso tributario 2011

Decisione sulla sospensione

Richiesta misure cautelari

Durata del processo

Comunicazione del dispositivo

CT Provinciale 157,9 gg. 122,4 gg. 903,2 gg. 2,2 gg.

CT Regionale 108,3 gg. n.v. 589,9 gg. 1,7 gg.

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12 Lunedì 22 Ottobre 2012 I M P R E S A

Lo prevedono le norme antiriciclaggio, in vigore dal 17 ottobre, contenute nel dlgs 169/2012

L’adeguata verifica è d’obbligoSanzioni al cliente non collaborativo con banca e professionisti

Pagina a cura DI CHRISTINA FERIOZZI E LUCIANO DE ANGELIS

Se manca l’adeguata ve-rifica della clientela, a partire dallo scorso 17 ottobre, non solo il profes-

sionista o la banca non potranno operare a seguito dell’obbligo di astensione, ma devono restituire i fondi e le disponibilità fi nanzia-rie con bonifi co su conto indicato dal cliente, con apposita causale che evidenzi l’impossibilità di adempimento agli obblighi an-tiriciclaggio, facendo scattare le sanzioni penali a carico del clien-te non collaborativo. Innalzate le sanzioni sulla circolazione dei li-bretti di deposito al portatore in violazione della soglia dei mille euro. Sono alcune delle novità ap-portate a seguito dell’entrata in vigore del dlgs 19/9/2012 n. 169, in G.U. 2/10/2012 n. 230.

L’obbligo di astensione. Nel caso in cui il professionista (ma le regole interessano particolar-mente anche gli intermediari fi nanziari) non sia in grado di rispettare il contenuto dell’ob-bligo di adeguata verifi ca della clientela, deve, in ossequio alla valutazione del rischio, astenersi dall’eseguire la prestazione pro-fessionale, ai sensi dell’art. 23 del dlgs 231/07, ovvero deve porre fine alle eventuali prestazioni professionali già in corso, valu-tando l’opportunità di effettuare la segnalazione del soggetto in-teressato alla Uif.

Per quanto riguarda i rapporti continuativi e le operazioni o pre-stazioni in corso, a seguito dell’art. 18, comma 1 del dlgs 169/12, vie-

ne ora inserito nel contesto del citato art. 23 un nuovo comma, l’1-bis, ai sensi del quale, nel caso in cui non sia possibile rispettare gli obblighi di adeguata, gli enti o i professionisti devono restituire al cliente i fondi, gli strumenti e le altre disponibilità fi nanziarie di spettanza, liquidandone il re-lativo importo tramite bonifi co su conto corrente. Ciò che, inoltre, assume particolare rilevanza è la prescrizione secondo cui il trasfe-rimento dei fondi deve essere ac-compagnato da un messaggio che indichi alla controparte bancaria che le somme sono restituite al cliente per l’impossibilità di ri-spettare gli obblighi di adeguata verifi ca della clientela. In prati-ca si tratta di una sorta di «de-nuncia» del proprio cliente alla banca, demandando in sostanza a quest’ultima la decisione se ef-fettuare o meno la segnalazione di operazione sospetta, ex art. 41, alla Uif, e senza che ciò escluda il professionista stesso dal vagliare se operare la segnalazione anche personalmente.

Sanzioni penali per la clientela. Da ciò discende che

il cliente viene esplicitamente esposto alle sanzioni penali di cui all’art. 55, commi 2 e 3, del dlgs 231/07 (si veda ItaliaOggi del 16/10/12) secondo cui, salvo il caso di più gravi reati, l’esecutore dell’operazione che:

- omette di indicare le generali-tà del soggetto per conto del qua-le opera o le indica false, è punito con la reclusione da sei mesi ad un anno e con la multa da 500 a 5 mila euro;

- non fornisca informazioni sullo scopo o sulla natura previ-sta dal rapporto continuativo o dalla prestazione professionale (o le fornisca false) è punito con l’arresto da sei mesi a tre anni e con l’ammenda da 5 mila a 50 mila euro.

Problemi applicativi e cri-ticità. Detto rafforzamento degli obblighi di esecuzione dell’ade-guata verifi ca sembrerebbe avere un maggiore impatto immediato sull’operatività degli istituti di credito piuttosto che dei profes-sionisti in quanto sono i primi tipicamente detentori di fondi ed altre disponibilità fi nanziarie di proprietà del cliente, laddove,

invece tali «strumenti» possono essere eventualmente consegna-ti ai professionisti, ad esempio, con la costituzione di risibili fon-di spese o acconti ma, di solito, le prestazioni professionali sono saldate alla conclusione. In consi-derazione, però del sopravvenuto dovere di restituzione dei fondi con modalità «targata», il profes-sionista dovrà anteporre l’obbligo di esecuzione dell’adeguata veri-fi ca ad ogni altra operazione, de-cidendo di rifi utare direttamente l’incarico a priori nell’ipotesi di impossibilità ad eseguire detta verifi ca.

Situazione molto diversa si paventa per le banche, le quali si vedrebbero obbligate alla chiu-sura dei conti correnti e dei rap-porti di credito con il cliente.

Tuttavia, in merito alla con-creta modalità di attuazione del nuovo obbligo da parte degli in-termediari fi nanziari, non man-cano, a ben rifl ettere, dei dubbi applicativi. Infatti, se l’istituto bancario deve restituire i fondi con accredito su un altro conto corrente indicato dal cliente, sembrerebbe possibile, a questo punto, avvalersi della procedura

dell’adeguata verifi ca con esecu-zione da parte dei terzi. Possibi-lità, questa espressamente con-templata dal dlgs 231/07 negli articoli da 29 a 35. Tale modalità, con il dichiarato fi ne di evitare il ripetersi delle procedure di ade-guata verifica della clientela, consente ai soggetti destinatari della normativa antiriciclaggio di fare affi damento sull’effettua-zione degli obblighi in commento, presso terzi. Questi ultimi devo-no mettere immediatamente a disposizione dei soggetti ai quali il cliente è stato presentato, le in-formazioni richieste in virtù degli obblighi di cui all’art. 18. Devono essere altresì trasmesse le copie necessarie dei dati di identifi ca-zione e di verifica di qualsiasi altro documento pertinente, ri-guardante l’identità del cliente o del titolare effettivo.

Da ricordare, comunque che i soggetti richiedenti la verifi ca che ricorrono presso terzi resta-no pur sempre responsabili fi nali dell’assolvimento degli obblighi di verifi ca della clientela.

Detto ciò, in attesa di istruzioni applicative, sembrerebbe che la procedura prevista dall’art. 23, comma 1-bis risulti piuttosto ar-tifi ciosa, in quanto, se il cliente ha già un altro conto, sarà stato ade-guatamente verifi cato, e quindi potrà trasmettere direttamente o indirettamente, tramite l’altro istituto bancario, i dati necessa-ri, altrimenti se lo stesso volesse dissimulare tutte le proprie in-formazioni identifi cative non sa-rebbe stato in grado di aprire un altro conto su cui far bonifi care la restituzione dei fondi pretesa dalla norma.

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Le novità apportate dal dlgs 169/2012 interessano anche i libretti di deposito bancari o postali al portatore, per i quali si segnala l’innal-zamento delle sanzioni pecuniarie nel caso di saldo di importo pari o superiore a mille euro (art. 49 comma 12, dlgs 231/07).

La sanzione, infatti, ora si commisura dal 30 al 40% del saldo (in pre-cedenza era dal 20 al 40%).

Modificata, poi, la sanzione dal 30 al 40% del saldo (prima era dal 10 al 20%) per le violazioni di cui ai commi 13 e 14 dell’art. 49 che interes-sa il trasferimento di libretti al portatore in assenza delle prescritte comunicazioni e l’omessa estinzione o riconduzione del saldo nei limiti consentiti per i libretti al portatore con saldo pari o superiore a mille euro.

Per quanto riguarda gli assegni bancari e postali emessi all’ordine del traente (ossia: «a me medesimo»), ricordiamo che, ai sensi dell’art. 49 comma 6 del dlgs 231/2007, tali titoli non possono circolare, indi-pendentemente dal loro importo, potendo essere girati unicamente per l’incasso a una banca o a Poste Italiane spa (in tal senso anche circolare del Ministero dell’economia e delle finanze n. 2 del 16/1/2012). Ora, a seguito del decreto in commento, si rileva l’introduzione di una precisa norma interpretativa, la quale afferma che detto comma 6, si interpreta nel senso che il trasferimento e la presentazione all’incasso di assegni bancari e postali emessi all’ordine del traente da parte di soggetto di-verso, costituiscono violazione.

Per quanto concerne, poi, i commi 5 e 7 dell’art. 49, la norma dichiara che gli stessi si interpretano nel senso che costituisce violazione l’emis-sione, il trasferimento e la presentazione all’incasso di assegni bancari e postali, di assegni circolari, vaglia postali e cambiali privi dell’indica-zione del nome o della ragione sociale del beneficiario e della clausola di non trasferibilità per importi pari o superiori a mille euro.

Le altre novità su assegni liberi e libretti al portatore

Per le violazioni relative ai trasferimenti di contanti ultrasoglia ex art. 49 del dlgs 231/07, l’obbligo di comunicazione dell’infrazione in capo ai sog-getti destinatari della normativa antiriciclaggio, prevede un articolato iter, ai sensi dell’art. 51, che interessa il Mef, nella fattispecie delle ragionerie territoriali dello stato competenti, la Guardia di fi nanza, e l’Agenzia delle entrate. Infatti prevede la norma, che gli interessati, entro trenta giorni da quando ne hanno notizia, devono riferire al Mef per la contestazione delle violazioni e «per la immediata comunicazione della infrazione anche alla Gdf la quale, ove ne ravvisi l’utilizzabilità di elementi ai fi ni dell’attività di accertamento, ne dà tempestiva comunicazione alle Entrate». Si ricorda, tra l’altro, che l’inadempimento a detto obbligo comporta per i professionisti l’irrogazione di rilevanti sanzioni dall’1 al 40% dell’importo trasferito irrego-larmente con un minimo di tremila euro, importo questo che non risulta per detti soggetti, né oblazionabile né assicurabile con polizza rc professionale in quanto si confi gura sanzione diretta.

L’interpretazione della corretta procedura da seguire aveva suscitato non poche perplessità in capo ai professionisti che, a seguito delle modi-fi che all’art. 51 (apportate dall’art. 8, comma 7 del dl n. 16/2012 conv. con modifi cazioni dalla legge n. 44/2012), si erano chiesti se la comunicazione in commento dovesse essere inviata in contemporanea sia al Mef che alla Gdf. Finalmente, in proposito è intervenuto lo stesso Mef con apposito chiarimento del 3/10/2012 (prot. DT 11009) concordato con la Gdf, con il quale si precisa che le funzioni in materia di procedimenti amministrativi sanzionatori, circa le sanzioni di cui all’art. 58 del dlgs 231/07 attribuite al Mef, sono esercitate dalle Ragionerie Territoriali dello Stato, pertanto la comunicazione ex art. 51 deve essere diretta alle sole Ragionerie individuate secondo le competenze territoriali. Quindi, allo scopo di evitare duplicazioni non deve essere inoltrata alcuna ulteriore notizia alla Gdf. Saranno le Rts che provvederanno alla trasmissione delle comunicazioni alla Gdf.

Contanti ultrasoglia: comunicazioni da inviare solo al Mef

Nuovo art. 23, comma 1-bis

Nel caso in cui non sia possibile rispet-tare gli obblighi di adeguata verifica relativamente ai rapporti continuativi già in essere, operazioni o prestazioni professionali in corso di realizzazione, gli enti o le persone soggetti al presente decreto restituiscono al cliente i fondi, gli strumenti e le altre disponibilità fi -nanziarie di spettanza, liquidandone il

relativo importo tramite bonifi co su un conto corrente bancario indicato dal cliente stesso. Il trasferimento dei fondi è accompagnato da un messaggio che indica alla controparte bancaria che le somme sono restituite al cliente per l’impossibilità di rispettare gli obblighi di adeguata verifi ca della clientela stabiliti dall’articolo 18, comma 1

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13Lunedì 22 Ottobre 2012Lunedì 22 Ottobre 20I M P R E S A

Le novità sul linguaggio internazionale dei bilanci annunciate nel meeting dello Iasb

Ifrs, un vocabolario extra largeIn soli due anni si è passati da 2 mila elementi a 4 mila

Pagina a cura DI FRANCESCO CAMPANARI

Tassonomia Ifrs in for-mato sempre più large in seguito alla recente emanazione di nuovi

standard e alla Common prac-tice analysis. Inoltre, per lo sviluppo del nuovo progetto relativo alla Industry practi-ce analysis che introdurrà nel vocabolario nuovi concetti rela-tivi a specifi ci settori. Sono le novità emerse la scorsa setti-mana a Londra durante il me-eting semestrale tra lo Iasb e un gruppo di esperti in mate-ria, chiamati a dare un giudi-zio e una revisione qualitativa sull’operato del team Xbrl.

Il forte incremento del numero dei concetti. Evi-dente il costante incremento del numero dei concetti presen-ti nella tassonomia Ifrs negli ultimi anni. Si è infatti passati dai circa 2.000 elementi nella versione 2010 ai 2.500 nel 2011 per balzare ai quasi 4.000 nella più recente versione del 2012. Il forte sviluppo, è nei fatti ri-conducibile a due fattori: il pri-mo fa riferimento alla prolifi ca attività dello standard setter londinese nell’emanazione di nuovi principi, oltre che nella manutenzione di quelli esi-stenti, per via della recente crisi. Mentre il secondo è so-stanzialmente dipeso dal pro-getto sulla Common practice analysis (concetti non presen-ti all’interno dei principi ma correntemente utilizzati dalle

aziende) che ha contributo alla crescita della tassonomia 2012 mediante un incremento di cir-ca 500 nuovi concetti.

L’ i n d u s t r y p r a c t i c e project. Sin dallo scorso mag-gio lo Iasb ha dato vita alla nuova sperimentazione sull’In-dustry practice project, un pro-getto che ha l’arduo compito di implementare la tassonomia di elementi comuni a specifi ci set-tori di appartenenza. Seppur, infatti, siano stati per ora presi in considerazione solamente al-cuni settori (il bancario, quello assicurativo, quello delle attivi-tà minerarie, quello petrolifero e quello del gas), l’idea è quel-la di iniziare ad aggiornare la tassonomia anche con concetti che siano comuni a specifi che attività. Ciò inoltre, avrebbe

l’ulteriore vantaggio di ridurre il potenziale numero di esten-sioni (concetti al momento non presenti nella tassonomia) con conseguente miglioramento della fruibilità della tassono-mia e della comparabilità fra i bilanci. Anche in tal caso il progetto, che prevede una sen-sibile crescita del numero dei concetti, ha l’arduo compito di svilupparsi su due differenti binari: quello del face fi nancial, vale a dire i prospetti quanti-tativi di bilancio, e quello del-le notes, ossia la parte relativa alla nota integrativa.

Gli step futuri. Il tavolo di lavoro semestrale tenutosi la scorsa settimana a Londra ha anche affrontato il tema delle attività che verranno condotte nei prossimi mesi oltre ai pos-sibili potenziali movimenti in

un orizzonte temporale più di medio termine.

Con riferimento al primo punto l’agenda dello Iasb sem-brerebbe abbastanza piena: oltre al già citato sviluppo del-la Industry practice analysis che dovrebbe verosimilmente fi nalizzarsi nei primi mesi del 2013, lo Iasb focalizzerà le pro-prie risorse anche sull’aggior-namento delle traduzioni della tassonomia nelle varie lingue, nell’upgrade della stessa sulla base dei nuovi principi conta-bili che verranno emanati da qui ai prossimi mesi oltre che nella revisione del processo di approvazione annuale e infran-nuale della tassonomia. Tra le prospettive più di medio ter-mine, il meeting londinese ha invece discusso sulle possibili evoluzioni della tassonomia.

Seppur, al momento, l’attuale vocabolario inglobi solamente concetti derivanti dai principi contabili oltre che dalla com-mon practice, investitori, re-gulators e, in generale, i prin-cipali utilizzatori del bilancio sembrerebbero sponsorizzare una tassonomia che vada oltre i singoli elementi bilancistici inglobando concetti, seppur non strettamente contabili, altrettanto importanti per i «decision maker». La tassono-mia Ifrs dunque potrebbe po-tenzialmente assestare il pro-prio tiro inglobando non solo i tipici elementi sopra descritti ma, potenzialmente, anche elementi direttamente legati o derivanti dagli stessi seppur «esterni» rispetto al bilancio d’esercizio. Durante il meeting della scorsa settimana si è pro-posto di seguire come linea gui-da la «relazione sulla gestione» redatta dagli amministratori e, dalla stessa, estrapolare nuovi concetti non strettamente bi-lancistici.

A questo punto sarà impor-tante vedere quali saranno le prossime mosse da parte dello standard setter londinese e se, effettivamente, potrà essere verosimile uno scenario come quello appena descritto: ciò implicherebbe, senza dubbio, un’ulteriore rivoluzione al li-vello tassonomico oltre che un livello di maturazione tale da pensare alla definitiva con-sacrazione della tassonomia Ifrs.

© Riproduzione riservata

Per avere una versione italiana della tassonomia Ias/Ifrs occorrerà attendere ancora, ma non molto: il lavoro procede a tappe serrate e a breve ci saranno i primi test della sperimentazione. Ad an-nunciarlo a ItaliaOggi Sette è Andrea Fradeani, docente del Dipartimento di economia e diritto dell’Università degli studi di Macerata, responsabile del ta-volo di lavoro sugli Ifrs di Xbrl Italia. Che ha ricordato come la tassonomia Ifrs interessa anche gli Ias Adopter ita-liani: l’uso del nuovo formato è infatti già previsto dal decreto legge 223/06, obbligo sospeso dal dpcm del 10 dicem-bre 2008 in attesa della localizzazione, da parte di Xbrl Italia, del vocabolario approvato dallo Iasb.

Domanda. In cosa consiste l’attivi-tà di localizzazione della tassonomia Ifrs?

Risposta. La tassonomia elaborata dallo Iasb non può essere direttamen-te applicata dalle imprese italiane che redigono i bilanci secondo gli standard londinesi per due motivi: i concetti sono espressi in lingua inglese; gli elementi previsti non tengono conto, inoltre, delle peculiarità che caratterizzano il conte-sto nazionale. Il compito del tavolo di lavoro è proprio quello di sopperire a questi due ostacoli.

D. In che modo?

R. Siamo impegnati, in primo luogo, sulla revisione della traduzione italiana della tassonomia Ifrs. Tutti i concetti devono essere resi nella nostra lingua, attività non semplice viste le differen-ze fra il gergo contabile anglosassone e quello nazionale. Il vocabolario redatto dallo Iasb, inoltre, non è statico: ogni nuova versione rilasciata impone un ag-giornamento della traduzio-ne. Il compito più gravoso è però un altro: la defi ni-zione di una estensione, ossia di un sistema di elementi aggiuntivi ri-spetto a quelli base, in grado di codifi care tutte le specifi che informazioni aggiuntive richieste dalla normativa e dalle au-torità di vigilanza italiane. La tas-sonomia redatta dallo Iasb, che c o m u n q u e rappresenta il nucleo comune alla co-d i f i c a di ogni p a e -se, non

prende, infatti, in considerazione le par-ticolarità dei singoli sistemi normativo-contabili.

D. Quali sono i punti critici della lo-calizzazione?

R. Il problema di fondo è nella frizione fra il modello di bilancio Ifrs e la moda-lità scelta per la sua implementazione in Xbrl. La struttura e il contenuto degli schemi di bilancio previsti dallo Ias 1 è, differentemente da quanto accade per gli schemi di civilistici, estremamente personalizzabile, al limite dell’anar-

chia: Xbrl impone, per rendere il dati elaborabili e comparabili, una signifi cativa standardizzazione che limita la libertà dei redattori. Prima

di «imporre» una tassonomia è quindi necessario

confrontarsi, onde evitare danni alla capacità informativa della comunicazione fi nanziaria, con tutti gli attori della cate-na del reporting (in particolare con im-prese, professionisti e autorità) per evita-

re carenze o limiti del vocabolario in grado di

pregiudicare la rappre-sentazione veritiera e

corretta della situazione aziendale.D. Quindi si prevede un processo di

sperimentazione sul campo?R. Certo, Xbrl Italia ha avviato da di-

versi mesi un progetto pilota, unico al mondo insieme a quello condotto dallo Iasb su di un campione di quotate sui mercati statunitensi, che vede la speri-mentazione della tassonomia Ifrs 2011 da parte di un gruppo di Ias Adopter italiani (fra i quali le principali socie-tà del nostro paese). Proprio entro fi ne anno raccoglieremo i loro feedback per iniziare la costruzione dell’estensione nazionale al vocabolario Ifrs predispo-sto dallo Iasb.

D. Quando verrà rilasciata la versione localizzata della tassonomia Ias/Ifrs?

R. Non possiamo fare previsioni. Il lavoro è molto complesso e, soprattut-to, deve essere attentamente concertato con le autorità e gli operatori in modo da evitare passi falsi o errori. Nel primo semestre del 2013 intendiamo pubbli-care l’aggiornamento della traduzione della tassonomia Ifrs dello Iasb; divul-gheremo, inoltre, i primi risultati della sperimentazione da cui poi derivare, entro la fi ne del 2013, una prima bozza di estensione dedicata agli Ias Adopter italiani.

Giovanni Galli© Riproduzione riservata

IL PUNTO IN ITALIA

Sperimentazione sugli Ias avanti tutta. A breve i primi test

Andrea Fradeani

La crescita della tassonomia IFRS nell’ultimo anno

Origine Tassonomia 2011 Tassonomia 2012

Concetti creati direttamente dagli IAS/IFRS

1851 2259

Concetti creati dalle guide applicative e dagli esempi proposti

281 399

Concetti creati in seguito alla Common Practice Analysis

112 694

Totale 2545 3770

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14 Lunedì 22 Ottobre 2012 I M P R E S A

La nuova procedura della riforma Fornero complica gli adempimenti a carico delle imprese

Lavoro, dimissioni con convalidaAtto privo di effi cacia se il dipendente non ratifi ca la «Co»

Pagina a cura DI CARLA DE LELLIS

Adesso è diffi cile non solo creare o trovare lavoro, ma anche lasciarlo. So-prattutto per le azien-

de. Il dipendente che si dimette, infatti, innesca una procedura di convalida della sua volontà di lasciare il posto di lavoro che può durare fi no a oltre un mese dopo la risoluzione del rapporto di lavoro. È la nuova procedura di «convalida» delle dimissioni introdotta dalla riforma Forne-ro e in vigore dal 18 ottobre. Nei casi di gravidanza e maternità, la convalida va fatta a cura delle stesse lavoratrici presso la dire-zione territoriale del lavoro; negli altri casi invece, spetta al datore di lavoro accertare la volontà del lavoratore. Per ora l’unica strada è quella di farsi sottoscrivere la «Co» (è la comunicazione di ces-sazione del rapporto di lavoro), entro 30 giorni dalla risoluzione del rapporto. Attenzione a fare i furbi; per l’impresa che abusi di «fogli fi rmati in bianco» dal dipendente per simularne le di-missioni o la risoluzione consen-suale c’è la sanzione da 5 mila a 30 mila euro.

Le dimissioni. Le dimissioni rappresentano un atto volonta-rio del lavoratore attraverso cui egli manifesta volontà di cessare il contratto. La fonte normativa (articolo 2118 del codice civile) stabilisce che ciascuno dei con-traenti (lavoratore o datore di la-voro) può recedere dal contratto di lavoro a tempo indeterminato, dando il preavviso nel termine e nei modi stabiliti dalle norme dei contratti collettivi, dagli usi o secondo equità. In mancanza di preavviso, il recedente deve all’altra parte un’indennità equi-valente all’importo della retribu-zione che sarebbe spettata per il periodo di preavviso.

La riforma Fornero. Al fi ne di reprimere la cosiddetta pra-tica delle dimissioni in bianco, anche nella forma di risoluzione consensuale del contratto di la-voro, la riforma Fornero (legge n. 92/2012) ha previsto due novità: l’introduzione della obbligato-rietà della convalida dell’atto di dimissioni o risoluzione consen-suale; l’introduzione di sanzioni ad hoc, nella misura da 5 mila a 30 mila euro, per il datore di la-voro che faccia uso delle predette pratiche scorrette per risolvere il rapporto di lavoro.

La procedura di convali-da. Due le modalità previste per la procedura di convalida delle dimissioni o risoluzione consen-suale: la prima presso le direzioni territoriali del lavoro (dtl) riguar-da le ipotesi di gravidanza (sola-mente per le lavoratrici) e mater-nità (lavoratori e lavoratrici); la seconda, con tre diverse modali-tà, riguarda tutti i dipendenti al di fuori delle predette ipotesi di

gravidanza e maternità (si veda tabella). Nel primo caso, gli oneri della convalida restano a carico della lavoratrice la quale, infatti, prima di consegnare le dimissioni all’azienda dovrà recarsi presso la dtl competente per territorio per farle vistare; se si tratta di risoluzione consensuale, invece, la convalida coinvolgerà anche l’azienda.

Nei casi di dimissioni o riso-

luzioni consensuali al di fuori di gravidanza e maternità, spetta al datore di lavoro attivarsi per ottenere la convalida. Se la con-valida da parte del lavoratore non arriva, l’atto di dimissioni o risoluzione consensuale resta privo di effi cacia. Tre le modalità previste, due delle quali da de-fi nirsi con decreto ministeriale (si veda tabella). La modalità immediatamente operativa è

quella della sottoscrizione, da parte del dipendente, della co-municazione di risoluzione del rapporto inviata al ministero (la cosiddetta «Co»).

Le conseguenze sulla «Co». Le novità sulla procedu-ra di convalida delle dimissioni e della risoluzione consensuale del rapporto comportano conse-guenza in ordine all’obbligo della

Co, obbligo da osservare «entro i cinque giorni successivi» alla ri-soluzione del rapporto di lavoro per via della previsione del perio-do di «sospensione condizionata» degli effetti all’esito della conva-lida. In particolare, c’è necessità di defi nire, nelle predette ipotesi, il momento a partire dal quale (dies a quo) scaturisce l’obbligo di comunicare la cessazione del rapporto di lavoro al centro im-piego, anche per l’applicazione della sanzione da 100 a 500 euro in caso di omissione. Secondo il ministero del lavoro (nota pro-tocollo n. 18273/2012) tale dies a quo, ai fi ni della Co, è quello della risoluzione del rapporto senza tener conto del fatto che, in base alle nuove norme, la stessa risoluzione «produce effetto dal giorno della comunicazione con cui il procedimento medesimo è stato avviato» (come prevede l’ar-ticolo 7, comma 41, della legge. n. 604/1966 sostituito dall’arti-colo 1, comma 40, della legge n. 92/2012). In tal caso perciò gli ef-fetti retroattivi del licenziamento non incidono sui termini di effet-tuazione della Co; nella moduli-stica, però, va indicata tale data, a partire dalla quale si produco-no gli effetti del licenziamento. Relativamente all’insorgenza dell’obbligo di comunicare la ri-soluzione del rapporto a seguito della procedura di convalida, inoltre, il ministero ha spiegato che lo stesso coincide con il mo-mento a partire dal quale il la-voratore (nel caso di dimissioni) o le parti (nel caso di risoluzione consensuale) intendono far de-correre giuridicamente la stessa risoluzione. Per esempio, qualora in una lettera di dimissioni pre-sentata il 1° giugno si faccia rife-rimento alla data del 30 giugno quale ultimo giorno di lavoro, è dal 1 ° luglio che decorreranno i cinque giorni per la Co sulla ces-sazione. In ogni caso resta ferma la possibilità, per l’impresa, di ef-fettuare la Co anche molto tempo prima, in funzione dell’operativi-tà della procedura di convalida che prevede la possibilità, per il lavoratore, di ribadire la volontà di risolvere il rapporto tramite una dichiarazione da apporre sulla ricevuta di Co. L’eventua-le revoca delle dimissioni o del consenso alla risoluzione consen-suale (possibilità previste per il lavoratore durante la procedura di convalida) comporta, in caso di Co già effettuata, un nuovo obbligo di Co (il ministero sta adeguando il sistema telematico per consentire di annullare le Co nei casi di revoca da parte del la-voratore). Infi ne, il ministero ha chiarito che anche il termine di 30 giorni entro il quale il datore di lavoro deve trasmettere l’in-vito al lavoratore a convalidare le dimissioni o la risoluzione consensuale decorre dalla cessa-zione del rapporto (nell’esempio dal 1° luglio), ferma restando la possibilità di inviare l’invito an-che prima.

© Riproduzione riservata

gravidanza e maternità (si veda luzioni consensuali al di fuori di quella della sottoscrizione da

Se il lavoratore ha deciso di andarsene i pro-blemi sono tutti dell’impresa. Che infatti ha poche armi per «trattenere», magari una volta trovati e formati, i lavoratori eccellenti. Cosa rema contro, in tal caso, sono proprio le dimis-sioni. La fonte normativa sta nel codice civile, che disciplina in generale il «recesso dal con-tratto a tempo indeterminato». L’articolo 2118 stabilisce che ciascun contraente (lavoratore e datore di lavoro) può recedere dal contratto di lavoro a tempo indeterminato dando il preavvi-so nel termine e nei modi stabiliti dai contratti di lavoro, dagli usi o secondo equità. In origine, dunque, le regole erano di stampo totalmente liberista: ciascuna delle parti (im-presa o prestatore di lavoro), per la sola conve-nienza a risolvere il rapporto di lavoro, aveva la piena facoltà di recedere dal contratto. Ma ciò è rimasto valido unicamente per i lavoratori. Per i datori di lavoro, invece, sono state in-trodotte diverse limitazioni sul recesso (in tal caso si parla più propriamente di «licenziamen-to» del personale) provenienti da diverse nor-mative, tra cui la legge n. 604/1966 (per i datori di lavoro che occupano fi no a 15 dipendenti), la legge n. 300/1970 (per i datori di lavoro che occupano più di 15 dipendenti).

Le dimissioni, dunque, non trovano alcun vin-colo e limitazione: quando e come vuole, il lavo-ratore può lasciare il posto di lavoro. Collegato alle dimissioni è il problema, che spesso assilla le imprese, dell’esodo del personale qualifi ca-to. Molti datori di lavoro, infatti, hanno speri-mentato l’esperienza di ritrovarsi tra le mani una lettera di dimissioni da parte del giovane, accuratamente formato con investimento di capitali, risorse umane e tempo che abbocca (legittimamente e anche giustamente, per gli aspetti economici) a una migliore proposta di lavoro di un’altra impresa. Dinanzi alle di-missioni, il datore di lavoro non può fare più nulla, perché come detto la libertà di recesso è riconosciuta appieno ai lavoratori, senza in-contrare limitazioni di alcun genere. Un espediente di protezione, in realtà, il da-tore di lavoro ce l’avrebbe: per cautelarsi da improvvisi cambiamenti d’idea può limitare al lavoratore la libertà di recesso (cioè le dimis-sioni). Può farlo solo se interviene per tempo. Pattuendo, cioè, il periodo di tempo durante il quale il lavoratore si vincola a non rassegna-re le dimissioni. Si tratta di un’operazione del tutto legittima, come ribadito più volte dalla giurisprudenza.

Il diritto resta disponibile per i lavoratori

LA CONVALIDA DELLE DIMISSIONI

Chi Quando Come

Solo lavoratrice Durante il periododi gravidanza

Convalida presso la dtl

Lavoratore/lavoratrice

Durate i primi tre anni di vita del bambino o nei primi tre anni di accoglienza del mino-re adottato o in afi damento, anche internazionale

Lavoratore/lavoratrice

In ogni altro periodo di svolgi-mento del rapporto di lavoro

Convalida presso la dtl o il centro per 1. l’impiego o sedi individuate dai ccnl, secondo modalità da dei nirsi con de-creto

in alternativasottoscrizione di apposita dichiarazio-2. ne apposta in calce alla ricevuta della «Co» telematica

in alternativacon ulteriori modalità che verranno in-3. dividuate con decreto

Una volta che il lavoratore o la lavoratrice ha presentato le dimissioni, il datore di lavoro:effettua la Co a. invita il dipendente, entro 30 giorni, a convalidare la ricevuta (della Co), fornendogli copia b. nella comunicazione di invito; in mancanza dell’invito, trascorsi 30 giorni, le dimissioni sono ritenute prive di effetto

Entro 7 giorni dal rice-vimento dell’invito del datore di lavoro

il lavoratore/trice sottoscrive la ricevuta Co Il rapporto si chiude

il lavoratore/trice non sottoscrive la ricevuta Co e non contesta le dimissioni (silenzio assenso)

il lavoratore/trice può revocare le dimissioni Le dimissioni sono prive di effetto

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15Lunedì 22 Ottobre 2012Lunedì 22 Ottobre 20I M P R E S A

Pronta la nuova disciplina dell’Inps dopo la riforma del 2010. Obbligatoria la notii ca al debitore

Via alla restituzione degli indebitiChi ha intascato prestazioni non dovute ora deve renderle

Pagina a cura DI DANIELE CIRIOLI

Due vie per la restituzione all’Inps delle prestazio-ni indebite intascate dai pensionati. Mediante

una ritenuta sulla pensione e/o su ogni altra prestazione di cui sia titolare oppure mediante una rimessa in denaro (cash). Ratea-zione possibile in ogni caso fi no a 24 mesi, estensibile a 60/120 mesi solo in casi di necessità del pensionato. A stabilirlo è l’Inps, facendo seguito alle nuove norme in materia di recuperi degli inde-biti di cui alle leggi n. 73/2010 e n. 122/2010.

Il recupero delle prestazio-ni indebite. Il recupero coatti-vo dei crediti vantati dall’Inps è stato disciplinato con legge n. 73/2010 (conversione dl n. 40/2010) e legge n. 122/2010 (conversione dl n. 78/2010). Sul-la base di tali norme l’Inps, con determinazione del presidente n. 434/2011, ha defi nito i criteri di gestione dei crediti derivanti da indebiti pensionistici e da indebi-ta riscossione di rate di pensione dopo la morte del benefi ciario, prevedendo due modalità di re-cupero (in realtà sono tre, perché la prima è l’eventuale compen-sazione possibile solo se ci sono somme a credito nei confronti dell’Inps): con trattenute sulle prestazioni di cui sia titolare il debitore; mediante rimesse in de-naro (quando il soggetto debito-re non sia titolare di prestazioni pensionistiche o assistenziali).

Notifi ca al pensionato. Pri-mo passo, decisivo per il recupero, è la comunicazione al pensionato debitore. Da effettuarsi, peraltro, laddove (e una volta che) siano state effettuate tutte le possibili

compensazioni con crediti even-tualmente ancora da definire. Tale passo è fondamentale tan-to che l’attivazione del piano di recupero con trattenuta su pen-sione può essere effettuato solo

dopo l’invio della comunicazione. In particolare, l’atto di accerta-mento dell’indebito va notifi cato al debitore nei termini richiesti dalla legge al fi ne di produrre gli effetti interruttivi della pre-

scrizione. E per legge l’Inps ha l’obbligo di notifi care gli indebiti dovuti a motivi reddituali entro l’anno successivo a quello in cui è stata effettuata la verifi ca dei redditi. La comunicazione deve

contenere: l’importo; il periodo di riferimento; la prestazione della quale si contesta l’inde-bita percezione; la motivazione di fatto e di diritto in base alla quale si è accertato che l’impor-to erogato era superiore all’im-porto spettante, ovvero non dovuto; le possibili modalità di recupero.

Tali elementi e informazio-ni sono integrati: dall’invito al pensionato a fornire alla sede di competenza, entro 30 giorni dal ricevimento della comu-nicazione, elementi utili alla correzione del provvedimento direttamente ovvero tramite la casella di posta elettronica cer-tifi cata indicata nella comuni-cazione stessa; dall’indicazione del termine di 90 giorni per la presentazione del ricorso al Co-mitato provinciale con l’avviso che la presentazione del ricorso non sospende l’azione di recu-pero in via amministrativa; nel caso in cui sussista la condizio-ne per il recupero diretto, delle modalità con le quali, trascorso il suddetto termine di 30 giorni, l’Inps potrà avviare le procedu-re di recupero dell’indebito.

Modalità di recupero dell’indebito. Il recupero è effettuato con le seguenti mo-dalità: a) compensazione con crediti, relativi a quote di pre-stazioni pensionistiche o assi-stenziali, vantati nei confronti dell’Inps; b) recupero mediante trattenute sulle prestazioni pensionistiche o assistenziali; c) pagamento mediante rimes-se in denaro. La prima modalità (compensazione) può avvenire mediante compensazione di ar-retrati dovuti a titolo di presta-zioni assistenziali, previdenzia-li, o a sostegno del reddito.

I trattamenti che sono oggetto di trattenuta diretta sono le prestazioni previdenziali di cui il debitore fruisce o delle quali verrà a fruire in futuro. Le trattenute sono automatiche re-lativamente a somme indebitamente erogate allo stesso titolo per le seguenti prestazioni: assegni al nucleo familiare, pensione o assegno sociale, trattamenti d’invalidità civile. Le pre-stazioni possono essere oggetto di trattenuta anche relativamente a somme indebitamente erogate a titolo di prestazione diversa, solo nel caso in cui vi sia espressa autorizzazione dell’interessato. L’ammontare delle trattenute sulle prestazioni pensionistiche è limitato ad un quinto dell’importo della stessa prestazio-ne. II recupero è effettuato in unica soluzione se l’indebito è d’importo non superiore a un quinto dell’importo mensile della pensione og-getto del recupero e sia comunque fatto salvo l’importo corrispondente al trattamento mini-mo per le prestazioni a carico dell’assicurazio-ne generale obbligatoria. Qualora non vi siano tali presupposti (per effettuare il recupero in un’unica soluzione), l’Inps defi nisce un piano di recupero secondo i seguenti criteri: il recupero è effettuato mediante trattenute di importo pari a 1/5 della prestazione pensionistica cal-colata sull’importo lordo; qualora la trattenuta di 1/5 della prestazione pensionistica (nel ri-

spetto del trattamento minimo) non consenta l’integrale recupero delle somme indebitamen-te erogate nel termine di 120 mensilità, si pro-cede alla richiesta di pagamento diretto della parte residua secondo modalità concordate con l’interessato; in alternativa, il recupero potrà avvenire con trattenute di importo superiore al quinto della pensione, se autorizzate espres-samente dal pensionato.

A fronte di eventuali richieste del pensionato di effettuare il pagamento mediante trattenute di importo più basso, può essere concessa una dilazione con trattenute inferiori a 1/5 previa verifi ca della situazione reddituale dell’inte-ressato presso l’Agenzia delle entrate e fermo restando che la trattenuta non può essere in-feriore a 10 euro mensili. In ogni caso il recu-pero può essere effettuato oltre 24 mensilità, e comunque non oltre 60, se l’interessato per-cepisce trattamenti pensionistici che comples-sivamente non superano un importo pari a due volte il trattamento minimo (euro 12.493,78 per l’anno 2012). In deroga a tanto, è possibile un piano di recupero superiore a 60 rate, nei limiti comunque delle 120, nei confronti dei pensionati più bisognosi. Il piano di recupero è attivato dopo che siano trascorsi almeno 60 giorni dal ricevimento della comunicazione da parte del pensionato.

Recupero a due vie: con trattenute...La richiesta di pagamento diretto (in denaro) è effettuata

quando il debitore si trova in una delle seguenti situazioni: non è titolare di crediti verso l’Inps che possano dar luogo a compensazione; è titolare di prestazioni assistenziali che non consentono la trattenuta diretta, ossia di invalidità civile o assegno sociale se si tratta di indebiti relativi a prestazioni di diverso titolo per le quali non è stata data espressa autoriz-zazione al recupero da parte dell’interessato; è titolare esclu-sivamente di prestazioni a carico dell’assicurazione generale obbligatoria che non superano il trattamento minimo (euro 6.246,89 per l’anno 2012). Il recupero diretto è attivata per crediti non inferiori a 12 euro e previa verifi ca della situazio-ne reddituale dell’interessato presso l’Agenzia delle entrate. L’Inps invia la richiesta di pagamento con diffi da ad adempie-re, mediante versamento su conto corrente, entro 30 giorni dall’avvenuta notifi ca della stessa diffi da con avvertimento che, una volta trascorso infruttuosamente il termine, procederà a emissione di avviso di addebito e alla conseguente riscossione mediante agente della riscossione. Alla richiesta di pagamento sono allegati: il bollettino postale (che sarà progressivamente sostituito da Mav o Rid) per il pagamento in un’unica soluzione, il modulo per la richiesta di rateizzazione e il modulo per la richiesta di differimento del pagamento di 12 mesi. Il debitore, se ha un debito superiore a 100 euro, può presentare richiesta di rateizzazione alla sede Inps territoriale competente. Nel caso in cui la richiesta venga accolta, la prima rata va pagata entro 30 giorni dalla notifi ca di accoglimento della rateizzazione. Nel caso in cui la predetta richiesta non sia accolta, il pagamento dell’intero importo dovrà essere effettuato entro i 30 giorni dalla data di notifi ca della reiezione.

... o con rimesse in denaro

IL RECUPERO DEGLI INDEBITI PENSIONISTICI

Recupero mediante trattenute sulle prestazioni pensionistiche o assistenziali

Importo trattenuta

Le trattenute sono pari all’importo di un quinto della presta- zione che va recuperata

II recupero è effettuato in unica soluzione se l’indebito è d’im- porto non superiore a un quinto dell’importo mensile della prestazione oggetto del recupero

Importo minimo La trattenuta non può essere inferiore a 10,00 euro mensili

Rateazione massima

Il recupero può avvenire i no a un massimo di 24 mensilità

Il recupero può avvenire oltre le 24 e non oltre le 60 mensilità se il pensionato percepisce prestazioni d’importo complessi-vamente i no a due volte il trattamento minimo (euro 12.493,78 per l’anno 2012)

Il recupero può avvenire oltre le 60 e nei limiti di 120 mensilità, nel caso di pensionati più bisognosi (valutazione condizione di bisogno anche sui familiari del pensionato)

Recupero mediante rimesse in denaro

Quando è possibile

Quando il debitore:non sia titolare di crediti verso l’Inps che possano dar luogo • a compensazione;sia titolare di prestazioni assistenziali che non consentono la • trattenuta diretta, ossia di invalidità civile o assegno sociale;sia titolare esclusivamente di prestazioni che non superino il • trattamento minimo (euro 6.246,89 nell’anno 2012)

La rateazione È possibile, per debiti superiori a 100 euro, i no a 120 rate mensili di importo non inferiore a 60 euro

Il differimento del pagamento

È possibile di 12 mesi in caso di particolari motivi di carattere eccezionale (spese sanitarie di rilevante importo documentato o altri eventi eccezionali, cause di forza maggiore ecc.) ovvero ai pensionati più bisognosi

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16 Lunedì 22 Ottobre 2012 G I U S T I Z I A

Sentenza della Cassazione: paga la società se il proi tto resta nelle casse dell’azienda

Evasione, salvi i beni del managerLa confisca colpisce la srl indebitata non l’amministratore

Pagina a cura DI CINZIA DE STEFANIS

Nel caso di omesso ver-samento di ritenute operate e non versate, il sequestro preventi-

vo fi nalizzato alla confi sca per equivalente (ossia una sanzione avente pregnante natura san-zionatoria) sui beni dell’am-ministratore della società a responsabilità limitata è legitti-

mo solo quando non è possibile aggredire i beni appartenenti all’impresa che ha tratto bene-

fi cio dal profi tto del reato. La confi sca non è possibile quan-do essa appartenga a persona

estranea al reato, ma nel caso di reato commesso da ammini-stratore di società il cui profi tto è rimasto nelle casse della stes-sa, questa non può considerarsi estranea al reato, pur se non è prevista una responsabilità amministrativa. Questo è il principio espresso dalla Corte di cassazione, sezione III pena-le, con la sentenza del 4 ottobre 2012 n. 38740.

Il caso. Il procedimento ri-guarda una situazione molto comune in questo periodo di crisi economica: una società a responsabilità limitata omet-teva di versare all’erario nel termine fi ssato dalla legge le ritenute risultanti dalle certi-fi cazioni rilasciate ai sostituti d’imposta. Il pm chiedeva il se-questro preventivo dei beni del legale rappresentante della so-cietà. Il sequestro dei beni del rappresentante legale veniva però bocciato dal Gip, il quale evidenziava che l’amministra-tore non aveva benefi ciato dal reato contestato e, non rav-visandovi la responsabilità amministrativa da reato delle persone giuridiche (ex lege dlgs 231/2001), non si potevano ag-gredire i beni dell’impresa. Il gip infatti sosteneva che l’uni-co soggetto che aveva ricavato un benefi cio economico dalla consumazione del reato, trat-tenendo le somme non versate al fi sco, era la società a respon-sabilità limitata ed era l’unica ad avere conseguito nella sua totalità del profi tto del reato. Doveva invece escludersi che il legale rappresentante aves-se ritratto alcunché a titolo di utilità personale, non avendo egli nemmeno in parte dirot-tato il profi tto del reato verso il suo patrimonio personale. Il Tribunale del riesame, a cui si è rivolto il pm, disponeva invece il sequestro preventivo dei beni dell’amministratore osservando che la confi sca riguardava i soli beni del legale rappresentante e non quelli della società in quan-to questa non era stata chiesta dal pm. Inoltre il pm sottoline-ava che la confi sca ha natura sanzionatoria e pertanto il lega-le rappresentante della società che abbia commesso il reato viene sanzionato, oltre che con la pena, anche nel suo patrimo-nio, per il profi tto conseguente al reato da lui commesso, a pre-scindere dal fatto che il profi tto sia stato acquisito dalla società da lui amministrata. Il seque-stro disposto dal tribunale del riesame veniva poi annullato dalla Cassazione.

La posizione della Cassa-zione. Gli Ermellini ritengono che la legge consente la confi sca diretta dei beni che costituisco-no il profi tto del reato indipen-dentemente dalla qualifi ca di concorrente nel reato stesso del soggetto nella cui disponibilità è pervenuto il profi tto e qualo-ra si tratti di una società, indi-pendentemente dal fatto che sia prevista o meno una responsa-bilità amministrativa. La confi -sca non è possibile quando essa appartenga a persona estranea al reato, ma nel caso di reato commesso da amministratore di società il cui profi tto è rimasto nelle casse della stessa, questa non può considerarsi estranea al reato, pur se non è prevista una responsabilità amministra-tiva.

Pertanto, nel caso in esame, era possibile il sequestro fi na-lizzato alla confi sca del profi tto del reato che – come accertato dal giudice di merito – si tro-vava ancora interamente nelle casse della società. Qualora in-vece, continuano i giudici, per qualche ragione il sequestro diretto non fosse stato più pos-sibile, allora si sarebbe potuto applicare il sequestro preven-tivo funzionale alla confisca

per equivalente sia sugli altri beni della società sia sui beni del legale rappresentante au-tore del reato. Questo del resto è confermato dalla giurispru-denza prevalente (Cass. sez. VI, 6/2/2009 n. 19764; Cass. sez. VI, 5/3/2009 n. 26611; Cass. sez. III, 27/1/2011 n. 7138; Cass. sez. un., 27/3/2008 n. 26654) la quale sostiene che il sequestro preventivo funzio-nale della confi sca per equiva-lente del profi tto del reato può contemporaneamente incidere sui beni dell’ente che dal mede-simo reato ha tratto vantaggio e su quelli della persona fi sica che lo ha commesso, con l’unico limite per cui il vincolo caute-lare non può eccedere il valore complessivo del suddetto pro-fi tto.

© Riproduzione riservata

diretore e solista

Alexander Lonquich

Teatro alla Scala

Venerdì 9 Novembre 2012, ore 20.00in occasione de I Giorni della Ricerca

Filarmonica della Scala

in favore di

Rendiamo il cancro sempre più curabile.

grazie a

staf

fb.c

om

Concerto Straordinario

Per informazioni e per partecipare alla serata:Tel. 02/7797.223 - 242

AIRC Comitato Lombardia - Via Corridoni 7 - Milano Orari: da lunedì a venerdì dalle ore 10 alle 17

F. Mendelssohn-Bartholdy Sinfonia n° 4 in la maggiore

op. 90 “Italiana”

L. van Beethoven Concerto n° 1 in do maggiore op. 15

per pianoforte e orchestra

a seguire

omaggio a Beethoven con alcuni solisti della Filarmonicae Alexander Lonquich al pianoforte

La massima

Corte di cassazione, sezione III penale, sentenza del 4 ottobre 2012 n. 38740

Nel caso di somme non versate al i sco, il sequestro preventivo i nalizzato alla coni sca per equivalente sui beni dell’amministratore della società, è legittimo solo quando non è possibile aggredire i beni appartenenti all’l’impresa che ha tratto benei cio dal proi tto del reato.

La sentenza sul sito www.italiaoggi.it/docio7

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17Lunedì 22 Ottobre 2012Lunedì 22 Ottobre G I U S T I Z I A

Una sentenza della Cassazione: possono agire assenti, dissenzienti, amministratori, sindaci

Delibere, ai soci spetta impugnareLa società non ha la legittimazione per difetto di interesse

Pagina a cura DI FRANCESCO PAU

L’impugnazione delle delibere assemblea-ri di approvazione (o mancata approvazio-

ne) del bilancio spetta al socio. La società non è legittimata a impugnarle, infatti, per difet-to di interesse. Saranno i soci che non abbiano partecipato all’approvazione della deli-bera, ovvero i componenti del consiglio di amministrazione o di sorveglianza o del collegio sindacale a poterla impugnare. Sarebbe inammissibile, sostie-ne la Cassazione nella senten-za n. 17060/2012, attribuire alla società la legittimazione a insorgere giudizialmente contro la sua stessa volontà.

Il caso. La vicenda riguarda una srl che aveva contestato al socio titolare del 50% del capitale sociale l’esercizio del proprio diritto di voto in vio-lazione dell’art. 2373 c.c. non essendoci il socio, in confl itto di interessi, astenuto in sede di approvazione del bilancio. La mancata astensione avreb-be dovuto, secondo la società, rendere irrilevante ai fi ni del quorum deliberativo, il voto contrario del socio e quindi si richiedeva l’accertamento dell’approvazione della deli-bera con il voto favorevole dei soci non in confl itto di inte-ressi e la condanna del socio al risarcimento dei danni in favore della società.

In primo grado il tribunale accolse il ricorso della società respingendo la tesi del socio che sosteneva come le ragioni del suo voto contrario fossero state illustrate a verbale e ri-guardassero il mancato rispet-to dei principi di verità e chia-rezza nella bozza di bilancio presentata in assemblea.

Il tribunale dopo aver, in via cautelativa, sospeso il voto contrario espresso dal socio, nella sentenza accoglieva (a parte il risarcimento danni) le richieste della società e anche la Corte d’appello confermava la sussistenza del confl itto di interessi in capo al socio.

Nel proporre ricorso in Cas-sazione il socio sosteneva la mancanza di legittimazione da parte della società a propor-re domanda di annullamento della deliberazione assemble-are. Seppur non sollevata nei primi due gradi di giudizio la Cassazione può comunque (non essendoci nei precedenti gradi di giudizio intervenuta sentenza passata in giudicato in merito alla questione) pro-nunciarsi sulla legittimazione attiva della società in merito alla proposizione del ricorso per l’annullamento della de-libera.

La pronuncia. Secondo quanto previsto dall’art. 2373

c.c. nel testo attualmente vi-gente la deliberazione appro-vata con il voto determinante di coloro (il testo precedente alla modifi ca del 2012 parlava del voto di soci) che abbiano, per conto proprio o di terzi, un

interesse in confl itto con quel-lo della società è impugnabi-le a norma dell’articolo 2377 qualora possa recarle danno.

L’interesse del socio deve essere valutato sulla base di elementi oggettivi non poten-

do quindi interpretarsi alla stregua del motivo (in senso soggettivo quindi) e deve sus-sistere nei confronti della so-cietà non bastando al riguardo un semplice confl itto tra soci.

L’impugnazione o la doman-

da di risarcimento del danno devono essere proposte entro 90 giorni dalla data della de-liberazione, ovvero, se questa è soggetta a iscrizione nel re-gistro delle imprese, entro 90 giorni dall’iscrizione o, se è soggetta solo a deposito pres-so l’uffi cio del registro delle imprese, entro 90 giorni dalla data di questo.

Tale articolo non prevede (neanche nel testo ante rifor-ma applicabile al caso di spe-cie) che tra i soggetti legitti-mati all’impugnazione vi sia la società. Possono impugnare la delibera i soci assenti o dis-senzienti, gli amministratori o i sindaci della società ma non la società stessa. La società potrà tutt’al più essere legit-timata passiva proprio per-ché, sottolinea la Cassazione, «da essa, cioè dal suo organo deliberante, promana la ma-nifestazione di volontà che è oggetto dell’impugnazione, e sarebbe quindi inammissibile attribuirle la legittimazione a insorgere giudizialmente con-tro la sua stessa volontà».

La circostanza che l’ammini-stratore, nell’impugnare una delibera assembleare, non agi-sce, a meno che non sia diret-tamente coinvolto, a tutela del proprio interesse ma a tutela dell’interesse della società, non farebbe quindi venir meno la carenza di legittimazione attiva da parte della società che non avrebbe comunque un interesse proprio ad agire in giudizio.

È proprio nella contrapposi-zione tra organi della stessa società, sostiene la Cassazio-ne, ai fi ni della individuazione della volontà «legittimamente imputabile all’ente che è dato scorgere la ratio della chiara scelta legislativa sottesa al disposto dell’art. 2377 cod. civ., con la attribuzione della legittimazione non già all’en-te cui l’atto sul quale insorge il contrasto è già imputato, e che d’altra parte ne ha la di-sponibilità senza ricorrere al giudice, bensì al suo organo di gestione o di controllo che solleva il contrasto». Ne de-riva quindi la mancanza di legittimazione della società all’impugnazione della deli-berazione di approvazione del suo bilancio.

Al riguardo si rileva che, come regola generale, se la deliberazione impugnata è sostituita con altra presa in conformità della legge e del-lo statuto non può aversi an-nullamento della delibera ma restano salvi i diritti acquisiti dai terzi sulla base della deli-berazione sostituita.

© Riproduzione riservata

I punti salienti della vicenda

Le motivazioni della Cassazione

La Corte di cassazione ha chiarito che «l’art. 2377 cod. civ. (anche nel testo, da applicare nella specie ratione temporis, anteriore alle modifi che introdotte con il dlgs n. 6 del 2003) non annovera tra i soggetti legittimati all’impugnazione di una delibera assembleare la società dalla quale tale deliberazione promana, attribuendo tale norma la legittimazione, oltre che ai soci assenti o dissenzienti, agli amministratori o ai sindaci (nel testo qui da applicare) della società stessa». La società è invece «legittimata passiva nel giudizio di impu-gnazione (...) proprio perché da essa - cioè dal suo organo de-liberante - promana la manifestazione di volontà che è oggetto dell’impugnazione, e sarebbe quindi inammissibile attribuirle la legittimazione a insorgere giudizialmente contro la sua stessa volontà (...) l’amministratore, quando impugna una deliberazione dell’assemblea, agisce pur sempre non nell’interesse proprio (salvi i casi nei quali la deliberazione lo coinvolga personalmente) bensì nell’interesse della società, in contrasto con la decisione espressa dall’assemblea. Invero è proprio in tale contrappo-sizione dialettica tra organi della stessa società ai fi ni dell’in-dividuazione - da parte del giudice dell’impugnazione - della volontà legittimamente imputabile all’ente che è dato scorgere la ratio della chiara scelta legislativa sottesa al disposto dell’art. 2377 cod. civ., con la attribuzione della legittimazione non già all’ente - cui l’atto sul quale insorge il contrasto è già imputato, e che d’altra parte ne ha la disponibilità senza ricorrere al giu-dice, bensì al suo organo di gestione o di controllo che solleva il contrasto».

Soggetti legittimati all’impugnazione

della delibera

Secondo quanto stabilito dall’art. 2377 c.c. Le deliberazioni dell’as-semblea, prese in conformità della legge e dell’atto costitutivo, vincolano tutti i soci, ancorché non intervenuti o dissenzienti. Le deliberazioni che non sono prese in conformità della legge o dello statuto possono essere impugnate dai soci assenti, dissenzienti o astenuti, dagli amministratori, dal consiglio di sorveglianza e dal collegio sindacale.

L’impugnazione dei soci

L’impugnazione può essere proposta dai soci quando possiedono tante azioni aventi diritto di voto con riferimento alla deliberazione che rappresentino, anche congiuntamente, l’uno per mille del capi-tale sociale nelle società che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio e il 5% nelle altre. Trattasi di norma derogabile solo nel senso che lo statuto può ridurre o escludere questo requisito. Nel caso di deliberazioni delle assemblee speciali le stesse per-centuali sono riferite al capitale rappresentato dalle azioni della categoria. I soci che non rappresentano la parte di capitale sopra indicata e quelli che, in quanto privi di voto, non sono legittimati a proporre l’impugnativa hanno diritto al risarcimento del danno loro cagionato dalla non conformità della deliberazione alla legge o allo statuto.

Casi di delibere non annullabili ex lege

La deliberazione non può essere annullata:per la partecipazione all’assemblea di persone non legitti-1. mate, salvo che tale partecipazione sia stata determinante ai i ni della regolare costituzione dell’assemblea a norma degli articoli 2368 e 2369;per l’invalidità di singoli voti o per il loro errato conteggio, salvo 2. che il voto invalido o l’errore di conteggio siano stati determi-nanti ai i ni del raggiungimento della maggioranza richiesta;per l’incompletezza o l’inesattezza del verbale, salvo che im-3. pediscano l’accertamento del contenuto, degli effetti e della validità della deliberazione.

Gli effetti dell’annullamento

della delibera

L’annullamento della deliberazione ha effetto rispetto a tutti i soci e obbliga gli amministratori, il consiglio di sorveglianza e il consiglio di gestione a prendere i conseguenti provvedimenti sotto la propria responsabilità. L’annullamento non pregiudica i diritti acquistati in buona fede dai terzi in base ad atti compiuti in esecuzione della deliberazione.

La sentenza sul sito www.italiaoggi.it/docio7

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18 Lunedì 22 Ottobre 2012 A M B I E N T E

Ricerca Ipsos sulle abitudini di uso e smaltimento dei Raee. Forti le ricadute ambientali

Elettrodomestici, boom di sprechiInutilizzato il 20% degli apparecchi. Primo il condizionatore

Pagina a cura DI DUILIO LUI

La crisi sta spingendo le famiglie italiane a una maggiore prudenza sul fronte dei consumi, ma

poi si scopre che molti acquisti effettuati in passato restano inutilizzati. Come emerge da una ricerca che Ipsos ha svolto per Ecodom sulle «abitudini di utilizzo e smaltimento delle ap-parecchiature elettriche ed elet-troniche (Raee) da parte dei con-sumatori italiani». Tra le pieghe dello studio, infatti, emerge che il 19% degli elettrodomestici presenti nelle case degli italia-ni non è più utilizzato, in alcuni casi perché non funzionante, in altri perché non più utile. Con il risultato, in entrambi i casi, di apparecchi abbandonati nei garage o dimenticati in soffi tta, con ricadute negative anche sul fronte ambientale. Al primo po-sto di questa infausta classifi ca ci sono i condizionatori portatili (32%), seguiti dall’asciugatrice (21%) e dai boiler elettrici (16%) per i grandi elettrodomestici. Le pianole (48%), seguite dai video registratori (43%) e dai monitor per il tubo catodico (38%) rappresentano i piccoli elettrodomestici più facilmente dimenticati.

La normativa europea. Si tratta di dati, ricavati tramite 3.262 interviste a cittadini tra i 18 e i 74 anni, che fanno specie se confrontati con le normative europee, in particolare la Diret-tiva 2012/19/Ue (pubblicata sul-la Gazzetta Uffi ciale dall’Ue il 4 luglio scorso. L’Italia è chiama-ta a recepire la norma entro 18 mesi dalla pubblicazione), che fi ssa obiettivi di raccolta molto ambiziosi nel campo dei Raee: entro il 2016 l’85% di quelli ge-nerati o il 65% della media di apparecchiature elettriche ed elettroniche immesse sul mer-cato nei tre anni precedenti. Questo signifi ca che l’Italia do-vrà raggiungere un livello due volte e mezzo superiore rispetto a quello attuale.

La lavatrice è di casa. Tornando alla ricerca di Ipsos,

emerge che ogni famiglia italia-na possiede in media 46,5 ap-parecchi elettrici: tra gli appa-recchi più grandi, la lavatrice è la più diffusa, presente nel 95% delle case, seguita dall’accop-piata frigorifero e freezer (84%), dalle cappe aspiranti (77%) e dai forni a incasso (64%). Solo una famiglia su due possiede una lavastoviglie (51%) e oltre una famiglia su tre usa i piani di cottura elettrici (37%). I con-dizionatori portatili si trovano alla fi ne della classifi ca, posse-duti solo dal 14% delle famiglie, rispetto ai condizionatori fi ssi posseduti dal 37%. Ultima in classifica l’asciugatrice, pre-sente solo nell’8% delle case italiane.

Per quanto riguarda i piccoli elettrodomestici, il ferro da sti-ro è il più diffuso (97%), segui-to dall’aspirapolvere (91%), dal trapano (67%) e dal frullatore (66%). Il 63% delle famiglie possiede un forno a microonde e un tostapane, mentre solo il

27% possiede una friggitri-ce, il 18% un bollitore, il 17% un tagliaerba elettrico, il 16% un’idropulitrice. A chiudere la classifi ca sono il ventilatore a parete (15%) e il macina-caffè (13%).

I canali di smaltimento. La normativa sui Raee prevede da tempo il meccanismo di ritiro noto come «uno contro uno»: il

distributore ha l’obbligo di ri-tirare gratuitamente l’elettro-domestico giunto a fi ne vita in caso di acquisto di un elettrodo-mestico equivalente. La ricerca fa luce anche su questo aspetto rilevando che il principale ca-nale di dismissione dei grandi elettrodomestici (soprattutto nel caso di lavatrici, frigorife-ri e lavastoviglie) giunti a fi ne vita è la grande distribuzione,

quindi in maniera corretta. Nel caso di boiler elettrici e di con-gelatori i cittadini preferiscono rivolgersi alla municipalizzata locale. L’elettrodomestico che maggiormente è smaltito in maniera scorretta (per esem-pio portato in una discarica abusiva o, peggio, abbandonato per strada) è il condizionatore portatile.

Diversa è la situazione per quanto riguarda i piccoli elet-trodomestici ritirati, nella mag-gior parte dei casi, dalla muni-cipalizzata locale (tagliaerbe, tostapane, ferri da stiro, forni a microonde) o portati diretta-mente all’isola ecologica, op-pure smaltiti in maniera scor-retta soprattutto per quanto riguarda i bollitori, i frullatori e i trapani che fi niscono nella spazzatura indifferenziata o nelle discariche abusive. La municipalizzata locale è il ca-nale preferenziale di dismis-sione anche per gli apparecchi informatici come le stampanti, i desktop, le tastiere, monitor a schermo piatto, mentre i navi-gatori satellitari e i laptop, se ancora funzionanti, hanno una seconda vita perché regalati o portati in un’altra abitazione. Infine il mouse e le tastiere sono gli apparecchi che più di tutti vengono dismessi in ma-niera scorretta.

Insomma c’è ancora molta strada da fare come rileva il direttore generale di Ecodom Giorgio Arienti: «In particolare, l’analisi ha messo in luce come sia ancora presente nelle case degli italiani una quantità di elettrodomestici, per esempio i frigoriferi e i televisori con tubo catodico, che contengono sostanze dannose per l’am-biente se trattate in maniera scorretta». Da qui l’invito a una maggiore collaborazione fra i soggetti coinvolti nella raccolta differenziata, «come gli enti locali per la realizza-zione di nuove isole ecologiche, i distributori per informare gli acquirenti del ritiro gratuito del loro elettrodomestico in seguito all’acquisto di uno nuovo e l’opi-nione pubblica per uno smalti-mento corretto».

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L’Italia è partita in ritardo rispetto ad altri paesi europei in materia di smaltimento dei Raee, ma negli ultimi anni ha colmato una parte del gap. Lo scorso anno sono stati raccolti 260.090.413 chilogrammi di rifi uti da apparecchia-ture elettriche ed elettroniche, vale a dire circa 15 milioni di chili in più rispetto a quanto raccolto nel 2010, con un incremento intorno al 6%. Un risultato positivo, soprattutto se si considera che è maturato in un contesto congiunturale negativo, che ha quindi determinato un rallentamento nei nuovi acquisti. Senza dimenticare tutti i problemi che hanno portato a ripetuti rinvio del sistema «uno contro uno» da parte della distribuzione a causa di ambiguità legislative e carenza di comunicazione (si veda ItaliaOggi Sette dell’11 luglio 2011 e del 24 gennaio 2011).

Italia in recuperosulla raccolta rifi uti C’è tempo fi no al 26 novembre per avanzare

domanda di fi nanziamento per il potenziamen-to e l’adeguamento dei centri di raccolta Raee. Le richieste possono essere presentate esclusi-vamente online mediante l’apposito «Modello di domanda» disponibile nell’area riservata ai «Sottoscrittori» del portale del Centro di Coor-dinamento Raee. Il bando 2012 è articolato in due misure: la prima relativa alla realizzazione di opere presso il centro di raccolta e all’ac-quisto di beni per l’operatività dello stesso, già effettuati entro il termine massimo di 180 giorni precedenti la pubblicazione del bando (15 ottobre); la seconda per i lavori non anco-ra effettuati, che verranno ultimati entro 150 giorni. Il bando ha una dotazione complessiva

di 654.196 euro, equamente divisi tra le due misure. Quanto alla prima misura, il contributo sarà pari all’85% del costo totale dell’interven-to, fi no a un importo massimo pari a 20 mila euro (Iva compresa) e fi no a esaurimento del-le risorse disponibili. Per la seconda sarà pari all’85% (sempre calcolando l’Iva e fi no a che restano fondi a disposizione) con un massimo di 30 mila euro. Possono presentare domanda di contributo solo i sottoscrittori dell’Accordo di Programma Anci-CdC Raee che alla data di pubblicazione del Bando abbiano iscritto al-meno un Centro di Raccolta al Portale del CdC Raee. Ulteriori informazioni possono essere richieste tramite l’indirizzo e-mail [email protected] fi no al 14 dicembre 2012.

Finanziamenti per adeguare i centri

Possesso grandi elettrodomestici

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19Lunedì 22 Ottobre 2012Lunedì 22 Ottobre A M B I E N T E

Dm ambiente in attuazione della direttiva 2011/37/Ue sulla gestione dei rii uti a quattro ruote

Veicoli fuori uso, cadono i divietiMeno restrizioni per l’utilizzo di alcune sostanze pericolose

Pagina a cura DI VINCENZO DRAGANI

Meno restrizioni a fab-bricazione e commer-cializzazione di ma-teriali, componenti

e pezzi di ricambio per veicoli contenenti piombo, mercurio, cadmio e cromo esavalente. E, conseguentemente, più sostan-ze pericolose nei relativi rifi uti da gestire a valle. In attuazione dell’ultima direttiva comunita-ria in materia di veicoli fuori uso (la 2011/37/Ue, di modifi ca della direttiva madre 2000/53/Ce) il dm ambiente 24 maggio 2012 (G.u 9 ottobre 2012, n. 236) ha infatti allargato le ipo-tesi in cui è possibile l’utilizzo di alcune sostanze pericolose nella fi liera produttiva dei mez-zi di trasporto. Tecnicamente, le novità arrivano mediante la ri-formulazione dell’allegato II al dlgs 209/2003 (provvedimento attuativo della citata direttiva del 2000), allegato che defi ni-sce i casi e le condizioni in cui è possibile derogare al divieto generalizzato di utilizzo delle citate sostanze nella produzio-ne dei veicoli sancito nel 2003 dall’articolo 9 dello stesso de-creto legislativo.

Le nuove deroghe. Il rinno-vato allegato II al dlgs 209/2003 allarga così le ipotesi di utilizzo in deroga di piombo, mercurio, cadmio e cromo esavalente, e ciò sia ampliando quantitati-vamente il novero di materiali e componenti di autovetture in cui le stesse possono essere impiegate sia estendendo l’arco temporale entro il quale l’esen-zione dal divieto generale di uso avrà valore. Sotto il primo pro-fi lo si prevedono nuove deroghe per la fabbricazione di lamiere e materiali dielettrici, sotto il secondo profi lo emerge invece lo spostamento (in alcuni casi fi no al 2016) sia delle vecchie sia delle nuove esenzioni, per le componenti native dei veicoli e per i pezzi di ricambio. La re-visione delle norme nazionali operata dal nuovo Minambien-te, in virtù della delegifi cazio-ne prevista dallo stesso dlgs 209/2003, costituisce un atto dovuto (e forzato dall’Ue, che lo scorso 27 settembre 2012 aveva inviato un «warning» all’Italia per il mancato rispetto della deadline di recepimento fis-sata nel 31 dicembre 2011). L’allargamento delle deroghe al divieto generale di utilizzo delle citate sostanze pericolose è infatti dettato a monte, come accennato, dalla recente diret-tiva 2011/37/Ue, direttiva che ha riscritto sul punto l’omoni-mo provvedimento comunitario madre 2000/53/Ce sia a fron-te della attuale impossibilità tecnica di utilizzare sostanze alternative alle prime sia per evitare il blocco del mercato dei pezzi di ricambio dei veicoli circolanti.

I materiali a fi ne vita. Le regole sulla limitazione dell’uti-lizzo delle sostanze pericolose trovano collocazione, come an-ticipato, nella disciplina (comu-nitaria e, di rifl esso, nazionale) sulla gestione dei veicoli fuori uso, in quanto regole funziona-li al principio cardine (sancito dalla direttiva 2000/53/Ce e, poi, dal dlgs 209/2003) di ridurre al minimo gli impatti dei relativi rifi uti sull’ambiente, rendendo sostenibile la fi liera di raccolta, recupero e riciclaggio dei mate-riali. Le nuove regole sull’utiliz-zo (a monte) delle sostanze pe-

ricolose nella fabbricazione dei veicoli hanno dunque necessari punti di contatto con le regole per la gestione (a valle) dei rela-tivi rifi uti che li contengono. Ad oggi, è utile ricordarlo, la disci-plina di riferimento nazionale in materia di gestione della fi -liera dei veicoli fuori uso è costi-tuita dal concorso delle norme recate dal citato dlgs 209/2003 e dal (successivo) dlgs 152/2006 (cosiddetto Codice ambientale). In particolare, il dlgs 209/2003 (espressamente mantenuto in vigore dall’articolo 227 del dlgs 152/2006) continua ad applicar-

si ai veicoli a motore (giunti a fi ne vita) appartenenti alle ca-tegorie M1 e N1 di cui all’alle-gato II, parte A, della direttiva 70/156/Cee, e ai veicoli a mo-tore a tre ruote come defi niti dalla direttiva 2002/24/Ce, con esclusione dei tricicli a motore. Il dlgs 152/2006 disciplina in-vece in via residuale (tramite le norme recate dai suoi artico-li 231 e seguenti) la gestione di tutti i rifi uti da veicoli non ri-entranti nel campo di applica-zione del citato dlgs 209/2003. Al sistema sanzionatorio dello stesso Codice ambientale van-no altresì ricondotte (come sot-tolineato dalla Suprema Corte di cassazione, si veda senten-za 8 febbraio 2007, n. 5319) tutte le ipotesi di gestione il-lecita dei rifi uti in questione non punite dal dlgs 209/2003 (come l’abbandono di materiali e componenti di veicoli fuori uso). Uniche, per ora, restano invece le norme tecniche rela-tive alle caratteristiche degli impianti di demolizione e alle operazioni di messa in sicu-rezza dei rifi uti: in relazione a tutti veicoli i requisiti rela-tivi ai centri di raccolta e le modalità di trattamento da os-servare continueranno infatti a essere quelli recati dall’al-legato I del dlgs 209/2003 fi no all’adozione del nuovo decreto Minambiente che detterà (in ossequio all’articolo 231 del dlgs 152/2006) regole speci-fi che per i veicoli a fi ne vita sottoposti al Codice ambienta-le. Per onor di completezza, si ricorda altresì che il decreto ministeriale in questione fu in realtà emanato all’indomani dell’entrata in vigore del Co-dice ambientale (come dm 2 maggio 2006, G.u. 16 maggio 2006 n. 112) salvo poi essere dichiarato ineffi cace in via di autotutela dallo stesso Dica-stero tramite comunicato del 26 giugno 2006 per irregolarità nella fase di registrazione pres-so la Corte dei conti.

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Le regole

Argomento Provvedimenti di riferimento

Fabbricazione ma-teriali e componenti veicoli nuovi

In base al dlgs 209/2003: dal 1° luglio 2003 sono vietate produzione e commercializzazione di materiali e componenti contenenti piombo, mercurio, cadmio o cromo esavalente con eccezioni per i casi previsti nell’allegato II al decreto.

Gestione veicoli a fi ne vita

Si applica il dlgs 209/2003 per: veicoli a fuori uso appartenenti alle categorie M1 e N1 di cui all’al-• legato II, parte A, direttiva 70/156/Cee;veicoli a motore a tre ruote come dei niti dalla direttiva 2002/24/• Ce, con esclusione dei tricicli a motore;

Si applica il dlgs 152/2006 per:rii uti da veicoli non rientranti nel campo di applicazione del citato • dlgs 209/2003.

Requisit i centri di raccolta e modalità di trattamento

Fino all’emanazione del futuro dm Ambiente previsto dall’articolo 231 del dlgs 152/2006 si applicano le norme del dlgs 209/2003 in relazione a tutti i veicoli fuori uso

I materiali a fine vita Le ricolose nella fabbricazione dei

Ha diritto al rimborso del contributo ambien-tale pagato l’impresa straniera che acquista sul territorio nazionale pneumatici nuovi al fi ne di rivenderli in altro stato. E ciò a con-dizione che il soggetto in parola sia un espor-tatore abituale di pneumatici, non abbia sede legale in Italia e dimostri l’effettiva commer-cializzazione oltre frontiera dei beni. I pre-supposti per l’esenzione. A chiarire i confi ni dell’eco-contributo previsto dall’articolo 228 del dlgs 152/2006 (cosiddetto Codice ambien-tale) a carico degli acquirenti di pneumatici nuovi è il Minambiente con una circolare del 10 ottobre 2012. Il Dicastero sottolinea come i presupposti che devono concorrere per l’ap-plicazione del contributo fi nalizzato a fi nan-ziare la gestione degli pneumatici una volta diventati rifi uti (tecnicamente: pneumatici fuori uso, meglio noti come Pfu) siano, alla luce del dlgs 152/2006 e del dm 82/2011 (di attuazione del primo) sostanzialmente due: l’immissione sul mercato del bene (nel senso tecnico della stipula di un contratto che ab-bia a oggetto la cessione del bene) e la desti-nazione alla vendita sul territorio nazionale. In difetto di uno solo dei due presupposti, il contributo non è dovuto. Il rimborso a valle. Nel caso di specie, avverte il Minambiente, la mancanza della vendita sul territorio nazio-nale non potrà però che essere dimostrata a posteriori dall’impresa straniera che acquista in Italia per poi esportarli verso altro stato. Dunque, prosegue la circolare, l’esenzione del contributo non potrà che assumere la forma del rimborso a posteriori di quanto pagato e subordinatamente alla compiuta dimostrazione, da parte dell’impresa espor-

tatrice, dell’avvenuta commercializzazione oltre confi ne. Tale prova dovrà essere fornita per mezzo di documentazione, valida anche ai fi ni fi scali, che attesti la stipulazione del (primo) contratto di vendita a favore di un soggetto non avente sede legale in Italia (an-che se ricevente gli pneumatici in una sua sede posta all’interno dei confi ni nazionali) e del (secondo) contratto mediante il quale gli pneumatici sono poi ceduti a clienti fi nali oltreconfi ne. La gestione dei Pfu. Il sistema del contributo ambientale previsto dal dlgs 152/2006 prevede l’obbligo di produttori e importatori di pneumatici di provvedere a monte, singolarmente o in forma associata, alla gestione su base annuale di un quan-titativo potenziale di pneumatici fuori uso pari a quello delle nuove gomme dagli stes-si immesso sul mercato nazionale nell’ana-logo arco temporale. Il fi nanziamento di tale attività (di gestione rifi uti) è dal dlgs 152/2006 posto a carico degli acquirenti fi nali dei singoli pneumatici o delle vetture che ne sono dotate ed è destinato, come accennato, a fi nanziare le strutture auto-rizzate alla gestione dei Pfu secondo due diversi percorsi: in caso di acquisto di soli pneumatici, il contributo riscosso da riven-ditore viene direttamente versato al siste-ma di gestione dei Pfu al quale aderisce; in caso di acquisto di nuova vettura (dotata di pneumatici) il contributo viene invece versato allo speciale fondo istituito pres-so l’Aci per poi essere devoluto ai gestori che raccolgono i rifi uti di gomma presso gli autodemolitori secondo le regole dettate dal dm Ambiente 20 gennaio 2012.

Ecotassa, esenti le imprese di passaggio

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20 Lunedì 22 Ottobre 2012 I N F O . E U R O PA

I risultati del monitoraggio della Commissione europea sulle piccole imprese dei 27 paesi

Pmi, la crisi non è uguale per tuttiRisultati confortanti in Austria e Germania. Meno in Grecia

Pagina a cura DI TANCREDI CERNE

La crisi si abbatte a macchia di leopardo sulle piccole e medie imprese (pmi) del Vecchio continente. La

conferma è arrivata da Bruxelles che ha presentato i risultati del monitoraggio sulle pmi all’inter-no dei 27 paesi membri. «A livello comunitario nel suo complesso, gli sforzi delle aziende di dimen-sioni medio-piccole hanno porta-to fi nora solo a una crescita senza nuovi posti di lavoro con grandi divergenze da paese a paese», si legge nella relazione 2012 sui risultati delle attività delle pmi. Secondo Bruxelles, nonostante il clima diffi cile, le piccole e medie imprese continuano a essere la spina dorsale dell’economia euro-pea, rappresentando più del 98% di tutte le imprese (20,7 milioni circa) con oltre 87 milioni di di-pendenti (pari al 67% del totale degli occupati su scala Ue). E la parte preponderante (pari al 92,2% delle pmi) è rappresentata da microimprese con meno di 10 dipendenti. «Le piccole e medie imprese sono in grado di ripri-stinare la crescita in Europa», ha spiegato Antonio Tajani, vice-

presidente della Commissione europea e commissario per le imprese e l’industria. «E sono in cima ai nostri sforzi, come dimo-stra la proposta di reindustria-lizzare l’Europa. A novembre, seguirà il più ambizioso piano d’azione per promuovere lo spi-rito imprenditoriale che l’Euro-pa abbia mai visto. Offriremo sostegno e consulenza a livelli mai visti fi nora e cercheremo di far sì che le pmi riescano anco-ra una volta a farci uscire dalla crisi che ci attanaglia». L’analisi condotta da Bruxelles ha messo in luce, tuttavia, una situazione a luci e ombre all’interno dell’Unio-ne. In Austria e Germania, per esempio, le pmi hanno messo a segno risultati particolarmente confortanti nel corso degli ultimi 12 mesi arrivando a superare i livelli precedenti alla crisi, sia in termini di valore della produzio-ne che di occupazione. Ma, le cose non sono andate allo stesso modo nella maggioranza dei paesi eu-ropei. È il caso della Grecia, per esempio, dove la crisi ha genera-to una moria di aziende medio-piccole stimate da Bruxelles nell’ordine delle 90 mila unità. Le cose sono andate particolar-mente male anche in Portogallo,

soprattutto per le microimprese che rappresentano il 94% di tut-te le attività d’impresa nel paese. Mentre Spagna, Irlanda e Italia continuano a lottare per resiste-re ai contraccolpi della crisi. «In prospettiva, è confortante consta-tare che un numero crescente di stati membri sembra riuscire a invertire la tendenza», si legge nel rapporto europeo. «Ancora una volta, sono le loro pmi che cominciano a incrementare l’oc-cupazione e ad accrescere l’atti-vità, indice di trasformazioni più durevoli in futuro». In particola-re, secondo Bruxelles, le imprese appartenenti ai settori hi-tech e dei servizi ad alta intensità di conoscenze sembrano dare ri-sultati più incoraggianti delle altre in termini di produttività e di occupazione. «Nella Ue esisto-no 46 mila pmi nel settore della produzione ad alta tecnologia e oltre 4,3 milioni nei knowledge-intensive services. Si tratta di imprese del settore farmaceutico, elettronico o dei servizi giuridici e di contabilità, di R&S scientifi ci e le industrie creative. Insieme, rappresentano oltre un quinto (21,1%) di tutte le piccole e me-die imprese europee». In base alle rilevazioni degli esperti della

commissione, la creazione di un numero maggiore di questo gene-re di imprese dovrebbe costituire parte integrante della strategia per la crescita. «Il numero degli interventi a livello nazionale a favore delle pmi è cresciuto co-stantemente e fortemente negli ultimi anni, con 38% di inter-venti in più nel 2011 rispetto al 2010. L’attenzione è stata attira-ta soprattutto dalla promozione dello spirito imprenditoriale, ag-giornamento delle competenze e rafforzamento dell’innovazione e miglioramento dell’accesso al credito». Nonostante questo, tuttavia, l’attuazione delle mi-sure di supporto alle imprese di dimensioni medio-piccole re-gistra tuttora squilibri. Alcune sono ignorate da numerosi paesi (come dare una seconda possibi-lità a imprese fallite o tener con-to delle caratteristiche delle pmi all’atto dell’emanazione di una normativa). «Nel corso dell’anno prenderà l’avvio il piano d’azione sull’imprenditorialità, una serie di azioni concrete per promuove-re lo spirito imprenditoriale nel-la Ue che completano e portano avanti lo Small Business Act per l’Europa», ha aggiunto Tajani.

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Bruxelles si prepara a fare marcia indietro sul-la politica di ingresso dei cittadini provenienti dai Balcani. La Commissione europea ha fatto sapere di essere estremamente preoccupata per gli ulti-mi sviluppi nella gestio-ne della liberalizzazione dei visti Ue da parte dei paesi balcanici e ha av-vertito che si sta discu-tendo la reintroduzione temporanea di permessi di entrata per i cittadini dei paesi balcanici. Tut-to questo, su pressione di sei paesi Ue (Germa-nia, Francia, Austria, Olanda, Belgio e Lus-semburgo) che hanno chiesto una discussione del problema al prossi-mo consiglio Ue per gli Affari interni di fine ottobre per l’adozione, entro fi ne anno, del mec-canismo di salvaguardia che prevede la reintro-duzione dei visti in con-dizioni eccezionali. «La liberalizzazione dei visti è una grande conquista», ha spiegato il portavoce del commissario Ue agli affari interni, Cecilia Malmstrom, «e concede una grande libertà, ma allo stesso tempo com-porta anche un’enorme responsabilità, non solo dei governi, ma dei cit-tadini». Il commissario Ue ha chiesto dunque misure forti in cambio della possibilità di circolare liberamente nell’area di Schengen, per un pe-riodo temporaneo di tre mesi. La situazione delle false domande di asilo all’Ue, che arrivano soprattutto per motivi economici, è monitorata dalla Com-missione europea dopo una precisa richiesta del Consiglio nel 2010. E da allora diversi sono stati gli appelli alle autorità di Serbia, Albania, Bo-snia Erzegovina, Monte-negro ed ex Repubblica iugoslava di Macedonia, passati inascoltati. «Richiedere asilo senza le necessarie condizioni crea un problema al si-stema e ostacola chi ne ha veramente diritto», ha aggiunto il portavoce della Malmstrom senza puntare tuttavia il dito contro nessuno dei cin-que paesi dei Balcani.

Balcani, retromarcia sugli asili

Piloti e assistenti di volo di alcuni paesi europei potreb-bero essere le prime vittime della «guerra dei visti» tra Bruxelles e Mosca. A partire dal 1° novembre, infatti, gli equipaggi delle compagnie aeree Ue potrebbero rischiare di dover chiedere il permesso per entrare in Russia. La rivela-zione, annunciata dal quotidiano Moscow Times, riporta un ultimatum lanciato dal ministro degli esteri russo, Serghiei Lavrov, dopo il rifi uto dei negoziatori europei di rimuovere il visto obbligatorio per i dirigenti governativi russi. «Ab-biamo avvisato i nostri partner europei che se non fi rmiamo un accordo entro ottobre, le compagnie aeree dovranno ottenere visti d’ingresso multipli per i loro equipaggi», ha spiegato il capo della diplomazia russa a Lussemburgo. La mossa fa seguito al rifi uto dei negoziatori europei di rimuo-vere la necessità del visto per i dirigenti governativi russi che hanno uno speciale passaporto non diplomatico noto come «passaporto di servizio». La controparte europea ha sostenuto che il diritto a tale passaporto è defi nito in modo troppo approssimativo e che nei paesi europei non ci sono documenti equivalenti. Ma Lavrov avrebbe obiettato che la Ue ha incluso anche i possessori di passaporti di servizio in un recente accordo sui visti con l’Ucraina. L’ultimatum russo riguarderebbe solo 11 paesi europei che non hanno ancora fi rmato un accordo bilaterale con la Russia, tra cui Finlandia, Belgio, Estonia, Lettonia, Portogallo, Grecia e Repubblica Ceca.

Piloti e hostess paganola guerra dei visti Ue-Russia

La Svizzera si fa largo nel bacino del Mediterraneo. Il governo di Berna ha siglato un’intesa con la Tunisia per la promozione e la protezione reciproca degli investimen-ti tra i due paesi. Il nuovo accordo offre agli investitori svizzeri e tunisini standard moderni di protezione che vanno a sostituire l’ormai obsoleto accordo tra i due pa-esi, in vigore dal 1964. Lo schema quadro dell’intesa rag-giunta con Tu-nisi riguarda essenzialmente il trattamento degli investi-menti prove-nienti dal paese partner, il tra-sferimento del capitale e dei proventi dell’in-vestimento, l’in-dennizzo in caso di espropriazione e fi ssa le procedure di risoluzione delle controversie. L’accordo entrerà in vigore non appena saranno espletate le procedure di approvazione richieste in ognuno dei due paesi. Il rinnovato interesse mostrato dal governo elvetico per la Tunisia fa seguito di qualche giorno alla dichiarazione d’intenti fi rmata da Berna e Ankara a margine del vertice annuale delle Istituzioni di Bretton Woods a Tokyo, in cui i due paesi si impegnano a intrattenere uno scambio regolare su questioni fi nanziarie. «Lo scambio consente agli stati fi rmatari di discutere gli sviluppi economici a livello nazionale e internazionale, comprendere meglio le posizioni reciproche, cooperare nel contesto di organismi internazionali e ampliare la loro collaborazione nell’ambito della regolamentazione e della politica dei mercati fi nanziari», hanno spiegato da Berna secondo cui l’avvio di un dialogo in ambito fi nanziario con importanti paesi emergenti costituisce un elemento fondamentale ai fi ni dell’attuazione della strategia per la piazza fi nanziaria adottata dal Consiglio federale. Finora la Svizzera ha sottoscritto analoghe di-chiarazioni d’intenti con l’Australia, il Brasile, l’India e la Russia.

Si infi ttisce il dialogo tra la Svizzera e la Tunisia

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21Lunedì 22 Ottobre 2012

Iniziativa Sace per le pmi. Pareri preliminari gratuiti, azzerate le spese di istruttoria

Export agevolato per le imprese Linea di prodotti fi nanziari rilancia l’internazionalizzazione

Pagina a cura DI ROBERTO LENZI

Si chiama «pmi No-stop» la linea di prodotti fi -nanziari a sostegno delle piccole e medie

imprese che esportano, lan-ciata da Sace. Garanzie sui fi nanziamenti, pareri prelimi-nari gratuiti, nessuna spesa di istruttoria, sconti sui pre-mi applicati, sono i principali vantaggi di cui possono bene-fi ciare le pmi che decidono di rivolgersi a Sace, per realizza-re un progetto di internazio-nalizzazione, per proteggere i propri crediti, per assicurarsi gli incassi di vendite a credi-to all’estero. Il progetto «pmi No-stop» prevede sei prodotti specifi ci, che si sostanziano in: garanzie fi nanziarie a fronte di fi nanziamenti per investimenti e capitale circolante, assicura-zione rischi per mancato paga-mento del credito, operazioni di factoring e garanzie su appalti

in Italia e all’estero. Vediamo nel dettaglio i prodotti offerti da Sace.

Export No-stop: incassi sicuri. Il primo prodotto de-nominato «Export no stop» ha lo scopo di assicurare gli in-cassi nel caso in cui l’impresa vende a credito all’estero. In questo modo l’impresa ha cer-tezza dell’incasso del credito, con conseguente stabilità dei fl ussi di cassa e più liquidità, in quanto la voltura di poliz-za permette lo smobilizzo del credito attraverso lo sconto pro soluto degli effetti cambiari.

L’impresa può ottenere un rimborso fi no a 8,5 anni, con la possibilità di richiedere un’estensione fi no a dieci anni e benefi ciare di condizioni age-volate, quali sconto del 10% sul premio quotato, nessuna spesa di istruttoria e avere tre pareri preliminari gratuiti.

Investimenti No-stop: assicurazione sul capitale

investito all’estero. Il se-condo prodotto «Investimenti no-stop» è rivolto alle imprese italiane (o collegate o control-late estere) che costituiscono o partecipano al capitale di socie-tà estere e/o effettuano presti-ti alle loro partecipate estere. Il prodotto assicura il rischio di perdite parziali o totali di capitale investito all’estero, anche a causa della defi nitiva impossibilità della prosecu-zione dell’attività, di asset, di somme (es. dividendi, profi tti ecc.) spettanti all’investitore nazionale quando tali perdite siano causate da rischi politici. La durata della polizza è fi no a 15 anni.

La pmi può accedere alla po-lizza assicurativa con il 50% di sconto sui premi quotati per i primi due anni, senza spese di istruttoria e con pareri preli-minari gratuiti.

Easy funding No-stop: rilascio di garanzie per ot-

tenere finanziamenti con più facilità. Questo prodotto fi nanziario si suddivide in due sottoprodotti specifi ci. La pri-ma garanzia viene rilasciata a fronte di fi nanziamenti per l’in-ternazionalizzazione e si rivolge alle pmi attive in paesi esteri con investimenti diretti (joint venture, fusioni e acquisizioni, partnership) o indiretti, oppure interessate a investimenti in ricerca e sviluppo, spese per il rinnovo e potenziamento degli impianti e dei macchinari, per la tutela di marchi e brevetti, per la partecipazione a fi ere inter-nazionali, spese promozionali e per l’approntamento di forniture destinate all’esportazione o per l’esecuzione di lavori all’estero. I fi nanziamenti possono avere una durata ricompresa tra tre e sette anni. La garanzia per il capitale circolante e i fi nanzia-menti a breve termine invece garantisce sia i fi nanziamenti concessi all’azienda dal sistema

bancario per l’approntamento di forniture destinate all’espor-tazione o l’esecuzione di lavori all’estero, per spese promozio-nali, per ricerca e sviluppo, per la tutela di marchi e brevetti e per la partecipazione a fi ere, sia le anticipazioni su crediti commerciali export o contratti export. La durata dei fi nanzia-menti garantiti può essere di 6,12,18 mesi.

Gli ultimi tre prodotti dell’ini-ziativa lanciata da Sace sono: «Fatturato No-stop», che permet-te di assicurare l’intero fattura-to dilazionato, o i suoi segmenti omogenei, svolto con acquirenti sia italiani che esteri, «Cauzioni No-stop» che prevede il rilascio di garanzie a fronte di appalti in Italia e all’estero e infi ne «Fac-toring No-stop», un prodotto che consente di regolarizzare e age-volare il sistema dei pagamenti tra la pubblica amministrazione e le imprese fornitrici.

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Imposte indirette

IVA

Regime Iva per cassa applicabile a partire dal prossimo dicembre. Disposizioni attuative. (Decreto del ministero dell’economia e delle finanze dell’11 ottobre 2012)

IMPOSTA DI REGISTRO

Cessione dei crediti vantati nei confronti del gestore dei servizi energetici a garanzia del pagamento dei canoni di leasing. Si applica l’imposta di registro con aliquota del-lo 0,5%. (Risoluzione 95/e dell’Agenzia delle entrate del 17 ottobre 2012)

IVA

Trattamenti di massofisiote-rapia. L’esenzione iva dipende dalla qualifica professionale dell’operatore. (Risoluzione

96/e dell’Agenzia delle entrate del 17 ottobre 2012)

Altre notizie di rilevante interesse

PARTITE IVA

Nuovo serviz io onl ine dell’agenzia delle entrate. Verifica dell’esistenza e della correttezza di tutte le partite iva nazionali. (Comunicato stampa dell’Agenzia delle entrate del 16 ottobre 2012)

FISCO FLASH

Lunedì 22 Otto

reri preliminari gratuiti, azzerate le spese di ist

I N F O . M O N D O

Il i scol ashin versione integrale è disponibile sul sitowww.italiaoggi.it/docio7

A cura dello StudioF. Ghiglione e A. Ghio

L’OFFERTA PER AFFRONTARE LA CRISI

PRODOTTO BENEFICIARI VANTAGGI

EXPORT NO STOP Garanzie sulle esportazio-ni singole contro il rischio di mancato pagamento del credito

Imprese italiane ( o collegate/controllate estere) che vendo-no a credito all’estero

Certezza dell’incasso del credito,

Più liquidità, in quanto la voltura di polizza permette lo smobilizzo del credito at-traverso lo sconto pro soluto degli effetti cambiari

EASY FUNDING NO STOPGaranzie per ottenere i nan-ziamenti per investimenti e capitale circolante

Imprese presenti all’estero o che esportano all’estero

Accesso a finanziamenti a m/l termine senza presta-zioni di garanzie reali

Diversii cazione delle fonti di i nanziamento lasciando inal-terate, per la parte garantita, le linee di i do complessiva-mente disponibili presso il sistema bancario

INVEST IMENTI NO STOPPolizza assicurativa sul capi-tale investito all’estero

Imprese che costituiscono o partecipano al capitale di società estere e/o che effet-tuano prestiti alle loro parte-cipate estere

Consolidamento e amplia- mento del business in mer-cati ad alto potenziale, eli-minando le componenti di rischio di natura politica dal rischio complessivo dell’in-vestimento

Migliori termini e condizioni dei finanziamenti concessi alle partecipate estere grazie alla cessione dei diritti di po-lizza alla banca i nanziatrice

CAUZIONI NO STOPGaranzie su appalti in Italia e all’estero

Imprese che partecipano a gare d’appalto

Ottimizzazione della gestione i -nanziaria

FATTURATO NO STOPAssicurazione di tutti i crediti dal rischio di mancato paga-mento per eventi di natura commerciale e politica

Imprese che vogliono assicu-rare l’intero fatturato dilazio-nato, o suoi segmenti omo-genei, svolto con acquirenti italiani ed esteri

Protezione del fatturato

FACTORING NO STOP Imprese fornitrici delle pub-bliche amministrazioni

Certezza dei tempi di incasso

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22 Lunedì 22 Ottobre 2012 S P E N D E R E M E G L I O

Una panoramica delle offerte per i lavoratori autonomi contro i rischi di infortuni o malattie

La polizza sanitaria è modularePrendono piede formule personalizzate per professionisti

Pagina a cura DI SIBILLA DI PALMA

Tutelarsi da un infortunio o da una malattia che potrebbero pregiudicare lo svolgimento della pro-

pria attività lavorativa. Sono sempre più numerosi i lavora-tori autonomi che scelgono di ricorrere alle polizze sanitarie per mettere al riparo il proprio reddito da eventi imprevisti. A differenza dei lavoratori di-pendenti, infatti, i liberi profes-sionisti devono provvedere in prima persona a tutelarsi dai rischi di inabilità temporanea al lavoro. Vediamo le possibilità offerte dalle compagnie di assi-curazione e i criteri da seguire per una scelta consapevole.

Le tipologie di assicura-zioni sulla salute. Esistono tre tipi di polizza sanitaria che danno la possibilità di usufru-ire di determinati vantaggi in cambio del pagamento di un premio annuale. La prima è a indennità giornaliera e preve-de una somma di denaro per ogni giorno di convalescenza o degenza, a prescindere dall’am-montare delle spese mediche sostenute, permettendo di in-tegrare il reddito che viene a mancare per l’impossibilità di lavorare. Una seconda tipologia è quella a copertura completa con un rimborso per tutti i costi sostenuti, ma sempre non oltre i limiti stabiliti dal massimale; infi ne, è possibile stipulare una copertura assicurativa per gli interventi chirurgici che preve-de il rimborso soltanto in caso di operazioni costose e ricovero.

Come scegliere la polizza. Per orientarsi nella scelta del-la polizza più adatta al proprio caso occorre in primo luogo con-frontare i massimali e i premi stabiliti dalle diverse compa-gnie assicuratrici. In partico-lare, il massimale è la somma più alta che l’assicurazione può risarcire: se il massimale cresce aumenta anche il costo annuale della polizza. Il premio consiste, invece, nella cifra che l’assicura-to deve sborsare ogni anno per pagare la polizza. Si tratta di un costo variabile che dipende sia dalla compagnia di assicura-zione che dal valore della poliz-za stipulata. Anche le modalità di rimborso differiscono in base alla compagnia assicuratrice e in base alla presenza o meno di una convenzione con una deter-minata struttura ospedaliera. In caso affermativo, l’assicurato non deve sostenere alcun costo, né versare alcun anticipo, poi-ché paga direttamente l’assicu-razione. Nel caso non esista una convenzione, invece, l’assicura-to può decidere di farsi curare presso qualsiasi struttura a sua scelta, anticipando però i costi sostenuti. In seguito l’assicura-zione provvederà a rimborsare le spese. In genere, quasi tutte

le polizze sono modulari, ossia permettono di essere persona-lizzate, integrando più tipologie tra di loro. Prima di effettuare la scelta è bene comunque se-guire alcuni passaggi: compren-dere le proprie esigenze; consi-derare più offerte disponibili, analizzando i pro e i contro di ciascuna; valutare i preventivi tenendo conto di tutti gli aspetti e non solo del premio; se si di-spone di un certo capitale, op-tare per una polizza sanitaria il più possibile personalizzata.

Le proposte delle compa-gnie assicurative. Le oppor-tunità offerte dalle compagnie

assicurative sono nume-rose e varie: in prima fi la Generali con «Detto Fatto As-sicurazione Salute», soluzione che propone due diversi mo-duli di protezione, malattie e infortuni. La prima garantisce un indennizzo per ogni tipo di intervento chirurgico, dal taglio cesareo al trapianto di cuore, purché effettuato in regime di ricovero o day hospital. In que-sto caso gli interventi sono stati divisi in sette classi che preve-dono ciascuna un importo da liquidare. La seconda sezione, invece, relativa agli infortuni,

è attiva 24 ore su 24 sia per i rischi professionali che extra-professionali e garantisce un in-dennizzo per alcune tipologie di lesioni (fratture ossee, ustioni e lussazioni) defi nite contrattual-mente. Si chiama, invece, «For-tuna» la soluzione assicurativa pensata da Zurich per offrire tutela dalle conseguenze anche gravi che possono insorgere in seguito a un infortunio, come la mancata percezione del reddito, spese di cure o trattamenti di ri-abilitazione onerosi. La polizza

permette di estendere la coper-tura all’intera giornata oppure di circoscrivere l’assicurazione alle sole attività extraprofessio-nali. Axa propone, invece, Prote-zione Salute, un’assicurazione sanitaria modulabile e persona-lizzabile che offre tre formule: «Assicurazione sanitaria com-pleta. La protezione globale» che consiste in una copertura integrale di eventi lievi e gra-vi con il rimborso a massimale illimitato delle spese mediche relative al ricovero in cliniche private italiane o estere e delle spese extra ricovero; «Assicura-zione sanitaria integrativa. Con il Sistema sanitario nazionale» pensata per chi vuole utilizzare le coperture del sistema sanita-rio pubblico integrate con una diaria da ricovero e il rimborso delle spese pre e post ricovero; «Assicurazione sanitaria spe-ciale. Gravi malattie e grandi interventi», una protezione d’emergenza che interviene rim-borsando i costi di grandi inter-venti chirurgici e delle terapie riabilitanti presso strutture ad alta specializzazione, con l’ero-gazione di una rendita vitalizia per l’assistenza permanente in caso di grave invalidità. Allianz propone, invece, «Blu Suite» che offre 12 garanzie a copertura di infortuni, malattie e ricoveri. Nei casi meno seri che causano un’interruzione forzata dell’at-tività professionale la formula prevede un indennizzo per tu-telare la continuità di reddito e coprire ogni eventuale spesa medica. Anche nel caso di grave invalidità una rendita vitalizia fi no a 3 mila euro al mese inter-viene a compensare la perdita dello stipendio. La polizza pre-vede, inoltre, 15 o 30 giorni di indennizzo garantito nel caso di ricovero. Carige propone invece «Niente Male», un’assicurazione che con premi da 98 a poco più di 400 euro offre una copertura in caso di invalidità permanente totale da infortunio o malattia, con possibilità di defi nire il pro-prio massimale tra 25 mila e 150 mila euro; inabilità temporanea totale da infortunio o malattia con diaria giornaliera a scelta tra 25 e 150 euro; rimborso spe-se mediche per interventi di alta chirurgia a seguito di malattia o infortunio. Per sottoscrivere la polizza è necessaria un’età compresa tra i 18 e i 70 anni. È stipulabile anche online, invece, Dottorcare, soluzione proposta da 24hAssistance che prevede tre tipi di copertura: completa, semplice, innovativa. La prima assicura una copertura delle spese mediche per intervento chirurgico o ambulatoriale, in-cluse le spese dentarie e oculi-stiche, con il rimborso del 100% del costo dei tickets. La soluzio-ne innovativa, invece, oltre al rimborso delle spese mediche, prevede un servizio di assisten-za sanitaria, anche domiciliare, in Italia e all’estero.

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Tra le polizze detraibili rientra anche l’assi-curazione per malattia. In particolare, i premi versati sono detraibili fi scalmente per la sola parte relativa alla garanzia per l’indennizzo di invalidità permanente superiore al 5%. La detraibilità dalle imposte è possibile nella misura del 19% dei premi versati, fi no a un massimo di 1.291,14 euro annui (compresi i familiari a carico), pari a un importo mas-simo di 245,32 euro all’anno. Non è invece detraibile dal reddito la parte di premio pa-gata alla compagnia per le prestazioni diver-se dal rischio di invalidità permanente, ma è ammessa la detrazione delle spese sanita-rie sostenute senza alcuna distinzione tra

quelle rimborsate dalla compagnia e quelle rimaste a carico dell’assicurato. Per questo, è sempre consigliabile conservare una copia delle ricevute inviate alla compagnia per il rimborso.

Paletti alla detraibilità

Le proposte delle compagnie assicurative

Compagnia Prodotto Caratteristiche

GeneraliDetto Fatto

Assicurazione Salute

Presenta due diversi moduli di protezione, malattie e infortuni

La prima garantisce un indennizzo per ogni tipo di intervento chirurgico, purché effettuato in regime di ricovero o day hospital

La seconda è attiva 24 ore su 24 sia per i rischi professionali che extraprofessionali e garantisce un indennizzo per alcune tipologie di lesioni (fratture os-see, ustioni e lussazioni) dei nite contrattualmente

Zurich Fortuna

Tutela dalle conseguenze anche gravi che possono insorgere in seguito a un infortunio

Permette di estendere la copertura all’intera giorna- ta oppure di circoscrivere l’assicurazione alle sole attività extraprofessionali

Axa Protezione

Salute

Assicurazione sanitaria modulabile e personalizza- bile che offre tre formule: Assicurazione sanitaria completa. La protezione globale; Assicurazione sa-nitaria integrativa. Con il Sistema sanitario nazionale; Assicurazione sanitaria speciale. Gravi malattie e grandi interventi

Allianz Blu SuiteOffre 12 garanzie a copertura di infortuni, malattie e ricoveri

Carige Niente Male

Premi da 98 a poco più di 400 euro

Copertura in caso di invalidità permanente totale da infortunio o malattia; inabilità temporanea totale da infortunio o malattia con diaria giornaliera; rimbor-so spese mediche per interventi di alta chirurgia a seguito di malattia o infortunio

24hAssistance Dottorcare

Stipulabile anche online

Prevede tre tipi di copertura: completa, semplice, innovativa

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23Lunedì 22 Ottobre 2012LunedìA F FA R I I N P I A Z Z A

Un vademecum per tutelare i risparmi dagli andamenti altalenanti di euro, yen e dollaro

Uno scudo alla guerra delle valutePrima buona regola è non rinunciare a un piano diversifi cato

Pagina a cura DI DUILIO LUI

Euro e yen forti, dollaro debole. Gli andamenti delle principali valu-te internazionali si

muovono in controtendenza rispetto allo stato di salu-te delle rispettive economie. Uno scenario che può trovare una sua spiegazione solo alla luce della battaglia in corso tra i governi e tra le banche centrali delle diverse aree con l’obiettivo di intercettare per primi la ripresa, anche a costo di destabilizzare gli equilibri internazionali. Fatto sta che con la guerra delle valute oc-correrà fare i conti a lungo, per cui è meglio attrezzarsi pre-disponendo le necessarie con-tromisure in difesa dei propri investimenti.

Chi vince e chi perde. La guerra delle valute si gioca da almeno tre anni, anche se ne-gli ultimi mesi ha toccato vette mai raggiunte in passato. La prima vittima è stato il franco svizzero, rivalutatosi rispetto alle altre valute fi no al punto di spingere la Banca centrale elvetica ad annunciare mas-sicci acquisti di titoli di sta-to dell’Eurozona a protezione del tetto massimo di cambio a 1,20. Ma la divisa svizzera non ha certo lo stesso peso dell’eu-ro, che viaggia intorno a quota 1,30 rispetto al dollaro, circa il 10% in più rispetto a un anno e mezzo fa, prima cioè che defl a-grasse la crisi del debito sovra-no europeo. «Colpa» soprattut-to della forza con cui ha agito in questa direzione la Federal Reserve: pressata dalla neces-sità di rilanciare l’occupazione dopo una lunga fase di stasi, la Banca centrale americana è intervenuta a più riprese con manovre di quantitative ea-sing (allentamento monetario) attraverso l’acquisto di titoli di stato americani. Un’opera-zione dettata dalla volontà di apportare liquidità nel siste-ma per rilanciare l’economia e, al contempo, di indebolire il dollaro (considerato che c’è una maggiore quantità in circolo) favorendo l’export dei prodotti statunitensi. Anche la Bce, dopo tante esitazioni, da qualche settimana ha av-viato una politica monetaria accomodante (annunciando la disponibilità di acquistare bond con scadenze da uno a tre anni dei paesi caratteriz-zati da spread elevati rispetto ai rendimenti delle emissioni tedesche), ma la lentezza della sua azione e la minor portata degli interventi ha fi nito con il mantenere su livelli elevati il cambio con il dollaro. Qualco-sa di simile la si sta vedendo anche nel cross yen-dollaro, che vede la valuta nipponica su livelli elevati rispetto alla media storica, nonostante la

Boj (Bank of Japan) abbia da poco annunciato la disponibili-tà ad acquistare titoli di stato del paese fi no all’equivalente

di 95 miliardi di euro.Nella stessa direzione si

sono mossi nelle ultime set-timane anche il Perù, che ha

annunciato una nuova stagio-ne di politica economica indi-rizzata a favorire una svaluta-zione del sol e la Turchia, che

ha tagliato i tassi di interesse. Non resta ferma nemmeno la Banca centrale cinese (Pboc), che ha aperto a nuovi tagli del tasso praticato alle imprese e alle famiglie nei prossimi mesi, ora che il tasso di infl a-zione non fa più paura.

I rischi globali. La partita in corso non è comunque esen-te da rischi. La sproporzione di forze tra gli stati Uniti e gli altri paesi sta creando parec-chie tensioni a livello politico, con possibili ricadute sulle relazioni internazionali. In particolare, a puntare l’indice contro la Fed sono i governi dei mercati emergenti, che a più riprese nei consessi inter-nazionali hanno criticato le mosse americane.

Il rischio per tutti è che, an-dando avanti di questo pas-so, si favorisca una ripresa dell’infl azione a livello globa-le, che penalizzerebbe il potere d’acquisto, determinando un innalzamento del costo delle materie prime (già in estate si è assistito a tensioni nei paesi più poveri colpiti dal boom dei prezzi dei prodotti agricoli). A quel punto non resterebbe che innestare la marcia indietro alzando precipitosamente i tassi di interesse, con il rischio però di affossare i primi spira-gli di ripresa dell’economia.

Come proteggere il por-

tafoglio. La statistica insegna che fare scommesse sull’anda-mento futuro dei cambi valu-tari è ad altissimo rischio: la possibilità di sbagliarsi, suben-do così un pesante passivo in portafoglio, è molto elevata.

Detto questo, un piano ben diversifi cato non può rinuncia-re a un’esposizione sulle valu-te. Gli investitori professionali si coprono dalle oscillazioni sui cambi operando direttamente sul Forex, il mercato delle va-lute, nonché la piattaforma fi -nanziaria che muove le somme maggiori al mondo.

Tuttavia, la complessità di questo mercato e i livelli ele-vati dei pacchetti medi scam-biati rendono l’accesso parti-colarmente complicato per i piccoli risparmiatori. Chi cre-de nelle potenzialità di riva-lutazione del dollaro può, per esempio, acquistare i titoli di Wall Street (quasi tutti i bro-ker consentono di effettuare compravendite di titoli statu-nitensi, ma è bene informarsi preventivamente sui costi pre-visti). Così come è possibile ac-quisire obbligazioni in valuta diversa dall’euro, come i Trea-sury americani o i Gilt britan-nici. Infi ne, la terza possibilità consiste nell’affi darsi a fondi comuni ed Etf in valuta, che prevedono il rischio cambio, ma con l’ombrello protettivo costituito dalla diversifi cazio-ne dei sottostanti.

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L’intervento della Banca centrale europea per assicu-rare uno scudo protettivo ai titoli di stato dei paesi pe-riferici e la convergenza di posizioni tra i governi nazio-nali dell’Ue vengono spesso indicate nelle ultime setti-mane come le ragioni princi-pali alla base del calo delle tensioni nell’Eurozona. Da questo coro dominante si differenzia Jim Leaviss, ge-store di M&G global macro bond e capo del team Retail fi xed income della casa in-glese, che in un recente re-port ha messo in guardia dai rischi di investimento sui mercati obbligazionari glo-bali, considerato che la crisi dell’Eurozona continua a causare gravi incertezze tra gli investitori. «Credo che le decisioni prese fi -nora dai policymaker europei per risolvere i problemi di debito del continente non sia-no abbastanza lungimiranti e falliscano nel rivolgersi al problema principale, gli enor-mi squilibri e le differenze competitive tra Nord e Sud dell’Europa», spiega. «Finché i paesi membri dell’Eurozona non riusciran-no a mettersi d’accordo su una maggiore integrazione fi scale e su azioni coordinate per ridare slancio alla crescita economica in Europa, la crisi sarà duratura, e l’area a moneta unica non potrà sopravvivere nella sua forma attuale.

Questa crisi che si sta trascinando da più di due anni ormai, sta seriamente danneg-giando l’economia europea e sta facendo pressione sui paesi al di là di questi confi -ni». Riserve che spiegano perché l’esposi-zione ai titoli di stato del fondo si sia or-mai ridotta al 21%. Per Leaviss, «le banche centrali manterranno i tassi di interesse bassi per molti anni, per cercare di preve-nire una lunga recessione e possibilmente intraprendere altre politiche di stimolo che equivalgono alla stampa di moneta; questo perché sono più concentrate a combattere la disoccupazione che a preoccuparsi del-

le possibili pressioni infl azionistiche. Di conseguenza, credo che l’infl azione possa aumentare e, conseguentemente, il porta-foglio ha anche una presenza quantifi cabile, il 18%, di obbligazioni governative e corpo-rate indicizzate».

Al contrario, il gestore esprime un giu-dizio positivo sulle obbligazioni corporate investment grade (alto livello di affi dabilità e bassi rendimenti) e high yield (l’opposto). «Ritengo che alcuni bond sotto il livello di investment grade offrano interessanti op-portunità di investimento», è il suo pen-siero. «Gli spread sulle obbligazioni high yield continuano a scontare un alto livello di default, ma non rifl ettono veramente i bilanci relativamente buoni di molte di que-ste attività classifi cate come high yield, e che offrono un valore interessante».

Prudenza, invece, sulle obbligazioni dei mercati emergenti per le preoccupazioni del gestore in merito ai defl ussi di capitali dalle nazioni sviluppate, così come per la vulnerabilità di queste economie rispetto a un rallentamento dei paesi industrializ-zati. Un’eccezione per Leaviss è il debito governativo messicano che offre rendimenti allettanti coniugati ai solidi fondamentali del Paese.

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M&G: scelte europee a rischio

Il cambio euro-dollaro negli ultimi due anni

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24 Lunedì 22 Ottobre 2012 C O N TA B I L I TÀ

Le Entrate sul regime i scale privilegiato. L’operazione dev’essere economicamente conveniente

Deducibilità dei costi black list,conta la credibilità commerciale

Pagine a cura DI FRANCO CORNAGGIA

E NORBERTO VILLA

L’Agenzia delle entrate si concentra sui costi black list e offre una serie di risposte non

sempre condivisibili. Nella circolare 35/E del 20 settem-bre 2012 la prassi ha fornito indicazioni relative a ipotesi ben delimitate concernenti la deducibilità dei cosidetti costi black list.

Punto di partenza rimane l’articolo 110, comma 10, del Tuir il quale prevede che «non sono ammessi in deduzione le spese e gli altri componenti ne-gativi derivanti da operazioni intercorse con imprese residen-ti ovvero localizzate in stati o territori diversi da quelli indivi-duati nella lista di cui al decreto ministeriale emanato ai sensi dell’art. 168-bis. Tale deduzione è ammessa per le operazioni in-tercorse con imprese residenti o localizzate in stati dell’Unione europea e dello spazio economi-co europeo inclusi nella lista di cui al citato decreto». Inoltre ai sensi del comma 12-bis del cita-to articolo 110 «le disposizioni dei commi 10 e 11 si applicano anche alle prestazioni di servizi rese dai professionisti domici-liati in stati o territori diversi da quelli individuati nella lista di cui al decreto ministeriale emanato ai sensi dell’art. 168-bis. Tale disposizione non si ap-plica ai professionisti».

Con riguardo agli stati e ter-ritori interessati è ancora rile-vante la black list contenuta nel decreto ministeriale 23 gennaio 2002 che contempla una serie di stati o territori esteri «in ra-gione del livello di tassazione sensibilmente inferiore a quello applicato in Italia, ovvero del-la mancanza di un adeguato scambio di informazioni, ovvero di altri criteri equivalenti».

Le regole possono essere disapplicate nel caso in cui l’impresa residente fornisca la prova che «le imprese este-re svolgono prevalentemente un’attività commerciale effet-tiva (c.d. prima esimente, ndr), ovvero che le operazioni poste in essere rispondono ad un ef-fettivo interesse economico (c.d. seconda esimente, ndr) e che le stesse hanno avuto concreta esecuzione» (cfr. articolo 110, comma 11, del Tuir).

Importante segnalare che la dimostrazione di tale esimente può essere fornita dal contri-buente in sede di controllo, op-pure in via preventiva mediante apposita istanza di interpello.

I soggetti interessati sono co-loro che esercitano nel territorio dello stato un’attività d’impre-sa con ciò intendendosi anche le imprese individuali e le branch di società estere e medesima conclusione è stata individua-

ta anche con riguardo al riferi-mento alle imprese estere resi-denti o localizzate in stati black list: la disciplina infatti trova applicazione anche con riguar-do alle operazioni intervenute tra un soggetto residente eser-cente attività d’impresa e una stabile organizzazione black list di un’impresa residente in un paese a fi scalità ordinaria (così come di un’impresa na-zionale).

Dopo queste nozioni di ca-rattere generale e soggettivo è bene sottolineare come la circolare 51/e del 2010 riferen-dosi alla locuzione «le spese e gli altri componenti negativi (…)» ha affermato che tale ri-ferimento «consente di esten-dere l’ambito applicativo della stessa a qualunque componen-te negativo di reddito derivan-te da transazioni commerciali poste in essere con fornitori black list» aggiungendo anche che sono «In tale ottica sono da considerare, ad esempio, indeducibili gli ammortamen-ti, le svalutazioni, le perdite, le minusvalenze e ogni altro componente negativo derivan-te da operazioni intercorse con soggetti black list. Questi, in-fatti, sono componenti negati-vi che derivano in ogni caso da un’operazione intercorsa con un soggetto black list e che, anche se in periodi d’imposta successivi rispetto a quello in cui la transazione è stata effet-tuata, comportano una dimi-nuzione del reddito imponibile dell’impresa italiana». Già tale affermazione (molto ampia) merita una considerazione che risulterà utile andando a con-siderare le ultime prese di po-sizioni della prassi. Infatti pur legandosi al testo normativo e con ciò individuando un ambito oggettivo molto ampio, la prassi non ha potuto dimenticare come la transazione deve essere po-sta in essere con fornitori black list essendo questo un punto de-cisivo e chiaro contenuto nella norma di riferimento.

Le regole possono essere di-sapplicate nel caso di esimenti (è suffi ciente una delle due) ciò in quanto la stessa rappresen-ta una presunzione relativa in base alla quale le transazioni in esame si considerano ab origine viziate da un potenziale intento elusivo e come tali sono da con-siderarsi, fi no a prova contraria, irrilevanti ai fi ni fi scali.

Quindi pur sussistendo l’one-re dell’inversione della prova è concesso al contribuente la pos-sibilità di dedurre le spese e agli altri componenti negativi black list, a patto che dimostri la cre-dibilità commerciale e l’effettiva operatività del fornitore estero localizzato nel territorio a fi sca-lità privilegiata o, in alternativa, la «convenienza» economica del-le operazioni poste in essere.

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È suffi ciente una esimente per evitare l’applica-zione della regola. Il legislatore ha individuato due diverse ipotesi che permettono di superare la presunzione relativa che consentono di dimo-strare l’effettiva esecuzione delle operazioni da cui i medesimi costi traggono origine. La prima tra le due consiste nella prova del contenuto commerciale dell’attività svolta dal sogget-to estero. Qui vi è un aggancio con le regole in tema di Cfc in quanto la risposta positiva all’istanza di interpello avente come fi ne la di-sapplicazione della cfc rules è valida anche al fi ne di consentire la deducibilità dei componen-ti negativi derivanti da operazioni intercorse con il soggetto estero localizzato nel territorio a fi scalità privilegiata. Una presa di posizione contenuta nella circolare 51 del 2010 appare in realtà molto ampia. Nell’ambito di tale esimente si fa infatti riferimento «al mercato dello stato o territorio di insediamento» ma nel caso dei

costi black list «il radicamento previsto ai fi ni Cfc non costituisce un elemento dirimente ai fi ni della disapplicazione delle disposizioni in materia di deducibilità di costi black list, che, in linea di principio, va riconosciuta a seguito della dimostrazione dello svolgimento da parte del fornitore estero di un’effettiva attività commer-ciale mediante un’idonea struttura in loco. La sussistenza del radicamento, pur non essendo determinante ai fi ni del riconoscimento della disapplicazione della disciplina in commento, costituisce tuttavia un elemento senz’altro utile a dimostrare l’esimente stessa». È poi possibile verifi care la seconda esimente che consente di evitare l’applicazione della disciplina. Per far ciò occorre provare che le operazioni intercorse con il fornitore estero black listi rispondono ad un effettivo interesse economico e anche che, naturalmente, hanno avuto davvero ese-cuzione.

Basta una esimente per la disapplicazione

L’Agenzia fornisce un elenco di situazioni da cui far derivare che esiste un effettivo interes-se economico per l’operazione superando la presunzione dell’art. 100 che conduce all’inde-ducibilità. Come si è detto la seconda esimente scatta qualora si provi l’interesse economico a porre in essere l’attività. La valutazione deve essere fatta nel caso concreto e la circolare 51/E offre una serie di elementi e le circo-stanze che caratterizzano il caso concreto a cui è possibile dare rilevanza per giungere a provare l’interesse economico. Le stesse sono: il prezzo della transazione; la presenza di costi accessori, quali, ad esempio, quel-li di stoccaggio, magazzino; le modalità di attuazione dell’operazione; la possibilità di acquisire il medesimo prodotto presso altri fornitori; l’esistenza di vincoli organizzativi/commerciali/produttivi che inducono ad ef-fettuare la transazione con il fornitore black list o, comunque, che renderebbero eccessi-vamente onerosa la medesima transazione con altro fornitore.

Un punto è poi sottolineato ovvero quello concernente l’esistenza di vincoli contrat-tuali, organizzativi e simili. A tal fi ne non è infatti suffi ciente il «mero obbligo con-trattuale per il contribuente residente di avvalersi di un fornitore black list, ma tale elemento può divenire rilevante solo se esi-ste un «quid pluris da individuare nell’esi-stenza di oggettivi e signifi cativi vantaggi economici che verrebbero meno qualora si acquistasse da altro fornitore». Invece con riguardo al prezzo praticato dal fornitore una segnalazione della prassi è quella per cui la deducibilità dei costi in esame non possa essere disconosciuta sulla base della mera circostanza che il prezzo dei beni e servizi acquistati è superiore a quello mediamente praticato sul mercato: quindi il «prezzo ap-parentemente anomalo può essere giustifi -cato dalla valutazione delle altre condizioni che regolano la transazione e, quindi, non pregiudicare la sussistenza dell’effettivo in-teresse economico all’operazione».

Come provare l’interesse effettivo

Costi black list

Esimente 1 Prova del contenuto commerciale dell’attività svolta dal soggetto estero.

Note esimente 1

La deducibilità di costi black list è da riconoscere se si dimostra lo svolgimento da parte del fornitore estero di un’effettiva attività commer-ciale mediante un’idonea struttura in loco. Ma attenzione al concetto di radicamento come interpretato dall’Agenzia.

Esimente 2 Occorre provare l’interesse economico a porre in essere l’attività.

Note esimente 2

Elementi da considerare:il prezzo della transazione; • la presenza di costi accessori, quali, ad esempio, quelli di stoc-• caggio, magazzino; le modalità di attuazione dell’operazione (ad esempio, i tempi di • consegna); la possibilità di acquisire il medesimo prodotto presso altri for-• nitori; l’esistenza di vincoli organizzativi/commerciali/produttivi che in-• ducono ad effettuare la transazione con il fornitore black list o, comunque, che renderebbero eccessivamente onerosa la mede-sima transazione con altro fornitore.

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25Lunedì 22 Ottobre 2012Lunedì 22 OttoC O N TA B I L I TÀ

Per le Entrate i limiti non ci sonoI

ndeducibilità dei costi black list senza o con pochi limiti per l’Agenzia delle entrate. Ma la norma di legge fi ssa

alcuni paletti all’applicabilità della presunzione relativa che non paiono superabili da una mera interpretazione della normativa.

Nella circolare 35/E del 2012 sono state analizzate differen-ti posizioni sul punto.

La prima casistica analiz-zata è quella relativa alle minusvalenze realizzate per effetto del trasferimento di beni ammortizzabili acquistati da soggetti black list. Quindi la fattispecie non è quella in cui in forza della vendita di un bene ammortizzabili a un cliente black list si generi una minusvalenza ma bensì quel-la in cui dopo aver acquistato un bene da un soggetto black list lo si veda ad un italiano generando un minusvalenza. Il quesito posto chiedeva se tale minusvalenza fosse da segnalare anche nel caso in cui la cessione venga effettua-ta nei confronti di un sogget-to residente in un paese non black list, «sul presupposto che il componente negativo sia stato generato per effetto di un’operazione realizzativa che ha interessato un bene, la cui originaria operazione di acquisto è intercorsa con un soggetto residente in un paese o territorio black list».

Da qui le conseguenti do-mande ovvero se fosse neces-saria la separata indicazione del componente negativo nel modello di dichiarazione rela-tivo al periodo di imposta in cui lo stesso si realizza e se l’esistenza delle circostanze esimenti debba essere docu-mentata in relazione all’origi-naria operazione di acquisto intercorsa con il soggetto resi-

dente o localizzato in un Paese o territorio black list.

L’agenzia non ha avuto dubbi affermando che «il riferimen-to all’indeducibilità dei com-ponenti negativi collegati ad operazioni poste in essere con soggetti c.d. black list riguar-di sia gli elementi reddituali derivanti direttamente dalle transazioni (quale il costo di acquisto di beni e servizi) sia i componenti negativi, derivan-ti in modo «indiretto» da tali operazioni (quali, ad esempio, gli ammortamenti, le svaluta-zioni, le perdite, le minusva-lenze e ogni altro componente negativo derivante da opera-zioni intercorse con soggetti black list)» fosse sufficiente per giungere a rientrare an-che tale fattispecie rientran-te nell’ambito oggettivo della

norma (ma tale operazione non è un’operazione black list!). Come conseguenza di questa tesi alquanto rigida (e forse non in linea con al nor-ma) la circolare richiede an-che la separata indicazione in dichiarazione del componente negativo e che la verifi ca del-la sussistenza delle esimenti deve essere fatta con riguardo «all’originaria operazione di ac-quisto intercorsa con il soggetto black list».

Un secondo quesito riguarda-va il dubbio circa la rilevanza ai fi ni dell’art. 110 delle perdite su crediti vantati verso soggetti localizzati in «paradisi fi scali». Anche sul punto la risposta è andata forse al di là degli in-tendimenti del legislatore. La circolare infatti ha prima che l’indeducibilità prevista nell’ar-

ticolo 110, comma 10, del Tuir si estende a tutte le componen-ti di reddito negative derivanti

da operazioni, sia attive che passive, intercorse con sogget-ti black list per poi giungere a sostenere che «le perdite su crediti vantati verso soggetti localizzati in “paradisi fi scali” non sono ammesse in deduzio-ne quali componenti negativi di reddito ai sensi dell’articolo 110, comma 10, del Tuir». Anche questa affermazione pare diffi -cile da accettare anche se poi l’agenzia continua affermando che nel caso in cui l’impresa re-sidente, interessata alla dedu-zione di dette perdite, «dimostri che il debitore (impresa estera) svolge prevalentemente un’at-tività commerciale effettiva, ovvero che l’operazione da cui derivava il credito, successiva-mente trasformatasi in perdita, risponde a un effettivo interes-se economico e che la stessa ha avuto concreta esecuzione» allora il problema è superato. Nella sostanza le esimenti se-condo l’agenzia delle entrate consentono di superare l’inde-ducibilità di tale componente negativo che in realtà non pare però aver niente a che fare con l’art. 110, comma 10.

Anche i costi delle transazioni fi nanziarie non sfuggono alla rigida re-gola dell’art. 110, comma 10. Una ulteriore domanda che è stata posta ai tecnici dell’agenzia riguardava i componenti negativi di carattere fi nanziario. Si chiedeva se il riferimento ai componenti negativi derivanti da «tran-sazioni commerciali» potesse ritenersi suffi ciente per escludere tutti quei componenti negativi (interessi e oneri fi nanziari assimilati) de-rivanti da transazioni aventi causa fi nanziaria. Anche considerando che in tal caso già l’art. 96 comma 3 del Tuir detta per tali fattispecie delle regole ad hoc. Purtroppo anche in questo caos la risposta della circolare 35/E non è stata favorevole L’Agenzia ha ritenuto infatti che anche gli interessi e gli oneri fi nanziari derivanti da transazioni d carattere fi nanziario rientrano nell’ambito di applicazione dell’art. 110, comma 10.Specifi catamente si è sostenuto che rientrano «nel campo di applicazio-ne dell’articolo 110, comma 10, del Tuir non solo i componenti negativi derivanti da «transazioni commerciali», come peraltro chiarito al par. 9.2, della circolare n. 51/E del 2010, ma anche i componenti negativi, quali interessi ed oneri fi nanziari assimilati, derivanti da transazioni aventi causa fi nanziaria».Poco vale a nostro avviso che anche questa volta l’agenzia abbia la-sciato aperta la strada delle esimenti. Infatti anche con riguardo a tale caso la circolare dopo aver dettato una linea rigida nella sua interpretazione sostanziale della norma ha poi chiarito che «in ogni caso, nell’ipotesi in cui sia stata dimostrata l’esistenza di una delle due esimenti previste dall’articolo 110, comma 11, del Tuir, gli interessi ed oneri fi nanziari derivanti da transazioni aventi causa fi nanziaria saranno deducibili secondo le regole che il legislatore fi scale riserva a tale tipologia di costi».

Regole ferree ancheper le transazioni fi nanziarie

Non è suffi ciente un interpello positivo per evitare l’indicazione sepa-rata nel modello unico dei costi black list. Un’altra presa di posizione dell’Agenzia riguarda questo caso ed è ancora contenuta nella circolare 35/E del 2010. La domanda che è stata posta all’agenzia era se in presenza di risposta positiva a istanza di interpello, avente per oggetto la preven-tiva documentazione delle circostanze esimenti ex articolo 110 del Tuir, era possibile ritenere priva di efficacia la norma che obbliga alla separata indicazione nella dichiarazione dei redditi dei componenti negativi con la società oggetto dell’istanza di interpello. Ciò in quanto pareva venuta meno la finalità di segnalazione da cui tale norma discende.Ma secondo l’Agenzia l’art. 110 deve leggersi in modo rigido: il comma 11 prevede che «le spese e gli altri componenti negativi deducibili ai sensi del primo periodo sono separatamente indicati nella dichiarazione dei redditi» e non porta ad alcuna separazione tra quelli oggetto o non oggetto di interpello anche se positivo.Da ciò secondo l’agenzia «anche in presenza di un parere positivo di disapplicazione della disciplina antielusiva, il contribuente residente continua ad essere soggetto all’obbligo di separata indicazione in di-chiarazione. Ciò al fine di consentire all’Amministrazione finanziaria la verifica delle corrette informazioni fornite nell’istanza di interpello, nonché l’avvenuta esecuzione dell’operazione stessa». Ci si chiede cosa centri l’esame dell’interpello con gli obblighi dichiara-tivi che intervengono (almeno nel caso per cui è stato posto il quesito in un momento successivo.L’unico dato positivo è che in sede di risposta l’Agenzia delle entrate ribadisce (e conferma) ciò che è stato sostenuto con la circolare n. 46 del 2009 che ha precisato che l’esposizione in dichiarazione dei costi da Paesi «black list», pur cessando di costituire una condizione per la deducibilità dei costi medesimi, conserva comunque natura obbligatoria.

Indicazione separata, per evitarla non basta un interpello positivo

I quattro casi risolti dall’agenzia

Caso 1 Minusvalenze realizzate per effetto del trasferimento di beni ammortizzabili ac-quistati da soggetti black list.Risposta: sono costi black list. Si applica l’art. 110, comma 10

Caso 2

Rilevanza delle perdite su crediti vantati verso soggetti localizzati in «paradisi i scali». Risposta: anche sul punto la risposta è andata forse al di là degli intendimenti del legislatore. La circolare infatti ha prima che l’indeducibilità prevista nell’articolo 110, comma 10, del Tuir si estende a tutte le componenti di reddito negative derivanti da operazioni, sia attive che passive,intercorse con soggetti black list per poi giungere a sostenere che «le perdite su crediti»

Caso 3

Costi delle transazioni i nanziarieRisposta: l’Agenzia ha ritenuto infatti che anche gli interessi e gli oneri i nanziari derivanti da transazioni d carattere i nanziario rientrano nell’ambito di applica-zione dell’art. 110, comma 10

Caso 4

Interpello positivo e indicazione separata nel modello unico dei costi black list.Risposta: anche in presenza di un parere positivo di disapplicazione della disci-plina antielusiva, il contribuente residente continua ad essere soggetto all’obbligo di separata indicazione in dichiarazione.

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PROSPETTO DEI VALORI CORRENTI DELLE POLIZZE INDEX LINKED DATA ULTIMA QUOTAZIONE AL 1 OTTOBRE 2012

PRODOTTO INDEX VALORE AL EMITTENTE TITOLO MOODY EMITTENTE OPZIONE MOODY 01/10/2012 OBBLIGAZIONARIO S&P | FITCH S&P | FITCH

CRESCITA SICURA SERIE I 2007 101,060 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | A

CRESCITA SICURA SERIE II 2007 98,330 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A3 | A | A COMMERZBANK AG A3 | A | A+

Crescita Sicura Serie III 2007 97,280 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE Baa1 | - | A ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | A

Crescita Sicura Serie IV 2007 97,501 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A3 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Baa2 | A- | BBB+

CRESCITA SICURA SERIE IX 2006 100,390 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | A

CRESCITA SICURA SERIE X 2006 99,800 BNP PARIBAS A2 | AA- | A+

CRESCITA SICURA SERIE XI 2006 99,650 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | A

EUROSTOXX 4% PIU’ SERIE XIV OTTOBRE 2006 100,390 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | A

EUROSTOXX 4% PIU’ SERIE XV NOVEMBRE 2006 99,800 BNP PARIBAS A2 | AA- | A+

EUROSTOXX 4% PIU’ SERIE XVI DICEMBRE 2006 99,650 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | A

EUROSTOXX 4% SERIE I GENNAIO 2007 101,060 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | A

EUROSTOXX 4,20% SERIE III FEBBRAIO 2007 98,330 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A3 | A | A COMMERZBANK AG A3 | A | A+

Global Alternative Energy & Water Serie XIII Settembre 2007 93,810 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE Baa1 | - | A CREDIT SUISSE INTERNATIONAL A1 | A+ | A

INDEX “DJ EUROSTOXX 50” BSG 2006/2012 SERIE XII 100,390 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | A

INDEX “DJ EUROSTOXX 50” BSG 2006/2012 SERIE XIII 99,800 BNP PARIBAS A2 | AA- | A+

INDEX “DJ EUROSTOXX 50” BSG 2006/2012 SERIE XIV 99,650 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | A

INDEX “DJ EUROSTOXX 6Y” BSG 2007/2013 SERIE V 98,330 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A3 | A | A COMMERZBANK AG A3 | A | A+

INDEX “EUROSTOXX50 - SWING 6Y” BSG-2007/2013 SERIE II 101,060 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | A

Index “DJ Eurostoxx 6Y” BSG 2007/2013 Serie VI 97,280 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE Baa1 | - | A ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | A

Index “DJ Eurostoxx 6Y” BSG 2007/2013 Serie VII 97,501 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A3 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Baa2 | A- | BBB+

Lombarda vita 6&6 101,170 MEDIOBANCA S.p.A. - | BBB+ | - COMMERZBANK AG A3 | A | A+

Lombarda vita 6&6 New 102,080 MORGAN STANLEY Baa1 | A- | A ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | A

Lombarda Vita Best of Euro-USA 2008-2014 107,830 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | A SOCIETÉ GENERALE A2 | A | A+

Lombarda Vita BRIC 40 “5 + 5” 100,490 NIBC Bank NV - | (1) | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL A1 | A+ | A

LOMBARDA VITA BRIC 40 “5,10 + 5,10” 98,650 MEDIOBANCA S.p.A. - | BBB+ | - BNP PARIBAS A2 | AA- | A+

Lombarda Vita Classic Markets 101,138 CREDIT SUISSE INTERNATIONAL A1 | A+ | A

Lombarda Vita Classic Markets New 100,390 MEDIOBANCA S.p.A. - | BBB+ | - BANCO BILBAO SA Baa3 | BBB+ | BBB+

Lombarda Vita Euro Sector 100,820 MEDIOBANCA S.p.A. - | BBB+ | - FORTIS BANK SA A2 | AA- | A

Lombarda Vita Euro Sector New 98,260 BANCA IMI S.p.A. A3 | BBB+ | A- BNP PARIBAS A2 | AA- | A+

Swing DJ Eurostoxx50 Serie II 2007 101,060 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | A

Swing DJ Eurostoxx50 Serie V 2007 98,330 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A3 | A | A COMMERZBANK AG A3 | A | A+

Swing DJ Eurostoxx50 Serie VI 2007 97,280 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE Baa1 | - | A ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | A

Swing DJ Eurostoxx50 Serie X 2007 97,501 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A3 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Baa2 | A- | BBB+

SWING DJ EUROSTOXX50 SERIE XVIII 2006 100,390 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | A

Swing DJ Eurostoxx50 Serie XX 2006 99,800 BNP PARIBAS A2 | AA- | A+

Swing DJ Eurostoxx50 Serie XXII 2006 99,650 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | A

Tortona Borse Piu’ Index Serie LVI 2006 100,390 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | A

Tortona Borse Piu’ Index Serie LVIi 2006 99,800 BNP PARIBAS A2 | AA- | A+

(1) La Compagnia assume integralmente il rischio di controparte

* Rating della Società Incorporante Banco Popolare Scarl

** Rating della Società Incorporante Madre Unicredit S.p.A.

Adesso Index Aprile ‘07 98,420 MERRILL LYNCH & CO. INC. Baa2 | A- | A BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | BBB- | BBB

Adesso Index Febbraio ‘07 99,839 B.CA POPOLARE DI VERONA NOVARA Scarl Baa3 | BBB- | BBB * BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | BBB- | BBB

Creberg altiplano marzo 07 99,821 CREDITO BERGAMASCO S.p.A. - | BBB- | BBB BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | BBB- | BBB

Creberg Altiplano Aprile ‘07 97,310 BANCA ITALEASE S.p.A. Ba1 | - | BBB BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | BBB- | BBB

Creberg Polar Aprile ‘07 97,160 BANCA ITALEASE S.p.A. Ba1 | - | BBB BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | BBB- | BBB

Derby Index Linked Dicembre 2006 98,990 BANCA ITALEASE S.p.A. Ba1 | - | BBB UNICREDIT S.p.A. Baa2 | BBB+ | A- **

Derby Index Linked Ottobre 2006 99,780 BANCA POPOLARE DI BARI Scrl - | (1) | - BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | BBB- | BBB

Index Scatto piu’ Persona Life 99,950 SOCIETÉ GENERALE A2 | A | A+

Index Up 1-2008 94,970 MORGAN STANLEY Baa1 | A- | A SOCIETÉ GENERALE A2 | A | A+

Scelgo Index 13 99,938 CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA S.p.A. Ba3 | - | - BARCLAYS BANK PLC A2 | A+ | A

Scelgo Index 14 99,771 CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA S.p.A. Ba3 | - | - JP MORGAN CHASE BANK A2 | A | A+

Carismi Più Certezza 10 100,491 C. DI RISP. DI SAN MINIATO S.p.A. - | (1) | - SOCIETÉ GENERALE A2 | A | A+

Carismi Più Certezza 11 105,430 BANCA IMI S.p.A. A3 | BBB+ | A- BANCO BILBAO SA Baa3 | BBB+ | BBB+

Carismi Più Certezza 3 99,941 C. DI RISP. DI SAN MINIATO S.p.A. - | (1) | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL A1 | A+ | A

CARISMI Più Certezza 8 95,340 UNICREDIT S.p.A. Baa2 | BBB+ | A- ** SOCIETÉ GENERALE A2 | A | A+

Carismi Più Certezza 9 94,530 MEDIOBANCA S.p.A. - | BBB+ | - SOCIETÉ GENERALE A2 | A | A+

PRODOTTO INDEX VALORE AL EMITTENTE TITOLO MOODY EMITTENTE OPZIONE MOODY 01/10/2012 OBBLIGAZIONARIO S&P | FITCH S&P | FITCH

PRODOTTO INDEX VALORE AL EMITTENTE TITOLO MOODY EMITTENTE OPZIONE MOODY 01/10/2012 OBBLIGAZIONARIO S&P | FITCH S&P | FITCH

Index Linked Bull Dividend 98,910 BARCLAYS BANK PLC A2 | A+ | A SOCIETÉ GENERALE A2 | A | A+

Nikkei Avenue 101,500 BANCA ITALEASE S.p.A. Ba1 | - | BBB INTESA SANPAOLO S.p.A. Baa2 | BBB+ | A-

SOLO FRUTTI - SERIE VI 2003 152,130 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL A1 | A+ | A

SoloFrutti serie I 151,980 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL A1 | A+ | A

SoloFrutti serie II 152,980 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL A1 | A+ | A

SoloFrutti serie III 151,980 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL A1 | A+ | A

SoloFrutti serie IV 150,980 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL A1 | A+ | A

SoloFrutti serie V 149,980 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL A1 | A+ | A

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27Lunedì 22 Ottobre 2012

DI MASSIMILIANO TASINI

Il redditometro può essere vinto dalla prova della dona-zione, occorrendo però dimo-strare tale circostanza con

documentazione idonea. Lo ha stabilito la Corte di cassazione, sezione tributaria, con la senten-za 5 settembre 2012 n. 14896.

La pronuncia. La Corte deci-de sul ricorso proposto per l’anno 1999 da una persona fi sica con-tro un avviso di accertamento da redditometro. Per il giudice, l’ac-quisto di un immobile rilevante costituiva incremento di reddito, mentre la donazione di una con-sistente somma da parte della madre, peraltro nulla perché non compiuta con atto pubblico, non era nemmeno documentata.

La Corte si sofferma sul profi lo probatorio, rimarcando intanto che l’art. 38 dpr 600/1973 esige dati certi con riguardo all’esisten-za del maggior reddito imponibile, e in presenza di tali dati richiede la individuazione dell’entità del reddito stesso con parametri in-diziari. Se i dati assunti dall’Uf-fi cio a base del redditometro sono (come devono essere) certi, non è consentito pretendere una moti-vazione specifi ca dei criteri in concreto adottati per deter-minare il reddito in via sintetica. Ciò posto, completa la Corte, è sul contri-buente che incombe l’onere della prova contraria. È interessante rilevare come il con-tribuente ritenesse di assolvere tale obbligo in via indiziaria. Ave-va cioè ritenuto di poter dedurre una prova indiziaria a fronte di una presunzione legale relativa, quesito al quale la Corte non ha però risposto.

Donazioni e redditometro. La giurisprudenza, anche recen-te, sta formulando interessanti letture della norma del reddito-metro combinata all’ipotesi di donazioni, di solito familiari. Un caso molto recente e anche inte-ressante è quello affrontato dalla Ctp Alessandria, sentenza n. 38 dell’8/3/2012, sez. 2, nel quale si controverte su un padre che ave-va venduto al fi glio un immobile senza che però il fi glio avesse ero-gato alcuna somma per il trasfe-rimento. Il caso in tutta evidenza palese una simulazione: si «fi nge» una cessione ma in realtà le parti volevano una donazione.

Dall’atto di compravendita l’Agenzia delle entrate accerta una manifestazione di capacità contributiva, la cui esistenza viene però recisamente smen-tita dal giudice, che, esaminate le prove portate in giudizio dal contribuente, dichiara appunto illegittimo l’atto impositivo.

Due sono le questioni che ven-gono in evidenza: a) la possibilità di dedurre la simulazione in giu-dizio; b) la prova concretamente fornita dal contribuente. La Corte di cassazione ritiene che il negozio simulato possa essere

legittimamente posto a base di un accertamento tributario, ma anche che il contribuente ben può fornire la prova contraria, data dalla «dimostrazione della man-canza di disponibilità patrimo-niali in relazione a tale negozio simulato (Cass. n. 19637/2010). Quanto alla dimostrazione, la Ctp di Alessandria l’ha ritenuta soddisfatta con la produzione degli estratti conto bancari di padre e fi glio, dai quali emerge-va l’assenza di movimentazioni finanziarie. È una strada che presenta senza dubbio qualche ostacolo: l’Uffi cio ben potrebbe in-vero eccepire che i conti correnti esibiti non sono tutti quelli di cui il contribuente dispone; tuttavia, già la giurisprudenza di merito si era espressa in modo analogo con riguardo alla cessione di quote sociali che celava una donazio-ne delle stesse (Ctr Roma, sent. 237 del 11/10/2011 resa dalla sez. 37). Sicuramente, nell’affrontare il giudizio può essere importante valorizzare le motivazioni sottese all’operazione posta in essere. Per esempio, spesso nella pratica si constata l’utilizzo della cessione piuttosto che della donazione di immobile, a motivo della impossi-

bilità, per il dona-tario, di disporre del cespite. Le mo-tivazioni addotte dalla Ctr di Roma sono senza dubbio interessanti. I giu-dici rimarcano che

il loro compito non è civilistico: non si controverte sulla eventua-le retrocessione del bene al dan-te causa, sulla eventuale nullità del contratto simulato oppure a far valere gli effetti di quello dissimulato. Quanto alla prova della simulazione, la Corte sotto-linea che, una volta dimostrato il mancato pagamento del prezzo, «l’effettuata acquisizione dei beni non denoterebbe una reale dispo-nibilità economica, suscettibile di valutazione ai fi ni fi scali, poiché il contratto stipulato in ragione della sua natura simulata, avreb-be una causa gratuita anziché quella onerosa apparente» (cfr. anche sent. Cass. 8665/2002).

L’ultimo aspetto degno di nota è dato dalle prove offerte in giudi-zio. Oltre ai conti correnti il con-tribuente aveva infatti prodotto una procura irrevocabile rilascia-ta dal cessionario in favore del cedente irrevocabile con facoltà di vendere, stabilire il prezzo e incassarlo, e con facoltà di in-tervenire altresì alle assemblee ordinarie e straordinarie, costitu-ire in pegno le quote ecc.; inoltre aveva rimarcato che il cedente aveva continuato ad effettuare fi nanziamenti alle società di cui era proprietario per quote anche successivamente all’intervenuta vendita.

Sentenza su un caso di donazione

Redditometro vintodall’atto pubblico

La sentenza sul sito www.italiaoggi.it/docio7

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Le sfi de dei giuslavoristi sono globali

Mentre l’avvocatura organizzata si con-centra sulla propria riforma, l’altra

avvocatura, quella cosiddetta d’affari, è da tempo molto più attenta ai temi imposti dall’agenda dei mercati globalizzati. Uno di questi temi è quello del lavoro. Già nelle prime ore in cui il ministro del lavoro Elsa Fornero stava iniziando a scrivere lo sche-letro di quella che sarebbe poi diventata la legge n. 92/2012, il tema del rapporto tra normativa nazionale e mercati globali era nell’aria. In quei giorni Sergio Marchionne, a.d. della Fiat, ormai multinazionale dell’auto, chiedeva una serie di deroghe alla contrattazione nazionale e misure di fl essi-bilità produttiva a fronte di una promessa di investimenti in Italia. Insomma, impo-neva alla legislazione giuslavoristica un passo all’«americana». Ma chi in assoluto ha messo in discussione l’impianto norma-tivo italiano è stata la compagnia aerea irlandese Ryanair, i cui dipendenti italiani, pur lavorando in hub italiani, sono assog-gettati alle norme del lavoro e previdenzia-li irlandesi, con i contributi pagati a Dubli-no. L’Inps di Bergamo ha fatto un’ingiunzione di pagamento alla compa-gnia di circa 12 milioni € per omessi versa-menti: «se la base è il luogo dove inizia e termina la prestazione lavorativa, ne con-segue che Ryanair ha individuato l’aeropor-to di Orio come il luogo di lavoro». E Rya-nair, che si è rivolta a Sergio Barozzi e Giorgio Scherini di Lexellent, risponde: «Per i dipendenti di stanza a Bergamo, l’aeropor-to di Orio è semplicemente il luogo di par-tenza e arrivo delle tratte aeree sulle quali prestano la loro attività lavorativa».Quindi, niente tasse e contributi in Italia. Ecco i nuovi temi del diritto del lavoro globalizza-to. Altro che preventivi scritti o facoltativi.

Roberto Miliacca

Anno 21 - Numero 251 - € 2,50 Lunedì 22 Ottobre 2012

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Guida ai nuovi compensi dell’avvocato

Cda, avvocatesse in campo perle quote rosa

DI DUILIO LUI

Arriva la carica delle donne avvocato. L’entrata in vigore effettiva della legge Golfo-Mosca (121/2011), che impo-

ne la presenza di quote di genere nei cda delle aziende quotate e in quelle a controllo pubblico (almeno un quinto dei membri dal primo rinnovo e al-meno un terzo a partire dal 2015), promette un’infornata di esponenti femminili nei board. Secondo stime della Fondazione Bellisario sono circa 2.100 le società interessate dalla rivo-luzione rosa, per un totale di 13.500 membri di cda.

Uno scenario che apre molte pro-spettive ai legali d’affari, già da tem-po impegnati come consulenti delle aziende e pronti a fare il grande sal-to anche alla luce delle competenze tecniche necessarie in questa fase dei mercati.

Pwa (Professional Women’s Asso-ciation) Milan ha lanciato il portale delle Ready-for-Board-Women, la pri-ma lista in Italia di donne qualificate

per incarichi nei cda navigabile sul Web.

Il percorso, iniziato nel 2009, vede il continuo aggiornamento delle li-sta con nuovi nomi: circa 300 quelli attualmente online, buona parte dei quali proprio dell’area legal.

E loro, cosa pensano gli avvocati donne di questa misura? La sensa-zione diffusa è di approvazione, pur senza grandi entusiasmi. In fondo, è la riflessione condivisa, che sia una legge a imporre una maggiore con-siderazione delle competenze fem-minili, è una sconfitta per il Paese. Considerato tuttavia l’immobilismo diffuso, si tratta di un male neces-sario. Con la speranza di arrivare al 2022, anno in cui la legge cesserà di essere in vigore, con ben più dei minimi di quote rosa imposti dalle normative. Vorrebbe dire che in Italia si è davvero fatto un salto culturale rispetto alla tradizione, magari per una volta anticipando altri paesi eu-ropei, che frenano l’adozione di una normativa comunitaria in materia.

© Riproduzione riservata

La legge che riserva un quinto dei posti nei consigli di amministrazione alle donne apre molte possibilità per le professioniste che lavorano negli studi legali d’affari

Un pool di avvocati, poliziotti e medici al fi anco delle donne vittime di violenza. Si tratta del progetto internazionale «Lexop», coordinato dall’Università Alma Mater di Bologna, e presentato nei giorni scorsi a Torino. Lexop, acronimo di «Lex-operators all togheter for women victims of intimate partner violence» è un progetto che si pone l’obiettivo è creare una rete di operatori apposita-mente formati per dare una risposta alle vittime di violenza fi sica e psicologica e perseguire i colpevoli. In pratica si tratta di un gruppo di esperti che hanno seguito corsi, seminari e incontri, in grado di seguire la donna sia nella fase acuta dell’emergenza, prima e dopo la denuncia, sia in quella successiva, quando molte di loro hanno bisogno di trovare una nuova sistemazione per sé e per i propri fi gli. Marina Notaristefano, responsabile della Commissione Pari opportunità dell’Ordine degli avvoca-ti di Torino, ha ricordato il corso per difensori di donne vittime di maltrat-tamenti, organizzato dal locale Ordine degli avvocati con la Regione Piemonte. Sono già 400 i legali che hanno seguito il corso, pronti anche per Lexop.

CODICI & PANDETTE

Vittoria Giustiniani, partner di Bonelli Erede Pappalardo

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II Lunedì 22 Ottobre 2012 S T U D I & C A R R I E R E

Pagine a cura DI DUILIO LUI

Bene la norma, ma come male necessario più che come conquista delle don-ne, riconoscimento delle

loro competenze e professionalità. Il giro di opinioni tra i legali d’af-fari offre posizioni tutto somma-to vicine tra i vari interlocutori a proposito della legge Golfo-Mosca (la numero 120/2011), entrata in vigore lo scorso luglio, dopo il via libera al decreto di attuazione da parte del governo, e dotata di una validità temporale di dieci anni.

Nata con l’obiettivo di garantire la parità di genere nei luoghi deci-sionali per rimuovere gli ostacoli che sinora hanno limitato l’acces-so delle donne a ruoli di comando, la legge prevede che, nelle società quotate e a controllo pubblico, gli organi di amministrazione e con-trollo vengano rinnovati riser-vando una quota pari ad almeno un quinto dei propri membri del genere meno rappresentato, men-tre dal 2015 questa proporzione dovrà aumentare a un terzo. Il mancato rispetto delle quote di genere nei cda prevede prima sanzioni di tipo erariale (da 100 mila a un milione di euro) ema-

nate dalla Consob, e quindi la decadenza dell’organismo.

Questo per quanto concerne le società quotate, mentre a vigilare su quelle pubbliche, per le quali si attendono modifi che agli statuti, sarà il ministero per le Pari oppor-tunità: dopo la prima violazione, scatterà il richiamo, mentre il secondo step sarà rappresentato direttamente dallo scioglimento del meccanismo.

L’obiettivo è arrivare al 2022, quando la legge esaurirà la sua effi cacia, senza più imposizioni normative per far riconoscere le competenze delle donne (in Nor-vegia si è arrivati al 40% di pre-senza femminile).

La Fondazione Bellisario stima che sono circa le 2.100 società in-teressate dalla rivoluzione rosa,

con 13.500 membri di cda. La strada da percorrere è molto lun-ga, considerato che attualmente le donne rappresentate nei board non superano il 6% del totale, ma l’attenzione al tema mostrata ne-gli ultimi mesi, successivi all’ap-provazione delle due Camere, da diverse aziende, numerose realtà si sono già adeguate ai principi della norma, con nomi noti che fanno da Cofi de a Fiat, da Luxot-tica a Mediobanca, passando per Pirelli e Prysmian) lascia ben sperare.

Bene la legge, ma è una sconi tta sul piano culturale

«La legge è utile perché obbli-ga le società a confrontarsi con un dato di fatto: c’è statisticamente

poca propensione a considerare fi gure femminili per determinati ruoli», commenta Michaela Ca-stelli, counsel dello studio legale Simmons & Simmons nell’area corporate e membro del consiglio di sorveglianza di A2A, con espe-rienze passate presso la filiale londinese di Banca Intesa e alla Borsa Italia, dove è stata anche dirigente responsabile dell’uffi cio listing legal. «Come donna, però, devo osservare che lo strumento utilizzato non fa onore al sistema che non ha saputo trovare in sé la spinta per evolversi», precisa. «Per invertire la tendenza e introdurre un elemento di novità si è dovuti passare attraverso l’imposizione di una regola da parte del legi-slatore».

Le donne in Italia sono più considerate che in passato per un

ruolo nei board aziendali? «Fino a quando non si è iniziato a parla-re dell’intervento del legislatore, la presenza delle donne nei cda è rimasta stabile», risponde Ca-stelli. «Mi riferisco a una fi nestra temporale di dieci-quindici anni antecedenti l’inizio dei lavori. Solo dall’avvio delle attività di studio da parte delle commissioni par-lamentari, attività che ha impli-cato un inevitabile confronto con l’estero, si è registrato qualche piccolo segnale di cambiamento». Insomma, la legge è un male ne-cessario per dare uno scossone a un sistema altrimenti immobile sulle proprie posizioni.

Spinta al rinnovamento

Al di là dei differenti punti di vista, quindi, su un aspetto sem-

Le società devono riservare un quinto dei posti a componenti di sesso femminile. Professioniste in pole

Donne nei cda, fatta la legge ora è il momento del mercato

Sono convinta che le donne porteranno un arricchimento ai cda aziendali per il loro differente approccio alla discussione, l’inclinazione naturale a smussare i toni

e cercare un accordo». Claudia Parzani, partner di Linkla-ters, guarda con entusiasmo alla normativa sulle quote di genere, pur rifuggendo da qual-siasi approccio femminista. «Le donne che entreranno nei board lo faranno nella stragrande maggioranza dei casi per meriti acquisiti sul campo, visto che il sistema di relazioni e conoscen-ze, che ancora oggi caratterizza buona parte dell’economia ita-liana, è in buona parte declinato al maschile», prosegue.

Per Linklaters, socio soste-nitore, la Parzani siede nel consiglio direttivo di Valore D, associazione che ha come obiettivo la valorizzazione del talento femminile all’interno delle diverse realtà lavorative. Il principale ostacolo che le donne nei cda si troveranno ad affrontare sarà di tipo culturale: alcuni osserveranno che non sarebbero in quella posizione senza la legge.

«Indubbiamente questo potrà accadere»,

ribatte la Parzani, «ma è da mettere in conto nei primi tempi di applicazione della legge: spetterà alle donne che siederanno nei board dimostrare le proprie capacità per far ricrede-

re chi diffi da di loro». Parzani coordina il pro-

gramma Women’s Leader-ship di Linklaters (appena lanciato per tutta l’Europa) come responsabile per otto paesi, un’iniziativa pioneri-stica per promuovere e far crescere i talenti dei suoi avvocati donne. «Abbiamo adottato una serie di linee guida per selezionare, fin dagli inizi del loro percorso professionale, le donne asso-ciate con maggiore potenzia-le», spiega l’avvocato. Inizia-to come progetto pilota negli uffi ci Linklaters di Londra e in Europa, il programma è stato organizzato in congiun-

zione con la Cranfi eld School of Management e consisterà in una serie di eventi, articolati in lezioni teoriche, seminari ed attività di co-aching, che si terranno nell’arco di sei mesi, a partire da novembre.

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LO DICE CLAUDIA PARZANI, LINKLATERS

Le donne dimostreranno di non stare lì solo per una legge

Supplemento a cura di ROBERTO MILIACCA

[email protected]

Michaela Castelli

Claudia Parzani

Ottavia Alfano Germana Del Grande

Latham & Watkins ha adottato una po-licy particolare. «Nel caso di organizzazioni for profi t, tranne casi eccezionali, il comi-tato esecutivo dello studio non consente ai professionisti di as-sumere cariche sociali, specialmente laddove si tratti di società quo-tate», spiega il mana-ging partner Fabio Coppola. «Questo alla luce di diverse consi-derazioni, tra le quali le potenziali responsa-bilità individuali e del-lo studio, l’insorgenza di possibili confl itti di interesse e la compatibilità in termini di impegno con l’attivi-tà professionale. Se alcune di queste considerazioni risultano gestibili (almeno in Italia), altre rappresentano un ostacolo dif-fi cilmente superabile in uno studio associato». Quanto invece alle organizzazioni non profi t, pur permanendo la necessità di autorizzazione da parte del comitato esecutivo, «l’attitudine è quella di consentire la partecipazione con maggiore facilità. Nella pratica, le autorizzazioni effettivamente concesse dallo studio sono pochissime e riguardano organizzazioni che non sono clienti dello studio, e che diffi cilmente potrebbero diven-tarlo», conclude.

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Da Latham arriva il divieto di incarichi nel profi t

Fabio Coppola

Benedetta Navarra

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IIILunedì 22 Ottobre 2012LunedS T U D I & C A R R I E R E

brano concordare tutti: l’ema-nazione della legge ha spinto le società a riformarsi, senza atten-dere le scadenze normative. «Le aziende hanno avviato il processo di adeguamento dei propri organi sociali alle disposizioni della Leg-ge Golfo-Mosca anticipando in al-cuni casi la scadenza normativa che prescrive l’applicazione dei

nuovi criteri di composizione de-gli organi sociali al primo rinno-vo successivo al 12 agosto 2012», spiega Ottavia Alfano, partner dello studio Di Tanno e Associa-ti e membro dell’International Fiscal Association, oltre che pre-sidente del collegio sindacale di Aksia Group Sgr. «Basti pensare che su un campione di 31 società

che avrebbero potuto attendere il 2015 per adeguarsi alle nuove disposizioni, 18 hanno già inserito o inseriranno a breve almeno una presenza femminile nei propri or-gani sociali. Se questo è ricondu-cibile alla volontà di selezionare i profi li migliori possiamo ritenere soddisfatto l’obiettivo principale della norma, vale a dire premia-re la presenza femminile carat-terizzata da elevate competenze professionali. Favorendo l’elimi-nazione delle barriere all’ingres-so, la norma dovrebbe consentire di realizzare un saldo qualitativo e non solo numerico nei processi di selezione dei componenti degli organi sociali».

Alla ricerca di un equilibrio con la meritocrazia

Ma chi assicura che le nomine risponderanno a criteri merito-cratici? È il dilemma che diver-si osservatori hanno sollevato dopo l’approvazione della legge sulle quote di genere. Per Ger-mana Del Grande, partner di LS Roma, nonché consigliere di amministrazione di Baglioni Hotels dal 2007 «la consulenza tecnica è fondamentale nelle decisioni strategiche e di gover-nance delle imprese, ma questa considerazione prescinde dal ses-so del professionista che ricopre il ruolo; piuttosto va parametrata all’esperienza, alla competenza e alle qualità del singolo profes-sionista». Fatta questa premessa, per l’avvocato le quote di genere non devono «superare il criterio meritocratico di selezione, bensì aiutare a rimuovere gli ostacoli strutturali e i preconcetti dei qua-li è intriso il mondo lavorativo an-cora nel ventunesimo secolo, per realizzare concretamente le pari

opportunità. È un dato di fatto che ancora oggi una donna di in-telligenza superiore alla media e con skills professionali altamente qualifi cati fatichi a raggiungere posizioni di potere o di prestigio cui un uomo di qualità medie ap-proda quasi naturalmente».

Una posizione condivisa da Benedetta Navarra, senior partner di Graziadei, membro di diversi cda tra cui l’As Roma e fresca di nomina come sindaco effettivo di Equitalia. «Che ci sia stata la necessità di una legge per garantire e rafforzare l’effettiva parità in ambito professionale è una cosa triste, ma dal lato prati-co ora qualcosina si sta muoven-do anche a livello di sentiment generale. Spero tuttavia che non si scopra oggi che le donne lavorano, che sono preparate e professionalmente effi cienti». Le quote di genere possono risulta-re una vetrina interessante in

tal senso. «La considerazione va conquistata, questa si, giorno per giorno», ribatte. «Parlando anche della mia esperienza personale, il tentativo è di svolgere l’attività con professionalità e, soprattutto, equilibrio».».

L’accademia per il board

La Fondazione Marisa Bel-lisario e Deloitte hanno dato il via da qualche settimana alla Bo-ard Academy, percorso formativo, con sedi a Roma e Milano, per chi punta a essere pronto in caso di chiamata in ruoli amministrativi da parte di una società di capitali. Per ogni profi lo professionale di partenza vengono suggeriti i corsi da seguire per completare la pro-pria preparazione, dagli aspetti giuridici a quelli tecnologici, dalle nozioni fi nanziarie a quelle di ca-rattere informatico.

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brano concordare tutti: l’ema-nazione della legge ha spinto le

nuovi criteri di composizione de-gli organi sociali al primo rinno-

che avrebbero potuto attendereil 2015 per adeguarsi alle nuove

Il tema della rappresentanza femmi-nile nei cda e negli organismi di rap-presentanza non è sentito solo nella Penisola. La commissaria europea

alla Giustizia, Viviane Reding, punta a introdurre regole simili in tutti i 27 Paesi aderenti, con l’obiettivo di rag-giungere il 40% di donne nei board delle società quotate nel medio periodo (un livello quindi superiore al minimo fissato dalla legislazione italiana), contro il 13,7% at-tuale.

Non tutti però condivi-dono questa impostazione: nove Paesi membri (la Gran Bretagna, la Bulgaria, la Repubblica Ceca, l’Estonia, l’Ungheria, la Lettonia, la Lituania, Malta e l’Olanda) hanno inviato una lettera al presidente dell’esecutivo comunitario José Manuel Barroso per esprimere la loro contrarietà: pur ricono-scendo l’esistenza di barriere all’accesso delle donne alle posizioni di responsabilità, i promotori della missiva contestano il ca-rattere imperativo della norma, afferman-do che sarebbe più corretto procedere con una moral suasion.

Uno studio curato da Credit Suisse su un campione di 2.360 aziende quotate sui mercati regolamentati rileva che le perfor-mance delle società con almeno una donna nel board hanno superato del 26% negli

ultimi sei anni quelle solo al maschile. Si tratta di titoli tendenzialmente più difensi-vi, capaci di resistere meglio alla volatilità dei listini.

Tornando all’Italia, nel mese si luglio Pwa (Professional women’s association) Milan

ha lanciato il portale delle Ready-for-Board-Women, la prima lista in Italia di donne qualificate per incarichi nei cda navigabile sul Web.

Il percorso, iniziato nel 2009, vede il continuo ag-giornamento delle l ista con nuovi nomi (circa 300 quelli attualmente online). Nell’area legal figurano mol-ti nomi noti: oltre agli avvo-cati già citati, ci sono tra le altre Fiorella Alvino (ma-naging partner dell’ufficio milanese di Ughi e Nun-ziante), Stefania Bariatti (dello studio Chiomenti, responsabile area Diritto della concorrenza, diritto in-

ternazionale e comunitario, arbitrato inter-nazionale, nonché managing partner sede di Bruxelles), Lidia Caldarola (partner di Labruna Mazziotti Segni), Alberta Figari (partner, area Corporate/Capital market di Clifford Chance), Vittoria Giustiniani (partner di Bonelli Erede Pappalardo) e Annalisa Pescatori (part-ner di Tonucci & Partners, responsabile della sede di Milano).

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PRONTA LA LISTA DI PWA DI 300 DONNE GIÀ CANDIDABILI NEI CDA

Un tema che sta molto a cuore all’Europa. Ma l’Italia sta reagendo

«Dal mio punto di vi-sta l’emanazione della legge sulle quote di genere ha rappresen-tato un passo in avan-ti importante per il nostro paese. Anche se alcuni osservatori continuano a sostene-re che i cambiamenti culturali dovrebbero arrivare dalla società e non essere imposti per legge, credo che su questo versante fosse necessario fare uno scatto per avvicinar-ci ai livelli europei». Commenta così la nuo-va normativa Luca Failla, partner fondatore di Lablaw. «Il diverso approccio femminile alla discussione consentirà di svecchiare le impostazioni tradizionali, frutto della preva-lenza maschile nei board. Quanto al contributo in termini di defi nizione delle strategie, molto dipenderà dalla qualità delle persone che entreranno in questi luoghi decisionali: un principio che vale non solo quando si parla di cda». Ci po-tranno essere cadute giuslavoristiche, ad esempio in merito agli orari di convocazione dei cda, che spesso oggi iniziano nel tardo pomeriggio? «Non siamo in ambito normativo, ma di cortesia», ribatte Failla. «Indubbiamente, comunque, ci potranno essere delle modifi che rispetto a oggi».

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Failla (Lablaw), serviva uno scatto per il cambiamento

Luca Failla

opportunità È un dato di fatto tal senso La considerazione va

Alesso Ileana Studio Legale Alesso

Alfano Ottavia Di Tanno e Associati

Alfonsi AntonellaStudio Legale Alfonsi, Venerando e Associati

Alvino Fiorella Studio Legale Ughi e Nunziante

Bariatti Stefania Chiomenti Studio Legale

Bergamo Stefania Assicurazioni Generali

Caldarola Lidia Labruna Mazziotti Segni

Cassella Mascia Studio Legale Masotti & Berger

Castelli MichaelaStudio Legale Associato Sim-mons & Simmons

D’Alberti Silvia Allen & Overy

D’Amico Maria Elisa Università degli Studi di Milano

Della Rosa Daniela Gucci Group Nv

Di Tommaso Giulia Unilever Italia

Dunlop Leah RosamondHogan Lovells Studio Legale, Italia

Figari Alberta Clifford Chance

Fornaroli Micol Sanoi - Aventis

Giacobone Antonella A2a

Giambanco ClaudiaErnst & Young, Studio Legale Tributario

Giustiniani VittoriaStudio Legale Bonelli Erede Pappalardo

Lanero Maria GraziaStudio Legale Gianni, Origoni, Grippo & Partners

Leocani PaolaAllen & Overy Studio Legale Associato

Lunati Elisabetta Intesa-Sanpaolo

Martinelli Bianca Maria Vodafone

Maschietto Eva Studio Legale Maschietto Maggiore

Mori Sandra Coca-Cola Europe Group

Negri Antonella MariaStudio Legale Bonelli Erede Pappalardo

Parzani Claudia Linklaters Studio Legale Associato

Pescatori Annalisa Studio Legale Tonucci & Partners

Rossello Cristina Mondadori

Sacchi VeraStudio Legale Tributario Ernst & Young

Stabilini Alessandra Università Di Castellanza

Storchi Maria Cristina Studio Legale Latham & Watkins

Tomasetti Catia Bonelli Erede Pappalardo

Tradati Paola Toffoletto E Soci, Milano

Alesso Ileana Studio Legale Alesso

LE «READY FOR BOARD WOMEN»

DELL’AREA LEGAL

Fonte: elaborazione ItaliaOggi Sette/AvvocatiOggi su dati Pwa (Professional Women’s Association) Milan

Viviane Reding

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IV Lunedì 22 Ottobre 2012 A T T UA L I TÀ

Molti studi d’affari Usa si dotano di un direttore pricing per venire incontro alle esigenze dei clienti

E ora basta con le parcelle suicidioLe law fi rm hanno lavorato sottocosto per tenere vivo il business

DI ANDREA ALTAVISTA

Parcelle suicidio». È questa la forte defi-nizione coniata dalla società di consulenza

Adam Smith, Esq presiedu-ta da Bruce MacEwen per definire le parcelle presen-tate dagli studi legali ai loro clienti per tenere il business vivo anche senza realizzare profitto.

A tre anni di distanza dai mesi più duri per gli studi d’affari infatti, mentre l’in-granaggio dei mandati nelle law firm è ripartito, i clienti hanno ormai imparato a met-tere sotto pressione gli studi e a affidare mandati solo a chi lavora «sottocosto».

«Gli studi hanno insegnato ai clienti a comprare quando i prodotti sono in sconto, come al supermercato, e i clienti hanno imparato la lezione. Questo cambiamento defi-nitivo del mercato potrebbe forzare altri studi di prima fascia a chiudere battenti», dichiara MacEwen.

Un monito che arriva a po-

chi mesi di distan-za dal fallimento di Dewey & LeBo-euf, corazzata del mercato legale che lo scorso maggio ha dichiarato ban-carotta dopo diver-si mesi di agonia. Causati, non esclu-sivamente, dalla mancata capacità dello studio di ria-dattare il modello di business ame-ricano in seguito alla crisi degli scorsi anni.

Il mercato è infatti cambia-to. Durante gli anni più duri della crisi, i dipartimenti le-gali interni si sono attrezzati con sistemi informatici stu-diati per ottimizzare la spesa legale, aumentando di conse-guenza il potere contrattuale nei confronti degli studi.

Gli studi d’affari stanno ri-spondendo ora, introducendo in studio una nuova figura professionale, quella dei di-rettori pricing.

Il loro compito è quello di trovare parcelle alternative

a quella oraria, che siano in grado di generare ritorni sia per gli stu-di che per i loro clienti, non arri-vando tuttavia a offrire la «parcella suicidio».

In particolare, secondo a lcuni consulenti ame-ricani che hanno fatto ricorso alla statistica più che al diritto, le par-

celle più convenienti per gli studi sono quelle che «bloc-cano» il cliente per un perio-do di tempo o per un deter-minato lavoro, piuttosto che gli sconti sui volumi.

Sul loro fronte, gli avvoca-ti devono intanto imparare a migliorare la soddisfazione del cliente, cercando di ren-dere il lavoro più standard il più ripetitivo possibile. In altre parole, la chiave deve essere il fatturato e non le ore di lavoro.

Secondo MacEwen, resta-no tuttavia diversi fattori

che rischiano di portare gli studi sulla strada di parcelle troppo basse per essere soste-

nibili.Intanto, il numero di soci

negli studi, in molti casi trop-po elevato rispetto alle fasce di collaboratori di seniority intermedia.

Negli ultimi 25 anni, la retribuzione di un socio dei top100 americani era

dell’11% superiore a quella media americana. Oggi è 23 volte più alta, spiega il con-

sulente. Una differenza in-sostenibile e che potrebbe portare a un crollo del si-stema, come successo nel caso di Dewey.

Inoltre, l’outsourcing le-gale, quindi lo spostamen-to del lavoro standard in paesi a bassa manodope-ra, dovrebbe crescere fino all’85% nei prossimi anni portando come conseguen-za tagli di personale e di costi per gli studi occiden-tali.

Per affrontare queste sfide mantenendo le par-celle su livelli profittevoli, i soci devono comprendere il modello di business dello studio, e puntare a servire

i clienti a prescindere dal nu-mero di ore lavorate.

«Alcuni studi lo hanno ca-pito perfettamente. Altri stu-di stanno invece solo tratte-nendo il fiato, sperando che la crisi passi e torni il 2006», conclude MacEwen.

© Riproduzione riservata

Bruce MacEwen

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Gli studi hanno insegnato ai clienti a comprare quando i prodotti sono in sconto, come al supermercato, e i

clienti hanno imparato la lezione.

Questo cambiamento defi nitivo

del mercato potrebbe forzare altri studi di prima fascia

a chiudere battenti

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VLunedì 22 Ottobre 2012Lunedì 22 OttL’ I N T E R V I S TA

Pagina a curaDI LORENZO MORELLI

L’Italia rischia di perdere un’occa-sione con le energie rinnovabili. È il pensiero di Cristina Marto-rana, partner dello studio legale

Watson, Farley & Williams. «Se il quinto conto energia ha messo la parola fi ne agli incentivi per il fotovoltaico, l’approvazio-ne del decreto Fer a luglio da parte del ministero dell’ambiente ha voluto razio-nalizzare e potenziare i fondi riconosciuti ad altre fonti rinnovabili», tra queste ci sono progetti legati al cogenerativo o alla waste to energy, l’energia ri-cavata dai rifi uti che prima o poi decollerà. Anche nel gas c’è fermento e per quan-to riguarda la distribuzione e le infrastrutture.

«Il settore non è per nul-la morto, semplicemente sta cambiando focus», ha detto Martorana, «si può dire che stiamo assistendo da un lato a operazioni di consolidamento e dall’altro di selezione sia dei players che dei progetti». Secondo l’avvocato, specializzato in progetti di sviluppo di ener-gie rinnovabili, il rischio per l’Italia dopo anni di investimenti è quello di vedere volare via le imprese straniere attratte da paesi con economie meno svi-luppate, ma desiderosi di crescere e per questo creano delle corsie preferenziali per chi porta conoscenza tecnologica di cui sono sprovvisti. «Il Brasile ha enor-mi capitali da investire ed è in cerca di aziende con il know how. Molte aziende italiane come Enel, Maccaferri e Mar-cegaglia stanno investendo in Marocco, ma anche in Europa dell’est e in Arabia Saudita. Un altro paese che attrae capi-tali è la Tunisia che ha deciso di investire fortemente anche sul solare tradizionale. La condizione è sempre la stessa: nella

gara per l’aggiudicazione il soggetto che intende qualifi carsi deve dimostrare di avere il necessario know how e che siano disposti a realizzare piccoli progetti pilota in loco».

In Italia la burocrazia e la mancanza di stabilità dal punto di vista normativo rischiano di lasciare sul piatto diverse buone mani. «Considerato che la strate-gia europea delineata nel cosiddetto Pac-chetto «20-20-20» (ridurre le emissioni di gas serra del 20%, alzare al 20% la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili e portare al 20% il risparmio energetico entro il 2020, ndr), prefi gura uno scenario

energetico europeo più sostenibile e sicuro, attraver-so la riduzione delle emissioni di CO2, l’aumento del ricorso a ener-gie rinnovabili e la maggiore effi-cienza energetica. L’obiettivo italiano era pari al 17% del consumo comples-sivo di energia al 2020. «Nel 2010 il Governo italia-no ha adottato un piano d’azione na-

zionale sulle energie rinnovabili, ora in fase di profonda rivisitazione nelle stra-tegie e negli obiettivi, nel quale il 17% è diviso in tre settori: calore, trasporti ed energia elettrica. Per quest’ultimo settore è stabilito un obiettivo al 2020 del 26% del consumo da coprire tramite energia rinnovabile (pari a circa 100 TWh/annue). Nel 2010 oltre il 10% dei consumi ener-getici era già coperto da fonti rinnovabili. In particolare nel settore elettrico l’Italia è in anticipo rispetto agli obiettivi perché la capacità installata a fi ne 2011 già è in grado di assicurare una produzione di 94 TWh/anno a fronte del richiesto 100 TWh/anno nel 2020. Ora in sostanza si vuole

dare più impulso a: calore, trasporti ed effi cienza energetica».

L’avvocato conosce bene la materia per-ché ha seguito diverse operazioni tra cui l’acquisizione e il rifi nanziamento Wind farm trinergy: consigliato il suo accordo per l’acquisizione del portafoglio Wind Trinergy 648MW in Italia e in Germa-nia per un enterprise value pari a 1.839 milioni €. Il portafoglio era di proprietà di investitori privati connessi con il Gruppo Matrix e Capital Partners CJS. Il corri-spettivo in contanti pari a 586 milioni di euro è stato fi nanziato, inizialmente dal debito non acquisizione pro-soluto di 202 milioni e 384 milioni da International Po-wer. Tra le diverse operazioni seguite da Martorana, l’avvocato ha fornito consu-lenza legale sia a Sorgenia nella vendita al fondo Finint di un parco fotovoltaico da 11 MW a Caltagirone, in Sicilia, sia a Erg per l’acquisizione dell’impianto eolico ad Amaroni, in provincia di Catanzaro, con una potenza di 22,5 MW. «È stata un’operazione di grande importanza per Erg avendo sviluppato un altro progetto eolico nella stessa area e consolidando così notevolmente la sua presenza sul ter-ritorio», ha detto l’avvocato che ha preso parte al Project Finance di Erg Nuce per la realizzazione di una centrale elettrica a ciclo combinato in assetto cogenerati-vo, compresa la negoziazione del tolling agreement. Energia nel lavoro e nella vita privata per Martorana che ama lo sport e in passato, complice l’altezza, si è dedi-cata per molto tempo alla pallavolo. «Ora i ritmi sono cambiati, tutto il mio tempo libero è dedicato alle mie fi glie che hanno poco più di tre anni: Emma e Anita, sono gemelle. La musica è una componente fondamentale della mia vita ed è sempre presente in casa, in questo periodo Adele è la più gettonata. Mi piace anche rilassar-mi stando davanti alla tv guardando un buon documentario, i miei preferiti sono quelli sulle origini dell’universo, ma an-che un buon fi lm o libri e riviste a seconda del tempo. E dell’energia».

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nata a Viareggio (Lu) il 10 dicembre 1965

IL PROFESSIONISTA

Avvocato, partner di Watson, Farley & Williams, da febbraio è Public Law Partner Responsabile della sede di Milano. Nel 2000 è senior associate di amministrativo ed energia in Baker & McKenzie. Passa poi in Macchi di Cellere e Gangemi dove rimane un anno. Dal 2002 al 2012 è in Clifford Chance dove diventa responsabile del Dipartimento di diritto amministrativo

LO STUDIO

Watson, Farley & Williams – Studio Legale è uno studio legale internazionale, e può contare su 113 soci al livello globale e 300 avvocati. Lo studio, nato a Londra nel 1983, è specializzato in tre aree: diritto marittimo e shipping-i nance, energia e i nanza. In Italia, dove ha due sedi, Milano e Roma, sono presenti 6 partner e circa 30 professionisti. I risultati del 2008 hanno posizionato WFW in settima posizione tra le Fast Growing Law Firm a livello globale nella classii ca di Legal Week. È presente nel mondo con 12 sedi: Londra, New York, Parigi, Amburgo, Monaco di Baviera, Roma, Milano, Atene, Madrid, Pireo, Singapore e Bangkok.

Fatturato 2011: 4,1 milioni di euro (stime)

Musica, è l’ora di AdeleLa musica è una componente fondamentale della vita dell’avvocato ed è sempre presente in casa: in questo periodo la più gettonata è Adele.

Il parcodi SorgeniaHa fornito consulenza legale alla compagnia energetica Sorgenia nella vendita al fondo Finint di un parco fotovoltaico da 11 MW a Caltagirone, in Sicilia

L’eolicoin CalabriaL’avvocato ha assistito la Erg per l’acquisizione dell’impianto eolico ad Amaroni, in provincia di Catanzaro, con una potenza di 22,5 MW

Cristina Martorana, partner di Watson, Farley & Williams, racconta la sua carriera professionale

Se l’energy cambia, cambiamo noiFinita l’era del fotovoltaico ora bisogna seguire altre rinnovabili

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In particolare nel settore elettrico l’Italia

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VI Lunedì 22 Ottobre 2012 DIRITTO & SOCIETÀ

Il decreto sviluppo-bis ha aggiunto nuovi elementi per rendere più allettante il settore

Project bond, si scaldano i motoriPer il fi nanziamento delle opere novità anche sul piano fi scale

Pagine a curaDI FEDERICO UNNIA

Leva fiscale in soccorso dei project bond. Il recente decreto sviluppo-bis ha infatti previsto un credi-

to di imposta al 50% sull’Ires e sull’Irap connesse alla realizza-zione e gestione di nuove opere infrastrutturali di importo su-periore a 500 milioni di euro. La disposizione, valida fino al 31 dicembre 2015 potrebbe rendere ancora più appetibile il ricorso a questo strumento per finanziare nuove infrastrutture per un controvalore potenziale di almeno 300 milioni di euro, come ha spiegato l’11 ottobre alla camera, nel corso di un’au-dizione in commissione lavori pubblici del Senato, il vicemini-stro alle Infrastrutture, Mario Ciaccia.

Con i project bond, insomma, si potrebbe dare una risposta all’esigenza di investimenti in

infrastrutture di cui il paese ha bisogno. I project bond, cioè le emissioni obbligazionarie fi -nalizzate alla realizzazione di un progetto, il cui rimbor-so dipende in buona misura dai flussi fi-nanziari che il progetto è in grado di assicu-rare, sembrano convincere gli operatori del settore. Che li ritengono par-ticolarmente indicati per coinvolgere ca-pitali privati nella realizzazione di grandi opere e infrastrutture, sia pub-bliche che private, attraverso però un rafforzamento del me-rito dei crediti collegati a tali opere.

La nuova disciplina in ma-

teria di project bond completa il quadro normativo necessario per l’applicazione dello stru-mento. Dal punto di vista civi-

listico, è stato esteso l’ambito dei soggett i emittenti, che ora include, ol-tre alle società di progetto ex art. 156 Codice appalti, anche le società di partenariato pubblico-priva-to nonché quel-le titolari di autorizzazioni relative ad in-f ras t rut ture

nel settore del gas e delle reti elettriche.

Tra le novità più rilevanti c’è l’eliminazione dell’obbligo di garanzia ipotecaria oltre al chiarimento che i project bond possono essere emessi anche

per rifi nanziare opere già rea-lizzate.

Dal punto di vista del regime fiscale applicabile, sono sta-ti rimossi i principali ostacoli che hanno sinora di fatto reso lo strumento del project bond inattuato. E da ultimo, il cre-dito d’imposta Ires e Irap sulle nuove opere.

Le principali modifiche ap-portate alla disciplina dei project bonds contenuta nel Codice degli appalti ad opera dapprima del dl 1/2012 (il co-siddetto Decreto Salva-Italia), successivamente del dl 83/2012 (il cosiddetto Decreto Crescita e Sviluppo) e, da ultimo, dal dm 7 agosto 2012 sono l’eliminazione della necessità della garanzia ipotecaria pro quota; l’estensione del novero dei soggetti che pos-sono emettere i project bonds, inizialmente riservata alle sole società di progetto di cui all’ar-ticolo 156 del Codice appalti, anche alle società titolari di un

contratto di partenariato pubbli-co privato ai sensi dell’articolo 3, comma 15-ter del Codice degli appalti, alle società titolari delle autorizzazioni alla costruzione di infrastrutture di trasporto di gas e delle concessioni di stoc-caggio di gas, alle società titolari di autorizzazioni alla costruzio-ne di infrastrutture del «Piano di sviluppo della rete di trasmis-sione nazionale dell’energia elet-trica» e alle società titolari delle autorizzazioni per costruzione e gestione di terminali di rigassi-fi cazione LNG.

E ancora, la nominatività ob-bligatoria del titolo, una serie di deroghe alla disciplina codi-cistica delle obbligazioni e, in particolare la deroga ai limiti quantitativi delle obbligazioni, ai quorum per l’assemblea degli obbligazionisti, al meccanismo di sorteggio per il rimborso e, infi ne, un trattamento fi scale di favore.

© Riproduzione riservata

Ritengo sia di particolare in-teresse il regime fi scale del-le garanzie che assistono i project bonds, praticamente

unico nel panorama italiano: tutte le garanzie, da chiunque e in qualun-que tempo prestate, sono soggette a imposta di registro, imposta ipoteca-ria e imposta catastale nella misura fi ssa di 168,00 euro», spiega Fran-co Vigliano, managing partner di Ashurst e responsa-bile del gruppo Eti (Energy, Transport & Infrastructures). «Si tratta della norma di maggior favore in tema di fi scalità del-le garanzie presente nell’ordinamento ita-liano».

Domanda. Che fare ancora per promuoverne una maggiore diffusio-ne?

Risposta. Sicura-mente il principale limite alla concreta operatività dello strumento è at-tualmente rappresentato dalla na-tura temporanea del trattamento fi scale di favore previsto per questi strumenti, sarebbe pertanto oppor-tuno ed auspicabile che il legislatore intervenisse nel senso di estendere l’ambito temporale di applicazione di tale regime oltre il triennio attual-mente previsto.

D. Il vostro studio è stato già attivato per questi strumenti?

R. Avvocati del nostro team di project bonds hanno strutturato e predisposto tutta la documentazio-

ne per l’unica operazione di project bond sinora chiusa in Italia: il pro-getto Andromeda, per la realizza-zione di due parchi fotovoltaici nel Comune di Montalto di Castro (euro 260 milioni). Inoltre stanno attual-mente studiando con banche, agen-zie di rating e potenziali investitori la possibilità di strutturare emissio-ni in relazione ad alcuni progetti di infrastrutture ed energetici.

D Esistono le competenze nei tribunali italiani in que-sta materia?

R. Sicuramen-te si tratta di uno strumento in parte nuovo che presenterà delle tematiche peculiari sulle quali occorrerà del tempo prima che si formino degli orienta-ment i g iur i -s p r u d e n z i a l i

tuttavia, non bisogna dimenticare che l’istituto si inserisce nell’am-bito delle emissioni obbligaziona-rie da parte di società e saranno richieste competenze soprattutto in tema di corporate governance già in parte note e approfondite dalla giurisprudenza. Le sezioni specia-lizzate dei nostri tribunali hanno grande competenza in materia e confi diamo nel fatto che operazio-ni ben strutturate e documenti ben scritti possano precludere e limita-re il contenzioso.

© Riproduzione riservata

FRANCO VIGLIANO, ASHURST

È l’unico caso di fiscalitàche aiuta gli investitori

Sono molte le novità in tema fiscale introdotte sui project bond. Il Decreto Grilli-Ciaccia in materia di garanzie, pubbli-

cato in G.U. lo scorso 8 settembre, ha fornito alcuni chiarimenti volti a preci-sare, tra l’altro, il concorso degli even-tuali garanti dei bondholders nell’eser-cizio dei diritti di step-in e nella rivalsa sul termination payment in ipotesi di patologia del rapporto», dice Marco Cerritelli, partner di Cba ed esperto in infrastrutture e Project fi nance.

Domanda. Qua-li aspetti a suo pa-rere potrebbero essere migliorati per diffondere l’utilizzo di questi strumenti?

Risposta. L’al-locazione delle ri-sorse sui mercati fi nanziari è ispirata all’ottimizzazione del rapporto rischio-rendimento. A margi-ne degli obiettivi di effi cienza alloca-tiva, la regolamentazione fi nanziaria di settore può agevolare la promozione del prodotto riservando all’asset class un più favorevole regime in tema di assorbimento di capitale economico e di vigilanza. Simili effetti sono determi-nati dalla leva fi scale, in relazione alla quale andrebbe accentuato il profi lo delle agevolazioni introdotte grazie ai provvedimenti della scorsa estate.

D. Dal suo osservatorio quanto ritiene possa valere il mercato dei Project Bonds in Italia? Per quale tipologia di progetti lo strumento

potrebbe risultare appetibile?R. I progetti che presentano un van-

taggio comparativo in termini di strut-turazione possono essere individuati nelle concessioni di costruzione e gestio-ne con pagamenti effettuati pubblica amministrazione a fronte della messa a disposizione di asset ed alla prestazio-ne di servizi (c.d. availability payment). Le operazioni caratterizzate dalla pre-senza di rischi di mercato nel profi lo

della generazione di ricavi potrebbero necessitare di un più elevato ricorso a strumenti di garan-zia a copertura del-le carenze di cassa o altri strumenti di credit enancement.

D. Quali ritiene possano essere le criticità di questi strumenti?

R. Il buon esito delle operazioni è connesso alla qua-lità del progetto e degli attori coinvol-

ti, pubblici e privati. A tale riguardo, il finanziamento mediante bond di nuove infrastrutture presuppone che le amministrazioni pubbliche coinvolte siano in grado di assicurare una tem-pistica certa degli affi damenti e una chiara defi nizione dei rischi allocati alla controparte privata già in sede di impostazione della procedura e del relativo contratto. La dilatazione dei tempi e l’assenza di un razionale eco-nomico nella distribuzione del rischio sono incompatibili con le aspettative dei mercati e con le necessità di una adeguata strutturazione fi nanziaria.

MARCO CERRITELLI, CBA

Il buon esito dei bond dipenderà anche dalle amministrazioni

Franco ViglianoMarco Cerritelli

Mario Ciaccia

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VIILunedì 22 Ottobre 2012Lunedì DIRITTO & SOCIETÀ

Dal punto di vista legale e fi-scale, rimangono sicuramen-te aperti i temi dell’ambito soggettivo di applicazione

della normativa e alla temporaneità del regime fiscale, su cui sarebbe au-spicabile un intervento da parte del le-gislatore. Da parte degli operatori del mercato (sponsor e istituti fi nanziari) è molto sentita la problematica legata alla bontà e relativa «bancabilità» dei progetti: affi nché si possa procedere alla strutturazione di project bond è, infatti, cruciale che i progetti cui gli stessi ineriscano siano dotati di un rating tale da renderli appetibili agli investitori naziona-li ed internazionali (per esempio, investment grade e sub-investment grade). Ciò comporta l’esigenza di uno sforzo, già nella fase di struttu-razione del progetto, da parte di tutti i sogget-ti coinvolti (ivi inclusi i soggetti pubblici), in modo da costruire un «prodotto» che possa poi costruire un solido fondamento per un’emissione obbliga-zionaria.

Sono questi i punti emersi in un recente convegno promosso a Milano dallo studio Legance in collaborazione con Academy di Borsa Italiana. Un’oc-casione per fare il punto della situazio-ne alla luce delle modifi che normative introdotte.

Tra i punti discussi anche il wrap-ping nella fase di costruzione e quindi della disponibilità di garanzie da parte dei soggetti aventi titolo all’emissione

delle stesse è di particolare di rilievo, anche in considerazione del fatto che le compagnie assicurative, potenziali investitori in project bond, possono sot-toscrivere tali strumenti in fase di co-struzione solo in presenza di garanzie a copertura del relativo rischio.

Tra le novità più signifi cative intro-dotte in tema di projcet bond c’è cer-tamente il trattamento fi scale. «Il dl 83/2012 ha introdotto un regime di par-ticolare favore per i project bond, inter-venendo su tre fronti», spiega ad Av-vocatiOggi Claudia Gregori, partner

di Legance. «Innanzi-tutto la deducibilità degli interessi in capo alla società emitten-te, rimuovendo taluni limiti di deducibilità assoluta precedente-mente applicabili; poi il regime di imponibi-lità degli interessi in capo ai sottoscrittori dei project bond, che a tali fini sono stati equiparati ai titoli del debito pubblico: ciò comporta, inter alia, che gli interessi

corrisposti a sottoscrittori residenti in paesi c.d. «white list» possano essere esenti da imposizione in Italia, così ampliando al mercato degli investito-ri internazionali la platea dei soggetti potenzialmente interessati alla sot-toscrizione dei project bond. Infi ne il regime di imposizione indiretta delle garanzie che assistono i project bond, per cui è stata prevista un’imposizione in misura fi ssa».

Quali aspetti della normativa po-trebbero essere migliorati per diffon-

derne l’applicazione? «Dal punto di vi-sta civilistico, la normativa presenta tuttora talune limitazioni in relazione ai soggetti emittenti che appaiono dif-fi cilmente giustifi cabili, anche perché disomogenee rispetto alla Project Bond Initiative 2020 promossa dalla Comu-nità europea: ci si riferisce, in partico-lare, al fatto che restano escluse dal nuovo regime i progetti nel settore del-la produzione di energia ad iniziativa privata, nonché le opere infrastruttu-rali, sempre nel settore dell’energia, non inserite nel Piano di Sviluppo delle rete di trasmissione nazionale. Una rifl es-sione sarebbe, altresì, opportuna, anche per le reti di telecomu-nicazione che sono inserite nella Project Bond Initiative 2020. A tale riguardo, è sicuramente auspi-cabile un intervento del legislatore, anche in considerazione del fatto che rimangono così esclusi dai project bond numerosi proget-ti che sarebbero, inve-ce, altrettanto meritevoli di benefi ciare del nuovo strumento», spiega Monica Colombera, partner di Legance.

Un altro aspetto su cui il legislato-re dovrebbe sicuramente rifl ettere è la temporaneità del regime fi scale di favore, che trova applicazione solo ai project bond emessi nel triennio succes-sivo all’entrata in vigore del dl 83/2012. Tale applicazione «in via sperimenta-le» della nuova disciplina appare un rilevante ostacolo alla diffusione dello strumento, anche in considerazione del

fatto che l’esteso arco temporale (sia in termini di tempi di gestazione del progetto che di durata dello stesso) interessato dalle operazioni di project finance per cui potrebbe essere op-portuno il ricorso allo strumento del project bond, anche attraverso succes-sive emissioni obbligazionarie, potreb-be essere incompatibile con l’esiguo termine triennale previsto dal legisla-tore. Sarebbe, pertanto, auspicabile un intervento legislativo, volto a rendere il regime fi scale di cui al dl 83/2012 il «regime ordinario» dei project bond,

così superando una fase sperimentale che appare priva di ratio-nale alcuno.

«Similmente, sarebbe opportuno operare un ulteriore affinamento della normativa fi scale, estendendo l’equipara-zione dei project bond ai titoli del debito pub-blico, oggi limitata alla componente interessi - ad ogni fi ne e profi lo che possa assumere ri-lievo in termini di im-posizione diretta (con

particolare riferimento ai capital gain). Ciò potrebbe incentivare anche gli in-vestimenti in project bond da parte di compagnie assicurative e organismi di investimento collettivo del rispar-mio, che hanno titolo, in base ad una normativa ad hoc ad essi applicabili, a riversare sui propri clienti/investitori il regime di favore applicabile ai titoli del debito pubblico da essi detenuti (i.e. imposizione del 12,5% in luogo dell’or-dinario 20%», aggiunge la Gregori.

© Riproduzione riservata

LE PRIME VALUTAZIONI IN UN CONVEGNO ORGANIZZATO DA LEGANCE E ACADEMY DI BORSA ITALIANA

Uno strumento innovativo, ma occhio alla bancabilità dei progettiMY DI BORSA ITALIANAMY DI BORSA ITALIA

E ora la palla passi all’Unio-ne europea. Che deve favo-rire, anche con incentivi di tipo fiscale, l’utilizzo del-lo strumento finanziario. «L’iniziativa dei project bond è la chiave per fi nanziare le infrastrutture e la crescita economica», ha detto pochi giorni fa il presidente di Cassa depositi e prestiti, Franco Bassanini, nel corso della quarta Conferenza in-ternazionale del Long Term Investors’ Club. «Le grandi banche di sviluppo europee potrebbero unire le forze per creare fondi di debito per fi nanziare le infrastrutture e gli altri investimenti di lun-go periodo».

Secondo l’ex ministro della funzione pubblica, per fa-vorire il fi nanziamento delle infrastrutture e delle pmi servirebbe «una nuova long term refi nancing operation della Bce, ma con scadenza a 6-9 anni, e un preciso vin-colo di destinazione al fi nanziamento a medio termine dell’economia reale».

Il presidente di Cdp ha sollecitato anche la creazione, a livello Ue, di «nuovi strumenti europei, sia dal lato dell’equity, sia del debito». Sul fronte dell’equity, in parti-colare, l’ex ministro ha ricordato come la collaborazione di alcuni membri del Club investitori abbia già generato tre esempi concreti: i fondi infrastrutturali Marguerite ed InfraMed e il fondo European energy effi ciency.. Però, assieme a questi nuovi strumenti, l’Europa deve anche ri-vedere le proprie norme, modifi cando il sistema di regole prudenziali e contabili che «attualmente penalizzano gli investimenti di lungo termine e la propensione degli inve-stitori istituzionali a investire nelle infrastrutture come assetclass» (da Basilea III e Solvency II agli Ifsr).

Sara Seligassi© Riproduzione riservata

Anche l’Ue deve fare la sua parte

LE PRIME VALUTAZIONI IN UN CONVEGNO ORGANIZZATO DA LEGANCE E ACADEMPRIME VALUTAZIONI IN UN CONVEGNO ORGANIZZATO DA LEGANCE E ACADEMMEM

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Le modifiche introdotte alla disciplina fiscale delle obbligazioni di progetto dovrebbe permettere una loro estesa diffusione. L’intervento mitiga il regime

di imposizione diretta degli in-teressi in capo agli obbligazio-nisti, il regime di deducibilità degli interessi in capo alle c.d. società di progetto e il regime di imposizione indiretta delle garanzie a servizio dei project bond», dice Raffaele Villa, re-sponsabile del dipartimento Tax di Watson Farley Williams. «Tuttavia, la portata delle mo-difiche di natura fiscale ha un effetto limitato nel tempo, es-sendo le stesse applicabili alle sole emissioni di project bond effettuate nel triennio successi-vo all’entrata in vigore del decreto crescita».

Domanda. Quali modifi che ritiene parti-colarmente signifi cative?

Risposta. In particolare, l’art. 1 del decreto crescita per quanto concerne gli investitori obbli-gazionisti, ha previsto l’applicazione agli interessi dei project bond del medesimo regime fi scale dei titoli del debito pubblico. Pertanto, gli interessi delle obbligazioni di progetto percepiti da per-sone fi siche residenti in Italia sono soggetti al regime dell’imposta sostituiva del dl n. 239/1996 con aliquota del 12,5%, mentre sono esenti da imposizione gli interessi corrisposti a investitori residenti in paesi white list.

D. E sul trattamento fi scale?R. I redditi diversi realizzati attraverso la ces-

sione o il rimborso dei project bond, i cosiddetti capital gain, rimangono esclusi dal trattamento

di favore, rimanendo soggetti ad aliquota del 20%. Concor-rono, invece, integralmente a formare il reddito imponibile gli interessi e i capital gain sui project bond in capo ai sog-getti Ires. Nessuna tassazione alla fonte è poi applicabile agli interessi percepiti da fondi di investimento e fondi pensione in quanto soggetti «lordisti». Considerata l’assimilazione ai fini fiscali degli interessi derivanti da project bond agli interessi sui titoli del debito pubblico, potrebbe ritenersi

applicabile l’aliquota del 12,5% invece del 20% alle distribuzioni dei fondi e ai proventi distribu-iti ai possessori di polizze assicurative qualora i fondi e le compagnie di assicurazione investano in project bond.

D. Il Decreto crescita ha limitato l’appli-cazione in alcune fattispecie?

R. Si ha escluso l’applicazione, in capo agli emittenti delle obbligazioni di progetto, del pe-nalizzante regime di (in)deducibilità degli in-teressi passivi previsto dalla legge 549/1995. Pertanto, gli interessi dei project bond emessi dalle società di progetto risultano integral-mente deducibili ai fi ni dell’Ires.

RAFFAELE VILLA, WATSON FARLEY WILLIAMS

La leva tributaria è fondamentale ma ha una portata temporale limitata

Raffaele Villa

Claudia Gregori Monica Colombera

Franco Bassanini

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VIIILunedì 22 Ottobre 2012 DIRITTO & FAMIGLIA

La Cassazione: la valutazione reddituale è complessiva e non limitata agli introiti attuali

Le spese di visita se le paga l’exI costi sostenuti per andare a trovare i fi gli non vanno divisi

Pagina a cura DI DEBORA ALBERICI

L’ex coniuge che rag-giunge il figlio in un’altra città per esercitare il diritto di

visita non ha diritto alla ripar-tizione delle spese. Non solo. La valutazione complessiva delle risorse reddituali del genitore, non circoscritta agli introiti at-tuali, deve essere estesa a quel-li che egli è in grado di procu-rarsi impiegando interamente le sue energie lavorative.

Sono questi i principi affer-mati dalla Corte di cassazione che, con la sentenza 17189 del 9 ottobre 2012, ha respinto il ricorso contro la decisione del-la Corte d’appello di Brescia che ha disposto l’affi damento condiviso del figlio naturale collocandolo prevalentemente presso la mamma.

Il caso. La vicenda riguar-da una coppia di Brescia. I due non si erano mai sposati, ma dalla loro relazione senti-mentale era nato un bambino. Poco dopo si erano separati e il Tribunale dei minori aveva collocato il piccolo presso la madre, disponendo comunque l’affi damento condiviso.

A un certo punto lei si era trasferita in un’altra città. Quindi l’uomo, per esercitare il diritto di visita, doveva so-stenere delle spese. Aveva fatto domanda al giudice di merito affi nché queste fossero decur-tate dal mantenimento, ma la Corte aveva respinto. Ora la Cassazione ha reso defi nitiva la decisione.

Le motivazioni. La prima sezione civile, in linea con la Corte di merito ha ritenuto equa la somma dell’assegno, 250 euro al mese, non solo per la capacità di lavoro professio-nale o casalingo di ciascuno dei genitori il cui apprezzamento implica anche una valorizza-zione delle potenzialità red-dituali, indipendentemente dalla situazione contingente, ma anche dalla valutazione complessiva delle somme ne-cessarie per la vita e la crescita del bambino. Infatti, ribadisce la Suprema corte che «la com-misurazione di tale contributo non è legata esclusivamente alla quantifi cazione delle so-stanze e del reddito del geni-tore non convivente, ma anche alla considerazione del mini-mo essenziale per la vita e la crescita del fi glio, da valutarsi in relazione alla sua età e alle condizioni socio-economiche del nucleo familiare. Il dovere di mantenere, istruire ed educare i fi gli, ai sensi dell’art. 147 cc, obbliga, infatti, i genitori a far fronte a una molteplicità di esi-genze, non riconducibili al solo obbligo alimentare, ma estese all’aspetto abitativo, scolasti-co, sportivo, sanitario e sociale,

nonché all’assistenza morale e materiale e all’opportuna pre-disposizione di una stabile or-ganizzazione domestica, idonea a rispondere a tutte le necessi-tà di cura e di educazione: tali esigenze costituiscono oggetto dell’art. 155 cc il quale, nel di-sporre che ciascuno dei genitori provvede al mantenimento dei fi gli in misura proporzionale al proprio reddito, precisa che, a tal fine, occorre tener con-to delle «risorse economiche» di entrambi i genitori e della valenza economica dei compiti

domestici e di cura assunti da ciascuno di essi, in tal modo ri-collegandosi al dettato dell’art. 148 che impone di far riferi-mento, nella quantificazione dell’obbligo contributivo, non solo alle rispettive sostanze, ma anche alla rispettiva ca-pacità di lavoro professionale o casalingo. Quest’ultimo ele-mento implica, in particolare, una valutazione complessiva delle risorse reddituali del ge-nitore, non circoscritta agli in-troiti attuali, ma estesa a quelli che egli è in grado di procurarsi

impiegando interamente le sue energie lavorative, al fi ne di as-sicurare la soddisfazione delle esigenze del fi glio, in misura adeguata al pregresso tenore di vita della famiglia e comun-que non inferiore a quella im-posta dai bisogni primari del minore».

© Riproduzione riservata

Per la competenza del giudice della sepa-razione conta l’ultima residenza comune anche in caso di abbandono del tetto co-niugale. Il tribunale territorialmente com-petente per la separazione personale è da individuare nel luogo di ultima residenza comune della coppia nonostante la moglie abbia abbandonato il «tetto coniugale»: questo implica la sussistenza di una casa comune.

Lo ha sancito la Cassazione che, con la sentenza 17382 dell’11 ottobre 2012, ha respinto il ricorso contro l’ordinanza del tribunale di Ravenna che dichiarando la propria incompetenza per territorio, ha indicato il tribunale di Forlì come compe-tente per il giudizio di separazione perso-nale tra i due coniugi, affermando che in virtù della disposizione contenuta nell’ar-

ticolo 706 cpc, come modificato dalla legge 80/2005, il tribunale territorialmente com-petente per la separazione personale dei coniugi va individuato in base al criterio prioritario del luogo di ultima residenza comune dei coniugi, nella specie risultante nel circondario del tribunale di Forlì, men-tre il riferimento al luogo di residenza o domicilio del coniuge convenuto operereb-be soltanto nell’ipotesi di insussistenza, ab initio, di una casa familiare comune.

Spiega Piazza Cavour che «ai fini dell’in-dividuazione del tribunale competente per territorio sulla domanda di separazione personale dei coniugi, tale luogo deve es-sere identificato con l’ultima residenza co-mune dei coniugi, non potendosi ricorrere al foro subordinato della residenza o del domicilio della parte convenuta».

Giudice competente, fa fede l’ultima residenza

Nelle cause di separazione e divorzio per il compenso dell’avvocato si applica lo scaglione del valore indeterminabile. Nelle cause di separazione e divorzio per il compenso dell’avvocato si applica lo scaglione del valore indeterminabile, non essendo possibile fondare la parcel-la sull’assegno di mantenimento. Ciò so-prattutto quando l’attività del legale è stata molto impegnativa.

Lo ha sancito il tribunale di Vicenza che, con la sentenza 597/2012, ha conferma-to il decreto ingiuntivo emesso a carico di un ex marito che era riuscito, grazie all’attività difensiva, a corrispondere alla moglie non più di 300 euro al mese.

L’uomo, nel giudizio di opposizione a

decreto ingiuntivo, aveva chiesto, nono-stante l’attività del suo legale fosse stata molto impegnativa, di calcolare la parcel-la sulla base dell’assegno.

Ma per il Tribunale nulla da fare: in sen-tenza si legge infatti che in una causa di separazione consensuale, per determina-re l’onorario spettante all’avvocato, oc-corre riferirsi al valore della controver-sia, determinato in base alle norme del codice di procedura civile ed è pertanto da ritenersi di valore indeterminabile la controversia di separazione dei coniugi, non incidendo in alcun modo sulla deter-minazione del valore della controversia l’ammontare delle richieste economiche connesse.

Compensi avvocati, si applica lo scaglione indeterminabile

Il principio

«La commisurazione del contributo economico del genitore obbligato non è legata esclusivamente alla quantii cazione delle sostan-ze e del reddito del genitore non convivente, ma anche alla considerazione del mini-mo essenziale per la vita e la crescita del i glio, da valutarsi in relazione alla sua età e alle condizioni socio-economiche del nucleo familiare. Il dovere di mantenere, istruire ed edu-

care i i gli, ai sensi dell’art. 147 Cc, obbliga infatti i genitori a far fronte a una molteplicità di esigenze, non riconducibili al solo obbligo alimentare, ma estese all’aspetto abitativo, scolastico, sportivo, sanita-rio e sociale, nonché all’as-sistenza morale e materiale e all’opportuna predisposizione di una stabile organizzazione domestica, idonea a rispon-dere a tutte le necessità di cura e di educazione».

L’adulterio costa anche se apparente

Addebito della separazione al marito anche per «adulte-rio apparente». La separazio-ne è addebitabile al marito per «adulterio apparente» se l’uomo frequenta «un’amica» apertamente e in modo as-siduo. Tale condotta mette a repentaglio il rapporto della coppia. Lo ha sancito al Cas-sazione che, con la sentenza 17195 del 9 ottobre 2012, ha respinto il ricorso contro la de-cisione della Corte d’appello di Cagliari che aveva dichiarato la separazione addebitabile a un 60enne che portava sempre

un’amica in casa, non festeg-giava il Natale senza di lei. La prima sezione civile, in linea con la Corte sarda, ha ravvisa-to la sussistenza di un «adul-terio apparente», sulla base della frequentazione assidua, anche nella stessa casa fami-liare. Proprio dalla nascita di tale frequentazione era mu-tato in senso negativo il com-portamento verso la moglie, confermato da vari testimoni. Ma non solo. Alla richiesta della moglie di interrompere la frequentazione con la don-na, l’uomo ha apparentemente esaudito il volere della consor-te ma, in realtà, ha continua-to di nascosto a frequentare l’altra. Insomma, ricoprire la veste di «accompagnatore e paladino» dell’«altra», mal si concilia con un generico rap-porto di amicizia, che mette in discussione la sopravvivenza stessa della famiglia.

La sentenza sul sito www.italiaoggi.it/docio7

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43Lunedì 22 Ottobre 2012

Supplemento a cura di FRANCA FLORIS

[email protected]

SUAntonio Mastrapasqua. Il presidente dell’Inps parte a te-sta bassa contro il governo e la spending review: niente tagli e niente riduzioni di stipendio per i dipendenti dell’Istituto

GIÙL’aggiornamento professionale pressoché esclusiva delle grandi

aziende. Poche le pmi che investono in corsi per i propri dipendentip p p p pp p p p p

Pochiinformazione

Una donna su due in Italia non lavoraIn Italia la partecipazione femminile al mercato del lavoro rimane tra le più basse d’Europa: quasi una donna su due è inattiva (ovvero, non lavora il 48,5% delle donne, a fronte della media Ue del 35,1%). Peggio di noi fa soltanto Malta con un tasso del 55,9%. Il dato emerge dall’Osservatorio sull’imprenditoria femminile curato dall’Ufficio studi di Confartigianato. Per l’occupazione femminile le cose peggiorano, e di molto, nelle regioni del Mezzogiorno dove, in media, lavora una donna su quattro: la Campania fa registrare il record per il più basso tasso di occupazione femminile, 20,4%, uguale a quello del Pakistan e di poco superiore a quello del Libano, dello Yemen e della Mauritania.

Ritorna a Bolognala Borsa del placementSarà il lavoro femminile a monopoliz-zare i lavoro della Borsa del place-ment 2012, l’evento in programma a Bologna il 30 e il 31 ottobre che riunisce i responsabili risorse umane delle aziende e i dirigenti degli uffi ci placement delle università, italiane ed estere, per allineare domanda e offerta di lavoro, rinnovare il dialogo sui percorsi di formazione e favorire l’occupazione dei neolaureati. All’evento sono attesi oltre 300 delegati in rappresentanza di 150 enti tra università italiane e straniere e aziende multinazionali.

La metà delle aziende ediliin situazione di irregolaritàOltre la metà (il 59%) di 18.207 aziende edili passate al setaccio è stata trovata «in una situazione di irregolarità». E, all’interno, c’erano poco meno di 3.700 persone che stavano svolgendo un’attività, ma erano completamente in nero. È il bilancio delle ispezioni del ministero del lavoro e dell’Arma dei carabinieri da cui emerge che la regione della penisola con la più elevata percen-tuale di irregolarità spetta al piccolo Molise (94%), seguito dalla Liguria (78%) e dalla Calabria (77%).

Sicurezza più facile per gli acconciatoriSicurezza sul lavoro più facile per i parrucchieri. L’Agenzia europea per la salute e la sicurezza sul lavoro, Eu-Osha, ha sviluppato uno specifico strumento di valutazione interattiva dei rischi online, OiRA. Si tratta di un’applicazione web gratuita e di facile utilizzo che permetterà alle circa 100 mila attività di acconciatu-ra italiane di ricevere assistenza online nella valutazione e nella gestione dei rischi sui luoghi di lavoro allo scopo di prevenire infortuni e malattie.

SCELTI & PRESCELTI

Filippo Patroni Griffi . Il governo bastona la p.a. con tagli e blocco di stipendi. E dal ministro arriva la carota, chiedendo «agli esperti» di-pendenti pubblici consigli su come semplifi care la burocrazia

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44 Lunedì 22 Ottobre 2012 L’ I N C H I E S TA

Pochissime piccole e medie imprese puntano sulla formazione dei dipendenti per crescere

L’aggiornamento professionale?Un’esclusiva delle grandi aziende

Pagine a curaDI SIBILLA DI PALMA

La formazione aziendale in Italia non gode buona sa-lute e la crisi ha ridotto la tendenza delle imprese a

investire risorse e tempo nell’ag-giornamento dei propri dipendenti. Sul territo-rio nazionale non man-cano, però, le iniziative per avvicinare le azien-de, soprattutto pmi, al mondo della formazio-ne e per promuovere il training professionaliz-zante come occasione di ingresso nel mondo del lavoro.

Aziende: forma-zione scarsa e poco strategica. Secondo un’indagine realizzata da Expotraining, la fi e-ra della formazione che si terrà a Milano il 25 e il 26 ottobre, le aziende si mostrano poco attente all’aggiornamento professiona-le dei propri dipendenti. In base alla ricerca, infatti, solo il 10% delle piccole e medie aziende ha dichiarato di aver fatto forma-zione professionale nel 2011 e la stessa percentuale afferma di volerla attuare nel 2012. Il numero di aziende che fanno formazione e che intendono far-la nel 2012 aumenta, anche se non di molto, con il salire della dimensione aziendale: tra le im-prese con 100-300 dipendenti, infatti, la percentuale di quelle che fanno formazione è del 15% per ciò che riguarda il 2011, scendendo, però, fi no al 5% se si prendono in considerazione gli investimenti programmati in formazione per l’anno in corso. La situazione sembra migliora-re nelle aziende grandi e molto grandi: le imprese con un nu-mero compreso tra i 301 e i 500 dipendenti che hanno investito in formazione nel 2011 sono il 26%; di queste solo il 15% ha dichiarato un investimento per il 2012. Mentre tra le realtà con un numero di dipendenti sopra i 500 e fi no a 1.000 che ha fatto formazione nel 2011 la percentuale è del 35% con una previsione di investimento nel 2012 del 32% del campione. So-pra i mille dipendenti, invece, le aziende virtuose sono il 50% nel

2011 e solo il 45% ha dichiarato un investimento in formazione professionale per il 2012. Anche dal punto di vista delle discipli-ne e degli argomenti trattati dai corsi realizzati la situazione è poco felice. I temi più gettonati riguardano, infatti, soprattutto

competenze di base, come l’inglese, l’in-formatica e la sicurezza sul lavoro, a scapito di percorsi su t e m a t i c h e strategiche come il mar-keting, la co-municazione o il manage-ment.

Infine, un altro elemen-

to considerato dalla ricerca sono le fonti di fi nanziamento: le aziende fi no a 100 addetti di-pendono quasi totalmente (per il 95%) dalla formazione fi nan-ziata (fondi paritetici interpro-fessionali, fondo sociale euro-peo, legge 236) nel progettare gli interventi formativi. Nella fascia tra 100 e 300 dipendenti la quota è del 15% e del 25% tra le organizzazioni fra i 300

e i 500 addetti. Solo la grande impresa si distingue con il 32% (500-1.000 dipendenti) e 50% (gruppi oltre mille addetti) che destinano risorse proprie alle attività di formazione.

I progetti per avvicinare le pmi alla formazione. Sul territorio, però, non manca-no le iniziative che mirano ad aiutare soprattutto le piccole e medie imprese ad avvicinarsi al mondo della formazione. Le imprese della fi liera meccanica, per esempio, hanno dato vita ad AssoMec, aggregazione su base volontaria tra le aziende del settore che hanno scelto di pri-vilegiare la via della qualità e dell’innovazione rispetto a una politica aziendale improntata solo sul taglio dei costi. L’as-sociazione, che lo scorso anno ha seguito gratuitamente oltre 350 pmi manifatturiere, opera attraverso degli esperti in poli-tiche di sviluppo aziendale in-caricati di cogliere i fabbisogni delle imprese e di tradurli in piani formativi personalizzati. «Le pmi hanno voglia di fare e di aggiornarsi», sottolinea Bar-bara Pigoli, presidente di Asso-mec, «quindi il problema sta nel rendere più semplice l’accesso ai fondi e fare in modo che i soldi dei fi nanziamenti pubblici ven-

gano ben spesi dalle aziende. I nostri interventi prevedono non a caso anche una valutazione fi -nale degli effetti concreti della formazione sull’azienda». L’as-sociazione ha poi dato vita allo Sportello Impresa, «un servizio di consulenza e supporto gra-tuito disponibile per le aziende ogni primo e terzo mercoledì del mese», prosegue Pigoli, «che permette di ricevere assistenza e conoscere le opportunità di fi -nanziamento per internaziona-lizzare, innovare e sviluppare la propria azienda, oltre a ricevere informazioni sulla possibilità di accedere a fi nanziamenti a fon-do perduto per la formazione». L’associazione ha inoltre patro-cinato la seconda edizione del riconoscimento «Dal dire al fare. Premio Imprese di successo» cui hanno partecipato tutte le picco-le e medie imprese meccaniche che hanno aumentato il proprio vantaggio competitivo grazie alla riqualifi cazione e alla for-mazione del proprio personale.

La formazione come ac-cesso al mondo del lavoro. La formazione diventa anche occasione per approcciarsi al mondo del lavoro. La Fondazio-ne con il Sud, per esempio, sta promuovendo una serie di ini-ziative legate alla formazione

professionalizzante. Tra questi, il progetto So.S Scampia (So.li-darietà e S.viluppo a Scampia) che ha coinvolto oltre 3 mila re-sidenti, soprattutto giovani, in corsi professionali, laboratori artistici e di recupero scolastico, eventi sportivi e visite guidate. Un’iniziativa che ha avuto rica-dute anche dal punto di vista oc-cupazionale: in totale, i laborato-ri professionalizzanti realizzati, tra cui quello di falegnameria, elettricista, estetista e parruc-chiera, hanno favorito l’inseri-mento lavorativo di 42 ragazzi, mentre quattro giovani del cor-so di formazione per impiantisti elettrici che hanno svolto un pe-riodo di tirocinio presso il Con-sorzio del Bo sono stati assunti dall’azienda napoletana con un contratto d’apprendistato. A Lec-ce, invece, sempre la Fondazione con il Sud ha sostenuto un pro-getto in cui sono stati realizzati dei laboratori professionali per artigiani cartapestai e restau-ratori che hanno coinvolto 32 giovani. Al termine del percorso formativo dieci ragazzi hanno costituito la cooperativa sociale «Fatti di carta» che promuove l’accostamento a una produzione artistico-artigianale di tipo tra-dizionale a forme di produzione più dinamiche.

Rendere la formazione professionale obbligato-ria e puntare sulla riqua-lificazione dei lavoratori: queste le linee guida da seguire secondo Carlo Barberis, fondatore di Expotraining, per rilan-ciare la competitività del sistema paese. «Il tema di quest’anno è creare un manifesto per la rifor-ma della formazione che lanceremo attraverso una sottoscrizione di firme per proporlo alle istituzioni e che verrà presentato con il convegno di apertura dell’evento», spiega. Nel dettaglio, il manifesto si articola in quattro punti cruciali: in primo luogo, creare e sviluppare una

coscienza collettiva sulla formazione e assicurare la trasparenza nella ge-stione dei fondi contro le irregolarità e le frodi. «Ma anche garantire la buona formazione per i lavoratori», prosegue Barberis, «creando un ente bilaterale in grado di certificare i processi formativi garantendo-ne la qualità». L’ultimo punto riguarda, infine, la riqualificazione dei lavoratori che si trova-no per esempio in cassa integrazione.

«Allo stato attuale ci sono circa 800 mila

cassa integrati, molti dei quali non rientreranno più in azienda. L’unica

strada percorribile in questo caso è la loro riqualificazione, attraverso una task force per l’emergenza occupazio-nale. Occorre, cioè, stabilire di quali professionalità ha bisogno il territorio, orientando gli operai verso i mestieri che offrono subito una possibilità di lavoro».

L’altra proposta che verrà esplicita-ta nel corso dell’evento riguarda la ri-chiesta di creare una legge che obbliga le aziende a fare formazione.

«Molti dei fondi disponibili oggi non vengono utilizzati dalle imprese, per questo secondo noi sarebbe auspica-bile estendere l’obbligatorietà della formazione che vale, ad esempio, per i professionisti anche alle aziende. La filosofia di fondo dovrebbe essere: o fai formazione o paghi più tasse perché non aggiornandoti ostacoli la competi-tività del sistema paese», conclude.

PARLA CARLO BARBERIS

Percorsi obbligatori per rilanciare la competitività

Barbara Pigoli

Carlo Barberis

Percentuale aziende che ha avviato programmi formativi 2011

Percentuale aziende che intende avviare in futuro programmi formativi 2012

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45Lunedì 22 Ottobre 2012Lunedì 22 OttobL’ I N C H I E S TA

Strategie mirate per i managerL

a crisi impatta anche sulla for-mazione manageriale, spingendo le aziende a orientarsi verso stra-tegie più mirate nella program-

mazione dei percorsi formativi, con scelte tematiche precise e indirizzate a poche e selezionate persone. Mentre la congiuntura negativa non ferma lo sviluppo, anche in Italia, delle corpora-te university, scuole aziendali dedicate alla formazione dei dipendenti.

Formazione manageriale in calo. Secondo i dati dell’indagine «Osserva-torio Asfor 2012» sulla domanda di for-mazione manageriale, alla quale hanno partecipato capi del personale, respon-sabili della formazione e di corporate university di oltre 70 grandi e medie aziende italiane, nonostante positive eccezioni, gli investimenti in formazio-ne hanno risentito negli ultimi mesi in modo signifi cativo della recessione che sta interessando il paese. Con una attesa diffusa riduzione nel 2012 dei budget impiegati per il training rispet-to al 2011. In particolare, rispetto allo scorso anno sono in aumento le impre-se che intendono diminuire le risorse fi nanziarie dedicate alla formazione (il 34,8% contro il 17,7% nel 2011); men-tre la percentuale di quelle che inten-dono aumentare il budget si riduce al 12,1% (nel 2011 erano il 26,5%); il 40,9% contro il 54,5% dello scorso anno dichiara, invece, di volerlo mantenere stabile. Una tendenza che però sembra aver coinvolto solo marginalmente le grandi aziende. «Nonostante la tur-bolenza economica, le grandi imprese hanno comunque una loro strategia di formazione e continuano a investire», sottolinea Mauro Meda, segretario ge-nerale di Asfor. «L’incertezza maggiore è prevista per l’anno prossimo a causa dell’insicurezza sui mercati. A utilizza-re maggiormente la formazione resta-no soprattutto le grandi aziende come leva di competitività in una logica di competizione internazionale. Mentre le pmi sono più legate all’attività quo-tidiana e mostrano scarsa capacità di andare oltre il giorno per giorno».

I fondi interprofessionali e i fornitori. Un altro dato signifi cativo che emerge dal rapporto di Asfor è la conferma di una tendenza che aveva tenuto banco già negli scorsi anni: la quasi totalità delle organizzazioni

interpellate ricorre al fi nanziamento delle attività di formazione soprattutto attraverso i fondi interprofessionali e in particolare per realizzare program-mi di formazione svolti con la meto-dologia dell’aula. Dal punto di vista dei contenuti, invece, i principali ri-guardano l’aggiornamento delle skills manageriali, lo sviluppo di competenze professionali, le tematiche riguardan-ti le lingue e la sicurezza sul lavoro, e, infi ne, il supporto a progetti azien-dali considerati strategici (quali, ad esempio, il change management). «La tendenza a utilizzare i fondi è propria delle grandi aziende, che costruiscono ad hoc i programmi con l’aiuto delle società di consulenza», prosegue Meda. «Mentre le pmi incontrano alcune dif-fi coltà: i fondi vengono infatti conside-rati ancora di diffi cile gestione e rendi-contazione nonostante ci sia stata una semplifi cazione delle procedure negli ultimi tempi».

Imprese più attente al rapporto qualità/prezzo. Per quanto riguarda invece i fornitori, con la riduzione dei budget, gran parte delle imprese pone un’attenzione ancora mag-giore al rapporto qualità dell’offerta e prezzo propo-sto, richiedendo una forma-zione sempre più persona-lizzata nell’ambito di una attenta gestione dei costi. E con strategie di formazione focalizzate su tre priorità: l’aggiornamento delle com-petenze professionali e ma-nageriali, lo sviluppo della leadership e il miglioramen-to dell’effi cienza dei princi-pali processi aziendali (ad esempio, lean production e programmi di riduzione co-sti). Le organizzazioni che hanno par-tecipato all’indagine ritengono, infi ne, che i fornitori di formazione debbano effettuare un ulteriore sforzo per mi-gliorare l’innovatività delle proposte in termini di contenuti e metodologie e la capacità di comprensione delle esigen-ze e dei bisogni del cliente.

La crisi non ferma le corporate university. All’interno del sistema della formazione manageriale spicca-no le corporate university, cioè scuole aziendali dedicate alla formazione dei dipendenti. Nate anche in Italia sulla

scia del modello americano, oggi ne esi-stono circa una trentina. Precisamente 26 secondo il censimento attuato dalla Fondazione campus studi del Mediter-raneo, concentrate in sette regioni del Centronord: Lombardia, Piemonte, Ve-neto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Ro-magna, Toscana e Lazio. In media, ogni

gruppo investe quasi 10 milioni all’anno in formazione per un to-tale di 2,3 milioni di ore di training. «Le corporate university si stanno rafforzan-do anche con la crisi sulla scia delle nuo-ve priorità aziendali: sviluppo di compe-tenze specialistiche e di skills manageriali trasversali», spiega Meda. «La realtà più importante in Italia è l’Eni, che nel 2001

ha fondato la sua corporate university; altre, invece, si stanno consolidando. Una realtà interessante, per esempio, è la Bosch che ha un’academy inter-na che però eroga formazione anche all’esterno. Oppure Illy con l’universi-tà del caffè». Oltre a quelle già citate spicca anche Enel con Enel university; negli ultimi anni, inoltre, anche alcune aziende medio-grandi hanno dimostra-to di credere nello strumento dell’aca-demy aziendale. Alcuni esempi: la Lan-di Renzo corporate university, la Geox corporate university, la scuola Barilla

Lab, il Ferrero Geie Learning Lab o la Mediolanum corporate university. Tra le altre che completano l’elenco delle 26 ci sono Alcatel Lucent, Ange-lini Farmaceutica, Chloride Academy, Diesel, Fs Formazione, Generali Group Innovation Academy, Hera, Ibm, Isvor Fiat, Scuola Kedrion, Kpmg Knowled-ge Academy, Nokia-Siemens, Poste Ita-liane, Reale Mutua Assicurazioni, Seat corporate university, Tenaris Dalmine e UniManagement.

Da un punto di vista tecnico, i corsi delle corporate university hanno per il 90% una durata inferiore ai cinque giorni; i budget impiegati provengono per il 71% da risorse aziendali, per il 18% da fondi interprofessionali, per il 9% da corsi interaziendali e per il re-stante 2% da clienti o partner.

Dal punto di vista dei contenuti, in-vece, il focus è incentrato soprattutto sulle lingue, sulla logistica, sulla pro-duzione e sulle competenze tecniche. Negli ultimi tempi, però, la crisi ha spinto a una maggiore personalizza-zione delle attività di formazione sulla base delle specifi che esigenze delle li-nee aziendali, ad ampliare le attività di formazione fi nanziata, a modifi care le priorità formative in base all’ana-lisi della domanda, e in alcuni casi a lasciare maggior spazio alla docenza interna. Da ultimo è stata ridotta la durata media dei programmi, mentre a riscuotere maggiori consensi sono ri-masti la formazione frontale in aula, il training on the job, il coaching e l’e-learning.

In arrivo la prima corporate univer-sity italiana rivolta al settore agro-meccanico, agricolo e agroalimenta-re. La nuova istituzione si chiamerà Confai Academy ed è stata voluta dalla Confederazione agromeccanici e agricoltori italiani per far fronte ai crescenti bisogni formativi del setto-re primario e favorire l’ingresso dei giovani nel comparto. Partendo dalla meccanizzazione agricola, ma senza dimenticare aspetti come la gestione aziendale o la strategia d’impresa, la scuola, che sarà operativa dal prossi-mo gennaio, si occuperà di sviluppare percorsi formativi in linea con le ri-chieste del mercato o previsti dalle normative del comparto e si impegne-rà a realizzare approfondimenti sui temi di maggiore attualità per tutte le imprese legate alla fi liera agricola e agroalimentare. «La scuola», precisa

il coordinatore nazionale di Confai, Sandro Cappellini, «comprenderà an-che un osservatorio economico e un centro studi, due strutture comple-mentari atte a supportare i processi formativi dell’organizzazione con atti-vità di studio, analisi e ricerca, realiz-zate in collaborazione con università, istituzioni pubbliche ed enti privati». Tra le funzioni di Confai Academy ci sarà anche quella di supportare i giovani nell’inserimento nel mondo del lavoro nel settore agromeccanico e agricolo, tramite la collaborazione con le università. Tra i primi corsi messi in cantiere dall’accademia ci saranno quelli relativi alla speciale abilitazione che il decreto 81/2008 im-pone agli operatori del settore agrico-lo e agromeccanico per la conduzione di trattori, escavatori e attrezzature agricole.

CONFAI ACADEMY

L’agricoltura si fa l’universitàUnire formazione e lavoro. A Torino accade nella Piazza dei Mestieri, una palazzina di 12 mila mq distribuiti su tre piani un tempo adibita a conceria e in seguito ristrutturata da enti pubbli-ci e fondazioni per farne la sede di una serie di corsi di formazione. La Piazza ospita laboratori artigianali e di for-mazione per tutti quei giovani, dai 14 ai 17 anni, decidono di abbandonare la scuola e sono alla ricerca di un’oc-casione per costruirsi una qualifica professionale e un lavoro. Il progetto permette, infatti, di ottenere un diplo-ma professionale frequentando un per-corso triennale/quadriennale dove si studiano materie come la matematica, la letteratura e le lingue straniere, ma si fa anche tanta pratica in laboratori che riproducono reali ambienti di lavo-ro. All’interno si imparano i mestieri della tradizione: ci sono una tipografia,

un birrificio, un laboratorio di cioccola-to che vendono i loro prodotti e servizi anche sul mercato. E corsi gratuiti di ristorazione per barman, camerieri, cuochi, panettieri e pasticceri, oltre a lezioni di acconciatura ed estetica. Qualche numero: ad oggi sono quasi 3 mila i giovani che hanno frequen-tato o frequentano la Piazza, di cui il 15% stranieri (mentre circa il 67% dei ragazzi dopo i tre anni di corso trova lavoro in un settore coerente con il proprio percorso formativo). Lo scor-so anno, inoltre, ha aperto i battenti Piazza 2, un nuovo complesso di circa 5 mila mq dove i ragazzi già in posses-so di un diploma possono frequentare laboratori di innovazione e tecnologie multimediali. Mentre a novembre Piazza dei Mestieri debutta a Catania con attività che coinvolgeranno da su-bito 150 giovani del territorio.

PIAZZA DEI MESTIERI

Aule e laboratori insieme

Mauro Meda

Le corporate university in Italia

Eni corporate universityRobert Bosch KollegUniversità del caffèEnel universityLandi Renzo corporate universityGeox corporate universityBarilla LabFerrero Geie Learning LabMediolanum corporate universityAlcatel Lucent universityAngelini Farmaceutica Chloride AcademyDiesel

Fs FormazioneGenerali Group Innovation AcademyHera Ibm Isvor FiatScuola KedrionKpmg Knowledge AcademyNokia-SiemensPoste ItalianeReale Mutua AssicurazioniSeat corporate universityTenaris DalmineUniManagement

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46 Lunedì 22 Ottobre 2012 F O R M A Z I O N E

Nel ranking 2012 del Financial Times anche Escp Europe (21° posto) e Bocconi (67esima)

Business school, in vetta l’OrienteIl miglior Mba alla Kellogg-HKUst. Sette asiatiche nella top ten

DI TANCREDI CERNE

Italia a due velocità nell’ultima classifica del Financial Times relativa ai migliori Executive Mba (master in Business Ad-

ministration) al mondo. Se l’uni-versità Bocconi di Milano ha pra-ticamente mantenuto invariata la posizione (salendo dal 67esimo al 66esimo posto sui 100 programmi presi in esame), la business school ESCP Europe con sedi a Parigi, Londra, Madrid, Berlino e Torino ha fatto un leggero salto in avan-ti rispetto all’anno scorso conqui-stando il 21esimo piazzamento (22esima nel 2011). L’ateneo to-rinese si è imposto, tuttavia, al quinto posto sotto il profilo della progressione di carriera, ovvero la crescita professionale ottenu-ta grazie alla frequenza dell’Mba, se si considerano le posizioni rico-perte in azienda prima e dopo il master. «L’Emba offre una vera e propria esperienza di trasforma-zione per executive dall’elevato potenziale», ha spiegato Rober-to Quaglia, direttore generale dell’ESCP Europe in Italia. «La nostra università prepara infatti a posizioni di alto livello manage-riale, in ambiente estremamente dinamico e internazionale. L’Exe-

cutive Mba è concepito in modo tale da permettere ai partecipanti di affiancare la propria attività la-vorativa, ponendoli in contesti al-tamente internazionali e sfidanti. Vogliamo così portare i nostri par-tecipanti a un passaggio di car-riera importante all’interno della loro azienda». A tal punto che l’in-cremento medio di retribuzione a tre anni dalla fine dell’Mba della business school ESCP Europe si attesta al +77% a 237mila dollari. A dispetto del +52% di salario garantito in media dalla frequenza all’Emba Bocconi che dovrebbe consentire di raggiun-gere un livello di stipendio di 142 mila dollari circa. Al di là degli atenei italiani, anche per il 2012 la palma d’oro di miglior master in business administration al mondo è andato al tandem Kel-logg university - Hong Kong UST Business School, seguito dal pro-gramma Emba-Global Americas and Europe offerto dall’america-na Columbia university insieme alla britannica London Business School. Mentre anche sui master la Cina fa passi da gigante piaz-zando due new entry nei primi 11 posti: Ceibs al settimo e Sun Yat-sen Business School all’un-dicesimo.

Scadranno il 17 dicembre 2012 le iscrizioni alla nuova edizione del master in diritto privato europeo della Sapienza-Università degli studi di Roma. Il corso, diretto da Guido Alpa, inizierà il prossimo 11 gennaio

2013 e consiste in un programma

di formazione a l t a m e n t e qualificato in grado di rispon-dere alle molteplici r i ch i e s t e d i c o n o -

s c e n z e e competenze

provenient i dal mondo del

lavoro. I metodi didattici utilizzati,

insieme con l’orientamento interna-zionale del corso, rendono infatti i partecipanti in grado di integrarsi al meglio in un contesto internazio-nale e in continua evoluzione come quello attuale. Giunto alla sua nona edizione, il master è strutturato nella logica di fornire un completamento nella formazione di coloro che in-tendono intraprendere percorsi di crescita professionale e individuale ed è finalizzato allo sviluppo di profi li professionali che consentano di affrontare con successo l’attuale scenario competitivo, attraverso la creazione di una solida cultura giuri-dica europea. Basato su un approccio sistemico e grazie a un giusto mix di didattica ed esperienza sul campo, gli studenti possono approfondire le di-verse aree specialistiche con un’ottica di integrazione e sviluppo del diritto.

Per iscriversi e avere maggiori infor-mazioni, consultare il sito web: www.masterdirittoprivatoeuropeo.it.

C’è tempo fi no al 26 novembre 2012 per inviare la domanda di iscrizione al master in Diritto e management delle amministrazioni pubbliche organizzato da Tsm-Trentino school of management e università degli studi di Trento. Si tratta di un master universitario di II livello che affron-ta le principali tematiche inerenti l’amministrazione e la gestione delle amministrazioni pubbliche alla luce dei contesti ambientali esterni e dei contesti organizzativi interni sempre più dinamici e complessi. Il master, che partirà il prossimo 11 gennaio 2013, si rivolge ad un massimo di 25 partecipanti che seguiranno un progetto formativo che parte dalla consapevolezza che esercitare il ruolo del manager pubblico nelle moderne

amministrazioni richiede un’effi cace integrazione delle competenze azien-dali, giuridiche e di management pubblico. Le opposte spinte che, da un lato, portano le amministrazio-ni a focalizzare le proprie energie sullo sviluppo delle comunità locali e, dall’altro, le orientano verso una sempre più rilevante dimensione internazionale, richiedono infatti un adeguato livello di conoscenze con-cettuali, ma anche concrete abilità di direzione che il master mira a fornire ai propri partecipanti. Per maggiori

informazioni, visita il sito internet del master: www.tsm.tn.it.

Fino al 31 ottobre sono aperte le iscri-zioni al master in Imprenditorialità e strategia aziendale organizzato da Sda Bocconi. Il master, della dura-ta annuale, scatterà il prossimo 10 gennaio 2013 e nasce con lo scopo di creare soggetti idonei a supportare i vertici delle imprese, dalle società di consulenza, e nei settori private equity e venture capital, nell’ambito delle

strategie d’impresa. Il master è aperto a laureati di qualsiasi disciplina con una breve esperienza professionale e con una conoscenza ottima della lingua inglese e dei programmi ap-plicativi e internet. Il master offre un’esperienza a 360°, full-time, per essere «imprenditori», cioè capaci di sviluppare nuove idee, gestire nuovi progetti e cogliere le sfi de del merca-to entrando nei processi di sviluppo delle imprese e nella consulenza aziendale. Un percorso formativo coinvolgente che si arricchisce con la discussione di casi, le esercitazioni e i business game, lo sviluppo di business plan, le testimonianze di imprendito-ri e manager, i progetti sul campo, gli study tour. Per iscriversi e per avere maggiori informazioni, consultare il sito web: www.sdabocconi.it.

Sono aperte fi no al 30 ottobre le pre-iscrizioni al master in Giurista dell’economia e manager pubblico

organizzato dall’università degli studi di Pisa. L’obiettivo del corso, che inizierà il prossimo 30 novembre 2012 e durerà un anno, è quello di fornire ed illustrare, anche attraverso l’esame di numerosi casi aziendali, gli strumenti idonei per sviluppare le competenze e le capacità del cosid-detto «manager della legge», permet-tendogli di integrarsi completamente nella realtà aziendale o dell’ente in cui opera o dovrà operare. Il corso aiuta infatti a fornire le conoscenze giuridiche ed economico-aziendali nell’ottica di una formazione profes-sionalizzante, direttamente mirata a un ingresso qualifi cato nel mondo del lavoro. Obiettivo fi nale del corso è perciò la formazione del giurista d’im-

presa, fi gura professionale che svolge attività di assistenza giuridica in tutti i campi del diritto che coinvolgono la vita dell’impresa sia sotto il profi lo contrat-tualistico-societario, fi scale, fi nanziario che sotto il profi lo contrattualistico internazionale. Per iscriversi e per avere maggiori informazioni, consultare il sito del master: www.mastergemp.it.

a cura di Filippo Grossi

CORSI & MASTER

I migliori al mondo

2012 2011 School name Country

1 1 Kellogg/Hong Kong UST Business School China

2 3 Columbia/London Business School US/UK

3 2 Trium: HEC Paris/LSE/New York University: Stern France/UK/US

4 - Tsinghua University/Insead China/Singapore

5 9 UCLA: Anderson/National University of Singapore US/Singapore

6 4 Insead France/Singapore

7 11 Ceibs China

8 7 University of Pennsylvania: Wharton US

9 15 Washington University: Olin US/China

10 5 University of Chicago: Booth US/UK/Singapore

11 - Sun Yat-Sen Business School China

12 8 IE Business School Spain

12 23 Korea University Business School South Korea

14 13 Iese Business School Spain

15 10 London Business School UK/Dubai

16 6 Duke University: Fuqua US

17 14 CUHK Business School China

18 17 Kellogg/WHU Beisheim Germany

19 - Georgetown University/Esade Business School US/Dubai/Spain

20 16 IMD Switzerland

21 31 ESCP Europe France/UK/Germany/Spain/Italy

66 67 SDA Bocconi Italy

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47Lunedì 22 Ottobre 2012Lunedì 22 Ottobre 2P E R C O R S I

Capacità relazionali e competenze di negoziazione per un professionista in forte ascesa

Uno stratega per fare networkAll’alliance manager l’avvio di partnership tra le aziende

Pagina a cura DI ROBERT HASSAN

La crisi economica ha im-plicato negli ultimi anni una crescente richiesta di manager capaci di ge-

stire un complesso processo di cambiamento e di creare part-nership con altre aziende. Un esempio di dirigente con queste competenze è l’alliance mana-ger, una fi gura che nasce come possibile soluzione a un proble-ma di business e con l’obiettivo di sviluppare essenzialmente nuovi mercati: stringe allean-ze con altre aziende per crea-re nuove nicchie di mercato, è chiamato a valutare, proporre e gestire alleanze e accordi tra l’azienda e gli attori del merca-to per promuovere lo sviluppo di nuovi business e stabilisce quindi le alleanze strategi-che con distributori, riven-ditori, aziende con business compatibili o complementa-ri, al fi ne di incrementare le vendite. Sulla base di un’analisi dello scenario competitivo in cui l’azienda opera, l’alliance manager traccia dunque un obiettivo e un percorso per la società stessa che prevede azioni verso il mercato e verso l’assetto organizzativo in-terno. È un ruolo che opera generalmente nell’ambito commerciale, ma che non ha generalmente né un rapporto diretto con il cliente né un ruo-lo di vendita. È un professioni-sta che deve conoscere a fondo i mercati di riferimento in cui operano i business partner del-la sua azienda e deve sapere agire con padronanza nei me-andri del budgeting, del busi-ness planning e del marketing strategico. Per essere un buon alliance manager inoltre occor-re avere autorevolezza, autono-mia, competenze di analisi e di negoziazione, capacità relazio-nali e commerciali, conoscenza del business e dell’offerta. Inol-tre è richiesta preferibilmente una laurea in discipline econo-miche e occorre avere una pro-fonda conoscenza del settore di riferimento. Questa è una fi gura piuttosto recente, ancora poco diffusa, il cui successo sta nella capacità di consentire l’accesso ai mercati e ai canali distributi-vi del partner, con conseguente incremento delle opportunità commerciali e del brand awa-reness. Chi riveste questo ruolo spesso ha alle spalle un passa-to di responsabile marketing e un’esperienza lavorativa di almeno una decina di anni. La sua retribuzione generalmente può oscillare circa tra i 90 mila e i 120 mila euro lordi l’anno.

Trovare il partner giusto e sapersi reciprocamente gestire, affi nché il sodalizio tra le azien-de in partnership sia profi cuo, deve essere percepito e sosteni-bile fi n dal primo contatto: è un lavoro innanzitutto per profes-

sionisti di alto profi lo personale, non solo competenti e prepara-ti. Questo professionista opera principalmente nell’information technology e nei settori ad alto contenuto tecnologico e, in un eventuale percorso di carriera, può essere valutata la posizio-

ne di direttore com-merciale o direttore vendite indirette. Nello scenario di oggi ciò che il cliente spesso chiede è un prodotto altamen-te tecnologico a un prezzo competitivo, indipendentemen-te dal paese in cui viene realizzato. I prodotti che trovia-mo oggi sul mercato sono realizzati con

tecnologie ad un livello così sofi sticato che un’azienda da sola spesso non riesce ad ave-re, con il risultato che la stessa società non riesce a espandere la propria attività in tempi bre-vi e rimanere al tempo stesso competitiva senza avvalersi di

partners alleati e non è in gra-do di mantenere da sola tutte le tecnologie necessarie a svi-luppare nuovi prodotti o nuovi mercati. La partnership dun-que si presenta spesso come un effi cace strumento che permet-te di acquisire una posizione competitiva forte in un merca-to caratterizzato da una globa-lizzazione sempre più spinta. È indubbio però che l’alleanza in Italia sia un mezzo complesso e oneroso soprattutto a livello di impegno di energie. In questo scenario, la probabilità che le aziende italiane di medie di-mensioni individuino allean-ze in altri paesi piuttosto che nella propria area geografi ca è quindi alta.

Tra i vantaggi offerti dalle partnership e dall’affi damen-

to di attività a servizi esterni rientrano soprattutto i costi ridotti per l’azienda. Talvolta, un partner internazionale può agevolare l’ingresso dell’azien-da in un nuovo mercato, ma è necessaria maggiore cautela e un’attenta rifl essione prima di avviare una partnership internazionale. I responsabi-li di queste aziende straniere potrebbero non disporre delle competenze necessarie per far funzionare le alleanze globali. Tuttavia, nonostante questi aspetti, le alleanze internazio-nali restano generalmente uno strumento piuttosto diffuso.

«Agroittica lombarda, nell’ot-tica di un suo potenziamento sul mercato mondiale del ca-viale sta predisponendo un sistema di alleanze con player primari nel mercato europeo», spiega Sandro Cancellieri, amministratore delegato di Agroittica lombarda. «A que-sto proposito, si sta valutando di costituire delle società di di-stribuzione insieme a partner locali in alcuni importanti pae-si europei per poter introdurre e sviluppare i propri prodotti a marchio Calvisius, attraverso strategie di marketing anche web oriented. Diversa strate-gia invece è stata adottata per i paesi con economia emergente, come, per esempio il Brasile o l’Estremo oriente dove, in una prima fase, si intende operare con importatori/distributo-ri locali. Riguardo il mercato italiano, le future strategie dell’azienda saranno orienta-te ad azioni di co-marketing con alcuni partners», aggiunge Cancellieri.

Il mercato chiede sempre di più solu-zioni che soddisfi no totalmente le esi-genze manifestate da un cliente o da un prospect, qualitativamente appropria-te ed economicamente sostenibili. La crescita di un’azienda, anche di grandi dimensioni, diventa sempre più dipendente dalla sua capacità di rispondere con soluzioni, come ap-punto le partnership tra aziende, e non con prodotti o servizi a sé stan-ti, che molto spesso non rispondono totalmente all’esigenza del mana-gement societario. Rispondere con soluzioni all’evolversi della doman-da porta a porsi un quesito strate-gico, ovvero se è meglio adottare soluzioni interne o sviluppare una rete di alleanze con partners in possesso dei requisiti mancanti. Lo sviluppo delle partnership appare essere la strada più rapida ed effi cace, sebbene spesso rite-nuta erroneamente più semplice. Non basta lavorare in squadra e promettersi reciprocamente grandi progetti: all’atto pratico, le alleanze nate su presupposti forti a parole a volte si rivelano deboli nei fatti e quasi sempre si estinguono senza che abbiano portato alcun risul-tato tangibile.

«Alcuni produttori di abbigliamento si sono rivolti a noi con l’idea di realiz-zare un business facile: smaltire le ri-manenze della produzione stagionale in America latina, sfruttando l’inversione stagionale», sottolinea Enzo Cavazzola,

presidente di Italia World, associazione non profi t. «Abbiamo faticato un po’ a far capire che questo tipo di progetto è destinato al fallimento in partenza per diverse ragioni, ma in primo luogo per un errore «culturale», ovvero pensare che i prodotti e le mode nascano prima in Europa e poi vadano nel resto del mondo. I cinesi insegnano. Esiste una contemporaneità globale che annulla distanze e differenze. Gli imprenditori italiani devono sapere che possiamo por-

tare all’estero tre cose: innovazione tec-nologica; alta qualità dei prodotti e dei processi industriali; capacità organizza-tiva e gestionale. Con queste caratteri-stiche ogni piccola impresa può trovare opportunità di mercato. Stiamo lavo-

rando con un grande gruppo italiano di abbigliamento ca-sual, presente in vari mercati europei e mediorientali, che è interessato al Sudamerica. In questo caso, il nostro suppor-to è fi nalizzato ad individuare la strategia (target, posizio-namento, alleanze ecc.) più opportuna per garantire che l’ingresso in un nuovo merca-to avvenga salvaguardando il

valore di un marchio italiano già noto e quindi rafforzandone il posizionamento a livello internazionale. Italia World, per poter assicurare un’assistenza concre-ta e funzionale, ha sviluppato una rete internazionale di collaborazioni con istituzioni, organizzazioni di settore, consulting in tema fi scale e legale ecc. che permette di verifi care rapidamente quali progetti e a quali condizioni posso-no trovare spazio e chance di successo», conclude Enzo Cavazzola.

LE RICHIESTE DEL MERCATO

L’alleanza, uno strumento per crescere

L’identikit

Mansioni principali Competenze Retribuzione e settori in cui opera

Stringe alleanze per creare bu-siness e nicchie di mercato

Deve conoscere a fondo i mercati di riferimento in cui operano i business partner della sua azienda, deve agire con padronanza nei meandri del budgeting, del business planning e del marketing stra-tegico

La retribuzione è tra i 90 mila e 120 mila euro lordi l’anno

Stabilisce le alleanze strategi-che con distributori, rivenditori, aziende con business compa-tibili o complementari, al i ne di incrementare le vendite

Occorre avere autorevolezza, autonomia, capacità relazio-nali e commerciali, conoscen-za del business e dell’offerta

Opera principalmente nell’Ict e nei settori ad alto contenuto tecnologico. In un eventuale percorso di carriera può es-sere valutata la posizione di direttore commerciale o di-rettore vendite indirette

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48 Lunedì 22 Ottobre 2012 O P P O R T U N I TÀ

Molte le aziende che puntano, con bandi e concorsi, a sostenere i giovani nell’avvio di un’impresa

I privati in aiuto delle start-upA disposizione oltre 3 mln di euro per fi nanziare l’innovazione

Pagina a curaDI LORENZO MORELLI

Per chi vuole dar vita a un’impresa ci sono 3,1 milioni di euro di fi nan-ziamenti da cogliere al

volo perché sono totalmente gratuiti. Gli ambiti sono i più di-sparati: dalla cultura alla moda passando dal design alla alimen-tazione fi no all’ambiente, socia-le e tecnologia. Se la crisi mor-de allora ci pensano le aziende stesse a fi nanziare le start-up. Attraverso massicce campagne di comunicazione vengono pro-posti concorsi per candidare la propria idea e il premio fi nale in alcuni casi arriva fi no a 100 mila euro, da investire nella co-struzione dell’attività. Un gesto non solo per fare pubblicità, ma per sostenere concretamente lo sviluppo. Diverse aziende stan-no facendo ricorso a questa leva tra cui spiccano nomi del calibro di Telecom, Benetton, ma anche istituti di credito come Ing Direct e Banca Marche e altre realtà più piccole. Facendo un rapido conto la somma dei fondi messi a dispo-sizione per i giovani sturtuppari è 3.100.000 euro. Un’opportunità da cogliere al volo in attesa che le recenti misure prese dal gover-no diventino operative. Infatti anche il ministro dello sviluppo economico Corrado Passera il 4 ottobre 2012 ha presentato il de-creto sviluppo che prevede per le start-up 200 milioni di euro di cui 110 milioni a regime, più 50-100 da attingere dal Fondo italiano d’Investimento della Cassa depo-siti e prestiti.

Andiamo per ordine. Il 17 set-tembre la banca online Ing Direct

ha lanciato il concorso Offi cina del cambiamento, che punta a selezionare e fi nanziare il miglior progetto di start-up innovativa. I progetti dovranno legare l’utiliz-zo delle tecnologie digitali (web, mobile, social media) alle eccel-lenze italiane. Le categorie sono cinque: arte e cultura, moda e design, cucina e alimentazione, ambiente e sociale, formazione e informazione. H-Farm, incu-batore specializzato nel lancio di start-up, affi ancherà la ban-ca nella selezione dei progetti. Quelli che passeranno una prima scrematura saranno protagonisti degli Storming Pizza, tre incontri dove ogni team avrà la possibi-lità di raccontare al pubblico e alla giuria la propria idea. Dopo Roma la scorsa settimana, sarà la volta di Torino il 22 novembre e Milano l’11 dicembre. La data ultima per caricare sul sito un business plan è il 17 dicembre. Alla fi ne ci sarà un unico vin-citore, a cui andranno 100 mila

euro per sviluppare il progetto. Può sembrare strano che una banca decida di regalare i sol-di anziché prestarli, ma Sergio Rossi, direttore marketing e co-municazione di Ing Direct Italia, ha detto: «Con questo progetto vogliamo aiutare concretamen-te qualcuno a realizzare la sua idea coraggiosa di cambiamento, non chiederemo nulla in cambio, se non la soddisfazione di vedere realizzato un progetto utile per la collettività. Prendi parte al cambiamento nasce dalla con-vinzione che solo il coraggio e la voglia di cambiare lo status quo possano operare una svolta positiva nella vita delle persone, delle organizzazioni e del paese». Nell’assegnazione del premio la banca ha scelto di non dividere il budget in due o tre premi minori e anche su questo tema è emer-sa la scelta dell’azienda di creare qualcosa di concreto: «Preferiamo premiare un unico vincitore, as-segnando una cifra che secondo

le nostre stime è suffi ciente ad avviare l’attività e portarla avan-ti per circa un anno», ha spiegato Rossi. Se la fi losofi a è che alme-no un’idea possa vedere la luce, tuttavia il rischio che l’iniziativa possa essere percepita come una goccia nel mare esiste. «Il cam-biamento collettivo non è altro che l’insieme dei piccoli cambia-menti individuali», ha spiegato Rossi, «il nostro obiettivo è pre-miare il coraggio, la voglia di in-novazione, trasformando questo periodo di crisi in opportunità». Se Ing Direct punta sul singolo, Benetton fa la scelta opposta. Unemployee of the year contest è il nome dell’iniziativa che sele-zionerà 100 ragazzi con meno di 30 anni ai quali il gruppo tessile offrirà un assegno di 5 mila euro a testa, in totale 500 mila euro, per la realizzazione di nuovi pro-getti in campo artistico e sociale. L’iniziativa, realizzata assieme alla Unhate Foundation, la fonda-zione che promuove la conviven-

za e l’integrazione tra le culture, è legata alla nuova campagna pubblicitaria che il gruppo veneto ha presentato a metà settembre 2012 a Londra. «Da oltre 30 anni le campagne Benetton sono legate a temi d’attualità dando risalto ai temi sociali. Per esempio in pas-sato ci siamo occupati di Hiv, pri-ma ancora dell’apartheid», hanno fatto sapere dall’azienda che alla domanda se 5 mila euro fossero pochi ha detto: «La cifra messa a disposizione rappresenta un aiu-to, non pretendiamo di risolvere i problemi, sarebbe assurdo cre-dere di poterlo fare da soli. Come azienda abbiamo una visibilità e una reputazione che mettia-mo a disposizione per stimolare l’opinione pubblica e accendere i rifl ettori su temi che apparten-gono a tutti. La comunicazione è una leva che possiamo attivare e il nostro obiettivo è accendere il dialogo». I progetti possono esse-re presentati sul sito internet e una giuria selezionerà le miglio-ri 100 idee. Secondo la Unhate Foundation, che cita i dati della Organizzazione internazionale del lavoro (Oil), il tasso di disoc-cupazione giovanile nel mondo è infatti al 12,5%. Ciò signifi ca che, in tutto il globo, ci sono circa 100 milioni di ragazzi con meno di 29 anni che stanno cercando un impiego. «Spesso i ragazzi si prendono colpe che non hanno, mentre la responsabilità della situazione attuale è della gene-razione precedente. Per questo la campagna non è dedicata alla di-soccupazione, infatti in Asia non esiste il problema di mancanza di lavoro, il tema è la diffi coltà di in-serimento nel mercato del lavoro, che è molto diverso».

Le risorse immediatamente disponibili a fa-vore delle start-up ammontano a 200 milioni di euro e saranno 110 milioni a regime, più 50-100 da attingere dal Fondo Italiano d’In-vestimento della Cassa depositi e prestiti. È quanto prevede il decreto sviluppo, in cui si garantisce anche l’accesso gratuito e sempli-fi cato al Fondo centrale di garanzia. Entro la fi ne di ottobre sarà inoltre defi nito un decreto ministeriale per stanziare fondi specifi ci a fa-vore delle start-up del Mezzogiorno. Le condi-zioni per avere accesso al fondo del governo sono: una quota destinata alla ricerca e svilup-po, fatturato non superiore ai 5 milioni di euro e aziende con meno di quattro anni di vita. Il

fondo farà da innesco per attrarre investito-ri privati fi no ad arrivare alla quotazione in Borsa. Il pacchetto dovrebbe interessare tutti i settori produttivi, con una particolare incli-nazione per l’internet economy, cui farebbero da appoggio investimenti in infrastrutture per la banda larga inserite nell’Agenda digitale. Ora non resta che aspettare se i propositi si tradurranno in realtà. «Vogliamo creare un terreno fertile per sviluppare la già ottima cultura imprenditoriale del nostro paese, do-tando chi ha un’idea e un business plan della possibilità di attingere a dei fi nanziamenti con facilità e senza complicazioni burocratiche», ha detto il ministro Passera.

Dal governo 200 milioni

Oltre a chi si è avvicinato da poco al tema delle start-up, c’è chi se ne occupa da tempo con co-stanza. Working capital di Telecom Italia è un acceleratore di impresa che investe nelle mi-gliori aziende italiane del settore digital, aiu-tandole a fare il grande passo dall’incubazione al mercato. Il progetto prevede investimenti pari a 2,5 milioni di euro all’anno nel capitale di start-up nuove o già esistenti focalizzate su temi tecnologici e comunicazione per poi mettere in connessione gli imprenditori gra-zie a una rete internazionale. Working capital si occupa anche di fare formazione su nuovi sviluppi di internet, del mobile e della digital entrepreneurship online, favorendo la creazione di partnership e network utili allo sviluppo e all’internazio-nalizzazione attraverso la collaborazione con The Kauffman Fellows, una rete internaziona-le dedicata al sostegno delle giovani imprese. Nelle sue tre edizioni Working capital ha già aggregato un’ampia comunità di innovatori e il bilancio dal 2009 a oggi è molto positi-vo: 59 progetti di ricerca sostenuti attraver-so contratti di ricerca e il tutoring del centro di ricerca del gruppo Telecom Italia (Tilab), 13 progetti di impresa supportati attraverso contratti di incubazione. Infine 36 start-up in fase iniziale sostenute attraverso corsi di pre-

incubazione.Un altro progetto che da tempo si occupa di dare supporto alle giovani aziende è Start-Up Initiative finanziato da Intesa Sanpaolo. Si tratta di un servizio gratuito messo a disposi-zione degli imprenditori che vogliono realiz-zare spin-off e start-up nei settori di punta dell’innovazione tecnologica allo scopo di fa-cilitare concrete occasioni di business. Questo percorso di potenziamento mira a preparare le imprese per l’incontro con investitori finanzia-ri e industriali dell’esteso network domestico e internazionale di Intesa Sanpaolo. Il fine è perseguire concrete occasioni di business. Il percorso di potenziamento è strutturato su tre fasi: corsi a cura di investitori californiani specializzati nella formazione imprenditoriale, mirata a irrobustire i business plan e presen-tare il proprio progetto agli investitori. Fase due: valutazione e selezione, a cura di un panel di esperti rappresentanti dei fondatori (oltre ad accademici, industriali e investitori) sulla base della potenziale scalabilità internazio-nale. Infine c’è il debutto in società: l’investor arena meeting. Questa è il momento dove le giovani imprese selezionate hanno l’opportu-nità di presentare il proprio progetto di fronte a una platea di investitori finanziari e indu-striali selezionati.

LE INIZIATIVE DI TELECOM ITALIA E INTESA SANPAOLO

A disposizione incubatori e consulentiChi ha un progetto e vuole realizzare un business, ma non ha

i contatti può rivolgersi a Wilbe che ha come missione quella di far decollare le start-up. In pratica la società multi-servizio fondata da Ben Radomski e Alessandro Philip Maiano mette a disposizione delle imprese selezionate due strumenti: un uf-fi cio dedicato e il supporto di un project manager che seguirà il progetto attraverso un programma di crescita accelerata e di incontri con consulenti legali, di marketing, di ricerche di mercato, di relazioni pubbliche e di amministrazione societaria. Alle nuove imprese verrà offerta l’opportunità di confrontarsi con esperti di diversi settori e, al termine del programma di cre-scita, di presentare il progetto a potenziali investitori e partner commerciali appartenenti al network di Wilbe. «Crediamo che sia giunto il momento di tornare a progetti concreti», spiega Radomski, amministratore delegato di origini svedesi che opera a Milano, «vogliamo favorire l’incontro tra coloro che hanno idee e proposte con coloro che possono renderle operative e quindi trasformarle in realtà aziendali.

Per questo vengono selezionati solo progetti che sviluppano valore nel tempo e che abbiano il potenziale di rimodellare un mercato o una comunità». Maiano opera sulla piazza di Londra e spiega che «l’obiettivo è offrire a nuovi imprenditori un pacchetto tutto incluso per il supporto e la spinta necessaria all’avviamento di un’attività, evitando però di sacrifi care parte del controllo dell’impresa nelle fasi iniziali dello sviluppo». Questo è possibile grazie a una rete di consulenti e di esperti con conoscenze locali e una rete globale alle spalle, uno spazio di lavoro servito con tutte le necessità e accesso a una postazione lavorativa temporanea in oltre 90 paesi.

IL NETWORK WILBE

Dal sogno alla realtà

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49Lunedì 22 Ottobre 2012Lunedì 22 Ottobre 20A Z I E N D E

Il sito cerca 200 collaboratori per l’estensione del servizio su tutto il territorio nazionale

Professionisti per affittare casaFotografi , geometri e architetti per il network di CasaNoi

Pagina a curaDI LAURA ROTA

Sono già circa 50 i tecnici che, nel Lazio, stanno col-laborando con CasaNoi, il nuovo sito web, online

dai primi di ottobre, che consente di comprare, vendere e affi ttare casa attraverso internet, senza intermediari. CasaNoi ha, per ora, generato posti di lavoro per una cinquantina di persone, di cui 2 assunte a tempo indeterminato, a cui si aggiungono collaboratori per marketing/scrittura testi, svi-luppatori codice, visual designer, fornitori seo, agenzie di comuni-cazione offl ine e online, formatori per comunicazione online e uso strumenti social, fornitori grafi ci, oltre a una rete di professionisti tra fotografi , geometri e archi-tetti. Il potenziale di occupazione è altissimo, in quanto il servizio interesserà tutto il territorio na-zionale. Solo per lo start up in cia-scuna regione occorre, infatti, una media di 10 professionisti, per un totale di 200, che possono crescere in maniera esponenziale maggio-re è il numero di iscritti al sito.

Le fi gure ricercate sono fotogra-

fi , geometri, architetti, ingegneri, agronomi e periti iscritti a un albo professionale con competenze in catasto, normativa edilizio - urba-nistica, rilievo superfi ci e autocad. La formula aziendale introdurrà cambiamenti e opportunità pro-fessionali nel settore immobiliare, utili a rilanciarlo in un momento di diffi coltà come quello attuale. La compravendita si svolge sen-za intermediari né commissioni, assoluta novità in Italia, la piatta-forma ricalca il modello dei social network, dove i proprietari si pre-sentano e raccontano la casa che offrono ai potenziali acquirenti. Anche chi cerca casa si descrive nel proprio profi lo. I contatti tra i partecipanti sono liberi e diretti, così come l’eventuale trattativa, gli annunci sono trasparenti, con foto e informazioni dettagliate.

Organizzata secondo una logi-ca di geolocalizzazione, la ricerca mostra i risultati relativi ai quar-tieri della città o alla zona a cui si è interessati. Per quanto riguarda le opportunità di lavoro, la piatta-forma stimola la creazione di una rete di professionisti che possono offrire consulenza ai proprietari che vendono o affi ttano. Oltre alla

formula del social network, infat-ti, il sito introduce novità, come i servizi tecnici per verifi care e aggiornare i documenti dell’im-mobile in vista del rogito notari-le (visure e planimetrie catastali, rendita, certifi cazione energetica) e le foto professionali per rendere l’annuncio più attraente. Un cas-setto digitale, inoltre, consente di archiviare in area riservata la do-cumentazione dell’abitazione.

Per utilizzare la piattaforma è

necessario registrarsi compilando il proprio profi lo con foto, inseri-re l’annuncio se si vuole vendere o affi ttare o utilizzare il sistema di ricerca Trovacase se si cerca un immobile e, infi ne, rilasciare feedback dopo ogni contatto. Il sito offre una base di servizi gra-tuiti per la miglior promozione e diffusione dell’annuncio (con-dividendone l’Url) e altri servizi a prezzi competitivi. CasaNoi è controllata da Seis, società di

costruzioni il cui am-ministratore unico è Giuseppe Palombelli. «CasaNoi.it», spiega Palombelli, «è ideato in maniera diversa ri-spetto ai tradizionali

siti immobiliari, su cui si trova-no informazioni standard e poco chiare. La nostra mission è offri-re informazioni e strumenti che favoriscano l’incontro diretto e il dialogo trasparente tra le parti interessate. Ecco perché ci servo-no ingegneri, geometri, architetti e tutti i professionisti che ruotano attorno a questo settore e a quello dei social network da coinvolgere come collaboratori nel nostro pro-getto». CasaNoi è online, pronta ad accogliere gli annunci di pro-prietari di case provenienti da ogni provincia italiana ed è già operativa nel Lazio e nelle Mar-che, con l’obiettivo di estendere presto i servizi in tutta Italia. Oltre che sito, è anche blog ed è su Facebook, Twitter e YouTube. Per collaborare con CasaNoi, ba-sta entrare nel sito www.casanoi.it e cliccare alla voce Lavora con noi, che consente l’accesso all’area dedicata alle collaborazioni.

Punto Fotovoltaico, tra i più qualifi cati network presenti in Italia nel settore della distribuzione di sistemi fotovoltaici e per il risparmio energetico, con oltre 50 negozi, 150 collaboratori diretti, decine di installatori e progettisti esterni, punta al raddoppio, per arrivare entro la fi ne del 2013 a una coper-tura capillare di tutte le province. Il piano di espansione fa leva sul modello ormai collaudato del ne-gozio in franchising: una vetrina e perso-nale qualifi cato che, con competenza e cortesia, è a disposi-zione di chiunque ab-bia bisogno di infor-mazioni e consulenza su risparmio energe-tico, fotovoltaico, ma anche effi cienza energetica dell’abita-zione o dell’azienda. Punto Fotovoltaico cerca 60 affiliati su tutto il territorio e, in particolare, nell’area del Nordest, in To-scana, Lazio, Sardegna, Campania, Sicilia e Calabria. Ciascun punto vendita opera in partnership con almeno 2 progettisti, 4 in-stallatori e 3 o 4 agenti: ciascuno, quindi, ge-nera mediamente 10 posti di lavoro. Spiccato spirito imprenditoriale, capacità di gestione e organizzazione commerciale, cultura del servizio al cliente, capacità dialettica e rela-zionale, entusiasmo sono le caratteristiche dei partner che la società sta selezionando. La ricerca è rivolta a tutti coloro che vogliano avviare un’impresa in questo settore, a chi ha già un’attività e vuole espandere la propria offerta e, infi ne, a chi ha già un’esperienza imprenditoriale e vuole cambiare area. «Il

negozio», spiega Tommaso Lascaro, fonda-tore e presidente di Punto Fotovoltaico, «è gestito da un imprenditore locale che riceve supporto, formazione e assistenza diretta-mente dalla casa madre e sul territorio di-venta un punto di aggregazione di interessi,

prima di tutto quelli de-gli installatori e dei tec-nici. Punto Fotovoltaico non opera in concorren-za con gli installatori locali, proprio perché non è un installatore di impianti. Noi siamo sistemisti specializzati nel risparmio energe-tico e, ovviamente, nel fotovoltaico, con l’ambi-zione di rendere queste tecnologie accessibili a tutti». «Novità assoluta di quest’anno», spiega Roberto Alonge, diret-tore vendite di Punto Fotovoltaico, «è l’aper-tura di quattro nego-zi di proprietà, quindi fl agship store, per an-dare direttamente su al-cune piazze selezionate per potenzialità e con-

correnzialità. Un modo per testare sul campo le strategie commerciali prima di applicarle a tutta la rete». L’ampliamento della rete im-plica anche il potenziamento dell’organizza-zione della casa madre di Massazza (Biella), in modo da garantire un bilanciamento delle risorse centrali con quelle sul campo: l’uffi cio tecnico, per l’assistenza tecnica e legale a tutti gli affi liati, il centro teleassistenza, che rileva e monitora il corretto funzionamento degli impianti installati, l’uffi cio sviluppo franchising, che si occupa di accompagnare i nuovi affi liati nello sviluppo del negozio. Le candidature vanno inviate a [email protected].

Sessanta affi liati per Punto Fotovoltaico

Axa Assicurazioni ha scelto di sviluppare in Italia, da diver-si anni, una rete di professionisti particolarmente qualifi cati nel settore della protezione e della previdenza. Attraverso queste campagne di recruitment, la compagnia intende raf-forzare e incrementare ulteriormente la rete commerciale dedicata a persona e previdenza, mediante la selezione dei migliori talenti presenti sul mercato, a conferma dell’atten-zione e del ruolo centrale che riserva ad una rete distribu-tiva competente e vicina al cliente. «A tal fi ne», comunica

Domenico Martiello, diretto-re distribuzione Axa Assicu-razioni, «dal 22 al 28 ottobre si svolgerà la quarta edizione della Sales recruitment week, un’intera settimana che la compagnia dedica a iniziati-ve di ricerca e selezione di professionisti per le agenzie della propria rete distributi-va, fi nalizzate a incrementa-re la conoscenza e l’interesse nei confronti di una carrie-ra commerciale nel settore assicurativo, in particolare nell’ambito della consulenza dedicata alla protezione e alla previdenza all’interno delle agenzie assicurative. Ricer-chiamo», continua Martiello,

«60 nuovi specialisti provenienti dal settore assicurativo-fi nanziario o con precedenti esperienze in area commerciale, che entreranno entro la fi ne del 2012 nelle agenzie di tutta Italia. La rete dedicata persona e previdenza è costituita oggi da più di 400 professionisti altamente specializzati nel settore della protezione e previdenza». I candidati, laureati, devono essere tenaci, estroversi, curiosi e intraprendenti. Le fi gure selezionate seguiranno un programma di formazio-ne dedicato ed esclusivo gestito da Axa Campus e avranno accesso a un percorso di carriera in agenzia diversifi cato e strutturato. I prescelti opereranno presso le agenzie presenti sul territorio nazionale per rafforzarne l’impatto commercia-le, offrendo consulenza e proponendo soluzioni ai clienti. Per informazioni e per candidarsi alle posizioni aperte, visitare il sito www.axa.it, Job opportunities.

Axa Assicurazioni cerca60 specialisti

Domenico MartielloTommaso Lascaro

Lo staff di Casanoi

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50 Lunedì 22 Ottobre 2012 R I S O R S E U M A N E

Parla il nuovo presidente di Assolavoro, Luigi Brugnaro

Lavoro flessibile doc Con la somministrazione più garanzie

DI SIBILLA DI PALMA

Perseguire una maggio-re diffusione della som-ministrazione in Italia sulla scia dei migliori

modelli di fl essibilità diffusi in Europa: questo l’obiettivo prin-cipale che intende affrontare nel corso del suo mandato Luigi Brugnaro, già a capo dell’agen-zia per il lavoro Umana, eletto nuovo presidente per il pros-simo biennio di Assolavoro, l’Associazione nazionale del-le agenzie per il lavoro.

Domanda. Lei inizia il suo mandato in un periodo particolare, tra crisi oc-cupazionali e riforma del mercato del lavoro, come vi muovere-te in questa fase?

Risposta. Il nostro principale obiettivo è di proseguire tena-cemente lungo il percorso trac-ciato per rendere sempre più diffuso un elemento essenziale del mercato del lavoro attuale: la fl essibilità migliore, sia per le imprese, sia per i lavoratori, è quella che passa per le agenzie. La somministrazione è l’unica fl essibilità che garantisce stessi diritti e stessa retribuzione ri-spetto ai lavoratori alle dirette dipendenze delle aziende e dà servizi aggiuntivi, tutti pagati con risorse private.

D. Quali sono i temi prin-cipali che intende affronta-re nel suo mandato?

R . La sperimentazione dell’apprendistato, con il ruolo

centrale riconosciuto in capo alle agenzie, offre l’opportuni-tà di valorizzare l’esperienza e il know how maturato in oltre dieci anni in tema di formazio-ne finalizzata ed è un banco di prova essenziale per tutti. Abbiamo, inoltre, alle porte il rinnovo del ccnl che cade in una fase delicata del mercato. Più in generale c’è da completare una rivoluzione culturale in tema di lavoro e di mercato, che deve

sempre più pre-miare il merito e gli attori specia-lizzati nell’inter-mediazione.

D. Cosa ne pensa della re-cente riforma del lavoro e qua-li sono le sfide per i prossimi mesi?

R. Di là da possi-bili miglioramenti, la riforma dà una stretta alle forme di lavoro cosid-dette precarie (le

fi nte partite Iva, gli abusi nelle collaborazioni) e questo impli-ca un processo di qualifi cazione del mercato che va a vantaggio di tutti, anche delle imprese più lungimiranti. Ne consegue un rafforzamento della fl essibilità migliore, la somministrazione. Ora però è il momento di non farsi imbrigliare da paure e di proseguire lungo questo per-corso, puntando fortemente e sempre di più su politiche atti-ve che puntino alla inclusione e al reinserimento al lavoro.

D. A che punto è in Italia il tema fl essibilità?

R. Non vi è meno fl essibilità rispetto alla media europea, vi è stata flessibilità meno «governata». In Germania e in Francia l’incidenza della

somministrazione è doppia rispetto all’Italia. È possibile recuperare competitività in Europa anche attraverso una maggiore diffusione della som-ministrazione nel nostro Paese, obiettivo che può essere perse-guito attraverso un progressivo prosciugamento delle sacche di lavoro meno tutelate.

D. A fronte di una situa-zione di crisi che continua a perdurare, qual è oggi la situazione del mercato del lavoro interinale?

R. La fase più critica dovreb-be essere alle nostre spalle, dalla fi ne del primo semestre per il settore ci sono segnali positivi e confi diamo saranno confermati anche nei mesi se-guenti. Molto, naturalmente, dipenderà anche dalle misure che il governo adotterà per il rilancio complessivo dell’econo-mia e delle imprese.

D. Quali sono le fasce di lavoratori che stanno viven-do le maggiori diffi coltà?

R. Secondi i dati più recen-ti vi è un fenomeno che si va affermando nel settore: le mis-sioni hanno una durata legger-mente maggiore, il numero di lavoratori in missione (inteso come numero di persone) si ri-duce, ma la retribuzione media sale. L’incrocio di questi tre dati porta a una evidenza: le azien-de tendono a far lavorare i più qualifi cati e per un tempo più lungo. È sulla formazione fi na-lizzata che si gioca la partita più importante in termini di inclusione. Chi punta su com-petenze e specializzazione ha le armi giuste per presentarsi sul mercato o per reinserirsi. Obiet-tivi rispetto ai quali le agenzie svolgono sempre più una fun-zione che ha rilevanti risvolti anche sul piano sociale.

© Riproduzione riservata

DI MARI PADA

Fa parte dei 100 gruppi del social network LinkedIn con più iscritti al mondo e si chiama Job Seeker Italy,

l’evoluzione del classico «cerco e offro lavoro». Si tratta di un luogo di incontro, confronto, discussio-ne e pubblicazione di annunci di lavoro, un tempo relegato ai gior-nali e poi migrato sui siti di agen-zie e aziende. Ma con parecchie novità che per il fondatore del gruppo, Enrico Filippucci, social media architect, sono diventate vere e proprie motivazioni che lo hanno spinto a lanciarsi in que-sta avventura.

«La necessità primaria era di creare un unico grande database aperto, dove incrociare domanda e offerta», spiega Filippucci, che è praticamente da solo nel ge-stire le iscrizioni e i migliaia di post e commenti pubblicati ogni settimana sul gruppo. «Serviva la credibilità di LinkedIn e so-prattutto del gruppo, con degli obiettivi chiari e condivisi».

In pratica i siti delle agenzie di lavoro e i classici «lavora con noi» presenti sui portali delle aziende hanno i limite di essere un mondo «chiuso», con database aziendali spesso obsoleti, profi li di candidati ormai superati «chi aveva cambiato città, chi aveva cambiato lavoro, chi non cercava più lavoro» e autoreferenziali, nel senso di proporre soltanto i pro-pri annunci nel caso delle azien-de. «Inoltre è diffi cile cancellarsi da un database aziendale o di un headhunter e i profi li non sono sempre visibili e trasparenti».

Filippucci ha pertanto creato un luogo che in meno di due anni (nasce a gennaio 2011) ha raccol-to 50 mila iscritti, sbaragliando le statistiche dei 561 mila grup-pi esistenti nel mondo.

Forse un po’ di cifre sono uti-

li a comprendere il fenomeno: il gruppo cresce al doppio della velocità di qualsiasi altro gruppo nostrano, complice anche l’anda-mento dell’economia e l’aumento delle iscrizioni al social network. Molti partecipanti lavorano o vorrebbero lavorare nel settore vendite, informatica e servizi e un quarto di loro hanno un livello base, ovvero neolaureati o profi -li junior. Molte sono le persone che cercano e poi ottengono dal-le aziende commenti del tipo «mi contatti» o «mi dica di più del suo curriculum», quanti hanno trova-to o offerto lavoro tuttavia non è dato saperlo, un po’ perché i post pubblicati sono migliaia e quasi si rincorrono, un po’ perché non si conosce l’esito degli annunci pubblicati.

«Grandi potenzialità, ricor-dando di mantenere l’identità e gli obiettivi». Sì perchè se Filip-pucci preferisce non sbilanciarsi sull’evoluzione del gruppo, è co-munque pronto a uscire da Lin-kedIn nel caso non si allineasse alle sue esigenze. In attesa di nuovi strumenti e accorgimenti, il gruppo si è dato delle regole: 15 sottogruppi per le più importanti città, di cui il sottogruppo di Mi-lano con oltre 10 mila iscritti, e il divieto di «spammare», termine tecnico che indica il pubblicare più volte la propria autocandida-tura, scrivere le offerte di lavoro tra le discussioni o le autocan-didature tra le offerte di lavoro, discutere di argomenti che nulla hanno a che vedere con il lavoro o pubblicizzare corsi e master di dubbia affi dabilità, pena l’espul-sione da Job Seeker. «È necessa-rio imporre regole e mantenere una linea, per così dire, editoria-le», dichiara Filippucci, «preferi-sco eliminare alcune discussioni che potrebbero essere anche mol-to popolari, ma che fi nirebbero con squalifi care il gruppo».

Su LinkedIn il gruppo Job Seeker Italy

Data base freschi e annunci lampo

Luigi Brugnaro

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51Lunedì 22 Ottobre 2012

INFINITE OPPORTUNITÀ PER TROVARE UN’OCCUPAZIONE

Offro

PPORTUNITÀ PER TROVARE UN’OCCUPAZIONEPPORTUNITÀ PER TROVARE UN’OCCUPAZIONE

LavoroAcquisti

Piemonte

Impiegato uffici acquistiAlvin agenzia per il lavoro, ricerca per azienda leader nel suo settore 1 impiegato uffici acquisti appartenen-te alle Categorie Protette – Invalidi (Rif. ACQ.). La risorsa lavorerà in un team di quattro persone e sarà affiancata nell’apprendimento delle principali attività in carico all’uffi-cio: acquisto di beni e servizi con prevalenza di quelli informatici; collaborazione con il responsabile del Dipartimento Legal and Procu-rement nella selezione dei fornitori e nella negoziazione dei contratti; data entry delle transazioni di acquisto nel software gestionale; monitorag-gio degli ordini e della soddisfazione del cliente interno; controllo del rispetto del budget attraverso la predisposizione di report dettagliati e dei relativi prospetti contabili. Si richiede: dimestichezza con l’uso del pc, in particolare ottima cono-scenza del pacchetto Office; cono-scenza dei servizi e delle tecnologie IT adeguata alla posizione; ottima conoscenza della lingua inglese, sia scritta che parlata; ottime doti relazionali e negoziali. Saranno con-siderati requisiti preferenziali: laurea triennale o specialistica in economia o ingegneria gestionale, conoscenza dei principi generali di contabilità, conoscenza di programmi gestio-nali (es. SAP Business One). Sede di lavoro: Torino.Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le per-sone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posizione di interes-se e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Alvin Divisione Categorie Protette di Articolo 1 Agenzia per il Lavoro – [email protected]

Amministrativi

Abruzzi

Addetto ufficio import-export

Articolo1 agenzia per il lavoro, ricerca per azienda 2 addetti ufficio import-export. Si richiede: diploma di scuola media superiore; eccellente conoscenza sia scritta che parlata delle lingue inglese e tedesco, comprovata da esperienze di lavoro, formative o soggiorni all’estero; esperienza pregressa presso uffi-cio import/export di medie grandi aziende; ottime doti comunicative,

capacità di gestione del rapporto con i clienti esteri e fornitori esteri. Sede di lavoro: Teramo e provincia. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato cur-riculum indicando il riferimento alla posizione di interesse e l’au-torizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 Agenzia per il Lavoro – Via Milano 13-65122 Pe-scara – Tel 085 9432009 – Fax 085 9432095 – [email protected]

Gestore sala slot/VLTArticolo1 agenzia per il lavoro, ricerca per azienda operante nel settore intrattenimento 1 gestore sala slot/VLT. Si richiede: comprovata esperienza nella gestione di aziende strutturate operanti nel settore intrat-tenimento o locali; forte leadership; capacità di gestione di un team, serietà e diligenza; disponibilità a

lavorare su turni continuativi, nei week end e festivi. Sedi di lavoro: Teramo, Mosciano Sant’Angelo, Martinsicuro. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indican-do il riferimento alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Ar-ticolo1 Agenzia per il Lavoro – Via Milano 13-65122 Pescara – Tel 085 9432009 – Fax 085 9432095 – [email protected]

Emilia-Romagna

Assistente di direzioneArticolo1 agenzia per il lavoro, ricerca per azienda operante nel set-tore del commercio 1 Assistente di direzione appartenente alle categorie protette. La risorsa si occuperà di gestione agenda e supporto all’area

legale (gestione contenziosi, analisi contrattualistica), all’ufficio hr (rile-vazione presenze, gestione risorse) e all’ufficio commerciale. Si richie-de: esperienza maturata in ruolo analogo; laurea in giurisprudenza o conoscenze equipollenti; ottima conoscenza della lingua inglese; disponibilità ad effettuare trasferte; appartenenza alle categorie protette con invalidità minima del 46%. Si offre contratto di somministrazione della durata di due mesi con possi-bilità di proroghe. Sede di lavoro: Correggio (RE). Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le per-sone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posizione di interes-se e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Filiale di Mode-na – Piazza Natale Bruni, 1 – 41100 Modena – Tel 059 243834 – Fax 059 243528 – [email protected]

Lombardia

Back office AmministrativoAlvin agenzia per il lavoro, ricerca per Nintendo S.p.A. 1 back office amministrativo. Il candidato sotto la direzione e il controllo del Respon-sabile Finanziario dovrà svolgere le seguenti funzioni: supporto nella gestione del flusso della fattura-zione: controllo, registrazione e archiviazione di fatture e documenti; supporto alla funzione di Budget &

Control gestione movimentazione beni (sample, gadget, etc..) sul terri-torio italiano; archiviazione. suppor-to analisi dati e reportistica interna: gestione, elaborazione ed analisi dei dati finanziari e di venduto; gestione dei database interni; reportistica interna e verso la Casa Madre. Si ri-chiede: appartenenza alle Categorie Protette (L.68/99); gradita Laurea in materie Economiche; gradita conoscenza della lingua Inglese; conoscenza di Excel (eventualmente Access e in generale del pacchetto applicativo Office 2010); capacità di team building; capacità di lavorare in ambienti dinamici e disponibilità a orari flessibili; capacità di lavorare in autonomia e per obiettivi; ottime capacità analitiche. Sede di lavoro: Vimercate (MB). Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le per-sone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posizione di interes-se e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Alvin Divisione Categorie Protette di Articolo 1

gale (gestione contenziosi, analisintrattualistica) all’ufficio hr (rile

I SETTORIcquisti 51mministrativi 51ssicurazioni 52anche e credito 54ologia e chimica 54ommercio 54ontabilità 54dilizia 54formatica 55gegneri 55

ogistica 55Manager 55Marketing e commerciali 55roduzione 56

Qualità 57storazione 58anità 58egreteria 58ecnici 58

Control gestione movimentazionebeni (sample gadget etc ) sul terri

LE OFFERTEperiti meccanici/elettrici, promo-

ter commerciale, commerciali estero, disegnatori meccanici, consulenti del lavoro, respon-sabili di produzione, perito chimico, proposal engineer, operatori cnc, ingegneri, ad-detto gestione commesse per Giornale di Brescia

commerciali, educatori-educa-trici, periti elettronici, program-matore macchine cnc, addetti reparto settore gdo, magazzi-nieri, edilizia, financial repor-ter, operatori di sportello, periti meccanici, capo officina, con-trollo qualità, cassieri per Openjob

ingegneri meccanici, ingegneri aerospaziali, ingegneri aero-nautici, analista strutturale, analista fluidodinamico, mon-tatori aeronautici, manutentori aeronautici, system engineer, commercio, ingegnere elettro-nico/meccanico, ingegnere gestionale, autisti, addetto alla logistica, commerciali, opera-tori sociosanitari, geometri, buyer tattico, operatori cnc, in-gegneri termotecnici, program-matori macchine cnc, contabili, responsabili di cantiere, ispet-tori nella ristorazione, sales promoter, tecnico gestore di commessa per Articolo1

OFFROLAVORO

I professionisti, gli enti e le aziende che volessero segnalarele proprie offerte di lavoro possono inviare le richieste al numero di fax

o all’indirizzo di posta elettronica: [email protected] 02/58317598

capacità di gestione del rapportoi li i i f i i i

lavorare su turni continuativi, neik d f i i S di di l

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Durante l’iter di selezione vengono trasmesse al candidato informazioni inerenti l’organizzazione di suo interesse. Sta a chi si proponga l’imparare a coglierle, il trarne un vantag-gio immediato traducibile nella conclusione positiva della procedura di recruiting.L’azienda invia segnali palesi al momento dell’incontro con i candidati aspiranti a una specifi ca posizione. Durante i colloqui di gruppo, per esempio, le attività aziendali vengono illustrate mediante slide o fi lmati oppure viene distribuito ai presenti materiale cartaceo tramite il quale si descrivono i prodotti/servizi, la struttura e gli obiettivi organizzativi.Il candidato avrà, dunque, l’opportunità di porre quesiti mirati riguardanti, per esempio, le possibilità di formazione interna fi nalizzata all’implementazione delle conoscenze tecniche. Saranno meno adeguate al contesto del primo in-contro con i rappresentanti aziendali, invece, le domande inerenti le possibilità di carriera o la retribuzione. Sono molte le persone che, in tali circostanze, preferiscono rimanere in silenzio, rinunciando, così, a cogliere l’occa-sione di ottenere dati diffi cilissimi da reperire altrimenti (si tratterà di quei candidati che riterranno inopportuno il domandare o di quelli convinti che il porre il quesito «sbagliato» possa compromettere l’esito della selezione). È evidente che atteggiamenti saccenti o seduttivi saran-no da evitare, mentre richieste in linea con la situazio-ne e con il proprio genuino interesse saranno comunque apprezzate (se ne evincerà, infatti, un elevato livello di motivazione).Vi sono poi informazioni che, dall’azienda, fi ltreranno in modo inconsapevole: ci si riferisce alla possibilità di coglie-re il clima e lo stile organizzativo in senso lato. Il dedurre simili caratteristiche aziendali (senza scadere in banali generalizzazioni) sarà possibile, per esempio, prestando attenzione a ciò che accada durante l’attesa per un even-tuale colloquio individuale e osservando gli atteggiamenti (spigolosi, sorridenti, sbrigativi, complici) del personale con cui si entri in contatto.

Angelo Boccato - [email protected]

PSICOLOGIA DEL LAVORO

Piacere di conoscervi

098105098108105111103114

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Page 46:  · • Anno 21 - Numero 251 - 2,50 - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Lunedì 22 Ottobre 2012 • • NELLINSERTO: IL TRUST IN ITALIA SECONDO LA GIURISPRUD

52 Lunedì 22 Ottobre 2012 O F F R O L AVO R OAgenzia per il Lavoro – [email protected]

Capo repartoRandstad agenzia per il lavoro, ricerca per azienda 1 capo reparto settore gomma plastica. La risorsa dovrà essere un diplomato o laure-ato a indirizzo tecnico o chimico. Richiesta esperienza tecnica opera-tiva pluriennale maturata in reparto stampaggio silicone liquido e gom-ma come capoturno o tecnologo di processo, con conoscenze specifiche del processo di stampaggio Liquid Silicone Rubber e degli stampi. Requisito preferenziale è la prove-nienza da azienda di trasformazione gomma e silicone settore medicale. Predisposizione al lavoro in team e al problem solving. Disponibilità la lavoro su 3 turni. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le per-sone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posizione di interes-se e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Randstad Italia SpA Filiale di Vimercate Viale Iginio Rota 30/b 20871 Vimercate (MB) Tel 039 6612137 - Fax 039 6612168 - @[email protected] www.randstad.comRandstad

Credit analistAlvin agenzia per il lavoro, ricerca per azienda 1 credit analist apparte-nente alle categorie protette invalidi (Rif.CRD). Il candidato si occuperà di garantire la gestione, l’analisi e la valutazione delle richieste di finanziamento, nel rispetto delle policy aziendali di rischio ed assicu-rare un’elevata qualità del servizio, mantenendo una positiva relazione commerciale con i convenzionati. Si richiede: appartenenza alle Catego-rie Protette (INVALIDI); diploma ad indirizzo tecnico; buona conoscenza del Pacchetto office in particolare

Excel; precisione e attenzione al det-taglio. Tolleranza allo stress, tenacia, maturità e senso di responsabilità, capacità relazionali e comunicative completano il profilo. Sede di lavo-ro: Milano. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un det-tagliato curriculum indicando il ri-ferimento alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Alvin Divisione Categorie Protette di Articolo 1 Agenzia per il Lavoro – [email protected]

Impiegato amministrazione del personale

Alvin agenzia per il lavoro, ricerca per azienda leader nel settore delle spedizioni 1 impiegato amministra-zione del personale appartenente alle categorie protette invalidi (Rif. AMM). La risorsa sarà impegnata in tutta l’attività legata all’ammini-strazione del personale. Si richiede: appartenenza alle Categorie Protette (L.68/99); diploma o Laurea; buona conoscenza della lingua inglese; di-mestichezza nell’utilizzo dei princi-pali sistemi informatici; automunito; predisposizione al lavoro in team; capacità comunicative e relaziona-li; doti organizzative, flessibilità, dinamismo. Sede di lavoro: Cerro Maggiore (MI). Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le per-sone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posizione di interes-se e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Alvin Divisione Categorie Protette di Articolo 1 Agenzia per il Lavoro – [email protected]

Impiegato per mansioni di fatturazione

Randstad agenzia per il lavoro, ri-cerca per azienda operate nel settore

metalmeccanico 1 impiegato per mansioni di fatturazione, gestione ordini clienti, gestione lavorazioni esterne. Richiesta fluente conoscen-za della lingua inglese, esperienza maturata in analoga mansione e disponibilità immediata. Zona di la-voro: Conegliano (TV) Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posi-zione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Randstad Italia Spa – 31015 Cone-gliano (TV) T +39 0438 415520 F +39 0438 35203@ [email protected]

Piemonte

Addetto alle spedizioniAlvin agenzia per il lavoro, ricerca per azienda leader nel suo settore 1 impiegato uffici acquisti apparte-nente alle Categorie Protette – Inva-lidi (Rif. ACQ.). La risorsa lavorerà in un team di quattro persone e sarà affiancata nell’apprendimento delle principali attività in carico all’uffi-cio: acquisto di beni e servizi con prevalenza di quelli informatici; collaborazione con il responsabile del Dipartimento Legal and Procu-rement nella selezione dei fornitori e nella negoziazione dei contratti; data entry delle transazioni di acquisto nel software gestionale; monitoraggio degli ordini e della soddisfazione del cliente interno; controllo del rispetto del budget at-traverso la predisposizione di report dettagliati e dei relativi prospetti contabili. Si richiede: dimestichez-za con l’uso del pc, in particolare ottima conoscenza del pacchetto Office; conoscenza dei servizi e delle tecnologie IT adeguata alla posizione; ottima conoscenza del-la lingua inglese, sia scritta che parlata; ottime doti relazionali e negoziali. Saranno considerati requisiti preferenziali: laurea trien-nale o specialistica in economia o ingegneria gestionale, conoscenza

dei principi generali di contabilità, conoscenza di programmi gestionali (es. SAP Business One). Sede di lavoro: Torino. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le per-sone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posizione di interes-se e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Alvin Divisione Categorie Protette di Articolo 1 Agenzia per il Lavoro – [email protected]

Assicurazioni

Lombardia

Addetto di filialeAlvin agenzia per il lavoro, ricerca per azienda operante nel settore del credito al consumo 3 Addetti di filiale appartenenti alle categorie protette invalidi (Rif. CO). I candi-dati, inseriti nel front Office dedicato ai prodotti finanziari, si occuperanno di attività di sportello. Si richiede: laurea in materie economiche o giuridiche conseguita da non più di 36 mesi; conoscenza dei principali sistemi informatici; buone capacità relazionali e buon orientamento alla gestione del cliente. Orario: full-time Si offre iniziale contratto a tempo determinato con finalità di inserimento. Sede di lavoro: Pavia.

Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate pos-sono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trat-tamento dei dati personali a: Alvin Divisione Categorie Protette di Articolo 1 Agenzia per il Lavoro – [email protected]

Liquidatore sinistri JuniorArticolo1 agenzia per il lavoro, ricerca per azienda operante nel settore assi-curativo 1 liquidatore sinistri Junior. Il candidato supporterà le risorse senior nel processo di liquidazione dei sinistri. Si richiede: laurea in giurisprudenza o diploma di scuola secondaria con espe-rienza maturata in altre società assicura-tive nella liquidazione dei sinistri; buone capacità relazionali; ottima conoscenza Excel e Outlook; buona predisposizione al lavoro in gruppo; domicilio in zona. Si offre contratto di somministrazione con possibilità di inserimento in azienda. Sede di lavoro: Varese. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Arti-colo1 Agenzia per il Lavoro – Piazza della Repubblica, 5 – 21100 Varese – Tel 0332 1690276-7 – Fax 0332 1690353 – [email protected]

Ogni settimana [email protected] offre ai suoi lettori il più completo servizio di segnalazione delle opportunità di accesso e di mobilità nel mondo del la-voro. Tutte le segnalazioni sono suddivise per settore. All’interno di questa classificazione il lettore potrà individuare, nel modo più rapido, la regione in cui preferirebbe svolgere la propria attività e lì cercare le offerte di lavoro

evidenziate dallo spoglio degli annunci. La sua ricerca, a livello regionale, risulterà agevolata dalla possibilità di selezionare solo quegli annunci che interessano le qualifiche e le esperienze professionali già maturate. Per esempio, un ingegnere minerario residente in Veneto che intenda trovare una nuova occupazione come consulente di una impresa petrolifera, dovrà

semplicemente ricercare nelle pagine seguenti, all’interno della sezione dedicata agli «Ingegneri» il sottotitolo riservato alle opportunità offerte in «Veneto» e, all’interno di questo, tutte le segnalazioni che richiedono un «Consulente». Avrà così, in un semplice colpo d’occhio, tutte le offerte presenti sul mercato che lo riguardano direttamente.

Guida all’uso di OFFRO LAVORO OFFRO LAVORO, esercitando il diritto di cronaca, mette anche puntualmente in evidenza gli annunci

e le segnalazioni di possibilità di occupazione pubblicati sulla stampa italiana, nazionale e locale, sulle riviste specializzate e sui più prestigiosi organi di informazione internazionale.

Ogni annuncio si intende diretto indistintamente a uomini e donne.

Telefono 02-58219.1 - e-mail: [email protected]

Direttore ed editore Paolo Panerai (02-58219209)

Direttore Marino Longoni (02-58219207)

Redazione: Silvana Saturno (02-58219378)Roxy Tomasicchio (02-58219335)

Impaginazione e grafica: Alessandra Superti (responsabile)

ItaliaOggi Editori - Erinne srl - 20122 Milano, via Marco Burigozzo 5, tel. 02-58219.1; telefax 02-58317598; 00187 Roma, via Santa Maria in Via 12, tel. 06-6976081 r.a.; telefax 06-69920373, 69920374.Stampa: Milano, Seregni Cernusco srl, Cernusco S/N (Milano), via Brescia 22 Distribuzione: Erinne srl - via Marco Burigozzo 5 - 20122 Milano, tel. 02-58219283. Concessionaria esclusiva per la pubblicità: Class Pubblicità - Via Burigozzo 8 - 20122 Milano - Tel. 02-58219521-2. Executive Chairman: Andrea Mattei. Chief Executive Officer: Fabrizio Masini. Deputy Chairman Digital: Gianalberto Zapponini. Chief Marketing Officer: Domenico Ioppolo. Group Publisher Quotidiani: Francesco Rossi. Business Unit Finanza-Assicurazioni-Energia: Stefano Maggini. Business Unit Fashion-Luxury-Cosmesi: Maurizio Ruggiero. Business Unit Largo Consumo: Giovanni Russo. Business Unit Speciali: Danilo Altenburger. Business Unit Design-Edilizia-Auto-Nautica: Donata Casati. Business Unit Centri Media-Agenzie: Diego Olivelli. Business Unit Pubblica Amministrazione: Carlo Bassi. Coordinamento Roma e Sud Italia: Riccardo Marini. Coordinamento Nord Italia (escluso Lombardia): Stefano Castellani. Coordinamento Toscana e Umbria: Andrea Conforti.Tariffe abbonamenti ItaliaOggi - Euro 320,00 annuale, estero euro 900,00 annuale: Abbonamento estero via aerea.ItaliaOggi Sette - Registrazione del tribunale di Milano n. 174 del 25/3/95 - Direttore responsabile: Pa-olo Panerai. Testata che fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 250

SERVIZIO ABBONAMENTIper informazioni e segnalazioni

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800-822195

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Si rende noto che, ai sensi del D.lgs n. 163/2006, in data 22/10/2012 è stato pubblicato sulla 5^ Serie Speciale della Gazzetta Uffi ciale della Repubblica Italiana n. 123, il bando di gara relativo alla Procedura aperta in modalità telematica per l’acquisto di una copertura assicurativa della Responsabilità Civile derivante a Poste Italiane S.p.A. dalla circolazione di veicoli a motore di proprietà e/o in uso - Lotto unico.Il bando è stato trasmesso alla GUE in data 10/10/2012.L’importo del premio massimo stimato complessivo annuale lordo a base di gara, è pari a € 780.000,00 (euro settecentoottantamila/00), al netto delle franchigie, delle regolazioni e dei rinnovi.La copertura assicurativa ha effetto dalle ore 24.00 del 31/12/2012 ed effi cacia fi no alle ore 24.00 del 31/12/2013 per il periodo di ulteriori 12 mesi alle stesse condizioni in corso. Le specifi che tecniche della copertura assicurativa sono descritte nel Capitolato di Polizza.Le Imprese interessate possono presentare le domande di partecipazione/offerte, entro le ore 13:00 del 21/11/2012, secondo le modalità indicate nel Capitolato Speciale d’Oneri che sarà disponibile presso i punti di contatto indicati nel bando di gara. Il Responsabile

Manlio Caporali

AVVISO DI GARA TELEMATICA

PROCEDURA APERTA

Acquisti

AVVISO

AI PORTATORI DEL PRESTITO OBBLIGAZIONARIO

DENOMINATO

“CENTROBANCA S.p.A Obbligazioni 2009/2015

Step-Up Callable”

Codice ISIN IT0004523848

(il “Prestito Obbligazionario” o le Obbligazioni”)

Conformemente a quanto previsto dal Regolamento del

Prestito Obbligazionario e dalle relative Condi zioni

Definitive, depositate presso CONSOB in data 10 set-

tembre 2009 e pubblicate sul sito internet dell’Emittente

(www.centrobanca.it), si informano i Portatori del suindi-

cato Prestito Obbligazionario che, in data 30 ottobre 2012

e pari valuta, Centrobanca S.p.A. procederà al rimborso

anticipato di tutte le Obbligazioni in circolazione, al

100% del loro Valore Nominale ed al pagamento delle

cedole dovute sino alla medesima data del 30 ottobre 2012

nella misura prevista dalle Condizioni Definitive.

Milano, 18 ottobre 2012 CENTROBANCA S.P.A.

CENTROBANCA - BANCA DI CREDITO FINANZIARIO E MOBILIARE S.p.A.

Sede sociale in Milano – C.so Europa, 16 – Capitale sociale Euro 369.600.000 interamente versato

Codice Fiscale e Registro delle Imprese di Milano n. 00714470150

Iscritta all’Albo delle Banche

Facente parte del Gruppo Unione di Banche Italiane S.c.p.a.

Iscritto all’Albo dei Gruppi Bancari al n° 3111.2.

Soggetta all’attività di direzione e coordinamento di UBI Banca

Aderente al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi e al Fondo Nazionale di Garanzia

www.centrobanca.it

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Page 47:  · • Anno 21 - Numero 251 - 2,50 - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Lunedì 22 Ottobre 2012 • • NELLINSERTO: IL TRUST IN ITALIA SECONDO LA GIURISPRUD

53Lunedì 22 Ottobre 2012Lunedì 22 OO F F R O L AVO R O

Valori al 19/10/2012

Ivy Asset Strategy A1 EUR 1129,83

POLAR CAPITAL FUNDS

www.polarcapital.co.uk

Comparto Classe NAV Valori aldi Azioni

Global Technology EUR 12,86 18/10/2012 GBP 10,43 18/10/2012 USD 16,82 18/10/2012

Healthcare Opportunities EUR 9,67 18/10/2012 GBP 7,84 18/10/2012 USD 10,88 29/05/2012

Polar Japan Fund USD 16,98 19/10/2012 GBP 10,58 19/10/2012 JPY 1345,82 19/10/2012

UK Absolute Return EUR 11,85 19/10/2012 GBP 9,64 19/10/2012 USD 15,47 19/10/2012 EUR 12,08 19/10/2012 GBP 9,82 19/10/2012 USD 15,77 19/10/2012

Class AClass AClass AClass IClass IClass I

Valori al 18/10/2012

www.reyl.com

Reyl (Lux) Global SicavElite France-Europe B EUR 92,56Em Mkts Eq B($) USD 144,19Em Mkts Eq F($) USD 142,90Em Mkts Eq J(Chf) CHF 126,21Em Mkts Eq L EUR 143,69Em Mkts Eq O EUR 145,69European Equities B EUR 230,17European Equities C(Chf) CHF 209,05European Equities D($) USD 228,91European Equities F EUR 223,81European Equities H EUR 217,32Long/Short Em.Mkts Eq B ($) USD 104,13Long/Short Em.Mkts Eq E EUR 103,63Long/Short European Eq B EUR 103,31Long/Short European Eq D ($) USD 103,69North American Eq. B($) USD 168,27North American Eq. E EUR 158,78North American Eq. F($) USD 164,89North American Eq. G EUR 154,44North American Eq. H($) USD 155,18Reyl (Lux) Tactical AllocationsDiv Income D USD 121,26Div Income E EUR 123,27Div Income F EUR 121,74Div Income H USD 120,10Quality Bond Fund D USD 132,15Quality Bond Fund E EUR 133,16Quality Bond Fund F EUR 130,36Quality Bond Fund H USD 129,48

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Via Gaggia, 4

20139 Milano

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UNIDESIO 760071 11,684 12/10/2012

UNIDESIO 760072 10,583 12/10/2012

UNIDESIO 760073 10,595 12/10/2012

UNIDESIO760074 10,517 12/10/2012

UNIDESIO 760075 12,422 12/10/2012

UNIDESIO 760077 10,958 12/10/2012

UNIDESIO 760078 10,589 12/10/2012

UNIDESIO 760079 10,885 12/10/2012

UNIDESIO 760080 10,733 12/10/2012

UNIDESIO 760082 9,878 12/10/2012

UNIDESIO 760085 10,540 12/10/2012

UNIDESIO 760087 11,877 12/10/2012

UNIDESIO 760088 9,695 12/10/2012

UNIDESIO 760090 7,102 21/09/2012

UNIDESIO 760091 10,986 12/10/2012

UNIDESIO 760092 10,949 12/10/2012

UNIDESIO 760095 10,381 12/10/2012

UNIDESIO 760096 10,474 12/10/2012

UNIDESIO 760097 11,069 12/10/2012

UNIDESIO 760098 11,349 12/10/2012

UNIDESIO 760099 11,108 12/10/2012

UNIDESIO 760100 10,723 12/10/2012

UNIDESIO 760101 10,871 12/10/2012

UNIDESIO 760102 10,774 12/10/2012

UNIDESIO 760104 10,240 12/10/2012

UNIDESIO 760105 10,703 12/10/2012

UNIDESIO 760210 10,030 05/10/2012

AZZOAGLIO CONSERVATIVO 6,2130 05/10/2012

AZZOAGLIO DINAMICO 4,6470 05/10/2012

AZZOAGLIO EQUILIBRATO 5,8160 05/10/2012

UNIDESIO PRUDENTE 11,0610 05/10/2012

UNIDESIO MODERATO 10,5520 05/10/2012

UNIDESIO ATTIVO 10,0630 05/10/2012

UNIDESIO VIVACE 9,1990 05/10/2012

OBBLIGAZIONARIO MISTO 10,1070 05/10/2012

AZIONARIO EURO 7,4040 05/10/2012

TOP SIX ITALY 101,3400 26/09/2012 AA-/S&P

E.W.MEMORY INDEX 99,2100 26/09/2012 A/S&P

INDEX TOP 22 103,3600 26/09/2012 A+/S&P

THREE 2009 103,2100 26/09/2012 AA-/S&P

INDEX SIX 2009 98,7000 26/09/2012 AA-/S&P

FTSE MIB 93,4230 17/10/2012

FTSE MIB 2010 91,2380 17/10/2012

EUROSTOXX 50 - 2010 91,4490 17/10/2012

INDEX TRENTA 2011 93,8620 17/10/2012

INDEX FOUR E 50 - 2011 94,0820 17/10/2012

INDEX STOXX EUROPE - 2011 95,0180 17/10/2012

EUROSTOXX 50 - 2012 89,2230 17/10/2012

PREVIMISURATO 12,5120 04/10/2012

PREVIBRIOSO 10,4300 04/10/2012

PREVIDINAMICO 11,9130 04/10/2012

LINEA 1 11,8030 30/09/2012

LINEA 1 - FASCIA A 12,1900 30/09/2012

LINEA 1 - FASCIA B 11,8700 30/09/2012

LINEA 2 11,4370 30/09/2012

LINEA 2 - FASCIA A 11,6380 30/09/2012

LINEA 2 - FASCIA B 11,6560 30/09/2012

LINEA 3 11,1350 30/09/2012

LINEA 3 - FASCIA A 11,2550 30/09/2012

LINEA 3 - FASCIA B 12,0220 30/09/2012

UNIDESIO 760106 10,781 12/10/2012

UNIDESIO 760109 10,933 12/10/2012

UNIDESIO 760110 10,671 12/10/2012

UNIDESIO 760124 11,442 12/10/2012

UNIDESIO 760125 10,927 12/10/2012

UNIDESIO 760126 10,619 31/08/2012

UNIDESIO 760129 11,585 12/10/2012

UNIDESIO 760130 10,714 12/10/2012

UNIDESIO 760133 10,844 12/10/2012

UNIDESIO 760137 10,603 12/10/2012

UNIDESIO 760138 10,943 12/10/2012

UNIDESIO 760139 11,456 12/10/2012

UNIDESIO 760140 11,390 12/10/2012

UNIDESIO 760141 10,257 12/10/2012

UNIDESIO 760143 10,228 21/09/2012

UNIDESIO 760145 10,713 12/10/2012

UNIDESIO 760147 11,002 12/10/2012

UNIDESIO 760149 10,988 12/10/2012

UNIDESIO 760150 11,063 12/10/2012

UNIDESIO 760156 10,097 12/10/2012

UNIDESIO 760157 11,001 12/10/2012

UNIDESIO 760158 10,123 12/10/2012

UNIDESIO 760159 10,683 12/10/2012

UNIDESIO 760160 10,350 12/10/2012

UNIDESIO 760163 10,155 12/10/2012

UNIDESIO 760167 10,545 12/10/2012

UNIDESIO 760168 10,458 13/04/2012

UNIDESIO 760169 10,904 12/10/2012

UNIDESIO 760170 10,541 12/10/2012

UNIDESIO 760171 10,363 10/08/2012

UNIDESIO 760173 10,405 12/10/2012

UNIDESIO 760174 10,670 12/10/2012

UNIDESIO 760179 10,351 12/10/2012

UNIDESIO 760180 10,483 12/10/2012

UNIDESIO 760181 10,347 12/10/2012

UNIDESIO 760182 9,833 12/10/2012

UNIDESIO 760183 10,691 12/10/2012

UNIDESIO 760184 10,685 05/10/2012

UNIDESIO 760185 10,690 05/10/2012

UNIDESIO 760186 10,615 05/10/2012

UNIDESIO 760187 10,681 05/10/2012

UNIDESIO 760188 10,582 05/10/2012

UNIDESIO 760189 10,702 05/10/2012

UNIDESIO 760191 10,219 05/10/2012

UNIDESIO 760192 10,696 05/10/2012

UNIDESIO 760193 10,718 05/10/2012

UNIDESIO 760198 9,423 05/10/2012

UNIDESIO 760201 10,631 05/10/2012

UNIDESIO 760202 10,632 05/10/2012

UNIDESIO 760203 11,076 05/10/2012

UNIDESIO 760205 10,248 05/10/2012

UNIDESIO 760206 10,427 05/10/2012

UNIDESIO 760207 10,599 05/10/2012

AZIONARIO GLOBALE 9,0150 05/10/2012

BILANCIATO 9,9440 05/10/2012

CONSERVATIVE 10,2710 05/10/2012

BOND MIX 10,3360 05/10/2012

BALANCED 10,5420 05/10/2012

GLOBAL EQUITY 11,1090 05/10/2012

UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO BREVE TERMINE 10,1580 05/10/2012

UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO MEDIO TERMINE 10,6010 05/10/2012

UNIDESIO AZIONARIO AREA EURO 8,8240 05/10/2012

UNIDESIO AZIONARIO INTERNAZIONALE 10,7170 05/10/2012

HI EUROCHINA 100,00 15/10/2012 A+/S&P

5,5Y CHINA KOREA&SWISS GRO. NOTE 100,03 15/10/2012 A+/S&P

S&BRIC 8-40 106,47 15/10/2012 A2/S&P

S&BRIC LOOK BACK 8 - 40 121,49 15/10/2012 A2/S&P

IES - ITALIAN EQUITY SELECTION 102,05 15/10/2012 A+/S&P

HELVETIA 4-30 93,74 17/10/2012

HELVETIA MULTIMANAGER FLESSIBILE 9,7000 16/10/2012

HELVETIA MULTIMANAGER EQUITY 9,7000 16/10/2012

HELVETIA WORLD EQUITY 108,1200 16/10/2012

HELVETIA EUROPE BALANCED 179,3600 16/10/2012

HELVETIA WORLD BOND 217,6100 16/10/2012

HELVETIA GLOBAL BALANCED 146,7300 16/10/2012

HELVETIA GLOBAL EQUITY 92,1700 16/10/2012

LINEA GARANTITA 11,3550 30/09/2012

LINEA BILANCIATO 11,6760 30/09/2012

LINEA OBBLIGAZIONARIO 11,9050 30/09/2012

LINEA AZIONARIO 7,7500 30/09/2012

Avvisi di Pubblicità legale su

Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta,Liguria, Veneto, Friuli, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, ToscanaVia Burigozzo 8 20122 MilanoTel. 02/58219511-516 Fax 02/58305643

Campania, Basilicata, Puglia, CalabriaVia Camillo Dè Nardis 11 80127 NapoliTel. 081/5603291 Fax 081/5603708

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Lazio, Marche,Abruzzo, Molise,Umbria, SardegnaVia Santa Maria in Via 1200187 RomaTel. 06/69760854Fax 06/6781314

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54 Lunedì 22 Ottobre 2012 O F F R O L AVO R O

Banche e Credito

Emilia-Romagna

Responsabile di filialeArticolo1 agenzia per il lavoro, ri-cerca per azienda leader nel settore bancario 1 responsabile di filiale. La risorsa, riportando direttamente al Bank Shop Sales Manager, si occuperà di: coordinare le attività degli addetti di filiale, garantendo l’efficacia delle azioni intraprese allo scopo di raggiungere gli obiet-tivi di vendita e di qualità erogata alla clientela; monitorare la qualità del servizio al fine di assicurare la piena soddisfazione del cliente nei diversi momenti dell’accoglienza e della gestione; analizzare i dati di vendita e le prospettive di business atti a migliorare il conseguimento degli obiettivi; selezionare, formare e gestire il personale; supportare gli agenti sull’operatività di nuove iniziative promozionali, su nuovi processi operativi e sull’utilizzo di mezzi/strumenti assegnati agli stessi; contribuire alla stesura del-le procedure operative e gestire i processi di sales e servicing; proporre iniziative o progetti volti ad incrementare le visite presso il negozio e l’acquisizione di clienti da parte degli agenti; gestire le visite di clienti acquisiti o potenziali. Si richiede: precedente esperienza nel ruolo, maturata presso una filiale settore bancario/parabancario; ca-pacità di gestione e coordinamento di un team; ottime doti commerciali, orientamento al cliente. Si offre inserimento diretto in azienda. Sede di lavoro: Bologna. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le per-sone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posizione di interes-se e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Filiale di Mode-na – Piazza Natale Bruni, 1 – 41100 Modena – Tel 059 243834 – Fax 059 243528 – [email protected]

Piemonte

Operatore di sportelloArticolo1 agenzia per il lavoro, ricerca per noto gruppo bancario 2 operatori di sportello appartenenti alle categorie protette invalidi. I candidati si occuperanno di gestio-ne cassa, vendita prodotti di base (carte di credito, bancomat, ecc.), e prodotti più complessi; sviluppo e mantenimento rapporti con la clientela; consulenza in tema di finanziamenti ed investimenti. Si ri-chiede: diploma o laurea; familiarità nell’utilizzo dei principali strumenti informatici; capacità di lavorare in gruppo; flessibilità e problem solving; forti doti comunicative e di ascolto; qualità organizzative e orientamento al risultato. L’aver maturato precedenti esperienze lavorative in ambito bancario sarà considerato requisito preferenziale. Sede di lavoro: Torino. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posizio-ne di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Arti-colo1 Agenzia per il Lavoro – Corso Vittorio Emanuele II, 67/D 10128 Torino– Tel 011 5690444– Fax 011 5690503– [email protected]

Biologia e Chimica

Lombardia

Tecnico di laboratorioArticolo1 agenzia per il lavoro, ricerca per azienda operante nel settore chimico 2 tecnici di labo-ratorio. I candidati si occuperanno di collaudo resine poliestere. Si richiede: diploma di perito chimico; esperienza pregressa in collaudo, prove ed analisi di laboratorio; disponibilità immediata; domicilio in zona. Sede di lavoro: Venegono (VA). Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un det-tagliato curriculum indicando il ri-ferimento alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 Agenzia per il Lavoro – Piazza della Repub-blica, 5 – 21100 Varese – Tel 0332 1690276-7 – Fax 0332 1690353 – [email protected]

Commercio

Emilia-Romagna

Addetto all’ufficio commerciale

Articolo1 agenzia per il lavoro, ricerca per azienda operante nel settore import/export 1 addetto all’ufficio commerciale madrelingua portoghese. La risorsa si occuperà di gestione del pacchetto clienti esteri, ricerca nuovi clienti, pratiche di im-port/export. Si richiede: madrelingua portoghese; ottima conoscenza della lingua inglese; pregressa esperienza nella medesima mansione; dispo-nibilità immediata. Sede di lavoro: Nonantola (MO). Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le per-sone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posizione di interes-se e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Filiale di Mode-na – Piazza Natale Bruni, 1 – 41100 Modena – Tel 059 243834 – Fax 059 243528 – [email protected]

Hostess di cassaArticolo1 agenzia per il lavoro, ri-cerca per azienda 5 hostess di cassa. I candidati sono in possesso di espe-rienza pregressa nella mansione: sistemi casse moderne, pagamenti POS e carte di credito. Bella presen-za, educazione e predisposizione al contatto con il cliente completano il profilo. Si richiede disponibilità a lavorare nei week end e nei giorni festivi. Orario di lavoro: full-time. Sede di lavoro: Parma. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posi-zione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Filiale di Modena – Piazza Natale Bruni, 1 – 41100 Modena – Tel 059 243834 – Fax 059 243528 – [email protected]

Lombardia

Impiegato commercialeRandstad agenzia per il lavoro, ricerca per azienda 1 impiegato com-merciale: selezioniamo candidati con esperienza in ufficio commer-ciale estero, con ottima conoscenza lingue inglese e francese o tedesco

per attività di gestione ordini, con-tatto clienti e presentazione offerte. Richiesto domicilio nei limitrofi di Legnano e provenienza da aziende di produzione. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indican-do il riferimento alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Filiale Randstad Italia SpA Legna-no Via XXIX Maggio, 113 20025 Legnano Tel. 0331 593412 - fax 0331 593556 - [email protected] Randstad

Impiegato commerciale estero

Articolo1 agenzia per il lavoro, ricerca per azienda 1 impiegato commerciale estero. La risorsa si occuperà di gestione del proprio pacchetto clienti Italia – Estero, in-serimento ordini e verifica spedizio-ne degli stessi, controllo consegna e ritiro da parte del cliente in stretta collaborazione con il magazzino. Si richiede: ottima conoscenza della lingua inglese e tedesca; pregressa esperienza nella mansione di alme-no cinque anni; domicilio in zona; disponibilità immediata e full time. È necessario essere automuniti. Sede di lavoro: Venegono (VA). Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato cur-riculum indicando il riferimento alla posizione di interesse e l’au-torizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 Agenzia per il Lavoro – Piazza della Repubblica, 5 – 21100 Varese – Tel 0332 1690276-7 – Fax 0332 1690353 – [email protected]

Impiegato tecnico ufficio acquisti

Randstad agenzia per il lavoro, ricerca per azienda 1 impiegato tecnico per ufficio acquisti. Cer-chiamo impiegato con laurea in ingegneria ed esperienza almeno biennale nel reparto produzione o commerciale o logistica. Inseri-mento previsto nell’area acquisti e nello specifico nella gestione di tutte le officine esterne che seguono le lavorazioni meccaniche. Richiesta buona conoscenza lingua inglese e dimistichezza con i principali pacchetti informatici. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posi-zione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Filiale Randstad Italia SpA Legna-no Via XXIX Maggio, 113 20025 Legnano Tel. 0331 593412 - fax 0331 593556 - [email protected] Randstad

Tecnico commercialeRandstad agenzia per il lavoro, ricerca per azienda 1 tecnico com-merciale: selezioniamo candidati con provenienza da settore mecca-nico, per attività di supporto nella vendita e gestione clienti. Richiesta esperienza nel ruolo e disponibi-lità a frequenti trasferte all’estero. Necessaria ottima conoscenza lin-guistica. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un det-tagliato curriculum indicando il ri-ferimento alla posizione di interesse

e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Filiale Randstad Italia SpA Legnano Via XXIX Maggio, 113 20025 Legnano Tel. 0331 593412 - fax 0331 593556 - [email protected] Randstad

Piemonte

Impiegato ufficio acquistiArticolo1 agenzia per il lavoro, ricerca per azienda 1 impiegato ufficio acquisti. La risorsa lavorerà in un team di quattro persone e sarà affiancata nell’apprendimento delle principali attività in carico all’uffi-cio: acquisto di beni e servizi con prevalenza di quelli informatici; collaborazione con il responsabile del Dipartimento Legal and Procu-rement nella selezione dei fornitori e nella negoziazione dei contratti; data entry delle transazioni di acquisto nel software gestionale; monitorag-gio degli ordini e della soddisfazione del cliente interno; controllo del rispetto del budget attraverso la predisposizione di report dettagliati e dei relativi prospetti contabili. Si richiede: breve esperienza lavorativa come Purchases Assistant; gradita conoscenza dei principi generali di contabilità; dimestichezza con l’uso del pc e in particolare ottima conoscenza del pacchetto Office; conoscenza dei servizi e delle tec-nologie IT adeguata alla posizione; ottima conoscenza della lingua in-glese, sia scritta che parlata; ottime doti relazionali e negoziali. Saranno considerati requisiti preferenziali: appartenenza alle categorie protette (L.68/99), laurea triennale o specia-listica in economia o ingegneria ge-stionale, conoscenza di programmi gestionali quali SAP Business One. Sede di lavoro: Torino. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posizio-ne di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Arti-colo1 Agenzia per il Lavoro – Corso Vittorio Emanuele II, 67/D 10128 Torino– Tel 011 5690444– Fax 011 5690503– [email protected]

Contabilità

Emilia-Romagna

ContabileArticolo1 agenzia per il lavoro, ricerca per azienda 1 contabile esperto. La risorsa sarà inserita all’interno dell’uf-ficio amministrativo e si occuperà di contabilità ciclo attivo e passivo, fisca-lità, chiusura bilancio, tenuta formalità societarie. Si richiede: pluriennale esperienza nella mansione; disponibi-lità immediata; ottima conoscenza SAP o ERP equivalenti; buona conoscenza della lingua inglese e, preferibilmente, anche di quella francese. Buona capa-cità di gestione dello stress e spiccata predisposizione all’analisi numerica completano il profilo. Sede di lavoro: Modena. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone inte-ressate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posizione di interesse e l’autorizza-zione al trattamento dei dati personali a: Filiale di Modena – Piazza Natale Bruni, 1 – 41100 Modena – Tel 059 243834 – Fax 059 243528 – [email protected]

Piemonte

ContabileAlvin agenzia per il lavoro, ricerca per azienda 2 contabili appartenenti alle categorie protette invalidi (Rif. AccAss). Si richiede: diploma in Ragioneria; buona conoscenza della lingua inglese; buona conoscenza del pacchetto Office; esperienza nella gestione della cassa e di note spese multi valuta; capacità di ge-stione della rendicontazione delle trasferte italiane ed estere. Sono requisiti graditi familiarità con le riconciliazioni bancarie, buona conoscenza delle nozioni di contabi-lità generale clienti/fornitori, Italia/Estero ed esperienza nella gestione di contabilità su commessa. Sede di lavoro: Torino. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le per-sone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posizione di interes-se e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Alvin Divisione Categorie Protette di Articolo 1 Agenzia per il Lavoro – [email protected]

Impiegato contabileArticolo1 agenzia per il lavoro, ricer-ca per azienda 2 Impiegati contabili appartenenti alle categorie protette. Si richiede: appartenenza alle Cate-gorie Protette (L.68/99); diploma in Ragioneria; buona conoscenza della lingua inglese; buona conoscenza del pacchetto Office, in particolare di Excel; buona conoscenza della partita doppia; preferibile esperienza nella gestione della cassa e di note spese multi valuta; gradita familia-rità con le riconciliazioni bancarie e con la gestione della rendicontazio-ne delle trasferte italiane ed estere; gradita, ma non indispensabile, buona conoscenza delle nozioni di contabilità generale clienti/fornito-ri, Italia/Estero ed esperienza nella gestione di contabilità su commessa; disponibilità a trasferte in Italia e all’Estero. Sede di lavoro: Torino. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato cur-riculum indicando il riferimento alla posizione di interesse e l’au-torizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 Agenzia per il Lavoro – Corso Vittorio Emanuele II, 67/D 10128 Torino– Tel 011 5690444– Fax 011 5690503– [email protected]

Edilizia

Emilia-Romagna

SaldatoreArticolo1 agenzia per il lavoro, ricerca per azienda 10 saldatori. Si richiede: pluriennale esperienze nella saldatura a filo, a tig, a scarica condensatore e a puntatura; capacità di lettura del dise-gno tecnico; conoscenza della tecnolo-gia dei materiali; esperienza nella car-penteria leggera e nell’assemblaggio. Sede di lavoro: Modena. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Filiale di Modena – Piazza Natale Bruni, 1 – 41100 Modena – Tel 059 243834 – Fax 059 243528 – [email protected]

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55Lunedì 22 Ottobre 2012Lunedì 22 OO F F R O L AVO R OLombardia

SerramendistaRandstad agenzia per il lavoro, ri-cerca per azienda 1 Serramendista: selezioniamo per azienda di Arcona-te posatori esperti per serramenti in alluminio. Buone possibilità di inse-rimento, lavoro su giornata. Gli an-nunci sono rivolti a candidati ambo-sessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posi-zione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Filiale Randstad Italia SpA Legna-no Via XXIX Maggio, 113 20025 Legnano Tel. 0331 593412 - fax 0331 593556 - [email protected] Randstad

Informatica

Emilia-Romagna

ProgrammatoreArticolo1 agenzia per il lavoro, ricer-ca per azienda 2 programmatori. La risorsa si occuperà di programma-zione informatica. Si richiede ottima conoscenza di visual basic, visual studio, DELPHI. È necessario aver maturato esperienza nella mansione. Sede di lavoro: Modena. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posi-zione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Filiale di Modena – Piazza Natale Bruni, 1 – 41100 Modena – Tel 059 243834 – Fax 059 243528 – [email protected]

Piemonte

Progettista software JuniorArticolo1 agenzia per il lavoro, ricerca per azienda 1 Progettista sof-tware Junior. Si richiede: diploma o laurea ad indirizzo elettronico; cono-scenza linguaggi di programmazione ASSEMBLER e C EMBEDDED. Si offre contratto di somministrazione a tempo determinato finalizzato all’in-serimento in azienda. Sede di lavoro: Grugliasco (TO). Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare

un dettagliato curriculum indican-do il riferimento alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Arti-colo1 Agenzia per il Lavoro – Corso Vittorio Emanuele II, 67/D 10128 Torino– Tel 011 5690444– Fax 011 5690503– [email protected]

Ingegneri

Lombardia

Ingegnere meccatronicoRandstad agenzia per il lavoro, ricerca per azienda 1 ingegnere meccatronico. La risorsa inizial-mente si occuperà come installatore e assistenza tecnica presso clienti e successivamente come tecnico com-merciale. Requisiti fondamentali sono la laurea, ottima conoscenza della lingua inglese, preferibile la conoscenza del francese. Buone doti organizzative, spirito di adattamen-to, capacità commerciali, flessibilità e disponibilità a trasferte nord Italia. Contratto iniziale di tre mesi con ottime opportunità di inserimento in azienda. Sede Vimercate. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato cur-riculum indicando il riferimento alla posizione di interesse e l’au-torizzazione al trattamento dei dati personali a: Randstad Italia SpA Fi-liale di Vimercate Viale Iginio Rota 30/b 20871 Vimercate (MB) Tel 039 6612137 - Fax 039 6612168 - @[email protected]

Logistica

Emilia-Romagna

Assistente alla logisticaArticolo1 agenzia per il lavoro, ricerca per azienda operante nel settore della grande distribuzio-ne organizzata 1 assistente alla logistica. La risorsa si occuperà di ricevimento merce, controllo, spunta e caricamento delle bolle e dei relativi ordini; organizzerà le attività di flussi tra scarico e vendita collaborando con i vari reparti, ga-rantendo l’ordine, la sicurezza e la

difesa del patrimonio; parteciperà allo sviluppo commerciale affrontando problematiche inerenti al flusso o alla quantità/qualità delle merci. Si richie-de: diploma di scuola media superiore; preferibile esperienza come ricevitore nella GDO, in aziende distributive (te-nuta e ordine del ricevimento, gestione prenotazione arrivo fornitori, gestione merci, archiviazione documenti, 626). Sede di lavoro: Parma. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Filiale di Modena – Piazza Natale Bruni, 1 – 41100 Modena – Tel 059 243834 – Fax 059 243528 – [email protected]

ManagerEmilia-Romagna

Facility managerArticolo1 agenzia per il lavoro, ri-cerca per azienda 1 facility manager. La risorsa si occuperà della gestione di immobili aziendali, fornitori (ac-qua, luce etc), manutenzione degli immobili. Si richiede: esperienza nella mansione; diploma di geo-metra o equivalenti; disponibilità immediata. Sede di lavoro: Carpi (MO). Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un det-tagliato curriculum indicando il ri-ferimento alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Filiale di Modena

– Piazza Natale Bruni, 1 – 41100 Modena – Tel 059 243834 – Fax 059 243528 – [email protected]

Marketing e commerciali

Abruzzi

Operatori telefonici outbound

Articolo1 agenzia per il lavoro, ricerca per azienda 10 operatori tele-fonici outbound. Si richiede: buona propensione commerciale; buone doti comunicative; orientamento al lavoro per obiettivi. Saranno valutate anche candidature senza esperienza nella mansione. Sede di lavoro: Montesilvano (PE). Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posi-zione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 Agenzia per il Lavoro – Via Milano 13-65122 Pescara – Tel 085 9432009 – Fax 085 9432095 – [email protected]

PromoterArticolo1 agenzia per il lavoro, ricerca per azienda operante nel settore delle telecomunicazioni 10 promoter. Le risorse si occuperanno del processo di promozione e vendi-ta del prodotto sino alla conclusione della trattativa contrattuale. I candi-dati ideali hanno maturato preceden-te esperienza in attività di vendita, sono disponibili sia al part-time che

al full-time ed a lavorare nel fine settimana. Dinamicità, flessibilità e forte predisposizione alla vendita completano il profilo. È necessaria la disponibilità immediata. Si offre contratto di inserimento diretto in azienda. Sedi di lavoro: Pescara, L’Aquila. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un det-tagliato curriculum indicando il ri-ferimento alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 Agenzia per il Lavoro – Via Milano 13-65122 Pescara – Tel 085 9432009 – Fax 085 9432095 – [email protected]

Emilia-Romagna

Impiegato web marketingArticolo1 agenzia per il lavoro, ricerca per azienda operante nel settore commercio 1 impiegato web marketing. La risorsa si occuperà di gestione, aggiornamento, promozio-ne del sito internet aziendale, attività di marketing e gestione fornitori. Si richiede: esperienza nel settore; lau-rea in marketing, comunicazione o equivalenti; conoscenza della lingua inglese; disponibilità immediata. Si offre contratto di somministrazione di due mesi con possibilità di inse-rimento in azienda. Sede di lavoro: Correggio (RE). Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le per-sone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posizione di interes-se e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Filiale di Mode-

Canale 55

I PROGRAMMI TV E RADIO DI CLASS EDITORI

7.00 Primo Tempo News - Attualità 9.00 Primo Tempo - Attualità 11.00 Cnbc Original «Inside Google» 11.50 Cantore Stories - Serie TV 13.50 Gli Indimenticabili «Tempesta su Washington» Di O. Preminger (1962) 16.00 TG Giorno - Attualità 16.55 Nightly News 17.10 Prometeo «Risparmiare con l’efficienza energetica» 19.30 Punto e a Capo Le notizie in anteprima dai Tg 20.40 Il Tg della Convenienza 21.10 Killer Instinct - Serie TV Nella mente dell’assassino 22.45 Quelli del Lunedì Il calcio dalla parte dei tifosi 00.10 Law&Order - Serie TV «Il salvatore»

7.00 Caffè Affari 9.00 Linea Mercati Mattina Ospite M. Fatticcioni (Aletti Gestielle) 10.10 Trading Room 10.30 5 Giorni sui Mercati di M. Valerio 12.10 Forex Update 12.20 Analisi Tecnica Intervenite allo 0258219585 14.30 Bussola Economica I dati che muovono i mercati 15.00 Linea Mercati Wall Street L’apertura delle borse USA 17.00 Linea Mercati Pomeriggio La chiusura delle borse Europee 18.00 Report - Il Tg della Finanza Ospiti M. Noia (Pictet AM), F. Papa (DPGA Advisory), 19.10 Missione Risparmio La consulenza per investire 22.00 Linea Mercati Notte 22.30 Italia Oggi Tg

8.00 Parelli Natural Horseman Ship 9.55 Special Class: Europei Mounted Games «Tappa italiana del campionato europeo»11.00 Class Horse Tv Live «Interviste, aggiornamenti e facebook» 12.00 Special Class: Dan Keating «Il presidene del Polo Newport Club»16.35 Campionati Italiani Dressage «Campionatii Italiani Assoluti» 17.00 Class Horse Tv Live «Interviste, aggiornamenti e facebook» 18.30 Special Class: La storia di Timoko «Storia di un trottatore eccezionale» 19.00 Talk Show Attualità «Aspettando Cavalli a Palazzo» 20.45 Class Horse Tg 21.00 Rolex FEI World Cup: Helsinki II tappa Coppa del Mondo 23.20 Nations Cup Top League: Falsterbo Coppa del Mondo

Design&Living

Il gusto del Made in Italy

Top Lot

Le aste in diretta

Ride&Drive

Tutte le novità per un viaggio

straordinario

My Tech

La tecnologia utile di tutti i giorni

Tempo di Lusso

Vivere e conoscere ciò che fa la

differenza

Sapori&Profumi

Ecco le eccellenze culinarie

Art TV

Il mondo dell’arte

Class Life Tg

Le notizie dal mondo della moda

Canale 56

8.00 Ladies 8.30 Full Fashion Designer Le sfilate dei grandi stilisti 12.00 Fashion Dream 13.30 Class Tv Moda News Le notizie dalle passerelle 14.00 Full Fashion Designer Le sfilate dei grandi stilisti 18.00 Milano Models Il reality sulla moda 18.30 Full Fashion Designer Le sfilate dei grandi stilisti 19.30 Class Tv Moda News Le notizie dalle passerelle 20.00 Ladies 21.00 Models New York Il reality sulla moda 22.30 Full Fashion Designer Le sfilate dei grandi stilisti

7.15 Rassegna Stampa Radio Classica

9.05 Apertura Piazza Affari

e Borse Europee

10.00 Spazio D.J. Classico

Musica classica e aggiornamenti

sul traffico, meteo, borsa,

oroscopo, sport

15.30 Apertura Wall Street

Con Andrea Fiano da New York

16.00 Ultimo Grido

Le novità della classica

17.30 Chiusura Piazza Affari e Borse Europee

18.00 Punto Piazza Affari

Linea diretta con gli ascoltatori

18.30 Acquarello

19.00 Vintage - I grandi del passato

20.00 Onda della Sera

I grandi concerti

22.00 Onda della Notte

I grandi concerti

www.radioclassica.com

Canale 30

CANALE 27

UNIONE DI BANCHE ITALIANE - S.c.p.A.Sede Legale e Direzione Generale: Bergamo, Piazza Vittorio Veneto, 8 Sedi operative: Brescia e Bergamo. Iscritta all’Albo delle Banche al n. 5678 – ABI n. 3111 Capogruppo del “Gruppo UBI Banca” iscritto all’Albo dei Gruppi Bancari al n. 3111 Capitale Sociale Euro 2.254.367.512,5 Codice Fiscale, Partita IVA ed Iscrizione al Registro delle Imprese di Bergamo n. 03053920165 Aderente al Fondo Nazionale di Garanzia ed al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi

PRESTITO OBBLIGAZIONARIOUNIONE DI BANCHE ITALIANE

TASSO VARIABILE 23.04.2012 – 23.04.2014(IT0004803968)

Si comunica che:

• la cedola n. 01 relativa al periodo 23/04/2012 – 22/10/2012 è in pagamento dal 23/10/2012 nella misura del 2,25% al lordo delle ritenute di legge, per ogni titolo del valore nominale di euro 1.000,00;

• il tasso di interesse relativo al periodo 23/10/2012 – 22/04/2013 (cedola n. 02 esigibile dal 23/04/2012) è stato determinato nella misura dello 0,955% al lordo delle ritenute di legge per ogni titolo del valore nominale di euro 1.000,00.

Bergamo, 22 ottobre 2012

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56 Lunedì 22 Ottobre 2012 O F F R O L AVO R Ona – Piazza Natale Bruni, 1 – 41100 Modena – Tel 059 243834 – Fax 059 243528 – [email protected]

Lombardia

PromoterArticolo1 agenzia per il lavoro, ricerca per azienda 10 promoter. Le risorse si occuperanno del processo di promozione e vendita del prodotto sino alla conclusione della trattativa contrattuale. I candidati ideali hanno maturato precedente esperienza in attività di vendita, sono disponibili sia al part time che al full time ed a lavorare nel fine settimana. Dina-micità, flessibilità e forte predispo-sizione alla vendita completano il profilo. È necessaria la disponibilità immediata. Si offre contratto di in-serimento diretto in azienda. Sedi di lavoro: Varese, Castellanza, Gallara-te, Como. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un det-tagliato curriculum indicando il ri-ferimento alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 Agenzia per il Lavoro – Piazza della Repub-blica, 5 – 21100 Varese – Tel 0332 1690276-7 – Fax 0332 1690353 – [email protected]

PromoterArticolo1 agenzia per il lavoro, ricerca per azienda operante nel set-tore telecomunicazioni 10 promoter. Le risorse si occuperanno del pro-cesso di promozione e vendita del

prodotto sino alla conclusione della trattativa contrattuale. I candidati ideali hanno maturato precedente esperienza in attività di vendita, sono disponibili sia al part time che al full time ed a lavorare nel fine settimana. Dinamicità, flessibilità e forte predisposizione alla vendita completano il profilo. È necessaria la disponibilità immediata. Si offre contratto di inserimento diretto in azienda. Sedi di lavoro: Brescia e provincia. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un det-tagliato curriculum indicando il ri-ferimento alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 Agenzia per il Lavoro – Via San Zeno, 30 – 25124 Brescia – Tel 030 303169 – Fax 030 3382238 – [email protected]

Piemonte

Operatore telefonico outbound

Articolo1 agenzia per il lavoro, ricerca per prestigioso call center 10 operatori telefonici outbound. Le risorse si occuperanno di vendita di prodotti telefonici. Si richiede: ottima dialettica; disponibilità a lavorare part-time nelle fasce ora-rie 11-15 o 17.30-21.30; spirito di iniziativa; proattività. Si offre inserimento diretto in azienda. Sede di lavoro: Torino Nord. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum

indicando il riferimento alla posizio-ne di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Arti-colo1 Agenzia per il Lavoro – Corso Vittorio Emanuele II, 67/D 10128 Torino– Tel 011 5690444– Fax 011 5690503– [email protected]

Produzione

Abruzzi

Operaio metalmeccanicoArticolo1 agenzia per il lavoro, ricerca per azienda 5 operai metal-meccanici. I candidati ideali hanno maturato esperienza pregressa nelle mansioni di operatore presse, tor-nitore e fresatore manuale o CNC, saldatore, attrezzista. Si richiede flessibilità oraria. Sede di lavoro: provincia di Teramo. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posi-zione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 Agenzia per il Lavoro – Via Milano 13-65122 Pescara – Tel 085 9432009 – Fax 085 9432095 – [email protected]

Emilia-Romagna

Addetto all’imbottigliamentoArticolo1 agenzia per il lavoro, ricerca per azienda 2 addetti all’im-bottigliamento. Si richiede: espe-rienza nella mansione; disponibilità

immediata. Si offre contratto di somministrazione con possibilità di proroghe. Sede di lavoro: Carpi (MO). Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un det-tagliato curriculum indicando il ri-ferimento alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Filiale di Modena – Piazza Natale Bruni, 1 – 41100 Modena – Tel 059 243834 – Fax 059 243528 – [email protected]

Impiegato di magazzinoArticolo1 agenzia per il lavoro, ri-cerca per azienda 3 Impiegati di ma-gazzino. I candidati si occuperanno di gestione flussi merce in entrata e in uscita, fatturazione, ddt, bolletta-zione, inserimento ordini e controllo flussi di spedizione, rapporti con fornitori e clienti. Si richiede: plu-riennale esperienza nella mansione e nell’import/export, in particolare nella gestione della contabilità di magazzino, conoscenza della lingua inglese, conoscenza del gestionale SAP o AS400. Contratto a tempo determinato 3 mesi, scopo assun-zione. Sede di Lavoro: provincia di Modena. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un det-tagliato curriculum indicando il ri-ferimento alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Filiale di Modena – Piazza Natale Bruni, 1 – 41100 Modena – Tel 059 243834 – Fax 059 243528 – [email protected]

NeodiplomatoArticolo1 agenzia per il lavoro, ri-cerca per azienda 1 neodiplomato. La risorsa si occuperà di supporto alla produzione, confezionamento, controllo qualità, supporto al ma-gazzino, movimentazione merci, preparazione ordini, spedizioni. Si richiedono diploma conseguito da non più di 12 mesi e disponibilità immediata. Si offre contratto di stage della durata di sei mesi con possibilità di inserimento nell’or-ganico aziendale. Sede di lavoro: Soliera (MO). Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono invia-re un dettagliato curriculum indi-cando il riferimento alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Filiale di Modena – Piazza Natale Bruni, 1 – 41100 Modena – Tel 059 243834 – Fax 059 243528 – [email protected]

Operatori Frese CNCArticolo1 agenzia per il lavoro, ricerca per azienda operante nel settore metalmeccanico 3 operatori Frese CNC. Si richiede: plurien-nale esperienza nella mansione; conoscenza CAD/CAM. Si offre contratto di somministrazione fi-nalizzato all’inserimento. Sede di lavoro: Parma. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indican-do il riferimento alla posizione di interesse e l’autorizzazione al

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CONSULENZA, NORMAZIONE & MODELLI DI BUSINESSSaluto di apertura: UNI; , Progetica

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Evoluzione normativa e regolamentare per la protezione del cittadinoBANCA D’ITALIA; , CONSOB , COVIP;

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Final remarksMinistero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

WORKSHOP - LE RETIDI PROMOZIONE FINANZIARIAModera: , Progetica

Testimonianza InternazionaleGFK EURISKO

Lo sviluppo del mercato della consulenza:un sistema di valore

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1 WORKSHOPLE RETI ASSICURATIVEModera: , Progetica

Testimonianza internazionale

, ACCENTURE

Lo sviluppo del mercato della consulenza: un sistema di valore

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2 WORKSHOP - LE RETIDI INTERMEDIAZIONE DEL CREDITOModera: , Progetica

, MORTGAGE ADVICE BUREAU

, GFK EURISKO

Lo sviluppo del mercato della consulenza: un sistema di valore

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57Lunedì 22 Ottobre 2012Lunedì 22 OO F F R O L AVO R Otrattamento dei dati personali a: Filiale di Modena – Piazza Natale Bruni, 1 – 41100 Modena – Tel 059 243834 – Fax 059 243528 – [email protected]

Responsabile di produzioneArticolo1 agenzia per il lavoro, ricerca per azienda alimentare 1 re-sponsabile di produzione. La risorsa si occuperà di programmazione della produzione e gestione dell’intero ciclo di produzione, dei flussi in en-trata e uscita e del personale interno all’azienda. Si richiede: pluriennale esperienza nella medesima mansio-ne, disponibilità immediata. Sede di lavoro: Carpi (MO). Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posi-zione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Filiale di Modena – Piazza Natale Bruni, 1 – 41100 Modena – Tel 059 243834 – Fax 059 243528 – [email protected]

Responsabile elettronicoArticolo1 agenzia per il lavoro, ricerca per azienda operante nel settore automotive 1 responsabile elettronico. Il candidato si occuperà di: gestione attività delle risorse elettronici produzione e reparto esperienza (totale 3 persone); gestio-ne data base software e procedure di installazione; sviluppo e validazione del sistema diagnosi vettura; svilup-

po sistema telemetria e sensoristica vettura; analisi dati telemetria. Si richiede esperienza nella mansione; sarà considerato requisito preferen-ziale aver maturato esperienza di pista o di diagnosi vetture stradali sportive. Si offre contratto di som-ministrazione finalizzato all’inseri-mento in azienda. Sede di lavoro: provincia di Modena. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posi-zione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Filiale di Modena – Piazza Natale Bruni, 1 – 41100 Modena – Tel 059 243834 – Fax 059 243528 – [email protected]

Lombardia

Addetto all’attrezzaggioRandstad agenzia per il lavoro, ricer-ca per azienda operamte nel settore metalmeccanico 1 addetto all’attrez-zaggio con esperienza nella man-sione. Richiesto diploma di perito e disponibilità immediata. Il candidato deve essere disponibile al lavoro a giornata e su 2 turni. Zona di lavoro: Conegliano (TV). Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Randstad Italia Spa – 31015 Conegliano (TV) T +39 0438 415520 F +39 0438 35203

@ [email protected]

Addetto all’inventarioArticolo1 agenzia per il lavoro, ricerca per catena di punti vendita operanti nel settore della grande distribuzione organizzata 24 Ad-detti all’inventario. I candidati si occuperanno di conteggio merci, sistemazione negli scaffali e aiuto nelle pulizie finali. Si richie-de: esperienza pregressa nella mansione, velocità nei calcoli e precisione. È indispensabile la disponibilità per il giorno 29 ottobre, anche in fascia serale. È necessario essere automuniti e possedere il domicilio in zona. Sede di lavoro: Olgiate Olona (VA). Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 Agenzia per il Lavo-ro – Piazza della Repubblica, 5 – 21100 Varese – Tel 0332 1690276-7 – Fax 0332 1690353 – [email protected]

Assistente responsabile di produzione

Articolo1 agenzia per il lavoro, ricerca per azienda operante nel settore metalmeccanico 1 assistente responsabile di produzione. Il can-didato si occuperà di progettazione

con Autocad, gestione commesse, approvvigionamento materia prima, organizzazione e gestione produ-zione (dipendenti e macchinari). Si richiede: diploma di perito mec-canico o equipollente, esperienza di almeno due anni in mansione analoga, disponibilità immediata. Sede di lavoro: Burgosatollo (BS). Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato cur-riculum indicando il riferimento alla posizione di interesse e l’au-torizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 Agenzia per il Lavoro – Via San Zeno, 30 – 25124 Brescia – Tel 030 303169 – Fax 030 3382238 – [email protected]

QualitàLombardia

Addetto test e collaudoRandstad agenzia per il lavoro, ricerca per azienda 1 addetto test e collaudo ottimo inglese. Mansione principale è quella di testare ed approvare per la pro-duzione il SW/HW per i prodotti dedicati a tutti i canali distribu-tivi (operatori e mercato della di-stribuzione). In questo contesto, il candidato / la candidata dovrà occuparsi di testing a fronte di specifiche interne e/o fornite dai clienti, occuparsi di bug reporting in stretto contatto con la R&D basata in Cina, testare soluzioni e, laddove possibile, risolvere

problemi tecnici in loco o pro-porre soluzioni in prima persona. Sono necessarie ottime capacità di analisi tecnica dei problemi, buona conoscenza, o almeno interesse in qualità di utente, dei prodotti di telecomunicazioni, quali telefoni cellulari (smart-phones e non), chiavette internet, routers, tablets. È gradita ma non necessaria esperienza pregressa nel campo, sia a livello lavorativo che accademico, requisiti:titolo di studio/esperienza: diploma in elettronica o telecomunicazioni con esperienza lavorat iva di almeno 3 anni o laurea/laurea breve corrispondente. In questo caso i l candidato può essere anche alla prima esperienza la-vorativa, competenze generali: ottima conoscenza del pacchetto Office, lingue: italiano lingua madre, inglese/ottimo; gradita la conoscenza del francese, carat-teristiche personali: affidabilità e precisione, dinamicità e auto-nomia, puntualità a proattività. Il contratto si intende a tempo determinato con l’agenzia con buone possibilità di inserimento da parte dell’azienda. Gli an-nunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferi-mento alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Randstad Italia SpA Filiale di Vimercate Viale Iginio Rota 30/b 20871 Vimercate (MB) Tel 039 6612137

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Page 52:  · • Anno 21 - Numero 251 - 2,50 - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Lunedì 22 Ottobre 2012 • • NELLINSERTO: IL TRUST IN ITALIA SECONDO LA GIURISPRUD

58 Lunedì 22 Ottobre 2012 O F F R O L AVO R O- Fax 039 6612168 - @[email protected] - www.randstad.comRandstad

Ristorazione

Abruzzi

MacellaioArticolo1 agenzia per il lavoro, ricerca per azienda operante nel set-tore della grande distribuzione orga-nizzata 10 macellai. I candidati sono autonomi nella mansione e sono in grado di svolgere con disinvoltura, velocità e precisione tutte le opera-zioni di taglio, disosso, lavorazione carni bianche, rosse e pollame. Si richiede: esperienza pregressa nella mansione; capacità nella preparazio-ne del banco; servizio alla clientela; disponibilità a lavorare nei week end e nei giorni festivi. Sedi di lavoro: Pratola Peligna, Sulmona, Torre de’ Passeri, Turrivalignani, Chieti, Teramo e provincia. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posi-zione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 Agenzia per il Lavoro – Via Milano 13-65122 Pescara – Tel 085 9432009 – Fax 085 9432095 – [email protected]

SalumiereArticolo1 agenzia per il lavoro, ricerca per azienda operante nel settore della grande distribuzione organizzata 10 salumieri. I candi-dati sono in possesso di esperienza pregressa nella mansione: ottimo utilizzo dell’affettatrice, disosso prosciutti, taglio delle forme di formaggio. Educazione e predi-sposizione al contatto con il cliente completano il profilo. Sedi di lavoro: Pratola Peligna, Sulmona, Torre de’ Passeri, Turrivalignani, Chieti, Teramo e provincia. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posi-zione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 Agenzia per il Lavoro – Via Milano 13-65122 Pescara – Tel 085 9432009 – Fax 085 9432095 – [email protected]

Lombardia

Addetto al lavaggio stoviglie, pulizie e servizio picchetto.

Articolo1 agenzia per il lavoro, ricerca per azienda operante nel settore della ristorazione collettiva 10 addetti al lavaggio stoviglie, pu-lizie e servizio picchetto. I candidati si occuperanno di lavaggio pentole e piatti, trasporto pasti all’interno dell’impianto. Si richiede: pregres-sa esperienza maturata nel setto-re, domicilio in zona limitrofa al confine svizzero, possesso di auto, disponibilità a lavorare nei week end e in fascia oraria notturna. È necessario fare richiesta del casel-lario giudiziale presso la Questura prima di iniziare a lavorare. Orario di lavoro: part-time. Sede di lavoro: Campione d’Italia (CO). Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posizio-

ne di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Arti-colo1 Agenzia per il Lavoro – Piazza della Repubblica, 5 – 21100 Varese – Tel 0332 1690276-7 – Fax 0332 1690353 – [email protected]

Addetto mensaArticolo1 agenzia per il lavoro, ricerca per azienda 10 addetti men-sa. Le risorse si occuperanno di pulizia della cucina, sanificazione dei carrelli, lavaggio delle pentole e delle stoviglie. Si richiede; espe-rienza maturata nel ruolo; possesso dell’Attestato HACCP in corso di validità; possesso di divisa bianca e scarpe antinfortunistiche; domicilio in zona; disponibilità immediata e al lavoro su turni. Sedi di lavoro: Varese, Lecco, Como e provincia. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato cur-riculum indicando il riferimento alla posizione di interesse e l’au-torizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 Agenzia per il Lavoro – Piazza della Repubblica, 5 – 21100 Varese – Tel 0332 1690276-7 – Fax 0332 1690353 – [email protected]

CuocoArticolo1 agenzia per il lavoro, ricerca per azienda 10 Cuochi. I can-didati si occuperanno di preparare e servire i pasti, mantenere in ordine e pulito lo spazio lavorativo. Le ri-sorse devono possedere comprovata esperienza in questa mansione ed essere, di conseguenza, completa-mente autonome nella preparazione e gestione dei pasti. Sono requisiti indispensabili: possesso dell’atte-stato HACCP, divisa bianca e scarpe antinfortunistica; domicilio nelle zone di lavoro ed essere automuniti. Sedi di lavoro: Varese, Saronno, Gallarate, Luino, Lecco, Como. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato cur-riculum indicando il riferimento alla posizione di interesse e l’au-torizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 Agenzia per il Lavoro – Piazza della Repubblica, 5 – 21100 Varese – Tel 0332 1690276-7 – Fax 0332 1690353 – [email protected]

Piemonte

Cuoco/aiuto cuocoArticolo1 agenzia per il lavoro, ricerca per azienda operante nel settore della ristorazione collettiva 10 Cuochi/aiuto cuochi. Le risorse si occuperanno in autonomia dei com-piti assegnati Si richiede: esperienza pregressa nella mansione maturata, principalmente, all’interno di mense; ottime capacità organizzative; dispo-nibilità a lavorare part-time in week end e festive; certificato HACCP in corso di validità; possesso della divisa per mense e cucina; preferi-bilmente automuniti e domiciliati vicino alla zona della richiesta. Si offre contratto di somministrazione. Sedi di lavoro: Biella, Novara, Ca-meri, Tortona, Genova. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posizio-ne di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Arti-colo1 Agenzia per il Lavoro – Corso

Vittorio Emanuele II, 67/D 10128 Torino– Tel 011 5690444– Fax 011 5690503– [email protected]

Sanità

Emilia-Romagna

OtticoArticolo1 agenzia per il lavoro, ri-cerca per punto vendita operante nel settore dell’ottica 1 ottico. La risorsa si occuperà di vendita, gestione del laboratorio e assistenza clienti. Si richiede: diploma e abilitazione alla professione di ottico; esperienza nella mansione; disponibilità im-mediata. Sede di lavoro: Modena. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato cur-riculum indicando il riferimento alla posizione di interesse e l’autorizza-zione al trattamento dei dati perso-nali a: Filiale di Modena – Piazza Natale Bruni, 1 – 41100 Modena – Tel 059 243834 – Fax 059 243528 – [email protected]

Piemonte

OtticoArticolo1 agenzia per il lavoro, ricerca per azienda leader settore ottica 7 ottici. Le risorse saranno inserite all’interno del punto vendita e si occuperanno di: assistenza e vendita alla clientela; controllo della vista; predisposizione delle lenti; Si richiedono diploma di ottico o laurea in optometria e iscrizione all’albo. Si offre iniziale contratto di sommini-strazione. Sedi di lavoro: Salluzzo (CN), Alessandria, Novara, Savona, La Spezia, Genova. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posizio-ne di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Arti-colo1 Agenzia per il Lavoro – Corso Vittorio Emanuele II, 67/D 10128 Torino– Tel 011 5690444– Fax 011 5690503– [email protected]

Segreteria

Lombardia

Addetto ufficio bookingArticolo1 agenzia per il lavoro, ri-cerca per azienda 1 addetto ufficio booking appartenente alle categorie protette. La risorsa si occuperà di prenotazioni e assistenza al clien-te. Si richiede: appartenenza alle categorie protette invalidi; diploma di scuola superiore; ottima cono-scenza di inglese e tedesco; ottime conoscenze informatiche; ottima predisposizione al contatto con il pubblico e buona dialettica. Sede di lavoro: Basso Lago di Garda. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato cur-riculum indicando il riferimento alla posizione di interesse e l’au-torizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 Agenzia per il Lavoro – Via San Zeno, 30 – 25124 Brescia – Tel 030 303169 – Fax 030 3382238 – [email protected]

ReceptionistArticolo1 agenzia per il lavoro, ricerca per azienda operante nel

settore turistico/alberghiero 1 recep-tionist appartenente alle categorie protette. La risorsa si occuperà di at-tività legate alla gestione del cliente: front office, gestione problematiche, accoglienza, piccole operazioni di contabilità e fatturazione, utilizzo PC, invio e-mail e fax. Si richiede: appartenenza alle categorie protette invalidi; attestato di formazione o diploma di scuola superiore; dime-stichezza nell’utilizzo dei principali strumenti informatici (excel, outlo-ok); ottima conoscenza di inglese e tedesco, preferibilmente anche del russo. Orario di lavoro: da lunedì a domenica con riposo infrasettima-nale. Sede di lavoro: Basso Lago di Garda. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un det-tagliato curriculum indicando il ri-ferimento alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 Agenzia per il Lavoro – Via San Zeno, 30 – 25124 Brescia – Tel 030 303169 – Fax 030 3382238 – [email protected]

Piemonte

SegretariaAlvin agenzia per il lavoro, ricerca per azienda 1 segretaria appartenente alle categorie protette invalidi (Rif. SEC). La risorsa avrà la respon-sabilità di gestire la segretaria e le attività amministrative; si occuperà di centralino, reception, supporto allo staff, organizzazione di viaggi e trasferte. Si richiede. appartenenza alle Categorie Protette (L.68/99); diploma; ottima conoscenza della lingua inglese; buona conoscenza del pacchetto Office. Buone capacità relazionali, capacità organizzative di analisi, adattamento e pazienza completano il profilo. Sede di lavo-ro: Torino. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un det-tagliato curriculum indicando il ri-ferimento alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Alvin Divisione Categorie Protette di Articolo 1 Agenzia per il Lavoro – [email protected]

SegretariaArticolo1 agenzia per il lavoro, ricerca per azienda 1 segretaria appartenente alle categorie protette. La risorsa avrà la responsabilità di gestire la segretaria e le attività amministrative; si occuperà di centralino, reception, supporto allo staff, organizzazione di viaggi e trasferte. Si richiede. appartenenza alle Categorie Protette (L.68/99); diploma; ottima conoscenza della lingua inglese; buona conoscenza del pacchetto Office. Buone capacità relazionali, capacità organizzative di analisi, adattamento e pazienza completano il profilo. Sede di lavo-ro: Torino. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un det-tagliato curriculum indicando il ri-ferimento alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 Agenzia per il Lavoro – Corso Vittorio Ema-nuele II, 67/D 10128 Torino– Tel 011 5690444– Fax 011 5690503– [email protected]

Tecnici

Abruzzi

Elettricista civile/industrialeArticolo1 agenzia per il lavoro, ricerca per azienda 1 elettricista civile/industriale. Si richiede: buo-na manualità; capacità di lettura del disegno tecnico; capacità di realizzazione in maniera autonoma di impianti a Media/Bassa tensione. Sede di lavoro: Provincia di Teramo. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato cur-riculum indicando il riferimento alla posizione di interesse e l’au-torizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 Agenzia per il Lavoro – Via Milano 13-65122 Pe-scara – Tel 085 9432009 – Fax 085 9432095 – [email protected]

Emilia-Romagna

Addetto assistenza tecnicaArticolo1 agenzia per il lavoro, ricerca per azienda 2 addetti assi-stenza tecnica. I candidati si occu-peranno di: coordinamento e pia-nificazione di visite sul territorio di pertinenza; ripristino del materiale su car service settimanalmente,; installazione modem ed antenne GPS per la mappatura ed il coordina-mento a favore del concessionario; confronto con centro di elaborazione per la corretta trasmissione delle coordinate GPS; manutenzione degli apparecchi installati. Si richiedono diploma di perito elettronico e mi-nima esperienza nel settore. Essere automuniti, massima flessibilità oraria e disponibilità ad effettuare spostamenti sono prerequisiti essen-ziali. Ottime capacità organizzative e relazionali, autonomia, dinamismo e affidabilità completano il profilo. Sede di lavoro: Parma. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posi-zione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Filiale di Modena – Piazza Natale Bruni, 1 – 41100 Modena – Tel 059 243834 – Fax 059 243528 – [email protected]

Manutentore elettromeccanico

Articolo1 agenzia per il lavoro, ricerca per azienda operante nel settore alimentare 1 manutentore elettromeccanico. Il candidato si occuperà di manutenzione ordi-naria e straordinaria delle linee di produzione, coordinamento delle linee di produzione e delle risorse. Si richiede esperienza in analoga mansione e disponibilità immediata. Si offre contratto di somministrazio-ne finalizzato all’inserimento. Sede di lavoro: Carpi (MO). Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posi-zione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Filiale di Modena – Piazza Natale Bruni, 1 – 41100 Modena – Tel 059 243834 – Fax 059 243528 – [email protected]

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