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Pr. Def. 2460 - Lotto C4 – Capitolato Speciale d’appalto parte 3 norme tecniche 1 di 22 Si riportano qui di seguito l’elenco delle specifiche tecniche del progetto facenti parte del Capitolato speciale d’appalto. ELENCO SPECIFICHE, TABELLE E DATA SHEET 0. DESCRIZIONE GENERALE 1. PRPG-900 SPECIFICA VALVOLE 2. PRPG-901 SPECIFICA DI VERNICIATURA E COIBENTAZIONE 3. PRPG-902 SPECIFICA TUBAZIONI FLANGE-FITTING BULLONERIA 4. PRPG-903 SPECIFICA PULSANTIERE E FINECORSA 5. PRPG-904 SPECIFICA PROGETTO TUBAZIONI 6. PRPG-905 SPECIFICA OPERE MECCANICHE 7. PRPG-906 SPECIFICA ANALIZZATORI 8. PRPG-907 SPECIFICA CAVI SCALDANTI 9. PRPG-908 SPECIFICA CONTATORI FISCALI 10. PRPG-909 SPECIFICA PERDITE DI CARICO 11. PRPG-910 SPECIFICA COMPRESSORI 12. PRPG-911 SPECIFICA POMPE OCD 13. PRPG-912 SPECIFICA POMPE ANTINCENDIO 14. PRPG-913 SPECIFICA NUOVA CENTRALE TERMICA 15. PRPG-914 SPECIFICA SERRAMENTI PUNTI DI CARICO 16. PRPG-915 SPECIFICA MISCELATORI IN LINEA 17. PRPG-916 SPECIFICA POMPE CENTRIFUGHE 18. PRPG-917 SPECIFICA CALCOLO DELLE PORTATE DEI PRODOTTI NEL BIL 19. PRPG-918 SPECIFICA OPERE CIVILI 20. PRPG-919 SPECIFICA CAPITOLATO GENERALE DI FORNITURA 21. PRPG-920 SPECIFICA TRASMETTITORE DI LIVELLI 22. PRPG-921 SPECIFICA NORME DI ESECUZIONE 23. PRPG-922 SPECIFICA AUTOMAZIONE BIL 24. PRPG-923 SPECIFICA IMPIANTI ELETTRICI TECNICI 25. PRPG-924 SPECIFICA IMPIANTI MECCANICI GENERALI 26. PRPG-925 SPECIFICA IMPIANTI ELETTRICI GENERALI 27. PRPG-926 SPECIFICA BRACCI DI CARICO 28. PRPG-927 SPECIFICA OLEODOTTO ENEL 29. PRPG-928 SPECIFICA DESCRIZIONE GENERALE IMPIANTI ELETTRICI 30. PRPG-929 SPECIFICA CALCOLO NUOVE POMPE 31. PRPG-930 SPECIFICA ELENCO FORNITORI QUALIFICATI 32. PRPG-945 PIANO DI SICUREZZA E DI COORDINAMENTO 33. PRPG-946 SCHEDE ASSOCIATE AL CANTIERE 32. PRPG-947 VALUTAZIONE DEI RISCHI PER LA SICUREZZA 33. PRPG-950 TABELLE ELENCO UTENZE ELETTRICHE PETROLIG 34. PRPG-951 TABELLE ELENCO LINEE 35. PRPG-952 TABELLE FOGLIO DATI CAVI ELETTRICI 36. PRPG-953 TABELLE FOGLIO DATI CAVI STRUMENTALI 37. PRPG-954 TABELLE ELENCO STRUMENTI 38. PRPG-955 TABELLE ELENCO MATERIALE PIPING 39. PRPG-956 TABELLE ELENCO MATERIALI PER SUPPORTO TUBAZIONI 40. PRPG-957 TABELLE ELENCO MATERIALI 41. PRPG-958 TABELLA DATA SHEET CAVI SCALDANTI

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Pr. Def. 2460 - Lotto C4 – Capitolato Speciale d’appalto parte 3 norme tecniche 1 di 22

Si riportano qui di seguito l’elenco delle specifiche tecniche del progetto facenti parte del Capitolato speciale d’appalto.

ELENCO SPECIFICHE, TABELLE E DATA SHEET 0. DESCRIZIONE GENERALE 1. PRPG-900 SPECIFICA VALVOLE 2. PRPG-901 SPECIFICA DI VERNICIATURA E COIBENTAZIONE 3. PRPG-902 SPECIFICA TUBAZIONI FLANGE-FITTING BULLONERIA 4. PRPG-903 SPECIFICA PULSANTIERE E FINECORSA 5. PRPG-904 SPECIFICA PROGETTO TUBAZIONI 6. PRPG-905 SPECIFICA OPERE MECCANICHE 7. PRPG-906 SPECIFICA ANALIZZATORI 8. PRPG-907 SPECIFICA CAVI SCALDANTI 9. PRPG-908 SPECIFICA CONTATORI FISCALI 10. PRPG-909 SPECIFICA PERDITE DI CARICO 11. PRPG-910 SPECIFICA COMPRESSORI 12. PRPG-911 SPECIFICA POMPE OCD 13. PRPG-912 SPECIFICA POMPE ANTINCENDIO 14. PRPG-913 SPECIFICA NUOVA CENTRALE TERMICA 15. PRPG-914 SPECIFICA SERRAMENTI PUNTI DI CARICO 16. PRPG-915 SPECIFICA MISCELATORI IN LINEA 17. PRPG-916 SPECIFICA POMPE CENTRIFUGHE 18. PRPG-917 SPECIFICA CALCOLO DELLE PORTATE DEI PRODOTTI NEL BIL 19. PRPG-918 SPECIFICA OPERE CIVILI 20. PRPG-919 SPECIFICA CAPITOLATO GENERALE DI FORNITURA 21. PRPG-920 SPECIFICA TRASMETTITORE DI LIVELLI 22. PRPG-921 SPECIFICA NORME DI ESECUZIONE 23. PRPG-922 SPECIFICA AUTOMAZIONE BIL 24. PRPG-923 SPECIFICA IMPIANTI ELETTRICI TECNICI 25. PRPG-924 SPECIFICA IMPIANTI MECCANICI GENERALI 26. PRPG-925 SPECIFICA IMPIANTI ELETTRICI GENERALI 27. PRPG-926 SPECIFICA BRACCI DI CARICO 28. PRPG-927 SPECIFICA OLEODOTTO ENEL 29. PRPG-928 SPECIFICA DESCRIZIONE GENERALE IMPIANTI ELETTRICI 30. PRPG-929 SPECIFICA CALCOLO NUOVE POMPE 31. PRPG-930 SPECIFICA ELENCO FORNITORI QUALIFICATI 32. PRPG-945 PIANO DI SICUREZZA E DI COORDINAMENTO 33. PRPG-946 SCHEDE ASSOCIATE AL CANTIERE 32. PRPG-947 VALUTAZIONE DEI RISCHI PER LA SICUREZZA 33. PRPG-950 TABELLE ELENCO UTENZE ELETTRICHE PETROLIG 34. PRPG-951 TABELLE ELENCO LINEE 35. PRPG-952 TABELLE FOGLIO DATI CAVI ELETTRICI 36. PRPG-953 TABELLE FOGLIO DATI CAVI STRUMENTALI 37. PRPG-954 TABELLE ELENCO STRUMENTI 38. PRPG-955 TABELLE ELENCO MATERIALE PIPING 39. PRPG-956 TABELLE ELENCO MATERIALI PER SUPPORTO TUBAZIONI 40. PRPG-957 TABELLE ELENCO MATERIALI 41. PRPG-958 TABELLA DATA SHEET CAVI SCALDANTI

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CAPITOLO 1.

FABBRICATI FABBRICATI ESISTENTI:

- Rimangono nelle stesse posizioni e per lo stesso utilizzo i seguenti fabbricati:

- magazzini – cabina elettrica – caldaia – ( vedi planimetria N.°1 fabbricatti 4-5-6)

- Rimangono nelle stesse posizioni per un nuovo uso i seguenti fabbricati:

a) Tettoia a due piani ( Vedi Planimetria N.°1 .fabbricato 1) attualmente adibita a sala pompe (piano terra) e misuratori volumetrici al primo piano. La tettoia sarà cosi riutilizzata:

- Magazzini per materiali vari al piano terra. L’area relativa sarà opportunamente recintata

ed attrezzata. - Spogliatoi e servizi per terzi (ditte Appaltatrici) al primo piano.

b) Fabbricato attuale sala pompe (Vedi Planimetria N.° 1 .fabbricato 2) posizionato fra i TK 4 e 5

~ 1000 mq. daì ristrutturare:

- Piano terra: sale pompe – impianto aria compressa – ricupero slop – sistemazione quadri elettrici comando varie attrezzature – raccolta acque reflue e vasca di rilancio- impianto di disidratazione gasolio

- Primo piano: sala controllo operativa a cui faranno capo tutti i comandi impianto – magazzino materiali di corrente consumo - archivio - stazione arrivo/partenza posta pneumatica comunicazioni video citofoniche servizi sanitari.

Nel suo complesso il fabbricato deve essere interamente ristrutturato per renderlo idoneo all’utilizzo di cui sopra. Il piano terra deve essere insonorizzato e schermato per la protezione ai campi magnetici.

FABBRICATI DA COSTRUIRSI EX NOVO :

- Locale da adibire a magazzino sul lato sud del raccordo ferroviario, ad unico piano (Vedi Planimetria N.°1.fabbricato 3) sovraccarico di sicurezza 120 kg/mq.

- Nuova palazzina uffici posizionata al nuovo ingresso impianto (Vedi Planimetria N.°1.fabbricato 7).

- Tettoia di copertura zona carico carri cisterna e /o ATB – con struttura portante metallica, sovraccarico di sicurezza 120 kg/mq e copertura a pannelli sandwich pieni e traslucidi

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CAPITOLO 2.

PAVIMENTAZIONI

L’impianto, cosi come già attualmente strutturato, ha pavimentazioni in c.a. – asfalto – acciottolato

basaltico, per quanto riguarda le zone carrabili. I bacini dei TK sono in gran parte già pavimentati in c.a. ad eccezione di quella relativa alla zona ovest (per metà area in ghiaia).

Si dovrà provvedere pertanto ad eseguire le seguenti attività:

- Completamento pavimentazione dei bacini lato ovest in c.a. spessore medio 20 cm con pendenze per scarico acque.

- tutte le altre aree carrabili saranno ricoperte in c.a. spessore medio 30 cm previo posizionamento sulle esistenti superfici di nuovi collettori fognari con pendenza verso i pozzetti di raccolta e deflusso delle acque.

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CAPITOLO 3.

MURATURE CONTENIMENTO E RECINZIONI

Tutta l’area del nuovo costiero ristrutturato nel suo nuovo assetto, dovrà essere contornata da murature in c.a. e/o similari, di altezza 3 m.

Per quanto riguarda i muri di contenimento bacini dei TK esistenti lato ENI, essi devono essere ristrutturati, e resi idonei per posa staffe di sostegno tubazioni e passerelle.

Rispetto alla situazione attuale si dovranno prevedere limitate modifiche, richieste per le seguenti

motivazioni:

- arrotondamento bacino lato nord/ovest (vicino TK 1 lato ex ESSO) al fine di migliorare viabilità e spazi ad essa connessi.

- arrotondamento lato nord (vicino TK 1 lato ex ENI) e conseguente muro di fronte in confine

con area destinata a movimentazione rifiuti portuali, al fine di migliorare ingresso su banchine a qualsiasi tipo di mezzo compreso gru di grosse dimensioni.

- arrotondamento lato nord muro bacino TK10 lato ex ESSO. Allargamento a “cuneo” lato

sud/ovest area movimentazione rifiuti portuali per migliorare ingresso verso banchine .

Per quanto riguarda i muri di contorno bacini TK, sulla sommità degli stessi dovrà insistere una

passerella pedonale, larghezza minima circa 80 cm., corredata da ringhiere ( H=1,15 mt ) e con griglia protettiva H. 2.50 m. sul lato esterno e confinante con altre attività operative insistenti su aree limitrofe.

I muri attualmente esistenti sono già in gran parte corredati di tale passerella, che dovrà essere costruita anche per quelle murature ex novo e per lato ovest banchina.

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CAPITOLO 4.

ACCESSI

La nuova disposizione planimetrica del costiero dovrà avere comunicazioni carrabili/pedonabili con l’esterno come in appresso descritto.

N° 3 Cancelli di ingresso al costiero di cui:

- N° 1 per ATB /CARRI CISTERNA 7mt x 2,50 H - N° 1 per AUTOMEZZI 5mt x 2,50 H - N° 1 per passggio pedonale. 1,20 mt x 2,50 H

Essi dovranno essere di opportune dimensioni, con altezza non inferiore a m. 2.50, metallici, di robusta

costruzione, con comando elettrico di manovra da portineria, corredati di tutte le sicurezze previste dalle normative.

Sul cancello passaggio automezzi, a valle dello stesso, dovrà essere prevista una sbarra manovrabile da portineria in modo da fermare, se necessario, ogni singolo mezzo prima dell’ingresso in costiero, al fine di identificare le persone in accesso al deposito stesso.

Per ragioni di sicurezza, il cancello ATB / CARRI Cisterna a movimentazione elettrica, prima di iniziare il suo movimento, deve avere un lasso di fermo iniziale di circa10 secondi, opportunamente segnalato da cicalina acustica udibile per tutto il periodo di smnovra.

N.° 2 cancelli operativi all’interno del deposito. E precisamente:

a) Cancello operativo metallico, a manovra manuale e con dimensioni minime 5x3H mt. da posizionare su fabbricato nuova sala pompe accesso personale e mezzi all’interno dell’aria prevista. b) Cancello a “badge“ per accesso alla passerella bacino lato est carri ferroviari controllato e gestititi da portineria ( 1,00x2,50H)

Si dovranno prevedere altresì opportuni percorsi orizzontali luminosi per passaggi pedonali obbligatori.

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CAPITOLO 5.

IMPIANTI MECCANICI (MOVIMENTAZIONE PRODOTTI) Si prevede l’esecuzione dei lavori con tubazioni aeree e /o in cunicolo in banchina. Pertanto le tubazioni di movimentazione prodotto saranno:

a) Scarico navi : percorso indicato in blu ( vedi planimetria N°3) b) Aspirazione dai TK : percorso indicato in ciano ( vedi planimetria N°4) c) Mandata in banchina per carico bettoline ( vedi planimetria N°2)

a) Scarico navi Lo scarico navi è previsto per la nuova movimentazione di tre prodotti: O.C.D. – GASOLIO - OLI

LUBRIFICANTI. Lo scarico fra bordo e terra sarà garantito da bracci automatici ( N.° 5 x diam. 8” ) Due attacchi saranno destinati allo scarico di O.C.D., uno per il gasolio e due per il Lubrificante; i tre

bracci OCD/GASOLIO sono resi intercambiabili attraverso valvole poste a valle di ciascun singolo braccio; analogamente è previsto per i due bracci da lubrificanti.

Le tubazioni scarico navi sono quattro: una per movimentazione di O.C.D. verso i TK, una per gasolio e due per Lubrificanti.

Le tubazioni, di scarico di OCD, su due bracci sono state dimensionate per portate di 1500/2000 mc/h con velocità di trasferimento non superiore a 10 m/secondo, mentre per il gasolio sono state dimensionate di 600/800 mc/h con velocità non superiore a 8 m/secondo così come per l’olio Lubrificante. La pressione di progetto scarico navi è di 10 ATE MAX . Il sistema è completato da due stazioni pig per ciascuna linea.

L’ingresso tubazioni ai vari TK è valvolata con attrezzatura a sfera TRUNION a perfetta tenuta. A monte valvola ingresso TK, dovrà essere derivata una tubazione valvolata come prima, collegata al tetto per lo scarico aria compressa di scovolamento.

b). ASPIRAZIONE DAI TK - c) MANDATA IN BANCHINA Come indicato su schema di flusso N.° 50 tutte le aspirazioni dai TK e le relative mandate verso la

banchina per O.C.D.- GASOLIO – LUBE , fanno capo alla nuova sala pompe ( planimetria fabbricato N.° 2 piano terra ).

Sull’elebarato tecnico sono indicate le disposizioni planimetriche delle attrezzature esistenti su tale area, compreso lo schema “ piping “ necessario.

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CAPITOLO 6.

IMPIANTI ELETTRICI - AUTOMAZIONI – SISTEMI - COMPUTERIZZATI

Sono necessari i seguenti interventi :

- Rilocazione della Cabina arrivo ENEL di MT che attualmente alimenta le utenze di zona da riposizionare al piano terra della nuova palazzina uffici ( Fabbricato N.° 7 ).

- Eliminazione della cabina di trasformazione MT-BT lato ENI

- Smantellamento impianti lato ENI alimentati a 220 Volts e installazione di nuovi impianti

passerelle portacavi, tubazioni conduit in acciaio zincato, Junction Box .

- Implementazione connessione unica della rete di terra - Implementazione degli impianti di rilevazione fumi ed incendi

- Risistemazione attuale sistema di automazione con collegamento alla sala controllo in nuova

posizione. - Predisposizione a completa automazione sistema

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CAPITOLO 7.

SERBATOI Il numero dei TK e la loro utilizzazione per la nuova configurazione del costiero, è la seguente:

DIMENSIONI COSTRUZIONE

N° ∅ H mc.(cap

acity)

TIPO(ved.nota A)

METODO ANNO PRODOTTO ATTUALE

PRODOTTO FUTURO

NOTE

1 23.90 12.- 5000 M.V. FT. T. F.

CHIODATO 1930 LUBE GASOLIO

2 23.90 12.- 5000 - - - LUBE GASOLIO 3 23.90 12.- 5000 - - - H2O DA

TERRENO GASOLIO

4 23.90 12.- 5000 - - - LUBE GASOLIO 5 23.90 12.- 5000 - - - O.C.D. LUBE

6 23.90 12.- 5000 - - - O.C.D. LUBE

L A T O E N I

7 23.90 12.- 5000 - - - O.C.D. LUBE

1 43.50 15.- 21.700 - - 1949 O.C.D. O.C.D. COIBENTATO (nota B)

2 35.- 15.- 14.400 - - 1949 O.C.D. O.C.D. COIBENTATO (nota B)

3 23.- 15.- 6.200 - - 1949 GASOLIO O.C.D.

4 15.- 15.- 2.650 - - 1949 FLUIDO O.C.D.

5 43.50 15.- 21.700 - - 1949 O.C.D. O.C.D. COIBENTATO ( nota B )

7 8.- 15.- 750 - SALDATO 1956 H2O REFLUE H2O REFLUE

8 10.50 15.- 1300 - - - FLUIDO O.C.D.

9 8.- 15.- 750 - - - FLUIDO O.C.D.

10 15.- 15.- 2650 - - 1957 H2O REFLUE H2O REFLUE

11 15.- 15.- 2650 - - 1956 FUORI SERVIZIO

H2O REFLUE

A 1.80 6.80 15.- M.O.FT. - 2002 GASOLIO CONS.PROPRI

GASOLIO CONS.PROPRI

B 1.43 3.00 5.- M.O.F.T. - 1996 FUORI SERVIZIO

SLOP.

L A T O E S S O

C 1.60 3.00 6.- M.O.F.T.INOX

- 1998 SLOP SLOP DIVISO IN 2 PARTI 1/3 GASOLIO= 2/3 OCD

Nota A: M = METALLICO Nota B: Inserire serpentino

V = VERTICALE coimbentato F.T = FUORI TERRA

T.F. = TETTO FISSO O = orizzontale

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CAPITOLO 8.

IMPIANTO ANTINCENDIO

L’impianto sarà dotato di collegamento a mare (tramite tubo in plastica diametro 1,5 m. e pozzetto di aspirazione in banchina per alimentazione anello antincendio) da posizionare secondo quanto indicato sull’elaborato tecnico di merito.

Sul pozzetto di rilancio acqua di mare devono essere installate N° 2 nuove pompe (1 elettrica e 1 diesel) sommerse, con sistema di sollevamento in automatico.

Le nuove tubazioni (lato ENI da collegare al sistema esistente lato ESSO) da posizionate in aereo su muri bacini, su muri di perimetro e su PIPE RACK di banchina, sono di diametro 8” (anello principale), in acciaio zincato. Da tale anello principale verranno derivate tubazioni in acciaio zincato fino al tetto dei TK (sia sul perimetro che sulla zona centrale) in modo da irrorare tramite ugelli nebulizzatori l’area del tetto ed il mantello di ogni TK. L’impianto antincendio è dotato di derivazioni con ugelli nebulizzatori anche sotto la tettoia scarico carri ferroviari e/o ATB, e in vicinanza dei punti di maggiore eventuale pericolo. Cunicoli - Sala pompe – caldaia – cabina elettrica – uffici saranno dotati di impianto ad intervento automatico (schiuma – polvere – CO2). Lance brandeggiabili ad acqua e/o a schiuma sono posizionate sugli spigoli dei bacini TK, sulla banchina attracco natanti, lungo muri di perimetro .

Tutte le valvole di intercettazione e/o di manovra sono in acciaio motorizzate e posizionate per facile manovra ed utilizzo dell’intero sistema.

E’ prevista la partenza in automatico delle pompe antincendio, tramite pressostati di linea su anello principale, che sarà tenuto in pressione con collegamento diretto su acquedotto portuale (10 Kg) e tramite piccola pompa da predisporre e collegare nel merito.

Sulla torre ascensore dovrà essere inserita telecamera collegata alla sala controllo e in portineria che indichi eventuali anomalie sui tetti dei TK e consenta di visualizzare situazioni pericolose per interventi di emergenza.

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CAPITOLO 9.

IMPIANTO TRATTAMENTO ACQUE E FOGNATURE

L’impianto trattamento acque reflue, così come attualmente funzionante e recentemente ristrutturato (filtri,trattamento biologico) ha capacità di trattamento 20 mc/h, adeguato al nuovo assetto.

La rete fognaria sarà cosi suddivisa:

a). acque sanitarie b). acque bianche (pioggia) c). acque reflue (al trattamento)

a). ACQUE SANITARIE

Come indicato sull’elaborato tecnico allegato ( vedi planimetria dis.N°7), le acque sanitarie sono collegate ai punti dove insistono servizi – docce – lavabi per le necessarie attività del deposito.

Esse sono posizionate in parte in aereo ed in parte interrate (con particolare riferimento al piazzale antistante ingresso deposito) con pendenze minimo 1% e ispezioni atte per il collegamento al collettore portuale esterno al nuovo confine.

Le tubazioni, del diametro massimo di 200 mm., saranno in materiale plastico di tipo pesante, sostenute da staffe in aereo e interrate in parte con pozzetti di ispezione sifonati ed a perfetta tenuta, carrabili e di dimensioni utili alla loro periodica manutenzione.(minimo 0,80x0,80) b). ACQUE BIANCHE

Sono cosi definite le acque piovane di scarico strade e piazzali, tetti e/o coperture in genere e di tutte quelle zone non interessate da eventuali inquinamenti.

Tali tubazioni, ( vedi planimetria N.°6) eseguite sempre come indicato al paragrafo A)., saranno interrate e di ∅ 200, naturalmente corredate di pozzetti di ispezione prelievo campioni posizionati secondo planimetrie, pendenze 0,7% compreso costruzione di nuova vasca raccolta acque di prima pioggia da 40 mc e collegamento ai TK di accumulo./TK7-10-11 LATO ESSO) c). ACQUE REFLUE

Sono le acque dei bacini dei TK, della zona scarico carri cisterna e ATB e di tutte quelle aeree che potrebbero essere influenzate da inquinamento.

Tenuto in evidenza che l’impianto di trattamento rimane nella posizione attuale, il collegamento avverrà nel seguente modo:

1). Zona OVEST Costiero (lato ex ESSO): tutto il bacino dei serbatoi sarà convogliato nella vasca di accumulo attuale.

2). Zona EST Costiero (lato ex ENI): tutto il bacino dei serbatoi e le aree di servizio in adiacenza, saranno convogliate nella vasca esistente vicino la sala pompe futura. Da tale vasca e tramite pompe, l’acqua verrà inviata ai TK 7,10 e 11(lato ex ESSO) già predisposti per l’accumulo e da tali serbatoi, con tubazioni da posizionare in aereo, all’attuale trattamento che provvederà alle operazioni di merito. Dopo il trattamento (gravità, filtrazione, biologico) le acque depurate saranno convogliate in pozzetto di raccolta e ispezione e collegate allo scarico a mare con tubazioni in plastica pesante diametro 150 posizionate in aereo o interrate con pendenze minime 0,7%.

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CAPITOLO 10.

ATTREZZATURA DI BANCHINA

Le attrezzature di banchina sono le seguenti:

- N°.5 Bracci per scarico navi - Misuratori per caricazione bettoline con OCD-GASOLIO - N° 4 Ricoveri per personale (n° 3 per carico bettoline e n° 1 per scarico navi) in robusta costruzione metallica, con vetrature antisfondamento, entro i quali troveranno alloggio le automazioni di riferimento e le partenze per i collegamenti alla sala controllo, le attrezzature antinfortunistiche di merito per la gestione del Costiero in qualsiasi condizione di tempo. - Tubazioni di collegamento da e per il Costiero posizionate in cunicolo. - Attacchi rapidi per collegamento manichette bettoline per OCD e/o gasolio. - Attrezzature per misurazione e carico gasolio per pilotine e piccoli natanti. - Sistema di telecamere a circuito chiuso per sicurezza, con collegamento sala controllo e portineria

Costiero. - Scale di accesso passerella camminamento per il personale operante in zona.(distanza minima 50 mt) - Cartelli antinfortunistici di comportamento e di indicazione percorsi per personale terzi, compresa

segnalazione orizzontale luminosa. - Illuminazione banchina zone operative e segnalazione varie secondo elaborati tecnici. - Sistema interfonico alto parlante per comunicazioni urgenti tra sala controllo e bordo natanti

compreso petroliere, posizionato per ogni punto di attracco. - Impianto antincendio con attacchi rapidi e manichette UNI 70 per interventi in emergenza. - Attrezzature quali sagole,salvagenti,segnalazioni antinfortunistiche.

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CAPITOLO 11.

ATTREZZATURA DI PESATURA E STRUMENTI DI MISURA

1. Misuratori fiscali

Misuratori fiscali (n° 2 per ogni postazione di bunkeraggio) che troveranno alloggiamento in punti di

manovra in banchina, con programma e gestione operativa dalla sala controllo.

2. Stazione di misura Una stazione di misura, completa ed automatica, sempre gestita dalla sala controllo, dovrà essere

funzionale in banchina lato ovest per rifornimento con gasolio di pilotine e piccoli natanti. (La stazione è esistente e sarà riposizionata)

3. Stazione di taratura

Tutti i misuratori fiscali dovranno essere opportunamente collegati a contatori “master” che

consentiranno il controllo e la gestione degli strumenti in uso secondo le scadenze previste dalle normative.

4. Misurazione Acque di scarico Contatori dovranno essere inseriti sul deflusso acque in modo da monitorare ed evidenziare il loro

volume, in ottemperanza alle normative vigenti.

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CAPITOLO 12.

ATTREZZATURA DI RISCALDAMENTO

Attualmente il Costiero è dotato di caldaia del 2002, monoblocco, automatica, 3T/h di vapore, completa di ogni accessorio ed adibita al riscaldamento di O.C.D. nei TK 1 – 2 – 5 lato ex ESSO.

L’attrezzatura esistente e funzionante rimane nell’attuale posizione ( Fabbricato N.° 5 ) e dovrà pertanto essere collegata ai serpentini dei TK interessati sia come adduzione vapore sia come ricupero condensa in base all’utilizzo degli stessi indicati sulla tabella al Capitolo N°.7.

Tutte le tubazioni per vapore e condensa saranno fuori terra, su staffe, complete di valvole di intercettazione, di punti di dilatazione, scaricatori di condensa, rilevamento pressione e temperatura.

La planimetria in allegato illustra i percorsi delle tubazioni, tenendo in evidenza che quelle del vapore andranno opportunamente coibentate. Nella nuova configurazione è necessario potenziare la produzione vapore,per cui è previsto l’utilizzo di un nuovo generatore di vapore da 3T/h con le seguenti precisazioni:

- TK 1-2-5 = già serpentinati - TK 3-4-8-9 = serpentini da realizzare nuovi

Per i serpentini lato Eni la situazione è:

- TK 5-6-7 = OLII LUBE già serpentinati.

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CAPITOLO 13.

IMPIANTO ARIA COMPRESSA

Gli attuali compressori, completi di serbatoi di accumulo aria compressa, dovranno essere rilocati nella nuova sala pompe ( Fabbricato N°.5 ) e collegati secondo lo schema ed in base ai percorsi evidenziati su planimetria di merito allegata ( vedi schema di flusso sala pompe N°51)

L’impianto nel suo complesso, dovrà essere completato da valvole di intercettazione e non ritorno, scarico eventuali condense, manometri, attacchi rapidi, manichette, derivazioni fisse e quant’altro necessario per il corretto utilizzo.

Gli attuali compressori ATLAS COPCO, ambedue in zona Esso ( pressione max 7.5. Ate) sono:

- compressore da 150 mc/h datato 1994 completamente manutenzionato nel 2004 - compressore da 350 mc/h datato 2004

Dovrà essere acquistato e posto in opera nuovo TK 30 mc per accumulo aria compressa da utilizzare

per scovolamento linee.

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CAPITOLO 14.

ATTREZZATURE VARIE

Sotto questo capitolo vengono elencate quelle “attrezzature” necessarie al completamento operativo dell’intero Costiero e più precisamente:

- Spostamento e ricollegamento serbatoi di spurgo e sovra pressione tubazioni da posizionare in nuova sala pompe.( Fabbricato N.°8 – piano terra )

- Area attrezzata per collocamento container raccolta differenziata rifiuti.( 5 container ) - Delimitazione orizzontale percorsi pedonali e percorrenze di mezzi, aree di rispetto ed

attraversamenti. - Cartellonistica verticale per indicazioni di comportamento, uso attrezzature di sicurezza,

sistemi di allarmi e di aree di riunione.

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CAPITOLO 15.

RACCORDO FERROVIARIO

Il nuovo raccordo, di manovra per scarico tradotta carri cisterna, composto da 12 carri, e/o ATB (

Vedi Planimetria N°18), dovrà essere attrezzato come segue: - Sotto la tettoia di ricovero scarico carri cisterna la pavimentazione deve essere a livello per

consentire e l’esercizio di transito tramite ATB. - Sistema di scarico carri cisterna e/o ATB con collettori di diametro 8” e sui quali

convergeranno le 12 diramazioni di aggancio alle utenze, complete di valvole di intercettazione, valvole non ritorno, manichette di raccordo, attacchi rapidi antigocciolamento.

- N° 5 pompe centrifughe, autoadescanti portata circa 150 mc/h, da posizionare in sala pompe adibite per lo scarico C.C. e/o ATB, complete di valvole di intercettazione e collegamenti tracciati e coibentati per invio prodotto ai TK di pertinenza.(prodotti OCD / OLII LUBE )

- Ai fini della sicurezza, per le percorrenza pedonale del corridoio ferroviario, deve essere realizzata una passerella a piano terra, transennata tramite ringhiera, entro la quale transiterà il personale di servizio e sulla quale dovranno insistere anche le scale esistenti di accesso alla passerella alla testa dei muri di bacino lato ovest.

- Illuminazione per esercizio ed in emergenza per tutta l’area interessata dalle operazioni, compreso messe a terra che non consentano l’avviamento pompe di scarico senza consenso di collegamento e controllo avvenuto.( illuminazione zona 100 LUX/mq)

- Copertura dell’intera area compreso passerelle adiacenti con materiale a pannello pieno e traslucido , completa di converse e pluviali di scarico acque piovane.

- Impianto antincendio nebulizzato, rilevatori di fumo, manichette ed attacchi H2O lungo tutto il corridoio per lavaggio pavimentazioni in caso di “over filling”.

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CAPITOLO 16.

MODIFICHE IMPIANTISTICHE PER INSTALLAZIONI DI ATTREZZATURE PER MOVIMENTAZIONE PRODOTTI AL FINE DEL MANTENIMENTO CAPACITA’ OPERATIVE

Per assicurare la continuità delle operazioni durante la realizzazione della ristrutturazione è necessario realizzare una serie di lavori meccanici, elettrici ed edili che consentano l’utilizzo delle capacità dei TK lato ENI per OCD/LUBE, con stoccaggio e movimentazione prodotti verso l’area operativa che rimarrà in funzione fino al termine delle ristrutturazioni.

Le necessità operative sono: a) Fornitura e posa in oprea di attrezzature e tubazione per stoccaggio e movimentazione

OCD/LUBE da TK lato ENI (vedi schema N°:73) b) Fornitura e posa in opera di attrezzature e tubazioni per la movimentazione OCD/LUBE

scarico ATB (vedi schema N.° 73) c) Scarico carico via mare petroliere per Lube (vedi schema N°. 73 ) I lavori sopraelencati, consentono la movimentazione di prodotti da area ESSO a area ENI e

viceversa, con utilizzo e destinazione indicata sugli schemi, con nuove tubazioni supportate da carpenteria metallica, complete di valvole di intercettazione, tracciatura elettrica e coibentazione.

Per l’installazione in opera delle attrezzature è necessario smontare de eliminare attuali tubazioni non utilizzabili con i nuovi schemi.

- DESCRIZIONE

a) Stoccaggio e movimentazione prodotti OCD/LUBE da TK ENI

Devono essere recuperate N.°6 Pompe (da vecchia sala pompe ENI ), i cui motori elettrici sono da riavvolgere con tensione 380 V 50HZ , e riposizionate entro i bacini in vicinanza dei TK 1-2-3-4-5-6-7 con relativi collegamenti meccanici ed elettrici compresi comandi a distanza e messe a terra. Per quanto riguarda la movimentazione OCD, il prodotto è scaricato da ATB ( vedi comma B), inviato nei TK 4-5-6-7 per lo stoccaggio, e da tali serbatoi inviato, tramite pompe, verso i TK di merito lato ESSO, già attrezzati per le operazioni di Bunkeraggio Bettolina

b) Nuovo punto per scarico /carico ATB OCD/LUBE Il nuovo punto di carico/scarico ATB prevede quattro corsie di utilizzo, complete di manichette ,attacchi rapidi, tubazioni, valvole, pavimentazioni, N.° 5 pompe, tettoia di copertura, impianti elettrici F.M. , messa a terra, impianto antincendio, fognatura di raccolta e convogliamento acque, segnaletica, pitturazioni, tracciatura e coibentazioni. L’area così attrezzata consente lo scarico ATB per OCD/LUBE ed il carico ATB per LUBE c) Scarico/carico Via mare Cisterna per LUBE E’ necessario attrezzare un’area di scarico petroliere per LUBE lato ESSO tramite adattamento di N.° 3 bracci meccanici esistenti diam.6”, che con tubazioni, valvole e attrezzature che inviano e ricevono il prodotto; TK 1-2-3 lato ENI , compreso opere elettriche di F.M. e segnalazione. Il collegamento di merito deve essere realizzato al fine di consentire la movimentazione dei lubrificanti durante i lavori di ristrutturazione darsena.

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CAPITOLO 17.

LAVORI INERENTI LE NECESSITA’ OPERATIVE DI IMPIANTO DURANTE LA COSTRUZIONE DELLA NUOVA PALAZZINA UFFICI

La costruzione della nuova palazzina uffici può essere realizzata previa demolizione dell’attuale fabbricato di servizio di ~300 mq. Che è adibito alle seguenti funzioni:

- Spogliatoi e servizi maestranze - Ufficio doganale con relativo archivio - Sala riunioni - Locale archivio documentazione impianto - Spogliatoi e servizi appaltatori terzi Tali funzioni, in attesa della possibilità di utilizzo della nuova palazzina uffici devono essere

ripristinate tramite posa in opera di prefabbricati, da posizionare in sito adiacente ad attuale palazzina uffici, previe adeguate opere edili, fognature,idrauliche ed elettriche, per un area di ~280 mq.

Le attività da rilocare su tali prefabbricati sono: - Ufficio doganale - Spogliatoi e servizi maestranze - Locale per nuovo personale operativo - Locale archivio documentazione impianto

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CAPITOLO 18.

ANALISI DI RISCHIO E’ stato esaminato il rischio inquinamento derivante da:

• perdite da accoppiamenti flangiati • perdite accidentali • gocciolamenti • scarico acque piovane

Le misure previste per evitare inquinamenti sono:

- copertura a fascetta delle flangiature delle tubazioni di banchina ai fini di evitare la laminazione del prodotto in caso di rottura della guarnizione fra le flange, nel caso si verifichi tale inconveniente, il prodotto opportunamente convogliato sarà raccolto in canaline di scolo .

- Le banchine avranno pendenza 2% verso le canaline di merito, con l’invio dell’eventuale perdita verso la vacsa di raccolta acque reflue lato Eni e con le seguenti considerazioni:

• Lato sud/ovest canalina in centro banchina e/o contro muro bacini, con adeguate

pendenze 2% e pozzetti di ispezione. • Lato est ormeggio navi = la canalina dovrà essere ricavata nel centro della banchina

e con pendenze 2% che consentano lo scarico come sopra, così come sul pennello centrale

• A quota attacchi manichette bettoline, saranno costruite ghiotte metalliche, collegate a collettore di scarico, che consentano agli eventuali over filling di essere convogliati verso la raccolta acque reflue.

• Appropriati attacchi sul circuito acqua antincendio consentano i lavaggi di banchina se necessari.

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Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica valvole 1 di 17

PRPG-900

SPECIFICA VALVOLE DI REGOLAZIONE

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica valvole 2 di 17

VALVOLE DI REGOLAZIONE A) Il posizionatore sarà del tipo elettropneumatico, segnale ingresso 4-20 mA sarà

dotato di n°2 manometri con le seguenti funzioni:

- pressione alimentazione 0-30 PSI - pressione di uscita 0-30 PSI - (conforme a norme bp exxon 15-9-1 15-5-12 15-5-15)

B) Filtro riduttore: Corpo in alluminio

Regolabile con vite di blocco Attacchi 1”4” NPT-F Completo di manometro 0-30 PSI Pressione di ingresso 80 PSI Valvola di drenaggio

C) La valvola dovrà essere fornita completamente cablata tra filtro riduttore, posizionatore, elettrovalvola e attuare utilizzando raccordi a compressione in AISI 316 tipo (SWAGELOK O GYROLOK) e tubo in AISI 316 diam.6 mm.

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica valvole 3 di 17

VALVOLE GASOLIO Miscelatori SIGLA FV

Specifica di processo 1 Installazione GASOLIO

2 Funzione REGOLATRICE 3 Fluido GASOLIO 4 Servizio spec. GASOLIO A MIX 5 Temperatura es.AMB max es. max es. max es. max 6 Portata m³/h min.10 Max.100 min. max min. max min. max 7 Pressione ing.(1) 5 8 Pressione usc.(1) 4.8 9 Tens.vap./p.crit. 10 Peso specifico 0.865 11 P.mol./fatt.comp. 12 Viscosità 2.8 a 40° 13 CV calc./scelto x x 14 Rumore calcol x 15 Forma corpo GLOBO 16 Diametro corpo x 17 Tipo attacchi ANSI 300 RF 18 Diam.pass./sec x x 19 Mat.corpo ACC. CARBONIO 20 Corpo int./baderna GRAFOIL 21 Otturat./caratter. 22 Tenuta/sede CL.5 23 Mat.ottur./sede x 24 Attuatore DIAFRAMMA 25 Alim./segn.ingr. 20 PSI /3- 15 PSI 26 Spinta fluido CHIUDE 27 Mancanza energia F.C. 28 OP a valv. chiusa 5 BAR 29 Posiz./segn.usc. SI / 3-15PSI 30 Volantino manuale SI 31 Fine corsa x 32 POSIZ. ELETTROP. 33

Accessori 4-20 mA/ Filtro 34 35 Quantità Costruttore/modello Venditore/ordine Tropicalizzazione: NO Temp.ambiente:0-40 Attacchi pneumatici:x Attacchi elettrici:x NOTE: X COMPILAZIONE A CURA DEL FORNITORE

0

Rev. Descrizione Comp. Verif. App. Data

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica valvole 4 di 17

VALVOLE

SIGLA BV BV BV Specifica di processo

1 Installazione

2 Funzione ON -OFF ON-OFF ON-OFF 3 Fluido OCD GASOLIO LUBE 4 Servizio spec. PER IMPIANTO PER IMPIANTO PER IMPIANTO 5 Temperatura es.60 max es. max es. max es. max 6 Portata m³/h min.100 Max.1000 min.50 Max.500 min. max min. max 7 Pressione ing.(1) 8 8 8 8 Pressione usc.(1) 7.8 7.8 7.8 9 Tens.vap./p.crit. 10 Peso specifico 0.991 0,865-0,95 0,865-0,95 11 P.mol./fatt.comp. 12 Viscosità 380 a 50° 2,8 A 40° 180 A 40° 13 CV calc./scelto x x x x x x 14 Rumore calcol x x x 15 Forma corpo GLOBO GLOBO GLOBO 16 Diametro corpo x x x 17 Tipo attacchi ANSI 300 RF ANSI 300 RF 18 Diam.pass./sec x x x x x 19 Mat.corpo ACC. CARBONIO ACC. CARBONIO ACC. CARBONIO 20 Corpo int./baderna GRAFOIL GRAFOIL GRAFOIL 21 Otturat./caratter. 22 Tenuta/sede CL.5 CL.5 CL.5 23 Mat.ottur./sede x x x 24 Attuatore DIAFRAMMA DIAFRAMMA DIAFRAMMA 25 Alim./segn.ingr. 0-30 PSI 0-30 PSI 0-30 PSI 26 Spinta fluido CHIUDE CHIUDE CHIUDE 27 Mancanza energia F.C. F.C. F.C. 28 OP a valv. chiusa 8 BAR 8 BAR 8 BAR 29 Posiz./segn.usc. 30 Volantino manuale SI SI SI 31 Fine corsa x x x 32 FILTRO FILTRO FILTRO 33

Accessori ELETTROVALVOLA ELETTROVALVOLA ELETTROVALVOLA 34 IP-65 IP-65 IP-65 35 Quantità Costruttore/modello Venditore/ordine Tropicalizzazione: NO Temp.ambiente:0-40 Attacchi pneumatici:x Attacchi elettrici:x NOTE: X COMPILAZIONE A CURA DEL FORNITORE

0

Rev. Descrizione Comp. Verif. App. Data

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica valvole 5 di 17

SPECIFICA ELETTROVALVOLE

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica valvole 6 di 17

VALVOLE A SOLENOIDE E PNEUMATICHE PARTICOLARI SIGLA

SPEC. DI PROCESSO

1 Installazione S.L. S.L.

2 Funzione PRELIEVO CAMPIONI APERTURA CHIUSURA VALVOLE IN LINEA

3 Fluido (1) OLIO COMBUSTIBILE O.C.D- GASOLIO- LUBE 4 Componenti corrosivi 5 Temperatura esercizio °C 50 50 6 Stato di pressione max. 10 BAR 10 BAR 7 Tipo DUE VIE DUE VIE 8 Operatore 9 Accessori 10 Azione N.C. N.C. 11 Alimentazione 220 Volts 50 Hz 220 Volts 50 Hz 12 Conten.bobina IP 65 IP 65 13 Pressione nominale 6 BAR 6 BAR 14 Materiale corpo ACC. CARBONIO ACC. CARBONIO 15 Mat.parti interni 16 Sede soffice 17 Diametro corpo ½” 18 Coperchio 19 Baderna 1 1 20 Tipo attacchi FIL NPT-F FIL NPT-F 21 Diam.passaggi 22 Spinta fl.processo 23 Fine corsa tipo 24 Tipo di montaggio 25 Quantità

Costruttore/modello: Venditore/ordine: Tropicalizzazione: NO Temp.ambiente: SI °C min. -5 °C max. + 35 Attacchi pneumatici: Attacchi elettrici: UNI 6125 NOTE:

0 Rev. Descrizione Comp. Verif. Appr. Data

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica valvole 7 di 17

VALVOLE A SOLENOIDE E PNEUMATICHE PARTICOLARI SIGLA

SPEC. DI PROCESSO

1 Installazione S.L.

2 Funzione VALVOLE CV

3 Fluido (1) ARIA STRUMENTALE 4 Componenti corrosivi 5 Temperatura esercizio °C AMBIENTE 6 Stato di pressione max. 10 BAR 7 Tipo TRE VIE 8 Operatore 9 Accessori 10 Azione N.C. 11 Alimentazione 220 Volts 50 Hz 12 Conten.bobina IP 65 13 Pressione nominale 6 BAR 14 Materiale corpo OTTONE 15 Mat.parti interni 16 Sede soffice 17 Diametro corpo ½” 18 Coperchio 19 Baderna 1 20 Tipo attacchi FIL NPT-F 21 Diam.passaggi 22 Spinta fl.processo 23 Fine corsa tipo 24 Tipo di montaggio 25 Quantità

Costruttore/modello: Venditore/ordine: Tropicalizzazione: NO Temp.ambiente: SI °C min. -5 °C max. + 35 Attacchi pneumatici: Attacchi elettrici: UNI 6125 NOTE:

0 Rev. Descrizione Comp. Verif. Appr. Data

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica valvole 8 di 17

CODICI E STANDARD DI RIFERIMENTO

Tutti i materiali saranno in accordo ai seguenti codici, standard e normative elencati: - BP EXXON (15-9-1) (15-9-2) - IEC

GARANZIE Il fornitore sarà completamente responsabile di quanto in oggetto: in fase di offerta dovrà dichiarare che la fornitura sarà in completo accordo con la presente specifica elencando eventuali difformità). La fornitura sarà garantita per un periodo di 12 mesi a partire dalla messa in esercizio ed in ogni caso per un periodo di mesi 18 dall’arrivo nel magazzino PETROLIG. Il fornitore durante tutto il periodo di garanzia dovrà provvedere a riparare o sostituire a sue spese qualsiasi parte della fornitura non funzionante.

PARTI DI RICAMBIO L'offerta dovrà essere completa con l’elenco ed il prezzo delle parti di ricambio raccomandate per l’avviamento e per 2 anni di esercizio, complete delle condizioni commerciali con validità 6 mesi. ISPEZIONI E COLLAUDI Tutti i materiali e le apparecchiature saranno soggetti a sollecito e ispezioni da parte della committente e loro rappresentanti autorizzati. La committente o un suo incaricato si riserva di presenziareal collaudo del materile. PETROLIG può demandare a personale non proprio, specialistico l"esecuzione dei collaudi. Il relativo rappresentante deve avere libero accesso all'officina del fornitore o del subfornitore e ricevere tutta l’assistenza necessaria a svolgere il proprio lavoro, incluso l'uso di tutti i macchinari e di tutta la strumentazione necessaria.

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica valvole 9 di 17

SPECIFICA VALVOLE

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica valvole 10 di 17

COSTRUZIONE valvole fiscali Le valvole dovranno essere in accordo allo standard API 6D ( ultima ediozione) ed al data sheet allegato. Tutte le valvole saranno flangiate. Tutte le valvole saranno di classe ANSI 150; le flange, dimensionate e forate secondo le ANSI B 16.5, e fornite con semplice risalto ( RF 1/16") e con rigatura di tenuta. Le valvole dovranno assicurare una perfetta tenuta, minimo attritto fra otturatore e sedi di tenuta, l’eliminazione del pericolo di grippaggio, nessuna manutenzione per il sistema di tenuta dello stelo, nessuna lubrificazione, estrema facilita e rapidità di manovra, lunga durata delle sedi di tenuta grazie alla perfetta finitura della sfera unitamente al particolare profilo delle sedi a recupero automatico del gioco di usura. Tutte le valvole dovranno essere omologate "Fire Safe design" secondo le norme BS 5146 e perfette tenuta Classe VI secondo ANSI FCI 70-2-1976.Dovranno altresì essere dotate di sistema antistatico e comando con leva, sino al diametro di 6" (oltre 6" con riduttore a volantino, con motoriduttore o con attuatore pneumatico o idraulico). Le spie di controllo tenuta dovranno essere realizzate mediante due valvoline a sfera di cui una posta inferiormente e l'altra superiormente al corpo. La valvolina superiore consentirà inoltre l'introduzione di uno stelo con paletta per indicare inequivocabilmente la posizione di chiusura della valvola. La valvolina posta nella parte inferiore dovrà consentire di controllare l’efficienza degli anelli di tenuta. Le valvole dovranno essere complete di :

-valvolina inferiore di spurgo e controllo perdita -valvolina superiore per introduzione paletta di segnalazione valvola chiusa -bandierina di segnalazione valvola chiusa o aperta -dispositivo di suggellamento valvola chiusa

valvola dì ritegno Le valvole dovranno essere in accordo allo standard API 6D (ultima edizione) ed al data sheet allegato. Tutte le valvole dovranno essere di classe ANSI 150 e operare per tubazioni orizzontali e verticali. Il seggio di tenuta a sede piana dovrà essere avvitato sul corpo e munito di risalti per una facile sostituzione. I coperchi dovranno essere bullonati sul corpo. Lo sportello dovrà sollevarsi completamente con piccolissime cadute di Pressione. Le flange, dimensionate e forate secondo la tabella ANSI B 16.5, verranno normalmente fornite con risalto semplice e rigatura di tenuta. valvola a saracinesca Le valvole dovranno essere in accordo allo standard API 6D (ultima edizione) ed al data sheet allegato. Tutte le valvole dovranno essere di classe ANSI 150. Le flange, dimensionate e forate secondo la tabella ANSI B 16.5. avranno il risalto semplice con rigatura di tenuta.

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica valvole 11 di 17

valvola a sfera Le valvole dovranno essere in accordo allo standard API 6D (ultima edizione) ed al data sheet allegato. Tutte le valvole dovranno essere di classe ANSI 150 flangiate e spianate a semplice risalto (RF 1/16") e con rigatura a spirale in accordo alle ANSI B 16.5. MATERIALI

valvole fiscali Se non diversamente specificato, il corpo dovrà essere realizzato in acciaio al carbonio fuso o forgiato in accordo alle norme ASTM A 216 grado WCB (acciaio fuso) o ASTM A 105 grado B. La sfera e sede dovranno essere in acciaio inox AISI 304, i seggi di tenuta in teflon e le guarnizioni in viton. IL fornitore dovrà fornire per iscritto tutte le informazioni e i dati relativi alla natura chimica e alle proprietà fisiche di ogni componente delle valvole. valvole di ritegno Corpo e coperchio di acciaio fuso ASTM A216 Gr.WCB. Organi di tenuta di acciaio inox a 13% di Cr ASTM A182 Gr.Fó

valvole a saracinesca Il corpo e il coperchio saranno di acciaio fuso ASTM A216 Gr.WCB. L'asta e gli organi di tenuta saranno di acciaio inox al 13% ASTM Al82 Gr.F6. valvole a sfera Se non diversamente specificato, il corpo dovrà essere realizzato in acciaio fuso o forgiato in accordo alle norme ASTM A216 grado CB per l’acciaio fuso. ASTM A105 grado B per l’acciaio forqiato. Sfera e sede dovranno essere in acciaio inox AISI 304. Il fornitore dovra fornire per iscritto tutte le informazion e idati relativi alla natura chimica e alle proprietà fisiche di ogni componente delle valvole.

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica valvole 12 di 17

Ispezioni e collaudi Prima di essere caricato per il trasporto, il materiale dovrà essere controllato da un ispettore dell'Appaltatore presso il fabbricante. Tutte le ispezioni e le prove, compreso il test di chiusura ad alta pressione dovranno essere fatti In accordo con lo Standard API 598. Nelle valvole a sfera e fiscali non saranno consentite perdite né nella prova a bassa pressione nè in quella ad alta pressione. Certificazione e documentazione I certificati di conformità del fornitore dovranno includere:

- il certificato di prova della valvola - i fogli di collaudo in accordo alla procedura di controllo di qualità - i certificati di prova sui componenti principali con le proprietà meccaniche ed i

risultati delle analisi chimiche. Il costruttore dovrà inoltre fornire un manuale di istruzioni bilingue (Italiano/Inglese) per l’installazione, il funzionamento e la manutenzione con un elenco dettagliato delle parti. Data sheet Vedasi data sheet riportata alle pagine seguenti.

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica valvole 13 di 17

VALVOLE FISCALI

SIGLA Specifica di processo

1 Installazione

2 Funzione 3 Fluido GASOLIO-OCD-LUBE 4 Servizio spec. -10 / 50° 5 Temperatura 6 Portata m³/h 7 Pressione ing.(1) 8 BAR 8 Pressione usc.(1) 9 Tens.vap./p.crit. 10 Peso specifico 11 P.mol./fatt.comp. 12 Viscosità 13 Cv calc./scelto 14 Rumore calcol 15 Forma corpo 16 Diametro corpo

17 Tipo attacchi FLG 150 RF ANSI B 16,5

18 Diam.pass./sec 19 Mat.corpo ACC. CARB. 20 Corpo int./baderna 21 Otturat./caratter. 22 Tenuta/sede 23 Mat.ottur./sede 24 Attuatore 25 Alim./segn.ingr. 26 Spinta fluido 27 Mancanza energia 28 OP a valv. chiusa 29 Posiz./segn.usc. 30 Volantino manuale 31 Fine corsa 32 33

Accessori 34 35 Quantità Costruttore/modello Venditore/ordine Tropicalizzazione: Temp.ambiente: Attacchi pneumatici: Attacchi elettrici: NOTE:

0

Rev. Descrizione Comp. Verif. App. Data

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica valvole 14 di 17

VALVOLE DI RITEGNO

SIGLA Specifica di processo

1 Installazione

2 Funzione 3 Fluido GASOLIO-OCD-LUBE 4 Servizio spec. -10 / 50° 5 Temperatura 6 Portata m³/h 7 Pressione ing.(1) 8 BAR 8 Pressione usc.(1) 9 Tens.vap./p.crit. 10 Peso specifico 11 P.mol./fatt.comp. 12 Viscosità 13 Cv calc./scelto 14 Rumore calcol 15 Forma corpo 16 Diametro corpo

17 Tipo attacchi FLG 150 RF ANSI B 16,5

18 Diam.pass./sec 19 Mat.corpo ACC. CARB. 20 Corpo int./baderna 21 Otturat./caratter. 22 Tenuta/sede 23 Mat.ottur./sede 24 Attuatore 25 Alim./segn.ingr. 26 Spinta fluido 27 Mancanza energia 28 OP a valv. chiusa 29 Posiz./segn.usc. 30 Volantino manuale 31 Fine corsa 32 33

Accessori 34 35 Quantità Costruttore/modello Venditore/ordine Tropicalizzazione: Temp.ambiente: Attacchi pneumatici: Attacchi elettrici: NOTE:

0

Rev. Descrizione Comp. Verif. App. Data

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica valvole 15 di 17

VALVOLE A SARACINESCA

SIGLA Specifica di processo

1 Installazione

2 Funzione 3 Fluido 4 Servizio spec. GASOLIO-OCD-LUBE 5 Temperatura -10 / 50° 6 Portata m³/h 7 Pressione ing.(1) 8 Pressione usc.(1) 8 BAR 9 Tens.vap./p.crit. 10 Peso specifico 11 P.mol./fatt.comp. 12 Viscosità 13 Cv calc./scelto 14 Rumore calcol 15 Forma corpo 16 Diametro corpo 17 Tipo attacchi

18 Diam.pass./sec FLG 150 RF ANSI B 16,5

19 Mat.corpo 20 Corpo int./baderna ACC. CARB. 21 Otturat./caratter. 22 Tenuta/sede 23 Mat.ottur./sede 24 Attuatore 25 Alim./segn.ingr. 26 Spinta fluido 27 Mancanza energia 28 OP a valv. chiusa 29 Posiz./segn.usc. 30 Volantino manuale 31 Fine corsa 32 33

Accessori 34 35 Quantità Costruttore/modello Venditore/ordine Tropicalizzazione: Temp.ambiente: Attacchi pneumatici: Attacchi elettrici: NOTE:

0

Rev. Descrizione Comp. Verif. App. Data

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica valvole 16 di 17

VALVOLE A SFERA

SIGLA Specifica di processo

1 Installazione

2 Funzione 3 Fluido GASOLIO-OCD-LUBE 4 Servizio spec. -10 / 50° 5 Temperatura 6 Portata m³/h 7 Pressione ing.(1) 8 BAR 8 Pressione usc.(1) 9 Tens.vap./p.crit. 10 Peso specifico 11 P.mol./fatt.comp. 12 Viscosità 13 Cv calc./scelto 14 Rumore calcol 15 Forma corpo 16 Diametro corpo

17 Tipo attacchi FLG 150 RF ANSI B 16,5

18 Diam.pass./sec 19 Mat.corpo ACC. CARB. 20 Corpo int./baderna 21 Otturat./caratter. 22 Tenuta/sede 23 Mat.ottur./sede 24 Attuatore 25 Alim./segn.ingr. 26 Spinta fluido 27 Mancanza energia 28 OP a valv. chiusa 29 Posiz./segn.usc. 30 Volantino manuale 31 Fine corsa 32 33

Accessori 34 35 Quantità Costruttore/modello Venditore/ordine Tropicalizzazione: Temp.ambiente: Attacchi pneumatici: Attacchi elettrici: NOTE:

0

Rev. Descrizione Comp. Verif. App. Data

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica valvole 17 di 17

DOCUMENTAZIONE RICHIESTA

Impianto Contr. Rev. Data

In offerta Dopo l’ordine Dopo la consegna

Pos. Descrizione n. copie n.copie giorni n. copie n. copie

form.elet. giorni

1 Data sheet compilati su moduli e caratt. tecniche dett. 1

2 Disegni di ingombro del gruppo preliminari

3 Disegnio di assieme della apparecchiatura e dei componenti principali. 5 10

4 Quotazioni delle parti di ricambio per 2 anni di esercizio 1 3 10

5 Manuali di istruzione comprendenti:

a) disegni in scala quotati b) istruzioni per l’installazione e manutenzione c) Dati di identificazione

3 1 15

6 Schemi logici

7 Procedure di verniciatura

8 Programma di costruzione e copia subordini

9

10 Certificati di collaudo 3 10

11 Certificati di conformità alle normative di sicurezza ( ISPEL, CESI, ecc. )

12 Schemi elettrici e morsettiere 3 10

IL MANCATO INVIO DEI DOCUMENTI RICHIESTI FARA’ CONSIDERARE LA FORNITURA EVASA

Emissione per offerta

Rev. descrizione Red. Appr. Data

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica verniciatura e coimbentazione 1 di 4

PRPG-901

SPECIFICA VERNICIATURA E

COIBENTAZIONE

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica verniciatura e coimbentazione 2 di 4

INDICE

1.0 Oggetto 2.0 Caratteristiche della vernice 3.0 Applicazione delle vernici 4.0 Caratteristiche del materiale di coibentazione 5.0 Ispezione e collaudi 6.0 Cicli di verniciatura

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1.0 Oggetto

Lo scopo di questa specifica è di evidenziare i criteri relativi alle operazioni di verniciatura e coibentazione da eseguirsi sulle tubazioni di OC, gasolio e Lube inserite all’interno del Deposito Petrolig di Calata Canzio (GE). 2.0 Caratteristiche della vernice

Tutti i prodotti da usare saranno di prima qualità e le vernici saranno consegnate in cantiere nel loro contenitori originali con le etichette, le indicazioni e gli eventuali sigilli del fabbricante.

3.0 Applicazione delle vernici In caso di parti da verniciare occorrerà seguire le sottocitate indicazioni. La vernice dovrà essere stoccata, maneggiata e miscelata in stretto accordo con le raccomandazioni del fabbricante. La miscelazione dei componenti sarà effettuata con adeguata attrezzatura in modo da garantire il rispetto dell’esatto rapporto, i componenti saranno mantenuti in agitazione in modo da evitare che sacche d’arìa vengano trattenute nel materiale. La vernice preparata dovrà essere utilizzata entro un ragionevole intervallo di tempo determinato dalle indicazioni del fabbricante. Nelle operazioni di verniciatura la prima mano di fondo (primer) verrà applicata dal fornitore del tubo presso il suo stabilimento mentre le mani successive saranno applicate a spruzzo o a rullo dall’Appaltatore. La verniciatura non dovrà essere effettuata nei seguenti casi:

Quando la superficie da pitturare si trova a temperatura inferiore a +5°C e, normalmente, superiore a +50°C. Quando la superficie da pitturare si trova a temperatura inferiore a quella ambiente e sussiste un umidità tale da provocare fenomeni di condensa. In presenza o eventualità di pioggia, neve o nebbia. In presenza di umidità ambiente uguale o superiore a 85% e fenomeni di condensa. Quando la superficie da pitturare si presenti, per qualunque motivo, umida.

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4.0 Caratteristiche del materiale di coibentazione Per la coibentazione saranno impiegate coppelle di lana di roccia aventi le seguenti caratteristiche:

- densità 100 Kg/mc - spessore 50 mm

La finitura esterna verrà realizzata con lamiera di alluminio liscio ALP 99 avente 0.8 mm di spessore.

5.0 Ispezioni e collaudi

- Controllo preparazione superfici - Controllo dei tempi di verniciatura - Controllo spessori

6.0 Cicli di verniciatura 6.1 Linee verniciate e supporti

Verrà applicato il seguente ciclo: - preparazione della superficie mediante sabbiatura SA 2.5 - fondo anticorrosivo a base di zinco inorganico a solvente spessore 75

micron. - Finitura con due mani di CLOROCAUCCIU PURO spessore 30 micron

6.2 Linee da coibentare

Verrà applicato il seguente ciclo: - preparazione della superficie mediante sabbiatura SA 2.5 - fondo anticorrosivo a base di zinco inorganico a solvente spessore 75

micron.

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PRPG-902

SPECIFICA TUBAZIONI – FLANGE FITTING - BULLONERIA

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica tubazioni-flange-fitting-bulloneria

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INDICE

1.0 Premessa 2.0 Norme 3.0 Materiali

3.1 tubazioni 3.2 flange 3.3 fitting 3.4 bulloneria

4.0 Ispezioni e collaudi 4.1 tubazioni 4.2 flange 4.3 fitting 4.4 bulloneria

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1.0 PREMESSA

La presente specifica riguarda la fornitura di tubazion, flange, fitting e bulloneria da installarsi nel Deposito Petrolig di Calata Canzio. 2.0

NORME DI RIFERIMENTO

Tutti i nuovi lavori, apparecchiature ed opere dovranno essere conformi alle norme EXXON BASIC PRACTICES. In particolare dovranno essere osservate le seguenti:

BP EXXON 3.5.1 REV. 7 BP EXXON 3.6.1 REV. 10 BP EXXON 3.6.3 REV. 5 BP EXXON 3.7.1 REV. 9

Nella costruzione del piping saranno rispettate le seguenti prescrizioni generali: 1) Gli accoppiamenti saranno del tipo flangiato ANSI 150-RF. 2) Ghisa ed amianto saranno tassativamente proibiti. 3) Le tubazioni avranno i seguenti spessori:

per Ø ≤ 11/2” sch.80 per Ø 2-6” sch.40 per Ø ≥ 8” sch.20

4) Per ogni altra caratteristica si rimanda alle norme EXXON riportate di seguito: “Valve selection criteria” su EXXON B.P. 3-12-1 Rev.15 “Check valves” su EXXON B.P. 3-14-2 Rev.0 “Flanges,basket,bolting & fitting” su EXXON B.P. 3-16-1 Rev.11

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3-0 MATERIALI

3.1 TUBAZIONI Tutte le tubazioni dovranno essere in acciaio al carbonio. API 5L Gr.B senza saldatura, smussate alle estremità e fornite con sabbiatura a norme SISO 55900 SA 2,5 e verniciate a base di primer zincante inorganico sp.75 microns. Le tubazioni dovranno essere in accordo alle seguenti norme. Ultima edizione :

- ASTM - API 5L - ANSI B 36.10

3.2 FLANGE Le flange W.N. o slip-on dovranno essere in accordo alle ANSI B 16.5. La superficie di tenuta del1e f1angè,comprese quelle cieche, sarà a semplice risalto (RF) 1/16" e con rigatura a spirale come indicato al punto 6.3.4.1 delle sopracitata norme. Le flange saranno realizzate in acciaio al carbonio forgiato come da specifica ASTM A 105 con un contenuto massimo di carbonio dello 0,30%. Ogni flangia dovrà essere contrassegnata con una sigla di identificazione come specificato nella sezione 14 delle ASTM A 105. Per le W.N. dovrà essere identificabile anche il foro (contrassegno). 3.3 FTTING I fitting dovranno essere in accordo alle seguenti norme, ultima edizione:

- ASTM - ANSI B 16.5 - ANSI B 16.11 - ANSI B 16.9 - ANSI B 16.21

3.4 BULLONERIA I bulloni dovranno essere completamente filettati e con le estremità piane cianfrinate.Ciascun bullone dovrà essere Completo di due dadi esagonali, serie pesante in accordo alle ANSI B 18.2.2. In assenza di prescrizioni particolari, le filettature dovranno essere in accordo alla sezione 15 delle ASTM 193. I bulloni dovranno essere in acciaio al cromo molibdeno grado B7 secondo le ASTM A 193. I dadi dovranno essere in acciaio al carbonio grado 2H secondo le ASTM A 194. Ogni bullone ed ogni dado dovranno essere contrassegnati con una sigla di identificazione come specificato nella sezione 16 delle ASTM A 193 e la sezione 11 delle ASTM A 194.

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4.0

ISPEZIONI E COLLAUDI

4.1 TUBAZIONI Tutte le prove sulle tubazioni dovranno essere eseguite in accordo alle seguenti norme:

- ASTM - API 5L ultima edizione - ANSI B 36.10 ultima edizione

4.2 FLANGE Prima di essere caricate per il trasporto, le flange dovranno essere verificate dall'ispettore dell'Appaltatore nelle sede delle offìcine di costruzione. Il costruttore dovrà fornire un documento che riporti i risultati delle analisi chimiche e le proprietà meccaniche. 4.3 FITTING Tutte le prove sui fitting dovranno essere eseguite in accordo alle seguenti norme:

- ASTM - ANSI B 16.5 - ANSI B 16.11 - ANSI B 16.9 - ANSI B 16.21

4.4 BULLONERIA Prima di essere caricato per ì1 trasporto, i1 materia1e dovrà essere controllato da un Ispettore dell'Appaltatore presso il Fabbricante, e i test dovranno essere effettuati secondo le norme ASTM A 193 ed A 194. Il costruttore dovrà fornire il certificato di conformità della fornitura alle specifiche sopra menzionate, il test report che specifichi i risultati delle analisi chimiche e le proprietà meccaniche.

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PRPG-903

SPECIFICA PULSANTIERE E FINECORSA

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INDICE

1.0 SCOPO 2.0 NORME 3.0 CONDIZIONI AMBIENTALI 4.0 INSTALLAZIONE 5.0 REQUISITI FUNZIONALI E COSTRUTTIVI 6.0 DESCRIZIONE FORNITURA 7.0 LISTA DOCUMENTI E DISEGNI RICHIESTI

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1.0 Scopo

Lo scopo della presente specifica è la fornitura di PULSANTI DI BLOCCO PER EMERGENZE – PULSANTI CONSENSO AL CARICO – MICROSWITCH DI FINECORSA da installare nel deposito costiero di GE Calata Canzio della “Petrolig ” . 2.0 Norme Tutte le apparecchiature oggetto della presente specifica devono essere conformi alle normative vigenti: - CEI - IEC - BP EXXON Eventuali differenze da tali norme dovranno essere segnalate dal Fornitore ed approvate dalla committente. 3.0 Condizioni ambientaii Gli equipaggiamenti elettrici dovranno essere progettati per operare in servizio continuo, con potenza nominale alle seguenti condizioni ambientali: 3.1 Temperatura: max + 35' C min 0° C 3.2 Altitudine 0 m s.1.m. 3.3 Clima Mediterraneo 3.4 Ambiente Umido marino 4.0 Installazione I dispositivi di comando,oggetto della presente specifica, saranno installati all’esterno in una zona non classificata, si dovrà pertanto provvedere un grado di protezione meccanica IP 65.

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5.0 Requisiti funzionali e costruttivi 5.1 Custodia IP 65 Le custodie dei comandi saranno munite di n° 1 imbocco filettato a norme UNI 6125 da Ø 1/2" La manovra dovrà essere prevista frontalmente sul coperchio. 5.2 Organi elettrici di comando Gli organi di comando avranno frutti isolati in materiale ceramico o comunque non igroscopico. Le loro caratteristiche nominali saranno le seguenti: - Tensione nominale di impiego: 110 V 50 Hz - Classe di durata meccanica: > 1 milione di manovre Tutte le parti metalliche dei dispositivi di interruzione saranno efficacemente protette contro le corrosioni. 6.0 Descrizione fornitura 6.1 Pulsantiera di " BLOCCO PER EMERGENZA" N° 6 Pulsanti per blocco di emergenza in contenitore IP 65, dotati di pulsante a fungo di colore Rosso (intervento a compressione) con all’interno n°1 contatto N.A.- N.C. Sigla: HSxxE 6.2 Pulsantiera di “CONSENSO AL CARICO” N° 6 Pulsanti per consenso al carico in contenitore IP 65, dotati di pulsante (provvisto di protezione contro azionamenti accidentali) con all'interno n°1 contatto N.A. - N.C. Sigla: HSxx 6.3 MICROSWITCH di finecorsa valvola Microswitch per finecorsa valvola in contenitore IP 65, da installare sullo stelo di valvole a sfera (prevedere idonei supporti) con all’interno n°1 contatto N.A. - N.C. Sigla: ZSxx

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7.0 Documentazione richiesta

Impianto Contr. Rev. Data

In offerta Dopo l’ordine Dopo la consegna

Pos. Descrizione n. copie n.copie giorni n. copie n. copie

form.elet. giorni

1 Data sheet compilati su moduli e caratt. tecniche dett. 1

2 Disegni di ingombro del gruppo preliminari

3 Disegnio di assieme della apparecchiatura e dei componenti principali. 5 10

4 Quotazioni delle parti di ricambio per 2 anni di esercizio 1 3 10

5 Manuali di istruzione comprendenti:

a) disegni in scala quotati b) istruzioni per l’installazione e manutenzione c) Dati di identificazione

3 1 15

6 Schemi logici

7 Procedure di verniciatura

8 Programma di costruzione e copia subordini 1 15

9

10 Certificati di collaudo 3 10

11 Certificati di conformità alle normative di sicurezza ( ISPEL, CESI, ecc. ) 3 10

12 Schemi elettrici e morsettiere 3 10

IL MANCATO INVIO DEI DOCUMENTI RICHIESTI FARA’ CONSIDERARE LA FORNITURA EVASA

Emissione per offerta

Rev. descrizione Red. Appr. Data

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PRPG-904

SPECIFICA DI PROGETTO TUBAZIONI PIPING PROJECT SPECIFICATIONS

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SIGLA

SOVRASP. CORL 1,27 MM SERVIZIO: IDROCARBURI

SERVICE: SERIE-FACCIA

150 #RF 125 RH SPEC. DI RIFERIMENTO COMP.TI MAT Saldature e tratt.termici BP3-18-1,BP3-19-1 -

NORME ANSI B 31.3 - B16,5 - 16,34

Classe tubazione - - COND.DI PROGETTO Controllo saldature BP 18.7.1 A-105 T - °C P - bar T - °C P - bar A-105 -29÷38 19,0 Raccorderai S.W A105/3000* Raccorderai FIL A105/3000*

Da tubo normale. API 5L Gr.B Da tubo di rid API 5L Gr.B Spessori mm. XS XS XS XS -

Diametro nom. pollici 1/2 3/4 1 1 ½ 2 2 ½ 3 4 6 8 10 12 14 16 18 20 24 Spessore mm. 2,77 2,87 3,38 3,68 3,91 - 5,49 6,02 7,11 6,35 6,35 6,35 6,35 - - - - Schedula N° Materiale API STD. 5L Gr. B

Esecuzione Senza saldatura Sald.di testa - ASTM – A – 105 Gr. II 150* RF Sald.a tasca A105 Gr. II – 600*RF -------------------------------------------------------- Filettate Sald. A sovrapp. Libere --------------------------------------------------------------------------

Cieche A105 Gr. II – 600*RF ASTM – A – 105 Gr. II 150* RF Guarnizioni Tiranti e dadi

902 INTERCETTAZIONE -------------------------------------------------------------------------- 900 REGOLAZ. MANUALE 900 RITEGNO --------------------------------------------------------------------------

--------------------------------------------------------------------------

-------------------------------------------------------------------------- Filtri “Y” --------------------------------------------------------------------------

Curve a 90° - 45° ASTM – A – 234 WPB senza saldatura Riduz. conc. “ “ Riduz. ecc. “ “

1/2 STSW Fondelli bombati “ “ 3/4 STSW

Collari flg. libere --------------------------------------------------------------------------

1 RTSW STSW

Curve da tubo -------------------------------------------------------------------------- 1½ STSW Curve a spicchi ----------------------------------------------- 2 3 Mark Componenti Mat

4 1) STEE T da sala di testa A234 WPB

6 1) RTEE A234 WPB

8 INTERSEZIONI STSC T filettato - 10 RTSC - 12 BOSS STSW A105 14 RTSW T da sala a tasca A105 16 PTOP SWLT - 18 STEE 1 WLET SWEEPOLETS - 20 TLET WELDOLETS - 24 SLET THREDOLETS - 30 BOSS SOCKOLETS A105 36 PTOP BOSSES API 5L

1/2 3/4 1 1½ 2 3 4 6 8 10 12 14 16 18 20 24 30 36

DN° derivazione NOTE: 1) IMPIEGARE SOLO SE NECESSARIO

NOTE:

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PRPG-905

SPECIFICA OPERE MECCANICHE DI PIPING E CARPENTERIE

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INDICE

1.0 SCOPO 2.0 CONDIZIONI AMBIENTALI 3.0 DESCRIZIONE DELLE OPERE

3.1 demolizioni e smontaggi tubazioni esistenti 3.2 prefabbricazione montaggio tubazioni 3.3 prefabbricazione montaggio carpenterie 3.4 montaggio apparecchiature

4.0 SALDATURE 5.0 CONTROLLI RADIOGRAFICI 6.0 PROVE IDRAULICHE 7.0 QUANTITA’ 8.0 PROGRAMMA LAVORI 9.0 DOCUMENTI DI RIFERIMENTO 10.0 ONERI A CARICO DELL’APPALTATORE 11.0 VARIE

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1.0 SCOPO Scopo della presente specifica è stabilire le modalità di esecuzione e le prescrizioni particolari attinenti la ristrutturazione del Deposito costiero PETROLIG di Calata Canzio (GE). 2.0 CONDIZIONI AMBIENTALI 2.1 Temperatura max +40°C min 0°C 2.2 Altitudine 0 mt. S.L.M. 2.3 Vento velocita' max 100 km/h direz. predominante Sud 2.4 Umidità max 100% 2.5 Clima mediterraneo 2.6 Ambiente umido marino

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3.0 DESCRIZIONE DELLE OPERE I lavori necessari sono così raggruppati: - Demolizioni e smontaggi tubazioni esistenti. - Prefabbricazione e montaggio tubazioni in acciaio al carbonio. - Prefabbricazione e montaggio carpenteria. - Installazione apparecchiature. La descrizione dei lavori è riportata nei paragrafi seguenti. II montaggio delle tubazioni dovrà essere in accordo con le seguenti norme:

ESSO BP 3.18.1 ( piping fabrication ) ESSO BP 3.19.1 ( piping erection and testing ) Secondo il capitolato opere meccaniche della Esso.

I lavori sono di seguito precisati come da programma allegato (vedi par.8.0): - prefabbricazione e montaggio tubazioni su rack banchina - installazione di nuove linee Olio Comb. ,Gasolio e Lube da sala pompe a banchina - installazione in linea da contatori fiscali e Masters in banchina - collegamenti a monte sala pompe - prefabbricazione e montaggio linee da TK a sala pompe e collegamento ai serbatoii - demolizione sala pompe lato ESSO e lato ENI - demolizione in zona contatori lato ESSO e lato ENI - prefabbricazione e montaggio linee da pompe a contatori e collegamenti con tubi come da P&I sala pompe - collegamenti linee ai miscelatori in banchina - collegamento collettori scarico navi - collegamento aspirazione ai serbatoi

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3.1 Demolizioni e smontaggi tubazioni esistenti. I lavori, divisi per area di lavoro, comprendono quanto segue: 3.1.1. Sala pompe e contatori lato ESSO : - smontaggio linee di mandata pompe Lato ESSO - smontaggio linee Di aspirazione pompe Lato ESSO - smontaggio slitte contatori lato ESSO - smontaggio decakilolitro olio combustibile e gasolio lato ESSO - smontaggio linee banchina lato ESSO da baia 1 alla 6 - smontaggio linee aspirazione da TK lato ESSO

3.1.2. Sala pompe e contatori lato ENI: - smontaggio linee di mandata pompe Lato ENI - smontaggio linee Di aspirazione pompe Lato ENI - smontaggio slitte contatori lato ENI - smontaggio decakilolitro olio combustibile e gasolio lato ENI - smontaggio linee banchina lato ENI - smontaggio linee aspirazione da TK lato ENI - smontaggio attrezzature obsolete lato ENI

E' evidente che le demolizioni delle tubazioni in esubero e collegate ai TK non riutilizzati dai nuovi lavori dovranno essere eseguiti nella fase finale dei lavori stessi senza interferire e/o limitare l'attuale esercibilità del costiero. I TK non riutilizzati dovranno di conseguenza essere degasificati (in ottemperanza alle normative di sicurezza) e lasciati disponibili e pronti per eventuali futuri collegamenti.

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3.2 Prefabbricazione e montaggio tubazioni in acciaio al carbonio I lavori comprendono quanto segue: - Esecuzione di assonometrici (sketches) - Prefabbricazione delle tubazioni, comprensive di flange, curve, riduzioni, ecc. - Allineamento e montaggio delle tubazioni prefabbricate. - Collegamenti primari strumentazione/saldatura mezzi manicotti,ecc. - Esecuzione Tie-ins alle tubazioni esistenti. L'Appaltatore, prima di procedere alla prefabbricazione e almontaggio di una linea controllerà l’effettiva possibilità diinstallazione della tubazione variandone eventualmente l’andamento, variazione concordata e soggetta ad approvazione della Direzione Lavori. Tutte le quote indicate sui disegni sono da considerarsi indicative e dovranno essere soggetto di verifica da parte dell'Appaltatore. Il montaggio delle tubazioni avverrà tramite saldatura di testa o a tasca o mediante collegamenti flangiati. Poiché le zone in cui si andrà ad operare sono classificate come Classe 1 Divisione 1, è obbligatoria la massima prefabbricazione delle opere. La prefabbricazione deve avvenire in zona concordata con la Committente e comunque sita all’interno del deposito. Le linee verranno posizionate su nuovi supporti. Il tipo di posizionamento è indicato nei disegni allegati . Il piping verrà realizzato in accordo ai P&I e ai disegni di riferimento. Eventuali mutamenti ai percorsi a disegno, potranno comunque, essere decisi da Direzione Lavori prima dell’inizio dei relativi lavori. Nulla sarà dovuto all'Appaltatore per rifacimenti di piping già costruito, dovuti a errori o mancanze imputabili allo stesso (radiografie non accettabili, disallineamenti, ecc, ). La fornitura di materiali è a carico dell’Appaltatore, come anche di tutti i materiali di consumo ( elettrodi, dischi mole, supporti di piccola entità, tasselli, viti, bulloni, fascette, tasselli ad espansione, etc.) , cosi come tutte le attrezzature necessarie al completamento dell ’opera. 3.3 Prefabbricazione e montaggio carpenteria I lavori comprendono quanto segue: - Prefabbricazione della carpenteria di supporto tubazioni, eventuali modifiche e/o

riposizionamento di carpenterie esistenti. - Montaggio della carpenteria, compreso l’eventuale fissaggio di tasselli a espansione. La fornitura dei materiali è a carico dell’Appaltatore compresa di tutti i materiali di consumo (elettrodi, dischi per mole,bulloneria, cavallotti tubazioni, ecc.) . Nulla sarà dovuto all'Appaltatore per rifacimenti di carpenteria già costruita, dovuti a errori o mancanze imputabili allo stesso. I supporti di tubazioni dovranno essere montati prima delle rispettive tubazioni. Nel caso che la tubazione non si appoggi su un supporto, questo non dovrà essere spessorato ma rimosso e ricostruito.

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3.4 Montaggio apparecchiature Montaggio e collegamento alle tubazioni delle seguenti apparecchiature: Bracci di Carico Pompe Miscelatori ; Valvole e fiscali Valvolame vario

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4.0 SALDATURE Le saldature verranno effettuate da saldatori qualificati secondo le norme ANSI B.31.3 cap.V. da ente riconosciuto o comunque accettati dalla Direzione Lavori. In caso di pioggia, non è consentita la saldatura, se non dietro autorizzazione del rappresentante della Direzione Lavori. L’appaltatrice dovrà comunicare in fase di acquisizione d’ordine i nomi dei saldatori patentati che opereranno durante lo svolgimento della commessa e dovrà presentare copia del patentino. E’ facoltà della Direzione Lavori controllare, anche senza preavviso, le identità dei saldatori all'opera.

5.0 CONTROLLI RADIOGRAFICI La Direzione Lavori effettuerà a propria discrezione un controllo visivo su tutte le saldature. Verranno effettuati il 10% Random dei giunti saldati di testa (con Random si intende il controllo circonferenziale dell’intero giunto), e saranno eseguiti in accordo alle norme ANSI B 31.3 cap.VI. I criteri di accettabilità, rifacimento o riparazione saranno in accordo alle API 1104 ultima edizione. 6.0 PROVE IDRAULICHE Dovranno essere eseguite prove idrauliche di tutte le tubazioni montate, in accordo alle prescrizioni di progetto. Le opere e i mezzi di derivazione, pompaggio e pressatura saranno a carico dell’Appaltatore. Il collaudo dovrà essere effettuato in contraddittorio. 7.0 QUANTITÀ 7.1 Smontaggio e demolizioni ± Kg 7.2 Prefabbricazione e montaggio di tubazioni in acciaio al carbonio, valvolame, mixer 1 e 2. - totale ± Kg 7.3 Prefabbricazione e montaggio carpenterie varie: - totale ± kg Tali quantità sono indicative, comprese quelle delle demolizioni. Il lavoro si intende a corpo. Il fornitore deve valutare il lavoro secondo i disegni e le descrizioni, è a suo carico e responsabi1ità la valutazione dei pesi totali delle prefabbricazioni, montaggi e posizionamenti.

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8.0 PROGRAMMA LAVORI I lavori saranno condotti in accordo ai programmi della committente (da definire in fase d’ordine). La Appaltatrice deve tenere presente che potrà non esserci la continuità dei lavori. Sarà richiesta, per la parte relativa ai montaggi, la totale disponibilità ad operare ad impianto chiuso (giorni prefestivi,festivi e dopo il normale orario di lavoro). Poiché la zona è classificata come esplosiva, dovranno essere massimizzate le prefabbricazioni. Tutto il materia lavorato e le parti premontate devono essere conservate al riparo dalle intemperie fino all’atto del montaggio definitivo. Tutti i pezzi devono essere marcati con il numero dei posizione riportato sui disegni di assieme o dettaglio. L’Appaltatrice dovrà essere pronta ad operare quando l’esercizio, e la guardia-fuoco, daranno il permesso ad operare. L'Appaltatrice dovrà attrezzarsi con uomini e mezzi per operare in banchina in ridotti limiti di tempo con la massima celerità e con l'osservanza di tutte le regole di sicurezza richieste dall'Appaltatrice e dalle normative. E’ necessario che la Appaltatrice coordini le opere civili in modo che non vi siano intralci, interferenze e ritardi che potrebbero pregiudicare il buon stato delle opere stesse.

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9.0 DOCUMENTI DI RIFERIMENTO

Vedere elenco elaborati allegato

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10.0 ONERI A CARICO DELL'APPALTATORE - Organizzazione del lavoro - Esecuzione del lavoro con proprio personale - Sopralluoghi e rilievi - Redazione dettagliata del piano di lavoro e sicurezza - Programma lavori - Materiali di consumo (vedi cap. precedenti) - Trasporti e sollevamenti per ogni necessità - Assetti fiscali (dadi forati) - Ponteggi ed eventuali attrezzature a norma di legge - Garantire la viabilità intorno alle zone delle banchine di carico, durante e dopo le

normali ore di lavoro - Controlli radiografici (vedere punto 5.0) - Prove idrauliche (vedere punto 6.0) su tutte le linee nuove e quelle esistenti

interessate da modifiche e/o interventi, eseguite secondo le modalità della Committente.

- Ripristino aree a fine cantiere - Eventuali smaltimenti di sfridi di lavorazione, coibentazioni, materiale inutilizzabile, su

indicazione della Committente e del deposito. - Trasporto di materiale di risulta alla pubblica discarica. 11.0 VARIE L'Appaltatore in fase di ordine dovrà presentare l’organigramma di esecuzione delle opere, dando i nominativi di tutte le persone che opereranno in cantiere, ed in particolare dovrà nominare un capo cantiere ed un responsabile della sicurezza che risponderanno alla Appaltatrice della corretta esecuzione del lavoro. Tutte le attrezzature dovranno essere idonee ad operare in zona classificata Classe 1 Divisione 1 ove necessario e IP65 per tutte le altre zone. Durante le fasi di lavorazione in banchina si richiederà la protezione dell’area (tramite onduline o similari) per poter lavorare durante le ore in cui le bettoline caricano i prodotti. La Appaltatrice dovrà attrezzarsi per poter lavorare anche di sera. L'Appaltatore dovrà controllare l’adeguatezza e la conformità del materiale ritirato da magazzino della Committente e segnalare tempestivamente alla direzione lavori le eventuali anomalie evitando di usare materiale fonte di sospetto. L'Appaltatore dovrà, eventualmente, pulire il materiale prima di utilizzarlo. Dovrà essere controllata l'efficienza delle valvole da installare in maniera da accertare:

- Apertura e chiusura completa - Stato guarnizione corpo/coperchio - Accoppiamento corpo/coperchio

Soltanto a valle di tale attività procederà al montaggio. Le linee saranno collaudate a montaggi ultimati. Il collaudo sarà eseguito a mezzo pressatura idraulica (a carico della Appaltatrice) I collaudi saranno eseguiti secondo quanto stabilito con la Direzione lavori, linea per linea, adottando la separazione dei circuiti (valvole chiuse, interposizione dischi ciechi, etc.) A risultato soddisfacente l'Appaltatore produrrà certificazione verbalizzata di test effettuato, evidenziando le pressioni di prova, il tratto testato, la data ed il visto di approvazione della Direzione Lavori.

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La Direzione Lavori si riserva, a suo insindacabile giudizio, la facoltà di sospendere i lavori, nel caso in cui ritenga che l’esecuzione dei lavori non sia conforme alle regole di sicurezza o di qualità richieste. In caso di inadempienze gravi (ivi compreso il ritardo sulle esecuzione delle opere) è facoltà della Direzione Lavori di recedere dal contratto. Nulla sarà dovuto alla Appaltatrice in più del lavoro fino a quel punto eseguito ed accettato dalla Direzione Lavori. La Direzione Lavori si riserva nell’ambito della normativa vigente, la possibilità di rivalsa economica per danni diretti o indiretti conseguenti.

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica analizzatori

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PRPG-906

SPECIFICA ANALIZZATORI

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica analizzatori

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INDICE

1.0 SCOPO 2.0 CODICI E STANDARD DI STABILIMENTO 3.0 DESCRIZIONE DEL SISTEMA 4.0 FOGLI DATI 5.0 GARANZIE 6.0 PARTI DI RICAMBI 7.0 ISPEZIONI E COLLAUDI 8.0 DOCUMENTAZIONE RICHIESTA

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica analizzatori

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1.0 SCOPO

Lo scopo del presente documento è la definizione delle caratteristiche tecniche degli analizzatori da installare nel deposito costiero di GE Calata Canzio della “PETROLIG”.

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2.0 CODICI E STANDARD DI STABILIMENTO

Tutti i materiali saranno in accordo ai seguenti codici, standard e normative elencati: - BP-EXXON (15-8-1) (15-8-2) - IEC

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3.0 DESCRIZIONE DEL SISTEMA L’impianto in oggetto ha lo scopo di preparare miscele di olio combustibile ( con viscosità a densità predeterminate ) in linea tramite dei miscelatori statici, la miscela è realizzata miscelando N.2 prodotti: olio combustibile denso - gasolio marina - , le operazioni di miscela verranno gestite da un sistema D.C.S. centrale tramite valvole regolatrici di portata. Gli analizzatori in oggetto hanno lo scopo di analizzare durante la caricazione delle bettoline (in tempo reale) il prodotto consegnato,all’uscita del miscelatore, per quanto riguarda i parametri di densità e viscosità, inviare al D.C.S. un segnale 4-20 mA, proporzionale ai parametri, il D.C.S. provvederà a confrontarlo con i valori impostati prima della caricazione ed eventualmente bloccare la caricazione nel caso di deviazione dalle tolleranze ammesse. I dati inviati dall’analizzatore dovranno essere compensati in temperatura (15°C). La linea da cui prelevare il prodotto avrà un diametro di 150 mm (6") ma al fine di limitare la velocita a circa 1 m/s sarà realizzato un tratto di diametro 300 mm(12"). Lo strumento sarà installato in campo la protezione dovrà essere IP-65, dovrà essere fornito di tutti gli accessori, ivi compresi i cavi segnali che collegano le celle analisi con l’unità di controllo, i relativi pressacavi, eventuali tubetti e raccordi che si rendessero necessari. A maggior chiarimento di quanto sopra descritto è utile fare riferimento allo schema a blocchi allegato.

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4.0 FOGLI DATI

ANALIZZATORI

SIGLA SPEC. DI PROCESSO AIT 1 AIT 2

1 Installazione USCITA MIX 1 USCITA MIX 2

2 Funzione ANALIZZATORE VISCOSITA’ E DI DENSITA’ ANALIZZATORE VISCOSITA’ E DI DENSITA’

3 Fluido OCD OCD

4 Servizio specifico TRASMETTITORE TRASMETTITORE

5 Temperatura 40-60 GRADI CENT. 40-60 GRADI CENT.

6 Portata m³/h 1000 M3/H 1000 M3/H

7 Pressione esercizio 5 BAR 5 BAR

8 Viscosità 30-400 CST 30-400 CST

9 Densità 0,86-0,991 0,86-0,991

10 STD costrutt./specif.

11 Protezione elettrica IP-65 IP-65

12 Tipo attacchi

13 Passaggio/diametro

14 Materiale corpo

15

16 Segnale di uscita 4-20 mA 4-20 mA

17 Alimentazione 220V – 50HZ 220V – 50HZ

18 STAFFE DI SOSTEGNO / TUTI GLI ACCESSORI STAFFE DI SOSTEGNO / TUTI GLI ACCESSORI

19 Accessori

20 Quantità

21 Costruttore / modello

22 Venditore / ordine

23

24

25

Tropicalizzazione: Temp.ambiente: 0 - 35

Attacchi pneumatici: Attacchi elettrici: ¾” UNI 6125 NOTA:

0 Emissione Rev. Descrizione RED. APPR. DATA.

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ANALIZZATORI

SIGLA SPEC. DI PROCESSO AIT 3

1 Installazione USCITA MIX 3

2 Funzione ANALIZZATORE VISCOSITA’ E DI DENSITA’

3 Fluido OCD

4 Servizio specifico TRASMETTITORE

5 Temperatura 40-60 GRADI CENT.

6 Portata m³/h 1000 M3/H

7 Pressione esercizio 5 BAR

8 Viscosità 30-400 CST

9 Densità 0,86-0,991

10 STD costrutt./specif.

11 Protezione elettrica IP-65

12 Tipo attacchi

13 Passaggio/diametro

14 Materiale corpo

15

16 Segnale di uscita 4-20 mA

17 Alimentazione 220V – 50HZ

18 STAFFE DI SOSTEGNO / TUTI GLI ACCESSORI

19 Accessori

20 Quantità

21 Costruttore / modello

22 Venditore / ordine

23

24

25

Tropicalizzazione: Temp.ambiente: 0 - 35

Attacchi pneumatici: Attacchi elettrici: ¾” UNI 6125 NOTA:

0 Emissione Rev. Descrizione RED. APPR. DATA.

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5.0 GARANZIE Il fornitore sarà completamente responsabile di quanto in oggetto: in fase di offerta dovrà dichiarare che la fornitura sarà in completo accordo con la presente specifica elencando eventuali difformità). La fornitura sarà garantita per un periodo di 12 mesi a partire dalla messa in esercizio ed in ogni caso per un periodo di mesi 18 dall’arrivo nel magazzino PETROLIG. IL fornitore durante tutto il periodo di garanzia dovrà provvedere a riparare o sostituire a sue spese qualsiasi parte della fornitura non funzionante. 6.0 PARTI DI RICAMBIO L'offerta dovrà essere completa con l’elenco ed il prezzo delle parti di ricambio raccomandate per l’avviamento e per 2 anni di esercizio, complete delle condizioni commerciali con validità 6 mesi. 7.0 ISPEZIONI E COLLAUDI Tutti i materiali e le apparecchiature saranno soggetti a sollecito e ispezioni da parte della committente e loro rappresentanti autorizzati. La committente o un suo incaricato si riserva di presenziare al collaudo del materia1e. Esso può demandare a personale non proprio, specialistico l"esecuzione dei collaudi. Il relativo rappresentante deve avere libero accesso all'officina del fornitore o del subfornitore e ricevere tutta l’assistenza necessaria a svolgere il proprio lavoro, incluso l'uso di tutti i macchinari e di tutta la strumentazione necessaria.

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8.0 DOCUMENTAZIONE RICHIESTA

Impianto Contr. Rev. Data

In offerta Dopo l’ordine Dopo la consegna

Pos. Descrizione n. copie n.copie giorni n. copie n. copie

form.elet. giorni

1 Data sheet compilati su moduli e caratt. tecniche dett. 1

2 Disegni di ingombro del gruppo preliminari

3 Disegnio di assieme della apparecchiatura e dei componenti principali. 5 10

4 Quotazioni delle parti di ricambio per 2 anni di esercizio 1 3 10

5 Manuali di istruzione comprendenti:

a) disegni in scala quotati b) istruzioni per l’installazione e manutenzione c) Dati di identificazione

3 1 15

6 Schemi logici

7 Procedure di verniciatura

8 Programma di costruzione e copia subordini 1 15

9

10 Certificati di collaudo 3 10

11 Certificati di conformità alle normative di sicurezza ( ISPEL, CESI, ecc. ) 3 10

12 Schemi elettrici e morsettiere 3 10

IL MANCATO INVIO DEI DOCUMENTI RICHIESTI FARA’ CONSIDERARE LA FORNITURA EVASA

Emissione per offerta

Rev. descrizione Red. Appr. Data

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica cavi scaldanti 1 di 7

PRPG-907

SPECIFICA CAVI SCALDANTI

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica cavi scaldanti 2 di 7

INDICE

1.0 SCOPO 2.0 DESCRIZIONE DEL SISTEMA 3.0 DATI TECNICI 4.0 GARANZIE 5.0 PARTI DI RICAMBI 6.0 ISPEZIONI E COLLAUDI 7.0 ALLEGATI 8.0 DOCUMENTAZIONE RICHIESTA

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica cavi scaldanti 3 di 7

1.0 SCOPO

Scopo del presente documento è la definizione del sistema di riscaldamento delle tubazioni e dei contatori, mediante cavi scaldanti, da installare nel deposito costiero di GE Calata Canzio della “PETROLIG”.

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica cavi scaldanti 4 di 7

2.0 DESCRIZIONE DEL SISTEMA Il sistema in oggetto ha un scopo di mantenere la temperatura desiderata all’interno delle tubazioni e dei contatori fiscali per poter permettere il buon funzionamento delle apparecchiature. Durante il normale funzionamento il prodotto proveniente direttamente dai serbatoi, ha una temperatura che varia dai 40° ai 50° circa. Nei momenti di fermo carico il prodotto rimanendo all’interno della tubazioni si abbassa di temperatura impedendo il normale funzionamento dell’impianto. Il sistema di riscaldamento sarà del tipo a “CAVO AUTOREGOLANTE” e dovrà essere munito di termostato di blocco per alta temperatura. Saranno compresi nell’offerta:

- Dimensionamento e fornitura dei cavi scaldanti necessari. (prevedendo un eventuale sopraluogo)

- Fornitura di termostati e della logica di blocco in cassetta IP 65 - Fornitura di tutti gli accessori per la posa del cavo - Fornitura di tutte le istruzioni di montaggio necessarie per una corretta

installazione.

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica cavi scaldanti 5 di 7

3.0 DATI TECNICI 3.1 Caratteristiche di processo - Temperatura di entrata prodotto 40 (da serbatoio) - Temperatura di mantenimento prodotto 55° C - Densità 980 kg/m³ a 15°C - Viscosità 40÷500 E a 50° - Funzionamento delle slitte Continuo - Fluido Olio combustibile denso N.B. Per maggiori dettagli consultare la Tabella 958 “ data sheet cavi scaldanti” 3.2 Caratteristiche meccaniche

portata 1000 m³/h pressione 6 atm.

3.3 Caratteristiche elettriche - Alimentazione 220V 50Hz - Protezione meccanica IP 65 220 V 50 Hz IP 65 3.4 Condizioni climatiche - Clima Mediterraneo - Temperatura min/max 0 / 35° C - Altitudine 0 slm

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica cavi scaldanti 6 di 7

4.0 GARANZIE Il fornitore sarà completamente responsabile di quanto in oggetto: in fase di offerta dovrà dichiarare che la fornitura sarà in completo accordo con la presente specifica elencando eventuali difformità). La fornitura sarà garantita per un periodo di 12 mesi a partire dalla messa in esercizio ed in ogni caso per un periodo di mesi 18 da11’arrivo nel magazzino ESSO. Il fornitore durante tutto i1 periodo di garanzia dovrà provvedere a riparare o sostituire a sue spese qualsiasi parte della fornitura non funzionante. 5.0 PARTI DI RICAMBIO L'offerta dovrà essere completa con l’elenco ed il prezzo delle parti di ricambio raccomandate per l’avviamento e per 2 anni di esercizio, complete delle condizioni commerciali con validità 6 mesi. 6.0 ISPEZIONI E COLLAUDI Tutti i materiali e le apparecchiature saranno soggetti a sollecito e ispezioni da parte della committente e loro rappresentanti autorizzati. La committente o un suo incaricato si riserva di presenziare al collaudo del materiale. Esso può demandare a personale non proprio, specialistico l"esecuzione dei collaudi. Il relativo rappresentante deve avere libero accesso all'officina del fornitore o del subfornitore e ricevere tutta 1’assistenza necessaria a svolgere il proprio lavoro, incluso l'uso di tutti i macchinari e di tutta la strumentazione necessaria.

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica cavi scaldanti 7 di 7

8.0 DOCUMENTAZIONE RICHIESTA

Impianto Contr. Rev. Data

In offerta Dopo l’ordine Dopo la consegna

Pos. Descrizione n. copie n.copie giorni n. copie n. copie

form.elet. giorni

1 Data sheet compilati su moduli e caratt. tecniche dett. 1

2 Disegni di ingombro del gruppo preliminari

3 Disegnio di assieme della apparecchiatura e dei componenti principali. 5 10

4 Quotazioni delle parti di ricambio per 2 anni di esercizio 1 3 10

5 Manuali di istruzione comprendenti:

a) disegni in scala quotati b) istruzioni per l’installazione e manutenzione c) Dati di identificazione

3 1 15

6 Schemi logici

7 Procedure di verniciatura

8 Programma di costruzione e copia subordini 1 15

9

10 Certificati di collaudo 3 10

11 Certificati di conformità alle normative di sicurezza ( ISPEL, CESI, ecc. ) 3 10

12 Schemi elettrici e morsettiere 3 10

IL MANCATO INVIO DEI DOCUMENTI RICHIESTI FARA’ CONSIDERARE LA FORNITURA EVASA

Emissione per offerta

Rev. descrizione Red. Appr. Data

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica contatori fiscali

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PRPG-908

SPECIFICA CONTATORI FISCALI

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica contatori fiscali

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INDICE 1.-1 OGGETTO E SCOPO 2.-1 NORME, STANDARDS E DOCUMENTI DI RIFERIMENTO 3.-1 CONDIZIONI NOMINALI DI ESERCIZIO 4.-1 CA RATTERISTICHE GENERALI 5.-1 NOTE PER LA FORNITURA 6.-1 ISPEZIONE E COLLAUDI 7.-1 SP EDIZIONE 8.0 DOCUMENTAZIONE

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica contatori fiscali

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1.0 OGGETTO E SCOPO

La Presente specifica definisce i limiti di fornitura richiesti da Petrolig entro i quali il fornitore dovrà formulare la sua migliore offerta tecnica ed economica relativa a:

1.1. Progettazione, costruzione, fornitura, collaudo in opera ed avviamento, di una linea singola di Misura Fiscale per diversi prodotti, montata su skid, da realizzarsi in conformità alla normativa metrica e fiscale in vigore, in ottemperanza agli standards di Petrolig, e dimensionata secondo i dati di processo di seguito riportati.

Valgono le seguenti definizioni:

1.1.1. Committente : E’ la società che commissiona la fornitura e cioè la società Petrolig di Genova.

1.1.2. Fornitore : Società fornitrice di quanto in oggetto

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica contatori fiscali

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2.0 NORME, STANDARDS E DOCUMENTI DI RIFERIMENTO

Le apparecchiature ed i materiali in genere dovranno essere progettati, costruiti e collaudati in accordo alle vigenti Leggi, Decreti, Norme e relative varianti, completamenti ed integrazioni, ed in particolare:

2.1 C.M. XXII/1966/424/Dog.139I.F.294 del 18/ago/1966 – Accertamento dei prodotti petroliferi a mezzo di misuratori volumetrici

2.2 D.P.R. 547/55 Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro

2.3 Legge 186/68Riconoscimento delle Norme C.E.I. quale regola dell’arte in campo

elettrico

2.4 Legge 791/77 Attuazione della Direttiva C.E.E./73/23 sui materiali elettrici

2.5 D.L. 476/92 Attuazione della Direttiva C.E.E. 89/336 relativa alla compatibilità elettromagnetica

2.6 L’ultima edizione e relative varianti delle Norme C.E.I. (Comitato Elettrotecnico

Italiano), con particolare riferimento a:

2.7 CEI 31-1 Costruzioni elettriche per atmosfere potenzialmente esplosive. Custodie a prova di esplosione “d”

2.8 CEI 31-7 Costruzioni elettriche per atmosfere potenzialmente esplosive.

Modo di protezione a sicurezza aumentata

2.9 CEI 31-8 Costruzioni elettriche per atmosfere potenzialmente esplosive. Regole generali

2.10 CEI 31-33 Prima edizione 1998 “Costruzioni elettriche per

atmosfere esplosive per la presenza di gas – Parte 14: Impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas (diverse dalle miniere)”

2.11 Classificazione aree con pericolo di esplosione secondo la norma CEI 31.30

Tutti i materiali saranno in accordo ai seguenti codici, standard e normative elencati: - BP-EXXON (15-4-1) - IEC

L’area dove saranno installati è classificata come C3 quindi la protezione delle apparecchiature elettriche potrà essere IP-55.

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3.0 CONDIZIONI NOMINALI DI ESERCIZIO

3.1 CONDIZIONI AMBIENTALI

Le condizioni ambientali previste sono le seguenti:

-Temperatura di progetto, massima : +40°C - Temperatura di progetto, minima : -10°C - Umidità relativa : 95% - Altezza : sul livello del mare

E trattandosi di deposito sul livello del mare, l’aria ambiente è umida, salina e

chimicamente aggressiva.

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4.0 CARATTERISTICHE GENERALI

4.1 Dati di dimensionamento dell’impianto

Classificazione area : CLASSE 2 DIV2 Alimentazione : 220 V/50Hz

Sigla Strumenti

Fluido Press. MAX (Barg)

Temp. Op./Max

(°C)

Portata Min/Op/Max

(m3/h)

Diam. Tubaz. (inch)

Densità @15°C/Toper.

(Kg/m3)

Viscosità @ Toper. (cSt)

∆P Maxamm. (bar)

1 OCD 7 40/50 100/500 991/- 380 2 OCD 7 40/50 100/500 991/- 380 3 OCD 7 40/50 100/500 991/- 380 4 OCD 7 40/50 100/500 991/- 380 5 OCD 7 40/50 100/500 991/- 380 6 OCD 7 40/50 100/500 991/- 380 7 Gasolio 7 Amb. 50/250 890/- 3 (rif.40°C) 8 Gasolio 7 Amb. 50/250 890/- 3 (rif.40°C) 9 Gasolio 7 Amb. 50/250 890/- 3 (rif.40°C) 10 Gasolio 7 Amb. 50/250 890/- 3 (rif.40°C) 11 Gasolio 7 Amb. 50/250 890/- 3 (rif.40°C) 12 Gasolio 7 Amb. 50/250 890/- 3 (rif.40°C)

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5.0 COMPONENTI DELLA FORNITURA

Lo skid dovrà comprendere almeno le seguenti apparecchiature:

5.1 Misuratore di portata per trasferimento fiscale (Certificazione Metrica Italiana), montaggio orizzontale per i prodotti della tabella del punto “4”.

5.2 Flow Computer per misuratore in grado di effettuare almeno le seguenti funzioni: - Totalizzazione erogata a temp. Ambiente (almeno 8 cifre) - Totalizzazione erogata a 15°C (almeno 8 cifre) - Predeterminazione - Compensazione a 15°C - Linearizzazione dell’errore - Controllo comado valvole - I/O configurabili - Uscite impulsive per prelevatori, conteggi remoti, ecc.. - Comunicazione seriale bidirezionale con sistemi di supervisione con

protocollo Modbus - Comunicazione e gestione diretta delle stampe - Display - Alimentazione 220V/50Hz

5.3 Termoresistenza PT100 a tre fili Classe A del tipo in esecuzione antideflagrante ATEX EEd, campo di misura -15/100°C, guaina in AISI 316.

5.4 Trasmettitore di pressione a due fili con classe di precisione ± 0,1% V.M. in esecuzione Antideflagrante ATEX EExd, campo di misura 0-20 bar.

5.5 Valvola limitatrice di portata a controllo continuo da parte del Flow Computer idonea per i prodotti descritti nel punto “4”.

5.6 Valvola di intercetto a monte dello skid di misura idonea per i prodotti descritti nel punto “4”.

5.7 Valvola di “non ritorno” idonea per i prodotti descritti nel punto “4”. 5.8 Manometro di linea di tipo Bourdon diretto a quadrante con glicerina, quadrante

bianco DN150, elemento, attacco e movimento in AISI 304, attacco radiale sottostante ½” completo di valvola portamanometro:

- Servizio : pressione in ingresso - Prodotto : vedi punto “4” della presente specifica - Campo di pressione : 0-16 bar (divisione scala ½ Bar) - Sovrappressione : 20%

5.9 Termometro di linea a bulbo di mercurio, cilindrico in vetro con protezione in plexiglass, stelo filettato ½” in acc. Inox, campo -10/60°C divisione scala 1/5°C, completo di guaina in AISI 304 SS con connessioni ¾” NPT

5.10 Sistema di sezionamento fiscale per: - linea in uscita stazione di misura - linea in uscita a recipiente campione - linea di by-pass stazione di misura

- Costituiti ognuno da n.2 valvole a sfera, n.1 tronchetto intermedio flangiato con valvola di drenaggio a sfera da 1” per verifica della tenuta delle valvole di sezionamento. - Dispositivo di prelievo campioni proporzionale, costituito da:

- sistema di regolazione della qualità di prodotto prelevato, con elettrovalvola di sezionamento della linea di prelievo in esecuzione certificata ATEX - barilotto di raccolta campioni, capacità 20 lt, con valvola di respirazione, livello visivo e valvola di sezionamento a sfera per scarico campione, maniglia di trasporto.

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5.11 Stampante fiscale di tipo elettronico, per installazione in area sicura remota, completa di accessori per l’utilizzo fiscale

5.12 Struttura in profilati di acciaio, avente funzione di contenere tutti i circuiti idraulici, i circuiti elettrici, le apparecchiature di misura, la strumentazione accessoria, le cassette di smistamento dei segnali elettrici e pneumatici

5.13 Valvola di sicurezza contro le sovrappressioni da temperatura

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6.0 NOTE PER LA FORNITURA 6.1 Il limite di fornitura è definito dai componenti descritti nella presente RdO. 6.2 La fornitura dovrà essere strettamente in accordo a quanto richiesto dalla presente

specifica e dalla documentazione in essa richiamata e/o allegata 6.3 In particolare nell’offerta dovrà dichiarare di aver visitato le aree dove eseguirà i

lavori e di aver piena consapevolezza di tutte le difficoltà inerenti all’esecuzione degli stessi

6.4 La fornitura dovrà essere corredata dalle parti di ricambio per la messa in esercizio dello skid di misura

6.5 In fase di offerta dovranno inoltre essere quotate, in opzione, le parti di ricambio per n.2 anni di esercizio

6.6 Farà parte della fornitura la progettazione meccanica, elettrica ed elettrostrumentale fino al limite di batteria

6.7 Sarà necessario quotare nell’offerta anche l’assistenza alle prove con l’Ufficio Metrico locale.

6.8 Tutti gli elaborati dovranno essere prodotti utilizzando programmi SW che garantiscano l’interfacciabilità con i seguenti programmi:

- MS Word 6.0 - MS Excel 5.0 - Autocad vers. 14

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7.0 ISPEZIONI E COLLAUDI 7.1 ISPEZIONI

Durante la costruzione, il Costruttore permetterà l’ingresso nelle sue officine al personale della Committente e del Cliente, incaricato di verificare che le costruzioni procedano a perfetta regola d’arte e nei tempi stabiliti. L’ispezione potrà riguardare anche tutti i materiali accessori ed il costruttore dovrà fornire tutte le informazioni richieste.

7.2 COLLAUDI I collaudi saranno eseguiti presso le officine del fornitore, a sua cura e spese. I collaudi saranno normalmente presenziati da ispettori della Committente e/o del Cliente. A tale scopo il fornitore avviserà la Committente con un anticipo di almeno 15 giorni dalla data di collaudo. La presenza ai collaudi di personale del Cliente e/o Committente non solleverà il Costruttore dalle responsabilità della Fornitura. I collaudi saranno eseguiti in conformità alle Norme di costruzione adottate. Il fornitore dovrà rilasciare a fine collaudo i bollettini delle prove eseguite contenente tutte le indicazioni necessarie ed i risultati delle misure effettuate ed inoltre fornirà i certificati di collaudo di accettazione delle singole apparecchiature. Le prove, per quanto applicabile, saranno eseguite in accordo alle normative vigenti.

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8.0 SPEDIZIONE

Il fornitore dovrà adottare tutte le misure atte ad evitare rischi di danneggiamento o deterioramento durante il trasporto. In ogni caso si dovrà tenere conto della permanenza dei materiali all’aperto, in ambienti umidi e polverosi.

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8.0 DOCUMENTAZIONE

Il Fornitore dovrà sviluppare tutta l’ingegneria di dettaglio. Tutta la documentazione dovrà essere redatta in lingua italiana. Tutti gli elaborati dovranno essere sottoposti per l’approvazione della Committente e del Cliente finale. L’approvazione della Committente non solleverà il fornitore dalle proprie responsabilità in ordine ad errori, omissioni, non rispetto di Norme o di misure di sicurezza ed a quanto possa provocare cattivo funzionamento o pericolo per il personale. L’elenco documenti sotto riportato è sintetico ed ha lo scopo di fissare i termini di consegna della documentazione principale. Sarà cura del Fornitore preparare un elenco documentazione dettagliato, con le scadenze previste, da sottoporre per approvazione alla Committente

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Descrizione dei misuratori ad ultrasuoni per il fluido “OCD”

1. Misuratore volumetrici ad ultrasuoni Tipo : UFS V Diametro : 6” (Scartamento 600mm) Range di misura : 0 a 600 m3/h (Questa portata è la massima. Il misuratore sarà

calibrato in funzione della richiesta)

Precisione : migliore del ±0,2% del valore misurato Flange : ANSI 150RF in acc. Alle ASME/ANSI B16.5 Materiale flange : SS 316 o SS316L Materiale corpo : SS 316 o SS 316L Sensore di tipo : Standard Materiale sensore : SS 316 o 316L Materiale custodia : SS 316 o 316L Temperatura processo : - 20 /+150°C Classe di protezione : IP66; EExib IIC T6 (ATEX) Pressatavi : M20x1,5, realizzati in SS 316 Verniciatura : +/- 65 µ, procedura Krohne Dati meccanici Pressione standard : 19,6 barg @ 20°C Test Pressone @ : 1,5 x pressione standard @ 20°C = 29,4 Barg 20°C

2. Raddrizzatore di flusso in ingresso Diametro : 150 mm/6” Materiale tubazione : ASTM A 106 gr. B o API 5L gr.B ISO raddrizzatore di flusso : Stainless Steel Flange size/tipo : ANSI 6” 150 lbs RF acc. ASME/ANSI B16.5/WN Materiale Flange : ASTM A 105 Lunghezza : 10xD c/w ISO flow conditioner Dati meccanici Pressione standard : 15,9 Barg@20°C / 12,8 Barg@120°C Test Pressione : 1.5xStandard Pressione@20°C = 23,85 Barg

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica contatori fiscali

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3. Sezione di uscita Diametro tubazione : 150 mm/6” Materiale tubazione : ASTM A 106 gr. B o API 5L gr.B ISO raddrizzatore di flusso : Stainless Steel Flange size/tipo : ANSI 6” 150 lbs RF acc. ASME/ANSI B16.5/WN Materiale Flange : ASTM A 105 Lunghezza : 5xD Dati meccanici Pressione standard : 15,9 Barg@20°C / 12,8 Barg@120°C Test Pressione : 1.5xStandard Pressione@20°C = 23,85 Barg 4. Convertitore di segnale Tipo : Ingresso : Cavi coassiali dal sensore di misura (UFS V) Uscita : RS 485 o profibus - 4-20 mA Connessioni elettriche : 5 x EExd SS316 pressacavi Krohne Alimentazione : 230 Vac +/- 10% Classificazione elettrica : ATEX EExd ib IIC T5 Montaggio : a parete

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica contatori fiscali

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5. Flow Processor Tipo : 19” Rack Custodia : 19” . montaggio a rack S/W versione : Standard Actual Volume Ingresso seriale : RS485 dal convertitore di segnale UFC V Uscita seriale : - 1xRS485/422, Modbus bi-direzzionale (configurabile come Master o

Slave) O PROFIBUS - 1x RS232 alla stampante Doppia uscita impulsiva : Configurabile Uscita analogica : 4-20 mA configurabile Uscita digitale : Configurabile per stato, allarmi, indicazione di flusso Ingresso digitale : Configurabile per conteggio, reset allarmi o start e stop Ingresso analogico : Standard Connessioni elettriche : D connettore con cavi all’I/O rack Alimentazione : 230 Vac

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica contatori fiscali

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6. 19” Rack “Utility” Tipo : 19” I/O Rack assemblato per cabinet tipo Rittal. Assemblato e precablato

con barriere di tipo Zenner per i segnali di processo. Montaggio : 19” rack Alimentazione : 230 Vac +/-10% Connessioni elettriche : - D-Connessione a UFP - terminali da 2,5 mm2

7. Cavi per segnali ultrasuoni Tipo : Multi Core HF cavi (3 pair) Lunghezza/diametro : 5 metri/6 mm Materiale : rame con FEP racket Connettori : Std. Krohne

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8. Sistema di controllo misuratore Il Flow Computer è uno SCADA dedicato per applicazioni software, calcoli, HMI visualizzazione, report e funzioni di misura fiscale. Esso ha come standard tutte le diagnostiche e le funzioni operative del misuratore ALTOSONIC V e sono disponibili all’operatore. Il software integra le funzioni di pipeline, trasferimenti batch e operazioni di master meter. 9. Cabinet Flow Computer Per ogni complesso di misura, viene previsto un quadro elettrico tipo Rittal, max 800x800x1200 mm (WxDxH) L’armadio può contenere fino a due UFP V. L’armadio può contenere:

- Due (2) UFP V - Uno (1) Sistema di supervisione - Uno (1) monitor al plasma da 17”, una tastiera con mouse incorporato

retrattile. - Uno (1) switch-box per connettere i tre computer al monitor e alla tastiera - Uno (1) monitor al plasma da 17”, una tastiera con mouse incorporato

retrattile. - Una (1) stampante laser

10. Sistema Flow Computer Il sistema F.C. è idoneo a lavorare come un’entità “stand alone”; completamente indipendente. Atraverso un’OPC driver è possibile comunicare attraverso altri sistemi. 11. HMI Scada PC L’HMI sistema è un singolo server-PC con doppia architettura interna. Esso è composto da:

- Doppio, “hot-swap” alimentazione - Doppio processore - Doppio RAID-1 disco, ridondante - Doppia interfaccia network

Se richiesto, è possibile realizzare l’alimentazione ridondante per ogni UFP. L’HMI computer può essere basato sul Spirit’s eXLerate software. EXLerate è aprovato e commercializzato dal Omni. Esso provvede a tutti i parametri metrici di supervisione come:

- Report - Archivio storico - Trending - Visualizzazione

12. SCADA software Lo SCADA software ha un multiplo sistema di controllo e password individuali. Tutto il software di supervisione del sistema lavora su piattaforma MS Windows. 13. Software di controllo valvola Il sistema include un software dedicato al controllo della posizione della valvola di regolazione.

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica contatori fiscali

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14. Funzioni principali del sistema di supervisione Le principali funzioni sono:

- Speciali funzioni richieste per i sistemi di misura fiscali - Sistema gestione operatore con l’utilizzo al alto livello di sicurezza di

password - Garanzia del dato integrale per i trasferimenti fiscali - Nessun effetto in caso di guasto di un singolo componente - Stazione di report: BOL/Batch, Proving ystem - Stampa allarmi ed eventi e loggia allarmi - Provvisto di sistema di comunicazione OPC - Archivio storico, configurazione ed altro su Hard Disk - Back up dei dati - Analisi dei dati tra l’F.C. e i misuratori - Valvola di controllo - Monitorizzazione e overview dei dai su pagine grafiche

15. M. m. – d. sistema di verificazione Il M. m-duty software di verificazione, offre l’altissima integrità durante le prove di riferimento. 16. Metering Skid (Tipico elenco per un solo misuratore)

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica contatori fiscali

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Composizione dello skid completamente ingegnerizzato e testato deve comprendere:

- 1 off connessione d’ingresso da xx”/150 lbs RF flange di connessione - 1 off connessione di uscita da xx”/150 lbs RF flange di connessione - 2 off valvole di ingresso stream attuate elettricamente da xx”/150 lbs RF. - 3 off valvola per il “master meter” Ognuna può essere equipaggiata da

indicatore di pressione per il controllo manuale di eventuali perdite. - 2 off valvole di uscita attuate elettricamente da xx”/150 lbs RF. Ognuna può

essere equipaggiata da indicatore di pressione per il controllo manuale di eventuali perdite.

- 1 misuratore di portata volumetrica da 6”/150 lbs - 1 certificati di calibrazione con prodotto avente la medesima viscosità in un

laboratorio indipendente e accreditato. - 1 Flow Computer con estensione I/O per segnali analogici/digitali - 1 Indicatore trasmettitore di pressione completo di manifolds a tre vie. - 1 indicatore trasmettitore di temperatura completo di termoelemento - 1 pozzetto di test termoelemento - Tubazioni - Gruppo di Junction Box e cablaggio associato - 1 Stampante Laser per stampe rapporti ed eventi.

Tipico Schema contatore

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Hazardous Area

Non Hazardous Area

UFS-V II 2 G EEx ib IIC T6 ..T4 UFC-V II 2 G EEx d [ib] IIB T5

FM, CSA Class I / II / III Div 1

TT

PT

TT

PT

Pressione e Temperatura

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Misuratori volumetrici per Gasolio Misuratore di portata:

Diametro: 4” (ANSI) Flange tipo/Size: ANSI B 16.5 RF, 300lbs Scartamento dello strumento 380 mm Materiale delle flange: SS316L Materiale del tubo di misura: Standard, stainless steel Materiale della custodia: Standard, stainless steel Sensori tipo/materiale: Standard/SS316L Connection box/material: Standard/SS316L Materiale della custodia elettronica: Standard/SS316L Esecuzione: ATEX II 2 G EEx d [ib] IIC T6…T3 Classe di protezione: IP65 Classe di precisione ± 0,2%

Altre parti associate al misuratore Raddrizzatore completo di convertitore di segnale Altosonic® tipo: UFC III/C-EEx completo di display, doppia uscita impulsiva sfasata di 90° e un’uscita 4-20 mA Raddrizzatore di flusso in ingresso allo strumento 10xD (1.016 mm) e per l’uscita occorre prevedere 5xD (508 mm) di tratto rettilineo.

Composizione dello skid completamente ingegnerizzato e testato: Comprende:

- 1 off connessione d’ingresso da xx”/150 lbs RF flange di connessione - 1 off connessione di uscita da xx”/150 lbs RF flange di connessione - 2 off valvole di ingresso stream attuate elettricamente da xx”/150 lbs RF. - 3 off valvola per il “master meter” Ognuna può essere equipaggiata da

indicatore di pressione per il controllo manuale di eventuali perdite. - 2 off valvole di uscita attuate elettricamente da xx”/150 lbs RF. Ognuna può

essere equipaggiata da indicatore di pressione per il controllo manuale di eventuali perdite.

- 1 Altosonic III misuratore di portata volumetrica da 4”/150 lbs - 1 certificati di calibrazione con prodotto avente la medesima viscosità in un

laboratorio indipendente e accreditato. - 1 Flow Computer con estensione I/O per segnali analogici/digitali (Modello

OMNI) - 1 Indicatore trasmettitore di pressione completo di manifolds a tre vie. - 1 indicatore trasmettitore di temperatura completo di termoelemento - 1 pozzetto di test termoelemento - Tubazioni - Gruppo di Junction Box e cablaggio associato - 1 Stampante Laser per stampe rapporti ed eventi.

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica contatori fiscali

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- Per il Master Meter occorre considerare delle apparecchiature come

precedentemente descritto per OCD e Gasolio. Tipico del Meter

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica calcolo perdite di carico

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PRPG-909

CALCOLO PERDITE DI CARICO LINEE 2

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica calcolo perdite di carico 2 di 15

Il sottoscritto dr. ing. Fulvio Porta, residente in Località Rossi 72, 17010 Osiglia (SV), con studio professionale in via Garibaldi 107/4, 17043 Carcare (SV), iscritto all’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Savona al n. 783, in riferimento al recupero funzionale della Calata Oli Minerali Ed Ampliamento Calata Bettolo - Impianti Tecnologici Polo Bunkeraggio (Lotto C - Parte 4) si pregia redigere la seguente relazione relativa alle perdite di carico nuove linee in banchina. Si verificano le seguenti linee:

Carico Bettoline

1. OCD diam. 12” portata 1000 m3/h pressione pompa 7,5 kg/cm2 2. GASOLIO diam. 8” portata 500 m3/h pressione pompa 7,5 kg/cm2

Scarico Navi

3. OCD diam. 12” portata 1000≈1500 m3/h pressione pompa 10 kg/cm2 4. GASOLIO diam. 8” portata 700≈800 m3/h pressione pompa 10 kg/cm2 5. OLIO LUBE diam. 8” portata 600≈700 m3/h pressione pompa 10 kg/cm2

Per tutte le tubazioni da verificare valgono le seguenti ipotesi:

• lunghezza linea: ca. 350 m • n. valvole: 7 • n. curve 10 • temperatura fluido 50° C

Per tutte le linee si calcolano: a) Velocità fluido b) Perdite di carico

La viscosità cinetica dell’ OCD a 50°C è pari a 380 cSt. La viscosità cinetica del gasolio a 40°C è pari a 3.1 cSt. La viscosità cinetica dell’OLIO LUBE a 50°C è pari a 85 cSt. Le perdite localizzate dovute ai gomiti vengono valutate andando a considerare un coefficiente di perdita localizzata pari a 0.9, mentre, per quel che riguarda le valvole a sfera, praticamente senza restrizioni, si considera un coefficiente pari a 0.1.

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica calcolo perdite di carico 3 di 15

Per tener conto della viscosità si utilizza la formula del moto permanente in condotte cilindriche:

( )g

uDL

hh fi

2

2λ=

dove:

• L = lunghezza del condotto • (hi-hf) = differenza di carico piezometrico • D = diametro del condotto • g = 9.81 m/s2 accelerazione di gravità • u = velocità del fluido • λ = coefficiente dimensionale di attrito funzione della scabrezza relativa della condotta e

del numero di Reynolds; in questo caso si suppone il tubo liscio e di conseguenza λ è funzione solo di Reynolds.

L’ultima ipotesi tiene conto del fatto che le tubazioni metalliche utilizzate per le motivazioni suddette sono state progettate al fine di ottenere una resa massima e quindi un’aderenza minima del fluido alle pareti; questo ci permette di poter approssimare a zero la scabrezza senza commettere errori significativi.

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica calcolo perdite di carico 4 di 15

LINEA n°1: Carico Bettoline, fluido OCD, diametro 12”

Supposta una portata massima all’interno del tubo pari a 1000 m3/h, tramite la formula Ω

=Qu si

ottiene:

( )81.3

4305.0

1000

4

22 ===ππD

Qu [m/s]

In cui si è considerato che il tubo da 12”(323.85 mm) avesse uno spessore di 9.52 mm. Il numero di Reynolds si valuta tramite:

νuD

=Re = 3053

Da cui si può ricavare un valore di λ pari a 0.0415 m2/s. Si possono quindi calcolare le perdite di carico dovute al percorso che risultano pari a

∆h = 35.20 m

Le perdite di carico dovute alla presenza dei gomiti sono calcolate in base alla:

ng

uh2

2

ξ=∆

Con ξ coefficiente che valuta le perdite di carico localizzate pari a 0.9 ed n pari a 10 (numero di gomiti presenti). Quindi le perdite di carico dovute ai gomiti risultano pari a :

∆h = 6.65 m

Con la stessa formula si calcolano le perdite di carico dovute alle valvole a sfera, valutando però ξ pari a 0.1 ed n uguale a 7. Le perdite di carico dovute alle valvole risultano pari a :

∆h = 0.52 m

Quindi le perdite di carico totali risultano pari a:

∆h = 35.20 + 6.65 + 0.52 = 42.36 m

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica calcolo perdite di carico 5 di 15

LINEA n°2: Carico Bettoline, fluido Gasolio diametro 8”

Supposta una portata massima all’interno del tubo pari a 500 m3/h, tramite la formula Ω

=Qu si

ottiene:

( )30.4

4203.0

500

4

22 ===ππD

Qu [m/s]

In cui si è considerato che il tubo da 8” (219.7 mm) avesse uno spessore di 8.18 mm. Il numero di Reynolds si valuta tramite:

νuD

=Re = 281411

Da cui si può ricavare un valore di λ pari a 0.0239 m2/s. Si possono quindi calcolare le perdite di carico dovute al percorso che risultano pari a

∆h = 38.91m

Le perdite di carico dovute alla presenza dei gomiti sono calcolate in base alla:

ng

uh2

2

ξ=∆

Con ξ coefficiente che valuta le perdite di carico localizzate pari a 0.9 ed n pari a 10 (numero di gomiti presenti). Quindi le perdite di carico dovute ai gomiti risultano pari a :

∆h = 8.5 m

Con la stessa formula si calcolano le perdite di carico dovute alle valvole a sfera, valutando però ξ pari a 0.1 ed n uguale a 7. Le perdite di carico dovute alle valvole risultano pari a :

∆h = 0.66 m

Quindi le perdite di carico totali risultano pari a:

∆h = 38.91 + 8.50 +0.66 = 48.06 m

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica calcolo perdite di carico 6 di 15

LINEA n°3: Scarico navi, fluido OCD diametro 12”

Supposta una portata massima all’interno del tubo pari a 1000 m3/h, tramite la formula Ω

=Qu si

ottiene:

( )81.3

4305.0

1000

4

22 ===ππD

Qu [m/s]

In cui si è considerato che il tubo da 12”(323.85 mm) avesse uno spessore di 9.52 mm. Il numero di Reynolds si valuta tramite:

νuD

=Re = 3053

Da cui si può ricavare un valore di λ pari a 0.0415 m2/s. Si possono quindi calcolare le perdite di carico dovute al percorso che risultano pari a

∆h = 35.20 m

Le perdite di carico dovute alla presenza dei gomiti sono calcolate in base alla:

ng

uh2

2

ξ=∆

Con ξ coefficiente che valuta le perdite di carico localizzate pari a 0.9 ed n pari a 10 (numero di gomiti presenti). Quindi le perdite di carico dovute ai gomiti risultano pari a :

∆h = 6.65 m

Con la stessa formula si calcolano le perdite di carico dovute alle valvole a sfera, valutando però ξ pari a 0.1 ed n uguale a 7. Le perdite di carico dovute alle valvole risultano pari a :

∆h = 0.52 m

Quindi le perdite di carico totali risultano pari a:

∆h = 35.20 + 6.65 + 0.52 = 42.36 m

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica calcolo perdite di carico 7 di 15

Se invece si suppone una portata massima all’interno del tubo pari a 1500 m3/h, tramite la formula

Ω=

Qu si ottiene:

( )71.5

4305.0

1500

4

22 ===ππD

Qu [m/s]

In cui si è considerato che il tubo da 12”(323.85 mm) avesse uno spessore di 9.52 mm. Il numero di Reynolds si valuta tramite:

νuD

=Re = 4580

Da cui si può ricavare un valore di λ pari a 0.0385 m2/s. Si possono quindi calcolare le perdite di carico dovute al percorso che risultano pari a

∆h = 73.47 m

Le perdite di carico dovute alla presenza dei gomiti sono calcolate in base alla:

ng

uh2

2

ξ=∆

Con ξ coefficiente che valuta le perdite di carico localizzate pari a 0.9 ed n pari a 10 (numero di gomiti presenti). Quindi le perdite di carico dovute ai gomiti risultano pari a :

∆h = 14.96 m

Con la stessa formula si calcolano le perdite di carico dovute alle valvole a sfera, valutando però ξ pari a 0.1 ed n uguale a 7. Le perdite di carico dovute alle valvole risultano pari a :

∆h = 1.16 m

Quindi le perdite di carico totali risultano pari a:

∆h = 73.47 + 14.96 + 1.16 = 89.58 m

LINEA n°4: Scarico navi, fluido Gasolio diametro 8”

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica calcolo perdite di carico 8 di 15

Supposta una portata massima all’interno del tubo pari a 800 m3/h, tramite la formula Ω

=Qu si

ottiene:

( )89.6

4438.0

800

4

22 ===ππD

Qu [m/s]

In cui si è considerato che il tubo da 8” (219.7 mm) avesse uno spessore di 8.18 mm Il numero di Reynolds si valuta tramite:

νuD

=Re = 450257

Da cui si può ricavare un valore di λ pari a 0.0134 m2/s. Si possono quindi calcolare le perdite di carico dovute al percorso che risultano pari a

∆h = 55.90 m

Le perdite di carico dovute alla presenza dei gomiti sono calcolate in base alla:

ng

uh2

2

ξ=∆

Con ξ coefficiente che valuta le perdite di carico localizzate pari a 0.9 ed n pari a 10 (numero di gomiti presenti). Quindi le perdite di carico dovute ai gomiti risultano pari a :

∆h = 21.75 m

Con la stessa formula si calcolano le perdite di carico dovute alle valvole a sfera, valutando però ξ pari a 0.1 ed n uguale a 7. Le perdite di carico dovute alle valvole risultano pari a :

∆h = 1.69 m

Quindi le perdite di carico totali risultano pari a:

∆h = 55.90 + 21.75 +1.69 = 79.34 m

LINEA n°5: Scarico navi, fluido OLIO LUBE diametro 8”

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica calcolo perdite di carico 9 di 15

Supposta una portata massima all’interno del tubo pari a 700 m3/h, tramite la formula Ω

=Qu si

ottiene:

( )02.6

4438.0

700

4

22 ===ππD

Qu [m/s]

In cui si è considerato che il tubo da 8” (219.7 mm) avesse uno spessore di 8.18 mm Il numero di Reynolds si valuta tramite:

νuD

=Re = 14369

Da cui si può ricavare un valore di λ pari a 0.0283 m2/s. Si possono quindi calcolare le perdite di carico dovute al percorso che risultano pari a

∆h = 90.40 m

Le perdite di carico dovute alla presenza dei gomiti sono calcolate in base alla:

ng

uh2

2

ξ=∆

Con ξ coefficiente che valuta le perdite di carico localizzate pari a 0.9 ed n pari a 10 (numero di gomiti presenti). Quindi le perdite di carico dovute ai gomiti risultano pari a :

∆h = 16.65 m

Con la stessa formula si calcolano le perdite di carico dovute alle valvole a sfera, valutando però ξ pari a 0.1 ed n uguale a 7. Le perdite di carico dovute alle valvole risultano pari a :

∆h = 1.30 m

Quindi le perdite di carico totali risultano pari a:

∆h = 90.40 + 16.65 +1.30 = 108.35 m

Per maggiore chiarezza si allegano di seguito le seguenti tabelle:

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica calcolo perdite di carico 10 di 15

LINEA n°1: Carico Bettoline, fluido OCD diametro 12”

OLIO COMBUSTIBILE DENSOν visc-cinem 380 cSt a 50°Cpari a 0,00038 m2s-1

perdite distribuiteD [''] 12D [m] 0,305 diametro netto int.Qmax [m

3/h] 1000Qmax [m

3/s] 0,28umax [m/s] 3,81Re 3053λ [m2s-1] 0,0415Lpercorso [m] 350∆h percorso [m] 35,20

perdite localizzateperdite gomitin° gomiti 10coeff contrazione 0,9∆h gomiti [m] 6,65

perdite valvole a sferan° valvole 7coeff contrazione 0,1∆h gomiti [m] 0,52

∆h totale [m] 42,36

1 centistoke = 1mm2 al secondo = 10-6 m2 s-1

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica calcolo perdite di carico 11 di 15

LINEA n°2: Carico Bettoline, fluido Gasolio diametro 8”

Gasolioν visc-cinem 3,1 cSt a 40°Cpari a 0,0000031 m2s-1

perdite distribuiteD [''] 8D [m] 0,203 diametro netto int.Qmax [m

3/h] 500Qmax [m

3/s] 0,14umax [m/s] 4,30Re 281411λ [m2s-1] 0,0239Lpercorso [m] 350∆h percorso [m] 38,91

perdite localizzateperdite gomitin° gomiti 10coeff contrazione 0,9∆h gomiti [m] 8,50

perdite valvole a sferan° valvole 7coeff contrazione 0,1∆h gomiti [m] 0,66

∆h totale [m] 48,06

1 centistoke = 1mm2 al secondo = 10-6 m2 s-1

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica calcolo perdite di carico 12 di 15

LINEA n°3: Scarico navi, fluido OCD diametro 12”

OLIO COMBUSTIBILE DENSOν visc-cinem 380 cSt a 50°Cpari a 0,00038 m2s-1

perdite distribuiteD [''] 12D [m] 0,305 diametro netto int.Qmax [m

3/h] 1000Qmax [m

3/s] 0,28umax [m/s] 3,81Re 3053λ [m2s-1] 0,0415Lpercorso [m] 350∆h percorso [m] 35,20

perdite localizzateperdite gomitin° gomiti 10coeff contrazione 0,9∆h gomiti [m] 6,65

perdite valvole a sferan° valvole 7coeff contrazione 0,1∆h gomiti [m] 0,52

∆h totale [m] 42,36

1 centistoke = 1mm2 al secondo = 10-6 m2 s-1

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica calcolo perdite di carico 13 di 15

LINEA n°3: Scarico navi, fluido OCD diametro 12”

OLIO COMBUSTIBILE DENSOν visc-cinem 380 cSt a 50°Cpari a 0,00038 m2s-1

perdite distribuiteD [''] 12D [m] 0,305 diametro netto int.Qmax [m

3/h] 1500Qmax [m

3/s] 0,42umax [m/s] 5,71Re 4580λ [m2s-1] 0,0385Lpercorso [m] 350∆h percorso [m] 73,47

perdite localizzateperdite gomitin° gomiti 10coeff contrazione 0,9∆h gomiti [m] 14,96

perdite valvole a sferan° valvole 7coeff contrazione 0,1∆h gomiti [m] 1,16

∆h totale [m] 89,58

1 centistoke = 1mm2 al secondo = 10-6 m2 s-1

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica calcolo perdite di carico 14 di 15

LINEA n°4: Scarico navi, fluido Gasolio diametro 8”

Gasolioν visc-cinem 3,1 cSt a 40°Cpari a 0,0000031 m2s-1

perdite distribuiteD [''] 8D [m] 0,203 diametro netto int.Qmax [m

3/h] 800Qmax [m

3/s] 0,22umax [m/s] 6,89Re 450257λ [m2s-1] 0,0134Lpercorso [m] 350∆h percorso [m] 55,90

perdite localizzateperdite gomitin° gomiti 10coeff contrazione 0,9∆h gomiti [m] 21,75

perdite valvole a sferan° valvole 7coeff contrazione 0,1∆h gomiti [m] 1,69

∆h totale [m] 79,34

1 centistoke = 1mm2 al secondo = 10-6 m2 s-1

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica calcolo perdite di carico 15 di 15

LINEA n°5: Scarico navi, fluido OLIO LUBE diametro 8”

OLIO LUBEν visc-cinem 85 cSt a 50°Cpari a 0,000085 m2s-1

perdite distribuiteD [''] 8D [m] 0,203 diametro netto int.Qmax [m

3/h] 700Qmax [m

3/s] 0,19umax [m/s] 6,02Re 14369λ [m2s-1] 0,0283Lpercorso [m] 350∆h percorso [m] 90,40

perdite localizzateperdite gomitin° gomiti 10coeff contrazione 0,9∆h gomiti [m] 16,65

perdite valvole a sferan° valvole 7coeff contrazione 0,1∆h gomiti [m] 1,30

∆h totale [m] 108,35

1 centistoke = 1mm2 al secondo = 10-6 m2 s-1

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica nuovi compressori

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PRPG-910

SPECIFICHE COMPRESSORI

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INDICE

1 OGGETTO 1.1 GENERALITA’

1.1.1 INTESTAZIONE DELLA CORRISPONDENZA TECNICA 1.1.2 IDENTIFICAZIONE DELLA CORRISPONDENZA TECNICA 1.1.3 LINGUA ED UNITA’ DI MISURA 2 DOCUMENTAZIONE DI RIFERIMENTO 2.1 NORMATIVA DI RIFERIMENTO 2.2 OSSERVANZA DELLA LEGGE 46/90 E REGOLAMENTO ATTUAZIONE DEL

6.12.91 N.447 3 FABBISOGNO ENERGETICO E DIMENSIONAMENTO LINEA. 3.1 DESCRIZIONE DEI LAVORI 3.2 LIMITI DI FORNITURA 4 DOCUMENTAZIONE RICHIESTA

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica nuovi compressori

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1) OGGETTO Oggetto della presente specifica, è la descrizione dei lavori da eseguire per la realizzazione dell’impianto aria compressa da installare nel nuovo impianto Lato Eni. Si è previsto di installare due compressori da 55KW cadauno comandati in logica da du pressostati installati sulla linea che regolati su due soglie diverse fanno intervenire il secondo compressore solo in caso di necessità. Questo sistema deve garantire una pressione costante durante lo scovolamento delle linee e per l’apertura e la chiusura delle valvole quando saranno automatizzate. 1.1) GENERALITÀ 1.1.1) INTESTAZIONE DELLA CORRISPONDENZA TECNICA Tutta la documentazione di carattere tecnico dovrà essere inviata a: PetroLig S.r.l. - Deposito Costiero di Genova Porto Calata Canzio -GENOVA A.c.a. Sig. Martino 1.1.2) IDENTIFICAZIONE DELLA DOCUMENTAZIONE TECNICA Tutta la documentazione tecnica (disegni, specifiche, etc.) sarà chiaramente identificata con i seguenti dati: Committente - PETROLIG S.R.L.. Impianto elettrico “Nuovi Compressori”. Deposito di Calata Canzio - Genova Porto. 1.1.3) LINGUA ED UNITA' DI MISURA La lingua da utilizzare per tutta la documentazione è l’italiano, le unità di misura da utilizzare sono quelle metriche. 2. DOCUMENTAZIONE DI RIFERIMENTO 2.1. NORMATIVA DI RIFERIMENTO Nel territorio della Repubblica Italiana, per la prevenzione degli infortuni sul lavoro,dovranno essere seguite le disposizioni dettate dall’SPESL (Istituto Superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro) e dalle UU.SS.LL. (Unità Sanitarie Locali).

La progettazione e la realizzazione degli impianti e collegamenti elettrici dovranno essere in accordo alle norme e regolamenti vigenti ed in particolare:

• DPR n.547 del 27.4.55 (Norme per la prevenzione infortuni sul lavoro); • Legge n.186 dell’1.3.68 (Riconoscimento giuridico norme CEI); • Legge n.791 del 18.10.77 (Garanzia di sicurezza del materiale elettrico); • Norme CEI 64-8 e varianti (Norme armonizzate, secondo documento CENELEC

HD 384, per impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata ed a 1500 V in corrente continua);

• Legge n.818 del 7.12.84 (Controllo e prevenzione incendi); • Legge n.46 del 5.3.90 e regolamento di attuazione DPR 6.12.91 n.447 (Norme

per la sicurezza degli impianti); • Norma CEI 11-1, fascicolo 1003 (Vili edizione - Impianti di produzione, trasporto

e distribuzione di energia elettrica - Norme Generali);

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• Norma CEI 11-8, fascicolo 1285 (III edizione - Impianti di produzione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica.- Impianti di terra);

• Norma CEI 11-17, 64/8 Cavi e posa dei percorsi • Norma CEI 17-13/1 quadri BT; • Norma CEI 17-3 Contattori destinati alla manovra di circuiti a tensione non

superiore a 1000 V c.a.; • Norme CEI 31-30 e 31-33 per impianti antideflagranti • Norme CEI 31-9 e 31-10 per impianti a sicurezza intrinseca • Norma CEI 17-5 Interruttori automatici differenziali; • Norma CEI 23-18 Interruttori automatici differenziali; • Norma CEI 20-22 Prova dei cavi non propaganti l’incendio; • Norma CEI 20-35 Prova dei cavi elettrici sottoposti al fuoco; • Norma CEI 20-38 Prova sul gas e fumi emessi dai cavi durante la combustione.

Resta inteso che le disposizioni e le norme tecniche di questo capitolato sono esplicative ma non limitative; pertanto qualsiasi eventuale omissione non libera l’appaltatore dal suo preciso impegno di dare il lavoro ultimato a perfetta regola d’arte, completo in ogni sua parte, in conformità a tutti gli elaborati di progetto. Tutti i lavori dovranno essere eseguiti applicando rigidamente le leggi e le norme in vigore in Italia con particolare riferimento al D.L n°626 del 19.09.1994 ed alle norme, specifiche e regolamenti interni dello stabilimento PETROLIG.

Si precisa che dovrà essere cura dell’impresa installatrice assumere in loco, sotto la sua completa ed esclusiva responsabilità, le necessarie informazioni presso le sedi locali ed i competenti uffici dei sopra elencati Enti e di prendere con essi ogni necessario accordo inerente alla realizzazione degli impianti.

Alla sottoscrizione del contratto l’ppaltatore dovrà specificatamente accettare per iscritto tutte le norme contenute nelle suddette disposizioni di Legge e regolamenti, nonché nel presente Disciplinare Tecnico.

2.2. Osservanza della legge 46/90 e regolamento di attuazione del 6.12.1991 n.447

L’esecuzione del presente appalto dovrà avvenire nel pieno rispetto della legge n.46 del 5.3.90 e del relativo regolamento d’attuazione n.447 emanato il 6.12.91.

Si intendono a carico dell’Impresa e quindi compresi nel prezzo di offerta i seguenti oneri:

• Deposito del progetto dell’impianto fornito dalla Committente con eventuali

variazioni che si rendessero necessarie in corso d’opera presso gli uffici competenti.

• Ogni adempimento tecnico amministrativo necessario per il rispetto della norma suddetta.

• La dichiarazione di conformità indicata all’articolo 9 della stessa legge. • Redazione e sottoscrizione a firma di tecnico abilitato, per l’aggiornamento della

scheda “A” relativa all’ampliamento oggetto dell’appalto. La ditta dovrà avere i requisiti tecnici professionali di cui all’articolo 3 della legge ed il certificato di riconoscimento dei requisiti tecnico-professionali.

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3) FABBISOGNO ENERGETICO E DIMENSIONAMENTO LINEA.

L’installazione delle nuove caldaie prevedono i seguenti assorbimenti:

UM Q.tà Descrizione Tensione V P Unit. KW P Tot. KW N° 1 Compressore n°1 400 55 55

N° 1 Compressore n°2 400 55 55

N° 1 Essiccatore n°1 400 3 3

N° 1 Essiccatore n°2 400 3 3

N° 2 Pressostati reg. 3-7 bar

Totale: 116

Sulla base dei dati sopra elencati si procede al dimensionamento della linee principali di alimentazione dei compressori e degli essicatori

Nella definizione dei parametri per effettuare il dimensionamento della linea principale, non si è voluto tenere conto del fattore di contemporaneità dei carichi perché in realtà si è trattato di verificare l’idoneità della linea esistente che in passato alimentava la vecchia centrale.

Dati Sistema alimentazione TN-S Tensione 400 V Frequenza 50 Hz Stato del neutro distribuito ∆V% 4% Potenza attiva = 55KW Lunghezza linea 80 mt.

Dimensionamento della linea di alimentazione.

Nome dell’impianto Compressore 55 kW Nome del quadro PC Nome del cavo CV1 Norma selezionata per il calcolo IEC 364 Tipo di circuito Circuito trifase Sistema di collegamento a terra TN-S Stato del neutro Distribuito Rapporto Sezione fase/Sezione neutro (Sf/Sn) 2.0 Tensione di esercizio dell'utenza 400 [V] Frequenza 50 [Hz] Fattore di potenza 0.9 Temperatura ambiente 30 [°C] Temperatura massima a regime del cavo 90 [°C] Temperatura massima in corto circuito 250 [°C] Tipo di cavo Cavo multipolare

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Isolamento del cavo EPR/XLPE Materiale conduttore Rame Posa:D - cavi interrati direttamente o in condotti interrati Tipo sottoposa: In condotti interrati (uno per condotto) Distanza = Nulla Corrente di impiego Ib 86.6 [A] Lunghezza 80 [m]

Coefficiente di correzione: TOTALE Kt 0.93 Per posa cavo selezionata 1.00 Per temperatura ambiente 0.93 Inserito da utente 1.00 Per presenza circuiti adiacenti 1.00 Per correzione temperatura massima cavo 1.00 Sezione del conduttore di fase (sez.teorica) 35.0 (21.5) [mm2 ]

Numero di conduttori per fase 1 Sezione totale neutro Sn calcolata 12.5 [mm2 ] Proposta 16.0 = lx16.0 [mm2 ] Portata di 1 cavo-i in parallelo Iz 94.0 [A] Resistenza di fase a 20°C 22.80 [ma] Reattanza di fase 2.53 [m2] Caduta di tensione a 81°C 4.0 [V] 1.0 % Potenza dissipata Pv 21.1 [W/m] I2t sopportabile dal cavo (CEI 64-8) 1.37E+01 [(kA)2s] (IEC 364) 1.14E+01 [(kA)2s] Massima taratura sganciatore elettromagnetico Interruttore per garantire protezione cavo Im 1602 (1875) [A]

Dai risultati sopra esposti si può notare che la sezione di calcolo risulta 35mmq per maggiorequella esistente è 50 mmq; di seguito si verifica anche la protezione della linea rispetto all’interruttore esistente.

Verifica della protezione del cavo.

Impianto: CT_CANZIO Quadro :PC Tensione d’esercizio :400 V Sistema – Circuito TN-S - Trifase Temperatura ambiente :30ºC Stato del neutro :Distribuito Nome cavo :CV1 Sezione - Numero di cavi per fase :50.0 (mm²)-1 Materiale conduttore (senza connessioni a stagno) :Rame Materiale Isolante conduttore di fase :EPR/XLPE Sezione - Numero conduttori del neutro :35.0 (mm²)-1 Corrente di impiego Ib - Portata del cavo Iz :86.6-192.0 A Prevista installazione in locali con pericolo d’incendio Sezione totale conduttore di protezione :25.0 mm² Materiale del conduttore di protezione :Rame Materiale isolante conduttore di protezione :PVC

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Stato conduttore PE: Cavo unipolare o nudo (a contatto con cavi fase) Tipo interruttore SACE S2B 160 con sganciatore R160 I1600 Taratura della protezione per il sovraccarico Ith 160.0 A Taratura della protezione istantanea Im 1600.0 A PROTEZIONE CONTRO I SOVRACCARICHI : Assicurata PROTEZIONE CONTRO I CORTO CIRCUITI: Massima lunghezza protetta (tempo intervento ≤ 5s) :116.9 m Max. lunghezza protetta per regolazione (tempo int. ≤ 5):81,9 m Massima corrente di guasto sul conduttore di fase :16.0 kA Massima corrente di guasto sul conduttore di protezione:16.0 kA Non è possibile proteggere il cavo per lunghezze superiori utilizzando la protezione contro i sovraccarichi PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI : Assicurata Massima lunghezza protetta (tempo intervento ≤ 0.4 s) :83.7 m Massima lunghezza protetta per regolazione (≤ 0.4 s) :83.7 m Massima lunghezza protetta per regolazione (≤ 5.0 s) :99.5 m Verificare che non sia elevata la probabilità di sovraccarichi di lunga durata compresi tra 192.0 e 248.6 A Tenendo conto di tutti i fattori di declassamento e riduzione nonché dei risultati di calcolo sopraccitati, possiamo dire che la linea esistente è sicuramente idonea ad alimentare la nuova CT. 3.1 DESCRIZIONE DEI LAVORI. Dopo la verifica del fabbisogno di aria compressa si è deciso di installare n°2 compressori di potenza caduno di 55 KW quindi si prevedono le seguenti attività :

• Costruzione e posa quadro elettrico di potenza ved. Dis. N°. di alimentazione essiccatori.

• Posa Cavi di alimentazione compressori • Posa cavo di alimentazione essiccatori • Posa e collegamento compressori , tubazioni in acciaio zingato ,carpenterie di

sostegno e di quanto occorra per una razionale e corretta esecuzione dei lavori. • Posa essiccatori • Posa e collegamento strumentazione di controllo • Posa cavo multipolare 7X1 schermato per la ripetizione dei comandi e delle

segnalazioni di anomalia.

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica nuovi compressori

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DATI TECNICI E PRESTAZIONI

COMPRESSORE A VITE MINILUBRIFICATO

55 KW

CONDIZIONI AMBIENTALI DI RIFERIMENTO

PRESSIONE ATMOSFERICA Bar 1 TEMPERATURA ARIA ASPIRAZIONE °C 20

UMIDITA’ RELATIVA % 40 MASSIMA TEMPERATURA AMBIENTE °C 46

PRESTAZIONI

LIVELLO DI RUMOROSITA’ dB(A) 75

POTENZA NOMINALE MOTORE ELETTRICO PRINCIPALE

KW

55

POTENZA VENTILATORE KW 4 CONTENUTO RESIDUO D’OLIO PPM 3 TENSIONE DI ALIMENTAZIONE Volts 400

FREQUENZA Hz 50

PORTATA D’ARIA in mc/min ALLA PRESSIONE DI:

7 bar(g) 7.5 bar(g) 8 bar(g) 8.5 bar(g) 10 bar(g) Da 3.8 a 10.3 Da 3.9 a 10.1 Da 3.8 a 9.6 Da 3.8 a 9.3 Da 3.7 a 8.5

TEMPERATURA DELL’ARIA ALLA MANDATA DELLA CENTRALE

=T Ambiente + 8,3°C La portata e la potenza specifica sono garantite in accordo alle norme

CAGI-PNEUROP PN-2 CPTC2/ISO 1217 . 1996 ANNEX C Rumorosità misurata in campo libero in accordo alle norme PN8NTC2.3 e CAGI S5.1 +/- 3 dB(A)

DIMENSIONI E PESO

Lunghezza mm 1353 Larghezza mm 1800

Altezza mm 1957 PESO Kg 1531

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica pompe OCD 1000 m3h 1 di 4

PRPG-911

SPECIFICHE POMPE OCD

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica pompe OCD 1000 m3h 2 di 4

DATA SHEET TIPICO CON DIMENSIONI POMPA

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica pompe OCD 1000 m3h 3 di 4

SPECIFICA PER POMPA CENTRIFUGA OLIO C. DENSO 1 COSTRUTTORE MODELLO ORDINE:

2 SERVIZIO CARICO BETTOLINE / TRAVASO SERBATOI / CARICO SCARICO QUANTITA’

3 TIPO ORIZZONTALE X VERTICALE

4 INSTALLAZIONE X AL CHIUSO ALL’APERTO

5 TEMP.LOCALE °C MIN. - 10°C NORM. AMBIENTE MAX. + 40°C

6

7 CONDIZIONI NOMINALI

8 TIPO DI FLUIDO (GASOLIO) - LIQUIDO COMPOSTI CORROSIVI NO

9 PORTATA’ m3/h 1000 SOLIDI SOSPESI % PESO NO

10 PESO SPECIFICO Kg/dm3 0,996 DENSITA’ C.S.( T.P. Kg/m3 -

11 TENSIONE DI VAPORE T.P. mm VISCOSITA’ CINEM. 350 T.P. cSt 1,7 ÷ 4,3 (a 40°C)

12 TEMPERATURA AMBIENTE

13 PRESSIONE ASPIRAZIONE 0,1 (min.) PRESSIONE DIFFERENZIALE ber 4,4

14 PRESSIONE MANDATA 8 PREVALENZA m.c.l. 46

15 NPSHD m 2 POTENZA ASSORBITA Kw (1)

16

17 CONDIZIONI MASSIME AMMISSIBILI

18 TEMPERATURA CORPO POMPA °C 65 TEMPERATURA CAMICIA °C -

19 PRESSIONE CORPO POMPA barg 10 PRESSIONE CAMICIA barg -

20

21 CONDIZIONI DI PROVA

22 PRESSIONE CORPO POMPA °C 15 PRESSIONE CAMICIA barg -

23

24 CARATTERISTICHE

25 NPSHR barg BHP MASSIMO Kw

26 VELOCITA’ NOM. Rpm BET PSV barg

27 RENDIMENTO VOL.

28 DATI COSTRUTTIVI

29 BOCCHELLO DIAMETRO RATING ACCOPPIAM. POSIZIONE NOTE

30 ASPIRAZIONE X” ANSI 150 # RF ASSIALE

31 MANDATA X” ANSI 150 # RF RADIALE

32 FLUSSAGGIO TENUTA

33 DRENAGGIO

34 SFIATI

35 CAMICIA

36 PRESE PRESSIONE

37

38 MONTAGGIO CORPO IN ASSE ALLA BASE A MENSOLA VERTICALE

39 VOLUTA TIPO SINGOLA DOPPIA DIFFUSORE

40 GIUNTO ASSIALE RADIALE

(1) COMPILAZIONE A CARICO DEL FORNITORE 3

2

1

0

REV. DATA DESCRIZIONE REDATTO CONTR. APR.

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica pompe OCD 1000 m3h 4 di 4

SPECIFICA PER POMPA CENTRIFUGA OLIO C. DENSO

42 GIRANTE TIPO CHIUSA X APERTA X ASPIRAZIONE SINGOLA ASPIRAZIONE DOPPIA

43 DIAMETRO GIRANTE MIN mm (1) MAX mm (1)

44 TENUTA PREMI STOPPA MECCANICA

45 COSTRUTTORE (1) TIPO (1)

46 API 610 PLAN CODICE API 610

47 LINEE FLUSSAGGIO FORNITE DA FORNITORE POMPA ALTRI

48 CUSCINETTI TIPO (1) RADIALI DI SPINTA 49 LUBRIFICAZIONE TIPO (1) LIQUIDO POMPATO ANELLO D’OLIO NEBBIA D’OLIO

50 ESTERNA BAGNO D’OLIO GRASSO

51 LUBRIFICANTE

52 MATERIALI

53 CORPO POMPA CHIUSA O ACC. AL CARBONIO CASSA STOPPA -

54 GIRANTE ACC. INOX GUARNIZIONI (1)

55 BUSSOLA ACC. INOX BASAMENTO ACC. AL CARBONIO

56 ALBERO ACC. INOX PARTI INTERNE ACC. INOX

57 SOVRASPESSORE DI CORROSIONE mm 3

58

59 MOTORE DI COMANDO

60 MOTORE TIPO ELETTRICO TURBINA ALTRO

61 POTENZA DI TARGA Kw (1) GIRI AL MINUTO 1450 N° POLI 4

62 COSTRUTTORE (1) MODELLO (1) FORMA COSTRUTTIVA B3 MONTATO DA (1)

63 VOLT / FASI / CICLI 400 / 3 / 50 PROTEZIONE/ESECUZIONE IP 55

64 LUBRIFICAZIONE

65

66 MECCANISMO DI TRASMISSIONE

67 TIPO X ACCOPPIAMENTO DIRETTO CINGHIA A V VELOCITA’ VARIABILE

68 COSTRUTTORE MODELLO

69 PROTEZIONE GIUNTO MONTATO DA

70

71 RIDUTTORE

72 TIPO RAPPORTO DI RIDUZIONE

73 FATTORE AGMA MONTATO DA

74 COSTRUTTORE MODELLO

75

76 COLLAUDI POMPA VERTICALE

77 PRESSIONE IDR. PRESENZIATO X SI NO PROFONDITA’ VASCA m

78 MARCIA PRESENZIATO SI NO MIN.LIVELLO FLUIDO m

79 CARATTERISTICA PRESENZIATO SI NO MIN.SOMMERGENZA RICHIESTA m

80 NPSH PRESENZIATO SI NO LUBRIFICAZIONE CUSCINETTI

81 SMONTAGGIO E ISPEZIONE DOPO TEST ALTRO LUNGHEZZA POMPA

PESI

POMPA Kg (1) MOTORE Kg (1) BASAMENTO Kg (1)

(1) COMPILAZIONE A CARICO DEL FORNITORE

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica pompe antincendio 1 di 3

PRPG-912

SPECIFICHE POMPE ANTINCENDIO

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica pompe antincendio 2 di 3

SPECIFICA PER POMPA CENTRIFUGA ANTINCENDIO 1 COSTRUTTORE MODELLO ORDINE:

2 SERVIZIO CARICO BETTOLINE / TRAVASO SERBATOI / CARICO SCARICO QUANTITA’

3 TIPO ORIZZONTALE X VERTICALE

4 INSTALLAZIONE AL CHIUSO X ALL’APERTO

5 TEMP.LOCALE °C MIN. - 10°C NORM. AMBIENTE MAX. + 40°C

6

7 CONDIZIONI NOMINALI

8 TIPO DI FLUIDO ACQUA DI MARE COMPOSTI CORROSIVI SI

9 PORTATA’ m3/h 600 SOLIDI SOSPESI % PESO NO

10 PESO SPECIFICO Kg/dm3 DENSITA’ 1,028 C.S.( T.P. Kg/m3 -

11 TENSIONE DI VAPORE T.P. mm VISCOSITA’ CINEM. 350 T.P. cSt 1,7 ÷ 4,3 (a 40°C)

12 TEMPERATURA 18 C

13 PRESSIONE ASPIRAZIONE 0,1 (min.) PRESSIONE DIFFERENZIALE ber 4,4

14 PRESSIONE MANDATA 13 PREVALENZA m.c.l. 46

15 NPSHD m 2 POTENZA ASSORBITA Kw (1)

16

17 CONDIZIONI MASSIME AMMISSIBILI

18 TEMPERATURA CORPO POMPA °C 65 TEMPERATURA CAMICIA °C -

19 PRESSIONE CORPO POMPA barg 10 PRESSIONE CAMICIA barg -

20

21 CONDIZIONI DI PROVA

22 PRESSIONE CORPO POMPA °C 15 PRESSIONE CAMICIA barg -

23

24 CARATTERISTICHE

25 NPSHR barg BHP MASSIMO Kw

26 VELOCITA’ NOM. Rpm BET PSV barg

27 RENDIMENTO VOL.

28 DATI COSTRUTTIVI

29 BOCCHELLO DIAMETRO RATING ACCOPPIAM. POSIZIONE NOTE

30 ASPIRAZIONE X” ANSI 150 # RF ASSIALE

31 MANDATA X” ANSI 150 # RF RADIALE

32 FLUSSAGGIO TENUTA

33 DRENAGGIO

34 SFIATI

35 CAMICIA

36 PRESE PRESSIONE

37

38 MONTAGGIO CORPO IN ASSE ALLA BASE A MENSOLA VERTICALE

39 VOLUTA TIPO SINGOLA DOPPIA DIFFUSORE

40 GIUNTO ASSIALE RADIALE

(1) COMPILAZIONE A CARICO DEL FORNITORE 3

2

1

0

REV. DATA DESCRIZIONE REDATTO CONTR. APR.

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica pompe antincendio 3 di 3

SPECIFICA PER POMPA CENTRIFUGA ANTINCENDIO 42 GIRANTE TIPO CHIUSA X APERTA X ASPIRAZIONE SINGOLA ASPIRAZIONE DOPPIA

43 DIAMETRO GIRANTE MIN mm (1) MAX mm (1)

44 TENUTA PREMI STOPPA MECCANICA

45 COSTRUTTORE (1) TIPO (1)

46 API 610 PLAN CODICE API 610

47 LINEE FLUSSAGGIO FORNITE DA FORNITORE POMPA ALTRI

48 CUSCINETTI TIPO (1) RADIALI DI SPINTA 49 LUBRIFICAZIONE TIPO (1) LIQUIDO POMPATO ANELLO D’OLIO NEBBIA D’OLIO

50 ESTERNA BAGNO D’OLIO GRASSO

51 LUBRIFICANTE

52 MATERIALI

53 CORPO POMPA CHIUSA O ACC. AL CARBONIO CASSA STOPPA -

54 GIRANTE ACC. INOX GUARNIZIONI (1)

55 BUSSOLA ACC. INOX BASAMENTO ACC. AL CARBONIO

56 ALBERO ACC. INOX PARTI INTERNE ACC. INOX

57 SOVRASPESSORE DI CORROSIONE mm 3

58

59 MOTORE DI COMANDO

60 MOTORE TIPO ELETTRICO TURBINA ALTRO

61 POTENZA DI TARGA Kw (1) GIRI AL MINUTO 1450 N° POLI 4

62 COSTRUTTORE (1) MODELLO (1) FORMA COSTRUTTIVA B3 MONTATO DA (1)

63 VOLT / FASI / CICLI 400 / 3 / 50 PROTEZIONE/ESECUZIONE IP 55

64 LUBRIFICAZIONE

65

66 MECCANISMO DI TRASMISSIONE

67 TIPO X ACCOPPIAMENTO DIRETTO CINGHIA A V VELOCITA’ VARIABILE

68 COSTRUTTORE MODELLO

69 PROTEZIONE GIUNTO MONTATO DA

70

71 RIDUTTORE

72 TIPO RAPPORTO DI RIDUZIONE

73 FATTORE AGMA MONTATO DA

74 COSTRUTTORE MODELLO

75

76 COLLAUDI POMPA VERTICALE

77 PRESSIONE IDR. PRESENZIATO X SI NO PROFONDITA’ VASCA m

78 MARCIA PRESENZIATO SI NO MIN.LIVELLO FLUIDO m

79 CARATTERISTICA PRESENZIATO SI NO MIN.SOMMERGENZA RICHIESTA m

80 NPSH PRESENZIATO SI NO LUBRIFICAZIONE CUSCINETTI

81 SMONTAGGIO E ISPEZIONE DOPO TEST ALTRO LUNGHEZZA POMPA

PESI

POMPA Kg (1) MOTORE Kg (1) BASAMENTO Kg (1)

(1) COMPILAZIONE A CARICO DEL FORNITORE

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica nuova centrale termica

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PRPG-913

NUOVA CENTARLE TERMICA

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica nuova centrale termica

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INDICE

1 OGGETTO 1.1 GENERALITA’

1.1.1 INTESTAZIONE DELLA CORRISPONDENZA TECNICA 1.1.2 IDENTIFICAZIONE DELLA CORRISPONDENZA TECNICA 1.1.3 LINGUA ED UNITA’ DI MISURA 2 DOCUMENTAZIONE DI RIFERIMENTO 2.1 NORMATIVA DI RIFERIMENTO 2.2 OSSERVANZA DELLA LEGGE 46/90 E REGOLAMENTO ATTUAZIONE DEL

6.12.91 N.447 3 FABBISOGNO ENERGETICO E DIMENSIONAMENTO LINEA. 3.1 DESCRIZIONE DEI LAVORI 3.2 LIMITI DI FORNITURA 4 DOCUMENTAZIONE RICHIESTA

1) OGGETTO

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica nuova centrale termica

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Oggetto della presente specifica, è la descrizione dei lavori da eseguire per la realizzazione dell’impianto elettrico e del quadro generale di distribuzione a servizio della “NUOVA CENTRALE TERMICA” presso il Deposito Costiero di Calata Canzio a Genova. 1.1) GENERALITÀ 1.1.1) INTESTAZIONE DELLA CORRISPONDENZA TECNICA Tutta la documentazione di carattere tecnico dovrà essere inviata a: PetroLig S.r.l. - Deposito Costiero di Genova Porto Calata Canzio -GENOVA A.c.a. Sig. Martino 1.1.2) IDENTIFICAZIONE DELLA DOCUMENTAZIONE TECNICA Tutta la documentazione tecnica (disegni, specifiche, etc.) sarà chiaramente identificata con i seguenti dati: Committente - PETROLIG S.R.L.. Impianto elettrico “Nuova Centrale Termica”. Deposito di Calata Canzio - Genova Porto. 1.1.3) LINGUA ED UNITA' DI MISURA La lingua da utilizzare per tutta la documentazione è l’italiano, le unità di misura da utilizzare sono quelle metriche. 2. DOCUMENTAZIONE DI RIFERIMENTO

2.1. NORMATIVA DI RIFERIMENTO Nel territorio della Repubblica Italiana, per la prevenzione degli infortuni sul lavoro,dovranno essere seguite le disposizioni dettate dall’SPESL (Istituto Superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro) e dalle UU.SS.LL. (Unità Sanitarie Locali). La progettazione e la realizzazione degli impianti e collegamenti elettrici dovranno essere in accordo alle norme e regolamenti vigenti ed in particolare: • DPR n.547 del 27.4.55 (Norme per la prevenzione infortuni sul lavoro); • Legge n.186 dell’1.3.68 (Riconoscimento giuridico norme CEI); • Legge n.791 del 18.10.77 (Garanzia di sicurezza del materiale elettrico); • Norme CEI 64-8 e varianti (Norme armonizzate, secondo documento CENELEC

HD 384, per impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata ed a 1500 V in corrente continua);

• Legge n.818 del 7.12.84 (Controllo e prevenzione incendi); • Legge n.46 del 5.3.90 e regolamento di attuazione DPR 6.12.91 n.447 (Norme

per la sicurezza degli impianti); • Norma CEI 11-1, fascicolo 1003 (Vili edizione - Impianti di produzione, trasporto

e distribuzione di energia elettrica - Norme Generali); • Norma CEI 11-8, fascicolo 1285 (III edizione - Impianti di produzione,

trasmissione e distribuzione di energia elettrica.- Impianti di terra); • Norma CEI 11-17, 64/8 Cavi e posa dei percorsi • Norma CEI 17-13/1 quadri BT; • Norma CEI 17-3 Contattori destinati alla manovra di circuiti a tensione non

superiore a 1000 V c.a.;

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica nuova centrale termica

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• Norme CEI 31-30 e 31-33 per impianti antideflagranti • Norme CEI 31-9 e 31-10 per impianti a sicurezza intrinseca • Norma CEI 17-5 Interruttori automatici differenziali; • Norma CEI 23-18 Interruttori automatici differenziali; • Norma CEI 20-22 Prova dei cavi non propaganti l’incendio; • Norma CEI 20-35 Prova dei cavi elettrici sottoposti al fuoco; • Norma CEI 20-38 Prova sul gas e fumi emessi dai cavi durante la combustione.

Resta inteso che le disposizioni e le norme tecniche di questo capitolato sono esplicative ma non limitative; pertanto qualsiasi eventuale omissione non libera l’appaltatore dal suo preciso impegno di dare il lavoro ultimato a perfetta regola d’arte, completo in ogni sua parte, in conformità a tutti gli elaborati di progetto. Tutti i lavori dovranno essere eseguiti applicando rigidamente le leggi e le norme in vigore in Italia con particolare riferimento al D.L n°626 del 19.09.1994 ed alle norme, specifiche e regolamenti interni dello stabilimento PETROLIG.

Si precisa che dovrà essere cura dell’impresa installatrice assumere in loco, sotto la sua completa ed esclusiva responsabilità, le necessarie informazioni presso le sedi locali ed i competenti uffici dei sopra elencati Enti e di prendere con essi ogni necessario accordo inerente alla realizzazione degli impianti. Alla sottoscrizione del contratto l’ppaltatore dovrà specificatamente accettare per iscritto tutte le norme contenute nelle suddette disposizioni di Legge e regolamenti, nonché nel presente Disciplinare Tecnico. 2.2. Osservanza della legge 46/90 e regolamento di attuazione del 6.12.1991

n.447 L’esecuzione del presente appalto dovrà avvenire nel pieno rispetto della legge n.46 del 5.3.90 e del relativo regolamento d’attuazione n.447 emanato il 6.12.91. Si intendono a carico dell’Impresa e quindi compresi nel prezzo di offerta i seguenti oneri: • Deposito del progetto dell’impianto fornito dalla Committente con eventuali

variazioni che si rendessero necessarie in corso d’opera presso gli uffici competenti.

• Ogni adempimento tecnico amministrativo necessario per il rispetto della norma suddetta.

• La dichiarazione di conformità indicata all’articolo 9 della stessa legge. • Redazione e sottoscrizione a firma di tecnico abilitato, per l’aggiornamento della

scheda “A” relativa all’ampliamento oggetto dell’appalto. La ditta dovrà avere i requisiti tecnici professionali di cui all’articolo 3 della legge ed il certificato di riconoscimento dei requisiti tecnico-professionali. 3) FABBISOGNO ENERGETICO E DIMENSIONAMENTO LINEA. L’installazione delle nuove caldaie prevedono i seguenti assorbimenti:

UM Q.tà Descrizione Tensione V P Unit. KW P Tot. KW N° 1 Caldaia n°1 400 16.6 16.6

N° 1 Caldaia n°2 400 16.6 16.6

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica nuova centrale termica

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N° 1 Caldaia n°3 (futura) 400 16.6 16.6

N° 1 Analizzatore fumi 230 0.25 0.25

N° 2 Pompe a gasolio 400 0.6 1,2

N° 1 Additivatore 230 0.05 0.05

N° 1 Addolcitore 230 0.05 0.05

N° 10 Corpo illuminante 2x36W 230 0.08 0.8

N° 1 Blocco prese tipo “A” 230 1.0 1.0

N° 1 Blocco prese tipo “B” 230/400 1.0 1.0

N° 2 Pompe anticondensa 1 2.0

Totale: 55.25 Sulla base dei dati sopra elencati si procede al dimensionamento della linea principale di alimentazione della CT. U.B. Prevedere di collegarsi via “PROFIBUS” al sistema di automazione centrale attraverso il sistema di automazione remoto dedicato alla caldaia. Nella definizione dei parametri per effettuare il dimensionamento della linea principale, non si è voluto tenere conto del fattore di contemporaneità dei carichi perché in realtà si è trattato di verificare l’idoneità della linea esistente che in passato alimentava la vecchia centrale.

Dati Sistema alimentazione TN-S Tensione 400 V Frequenza 50 Hz Stato del neutro distribuito ∆V% 4% Potenza attiva = 54KW Lunghezza linea 30 mt.

Dimensionamento della linea di alimentazione.

Nome dell’impianto CT CANZIO Nome del quadro PC Nome del cavo CV1 Norma selezionata per il calcolo IEC 364 Tipo di circuito Circuito trifase Sistema di collegamento a terra TN-S Stato del neutro Distribuito Rapporto Sezione fase/Sezione neutro (Sf/Sn) 2.0 Tensione di esercizio dell'utenza 400 [V]

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica nuova centrale termica

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Frequenza 50 [Hz] Fattore di potenza 0.9 Temperatura ambiente 30 [°C] Temperatura massima a regime del cavo 90 [°C] Temperatura massima in corto circuito 250 [°C] Tipo di cavo Cavo multipolare Isolamento del cavo EPR/XLPE Materiale conduttore Rame Posa:D - cavi interrati direttamente o in condotti interrati Tipo sottoposa: In condotti interrati (uno per condotto) Distanza = Nulla Corrente di impiego Ib 86.6 [A] Lunghezza 30 [m]

Coefficiente di correzione: TOTALE Kt 0.93 Per posa cavo selezionata 1.00 Per temperatura ambiente 0.93 Inserito da utente 1.00 Per presenza circuiti adiacenti 1.00 Per correzione temperatura massima cavo 1.00 Sezione del conduttore di fase (sez.teorica) 25.0 (21.5) [mm2 ]

Numero di conduttori per fase 1 Sezione totale neutro Sn calcolata 12.5 [mm2 ] proposta 16.0 = lx16.0 [mm2 ] Portata di 1 cavo-i in parallelo Iz 94.0 [A] Resistenza di fase a 20°C 22.80 [ma] Reattanza di fase 2.53 [m2] Caduta di tensione a 81°C 4.0 [V] 1.0 % Potenza dissipata Pv 21.1 [W/m] I2t sopportabile dal cavo (CEI 64-8) 1.37E+01 [(kA)2s] (IEC 364) 1.14E+01 [(kA)2s] Massima taratura sganciatore elettromagnetico Interruttore per garantire protezione cavo Im 1602 (1875) [A]

Dai risultati sopra esposti si può notare che la sezione di calcolo risulta 25mmq mentre quella esistente è 50 mmq; di seguito si verifica anche la protezione della linea rispetto all’interruttore esistente.

Verifica della protezione del cavo.

Impianto: CT_CANZIO Quadro :PC Tensione d’esercizio :400 V Sistema – Circuito TN-S - Trifase Temperatura ambiente :30ºC Stato del neutro :Distribuito Nome cavo :CV1 Sezione - Numero di cavi per fase :50.0 (mm²)-1 Materiale conduttore (senza connessioni a stagno) :Rame Materiale Isolante conduttore di fase :EPR/XLPE

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica nuova centrale termica

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Sezione - Numero conduttori del neutro :25.0 (mm²)-1 Corrente di impiego Ib - Portata del cavo Iz :86.6-192.0 A Prevista installazione in locali con pericolo d’incendio Sezione totale conduttore di protezione :16.0 mm² Materiale del conduttore di protezione :Rame Materiale isolante conduttore di protezione :PVC Stato conduttore PE: Cavo unipolare o nudo (a contatto con cavi fase) Tipo interruttore SACE S2B 160 con sganciatore R160 I1600 Taratura della protezione per il sovraccarico Ith 160.0 A Taratura della protezione istantanea Im 1600.0 A PROTEZIONE CONTRO I SOVRACCARICHI : Assicurata PROTEZIONE CONTRO I CORTO CIRCUITI: Massima lunghezza protetta (tempo intervento ≤ 5s) :116.9 m Max. lunghezza protetta per regolazione (tempo int. ≤ 5):81,9 m Massima corrente di guasto sul conduttore di fase :16.0 kA Massima corrente di guasto sul conduttore di protezione:16.0 kA Non è possibile proteggere il cavo per lunghezze superiori utilizzando la protezione contro i sovraccarichi PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI : Assicurata Massima lunghezza protetta (tempo intervento ≤ 0.4 s) :43.7 m Massima lunghezza protetta per regolazione (≤ 0.4 s) :43.7 m Massima lunghezza protetta per regolazione (≤ 5.0 s) :59.5 m Verificare che non sia elevata la probabilità di sovraccarichi di lunga durata compresi tra 192.0 e 248.6 A Tenendo conto di tutti i fattori di declassamento e riduzione nonché dei risultati di calcolo sopraccitati, possiamo dire che la linea esistente è sicuramente idonea ad alimentare la nuova CT. 3.1 DESCRIZIONE DEI LAVORI. Dopo la verifica del fabbisogno energetico (vedi prospetto al punto 2.3) e l’eventuale potenziamento futuro dell’impianto, si è verificata la linea elettrica che in partenza dalla cabina MT/BT arriva al nuovo quadro QG_CT. I risultati messi a confronto con le caratteristiche del cavo che alimentava la vecchia centrale, ci ha permesso di valutare positivamente il riutilizzo della linea esistente in quanto la sezione di 50 mmq è ridondante rispetto la necessità Il cavo esistente, 3,5x50 mmq, è collegato in cabina elettrica a valle dell’interruttore Sace SN160 R160 (cubicolo 1/6 del quadro PC). Il pulsante di emergenza posto fuori dal locale CT agisce sull’interruttore a monte della linea. Per la distribuzione interna alla CT è stata posata una passerella in acciaio zincato Sendzimir dim. 100x75 che, posata a perimetro, si chiude ad anello permettendo di raggiungere i vari punti del locale.

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica nuova centrale termica

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Si prevede la posa e il collegamento del cavo di alimentazione della caldaia N.°2 tipo FG7 4G6 e di un cavo multipolare 12X1 schermato per la ripetizione dei comandi e delle segnalazioni di anomalia. 3.2 LIMITI DI FORNITURA Nella descrizione dei lavori si è fatto riferimento alla costruzione del quadro QG_CT e dell’impianto elettrico luce e forza motrice prese. Nel definire i limiti di fornitura possiamo dire:

• Quadro elettrico QG CT Tutto compreso, meccanico ed elettrico, dis. R158-70-001,

comprese le certificazioni dato funzionante e collaudato.

• Generatori termici N°1 Previste CALDAIA 2 • Sistema di automazione

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica nuova centrale termica

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4. DOCUMENTAZIONE RICHIESTA

Il Fornitore, oltre alla descrizione accurata della fornitura e a tutti gli elaborati previsti per la progettazione, dovrà fornire la seguente documentazione tecnica in lingua italiana. LEGENDA: B = Copie con offerta O = Copie sottoposte ad approvazione (entro 15 gg dall’ordine) F = Copie finali Si fa presente che la documentazione tecnica forma parte integrante della fornitura, per cui l’evasione dell’ordine non potrà essere effettuata fino al completo ricevimento di essa. Tutti i documenti dovranno essere certificati dal fabbricante e dovranno riportare il numero dell’ordine, il contrassegno dell’apparecchiatura ed il numero della Material Requisition. La documentazione preliminare allegata all’offerta (B) sarà consegnata in n°4 copie; la documentazione dopo ordine (O) e quella finale e manualistica (F) in n°6 copie più n°1 copia su supporto magnetico. Documentazione richiesta B 0 F Descrizione completa della fornitura proposta X X X Disegni assieme e dettaglio indicanti ingombri, tipo Attacchi, materiali ratings, pesi, etc.

X X X

Disegni costruttivi e/o esplosi X X Data sheet componenti principali X X X Analisi chimica e meccanica dei materiali Schemi elettrici funzionali-unifilari e morsettiere X X Fogli di calcolo validi per dimensionamento Certificati di calibrazione e/o taratura X Certificati di conformità a norme (CEI/CENELEC) da ente riconosciuto ITALIA-CESI o Equivalente Europeo

X

Certificati dei materiali (schede tecniche) X Programma di costruzione X X Manuali di montaggio e manutenzione X X Certificato di prove e/o collaudo funzionale X Procedure di test X Catalogo meccanico X Elenco parti di ricambio per primo avviamento e 2 anni di funzionamento con prezzi splittati

X X

Lista dei sub fornitori X X X Lista eventuali eccezioni alla presente specifica X Certificato del livello di rumorosità secondo DL.277/91 e DL.626/94

X X

Ispezioni e Collaudi (preavviso almeno 15 gg. prima della consegna)

X

Approvazione disegni per costruzione X X

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica serramenti cabine punti di carico 1 di 5

PRPG-914

SPECIFICA PROFILATI DI COSTRUZONE CABINE OPERATORE PUNTI DI CARICO

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica serramenti cabine punti di carico 2 di 5

INDICE

1.0 Struttura 2.0 Drenaggio acqua e ventilazione vetri 3.0 Vetrazione 4.0 Accessori e guarnizioni 5.0 Prestazioni 6.0 Verniciatura

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica serramenti cabine punti di carico 3 di 5

1.0 Struttura. I serramenti dovranno essere realizzati con profilati estrusi in lega in alluminio rispondente alla normativa UNI EN 573-3 allo stato fisico T5 , appartenenti al sistema R40 prodotto da ALCOA. Le finestre avranno il telaio fisso di spessore di 45 mm e l’anta, complanare all’esterno ed a sormonto all’interno, avrà uno spessore di 53 mm. Le alette di battuta e contenimento vetro dovranno avere una lunghezza di 22 mm ed uno spessore nominale di 1,4 mm con tolleranza +0,3/-0,0 mm. La sovrapposizione di battuta tra anta e telaio dovrà essere di 8 mm; la distanza tra l’anta ed il telaio per l’inserimento degli accessori sarà di 24 mm con tolleranza +1/-0 mm. Il sistema di tenuta sarà del tipo a “giunto aperto”, la guarnizione di precamera , montata perimetralmente sul telaio, batterà su un’appendice specifica del profilo anta.

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica serramenti cabine punti di carico 4 di 5

2.0 Drenaggio acqua e ventilazione vetri. Su tutti i telai fissi ed apribili dovranno essere eseguite tutte le lavorazioni per garantire il drenaggio dell’acqua e la compensazione dell’umidità dell’aria nella camera di contenimento delle lastre di vetro. Dette lavorazioni dovranno essere eseguite come prescritto nei manuali del produttore del sistema. 3.0 Vetrazione. Profili fermavetro dovranno garantire, con assoluta sicurezza il bloccaggio del vetro/pannello. Le guarnizioni cingivetro interne ed esterne saranno in EPDM.

4.0 Accessori e guarnizioni.

A garanzia della qualità del prodotto finito, gli accessori e le guarnizioni dovranno essere tutti originali del sistema come indicato sui manuali del produttore.

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica serramenti cabine punti di carico 5 di 5

5.0 Prestazioni. Tutti i serramenti devono essere classificati secondo le normative UNI 7979, EN42, EN86, EN77 ed appartenere alle seguenti classi: Permeabilità all’aria A3 Tenuta all’acqua E4 Resistenza al vento V2a 6.0 Verniciatura L’ossidazione anodica e l’elettrocolorazione dovrà rispondere a quanto previsto dal marchio “QUALITAL” ed alle specifiche tecniche del QUALANOD. Lo spessore dell’ossido dovrà appartenere alla classe 15 (15 µm). La verniciatura dovrà rispondere a quanto previsto dal marchio “QUALITAL” ed alle specifiche tecniche del QUALANOD. Finitura parte esterna: a) Verniciatura colore RAL 9010

Finitura parte interna: a) Verniciatura colore RAL 9010

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica miscelatori in linea 1 di 5

PRPG-915

SPECIFICA PER MISCELATORI IN LINEA

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica miscelatori in linea 2 di 5

INDICE

1.0 Oggetto della specifica 2.0 Dati di processo

3.0 Costruzione 4.0 Materiali 5.0 Certificati e documentazione

5.1 Documenti di riferimento

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica miscelatori in linea 3 di 5

1.0 Oggetto della specifica

Questa specifica riguarda i miscelatori statici da installare a valle dei contatori per il miscelamento in linea di due o tre componenti (stabiliti per ottenere una certa gradazione di viscosità e/o densità), a monte del caricamento delle bettoline. I miscelatori saranno installati presso il Deposito della PETROLIG di Calata Canzio.

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica miscelatori in linea 4 di 5

2.0 Dati di processo

Sigla: MIX1 – MIX2–MIX3 Tipo: Statico in linea ( MIX3 con motore di miscelazione ) Servizio: Miscelazione olio combustibile Quantità: 2 Numero ingressi: 3 Numero uscite: 1 Prodotti di miscelazione: 3

1-Olio combustibile denso 2-gasolio 4” 3-gasolio 2” (1) Range portata ingresso 1: 50 – 500 m³/h (max 380 cSt 50 °C) Range portata ingresso 2: 10 – 100 m³/h (2.8 cSt 40 °C) Range portata ingresso 3: 10 – 50 m³/h (2.8 cSt 50 °C) Range di viscosità uscita: 180 – 30 cSt 50°C Range di densità uscita: 287.5 – 970 kg/m³ Range di portata uscita: 310 – 210 kg/m³ Portata max. uscita: 600 m³/h (1) Pressione massima: 6 barg a shut-off Pressione di esercizio: 4.5 barg Delta P disponibile: 2 bar Temperatura di progetto: 0 – 85°C Nota: (1) secondo le esperienze precedenti si è notato una difficoltà nella miscelazione a basse portate dovute ,secondo n.s. conclusioni, alla alta pressione dell’ OCD che sovrasta in condizione di bassa portata il gasolio. Si è scelto quindi di inserire un terzo ingresso più piccolo di diametro per aumentare a parità di portata la pressione del prodotto. Si dovrà altresì agire , per mezzo degli inveter installati ,sulla potata dell’ OCD in modo da garantire i risultati e le performance richiesti.

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica miscelatori in linea 5 di 5

3.0 Costruzione e materiali

II materiale di costruzione sarà acciaio al carbonio per il contenitore ed acciaio inossidabile per le parti interne. II Fornitore potrà proporre altro materiale garantito e referenziato che in ogni caso dovrà essere sottoposto ad approvazione da parte dell’Appaltatore. Le parti interne dovranno essere del tipo sfilabile dal contenitore per una perfetta pulizia ed eventualmente sostituibili per una configurazione per moto laminare o per moto turbolento. I miscelatori dovranno essere con attacchi flangiati con serie ANSI 150. II fornitore dovrà fornire per iscritto tutte le informazioni ed i dati relativi alla natura chimica di ogni componente i miscelatori. 4.0 Ispezioni e collaudi Prima della spedizione i miscelatori dovranno essere ispezionati da un ispettore dell’Appaltatore nella sede delle officine di fabbricazione. Tutte le ispezioni e le prove compreso il test di tenuta sotto pressione dovranno essere in accordo alle ESSO Basic Practice BP 10-9-1 e tutte le norme in essa citate. 5.0 Certificati e documentazioni II costruttore dovrà fornire tutte le documentazioni richieste dalle Basic Practice ed inoltre un manuale di istruzione per 1'installazione, il funzionamento, la manutenzione e pulizia e le procedure per cambiare le parti interne del miscelatore.

5.1 Documentazione di riferimento

L'offerente per la stesura dell'offerta dovrà tenere in considerazione i seguenti documenti: - P & ID n°……… - Specifica n° 919 Calcolo delle portate del prodotti nel sistema "blending in line"; - Basic Practice ESSO 10-9-1 e tutte le norme in essa contenute.

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica generale pompe centrifughe 1 di 10

PRPG-916

SPECIFICA GENERALE POMPE CENTRIFUGHE

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica generale pompe centrifughe 2 di 10

INDICE

1.0 Premessa 2.0 Norme

2.1 Foglio dati 2.2 Specifiche 2.3 Norme e standards

3.0 Prestazioni Garantite 4.0 Limiti di fornitura 5.0 Parti di ricambio 6.0 Rumorosità 7.0 Targa di identificazione 8.0 Verniciatura 9.0 Caratteristiche tecniche ed operative 10.0 Garanzia 11.0 Documentazione

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica generale pompe centrifughe 3 di 10

1.0 PREMESSA

La presente specifica riguarda la fornitura di Pompe centrifughe da installarsi nel Deposito Petrolig di Calata Canzio.

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica generale pompe centrifughe 4 di 10

2.0 NORME Tutti i componenti, gli impianti, le apparecchiature faranno riferimento alle seguenti normative, specifiche, standards: 2.1 Norme e Standards (a) Pompe centrifughe API Standards 610 Seventh Edition, Feb. 1989, Centrifugal Pumps for General Refinery Service, Hydraulic Institute Standards (b) Materiali ASTM / AISI (c) Elettrica IEC - International Electrical Committee - API RP 500 Ist EDITION 1991 - Classification of Locations for Electrical Installation at Petroleum Facilities (d) Strumentazione ISA - Instrument Society of America (e) Apparecchi a Pressione ISPESL 3.0 PRESTAZIONI GARANTITE

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica generale pompe centrifughe 5 di 10

Potenza utile -0% +5% Rendimento -0% Potenza elettrica assorbita +0% -5% Nel caso in cui la fornitura risulti difforme da quanto specificato, sarà cura del Fornitore, a sua cura e spese, porre in atto tutte le azioni correttive necessarie al raggiungimento delle condizioni contrattuali, nei tempi tecnici più solleciti possibili.

Paeina 3 di 7 Elettropompa centrifuga M.R. 17-001 rev.0 del 30 Agosto 1999 4.0 LIMITI DELLA FORNITURA La fornitura includerà la progettazione, i materiali e la costruzione della pompa con motore elettrico ed ausiliari secondo quanto descritto nella presente specifica e quanto indicato nel data sheet allegato. I limiti di batteria sono le Connessioni ingresso ed uscita fluido (gasolio). 5.0 PARTI DI RICAMBIO Unitamente all'offerta dovrà essere inviata una quotazione separata per le parti di ricambio per due anni di funzionamento. I prezzi dovranno essere splittati e riferiti ai disegni in sezione con lista parti di ricambi (che dovrà essere allegata all'offerta). Le parti di ricambio per il commissioning saranno incluse nello scopo di fornitura del Costruttore e saranno spedite con le pompe. Saranno previste:

- una serie di guarnizioni pompa per ciascun item - una serie di anelli / guarnizioni tenuta meccanica per ciascun item

6.0 RUMOROSITA’ II livello sonoro dell'unita completa (pompa e motore) misurato nelle normali condizioni di funzionamento, non dovrà in ogni caso superare gli 80 dB(A) ad una distanza di 1 metro dalla fonte sonora. II livello di rumorosità verrà tenuto nella massima considerazione, nella fase di valutazione tecnica delle offerte pervenute.

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica generale pompe centrifughe 6 di 10

7.0 TARGA DI IDENTIFICAZIONE Su! corpo di ogni apparecchiatura dovrà essere applicata una targa che, a meno di prescrizioni particolari, sarà eseguita in accordo agli standard del Fornitore e in aderenza a quanto richiesto dalle Normative e/o leggi applicabili. 8.0 VERNICIATURA La verniciatura dovrà essere in accordo alla specifica n° 9009.31. II ciclo di verniciatura proposto dal Costruttore dovrà essere descritto alla Committente per approvazione. Anche il colore finale dovrà essere approvato dalla Committente. 9.0 CARATTERISTICHE TECNICHE ED OPERATIVE

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Le pompe saranno fornite montate su un basamento comune incluso motore elettrico, giunto, protezione giunto, tenuta meccanica e tubazioni ausiliarie. Le pompe saranno fornite con tubazioni / valvole per drenaggi e sfiati (quando richiesti) con saldatura di tenuta per le connessioni filettate. Le connessioni per i manometri non sono richieste. Tutte le connessioni flangiate sono richieste con una superficie di finitura di 125 AARH. Le pompe con doppia voluta sono richieste quando la flangia di mandata è ≥ 4". II paragrafo 3.2.7 delle API Standard 610 è richiesto. Valori di prevalenza a portata zero maggiori del 120% o minori del 110% devono essere approvati dall'Assuntore.

II diametro di progetto della girante non dovrà essere maggiore del 97.5% rispetto al diametro massimo della girante che può essere installato nello stesso tipo di pompa. Il Fornitore dovrà quotare i sottoelencati Costruttori di tenute meccaniche:

• BW/IP • FLEXIBOX • SEALOL

Tutte le tenute meccaniche sono richieste del tipo bilanciato ed a cartuccia. Flangia, camicia, tubazione di flussaggio con flange per tenuta meccanica sono richiesti in AISI 316 incluso guarnizioni Spiral Wound in AISI 316, tiranti/dadi e saldatura di tenuta sulla connessione filettata, con I'esclusione della connessione sulla flangia. II Fornitore dovrà fornire un API Plan 11 per il flussaggio delle tenute meccaniche per ciascuna pompa. I giunti sono richiesti del tipo flessibile a lamelle in acciaio inossidabile con spaziatore di una lunghezza minima di 125 mm. I coprigiunti sono richiesti del tipo rigido asportabile ed antiscintilla. II basamento dovrà essere del tipo "Drain rim" I bulloni di fondazione saranno forniti da altri. II Fornitore dovrà inserire nei suoi documenti le dimensioni dei bulloni di fondazione del tipo C in accordo allo Std. CV-GEN-7. I motori elettrici devono essere forniti dal Fornitore delle pompe . Le potenze dei motori elettrici devono essere in accordo ai paragrafo 3.1.4 delle API 610. Vendor List motori elettrici: Gruppo Industriale Ercole Marelli CEMP International SIEMENS. 10.0 GARANZIA

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica generale pompe centrifughe 8 di 10

II Fornitore deve garantire, per la fornitura in oggetto, un periodo di 12 mesi di servizio continuo a partire dall'avviamento ed un massimo di 18 mesi dalla data di consegna, salvo che non sia specificato diversamente nell'ordine. Le parti sostituite durante questo periodo avranno una garanzia per altri 12 mesi a partire dalla data di sostituzione. La garanzia coprirà tutto il materiale di fornitura e sub-fornitura. II Fornitore dovrà sostituire nel minor tempo possibile ogni parte difettosa per progetto, materiale, lavorazione o da qualche azione / omissione del Fornitore verificatasi durante lo svolgimento della Fornitura. Tutte le garanzie sopra descritte sono a carico del Fornitore. Se qualche difetto non sarà sistemato entro un periodo ragionevole, il Cliente potrà procedere con i lavori a spese e rischio del Fornitore, senza pero pregiudicare qualsiasi altro diritto di rivalsa che il Cliente può avere nei confronti del Fornitore stesso.

SPECIFICA PER POMPA CENTRIFUGA GASOLIO

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica generale pompe centrifughe 9 di 10

1 COSTRUTTORE MODELLO ORDINE:

2 SERVIZIO CARICO BETTOLINE / TRAVASO SERBATOI / CARICO SCARICO QUANTITA’

3 TIPO X ORIZZONTALE X VERTICALE

4 INSTALLAZIONE X AL CHIUSO ALL’APERTO

5 TEMP.LOCALE °C MIN. - 10°C NORM. AMBIENTE MAX. + 40°C

6

7 CONDIZIONI NOMINALI

8 TIPO DI FLUIDO (GASOLIO) - LIQUIDO COMPOSTI CORROSIVI NO

9 PORTATA’ m3/h 500 SOLIDI SOSPESI % PESO NO

10 PESO SPECIFICO Kg/dm3 0,850 DENSITA’ T.P. Kg/m3 -

11 TENSIONE DI VAPORE T.P. mm VISCOSITA’ CINEM. T.P. cSt 1,7 ÷ 4,3 (a 40°C)

12 TEMPERATURA AMBIENTE

13 PRESSIONE ASPIRAZIONE 0,1 (min.) PRESSIONE DIFFERENZIALE ber 4,4

14 PRESSIONE MANDATA 4.5 PREVALENZA m.c.l. 46

15 NPSHD m 2 POTENZA ASSORBITA Kw (1)

16

17 CONDIZIONI MASSIME AMMISSIBILI

18 TEMPERATURA CORPO POMPA °C 65 TEMPERATURA CAMICIA °C -

19 PRESSIONE CORPO POMPA barg 10 PRESSIONE CAMICIA barg -

20

21 CONDIZIONI DI PROVA

22 PRESSIONE CORPO POMPA °C 15 PRESSIONE CAMICIA barg -

23

24 CARATTERISTICHE

25 NPSHR barg BHP MASSIMO Kw

26 VELOCITA’ NOM. Rpm BET PSV barg

27 RENDIMENTO VOL.

28 DATI COSTRUTTIVI

29 BOCCHELLO DIAMETRO RATING ACCOPPIAM. POSIZIONE NOTE

30 ASPIRAZIONE X” ANSI 150 # RF ASSIALE

31 MANDATA X” ANSI 150 # RF RADIALE

32 FLUSSAGGIO TENUTA

33 DRENAGGIO

34 SFIATI

35 CAMICIA

36 PRESE PRESSIONE

37

38 MONTAGGIO CORPO IN ASSE ALLA BASE A MENSOLA VERTICALE

39 VOLUTA TIPO SINGOLA DOPPIA DIFFUSORE

40 GIUNTO ASSIALE RADIALE

(1) COMPILAZIONE A CARICO DEL FORNITORE 3

2

1

0

REV. DATA DESCRIZIONE REDATTO CONTR. APR.

SPECIFICA PER POMPA CENTRIFUGA GASOLIO 42 GIRANTE TIPO CHIUSA X APERTA X ASPIRAZIONE SINGOLA ASPIRAZIONE DOPPIA

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica generale pompe centrifughe 10 di 10

43 DIAMETRO GIRANTE MIN mm (1) MAX mm (1)

44 TENUTA PREMI STOPPA MECCANICA

45 COSTRUTTORE (1) TIPO (1)

46 API 610 PLAN CODICE API 610

47 LINEE FLUSSAGGIO FORNITE DA FORNITORE POMPA ALTRI

48 CUSCINETTI TIPO (1) RADIALI DI SPINTA 49 LUBRIFICAZIONE TIPO (1) LIQUIDO POMPATO ANELLO D’OLIO NEBBIA D’OLIO

50 ESTERNA BAGNO D’OLIO GRASSO

51 LUBRIFICANTE

52 MATERIALI

53 CORPO POMPA CHIUSA O ACC. AL CARBONIO CASSA STOPPA -

54 GIRANTE ACC. INOX GUARNIZIONI (1)

55 BUSSOLA ACC. INOX BASAMENTO ACC. AL CARBONIO

56 ALBERO ACC. INOX PARTI INTERNE ACC. INOX

57 SOVRASPESSORE DI CORROSIONE mm 3

58

59 MOTORE DI COMANDO

60 MOTORE TIPO ELETTRICO TURBINA ALTRO

61 POTENZA DI TARGA Kw (1) GIRI AL MINUTO 1450 N° POLI 4

62 COSTRUTTORE (1) MODELLO (1) FORMA COSTRUTTIVA B3 MONTATO DA (1)

63 VOLT / FASI / CICLI 400 / 3 / 50 PROTEZIONE/ESECUZIONE IP 55

64 LUBRIFICAZIONE

65

66 MECCANISMO DI TRASMISSIONE

67 TIPO X ACCOPPIAMENTO DIRETTO CINGHIA A V VELOCITA’ VARIABILE

68 COSTRUTTORE MODELLO

69 PROTEZIONE GIUNTO MONTATO DA

70

71 RIDUTTORE

72 TIPO RAPPORTO DI RIDUZIONE

73 FATTORE AGMA MONTATO DA

74 COSTRUTTORE MODELLO

75

76 COLLAUDI POMPA VERTICALE

77 PRESSIONE IDR. PRESENZIATO X SI NO PROFONDITA’ VASCA m

78 MARCIA PRESENZIATO SI NO MIN.LIVELLO FLUIDO m

79 CARATTERISTICA PRESENZIATO SI NO MIN.SOMMERGENZA RICHIESTA m

80 NPSH PRESENZIATO SI NO LUBRIFICAZIONE CUSCINETTI

81 SMONTAGGIO E ISPEZIONE DOPO TEST ALTRO LUNGHEZZA POMPA

PESI

POMPA Kg (1) MOTORE Kg (1) BASAMENTO Kg (1)

(1) COMPILAZIONE A CARICO DEL FORNITORE

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CALCOLO DELLE PORTATE DEI PRODOTTI NEL SISTEMA DI “BLENDING IN LINE”

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INDICE

1.0 Scopo 2.0 Basi di calcolo

3.0 Calcoli

3.1 calcolo della viscosità della miscela 3.2 Calcolo della densità della miscela 3.3 Soluzione

4.0 Conclusioni

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1.0 SCOPO

Lo scopo della presente specifica è quello di determinare il range di portate necessarie al fine di ottenere, dati i prodotti, i valori richiesti di viscosità e di densità a valle del sistema di “BLENDING LINE” da installare nel deposito della ESSO Italiana di Calata Canzio (GE). La determinazione del range di portate risulta importante al fine di definire i tipi di contatore da installare nel suddetto sistema. 2.0 BASI DI CALCOLO

Come basi di calcolo si sono fatte le seguenti assunzioni: a) I prodotti sono: Olio Combustibile Denso; Gasolio. b) le viscosità in centistokes dei vari prodotti sono le seguenti:

50°C 40°C

- Olio Combustibile Denso 380 - Gasolio

C) Le densità (specific gravity) dei vari prodotti sono le seguenti:

15°C - Olio Combustibile Denso 0.991 - Gasolio ciclico 0.865 - 0.95

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3.0 CALCOLI 3.1 Calcolo della viscosità della miscela Per il calcolo della viscosità della miscela si è utilizzato il metodo del Viscosity Blending Number (VBN) in cui si calcola il VBN dei vari componenti e poi si fa la media sulle percentuali in volume dei vari componenti. Il VBN dei vari componenti è stato calcolato con la seguente formula: VBN i = 2 3.1 + 3 3.47Log10(Log10(Vis i + 0.8)) dove VBN i = VBN del componente i Vis i = Viscosità in cSt del componente 3.2 Calcolo della densità della miscela Per il calcolo della densità della miscela si è fatta la media pesata sui tre componenti. 3.2 Soluzione Per ottenere la soluzione e quindi le percentuali dei componenti si è impostato il sistema di tre equazioni in tre incognite: 1) den mix = LV%1 * SG1 + LV%2 * SG2 2) (den * VBN) mix = LV%1 * SG1 * VBN1 + LV%2 * SG2 * VBN2 3) 100 = LV%1 + LV%2 Da questo sistema essendo noti:

SG1 SG2 VBN1 VBN2

e volendo ottenere una data densità e viscosità della miscela si ottengono i valori di percentuale in volume dei due componenti.

L’ equazione per il calcolo % tiene conto delle seguenti variabili note: VBN1 - viscosità OCD VBN2 - viscosità G SG1 – densità OCD

SG2 – densità G DMIX - densità miscela VBN - viscosità miscela Le condizioni perché l’equazione a due incognite sia diversa da zero sono le

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Seguenti: SG2 <> SG1 ( diverso) SG2* VBN2 <> SG1*VBN1 Lo sviluppo della formula prevede i seguenti calcoli : %GM = [(SG2-SG1) * ( 100*DMIX-100*SG1*VBN1)]-[(SG2*VBN2-SG1*VBN1)*(100*DMIX-100*SG1)] diviso (SG2-SG1)*[(SG3-SG1)*(SG2*VBN2-SG1*VBN1)] prima calcolo da implementare %GC= 100*DMIX – (SG2-SG1)*%GM – 100*SG1 diviso ( SG2-SG1 ) secondo calcolo da implementare %OCD=100-%G terzo calcolo da implementare Le sudette condizioni possono solo essere prese in considerazioni come dati di partenza perché l’impianto deve considerare le seguenti condizioni ( alcune delle quali erano già evidenziate nella specifica originale e che per una corretta interpretazione sottolineamo In grassetto) :

- Il controllo della viscosità deve solo dare all’operatore un allarme, sarà compito dell’ operatore decidere il da farsi

- Le quantità di miscela da erogare devono essere considerate perché parte Integranti della stessa

- Le regolazioni di portata saranno effettuate su valori compensati a 15°

- La regolazione delle valvole miscelatrici del G devono essere rapportate alla porta reale dell’OCD tenendo in considerazione che la valvola è tutta aperta secondo i seguenti calcoli:

Avendo : %OCD calcolata dalla equazione = %OCD_C

%G calcolata =%G Devo trovare la portata reale in funzione della portata misurata sul contatore Dell’ OCD in uso che definisco PORT_RE_OCD:

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%OCD_C : PORT_RE_OCD = 100 : PORT_TOT ( x n.s. incognita da calcolare) PORT_TOT = PORT_RE_OCD * 100 diviso %OCD_CALC Ovviamente questo calcolo dovrà essere attivo dopo pochi secondi dopo l’inizio della n.s. caricazione e a qusto punto mi calcolo i set_point di portata del G.C. e del G.M. in funzione della portata dell’OCD. G_RE = PORT_TOT * %G diviso 100 I risultati così ottenuti sono i n.s. set_point per i PID di regolazione da implementare che devono in modo continuo rapportarsi % alla variazione della portata dell’OCD reale ( PORT_RE_OCD ). Questo comporta l’implementazione sul sistema di supervisione di N.6 pagine parametriche per il controllo dei 9 PID relativi ai due MIX e di due pagine di TREND di controllo delle variabili. Naturalmente anche il programma sul PLC deve essere implementato le regolazioni necessarie al corretto funzionamento del sistema. Oltre a questi controlli dovremo naturalmente sempre misurare e stoppare la caricazione quando le quantità impostate , per i singoli prodotti di quella miscela, sono state Raggiunte indipendentemente dal tempo trascorso. Il campionamento automatico dovrà quindi essere uno solo e nel tempo pari a metà del tempo di caricazione calcolato.

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2.0 CONCLUSIONI Per eseguire i calcoli si assumono le seguenti ipotesi: a) I dati di densità dei componenti sono assunti costanti; b) I dati di viscosità del gasolio sono assunti costanti; d) Non sono considerate altre caratteristiche fisiche, quali peso molecolare, Boiling

Point, etc; e) Sono eliminate le soluzioni con portate dei componenti inferiori ai 10 m/h; f) La portata dell’olio combustibile è stata in 500 m³/h (i).

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PRPG-918

SPECIFICA GENERALE OPERE CIVILI

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1.0 NORME GENERALI 1.1 L’Appaltatatore è tenuto a visionare il posto ove devono essere eseguiti i

lavori,prendendo conoscenza di tutte le condizioni locali,generali e/o particolari, che possono incidere sull’esecuzione delle opere richieste e tenerne conto in fase di preventivazione e di programmazione dei lavori.

1.2 Se richiesto l’Appaltatore dovrà fornire preventivo per l’esecuzione dei lavori in

base ai costi unitari esposti presso la camera di commercio di Genova. 1.3 Le attività a totale carico dell’Appaltatore distinte da quelle che rimangono di

competenza della Committente sono le seguenti:

A CARICO DELL’APPALTATRICE 1.3.1. Calcolazioni c.a

Le prestazioni di professionisti iscritti all’albo rientrano nei costi indicati negli articoli relativi, così come l’approntamento di disegni di progetto eseguiti in base ai disegni architettonici, ai carichi fissi ed accidentali di competenza della Committente.

1.3.2 Saggi di cls/collaudi

a) formazione,conservazione e classificazione di blocchetti di cls durante il getto; b) trasporto degli stessi negli istituti autorizzati alla esecuzione delle prove di frattura e al rilascio dei certificati di resistenza, prove di rottura; c) distribuzione di detti certificati alla Committente, e all’ingegnere collaudatore, e conservazione di copia per propria documentazione; d) supporto e lavori inerenti ai collaudi effettuati dal Collaudatore nominato dalla Committente.

1.3.3 Calcolo dell’isolamento termico

I muri perimetrali ed i soffitti di fabbricati per uso civile devono soddisfare i contenuti della Legge 373/1976 sul risparmio energetico e successivamente integrazioni e modificazioni. La presentazione di calcoli, disegni e grafici che dimostrino la rispondenza alla legge di quanto costruito è di competenza dell’Appaltatore: essi saranno condotti in base ai dati climatologici della zona, ai volumi e forme dell’edificio, alle caratteristiche di isolamento richieste, ecc. che sono ben conosciuti dallo Appaltatore.

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1.4 Dichiarazione di conformità o certificato di collaudo

La denuncia di conformità degli impianti elettrici nelle costruzioni, ai sensi della legge 46/1990,è di competenza dell’Appaltatore, nel caso in cui gli impianti siano parte dell’appalto.

1.5 Relazione a struttura ultimata

Entro sessanta giorni dall’ultimazione delle strutture di direttore dei lavori è tenuto a redigere una relazione sull’adempimento degli obblighi che, con i certificati delle prove dei materiali impiegati, verrà depositata presso gli uffici dell’Amministrazione Provinciale. La presentazione della documentazione approntata dall’Appaltatore non lo esonera in alcun modo dalle responsabilità a lui derivanti per legge e per le precise pattuizioni di questo contratto, restando stabilito che l’Appaltatore rimane unico e completo responsabile delle opere, sia per quanto ha rapporto con la loro progettazione e calcolo, che per la qualità dei materiali e la loro esecuzione.

1.6 Discariche

Nell’attuale fase di incertezza dei siti e degli oneri di discarica è qui di seguito definita la seguente disciplina. I materiali di risulta derivanti da scavi, abbattimenti e demolizioni, smontaggi non saranno considerati in modo differente in relazione alla tipologia del materiale ed alla distanza in km. dalla sede della Committente alla discarica. Si intende a totale carico dell’appaltatore il trasporto e l’onere di discarica. a) Materiali classificati come rifiuti speciali Sono a totale carico dell’Appaltatore il trasporto (di norma eseguito con l’uso di automezzi particolari), l’onere di discarica e le analisi di laboratorio,a carico della committente l’emissione delle bolle di accompagnamento, la tenuta dei registri di carico e scarico e quant’altro necessario per legge. Rimane a carico dell’Appaltatore il carico, il trasporto e lo scarico nei luoghi indicati o in appositi contenitori, sempre comunque in un’area interna dello Stabilimento. b) Materiali inerti accantonati per successivo riutilizzo Il carico, trasporto ed accantonamento in un’area interna dello Stabilimento dei materiali destinati ad un successivo riutilizzo. c) Materiali da inertizzare Analogamente a quanto disposto precedentemente, si intende che l’onere della operazione di inertizzazione con calce od altro materiale adatto secondo indicazioni del Funzionario tecnico, rimane a carico dell’Appaltatore.

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d) Materiali amianto, cemento/amianto e similari La Committente non ammette l’utilizzazione di materiali contenenti amianto o suoi derivati e l’Appaltatore dovrà attenersi a questa disposizione per tutti i materiali di nuova fornitura. Le operazioni di rimozione, manutenzione e smaltimento delle coperture in cemento amianto (Eternit) esistenti in impianto dovranno essere eseguite in conformità alle legge ed alle prescrizioni vigneti (DL 277/91 e relative note esplicative).

L’Appaltatore, in conformità a quanto disposto dalla Legge 475/88 e succ. modifiche, e D.M. n.43 del 26/4/89, dovrà comunicare in sede d’offerta o prima dell’eventuale assegnazione Dell’ordine di appalto :

- dove intende raccogliere i materiali di risulta; - di quali trasportatori intende avvalersi; - quali discariche intende utilizzare.

Inoltre l’Appaltatore dovrà esibire alla Committente tutte le autorizzazioni Regionali, nonché copia, dei Bollettini Ufficiali Regionali in cui è riportata la data e gli estremi dell’Autorizzazione (tanto per il trasportatore, quanto per la discarica). Durante i lavori l’Appaltatore dovrà rilasciare in duplice copia alla Committente regolare certificato di avvenuto smaltimento indicante :

- sito dello smaltimento - quantità/qualità del rifiuto - nome e autorizzazione del trasportatore, del gestore della discarica e

del forno inceneritore. Dovrà inoltre consegnare per ogni viaggio la bolla XAB di trasporto rifiuti. La Committente ha la possibilità di verificare che tutte le operazioni di smaltimento siano effettuate a norme di contratto ed entro i termini di legge. La Committente si riserva comunque di effettuare il trasporto e lo smaltimento dei materiali di risulta a proprio carico, utilizzando Ditte a ciò autorizzate.

e) Materiali metallici Tutti i materiali metallici smontati e da rottamare, quali tubi, carpenteria, lamiere, ecc. saranno convogliati al parco rottami disposto all’interno dello stabilimento. Il costo del trasporto e dello scarico sono a carico dell’appaltatore.

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2.0 SCAVI

2.1 Scavi di splateamento

Si intendono quelli di sistemazione generale di aree che comportano grandiose opere di movimento terra, con adeguate opere idrauliche di consolidamento di scarpate, di modifiche di tracciati di linee elettriche e telefoniche ecc.

2.2 Scavi di sbancamento

Si intendono quelli occorrenti per lo spianamento o sistemazione del terreno su cui dovranno sorgere le costruzioni anche se al di sotto del piano di campagna o del piano stradale e che si presentano a sez. aperta e su vasta superficie (quali ad esempio piano di appoggio per basamento di serbatoi, vespai, trincee stradali, rampe, ecc.) tale da consentire l’allontamento del materiale di risulta evitandone il sollevamento sia pure con rampe provvisorie.

2.3 Scavi di fondazione

Si intendono quelli incassati ed a sez. ristretta necessari per dar luogo ad opere murarie quali ad esempio plinti per fondazione di macchine e plinti isolati per carpenteria, trincee per posa di condutture e simili. Per definizione sono sempre a sezione obbligata.

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3.0 ABBATTIMENTI E DEMOLIZIONI

3.1 Demolizioni totali

Si intendono quelle eseguite con qualunque mezzo il cui fine sia la demolizione totale della struttura entro e fuori terra in muratura, calcestruzzo semplice e/o armato quali basamenti, cunicoli, strade, fabbricati, ecc, anche se eseguiti non consecutivamente.

3.2 Demolizioni a sezione obbligata o in breccia Sono così definite quelle eseguite con qualunque mezzo il cui fine sia quello

di una parziale rottura della struttura, entro e fuori terra, in muratura, calcestruzzo semplice e/o armato, secondo le dimensioni del progetto ed avuto riguardo ai franchi laterali e di profondità, di basamenti, cunicoli, muri, di fabbricati vari, per consentire il passaggio di tubazioni, cavi, supporti passanti, per costruzione di nuovi plinti, muri o basamenti, ecc.

3.3 Prescrizioni

Le demolizioni saranno eseguite secondo le indicazioni di progetto e le

particolari prescrizioni fornite, all’atto dell’esecuzione del lavoro. II volume delle demolizioni sarà calcolato con metodi geometrici in base alle

opere da demolire. Quando le opere da demolire sono interrate, il loro volume sarà detratto dal computo dello scavo.

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4.0 CASSEFORME E FERRO PER C.A. Il ferro di armatura verrà posato in base alle misure prescritte dai disegni,

aumentate della lunghezza dei ganci di estremità e delle occorrenti sovrapposizioni nella misura max. del 10%. Il peso sarà determinato dal prodotto del volume per il peso specifico di 7,8 Kg/dm³ o dal peso unitario per determinazione diretta su campione con la tolleranza massima del 2% sul teorico. Nel caso di costruzioni di minore importanza è consentita l’adozione della proporzione di Kg.50 di ferro per ogni mc. di calcestruzzo.

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5.0 CALCESTRUZZI Questo articolo è in conformità alla Legge 1086 e relative norme ed

aggiornamenti, particolarmente per quanto riguarda la disciplina delle opere e la qualità e composizione dei materiali. Nell’esecuzione delle opere in c.a. l’Appaltatore dovrà attenersi strettamente a tutte le norme della citata legge della quale sono qui riportati alcuni stralci significativi. Per maggiore e più compieta informazione si rimanda ovviamente alla lettura dei testi completi. Tutte le opere in conglomerato cementizio armato, in conglomerato cementizio armato precompresso, in struttura metallica, sono assoggettate a questa legge quando assolvono una funzione statica. Solamente il tecnico abilitato ( ingegnere, architetto, geometra o perito edile) può redigere il progetto esecutivo delle opere e dirigerne l’esecuzione entro i limiti di competenza. II progettista ha la responsabilità della progettazione di tutte le strutture, il direttore dei lavori ed il costruttore hanno la responsabilità della rispondenza delle opere al progetto, dell’osservanza delle norme di esecuzione e della qualità dei materiali. II costruttore deve denunciare le opere al Genio Civile competente per territorio, secondo la prassi corrente.

Il Direttore dei Lavori, figura prevista dal Capitolato Generale per Appalto Lavori, ha, tra gli altri compiti ivi elencati, anche quello di redigere una relazione scritta sull’adempimento degli obblighi previsti dalla legge 1086, entro sessanta giorni dall’ultimazione delle strutture.

La presentazione della documentazione non lo esonera però in alcun modo dalle responsabilità a lui derivanti per legge e per le precise pattuizioni di questo contratto, restando stabilito che l’Appaltatore rimane unico e completo responsabile delle opere, sia per quanto ha rapporto con la loro progettazione, calcolo ed esecuzione, che per la qualità dei materiali impiegati.

Può ora tornare utile esaminare qualche esemplificazione al solo scopo di fornire un orientamento di massima del campo di applicazione delle norme previste dalle citate leggi e regolamenti.

5.1 Opere di ingegneria civile quali fabbricati in genere e relative fondazioni, con

esclusione delle opere di ingegneria meccanica, chimica, elettrica, ecc. 5.2 Impianti industriali quali capannoni, tettoie, pensiline, portali di sostegno di

tubazioni o macchine, ecc. e relative fondazioni. 5.3 Opere idrauliche quali serbatoi, relative fondazioni e bacini di contenimento.

5.4 Opere stradali quali ponti e viadotti, muri di sostegno, pozzi ecc. e relative

fondazioni.

5.5 Basamenti di apparecchiature.

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6.0 MURATURE E TRAMEZZI

L’onere per l’apprestamento e lo smontaggio dei ponteggi dei locali interni ed esterni sono a totale carico dell’Appaltatore.

Le misure delle opere murarie sono considerate vuoto per pieno al vivo delle murature stesse con esclusione di eventuali cavità per finestrature o simili, aventi misura unitaria inferiore a 0,36 m2

Gli intonaci si intendono comprensivi dell’onere dell’esecuzione degli spigoli, sia a spigolo vivo che arrotondato, dei risalti e delle riprese contro i pavimenti, i serramenti ed i rivestimenti e della ripresa di tracce di qualunque genere.

L’isolamento termico delle pareti perimetrali a cassa vuota degli edifici sarà eseguito con pannelli sandwich di poliuretano espanso autoestinguente, spessore 4 cm., densità minima ca. 35 Kg/m³, rivestiti su entrambi i lati con carta kraft bitumata, fissati con chiodi di materiale plastico e giunti sigillati con nastro adesivo plastificato o altro sistema equivalente ed approvato dalla Committente e rispondente ai requisiti esposti nelle NORME GENERALI.

La composizione dell’impasto delle malte si intende finalizzata alla classificazione della tipologia dei vari lavori. Il risultato finale atteso non dovrà però essere qualitativamente superiore a quello minimo ottenibile variazioni migliorative non daranno pertanto adito a richiesta di variazione prezzi.

L’applicazione di teli di plastica o di altri materiali, per la protezione di impianti e locali abitati e la loro rimozione a fine lavoro, è compresa.

7.0 PAVIMENTI E RIVESTIMENTI

Pavimenti e rivestimenti saranno considerati secondo la superficie reale in vista vuoto per pieno, escludendo le parti incassate ma compresi i raccordi (sgusci, angoli, spigoli, ecc.) per i quali nessun compenso aggiuntivo è dovuto, essendo compresi.

Vespai e sottofondi saranno definiti secondo la effettiva superficie coperta, al vivo delle murature delimitanti l’ambiente.

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8.0 OPERE PER ISOLAMENTO E PROTEZIONI DI MANUFATTI INDUTRIALI Si riferiscono all’applicazione di adeguati prodotti chimici da applicare su

superfici intonacate o grezze, nuove o vecchie, per:

a) protezione antiacida b) contenimento delle infiltrazioni di acqua dall’esterno o dall’interno e) antiusura d) protezione dal fuoco e) applicazioni speciali. Questo articolo risente dell’evoluzione della tecnologia chimica fisica e potrà perciò essere soggetto a frequenti aggiornamenti. L’Appaltatore dovrà inoltre instaurare contatti specifici con i fornitori dei materiali applicativi per presentare soluzioni tecnicamente innovative e migliorative.

9.0 OPERE DI COPERTURA E DI IMPERMEABILIZZAZIONE DELLE

STESSE

Le opere per l’esecuzione di solai, volte, lucernari, con grande varietà di sovraccarichi, luci, materiali e tecniche costruttive, gradi di finitura, ecc. che saranno perciò considerate diversamente.

La misurazione della superficie coperta facente parte di una nuova costruzione sarà determinata in base alla superficie effettiva con esclusione delle sovrapposizioni degli agganci, degli appoggi e dei fori di passaggio se di superficie < 1,0 m2.

L’isolamento termico dei solai di copertura sarà realizzato con pannelli rigidi di polistirene espanso estruso a celle chiuse autoestinguente, lastre da 60 x 250 cm., spessore 4 cm., densità ca.35 Kg/m3, superficie esterna liscia, bordi a maschio/femmina sui quattro lati, posti in opera a secco.

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10.0 IMPIANTO IDRICO SANITARIO E DI RISCALDAMENTO

L’impianto idraulico dovrà essere costruito per soddisfare le seguenti caratteristiche:

Condizioni

Operative Di progetto

Bar °C Bar °C da acquedotto Acqua potabile da autoclave

4,0

4,5

10

15

6,0

6,0

15

25

Acqua processo

3,5

27

5,5

65

Mandata Acqua raffredamento ritorno

3,5

2,0

27

40

5,5

5,5

65

65

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11.0 OPERE DA DECORATORE / TAPPEZZIERE E TENDAGGI I lavori di pitturazione dovranno essere garantiti per i seguenti periodi

commisurati in relazione al tipo di preparazione del supporto. a) ANNI 2 (DUE) PER SUPERFICI NON SABBIATE b) ANNI,5 (CINQUE) PER SUPERFICI SABBIATE Durante il periodo di validità della garanzia, l’Appaltatore sarà tenuto a riparare,

ripristinare e/o rifare interamente le pitturazioni che, ad insindacabile giudizio della Committente e/o Funzionario Tecnico, dovessero manifestare deterioramenti di natura ed entità varie, quali formazione di nidi di ruggine, distacchi di vernice tali da lasciare scoperte in tutto o in parte le superfici metalliche o di entità tale da compromettere la durata delle rimanenti parti, ecc.

La data di decorrenza della garanzia sarà quella che risulterà, per ogni singolo lavoro, dalla stampigliatura riportata sulle strutture e/o da quella verbalizzata su apposito documento controfirmato dalle parti.

II trattamento di verniciatura dovrà essere esteso anche a quelle superfici che nel corso della costruzione verranno a trovarsi in zone di sovrapposizione o all’interno di tratti scatolati o comunque inaccessibili.

Nel caso che le operazioni di preparazione dei supporti da verniciare o le operazioni di verniciatura in genere possano costituire pericolo di danni alle apparecchiature od impianti della Committente, l’Appaltatore sarà tenuto a proteggere gli stessi con i propri mezzi.

I lavori che, ad insindacabile giudizio del Funzionario Tecnico, non vengano riconosciuti eseguiti a perfetta regola d’arte, con la dovuta diligenza ed abilità, né con idonei materiali o diversi da quanto previsto, dovranno essere rifatti o ripristinati a completa cura e spese da parte dell’Appaltatore, senza che lo stesso possa avanzare proteste o richieste per compensi diversi da quelli pattuiti.

I materiali scartati dovranno essere rapidamente allontanati dai depositi del cantiere a cura e spese dell’Appaltatore.

Non si dovrà procedere all’applicazione di alcuna vernice o pittura in presenza di pioggia, nebbia, rugiada, o con umidità relativa dell’aria ambiente superiore all’85% né su superfici umide. La temperatura ambiente dovrà essere compresa tra 5 e 40°C.

Per i cicli di verniciatura a più riprese di vernice si dovrà lasciar trascorrere, tra una applicazione e l’altra, il tempo necessario per il sufficiente indurimento della pellicola sottostante affinchè la stessa sia idonea a ricevere la sucessiva ripresa (in conformità con i tempi prescritti dalle Case produttrici delle vernici).

I colori di ogni ripresa dovranno essere differenti tra loro e di diverse tonalità. II film protettivo dovrà risultare perfettamente ancorato al supporto verniciato e

con spessore minimo e modalità conformi alle specifiche dei fornitori. Tutte le vernici, smalti, prodotti speciali, età, della migliore qualità e delle

caratteristiche tecniche richieste e specificate, dovranno pervenire in cantiere nei recipienti originali delle Case produttrici, muniti di marchi e sigilli ed essere adoperati e preparati, secondo le istruzioni tecniche delle suddette Case produttrici.

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Le tinte e/o vernici che non sono già in commercio, dovranno essere preparate in cantiere con la massima cura, con i migliori processi conosciuti e nelle quantità sufficiente per assicurare l’uniformità dei colori delle verniciature.

12.0 RETE FOGNATURE

Tutta la rete fognature, costituita da pozzetti in cls di varie forme e dimensioni (normalmente impermeabilizzati internamente con adeguati prodotti e spessori), tubazioni in materiali e diametri diversi, canalette (sempre impermeabilizzate), sfiati, pluviali, scarichi vari, ecc, dovrà assicurare un’adeguata tenuta dei fluidi convogliati per impedire contaminazione del terreno. Le MASSIME perdite ammesse per costruzioni nuove, non dovranno superare i limiti qui di seguito descritti, e se non rispettati, autorizzano il Funzionario Tecnico ad esigere l’adozione di tutte le misure ritenute necessarie per ristabilirli.

a) pozzetti non impermeabilizzati 0,3

b) canalette non impermeabilizzate 0,3

c) tubazioni in cls 0,15

d) tubazioni in acc. a. C, P.E. a.d. 0 e) tubazioni in gres , ghisa 0

f) tubazioni in 0

g) pozzetti/canalette impermeabilizzati 0

L’esecuzione dei collaudi dei pozzetti sarà eseguita per riempimento idraulico fino alla massima capienza con uso di attrezzature appropriate (palloni o altro) atte ad isolare completamente la parte da collaudare dal resto della rete. Le tubazioni di cui al punto f) se collaudate idraulicamente non dovranno superare i 2 m. di colonna di liquido. L’intera operazione di collaudo così eseguita, sarà condotta in economia e potrà essere richiesta in qualunque momento dal Funzionario Tecnico. Altri collaudi diversi da questi, esulano dallo scopo di questo contratto.

L’Appaltatore, con tecniche adeguate, dovrà evitare che durante e dopo la costruzione si possano innescare fratture sulla rete di tubazioni provocate principalmente da :

1. sovraccarichi causati da eccessivi carichi verticali; 2. strapppi nei giunti dovuti ad imperfetta unione delle parti; 3. tensionamenti per ecessiva angolatura o per appoggi su spuntoni

intermedi; 4. spinte assiali durante la posa; 5. movimenti a taglio su pareti in muratura.

I lavori di costruzione e posa di nuove rete di fognature saranno garantiti per cinque anni .

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Lo smontaggio o la demolizione di tubazioni per impianto fognante o di tratti di esse, eseguito con ogni attenzione e cura secondo le istruzioni e le prescrizioni dei Funzionario Tecnico affinchè il lavoro possa svolgersi in piena sicurezza, può prevedere lavori di bonifica e/o inertizzazione

13.0 STRADE E PIAZZALI

La pavimentazione di strade e piazzali si compone di tre successivi interventi sul terreno livellato e sistemato in tutte le condotte o tubazioni sotterranee previste.

PRESCRIZIONI PER LA FORMAZIONE DI PAVIMENTI STRADALI

13.3 Fondazione stradale La formazione della fondazione stradale può essere distinta in tre successioni

di interventi diversi come qui di seguito descritto:

a) Livellamento del piano di posa fino al raggiungimento delle quote previste e costipamento del fondo naturale con rullo da 14 t. al fine di evitare inclusioni di terra vegetale durante lo stendimento del materiale di fondazione di cui al successivo punto(b). b) Stendimento, livellamento e pendenze, cilindratura di stabilizzato di cava nella pezzatura 0 ÷ 100 e spessore non inferiore a cm.30 finito.

c) Stendimento, livellamento e pendenze, cilindratura delia massicciata di

base in tout-venant della pezzatura 0 ÷ 30 e spessore non inferiore a cm.25, misurato dopo la cilindratura di costipamento e le annaffiature, e comunque idoneo a garantire il perfetto consolidamento e sigillatura della fondazione stradale, in relazione alla natura del terreno ed ai carichi gravanti.

13.4 Formazione binder

Verrà realizzata la formazione dello strato di collegamento del sottofondo alla pavimentazione stradale (binder) costituita da conglomerato bituminoso a caldo del tipo semiaperto dello spessore minimo compresso di cm.6, compresa la formazione del piano di attacco sullo strato di sottofondo con 1 Kg/mq. di emulsione bituminosa al 55% acida, stesa con vibrofinitrice o a mano, compresa la rullatura a fondo con rullo da 14 t., il tutto dato in opera secondo le livellette e pendenze richieste.

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13.5 Formazione strato di usura

Al di sopra dello strato sopra descritto, verrà realizzato lo strato di usura (tappeto) di pavimentazione stradale, costituito da conglomerato bituminoso a caldo del tipo chiuso, dello spessore minimo compresso di cm.3, compresa la formazione dello strato di attacco sullo strato di collegamento, con 0,8 Kg/mq. di emulsione bituminosa al 55%, l’eventuale regolarizzazione dello strato di collegamento, la stesa con vibrofinitrice, o a mano dove si rendesse necessario, la rullatura a fondo con rullo da 14 t. e lo spargimento di filler asfaltico il tutto dato in opera secondo le livellette e pendenze richieste.

PRESCRIZIONI PER LA CILINDRATURA DELLA FONDAZIONE STRADALE

Quando si tratti di cilindrare a fondo le massicciate da conservare a macadan ordinario o di eseguire spianamenti e regolarizzazioni per piani di posa di pavimentazioni, oppure di eseguire cilindrature per preparare le massicciate e le inghiaiate a ricevere trattamenti superficiali, rivestimenti, penetrazioni e relativo supporto, si procederà mediante l’uso di un rullo compressore a motore del peso non minore di 14 tonnellate. Il rullo nella sua marcia di funzionamento manterrà la velocità oraria uniforme non superiore a Km.3. I compressori saranno forniti a piè d’opera dall’Impresa con i relativi macchinisti e conduttori abilitati e con tutto quanto è necessario al loro perfetto funzionamento. Il lavoro di compressione e cilindratura dovrà essere iniziato dai margini della strada e gradatamente proseguito verso la zona centrale. Il rullo dovrà essere condotto in modo che nel cilindrare una nuova zona passi sopra una striscia di almeno cm.30 della zona precedentemente cilindrata, e che nel cilindrare la prima zona marginale venga a comprimere anche una zona di banchina di almeno cm.20 di larghezza. Non si dovranno cilindrare contemporaneamente strati di pietrisco e ghiaia superiori a cm.12 di altezza, misurati su pietrisco soffice sparso e quindi prima della cilindratura. Pertanto ogni qualvolta la massicciata debba essere formata con uno strato di pietrisco di altezza superiore a cm.12 misurata come sopra, la cilindratura dovrà essere eseguita separatamente e successivamente su ciascun strato di cm.12 o frazione a partire da quello inferiore. Qualunque sia il tipo di cilindratura, tutte le cilindrature in genere debbono essere eseguite in modo che la massicciata ad opera finita e nei limiti resi possibili dal tipo cui appartiene, risulti cilindrata a fondo, in modo cioè che gli elementi che la compongono acquistino lo stato di massimo addensamento.

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PRESCRIZIONI PER LE PAVIMENTAZIONI IN CONGLOMERATO BITUMINOSO

Per i conglomerati bituminosi dovranno osservarsi le seguenti norme:

13.6 Materiali

a) Aggregato grosso - Per la formazione dei conglomerati da usarsi per manti di

usura si dovranno impiegare aggregati rientranti nelle categorie I, II e III delle Norme del C.N.R. per "l’accettazione dei pietrischi, dei pietrischetti, delle sabbie e degli additivi per costruzioni stradali". Per strati non di usura si potranno usare anche materiali non pregiati, sino a quelli della Va categoria delle citate Norme del C.N.R. Saranno ammessi anche aggregati provenienti dalla frantumazione di ciottoli e ghiaie. Gli aggregati da impiegarsi per manti di usura non dovranno essere idrofili.

b) Aggregato fine - Per la formazione dei conglomerati si dovranno impiegare

sabbie corrispondenti ai requisiti di cui alle Norme C.N.R. per "l’accettazione dei pietrischi, dei pietrischetti, delle sabbie e degli additivi per costruzioni stradali". Si potranno usare tanto sabbie naturali che sabbie provenienti dalla frantumazione delle rocce. In quest’ultimo caso si potranno ammettere anche materiali aventi più del 5% di passante a setaccio 200.

c) Additivo – L’additivo dovrà corrispondere ai requisiti di cui alle sopracitate

Norme C.N.R.

d) Bitume - I bitumi solidi e liquidi dovranno corrispondere alle Norme del C.N.R. per l’accettazione dei bitumi stradali (ultima edizione). In seguito sono indicate le penetrazioni e le viscosità dei bitumi che dovranno essere adottate nei diversi casi.

13.7 Composizione dei conglomerati

Per la composizione dei conglomerati bituminosi si useranno bitumi di penetrazione compresa tra 80 a 200, a seconda dello spessore del manto, ricorrendo alle maggiori penetrazioni per gli spessori minori ed alle penetrazioni minori per gli strati di fondazione di maggiore spessore.

13.8 Posa in opera dei conglomerati

La posa in opera ed il trasporto allo scarico del materiale dovranno essere eseguiti in modo da evitare di modificare o sporcare la miscela e ogni separazione dei vari componenti.

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I conglomerati dovranno essere portati sul cantiere di stesa a temperatura non inferiore a 110°C, se eseguiti con bitumi solidi. I conglomerati formati con bitumi liquidi potranno essere posti in opera anche a temperatura ambiente. La stesa in opera di conglomerato sarà condotta con macchine finitrici meccaniche semoventi, munite di un sistema di distribuzione in senso longitudinale e trasversale capace di assicurare il mantenimento della uniformità degli impasti ed un uniforme grado di assestamento in ogni punto dello strato deposto. Dovranno consentire la stesa di strati dello spessore di volta in volta stabilito, di livellare i profili perfettamente regolari, compensando eventualmente le irregolarità della fondazione. A tale scopo i punti estremi di appoggio al terreno della finitrice dovranno distare l’uno dall’altro, nel senso longitudinale della strada, di almeno tre metri, e dovrà approfittarsi di questa distanza per assicurare la compensazione delle ricordate eventuali irregolarità della fondazione. Per la cilindratura del conglomerato si dovranno usare compressori a rapida inversione di marcia, del peso di almeno 5 tonnellate. Per evitare l’adesione del materiale caldo alle ruote del rullo si provvedere a spruzzare queste ultime con acqua. La cilindratura dovrà essere iniziata dai bordi della strada e si procederà poi a mano a mano verso la mezzeria. I primi passaggi saranno particolarmente cauti per evitare il pericolo di ondulazioni o fessurazioni del manto. La cilindratura, dopo il primo consolidamento del manto, dovrà essere condotta anche in senso obliquo all’asse della strada, e, se possibile, anche in senso trasversale. La cilindratura dovrà essere continuata sino ad ottenere un sicuro costipamento. Tutti gli orli e i margini comunque limitanti la pavimentazione ed i suoi singoli tratti (come i giunti in corrispondenza alle riprese di lavoro, ai cordoli laterali, alle bocchette dei servizi sotterranei, eco.) dovranno essere spalmati con uno strato di bitume, prima di addossarvi il manto, allo scopo di assicurare la perfetta impermeabilità ed adesione delle parti. Inoltre tutte le giunzioni e i margini dovranno essere battuti e finiti a mano con gli appositi pestelli da giunta, a base rettangolare, opportunamente scaldati o freddi nel caso di conglomerati preparati con bitumi liquidi. A lavoro finito i manti dovranno presentare superficie in ogni punto regolarissima,e perfettamente corrispondente alle sagome ed alle livellette di progetto o prescritte dalla Direzione Lavori.

NORME DI MISURA

La determinazione dello spessore delle opere di pavimentazione stradale, sarà determinata come media aritmetica delle misurazioni eseguiti in vari punti sufficientemente distanti tra di loro.

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14.0 OPERE VARIE Esecuzione di giunti a tenuta idraulica su muri in c.a., per bacini di

contenimento serbatoi e simili e solette in c.a. prima del getto, questo escluso, ma compreso fissaggio ed adattamento dei casseri.

a) del tipo in lamiera di acciaio zincato b) del tipo in strisce sagomate in materiale polivinilico

della larghezza di cm.25 c) del tipo come la precedente voce b) ma della

larghezza di cm.35

Fornitura e posa in opera di bulloni ad espansionein acciaio su esistenti manufatti in conglomerato cementizio diametri vari.

a) diam.4 ÷ 8 mm. della vite b) diam. 9 ÷ 12 mm. della vite c) oltre 13 mm. della vite

Fornitura, posa in opera e compattamente con mezzio manuali di strati

protettivi su piattaforma di fondazione per serbatoio, formato con impasto composto da 5 parti di sabbia e 1 parte di emulsione bituminosa al 50%:

a) per uno spessore finito di cm. 5

b) differenza in più da applicare al prezzo della voce a)per ogni cm. di maggiore spessore

Spostamento pareti mobili di uffici prefabbricati

Montaggio strisce antisdrucciolo su pavimenti, scale, piatti doccia, ecc.

Fornitura e posa in opera di recinzioni.

In tavole di legno verniciato a bande trasversali rosse/bianche e relativi paletti.

In rete di plastica colore arancione h. 1,5 m. e relativi paletti

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15.0 NOLEGGI

.

L’Appaltatore è tenuto a fornire copia dei libretti e/o documenti tecnici dai quali si possono desumere i dati caratteristici di rispondenza ai requisiti richiesti (portate, potenze, pesi, ecc).

16.0 PONTEGGI

I lavori in quota saranno eseguiti con uso di trabatelli, ponteggi e scale in accordo a quanta stabilito dai DPR 547.

In particolare per i ponteggi si ricorda che:

• devono essere costruiti da persone competenti;

• i montanti di una stessa fila devono essere posti ad una distanza non superiore a m.1.80 da asse ad asse. La distanza tra 2 montanti consecutivi non deve essere superiore a m.3,60;

• i correnti devono essere disposti a distanze verticali consecutive non superiori a m.2;

• la distanza tra due traversi consecutivi non deve essere superiore a m.1,20;

• devono avere un sottoponte di sicurezza, costruito come il ponte, a non meno di m.2,50 da questo;

• il tavolato deve essere di spessore non minore di cm.4 e di larghezza non minore di cm.20 e deve essere assicurato contro gli spostamenti e non deve presentare parti a sbalzo;

• devono avere un parapetto alto non meno di m.1 ed una tavola di fermapiede.

I ponteggi fissi possono essere sostituiti, ove esigenze di spazio lo consentono, da trabatelli mobili perchè collaudati ENPI. Copia della documentazione dovra essere consegnata al Funzionario Tecnico.

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PRPG-919

CAPITOLATO GENERALE DI FORNITURA

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SCHEDA Capitolato Generale di Appalto PETROLIG S.r.l. ________________________________________________________________________

CAPITOLATO GENERALE DI FORNITURA

• Generalità.

• Sezione 1 Clausola generale per acquisti di macchine, impianti, attrezzature.

• Sezione 2 Condizioni generali per la fornitura in opera di impianti elettrici

e strumentali. • Sezione 3 Dichiarazione di accettazione

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SCHEDA Capitolato Generale di Appalto PETROLIG S.r.l. ________________________________________________________________________

GENERALITA' Ambito di applicazione II presente Capitolato Generale di Fornitura costituisce parte integrante dei contratti che PETROLIG S.r.l.stipula con le imprese appaltatrici per I'acquisto di beni, macchine, impianti, attrezzature o per la fornitura in opera di impianti elettrici e strumentali. Esso si applica anche ai contratti di appalto quando questi prevedono I'installazione o la sistemazione in opera delle cose acquistate. Tutte le clausole contenute nel presente capitolato sono considerate essenziali e la mancata ottemperanza anche ad una soltanto puo comportare la risoluzione del contratto e il risarcimento del danno subito. Rispetto delle norme di sicurezza La politica della società pone la tutela dell'integrità fisica e della salute dei lavoratori come obiettivo prioritario. Ai fini di tale obiettivo devono essere predisposte ed attuate le misure necessarie per la sicurezza e la salute delle persone nel rispetto della normativa vigente. L'indirizzo generale che viene seguito nell'ambito dell'esercizio dell'impresa in rapporto alla sicurezza e tutela dei lavoratori privilegia la prevenzione; pertanto nello svolgimento di tutte le attività aziendali che hanno o possono avere influenza sulla sicurezza, debbono essere adottati criteri di scelta e modalità gestionali ed operative che, in termini economici, organizzativi, tecnici e tecnologici siano funzionali agli obiettivi di sicurezza. Tale approccio, che si estende ai vari momenti del processo realizzativo, si articola pertanto nei seguenti provvedimenti principali: • pianificazione e messa a disposizione delle risorse necessarie • pianificazione e attuazione delle misure di sicurezza necessarie • assunzione di scelte tecnologiche e progettuali adeguate • scelta e approvvigionamento di materiali, mezzi e servizi idonei • formazione del personale • svolgimento delle attività di coordinamento, informative e di controllo necessarie. II presente documento stabilisce quindi, come prima regola per il fornitore, quella che le forniture di macchine, attrezzature, impianti elettrici e strumentali e loro relativa messa in opera dovranno essere vendute a SAINT GOBAIN VETRI S.p.A. nel pieno rispetto di tutte le norme vigenti in materia di sicurezza, di igiene del lavoro, nonché di tutela ambientale e nel rispetto della politica aziendale suesposta.

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SCHEDA Capitolato Generale di Appalto PETROLIG S.r.l. ________________________________________________________________________

Sezione 1 – Clausola generale per acquisti di macchine, Impianti, attrezzature, Apparecchiature, ecc. La fornitura dovrà essere conforme a tutte le norme vigenti riguardanti la sicurezza e I'igiene del lavoro (D.P.R. 547/55, D.P.R. 303/56, Legge 833/78 e successive regolamentazioni, Legge 277/91 DPCM 1/3/91, Legge 257/92, D.L 626/94, norme UNI e CEI ed altre norme internazionali equivalenti, pubblicazioni ENPI, disposizioni ISPESL, circolari Ministeriali), in quanto applicabili alia fornitura DPR 459/96, DLgs. 359/99, DM 28/01/92, DLgs 52/97 e relativi requisiti obbligatori di conformità. • Per quanto attiene la rumorosità dei macchinari fra gli obblighi dei produttori e dei commercianti la legge 277/91, art. 46,

individua:

- MISURE TECNICHE: ridurre al minimo, con interventi concretamente attuabili, I'emissione sonora di impianti, macchine ed apparecchiature. prodotti venduti, noleggiati, affittati o installati.

Tali compiti sono da attuare sempre indipendentemente dal livello di esposizione. - INFORMAZIONE: fornire adeguata informazione sul rumore prodotto da nuovi utensili, macchine ed apparecchiature e sui

rischi che esso comporta nelle normali condizioni di utilizzazione. La progettazione, la costruzione e la realizzazione di nuovi impianti (macchine ed apparecchiature) devono essere condotte in conformità con quanto prescritto dall'Art. 41/1 D.L. 277/91. • La macchina o impianto oggetto del presente ordine dovrà essere costruita conforme al DPR 459/96, al DLgs. 359/99 e relativi

requisiti obbligatori di conformità. In particolare dovrà riportare tutte le segnalazioni previste dalla direttiva stessa ed essere dotata di marcatura "CE" 8 dovrà essere dotata della relativa documentazione prevista dalla legge citata.

Se la fornitura è oggetto di collaudo o controllo (anche non obbligatoriamente) da parte di enti od istituzioni pubbliche o private italiane o straniere, essa si intenderà completata quando ci verrà consegnata valida documentazione di tali collaudi o controlli. In caso di non conformità a quanto sopra ed agli altri requisiti specifici nel presente ordine ci riserviamo fin d'ora il diritto di: 1. Restituire la fornitura con addebito alle spese di trasporto ed imballo. A partire dalla data di comunicazione di non conformità (salvo restando il nostro diritto di recuperare quanto gia anticipatoVi) tutti i pagamenti verranno sospesi sino alia data di benestare di collaudo della fornitura o da Voi sostituita o da noi modificata. Nel caso le apparecchiature suddette non siano fabbricate da Voi direttamente, vogliate acquisire tali informazioni dai Vostri fornitori e farcele comunque pervenire. La presente ci deve essere restituita debitamente sottoscritta in segno di conferma alle dichiarazioni e di incondizionata accettazione delle condizioni sopraindicate.

PETROLIG S.r.l.

Confermiamo di aver preso attenta visione delle sopraestese condizioni che accettiamo incondizionatamente. Data______________ Timbro e firma

dell'lmpresa Appaltatrice __________________________

Si allega lo standard delle caratteristiche di emissione acustica al quale debbono rispondere le nuove macchine.

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STANDARD EMISSIONI ACUSTICHE NUOVE MACCHINE a) La macchina, posta nel locale e nella posizione prevista dal progetto, non dovrà in nessun caso durante il

funzionamento produrre livelli di pressione sonora superiori a 85 dBA slow, calcolati quale valore medio della superficie prescritta di cui al punto 5.1.2 della norma UNI 7712 (d = 1 m se non altrimenti specificato).

b) Se la macchina produce un rumore non continuo o variabile, le prescrizioni di fornitura specificheranno le condizioni in cui

effettuare le misure. In mancanza di ulteriori prescrizioni il limite di 85 dBA slow di cui al comma a) si riferisce al livello sonoro equivalente su un ciclo di lavorazione, nelle peggiori (per quanta riguarda la rumorosità) condizioni di esercizio, determinato con le modalità di cui alla Appendice D della norma UNI 7712 e calcolato quale media dei punti di misura principali e sussidiari.

c) Al punto di massimo livello sonoro definito al punto 5.2.3 della norma UNI 7712 dovrà corrispondere un livello di pressione

sonora non superiore a 90 dBA slow. d) In nessun punto comunque accessibile all'interno dello spazio di prova deve essere superato il valore di 115 dBA slow. e) Se la macchina produce rumori impulsivi, in qualunque punto della superficie prescritta non devono essere superati livelli di

pressione sonora di picco (dB misurati con dinamica "peak"): numeri di impulsi/8 ore: 10.000 1.000 100 dB peak: 120 130 140

II valore di 140 dB peak non deve comunque essere mai superato all'interno dello spazio di prova definito al punto 5.1.3 della norma UNI 7712.

f) Nei punti corrispondenti alla posizione normale dell'operatore (considerando tali anche quelli in cui non è prevista presenza

continua) non dovranno essere rilevati livelli di pressione sonora superiori a 85 dBA slow ne essere superati i valori di cui al precedente comma e).

Anche in queste posizioni e applicabile la nozione di livello equivalente, ma non dovrà essere superato il tetto di 115 dBA slow. In nessuna possibile modalità di esercizio (escluso il caso di anomalie e guasti) potranno essere superati i limiti imposti dal

presente comma.

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Sezione 2 – Condizioni per la fornitura in opera di impianti elettrici e strumentali La fornitura ed i lavori di cui al presente ordine n._____________del_________dovranno, dall'lmpresa Appaltatrice, essere svolti nella scrupolosa osservanza di quanto segue e di quanto previsto nelle Condizioni generali. 1. I componenti, le condutture, le apparecchiature che vanno a costituire I'impianto o ad integrarsi in impianto esistente, devono

essere pienamente conformi alle norme di Legge ed alle norme del Comitato Elettrotecnico Italiano (CEI) ai documenti di armonizzazione CENELEC o equivalenti applicabili. Tutti i componenti per i quali è applicabile, dovranno essere certificati dall'IMQ o equivalenti.

Anche qualora non sia specificato nell'ordine e anche qualora siano in sostituzione di preesistenti di diverse caratteristiche, i componenti installati devono essere adeguati all'ambiente ed alle previste condizioni d'uso. Al riguardo I'Appaltatrice si farà carico di assumere tutte le necessarie informazioni presso la Committente e/o presso terzi. 2. Quanto previsto al precedente punto n.° 1 si applica, nel suo complesso, anche all'impianto realizzato a fronte del presente

ordine. L'impianto dovrà essere conforme a tutte le norme vigenti riguardanti la prevenzione degli infortuni e I'igiene del lavoro ed in particolare, ma non solo, i D.P.R. 547/1955. D.P.R. 303/1956, Legge 186/1968, Legge 791/1977, Legge 833/1978 e successive regolamentazioni, Legge 46/90, norme CEI, norme UNI (ed altre norme internazionali equivalenti), criteri definiti nelle pubblicazioni ENPI, disposizioni ISPELS e Circolari Ministeriali, in quanto applicabili alla fornitura DPR 459/96, DLgs. 359/99 e relativi requisiti obbligatori di conformità. Se I'impianto è oggetto di collaudo o controllo, (anche a causa delle condizioni ambientali e anche se non obbligatoriamente) da parte di Enti o di Istituzioni pubbliche o private italiane o straniere, essa si intenderà completa quando ci verrà consegnata valida documentazione di tali collaudi o controlli, o, comunque, I'intera documentazione necessaria per ottenere esito positivo a tali collaudi o controlli. Dell'impianto eseguito e dei componenti, ci verrà lasciata dettagliata documentazione tecnica e tutti gli schemi e le istruzioni necessarie all'esercizio ed alla manutenzione. Al termine dei lavori dovrà esserci rilasciata la dichiarazione di conformità degli impianti realizzati, come prescritto dalla legge 5/3/1990- n° 46.

3. II Rappresentante Responsabile dell'lmpresa, dovrà compiere un sopralluogo preventive sui luoghi ove si svolgeranno i lavori allo scopo di assumere informazioni sugli eventuali rischi specifici. Se I'esecuzione dei lavori richiede di operare su impianti elettrici in esercizio e a totale carico dell'lmpresa Appaltatrice, la scelta delle modalità operative, la individuazione dei punti e degli organi di sezionamento e tutte le connesse verifiche utili alla sicurezza sul lavoro. Trattandosi di rischio inerente la specifica attività della Appaltatrice, spetterà a quest'ultima eseguire, autonomamente e direttamente, tutti i rilievi e le ricognizioni necessarie alla migliore e sicura esecuzione dei lavori, restando, comunque, esclusa ogni ingerenza della Committente, la quale resta, comunque, manlevata da ogni responsabilità e dovrà essere, in ogni caso, tenuta indenne dall'Appaltatrice. L'eventuale messa a disposizione, da parte della Committente, della documentazione in suo possesso sull'impianto esistente (senza peraltro, garantire I'attendibilità), non costituirà, in nessun caso, deroga a quanto sopra indicato.

4. Ad evitare interferenze o possibili danni a cose o persone, I'Appaltatrice provvederà a segnalare, in modo adeguato alle condizioni ambientali ed operative (tenendo conto delle eventuali ulteriori esigenze della Committente), la zona del proprio Cantiere. Se il lavoro ordinato richiede la messa in sicurezza o il sezionamento di parti dell'impianto, I'Appaltatrice provvederà ad eseguire le manovre bloccando in posizione di sicurezza (mediante lucchetti, chiusura a chiave, asportazione di parti, ecc), i dispositivi relativi, apporrà, inoltre, un cartello avvisatore e prenderà ogni utile provvedimento per impedire fisicamente, che terzi (personale della Committente compreso) possano azionare intempestivamente i dispositivi di sezionamento o di messa in sicurezza.

5. I lavori e/o prestazioni di cui all'appalto in oggetto non sono cedibili, salvo esplicita autorizzazione scritta dalla Committente, In

tale caso I'autorizzazione per il subappalto, non manleva I'Appaltatrice che risponderà direttamente e pienamente, dell'operato e del personale proprio, rimanendo la Committente completamente estranea a tale rapporto. L'Appaltatrice, pertanto, sarà tenuta a provvedere affinché le presenti norme e disposizioni vengano portate a conoscenza anche dei subappaltatori e da essi osservate e preventivamente sottoscritte.

6. In caso di violazione degli obblighi, di cui alle presenti Condizioni e/o delle Condizioni Generali, la Committente avrà facoltà di

recedere dal contratto senza corresponsione di risarcimento di danni o di indennità e I'lmpresa Appaltatrice risponderà verso la Committente di ogni conseguenza dannosa che per tale violazione potesse derivare. Resta, pero, salva la facoltà della Committente di ordinare, in alternativa, la sospensione dei lavori sino a che sia rimossa la violazione. In tal caso I'lmpresa Appaltatrice sarà tenuta al risarcimento dei danni a favore della Committente medesima provocati dalla sospensione.

7. In caso di non conformità dei componenti e degli impianti a quanto sopra ed agli altri requisiti specificati nel presente ordine, la

Committente riserva, fin d'ora, il diritto di: Restituire le forniture con addebito delle spese di trasporto ed imballo. A partire dalla data di comunicazione di non conformità, tutti i pagamenti verranno sospesi sino al benestare di collaudo delle forniture e delle opere (salvo il diritto di recuperare quanto gia anticipato.

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica trasmettitori di livello 1 di 7

PRPG-920

SPECIFICHE TRASMETTITORI DI LIVELLO RADAR

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica trasmettitori di livello 2 di 7

INDICE

1.0 SCOPO 2.0 NORMATIVE DI RIFERIMENTO 3.0 ESTENSIONI 4.0 TABELLA SERBATOI 5.0 SPECIFICA TECNICA 6.0 DOCUMENTAZIONE RICHIESTA

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica trasmettitori di livello 3 di 7

1.0 SCOPO

Scopo del presente documento è la definizione del sistema di controllo livelli completi di sensori di temperatura per la compensazione della misura da installare nel deposito costiero di GE Calata Canzio della “PETROLIG”.

2.0 NORMATIVE DI RIFERIMENTO Tutti i componenti faranno riferimento alle seguenti normative:

- Leggi e regolamenti nazionali vigenti - Normative ESSO BASIC PRATICS - Norme CEI/IEC/CENELEC per impianti elettrici

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica trasmettitori di livello 4 di 7

3.0 ESTENSIONI 3.1 Estensione della fornitura La fornitura comprende:

- la progettazione, i materiali e la costruzione del materiale in oggetto secondo quanto decritto nella presente specifica e quanto indicato nel data-sheet allegato.

- la targhetta di identificazione con i dati di targa: - i collaudi certificati; - imballo e trasporto presso il deposito AgipPetroli di Calata Canzio (GE)

3.2 Descrizione della fornitura La fornitura è relativa a n° 12 trasmettitori di livello radar per montaggio in campo, come descritto nel data-sheet allegato. 3.3 – Opzioni Unitamente all'offerta ci dovrà essere inviata una quotazione separata per le parti di ricambio per il periodo di commissioning e primo avviamento e per due anni di funzionamento. 3.4 Imballaggio e trasporto Le apparecchiature devono essere preparate per la spedizione in modo da non venire danneggiate durante il trasporto o l'immagazzinamento. Ove non specificato altrimenti l'imballaggio sarà di tipo domestico e dovrà, comunque garantire una buona protezione contro gli urti e le intemperie durante il trasporto.

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica trasmettitori di livello 5 di 7

4.0 TABELLE SERBATOI Il numero dei TK dove sono da implementare i controlli di livello è la seguente:

DIMENSIONI COSTRUZIONE

N° ∅ H mc.(ca

pacity)

TIPO(ved.nota A)

METODO ANNO PRODOTTO ATTUALE

PRODOTTO FUTURO

NOTE

1 23.90 12.- 5000 M.V. FT. T. F.

CHIODATO 1930 LUBE GASOLIO

2 23.90 12.- 5000 - - - LUBE GASOLIO 3 23.90 12.- 5000 - - - H2O DA

TERRENO GASOLIO

4 23.90 12.- 5000 - - - LUBE GASOLIO 5 23.90 12.- 5000 - - - O.C.D. LUBE

6 23.90 12.- 5000 - - - O.C.D. LUBE

7 23.90 12.- 5000 - - - O.C.D. LUBE

7 8.- 15.- 750 - SALDATO 1956 H2O REFLUE H2O REFLUE

8 10.50 15.- 1300 - - - FLUIDO O.C.D.

9 8.- 15.- 750 - - - FLUIDO O.C.D.

10 15.- 15.- 2650 - - 1957 H2O REFLUE H2O REFLUE

11 15.- 15.- 2650 - - 1956 FUORI SERVIZIO

H2O REFLUE

Nota A: M = METALLICO Nota B: Inserire serpentino

V = VERTICALE coimbentato F.T = FUORI TERRA

T.F. = TETTO FISSO O = orizzontale

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica trasmettitori di livello 6 di 7

5.0 SPECIFICA TECNICA

CODICE U.E. N° DOCUM. I.M.

PETROLIG S.r.l. SPECIFICA TRASMETTITORE DI LIVELLO

RADAR 1 9 - 0 0 1

CLASSIFICAZIONE K IMP. Calata Canzio DESCR. Integrazione serbatoi COMM. AE-0480-010 FOGLIO 6 REV. 0

QUANTITA’ SIGLA – Tag. No SERVIZIO 2 NOTA 1 VED. Tab. serbatoi

EMETTITORE - RICEVITORE

TIPO : RADAR - Mod.RTG2930 ATTACCO FLANGIATO : 20" - ANSI 150# - RF/L ELEMENTO DI MISURA : Antenna Parabolica ADATT.FLANGIATO: 6" - ANSI 150 # - RF/L ALTEZZA BOCCHELLO SERBATOI : ~ 200 mm

MATERIALI DI COSTRUZIONE CORPO E FLANGIA: AISI316 ELEMENTO DI MISURA (ASTE) : AlSi 316 CUSTODIA : ALLUMINIO PRESSOFUSO TENUTE E GUARNIZIONI : PTFE CONDIZIONI DI ESERCIZIO PRODOTTO : GASOLIO STATO : LIQUIDO GAS DISPERS SUPERFICIE DEL LIQUIDO : PIATTA PICCOLE TURBOLENZE FORTI TURBOLENZE NEL LIQUIDO

SUPERFICIE DEL SOLIDO : GRANULOSA DURA GRANULOSA SOFFICE POLVERE TEMPER.MIN.(di progetto) : AMB °C TEMP. ESERCIZIO : 40 °C TEMPER.MAX.(di progetto) : 90 °C PRESSIONE NORM. : ATM PRESSIONE MAX (di progetto del reattore) : MASSA VOLUMICA : 861 Kg/m3 VISCOSITÀ RELATIVA : CARATTERISTICHE ELETTRICHE DEL LIQUIDO : CONDUCIBILITÀ ELETTROLITICA : µS/cm COSTANTE DIELETTRICA : F/m FLUIDO SUPERIORE: DENSITÀ: CONVERTITORE MONTAGGIO IN CAMPO SULLO STRUMENTO SEGNALE IN USCITA ANALOGICO : TRL/2bus INDICATORE INCORPORATO: Display alfanumerico LCD ALIMENTAZIONE ELETTRICA : 115/230 V - 50 Hz PRESTAZIONI : PRECISIONE : ± 1 mm RIPETIBILITÀ': GRADO DI PROTEZ.: x IP55

IP65 COSTR. ELETTRICA: EEx.i.a EEx.d GR. Temp. Class. CERTIFICATO: N° NORMA

COSTR. ELETTRICA: EEx.i.a EEx.de GR. Temp. Class. CERTIFICATO: N° NORMA

NOTE: STRUMENTO SECONDO GLI STD.ESSO IN USO, DA COLLEGARE A SISTEMA GIA’ ESISTENTE. NOTA 1: = NUMERAZIONE DA DEFINIRE A CURA ESSO.

4 DATI D’ACQ. 1 2 3

3 N° MR.

2 COSTRUTT.

1 FORNITORE

REV. DESCRIZIONE DATA COMP. APPR. N° ORDINE

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica trasmettitori di livello 7 di 7

6.0 DOCUMENTAZIONE RICHIESTA

Impianto Contr. Rev. Data

In offerta Dopo l’ordine Dopo la consegna

Pos. Descrizione n. copie n.copie giorni n. copie n. copie

form.elet. giorni

1 Data sheet compilati su moduli e caratt. tecniche dett. 1

2 Disegni di ingombro del gruppo preliminari

3 Disegnio di assieme della apparecchiatura e dei componenti principali. 5 10

4 Quotazioni delle parti di ricambio per 2 anni di esercizio 1 3 10

5 Manuali di istruzione comprendenti:

a) disegni in scala quotati b) istruzioni per l’installazione e manutenzione c) Dati di identificazione

3 1 15

6 Schemi logici

7 Procedure di verniciatura

8 Programma di costruzione e copia subordini 1 15

9

10 Certificati di collaudo 3 10

11 Certificati di conformità alle normative di sicurezza ( ISPEL, CESI, ecc. ) 3 10

12 Schemi elettrici e morsettiere 3 10

IL MANCATO INVIO DEI DOCUMENTI RICHIESTI FARA’ CONSIDERARE LA FORNITURA EVASA

Emissione per offerta

Rev. descrizione Red. Appr. Data

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PRPG-921

NORME DI ESECUZIONE DI VERIFICHE PETROLIG

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SOMMARIO

1. IMPIANTI ELETTRICI...................................................................................................4

1.1. Generalità ...................................................................................................................................4

1.2. Modalità di esecuzione delle prove e dei collaudi ...................................................................5

1.3. Norme di collaudo ......................................................................................................................6

2. RETE DI MESSA A TERRA .........................................................................................6

2.1. Generalità ....................................................................................................................................6

2.2. Controlli .....................................................................................................................................6

2.3. Prove e collaudi .........................................................................................................................7

2.4. Prove periodiche........................................................................................................................7

2.5. Rete di messa a terra.................................................................................................................7

3. IMPIANTI DI ILLUMINAZIONE .......................................................................................8

3.1. Generalità ....................................................................................................................................8

3.2. Controlli .......................................................................................................................................8

3.3. Prove e collaudi ...........................................................................................................................9

3.4. Impianti di illuminazione .........................................................................................................9

3.5. Certificati di esecuzione controlli e prove.............................................................................10

4. PROVE DI ISOLAMENTO.............................................................................................10

4.1. Premessa ..................................................................................................................................10

4.2. Valori minimi prescritti (Norme CEI 64-8/6, 612, 4).............................................................11

4.3. Certificati di esecuzione controlli e prove.............................................................................11

5. PROVA DI FUNZIONAMENTO DISPOSITIVI DI PROTEZIONE DIFFERENZIALE .....11

5.1. Premessa ....................................................................................................................................11

5.2. Tempo di intervento dei dispositivi di protezione a corrente differenziale .......................11

5.3. Certificati di esecuzione controlli e prove...............................................................................13

6. MISURA DELL’IMPEDENZA DELL’ANELLO DI GUASTO (ZS) NEI SISTEMI “TN”..13

6.1. Premessa ..................................................................................................................................13

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6.2. Prove e collaudi .......................................................................................................................13

6.3. Certificati di esecuzione controlli e prove.............................................................................14

7. ALLEGATI.....................................................................................................................14

Prog. Def. 2460 lotto D parte 2: Specifica norme di esecuzioni di collaudo e verifiche

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1. Impianti elettrici

1.1. Generalità a. Gli impianti elettrici, le relative apparecchiature ed in generale, qualsiasi installazione che sia stata

completata e sia pronta ad entrare in servizio, deve essere sottoposta a certe prove che confermino la perfetta funzionalità di ogni componente e dell’insieme. E’ previsto che dette prove possano essere eseguite non appena l’impianto sia stato completato, indipendentemente dalla data di entrata in servizio. Ciò per diluire nel tempo l’esecuzione delle prove e soprattutto per evidenziare in anticipo eventuali difetti o errati funzionamenti e quindi permettere le relative riparazioni.

b. L’Installatore redigerà un programma di massima delle prove, che sottoporrà all’approvazione della

Direzione Lavori. Variazioni al programma apportate dovranno essere comunicate tempestivamente all’Installatore, alla Direzione Lavori e con questa concordate onde evitare problemi ove specialmente vengano coinvolti “Terzi”. In ogni caso L’Installatore confermerà per iscritto, secondo modalità da definire con congruo anticipo con la Direzione Lavori le date di inizio delle singole prove, onde permettere alla Direzione Lavori l’approntamento di mezzi, personale ed istruzioni di sua competenza.

c. Tutte le prove che hanno per scopo di confermare l’idoneità dell’impianto o di suoi componenti ad

entrare in esercizio, debbono essere come definito dalla Direzione Lavori. L’Installatore è libero di eseguire quelle prove preliminari che non possono danneggiare le apparecchiature. Tali prove dovranno essere però ripetute ove non eseguire alla presenza di incaricati del Committente. Ove per l’esecuzione di prove preliminari l’Installatore debba mettere per la prima volta sotto tensione apparecchiature, dovrà chiedere ed ottenere permesso specifico dalla Direzione Lavori secondo modalità che saranno definite sul luogo.

d. Le prove preliminari per verificare l’accettabilità del materiale o quelle eseguite nel corso del lavoro

per verificare lo stato di manutenzione dei materiale in cui si fa menzione nelle Modalità di Esecuzione dei Lavori, non possono in nessun caso essere utilizzate come prove di collaudo di accettazione.

e. Qualora l’impianto l’apparecchio non entri in servizio o non venga consegnato immediatamente

dopo l’esecuzione delle prove, al momento dell’effettiva messa in esercizio della consegna definitiva dell’impianto dovranno essere eseguite delle prove supplementari di verifica che, nel tempo intercorso dalle prove ufficiali, nulla è intervenuto a modificare la funzionalità e la perfetta efficienza dell’impianto stesso e dei suoi componenti. L’Installatore si impegna ad eseguire queste prove supplementari a richiesta della Direzione lavori nella qualità e quantità necessarie ad esse saranno compensate secondo modalità da concordare al momento con la Direzione Lavori stessa, potendo queste rivestire carattere di eccezionalità.

f. Opportune cautele dovranno essere in atto a cura e carico dell’Installatore, previa approvazione della

Direzione Lavori, per conservare degli impianti prima della loro entrata in servizio. Queste cautele potranno essere orientativamente le seguenti:

- etichettature opportune delle apparecchiature collaudate. - Emissione di permessi di lavoro per l’esecuzione di opere interessati apparecchi collaudati. - Chiusura dei locali ove siano installate apparecchiature collaudate.

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1.2. Modalità di esecuzione delle prove e dei collaudi

a. In aggiunta a quanto specificato nelle Norme di cui ai punti precedenti relativamente alla qualità e

quantità delle prove e/o collaudi da eseguire per l’accettazione degli impianti, la minima quantità, le modalità e le procedure di esecuzione delle prove e/o dei collaudi ed i requisiti minimi per ogni tipo di prova sono indicati nei capitoli di specifiche apparecchiature.

b. In generale le prove consistono in operazioni di controllo dello stato fisico dei materiali, di

rispondenza alle prestazioni specificate nei documenti di progetto, in operazioni di montaggio e rimontaggio di componenti non fissi, e nella esecuzione di prove di collaudo funzionale ed operativo.

c. Apparecchiature o parti di impianto predisposte operativamente per funzionare connesse con altre

apparecchiature debbono essere provate insieme a queste ultime per garantire il perfetto funzionamento dell’insieme. Per esempio compongono un unico sistema da provare contemporaneamente l’avviatore di un motore, i relativi cavi di collegamento ed il motore stesso.

d. I risultati di tutte le prove debbono essere riportati, a cura dell’Installatore su appositi formati da

fornire a cura dell’Installatore stesso e da approvare a cura della Direzione Lavori. Detti risultati dovranno essere catalogati, raccolti ed aggiornati a cura dell’Installatore che dovrà consegnare quattro copie alla Direzione Lavori unitamente al verbale riassuntivo attestante che ogni collaudo e prova sono stati eseguiti in accordo con quanto richiesto.

e. Tutte le prove saranno eseguite da personale specializzato dell’Installatore e a carico

dell’Installatore.

f. Tutte le prove saranno eseguite con strumenti ed apparecchiature forniti dall’Installatore. Un elenco di questi strumenti sarà fornito preventivamente per un giudizio di qualità alla Direzione Lavori. Resta inteso che l’Installatore dovrà in ogni caso fornire strumenti ed accessori adatti alle specifiche prove da effettuare, previa approvazione degli stessi da parte del cliente.

g. L’Installatore fornirà inoltre tutti quegli accessori e metterà in atto quegli accorgimenti perché le

prove possano effettuarsi in sicurezza specialmente durante i periodi in cui altro personale svolgente altre attività può essere presente nell’area nella quale si svolgono le prove stesse.

h. I valori minimi delle misure risultano dai collaudi saranno in accordo con le istruzioni dei fabbricanti

delle apparecchiature con le Norme relative, e con quelli eventualmente stabiliti nei “DOCUMENTI CONTRATTUALI”.

i. Nel caso che le prove diano esiti negativi, l’Installatore è tenuto ad effettuare le opportune

riparazioni nel caso che i difetti riscontrati siano imputabili a difetti di installazione o a materiali forniti dall’Installatore. A riparazioni effettuate, i relativi collaudi saranno ripetuti.

j. I risultati di tutte le prove dovranno essere immediatamente sottoposti al giudizio della Direzione

Lavori.

k. Nel caso che le prove dessero risultati inferiori ai minimi accettabili, l’Installatore è chiamato ad individuare le cause. La correzione di dette cause sarà a carico dell’esecutore delle relative opere. Ove si tratti di apparecchiature complesse potrà essere richiesto l’intervento dei relativi fornitori.

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1.3. Norme di collaudo

I collaudi saranno eseguiti rispettando i requisiti delle Norme vigenti. In particolare le seguenti Norme CEI: 64-8, e 11-17. 2. RETE DI MESSA A TERRA

2.1. Generalità

1. Quanto segue definisce la qualità e quantità dei controlli, delle prove e dei collaudi da eseguire su impianti di messa a terra.

2. Quanto segue è a completamento di quanto indicato nelle Norme specificate ed è ritenuto il

minimo indispensabile atto a definire l’impianto di messa a terra efficiente e funzionante.

3. I controlli, le prove ed i collaudi potranno essere eseguiti per porzioni di impianto e dovranno in ogni caso precedere la messa sotto tensione delle apparecchiature elettriche connesse alla rete di terra in esame.

2.2. Controlli

Quanto segue è sintetizzato in una “Lista di controllo”. 1. Controllare quantità, ubicazione e numerazione delle aste e delle barre di terra in base ai

documenti di progettazione. 2. Controllare che tutte le apparecchiature da collegare a terra lo siano correttamente.

3. Controllare che tutte le strutture metalliche da collegare a terra lo siano correttamente.

4. Controllare che tutte le tubazioni da collegare a terra lo siano correttamente.

5. Controllare la qualità delle giunzioni o derivazioni dei conduttori di terra. Per le parti

interrate, il controllo deve essere eseguito prima dell’interramento ed eventualmente documentato fotograficamente a campione.

6. Controllare il serraggio della bulloneria.

7. Controllare l’impianto per rilevare eventuali danneggiamenti meccanici o inizio di eventuali

processi di ossidazione.

8. Controllare le uscite dal terreno dei conduttori di terra e rilevare la corretta esecuzione delle protezioni e delle miscelazioni e/o trattamenti anticorrosivi adottati.

9. Controllare eventuali giunzioni fra materiali aventi caratteristiche elettrochimiche diverse.

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2.3. Prove e collaudi

1. Misurare la resistenza di terra di ogni dispersore di terra isolato dalla rete. Registrare i

valori.

2. Misurare la resistenza di terra della maglia di terra e dell’intero sistema isolato dalla rete di terra della cabina dell’ente distributore di energia elettrica. Registrare i valori.

NOTA: Le suddette misure devono essere eseguite sull’intero sistema di messa a terra e, all’occasione, su ogni sistema di terra indipendente sia provvisoriamente che definitivamente, prima della messa in tensione delle apparecchiature ad esso connesse. 2.4. Prove periodiche 1. Le misure devono essere eseguite anche:

- al momento del collegamento del dispersore; - al momento della consegna definitiva degli impianti.

2. Le misure di cui al punto C. devono ripetute al momento della consegna definitiva degli impianti.

2.5. Rete di messa a terra

Lisa di controllo

1) Controllo quantità aste e barre di terra.

2) Controllo messa a terra apparecchiature.

3) Controllo messa a terra strutture

4) Controllo messa a terra tubazioni.

5) Controllo giunzione e derivazioni.

6) Controllo serraggio bulloneria.

7) Controllo danneggiamenti meccanici e processi corrosivi.

8) Controllo protezioni uscite conduttori dal terreno.

9) Misure resistenza di terra dispersori.

10) Misure resistenza di terra rete.

Certificati di esecuzione controlli e prove. Per i controlli esecutivi devono essere compilati certificati di esecuzione prove, che saranno firmati per accettazione dalla committente ad operazioni terminate con risultati positivi.

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I certificati di esecuzione controlli e prove dovranno essere rilasciati alla Committente in quattro copie. Negli allegati vi è una tabella come esempio di modulo predisposto. 3. IMPIANTI DI ILLUMINAZIONE

3.1. Generalità 1) Quanto segue definisce la qualità e la quantità dei controlli delle prove e dei collaudi da

eseguire su impianti di illuminazione e relative apparecchiature. 2) Quanto segue è a completamento di quanto indicato nelle Norme ed è ritenuto il minimo

indispensabile atto a definire l’impianto illuminazione completo con le relative apparecchiature, efficiente e pronto per la consegna definitiva degli impianti.

3) I controlli, le prove ed i collaudi potranno essere eseguiti in tempi diversi da quello del

momento della consegna definitiva degli impianti e per porzioni di impianto.

4) Per impianto di illuminazione si intende anche l’insieme delle apparecchiature necessarie alla distribuzione, protezione, trasformazione dell’energia elettrica fino al limite delle partenze generali dal quadro distribuzione o altro limite di unione con altri tipi di impianti elettrici.

3.2. Controlli

Prima della messa in tensione di ogni circuito o dell’insieme dell’impianto, devono essere eseguiti i controlli descritti qui appresso. Una “Lista di controllo” sommarizza le operazioni relativi. 1. Controllare l’ubicazione ed i tipi di armature illuminanti, prese luce e organi di comando dei

circuiti con i requisiti dei disegni di progetto.

2. Controllare su ogni apparecchiatura la corretta installazione degli organi di serraggio di coperchi e chiusure, degli organi di ancoraggio e/o sospensione.

3. Controllare su ogni apparecchiatura che non vi siano danneggiamenti meccanici di sorta o

indizio di processo di corrosione della struttura o degli accessori.

4. Controllare la qualità della connessione elettrica sia dal punto di vista meccanico che elettrico.

5. Controllare la corretta ed efficiente connessione a terra delle apparecchiature.

6. Controllare la corretta siglatura dei conduttori e, in organi di comando unipolari, controllare

che l’interruzione sia operata sul conduttore di fase.

7. Controllare la taratura degli organi di protezione di ogni circuito in base ai documenti di progetto.

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3.3. Prove e collaudi

1. Misurare la resistenza di isolamento fase-fase e fase-terra di tutti i cavi della rete di

distribuzione a monte delle protezioni dei singoli circuiti. Registrare i valori.

2. Misurare la resistenza di isolamento fase-fase e fase-terra di tutti i cavi della rete di distribuzione luce a valle delle protezioni dei singoli circuiti con le armature illuminanti e prese luce non collegate.

3. Misurare la resistenza di isolamento di tutti i conduttori insieme verso terra, della rete cavi a

valle dell’interruttore generale di alimentazione del quadro distribuzione luce con tutti gli organi de protezione e sezionamento e comando intermedi chiusi e tutti le armature luce e prese luce non collegati.

4. Eseguire la prova in bianco di tutti i circuiti di comando o automatismo o ausiliari.

5. Previo accordi con la Direzione Lavori, mettere sotto tensione gradualmente i circuiti.

Provvedere nel contempo tutti i mezzi atti a garantire la sicurezza delle persone e delle cose in conseguenza della presenza di tensione sulle apparecchiature coinvolte nelle prove.

6. Misurare, in concomitanza con la misura del valore della tensione di alimentazione a monte,

i valori della corrente operativa ed eventualmente di spunto di ogni circuito. Confrontare questi valori con quelli dei documenti di progetto. Registrare i valori.

7. Nei sistema di distribuzione polifasi, controllare l’equilibrio dei carichi sulle fasi ed operare

per raggiungere le condizioni ottimali a monte di ogni sistema, a pieno carico.

8. Al momento e l’ora opportuni, effettuare la misura dei livelli di illuminazione in punti caratteristici dell’impianto e degli ambiente. Registrare i valori relativi.

3.4. Impianti di illuminazione Lista di controllo 1) Controllare ubicazione e tipi armature illuminanti, prese, organi di comando, etc.

2) Controllare perfetta chiusura e ancoraggio apparecchiature.

3) Controllare eventuali danneggiamenti meccanici e dovuti a corrosione a alto.

4) Controllo qualità connessioni elettriche sulle apparecchiature.

5) Controllo connessioni a terra.

6) Controllo contrassegno conduttori e collegamento del neutro.

7) Controllo taratura organi di protezione.

8) Misura resistenza isolamento cavi alimentazione.

9) Misura resistenza isolamento cavi circuito

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10) Misura resistenza isolamento globale do ogni quadretto.

11) Prova in bilancio

12) Prova in bianco circuiti di controllo

13) Messa sotto tensione impianti

14) Misura correnti normali per ogni circuito.

15) Controllo equilibrio carico sulle fasi.

16) Misura livelli di illuminazione.

17) Misura resistenza collegamento a terra degli apparecchi al collettore principale di terra.

3.5. Certificati di esecuzione controlli e prove

Per i controlli esecutivi devono essere compilati certificati di esecuzione prove, che saranno firmati per accettazione dalla committente ad operazioni terminate con risultati positivi. I certificati di esecuzione controlli e prove dovranno essere rilasciati alla Committente in quattro copie. Negli allegati vi è una tabella come esempio di modulo predisposto. 4. PROVE DI ISOLAMENTO

4.1. Premessa La misura della resistenza di isolamento è una prova che si effettua generalmente dopo aver terminato i controlli per il completamento meccanico e prima di iniziare le prove di funzionamento o di avviamento. Dal controllo fra valori della resistenza di isolamento misurati dopo il montaggio si può avere un’indicazione utile dello stato di conservazione dei componenti dell’installazione e costituisce una verifica che gli stessi non abbiano subito danni durante le operazione di imballaggio, trasporto, immagazzinaggio, prelievo dal magazzino e montaggio.

- 100 V per misure su sistemi di categoria 0. - 500 V per misure su sistemi di categoria 1. - 2500 V per misure su sistemi di 2° categoria con tensione nominale <6KV. - 5000 V per misure su sistemi di 2° categoria con tensione nominale >6KV.

La lettura deve avvenire dopo qualche secondo dall’applicazione della tensione e in ogni caso dopo che l’indice dello strumento abbia assunto una posizione stabile.

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4.2. Valori minimi prescritti (Norme CEI 64-8/6, 612, 4)

Tensione nominale del circuito (V)

Tensione di prova c.c. (V)

Resistenza d’isolamento (MΩ)

SELV o PELV 250 ≥0,25 Fino a 500V compresi con eccezione dei casi di cui sopra 500 ≥0,5

Oltre 500V 1000 ≥1,0 4.3. Certificati di esecuzione controlli e prove Per i controlli esecutivi devono essere compilate certificati di esecuzione prove, che saranno firmati per accettazione dalla committente ad operazioni terminate con risultati positivi. I certificati di esecuzioni controlli e prove dovranno essere rilasciati alla Committente in quattro copie. Negli allegati vi è una tabella come esempio di modulo predisposto. 5. PROVA DI FUNZIONAMENTO DISPOSITIVI DI PROTEZIONE DIFFERENZIALE

5.1. Premessa La prova delle apparecchiature differenziali è una prova che si effettua prima di iniziare le prove di funzionamento o di avviamento. Questa prova consiste nel verificare che i dispositivi a corrente differenziale siano stati installati o regolati in modo appropriato e che conservino nel tempo le proprie caratteristiche. Una verifica che accerti le funzioni di protezione per le quali il dispositivo differenziale è istallato deve provare che ogni interruttore differenziale intervenga con una corrente differenziale di valore uguale al centro per cento della sua corrente differenziale nominale(Idn). Per la prova di funzionamento di tali dispositivi si possono realizzare sistemi di misura come quelli riportati nell’Appendice D al Capitolo 61 della Norma CEI 64-8, oppure si possono utilizzare strumenti dedicati allo scopo. 5.2. Tempo di intervento dei dispositivi di protezione a corrente differenziale Si deve verificare che il tempo d’intervento non superi i limiti ammessi dalla norma impianti ed illustrati nei paragrafi seguenti:

- Tempo massimo di interruzione per i sistemi TT.

Per ragioni di selettività si possono utilizzare dispositivi di interruzione a corrente differenziale di tipo S in serie con dispositivi di protezione a corrente differenziale di tipo generale. Per

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ottenere la selettività con i dispositivi di protezione a corrente superiore a 1 s (CEI 64-8, art. 413.1.4.2). Per gli altri circuiti il tempo d’interruzione deve essere non superiore a 500 ms.

- Tempo massimo di interruzione per i sistemi TN nei circuiti terminali

U0 (V) Tempo d’interruzione (s)

120 0,8 230 0,4 400 0,2

>400 0,1

a) I valori riportati si basano sulle Norma CEI 8-6; b) U0 = Tensione nominale in c.a. valore efficace tra fase e terra; c) Tempi di interruzione convenzionali non superiori a 5 s sono ammessi per i

circuiti di distribuzione (CEI 64-8, art. 413.1.3.5).

- Tempo massimo di interruzione per i sistemi IT

U0 (V) Tempo d’interruzione (s) Neutro non distribuito

Tempo d’interruzione (s) Neutro distribuito

120/240 0,8 5 230/400 0,4 0,8 400/690 0,2 0,4 580/1000 0,1 0,2

d) I valori riportati si basano sulla Norma CEI 8-6; e) U0 = Tensione nominale in c.a. valore efficace tra fase e terra; f) Tempi di interruzione convenzionali non superiori a 5 s sono ammessi per i

circuiti di distribuzione (CEI 64-8, art. 413.1.5.6).

- Tempo massimo di intervento dei dispositivi a corrente differenziale tipo diretti.

Per i dispositivi a corrente differenziale del tipo diretti occorrente verificare che il tempo d’intervento non superi i limiti ammessi dalla norma ed illustrati qui di seguito:

a) Dispositivi a corrente differenziale Idn < o = 30 mA. Prova a 1 Idn = tempo massimo d’intervento 500 ms.

Prova a 5 Idn = tempo massimo d’intervento 40 ms. b) Dispositivi con corrente differenziale Idn > 30 mA. Prova a 1 Idn = tempo massimo d’intervento 2000 ms.

Prova a 5 Idn = tempo massimo d’intervento 40 ms.

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5.3. Certificati di esecuzione controlli e prove Per i controlli esecutivi devono essere compilati certificati di esecuzione prove, che saranno firmati per accettazione dalla committente ad operazioni terminate con risultati positivi. I certificati di esecuzione controlli e prove dovranno essere rilasciati alla Committente in quattro copie. Negli allegati vi è una tabella come esempio di modulo predisposto. 6. MISURA DELL’IMPEDENZA DELL’ANELLO DI GUASTO (Zs) NEI SISTEMI “TN”

6.1. Premessa La misura dell’impedenza dell’anello di guasto è una prova che si effettua prima di iniziare le prove di funzionamento o di avviamento. Questa prova deve essere effettuata con strumentazione adeguata in grado di garantire l’effettiva rilevazione del valore di impedenza del circuito (e non solo del valore della resistenza) e di rilevare valori di impedenza molto piccoli. Infatti per i quadri generali di BT i valori da rilevare risultano molto piccoli pertanto è necessario adoperare strumenti aventi una precisione e risoluzione adeguata ai bassi valori rilevabili. Considerato il tipo di impianto la prova potrà essere realizzata sui circuiti dove non è installata un protezione differenziale. 6.2. Prove e collaudi La misura dell’impedenza dell’anello di guasto (Zs) deve essere effettuata con una corrente a frequenza uguale a quella nominale del circuito. Devono essere esclusi dalla misura tutte le utenze provviste di protezione differenziale. La misura dell’impedenza dell’anello di guasto (Zs) deve verificare che le caratteristiche dei dispositivi di protezione e le impedenze dei circuiti devono essere tali che, se si presenta un guasto di impedenza trascurabile in qualsiasi parte dell’impianto tra un conduttore di fase ed un conduttore di protezione o una massa, l’interruzione automatica dell’alimentazione avvenga entro il tempo specificato dalle normative (vedere tabella seguente), soddisfacendo la seguente condizione: Zs x Ia < U0

Dove:

• Zs è l’impedenza dell’anello di guasto che comprende la sorgente, il conduttore attivo fino al punto di guasto ed il conduttore di protezione tra il punto di guasto e la sorgente.

• Ia è la corrente che provoca l’interruzione automatica del dispositivo di protezione nel tempo definitivo dalle curve d’intervento del dispositivo di protezione (questo tempo deve rientrare nei valori indicati nella tabella per i circuiti terminali di seguito indicata), in funzione della tensione nominale U0 oppure entro un tempo convenzionale non

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superiore a 5s per i circuiti di distribuzione; se si usa un interruttore differenziale Ia è la corrente differenziale nominale Idn.

• U0 è la tensione nominale in c.a., valore efficace tra fase e terra. - Tabella del Tempo massimo di interruzione per sistemi TN nei circuiti terminali.

U0 (V) Tempo d’interruzione (s) 120 0,8 230 0,4 400 0,2

>400 0,1

6.3. Certificati di esecuzione controlli e prove

Per i controlli esecutivi devono essere compilati certificati di esecuzione prove, che saranno firmati per accettazione dalla committente ad operazioni terminate con risultati positivi. I certificati di esecuzione controlli e prove dovranno essere rilasciati alla Committente in quattro copie. Negli allegati vi è una tabella come esempio di modulo predisposto. 7. ALLEGATI

Allegati alla seguente specifica vi sono come esempio i moduli, che l’installatore dovrà fornire, relativi alle prove da realizzare per il collaudo degli impianti. I moduli allegati sono relativi alle seguenti prove:

- Misura dell’impedenza dell’anello di guasto “Zg”. - Verifica livello illuminazione aree. - Verifica funzionamento dispositivi di protezione differenziale. - Misura resistenza dei collegamenti a terra. - Prova di isolamento dei cavi.

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Lavoro: _____________________________

Commessa: _____________________________

Oggetto: Misura dell’impedenza dell’anello di guasto

Utenza Misurata Protezione Guasto F-PE

Pos. Denominazione utenza

Sigla utenza

Circ.distib.Circ.term. Tipo Tarature

Intervento con Ig (A) A ≤ 5 sec.

B ≤ 0,4 sec.

Impedenza Zg

misurata (Ohm)

Ig=Uo/Zg(A)

Tempo interv. Ig ricavato dalla curva del

dispositivo di protezione Note

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

Prog. Def. 2460 lotto D parte 2: Specifica norme di esecuzioni di collaudo e verifiche

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Lavoro: _____________________________

Commessa: _____________________________

Oggetto:

Verifica livello illuminamento aree

Pos. Illuminamento normale Illuminamento emergenza Progetto Misura Progetto Misura

Area

(lux) (lux) (lux) (lux) Note

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

Prog. Def. 2460 lotto D parte 2: Specifica norme di esecuzioni di collaudo e verifiche

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Lavoro: _____________________________

Commessa: _____________________________

Oggetto: Verifica funzionamento protezioni differenziale

Pos. Tipo differenziale Corrente diff. Tempo interv.

Circuito

istantaneo selettivo (mA) (ms) Note

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

Prog. Def. 2460 lotto D parte 2: Specifica norme di esecuzioni di collaudo e verifiche

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Lavoro: _____________________________

Commessa: _____________________________

Oggetto: Prova di continuità delle connessioni verso terra

Pos. Sezione cavo di PE Resistenza collegamento

Utenza/Massa

(mm²) (Ohm) Note

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

Prog. Def. 2460 lotto D parte 2: Specifica norme di esecuzioni di collaudo e verifiche

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Lavoro: _____________________________

Commessa: _____________________________

Oggetto:

Prove di isolamento dei cavi prima della messa in

tensione Resistenza tra i conduttori

Pos. L1-L2 L1-L3 L2-L3 L1-N L2-N L3-N L1-PE L2-PE L3-PE

Denominazione utenza

Sigla utenza Quadro Sigla

cavo Tipo cavo

n°condut. x

sez.(mm²) (Mς) (Mς) (Mς) (Mς) (Mς) (Mς) (Mς) (Mς) (Mς) Note

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica automazione blanding in line 1 di 8

PRPG-922

SPECIFICA DI AUTOMAZIONE BLANDING IN LINE

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica automazione blanding in line 2 di 8

SPECIFICA DI AUTOMAZIONE E FUNZIONAMENTO DELL'IMPIANTO

BLENDING IN LINE DI CALATA CANZIO. L'impianto in oggetto ha lo scopo di formare in linea miscele combustibili formate al massimo Da due ( olio combustibile denso - gasolio) ed eseguire il caricamento su bettoline. I prodotti contenuti nei serbatoi vengono aspirati da pompe centrifughe, regolati da valvole di controllo e mandati ad appositi miscelatori statici ove si forma la miscela desiderata che viene inviata alle baie di carico. L'impianto è costituito sostalziamente dalle seguenti apparecchiature:

- serbatoi olio combustibile denso - serbatoi gasolio ciclico - pompe centrifughe - contatori olio combustibile denso - contatore gasolio - valvole di regolazione su gasolio 4-20ma - valvole di blocco ( su olio combustibile denso on-off) - miscelatore statico MIX-1 - miscelatore statico MIX-2 - miscelatore statico MIX-3

II calcolo percentuale dei vari prodotti e le relative regolazioni per la formazione della miscela desiderata vengono effettuate automaticamente dal P.C. di gestione impianto. L'impianto è strutturato per caricare due bettoline contemporaneamente di miscele. Per le caratteristiche dei prodotti base e le relative miscele che si possono formare vedere la specifica tecnica allegata aggiornata N.° 917 I dati di base che l'operatore potrà impostare saranno: -1° tipo di IFO della miscela da ottenere. -2° viscosità e densità della miscela da ottenere -3° viscosità e densità dei prodotti base. Nel secondo punto cioè nel caso che l'operatore voglia ottenere , viscosità - densità e tipo di IFO differenti dalle tabelle sopracitate, il sistema dovrà calcolare le varie percentuali dei componenti base automaticamente. Si sottolinea inoltre che nel caso alcune portate della miscela , naturalmente riguardanti le percentuali di gasolio , siano inferiori al 10 m3 / h il sistema dovrà automaticamente considerare il tempo di erogazione delle quantità in modo che queste rientrino nelle portate minime, o appena superiori ad esse, dei contatori ( al di sotto della soglia dei 10 m3 /h i contatori non garantiscono più alcuna precisione del prodotto conteggiato ). Per chiarire quanto sopra esposto prendiamo in esame un caso di miscela anche se esso nella realtà delle richieste possibili non esista: Esempio IFO 320 composto da: 98% O.C.D.

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica automazione blanding in line 3 di 8

2% Gasolio Se uso un contatore da 300 m3 / h il Gasolio risulterebbe pan a 6 m3 / h e quindi fuori tolleranza per il contatore del gasolio. In questo caso il sistema dovrà provvedere automaticamente a regolare 1' immissione di Gasolio ad intervallo di tempo uguali e con una regolazione della portata istantanea pari a quattro volte l'impostato. In dettaglio l'esempio sopracitato per il Gasolio avrebbe la seguente tabella di lavoro:

- 5'a 0,4m3/h - 20' pausa (stop della pompa associata) - 5' a 0.4 m3 / h - 20' pausa - tempo necessario a 0,4 m3 /h per ottenere la fine miscelazione alle quantità

impostate.

Importante sottolineare che con questo tipo di miscelazione e di conseguente regolazione del sistema, il prelievo automatico dei campioni non deve funzionare.( non avendo naturalmente la continuità della miscelazione dei due prodotti nel miscelatore statico prescelto). In questo caso inoltre l'operatore potrà accedere ad una tabella dove sceglirà solo i tempi di lavoro dell'erogazione del prodotto ma non quelli di pausa che dovranno essere calcolati automaticamente dal sistema tenendo conto del tempo massimo previsto per la miscelazione totale prevista. La formula che dovrà essere implementata in questo caso dovrà essere la seguente:

Tp= (T t- (Tl x 4 ) ):4 dove: Tp= tempo pausa espresso in minuti Tt= tempo totale miscelazione espresso in minuti Tl= tempo di erogazione espresso in minuti

Nel caso inoltre che il sistema per qualsiasi motivo di carattere impiantistico o di errore umano nell'impostare i tempi di erogazione del prodotto , la portata scenda sotto i 10 m3 / h ,il sistema deve dare un allarme all'operatore sia Visivo che acustico onde permettere allo stesso o di modificare dei parametri, di cambiare contatore se necessario e/o di bloccare la miscela in corso se esistano dei gravi problemi. Per effettuare una miscelazione con il Blanding in Line occorre osservare le seguenti procedure dove sono inoltre evidenziate anche tutte le operazioni manuali necessarie.

- Utilizzo di password per entrare nel sistema. - Scelta del tipo di miscela

La miscela viene scelta dall’operatore in base ad una tabella di miscele gia calcolate (alcune di esse sono riportate come esempio nella tabella della specifica tecnica N°.919 oppure evidenziando il nome della miscela ,esempio IFO 210, ed impostando, se non aggiornati in una specifica tabella , i valori di viscosità e di densità base dei prodotti stessi che compongono la miscela. - Scelta della quantità di prodotto.

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica automazione blanding in line 4 di 8

La quantità di miscela da erogare viene impostata da tastiera ed e espressa in m3 totali. In base ai m3 impostati il sistema deve calcolare le portate dei singoli componenti verificando che queste non scendano sotto i 10 m3. In tal caso sarà dato un segnale luminoso sul supervisore che avvertirà l'operatore di entrare nel sistema di gestione precedentemente descritto per quei casi di miscele con portate relative al Gasolio inferiori ai 10 m3. - Scelta del miscelatore. La scelta del miscelatore statico associato al tipo di prodotto da caricare viene impostata dall’operatore tramite tastiera.(il sistema deve comunque effettuare una verifica della congruenza della scelta effettuata). L’operatore dovrà inoltre scegliere il Punto di carico , premendo a campo il pulsante installato completo di lampada Segnalazione di avvenuta scelta, ed aprire manualmente le valvole relative assicurandosi che le valvole di erogazione installate sugli altri appartenenti al MIX prescelto siano chiuse.

- Consensi al carico. L'operatore a inizio turno, prima del carico , deve azzerare la testata dei contatori e alla fine di tutte le operazioni di carico previste abilitare la stampa. L'operazione determina l'invio di un consenso al sistema necessario per l'inizio delle operazioni di miscelazione. L'operatore , dopo aver collegato la manichetta alla bettolina, deve inoltre azionare un pulsante installato in banchina che da il consenso alla caricazione ,( HS ) La caricazione della miscela avverrà solo se tutti i consensi necessari relativi ai singoli componenti,sono stati acquisiti e verificati dal sistema. In particolare il sistema deve provvedere a segnalare i seguenti allarmi: - scelta contatore di caricazione errata per la portata in m3 - tempo di carico impostato non congruente - scelta miscela non eseguita - dati niscela non corretti - mancanza consenso al carico - contatore scelto non pronta - scelta serbatoi non corretta - scelta serbatoi non effettuata - percorso prodotto non pronto - pompe non O.K. per caricazione - allarme in corso verificare a pag. allarmi - portata gasolio troppo bassa impostare sequenza a step - pulsante Punto di Carico non premuto - scelta MIX non effettuata - allarme su MIX 1 verificare a pag. allarmi - allarme su MIX 2 verificare a pag. allarmi - allarme su MIX 3 verificare a pag. allarmi I sudetti messaggi di diagnostica e di allarme compariranno se l'operatore dal sistema di supervisione provvederà a dare l'inizio ciclo. L'operatore ,dato che parte dell’impianto non e monitorizzato, dovrà quindi effettuare delle scelte sul sistema di supervisione che gli verranno richieste per completare il percorso dei prodotti, dette scelte abiliteranno

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica automazione blanding in line 5 di 8

memorie che si azzerano con il consenso di fine ciclo dato dal supervisore senza del quale non potrà essere iniziato un nuovo ciclo di caricazione. Se tutte le scelte sono state fatte e tutti i dati sono congruenti apparirà il seguente messaggio:

- sistema pronto premere inizio ciclo - Sul sistema di supervisione apparirà il conteggio dei m3 conteggiati dalle slitte

prescelte e tutti i dati necessari per un controllo della miscelazione in corso e in particolare:

- quantità impostata per ogni slitta - quantità conteggiata per orni slitta - quantita totalizzata somma di tutte le caricazioni - tempo totale miscela impostato - tempo miscela corrente - controllo congruenza portata istantanea slitte - visualizzazione portata istantanea - seganalazione anomalia e/o allarme in corso II P.C. di supervisione ad ogni fine caricazione provvederà a stampare un rapporto di miscelazione che riporterà le seguenti informazioni: - quantità miscela impostata - quantità miscela caricata - tempo impostato - tempo conteggiato - tutti i dati impostati relativi alla miscela impostata - densità miscela da lettura strumento ( media di N campionamenti eseguiti dal

rilevamento in tempo reale ). - viscosità miscela da lettura strumento ( media di N campionamenti eseguiti dal

rilevamento in tempo reale). ( N campionamenti verranno eseguiti automaticamente dividendo il tempo impostato per 100 la formula necessaria per il loro calcolo e la seguente:

Vlm= ( sommVi (N) ):N dove : Vlm = valore medio : Vi = valore istantaneo : N = numero di campionamenti eseguito dal PLC)

II P.C. di supervisione ad ogni fine turno su richiesta dell'operatore o con l'estrazione del cartellino dalle slitte provvederà a stampare un riepilogo delle caricazioni effettuate e con le seguenti informazioni:

- numero miscele effettuate - totale prodotto conteggiato -data - totale tempo caricazione

L'operatore dovrà controllare se i totali conteggiati sui cartellini inseriti sulle slitte fiscali sono congruenti e quindi dare un O.K. al sistema di " MIX effettuate senza errori". II P.C. di supervisione provvederà a stampare il seguente messaggio:

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica automazione blanding in line 6 di 8

-Fine caricazione di turno O.K.

- Emergenza Nel caso di emergenza l'operatore dovrà azionare il pulsante installato in banchina ( uno per ogni Punto di carico ) che tramite il sistema provvederà ad eseguire le seguenti operazioni:

- simultanea fermata delle pompe in marcia - dopo un tempo T= 10 sec. circa le valvole a monte dei miscelatori

Le sudette operazioni saranno eseguite nella sequenza sopradescritta e bloccheranno la caricazione della bettolina. Naturalmente l'operatore dovrà anche in breve tempo sul contatore monitorato e controllare che vengano manualmente bloccate. Dopo una manovra di emergenza l'operatore dovrà eseguire le seguenti procedure , dopo aver naturalmente ripristinato la causa dell’emergenza : - verificare la quantità di miscela conteggiata

- impostare le quantità necessarie al completamento della stessa se possibile - ripristinare tutte le scelte sopra descritte - verificare i dati che il P.C. con l'intervento di emergenza ha stampato - verificare i dati del cartellino slitte e quelli stampati - dare un consenso dal supervisore di emergenza rientrata

A questo punto sarà possibile riavviare la caricazione con inizio ciclo. Nel caso non fosse possibile ripristinare l’impianto per la continuazione della miscelazione in modo automatico l'operatore dovrà mettere il sistema in manuale e tramite apposito menu eseguire manualmente le seguenti operazioni:

- apertura valvole - marcia e arresto pompe

- Operazioni svolte dal sistema di gestione. Quando tutte le operazioni in preparazione al carico sono state compiute dall'operatore e lo stesso a premuto inizio ciclo il sistema provvederà ad eseguire le seguenti operazioni :

- marcia pompe centrifughe ( debbono sempre prima avviarsi le pompe del gasolio e dopo pochi secondi quelle dell' O.C.D.)

- apertura valvole - apertura della valvola on-off dell' O.C.D. (BV). - apertura delle valvole proporzionali 4-20 mA dei Gasolii

Tutte le sudette operazioni si svolgono a monte del MIX prescelto a valle di seguito descriveremo il funzionamento dell’impianto prelievo campioni.

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica automazione blanding in line 7 di 8

Contemporaneamente all' apertura della valvole e alla marcia delle pompe il sistema acquisisce il segnale di portata derivato dal trasmettitore ad impulsi installato su ogni contatore. Mantenendo per l'O.C.D. la valvola on- off ( BV-1 / BV-2 ) completamente aperta effettuerà le regolazioni sulle valvole di controllo dell’altro prodotto con un P.I.D. che dovrà mantenere costante per quanto possibile la portata del prodotto dopo aver inizialmente aperto le valvole per un valore in % proporzionale ai m3 impostati. (P.I.D. = LOOP di REG. Proporzionale e Derivato ). Le regolazioni di portata saranno effettuate su valori compensati a 15° C. Sull'uscita di ogni MIX sono installati analizzatori di viscosità e densità ( uscita 4-20mA compensata a 15° ) completi di visualizzazione che inviano al sistema i loro segnali che saranno visualizzati in tempo reale . Se uno dei due valori che caratterizzano la miscela in corso non rientra nel campo verrà segnalata sul video un"anomalia" a fronte della quale l'operatore deciderà se mettere o no in blocco la caricazione ( naturalmente bisogna sempre prendere in considerazione di acquisire il segale di allarme solo quando le miscele hanno una portata superiore ai 10 m3 e quindi non stiamo caricando ad intervalli di tempo con il Gasolio. II blocco della caricazione dovrà rispettare le sequenze precedentemente descritte nel paragrafo " emergenza ". Al fine di realizzare dei campionamenti all'uscita di ogni MIX il sistema apre ciclicamente le elettrovalvole SOV, l'apertura deve essere gestita con N aperture per ogni caricazione e dovrà seguire la seguente formula: Nct= m3T : N dove : Net = tempo di intervallo tra un campionamento e l'altro

m3T = m3 totali impostati N = numero di campionamenti impostati dal supervisore

bisogna inoltre definire che il tempo Net e uguale a: Nct-tc=Ntcl dove : tc = tempo di campionamento Ntcl = tempo di pausa tra un campionamento ed un'altro. II tempo tc di campionamento dovrà essere gestito in modo che il recipiente campione sia riempito in modo omogeneo e come sopra esposto ad intervalli regolari durante tutto il tempo di caricazione. Quando il carico della bettolina e prossimo al 100% il sistema seguirà il seguente funzionamento: 90 % caricazione ( 10% coda di MIX per raggiungere con precisione l'impostato) - regolazione dell’inverter (in questa condizione il sistema si porterà in basso flusso e quindi in bassa portata vale quindi quanto descritto precedentemente per la gestione del sistema in queste condizioni, naturalmente il passaggio alla gestione in bassa portata deve essere gestita dal sistema automaticamente tenendo conto delle formule necessarie precedentemente descritte). 100% fine caricazione i

- chiusura Valvole

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica automazione blanding in line 8 di 8

- fermata contemporanea delle pompe in marcia - dopo 10 sec chiusura di tutte le valvole a monte del MIX prescelto

II sistema riceve un segnale da un pressostato differenziale installato sul filtro di ogni contatore e segnala un'allarme per alta pressione differenziale, sarà discrezione dell'operatore scegliere le modalità operative da ottemperare.

- Operazioni complementari svolte dal sistema. -

II sistema deve inoltre visualizzare e gestire le seguenti variabili:

- Contaore funzionamento pompe - Tabelle di miscele già precalcolate che potranno essere scelte dall'operatore richiamando il numero consecutivo riportato in tabella nella pagina di impostazione miscela da eseguire - Le N pagine sinottico e di menu interattivi necessari alla gestione - Visualizzazione del report di fine MIX e la stampa - Visualizzazione del report di fine Turno e la stampa

- Visualizzazione degli allarmi presenti - Visualizzazione di tutte le variabili necessarie per una corretta gestione e supervisione del sistema.

- Allarmi- Di seguito formuliamo un elenco di allarmi non esaustivo : - allarmi termiche pompe - allarmi di Time-out apertura - chiusura valvole - allarmi di bassa portata durante Mix - allarmi Pulsanti di Emergenza premuti - allarmi di errori operativi nell'eseguire le scelte - allarmi di viscosità - allarmi di densità - allarmi di superamento tempi impostati durata miscele - allarmi pressostati differenziali slitte - allarmi contatori fuori range per portata impostata non congruente con la scelta effettuata - allarmi di controllo strumnto Viscosimetro e Densimetro - allarmi di diagnostica PLC e PC l. A conclusione della specifica si sottolinea l’importante necessita di avere un P&I

dell'impianto aggiornato e definitivo per poter definire in modo preciso e corretto tutte le visualizzazioni e le pagine grafiche necessarie.

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PRPG-923

SPECIFICHE IMPIANTI ELETTRICI

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifiche impianti elettrici

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SOMMARIO 1. SCOPO ………………………………………………………………………………………… 2. TERMINOLOGIA ……………………………………………………………………………… 3. RIFERIMENTI LEGISLATIVI E NORMATIVI ……………………………………………… 3.1 Osservanza delle norme vigenti ………………………………………………………………. 3.2 Esecuzione dei lavori e osservanza di norme tecniche ………………………………………… 3.3 Prescrizioni tecniche aggiuntive ……………………………………………………………….. 4. IMPIANTO …………………………………………………………………………………….. 4.1 Generalità ………………………………………………………………………………………. 4.2 Alimentazione nuovi impianti ………………………………………………………………….. 4.3 Impianto di supervisione ……………………………………………………………………….. 4.4 Tracciatura elettrica …………………………………………………………………………….. 4.5 Tracciatura ad acqua calda ……………………………………………………………………... 4.6 Impianti di servizio …………………………………………………………………………….. 4.7 Collegamenti equipotenziali ……………………………………………………………………. 5. NOTE DI CONCETTO …………………………………………………………………………... 5.1 Generalità sui quadri ……………………………………………………………………………. 5.2 Generalità sui impianti …………………………………………………………………………. 5.3 Documentazione e assistenza tecnica …………………………………………………………... 5.4 Interferenze con altre imprese …………………………………………………………………... 6. PRECISAZIONI VARIE ………….……………………………………………………………... 7. ELABORATI DI RIFERIMENTO…………………………………………………………….....

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1. SCOPO Il presente documento si riferisce ala esecuzione degli impianti elettrostrumentali relativi allo spostamento del deposito della Petrolig S.r.l. di Calata Canzio Genova.

2. TERMINOLOGIA

Nella presente relazione si è impiegata la seguente terminologia per identificare i limiti di competenza:

• Committente e D.L. • Ditta Assuntrice o Strumentale: Impresa aggiudicataria dell’appalto elettrico,

elettrostrumentale, automazione; • Piping: Impresa aggiudicataria dei lavori di piping (montaggi meccanici, tubazioni,

ecc.).

3. RIFERIMENTI LEGISLATIVI E NORMATIVI

3.1 Osservanza delle norme vigenti Nella redazione del presente progetto cosi come nella loro realizzazione, sono state, e dovranno essere tenuti come riferimento nella esecuzione dei lavori, le disposizioni di legge e le norme tecniche del CEI. Si richiamano di seguito le principali norme o leggi che regolamentano la realizzazione di apparecchiature e di impianti elettrici:

• DPR 27.4.1955 n. 547: “ Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro”; • Legge 1.03.1968 n. 186: “ Disposizioni concernenti la produzione di materiali,

apparecchiature, macchinari, installazione di impianti elettrici ed elettronici”; • Legge 8.10.1977 n.791: “ Attuazione della direttiva del consiglio delle Comunità

Europee (n. 73/23/CEE) relativa alle garanzie di sicurezza che deve possedere il materiale elettrico destinato ad essere utilizzato entro alcuni limiti di tensione”;

• DM 10.4.1984: “ Eliminazione dei radio disturbi”; • Legge 5.03.1990 n. 46: “Norme per la sicurezza degli impianti”; • DPR 6.12.1991 n. 447: “Regolamento di attuazione della legge 46/90”; • D.Lgs 19.9.1994 n. 626: “Attuazione delle direttive 89/391/CEE, 89/654/CEE,

89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/270/CEE, 90/394/CEE, 90/679/CEE riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro”;

• Direttiva 93/68/CEE, recepita con D.Lgs 626/96 e D.Lgs 277/97: “Direttiva Bassa Tensione”;

La rispondenza delle norme sopra citate sarà intesa nel senso più restrittivo e cioè non solo l’esecuzione dell’impianto sarà rispondente alle norme, bensì ogni singolo componente dell’impianto stesso. La ditta installatrice dovrà assicurare la presenza del contrassegno

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dell’Istituto del Marchio Italiano di Qualità (IMQ) per i materiali ed apparecchiature per i quali è previsto ed uniformarsi a tutte le eventuali ulteriori posizioni e/o aggiornamenti che verranno emanati prima dell’esecuzione dell’impianto (per i cavi è richiesto il marchio IMQ). Dovranno inoltre essere rispettati gli obblighi derivanti dal recepimento delle Direttive Europee (marchio CE) per quanto in vigore al momento della consegna dell’apparecchiatura.

3.2 Esecuzione dei lavori e osservanza di norme tecniche I lavori dovranno essere eseguiti a regola d’arte. I lavori saranno eseguiti nel pieno rispetto delle norme del Comitato Elettrotecnico Italiano (CEI) in vigore alla data di esecuzione dei lavori. I materiali impiegati risponderanno inoltre alle norme UNI e alle tabelle CEI-UNEL. Per i cavi è richiesto il marchio IMQ. 3.3 Prescrizioni tecniche aggiuntive Al termine dei lavori, e comunque prima del collaudo provvisorio, la Ditta Appaltatrice sarà tenuta a:

- consegnare al committente una completa documentazione sugli impianti realizzati, la documentazione comprendere gli schemi unifilari degli impianti, i disegni in pianta ed alzato delle porzioni di edificio interessato, con l’indicazione delle posizioni dei quadri, dei passaggi cavi ecc. Sugli schemi saranno riportate tutte le indicazioni (tipo e sezione di cavi, tipo dei materiali installati, numerazione dei conduttori interni e dei cavi esterni ecc.) utili per la futura manutenzione degli impianti.

- Effettuare una verifica del dimensionamento dei cavi e delle tarature degli organi

di protezione, in relazione alla situazione finale ed esecutiva degli impianti (lunghezza cavi effettive, ecc.) e in particolare riferimento alle prescrizioni della norma CEI 64-8, CEI64-2, CEI11-1.

- Effettuare una verifica del corretto collegamento delle apparecchiature al circuito

di protezione, con verifica della resistenza di collegamento, impedenza dell’anello di guasto (Zs) e coordinamento con le protezioni elettriche.

- Compilare la dichiarazione di conformità ai sensi della legge 46/90 e preparare la

documentazione necessaria alla denuncia degli impianti di terra ai sensi del DPR n. 462 del 22-10-2001.

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4. Impianto

4.1 Situazione esistente

Attualmente l’impianto è configurato come da lay-out attuale allegato dis. N°210 e il suo funzionamento è garantito da un sistema di automazione semplice ma distribuita. Vi sono una serie di quadri sia di potenza che di automazione che verranno lasciati ubicati nella posizione attuale e che dovranno garantire il funzionamento di tutto il deposito sino al rifacimento completo della nuova banchina e, smantellate le vecchie utenze predisposte sul lato esso, dovranno essere pronti per funzionare sul lato nuova darsena garantendo il continuo esercizio del deposito. In particolare le apparecchiature che manteranno la vecchia sistemazione sono le seguenti:

A ) Cabina lato esso: Quadro MT (esistente) Power center (esistente) UPS 24 Vcc (esistente) Quadro rifasamento 1 (esistente) Quadro rifasamento 2 (esistente) Quadri servizi (esistente)

B) Quadro MCC sala Pompe (esistente)

C) Quadro controllo livelli( ved. Dis. N.°280)

D) Quadro antipollution( ved. Dis. N.°266)

C) Quadro di comando e controllo caldaia N.°1( ved. Dis. N.°268) E) Quadro D.C.S. di Automazione che manterrà questa configurazione per essere poi smantellato e riportato in quello nuovo lato ENI

Terminati i lavori della nuova banchina si provvederà a collegare in rete e alle nuove utenze

i quadri esistenti smantellando tutte le linee, le canaline portacavi e le apparecchiature non più utilizzate vedere layout allegato alla presente con l’indicazione di tutti i cavi molti dei quali andranno smantellati.

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4.2 Alimentazione nuovi impianti situazione futura

Durante la costruzione della nuova banchina lato ENI la ditta Appaltatrice dovrà approntare gli impianti in modo da predisporre il completo passaggio della gestione del costiero dal lato esistente a quello nuova lato ENI.

In particolare saranno da posare collegare e collaudare le seguenti apparecchiature A ) Cabina lato ENI:

Nuovo Quadro MT ( ved. Dis. N.°251) Nuovo Power center( ved. Dis. N.°208) Nuovo UPS 48 Vcc ( standard da mercato) Nuovo Quadro rifasamento 1( standard da mercato) Nuovo Quadro rifasamento 2( standard da mercato) Nuovo Quadro di automazione DCS( ved. Dis. N.°258) Nuovo Quadro MCC sala Pompe A e B( ved. Dis. N.°262-

263) Nuovo Quadro distribuzione gruppo elettrogeno ( ved.

Dis.N°.276) Installazione e collegamento di Gruppo Elettrogeno di

Emergenza in container Nuovi Quadri di Rifasamento

B) Nuovo Quadri Punti di carico ( ved. Dis. N.°271)

C) Nuovo Quadro BIL 1 e 2 e 3 ( ved. Dis. N.°255-256-257)

D) Nuovo Quadro scarico Vagoni (ved. Dis. N.°254)

E) Nuovo Quadro di comando e controllo caldaia N.°2 ( ved. Dis. N.°268) F) Nuovo Quadro di comando scarico ATB ( ved. Dis. N.°254) G) Nuovo Quadro di comando Piggatura ( ved. Dis. N.°261) H) Nuovo Quadro allarmi e incendi ( ved. Dis. N.°279) I) Nuovo Quadro centralina eolica ( ved. Dis. N.°267) L) Nuovo Quadro distribuzione Luce e FM Uffici ( ved. Dis. N.°273) M) Nuovo Quadro distribuzione Luce e FM Sala controllo e sala Pompe e Servizi n) Cabina ENEL lato Esso:

Nuovo Quadro MT ( ved. Dis. N.°250)

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4.3 Impianto di supervisione Il sistema di supervisione sarà composto da 4 PC e da 1 Server in comunicazione tramite la rete Ethernet anche con il DCS Siemens di gestione. Come mostra lo schema i PC sono installati nella sala controllo, si può notare che il sistema si compone di 5 Stazioni di cui 4 client 1 Server e 1 di Servizio per la programmazione. La prima rete che collega tutti i PC anche al sistema gestionale attraverso una serie di switch del Deposito è Ethernet la rete che collega tutti gli PLC o I/O rematati è Profibus. Sarà carico della impresa appaltatrice, in accordo con i tecnici di stabilimento, l’aggiornamento dello schema generale e lo sviluppo del sistema di supervisione, nonché l’attivazione del sistema di comando e controllo in modo da consegnarlo finito e perfettamente funzionante. Le varie pagine video andranno concordate con la D.L. e dovranno tassativamente essere realizzate come da richiesta dei tecnici del Deposito. I commenti dovranno avere gli stessi riferimenti degli elaborati tecnici ( Quali P&I , schemi, ecc) e la descrizione dovrà essere il più chiara e completa possibile . La ditta appaltatrice dovrà concordare la base dati di interscambi tra i software PLC ed il sistema di supervisione rilasciando, in accordo con la ditta realizzatrice dei programmi PLC, una documentazione preliminare la quale andrà discussa ed approvata con i tecnici della committente. I requisisti software per il sistema di supervisione sono licenza sviluppo e run-time Simatic IT con l’ultimo service pack disponibile e in particolare devono essere realizzate le seguenti funzioni:

• Ogni sistema di supervisione deve poter accedere ai dati relativi a tutti i PLC. • La modifica dati di Setpoint deve essere gestita da un sistema di password ad albero

gerarchico. • Devono essere previste circa 10 pagine per nodo con 100 link circa per ognuna. • Deve essere prevista la gestione degli allarmi con archiviazione su data base e

illuminazione sul sinottico dei punti interessti dall’anomalia • Dovranno essere presenti la gestione dei trend dei consumi relativi alla produzione

con curve di tendenza e archiviazione su data base. • I consumi di gasolio per le caldaie e per il gruppo elettrogeno devono essere proposti

in una apposita pagina dove compariranno i valori relativi al turno lavorativo. • Per i consumi elettrici dovranno essere previste più pagine di visualizzazione di stato

degli interruttori e dei consumi istantanei, in caso di anomalia dovrà essere evidenziata la parte di circuito interessata in modo da facilitare l’operatore sulla ricerca dei guasti

• I dati di potenza istantanea dovranno essere integrati in modo da avere a disposizione l’energia Consumata.

Il collegamento dei PC alla rete ethernet del deposito dovrà essere effettuato attraverso un nuovo HUB da installare in sala controllo e collegato alle fibre ottiche di Bus dati.

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4.4 Tracciatura elettrica

Le nuove tubazioni di adduzione OCD o LUBE saranno da tracciare con idoneo cavo scaldante;l’alimentazione delle varie tratte di cavo scaldante sarànno derivate dal quadro esitente che sarà necessario rialocare e posizionare in una nuova postazione di comando.

Il cavo scaldante da posare deve avere le seguenti caratteristiche:

• Tensione di alimentazione : 220/240 V • Sezione conduttori : 1,25 mmq • Minimo raggio di curvatura : 25 mm • Minima temperatura di installazione : -10° C • Massima temperatura di esercizio : 120° C • Massim resitenza calza di protezione : 18,2 Ohm/Km • Potenza resa : 25-30 W/mt. Con lunghezza max circuito pari a 60 mt.

Il cavo scaldante dovrà essere installato , con adeguata procedura, sulle valvole, filtri e strumenti vari; dovrà inoltre essere corredato di idonei accessori, seguendo le modalità di installazione della casa costruttrice.

Si deve altresì prevedere la tracciatura elettrica dell’impianto antincendio alimentato da Serbatoio di Riserva Acqua.

N.B. è prevista anche la tracciatura a Vapore delle linee.

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4.5 Impianti di servizio Gli impianti e i locali di nuova realizzazione dovranno essere completi di impianti di servizio intesi come illuminazione, prese FM, rilevazione fumi, ecc. L’illuminazione dovrà rispettare i coefficienti di illuminamento medio stabiliti dalle norme CEI per ogni locale o area asservita. 4.6 Collegamenti equipotenziali In corrispondenza delle giunzioni dei moduli di carpenteria occorrere assicurare la continuità elettrica delle masse metalliche a mezzo ponticelli in cavo unipolare. Si prevede la fornitura in opera di piastre per collegamenti equipotenziali BTM, in piatto di acciaio INOX con squadrette di fissaggio, da installarsi in corrispondenza dei sostegni delle passerelle ad intervalli di circa 10 m e, comunque, ove indicato nelle planimetrie progettuali. Alle piastre equipotenziali saranno collegati:

• Cavo dorsale di terra; • Messa a terra carpenterie; • Messa a terra passerelle portatavi; • Messa a terra tubazioni; • Messa a terra sostegni corpi illuminanti.

Il cavo unipolare in rame rudo giallo/verde tipo N07V-K 1x95 mmq. Posato nelle passerelle, sarà collegato alle BTM a mezzo appositi morsetti di derivazione e spazzone di cavo di raccordo. E’ vietata l’interruzione del cavo dorsale. Ogni utenza elettrica interessata dal lavoro in specifica dovrà avere l’adeguato collegamento di messa a terra, costituito da corda di rame nuda per la tratta da utenza ad impianto generale, di sezione come da normative; le connessioni dovranno essere realizzate con capicorda e morsetti “crimpit” a compressione. Le tubazioni installati sulla struttura saranno collegate a terra a mezzo collari del tipo a fascetta con morsetto serracavo. I conduttori di protezione sono presenti in tutte le condutture e collegati al nodo equipotenziale del quadro di zona di appartenenza. Sarà altresì a carico dell’impresa appaltatrice la misura di tutti i collegamenti equipotenziali. E’ altresì da prevedere la completa equipotenzializzazione della zona serbatoi con la messa a terra, sempre tramite apposite BTM, del collegamento del serbatoio e della coibentazione dello stesso e delle tubazioni di adduzione e prelievo dell’OCD, Gasolio o LUBE e dell’acqua calda di tracciatura delle tubazioni.

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5. Note di concetto 5.1 Generalità sui quadri Ogni quadro sarà addossato a parete e tutte le operazioni di verifica, collegamento nuove linee altre alle operazioni di manutenzione ed eventuali ampliamenti dovranno essere eseguiti dal fronte. I quadri saranno del tipo ad elementi verticali (Unità) normalizzati e tra loro meccanicamente ed elettricamente collegati; dovranno essere facilmente ampliabili anche in futuro, senza dover ricorrere a operazioni di taglio o saldatura, ma tramite sole operazioni di imbullonatura di eventuali unità modulari analoghe a quelle già montate. Il sistema di sbarre principali sarà completamente segratato e conterrà anche le connessioni e le derivazioni. Si evidenzia il fatto che ogni quadro andrà attrezzato con basi fisse o con morsettiere di distribuzione, a seconda dei casi, in modo che un eventuale aggiunta futura si possa realizzare senza dover disalimentare il quadro. Ogni partenza motore avrà, per quanto riguarda i circuiti ausiliari, una propria protezione in modo che un guasto su di un ausiliario non comprometta la continuità di esercizio dell’intero quadro. 5.2 Generalità sugli impianti Tutti i conduttori saranno in rame di sezione adeguata al carico secondo la tabella UNEL 35375 idonea a contenere la caduta di tensione entro valori minimi. Detti conduttori saranno isolati con guaina esterna in gomma non propagante l’incendio a Norme CEI 20-22 tipo FG7R/0,6-1 kV. Le sezione delle linee principali sarà dimensionata in base alla potenza richiesta e alla lunghezza della linea stessa, oltre ad essere coordinata con le protezioni a monte in caso di sovraccarico e di guasto. Nel dimensionamento delle linee si dovrà considerare una caduta di tensione massima sugli utilizzatori inferiore al 4%. I cavi saranno di fornitura di primarie Ditte e dotati di Marchio Italiano di Qualità. I cavi saranno di tipo multipolare con conduttore in rame isolati in gomma etilenpropilenica tipo G7 con guaina esterna in PVC non propaganti l’incendio e a ridotta emissione di gas corrosivi a norme CEI 20-22 II / 20-37 I / 20-13 tipo FG7OR-0,6/1kV. Per quanto riguarda i cavi ausiliari di comando e controllo si impiegheranno cavi schermati; comunque le linee di potenza ed i cavi segnale saranno posate in due canaline separate. Per il collegamento delle apparecchiature nel tratto finale i cavi di alimentazione verranno posati entro tubazioni portatavi in acciaio zincato di tipo leggero (TAZ). Il raccordo con le utenze sarà realizzato a mezzo guaine flessibili in PVC con anima di rinforzo e raccordo girevole. Nei percorsi verticali le tubazioni portatavi dovranno presentare una adeguata resistenza meccanica agli urti e alle vibrazioni. Le tubazioni dovranno avere percorsi verticali e orizzontali, non saranno accettati percorsi diagonali o altro. Il raccordo delle tubazioni portatavi, siano esse rigide o flessibili, con le passerelle dovrà essere realizzato sul fianco delle passerelle e mai sul fondo delle stesse. Nel collegamento delle utenze si dovrà sempre avere un grado di protezione minimo pari a IP55. Si richiama per questo l’attenzione nel punto di ingresso cavi entro i tubi e le guaine derivate dalle passerelle portatavi. Le passerelle portatavi saranno in acciaio zincato a caldo secondo Norma CEI 7-6, preforata con fori di dimensione 7x25 mm.; la passerella dovrà essere dimensionata e staffata in modo che, con carico uniformemente distribuito (Kg/m) la freccia si contenuta in 1/150 della luce libera.

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La passerella dovrà essere resa in opera completa di coperchi, salvo dove diversamente specificato, ad incastro interno,giunti, curve, derivazioni, viteria zincata e di mensole di sostegno a parete o soffitto. Il processo di zincatura sarà conforme alle Norme CEI 7-6 o UNI 5744-66. I coperchi avranno spessore 12/10 e zincati come sopra. Bulloni e rondelle per l’unione degli accessori saranno zincati elettronicamente o tropicalizzati. E’ vietato l’impiego di pulsantiere come junction box; inoltre le cassette di derivazione dovranno avere uno spazio libero pari al 50% di quello impiegato. 5.3 Documentazione e assistenza tecnica Alla fine dei lavori l’impresa appaltatrice dovrà tassativamente rilasciare tutta la documentazione necessaria per la conduzione degli impianti ed in particolare:

• Copia disegni esecutivi aggiornati secondo i cambiamenti intervenuti durante i lavori (in versione preliminare, con tutte le modifiche eseguite durante il corso dei lavori anche “a mano” purché chiare e leggibili);

• Descrizione del funzionamento degli impianti e prescrizioni di servizio e manutenzione; • Copia programmi software PLC commentati.

Inoltre si richiede, tassativamente, per un periodo pari ad una settimana dopo l’avviamento dell’impianto, la presenza di tecnici della ditta Appaltatrice in affiancamento alle maestranze dello stabilimento per le necessarie istruzioni circa il funzionamento e la manutenzione egli impianti. Sarà a carico dell’impresa appaltatrice la stesura di tutti gli elaborati tecnici as-built. Si dovranno inoltre redigere gli schemi inerenti ai quadri esistenti che saranno modificati. Entro e non oltre 60 giorni salari dal termine dei lavori la ditta Appaltatrice dovrà, tassativamente, consegnare tutta la documentazione richiesta in triplice copia cartacea ed una su supporto informatico; la documentazione andrà raccolta in raccoglitori fascicolati che dovranno almeno comprendere i seguenti elaborati:

• Schema di potenza del quadro; • Schema funzionale del quadro; • Disegno d’insieme con indicazione misure; • Topografico con indicati i vari componenti; • Elenco componenti impiegati; • Planimetrie con percorsi canaline e disposizione apparecchiature; • Schemi junction-box; • Tabelle cavi; • Tabelle strumenti ;

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• Dichiarazione di conformità ai sensi della Legge 46/90 comprensiva di tutta la documentazione richiesta (quale ad es. la relazione con la tipologia dei materiali utilizzati, bollettini di collaudo con le prove eseguite sui vari impianti secondo CEI 64-8, ecc.);

• Dichiarazioni di conformità dei quadri secondo norma CEI 17-13 compresi tutti gli

allegati richiesti dalle vigenti normative (in particolare bollettino di collaudo e calcoli sovratemperatura);

• Elenco parti ricambio consigliate; • Elenco di tutti i componenti utilizzati con relative caratteristiche tecniche (fogli tecnici

e/o copia cataloghi tecnici) in modo da redigere un “catalogo meccanico” delle apparecchiature;

• Manuale di uso e funzionamento dell’impianto con descrizione dettagliata delle regolazioni e dei cicli;

• Copia su CD del programma software di tutti i PLC.

Se in corso d’opera si evidenziasse la necessità di produrre nuova documentazione essa andrà realizzata nel modo più esauriente possibile, secondo i seguenti criteri:

- Gli schemi dovranno essere eseguiti utilizzando la simbologia delle norme CEI in vigore (norme del comitato tecnico CEI-CT3 applicabili)

- Gli schemi dovranno essere eseguiti su fogli in formati UNI (A4-A3 di

preferenza)

- Gli schemi e i disegni dovranno essere elaborati su supporto informatico (AUTOCAD, o convertibili)

- Ogni fascicolo dovrà comprendere, oltre allo schema elettrico:

• N.1 foglio di copertina con tassello e con i dati inerenti all’impianto e al

quadro cui si riferisce, al cliente, al motivo dell’emissione (per approvazione, per emissione finale,ecc.); dovrà essere inserito inoltre il numero di schema, la data di stesura, il numero di revisione, il nome del file ad esso abbinato elaborato su supporto informatico.

• Uno o più fogli con la legenda dei simboli grafici e dei codici

alfanumerici delle apparecchiature inserite nello schema. • Uno o più fogli comprendenti elenco pagine dello schema riportanti per

ogni pagina l’argomento e l’indice delle revisioni relative alla pagina. • La composizione delle morsettiere di ingresso e uscita, con indicazione

del numero, del tipo, della marca del morsetto e il simbolo ad esso abbinato e utilizzato negli schemi elettrici. Le morsettiere suddette saranno inoltre suddivise in gruppi funzionali a seconda del servizio svolto (cosa che sarà pure indicata in loro prossimità).

• Una tabella comprendente tutte le principali caratteristiche relative al

cablaggio fisico dei circuiti ed in particolare:

- sezione minima dei cablaggi

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- colori dei fili - tipo di connessioni (nude, a puntali, a capicorda, ecc.) - tipo di sistema di siglatura dei fili - ogni altro elemento necessario ad abbinare lo schema al circuito

realizzato del quadro - caratteristiche elettriche e meccaniche del quadro

- Gli schemi saranno chiaramente commentati in modo da risultare di facile ed

agevole consultazione. Si avrà cura in particolare di:

• Indicare sotto ogni simbolo di bobina, la posizione dei contatti comandati e il tipo degli stessi (tabellina contatti).

• Indicare in corrispondenza ad ogni contatto comandato da un simbolo di

bobina, la posizione della bobina ad esso abbinata; sarà ammesso tralasciare questo riferimento solo se il contatto risulterà indicato sullo stesso foglio nel quale figura anche la bobina.

• Indicare in appositi spazi al di sopra del disegno, con breve annotazione, la funzione svolta dalle apparecchiature indicate.

• Individuare in modo inequivocabile le tensioni di alimentazione in

ingresso o in uscita, riportando sugli schemi la loro provenienza e la loro eventuale destinazione, oltre ai valori di livello di tensione e di natura di corrente.

- Sugli schemi dovranno essere riportati i numeri o la sigla dei morsetti delle apparecchiature previste, con particolare riguardo a relè di protezione, contattori e relè ausiliari, relè termici, selettori, convertitori, strumenti di misura in genere, ecc. I riduttori di corrente saranno altresì indicati con i morsetti relativi orientati nel senso effettivo della corrente e chiaramente siglati.

- Per selettori che svolgano funzioni particolari sarà fornita a schema anche la

tabellina con la posizione dei contatti associata alla posizione della manopola. - Ogni riporto ad altro foglio di fili del circuito disegnato, comporterà

l’indicazione della posizione di arrivo e di partenza degli stessi. - Nell’incrocio dei fili di un circuito si avrà cura di spezzare il filo quando

continua, e di inserire il pallino di connessione quando vi è collegamento.

- Ogni filo dello schema avrà indicato il proprio numero di individuazione, da scegliere all’interno di un sistema di tipo alfanumerico, avendo cura di abbinare tipologie di codici alfanumerici differenziati per gruppi funzionali, in modo da separare anche sotto questo aspetto circuiti tra loro diversi.

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5.4 Interferenze con altre imprese

L’impresa appaltatrice dovrà fornire un fattiva collaborazione, oltre che alla …………………, anche a tutte le altre imprese interessate dall’intervento (edili,pipino, meccanici, installazione macchine, ecc.) in modo e maniera da evitare interferenze con altre lavorazioni ed ottimizzare i tempi nonché le modalità dei vari interventi.

5.5 Precisazioni Varie

A completamento del presente elaborato si ritiene opportuno evidenziare i seguenti aspetti:

- Andranno rimossi tutti i cavi inutilizzati; - Andranno rimossi tutti i cavi che nella nuova configurazine impiantistica non

verranno più utilizzati;

- Andrà eseguita una operazione di controllo, verifica e siglatura dei cavi esistenti

onde permetterne il recupero; - Per tutti i cavi da riutilizzare ne andrà verificata l’integrità prima della messa in

tensione e, nel caso risultassero problemi di isolamento o di deterioramento, concordare la sostituzione con la D.L.;

- L’impresa Appaltatrice dovrà, in accordo con la D.L. e tramite la presenza in

loco del responsabile di cantiere, verificare che gli impianti riutilizzabili vengano salvaguardati e non danneggiati durante il rifacimento dell’impianto da altre imprese ( quali edili,pipino ecc );

- L’impresa appaltatrice dovrà fornire alla D.L. tutto il supporto tecnico

necessario per l’acquisizione dei materiali ( nel caso di apparecchiature ordinate o fornite dalla Committente);

- Tutti i cavi e tutte le apparecchiature che verranno rimosse andranno rese in una

zona indicata dalla Committente); - La revisione e/o il recupero di una apparecchiatura esistente deve intendersi nel

senso più esteso del termine e comprenderà tutti gli accessori annessi e connessi; pertanto per ogni parte facente parte l’apparecchiatura in revisione andrà eseguito lo smontaggio, una accurata pulizia e revisione, il rimontaggio e ricollegamento, la tartura e messa in servizio

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PRPG-924 SPECIFICHE TECNICHE IMPIANTI MECCANICI

IMPIANTI MECCANICI

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1.1. Oggetto di questo Capitolato: 1.1.1. Prefabbricazione (a piè d’opera e/o nell’officina di cantiere e/o altrove) e/o

montaggio di tubazioni in acciaio al carbonio, in acciai variamente legati, in Hastelloy o Monel, in acciaio vetrificato, in PVC o di altri materiali aventi Ø ≥2”, ivi inclusi tutti i materiali di montaggio quali: valvole, filtri di linea, indicatori di flusso e/o di livello, valvole di controllo e di sicurezza, rotametri, flange tarate e quant’altro connesso alle linee da montare, cosi come indicato sui disegni quotati e/o non quotati, e/o verbalmente richiesti dalla Committente.

1.1.2. Prefabbricazione (a piè d’opera e/o nell’officina di cantiere e/o altrove) e/o

montaggio di tubazioni come sopra aventi Ø ≤ 1.½”, cosi come indicato sui disegni quotati e/o non quotati, e/o verbalmente richiesti dalla Committente.

1.1.3. Prefabbricazione (a piè d’opera e/o nell’officina di cantiere e/o altrove) e/o

montaggio di tubazioni destinate ai servizi di linee sotterranee, ivi incluso il montaggio di quanto ad esse connesso, cosi come indicato sui disegni quotati e/o non quotati, e/o verbalmente richiesti dalla Committente.

1.1.4. Prefabbricazione (a piè d’opera e/o nell’officina di cantiere e/o altrove) e/o

montaggio di carpenteria e strutture varie di qualsiasi forma e dimensione da assiepare mediante saldatura e/o bullonatura, di supporti per tubazioni, di scale e passerelle inclusa la fornitura di tutti i materiali necessari, cosi come indicato sui disegni quotati e/o non quotati, e/o verbalmente richiesti dalla Committente.

1.1.5. Prefabbricazione e/o montaggio di qualunque opera cosi come indicato nei

paragrafi precedenti e che in qualsiasi epoca successiva dovessero essere aggiunti dietro richiesta verbale o scritta dalla Committente. L’esecuzione di questi lavori aggiuntivi dovrà avvenire in linea di massima contemporaneamente a quella dei lavori inclusi nei programmi.

1.1.6. Montaggio in opera a qualsiasi elevazione e bloccaggio sulle fondazioni e/o supporti di apparecchiature quali scambiatori, serbatoi, recipienti a pressione verticali o orizzontali, separatori, filtri, ecc. forniti già assiepati o non.

1.1.7. Montaggio in opera e bloccaggio sulle fondazioni e/o supporti di macchine quali

pompe, compressori, agitatori, ecc. compreso l’allacciamento con le relative motrici con o senza riduttori.

1.1.8. Montaggio e assiematura di apparecchiature speciali quali bracci di carico, gruppi

sottovuoto, contatori volumetrici, vagli rotanti, coclee, nastri trasportatori, ecc., forniti preassiemati o da assiepare.

1.1.9. Lavori vari di ricondizionamento e/o modifica di apparecchiature e/o macchinario

esistente secondo quanto richiesto e stabilito. 1.1.10. Lavori vari di manutenzione secondo quanto richiesto e stabilito dal preziario di

manutenzione. CODICI E STANDARD DI RIFERIMENTO

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I lavori elencati al punto 1.1. saranno eseguiti in accordo con i seguenti Documenti:

a) Su disegni eseguiti dall’Appaltatore o da altri ed approvati dalla Committente o forniti dai vari costruttori.

b) Standards costruttivi c) Codici nazionali ed internazionali riconosciuti, ed in particolare:

• API STANDARDS • ASME CODES • ANSI STANDARD • EXXON B.P.

d) Specifiche tecniche:

• Standard di qualificazione dei saldatori elettrici manuali all’arco per metalli ferrosi • Certificati di qualificazione dei saldatori elettrici richiesti per saldatura manuale all’arco dei metalli ferrosi • Montaggi tubazioni • Montaggio pompe.

e) Manuale di sicurezza per le imprese addette ai lavori.

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2. ONERI DELL’APPALTATORE 2.1. Tutti gli oneri ed obblighi elencati nel “Capitolato Generale per Appalto Lavori” nelle

“Norme Generali per le Imprese Addette ai Lavori” e nel “Capitolato Particolare”. 2.2. Tutti gli oneri derivanti dall’applicazione degli articoli di questo Capitolato Tecnico e

d’Oneri. 2.3. Tutti gli oneri conseguenti all’applicazione di norme, specifiche tecniche, disegni e/o

documenti contrattuali anche se non specificamente menzionati ma applicabili per consuetudine e/o perché richiesti dalle autorità locali e/o governative.

2.4. La messa a disposizione della mano d’opera necessaria alla realizzazione dell’opera,

commisurata nella quantità e qualità necessarie all’esecuzione del lavoro a perfetta regola d’arte e nel rispetto dei tempi stabiliti dai programmi.

2.5. La fornitura di tutto il materiale di consumo necessario quali stracci, bombole di

ossigeno e acetilene, elettrodi o fili per TIG di varie dimensioni in acciaio al carbonio, acciaio inox.

2.6. La fornitura di tutte le attrezzature necessarie all’esecuzione del lavoro quali saldatrici

elettriche, motosaldatrici silenziate, cannelli ossiacetilenici,mole fisse e a mano, tirfort, seghetti, chiavi, trabatelli, etc.

2.7. La fornitura di tutti gli strumenti di misura e di controllo. 2.8. La fornitura di indumenti protettivi e da lavoro per il proprio personale, quali tute,

guanti, elmetti, occhiali, scarpe di sicurezza, grembiuli e maschere per saldatori, maschere e manichette per aria fresca etc.

2.9. La fornitura di ricoveri ad uso ufficio e/o officina e/o spogliatoio. 2.10. La fornitura di ponteggi eseguiti a norme USL ovunque necessari per l’esecuzione di

lavori in quota, non escluso l’onere della presentazione di disegni firmati se richiesti in forza di obbligazioni antinfortunistiche. Essi saranno allestiti e compensati secondo le indicazioni riportate nell’articolo 1000.

2.11. La fornitura di qualunque tipo di attrezzatura di sollevamento commisurata al peso

dei pezzi da sollevare, al loro ingombro e all’altezza di lavoro. A tal fine l’Appaltatore fornirà alla Committente una lista dettagliata delle attrezzature principali quali: grosse gru mobili, grù fisse e scorrevoli, argani, verricelli e simili ed il loro modo di impiego specialmente, ma non limitativamente, per quanto riguarda agli ancoraggi e/o le controventature, i sistemi di guida dei pezzi in fase di montaggio per evitare pericolose oscillazioni, il personale di controllo a terra, i sistemi di frenatura e di sicurezza e le opere vive da eseguire in cantiere per predisporre il lavoro e le attrezzature di sollevamento. Per quanto concerne l’impiego delle grù semoventi, gommate o a cingoli, l’Appaltatore indicherà i percorsi, i raggi di curvatura e le aree operative previste.

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La Committente fornirà le indicazioni relative alla portata e allo stato del terreno che Appaltatore dovrà tenere in conto.

Se non disposto diversamente qualsiasi opera temporanea necessaria alla sicurezza della viabilità dei mezzi sarà a carico dell’Appaltatore.

Su richiesta della Committente i mezzi cingolati saranno forniti di dispositivi (scarpe) allo scopo di evitare danni alla pavimentazione.

I lavori di montaggio che comportano l’uso di attrezzature di sollevamento saranno conclusi possibilmente in giornata ed i pezzi montati saranno sempre e comunque assicurati ai relativi supporti; per tale ragione l’Appaltatore si accerterà, prima di iniziare qualsivoglia lavoro di montaggio, che gli stessi siano compatibili con i pezzi da montare.

Nel caso che il lavoro dovesse essere eseguito in fuori orario, anche festivo, per ragioni di sicurezza e/o di circolazione stradale, l’Appaltatore non potrà richiedere per tale ragione alcun extra costo.

2.12. Pesare, se necessario, prima di porli in opera, i materiali di montaggio i cui pesi non

fossero inclusi nell’elenco materiali delle linee quali ad esempio valvole speciali di controllo e di sicurezza, filtri, ecc.

2.13. Disporre ordinatamente nel parco di stoccaggio i tronchi di linee prefabbricate (anche

se eseguite da altri) in modo che il successivo prelievo in fase di montaggio sia semplificato.

2.14. esecuzione (ove richiesto) dei collaudi a pressione (idraulici e/o pneumatici) in tutte le

linee installate sull’impianto dall’Appaltatore secondo le modalità indicate nella specifica tecnica. Essi saranno compensati secondo quanto indicato nel relativo articolo.

2.15. Modificare a proprie spese quelle tubazioni che non fossero state costruite secondo i

disegni e/o le istruzioni della Committente. Nel caso che la prefabbricazione fosse stata eseguita da altri, il costo relativo alle modifiche sarà valutato sulla base dei prezzi unitari indicati nel preziario.

2.16. Esecuzione dei collaudi funzionali delle macchine come indicato nelle specifiche

tecniche. 2.17. La molatura e l’adattamento delle estremità dei tubi e/o raccorderie tra di loro e/o agli

altri componenti della tubazione e/o alle apparecchiature, in accordo con quanto prescritto nelle varie specifiche e la ripresa nel caso che questa fosse danneggiata o arrugginita.

2.18. La molatura a filo tubo del cordone interno delle saldature eseguite sulle flange tarate

(tipo a collare) a monte e a valle dell’orifizio calibrato. 2.19. La foratura dei tubi, in corrispondenza dei fori di presa pressione, nei casi in cui le

flange tarate fossero montate in cantiere. 2.20. L’installazione delle staffette di rinforzo (Gusset) sui nippli e/o derivazioni di piccolo

diametro quando richiesto dalla Committente o dagli standard di montaggio. 2.21. L’esecuzione dei tagli e degli aggiustaggi in opera necessari sulle extra lunghezze

(100 mm) degli spezzoni delle linee prefabbricate.

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2.22. L’adattamento delle tubazioni prefabbricate alle reali posizioni dei tronchetti delle

apparecchiature e/o delle macchine nuove o già esistenti a cui dovranno essere collegate.

2.23. Verificare che la testa dei bulloni e/o dei tiranti fuoriesca dal filo esterno del dado di

almeno un filetto intero. Bulloni e/o tiranti troppo corti o troppo lunghi non sono accettabili.

2.24. Adattare le flange in modo che il parallelismo delle loro facce gli assi dei fori rientrino

nella tolleranza ammessa indicata nelle specifiche tecniche. 2.25. Eseguire la pulizia meccanica, mediante spazzole metalliche o altro, e successiva

pulizia con solventi delle facce delle flange di tubazioni, valvole, apparecchi, macchine, ecc. prima dell’inserimento delle guarnizioni.

2.26. Provvedere all’ingrassaggio con olio e grafite o simili forniti dall’Appaltatore di tutte le

superfici filettate dei bulloni e tiranti prima del montaggio. 2.27. Sostituzione e/o ricarica delle baderne delle valvole da installare se cosi richiesto

dalla Committente. 2.28. Registrazione di premitreccia e tiranti di tutte le valvole installate. 2.29. Verificare che tutte le valvole inserite nei circuiti da collaudare vengano aperte prima

di iniziare il riempimento delle linee con i fluidi di collaudo. Nessuna valvola dovrà essere collaudata chiusa, salvo diverso avviso della Committente.

2.30. Assicurare una continua manutenzione dei materiali affidatigli fino a che l’impianto o

sezioni di esso non sia stato preso in consegna dalla Committente con regolare verbale di collaudo, come indicato nelle varie specifiche.

2.31. Sostituire tutto il materiale deteriorato per colpa dell’Appaltatore al quale verrà

addebitato il costo del nuovo approvvigionamento e la mano d’opera necessaria per l’esecuzione del lavoro. A tale scopo l’Appaltatore dovrà farsi parte diligente nel verificare il buono stato e la giusta quantità dei materiali indicati sui disegni all’atto della consegna da parte della Committente.

2.32. Gli eventuali rilievi in loco necessari per costruire direttamente in opera carpenteria in

genere e tubazioni, sulla base di disegni di massima e/o std. costruttivi e/o semplice indicazione del Funzionario Tecnico, saranno fatti a cura e spese dell’Appaltatore.

2.33. Montaggio e regolazione di supporti elastici secondo le indicazioni del fornitore al

momento della messa in marcia dell’impianto. (Montaggio compensato secondo quanto indicato nel relativo articolo)

2.34. Rimuovere tutti i corpi estranei dall’interno delle tubazioni quali scorie di saldatura e di taglio, trucioli derivanti da lavorazioni meccaniche, scaglie di ferriera e altro, prima del montaggio, mediante battitura dei pezzi prefabbricati tenuti sospesi in verticale.

2.35. Smontaggio di tutte le valvole di regolazione e la strumentazione in genere prima di

eseguire il lavaggio ed il collaudo a pressione.

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(Operazioni compensate secondo quanto indicato in relativo articolo) 2.36. Lavaggio finale delle tubazioni con fluidi diversi a seconda delle indicazioni della

Committente. (Operazioni compensate in economia) 2.37. I volantini delle valvole in specie quelle di processo devono essere sempre

comodamente agibili e non creare ostacoli al passaggio. Se non indicato sui disegni esso sarà concordato col Funzionario Tecnico.

In difetto di quanto sopra la variazione del loro orientamento sarà eseguita a cura e spese dell’Appaltatore.

2.38. Rilevare le misure necessarie per la prefabbricazione e/o per la costruzione in opera

di tubazioni e/o carpenteria su disegno non quotato e quotato parzialmente. In particolare si richiama attenzione dell’Appaltatore che le linee diam. ≤ 1.½” normalmente non saranno quotate e nessun corrispettivo aggiuntivo potrà essere richiesto alla Committente.

L’Appaltatore dovrà fornire preventivamente uno schizzo quotato che, vistato da un rappresentante della Committente, sarà allegato alla contabilità.

2.39. Ripristinare il rivestimento bituminoso esterno delle tubazioni interrate come indicato

nelle Norme Tecniche. 2.40. I trattamenti di preriscaldo e postriscaldamento eseguiti con le varie modalità di cui al

punto precedente. 2.41. Le qualifiche dei saldatori elettrici. Gli enti riconosciuti ed emettere i relativi certificati

sono L’I.I.S. ed il R.I.N.A.. L’abilitazione avrà durata di 2 anni, e con la limitazione dell’interruzione di tre mesi. L’abilitazione ammessa, è indicata nelle Norme Tecniche; tuttavia, ogni volta che ne ravvisasse la necessità, il Funzionario Tecnico potrà richiedere una riprova eseguita in cantiere come indicato nelle Norme ASME CODE SEZ. IX.

2.42. I procedimenti di saldatura quando ricorrenti e necessari. (Operazioni compensate con trattativa separata) 2.43. La fornitura ed il montaggio di guarnizioni provvisorie, ovunque necessarie, da

rimuovere all’atto del montaggio finale. 2.44. La fornitura di spessori di varie misure e forme per lavori di montaggio carpenteria e

macchine. 2.45. Il disimballagio di macchine e apparecchi da casse e pianali. 2.46. Il montaggio di macchine su basi predisposte, il loro livellamento e allineamento con

le matrici e l’eventuale riduttore come indicato nelle Norme tecniche. (Operazioni compensate secondo quanto indicato in relativo articolo). 2.47. Il montaggio di cinghie e catene e la regolazione del pensionamento. (Operazioni compensate secondo quanto indicato in relativo articolo). 2.48. Il riempimento e la sicurezza sostituzione dell’olio dopo un primo ciclo di lavoro.

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2.49. Il collaudo tecnico delle macchine come indicato nelle specifiche e nei documenti del Fornitore.

2.50. L’esecuzione, se necessario, di eventuali aggiustaggi sui fori delle gonne e/o dei

supporti dei recipienti per adattarli alle posizioni dei bulloni di fondazione. 2.51. L’ingrassaggio della parte inferiore della sella di appoggio e della piastra di

fondazione nel caso in cui una delle estremità del recipiente orizzontale è prevista libera di scorrere.

2.52. La ripresa del serraggio di tutta la tiranteria dopo almeno 1 giorno di funzionamento.

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3.1. TUBAZIONI ED ACCESSORI

Si useranno di norma tubi trafilati senza saldatura salvo casi particolari e circoscritti in cui potranno essere tollerate tubazioni diverse (come quelle saldate longitudinalmente o a spirale) e che dovranno risultare chiaramente indicati sui disegni costruttivi approvati. Le proprietà, dimensioni, qualità, tolleranze di lavorazione, spessori e caratteristiche di tubazioni e raccorderai, di valvole, flange, guarnizioni, bulloneria, ecc. saranno chiaramente individuate dall’elenco materiali che verrà consegnato all’Appaltatore prima dell’inizio di ogni lavoro.

3.2. CARPENTERIA METALLICA I PROFILATI USATI PER LA COSTRUZIONE DI CARPENTERIA METALLICA

SARANNO IN Fe360B-UNI-7070. Le lamiere usate per la costruzione di supporti, gonne saranno in Fe360B-UNI-7070. La bulloneria sarà in Fe410B.

3.3. LAMIERE DI SERBATOI I lamierati usati per la costruzione di apparecchiature saranno chiaramente

individuati sui disegni costruttivi; non saranno comunque inferiori a Fe410B. 3.4. MATERIALI DI APPORTO Gli elettrodi e/o altri materiali di apporto da usare, saranno corrispondenti alla

classificazione AWS – ASTM e saranno usati come prescritto dalle prove di qualificazione dello ASME BOILER CODE SEZ.IX.

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4. DISEGNI E SPECIFICHE 4.1. L’esecuzione dei disegni costruttivi sarà di norma curata dalla Committente. Ciò non esclude tuttavia che, per particolari esigenze o in casi specifici, ci si possa

avvalere di personale specializzato dell’Appaltatore. In linea generale i disegni costruttivi di tubazioni e carpenteria saranno composti da

planimetrie su cui sarà indicata la posizione delle macchine ed apparecchiature; da lay-out riproducenti viste e piante dell’impianto oggetto del lavoro completo di tutte le apparecchiature, linee, macchine; da assonometrie indicati singoli tratti di tubazioni; da disegni composti o esplosi delle macchine e dai disegni delle apparecchiature.

I disegni assonometrici delle tubazioni potranno essere quotati completamente o parzialmente o solamente tracciati (in linea di massima saranno quotati parzialmente o solamente tracciati). L’Appaltatore dovrà provvedere a sua cura e spese al rilievo in campo senza che già incluso nei prezzi indicati nell’elenco prezzi.

4.2. I disegni saranno forniti in duplice esemplare di cui uno dovrà essere restituito alla

Committente a fine lavoro con le indicazioni di quanto effettivamente realizzato. 4.3. I disegni saranno validi solo se recheranno la dicitura: “APPROVATO PER COSTRUZIONE” e firmati dal funzionario della Committente preposto. 4.4. Tutte le dimensioni saranno espresse in mm., salvo i diametri dei tubi che saranno

generalmente indicati in pollici.

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5. ATTREZZATURE E UTENSILERIA DI CANTIERE

L’elenco dell’attrezzatura qui di seguito indicato è quello tipico che l’Appaltatore lascerà sempre a disposizione in cantiere per tutta la durata dell’appalto, il quantitativo sarà in relazione all’ampiezza del lavoro da svolgere e comunque sarà implementato su richiesta del Funzionario della Committente. Essa sarà sempre ispezionabile per verificarne la rispondenza alla dotazione minima richiesta e l’affidabilità della stessa. L’Appaltatore si impegnerà a sostituirla quando non giudicata sicura e/o efficiente e/o idonea. - motosaldatrici per intervento su impianto - gruppi ossiacetilenici carrellati dotati ciascuno di estintori e ricambi - autogrù piccola portata - mezzo trasporto materiali - mole portatili a 24V - paranchi a mano da 700 kg. - tirfort a mano da 700 kg. – 1500 kg. - filiera elettrica - trapano elettrico portatile a 24V - seghetto portatile ad aria - serie di chiavi a bicchiere con cricchetto - serie di chiavi fisse - serie di chiavi a battere - serie di chiavi a frugola - serie di chiavi antiscintilla - respiratori ad aria fresca - cinture di sicurezza - braghe in acciaio - corde in canapa o simili - cinghie per imbracature - serie di giratubi - comparatore centesimale a base magnetica - calibro ventesimale - bolla ad aria con precisione 0,001 mm. - serie di righe e squadre - seghetti a mano - serie di cacciaviti - serie di scalpelli - mazze da kg. 2 o simili - martelli da officina varie dimensioni - mazzuole in plastica - serie di lime - pompa a mano e/o elettrica per collaudo idraulico - scale doppie collaudate USL - trabatello collaudato USL - tamponi vari diametri saldatura tubi.

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6 NORME TECNICHE E MODALITA’ DI ESECUZIONE PER LAVORI VARI DI MANUTENZIONE E COSTRUZIONE

6.1 OPERAZIONI PRELIMINARI AL MONTAGGIO 6.2 OPERAZIONI PRELIMINARI AL MONTAGGIO

Nel caso in cui la prefabbricazione non avvenga nel luogo di montaggio l’Appaltatore avrà cura di proteggere con adeguati imballaggi, durante il trasporto, tutte le flange, le parti filettate e/o tutti i materiali di facile danneggiamento.

6.3. DOCUMENTAZIONE

Prima di iniziare qualsiasi lavoro di montaggio, l’Appaltatore si accerterà presso la Committente che la documentazione in sua mano, relativa ai materiali da montare, sia completa, esauriente ed aggiornata. Il costo di qualsiasi rifacimento, conseguente alla mancata ottemperanza da parte dall’Appaltatore, con quanto sopra prescritto, sarà accollato interamente a quest’ultimo.

6.4 MEZZI DI SOLLEVAMENTO

Per quanto riguarda l’impiego di mezzi di sollevamento quali: grosse gru mobili (autocarrate e a cingoli), gru fisse o scorrevoli, argani e simili, l’Appaltatore dovrà tenere conto della portanza e dello stato del terreno e predisporre a suo carico qualsiasi opera temporanea necessaria alla viabilità degli stessi ad esclusione delle strade principali e definitive. La Committente non potrà essere ritenuta responsabile per danni derivati all’Appaltatore e/o da questi procurati ad altri, nel caso che le condizioni del terreno non siano state tenute in conto prima di eseguire il lavoro.

6.5 PREPARAZIONE E CONTROLLI

Prima di iniziare la manovra di sollevamento, l’Appaltatore dovrà provvedere a: a) Controllare l’elevazione della fondazione sulla quale si dovrà montare

l’apparecchiatura; verificare che i bulloni di fondazioni siano stati correttamente montati, per quanto riguarda il numero, il cerchio bulloni, il diametro dei bulloni e la sporgenza della fondazione, la lunghezza delle filettature e la buona scorrevolezza delle rondelle e dei dadi di bloccaggio.

b) Effettuare una buona lubrificazione delle filettature dei bulloni e dei dadi c) Installare le piastre di acciaio sulle quali appoggerà l’apparecchiatura, verificando

che la quota di elevazione misurata sulla piastra superiore sia corretta. d) Verificare che la posizione e l’orientamento dell’apparecchiatura da montare,

siano predisposte in modo da minimizzare il tempo richiesto alla manovra. e) Verificare che tutte le parti dell’attrezzatura di sollevamento siano in ottima

efficienza e che tutto sia predisposto in modo che la manovra venga completata nel più breve tempo possibile e comunque nella giornata di inizio della stessa.

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7. PREFABBRICAZIONE E/O MONTAGGIO DI TUBAZIONI EDACCESSORI 7.1. NORME GENERALI 7.1.1. TUBI

a) Tutte le tubazioni debbono essere munite nei punti alti di sfiati “a tappo a testa quadra” da usare nei collaudi idraulici, e nei punti bassi di drenaggi valvolati che nel caso di piccolo diametro (fino a 1½”) dovranno essere rafforzati con squadrette.

b) Cambiamenti di direzione possono essere previsti piegando i tubi a caldo. Questo è valido particolarmente nel caso di tubi di accompagnamento vapore (tracce vapore) che dovranno seguire il percorso delle tubazioni e la forma degli apparecchi da accompagnare e nel caso di tubazioni per servizio di raffreddamento delle pompe e dei compressori. Sono assolutamente vietate piegature a caldo di tubi in acciaio legato o inox che non si prevede di trattare termicamente. Le curve ricavate dai tubi a freddo e/o a caldo, saranno costruite in accordo con quanto prescritto a tale proposito nelle Norme ANSI B 31.3 Cap. V e dovranno avere raggio di curvatura di almeno 5 volte il diametro nominale del tubo. Fanno eccezione le curve per tubazioni che devono essere pulite con i pigs, le quali dovranno essere costruite con un raggio di curvatura non inferiore a 12 volte il diametro. Sono ammesse curve a spicchi alle seguenti condizioni: 1) il diametro nominale del tubo deve essere maggiore di 12” 2) le curve maggiori di 45° debbono essere eseguite in 3 pezzi con non meno di 1”

di distanza tra le due saldature consecutive.

c) Nella costruzione delle tubazioni prodotti che devono essere pulite con i pigs devono essere assolutamente evitate le sbavature di saldatura all’interno dei tubi stessi. A tale scopo dovrà essere usato un espansore a ganasce, per un perfetto allineamento dei tubi, di proprietà dell’Appaltatore. In ogni caso tra i lembi dei tubi da saldare è ammesso un disallineamento all’interno non superiore a1/32”. Tutte le saldature dovranno essere accuratamente controllate e dovranno essere progressivamente numerate in apposito elenco con l’annotazione della posizione, caratteristiche, esito della ispezione di ciascuna.

d) I pezzi prefabbricati e/o trattati termicamente, prima di essere montati in opera dovranno essere battuti e soffiati con aria per eliminare scorie di saldature e/o sfogliature. Qualora questa norma non venga eseguita il Funzionario Tecnico ha la facoltà di far rismontare il pezzo senza che ciò costituisca un aggravio di spesa per la Committente.

e) Quando eventuali difficoltà costringessero a montare tubazioni interrate che si toccano in un punto occorrerà interporre materiale elettricamente isolante o cavallotti a seconda del parere del Funzionario Tecnico.

7.1.2. VALVOLE

Le valvole saranno montate in modo che i volantini siano facilmente manovrabili dai piani di manovra (passerelle, pianerottoli,ecc.).

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a) Le valvole a saracinesca ed a disco su linee orizzontali dovranno essere montate con lo stelo orientato nel seguente modo in ordine di preferenza:

- verticale verso l’alto - orizzontale (richiesto per il comando a catena) - verso l’alto a 45° - verso il basso a 45° - verticale verso il basso.

b) Le valvole regolatrici dovranno essere facilmente accessibili ed installate, ove possibile, al piano terra. In caso contrario l’installazione dovrà essere fatta in modo che la valvola sia accessibile da passerelle, piattaforme o altre installazioni fisse. La valvola deve avere sufficiente spazio libero sia inferiormente che superiormente in modo da consentire la rimozione del fondello e dell’incastellatura superiore. Inoltre deve esserci sufficiente spazio libero per agevolare la manovra manuale mediante volantino e la taratura del posizionatore ove presente. La parte superiore della valvola non deve trovarsi in prossimità di linee calde. Tutte le valvole regolatrici dovranno avere uno spurgo a monte, se la regolatrice è dotata di valvole a blocco, lo spurgo dovrà essere installato tra le regolatrice e la valvola di blocco a monte.

7.1.3. ACCOPPIAMENTI FILETTATI

Gli accoppiamenti filettati che non debbono essere necessariamente saldati saranno montati usando solo olio lubrificante leggero, a meno che non sia autorizzato l’impiego di altri prodotti.

7.1.4. ACCOPPIAMENTI A FLANGE

a) Le flange da usare saranno a meno di diversa indicazione sui disegni e/o del Funzionario Tecnico del tipo “Slip-on” per diametri del tubo maggiori a 6” e/o minori di 2”; saranno del tipo “Welding neck” per tubi compresi fra 2” e 6”.

Le flange saranno a collare da saldare in tutti i casi in cui vanno saldate a raccorderai trafilata a saldare di testa.

b) La compressione massima da dare alle giunzioni spirotalliche, deve essere tale da determinare una riduzione dello spessore dell’ordine 25-35% della misura iniziale. Durante la fase di serraggio delle flange, si dovrà verificarne costantemente che le diverse distanze tra le flange non siano al di sotto di detti valori.

c) Nell’accoppiare flange di ghisa tra loro, o acciaio con ghisa, si dovrà porre molta attenzione affinché siano il più possibile parallele, onde evitare sollecitazioni anormali e pericolose per la resistenza meccanica delle flange in ghisa. Il serraggio deve avvenire in maniera uniforme bilanciando il tiro sui bulloni.

d) Si dovrà verificare che, in linea di massima, la testa dei bulloni e/o dei tiranti, fuoriesca dal filo esterno del dado di almeno un filetto intero. Bulloni e/o tiranti troppo corti e/o troppo lunghi non sono accettabili. Essi saranno accuratamente grafitati prima del montaggio.

e) Negli accoppiamenti flangiati dove è previsto l’inserimento di dischi ciechi per collaudi, l’Appaltatore installerà delle guarnizioni provvisorie (cartone oleato o simili) di sua fornitura, che rimuoverà a collaudi avvenuti installando le definitive. Guarnizioni provvisorie saranno pure installate tra le flange tarate. Queste guarnizioni saranno rimosse all’atto del montaggio dei dischi calibrati.

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f) Facce di flange o filettatura dovranno essere accuratamente pulite per rimuovere ogni traccia di grasso o di ossido.

g) Se la rigatura delle flange o filettature sono state danneggiate durante la saldatura o il montaggio si dovrà sostituire o riparare le flange o i pezzi filettati a esclusivo onere dell’Appaltatore.

h) Ogni qualvolta si apre, per qualunque ragione, un accoppiamento flangiato, nel richiuderlo deve essere impiegata una guarnizione nuova.

i) Sarà eseguita la molatura interna delle saldature delle flange. 7.1.5. FLANGE TARATE

a) Le flange dovranno essere procedute e seguite da tratti rettilinei assolutamente liberi da possibili cause di disturbo, quali flange, saldature, connessioni con altri tubi, variazioni di sezione, ecc. Il tratto libero a monte dovrà essere di lunghezza almeno pari a 20 diametri del tubo, quello a valle 5 diametri, salvo indicazioni diverse della Committente.

b) Nel caso in cui le flange siano precedute da una saracinesca normalmente completamente aperta, la distanza minima tra le flange e la saracinesca dovrà essere di almeno 15 diametri; la saracinesca dovrà inoltre, a sua volta, essere preceduta da un tratto libero di lunghezza tale che il totale di tubo rettilineo a monte delle flange sia sempre almeno di 20 diametri. Il tratto libero a valle delle flange di misura dovrà naturalmente essere sempre di almeno 5 diametri.

c) Se a monte delle flange esistono o valvole di regolazione, o rubinetti o saracinesche usate per strozzare il flusso, o anche curve multiple di piani diversi, o infine diramazioni o confluenze multiple, il tratto libero a monte dovrà essere aumentato a 40 diametri, quello a valle resta di almeno 5 diametri.

d) Se le flange sono del tipo “a collare da saldare (“welding neck”), (Ved.all.Tav. 1 “D”) si useranno solo quando è possibile la ripresa e la molatura interna delle saldature sia del lato a monte che a valle dell’orifizio calibrato. Nella costruzione si dovrà curare al massimo il perfetto parallelismo tra l’asse della flangia e quello del tubo. Le prese delle flange dovranno essere installate secondo i seguenti criteri (nel caso che la tubazione sia orizzontale). - Servizi gassosi verticali - Servizi liquidi orizzontali - Servizi di vapore orizzontali Nel caso in cui questo non fosse possibile per la vicinanza di altre tubazioni il montaggio potrà essere fatto secondo i seguenti criteri: - Servizi gassosi 45° verso l’alto - Servizi liquidi 45° verso il basso.

f) Le valvole di intercettazione dovranno essere opportunamente sfalsate ed orientate in modo che ne sia agevole la manovra.

7.1.6. TUBI INTERRATI

Si dovrà procedere al ripristino del rivestimento esterno in corrispondenza dei giunti saldati.

7.1.7. CONNESSIONI FLANGIATE A MACCHINE

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a) Le frangiature delle macchine sono generalmente equipaggiate con un disco di protezione onde evitare che corpi estranei possano penetrare nel corpo macchina. Al momento del montaggio delle tubazioni sulle macchine, questi dischi protettivi saranno rimossi con dischi ciechi di collaudo forniti e installati dall’Appaltatore; detti dischi resteranno in opera fino al momento di accoppiamento della tubazione alla macchina in via definitiva.

Durante la rimozione si deve badare che l’eventuale sporcizia accumulatasi sulla faccia superiore del disco cieco, non cada all’interno della macchina.

b) Le connessioni frangiate a macchina in genere dovranno essere aggiustate per una chiusura parallela ed un allineamento laterale prima del serraggio dei perni. I tubi in acciaio al carbonio potranno essere riscaldati ove necessario per piccole correzioni di adattamento. I tubi in acciaio legato o di materiale non ferroso non potranno essere riscaldati senza l’approvazione del Funzionario Tecnico.

L’accoppiamento delle tubazioni alle macchine deve essere fatto in cooperazione con il montatore delle macchine stesse, il quale verificherà l’allineamento della macchina con la motrice durante il serraggio delle flange delle tubazioni. Il tubista adatterà la flangia della linea a quella della macchina. La tubazione non dovrà gravare sulla macchina.

7.1.8. DISCHI TARATI

Dischi tarati, misuratori di portata, ed altre eventuali parti di tubazione indicate dal Funzionario Tecnico non dovranno essere montati prima di avere completato il collaudo idraulico e ultimate le operazioni di lavaggio dell’impianto.

7.1.9. SUPPORTI TUBAZIONI

a) I supporti di tubazioni, sia provvisori che stabili, dovranno essere montati prima delle rispettive tubazioni.

Nel caso che la tubazione non si appoggi su un supporto, questo dovrà essere rimosso e ricostruito in modo opportuno. Sono assolutamente vietati gli “spessoramenti”.

L’Appaltatore dovrà provvedere a che le selle di appoggio delle tubazioni ed i tiranti di sospensione vengano montati contemporaneamente al montaggio delle tubazioni interessate. Quanto detto vale anche per le scarpe di scorrimento da montare sulle linee calde.

b) I supporti provvisori, eventualmente impiegati, debbono essere rimossi non appena montati quelli prescritti, curando la rimozione con la mola degli eventuali depositi di saldatura.

c) Le saldature circonferenziali di giunzione dei tubi debbono essere poste ad una distanza dai supporti non minore di 30 cm. A meno di diversa indicazione sui disegni e/o dal Funzionario Tecnico.

d) Nessuna linea potrà essere collaudata prima che sia stata completata in tutto e per tutto, ivi compresi i supporti e guide previsti sui disegni e/o richiesti dalla Committente. Il completamento comprende la rimozione degli eventuali supporti temporanei, rimozione dei punti di saldatura o altro.

e) I supporti a molla di qualsiasi tipo saranno forniti ed installati dallo Appaltatore insieme agli altri supporti. Le molle dovranno essere tarate secondo quanto prescritto dalle tabelle che saranno all’uopo fornite. La corretta taratura sarà verificata con l’impianto in marcia.

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7.1.10. GIUNTI DI ESPANSIONE

I giunti di espansione ondulati e/o telescopici debbono essere montati estendendone o comprimendone la lunghezza per le condizioni di montaggio a freddo, prevedendo in anticipo la direzione e grandezza del movimento di estensione della linea alla taratura di progetto. Dovrà essere comunque sentito il parere del Funzionario Tecnico.

7.1.11. PREPARAZIONE PER IL MONTAGGIO

Prima di eseguire il montaggio i tratti di tubazione saranno accuratamente liberati da ruggine, scaglie ed altri corpi estranei.

7.1.12. COLLEGAMENTI A TUBAZIONI ESISTENTI

a) Prima di eseguire il montaggio i tratti di tubazione saranno accuratamente liberati da ruggine, scaglie ed altri corpi estranei.

b) Le zone di terreno inquinate da perdite varie dovute a incuria durante l’esecuzione di lavori effettuati dall’Appaltatore dovranno essere bonificate a carico dell’Appaltatore stesso.

c) Ove ce ne fosse necessità, il lavaggio e la bonifica delle tubazioni esistenti per eseguire i collegamenti dei nuovi tratti, sarà effettuato dalla Committente.

d) I collegamenti a tubazioni di vapore saranno sempre effettuati sulla sommità delle stesse. Mai dal basso. Eventuali eccezioni vanno concordate con il Funzionario tecnico.

7.1.13. VALVOLE DI SICUREZZA

a) L’altezza della tubazione di scarico all’atmosfera sarà sempre superiore di almeno 3 metri ad ogni apparecchiatura nel raggio di 15 metri.

b) Se la taratura di una valvola di sicurezza è stata eseguita oltre due mesi prima del montaggio della valvola, si dovrà ricontrollare la taratura presso officine autorizzate dal Funzionario Tecnico.

c) La tubazione di scarico all’atmosfera avrà sempre nel punto più basso un drenaggio standard da ¾”.

7.2. SALDATURE 7.2.1. PROCEDIMENTI

a) Saranno ammessi i seguenti procedimenti di saldatura: • manuale ad arco con elettrodi rivestiti • in atmosfera di gas inerte • in arco sommerso (automatico o semiautomatico)

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• manuale a gas (ossiacetilenico).

La saldatura ossiacetilenica è permessa solo per saldature su tubi in acciaio al carbonio con diametro non superiore ai 2”. La preparazione della saldatura ossiacetilenica deve essere accuratamente eseguita analiticamente a quella delle saldature elettriche. L’Appaltatore sottoporrà alla Committente, ancora prima di iniziare qualsiasi lavoro di saldatura, i procedimenti che intende seguire durante i lavori. La Committente avrà la facoltà di accettare o rigettare i procedimenti proposti e richiedere a carico dell’Appaltatore prove di qualifica secondo le Norme ANSI B. 31.3 cap. V.

b) E’ consentito l’uso di saldatrici, rotative e/o statiche, purché a corrente continua, di macchine semiautomatiche che abbiano dato risultati accettabili durante le prove di qualificazione e siano di soddisfazione della Committente.

Le saldature saranno in genere eseguite all’arco elettrico impiegando esclusivamente saldatrici a corrente continua. E’ consentito l’uso di saldatrici a corrente alternata solo per tubazioni in acciaio al carbonio.

I saldatori dovranno avere superato le prove di qualificazione di cui al successivo punto 7.2.2.

c) Le superfici da saldare debbono essere pulite, prive di oli, coloranti, scaglie di ossido od altri materiali che possano compromettere l’esito della saldatura.

Per tubazioni in acciaio legato è richiesta la prima passata in atmosfera di gas inerte.

7.2.2. PROVE DI QUALIFICAZIONE

a) Tutti i saldatori che saranno impiegati nella esecuzione delle saldature su tubazioni (o comunque di una certa importanza) e gli operatori di macchine saldatrici, dovranno avere superato le prove di qualificazione eseguite in accordo con le Norme ANSI B.31.3 cap. V (riferimento ad ASME Code Section IX).

E’ facoltà della Committente accettare saldatori qualificati in attività precedenti, per tutti o parte dei lavori previsti dal Contratto.

Questi saldatori potranno saldare solo nei procedimenti le cui qualificazioni sono state accettate e/o potranno eseguire le prove per i restanti procedimenti.

b) L’Appaltatore dovrà, prima di iniziare qualsiasi lavoro di saldatura, sottoporre all’approvazione della Committente i certificati di analisi chimiche, di prove di trazione e di resilienza che qualifichino la partita di materiale di apporto che verrà usato e la sua effettiva appartenenza alla classificazione AWS-ASTM e/o corrispondenti. La Committente si riserva la facoltà di accettare i bollettini di analisi rilasciati all’Appaltatore dal fornitore che dovrà fare le prove su detto materiale d’apporto.

c) La Committente non potrà in nessun caso essere ritenuta responsabile degli eventuali difetti e/o cattivi risultati che venissero riscontrati sui materiali d’apporto e/o sulle saldature con essi eseguite.

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Pertanto gli eventuali rifacimenti e le nuove qualificazioni di altri tipi di materiali d’apporto, saranno a totale carico dell’Appaltatore.

7.2.3. IDENTIFICAZIONE DEI SALDATORI

Ciascuna saldatura dovrà portare punzonata la sigla del saldatore che l’ha eseguita. Tale sigla dovrà corrispondere a quella che appare sul tesserino di qualificazione rilasciato a ciascun saldatore impiegato nel lavoro. Tutte le saldature prive della suddetta sigla saranno radiografate al 100% ed eventualmente riparate o rifatte a totale carico dell’Appaltatore.

7.2.4. PREPARAZIONE DEI PEZZI

a) I tagli su tubazioni al carbonio, carbonio calmato, carbonio molibdeno, potranno essere fatti mediante cannello ossiacetilenico o altri sistemi a caldo con successiva pulitura meccanica con mola sugli smussi, mentre i tagli su tubazioni o altri materiali dovranno essere fatti esclusivamente a freddo salvo che non sia autorizzato diversamente dalla Committente.

b) Gli smussi sulle estremità dei tubi e/o raccorderei da saldare tra loro (aventi spessore di 4 mm e superiori) dovranno essere eseguiti in accordo con le Norme ANSI B 31.3 – Cap. C. Le estremità dei tubi aventi spessore inferiore a 4 mm. Potranno essere saldate senza la preventiva smussatura.

c) La distanza, misurata in corrispondenza del diametro esterno del tubo, tra le facce smussate di due saldature circonferenziali di testa contigue non dovrà essere minore di ¾”.

d) Gli smussi dovranno essere eseguiti con metodi autorizzati dal permesso di lavoro. e) Prima di eseguire la saldatura l’appaltatore dovrà verificare che le estremità dei

tubi, delle raccorderei, delle flange e quanto altro debba essere saldato testa a testa, siano in buone condizioni per quanto riguarda il diametro, la finitura e la rotondità. Nel caso che si rendesse necessario ritoccare o adattare le estremità dei pezzi tra loro per poterli saldare, l’Appaltatore eseguirà questi lavori informandone la Committente, solo nel caso che le tolleranze di lavorazione dei materiali non fossero in accordo con le norme di fornitura degli stessi.

f) I pezzi da saldare dovranno essere collegati ed allineati tra di loro (mediante distanziatori) prima dell’esecuzione della prima passata. La massima distanza fra i lembi da saldare non dovrà mai essere superiore a mm. 3 La puntatura dei pezzi (da eseguire solo su tubazioni in acciaio al carbonio) dovrà essere eseguita con elettrodi approvati; le puntature provvisorie dovranno essere eliminate con mole a disco e mai con il martello.

g) Per le linee scotolabili (per lavorazioni particolari dove la prima passata di saldatura dovrà essere fatta in atmosfera inerte l’Appaltatore sottoporrà all’approvazione della Committente una procedura particolare, per la preparazione dei pezzi, studiata caso per caso, che dovrà tenere conto della qualifica dei materiali da usare, del metodo di saldatura, dei materiali d’apporto e dei saldatori.

7.2.5. PREPARAZIONE E SPORGENZE

a) Tutte le saldature debbono avere il 100% di penetrazione.

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b) Le sporgenze della saldatura nella parte interna del giunto non devono eccedere 1/16”, per tubi di dimensioni minori o uguali 8”, ed 1/8” per dimensioni del tubo da 10” in su. Sporgenze maggiori delle suddette saranno eliminate mediante molatura, se praticabile. In caso contrario, ad insindacabile giudizio del Funzionario Tecnico, la saldatura dovrà essere tagliata e rifatta.

c) Per saldature in corrispondenza a flange tarate (ved. All.Tav.1) l’Appaltatore curerà che il cordone interno di saldatura venga molato al filo interno del tubo nelle flange a collare da saldare (welding neck). Si accerterà inoltre che la foratura delle prese di pressione venga fatta in tubi dove sono installate flange a sovrapposizione (slipon). Le flange tarate dovranno essere montate in modo che i bulloni di estrazione si trovino orientati a 180° l’uno dall’altro.

7.2.6. SALDATURE CONTINUE

Le saldature continue dovranno avere una distanza tra i bordi delle stesse non inferiore a 50 mm. o al doppio dello spessore saldato (a seconda quale dei due valori è maggiore). Qualora ciò non sia possibile si dovrà procedere ad eseguire il trattamento termico del pezzo come indicato al successivo punto 7.3.

7.2.7. SALDATURE DI TENUTA

a) La saldatura di tenuta dei giunti filettati sarà fatta nei casi indicati sui disegni o dal Funzionario Tecnico.

b) La saldatura di tenuta dovrà essere eseguita impiegando elettrodi di diametro non superiore a 2,5 mm; dovrà coprire la filettatura esposta a giunto completamente avvitato; dovrà avere comunque una altezza di saldatura misurata longitudinalmente sul tubo, non inferiore a 9 mm.

c) Le connessioni filettate su cui è prevista la saldatura di tenuta, debbono essere montate senza impiego del materiale di tenuta (grafite, ecc.) e perfettamente ripulite da tracce di grasso o altro.

7.2.8. FLANGE

a) I fori per i bulloni delle flange dovranno essere sfalsati rispetto ai piani principali di simmetria (verticale ed orizzontale) a meno che non sia differentemente richiesto per la giunzione con apparecchiature aventi diversa disposizione dei fori.

b) Le flange a sovrapposizione (slip-on) debbono essere posizionate in modo che la distanza tra la fine del tubo e la faccia della flangia sia uguale allo spessore del tubo più 1/8”. La saldatura di tenuta della flangia deve essere fatta in maniera che la faccia della flangia non abbia poi bisogno di essere ritoccata.

7.2.9. MANICOTTI

a) I manicotti saranno infilati in fori aventi i bordi smussati a 45° nel lato tubo; l’estremità da saldare dei manicotti non sarà sagomata nel caso dei tubi da 4” ed oltre. I manicotti saranno invece opportunamente sagomati sull’estremità interna

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in modo da seguire il contorno interno del tubo, se saldati a tubi di diametro inferiore a 4”.

b) Tutti i manicotti filettati, saldati a tubi, saranno ripassati con maschi appropriati allo scopo di eliminare le eventuali deformazioni dovute alle saldature.

7.2.10. INNESTI

L’installazione di innesti a T, aY per quali non venissero forniti pezzi trafilati, dovrà essere eseguita in accordo con le prescrizioni date nelle Norme ANSI B 31.3 cap. V. Qualora fosse richiesta l’installazione di piastre di rinforzo, le stesse dovranno essere fabbricate ed installate in accordo alle suddette norme.

7.3. TRATTAMENTI TERMICI 7.3.1. Il trattamento termico per le saldature su tubazioni in acciaio al carbonio verrà

richiesta solo nei casi particolare e cioè: a) quando lo spessore di tubi supera i 20 mm b) quando la distanza tra saldature continue è inferiore a 20 mm c) quando le derivazioni a T e/o a Y sono munite di piastre di rinforzo d) quando un manicotto, o un tubo o un tronchetto, o altro interferisce su una

saldatura circonferenziale o longitudinale

7.3.2. Il trattamento termico sarà eseguito in forno oppure singolarmente ed i gradienti termici saranno quelli correntemente usati per l’acciaio al carbonio.

7.4.1. CONTROLLI VISIVI

La Committente effettuerà a propria discrezione un controllo visivo su tutte le saldature. L’Appaltatore dovrà presentare le saldature prive di scorie e spruzzi e accuratamente spazzolate; procurerà inoltre tutti i mezzi usuali affinché l’esame possa essere effettuato, ove possibile, all’interno delle tubazioni.

7.4.2. CONTROLLI RADIOGRAFICI

a) Tutti i controlli radiografici saranno eseguiti a cura e a carico della Committente in accordo con le Norme ANSI B 31.3 cap.VI, sulle saldature scelte dalla stessa nelle percentuali indicate dalla specifica tecnica BP 3.19.1. Macchine a raggi X o sorgenti a raggi gamma, potranno essere usate indifferentemente purché la qualità e nitidezza delle radiografie ottenute sia tale da permettere una sicura interpretazione degli eventuali difetti che apparissero nonché la chiara visione della saldatura. Il giudizio sulla qualità ed accettabilità delle saldature, sarà dato dalla Committente che si baserà sulle Norme ANSI B 31.3 cap.V par.327.4.2 327.4.3.

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I limiti di accettabilità ivi indicati, per porosità, ed esclusioni di scorie, saranno validi anche per quelle saldature controllate radiograficamente a caso.

b) I controlli saranno eseguiti contemporaneamente allo svolgersi del lavoro su giunti e tratti della saldatura dei giunti stessi scelti a caso dal Funzionario Tecnico.

Ciascuno saldatore qualificato subirà 2 controlli sui primi giunti effettuati e poi un controllo alla settimana. Comunque la somma dei controlli radiografici suddetti non dovrà mai essere minore del 5% del numero delle saldature effettuate.

c) Ciascuna lastra dovrà portare un simbolo indicante il giunto da cui essa proviene; lo stesso simbolo verrà stampigliato sul giunto in maniera da individuare il punto esaminato.

d) Sulle saldature così selezionate saranno effettuate: • Una radiografia per ogni saldatura eseguita su tubazioni con diametro 30”

o inferiore • Due radiografie orientate a 90° l’una rispetto all’altra, su saldature eseguite

su tubazioni con diametro maggiore. Per ogni saldatura considerata non accettabile, saranno eseguiti due controlli addizionali su saldature eseguite dallo stesso saldatore che ha prodotto i difetti. Se uno di questi due desse ancora esito negativo verranno effettuati altri due controllo addizionali.

f) Qualora nello svolgersi del lavoro un saldatore raggiungesse un totale di 4 controlli negativi a giudizio del Funzionario Tecnico potrà essere richiesto il controllo radiografico al 100% di tutte le saldature effettuate dal saldatore in oggetto.

g) Il rifacimento delle saldature considerate non accettabili, il loro nuovo controllo radiografico ed i controlli addizionali richiesti saranno a totale carico dell’Appaltatore.

h) La Committente potrà richiedere l’allontanamento di quei saldatori la cui qualità di produzione risultasse costantemente appena sufficiente e/o non accettabile.

i) Un registro delle radiografie eseguite sulle saldature sul quale saranno indicati i giudizi espressi dalla Committente sulle radiografie esaminate, sulle saldature da riparare ed i riferimenti dei saldatori che hanno eseguito le saldature, sarà tenuto e continuamente aggiornato dall’Appaltatore. Il registro aggiornato sarà consegnato alla Committente al termine dei lavori.

7.4.3. PROVE DI RESILIENZA

a) Queste prove vanno fatte quando richiesto sui disegni e/o dal Funzionario Tecnico, per qualificare gli elettrodi ed i procedimenti di saldatura e saranno eseguite in accordo alle Norme ASTM E 23.

b) Ciascuna prova di resilienza sarà effettuata mediante tre serie di tre provini; i provini di ciascuna serie dovranno essere ricavati cosi da avere l’asse longitudinale normale all’asse della saldatura; le tacche dovranno essere ricavate rispettivamente nel materiale d’apporto, nella zona termicamente alterata e nel metallo base. Le prove in questione vanno fatte in genere per tutti i materiali soggetti a temperatura di progetto inferiore ai 0°C. Prove analoghe su materiali con temperatura di progetto maggiori di 0°C saranno indicate sui disegni o dal Funzionario Tecnico.

c) Le spese di ulteriori prove di resilienza causate da esito negativo delle prime, saranno a carico dell’Appaltatore senza alcun ulteriore onere per la Committente.

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7.4.4. ULTRASUONI, MAGNAFLUX, LIQUIDI PENETRANTI

Gli esami con ultrasuoni, quando specificato, verranno eseguiti su saldature scelte dalla Committente in accordo alle ASME Boiler Code Sez.VIII, App. U ed alla specifica ESSO BP 3.18.1. Gli esami con magnaflux, liquidi penetranti, od altri metodi non distruttivi equivalenti, potranno essere richiesti e/o accettati dalla Committente.

7.5. FINITURA E TOLLERANZE 7.5.1. FINITURA

a) le massime tolleranze di montaggio sulle dimensioni, ove non sia diversamente specificato sui disegni sarà di 3 mm. Totali tra faccia e faccia di flange, tra assi delle tubazioni e flange, posizioni di attacchi, ecc. Tali tolleranze non sono cumulabili.

b) Il piano delle facce delle flange sarà rigorosamente normale all’asse del tubo e alla tangente delle curve. La massima tolleranza di fuori squadro è di 2 mm sulle due estremità di un qualunque diametro.

c) le curve ricavate da tubo dovranno avere raggi di curvatura e tratti tangenti come indicato sui disegni. Esse dovranno essere eseguite con le tolleranze sulle dimensioni e sulle deformazioni di cui all’all. Tav.2

7.6. ISPEZIONI E COLLAUDI 7.6.1. ISPEZIONI

a) Gli incarichi della Committente avranno la facoltà di ispezionare i lavori di prefabbricazione e montaggio in qualsiasi luogo e momento essi vengono eseguiti. L’Appaltatore terrà costantemente informata la Committente circa i programmi di lavoro e/o le date di inizio di ogni singolo lavoro fornendo tempestivamente e senza riserve qualunque informazione possa essere richiesta, a tale riguardo, dalla Committente. La Commissione potrà richiedere in qualunque momento la sospensione dei lavori (e/o di qualche particolare lavoro) che fossero eseguiti non in accordo con le prescritte Norme e/o specifiche tecniche e/o non a regola d’arte. L’Appaltatore dovrà rimediare tempestivamente agli inconvenienti riscontrati, dopo di che potrà riprendere il lavoro, autorizzato dalla Committente.

b) I Funzionario Tecnico della Committente presenzieranno a tutte le prove di qualifica dei procedimenti di saldatura, dei saldatori e degli elettrodi che l’Appaltatore dovrà eseguire prima di iniziare qualsiasi lavorazione.

c) I saldatori addetti ai lavori dovranno, in qualsiasi momento a richiesta della Committente, esibire il loro cartellino di qualifica e mostrare il punzone da loro usato per marcare le saldature.

d) Prove di accettabilità, eseguite dall’Appaltatore con liquidi penetranti o altri metodi non certificabili, dovranno essere presenziate dai Funzionari Tecnici della Committente per essere valide.

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L’Appaltatore informerà in tempo utile i Funzionari Tecnici circa il luogo e la data in cui le prove saranno fatte.

e) La Committente sarà informata in tempo utile sul luogo e la data di esecuzione del trattamento termico sulle saldature in accordo a quanto indicato al punto 7.3. Trattamenti termici con uso di polveri isotermiche non potranno essere fatti se non preventivamente autorizzati dalla Committente. Tutti i diagrammi dei trattamenti saranno consegnati alla Committente appena il ciclo è terminato e nella eventualità di dovere ripetere il trattamento, nessun lavoro di rimozione dei pezzi trattati sarà fatto finché la Committente non avrà dato il suo benestare.

f) Il controllo dimensionale e di rispondenza ai disegni dei pezzi prefabbricati, sarà fatto da personale tecnico dell’Appaltatore. La Committente si riserva la facoltà di richiedere che i controlli siano fatti e/o ripetuti in sua presenza senza limitazioni quantitative.

g) L’Appaltatore provvederà al continuo (giornaliero se necessario) aggiornamento di una serie di disegni forniti allo scopo, sui quali dovranno essere indicate le seguenti informazioni:

• Posizione e sigla di riconoscimento delle radiografie prese sulle saldature; • Eventuali riparazioni fatte sulle saldature con indicazione delle nuove

radiografie; • Indicazioni dei riferimenti relativi ai diagrammi dei trattamenti termici

effettuati; • Indicazione di eventuali altre prove eseguite sulle saldature e/o sulle

tubazioni.

Questa serie di disegni, aggiornata, sarà costantemente a disposizione del Funzionario Tecnico della Committente e sarà consegnata a fine lavori per essere allegata alle radiografie, ai diagrammi dei trattamenti termici ed altri eventuali documenti delle prove eseguite.

7.6.2. COLLAUDI IN OPERA Tutte le linee completate di tutti i materiali indicati negli elenchi di ciascuna linea e con tutti i supporti necessari installati, saranno collaudate idraulicamente o pneumaticamente secondo le indicazioni date nell’elenco linee e/o in accordo con le istruzioni impartite dalla Committente. Tutti i collaudi, per essere validi, dovranno essere presenziati dal Funzionario Tecnico. a) L’Appaltatore provvederà a nominare un responsabile dei collaudi il quale sarà

autorizzato a firmare i documenti relativi ai collaudi che saranno eseguiti sulle linee finite. Il Responsabile dei collaudi provvederà a:

• Verificare la linea da collaudare per quanto concerne: - il corretto impiego dei materiali - il corretto montaggio della linea (in accordo con i disegni) - il corretto montaggio dei supporti e guide - la corretta installazione dei dischi ciechi temporanei necessari al

collaudo della linea - la corretta applicazione della pressione di prova prestabilita

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- il sezionamento delle linee in corrispondenza delle apparecchiature che devono essere escluse dal collaudo.

• A preparare in tempo utile un programma di collaudi che soddisfi le necessità imposte dal programma di esecuzione lavori e/o le richieste della Committente. Questo programma dovrà essere discusso con la Committente prima di essere reso operativo.

• Verificare e garantire, per l’Appaltatore, che tutti i dischi ciechi di sezionamento siano rimossi al termine dei collaudi di ogni singola linea. A questo scopo organizzerà un sistema, mediante l’uso di vernici colorate da applicare sui punti di sezionamento, che riveli lo stato del giunto, per le seguenti operazioni:

- disco cieco e guarnizioni provvisorie installate - disco cieco rimosso - guarnizioni definitive installate e giunto bloccato.

b) PREPARAZIONE PER IL COLLAUDO Tutte le flange, tutti i giunti filettati e tutte le saldature in opera dovranno essere liberi da pittura o isolamenti; i giunti delle tubazioni interrate dovranno essere esposti a vista. Tutti gli accoppiamenti flangiati saranno sottoposti a richiesta del Funzionario Tecnico ad una prova di sbullonamento. I bulloni e/o i tiranti dovranno estrarsi con lo sforzo delle dita. I casi in contrasto saranno risolti ad insindacabile giudizio del Funzionario Tecnico e senza alcun onere per la Committente. La tubazione collegata ad una apparecchiatura non compresa nel collaudo dovrà essere disconnessa dall’apparecchiatura stessa o isolata da disco cieco. Tale norma vale in particolare per tutte quelle apparecchiature, per le quali le specificazioni prescrivono una pressione di collaudo inferiore a quella della linea ad esso collegate. Nel caso di valvole di controllo munite di valvole di blocco e di bypass, la valvola di controllo dovrà essere isolata mediante disco cieco. Se la valvola di controllo è montata senza la valvola di bypass e valvola di blocco, essa dovrà essere sostituita con un tronchetto flangiato. La Committente deciderà quando detti tronchetti dovranno essere smontati e le valvole rimontate al loro posto. Per il primo montaggio delle valvole, come pure dei tronchetti, si dovranno usare guarnizioni provvisorie; le definitive saranno montate solo durante l’ultimo montaggio delle valvole di controllo. Tutte le restrizioni che possono interferire con il riempimento, lo sfiato ed il drenaggio delle linee, quali dischi calibrati ecc. saranno montati a collaudi ultimati. Per il collaudo idraulico, tutte le linee che operano in servizio gassoso (aria, azoto, vapore) dovranno essere adeguatamente supportate, usando quando necessario, supporti addizionali provvisori. Per queste linee i supporti a molla ed a contrappeso dovranno essere sostituiti da supporti temporanei supplementari adeguati a supportare il carico dei liquidi di collaudo.

c) ESTENSIONE DEL COLLAUDO

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I tubi che si collegano, oppure sono in continuazione con linee già esistenti, saranno isolati da queste mediante valvole, oppure dischi ciechi. Per tutte le linee aperte all’atmosfera come sfiati, drenaggi, non è richiesto il collaudo a pressione. Queste linee subiranno solo una ispezione visiva per determinare che tutti i giunti siano stati eseguiti a regola d’arte. Le seguenti apparecchiature dovranno essere escluse dal collaudo a pressione delle tubazioni ed isolate a mezzo dischi ciechi oppure del tutto rimosse:

• Macchine in genere • Dischi di rottura valvole di controllo e/o di sicurezza e simili • Ogni apparecchiatura non avente una specifica pressione di collaudo • Altre eventuali indicate dal Funzionario Tecnico.

Qualora la pressione di collaudo non sia sopportabile dalle valvole chiuse, il collaudo stesso sarà esteso fino al punto giunto dopo le valvole. Gli stacchi per le tubazioni strumenti a monte della prima valvola di blocco, saranno comprese nel collaudo delle tubazioni. Le connessioni a valle della valvola di blocco di cui sopra dovranno essere sconnesse ed il resto delle tubazioni strumenti sarà collaudato separatamente per evitare l’introduzione di materie estranee dentro le linee strumenti.

d) PROCEDURA DI COLLAUDO Tutte le tubazioni dovranno essere collaudate, ove richiesto dalla Committente, eccetto quanto specificato al precedente punto c). La pressione di collaudo sarà quella di cui al successivo punto f). a meno di diversa indicazione sui disegni o del Funzionario Tecnico. I manometri da usarsi per il collaudo saranno verificati presso officine strumentali autorizzate dal Funzionario Tecnico e la loro installazione per quanto possibile sarà eseguita nel punto più basso della rete tubazioni in collaudo. Le linee dovranno restare sotto pressione di collaudo per almeno due ore prima di iniziare il controllo dei giunti flangiati e saldati. La pressione sarà mantenuta invariata durante l’ispezione e sarà tolta quando il Funzionario tecnico darà la sua approvazione. Ogni perdita dovrà essere riparata e le linee rispettive ricollaudate senza alcun onere aggiuntivo a carico della Committente. Quando la temperatura ambientale scende al di sotto di -10°C qualsiasi collaudo a pressione dovrà essere evitato, se non specificamente richiesto e/o autorizzato dalla Committente. Tutti gli sfiati e le altre connessioni impiegate come sfiati, dovranno essere lasciati aperti durante il riempimento in modo che tutta l’aria fuoriesca prima di applicare la pressione di collaudo al sistema. Al termine del collaudo, tutti i drenaggi e sfiati saranno aperti in modo che tutto il liquido contenuto nelle linee venga drenato.

e) FLUIDI DI COLLAUDO

Il collaudo idraulico sarà fatto con acqua dolce (meno di 300 ppm di sali) a meno che non sia autorizzato dal Funzionario Tecnico l’uso di acqua di mare ove ciò fosse necessario per difficoltà di approvvigionamento dell’acqua dolce. Qualora le condizioni ambientali e/o di processo dell’impianto lo richiedessero, potrebbero essere impiegati per i collaudi fluidi diversi dall’acqua (gasolio o altro).

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La Committente fornirà detti fluidi e l’Appaltatore eseguirà i collaudi richiesti senza che questo possa costituire motivo per richiedere costi extra di qualsiasi natura. L’Appaltatore dovrà chiedere al Funzionario Tecnico l’elenco delle linee che dovranno essere collaudate con fluidi diversi dall’acqua. Qualsiasi danno arrecato con l’impiego dell’acqua, se non autorizzato, sarà a carico dell’Appaltatore. Alcune tubazioni potranno essere collaudate ad aria. Ciò si applica a tubazioni (normalmente grandi) non strutturalmente progettate a portare il carico del liquido oppure a tubazioni serventi apparecchiature aventi isolanti interni od altri rivestimenti soggetti a danneggiarsi per il contatto con i liquidi di collaudo e sempre alle tubazioni aria strumenti.

f) PRESSIONE DI COLLAUDO

Ad eccezione delle tubazioni in servizio sotto vuoto, la pressione di collaudo sarà ricavata con la seguente espressione: 1,5 Pp x S1 Pc = -------------- S2 Pc e Pp = Pressione di collaudo e di progetto S1 = Tensione ammissibile a 100°F secondo ANSI B 31.3 S2 = Tensione ammissibile alla temperatura di progetto secondo ANSI B 31.3 Comunque la pressione di collaudo non sarà inferiore a 7 Bar salvo disposizione diversa del Funzionario Tecnico e tranne per i servizi sottovuoto. Per i servizi sottovuoto la pressione di collaudo sarà da 1 Bar salvo sia limitata ad una pressione minore dalla progettazione. Due o più linee potranno essere combinati in una rete per un unico collaudo temporaneo; sempre che richiedano la stessa pressione di collaudo. Qualora le tubazioni venissero collaudate in circuiti che includano anche apparecchiature (scambiatori, recipienti vari, etc.) sarà responsabilità dell’Appaltatore accertarsi che le pressioni di collaudo delle apparecchiature stesse non siano inferiori a quelle delle linee. Si dovrà tenere conto anche del carico idrostatico gravante sul fondo delle apparecchiature verticali. L’effettiva pressione di collaudo sarà modificata qualora occorresse, in osservanza ad ogni prescrizione delle Norme ASME Section I per caldaie, oppure ai regolamenti statali o altre regolamentazioni di legge ma solo per quei tratti di tubazioni per le quali è vigente la loro competenza. Qualora venga eseguito il collaudo pneumatico, la pressione di collaudo non dovrà superare il 10% della pressione di progetto. Ogni collaudo pneumatico deve includere un preliminare controllo di eventuali perdite a non più di 2 Bar.

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Nel corso del collaudo delle tubazioni, specie nel caso di collaudo pneumatico, si dovrà avere cura che, a causa di aumenti di temperatura ambientale, non si elevi la pressione.

g) VERBALI DI COLLAUDO L’Appaltatore sarà tenuto a redigere verbali di collaudo,da sottoporre all’approvazione del Funzionario Tecnico in cui risultano le condizioni di collaudo delle singole linee e l’esito del collaudo stesso.

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8. PREFABBRICAZIONE E/O MONTAGGIO DI CARPENTRIA METALLICA 8.1. NORME GENERALI

Durante il montaggio dei diversi pezzi e/o elementi delle strutture si dovrà fare attenzione alla verifica delle colonne di sostegno, alla elevazione del piano di posa ed alla posizione in pianta, ad evitare possibili ma necessarie demolizioni che potrebbero rendersi necessarie in seguito, per compensare o rimediare ad errori di montaggio non accettabili. Sarà specificato nei disegni costruttivi se i giunti tra i suddetti elementi sono del tipo saldato, bullonato o misto.

8.1.1. SUPPORTI TUBAZIONI

I supporti per tubazioni quali appoggi, punti fissi e guide dovranno essere eseguiti in accordo agli standards.

8.1.2. SCALE E PASSERELLE

a) Tutti i pezzi da montare dovranno essere marcati. I piani di scale e passerelle siano essi realizzati con lamiere o con grigliato, dovranno avere attorno a tutte le aperture al bordo esterno una lamiera salvapiede saldata sulla lamiera o sul grigliato del piano stesso. Le lamiere salvapiede potranno essere fornite dall’appaltatore sotto forma di ferri piatti commerciali legati in fasci. Sarà cura dell’Appaltatore eseguire le misurazioni, i tagli ed il montaggio, in accordo con quanto richiesto sui disegni costruttivi.

b) le scale e passerelle potranno essere installate sulle apparecchiature che lo prevedono, prima o dopo il montaggio delle apparecchiature stesse previa autorizzazione da parte della Committente.

c) L’Appaltatore può installare le scale e le passerelle con l’apparecchio a terra, se questo risulta più conveniente per lui.

8.2. SALDATURE

Vale, per quanto qui applicabile, quanto riportato al precedente punto 7.2.

8.2.1. PROVE DI QUALIFICA

a) Tutti i saldatori da impiegare nella saldatura delle carpenteria metalica dovranno avere superato le prove eseguite su metalli uguali a quelli da saldare; dette prove sono previste nell’Appendice III dell’ASME Boiler Code Sez. IX, figure: Q-3, QN-3, Q-4, e QN-4, limitatamente alle prove eseguite su lamiere.

b) Gli elettrodi che l’Appaltatore intende impiegare dovranno essere sottoposti all’approvazione della Committente che potrà richiederne la qualificazione, o quanto meno richiederà il bollettino degli esami tecnologici e chimici a cui quella partita di elettrodi è stata sottoposta. Qualora la Committente rifiutasse quel tipo o quella partita di elettrodi, sarà cura dell’Appaltatore provvedere tempestivamente alla ricerca di altri tipi o partite di elettrodi accettabili.

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8.3. CONTROLLI DELLE SALDATURE

Saranno controllate visivamente dalla Committente le saldature eseguite sulla carpenteria metallica, al fine di verificarne la qualità ed accettabilità.

8.4. COLLAUDI IN OPERA I collaudi della carpenteria metallica consistono nelle seguenti operazioni:

• Controlli dimensionali della costruzione • Controllo della verticalità ed allineamento delle colonne montanti

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9. SMONTAGGIO E RIMONTAGGIO DI MACCHINE: REVISIONE

Per macchine si intendono: moto/elettropompe, compressori, ventilatori e simili. NORME GENERALI La descrizione dei lavori qui di seguito riportata si riferisce ai casi più generali e comuni rimandando alle monografie del fornitore casi singoli e specifici. Viene inoltre trattata solamente la manutenzione completa della macchina per maggiore completezza di informazione. Lavori parziali sono ovviamente previsti e possibili come addendi di un’unica sommaria di varie attività. Si ricorda brevemente che:

• Le manovre di sezionamento delle valvole automatiche e/o manuali per isolare la macchina dall’impianto sono riservate al personale di Processo con esclusione dei fluidi di servizio

• Lo svolgimento elettrico è di competenza dell’Appaltatore elettrico.

Nella descrizione dei lavori si incontrano alcune parole alle quale attribuiamo i seguenti significati:

• Lavaggio: operazione da eseguirsi, di norma, sotto cappa con acqua calda o vapore o altri fluidi se cosi specificato dalla Committente al fine di allontanare residui di lavorazione e potere procedere nei lavori di manutenzione.

• Smontaggio: è lo scollegamento della macchina dall’impianto ed il suo trasporto in officina, la scomposizione della macchina nei suoi elementi principali sui quali si dovrà poi intervenire (la tenuta, i cuscinetti e l’eventuale valvola di bypass ecc.), per permettere il controllo, la rilevazione e la registrazione di giochi, delle usure, o di altre anomalie.

• Revisione: è la sostituzione di quelle parti non più idonee al servizio o la riparazione delle stesse mediante lavorazione ad utensile o con apporto superficiale o la combinazione di più sistemi.

• Collaudo in officina: è la certificazione che la macchina ha superato i seguenti esami:

- tolleranze ripristinate a livello originario tra parte fissa e parte in movimento o di quelle in movimento tra di loro (pompe rotative)

- prova della tenuta, semplice o doppia, ad una pressione superiore di almeno 1 Kg/cm² a quella di mandata. Nel caso di tenute a baderna la perdita controllata deve rientrare nei limiti stabiliti dal Costruttore

- prova della carcassa o della camicia, se esistente, eseguita con olio di fornitura della Committente, alla pressione prevista dal Costruttore o almeno 1,5 volte la pressione di mandata con un minimo di 5 Kg/cm², quale dei due è più conveniente

- sostituzione dell’olio di lubrificazione di cuscinetti e/o riduttori ovunque esistenti

• Rimontaggio: è l’operazione inversa della precedente

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9.1. POMPE

Il montaggio delle pompe deve essere fatto in accordo con le seguenti raccomandazioni di massima e con le richieste dei fabbricanti delle macchine, espresse nei manuali e/o nei disegni di montaggio da loro forniti. In caso di incoerenza tra le richieste di questo Capitolato e quelle dei manuali del fornitore, queste ultime prevarranno. a) le pompe di ogni tipo devono essere montate appoggiate su piastrine di lamiera,

poste dall’Appaltatore sulle fondazioni in modo tale che nel serrare i bulloni di fondazione i telai di supporto delle pompe non abbiano a deformarsi provocando il disallineamento coi motori. Le piastrine di livellamento devono essere installate accostate su un lato dei bulloni di fondazione in modo che i telai delle pompe appoggino su tutta la superficie delle piastrine.

b) Le pompe ed i relativi motori o turbine devono essere installati in piano nelle posizione ed alla quota prevista dai disegni di montaggio forniti dalla Committente.

c) I bulloni di fondazione devono essere leggermente serrati prima di fare il getto del “grout” sul basamento. Il serraggio finale si farà dopo che il “grout” si sarà consolidato (circa una settimana dopo il getto).

d) Le pompe proporzionatrici ed i cavallini a vapore non richiedono allineamento meccanico con le rispettive motrici in quanto queste ultime sono installate direttamente sul corpo pompa.

e) L’allineamento meccanico delle pompe alle rispettive motrici deve essere eseguito almeno in tre tempi, esempio:

1. Verifica grossolana dell’allineamento durante il fissaggio del gruppo pompa

sulla fondazione (prima del getto del “grout”). 2. Esecuzione del primo allineamento dopo avere bloccato il gruppo pompa

sulla fondazione e prima di avere collegato le tubazioni connesse. 3. Verifica ed eventuale aggiustaggio finale dell’allineamento in fase di

accoppiamento finale delle tubazioni alla pompa e/o turbina motrice entrambe in condizione di temperatura ambiente. Questo allineamento deve essere fatto in stretta collaborazione con il montatore delle tubazioni, il quale bloccherà le linee mentre il montatore delle macchine verificherà l’allineamento L’accettazione finale del gruppo pompa sarà data solo quando la Committente avrà verificato che l’allineamento sia corretto e che le tubazioni collegate alle macchine siano state bloccate. Per quanto riguarda le tolleranze, parallelismo e concentricità che devono avere i semigiunti tra loro, il montatore si adeguerà a quanto stabilito dai fornitori delle pompe e/o richiesto dalla Committente.

f) Nel caso che le pompe fossero consegnate in campo senza le motrici l’Appaltatore provvederà al montaggio in fondazione e bloccaggio delle sole pompe ed installerà le motrici successivamente, appena disponibili. Le motrici, come d’uso, saranno bloccate sui telai di supporto mediante bulloni mordenti sui telaio. Nel caso che la foratura e filettatura dei fori, sui quali avvitare i bulloni di bloccaggio delle motrici, non fosse stata precedentemente fatta in officina, il montatore provvederà alla esecuzione di questo lavoro sul posto.

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g) Tutte le pompe aventi condizioni operative al di sotto di 100°C, sono considerate “fredde” e pertanto la spinatura dei corpi pompe e delle rispettive motrici (motori e/o turbine) deve essere fatta appena ricevuta l’accettabilità degli allineamenti da parte della Committente. Le pompe aventi condizioni operative superiori a 101°C, sono considerate “calde” e pertanto la spinatura deve essere fatta come detto nel seguente paragrafo.

h) La spinatura delle pompe “calde” deve essere fatta con le pompe ed eventualmente le motrici in condizioni di temperatura operative, dopo avere ricontrollato l’allineamento. La Committente deve dare il benestare per eseguire la spinatura.

i) Il montatore deve provvedere alla installazione sulle macchine di tutti gli accessori con esse forniti. Durante il periodo di montaggio l’appaltatore soddisferà quanto necessario per la manutenzione delle macchine.

l) Le pompe centrifughe “in linea” saranno fornite con le motrici direttamente installate sui corpi pompa e pertanto nessun allineamento è richiesto. L’Appaltatore controllerà che i gruppi pompa vengano installati perfettamente verticali e che le flange delle tubazioni siano parallele alle flange delle pompe, prima e dopo il bloccaggio dei bulloni di accoppiamento.

m) Nessuna macchina potrà considerarsi completamente montata finché tutte le operazioni e lavori richiesti nei precedenti punti da a) a i), siano stati eseguiti.

n) Nel caso che il rappresentante del fornitore delle pompe sia presente in cantiere per la verifica del montaggio e/o per il montaggio di particolari pompe, l’Appaltatore gli fornirà l’assistenza necessaria ad operare, dietro richiesta della Committente.

9.1.1. POMPE CENTRIFUGHE E ROTATIVE ORIZZONTALI

Prima dello smontaggio della macchina dal basamento, verificata la fattibilità del lavoro come previsto dalle apposite procedure di sicurezza, l’Appaltatore deve accertarsi che essa sia stata sezionata con le apposite valvole in aspirazione ed in mandata e scollegata elettricamente. Dopo avere intercettato e poi staccato le eventuali tubazioni ausiliarie (acqua, vapore, olio) ed avere eseguito lo spurgo della macchina, l’Appaltatore può iniziare la sflangiatura cominciando dal lato aspirazione. L’operazione deve essere eseguita con molta attenzione e prudenza per evitare che eventuali spruzzi possano raggiungere le persone. Completata l’operazione, la macchina può essere rimossa dal basamento conservando gli eventuali spessoramenti. Il sollevamento ed il trasporto in officina devono essere eseguiti come prescritto dalla specifica 3 E e le tubazioni in aspirazione e mandata ciecate. Il caso più comune prevede il disaccopiamento sul posto tra motore e la sua macchina trascinata. In questo caso l’Appaltatore dovrà smontare il coprigiunto ed il giunto avvitando i bulloni sulla parte filettata per ritrovarli al momento del rimontaggio. In officina la pompa deve essere lavata, smontata, controllata, revisionata e collaudata. Esaurite queste fasi la pompa è ora in grado di essere rimontata e collaudata in campo, agendo in senso inverso a quanto precedentemente descritto. Le precauzioni, la tecnica e quant’altro prescritto per il montaggio sono già stati ampiamente descritti nella specifica 3 E a cui si rimanda. Si ricorda soltanto che prima di riconsegnare la pompa all’esercizio, l’Appaltatore deve:

- controllare ed annullare gli eventuali pensionamenti tra le linee e la pompa

- allineare la motrice e la pompa

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- controllare le vibrazioni con adatto strumento a mandata chiusa (ricircolo) e tubazioni ausiliarie allacciate.

9.1.2. POMPE VERTICALI

Le pompe qui trattate e di più comune impiego in stabilimento, sono le elettropompe sommerse e quelle ad albero lungo. Nell’un caso e nell’altro ed oltre a quanto già descritto precedentemente, l’Appaltatore dovrà controllare e revisionare anche i sistemi di aggancio e sollevamento, la griglia sull’aspirazione, lo stato di conservazione dei tubi guida delle pompe ad albero lungo ed il controllo, revisione e collaudo della pompa per grasso ove esistente, compresa la sostituzione della cinghia di trascinamento.

9.1.3. POMPE DOSATRICI

Oltre a quanto già descritto precedentemente l’Appaltatore dovrà pulire, smontare, revisionare e collaudare le seguenti parti della macchina:

- la testa pompante a semplice o doppio effetto, con eventuale sostituzione di camicia, pistone e valvole

- dispositivo di regolazione della portata (normalmente manuale) - valvola di massima pressione

La revisione meccanica dovrà inoltre assicurare che il riduttore di giri con i relativi cuscinetti di banco ed il giunto, se previsto, siano in perfette condizioni.

9.2. COMPRESSORI

I compressori possono essere manutenzionati dall’Appaltatore od essere inviati al fornitore della macchina. Nell’un caso e nell’altro esso sarà chiamato a fornire il personale specializzato o non, i mezzi di sollevamento, tutti i materiali di consumo (compresi gli stracci), gli strumenti di controllo, gli utensili necessari, una tenda o altra adeguata protezione atta a proteggere i compressori dall’ambiente esterno, e comunque ogni altra cosa necessaria al completamento dei lavori di smontaggio, revisione, rimontaggio, richiesti per rendere i compressori pronti per essere messi in marcia.

9.2.1. COMPRESSORI ALTERNATIVI

I compressori alternativi installati in impianto sono destinati a due servizi differenti: 1) produzione aria compressa (industriale e strumenti) 2) per eseguire il vuoto nei reattori

L’architettura generale è però simile tra di loro. Lo smontaggio per revisione generale, fatte salve le operazioni preliminari di scollegamenti elettrici e di sconnessioni dalle tubazioni di processo e di servizio, comprenderanno le seguenti attività:

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• Lo sbullonamento dalle fondazioni ed il trasporto al magazzino della Committente nel solo caso che occorresse spedirlo al fornitore per interventi eccezionali o per altri motivi. In condizioni normali invece la revisione sarà eseguita in situ come qui descritto.

• Smontaggio coperchi valvole, valvole ed alzavalvole • Apertura coperchi cilindro, tenute e testa croce • Smontaggio testa-croce sfilamento del pistone, smontaggio delle tenute,

smontaggio albero a gomito e manovellismo biella • Smontaggio delle due pompe di lubrificazione dei compressori gas • Pulizia di tutte le parti smontate e di quelle fisse • Revisione e/o sostituzione di parti usurate (guarnizioni, valvole,

alzavalvole, fasce elastiche, tenute, cuscinetti di banco, pattino testa croce, cinghie ed eventuali altri pezzi in eventi eccezionali)

• Rimontaggio del tutto, registrazione meccanica dei punti morti, delle tenute, delle valvole ed alzavalvole, del pensionamento cinghie e della lubrificazione

• Sostituzione olio • Prove e collaudo a vuoto consistenti in:

- controllo locale della rumorosità a 1 m dal compressore - controllo delle vibrazioni come da specifica della macchina con

apposito strumento - controllo rumorosità dei cuscinetti del motore e di banco - controllo funzionamento lubrificazione - controllo funzionamento impianto di raffreddamento

• Prove e collaudo in esercizio consistenti in: - controllo funzionamento valvole in aspirazione ed in mandata e loro

rumorosità - controllo pressione di mandata come previsto dai dati di targa - controllo del serraggio bulloneria e della temperatura delle valvole di

aspirazione e mandata dopo 24 ore di funzionamento.

a) I gruppi compressori forniti già assiepati e accoppiati alle motrici, saranno montati seguendo le stesse regole stabilite per le pompe di cui al precedente punto 9.1.

b) I compressori forniti in pezzi da assiepare quali ad esempio carcassa del corpo macchina, cilindri, pistoni, volano, motrice, riduttore, telaio supporto, casse olio, smorzatori di pulsazioni ed accessori vari, devono essere montati direttamente in opera dallo specialista fornito dal Costruttore delle macchine. L’Appaltatore dovrà fornire, su richiesta dello specialista e/o della Committente, il personale specializzato e la manovalanza, i mezzi di sollevamento, tutti i materiali di consumo (compresi gli stracci), gli strumenti di controllo, gli utensili necessari, una tenda o altra adeguata protezione atta a proteggere i compressori dall’ambiente esterno e comunque ogni altra cosa necessaria al completamento del lavoro di montaggio, richiesto per rendere i compressori pronti per essere messi in marcia.

c) L’Appaltatore provvederà in tutto e per tutto alla pulizia delle casse d’olio ed al decapaggio meccanico e chimico delle tubazioni di alimentazione d’olio alle diverse parti delle macchine, in accordo con le istruzioni che gli verranno date dallo specialista del Fornitore e/o della Committente.

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9.2.2. COMPRESSORI CENTRIFUGHI

a) I gruppi compressori forniti già assiemati e accoppiati alle motrici saranno montati seguendo le stesse regolare stabilite per le pompe di cui al precedente punto 9.1.

b) I compressori, forniti in pezzi da assiemare, quali ad esempio: carcassa, rotore,riduttori, telaio, supporto, motrice, casse d’olio ed accessori vari, devono essere montati direttamente in opera dello specialista fornito dal Costruttore delle macchine. L’Appaltatore dovrà fornire, su richiesta dello specialista e/o della Committente, il personale specializzato e la manovalanza, i mezzi di sollevamento, tutti i materiali di consumo (compresi gli stracci), gli strumenti di controllo, gli utensili necessari, una tenda o altra adeguata protezione atta a proteggere i compressori dallo ambiente esterno, e comunque ogni altra cosa necessaria al completamento del lavoro di montaggio, richiesto per rendere i compressori pronti per essere messi in marcia.

c) L’Appaltatore provvederà in tutto e per tutto alla pulizia delle casse d’olio ed al decapaggio meccanico e chimico delle tubazioni di alimentazione d’olio alle diverse parti delle macchine, in accordo con le istruzioni che gli verranno date dallo specialista del Fornitore e/o della Committente.

9.2.3. COMPRESSORI A VITE

I collaudi delle macchine e loro accessori consistono nelle seguenti operazioni:

• Verifica del corretto allineamento, con o senza i tubi collegati • Verifica che tutti gli accessori e strumenti forniti con la macchina siano

stati montati • Ispezione delle casse d’olio e delle tubazioni per constatarne lo stato di

pulizia • Per le macchine “fredde” verifica delle spinature • Controllo dei libero movimento (rotazione) delle parti rotanti • Verifica dello stato generale della installazione.

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9.3. AGITATORI 9.3.1. AGITATORI ORIZZONTALI “SIDE ENTRY”

Lo smontaggio degli agitatori orizzontali per serbatoi tipo “Side Entry” dal relativo bocchello sarà eseguito avendo precedentemente controllato che esso sia stato elettricamente scollegato ed il serbatoio svuotato. Il lavoro può cosi iniziare con l’imbragatura del gruppo con autogrù e cinghie di canapa fatte passare attorno al flangione di accoppiamento, indi sarà allentato il tenditore, ove esiste. Lo sbullonamento del flangione sarà fatto in modo da consentire la divaricazione dello stesso dal serbatoio onde consentire il controllo dello sgocciolamento e poi durante l’estrazione dovrà farsi attenzione a non danneggiare l’asse e le pale. Durante il trasporto (meglio su pianale) l’imbragatura dovrà essere piazzata su almeno due punti per non flettere eccessivamente la linea d’asse. In officina sarà svuotato l’olio dal carter dell’accoppiamento conico e poi pulito per smontare, controllare, registrare ed eventualmente sostituire con materiale di fornitura della Committente, le seguenti parti:

- linearità dell’asse dell’elica - efficienza dei cuscinetti - gioco dell’accoppiamento conico - corrosione dell’elica (e dell’asse) - tenuta

A lavoro completato e con olio nuovo esso sarà rimontato sul serbatoio, avendo cura di sostituire la guarnizione della flangia; prima di consegnare la macchina all’esercizio saranno rilevate le vibrazioni con apposito strumento.

9.3.2. AGITATORI VERTICALI “TOP ENTRY”

Oltre a quanto già descritto precedentemente circa gli agitatori orizzontali, i lavori di preparazione per l’esecuzione della manutenzione completa di quelli verticali comprendono anche la bonifica del serbatoio, se necessario l’ingresso all’interno dello stesso e l’eventuale costruzione di un ponteggio interno, in legno nel caso di serbatoi vetrificati, esclusi dagli oneri dell’Appaltatore. Verificate queste condizioni preliminari, lo smontaggio dell’agitatore deve prevedere le seguenti attività:

- lo sbullonamento delle pale dall’albero nel caso che esso non sa in un sol pezzo

- lo smontaggio dei giunti intermedi nel caso siano previsti e di quello di attacco al riduttore

- lo sfilaggio dalla piletta di fondo quando esiste - l’estrazione dell’albero e delle giranti per il successivo controllo da

eseguire in officina - lo smontaggio delle cinghie di trasmissione motore/riduttore o del

giunto motore/riduttore.

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La revisione in officina deve prevedere le seguenti attività:

- controllo generale dello stato di conservazione di albero/giunto/pale. Nel caso di albero e pale vetrificati l’esame prevede un controllo con scintillometro

- controllo della linearità dell’asse su tornio ed eventuale sostituzione con altro di fornitura della Committente o di costruzione dell’Appaltatore su disegno quotato della Committente

- controllo dello stato di usura dei cuscinetti ed eventuale loro sostituzione

- controllo dei giochi della coppia conica di trasmissione - sostituzione delle cinghie di trasmissione e controllo dei giunti - revisione della tenuta semplice o doppia mediante scomposizione e

sostituzione delle parti usurate o sostituzione completa - sostituzione della baderna e pulizia dell’alloggiamento ove esistente.

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10. MONTAGGIO DI APPARECCHIATURE VARIE

Per apparecchiature si intendono recipienti orizzontali e verticali, scambiatori e simili. Per apparecchiature speciali, si intendono bracci di carico, contatori, filtri ecc. e/o unità particolari preassiemati quali bilici ecc.

10.1. NORME GENERALI 10.1.1. RECIPIENTI FORNITI IN UN SOL PEZZO

a) L’installazione dei recipienti sulle proprie fondazioni cosi come indicato nei disegni di montaggio, dovrà essere fatta in accordo con le istruzioni date nel precedente punto 6.4.

b) I bracci portaparanchi saranno montati nelle proprie staffe di sostegno dopo avere adeguatamente pulito e successivamente ingrassato le sedi dove i bracci lavoreranno.

c) Montaggio, se richiesto, delle staffe di sostegno delle carpenterie collegate alle apparecchiature. Esecuzione, se necessario, della tracciatura delle posizioni delle staffe. Tutti i recipienti in fase di montaggio dovranno essere assicurati con una o più funi di guida ad evitare pericolose oscillazioni del carico sotto tiro La Committente potrà fermare la manovra mancando tale accorgimento.

d) Esecuzione, se necessario, di eventuali aggiustaggi sui fori delle gonne e/o dei supporti dei recipienti per adattarli alle posizioni dei bulloni di fondazione.

10.1.2. APPARECCHI FORNITI IN TRONCHI FLANGIATI

Gli apparecchi forniti in tronchi flangiati, saranno assiemati a terra e/o in opera a seconda della loro mole e/o difficoltà di installazione. Prima di assiemare le flange l’Appaltatore verificherà che le superfici dei risalti delle flange siano perfettamente piane. L’assiematura delle flange sarà fatta avendo cura di non danneggiare le superfici oppure dopo la riparazione di eventuali danni e comunque con le sedi delle guarnizioni perfettamente pulite. Il serraggio delle flange si farà stringendo i bulloni in croce e gradualmente fino al serraggio totale.

10.1.3. RECIPIENTI ORIZZONTALI

a) Particolare cura dovrà porsi durante il montaggio di recipienti orizzontali che devono essere montati direttamente su selle in cemento. In particolare si dovranno evitare brusche manovre onde evitare il danneggiamento degli appoggi.

b) Ingrassare la parte inferiore della sella d’appoggio e la piastra di fondazione dove la sella appoggerà nel caso in cui una delle estremità del recipiente (orizzontale) è prevista libera di scorrere.

10.1.4. APPARECCHIATURE SPECIALI

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Per il montaggio di questi materiali non è possibile dare una specifica standard in quanto trattasi di materiale molto eterogeneo e pertanto si rimanda alle definizioni e prescrizioni che di volta in volta verranno date dalla Committente.

10.2. SALDATURE

Vale, per quanto qui applicabile, quanto riportato al precedente punto 7.2.

10.3. COLLAUDI

Il collaudo delle apparecchiature in genere consiste nella verifica della messa a piombo, dell’orientamento secondo disegni e della installazione di tutti gli accessori incluso le parti interne e relativo collaudo di tenuta. Dopo eseguiti i collaudi, tutti i recipienti dovranno essere aperti per essere ispezionati, puliti e per poter installare le suddette parti interne ove richiesto. Tutte le aperture (passi d’uomo, passamano, tronchetti ciechi e simili) dovranno essere chiuse in forma definitiva dopo che la Committente avrà ispezionato i recipienti e dato il suo benestare per la chiusura.

10.3.1. COLLAUDO RECIPIENTI Il collaudo idraulico e/o pneumatico dei recipienti installati, sarà fatto dall’Appaltatore subito dopo fissata l’apparecchiatura sulla fondazione. La pressione di prova sarà quella indicata sui disegni dell’apparecchiatura. Per quanto riguarda le apparecchiature verticali, la pressione di prova va letta sul manometro piazzato sulla testa dell’apparecchio. Qualora si preferisse installare il manometro in basso, alla pressione di prova va aggiunto il carico idrostatico del fluido di collaudo. I collaudi idraulici e/o pneumatici di tutti i recipienti a pressione, dovranno essere presenziati dalla Committente e/o dalle Autorità Governative responsabili.

10.3.2. COLLAUDO SCAMBIATORI A FASCIO TUBIERO

a) Gli scambiatori a fasci tubero “comuni” saranno collaudati alla pressione indicata sui disegni, in due tempi: una volta mettendo in pressione il lato mantello ed una volta pressurizzando il lato fascio tubero.

b) Durante le operazioni di collaudo i tronchetti ed i drenaggi del lato non in pressione saranno lasciati aperti per controllare che non vi siano perdite attraverso le frangiature e/o mandrinature dei tubi del lato sotto pressione. Qualora fosse richiesto dalla Committente e/o dalle Autorità Governative preposte al controllo, l’Appaltatore eseguirà i collaudi di cui sopra rimuovendo alternativamente il distributore del lato fascio tubi, quando collauda il mantello, ed il coperchio del mantello lato testa flottante quando collauda il fascio tubi..

c) Il collaudo degli scambiatori a doppio tubo si farà pressurizzando alla pressione di prova, prima un lato e poi l’altro lasciando, alternativamente, tutti i bocchelli e drenaggi aperti.

10.3.3. COLLAUDO SCAMBIATORI A BLOCCHI DI GRAFITE

Il collaudo dei suddetti scambiatori sarà effettuato come sottospecificato: • Scambiatore già posizionato su struttura di lavaggio • Prova di pressione con olio

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• Riempimento con olio per mezzo della pompa di lavaggio dal basso verso l’alto con i tubi esistenti o con manichetta

• Salita di pressione per mezzo di pompa a mano fino a 6 Kg/cm² sia lato olio che lato gas

• Mantenimento per 2 ore • Svuotamento e soffiaggio con aria ca. 8 ore ed azoto ca. 3 ore • Prova pressione con aria • Salita di pressione con aria di rete fino a 6 Kg/cm² sia lato olio che lato gas Mantenimento per 2 ore

Controllo perdita con schiuma Digrassare, soffiaggio con aria per ca. 8 ore e con azoto per ca. 3 ore

10.3.4. COLLAUDO SCAMBIATORI A PIASTRE

Il collaudo dei suddetti scambiatori sarà effettuato come sotto specificato: • Circolare vapore fluente a scarico libero per circa 2 ore sia lato liquido di

processo che lato liquido di scambio • Effettuare prova di pressione con vapore prima lato liquido di processo, poi

lato liquido di scambio. Le pressioni di prova verranno indicate a seconda del tipo di scambiatore

• Lasciare raffreddare l’apparecchiatura ed effettuare prova di pressione con acqua alle pressioni prescritte per ogni tipo di scambiatore primo lato liquido di processo, poi lato liquido di scambio.

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SPECIFICHE TECNICHE GENERALI IMPIANTI ELETTRICI

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SOMMARIO

SPECIFICA TECNICA …………………………………………………………………………………. . 1 1. SPECIFICA TECNICHE GENERALI PER I MONTAGGI ELETTRICI………………………. 4 1.1 Scopo ………………………………………………………………………………………………….. 4 1.2 Prescrizioni legislative e normative …………………………………………………………………... 4 1.3 Normativa di riferimento ……………………………………………………………………………… 4 1.4 Qualità dei materiali …………………………………………………………………………………... 7 1.5 Esplicazioni aggiuntive ……………………………………………………………………………….. 7 1.6 MODALITA’ DI ESECUZIONE DI LAVORO SPECIFICI ………………………………………… 8

1.6.1. Generalità …………………………………………………………………………………………………..8 1.6.2. Impianti elettrici ………………………………………………………………………………………….. 8

1.6.2.1. Posa tubazioni …………………………………………………………………………… 8 1.6.2.2. Posa passerelle portatavi ………………………………………………………………… 9 1.6.2.3. Posa e collegamento cavi elettrici ………………………………………………………..11 1.6.2.4. Impianti di messa a terra …………………………………………………………………13 1.6.2.5. Montaggio quadri di distribuzione energia elettrica ……………………………………..16

1.7 MODALITA’ E NORME DI ESECUZIONE DI VERIFICHE, PROVE, TARATURE E

COLLAUDI ……………………………………………………………………………………………18 1.7.1. Impianti elettrici ………………………………………………………………………………………….18

1.7.1.1. Generalità ………………………………………………………………………………...18 1.7.1.2. Modalità di esecuzione delle prove e dei collaudi ……………………………………….19 1.7.1.3. Norme di collaudo ………………………………………………………………………..20 1.7.1.4. Modalità di esecuzione delle prove e dei collaudi ……………………………………….20

1.7.2 Rete di messa a terra …………………………………………………………………………………… 20 1.7.2.1. Generalità ……………………………………………………………………………….. 20 1.7.2.2. Controlli ………………………………………………………………………………… 21 1.7.2.3. Prove e collaudi ………………………………………………………………………….21 1.7.2.4. Prove periodiche …………………………………………………………………………21 1.7.2.5. Rete di messa a terra – lista di controllo …………………………………………………22

1.7.3 Impianti di illuminazione ………………………………………………………………………………. 23 1.7.3.1. Generalità ………………………………………………………………………………...23 1.7.3.2. Controlli ………………………………………………………………………………….23 1.7.3.3. Prove e collaudi ………………………………………………………………………….23 1.7.3.4. Lista di controlli ………………………………………………………………………….24

2. SPECIFICATECNICA PER CAVI DI TRASPORTO ENERGIA IN BASSA TENSIONE ……. 31 2.1 Oggetto e scopo …………………………………………………………………………………………24 2.2 Descrizione costruttiva ………………………………………………………………………………….25 2.3 Formazione …………………………………………………………………………………………….. 25 2.4 Caratteristiche generali ………………………………………………………………………………… 25 3 SPECIFICA PER PASSERELLE E CANALINE IN LAMIERA DI ACCIAIO ZINCATA …… 26 3.1 Scopo ………………………………………………………………………………………………….... 26 3.2 Riferimenti ……………………………………………………………………………………………… 26 3.3 Condizioni di posa ……………………………………………………………………………………… 26 3.4 Caratteristiche costruttive ………………………………………………………………………………. 27 3.5 Condizioni ambientali …………………………………………………………………………………... 28 4. SPECIFICHE TECNICHE APPARECCHIATURE ASSIEMATE …………………………….... 28 4.1 Scopo …………………………………………………………………………………………………… 28

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4.2 Codice e norme – dichiarazione di responsabilità ……………………………………………………… 28 4.3 Segnaletica……………………………………………………………………………………….... 29 4.4 Dati di progetto …………………………………………………………………………………… 30 4.4.1. Dati elettrici ………………………………………………………………………………………………. 30 4.4.2. Luogo di installazione …………………………………………………………………………………… 31

4.5 Caratteristiche costruttive ……………………………………………………………………………… 31 4.5.1. Generalità ………………………………………………………………………………………………… 31 4.5.2. Accessibilità e segregazione …………………………………………………………………………….32 4.5.3. Sistema di sbarre ………………………………………………………………………………………... 34 4.5.4. Messa a terra …………………………………………………………………………………………….. 34 4.5.5. Collegamenti di potenza ………………………………………………………………………………... 35 4.5.6. Circuiti ausiliari …………………………………………………………………………………………. 36 4.5.7. Verniciatura e ciclo trattamento lamiere …………………………………………………………….. 38

5. CARATTERISTICHE PRINCIPALI DELLA APPARECCHIATURA ELETTRICA …………. 38 5.1 Interruttori scatolati e/o aperti …………………………………………………………………………. 38 5.2 Interruttori modulari …………………………………………………………………………………… 39 5.3 Strumenti di misura ……………………………………………………………………………………..39 5.4 Convertitori statici ……………………………………………………………………………………...39 5.5 Relé differenziali ………………………………………………………………………………………. 40 5.6 Trasformatori …………………………………………………………………………………………. 41 5.7 Relé ausiliari ……………………………………………………………………………………………41 5.8 Accessori a completamento …………………………………………………………………………….42 5.9 Alimentazione generale media tensione ………………………………………………………………..43 5.10 Quadro MT 15 kV ………………………………………………………………………………………43 5.11 Trasformatore 15/0.4 kV ………………………………………………………………………………..45 5.12 Collegamenti MT 15 kV tra celle e trasformatori ………………………………………………………47 5.13 Gruppi alimentatori 48 VCC ……………………………………………………………………………47 5.14 Condotti sbarre per il collegamento trasformatori-quadro generale BT ………………………………..48 5.15 Gruppo UPS (SOLUZIONE OPZIONALE) DOCUMENTAZIONE DA FORNIRE ………………………………………………………… 48 6. AVVERTENZE ………………………………………………………………………………………. . 51 7. MODALITA’ DI ESECUZIONE DEGLI SCHEMI ELETTRICI ………………………………… 52 8. TRASPORTO E TIRO IN LOCO ……………………………………………………………………. 54 9. ASSISTENZE ………………………………………………………………………………………….. 54 10. GARANZIE …………………………………………………………………………………………… 54

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1. SPECIFICA TECNICHE GENERALI PER I MONTAGGI ELETTRICI 1.1 Scopo

Scopo della seguente specifica è di dettare i criteri generali per l’esecuzione dei montaggi di apparecchiature, componenti e collegamenti elettrici. Tale specifica è da intendersi integrata dalle specifiche particolari delle apparecchiature e dei componenti fornite in allegato ai documenti di progetto e dalle prescrizioni contenute nella relazione tecnica e negli schemi elettrici di progetto.

1.2 Prescrizioni legislative e normative Nell’esecuzione degli impianti elettrici si dovranno eseguire le disposizioni di legge e le norme specifiche. Per gli impianti elettrici, si dovrà seguire il D.P.R. n. 547 del 27.4.1955, la legge n. 46 del 05.03.1990, la legge 626 del 19/09/1994 le norme CEI riguardanti l’oggetto dell’appalto e inoltre le indicazioni presidio multizonale A.S.L. Il rispetto delle norme CEI è inteso complessivamente pertanto non solo gli impianti ma anche i singoli componenti devono rispondere alle norme CEI.

1.3 Normativa di riferimento Le norme di riferimento sono quelle emanate dal Comitato Elettrotecnico Italiano il cui rispetto assicura l’assolvimento della legge 1/3/68 n. 186 la quale prevede che “tutti i materiali, le apparecchiature, i macchinari, le installazioni e gli impianti elettrici ed elettronici devono essere realizzati e costruiti a regola d’arte. In particolare gli impianti elettrici devono soddisfare le seguenti leggi, decreti e circolari. Elenco leggi e norme CEI di riferimento - REGIO DECRETO 6 MAGGIO 1940 N. 635: “Approvazione del regolamento per l’esecuzione del Testo Unico 18 Giugno 1931, n. 773, delle leggi di pubblica sicurezza”. Supplemento alla Gazzetta Ufficiale 26 Giugno 1940 n. - CIRCOLARE N. 16 DEL 15 FEBBRAIO 1951 (MINISTERO DEGLI INTERNI)

“Norme di sicurezza per la costruzione, l’esercizio e la vigilanza, dei teatri, cinematografi ed altri locali di pubblico spettacolo in genere”. - DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 27 APRILE 1955 N. 547 “Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro”. Supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale 12 Luglio 1955 n. 158.

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- DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 19 MARZO 1956 N. 303 “Norme generali per l’igiene del lavoro”. Supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale 30 Aprile 1965 n. 105. - DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 26 MAGGIO 1959 N. 689 “Determinazione delle aziende e lavorazioni soggette, ai fini della prevenzione degli incendi, al controllo del Comando del Corpo dei Vigili del Fuoco”. Gazzetta Ufficiale 4 settembre 1959 n. 212. - DECRETO MINISTERIALE 27 SETTEMBRE 1965

“Determinazione delle attività soggette alle visite di prevenzione incendi”. Gazzetta Ufficiale 8 novembre 1965 n. 278. - LEGGE 1° MARZO 1968 N. 186

“Disposizioni concernenti la produzione di materiali, apparecchiature, materiali e impianti elettrici ed elettronici”. Gazzetta Ufficiale 23 marzo 1968 n. 77. - DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 27 APRILE 1978 N. 384 “Regolamento di attuazione dell’art. 27 legge 30/03/1971 n. 118 a favore dei mutilati e invalidi civili, in materia di barriere architettoniche e trasporto pubblico”. Gazzetta Ufficiale 22 luglio 1988 n. 204 - DECRETO MINISTERIALE 15 DICEMBRE 1978. “Designazione del Comitato Elettrotecnico Italiano di Normalizzazione Elettrotecnica ed Elettronica”. Gazzetta Ufficiale 28 giugno 1979 n. 176. - LEGGE 23 DICEMBRE 1978 N. 833

“Istituzione del servizio sanitario nazionale”. Supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale 28 dicembre 1978 n. 360. - DECRETO MINISTERIALE 9 OTTOBRE 1980.

“Disposizioni per la prevenzione e l’eliminazione dei radiodisturbi provocati da apparecchi analoghi”. Gazzetta Ufficiale 28 ottobre 1980 n. 296. - DECRETO MINISTERIALE 1 AGOSTO 1981. “Liste degli organismi, dei modelli, dei marchi e dei certificati, in applicazione della legge 18 ottobre 1977 n. 791”. Supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale 29 agosto 1981 n. 237. - DECRETO MINISTERIALE 16 FEBBRAIO 1982. “Modificazione del Decreto Ministeriale 27 settembre 1965 concernente la determinazione delle attività soggette alle visite di prevenzione incendi”. Gazzetta Ufficiale 9 aprile 1982 n. 229. - DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 29 LUGLIO 1982 N. 577

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“Approvazione del regolamento concernente l’espletamento dei servizi antincendio”. Gazzetta Ufficiale 20 agosto 1982 n. 229. - CIRCOLARE 7 OTTOBRE 1982 N. 46 MI.SA. (82) 15 D.P.R.28 luglio 1982 n. 577 “Approvazione del regolamento concernente l’espletamento dei servizi di prevenzione e di vigilanza antincendio”. Indicazione applicative delle norme. - DECRETO MINISTERIALE 16 NOVEMBRE 1983. “Elenco delle attività soggette, nel campo dei rischi di incendi rilevanti, all’esame degli ispettori regionali o interregionali del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, ai sensi dell’articolo 19 dicembre 1982 n. 577”. ”. Gazzetta Ufficiale 12 dicembre 1983 n. 339. - DECRETO MINISTERIALE 23 OTTOBRE 1984. “Recepimento del terzo gruppo dei testi italiani delle norme armonizzate, di cui all’allegato I del D.M. 1 ottobre 1979, e recepimento del secondo gruppo dei testi italiani delle norme armonizzate di cui all’allegato I del D.M. 25 settembre 1981”. Gazzetta Ufficiale 10 dicembre 1984 n. 336. - LEGGE 7 DICEMBRE 1984 N. 818 “Nulla osta provvisorio per le attività di norme armonizzate unitamente al recepimento e pubblicazione di ulteriori testi italiani di norme CEI armonizzate corrispondenti, di cui all’art.3 della legge 18 ottobre 1977 n.791, sulla situazione della direttiva n.73/23/CEE relativa alle garanzie di sicurezza del materiale elettrico”. Supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale 18 aprile 1987. - LEGGE 5 MARZO 1990 N. 46 “Norme per la sicurezza degli impianti”. - DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 6 DICEMBRE 1991 N. 447 “Regolamento di attuazione della legge 5 marzo 1990 n.46 in materia di sicurezza degli impianti”. - LEGGE 19 SETTEMBRE 1994 N. 626 “Attuazione delle direttive 89/654 CEE, 90/270 CEE riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro”. PRINCIPALI NORME CEI • Norma CEI 11-1: “Impianti elettrici con tensione superiore a 1 kV in corrente alternativa”; • Norma CEI 11-7: “Impianti di produzione, trasporto e distribuzione di energia elettrica.

Linee in cavo”; • Norma CEI 17-13/1: “Apparecchiature assiepate di protezione e di manovra per bassa

tensione (quadri BT):Parte 1 …”; • CEI 20-19: “Cavi isolati in gomma con tensione nominale non superiore a 450/750 V”;

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• CEI 20-20: “Cavi isolati con polivinilcloruro con tensione nominale non superiore a 450/750 V”;

• CEI 20-21: “Calcolo delle portate dei cavi elettrici. Parte 1. In regime permanente (fattore di carico 100%)”;

• CEI 20-22: “Prove d’incendio su cavi elettrici”; • CEI 20-24: “Giunzione e terminazione per cavi energia”; • CEI 20-33: “Giunzione e terminazione per cavi energia a tensione Uo/U non superiore a

600/1000 V in corrente alternata e 750 V in corrente continua”; • CEI 20-35: “Prove su cavi elettrici sottoposti al fuoco”; • CEI 20-36: “Prova di resistenza al fuoco dei cavi elettrici”; • CEI 20-37: “Prove sui gas emessi durante la combustione dei cavi elettrici”; • CEI 20-38: “Cavi isolati con gomma non propaganti l’incendio e a basso sviluppo di fumi e

gas tossici e corrosivi”; • CEI 33-4: “Condensatori per l’inserzione in serie sulle reti in corrente alternata. Parte 1:

Generalità – Prestazioni, prove e valori nominali – Guida per l’installazione”; • CEI 34-3: “Lampade fluorescenti a doppio attacco. Specifiche di prestazione”; • CEI 34-5: “Starter a bagliore per lampade tubolari a fluorescenza”; • CEI 34-6: “Lampade a vapori di mercurio ad alta pressione – Specifiche di prestazione”; • CEI 34-14: “Portalampade per lampade tubolari fluorescenti e portastarter”; • CEI 34-21: “Apparecchi di illuminazione – Parte 1 – Prescrizioni generali e prove”; • CEI 34-22: “Apparecchi di illuminazione – Parte 2-22 – Prescrizioni particolari –

Apparecchi di emergenza”; • CEI 34-23: “Apparecchi di illuminazione – Parte II – Prescrizioni particolari – Apparecchi

fissi per uso generale”; • CEI 64-8: “Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in c.a.

e 1500 V in c.c.”; • CEI 70-1: “Gradi di protezione degli involucri – classificazione”.

N.B.: OGNI FASCICOLO SI INTENDE COMPLETO DEGLI AGGIORNAMENTI E DEGLI EVENTUALI SUPPLEMENTI Si dovranno inoltre rispettare le prescrizioni ENEL, TELECOM, VVF e ASL di zona. 1.4 Qualità dei materiali I materiali dovranno essere di ottima qualità e dovranno assicurare le caratteristiche per i quali sono costruiti.

I materiali riguardanti gli impianti elettrici devono possedere, se esistente per il tipo di apparecchiatura, il marchio di qualità (I.M.Q.). In ogni caso dovranno essere rispondenti alle norme CEI specifiche e, dove queste non esistenti, alle norme IEC o a equivalente norma europea. Tutti i materiali e le apparecchiature per le quali è previsto dovranno avere il marchio CE. Dovranno essere utilizzate case costruttrici dotate di processo di lavorazione certificato (UNI EN ISO 9000). 1.5 Esplicazioni aggiuntive

a) La presente Specifica ha per oggetto la definizione delle modalità basilari che debbono essere eseguite nella esecuzione degli impianti elettrici e di strumentazione.

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b) Si intendono per impianti elettrici tutti gli impianti di produzione, trasformazione,

distribuzione dell’energia elettrica, illuminazione, comunicazione, messa a terra, e di automazione elettrica degli impianti di processo e, in generale, tutti quegli impianti che utilizzano energia elettrica.

c) Quanto specificato nel presente documento deve essere puntualmente seguito salvo che

deroghe o diverse specificazioni siano dettate nelle Specifiche tecniche particolari di montaggio e/o sui disegni o documenti di progettazione relativi alla esecuzione dei “LAVORI”.

d) La presente specifica definisce inoltre gli oneri (in prestazioni e forniture) per dare il lavoro

di montaggio elettrico finito a regola d’arte e come tale collaudato.

e) Le prescrizioni tecniche indicate nella presente Specifica pur essendo normative, lasciano l’Installatore pienamente responsabile di tutte le conseguenze derivanti dalla costruzione di opere a lui affidate essendo a suo carico l’obbligo di segnalare al Committente la discrepanze eventualmente riscontrate tra i “DOCUMENTI CONTRATTUALI” e le prescrizioni delle Norme di cui al paragrafo precedente.

f) Quanto specificato nel presente documento deve intendersi quale complemento ed

integrazione alle Norme e Leggi relative all’esecuzione degli impianti elettrici e di strumentazione in vigore alla data di stipulazione del contratto nel paese in cui l’impianto viene realizzato.

g) Qualora durante realizzazione dei lavori dovessero sopraggiungere variazioni a Norme e

Leggi relative all’esecuzione degli impianti elettrici e di strumentazione è fatto obbligo all’installatore di segnalare dette variazioni alla D.L. e concordate con quest’ultima le eventuali azioni da intraprendere.

1.6 MODALITA’ DI ESECUZIONE DI LAVORI SPECIFICI 1.6.1 Generalità

a) Le prescrizioni oggetto di questo capitolo servono a definire le modalità da seguire per una corretta realizzazione di determinati tipi di lavori per la conservazione degli impianti o apparecchiature fino alla consegna degli impianti.

b) Quanto descritto si applica ad impianti o apparecchiature diverse, ma assimilabili a quelle

oggetto dei seguenti paragrafi.

c) In aggiunta alle norme di cui agli articoli precedenti, i requisiti per una corretta installazione dei materiali, la qualità delle opere ed operazioni da seguire, le operazioni di manutenzione ordinaria da mettere in atto per una perfetta conservazione dei materiali prima, durante e dopo i montaggi, sono indicati nei capitolo seguenti relativi a Modalità di esecuzione di Lavori Specifici.

1.6.2 Impianti elettrici

1.6.2.1 Posa tubazioni

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Quanto segue definisce le modalità di esecuzioni e lavorazioni di tubo utilizzato per la realizzazione di condotto portatavi elettrici. Per una corretta posa delle tubazioni: - I raggi di curvatura dei tubi non debbono essere inferiori a 12 volte il diametro esterno del

tubo.

- Le giunzioni delle tubazioni portatavi dovranno essere effettuate interponendo un composto di bloccaggio, in modo da raggiungere la tenuta stagna.

- Tutte le tubazioni saranno piegate esclusivamente a freddo mediante l’uso di appropriate

attrezzature.

- Le tubazioni portatavi non dovranno correre parallelamente a linee o superfici ad elevata temperatura. Sarà mantenuta una distanza da almeno 30 cm. Da esse, o saranno previsti mezzi adeguati per evitare il riscaldamento delle tubazioni.

- Le tubazioni che abbiano le estremità libere dovranno essere tappate adeguatamente per

evitare infiltrazioni di acque o corpi estranei.

- Tutte le tubazioni posate a parete dovranno essere adeguatamente ancorate alle strutture o supporti adiacenti. Nei tratti orizzontali la distanza tra i supporti delle tubazioni dovrà essere tale da evitare la flessione delle tubazioni stesse.

- I lavori di staffaggio dovranno procedere di pari passo con i lavori di montaggio delle

tubazioni onde rendere definitiva la posa in opera delle tubazioni al momento della loro installazione.

- Non è ammesso il montaggio di manicotti scorrevoli.

- Raccordi a tre pezzi saranno provvisti ande permettere un agevole smontaggio dell’impianto

in caso di necessità.

- Onde facilitare la sfilabilità dei cavi e conduttori elettrici non è ammessa la posa di curve prefabbricate che non rispettino i raggi di curvatura minimi specificati.

- Le scatole di derivazione o infilaggio saranno orientate in modo che sia facile la rimozione

dei coperchi e che questo sia in posizione tale da evitare l’infiltrazione di acqua e altri elementi.

1.6.2.2 Posa passerelle portacavi

Salva ogni diversa prescrizione: - Tutte le passerelle portatavi saranno in acciaio zincato o inox.

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- Tutte le passerelle, canalette, mensole e staffe dei percorsi principali dei cavi saranno dimensionate almeno per 80 kg/m di carico uniformemente distribuito.

- I punti di sostegno sia delle passerelle che delle cabalette saranno in quantità adeguata al

carico ed alle sollecitazioni previste. Le passerelle portatavi dovranno essere supportate e/o rinforzate in modo tale da poter sopportare ovunque, senza piegarsi o deformarsi, un peso di 100 kg altre al carico distribuito.

- Le curve e gli spostamenti delle passerelle e delle cabalette saranno sempre dolci e tali da

non sollecitare i cavi con curve più strette di quelle previste dal costruttore dei cavi.

- Le passerelle e le canalette, che corrono sovrapposte, saranno tenute ad una distanza dipendente dalla larghezza delle stesse e in ogni caso tale da garantire una facile posa dei cavi (min. 20 cm.).

- Tutte le passerelle, salvo diverse disposizioni saranno provviste di coperchi adatti a

proteggere i cavi da danneggiamenti meccanici, gocce di saldatura, ecc. Essi saranno fissati in modo tale da non essere rimossi dal vento o altre eventi; oltre al sistema di fissaggio previsto dal costruttore, essi saranno fissati, nelle parti esterne, con reggette di plastica avvolgente del tipo usato per i cablaggi.

- E’ prescritto l’uso di bulloneria zincata a caldo per l’accoppiamento delle parti componenti

il sistema di distribuzione delle passerelle. E’ preferibile l’uso di bulloni di acciaio inox. Non sono accettati bulloni privi di trattamento anticorrosivo.

- Le parti tagliate a freddo devono essere zincate a freddo con apposite vernici applicate a

mano.

- I percorsi di distribuzione principale all’interno dei fabbricati saranno realizzati con canalette portatavi di tipo asolato in lamiera di acciaio zincate a caldo tipo sendzimir. Esse saranno fissate a mezzo staffe alla struttura metallica del capannone.

- Generalmente dove non esistono pericoli di caduta oggetti, acqua e altro, le passerelle

portatavi saranno posate senza coperchio, in modo da permettere un miglior smaltimento del calore sui cavi.

- Nei percorsi verticali tutte le passerelle saranno datate di coperchio. Inoltre le passerelle che

sono posate ad altezza tale da essere a portata di mano degli operatori saranno di tipo chiuso, complete di coperchio.

- I cavi all’interno delle passerelle saranno ordinatamente posati sul fondo.

- Le canalizzazioni di contenimento dei conduttori saranno dimensionate in modo tale da

contenere un 40% in più dei cavi attualmente previsti.

- Al fine di equilibrare il carico, le linee in cavo composte da più cavi/fase saranno formate da terne di cavi unipolari uniti fra di loro a mezzo di fascette plastiche. Le linee (terne di cavi) saranno fra di loro distanziate ad una distanza minima pari alla misura in piano dello spazio occupato da una terna. Lo spazio risultante fra le linee cosi posate potrà essere utilizzato per i cavi di altre linee derivate da interruttore diversi.

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- I cavi saranno posati preferibilmente solo sul fondo delle passerelle, sarà comunque accettata la posa dei cavi su un massimo di due strati (tre strati massimo per i cavi di piccola sezione e per i cavi ausiliari).

1.6.2.3 Posa e collegamento cavi elettrici

Generalità Quanto segue definisce le modalità da seguire per la posa di cavi elettrici di qualsiasi tipo ed in qualsiasi condizione di posa. Quanto segue è a completamento delle Norme menzionate in precedenza e definisce i requisti minimi che debbono essere soddisfatti durante l’esecuzione delle opere in oggetto. Requisiti generali - I cavi e conduttori elettrici devono essere posati, lavorati e terminati in accordo con le

vigenti Norme, nonché in accordo con le prescrizioni e raccomandazioni del Fornitore. Eventuali cavi telefonici e per la comunicazione saranno posati secondo le istruzioni della Compagnia Telefonica avente giurisdizione nella zona in cui gli impianti sono montati. I materiali impiegati dovranno anche essere in accordo con tali istruzioni e prescrizioni e sarà effettuata verifica in tal senso prima della loro installazione.

- Le modalità di installazione riguardanti il tiro massimo, il raggio minimo di curvatura, la

cura particolare da riservare ai cavi non provvisti di guaine resistenti, devono essere quelle prescritte dai fornitori dei cavi.

- I cavi saranno posati entro apposite canalizzazioni; giunzioni saranno effettuate solo se

previste sui disegni e se, in caso di necessità, approvate dalla Direzione lavori.

- Eventuali muffole di giunzione per cavi saranno realizzate entro pozzetti e cassette, utilizzando metodi, mezzi ed accessori suggeriti dai fornitori dei cavi elettrici ed opportunamente segnalate. Non sono ammesse giunzioni su cavi multiconduttori di comando e segnalazione. Quando necessario, queste saranno eseguite in opportune cassette do giunzione.

- In corrispondenza di muffole o cassette di giunzione e derivazione, il cavo satrà posato lasciando lunghezza in eccesso su entrambi i lati per permettere il rifacimento della giunzione in caso di necessità.

- Il percorso dei cavi elettrici dovrà evitare, per quanto possibile, parallelismi ravvicinati con

linee di processo calde o tubazioni di elementi infiammabili e mantenersi ad una distanza conveniente da esse per quanto possibile. Ove possibile, adeguate misure debbono essere poste in opera per evitare l’influenza negativa delle linee stesse.

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- Le estremità dei cavi rimasti sulle bobine debbono essere sempre protette con mezzi adeguati ad evitare infiltrazioni di acqua e deterioramento dei conduttori e degli isolanti. I cavi con isolanti igroscopici debbono avere sempre le estremità sigillate con mezzi adeguati al tipo di cavo.

- Le lunghezze dei cavi indicate sugli elaborati sono orientative quali misurabili sui disegni di

progetto e solo a scopo di approvvigionamento. L’Installatore è tenuto a misurare le lunghezze effettive lungo il percorso e solo dopo di ciò, dovendo effettuare tagli preventivi, provvedere a tagliare i cavi.

Identificazione cavi e conduttori - Ogni cavo posato dovrà essere contrassegnato con i contrassegni risultati dalle tabelle cavi.

Detti contrassegni dovranno essere riportati su targhette metalliche o di plastica, dovranno essere indelebili e fissati al cavo in maniera permanente.

Tipo di targhetta e modalità di fissaggio ai cavi dovranno essere approvati dalla Direzione Lavori.

- I contrassegni di cui sopra dovranno essere ubicati alle due estremità e in ogni pozzetto di

infilaggio eventuale. - E’ richiesta la contrassegnatura in corrispondenza degli attacchi, utenze, colonnine di

comando, ecc.

- Nel collegamento dei conduttori deve essere rispettata la corrispondenza ed il codice dei colori in base alle Norme applicabili.

- Nelle terminazioni e giunzioni di cavi elettrici, ogni conduttore deve essere contrassegnato.

Il contrassegno deve essere quello del morsetto a cui il filo è collegato. Il contrassegno deve essere realizzato mediante anellini di plastica o mezzi simili approvati dalla Direzione Lavori.

Collegamento conduttori elettrici - Conduttori flessibili da collegare a morsettiere devono essere corredati da terminali a

compressione con il corpo isolato. - Giunzioni volanti entro scatole di derivazione devono essere mediante adeguati morsetti

isolati. Non sono ammesse giunzioni isolate con nastri isolanti.

- Sono proibite terminazioni di conduttori con capicorda a saldare con stagno o altre saldature dolci.

- Il capocorda deve essere adatto al tipo di cavo ed al tipo di connessione da realizzare.

I capicorda sono generalmente del tipo a compressione, solo in casi eccezionali sono ammessi capicorda con serraggio del conduttore mediante bulloni.

- Prima del collegamento ogni conduttore deve essere provato per controllare il grado di isolamento e la continuità.

Spaziatura dei cavi

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I documenti di progetto forniscono elementi per una corretta spaziatura dei cavi elettrici. Qui di seguito sono indicati alcuni criteri di carattere generale. - Per distanza tra due cavi si intende la distanza tra le due superfici esterne. - I cavi di comando o segnalazione a tensione di rete 0, in senso generale, quando non

esistono né problemi di riscaldamento né problemi di interferenze elettromagnetiche, possono essere posati senza alcuna spaziatura.

- I cavi di comando possono essere posati senza spaziatura rispetto al cavo di potenza del

relativo utente. L’eventuale spaziatura richiesta tra cavi di potenza non tiene conto della presenza dei cavi di comando.

- Non è richiesta spaziatura tra cavi di potenza colleganti utenti che funzionano uno come

riserva dell’altro o degli altri.

- Tutti i conduttori saranno in rame di sezione adeguata al carico secondo la tabella UNEL 35375 idonea a contenere la caduta di tensione entro valori minimi. Detti conduttori saranno isolati con guaina esterna in gomma non propagante l’incendio a Norme CEI 20-22 tipo FG7R/0,6-kV.

- La sezione delle linee principali sarà dimensionata in base alla potenza richiesta e alla

lunghezza della linea stessa, oltre ad essere coordinata con le protezioni a monte in caso di sovraccarico e di guasto. Nel dimensionamento delle linee si dovrà considerare una caduta di tensione massima sugli utilizzatori inferiore al 4%.

- Nel dimensionamento delle linee di alimentazione dei vari sottoquadri di distribuzione si

dovrà prevedere un aumento di potenza rispetto alle esigenze attuali non inferiore al 20%.

- I cavi saranno di fornitura di primarie Ditte e dotati di Marchio Italiano di Qualità.

1.6.2.4 Impianti di messa a terra Generalità Quanto segue definisce le modalità da seguire per la posa in opera dei materialinecessari per realizzare gli impianti di messa a terra. Definisce inoltre i requisiti minimi che debbono essere soddisfatti durante l’esecuzione delle relative opere.

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Punti di connessione su strutture o apparecchiature non elettriche - La saldatura di piastre di connessione dei conduttori di terra su strutture metalliche

dell’impianto dovrà essere eseguita a perfetta regola d’arte e da personale specializzato. - Saldature su contenitori o tubazioni potranno essere effettuate solo dopo aver ottenuto il

relativo permesso dai relativi incaricati della Direzione Lavori. Ottenuto il permesso, dovranno essere rispettate tutte le formalità imposte con il permesso stesso.

Collegamenti - E’ vietato collegare sotto un unico bullone di serraggio più di un conduttore singolo. Ciò ad

evitare che scollegando un cavo e quindi un apparecchio, si debba scollegare anche un altro cavo e quindi un altro apparecchio e, soprattutto, che la messa a terra di un apparecchiatura dipenda dall’efficienza del collegamento a terra di un’altra apparecchiatura.

- Giunzioni tra conduttori isolati dovranno essere protette con nastri adesivi o altri mezzi, tutti

approvati dalla Direzione Lavori.

- Connessioni di morsetti o capicorda a compressione dovranno essere realizzate esclusivamente con attrezzature ed utensili del costruttore dei morsetti. E per ogni morsetto e capocorda dovrà essere sempre usato l’attrezzo o l’utensile stabilito dal fornitore.

- Tutti i bulloni di collegamento tra capicorda e strutture o barre di terra, saranno in acciaio

inox 8/8 zincato o trattati con mezzi garantiti idonei a prevenire l’ossidazione.

- Connessioni tra conduttori di terra potranno essere realizzate come segue:

1. mediante morsetteria a compressione 2. mediante saldatura alluminotermia 3. mediante morsetteria imbullonata

- Nel caso di saldatura alluminotermia tra conduttori in ferro zincato, la saldatura dovrà essere protetta con vernici o nastri adesivi specifici, il tutto atto a prevenire l’ossidazione della connessione.

- Qualsiasi connessione dovrà essere realizzata previa pulizia delle parti da porre a contatto.

Superfici di ferro dovranno essere accuratamente pulite ed opportunamente stagnate per prevenire ossidazione.

- I conduttori di terra posati sulle canaline portatavi esistenti periodicamente (ogni 30 m.

circa) saranno connessi alla canalina stessa per realizzare il relativo collegamento a terra.

Criteri di esecuzione a completamento dei dati di progettazione I documenti di progetto contengono normalmente informazioni a carattere generale circa la rete di messa a terra. Essi definiscono soprattutto la rete principale, le derivazioni principali e, normalmente, quanto ubicato sottoterra.

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I particolari di montaggio forniscono poi istruzioni circa soluzioni di montaggio da mettere in atto nei vari casi che si presentano. Quanto segue tende a definire, a completamento dei documenti di progetto, tutti i problemi connessi con l’esecuzione di impianti di messa a terra la cui soluzione non è rappresentabile sui progetti. Resta inteso che, in caso di contrasto tra quanto descritto e quanto indicato sui disegni, vale quanto indicato in questi ultimi. Messa a terra strutture metalliche Qui di seguito, si individuano le connessioni delle strutture metalliche alla rete di terra da eseguire: - Le strutture saldate non hanno bisogno di ulteriori collegamenti fra le parti saldate. - Strutture metalliche definibili masse estranee dovranno essere collegate almeno in due punti

alla rete di terra o ponticellata almeno in due punti con altre strutture metalliche connesse a terra.

Messa a terra apparecchiature su strutture metalliche - Apparecchiature elettriche connesse con cavi non contenenti il conduttore di terra devono

essere elettricamente connesse alla struttura che le supporta. Quest’ultima deve essere collegata ai circuiti di protezione.

- per strutture di supporto di apparecchiature si intendono quelle strutture metalliche connesse

alla rete di terra, come precedentemente detto.

Messa a terra tubazioni di impianti meccanici La messa a terra di eventuali tubazioni di processo per trasporto di sostanze capaci di elettrizzare la tubazione stessa, è specificata sui disegni. Qui di seguito viene esposto il metodo per la messa a terra di tubazioni di processo, non aventi le caratteristiche suddette. Quanto qui di seguito esposto, è il minimo richiesto: - In generale devono essere connesse a terra tutte le tubazioni aeree presenti nell’impianto. - Fasci di tubazioni su pipe-ways possono essere ponticellati e poi connessi a terra almeno ad

uno dei due estremi.

- Fasci di tubazioni su sleep-way sono considerati messi a terra collegando alla rete ferro di appoggio relativo annegato nella sella di cemento.

Messa a terra di passerelle portatavi e relativi supporti - Quando le passerelle portatavi sono supporto di conduttori di terra, questi saranno

periodicamente connessi alla passerella (ogni 30 m circa).

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Quando invece le passerelle portatavi non sono supporti di conduttori di terra, le passerelle dovranno periodicamente essere connesse a terra mediante collegamento a strutture metalliche messe a terra (ogni 30 m circa di percorso).

Messa a terra impianti di strumentazione e rumori elettrici - Lo scopo delle messe a terra non è soltanto antinfortunistico, ma nel caso della trasmissione

di deboli segnali elettronici, la messa a terra può esplicare un ruolo importante nella difesa dei segnali deboli ed interferenze indotti da campi elettrici e magnetici generati da altri circuiti.

- I cavi destinati a condurre segnali deboli, soprattutto se digitali, sono molto sensibili ai

disturbi. Essi dovranno perciò correre il più lontano possibile da altri cavi, soprattutto se percorsi da correnti forti ed impulsive, dovranno essere schermati e ritorti.

- La somma algebrica delle correnti che percorrono un doppino è sempre zero, ma esistono

anche sistemi più complessi in cui la somma algebrica delle correnti che percorrono tre o più cavetti è zero, come ad esempio i sistemi polifasi, la terna di una termoresistenza, etc. La torcitura dei doppini (o delle terne, ecc.) deve sempre essere fatta in modo che la somma algebrica delle correnti che percorrono i cavetti torti insieme sia zero. E’ proibito usare fili di un doppino ed un terzo filo di un altro doppino al posto di una terna.

E’ proibito usare un filo come ritorno comune di 2 o più altri segnali indipendenti. Il collegamento ad un interruttore con contatto di scambio oltreché con una terna, può essere realizzato utilizzando due doppini, ma in questo caso il comune dell’interruttore deve essere connesso a due fili, uno per doppino.

- Le anime dei fili di un doppino o di un circuito devono correre quanto più vicine possibile

perché le forze elettromotrici mutuamente indotte tra due circuiti sono proporzionati alla mutua induttanza tra i due circuiti. Nei cablaggi, anche interni ai quadri, deve essere evitato di stendere fili percorsi da corrente che non abbiano il più vicino possibile un secondo filo percorso dalla corrente di ritorno.

- Se gli schermi o i cavi di messa a terra sono percorsi da correnti intensi, nascono delle

differenze di potenziale tra i quadri ed i vari punti dello schermo, e tali differenze di potenziale vengono indotte per mezzo di capacità parassite nei cavi che devono proteggere. Per evitare che gli schermi ed i cavi di messa a terra che collegano i vari quadri e le apparecchiature periferiche siano percorsi da correnti, è sufficiente far si che partendo idealmente da un qualsiasi punto di un qualsiasi schermo o cavo di messa a terra non sia possibile, percorrendo cavi, o schermi, o il terreno, o tubazioni e carpenterie, ritornare allo stesso punto seguendo due strade diverse e chiudendo un anello. In questo caso infatti è impossibile che differenze di potenziale esistenti tra due punti del terreno e delle carpenterie o dei tubi di processo o portatavi possano generare correnti percorrenti gli schermi ed i cavi di messa a terra. E’ anche impossibile, non esistendo alcun anello conduttore chiuso, che questo possa essere concatenato con campi magnetici disturbanti.

- In pratica: mettere a terra uno solo dei quadri, generalmente il principale. Gli altri quadri devono essere messi a terra collegandoli con il primo.

Evitare che esistano altre vie di connessione (ad esempio tubi portatavi, carpenterie, terreno, ecc.). Per evitare che gli schermi possano rappresentare delle vie secondarie di messa a terra, questi saranno messi a terra da un solo lato, quello in cui si staccano dal quadro principale se

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i cavi partono da questo. Se i cavi partono da un quadro secondario, la messa a terra dello schermo sarà fatta solo da questo lato, ma non dall’altra estremità.

Manutenzione ordinaria della rete di messa a terra - L’Installazione deve verificare, durante l’arco di tempo fino alla consegna o messa in marcia

dell’impianto, che il sistema di messa a terra conservi la sua efficienza controllando il serraggio di tutta la bulloneria relativa e intervenendo adeguatamente in caso di principi di corrosione o di danneggiamenti di vario genere.

1.6.2.5 Montaggio quadri di distribuzione energia elettrica Generalità Quanto segue definisce la modalità da seguire per il montaggio di quadri di distribuzione di energia elettrica di tipo prefabbricato a qualsiasi livello di tensione e di qualsiasi tipo, e definisce i minimi requisti che debbono essere soddisfatti durante l’esecuzione delle opere e per la conservazione delle stesse fino alla consegna definitiva dell’impianto. Norme generali - Il montaggio non include mai modifiche di qualsiasi genere rispetto a quanto fornito dal

costruttore o eventuali riparazioni. - L’installazione è responsabile della corretta esecuzione delle opere do posa dei ferri di base

dei quadri elettrici.

- Tutti i componenti dei quadri spediti separatamente debbono essere identificati e riassiemati. Questo si applica a elementi verticali modulari e ad elementi di partenza e/o arrivi in esecuzione estraibile.

- Gli elementi estraibili dovranno essere controllati onde garantire il perfetto funzionamento

dei meccanismi di scorrimento, comandi e blocchi meccanici dei movimenti. Dovranno essere eseguite eventuali regolazioni dagli organi predisposti.

- Dovrà essere eseguito un controllo completo del serraggio di tutti i bulloni del sistema di

barre e derivazioni. I bulloni e serraggi controllati dovranno essere marcati con opportune vernici.

- Dovrà essere eseguito un controllo completo del serraggio di tutte le connessioni dei circuiti

ausiliari al quadro.

- Dovrà essere controllata la presenza e la rispondenza di tutti i fusibili ai requisiti dei documenti contrattuali.

- Dovrà essere controllata la presenza e la possibilità di eseguire normalmente tutte le

operazioni successive necessarie a portare il quadro pronto alla messa in servizio quali, ad esempio, la terminazione e connessione dei cavi.

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- Tutte gli accessori ed attrezzi di manovra e manutenzione dei quadri devono essere raccolti ed amministrati a cura dell’Installatore l’eventuale telaio di sostegno dei vari attrezzi forniti dal costruttore.

- Dovrà essere eseguita la sigillatura di tutte le asole di passaggio cavi tra interno ed esterno

del quadro secondo le istruzioni fornite con i documenti di progetto. Manutenzione ordinaria dei quadri elettrici di distribuzione di energia elettrica - Dopo un collaudo preliminare dei circuiti relativi, devono essere messi in servizio gli

eventuali riscaldatori anticondensa alimentandoli anche con mezzi provvisori. Saranno di conseguenza predisposti mezzi e cartelli monitori della presenza di tensione sui relativi circuiti, in rispetto delle vigenti Norme antinfortunistiche.

- E’ compito dell’Installatore limitare l’accesso alle apparecchiature, al personale

responsabile, provvedendo tutti i mezzi necessari. Ciò non deve limitare la libertà di movimento ed accesso dell’incaricato della Direzione Lavori.

- E’ compito dell’Installatore assicurare che durante il periodo di montaggio e dopo il

completamento di questo fino alla consegna delle apparecchiature, l’eventuale impianto di riscaldamento anticondensa sia normalmente alimentato.

- L’Installatore dovrà effettuare quelle operazioni di manutenzione ordinaria suggerite dai

fornitori ed atte a conservare le apparecchiature fino al momento della consegna definitiva o messa in servizio degli impianti.

1.7 MODALITA’ E NORME DI ESECUZIONE DI VERIFICHE, PROVE, TARATURE E COLLAUDI

1.7.1 Impianti elettrici

1.7.1.1 Generalità

- Gli impianti elettrici, le relative apparecchiature ed in generale, qualsiasi installazione che sia stata completata e sia pronta ad entrare in servizio, deve essere sottoposta a prove che confermino la perfetta funzionalità di ogni componente e dell’insieme. E’ previsto che le prove possano essere eseguite non appena l’impianto sia stato completato, indipendentemente dalla data di entrata in servizio. Ciò per diluire nel tempo l’esecuzione delle prove e soprattutto per evidenziare in anticipo eventuali difetti o errati funzionamenti e quindi provvedere tempestivamente ad eseguire le relative riparazioni.

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- L’Installatore redigerà un programma di massima delle prove, che sottoporrà

all’approvazione della Direzione Lavori. Variazioni al programma apportate dovranno essere comunicate tempestivamente all’Installatore, alla Direzione Lavori e con questa concordate onde evitare problemi specialmente dove vengano coinvolti terzi. In ogni caso L’Installatore confermerà per iscritto, secondo modalità da definire con congruo anticipo con la Direzione Lavori le date di inizio delle singole prove, onde permettere alla Direzione Lavori l’approntamento di mezzi, personale ed istruzioni di sua competenza.

- Tutte le prove che hanno per scopo di confermare la idoneità dell’impianto o di suoi componenti ad entrare in esercizio, devono essere eseguite come sarà definito dalla Direzione Lavori.

- L’Installatore è libero di eseguire quelle prove preliminari che non possono danneggiare le

apparecchiature. Tali prove dovranno essere però ripetute se non eseguite alla presenza di incaricati del Committente. Qualora per l’esecuzione di prove preliminari l’Installatore debba mettere per la prima volta in tensione apparecchiature, dovrà chiedere ed ottenere un permesso specifico dalla Direzione Lavori secondo modalità che saranno definite sul luogo.

- Le prove preliminari per verificare l’accettabilità del materiale o quelle eseguite nel corso

del lavoro per verificare lo stato di manutenzione dei materiali in cui si fa menzione nelle Modalità di Esecuzione dei Lavori, non possono in nessun caso essere utilizzate come prove di collaudo di accettazione.

- Qualora l’impianto o l’apparecchio non entri in servizio o non venga consegnato

immediatamente dopo l’esecuzione delle prove, al momento dell’effettiva messa in esercizio della consegna definitiva dell’impianto dovranno essere eseguite delle prove supplementari di verifica che, nel tempo intercorso dalle prove ufficiali, nulla è intervenuto a modificare la funzionalità e le perfetta efficienza dell’impianto stesso e dei suoi componenti. L’Installatore si impegna ad eseguire queste prove supplementari a richiesta della Direzione Lavori nella qualità e quantità necessarie ed esse saranno compensate secondo modalità da concordare al momento con la Direzione Lavori stessa, potendo queste rivestire carattere di eccezionalità.

- Opportune cautele dovranno essere messe in atto a cura e carico dell’Installatore, previa approvazione della Direzione Lavori, per conservare l’integrità degli impianti prima della loro entrate in servizio. Queste cautele potranno essere orientativamente le seguenti:

• Etichettature opportune delle apparecchiature collaudate; • Emissione di permessi di lavoro per l’esecuzione di opere interessanti apparecchi

collaudate; • Chiusura dei locali ove siano installate apparecchiature collaudate.

1.7.1.2 Modalità di esecuzione delle prove e dei collaudi

- In aggiunta a quanto specificato nelle Norme di cui ai punti precedenti relativamente alla

qualità e quantità delle prove e/o collaudi da eseguire per l’accettazione degli impianti, la minima quantità, le modalità e le procedure di esecuzione delle prove e/o dei collaudi ed i

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requisiti minimi per ogni tipo di prova sono indicati nei capitoli di specifiche apparecchiature.

- In generale le prove consistono in operazioni di controllo dello stato fisico dei materiali, di

rispondenza alle prestazioni specificate nei documenti di progetto, in operazioni di montaggio e rimontaggio di componenti non fisso, e nella esecuzione di prove di collaudo funzionale ed operativo.

- Apparecchiature o parti di impianto predisposte operativamente per funzionare connesse con

altre apparecchiature debbono essere provate insieme a queste ultime per garantire il perfetto funzionamento dell’insieme. Per esempio compongono un unico sistema da provare contemporaneamente l’avviatore di un motore, i relativi cavi di collegamento ed il motore stesso.

- I risultati di tutte le prove devono essere riportati su appositi formati da fornire a cura

dell’Installatore stesso e da approvare a cura della Direzione Lavori. Detti risultati dovranno essere catalogati, raccolti ed aggiornati a cura dell’Installatore che dovrà consegnare quattro copie alla Direzione Lavori unitamente al verbale riassuntivo attestante che ogni collaudo ed ogni prova è stata eseguita in accordo con quanto richiesto.

- Tutte le prove saranno eseguite da personale specializzato dell’Installatore e a carico dell’Installatore. Un elenco con qualifiche di detto personale dovrà preventivamente essere sottoposto all’approvazione della Direzione Lavori che si riserva il diritto di giudicare le qualità e le quantità.

- Tutte le prove saranno eseguite con strumenti ed apparecchiature forniti dall’Installatore. Un elenco di questi strumenti sarà fornito preventivamente per un giudizio di qualità alla Direzione Lavori. Resta in ogni caso inteso che l’Installatore dovrà comunque fornire strumenti ed accessori adatti alla specifiche prove da effettuare.

- L’Installatore fornirà inoltre tutti quegli accessori e metterà in atto tutti quegli accorgimenti

affinché le prove possano effettuarsi in sicurezza specialmente durante i periodi in cui personale svolgente altre attività può essere presente nell’area nella quale si svolgono le prove stesse.

- I valori minimi delle misure risultanti dal collaudi saranno in accordo con le istruzioni dei

fabbricanti delle apparecchiature con le Norme relative e con quelli eventualmente stabiliti nei “DOCUMENTI CONTRATTUALI”.

- Le misure che daranno risultati inferiori o superiori al 25% rispetto alla media di misure su

impianti o apparecchiature simili a quelle in questione, saranno sottoposte alla Direzione Lavori per l’approvazione specifica anche nel caso che esse siano migliori dei valori minimi accettabili.

- Nel caso che le prove diano esiti negativi, l’Installatore è tenuto ad effettuare le opportune

riparazioni nel caso che i difetti riscontrati siano imputabili a difetti di installazione o a materiali forniti dall’Installatore. A riparazioni effettuate, i relativi collaudi saranno ripetuti.

1.7.1.3 Norme di collaudo

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I collaudi saranno eseguiti rispettando i requisiti delle Norme vigenti.

1.7.1.4 Modalità di esecuzione di prove e collaudi - Nelle “SPECIFICHE TECNICHE PARTICOLARI DI MONTAGGIO” potranno essere

definite deroghe, varianti o complementi a quanto specificato di seguito. Potranno essere altresì definite modalità di esecuzione di prove e collaudi per lavori e impianti non descritte nel presente capitolo.

- I risultati di tutte le prove dovranno essere sottoposti al giudizio della Direzione Lavori.

- Nel caso che prove dessero risultati inferiori ai minimi accettabili, l?Installatore è chiamato

ad individuare le cause. La correzione di dette cause sarà a carico dell’esecutore delle relative opere. Ove si tratti di apparecchiature complesse potrà essere richiesto l’intervento dei relativi fornitori.

1.7.2 Rete di messa a terra

1.7.2.1 Generalità

- Quanto segue definisce la qualità dei controlli, delle prove e dei collaudi da eseguire su

impianti di messa a terra. - Quanto segue è a completamento di quanto indicato nelle Norme specificate ed è ritenuto il

minimo indispensabile atto a definire l’impianto di messa a terra efficiente e funzionante.

- I controlli, le prove ed i collaudi potranno essere eseguiti per porzioni di impianto e dovranno in ogni caso precedere la messa sotto tensione delle apparecchiature elettriche connesse alla rete di terra in esame.

1.7.2.2 Controlli

Quanto segue è raccolto in una “Lista di controllo”. - Controllare quantità ed ubicazione delle aste di terra e delle barre di terra in base ai

documenti di progettazione. - Controllare che tutte le apparecchiature da collegare a terra lo siano correttamente.

- Controllare che tutte le strutture metalliche da collegare a terra lo siano correttamente.

- Controllare che tutte le tubazioni da collegare a terra lo siano correttamente.

- Controllare la qualità delle giunzioni o derivazioni dei conduttori di terra. Per le parti

interrate, il controllo deve essere eseguito prima dell’intervento e documentato fotograficamente.

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- Controllare il serraggio della bulloneria estensivamente.

- Controllare l’impianto per rilevare eventuali danneggiamenti meccanici o inizio di eventuali processi di ossidazione.

- Controllare le uscite dal terreno dei conduttori di terra e rilevare la corretta esecuzione delle

protezioni e delle miscelazioni e/o trattamenti anticorrosivi adottati. 1.7.2.3 Prove e collaudi

- Misurare la resistenza di terra di ogni dispersore di terra isolato dalla rete. Registrare i

valori. - Misurare la resistenza di terra della maglia di terra in almeno tre punti, isolata dai dispersori

(solo prima della prima messa sotto tensione degli impianti). Registrare i valori.

- Misurare la resistenza di terra dell’intero sistema di terra completamente connesso.

NOTA: Le suddette misure devono essere eseguite sull’intero sistema di messa a terra e, all’occasione, su ogni sistema di terra indipendente sia provvisoriamente che definitivamente, prima della messa in tensione delle apparecchiature ad esso connesse.

1.7.2.4 Prove periodiche - Le misure debbono essere eseguire anche:

• al momento del completamento del dispersore • al momento della consegna degli impianti

- Le misure di cui al punto 3. devono essere ripetute al momento della consegna definitiva

degli impianti.

1.7.2.5 Rete di messa a terra – lista di controllo - Controllo quantità aste e barre di terra - Controllo messa a terra apparecchiature

- Controllo messa a terra strutture

- Controllo messa a terra tubazioni

- Controllo giunzione e derivazioni

- Controllo serraggio bulloneria

- Controllo danneggiamenti meccanici e processi corrosivi

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- Controllo protezioni uscite conduttori dal terreno

- Misure resistenza di terra dispersori

- Misure resistenza di terra maglia

- Misure resistenza di terra rete

1.7.3 Impianti di illuminazione

1.7.3.1 Generalità

- Quanto segue definisce la qualità e la quantità dei controlli, delle prove e dei collaudi da

eseguire sugli impianti di illuminazione e sulle relative apparecchiature. - Quanto segue è a completamento di quanto indicato nelle Norme ed è ritenuto il minimo

indispensabile atto a definire l’impianto di illuminazione e le relative apparecchiature completo, efficiente e pronto per la consegna definitiva degli impianti.

- I controlli, le prove ed i collaudi potranno essere eseguiti in tempi diverse da quello del

momento della consegna degli impianti e per proporzioni di impianto.

- Per impianto di illuminazione si intende anche l’insieme delle apparecchiature necessarie alla distribuzione, protezione, trasformazione dell’energia elettrica fino al limite delle partenze generali dal quadro distribuzione o altro limite di unione con altri tipi di impianti elettrici.

1.7.3.2 Controlli

Prima della messa in tensione di ogni circuito o dell’insieme dell’impianto, devono essere eseguiti i controlli descritti di seguito. Una “Lista di controllo” elenca le operazioni relative. - Confrontare l’ubicazione e i tipi di armature illuminanti, prese luce e organi di comando dei

circuiti con i requisiti dei disegni di progetto. - Controllare su ogni apparecchiatura che non vi siano danneggiamenti meccanici di sorta o

inizio di processo di corrosione della struttura o degli accessori.

- Controllare la qualità della connessione elettrica sia dal punto di vista meccanico che elettrico.

- Controllare la corretta ed efficiente connessione a terra delle apparecchiature.

- Controllare la corretta contrassegnatura dei conduttori e, per gli organi di comando

unipolari, controllare che l’interruzione sia operata sul conduttore di fase.

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- Controllare la taratura degli organi di protezione di ogni circuito in base ai documenti di progetto.

1.7.3.3 Prove e collaudi

- Misurare la resistenza di isolamento fase-fase e fase-terra di tutti i cavi della rete di

distribuzione a monte delle protezione dei singoli circuiti. - Misurare la resistenza di isolamento fase-fase e fase-terra di tutti i cavi della rete di

distribuzione luce a valle delle protezione dei singoli circuiti con tutte le armature illuminanti e prese luce non collegate.

- Misurare la resistenza di isolamento di tutti i conduttori insieme verso terra della rete cavi a

valle dell’interruttore generale di alimentazione del quadro distribuzione luce con tutti gli organi di protezione e sezionamento e comando intermedi chiusi e tutte le armature luce e prese luce non collegati.

- Eseguire la prova in bianco di tutti i circuiti di comando o automatismo o ausiliari.

- Previo accordi con la Direzione Lavori, mettere in tensione gradualmente i circuiti avendo

cura di provvedere tutti i mezzi atti a garantire la sicurezza delle persone e delle cose in conseguenza della presenza di tensione sulle apparecchiature coinvolte nelle prove.

- Misurare, in concomitanza con la misura del valore della tensione di alimentazione a monte,

i valori della corrente operativa ed eventualmente di spunto di ogni circuito. Confrontare questi valori con quelli dei documenti di progetto. Registrarne i valori.

- Misurare il valore della tensione a pieno carico in arrivo ai quadri di distribuzione locali. Registrarne i valori.

- Misurare a pieno carico il valore della tensione disponibile ai morsetti della lampada più

lontana per ogni circuito, in concomitanza con il valore della tensione di rete.

- Nei sistemi di distribuzione polifasi, controllare l’equilibrio dei carichi sulle fasi ed operare per raggiungere le condizioni ottimali a monte di ogni sistema, a pieno carico.

Al momento e l’ora opportuni, effettuare la misura dei livelli di illuminazione in punti caratteristici dell’impianto e degli ambienti. Registrarne i valori relativi.

1.7.3.4 Lista dei controlli - Controllare ubicazione e tipi di armature illuminanti, prese, organi di comando, ecc. - Controllare la perfetta chiusura e l’ancoraggio apparecchiature.

- Controllare eventuali danneggiamenti meccanici dovuti a corrosione o altro.

- Controllare la qualità delle connessione elettriche sulle apparecchiature.

- Controllo delle connessioni a terra.

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- Controllo dei contrassegni sui conduttori e del collegamento del neutro.

- Controllo taratura degli organi di protezione

- Misura della resistenza di isolamento dei cavi di alimentazione

- Misura della resistenza di isolamento di ogni circuito

- Misura della resistenza di isolamento globale di ogni quadretto

- Prova in bianco dei circuiti di controllo

- Messa sotto tensione degli impianti

- Misura delle correnti normali per ogni circuito

- Misura del valore di tensione con quadretto locale a pieno carico

- Misura del valore di tensione sulla lampada più lontana

- Controllo dell’equilibrio del carico sulle fasi

- Misura dei livelli di illuminazione

- Misura della resistenza di collegamento a terra dei singoli apparecchi al collettore principale

di terra.

2. SPECIFICA TECNICA PER CAVI DI TRASPORTO ENERGIA IN BASSA TENSIONE

2.1 Oggetto e scopo

Cavi a tensione di esercizio 400V Nella presente parte vengono considerati i cavi a 2, 3 e 5 conduttori per trasporto d’energia con tensione d’esercizio 400 V. I cavi sono tutti del tipo non propagante l’incendio (CEI 20-22 II), non propaganti la fiamma (CEI 20-35), a contenuta emissione di gas tossici e corrosivi (CEI 20-37) e con mescola con elevate caratteristiche elettriche, meccaniche e termiche (CEI 20-11 – CEI 20-34). Condizioni ambientali Le condizioni ambientali di riferimento sono qui di seguito riportate: - pressione atmosferica 755 mm Hg - temperatura dell’aria da –10°C a 40°C - umidità relativa min. 50% max. 95%

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- ambiente sporco tipo industriale

2.2 Descrizione costruttiva

Il cavo è composto da conduttori in corda flessibile di rame ricotto stagnato. Ogni conduttore è ricoperto da isolante in gomma EPR ad alto modulo di qualità G7. La formazione cosi ottenuta è ricoperta da una guaina esterna. La guaina protettiva esterna è realizzata in PVC di qualità R2.

2.3 Formazione - Unipolare - Multipolare

2.4 Caratteristiche generali I cavi dovranno corrispondere alle Norme CEI: - 20-11 - 20-22 II - 20-37 I - 20-34 - 20-35 - sigla di designazione FGF7 R 0,6/1 kV – Unipolari FGF7 R 0,6/1 kV - Multipolari - tensione nominale d’isolamento (Eo) - tra ciascun conduttore a terra 0,6 kV - tensione max di riferimento (E) 1 kV - grado di isolamento 4 - corda di rame ricotto e stagnato - numero minimo dei fili componenti di ciascun conduttore secondo CEI

- spessore nominale dell’isolamento in gomma EPR qualità G7 secondo CEI

- spessore del riempitivo in gomma non vulcanizzata ad alta autoestinguenza secondo CEI

- spessore della guaina protettiva esterna in PVC qualità RZ secondo CEI

- resistenza elettrica max di ciascun conduttore a 20°C secondo CEI

- portata di corrente in servizio continuativo in aria libera a 35°C secondo UNEL 35 375

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- temperatura max d’esercizio del cavo 90°C

- temperatura max in cortocircuito del cavo 250°C

- temperatura minima di posa 0°C

- individuazione delle anime per cavi senza il conduttore di terra

• 1 conduttore: nero • 2 conduttore: blu chiaro – nero • 3 conduttore: blu chiaro – marrone – nero • 4 conduttore: blu chiaro – marrone – nero – nero

- individuazione delle anime per cavi con il conduttore di terra

• 3 conduttore: blu chiaro – nero – giallo/verde • 4 conduttore: blu – marrone – nero – giallo/verde • 5 conduttore: blu – marrone – nero – nero - giallo/verde

- colore guaina esterna grigio chiaro RAL 7035

3. SPECIFICA PER PASSERELLE E CANALINE IN LAMIERA DI ACCIAIO ZINCATA

3.1 Scopo

La presente specifica tecnica fissa i requisiti per la costruzione delle canalizzazioni portatavi.

3.2 Riferimenti Tutti i tipi di passerelle e/o canale portatavi dovranno rispondere ai requisiti della presente

specifica tecnica e dovranno essere conformi ai disegni di progetto ed agli standard di progetto.

3.3 Condizioni di posa

Le canalizzazioni portacavi saranno installate in uno dei seguenti modi: - a soffitto con staffe di sospensione a mensola in acciaio zincato a caldo - a parete con mensole in acciaio zincato a caldo o in ferro verniciato

- fissate a travi metalliche e/o cemento armato con staffe speciali in acciaio zincato a caldo o

in ferro verniciato

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Si avrà particolare cura nel montaggio della canalizzazione, attenendosi scrupolosamente a quanto consigliato dai costruttori. Non dovranno essere superati i limiti di carico e di distanza massima tra gli appoggi, anche in riferimento alla temperatura massima ambientale. Prima di iniziare l’installazione del sistema di canalizzazione, dovrà essere verificato ramo per ramo il dimensionamento. Ciò anche in ragione di eventuali potenziamenti di impianti decisi in corso d’opera. Si tenga inoltre presente che per ogni ramo sarà tenuto di riserva un 40% circa della sezione utile interna della canalizzazione.

3.4 Caratteristiche costruttivi Passerella portacavi Canala portacavi in acciaio zincato spessore min. 1,5 mm. a caldo con procedimento SENDZIMIR. La canaletta dovrà essere posta in opera, salvo dove diversamente specificato, completa di coperchi ad incastro interno, giunti, curve, derivazioni, viteria zincata e di mensole di sostegno a parete o soffitto. I coperchi, con innesto a scatto sulla canaletta, assicureranno un’ottima tenuta eliminando la necessità di fissaggio a mezzo di molle di vario tipo e saranno smontabili con l’ausilio di un comune attrezzo. L’acciaio zincato a caldo sarà tipo SENDZIMIR F e P 02 G-Z200, rispondente a norme UNI 5753. In caso di utilizzo di canala portacavi smaltata il materiale, a lavorazione ultimata, sarà sottoposto ad un ciclo di verniciatura mediante rivestimento con polveri epossipoliestere termoindurenti (a cura del costruttore). Questa soluzione garantisce una protezione ottimale dalla corrosione, anche in ambienti altamente aggressivi. Le canalette saranno verniciate con colore blu elettrico avente proprietà autoestinguente nella finitura in polveri epossipoliestere termoindurenti . Dispositivi di MESSA A TERRA garantiranno la continuità elettrica di tutti i componenti in modo da consentire un impianto completamente rispondente alle Norme di Sicurezza richiamate dall’art. 7 del D.P.R. n. 547 e norme CEI 64.8. La continuità elettrica sarà assicurata per la versione: ZINCATA: Dall’elemento di giunzione con i relativi bulloni M6 SMALTATA: Dalle “bozze di terra” con piastrine in rame di sez.16 mm². La stessa “bozza” assicurerà l’equipotenzialità sui coperchi in entrambe le versioni.

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Il grado di protezione sarà definito in progetto. Il montaggio verrà fatto a regola d’arte ed in particolare avendo l’accortezza di accostare perfettamente gli elementi contigui, in maniera da eliminare le fessure tra elemento ed elemento, ed eventuali asperità o “baffi” che possano danneggiare il cavo o le persone e cose che possano entrare in contatto.

3.5 Condizioni ambientali - Pressione atmosferica 755 mm Hg - Temperatura dell’aria da –10°C a 40°C - Umidità relativa min 50% norm. 80% max 95% - Dislocazione dell’impianto 100 m s.l.m. - Clima mediterraneo - Ambiente sporco tipo industriale

4. SPECIFICHE TECNICHE APPARECCHIATURE ASSIEMATE

4.1 Scopo Scopo della presente specifica è quello di definire le caratteristiche principali per la progettazione, la costruzione ed il collaudo dei quadri elettrici da realizzare con particolare riguardo al quadro elettrico in bassa tensione tipo Power Center in “Forma3b”. La documentazione richiesta cosi come le prestazioni, le prove ed i collaudi indicati nei successivi capitoli di questa specifica o nei codici e norme in essa richiamati, faranno parte integrante della fornitura.

4.2 Codici e norme – dichiarazione di responsabilità I quadri elettrici, oggetto della presente specifica, dovranno essere costruiti in accordo alle norme CEI/IEC e in particolare: a) norme CEI 17-13/1 e successive varianti e integrazioni per “Apparecchiature assiepate di

protezione e manovra per bassa tensione (quadri di BT) b) norme CEI 64-8/1/2/2/4/5/6/7 e successive varianti e integrazioni per “Impianti elettrici

utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternativa a 1500 in corrente continua”.

c) norme CEI 11-8 per “Impianti di produzione e trasmissione di energia elettrica. Impianti di

terra”.

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d) norme CEI 11-18 per “Impianti di produzione trasporto e distribuzione di energia elettrica.

Dimensionamento degli impianti in relazione alle tensioni”.

e) norme CEI 70-1 per “Grado di protezione degli involucri – Classificazione”.

f) norme CEI 7-4 e successive varianti e integrazioni per “Conduttori elettrici per connessioni di rame, di alluminio e di leghe alluminio”.

g) DPR 547 del 27.4.55 e successive varianti e integrazioni, per la sicurezza degli infortuni sul

lavoro.

La conformità alle norme è da intendersi estesa a tutti i componenti elettrici installati nel quadro, per i quali, se non sarà possibile comprovarlo in sede di collaudo, sarà provata dal Fornitore sottoponendo al collaudatore i relativi certificati di prova. Il fornitore dovrà dichiarare, sotto la sua responsabilità, che i materiale forniti sono uguali a quelli sottoposti alle prove. Il Fornitore dovrà dichiarare in forma scritta, sotto la sua responsabilità, che i quadri elettrici in oggetto sono stati costruiti in conformità al DPR 547 e alle norme CEI EN.

4.3 Segnaletica I quadri dovranno recare le targhette segnaletiche di sicurezza qui sotto descritte, che dovranno essere conformi a quanto disposto nel D.P.R. 524/82. Per i quadri con più sezioni separate la segnaletica dovrà essere applicata distintamente su ogni sezione e comunque su ogni sportello o separazione suscettibile di dare accesso a parti in tensione. Sono previsti i tipi seguenti:

segnale di avvertimento indicante la presenza di tensione pericolose (Fig.1-1) segnale complementare indicante la tensione di esercizio (Fig.1-2) eventuale segnale complementare per indicare la presenza di più alimentazioni con sezionamenti separati, da apporre in prossimità di ogni sezionatore (Fig.1-3) eventuale segnale complementare indicante tensioni superiori a 1000 V, da apporre obbligatoriamente anche sulle custodie interne delle apparecchiature interessate (Fig.1-4) i 2 segnali di divieto estratti dal D.P.R. 547/55 (Fig.1-5)

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Fig. 1-1 Fig. 1-2

Fig. 1-3 Fig. 1- 4 Fig. 1-5

Sugli schermi e le barriere, all’interno dei quadri, dovranno essere i segnali indicanti la presenza di tensioni pericolose ed il segnale complementare indicante la tensione di esercizio (Fig.1-1 e 1-2). Inoltre dovrà essere prevista una targa riportante in modo univoco la denominazione del quadro. La realizzazione e l’applicazione di tutte le targhe è a cura del costruttore del quadro, come pure sarà a sua cura richiedere al Committente tutte le informazioni necessarie per la loro esecuzione.

4.4 Dati di progetto

4.4.1 Dati elettrici

I quadri, oggetto della presente specifica, dovranno essere dimensionati in base ai seguenti dati: - tensione nominale …………………………………..: 400/230V - frequenza ……………………………………………: 50 Hz - numero delle fasi ……………………………………: Tre + Neutro - rotazione delle fasi …………………………………..: 4 / 8 / 12

PERICOLO DI FOLGORAZIONE

400 VOLT

PERICOLO6000 Volt

ATTENZIONE ALIMENTAZIONE ELETTRICHE MULTIPLE CON SEZIONAMENTI

SEPARATI

Per mettere fuori tensione l’apparecchiatura sezionare tutte le alimentazioni

ATTENZIONE E’ VIETATO ESEGUIRE LAVORI APPARECCHIATURE ELETTRICI

SOTTO TENSIONE

Eventuali deroghe devono essere autorizzate dal Capo responsabile e subordinate all’adozione delle

previste misure di sicurezza. D..P.R. 547-27.4.1955

VIETATO APRIRE

ai non autorizzati

L’APERTURA DEL QUADRO E’ CONSENTITA SOLO AL PERSONALE ELETTRICAMENTE QUALIFICATO

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- stato del neutro ………………………………………: Connesso rigidamente a terra TNS

- corrente nominale delle sbarre……………………….: Pari o superiore alla corrente

nominale degli interruttori, vedere dati di progetto

- tensione di tenuta a 50 Hz sul circuito principale …………………………………..: 2500 V

- tensione di tenuta a 50 Hz

sul circuito ausiliari ……………………………………..: 1500 V

- corrente nominale ammissibile di c.to c.to simmetrico…………………………………..: vedere dati di progetto

- tensione dei circuiti ausiliari .……………………………: vedere dati di progetto

4.4.2 Luogo di installazione

I quadri dovranno essere previsti per installazione all’interno di locali chiusi, con ventilazione naturali, con le seguenti condizioni ambientali circostanti il fabbricato: altezza sul livello del mare ………………………………….: 0 m temperatura massima dell’aria ……………………………..: 40°C temperatura minima dell’aria ………………………………: - 10°C umidità relativa massima …………………………………...: 80%

4.5 Caratteristiche costruttive

4.5.1 Generalità I quadri oggetto della presente specifica saranno del tipo ad elementi verticali (Unità) normalizzati affiancati e tra loro meccanicamente ed elettricamente collegati. Le dimensioni esterne di ogni Unità dovranno essere:

- Altezza = vedere dati di progetto - Profondità = vedere dati di progetto

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- Larghezza = vedere dati di progetto

Le dimensioni indicate dovranno comunque essere (all’interno dei descritti limiti di variabilità) compatibili con le condizioni dei locali in cui il quadro verrà installato, considerato inoltre che si dovrà garantire l’accesso posteriore al quadro per l’ispezione alla zona sbarre e morsettiere

I quadri saranno facilmente ampliabili anche in futuro, senza dover ricorrere a operazioni di taglio o saldatura, ma tramite sole operazioni di imbullonatura di eventuali unità modulari analoghe a quelle già montate. I disegni di composizione dei quadri potranno essere allegati alle Specifiche da parte del Committente. I quadri saranno del tipo chiuso, protetti contro l’ingresso di polveri, corpi estranei ed animali. La struttura portante dei quadri deve essere realizzata in lamiera pressopiegata; lo spessore delle lamiere non sarà inferiore a: - 20/10 per i profilati autoportanti

- 15/10 per le lamiere e i pannelli di chiusura e per le portelle frontali.

Tutti gli elementi di carpenteria saranno francamente collegati tra loro per mezzo di bulloni zincati o cadmiati autograffianti o con rosetta dentata in modo da assicurare la continuità elettrica di messa a terra. I quadri saranno del tipo per fissaggio a pavimento mediante ferri da base (inclusi nella fornitura) da fissare al pavimento stesso. Ogni unità dovrà essere realizzata col fondo chiuso per la zona interruttori e sbarre; per le linee in cavo in arrivo e/o partenza verso l’esterno dovranno essere adottati opportuni sistemi fermatavi. Inoltre le chiusure del fondo dovranno possedere particolare resistenza alle ossidazioni (lamiere di acciaio zincate, lamiere di alluminio, ecc.).

4.5.2 Accessibilità e segregazioni Il grado di protezione dei quadri dovrà essere: - protezione all’esterno dell’involucro: IP 3X minimo

- protezione all’interno delle celle: IP 2X minimo

Le singole unità costituenti i quadri saranno suddivise in uno o più cubicoli (celle) ognuno dotato di propria portela di chiusura incernierata. Nella stessa cella potrà essere montato solo un interruttore se di tipo in scatola isolante, mentre gli interruttori di tipo modulare potranno essere montati entro una cella in quantità massima fino al completamento di un’unica fila orizzontale. Gli interruttori modulari dovranno essere montati

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solo in posizione verticale, con i morsetti di ingresso linea nella posizione superiore e quelli di uscita nella posizione inferiore. Le singole unità si divideranno in più zone principali tra loro segregate, in particolare la segregazione riguarderà le sbarre, il vano interruttore, i codoli di uscita degli interruttori fra di loro. Le segregazione posteriore verso il vano sbarre dovrà essere realizzata in lamiera di acciaio zincata fissata a mezzo bulloni alla struttura portante del quadro stesso. Al fine di agevolare lo smaltimento del calore prodotto entro il vano sbarre, la segregazione dovrà essere dotata di feritoie o alette per permettere la circolazione dell’aria. Tutto questo non deve ridurre il grado di protezione in precedenza richiesto IP2X. Le segregazione posteriore saranno realizzate in modo da permettere il collegamento dei cavi in uscita e ingresso in condizioni di massima sicurezza dell’operatore, senza dover disattivare nessuna parte del quadro elettrico, ad eccezione della parte interessata. Il grado do protezione richiesto IP 2X dovrà essere sempre garantito, anche dopo il collegamento del quadro; soprattutto verso i morsetti di uscita o ingresso cavi. Le morsettiere di potenza e i terminali dovranno comunque essere separate completamente dalle morsettiere degli ausiliari in modo da poter accedere a queste ultime senza possibilità di contatto accidentale con le prime. Le morsettiere ausiliarie dovranno essere accessibili anche con quadro in funzione, senza dovere disattivare le utenze interessate. Le morsettiere degli ausiliari e dei circuiti di potenza di piccola portata (massimo 40 A), potranno essere posizionate in una apposita cella sul fronte del quadro, separate fra di loro. Questa cella sarà realizzata da un vano verticale per ogni unità. Al proprio interno verranno predisposti opportuni sistemi di fissaggio dei cavi. Nel cablaggio si avrà cura di non occupare gli spazi per i cavi provenienti dall’impianto, con cavi di collegamento provenienti dal quadro stesso. Il grado do protezione richiesto è da intendersi esteso verso qualsiasi parte che possa trovarsi sotto tensione pertanto, se nella parte anteriore o posteriore dovessero trovarsi dei punti in tensione, come ad esempio con l’uso di interruttori con attacchi anteriori o le sbarre di uscita, dovranno essere usati diaframmi suppletivi rimovibili solo con l’uso di appositi attrezzi e che garantiscano il grado di protezione richiesto. Nel caso che le segregazioni suppletive vengano realizzate con materiale isolante, questo materiale dovrà essere autoestinguente, antiurto e antitraccia. Tutte le protezioni suppletive, e in generale le segregazioni, dovranno esser fissate in modo stabile attraverso viti o bulloneria varia per la cui rimozione dovrà essere necessario l’uso di un attrezzo. Esse dovranno portare in modo chiaro la indicazione di pericolo di folgorazione in accordo con la legislazione vigente.

4.5.3 Sistema di sbarre Le sbarre saranno sistemate in un vano, o condotto, completamente separato dagli altri cubicoli.

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Saranno in piatto di rame elettrolitico; tra le superfici di giunzione sarà interposto uno strato adeguato di grasso grafitato di protezione. Le sbarre, isolate in aria, ed i relativi supporti dovranno essere dimensionati in modo da: a) presentare una capacità termica tale da resistere alla corrente nominale continuativa ed alla

corrente di breve durata di corto circuito senza danneggiamento od invecchiamento precoce degli isolamenti.

b) Presentare una resistenza meccanica tale da garantire la tenuta agli sforzi dinamici dovuti al

corto circuito senza deformazione permanente.

I supporti delle sbarre dovranno essere in materiale isolante autoestinguente e antitraccia. Sarà cura del Costruttore giustificare il dimensionamento delle sbarre e delle interdistanze dei supporti di ancoraggio e lo smaltimento del calore prodotto dal condotto sbarre e dalle apparecchiature. Gli stessi criteri di dimensionamento dovranno essere adottati per il dimensionamento delle sbarre di derivazione. Le giunzioni ed i serraggi relativi saranno eseguiti in conformità alle prescrizioni delle tabelle CEI-UNEL 01431/01432. Le giunzioni saranno effettuate con bulloneria conforme alle prescrizioni UNI 153/37-40, in acciaio marcato 8.8 zincopassivata di colore giallo. Le giunzioni fra le sbarre potranno essere realizzate con sistemi a compressione purché questi siano stati sottoposti a prove tipo, documentale.

4.5.4 Messa a terra Dovrà essere prevista, in posizione facilmente accessibile nei vani per cavi del quadro e per tutta la sua lunghezza, una sbarra collettrice di terra dimensionata per la massima corrente di guasto di possibile insorgenza nel quadro. Alla sbarra di terra dovranno essere collegati i corsetti di terra delle diverse apparecchiature. La sbarra dovrà essere predisposta, alle due estremità, per il collegamento alla rete generale di terra dell’impianto. Tutti gli elementi di carpenteria saranno francamente collegati fra di loro per mezzo di bulloni zincati o cadmiati autograffianti o con resetta dentata in modo da assicurare la continuità elettrica di messa a terra. Le porte e le tamponature che possono andare in tensione in caso di cedimento di un isolamento ecc. saranno collegate alla struttura per mezzo di treccia di rame avente sezione minima di 6 mm². Tutti i componenti dotati di presa di terra (trasformatori di tensione, ecc.) verranno collegati francamente a terra.

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In particolare i TA e i TV dovranno essere collegati a terra ognuno con conduttore indipendente giallo/verde sezione minima di 2,5 mm² (non è ammesso cavallottare la messa a terra di più riduttori).

4.5.5 Collegamenti di potenza Tutti gli interruttori di tipo in scatola saranno collegati alla distribuzione principale del quadro con l’utilizzo di barre di rame. Per la dimensione di tali collegamenti si considera la portata nominale dell’interruttore e non quella del relè in esso previsto. I collegamenti di potenza in uscita dal quadro sono previsti in cavo, se non diversamente specificato. Per facilitare l’installazione ed il fissaggio dei cavi dovranno essere previsti appositi morsetti fermacavo. Gli interruttori dovranno essere dotati di opportuni terminali su cui eseguire i collegamenti delle linee in arrivo e/o in partenza. Nessun cavo proveniente dell’impianto sarà direttamente collegato sui poli dei singoli interruttori. I terminali saranno realizzati in barre di rame. Nel dimensionamento delle barre di uscita si terranno in considerazione anche il tipo, il numero dei cavi da collegare e la dissipazione termica. I terminali di uscita saranno siglati in accordo agli schermi elettrici e saranno protetti e divisi per singola utenza attraverso segregazioni metalliche. I passaggi dei terminali degli interruttori, e più in generale delle barre, attraverso le segregazioni saranno accuratamente rifiniti con materiale isolante di tipo antitraccia rigidamente fissato con viti. Particolare cura dovrà essere posta negli ancoraggi meccanici dei terminali e delle linee, in modo che gli sforzi meccanici, dovuti al peso proprio delle linee e alle sollecitazioni elettrodinamiche di eventuali correnti di corto circuito, non gravino direttamente sui terminali dell’interruttore da cui trae origine la linea. I collegamenti di potenza dovranno essere realizzati con cavi non propaganti l’incendio a norme CEI 20-22 e tabelle CEI-UNEL 35752-35754-35755 con sezione minima 2,5 mm². Se i cavi saranno protetti e contenuti in canalette in PVC autoestinguente e munite di coperchio, i cavi da usare saranno del tipo NO7V-K, mentre per collegamenti con protezione meccaniche in metallo dovranno essere usati dei conduttori con guaina antiabrasiva tipo N1VV-K, o posati entro tubo o calza in materiale isolante autoestinguente. Ogni cavo vicino al punto di collegamento alle apparecchiature e/o alla distribuzione principale, porterà in modo chiaro e indelebile una sigla alfanumerica che ne identifica la funzione e la provenienza. Il sistema di siglatura dovrà essere del tipo con tubetto esterno trasparente che renda possibile la sostituzione della sigla senza dover operare sul collegamento del cavo stesso. La siglatura dei cavi sarà in accordo con gli schemi elettrici definitivi dei quadri.

4.5.6 Circuiti ausiliari

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I circuiti ausiliari dovranno essere preferibilmente montati in celle a se stanti, possibilmente sulla parte alta del quadro. I collegamenti ausiliari dovranno essere realizzati con cavi non propaganti l’incendio a norme CEI 20-22 e tabelle CEI-UNEL 35752-35754-35755 con sezione minima 1,5 mm². Se i cavi saranno protetti e contenuti in canalette in PVC, autoestinguente e munite di coperchio, i cavi da usare saranno del tipo NO7V-K, mentre per collegamenti con protezioni meccaniche in metallo dovranno essere usati dei conduttori con guaina antiabrasiva tipo N1VV-K, o posati entro tubo flessibile o calza in materiale isolante autoestinguente. Nei cablaggi dovrà essere limitata la posa di due o più fili sotto lo stesso morsetto, in modo da impedire che l’allentamento, voluto o casuale, del morsetto possa interrompere funzioni diverse da quelle ad esso relative; si richiama l’attenzione soprattutto sulle linee di alimentazione della tensione ausiliaria e sui “comuni” di ritorno. Nei collegamenti tra i trasformatori amperometrici e i relativi strumenti si dovranno prevedere opportuni morsetti cortocircuitabili ed i conduttori usati per il collegamento a terra deve essere realizzato direttamente da singolo TA alla barra col lettrice di terra con cavo di colore giallo – verde sezione minima 2,5 mm². I collegamenti dei voltmetri dovranno essere protetti tramite fusibili sezionabili a coltello con fusibili di tipo cilindrico 10,3 x 38 e con potere di interruzione non inferiore a 100 kA. I conduttori che derivano direttamente dalle sbarre (conduttori volumetrici e simili) lungo il tratto non protetto dai fusibili dovranno avere un percorso completamente separato dagli altri circuiti, e dovranno essere di tipo unipolare con guaina esterna di protezione avente caratteristiche di non propagazione degli incendi, a norme CEI 20-22. I conduttori ausiliari, appartenenti a sistemi di categoria diversa, dovranno essere fisicamente separati o su percorsi diversi o tramite interposizione di diaframmi. Anche le morsettiere, a cui fanno capo questi conduttori, dovranno essere separate fisicamente o tramite opportuni diaframmi. Anche le morsettiere, a cui fanno capo questi conduttori, dovranno essere separate fisicamente o tramite opportuni diaframmi. Qualora sulla stessa morsettiera dovessero far capo conduttori a tensione diversa, dovranno essere separati in zone distinte e contrassegnate da apposite targhetta indicatrice. Ogni cavo vicino al punto di collegamento alle apparecchiature e/o alla distribuzione principale, porterà in modo chiaro o indelebile una sigla alfanumerica che ne identifica la funzione e la provenienza. Il sistema di siglatura dovrà essere del tipo con tubetto esterno trasparente che renda possibile la sostituzione della sigla senza dover operare sul collegamento del cavo stesso. La siglatura dei cavi sarà in accordo con gli schemi elettrici definitivi dei quadri. Tutte le connessioni dei cavi saranno eseguite con terminali applicati a compressione con appositi attrezzi. Essi saranno del tipo con corpo preisolato. L’alimentazione dei circuiti ausiliari dei singoli interruttori dovrà essere sezionata attraverso fusibili sezionabili posizionati nella cella ausiliari.

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I circuiti ausiliari, facenti parte di uno stesso interruttore, dovranno far capo ad una morsettiera e/o connettore posizionato nella stessa segregazione in cui è situato l’interruttore. I collegamenti a tali connettori e/o morsetti dovranno essere realizzati in modo da renderli facilmente accessibili e da rendere agevole eventuali operazioni di manutenzione o modifica, senza dover ricorrere alla disattivazione del quadro o di parte di esso. Tutte le apparecchiature principali di comando, controllo e di allarme, dovranno avere due contatti ausiliari, 1 NA + 1 NC, (oppure uno in scambio) “puliti” in morsettiera per la trasmissione del dato al sistema di controllo, altre naturalmente ad avere tutti gli organi atti a realizzare lo schema funzionale richiesto. I circuiti ausiliari dovranno essere opportunamente protetti e l’intervento di una protezione sui circuiti di sicurezza, oltre ad avere i contatti in morsettiera come sopra richiesto, dovrà essere segnalato anche localmente tramite una indicazione visiva. I relè ausiliari saranno del tipo ad innesto, con basetta provvista di attacchi anteriori a vite ed inoltre dovranno essere adottati tutti gli accorgimenti atti ad evitare che i relè si possano estrarre dalla loro base per cause accidentali. Particolare cura dovrà essere posta per i collegamenti ausiliari che faranno parte di eventuali sistemi di telemisura e telecontrollo, per evitare al massimo ogni interferenza e disturbo derivante da percorsi paralleli ad altri cavi, soprattutto a quelli del sistema di potenza. Per poter ottenere risultati di questo tipo si ritiene che si debbano adottare i seguenti provvedimenti: - percorsi possibilmente separati e distanti da tutti gli altri collegamenti. La condizione sopra

citata è indispensabile se i conduttori sono soggetti a portare correnti forti, altrimenti potranno essere usati cavi di tipo schermato.

- I cavi di tipo schermato dovranno comunque essere sempre usati per i convertitori statici di

misura.

Ciascun conduttore sarà opportunamente contrassegnato alle due estremità e munito di terminali preisolati, analogamente saranno contrassegnati i morsetti cui faranno capo i conduttori. I morsetti delle morsettiere per il collegamento dei cavi esterni saranno siglati da entrambi i lati. I morsetti saranno del tipo componibile con viti di serraggio antiallentamento a tesa “affondata” o preisolata per evitare eventuali contatti accidentali. Le morsettiere dovranno avere il 30% di spazio di scorta con un minimo di spazio per dieci morsetti. Tutte le lampade spia dovranno avere una tensione nominale superiore del 20% alla tensione di funzionamento reale. Tutti i trasformatori e gli alimentatori dei circuiti ausiliari dovranno avere un polo a terra.

4.5.7 Verniciatura e ciclo trattamento lamiere

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Il fornitore dovrà proporre una propria specifica di verniciatura del quadro che dovrà includere come minimo: a) sgrossatura

b) fosfatazione

c) essiccazione

d) fondo sintetico per essiccazione in aria a base di cromato di zinco

e) doppia mano a finire con smalto sintetico per essiccazione a forno, oppure vernici

epossidiche polimerizzate per essiccazione in aria. Spessori minimi a fine ciclo 60 micron

f) l’aspetto delle superfici finite sarà goffrato semilucido colore RAL 7030.

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5. CARATTERISTICHE PRINCIPALI DELLA APPARECCHIATURA ELETTRICA

5.1 Interruttori scatolati e/o aperti

Detti interruttori dovranno essere installati all’interno delle celle. Gli interruttori aperti dovranno essere installati in modo tale da permettere la chiusura della portina della cella anche in posizione di sezionato, senza compromettere il grado protezione sull’involucro. Gli interruttori e i sezionatori saranno comandati dal fronte quadro. L’apertura della portina della cella, per l’accesso all’interruttore, deve avvenire soltanto in condizioni di sicurezza. Le parti che dovessero comunque rimanere in tensione a porta aperta avranno in ogni caso opportuni schermi o ripari tali da garantire un grado di protezione adeguato contro il contatto accidentale minimo IP2X e saranno debitamente segnalate con appositi cartelli. Le parti fisse degli interruttori estraibili dovranno presentare, ad interruttore estratto, le parti in tensione protette o con serrandone isolanti a chiusura automatica o con altri sistemi in grado di garantire un grado di protezione non inferiore a IP 2X. Tutti gli interruttori dovranno avere i contatti ausiliari necessari per svolgere le funzioni dello schema funzionale, con un minimo di contatti, 1NA + 1NC, liberi in morsettiera (oppure uno in scambio) per lo stato dell’interruttore e 1NA + 1NC, liberi in morsettiera (oppure uno in scambio) per lo scatto relè. Le caratteristiche principali degli interruttori dovranno essere le seguenti: - tensione nominale a 50 Hz di 660 V

- relè termici sempre regolabili

- relè magnetici regolabili

- accessoriabilità con: comando di apertura e chiusura a distanza, contatti ausiliari e blocchi a

chiave sulle manovre.

- Potere di interruttore di corto circuito simmetrico trifase deve essere considerato in Icu a 400 V. Il valore è specificato negli schemi o richiesto di ogni singolo quadro.

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5.2 Interruttori modulari

Saranno di tipo automatico magnetotermico e adatti per il fissaggio rapido su profilato DIN. A seconda delle utenze potranno essere o tetrapolari o bipolari. Le caratteristiche principali saranno le seguenti: - tensione nominale a 50 Hz maggiore o uguale a 400 V

- relè termici e magnetici a taratura fissa

- accessoriabilità con bobina di apertura a lancio di corrente e contatti ausiliari.

- Potere di interruzione su corto circuito simmetrico trifase a 400 V mai inferiore a 10 kA,

comunque sempre da verificare in funzione della corrente di corto circuito tipica del quadro e di eventuale protezione tramite derivazione da un interruttore limitatore.

Gli interruttori di tipo modulare saranno (dove specificato) anche di tipo differenziale, mantenendo inalterate le altre caratteristiche. I valori di soglia differenziale, di sensibilità o meno alle correnti pulsanti o di selettività in tempo, saranno adeguati al tipo di utenza.

5.3 Strumenti di misura Gli strumenti saranno sistemati sulle portine del quadro insieme agli eventuali pulsanti, lampade spia e selettori di comando. Nei collegamenti tra riduttori di misura, TA e relativi strumenti, si dovranno prevedere opportuni morsetti amperometrici, cortocircuitabili e sezionabili. I conduttori, che collegano i TA alla relativa strumentazione, avranno sezione non inferiore a 4 mm², comunque per la determinazione esatta della sezione del conduttore, dovrà essere eseguito il calcolo, a piena portata nominale, in base al consumo proprio dello strumento, alla lunghezza della linea e alla potenza del TA. Gli strumenti di misura saranno del tipo quadrato da incasso col lato di 96 o 72 mm con scala a 90 gradi, classe di precisione 1,5 e tensione di prova a 50 Hz 2 kV.

5.4 Convertitori statici Dove esplicitamente richiesto, dovranno essere previsti convertitori statici di misura atti a teletrasmettere i valori di tensione e di corrente erogati. Anche se non richiesto si dovrà prevedere lo spazio per installazione dei convertitori per gli interruttori principali.

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Nel caso fossero richiesti convertitori di altre grandezze sarà dichiarato nella richiesta specifica particolare. I convertitori statici avranno le seguenti caratteristiche generali: - separazione galvanica tra ingresso e uscita

- custodia metallica o in materiale isolante autoestinguente

- tensione di prova a frequenza industriale tra ingresso e uscita e tra alimentazione ausiliaria

(eventuale) e tutti gli altri morsetti 2000 V per 1’.

- tensione di prova tra ogni morsetto e massa 3000 V per 1’

- Temperatura di funzionamento da 0°C a +50°C

- Sovraccarico permanente della tensione = 1,2 Vn

- Sovraccarico permanente della corrente = 1,2 In

- Uscita a corrente impressa: 4÷20 mA

- Precisione: +/-1%

- Tempo di risposta non superiore a 300 ms

- Alimentazione ausiliaria: autoalimentato oppure a scelta della D.L. 5.5 Relè differenziali

Dove richiesto, dovrà essere adottato un dispositivo differenziale che, effettuata la rilevazione di una corrente di dispersione, agisca sugli organi di apertura dell’interruttore posto a protezione della linea. Il dispositivo differenziale dovrà essere dotato di due soglie di intervento: una di allarme e una di intervento; inoltre possedere la temporizzazione della soglia di intervento. Le caratteristiche principali saranno le seguenti: - frequenza 50 Hz

- temperatura di impiego: -5°C +55°C

- tensione di prova di isolamento a 50 HZ = 2000 V per 1’

- precisione della soglia di intervento inferiore al 5%

- esecuzione da incasso

- alimentazione ausiliaria 230 V a.c. o comunque da definire

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- regolazione amperometrica 0,3: -3A commutabile 3: -30°

- soglia di allarme = 0,5 in differenziale

- sovraccarico termico 50 kA primari (1s)

- sovraccarico permanente 1 kA primario

- temporizzazione soglia di intervento 0,03: -3 s

Il dispositivo differenziale dovrà essere collegato al proprio trasformatore toroidale, di diametro opportuno in funzione della linea, con cavo schermato autoestinguente. Tale trasformatore dovrà essere collegato sull’uscita dell’interruttore, preferibilmente posizionato entro il vano cavi e predisposto per il passaggio dei cavi provenienti dall’impianto. Inoltre dovrà essere rigidamente fissato con appositi supporti.

5.6 Trasformatori I trasformatori da impiegare per alimentazioni ausiliarie o per qualsiasi altro impiego a tensione di categoria 0, dovranno essere del tipo a “sicurezza”. In nessun caso è ammesso l’uso di autotrasformatori. Dovranno essere adottati trasformatori in cui, anche in caso di guasto, sia impossibile il contatto tra avvolgimento primario e secondario. I trasformatori dovranno essere impregnati in autoclave con vernici isolanti, o essere incapsulati in resina. Le perdite nel ferro dovranno essere bassissime, in modo da contenere la sovratemperatura anche con funzionamento a vuoto. Tutti i trasformatori dei circuiti ausiliari dovranno avere un polo a terra.

5.7 Relè ausiliari Per facilitare le operazioni di manutenzione, dovranno essere adottati relè ausiliari ad innesto con basetta provvista di attacchi anteriori a vite. Per questi relè dovranno essere adottati tutti i provvedimenti atti ad evitare che i relè si possano estrarre dalla loro base per cause accidentali. I relè inoltre dovranno essere protetti dalla polvere tramite calotta trasparente. I relè che svolgeranno semplici funzioni di segnalazione dovranno avere le seguenti caratteristiche: - vita meccanica 5 milioni di manovre

- vita elettrica a In 0,1 milioni di manovre

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- tensione di isolamento a 50 Hz = 1,5 kV per 1’

- variazione sulla tensione di alimentazione + 10% ÷ -20%

- portata nominale dei contatti non inferiori a 3 A

I relè che invece svolgeranno funzioni di comando e di controllo importanti per il corretto funzionamento del quadro dovranno avere le seguenti caratteristiche: - vita meccanica 10 milioni di manovre

- vita elettrica a In 0,5 milioni di manovre

- tensione di isolamento a 50 Hz = 2 kV per 1’

- tensione di tenuta ad impulso = 50 kV

- variazione sulla tensione di alimentazione ± 20%

- portata nominale dei contatti 10 A

Resta chiaramente inteso che la portata dei contatti, in funzione della vita elettrica, dovrà sempre essere correttamente verificata in funzione della tensione di alimentazione e della natura del carico da alimentare.

5.8 Accessori a completamento Ciascun altro componente non specificatamente indicato negli elaborati e negli schemi, ma necessario a rendere possibile la corrette installazione ed il perfetto funzionamento del quadro, sarà incluso nella fornitura. Il quadro dovrà essere corredato almeno dei seguenti accessori: - pannelli laterali di chiusura delle estremità;

- profilati di base per il montaggio a pavimento;

- golfari di sollevamento;

- chiavi di blocco di ogni tipo (se necessario);

- targhette indicatrici, in alluminio anodizzato o materiale isolante inciso, riportanti le varie

diciture delle utenze e la sigla dell’apparecchiatura (con fissaggio a vite);

- targhe indicatrici delle funzioni di ogni singola colonna (settore FM, settore luce, settore privilegiato, ecc.);

- targa di identificazione del quadro riportante nome o marchio del Costruttore, tipo o numero

di identificazione, principali caratteristiche elettriche nominali, fissata in modo inamovibile sul quadro;

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- Targa di identificazione marchio CE.

5.9 Alimentazione generale media tensione

L’alimentazione generale sarà realizzata collegando il punto di consegna ENEL con la cella di arrivo del quadro MT utilizzando un cavo RG7H1R 12/20kV sez. min. 3x1x75 mm² avente le seguenti caratteristiche: Numero conduttori per fase 1 Circuito RST Frequenza 50Hz Tipo di posa su passerella continua Tensione Nominale 12/20 kV Portata Nominale (Iz) 234,6 A Temperatura Max Esercizio 90 gradi Celsius Temperatura Max Corto Circuito 250 gradi Celsius Formazione 1X Sezione 75 mm² Diametro esterno -- mm Tensione Esercizio 15kV Resistenza Cavo 0,5 ohm/km

5.10 Quadro MT 15 kV Quadro MT a semplice sistema di sbarre inguainate per tensione nominale di esercizio 24 kV 50Hz di tipo protetto isolato in aria ad elementi normalizzati per montaggio all’interno, costruzione Magrini Galileo tipo SM6. Il quadro avrà le seguenti caratteristiche: Tensione nominale kV 24 Tensione nominale di tenuta a freg. Industriale 50Hz/1 min. valore efficace kV 50 Tensione nominale di tenuta a impulso 1,2/50µS valore di picco kV 125 Tensione di esercizio kV 15 Frequenza nominale Hz 50/60 N° fasi 3 Corrente nominale delle sbarre principali A 250 Corrente nominale max delle derivazioni A 250 Corrente nominale ammissibile di breve durata kA 16 Corrente nominale di picco kA 40 Potere di interruzione degli interruttori alla tensione nominale kA 16 Durata nominale del corto circuito s 1 Tensione continua nominale degli ausiliari Vcc 48 Larghezza mm -- Altezza mm --

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Profondità mm -- Il quadro sarà costituito da n.-- unità cosi composte (le sigle tra parentesi si riferiscono al codice identificativo a catalogo Magrini):

Unità 1 Arrivo linea (IM) ………………………………………….

Unità 2 Interrutore alimentazione TR (DM1A_SF1)

Unità 3 Interrutore alimentazione TR (DM1A_SF2) Unità 4 Interrutore alimentazione TR (DM1A_SF3)

……………………………………….. Res anticondensa 50W 220V 50Hz regolata da termostato e Lampada da segnalazione sezionatore di messa a terra aperto (gialla) 1

Le barrature generali saranno con portata 630°. Le connessione ausiliarie saranno eseguite con conduttori antifiamma di tipo N07V-K con sezione minima 1,5 mm². La verniciatura, previo trattamento antiruggine, del quadro sarà realizzata con vernice antiacido del colore che sarà definito in sede di ordine che comunque di massima sarà grigio RAL 7035. La fornitura dovrà essere completata da tutti gli accessori necessari (quali pannelli di chiusura, leve di manovra, tastiera di programmazione SEPAM, ecc.). Le apparecchiature andranno montate e cablate a perfetta regola d’arte in modo da lasciare la cabina completamente terminata (sono quindi compresi tutti i cablaggi ed i collegamenti necessari per i circuiti di sgancio e di misura, nonché tagli e forature delle portelle, coperture fori e/o verniciature); tutti gli interruttori di media tensione sopra descritti saranno dotati di relè SEPAM montato in cassonetto superiore e cablato fino in morsettiera; inoltre i relè dovranno essere dotati di scheda di relè (è da ritenersi compresa la fornitura e posa del cavo di rete tra i vari relè in modo da lasciare disponibile il collegamento per l’impianto di supervisione in un unico punto).

5.11 Trasformatore 15/0,4 kV Posa di trasformatore fornito dalla Saint-Gobain avente i seguenti dati di targa: Costruttore - Tipo - Potenza nominale 1000 kVA Tensione nominale lato AT 15 kV Regolazione della tensione AT ± 2 x 2,5 % Tensione nominale lato bt 400 V Vcc % 6%

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Temperatura ambiente 40°C Sovratemperatura 100°K Raffreddamento Naturale Classe di comportamento al fuoco F1 Classe di isolamento F Gruppo vettoriale Dyn11 Tens.di isolamento a freq.industriale CEI 17-6 Tens.di isolamento ad impulso AT 95 kV Tens.di isolamento a freq.industriale bt 3 kV Tipo di perdite Ridotte Perdite a vuoto -- Perdite di c.c. -- Dimensioni (da verificare in fase esecutiva) Peso Circa 4700 kg Attacchi MT e bt Dall’alto Sonde e relè controllo temperatura n.4 sonde PT100 nel nucleo Ventilatori di raffreddamento n° 6 ventilatori di

raffreddamento Centralina controllo temperatura Completa di relè uscita per

allarme La ditta appaltatrice dovrà eseguire i seguenti lavori necessari all’installazione dello stesso:

• Fornitura e posa in opera di reti fisse di delimitazione del vano trasformatore da posarsi secondo le misure indicate nei disegni allegati. Le reti saranno costituite da profilati metallici di sostegno e saranno costituite da reti in filo metallico con maglia avente lato massimo di 1cm (tutto verniciato con due mani antiruggine e mano di finitura di vernice);

• Fornitura e posa in opera di guide in profilati HE per il sostegno delle ruote del

trasformatore. L’interasse fra le ruote è di …. mm, lo spessore delle ruote è di .. mm ed il peso delle macchine è di circa ….. kg (NB Dimensioni e pesi indicativi da verificare in fase esecutiva).

Oltre a tutte le attività precedentemente descritte andranno eseguite una serie di operazioni necessarie per l’inserzione della nuova macchina; in particolare andranno eseguite:

• L’installazione e la fornitura di centralina di controllo di temperatura trasformatore la quale, raccogliendo i segnali provenienti dalle sonde PT100 della macchina, ne rileverà la temperatura di funzionamento e provvedere, come prima soglia a dare l’allarme e come seconda soglia a sganciare i relativi interruttori di alimentazione MT e BT. La centralina andrà montata in cassetta di lamiera posizionata in prossimità del trasformatore.

• L’esecuzione di tutti i collegamenti ausiliari necessari con la stesura di nuovi cavi (in

particolare il collegamento della centralina di temperatura e delle relative sonde) e la realizzazione degli interblocchi di trascinamento fra l’interruttore di media tensione del trasformatore ed il relativo interruttore di bassa tensione;

P246 Prog. Def. 2460 lotto D parte 2: Specifica impianti elettrici generali 48di55

• Il montaggio sui portoni di impianto per sgancio (realizzato con microniterruttori di sicurezza) in grado di causare con l’apertura della porta l’apertura dell’interruttore di alimentazione del relativo trasformatore.

5.12 Collegamenti MT 15 kV tra celle e trasformatori

Una volta posizionato il trasformatore dovrà essere fornita e posata la canaletta metallica che permettere la posa dei cavi di collegamento fra la celle di protezione del trasformatore con il primario del trasformatore stesso. La canaletta dovrà essere posata sotto le celle di MT fino poi a salire contro la parete verso il trasformatore e sarà completa delle relative staffe, raccordi, curve, ecc. Nella canaletta dovrà poi essere posato il cavo RG7H1R 12/20kV sez. min. 3x1x 50 mm² per il collegamento tra le cella ed il trasformatore, completi di terminazioni sia lato trasformatore che lato celle e relativi collegamenti.

5.13 Gruppi alimentatori 48VCC Fornitura e posa di n.1 stazione di energia composta da: - n.1 raddrizzatore carica batterie indipendenti ridondanti (ciascun da 48 V – 20 A) - n.1 batteria di accumulatori ermetici al Pb da 100 A/h - n.1 armadio contenente il raddrizzatore e la batteria di accumulatori. Raddrizzatore carica batterie Il raddrizzatore avrà le seguenti caratteristiche: Tensione di ingresso : monofase 230 V ac ± 10% 50Hz Tensione nominale di uscita : 48 V dc Carica di mantenimento : 2,27 V/el Ricarica : 2,27 V/el Erogazione : 20 A Strumentazione : voltmetro ed amperometro digitali Segnalazioni frontali a mezzo led per: - presenza rete - tensione di uscita - minima tensione batteria - avaria Contatti flottanti in morsettiera per le seguenti segnalazioni di allarme: - mancanza rete - minima tensione di batteria - avaria Il raddrizzatore sarà in un unico armadio con grado di protezione IP30 e colore RAL 7030 bucciato fine. L’armadio sarà dotato di apposito vano per il contenimento della batteria prevista. Nell’armadio saranno inoltre cablati i seguenti accessori:

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- interruttori automatici bipolari modulari di distribuzione 48 Vcc completi di contatto ausiliario.

- Diodi di parallelo raddrizzatori - Sezionatori di uscita raddrizzatori. Batteria di accumulatori Il raddrizzatore sarà dotato di batteria di accumulatori ermetici al Pb, tensione nominale 48 Vcc, capacità totale di 100 A/h, tipo FIAMM 12 FAT 100 con vita attesa 12 anni. L’insieme batterie carica batterie sarà di costruzione LEVER tipo SMS 48/2 x40/4i/B100/A. Nell’offerta saranno compresi altresì i collegamenti con quadri MT e BT e la relativa messa in servizio. I caricabatteria saranno completi di protezioni magnetotermiche distinte sui due rami protezione e comando motori.

5.14 Condotti sbarre per il collegamento trasformatori-quadro generale BT Per il collegamento fra il trasformatore ed il relativo interruttori di protezione sul quadro generale BT dovrà essere fornito e posato un condotto sbarre avente le seguenti caratteristiche: - tipo Graziadio – Isolsbarra trasporto o blindoventilato Pogliano o blindo Telemecanique (in

alternativa l’uno all’altro) - grado di protezione meccanico IP66- tensione nominale 660 V - tensione di esercizio 380 V. - corrente nominale 2500 - corrente di corto circuito 50 kA - conduttori in rame - n.poli 3F + N + T - sezione del conduttore di neutro ½ di quella di fase - sezione del conduttore di terra 500 mm² Il condotti sarà adatto per installazione in ambiente industriale, con possibilità di inquinamento atmosferico prodotto da emanazioni e/o polveri provenienti da reparti di lavorazione del vetro. Il collegamento terminale sia lato quadro che lato trasformatore sarà eseguito in bandella flessibile onde permettere una adeguata dilatazione termica (naturalmente il condotto sbarre dovrà terminare all’interno del quadro). I condotti saranno inoltre completi delle relative staffe di fissaggio a soffitto. A carico dell’impresa appaltatrice la stesura del disegno costruttivo della linea blindo per l’acquisto della stessa; sono altresì di competenza dell’impresa appaltatrice tutte le attività necessarie per la perfetta realizzazione dei collegamenti (riunioni con l’impresa edile, sopralluogo da parte di un tecnico della ditta fornitrice dei blindo, ecc.) Il collegamento tra la linea blindo ed il trasformatore andrà eseguito con bandella di rame rivestito di tipo flessibile di idonea sezione.

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DOCUMENTAZIONE DA FORNIRE

La documentazione di seguito elencata farà parte integrante della fornitura. L’invio dei documenti deve avvenire entro i termini indicati di seguito e nel numero e del tipo prescritto. A. 30 giorni da data ordine – due copie per documento - 1. Disegno d’assieme dei quadri con dimensioni 2. Disegno dei ferri di base 3. Disegni del fronte quadro particolareggiato con riportate le diciture di tutte le targhette. 4. Schema unificare con indicate tutte le apparecchiature elettriche e le loro caratteristiche 5. Schema unificare e di cablaggio per ciascuna unità di quadro e per ciascun quadro, con

l’indicazione di tutti i materiali previsti, commentati in forma chiara e perfettamente compressibile.

6. Schemi delle morsettiere previste per ciascuna unità di quadro.

7. Sequenza manovre di messa in servizio e fuori servizio per ciascuna unità di quadro e per ciascun quadro.

B. 20 gg. Dopo il collaudo – due copie per documento e una copia su supporto informatico 1. Certificato di collaudo attestante l’avvenuta prova delle caratteristiche elettriche, funzionali,

meccaniche e costruttive del quadro, firmato dal Costruttore e controfirmato dal Committente.

1. Copia aggiornata dello schema unificare, dello schema funzionale e di cablaggio, della

sequenza manovre, dello schema morsettiere e del fronte quadro. 2. Copia aggiornata degli intercollegamenti fra le varie unità

3. Copia del manuale di montaggio.

- Documento di cui al punto A3 definitivo - Documento di cui al punto A4 definitivo

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- Documento di cui al punto A5 definitivo

- Documento di cui al punto A6 definitivo

- Documento di cui al punto A7 definitivo

- Schema di cabina completo di descrizione manovre, posto in quadro da apparecchiature nel locale cabina elettrica.

- Cataloghi e libretto di uso, manutenzione e installazione

- Caratteristiche singoli componenti principali

- Documento riepilogativo di tutti i dati tecnici relativi al quadro, che riporti tutte le indicazioni prescritte dalle norme CEI, nei capitolati di contratto e negli accordi fra le parti. Completo inoltre di elenco di tutti gli elaborati grafici forniti nei vari momenti e nelle varie revisioni.

6. AVVERTENZE

P246 Prog. Def. 2460 lotto D parte 2: Specifica impianti elettrici generali 52di55

- Tutti i documenti porteranno l’indicazione o del riferimento del quadro, il nominativo del

Fornitore, il titolo e il numero del disegno dato dal Fornitore e l’indice relativo ad eventuali revisioni e sarà cura del Fornitore la realizzazione di un documento che oltre a quanto sopra descritto, fornisca tutti i dati richiesti dalla norme CEI 17-13/1.

- La fabbricazione non potrà avere inizio prima del ricevimento dell’approvazione, sui

documenti presentati, da parte del Committente. - Al fine dell’approntamento dei calcoli e della documentazione richiesta e/o ai fini di non

recare ostacolo alla fabbricazione del quadro o dei quadri, il Costruttore dovrà richiedere in tempo utile al Committente tutte le informazioni e i dati che gli fossero necessari.

- Per il dimensionamento dei quadri il Costruttore dovrà richiedere e quindi dichiararsi a

conoscenza di tutte le informazioni necessari in relazione ai locali in cui i quadri verranno installati.

7. MODALITA’ DI ESECUZIONE DEGLI SCHEMI ELETTRICI

P246 Prog. Def. 2460 lotto D parte 2: Specifica impianti elettrici generali 53di55

- Gli schemi dovranno essere eseguiti utilizzandola simbologia delle norme CEI in vigore. - Gli schemi dovranno essere eseguite su fogli in formati UNI (A4 – A3 di preferenza). - Gli schemi e i disegni dovranno essere elaborati su supporto informatico (AUTOCAD, o

convertibili). - Ogni fascicolo dovrà comprendere, oltre allo schema elettrico:

a). n.1 foglio di copertina con tassello e con i dati inerenti all’impianto e al quadro cui si riferisce, al cliente, al motivo dell’emissione (per approvazione, per emissione finale, ecc.); dovrà essere inserito inoltre il numero di schema, la data di stesura, il numero di revisione, il nome del file ad esso abbinato elaborato su supporto informatico.

b). Uno o più fogli con legenda dei simboli grafici e dei codici alfanumerici delle

apparecchiature inserite nello schema. c). Uno o più fogli comprendenti elenco pagine dello schema riportanti per ogni pagina

l’argomento e l’indice delle revisioni relative alla pagina. d). La composizione delle morsettiere di ingresso e uscita, con l’indicazione del numero,

del tipo, della marca del morsetto e il simbolo ad esso abbinato e utilizzato negli schemi elettrici. Le morsettiere suddette saranno inoltre suddivise in gruppi funzionali a seconda del servizio svolto (cosa che sarà pure indicata in loro prossimità).

e). Una tabella comprendente tutte le principali caratteristiche relative al cablaggio fisico

dei circuiti ed in particolare:

- sezione minima dei cablaggi - colore dei fili - tipo di connessioni (nude, a puntali, a capicorda, ecc.) - tipo di sistema di siglatura dei fili - ogni altro elemento necessario ad abbinare lo schema al circuito realizzato

del quadro - caratteristiche elettriche e meccaniche del quadro

- gli schemi saranno chiaramente commentati in modo da risultare di facile ed agevole

consultazione. Si avrà cura in particolare di:

a). indicare sotto ogni simbolo di bobina, la posizione dei contatti comandati e il tipo degli stessi (tabellina contatti).

b). indicare in corrispondenza ad ogni contatto comandato da un simbolo di bobina, la

posizione della bobina ad esso abbinata; sarà ammesso tralasciare questo riferimento solo se il contatto risulterà indicato sullo stesso foglio nel quale figura anche la bobina.

c). indicare in appositi spazi al di sopra del disegno, con breve annotazione, la funzione

svolta dalle apparecchiature indicate.

P246 Prog. Def. 2460 lotto D parte 2: Specifica impianti elettrici generali 54di55

d). individuare in modo inequivocabile le tensioni di alimentazione in ingresso o in uscita, riportando sugli schemi la loro provenienza e la loro eventuale destinazione, oltre ai valori di livello di tensione e di natura di corrente.

- Sugli schemi dovranno essere riportati i numeri o la sigla dei morsetti delle apparecchiature

previste, con particolare riguardo a relè di protezione, contattori e relè ausiliari, relè termici, selettori, convertitori, strumenti di misura in genere, ecc. I riduttori di corrente saranno altresì indicati con i morsetti relativi orientati nel senso effettivo della corrente e chiaramente siglati.

- Per selettori che svolgano funzioni particolari sarà fornita a schema anche la tabellina con la

posizione dei contatti associata alla posizione della manopola. - Nell’incrocio dei fili di un circuito si avrà cura di spezzare il filo quando continua, e di

inserire il pallino di connessione quando vi è collegamento. - Ogni filo dello schema avrà indicato il proprio numero di individuazione, da scegliere

all’interno di un sistema di tipo alfanumerico, avendo cura di abbinare tipologie di codici alfanumerici differenziati per gruppi funzionali, in modo da separare anche sotto questo aspetto circuiti tra loro diversi.

P246 Prog. Def. 2460 lotto D parte 2: Specifica impianti elettrici generali 55di55

8. TRASPORTO E TIRO IN LOCO La fornitura del quadro comprendere il trasporto il tiro in sito ed il montaggio di eventuali parti disgiunte. A tale scopo il Fornitore dovrà chiedere tutte le informazioni necessarie al Committente in merito alle caratteristiche dei locali ove il quadro andrà posato, in modo da predisporre tutti i mezzi idonei alla bisogna. 9. ASSISTENZE Il Fornitore metterà a disposizione un tecnico specializzato in grado di garantire l’assistenza necessaria durante le fasi suddette. 10. GARANZIE

I quadri dovranno essere garantiti dal Fornitore per un periodo di tempo non inferiore a quello indicato nell’ordine. La garanzia si intende estesa a tutte le apparecchiature montate sul quadro.

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica bracci di carico

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PRPG-920

SPECIFICHE BRACCI DI CARICO

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica bracci di carico

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- Struttura autoportante, completamente bilanciata per ogni condizione di lavoro - Scala di sevizio in dotazione o predisposizione - Controllo remoto con telecomando - Quadro elettrico di comando IP 65 completo di PLC Siemens S7 serie 300 con modulo profibus DP - Centralina oleodinamica e circuito completo di dispositivo di svuotamento in emergenza e a fine lavoro - Dispositivo di sgancio di emergenza

Contents

1

2

3

4

5

7

10 96

11

926 ALLEGATO BRACCI DI CARICO • Self supporting structure• Totally balanced for full or empty conditions• Flange connection self-levelled• Access ladders and maintenance platforms

(optional)

1 Baseplate2 Inletflange3 Locking device4 Riser5 Counterweight6 Inboard drive hydraulic cylinder7 Support jack (optional)8 Triple assembly9 Outboard arm10 Inboard arms11 Drain purge12 Emergency Release Coupler

812

Contents

Specific features:• High load bearing capability due to:

- 4 point contact ball races- large balls

• The dual seal design protects the ball race chamber against penetration of fluid.• Dust seal to prevent soiling.• Long life lubrication, for minimum of maintenance.• Double ball races.• Function check, between product and ball race seal.• Replacing the product seal can be done without removing the balls.• The seal faces of the innerbody and the flange are provided with a polished stainless

steel surface for long and excellent sealing.• Max. operating pressure : according ANSI 150# rating• Temperature range : -70°C up to +310°C

Materials:• Outerbody : S355, AISI 316, AISI304L, 34CrNiMo6, Low temp. carbon steel.• Innerbody : AISI 316L, AISI 304L, LT, Duplex Stainless Steel.• Flange : ASTM A-105, AISI 316L, AISI 304L, Low temp. carbon steel.• Product seal : PTFE-C, Viton, UHWM-PE, FDA approved PUR, NBR.

Options:• Jacketing.• Purge connection.• Hastelloy seal face.• Flanges on both sides.

• Single ball race (SAN815)• Larger balls (SAN810)• ANSI 300# rating (SAN 813)• Extra holes in outerbody (SAN 814)

1 INNERBODY2 DUST SEAL3 BALL4 PLUG5 OUTERBODY6 BALLRACE SEAL7 PRODUCT SEAL8 FUNCTION CHECK9 FLANGE10 PLUG

L

2 3 4 5 6 7 8 9 101

D1

D2

D D1 D2 L Weight [N]6" 168.3 280 220 3608" 219.1 343 230 450

10" 273.0 407 238 61012" 323.9 483 250 100016" 406.4 597 280 154020" 508.0 699 300 2300

contents

contents

SWIVELJOINT MODEL

FLANGED MODEL

Insulating FlangeAssy

contents

210

MIN

.

1450

MAX

.

900

SUPPORT JACK

contents

Guidance profile forsafety harness, withprovision for breakingfall. All materials used,according DIN 32770

Safety access stair, mountedon inboard arm. This optionensures safe and easy acces ofmaintenance platform at apexlevel.If applied, riser of loading armwill also be equipped withsame type of access ladder.

ACCESS STAIRS

contents

1500

- 21

00

750

contents

1 E-Motor + Hydr. Pump2 Second E-Motor + Hydr. Pump (optional) 3 Air conditioner4 Return filter5 Oil reservoir6 Level indicator7 Gauges8 Electrical terminal box (only in case of

electric-hydraulic control)9 Accumulator (optional)10 Handpump

6

1

3

9

4

5

7

2

contents

370

80

Remote control

Loading arm control buttons

REMOTECONTROL

contents

Emergency safety Systems (ERS) are used to ensure bestpossible safety in fluid loading/unloading operations with MarineLoading Arms. The system allows full automatic and safedisconnection of the loading arm from the ship without productspillage, when the arm exceeds the operating envelope's limitline.By means of a simple and unique design, the Kanon ERS providesintrinsic safety which has been field-proven in many MarineLoading Arms and applicationERS systems and specifically the Emergency ReleaseCoupling are known as 'workhorses' in the fluid transfer industryproviding powerfull performance with 'no' maintenance.

1 Lever 2 Connecting rod 3 Lever 4 Operating rod 5 Actuator for ERC 6 Actuator for upper valve (optional) 7 Cover housing 8 Half clamp 9 Ball valve10 Ball valve

Emergency ReleaseCoupling

9

8

101

7

5

4

3

2

6

contents

Emergency Release Coupler while connected

Emergency Release Coupler disconnected

EmergencyRelease Coupling

Prog. Def. 2460 lotto C4: interferenze dell’oleodotto ENEL da Calata Canzio alla centrale di produzione Concenter

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PRPG-927

SPECIFICA OLEODOTTO ENEL

Prog. Def. 2460 lotto C4: interferenze dell’oleodotto ENEL da Calata Canzio alla centrale di produzione Concenter

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interferenze dell’oleodotto ENEL da Calata Canzio alla centrale di produzione Concenter con il progetto di riqualificazione Calata olii minerali

L’oleodotto in oggetto realizza il collegamento tra il deposito costiero di calata Canzio e la centrale di produzione ENEL. E’ stato costruito nel 1933 e manutenzionato nel 1955, risulta utilizzato fino al 1985 circa. ENEL, nonostante il lungo fermo dell’impianto, ritiene detto oleodotto di notevole interesse strategico per la diversificazione dell’approvvigionamento di combustibile, nel caso di variazioni del mercato dei combustibili. L’oleodotto nell’attuale tracciato risulta incompatibile, a causa di alcune interferenze, con il Progetto n° 2460 di riqualificazione Calata Olii Minerali, in corrispondenza di alcune aree ben identificate:

1) interferenza all’interno del bacino serbatoi Petrolig; 2) interferernza con la fondazione della palazzina multiservizi e con il raccordo

ferroviario a servizio Petrolig; 3) interferenza con il parco ferroviario del secondo stralcio; 4) interferenza con la stazione di pompaggio.

Prog. Def. 2460 lotto C4: interferenze dell’oleodotto ENEL da Calata Canzio alla centrale di produzione Concenter

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Analisi delle interferenze e relative soluzioni concordate con Enel e Petrolig.

1) Non è necessario lo sgombero dell’area a raso suolo attualmente occupata dall’oleodotto perchè non interferisce direttamente con le costruende tubazioni di aspirazione dai serbatoi che, per esigenze tecniche, debbono correre al livello del suolo. E’ necessario lo smantellamento di due tronchetti di derivazione in prossimità dell’attraversamento dei binari tra i due depositi. Detto intervento prevede localmente l’eliminazione della coibentazione, lo svuotamento previo riscaldamento, il taglio a freddo, la posa di due flange cieche. Petrolig S.p.A., per accelerare i tempi di esecuzione dei propri interventi, eseguirà il suddetto intervento a propria cura e spese sotto la supervisione dell’ENEL. La data di inizio dei lavori sarà concordata tra Enel e Petrolig.

2) Non è nota l’esatta posizione dell’oleodotto. Potrebbe essere necessario spostarlo realizzando un nuovo cunicolo in corrispondenza delle interferenze. In tal caso, Apge realizzerà a proprie spese lo scavo per consentire l’accesso alle tubazioni nel vecchio cunicolo, la demolizione o il riempimento del vecchio cunicolo e la messa in opera del nuovo cunicolo raccordato all’esistente. Il nuovo cunicolo, analogo all’esistente, sarà realizzato su progetto fornito dall’Enel entro 50 giorni dalla data di ricevimento della presente. La bonifica, la demolizione delle vecchie tubazioni e tutte le incombenze accessorie saranno eseguite a cura e carico di Enel, che realizzerà l’intervento entro 60 giorni consecutivi a partire dalla disponibilità dell’accesso alle tubazioni del vecchio cunicolo. La posa in opera delle tubazioni nel nuovo cunicolo sarà eseguita a cura e carico di Enel, che realizzerà l’intervento entro 60 giorni consecutivi a partire dalla disponibilità del nuovo cunicolo.

3) L’interferenza consiglia lo spostamento dell’oleodotto posto nelle vicinanze della fondazione della via di corsa della gru ferroviaria. Apge realizzerà a proprie spese lo scavo per consentire l’accesso alle tubazioni e la demolizione del vecchio cunicolo, se ritenuta necessaria per l’esecuzione delle nuove opere. Il nuovo cunicolo, analogo all’esistente, sarà realizzato, su progetto fornito dall’Enel, a mezzo dell’Impresa incaricata da Apge per l’esecuzione del progetto n° 2460. Le spese sostenute per la realizzazione del nuovo cunicolo saranno a carico di Enel in conformità al contratto vigente tra Enel stessa ed APGe. Gli importi saranno quelli definiti dall’elenco prezzi unitari della Perizia 2460. I lavori di realizzazione del nuovo cunicolo saranno controllati da personale Enel, che rappresenterà prontamente alla Direzione lavori eventuali non conformità del nuovo cunicolo rispetto agli elaborati di progetto. In conseguenza di ciò, APGe sarà manlevata da ogni responsabilità per quanto concerne la buona esecuzione dell’opera. La bonifica e la demolizione delle vecchie tubazioni ed il corretto smaltimento dei materiali di risulta, saranno eseguiti a cura e carico di Enel, che realizzerà l’intervento entro 100 giorni consecutivi a partire dalla disponibilità dell’accesso alle tubazioni del vecchio cunicolo. La posa in opera delle tubazioni nel nuovo cunicolo sarà eseguita a cura e carico di Enel, che realizzerà l’intervento entro 100 giorni consecutivi a partire dalla disponibilità del nuovo cunicolo.

Prog. Def. 2460 lotto C4: interferenze dell’oleodotto ENEL da Calata Canzio alla centrale di produzione Concenter

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4) L’attuale stazione di pompaggio dell’ENEL, l’oleodotto all’interno del bacino serbatoi Petrolig ed il tratto di oleodotto che attravera il fascio di binari tra il bacino dei serbatoi e la sala pompe, non saranno interessati da interventi all’interno della Perizia 2460, come concordato con Esso-Eni.

In tutti i casi la modifica del tracciato dell’oleodotto sarà preventivamente concordata tra Apge, Enel ed il Concessionario della zona interessata, ove esistente. Per ulteriori chiarimenti contattare il P.I. Piazza e l’Ing. Sciutto rispettivamente ai numeri 335 7208610 e 335 5303213.

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica descrizione generale impianti elettrici 1/11

PRPG-928

DESCRIZIONE GENERALE IMPIANTI ELETTRICI

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica descrizione generale impianti elettrici 2/11

INDICE

1.0 Generalità 2.0 Descrizione delle opere

3.0 Valori illuminotecnici

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1.0 GENERALITÀ I lavori previsti in questo lotto dotano dei necessari impianti elettrici le nuove aree della banchina lato ENI del polo di bunkeraggio di Calata Canzio. L’intervento si compone nelle sue linee guida principali in:

- realizzazione di una nuova cabina principale di arrivo posizionata all’interno della palazzina multiservizi ( ved. Punto 2.1)

- realizzazione di una nuova cabina elettrica lato ENI di alimentazione sala

pompe, punti di carico bettoline, bracci di carico e scarico Navi e di tutti i servizi quali luce, F.M., impianti di rilevazione incendio, impianti di antintrusione e sistema di automazione. (ved. Punto 2.3)

- fornitura e cablaggio di tutti i cavi elettrici necessari alle alimentazioni di cui

sopra.

- fornitura e posa di tutti i quadri controllo e di potenza per la gestione e il comando di tutte le utenze installati.

- Fornitura e posa di passerelle portatavi, cavi e di quant’altro necessario per

una realizzazione corretta delle opere.

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2.0 DESCRIZIONE DELLE OPERE La cabina elettrica di trasformazione alimenterà le due Cabine una lato Esso equipaggiata con due trasformatori da 800 kVA, una lato ENI equipaggiata con due trasformatori da 1000 KVA . Gli ambienti sono di tipo ordinario con alimentazione trifase 400 V/50 Hz. Il sistema di alimentazione scelto per la bassa tensione è il sistema TNS neutro a terra in cabina separato per le garanzie di qualità della alimentazione e di sicurezza intrinseca degli impianti. La cabina riceverà la fornitura Enel ordinaria con una franchigia di 800 kW esistente. La cabina è dimensionata ed equipaggiata per alimentare, in condizioni ordinarie, tutto il deposito con una potenza installata pari a 1600 kVA.

2.1 Consegna dell’energia in media tensione (15 kV)

Si valuta che la potenza necessaria per alimentare a pieno regime l’intero deposito di Calata Canzio possa essere di 1000 kW. In questa fase iniziale viene chiesta ad Enel una fornitura con franchigia di 700 kW, del tutto sufficiente, almeno a medio termine. Di seguito sono evidenziati gli schemi dei quadri di M.T. che distribuiscono l’energia a tutto il deposito e che sono denominati a seconda della loro ubicazione all’interno dell’impianto come: - Cabina arrivo ENEL - Cabina lato ENI I quadri saranno di tipo standard con livello di isolamento nominale di 24 kV con protezione ad arco interno sul fronte fino a correnti di 12,5 kA 0,7 s, in grado di garantire la protezione del personale operante in cabina anche in caso di cortocircuiti sull’impianto di media. La corrente sulle sbarre principali di 630 A (minima taglia esistente) garantisce con grande margine l’alimentazione delle utenze previste. Il potere di interruzione di 16 kA in grado di proteggere gli impianti da eventuali corto circuiti. Ved. Dis. 250

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica descrizione generale impianti elettrici 5/11

2.2 Descrizione generale degli impianti configurazione esistente

Attualmente l’impianto è configurato come da lay-out dis. N°210 e il suo funzionamento è garantito da un sistema di automazione distribuito.

Vi sono una serie di quadri sia di potenza che di automazione che verranno lasciati ubicati nella posizione attuale e che dovranno garantire il funzionamento di tutto il deposito sino al rifacimento completo della nuova banchina e, smantellate le vecchie utenze predisposte sul lato esso, dovranno essere pronti per funzionare sul lato nuova darsena garantendo il continuo esercizio del deposito.

In particolare le apparecchiature che manteranno la vecchia sistemazione sono le seguenti:

A ) Cabina lato esso:

- Quadro MT ( disegni disponibili presso ufficio tecnico Petrolig) - Power center( disegni disponibili presso ufficio tecnico Petrolig) - UPS 24 Vcc ( disegni disponibili presso ufficio tecnico Petrolig) - Quadro rifasamento 1( disegni disponibili presso ufficio tecnico Petrolig) - Quadro rifasamento 2( disegni disponibili presso ufficio tecnico Petrolig) - Quadri servizi ( disegni disponibili presso ufficio tecnico Petrolig)

B) Quadro MCC sala Pompe( disegni disponibili presso ufficio tecnico Petrolig)

C) Quadro controllo livelli( ved. Dis. N.°280)

D) Quadro antipollution( ved. Dis. N.°266)

C) Quadro di comando e controllo caldaia N.°1( ved. Dis. N.°268)

E) Quadro D.C.S. di Automazione che manterrà questa configurazione per essere

poi smantellato e riportato in quello nuovo lato ENI

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica descrizione generale impianti elettrici 6/11

2.3 Descrizione generale degli impianti configurazione futura

Durante la costruzione della nuova banchina lato ENI la ditta Appaltatrice dovrà approntare gli impianti in modo da predisporre il completo passaggio della gestione del costiero dal lato esistente a quello nuova lato ENI. In particolare saranno da posare collegare e collaudare le seguenti apparecchiature

A ) Cabina lato ENI nuova:

- Quadro MT ( ved. Dis. N.°251) - Quadro Power center( ved. Dis. N.°207) - Quadro UPS 48 Vcc - Quadro rifasamento 1 da 325 KVAR installati - Quadro rifasamento 2 da 325 KVAR installati - Quadro di automazione DCS( ved. Dis. N.°258) - Quadro MCC sala Pompe( ved. Dis. N°262-263) - Quadro distribuzione gruppo elettrogeno ( ved. Dis.N°.276) - Installazione e collegamento di Gruppo Elettrogeno di Emergenza in container da 800 KVA

B) Quadri Punti di carico ( ved. Dis. N.°271)

C) Quadro BIL banchina ovest ( ved. Dis. N.°255) D) Quadro BIL pennello ( ved. Dis. N.°256)

E) Quadro BIL banchina est ( ved. Dis. N.°257)

F) Quadro scarico Vagoni ved. Dis. N.°254)

G) Quadro di comando scarico ATB ( ved. Dis. N.°254)

H) Quadro di comando Piggatura ( ved. Dis. N.°261)

I) Quadro allarmi e incendi ( ved. Dis. N.°279)

L) Quadro di comando scarico Navi ( ved. Dis. N.°264)

M) Quadro centralina eolica ( ved. Dis. N.°267)

N) Quadro distribuzione Luce e FM Uffici ( ved. Dis. N.°273)

Prog. Def. 2460 lotto C4: Specifica descrizione generale impianti elettrici 7/11

O)Quadro distribuzione Luce e FM Sala controllo e sala Pompe e Servizi

2.4 Descrizione generale degli impianti di automazione e supervisione

Il sistema di supervisione sarà composto da 4 PC e da 1 Server in comunicazione tramite

la rete Ethernet anche con il DCS Siemens di gestione. I PC sono installati nella sala controllo e il sistema si compone di 5 Stazioni di cui 4 client 1 Server e 1 di Servizio per la programmazione.

La prima rete che collega tutti i PC anche al sistema gestionale attraverso una serie di switch del Deposito è Ethernet la rete che collega tutti gli PLC o I/O rematati è Profibus.

Sarà carico della impresa appaltatrice, in accordo con i tecnici di stabilimento, l’aggiornamento dello schema generale e lo sviluppo del sistema di supervisione, nonché l’attivazione del sistema di comando e controllo in modo da consegnarlo finito e perfettamente funzionante.

Le varie pagine video andranno concordate con la D.L. e dovranno tassativamente essere realizzate come da richiesta dei tecnici del Deposito.

I commenti dovranno avere gli stessi riferimenti degli elaborati tecnici ( Quali P&I , schemi, ecc) e la descrizione dovrà essere il più chiara e completa possibile . La ditta appaltatrice dovrà concordare la base dati di interscambi tra i software PLC ed il sistema di supervisione rilasciando, in accordo con la ditta realizzatrice dei programmi PLC, una documentazione preliminare la quale andrà discussa ed approvata con i tecnici della committente.

I requisisti software per il sistema di supervisione sono licenza sviluppo e run-time Simatic IT con l’ultimo service pack disponibile e in particolare devono essere realizzate le seguenti funzioni:

- Ogni sistema di supervisione deve poter accedere ai dati relativi a tutti i PLC. - La modifica dati di Setpoint deve essere gestita da un sistema di password ad albero gerarchico. - Devono essere previste circa 10 pagine per nodo con 100 link circa per ognuna. - Deve essere prevista la gestione degli allarmi con archiviazione su data base e illuminazione sul sinottico dei punti interessti dall’anomalia - Dovranno essere presenti la gestione dei trend dei consumi relativi alla produzione con curve di tendenza e archiviazione su data base. - I consumi di gasolio per le caldaie e per il gruppo elettrogeno devono essere proposti in una apposita pagina dove compariranno i valori relativi al turno lavorativo. - Per i consumi elettrici dovranno essere previste più pagine di visualizzazione di stato degli interruttori e dei consumi istantanei, in caso di anomalia dovrà essere evidenziata la parte di circuito interessata in modo da facilitare l’operatore sulla ricerca dei guasti - I dati di potenza istantanea dovranno essere integrati in modo da avere a

disposizione l’energia Consumata.

Il collegamento dei PC alla rete ethernet del deposito dovrà essere effettuato attraverso un nuovo HUB da installare in sala controllo e collegato alle fibre ottiche di Bus dati.

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2.5 Descrizione generale degli impianti di tracciatura elettrica

Le nuove tubazioni di adduzione OCD o LUBE saranno da tracciare con idoneo cavo scaldante;l’alimentazione delle varie tratte di cavo scaldante sarànno derivate dal quadro esitente che sarà necessario rialocare e posizionare in una nuova postazione di comando.

Il cavo scaldante da posare deve avere le seguenti caratteristiche:

- Tensione di alimentazione : 220/240 V - Minimo raggio di curvatura : 25 mm - Minima temperatura di installazione : -10° C - Massima temperatura di esercizio : 120° C - Massim resitenza calza di protezione : 18,2 Ohm/Km - Potenza resa : 45-60 W/mt. Con lunghezza max circuito pari a 60 mt.

Il cavo scaldante dovrà essere installato , con adeguata procedura, sulle valvole, filtri e strumenti vari; dovrà inoltre essere corredato di idonei accessori, seguendo le modalità di installazione della casa costruttrice. Si deve altresì prevedere la tracciatura elettrica dell’impianto antincendio alimentato da Serbatoio di Riserva Acqua.

N.B. è prevista anche la tracciatura a Vapore delle linee.

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2.6 Descrizione generale degli impianti di servizio

Gli impianti e i locali di nuova realizzazione dovranno essere completi di impianti di servizio intesi come illuminazione, prese FM, rilevazione fumi, ecc.

L’illuminazione dovrà rispettare i coefficienti di illuminamento medio stabiliti dalle norme CEI per ogni locale o area asservita.

2.7 Descrizione generale dei collegamenti equipotenziali

In corrispondenza delle giunzioni dei moduli di carpenteria occorrere assicurare la continuità elettrica delle masse metalliche a mezzo ponticelli in cavo unipolare. Si prevede la fornitura in opera di piastre per collegamenti equipotenziali BTM, in piatto di acciaio INOX con squadrette di fissaggio, da installarsi in corrispondenza dei sostegni delle passerelle ad intervalli di circa 10 m e, comunque, ove indicato nelle planimetrie progettuali.

Alle piastre equipotenziali saranno collegati:

- Cavo dorsale di terra; - Messa a terra carpenterie; - Messa a terra passerelle portatavi; - Messa a terra tubazioni;

- Messa a terra sostegni corpi illuminanti. Il cavo unipolare in rame rudo giallo/verde tipo N07V-K. Posato nelle passerelle, sarà collegato alle BTM a mezzo appositi morsetti di derivazione e spazzone di cavo di raccordo. E’ vietata l’interruzione del cavo dorsale.

Ogni utenza elettrica interessata dal lavoro in specifica dovrà avere l’adeguato collegamento di messa a terra, costituito da corda di rame nuda per la tratta da utenza ad impianto generale, di sezione come da normative; le connessioni dovranno essere realizzate con capicorda e morsetti “crimpit” a compressione.

Le tubazioni installati sulla struttura saranno collegate a terra a mezzo collari del tipo a

fascetta con morsetto serracavo. E’ altresì da prevedere la completa equipotenzializzazione della zona serbatoi con la messa a terra, sempre tramite apposite BTM, del collegamento del serbatoio e della coibentazione dello stesso e delle tubazioni di adduzione e prelievo dell’OCD, Gasolio o LUBE e dell’acqua calda di tracciatura delle tubazioni.

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2.8 Descrizione generale di concetto sugli impianti

Tutti i conduttori saranno in rame di sezione adeguata al carico secondo la tabella UNEL 35375 idonea a contenere la caduta di tensione entro valori minimi. Detti conduttori saranno isolati con guaina esterna in gomma non propagante l’incendio a Norme CEI 20-22 tipo FG7R/0,6-1 kV. Le sezione delle linee principali sarà dimensionata in base alla potenza richiesta e alla lunghezza della linea stessa, oltre ad essere coordinata con le protezioni a monte in caso di sovraccarico e di guasto. Nel dimensionamento delle linee si dovrà considerare una caduta di tensione massima sugli utilizzatori inferiore al 4%. I cavi saranno di fornitura di primarie Ditte e dotati di Marchio Italiano di Qualità. I cavi saranno di tipo multipolare con conduttore in rame isolati in gomma etilenpropilenica tipo G7 con guaina esterna in PVC non propaganti l’incendio e a ridotta emissione di gas corrosivi a norme CEI 20-22 II / 20-37 I / 20-13 tipo FG7OR-0,6/1kV. Per quanto riguarda i cavi ausiliari di comando e controllo si impiegheranno cavi schermati; comunque le linee di potenza ed i cavi segnale saranno posate in due canaline separate. Per il collegamento delle apparecchiature nel tratto finale i cavi di alimentazione verranno posati entro tubazioni portatavi in acciaio zincato di tipo leggero (TAZ). Il raccordo con le utenze sarà realizzato a mezzo guaine flessibili in PVC con anima di rinforzo e raccordo girevole. Nei percorsi verticali le tubazioni portatavi dovranno presentare una adeguata resistenza meccanica agli urti e alle vibrazioni. Le tubazioni dovranno avere percorsi verticali e orizzontali, non saranno accettati percorsi diagonali o altro. Il raccordo delle tubazioni portatavi, siano esse rigide o flessibili, con le passerelle dovrà essere realizzato sul fianco delle passerelle e mai sul fondo delle stesse.

Nel collegamento delle utenze si dovrà sempre avere un grado di protezione minimo pari a IP55. Si richiama per questo l’attenzione nel punto di ingresso cavi entro i tubi e le guaine derivate dalle passerelle portatavi. Le passerelle portatavi saranno in acciaio zincato a caldo secondo Norma CEI 7-6, preforata con fori di dimensione 7x25 mm.; la passerella dovrà essere dimensionata e staffata in modo che, con carico uniformemente distribuito (Kg/m) la freccia si contenuta in 1/150 della luce libera. La passerella dovrà essere resa in opera completa di coperchi, salvo dove diversamente specificato, ad incastro interno,giunti, curve, derivazioni, viteria zincata e di mensole di sostegno a parete o soffitto. Il processo di zincatura sarà conforme alle Norme CEI 7-6 o UNI 5744-66. I coperchi avranno spessore 12/10 e zincati come sopra. Bulloni e rondelle per l’unione degli accessori saranno zincati elettronicamente o tropicalizzati. E’ vietato l’impiego di pulsantiere come junction box; inoltre le cassette di derivazione dovranno avere uno spazio libero pari al 50% di quello impiegato.

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3.0 VALORI ILLUMINOTECNICI La norma UNI 10380 prevede un illuminamento medio di 30 lux nelle aree di carico, scarico e smistamento merci adottato per l’illuminazione della viabilità interna del deposito. Per i luoghi di lavoro semplice, montaggio ecc si è considerato 300 lux come prevede la norma UNI 10380. Per gli uffici e i laboratori e i magazzini 500 lux.

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PRPG-929

CALCOLO POTENZA NOMINALE NUOVE POMPE

INSTALLATE

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SOMMARIO 1. SCOPO ………………………………………………………………………………………… . 2. IMPIANTO …………………………………………………………………………………….. 3. NOTE DI CONCETTO …………………………………………………………………………... 4. CALCOLO………………………….……………………………………………………………... 5. ELABORATI DI RIFERIMENTO…………………………………………………………….....

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1. SCOPO Il presente documento si riferisce alla verifica della potenza delle pompe considerando anche gli effetti della viscosità relativo allo spostamento del deposito della Petrolig S.r.l. di Calata Canzio Genova.

2. IMPIANTO

• Pompe centrifughe da 1000 m3/h per OCD Dati di progetto richiesti: Portata = 1000 m3/h Prevalenza = 75 mt = ( 7,5 bar ) • Pompe centrifughe da 500 m3/h per gasolio Dati di progetto richiesti: Portata = 500 m3/h Prevalenza = 75 mt = ( 7,5 bar ) • Pompe centrifughe da 200 m3/h per lube Dati di progetto richiesti: Portata = 200 m3/h Prevalenza = 75 mt = ( 7,5 bar )

3. NOTE DI CONCETTO

• Definizione delle variabili: CQ = Coefficiente di correzione in relazione alla viscosità del prodotto CQ = Q vis / Qw dove: Q vis = portata fornita dal fornitore della Pompa alla viscosità richiesta Q w = portata calcolata CH = Coefficiente di Prevalenza CH = H vis / Hw dove: H vis = prevalenza fornita dal fornitore della Pompa alla viscosità richiesta H w = prevalenza calcolata CE = Coefficiente di Efficienza

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CE = E vis / Ew dove: E vis = efficienza fornita dal fornitore della Pompa alla viscosità richiesta E w = efficienza calcolata P.S. W =PARAMETRO RELATIVO ALL’ACQUA

4. CALCOLO

Calcolo con correzione in funzione della viscosità CQ = fornita 0,95 CH = fornita 0,92 CE = fornita 0,5 4.1 Pompa OCD 1000 m3/h

Calcolo : Q w = 1000 / 0,95 = 1052 m3/h Hw= 75 / 0,92 = 81 mt Assumiamo come dato fornitoci una efficienza della pompa pari all’ 80% Calcoliamo il coefficiente di efficienza:

E vis = 0,5 / 81= 40,5 % di efficienza

Calcoliamo la potenza esprimendola in KW

P = Q vis x ( coeff. Gravità ) SGc x H vis x 9,8 / 3600 x E vis

P = 1000 x 0,9 x 75 x 9,8 / 3600 x 0,405 = 683820 / 1458 = 469 KW Nominali

4.2 Pompa gasolio 500 m3/h

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Calcolo : Q w = 500 / 0,95 = 475 m3/h Hw= 75 / 0,92 = 81 mt Assumiamo come dato fornitoci una efficienza della pompa pari all’ 80% Calcoliamo il coefficiente di efficienza:

E vis = 0,5 / 81= 40,5 % di efficienza

Calcoliamo la potenza esprimendola in KW

P = Q vis x ( coeff. Gravità ) SGc x H vis x 9,8 / 3600 x E vis

P = 500 x 0,9 x 75 x 9,8 / 3600 x 0,405 = 330750 / 1458 = 226 KW Nominali

4.3 Pompa Lube 200 m3/h

Calcolo : Q w = 200 / 0,95 = 210 m3/h Hw= 75 / 0,92 = 81 mt Assumiamo come dato fornitoci una efficienza della pompa pari all’ 80% Calcoliamo il coefficiente di efficienza:

E vis = 0,5 / 81= 40,5 % di efficienza

Calcoliamo la potenza esprimendola in KW

P = Q vis x ( coeff. Gravità ) SGc x H vis x 9,8 / 3600 x E vis

P = 200 x 0,9 x 75 x 9,8 / 3600 x 0,405 = 132300 / 1458 = 90 KW Nominali

5. ELABORATI DI RIFERIMENTO

Si intendono come elaborati di riferimento lo schema di flusso generale e il LAYOUT della sala Pompe .

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5.1 Varie

A completamento del presente elaborato si ritiene opportuno evidenziare i seguenti aspetti:

- L’impresa Appaltatrice dovrà, in accordo con la D.L. e tramite la presenza in

loco del responsabile di cantiere, verificare che gli impianti riutilizzabili vengano salvaguardati e non danneggiati durante il rifacimento dell’impianto da altre imprese ( quali edili,piping ecc );

- L’impresa appaltatrice dovrà fornire alla D.L. tutto il supporto tecnico

necessario per l’acquisizione dei materiali ( nel caso di apparecchiature ordinate o fornite dalla Committente);

- La revisione e/o il recupero di una apparecchiatura esistente deve intendersi nel

senso più esteso del termine e comprenderà tutti gli accessori annessi e connessi; pertanto per ogni parte facente parte l’apparecchiatura in revisione andrà eseguito lo smontaggio, una accurata pulizia e revisione, il rimontaggio e ricollegamento, la tartura e messa in servizio

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PRPG-930

ELENCO DI FORNITORI QUALIFICATI PER LE APPARECCHIATURE

Prog. Def. 2460 lotto C4: Elenco di fornitori qualificati

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INDICE

1.0 OGGETTO

2.0 ELENCO FORNITORI QUALIFICATI

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1.0 Oggetto Di seguito indicheremo un elenco di fornitori qualificati per le apparecchiature . 2.0 Elenco fornitori qualificati Valvole di regolazione FISHER PARCOL MASONEILAN Analizzatori di viscosità B .T .G . ITALIA PROCESS ANALYZER Analizzatori di densità YOKOGAWA PROCESS ANALYZER Slitte fiscali e accessori OIL METER, KRONE Elettro valvole ASCO NADI MORREL D .C. S. SIEMENS, ALLEN BRADLEY Cavi scaldati FERMI HOT FOIL RAITEC Miscelatori statici LIGHTNIN SULZER Valvole fiscali TWIN SEAL GLOVE ISOIL Valvole a sfera TECNITALIA ROSSI VALVOLE GLOVE

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PRPG-945

PIANO DI SICUREZZA

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PETROLIG s.r.l. DEPOSITO DI CALATA CANZIO

GENOVA

INTERVENTO PER LO SPOSTAMENTO DELL’IMPIANTO IN ORDINE AL PROGETTO

PIANO DI SICUREZZA

art. 12, comma 1 D.Lgs. 494/96 e ss.mm.ii.

redatto in conformità al D.P.R. 3 luglio 2003 n. 222

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Piano di Sicurezza e di Coordinamento Introduzione II presente piano di sicurezza e coordinamento, redatto in ottemperanza ai disposti del D.Lgs. 494/96 e ss.mm.ii., evidenzia in particolare le misure di prevenzione e protezione che dovranno essere osservate durante l'esecuzione dell'opera in progetto. I Datori di Lavoro delle Imprese appaltataci dovranno sottoscrivere per accettazione il presente piano impegnandosi nel contempo a: rispettare le prescrizioni in esso contenute; consultare preventivamente il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS); proporre eventuali integrazioni per meglio garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori in cantiere. II Coordinatore per l'esecuzione dei lavori dovrà operare al fine di garantire l'osservanza dei contenuti del Piano di Sicurezza e di Coordinamento e promuovere le necessarie azioni di coordinamento tra le diverse imprese e/o lavoratori autonomi con particolare riferimento ai casi in cui le varie attività comportino la loro presenza contemporanea. Dovranno, inoltre, essere acquisiti i piani operativi di sicurezza (POS) elaborati dai Datori di Lavoro delle Imprese appaltatrici, ai sensi dell'art. 9 comma c-bis del D.Lgs. 494/96 e ss.mm.ii., i quali dovranno essere verificati a cura dello stesso Coordinatore per l'esecuzione dei lavori. Il Coordinatore per l'esecuzione dei lavori dovrà apportare al piano ed al fascicolo tecnico con le caratteristiche dell'opera, che costituisce parte integrante della documentazione elaborata ai sensi del D.Lgs. 494/96 art. 4 comma 1 lettera b, le eventuali modifiche ed integrazioni conseguenti allo sviluppo del cantiere non prevedibili in fase di progetto.

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1. Identificazione e descrizione dell'opera 1.1. Indirizzo del cantiere: II cantiere si svilupperà all'interno del deposito di Calata Canzio della PETROLIG S.r.l. Gli interventi previsti riguardano la rilocazione degli impianti, la costruzione di nuove banchine, per lo scarico navi e il carico delle bettolinine, interventi per la costruzione di nuovetettoie e di nuovi edifici ad uso uffici, magazzini e ricovero mezzi. Gli interventi sugli impianti in genere sono suddivisi in tre fasi distinte.

- costruzione e approntamento banchina lato ENI compreso posa di tutte le attrezzature

- spostamento finale e ricollegamento degli impianti - smantellamento di tutti gli impianti obsoleti

La planimetria allegata individua gli ambienti oggetto di intervento (All. n.1). 1.2. Descrizione del contesto in cui è collocata l'area di cantiere: Tutte le lavorazione di cantiere si svolgeranno all'interno de deposito. 1.3. Descrizione dell'opera con particolare riferimento alle scelte progettuali,

architettoniche, strutturali e tecnologiche:

FABBRICATI - Rimangono nelle stesse funzioni e per lo stesso utilizzo i seguenti fabbricati:

- magazzini – cabina elettrica – caldaia – - Rimangono nelle stesse funzioni e per lo stesso utilizzo e/o per un nuovo uso i seguenti

fabbricati: a) Tettoia a due piani (lato ex ESSO) attualmente adibita a sala pompe (piano terra) e

misuratori volumetrici al primo piano, sarà adibita a magazzini per Petrolig materiali vari al piano terra, spogliatoi e servizi per terzi (ditte Appaltatrici) al primo piano.

b) Fabbricato attuale sala pompe (lato ex ENI) posizionato fra i TK 4 e 5 -Piano terra : sale pompe (vecchia e/o nuova) – impianto aria compressa – magazzino materiali vari – ricupero slop – sistemazione quadri elettrici comando varie attrezzature – raccolta acque reflue e vasca di rilancio – “ utilities” varie. - Primo piano : uffici del personale Petrolig, spogliatoi e servizi maestranze, sala controllo operativa a cui faranno capo tutti i comandi impianto – magazzino materiali di corrente consumo – archivio – sala mensa e quant’altro necessario.

NUOVI FABBRICATI

- Locale da adibire a magazzino e/o come alternativa per ricovero quadri elettrici, da

costruire sul lato sud del raccordo ferroviario..

- Nuova palazzina uffici posizionata al nuovo ingresso impianto. - Tettoia di copertura zona scarico carri cisterna e/o ATB – con struttura portante

metallica

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PAVIMENTAZIONI

L’impianto ha pavimentazioni in c.a. – asfalto – acciottolato basaltico, per le zone carrabili. I bacini dei TK sono in gran parte già pavimentati in c.a. ad eccezione di quella relativa alla zona ex ESSO ché in ghiaia. Si interverrà eliminandole pavimentazioni in ghiaia , il lastrico pedonabile e carabile dovrà essere opportunamente rivisitato in considerazione dei nuovi assettie della ristrutturazione del sistema fognario e delle pendenze di smaltimento .

CONTENIMENTO E RECINZIONI Tutta l’area del nuovo costiero ristrutturato nel suo nuovo assetto, dovrà essere contornata da murature in c.a. I muri di contenimento bacini dei TK, saranno mantenuti, ove possibile, nelle attuali dimensioni e le modifiche necessarie alle nuove ristrutturazioni sono le seguenti: - arrotondamento bacino lato nord/ovest (vicino TK 10 lato ex ESSO) .

- arrotondamento lato nord/ovest (vicino TK 1 lato ex ENI) e conseguente muro di fronte

in confine con area destinata a movimentazione rifiuti portuali, per permettere l’ingresso sulle banchine di qualsiasi tipo di mezzo compreso gru di grosse dimensioni.

- arrotondamento lato nord/est muro bacino TKI lato ex ENI ed allargamento a “cuneo”

lato di fronte (area movimentazione rifiuti portuali) per lo stesso motivo .

I muri di contorno bacini TK, sulla sommità degli stessi sarà costruita una passerella pedonale, larghezza minima circa 80 cm., muri attualmente esistenti sono già in gran parte corredati di passerella.

ACCESSI La nuova disposizione planimetrica del costiero dovrà avere le seguenti comunicazioni carrabili/pedonabili :

a) Cancello principale di ingresso al costiero, carrabile con un passaggio pedonale, con apertura/chiusura elettrica, comandato da portineria e video/citofono di chiamate, posizionato ad incasso sul muro di cinta adiacente.

b) Cancello di sicurezza, metallico, altezza minima 2.50 mt posizionato sullo spigolo di nord/est sul muro di confine tra Petrolig ed area destinata a movimentazione rifiuti portuali.

c) Cancello operativo metallico, a manovra manuale posizionafo su fabbricato sala

pompe (lato ex ENI) per accesso personale e mezzi da interno costiero a banchina attracco natanti.

IMPIANTI MECCANICI

Sono suddivisi in:

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a). Scarico navi b). Aspirazione dai TK c) Mandata in banchina per carico bettoline

a). Scarico navi

Lo scarico navi permette di movimentare 2 prodotti: O.C.D. – GASOLIO Lo scarico fra bordo e terra sarà garantito da tre bracci a movimentazione idraulica.

b). Aspirazione dai TK e mandata in banchina

L’aspirazione dai TK è supportata da Pompe centrifughe di adeguata portata e prevalenza.I percorsi e il dettaglio delle tubazioni si possono dedurre dagli allegati tecnici di progetto.

IMPIANTI ELETTRICI – AUTOMAZIONI - Rilocazione della Cabina arrivo ENEL che attualmente Alimenta il Deposito Costiero

della Petrolig

- Eliminazione della cabina ENEL e di trasformazione MT-BT lato ENI

- Installazione di una nuova cabina di trasformazione MT-BT lato ENI - Smantellamento impianti obsoleti lato ENI e ESSO e installazione di nuovi impianti

passerelle portacavi, tubazioni conduit in acciaio zingato, Junction Box . - Implementazione della rete di terra

- Implementazione degli impianti di rilevazione fumi ed incendi - Sistema di automazione

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SERBATOI Il numero dei TK la loro configurazione è evidenziata nella seguente tabella:

DIMENSIONI COSTRUZIONE

N° ∅ H mc.

TIPO METODO ANNO

PRODOTTO ATTUALE

PRODOTTO FUTURO

NOTE

1 23.90 12.- 5000 M.V. FT. T. F.

CHIODATO 1930 LUBE LUBE/ GASOLIO

2 23.90 12.- 5000 - - - LUBE LUBE/ GASOLIO

3 23.90 12.- 5000 - - - H2O DA TERRENO

LUBE/ GASOLIO

4 23.90 12.- 5000 - - - LUBE GASOLIO 5 23.90 12.- 5000 - - - O.C.D. GASOLIO/

O.C.D.

6 23.90 12.- 5000 - - - O.C.D. GASOLIO/ O.C.D.

L A T O

E N I

7 23.90 12.- 5000 - - - O.C.D. GASOLIO/ O.C.D.

1 43.50 15.- 21.700 - - 1949 O.C.D. O.C.D. TRACCIATO E COIBENTATO

2 35.- 15.- 14.400 - - 1949 O.C.D. O.C.D. -

3 23.- 15.- 6.200 - - 1949 GASOLIO GASOLIO/ O.C.D.

4 15.- 15.- 2.650 - CHIODATO 1949 FLUIDO FLUIDO/ O.C.D.

5 43.50 15.- 21.700 - - 1949 O.C.D. O.C.D. TRACCIATO E COIBENTATO

7 8.- 15.- 750 - SALDATO 1956 H2O REFLOB H2O REFLOB

8 10.50 15.- 1300 - - - FLUIDO H2O TERRENO

9 8.- 15.- 750 - - - FLUIDO H2O TERRENO

10 15.- 15.- 2650 - - 1957 H2O REFLOB R.A.

11 15.- 15.- 2650 - - 1956 FUORI SERVIZIO

H2O REFLOB

A 1.80 6.80 17.- O.FT. SALDATO 2002 GASOLIO CONS.PROPRI

GASOLIO CONS.PROPRI

B 1.40 3.00 5.- O.INTERR. SALDATO 1996 FUORI SERVIZIO

FUORI SERVIZIO

L A T O

E S S O

C 1.60 3.00 6.- M.O.F.T.INOX

SALDATO 1998 SLOP SLOP DIVISO IN 2 PARTI 1/3

GASOLIO= 2/3 OCD

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IMPIANTO ANTINCENDIO L’impianto antincendio sarà alimentato da due elettropompe alimentate dal gruppo elettrogeno. Le pompe saranno una di riserva all’altra le tubazioni saranno posizionate in aereo con diametro dell’anello principale 8” in acciaio inox, su muri bacini, su muri di perimetro e su PIPE RACK di banchina. Da tale anello principale verranno derivate tubazioni ∅ 4” in acciaio inox fino al tetto dei TK (sia sul perimetro che sulla zona centrale) in modo da irrorare tramite ugelli nebulizzatori l’area del tetto ed il mantello di ogni TK. L ’impianto antincendio avrà derivazioni con ugelli nebulizzatori anche sotto la tettoia scarico carri ferroviari e/o ATB., e in vicinanza dei punti di maggiore eventuale pericolo. Sala pompe – caldaia – cabina elettrica – uffici ecc. saranno opportunamente monitorati e dotati di impianto ad intervento automatico (schiuma – polvere – CO2) . Lance brandeggiabili ad acqua e/o schiuma saranno posizionate sugli spigoli dei bacini TK, sulla banchina attracco natanti, lungo muri di perimetro. Un cannone a schiuma sarà posizionato in base alle disposizioni relative al nuovo assetto, che verranno impartite dai V.F. Tutte le valvole di intercettazione e/o di manovra saranno in acciaio inox, a sfera, tipo TRUNION atte a consentire una perfetta manovra

IMPIANTO TRATTAMENTO ACQUE E FOGNATURE L’impianto trattamento acque reflue sarà cosi suddiviso:

a). acque sanitarie b). acque bianche (pioggia) c). acque reflue (al trattamento)

a). ACQUE SANITARIE Le acque sanitarie saranno collegate ai servizi – docce – lavabi e quant’altro necessario. Saranno posizionate in parte in aereo ed in parte interrate (con particolare riferimento al piazzale antistante ingresso Costiero) con pendenze e ispezioni atte per il collegamento al collettore portuale esterno. Le tubazioni, del diametro massimo di 200 mm., saranno in materiale plastico di tipo pesante, sostenute in aereo e internate in parte con pozzetti di ispezione sifonati ed a perfetta tenuta, carrabili e di dimensioni utili alla loro periodica manutenzione. b). ACQUE BIANCHE Sono cosi definite le acque piovane di scarico strade e piazzali, tetti e/o coperture in genere di tettoie e di tutte quelle zone non interessate da eventuali inquinamenti. Le tubazioni saranno interrate e corredate di pozzetti di ispezione prelievo campioni. c). ACQUE REFLUE Sono le acque dei bacini dei TK della zona scarico carri cisterna e ATB e di tutte quelle aeree con problemi di travaso prodotti. L’impianto di trattamento rimane nella posizione attuale, il collegamento avverrà nel seguente modo:

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1). Zona OVEST Costiero (lato ex ESSO) : tutto il bacino dei serbatoi, con i dovuti ripristini, rifacimenti e/o adeguamenti meccanici, sarà convogliato nella vasca di accumulo attuale.

2). Zona EST Costiero (lato ex ENI) : tutto il bacino dei serbatoi e le aree di servizio in adiacenza, saranno convogliate nella vasca esistente sotto la sala pompe futura, previo ripristini adeguamenti e/o rifacimenti vari. Da tale vasca tramite pompe, l’acqua verrà inviata ai TK 7 e 11 (lato ex ESSO) già predisposti per l’accumulo e da tali serbatoi, tramite tubazioni in aereo, all’attuale trattamento che provvede al trattamento.

- Dopo il trattamento (gravità, filtrazione, biologico) le acque depurate saranno convogliate in pozzetto di raccolta e/o ispezione.

ATTREZZATURE DI BANCHINA In accordo le attrezzature di banchina sono le seguenti: - Bracci di scarico navi, con manovra idraulica in automatico . - N°7 Ricoveri per personale ( n°6 per carico bettoline e n°1 per scarico navi) dove

trovano alloggio i misuratori dei prodotti bunkerati e le centraline oleodinamiche per la manovra dei bracci scarico navi, le automazioni , le attrezzature antinfortunistiche e quant’altro necessario per la gestione del Costiero in qualsiasi condizione di tempo.

- Tubazioni e PIPE RACK di collegamento da e per il Costiero compresa passerella pedonale in quota.

- Attacchi rapidi per collegamento manichette bettoline per OCD e/o gasolio. - Attrezzature per misurazione e carico gasolio per pilotine e piccoli natanti. - Distanziatori parabordi per bettoline e/o petroliere. - Distanziatori a rotazione posizionati sugli spigoli ingresso porticciolo per bettoline. - Sistema di telecamere a circuito chiuso - Scale di accesso passerella camminamento per il personale operante in zona. - Cartelli antinfortunistici di comportamento e di indicazione percorsi per personale terzi, compresa segnalazione orizzontale. - Bitte per aggancio/attacco natanti. - Illuminazione banchina zone . - Sistema interfonico alto parlante per comunicazioni tra sala controllo e bordo natanti compreso petroliere. - Impianto antincendio a sprinkler e con attacchi rapidi/ manichette UNI70 per interventi in emergenza.

ATTREZZATURE DI PESATURA E STRUMENTI DI MISURA Il Costiero sarà dotato di un bilico automatico, gestito da portineria e con comando remoto anche in sala controllo, per la pesatura in entrata/uscita dei carri cisterna, ATB e di qualunque altro mezzo utile all’esercizio del Costiero. Misuratori fiscali di tipo volumetrico/massico (n°2 per ogni postazione di bunkeraggio) alloggiati nei punti di manovra. Stazione di misura per rifornimento con gasolio di pilotine e piccoli natanti. Tutti i serbatoi interessati dalla movimentazione dei prodotti in entrata/uscita dal Costiero sono corredati di strumenti quali:

- rilevamento livello prodotto con sistema a radar - misurazione temperatura prodotto alle varie quote di stoccaggio

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- Attrezzatura di alto/altissimo livello per emergenze con segnalazione acustica di allarme

Strumenti di misura sono inseriti sul deflusso acque in modo da monitorare ed evidenziare il loro volume e il trattamento.

ATTREZZATURE DI RISCALDAMENTO Il Costiero è dotato di caldaia, monoblocco, automatica, 3T/h di vapore, complete di ogni accessorio ed adibita al riscaldamento di O.C.D. nei TK 1 – 2 – 5 lato ex ESSO Per TK 5 – 6 – 7 . L’attrezzatura esistente e funzionante rimane nell’attuale posizione e sarà collegata ai serpentini dei TK sia come adduzione vapore sia come ricupero condensa . Tutte le tubazioni per vapore e condensa saranno fuori terra, opportunamente sopportate, complete di valvole di intercettazione, di punti di dilatazione, scaricatori di condensa, rilevamento pressione e temperatura e quant’altro necessario per la conduzione e l’esercizio.

IMPIANTO ARIA COMPRESSA Gli compressori sono mantenuti nell’attuale posizione. Nuovi compressori sono da installare nella nuova sala pompe completi di serbatoi di accumulo aria compressa. L’impianto nel suo complesso, dovrà essere completato da valvole di intercettazione e non ritorno, scarico eventuali condense, manometri, attacchi rapidi, manichette, derivazioni fisse e quant’altro necessario per il corretto utilizzo.

RACCORDO FERROVIARIO Per quanto riguardo la zona di raccordo, manovra e scarico tradotta carri cisterna, si stabilisce quanto segue:

- La tettoia di ricovero scarico carri cisterna la pavimentazione deve consentire anche la movimentazione del prodotto e l’esercizio di transito per scarico ATB. - Sul lato SUD del corridoio ferroviario, deve essere posizionato un apposito respingente di fine corsa, eseguito secondo normative, per il preciso posizionamento della tradotta al fine di ottenere un perfetto collegamento ai punti di scarico a terra. - Sistema di scarico carri cisterna e/o ATB ad unico collettore tracciato e coibentato di adeguato diametro e sul quale convergeranno le varie diramazioni di aggancio alle utenze, complete di valvole di intercettazione, valvole nonritorno, manichette di raccordo, attacchi rapidi antigocciolamento e quant’altro necessario. - Pompe centrifughe, autoadescanti portata circa 200/300 mc/h complete di valvole di intercettazione e collegamenti tracciati e coibentati per invio prodotto ai TK di pertinenza. - Ai fini della sicurezza, per le percorrenza pedonale del corridoio ferroviario, sarà realizzata una passerella a piano terra, opportunamente transennata tramite ringhiera, entro la quale transiterà il personale di servizio. -Illuminazione per esercizio normale ed in emergenza per tutta l’area interessata dalle operazioni, compreso le messe a terra dei carri e delle autobotti . - Copertura dell’intera area compreso passerelle adiacenti con materiale a pannello pieno e traslucido . -Impianto antincendio nebulizzato, rilevatori di fumo, manichette ed attacchi H2O lungo tutto il corridoio per lavaggio pavimentazioni in caso di “over filling”.

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2. Individuazione dei soggetti con compiti di sicurezza 2.1) Nominativo del Responsabile dei Lavori (RL): Da definire 2.2) Coordinatore per la sicurezza in fase di progettazione (CSP): Da definire 2.3) Coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione (CSE): Da definire 2.4) Nominativi dei datori di lavoro delle imprese esecutrici: Da compilare una volta definiti i contratti con le imprese esecutrici 2.5) Nominativi dei lavoratori autonomi: Da compilare una volta definiti i contratti con i lavoratori autonomi 3. Relazione concernente I'individuazione, I'analisi e la valutazione dei rischi 3.1) Criteri adottati per la valutazione dei rischi II procedimento adottato per la valutazione dei rischi connessi all'attività di cantiere può essere schematizzato secondo le seguenti fasi operative di indagine-valutazione: a- analisi delle attività finalizzata all'individuazione delle mansioni, dei posti di lavoro,

delle attrezzature e dei materiali impiegati. Ciò consente, anche attraverso la valutazione dell'interferenza tra le operazioni, di individuare i pericoli per la sicurezza e la salute a cui risultano esposti i lavoratori.

b- dalla evidenziazione dei pericoli, definendo il rischio come la probabilità che si

raggiunga il limite potenziale di danno nelle condizioni di impiego e/o di esposizione, si passa alla valutazione dei rischi. II criterio adottato e quello di riferirsi alle leggi vigenti e, più in generale, alle norme di buona tecnica. La determinazione dell'entità dei rischi si basa sulla valutazione della probabilità del verificarsi di un danno e della sua consistenza con strumenti non matematici, ma con criteri di buona pratica corrente.

c- la valutazione dei rischi, condotta secondo le procedure di cui ai punti precedenti,

evidenzia la necessita di intervenire con misure atte a ridurre la probabilità del verificarsi di un determinato danno atteso e/o a mitigare le eventuali conseguenze. In altre parole vengono individuati i rimedi da adottare al fine della protezione dei lavoratori. In tutti i casi ove ciò risulti possibile viene ricercata una riduzione dei rischi alla fonte, provvedendo successivamente alla individuazione delle misure di protezione collettive ed individuali, con particolare riferimento ai Dispositivi di Protezione Individuate (D.P.I.).

d- nel caso in cui un operatore svolga più mansioni, I'analisi viene condotta

separatamente per ciascuna di esse. II rischio globale correlato alla effettiva attività svolta risulta dall'insieme delle singole posizioni analizzate. Per quanta attiene ai rischi i cui effetti non sono sovrapponibili

(rischi connessi alla salute) sarà condotta un'analisi globale. Precisiamo, inoltre, che viene analizzata unitariamente la mansione dell'operaio specializzato e dell'operaio

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comune di supporto in quanto non e possibile distinguere nettamente le due operatività in ragione dell'organizzazione del lavoro dell'impresa.

e- condizione fondamentale per garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori nei

cantieri temporanei o mobili risulta essere I'applicazione di normative preesistenti di cui si citano le più importanti: D.P.R. 547/55, D.P.R. 303/56, D.P.R. 164/56, D.Lgs. 277/91, D.Lgs. 626/94 e le norme tecniche UNI e CEI.

f- per tutte le attrezzature di cantiere, intese come macchine, apparecchi, utensili o

impianti, occorre prevedere una corretta installazione, un utilizzo allineato con le caratteristiche costruttive ed un piano di manutenzione tale da garantire nel tempo il mantenimento delle condizioni di sicurezza come definite dal costruttore. Le attrezzature acquistate dopo il 21 settembre 1996 devono risultare allineate con i disposti del D.P.R. 459/96 "Direttiva macchine" mentre quelle gia in servizio devono corrispondere ai requisiti di sicurezza stabiliti dalle normative preesistenti.

g- per quanto riguarda la gestione delle situazioni di emergenza, ivi comprese la

prevenzione incendi e le attività di primo soccorso, e necessario mettere in atto sistemi di protezione attivi e passivi ed osservare le procedure contenute nelle specifiche normative di riferimento.

3.2) Individuazione pericoli e rimedi relativamente alle "aree" di cantiere D.P.R. 222/2003 art. 3 c. 1) e ALLEGA TO II a) Caratteristica dell'area di cantiere:

L'area di cantiere si caratterizza per la sua ubicazione all'interno del deposito. L'intervento, infatti, riguarda l’area industriale entro la quale si esercita I'attività ed è riferito ad una razionalizzazione ed ottimizzazione degli spazi e del lay out in genere, in funzione di alcune manutenzioni straordinarie previste sugli impianti produttivi.

b) Eventuale presenza di fattori esterni che comportano rischi per il cantiere

Vengono considerati come fattori esterni tutte le componenti che, anche se sviluppate all'interno del perimetro del deposito, non risultano di pertinenza del cantiere. In ragione della prevista separazione fisica e funzionale del cantiere, non sono prevedibili fattori esterni particolarmente importanti riferiti all'attività, se non per quanto riguarda la viabilità da seguire per il raggiungimento, da parte di uomini e mezzi, del sito a causa della presenza di mezzi operativi e di trasporto in continuo movimento. Per quanto attiene a questo aspetto si rimanda all'analisi di dettaglio effettuata successivamente al punto 3.3.

c) Eventuali rischi che le lavorazioni di cantiere possono comportare per l'area circostante

Le lavorazioni di cantiere, cosi come progettate, non costituiscono importanti sorgente di rischio per le aree circostanti. Fatta salva I'adozione di tutte le cautele concretamente attuabili, e comunque da tenere in considerazione la possibilità di un moderato aumento localizzato del rumore ambientale e della polverosità degli ambienti immediatamente adiacenti in alcune fasi dell'intervento. Da notare che la diffusione in ambiente esterno di agenti inquinanti e comunque assolutamente da evitare anche per esigenze legate al ciclo produttivo che come detto in questa fase non viene interrotto.

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3.3) Individuazione pericoli e rimedi relativamente alla "organizzazione" del cantiere D.Lgs. 494/96 e ss.mm.ii. art. 12 a) modalità da seguire per la recinzione del cantiere, gli access/' e le segnalazioni Per distinguere in modo netto I'accesso alle attività di cantiere dalle aree operative dello stabilimento saranno adottati opportuni provvedimenti consistenti in: delimitazioni, recinzioni,perimetrazioni, adozione di cartellonistica di sicurezza richiamante il divieto di accesso ai non addetti e di segnali di pericolo in genere. Tutte le recinzioni, sbarramenti, cartelli, segnaletica e protezioni previsti, saranno di natura tale da risultare costantemente ben visibili. In particolare per la recinzione delle aree soggette ad intervento si prevede I'utilizzo di pannelli di protezione con rete robusta sostenuta da profili metallici infissi in basi in cemento movibili, di altezza non inferiore a 2 m per una estensione lineare di circa 100 m. Gli stessi potranno essereefficacemente spostati nelle zone di intervento. Per quanta attiene al raggiungimento dell'area oggetto di intervento, una volta superata la portineria di stabilimento, deve essere rispettata, da uomini e mezzi, la viabilità vigente evidenziata da specifica cartellonistica, evitando attraversamenti di aree operative al di fuori del percorso previsto (planimetria da definire allegato n.2). b) servizi igienico assistenziali La Petrolig S.r.l.provvederà alla fornitura di servizi igienici temporanei completi di docce, posizionati nell'area indicata nella planimetria allegata, ad uso esclusivo delle imprese che interverranno nei lavori oggetto del presente piano. c) viabilità principale di cantiere Il deposito è dotato di precise regole per I'accesso di uomini e mezzi e di un piano di viabilità interno che dovrà essere scrupolosamente osservato. Detta viabilità e sintetizzata graficamente (allegato n. 1). Particolare attenzione dovrà essere prestata al movimento di mezzi operativi e di trasporto, la cui attività e legata alla vita del deposito. d) impianti di alimentazione e reti principali di elettricità, acqua gas e energia di qualsiasi tipo Si utilizzeranno impianti di alimentazione e reti principali di elettricità, acqua gas e energia di qualsiasi tipo presenti nella struttura. Le operazioni previste sono compatibili con questa scelta. Sarà cura dei Tecnici individuati da Petrolig evidenziare i punti di fornitura e le modalità da seguire. A valle del punto individuate come fornitura dell'utenza (acqua, aria, elettricità, dovrà essere cura delle imprese garantire la rispondenza alle norme di quanta installato, producendo le certificazioni di legge, complete degli allegati necessari.

e) impianti di terra e di protezione contro le scariche atmosferiche

Anche in questo caso e previsto il collegamento con I'impiantistica presente nel deposito come da metodologia indicata al punto d). Sarà a carico delle imprese I'esecuzione di prove e misure finalizzate ad accertare I'efficienza dell'impianto e rilasciare il prescritto certificato di conformità da inoltrare agli enti pubblici di controllo, secondo legge.

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f) Disposizioni per dare attuazione a quanto previsto dall'art. 14 (consultazione dei rappresentanti per la sicurezza)

Dovrà essere cura delle imprese sottoporre all'attenzione dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza tutte le documentazioni elaborate, provvedendo nel contempo alla consultazione prevista dalla legge.

g) Disposizioni per dare attuazione a quanto previsto dall'art. 5 c. 1 lett. C (organizzazione tra i datori di lavoro, ivi compresi i lavoratori autonomi della cooperazione e del coordinamento delle attività nonché la loro reciproca informazione) Saranno effettuate specifiche riunioni tra tutte le ditte cha a vario titolo interverranno in cantiere ivi compresi i lavoratori autonomi. Essendo I'attività sviluppata in un contesto industriale si ritiene importante la partecipazione a dette riunioni dei responsabili dei reparti interessati alle lavorazioni nonché di componenti qualificati del Servizio di Prevenzione e Protezione della Petrolig S.r.l..

D. P. R. 222/2003 art. 3 c. 2) a) eventuale modalità di accesso dei mezzi di fornitura dei materiali

In fase di progettazione dell'intervento si prevede I'acceso attraverso la portineria di stabilimento, I'inserimento nell'ambito della viabilità esistente, cosi come precisato, nonché I'utilizzo degli spazi riservati indicati in planimetria (all. n. 2). Eventuali disposizioni particolari si rendessero necessarie verranno adottate in fase di esecuzione delle opere.

b) dislocazione degli impianti di cantiere

Gli impianti previsti per la realizzazione delle opere verranno parzialmente dislocati all'interno del deposito, in area di cantiere, ed in parte nelle aree riservate esterne.

c) zone di deposito di attrezzature e di stoccaggio materiali e rifiuti Aree riservate esterne (all. n. 2)

d) eventuali zone di deposito dei materiali con pericolo di incendio e/o esplosione

Al momento non e previsto I'utilizzo di materiali con pericolo di incendio e/o esplosione rilevante. Saranno tuttavia impiegati gas tecnici (ossigeno ed acetilene) per I'esecuzione di interventi di saldatura e/o taglio. Le bombole di detti gas dovranno essere tenute in conformità alla norma vigente all'interno del deposito ed in particolare su apposito carrello, solidamente fissate con catenella di trattenuta. Non si prevede lo stoccaggio di bombole di riserva ne di contenitori vuoti. Le imprese pertanto dovranno organizzarsi in modo da avere, in caso di necessita, un approvvigionamento in loco di bombole nuove ed il ritiro contestuale dei contenitori vuoti. II carrello dovrà essere collocato nell'area riservata alle imprese, protetto dalle intemperie e dal soleggiamento, con adeguato presidio antincendio. In ragione della scelta di mettere a disposizione delle imprese alcuni spazi esterni ben identificati, dovrà comunque essere cura delle imprese al lavoro predisporre, qualora necessario anche per materiali e/o sostanze diverse, un adeguato presidio antincendio in accordo con il Coordinatore in fase di esecuzione dell'opera. Eventuali disposizioni

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particolari si rendessero necessarie verranno,comunque, adottate in fase di esecuzione delle opere.

3.4) Individuazione pericoli e rimedi relativamente alle "lavorazioni" ed alle loro interferenze

Le schede allegate identificano le fasi di lavoro previste nell'ambito delle lavorazioni ed i relativi rimedi per minimizzare il rischio residuo in riferimento ai pericoli ricorrenti, inclusi i rischi derivanti da eventuali interferenze. I rischi specifici saranno evidenziati separatamente nel contesto della presente relazione.

3.4.1) Pericoli/rimedi ricorrenti riferiti alle singole fasi di lavoro

Si vedano le schede allegate che analizzano i rischi ed i pericoli legati alle singole fasi di lavoro. 3.4.2) Misure identificate in particolare daIla normativa D.Lgs. 494/96 e ss. mm. ii. art. 12 a) misura generali di protezione contro il rischio di seppellimento da adottare negli scavi

Nella prima parte dell'intervento non sono previste operazioni di scavo rilevanti tali da esporre gli addetti al rischio di seppellimento.

b) misure generali da adottare contro il rischio di annegamento II rischio appare pertinente alle lavorazioni previste.A tale scopo sarà utile istruire il personale addetto sui i soccorsi da apportarsi in caso di incidente e le imprese dovranno adottare un rigoroso piano di istruzione. l) misure generali di protezione da adottare contro il rischio di caduta dall’alto. Vedere I'analisi del rischio specifica nelle schede allegate. m) misure per assicurare la salubrità dell'aria nei lavori in galleria II rischio non appare pertinente alle lavorazioni previste. n) misure per assicurare la stabilita delle pareti e della volta nei lavori in galleria II rischio non appare pertinente alle lavorazioni previste. o) Misure generali di sicurezza da adottare nel caso di estese demolizioni o manutenzioni, ove le modalità tecniche di attuazione siano definite in fase di progetto

Le demolizioni previste, sebbene complessivamente riguardino diversi punti dello stabilimento, cosi come progettate non possono essere considerate estese. Si intendono pertanto applicabili efficacemente le precauzioni indicate nelle schede allegate.

p) Misure di sicurezza contro i possibili rischi di incendio o esplosione connessi con

lavorazioni e materiali pericolosi utilizzati in cantiere

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Vedi schede allegate. q) Misure generali di protezione da adottare contro gli sbalzi eccessivi di temperatura II rischio non appare pertinente alle lavorazioni previste. D.P.R. 222/2003 art. 3 c. 2) a) rischi di investimento da veicoli circolanti nell'area di cantiere

Come gia enunciate in diversi punti precedenti, all'interno dello stabilimento e del cantiere risulterà predisposta una viabilità pedonale ed una per i mezzi d'opera. Nelle situazioni di possibile criticità occorrerà prevedere sempre la presenza di un operatore a terra che coordini le manovre più delicate dei mezzi, dotato di indumenta ad alta visibilità. Inoltre, in fase di esecuzione delle opere, dovranno essere adottate misure specifiche e puntuali per contrastare I'insorgenza di problemi contingenti non prevedibili in fase di progettazione.

b) rischi di elettrocuzione

Vedere I'analisi del rischio specifica nelle schede allegate.

c) rischio rumore

Vedere la trattazione nelle schede allegate. Si evidenzia che le imprese al lavoro dovranno fornire il rapporto di valutazione previsto dal D. Lgs. 277/91 ed essere informate dai tecnici della Petrolig S.r.l. circa la rumorosità esistente nel sito. La fascia di rischio per gli operatori che sulla base dell'esperienza può essere preventivamente stimata e "85 - 90 dB(A)".

d) rischi derivante dall'uso di sostanze chimiche

I lavori non fanno prevedere I'utilizzo di sostanze chimiche particolari. Dovrà essere prodotta a livello di P.O.S. la specifica valutazione del rischio in conformità al D.Lgs. 626/94 cosi come integrate dal D.Lgs. 25/2002.

3.4.3) Pericoli/rimedi specifici > In ragione dello svolgimento dell'attività all'interno di un contesto industriale, al fine di

prevenire il pericolo di incendio od esplosione, ogni operazione di saldatura o taglio con I'impiego di gas tecnici e fiamme libere, dovrà essere autorizzata dai tecnici della Petrolig S.r.l. proprio al fine di evitare interferenze pericolose con I'impiantistica del deposito.

> Ogni operazione comportante I'impiego di fiamma libera e/o di sostanze infiammabili,

ivi comprese le operazioni di travaso, dovrà essere autorizzata dai tecnici della Petrolig S.r.l. proprio al fine di evitare interferenze pericolose con I'impiantistica del deposito.

> Nell'elenco delle attività, figura una serie di interventi di spostamento arredi, stampi,

manufatti e simili che viene considerata come preliminare o susseguente rispetto alle operazioni di cantiere vere e proprie. Si evidenzia che, in ragione delle potenziali interferenze rispetto al cantiere ed alle attività del deposito, anche queste attività rientrano nell'applicazione del presente piano di sicurezza anche se eseguite, direttamente od in regime di collaborazione, da personale dipendente della Petrolig

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S.r.l. la quale, in questa eventualità, si configura come impresa al lavoro con tutte le incombenze del caso.

> In ragione della criticità più volte espressa circa la possibile interferenza nella viabilità

di stabilimento per uomini e mezzi, dovrà essere carico delle imprese al lavoro segnalare tempestivamente eventuali necessita legate all'utilizzo di aree o percorsi diversi rispetto a quelle indicati.

> Essendo il cantiere ubicato in area di stabilimento, i responsabili delle imprese al

lavoro ed i lavoratori autonomi dovranno essere adeguatamente formati, attraverso il Servizio di Prevenzione della Petrolig S.r.l., circa il piano di emergenza vigente e sul comportamento da tenere in caso di necessita. Allo stesso tempo dovranno essere informati circa le azioni da compiere qualora personale esterno, facente parte della loro organizzazione, evidenziasse situazioni anomale quali principi di incendio, problemi alle strutture ecc. sia riferiti al cantiere sia allo stabilimento in genere.

> Come si evince dall'elenco sintetico delle attività di cui al punto 1.3, verranno eseguite

n. 2 fasi di lavoro che rivestono particolare importanza sotto il profilo della staticità degli edifici. I progettisti dell'intervento, specialisti in ingegneria civile, hanno individuate le scelte progettuali di dettaglio che verranno adottate. Nel corso dell'intervento, cosi come progettato, potranno efficacemente essere adottate le precauzioni di cui alle schede allegate. I rifiuti di qualsiasi natura, eventualmente prevedendo la raccolta differenziata, dovranno essere stoccati secondo opportuna metodologia, nelle aree riservate ed indicate in planimetria (all.: n. 2).

4. Prescrizioni operative, misure preventive e protettive, dispositivi di protezione

individuale in riferimento alle interferenze tra lavorazioni 4.1) analisi delle interferenze tra le lavorazioni

Come evidenziato dal cronoprogramma dei lavori di cui al punto seguente, le fasi di lavoro sono state organizzate nel tempo in modo da evitare interferenze stimate come indebite tra le lavorazione previste in cantiere, tenendo in considerazione anche I'attività operativa di stabilimento.

4.2) cronoprogramma dei lavori

II cronoprogramma degli interventi viene proposto in allegato. 4.3) misure preventive e protettive atte ad eliminare o ridurre al minimo i rischi di interferenza

Ci si riferisce a quanta esplicitato al punto 4.1

Sara compito del coordinatore per I'esecuzione verificare periodicamente, unitamente ai responsabili delle imprese esecutrici, ai lavoratori autonomi interessati nonché ai responsabili del deposito , la compatibilità della pianificazione prevista, aggiornando la stessa se necessario.

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5. Misure di coordinamento relativo all'uso comune da parte di più imprese e lavoratori autonomi di apprestamenti, attrezzature, infrastrutture, mezzi e servizi di protezione collettiva

Non sono previste situazioni di utilizzo comune di strumenti di lavoro o di protezione collettiva particolarmente pericolosi, per i quali, pertanto, non e necessaria alcuna specifica prescrizione se non I'adozione di criteri di buona tecnica e pratica corrente. La precisazione e contenuta anche nei documenti amministrativi che accompagneranno gli appalti.

6. Organizzazione prevista per il servizio di pronto soccorso, antincendio ed

evacuazione dei lavoratori comprensiva dei riferimenti telefonici delle strutture pubbliche previste sul territorio

Le imprese appaltatrici dovranno designare gli addetti per la gestione delle emergenze (antincendio e primo soccorso), i quali dovranno essere adeguatamente addestrati anche in funzione del piano di emergenza vigente in stabilimento, secondo quanta indicate al punto 3.4.3. Le imprese appaltatrici, ferme restando le dotazioni esistenti in stabilimento, dovranno

rendere disponibile per il proprio personale il pacchetto di medicazione nonché essere dotate di

specifico presidio antincendio il tutto inteso come dotazione indipendente. I numeri di telefono per le chiamate d'emergenza sono quelli del soccorso pubblico (118

sanità e 115 vigili del fuoco) evidenziati nella cartellonistica di stabilimento e nel piano di

emergenza vigente.

7. Durata prevista delle lavorazioni, delle fasi di lavoro ed eventuali sottofasi di

lavoro che costituiscono il cronoprogramma dei lavori.

Ci si riferisce al cronoprogramma di cui al punto 4.2 il quale oltre a contenere I'indicazione delle fasi e sottofasi previste, le organizza temporalmente.

8. Stima dei costi della sicurezza

I costi per la sicurezza vengono stimati con il seguente criterio: - Oneri considerati direttamente ed indirettamente nella stima dei lavori

Gli oneri diretti sono gia contemplati nella stima dei lavori in quanta i prezzi base (opere compiute) contengono gia quota parte dell'incidenza delle opere di prevenzione e

protezione, essendo queste strumentali all'esecuzione dei lavori. Tali oneri vengono dedotti su base percentuale in relazione alle singole categorie di lavoro (ovviamente gli stessi non si

sommano al costo dell'opera).

Gli oneri indiretti sono riferiti alla logistica di cantiere e previsti nelle spese generali dell'impresa e pertanto globalmente riconosciuti nella stima dell'opera. Tali oneri vengono dedotti su base percentuale sull'intero importo dei lavori in relazione alla natura, durata e difficoltà tecnico

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esecutiva dell'opera; gli stessi non si sommano al costo dell'opera. Elenco degli oneri indiretti della sicurezza: a) organizzazione e logistica del cantiere compartimentazione area porte e portoni di accesso al cantiere identificazione aree di stoccaggio materiali ed attrezzature segnaletica di sicurezza nastri segnaletici per delimitazione aree estintori baracca di cantiere spogliatoi, refettori e servizi igienico assistenziali pacchetto di medicazione informazione e formazione dei lavoratori identificazione delle aree di stoccaggio di rifiuti e relativa evacuazione b) gestione del piano di sicurezza riunioni di informazione degli addetti sui contenuti del piano di sicurezza riunioni di coordinamento verifiche e controlli c) opere relative all'impiantistica impianto di messa a terra, collaudo e verifiche periodiche impianto elettrico di cantiere, collaudo e verifiche periodiche allacciamento idrico allacciamento fognario preparazione aree per alloggiamento attrezzature allestimento attrezzature controllo, manutenzione e verifiche periodiche delle attrezzature d) dispositivi di protezione individuali (DPI)

Oneri specifici Gli oneri specifici non sono contemplati nella stima dei Iavori e nelle spese generali in quanta non riscontrabili a priori nei prezzi base utilizzati dal progettista dell'opera (tali oneri vanno aggiunti alla stima dei Iavori).

La stima effettuata evidenzia un costo per la sicurezza pari a € 25'000,00. 9. Attrezzature utilizzate Le tipologia delle attrezzature necessarie per I'esecuzione dei Iavori sono individuate in allegato. Le informazioni di dettaglio devono essere contenute nel Piano Operativo di Sicurezza. 10. Informazione e formazione

Tutte la maestranze presenti in cantiere dovranno essere opportunamente addestrate a cura dei Datori di Lavoro con interventi di informazione e formazione base. La formazione specifica e condotta per ogni cantiere dal Direttore Tecnico e/o dai capi cantieri o referenti di cantiere. Anche per quanta riguarda la gestione dell'emergenza i lavoratori designati saranno opportunamente addestrati.

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11. Notifica preliminare

A norma dell'art. 11 comma 1 del D.Lgs. 494/96 e ss.mm.ii. il Committente o il Responsabile dei Iavori deve inoltrare all'Azienda Unita Sanitaria Locale ed alla Direzione Provinciale del Lavoro territorialmente competenti, prima dell'inizio dei Iavori, la notifica preliminare elaborata conformemente all'allegato III utilizzando i dati generali riportati nella presente relazione integrandoli successivamente con quelli definiti in sede contrattuale o a seguito di variazioni intervenute durante I'esecuzione dei Iavori.

12. Note finali

La normativa prevede che le imprese al lavoro forniscano un Piano Operativo di Sicurezza esplicativo relativamente a tutte le informazioni di dettaglio circa la metodologia di lavoro nonché alle scelte effettuate in autonomia per il completo rispetto delle normative di sicurezza. Detto piano deve pertanto intendersi come un completamento del Piano di Sicurezza e Coordinamento ferma restando I'opera di controllo che deve essere esercitata dal Coordinatore in fase di esecuzione dell'opera. Appare pertanto condizione imprescindibile che i piani di sicurezza presentati siano allineati rispetto a quanta indicato dal D.P.R. 3 luglio n. 222 recante Regolamento sui contenuti minimi dei piani di sicurezza nei cantieri temporanei o mobili il quale costituisce preciso riferimento nella materia.

13. Allegati La documentazione in allegato risulta essere quella richiamata nei vari paragrafi.

II Coordinatore per la Sicurezza in fase di Progettazione

_______________________________

(Dott. Ing. )

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PRPG-946

SCHEDE ASSOCIATE AL CANTIERE

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________________________________________________________________ Schede associate al cantiere

DEPOSITO DI CALATA CANZIO PPETROLIG S.r.l. GENOVA Intervento di spostamento e rilocazione zona banchine nel deposito ENI

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_____________________________________________________________________________ Schede associate al cantiere Fasi di lavoro previste ALLESTIMENTO DEL CANTIERE Attività di allestimento del cantiere comprendenti recinzione, predisposizione locali spogliatoi e servizi igienico- sociali, posa di cartellonistica, predisposizione presidio antincendio, approntamento allacci utenze in relazione al sito DEMOLIZIONI

Demolizioni in genere IMPIANTI ELETTRICI Esecuzione di impianti elettrici IMPIANT! IDRICI Esecuzione di impiantistica idraulica IMPIANTI SANITARI Esecuzione impianti sanitari IMPIANTI TERMICI Esecuzione impianti termici INSTALLAZIONE INFISSI E SERRAMENTI Installazione di infissi, serramenti e parti vetrate. MONTAGGIO ELEMENTI IN CARPENTERIA METALLICA Montaggio di parti metalliche quali travi, colonne, telai, tamponamenti in lamiera grecata, ecc. MURATURE ED INTONACATURE

Attività tipiche relative all'innalzamento di murature in mattoni ed in genere ad interventi riferiti alle murature

OPERE DI FINITURA – VERNICIATURA Opere di finitura in genere ivi comprese le operazioni di verniciatura.

PAVIMENTAZIONI

Realizzazione di pavimenti in interni mediante getto di cls. PONTEGGIATURE

Predisposizione di ponteggiature e similari REALIZZAZIONE ELEMENTI IN CALCESTRUZZO E C.A.

Attività relative alla costruzione di elementi in calcestruzzo e c.a. SCAVI

Scavi realizzati a macchina ed a mano finalizzati ad interventi di varia natura SMONTAGGIO E RIMOZIONE INFISSI Insieme delle operazioni per /o smontaggio, al fine di consentirne il riutilizzo, di infissi e serramenti completi di telaio e controtelaio, e rimozione delle superfici vetrate. SMONTAGGIO ELEMENTI IN CARPENTERIA METALLICA Smontaggio con le dovute cautele, al fine di consentirne il riutilizzo, di parti metalliche quali travi, colonne, telai, controtelai, tamponamenti in lamiera grecata, ecc. TRASPORTI E SPOSTAMENTI Attivita riferibili al trasporto di materiali di risulta e/o rifiuti di cantiere e di materie prime o forniture di cantiere, nonché operazioni di spostamento delle parti smontate per il successivo riutulizzo.

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Schede associate al cantiere Fase di lavoro ALLESTIMENTO DEL CANTIERE Mansioni associate alla fase di Lavoro: OPERAIO POLIVALENTE Attrezzature associate alla fase di Lavoro: AUTOCARRO AUTOGRU AWITATORE ELETTRICO PONTEGGIO SVILUPPABILE (TRABATELLO) SMERIGLIATRICE PORTATILE (FLESSIBILE) TRAPANO ELETTRICO UTENSILI Prodotti chimici associati alla fase di Lavoro: Dispositivi di protezione individuale associati alla fase di Lavoro: CALZATURE DI SICUREZZA ELMETTO GUANTI DA LAVORO Pericoli associati alla fase di Lavoro: AREE E POSTI DI LAVORO ATTREZZI MANUALI CARICO DI LAVORO FISICO CLIMA ELETTRICI INCENDIO ED ESPLOSIONE POLVERI INERTI PRESENZA DI PIU’ IMPRESE NEL CANTIERE RUMORE TETANO

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Fase di lavoro DEMOLIZIONI Mansioni associate alla fase di Lavoro: ADDETTO MEZZI OPERATIVI OPERAIO POLIVALENTE Attrezzature associate alla fase di Lavoro: CANNELLO PER TAGLIO OSSIACETILENICO COMPRESSORE GAS TECNICI IN BOMBOLE MARTELLO DEMOLITORE ELETTRICO MARTELLO DEMOLITORE PNEUMATICO MINIESCAVATORE PALA MECCANICA PONTEGGIO SVILUPPABILE (TRABATELLO) SMERIGLIATRICE PORTATILE (FLESSIBILE) UTENSILI Prodotti chimici associati alla fase di Lavoro: Dispositivi di protezione individuale associati alla fase di Lavoro: CALZATURE DI SICUREZZA ELMETTO GUANTI DA LAVORO OCCHIALI ANTISCHEGGIA PROTETTORI AURICOLARI PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE Pericoli associati alla fase di Lavoro: AREE E POSTI DI LAVORO ATTREZZI MANUALI CARICO DI LAVORO FISICO CLIIMA DEMOLIZIONI ELETTRICI INCENDIO ED ESPLOSIONE POLVERI INERTI PRESENZA DI PIU' IMPRESE NEL CANTIERE RUMORE TETANO UTILIZZO ATTREZZATURE- MEZZI D’OPERA DI CANTIERE

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Fase di lavoro IMPIANTI ELETTRICI Mansioni associate alla fase di Lavoro: ELETTRICISTA Attrezzature associate alla fase di Lavoro: AWITATORE ELETTRICO TRAPANO ELETTRICO UTENSILI Prodotti chimici associati alla fase di Lavoro: Dispositivi di protezione individuale associati alla fase di Lavoro: CALZATURE DI SICUREZZA ELMETTO GUANTI DA LAVORO GUANTI ELETTRICAMENTE ISOLANTI PROTETTORI AURICOLARI Pericoli associati alla fase di Lavoro: AREE E POSTI DI LAVORO ATTREZZI MANUALI CADUTA DALL'ALTO ELETTRICI INCENDIO ED ESPLOSIONE PRESENZA DI PIU1 IMPRESE NEL CANTIERE RUMORE TETANO Fase di lavoro IMPIANTI IDRICI

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Mansioni associate alla fase di Lavoro: IDRAULICO Attrezzature associate alla fase di Lavoro: PONTEGGIO SVILUPPABILE (TRABATELLO) SMERIGLIATRICE PORTATILE (FLESSIBILE) TRAPANO ELETTRICO UTENSILI Prodotti chimici associati alla fase di Lavoro: MASTICI SIGILLANTI SILICONE Dispositivi di protezione individuale associati alla fase di Lavoro: CALZATURE DI SICUREZZA ELMETTO GUANTI DA LAVORO PROTETTORI AURICOLARI PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE Pericoli associati alla fase di Lavoro: AREE E POSTI DI LAVORO ATTREZZI MANUALI CADUTA DALL'ALTO CARICO DI LAVORO FISICO CHIMICI ELETTRICI INCENDIO ED ESPLOSIONE PRESENZA DI PIU’ IMPRESE NEL CANTIERE RUMORE TETANO UTILIZZO ATTREZZATURE- MEZZI D'OPERA DI CANTIERE Fase di lavoro IMPIANTI SANITARI

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Mansioni associate alla fase di Lavoro: IDRAULICO Attrezzature associate alla fase di Lavoro: SMERIGLIATRICE PORTATILE (FLESSIBILE) TRAPANO ELETTRICO UTENSILI Prodotti chimici associati alla fase di Lavoro: MASTICI SIGILLANTI SILICONE Dispositivi di protezione individuale associati alla fase di Lavoro: CALZATURE DI SICUREZZA ELMETTO GUANTI DA LAVORO PROTETTORI AURICOLARI PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE Pericoli associati alla fase di Lavoro: AREE E POSTI DI LAVORO ATTREZZI MANUALI CADUTA DALL'ALTO CARICO DI LAVORO FISICO CHIMICI ELETTRICI INCENDIO ED ESPLOSIONE PRESENZA DI PIU’ IMPRESE NEL CANTIERE RUMORE TETANO Fase di lavoro IMPIANTI TERMICI

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Mansioni associate alla fase di Lavoro: IMPIANTISTA TERMICO Attrezzature associate alla fase di Lavoro: AVVIATORE ELETTRICO SMERIGLIATRICE PORTATILE (FLESSIBILE) TRAPANO ELETTRICO UTENSILI Prodotti chimici associati alla fase di Lavoro: Dispositivi di protezione individuale associati alla fase di Lavoro: CALZATURE DI SICUREZZA ELMETTO GUANTI DA LAVORO PROTETTORI AURICOLARI Pericoli associati alla fase di Lavoro: AREE E POSTI DI LAVORO ATTREZZI MANUALI CADUTA DALL'ALTO CARICO DI LAVORO FISICO ELETTRICI INCENDIO ED ESPLOSIONE PRESENZA DI PIU’ IMPRESE NEL CANTIERE RUMORE TETANO UTILIZZO ATTREZZATURE- MEZZI D'OPERA DI CANTIERE Fase di lavoro INSTALLAZIONE INFISSI E SERRAMENTI

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Mansioni associate alla fase di Lavoro: CARPENTIERE OPERAIO POLIVALENTE SERRAMENTISTA Attrezzature associate alla fase di Lavoro: CANNELLO PER SALDATURA OSSIACETILENICA CANNELLO PER TAGLIO OSSIACETILENICO GAS TECNICI IN BOMBOLE PONTEGGIO SVILUPPABILE (TRABATELLO) SALDATRICE ELETTRICA SEGA A DISCO PER METALLI SMERIGLIATRICE PORTATILE (FLESSIBILE) TRAPANO ELETTRICO UTENSILI Prodotti chimici associati alla fase di Lavoro: SILICONE Dispositivi di protezione individuale associati alla fase di Lavoro: SET INDUMENTI SPECIFICI PER LA SALDATURA OCCHIALI ANTI U.V. OCCHIALI ANTISCHEGGIA PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE CALZATURE DI SICUREZZA ELMETTO GUANTI DA LAVORO PROTETTORI AURICOLARI Pericoli associati alla fase di Lavoro: AREE E POSTI DI LAVORO ATTREZZI MANUALI CADUTA DALL'ALTO CARICO DI LAVORO FISICO ELETTRICI INCENDIO ED ESPLOSIONE CHIMICI CLIMA PRESENZA DI PIU’ IMPRESE NEL CANTIERE RUMORE TETANO UTILIZZO ATTREZZATURE- MEZZI D'OPERA DI CANTIERE UTILIZZO GAS TECNICI Fase di lavoro MONTAGGIO ELEMENTI IN CARPENTERIA METALLICA Mansioni associate alla fase di Lavoro:

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CARPENTIERE OPERAIO POLIVALENTE Attrezzature associate alla fase di Lavoro: CANNELLO PER TAGLIO OSSIACETILENICO GAS TECNICI IN BOMBOLE PONTEGGIO SVILUPPABILE (TRABATELLO) SALDATRICE ELETTRICA SEGA A DISCO PER METALLI SMERIGLIATRICE PORTATILE (FLESSIBILE) TRAPANO ELETTRICO UTENSILI Prodotti chimici associati alla fase di Lavoro: Dispositivi di protezione individuale associati alla fase di Lavoro: SET INDUMENTI SPECIFICI PER LA SALDATURA OCCHIALI ANTI U.V. OCCHIALI ANTISCHEGGIA PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE CALZATURE DI SICUREZZA ELMETTO GUANTI DA LAVORO PROTETTORI AURICOLARI Pericoli associati alla fase di Lavoro: AREE E POSTI DI LAVORO ATTREZZI MANUALI CADUTA DALL'ALTO CARICO DI LAVORO FISICO ELETTRICI INCENDIO ED ESPLOSIONE POLVERI INERTI PRESENZA DI PIU’ IMPRESE NEL CANTIERE RADIAZIONI NON IONIZZANTI RUMORE TETANO UTILIZZO ATTREZZATURE- MEZZI D'OPERA DI CANTIERE UTILIZZO GAS TECNICI Fase di lavoro MURATURE ED INTONACATURE Mansioni associate alla fase di Lavoro:

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MURATORE OPERAIO POLIVALENTE Attrezzature associate alla fase di Lavoro: BETONIERA A BICCHIERE UTENSILI Prodotti chimici associati alla fase di Lavoro: CALCE CEMENTO Dispositivi di protezione individuale associati alla fase di Lavoro: CALZATURE DI SICUREZZA ELMETTO GUANTI DA LAVORO PROTETTORI AURICOLARI PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE Pericoli associati alla fase di Lavoro: AREE E POSTI DI LAVORO ATTREZZI MANUALI CADUTA DALL'ALTO CARICO DI LAVORO FISICO ELETTRICI INCENDIO ED ESPLOSIONE POLVERI INERTI CHIMICI CLIMA PRESENZA DI PIU’ IMPRESE NEL CANTIERE RUMORE TETANO UTILIZZO ATTREZZATURE- MEZZI D'OPERA DI CANTIERE Fase di lavoro OPERE DI FINITURA - VERNICIATURA Mansioni associate alla fase di Lavoro:

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MURATORE OPERAIO POLIVALENTE Attrezzature associate alla fase di Lavoro: UTENSILI Prodotti chimici associati alla fase di Lavoro: ANTIRUGGINE SILICONE SOLVENTI VERNICI – PITTURE PER INTERNI ED ESTERNI Dispositivi di protezione individuale associati alla fase di Lavoro: CALZATURE DI SICUREZZA ELMETTO GUANTI DA LAVORO GUANTI IN GOMMA PROTETTORI AURICOLARI PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE Pericoli associati alla fase di Lavoro: AREE E POSTI DI LAVORO ATTREZZI MANUALI CADUTA DALL'ALTO ELETTRICI INCENDIO ED ESPLOSIONE CHIMICI CLIMA PRESENZA DI PIU’ IMPRESE NEL CANTIERE RUMORE TETANO Fase di lavoro PAVIMENTAZIONI Mansioni associate alla fase di Lavoro:

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OPERAIO POLIVALENTE PAVIMENTISTA Attrezzature associate alla fase di Lavoro: AUTOBETONIERA LIVELLATRICE AD ELICA (ELICOTTERO) POMPA PER CLS UTENSILI VIBRATORE ELETTRICO PER CALCESTRUZZO Prodotti chimici associati alla fase di Lavoro: CALCE CEMENTO INDURITORI, SPIANANTI, TURAPORI E ANTIPOLVERE Dispositivi di protezione individuale associati alla fase di Lavoro: CALZATURE DI SICUREZZA ELMETTO GUANTI DA LAVORO GUANTI IN GOMMA OCCHIALI ANTISCHIZZO PROTETTORI AURICOLARI PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE Pericoli associati alla fase di Lavoro: ELETTRICI INCENDIO ED ESPLOSIONE POLVERI INERTI PRESENZA DI PIU’ IMPRESE NEL CANTIERE RUMORE TETANO UTILIZZO ATTREZZATURE- MEZZI D'OPERA DI CANTIERE AREE E POSTI DI LAVORO ATTREZZI MANUALI CARICO DI LAVORO FISICO CHIMICI Fase di lavoro PONTEGGIATURE Mansioni associate alla fase di Lavoro: PONTEGGIATORE

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Attrezzature associate alla fase di Lavoro: UTENSILI Prodotti chimici associati alla fase di Lavoro: Dispositivi di protezione individuale associati alla fase di Lavoro: CALZATURE DI SICUREZZA ELMETTO GUANTI DA LAVORO IMBRACATURE DI SICUREZZA Pericoli associati alla fase di Lavoro: AREE E POSTI DI LAVORO ATTREZZI MANUALI CADUTA DALL'ALTO CARICO DI LAVORO FISICO ELETTRICI CLIMA INCENDIO ED ESPLOSIONE POLVERI INERTI CHIMICI PRESENZA DI PIU’ IMPRESE NEL CANTIERE RUMORE TETANO Fase di lavoro REALIZZAZIONE ELEMENTI IN CALCESTRUZZO E C.A. Mansioni associate alla fase di Lavoro: OPERAIO POLIVALENTE

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Attrezzature associate alla fase di Lavoro: AUTOBETONIERA BETONIERA A BICCHIERE PONTEGGIO SVILUPPABILE (TRABATELLO) SEGA CIRCOLARE SMERIGLIATRICE PORTATILE (FLESSIBILE) TRANCIA FERRI E TRONCATRICE UTENSILI Prodotti chimici associati alla fase di Lavoro: CEMENTO Dispositivi di protezione individuale associati alla fase di Lavoro: CALZATURE DI SICUREZZA ELMETTO GUANTI DA LAVORO OCCHIALI ANTISCHIZZO PROTETTORI AURICOLARI PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE Pericoli associati alla fase di Lavoro: AREE E POSTI DI LAVORO ATTREZZI MANUALI CADUTA DALL'ALTO CARICO DI LAVORO FISICO ELETTRICI INCENDIO ED ESPLOSIONE POLVERI INERTI CHIMICI PRESENZA DI PIU’ IMPRESE NEL CANTIERE RUMORE TETANO UTILIZZO ATTREZZATURE- MEZZI D'OPERA DI CANTIERE Fase di lavoro SCAVI Mansioni associate alla fase di Lavoro: OPERAIO POLIVALENTE

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ADDETTO MEZZI OPERATIVI Attrezzature associate alla fase di Lavoro: ESCAVATORE MINIESCAVATORE TAGLIA ASFALTO A DISCO TAGLIA ASFALTO A MARTELLO UTENSILI Prodotti chimici associati alla fase di Lavoro: Dispositivi di protezione individuale associati alla fase di Lavoro: CALZATURE DI SICUREZZA ELMETTO GUANTI DA LAVORO PROTETTORI AURICOLARI PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE Pericoli associati alla fase di Lavoro: AREE E POSTI DI LAVORO ATTREZZI MANUALI CARICO DI LAVORO FISICO CLIMA ELETTRICI INCENDIO ED ESPLOSIONE POLVERI INERTI PRESENZA DI PIU’ IMPRESE NEL CANTIERE RUMORE SCAVI TETANO UTILIZZO ATTREZZATURE- MEZZI D'OPERA DI CANTIERE Fase di lavoro SMONTAGGIO E RIMOZIONE INFISSI Mansioni associate alla fase di Lavoro: SERRAMENTISTA

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OPERAIO POLIVALENTE Attrezzature associate alla fase di Lavoro: CANNELLO PER TAGLIO OSSIACETILENICO GAS TECNICI IN BOMBOLE MARTELLO DEMOLITORE ELETTRICO PONTEGGIO SVILUPPABILE (TRABATELLO) SMERIGLIATRICE PORTATILE (FLESSIBILE) TRAPANO ELETTRICO UTENSILI Prodotti chimici associati alla fase di Lavoro: Dispositivi di protezione individuale associati alla fase di Lavoro: SET INDUMENTI SPECIFICI PER LA SALDATURA OCCHIALI ANTISCHEGGIA PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE CALZATURE DI SICUREZZA ELMETTO GUANTI DA LAVORO PROTETTORI AURICOLARI Pericoli associati alla fase di Lavoro: AREE E POSTI DI LAVORO ATTREZZI MANUALI CADUTA DALL'ALTO CARICO DI LAVORO FISICO CLIMA ELETTRICI INCENDIO ED ESPLOSIONE POLVERI INERTI PRESENZA DI PIU’ IMPRESE NEL CANTIERE RADIAZIONI NON IONIZZANTI RUMORE TETANO UTILIZZO ATTREZZATURE- MEZZI D'OPERA DI CANTIERE UTILIZZO GAS TECNICI Fase di lavoro SMONTAGGIO ELEMENTI IN CARPENTERIA METALLICA Mansioni associate alla fase di Lavoro: CARPENTIERE OPERAIO POLIVALENTE

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Attrezzature associate alla fase di Lavoro: CANNELLO PER TAGLIO OSSIACETILENICO GAS TECNICI IN BOMBOLE PONTEGGIO SVILUPPABILE (TRABATELLO) SEGA A DISCO PER METALLI SMERIGLIATRICE PORTATILE (FLESSIBILE) TRAPANO ELETTRICO UTENSILI Prodotti chimici associati alla fase di Lavoro: Dispositivi di protezione individuale associati alla fase di Lavoro: SET INDUMENTI SPECIFICI PER LA SALDATURA OCCHIALI ANTISCHEGGIA PROTETTORI AURICOLARI PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE CALZATURE DI SICUREZZA ELMETTO GUANTI DA LAVORO Pericoli associati alla fase di Lavoro: AREE E POSTI DI LAVORO ATTREZZI MANUALI CADUTA DALL'ALTO CARICO DI LAVORO FISICO CLIMA ELETTRICI INCENDIO ED ESPLOSIONE POLVERI INERTI PRESENZA DI PIU’ IMPRESE NEL CANTIERE RUMORE TETANO UTILIZZO ATTREZZATURE- MEZZI D'OPERA DI CANTIERE UTILIZZO GAS TECNICI Fase di lavoro TRASPORTI E SPOSTAMENTI Mansioni associate alla fase di Lavoro: MANOVALE OPERAIO POLIVALENTE

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Attrezzature associate alla fase di Lavoro: AUTOCARRO CARRELLO ELEVATORE TRANSPALLET UTENSILI Prodotti chimici associati alla fase di Lavoro: Dispositivi di protezione individuale associati alla fase di Lavoro: CALZATURE DI SICUREZZA ELMETTO GUANTI DA LAVORO PROTETTORI AURICOLARI PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE Pericoli associati alla fase di Lavoro: AREE E POSTI DI LAVORO ATTREZZI MANUALI CARICO DI LAVORO FISICO CLIMA ELETTRICI INCENDIO ED ESPLOSIONE PRESENZA DI PIU’ IMPRESE NEL CANTIERE RUMORE TETANO UTILIZZO ATTREZZATURE- MEZZI D'OPERA DI CANTIERE _ _______________________________________________________________________________ Schede associate al cantiere Allegato mansioni ADDETTO MEZZI OPERATIVI

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ADDETTO A: CONDUZIONE MEZZI OPERATIVI DI DIVERSA NATURA

CARPENTIERE

ADDETTO A: INTERVENTI DI MONTAGGIO E SMONTAGGIO CARPENTERIE

ELETTRICISTA

ADDETTO A: REALIZZAZIONE DELL'IMPIANTO ELETTRICO

IDRAULICO

ADDETTO A: INSTALLAZIONEIMPIANTIIDRICI

IMPIANTISTATERMICO

ADDETTO A: INSTALLAZIONE DELL'IMPIANTO TERMICO

MANOVALE

ADDETTO A: ATTIVITA' VARIE DI MANOVALANZA

MURATORE

Addetto a: preparazione di malte cementizie; realizzazione di tamponamenti e costruzioni varie

OPERAIO POLIVALENTE

ADDETTO MULTIFUNZIONE PAVIMENTISTA

addetto a: preparazione delle malte e delle colle; taglio e posa in opera di piastrelle per pavimenti; taglio e posa in opera di soglie, davanzali, piastrelle e manufatti vari in materiali lapidei;

PONTEGGIATORE

Addetto a: installazione ponteggiature

SERRAMENTISTA

Addetto a: montaggio dei serramenti in metallo. legno comprese attività di adattamento in loco

________________________________________________________________________________ Schede associate al cantiere Allegato Attrezzature utilizzate AUTOBETONIERA

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AUTOCARRO AUTOGRU AWITATORE ELETTRICO BETONIERA A BICCHIERE CANNELLO PER SALDATURA OSSIACETILENICA CANNELLO PER TAGLIO OSSIACETILENICO CARRELLO ELEVATORE COMPRESSORE ESCAVATORE GAS TECNICI IN BOMBOLE LIVELLATRICE AD ELICA (ELICOTTERO) MARTELLO DEMOLITORE ELETTRICO MARTELLO DEMOLITORE PNEUMATICO MINIESCAVATORE PALA MECCANICA POMPA PER CLS PONTEGGIO SVILUPPABILE (TRABATELLO) SALDATRICE ELETTRICA SEGA A DISCO PER METALLI SEGA CIRCOLARE SMERIGLIATRICE PORTATILE (FLESSIBILE) TAGLIA ASFALTO A DISCO TAGLIA ASFALTO A MARTELLO TRANCIA FERRI E TRONCATRICE TRANSPALLET TRAPANO ELETTRICO UTENSILI VIBRATORE ELETTRICO PER CALCESTRUZZO ___________________________________________________________________________ Schede associate al cantiere Allegato sostanze e preparati pericolosi ANTIRUGGINE

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CALCE CEMENTO INDURITORI, SPIANANTI, TURAPORI E ANTIPOLVERE MASTICI SIGILLANTI SILICONE SOLVENTI VERNICI – PITTURE PER INTERNI ED ESTERNI ___________________________________________________________________________ Schede associate al cantiere Allegato D.P.I. CALZATURE Dl SICUREZZA

Calzatura realizzata secondo le specifiche dettate dalla norma europea EN 345

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dotata di punta rinforzata con un puntale d'acciaio ed avente la suola realizzata con material! antistatici e lamina imperforabile

ELMETTO

Elmetto di protezione per il capo conforme alla norma europea EN 397 GUANTI DA LAVORO

Guanti per la protezione meccanica conformi alla norma europea EN 420 e EN 388 GUANTI ELETTRICAMENTE ISOLANTI

Guanti per la protezione elettrica conformi alla norma europea EN 420 e EN 60903 GUANTI IN GOMMA

Guanti per la protezione da microrganismi conformi alla norma europea EN 420 e EN 374.1, EN 374.2, EN 374.3, EN 374.4, EN 374.5

IMBRACATURE DI SICUREZZA

Imbracature anticaduta con punto di ancoraggio dorsale e/o sternale con o senza cintura di posizionamento sul lavoro

OCCHIALIANTI U.V.

Occhiali per la protezione oculare per saldatore conformi alla normativa europea EN 166 OCCHIALI ANTISCHEGGIA

Occhiali per la protezione oculare contro la proiezione di schegge o frammenti conformi alla normativa europea EN 166

OCCHIALI ANTISCHIZZO

Occhiali per la protezione oculare contro schizzi di liquidi conformi alla normativa europea EN 166 PROTETTORI AURICOLARI

Cuffie o inserti auricolari conformi alle normative europee EN 352-1 o EB 352-2 PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE SET INDUMENTI SPECIFICI PER LA SALDATURA

Set di indumenti per la protezione completa nelle attività di saldatura ________________________________________________________________________________ Schede associate al cantiere Allegato pericoli per la salute CARICO Dl LAVORO FISICO

Movimentazione manuale di carichi pesanti, frequenti necessita di piegamenti; posizioni di lavoro disagiate che costringono a sforzi muscolari intensi

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Rimedio In conformità ai disposti del D.Lgs. 626/94 il datore di lavoro deve provvedere a meccanizzare per quanta possibile I'attività al fine di ridurre lo sforzo fisico dei lavoratori. Gli stessi dovranno essere sottoposti a sorveglianza sanitaria e correttamente informati e formati sui rischi connessi con I'attività. Dovranno essere inoltre adottate tutte le misure organizzative attuabili.

CHIMICI

Utilizzo di sostanze e/o preparati pericolosi anche sotto forma di polveri, fumi e vapori (vernici, malte, calcestruzzi, oli disarmanti, collanti, adesivi, lana di vetro e di roccia, sigillanti, acidi, fumi di saldatura, addittivi del cemento

Rimedio Si evidenziano rischi chimici nel momento in cui gli operatori vengono a contatto con sostanze, prodotti e/o preparati pericolosi nonché fumi e polveri conseguenti all'attività svolta (es.: silice, fibre minerali artificiali, polvere di legno, cemento, adesivi, addittivi, prodotti per pulizia e restauro, insetticidi e infunghicidi, vernici e solventi ecc).

Devono essere rese disponibili le schede di sicurezza per ciascun prodotto pericoloso utilizzato nell'ambito del cantiere e resi edotti i lavoratori sul contenuto delle medesime con particolare riferimento a: - condizioni ambientali per utilizzare il prodotto - modalità d'uso - utilizzo dei Dispositivi di Protezione Individuali (D.P.I.) in esse raccomandati - corrette modalità di intervento in caso di emergenza - predisposizione della sorveglianza sanitaria in riferimento ai disposti di legge vigenti Per quanta riguarda le polveri, fumi e vapori occorre provvedere alla captazione vicino al punto di produzione se I'attività viene svolta in ambienti con scarsa ventilazione naturale. Devono, inoltre, essere adottati appropriati accorgimenti tecnici al fine di limitare la diffusione e comportamentali per limitare I'esposizione.

CLIMA

Condizioni climatiche sfavorevoli Effetti: malattie da raffreddamento, eccessiva sudorazione con perdite di sali, disidratazione

Rimedio I lavoratori devono indossare adeguati indumenti in relazione alle condizioni climatiche Durante il periodo estivo occorre limitare il più possibile I'esposizione solare indossando indumenti adeguati a proteggere il corpo con particolare riferimento al capo.

POLVERI INERTI

Operazioni di: demolizione, svuotamento manuale dei sacchi di cemento, preparazione intonaci, taglio di materiali a secco e saldatura

Rimedio Occorre mantenere, quando possibile, inumiditi i materiali che generano poiverosità in particolare nelle operazioni di demolizione, posizionandosi, se consentito, sopra vento. Nei casi particolarmente critici dovranno essere utilizzate maschere antipolvere. Per quanto riguarda gli aspetti sanitari occorre un controllo periodico, stabilito a cura del medico competente, con esami specifici atti a controllare la capacita polmonare.

RADIAZIONI NON IONIZZANTI

Esposizione a radiazioni non ionizzanti nelle operazioni di saldatura, nell'esposizione a raggi solari nonché in presenza di campi elettromagnetici

Rimedio Le operazioni di saldatura devono essere eseguite per quanto possibile in modo da non diffondere indebitamente le radiazioni non ionizzanti. Gli operatori devono indossare opportuni D.P.I, ed essere sottoposti a sorveglianza sanitaria, nonche informati e formati opportunamente.

RUMORE

Lavorazioni con macchinari, impianti ed attrezzature rumorose Rimedio al cantiere La problematica del rumore deve essere affrontata secondo i disposti del D.lgs 277791 - Capo IV recante "Protezione dei lavoratori contro i rischi di esposizione al rumore durante il lavoro" In relazione alla fascia di rischio individuata per le singole mansioni operanti nell'ambito del cantiere occorre attenersi alle disposizioni più sopra richiamate che prevedono quanta segue: - eliminazione e/o riduzione della rumorosità alla fonte, intervenendo, per quanta tecnologicamente consolidato, direttamente

sulla sorgente di rumore;

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- informazione e formazione dei lavoratori esposti (ex art. 42). Nelle attività che comportano un valore dell'esposizione quotidiana personale di un lavoratore al rumore superiore a 80 dB(A), il datore di lavoro provvede a che i lavoratori ovvero i loro rappresentanti vengano informati su:

a) i rischi derivanti all'udito dall'esposizione al rumore; b) le misure adottate in applicazione delle presenti norme; c) le misure di protezione a cui i lavoratori debbono conformarsi; d) la funzione dei mezzi individuali di protezione, le circostanze in cui ne e previsto I'uso e le modalità a norma dell'art. 43: e) il significato ed il ruolo del controllo sanitario di cui all'art. 44 per mezzo del medico competente; f) I risultati ed il significato della valutazione di cui all'art. 40.

Se le suddette attività comportano un valore dell'esposizione quotidiana personale al rumore superiore a 85 dB(A), il datore di lavoro provvede a che i lavoratori ricevano altresì un'adeguata formazione su:

a) I'uso corretto dei mezzi individuali di protezione dell'udito; b) I'uso corretto, ai fini della riduzione ai minimo dei rischi per I'udito, degli utensili, macchine, apparecchiature che, utilizzati in modo continuativo, producono un'esposizione quotidiana personale di un lavoratore al rumore pari o superiore a 85 <JB(A). - uso dei mezzi individuali di protezione dell'udito (ex art. 43) II datore di lavoro fornisce i mezzi individuali di protezione dell'udito a tutti i lavoratori la cui esposizione quotidiana personale possa verosimilmente superare 85 dB(A). I mezzi individuali di protezione dell'udito sono adattati al singolo lavoratore ed alle sue condizioni di lavoro, tenendo conto della sicurezza e della salute. I mezzi individuali di protezione dell'udito sono considerati adeguati ai fini delle presenti norme se, correttamente usati, mantengono un livello di rischio uguale od inferiore a quello derivante da un'esposizione quotidiana personale di 90 dB(A). Fatto salvo quanta disposto dall'art. 41 - comma 1, i lavoratori la cui esposizione quotidiana personale supera 90 dB(A) devono utilizzare i mezzi individuali di protezione dell'udito fornitigli dal datore di lavoro Se I'applicazione delle misure di cui al comma 4 comporta rischio di incidente, a questo deve ovviarsi con mezzi appropriati. I lavoratori ovvero i loro rappresentanti sono consultati per la scelta dei modelli dei mezzi di cui al comma 1 - controllo sanitario (ex art. 44) I lavoratori la cui esposizione quotidiana personale al rumore supera 85 dB(A), indipendentemente dall'uso di mezzi individuali di protezione sono sottoposti a controllo sanitario.

Detto controllo comprende: a) una visita medica preventiva, integrata da un esame della funzione uditiva eseguita nell'osservanza dei criteri riportati

nell'allegato VII, per accertare I'assenza di controindicazioni al lavoro specifico ai fini della valutazione dell'idoneità dei lavoratori: b) visite mediche periodiche, integrate dall'esame della funzione uditiva, per controllare lo stato di salute dei lavoratori ed

esprimere il giudizio di idoneità. Esse devono tenere conto, oltre che dell'esposizione, anche della sensibilità acustica individuate. La prima di tali visite e effettuata non oltre un anno dopo la visita preventiva.

La frequenza delle visite successive e stabilita dal medico competente. Gli intervalli non possono essere comunque superiori a due anni per lavoratori la cui esposizione quotidiana personale non supera 90 dB(A) e ad un anno nei casi di esposizione quotidiana personale superiore a 90 dB(A), di cui agli articoli 43 e 47. II controllo sanitario e esteso ai lavoratori la cui esposizione quotidiana personale sia compresa tra 80 dB(A) e 85 dB(A) qualora i lavoratori interessati ne facciano richiesta e il medico competente ne confermi I'opportunità, anche al fine di individuare eventuali extrauditivi. II datore di lavoro, in conformità al parere del medico competente, adotta misure preventive e protettive per singoli lavoratori, al fine di favorire il recupero audiologico. Tali misure possono comprendere la riduzione dell'esposizione quotidiana personale del lavoratore, conseguita mediante opportune misure organizzative.

TETANO

Contatto con terriccio e materiali sporchi (es. chiodi) Rimedio Tutti i lavoratori devono essere sottoposti a vaccinazione antitetanica.

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________________________________________________________________________________ Schede associate al cantiere Allegato pericoli per la sicurezza AREE E POSTI Dl LAVORO

Rischi relativi alla sistemazione del cantiere, delle aree operative e delle aree di transito

Rimedio

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E' obbligatorio predisporre idonea segnaletica di sicurezza sia diurna che notturna; vietare I'avvicinamento, la sosta ed il transito delle persone non addette mediante avvisi e sbarramenti (D.P.R. 164/56 art. 9). In particolare la segnaletica deve essere conforme al D.Lgs. 493/96 ed essere collocata nei punti ove occorra richiamare I'attenzione dei lavoratori e di persone che a vario titolo intervengano in cantiere. Quando I'esecuzione dei lavori avviene in centra abitato e obbligatorio rispettare le fasce orarie di silenzio imposte dai regolamenti locali chiedendo, se del caso, le prescritte deroghe al Sindaco. Nei lavori che interessano le sedi stradali devono essere osservate le disposizioni del Codice della Strada nonché quelle specifiche applicabili. Prima dell'inizio dei lavori e necessario recintare I'area operativa per evitare che persone estranee vi possano accedere e collocare sugli accessi una appropriata segnaletica che richiami il divieto di accesso alle persone non autorizzate; gli accessi devono inoltre potersi chiudere quando possibile con catena e lucchetto o normale serratura a chiave. In posizione visibile deve essere collocato il cartello di cantiere indicante le informazioni richieste dalle normative e/o disposizioni comunali. Occorre rendere disponibile nell'ambito del cantiere tutta la documentazione tecnica prevista dalle diverse disposizioni di legge. Riveste particolare importanza I'organizzazione delle aree operative, degli spazi liberi, degli ingombri, della disposizione ordinata del materiale e delle attrezzature strettamente necessarie per poter effettuare con sicurezza gli spostamenti sul piano di lavoro senza provocare I'ingombro dello stesso, con particolare riferimento alle sostanze pericolose. Occorre inoltre valutare le possibili interferenze delle operazioni di cantiere con le linee elettriche ed altri reti o impianti di servizi generali sia pubblici sia privati. Devono inoltre essere realizzati e disciplinati correttamente gli accessi e le vie di transito al fine di consentire una agevole circolazione di uomini e mezzi. Durante i lavori deve essere assicurata nei cantieri la viabilità delle persone e dei veicoli. Le rampe di accesso al fondo degli scavi di splateamento o di sbancamento devono avere una carreggiata solida, atta a resistere al transito dei mezzi di trasporto di cui e previsto I'impiego, ed una pendenza adeguata alla possibilità dei mezzi stessi. La larghezza delle rampe deve essere tale da consentire un franco di almeno 70 cm, oltre la sagoma d'ingombro del veicolo. Qualora nei tratti lunghi il franco venga limitato ad un solo lato, devono essere realizzate piazzuole o nicchie di rifugio ad intervalli non superiori a 20 m. lungo I'altro lato. I viottoli e le scale con gradini ricavate nei terreno o nella roccia devono essere provvisti di parapetto nei tratti prospicienti il vuoto quando il dislivello superi i 2 m. Le alzate dei gradini ricavati in terreno friabile devono essere sostenuti, ove occorra, con tavole e paletti robusti. Alle vie di accesso ed ai punti pericolosi non proteggibili devono essere apposte segnalazioni opportune e devono essere adottate le disposizioni necessarie per evitare la caduta di gravi dal terreno a monte dei posti di lavoro. II Datore di Lavoro deve fornire ai lavoratori mezzi e D.P.I, adeguati. II Responsabile di cantiere ne verifica I'adeguatezza coinvolgendo i lavoratori o loro rappresentanti e ne sorveglia il corretto utilizzo.

SERVIZI SANITARI ED IGIENICO ASSISTENZIALI

Fermo restando quanto disposto dal D.P.R. 320/56, recante disposizioni specifiche per lavori in sotterraneo, devono essere osservate le norme del D.P.R. 303/56 cap. Ill e IV cosi come aggiornati dal D.Lgs. 626/94. II D.P.R. 303/56 definisce le caratteristiche dei servizi sanitari ed igienico assistenziali che devono essere predisposti. In dettaglio gli articoli di interesse sono i seguenti: Pronto soccorso - art. 27 Pacchetto di medicazione - art. 28 Cassetta di pronto soccorso - art. 29 Camera di medicazione - art. 30 Docce e lavabi - art. 37 Gabinetti e lavabi - art. 39 Spogliatoi ed armadi per il vestiario - art. 40 Refettorio - art. 41 Locali di ricovero e riposo - art. 43 Dormitori stabili - art. 44 Dormitori di fortuna - art.45 Dormitori temporanei - art. 46 Pulizia delle installazioni igienico assistenziali - art. 47

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II dettaglio dei presidi sanitari obbligatori e definito puntualmente dal D.M. 28-7-1958) ATTREZZI MANUALI

Utilizzo di attrezzi manuali

Rimedio Gli attrezzi manuali devono essere idonei al tipo di lavoro che deve essere svolto e devono essere mantenuti in perfetta efficienza, puliti adeguatamente ed accuratamente riposti. Gli operatori devono utilizzare D.P.L adeguati in relazione all'attività ed al tipo di attrezzo ed avere una corretta informazione e formazione.

CADUTA DALL'ALTO

Lavori eseguiti in quota con I'ausilio di: scale a mano, ponteggi, ponti su cavalletti, trabattelli, impalcati ecc.

Rimedio Prima dell'inizio di lavori che comportino operatività ad una quota superiore a m. 2 e obbligatorio adottare adeguate precauzioni, impalcature regolamentari, ponteggi e opere provvisionali atte ad eliminare i pericoli di caduta di persone e/o cose. In particolare i parapetti dovranno avere corrimano posto ad altezza di m 1 dal piano di calpestio, un corrente intermedio tale da non determinare varchi superiori a cm 60 e da una tavola fermapiede di altezza non inferiore a cm 20.; tale precauzione e da adottare anche nel caso di varchi nelle pareti e/o nei solai o di piattaforme se non diversamente protette (difesa delle aperture) e nel caso di protezione di scale in muratura in costruzione unitamente a tavolati dotati di listelli per il transito sulle rampe delle stesse. Le aperture esistenti nel suolo o nel pavimento dei luoghi o degli ambienti di lavoro o di passaggio, comprese le fosse e i pozzi, devono essere provvisti di solide coperture o di parapetti normali, atti ad impedire la caduta di persone. Quando dette misure non siano attuabili, le aperture devono essere munite di apposite segnalazioni di pericolo. E' obbligatorio I'uso di scale a mano, scale doppie, scale fisse a pioli, ponti su ruote a torre (trabatelli), ponti su cavalletti, ponteggi, ponti a sbalzo, impalcati, andatoie e passerelle, cinture di sicurezza anticaduta regolamentari.

SCALE A MANO

Le scale a mano devono essere del tipo a pioli incastrati ai montanti con tiranti in ferro sotto i due pioli estremi e disposti con vincoli che non consentano lo slittamento e lo scivolamento; quando hanno una lunghezza superiore a m 4 deve essere applicato un tirante intermedio. Inoltre devono essere dotate di piedini in gomma antiscivolamento. E' vietato I'uso di scale in legno con listelli chiodati sui montanti. La scala a mano deve essere fissata o trattenuta al piede da altro lavoratore e deve sopravanzare di almeno m 1 il piano superiore di appoggio.

SCALE DOPPIE

Le scale doppie non possono superare i m 5 rispetto al piano di calpestio e devono essere provviste di catena di adeguata resistenza o altro tipo di dispositivo che impedisca I'apertura della scala oltre il limite prestabilito di sicurezza.

SCALE FISSEAPIOLI

Le scale fisse a pioli di altezza superiore a m 5 fissate su pareti o incastellature verticali o aventi una inclinazione superiore a gradi 75 devono essere provviste, a partire da m 2.5 da pavimento o dai ripiani di una solida gabbia metallica di protezione avente maglie o aperture di ampiezza tale da impedire la caduta della persona verso I'esterno. La parete della gabbia opposta al piano dei pioli non deve distare da questi più di cm 60. I pioli devono distare almeno cm 15 dalla parete alla quale sono applicati o alla quale e fissata la scala. nel caso di altezza superiore a m 5 si dovrà interrompere la scala con apposito pianerottolo ogni m 5. Nel piano di sosta le scale dovranno essere sfalsate.

Durante lo svolgimento delle fasi di lavoro su scale gli utensili e le attrezzature non utilizzate devono essere custodite in guaine o assicurate in modo da impedirne la caduta.

PONTI SU RUOTE A TORRE (TRABATTELLI)

E' obbligatorio utilizzare i ponti su ruote a torre (trabattelli) con ruote bloccate durante le operazioni di lavoro in altezza ed in particolare evitare spostamenti con personale a bordo e/o in condizioni di sovraccarico. I ponti su ruote a torre devono essere usati esclusivamente per I'altezza per cui sono stati progettati, senza aggiunta di sovrastrutture. I ponti su ruote devono essere ancorati alla costruzione almeno ogni due piani.

PONTI SU CAVALLETTI

I ponti su cavalletti, anche se dotati di parapetti, non possono avere altezza superiore a m 2 e non devono essere montati su impalcati di ponteggi esterni. I piedi degli stessi, oltre ad essere irrigiditi mediante tiranti normali e diagonali, devono poggiare sempre su pavimento solido e ben livellato. La distanza massima tra due cavalletti consecutivi pub essere di m 3.60 quando si usino tavole con sezione trasversale di cm 30 x 5 di lunghezza pari a m 4.

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Quando si usino tavole di dimensioni trasversali minori devono appoggiare su tre cavalletti. La larghezza dell'impalcato non deve essere inferiore a cm 90 con tavole bene accostate tra loro, con parti a sbalzo non superiori a cm 20, fissate ai cavalletti di appoggio. E' fatto divieto di usare ponti su cavalletti sovrapposti ed usare come montanti le scale a pioli. PONTEGGI Per quanto attiene ai ponteggi e obbligatorio utilizzare esclusivamente ponteggi metallici (telai prefabbricati o tubi e giunti) in possesso di copia conforme della autorizzazione ministeriale comprensiva di istruzioni e schemi tipo da conservare in cantiere; per ponteggi di altezza superiore a m 20 rispetto al piano di calpestio o sono realizzati al di fuori degli schemi di montaggio di cui al libretto (relazione tecnica) o sono soggetti a sovraccarichi superiori a quelli previsti o sono realizzati con diverse tipologie di ponteggi, deve essere redatto specifico progetto corredato di disegni e calcoli firmato da ingegnere o architetto abilitato. I ponteggi devono essere installati a mezzo di idonee basette su terreno adeguatamente costipato e livellato, e, se necessario, occorre predisporre al suolo tavole di ripartizione del carico; deve inoltre essere effettuata una verifica statica in modo da garantire condizioni di sicurezza. I montanti devono essere verticali e gli intavolati orizzontali; se la base di partenza e un piano inclinato tale da non potere essere livellata e necessario porre in opera basette con elementi regolabili in altezza oppure una adeguata struttura di sostegno a tubi e giunti. I montanti devono avere un interasse massimo di m 1.80. L'altezza dei montanti deve superare di almeno m 1.20 I'ultimo impalcato o piano di gronda. In questo caso l'altezza libera fra i correnti non deve superare cm 40. Occorre fissare correttamente il ponteggio a vincoli di adeguata resistenza e non sono ammesse singole legature realizzate con filo di ferro. I piani di servizio possono essere realizzati utilizzando tavolati od elementi metallici prefabbricati. Nel caso di tavolati si dovranno impiegare tavole aventi sezioni non inferiori a cm 20x5 o cm 30x4; le tavole devono essere accostate tra loro ed ai montanti, assicurate contro gli spostamenti ed aderenti all'opera in costruzione. E' tuttavia consentito un distacco non superiore a cm 20. I piani metallici devono essere conformi alle tipologie omologate. Occorre prevedere in ogni circostanza la realizzazione di un sottoponte tale da non distare più di m 2.5 dal piano di servizio. I piani di calpestio non devono essere sovraccaricati oltre a quanta previsto e soprattutto e vietato I'uso di pannelli per casseformi. I parapetti devono essere realizzati come gia enunciate L'accesso ai piani del ponteggio deve avvenire a mezzo di scale opportunamente fissate e sfalsate. Ove il ponteggio sia montato in luoghi di transito o stazionamento gli stessi devono essere protetti a mezzo di apposito impalcato contro la protezione di materiale dall'alto.

II ponteggio deve essere montato e smontato da personale opportunamente informato e formato sui rischi specifici e dotato di adeguati Dispositivi di Protezione Individuale anticaduta. E' fatto obbligo di sorveglianza dei preposti nelle operazioni di smontaggio e montaggio nonché per quanto segue: - verifica che il ponte non si avvicini a meno di m 5 da linee elettriche - rispetto delle indicazioni riportate sul libretto di uso e manutenzione - controllo dell'integrità strutturale e del corretto fissaggio di tutte le parti specie dopo lunga pausa dei lavori o dopo intensi fenomeni meteorologici - controllo di corretto collegamento all'impianto di terra tramite corda di rame avente sezione di mmq 35 con; verifica di adeguata protezione contro le scariche atmosferiche Durante le operazioni di montaggio e smontaggio deve essere vietata la sosta ed il transito nella zona interessata ed e inoltre vietato gettare dall'alto gli elementi di ponteggio che devono essere adeguatamente imbracati e calati al suolo con mezzi appropriati. Gli addetti alle operazioni di montaggio e smontaggio devono fare uso di cintura di sicurezza anticaduta e casco. II ponteggio deve essere opportunamente rinforzato in corrispondenza di elevatori a cavalletto o a bandiera (arganello).

PONTI A SBALZO

Nei casi in cui particolari esigenze non permettano I'impiego di ponti normali, possono essere consentiti ponti a sbalzo purché la loro costruzione risponda a rigorosi criteri tecnici e ne garantisca la necessaria solidità e stabilita. II parapetto deve avere altezza pari a m 1 ed essere pieno. La larghezza massima utile non deve superare m 1.20.

IMPALCATI

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Gli impalcati dei castelli devono risultare sufficientemente ampi e muniti sui lati verso i! vuoto di parapetto e tavola fermapiede normali ed affrancati dal lato interno dei montanti. Per i! passaggio della benna o del secchione può essere lasciato un varco purché in corrispondenza di esso sia applicato un fermapiede alto non meno di cm 30. II varco deve essere ridotto allo stretto necessario e delimitato da robusti e rigidi sostegni laterali assicurati superiormente ad elementi fissi dell'impalcatura. Gli intavolati dei singoli ripiani devono essere formati con tavoloni di spessore non inferiore a cm 5.

ANDATOIE E PASSERELLE

Se destinate al solo passaggio di persone, la larghezza minima ammessa e di cm 60. Se destinate al trasporto di materiali, la larghezza minima ammessa e di m 1.2. La loro pendenza non deve essere maggiore del 50%. Le andatoie lunghe devono essere interrotte da pianerottolo di riposo. Le andatoie e le passerelle devono essere munite verso il vuoto di normali parapetti con tavole fermapiede messe di costa ed aderenti al tavolato. E' vietato depositare materiali di demolizione od altro ingombro sui ponti.

CINTURE DI SICUREZZAANTICADUTA

In alcune categorie di lavoro speciali quali manutenzioni e riparazioni su lucernari, tetti, coperture e simili e consentito adottare sistemi di sicurezza diversi quali I'uso di cinture di sicurezza con bretella collegate a funi di trattenuta con lunghezza non superiore a m 1.5, quando non sia possibile disporre di impalcati di protezione o parapetti. Nel caso in cui esista il rischio di caduta a seguito di cedimento della copertura o dei lucernari e simili, dovranno essere disposte a seconda dei casi, tavole sopra I'orditura, sottopalchi e facendo uso di cinture di sicurezza. Nei lavori eseguiti su gronde e cornicioni, tetti, ponti sviluppabili a forbice e simili deve essere utilizzata la cintura di sicurezza.

DEMOLIZIONI

Attività di demolizione in genere

Rimedio Prima dell'inizio di lavori di demolizione e fatto obbligo di procedere alla verifica delle condizioni di conservazione e di stabilita delle varie strutture da demolire. In relazione al risultato di tale verifica devono essere eseguite le opere di rafforzamento e di puntellamento necessarie ad evitare che, durante la demolizione, si verifichino crolli intempestivi. I lavori di demolizione devono procedere con cautela e con ordine dall'alto verso il basso e devono essere condotti in maniera da non pregiudicare la stabilita delle strutture portanti o di collegamento di quelle eventuali adiacenti, ricorrendo, ove occorra, al loro preventivo puntellamento. La successione dei lavori, quando si tratti di importanti ed estese demolizioni, deve risultare da apposito programma il quale deve essere firmato dall'imprenditore e dal direttore dei lavori, ove esista, e deve essere tenuto a disposizione degli ispettori di lavoro. La demolizione dei muri deve essere fatta servendosi di ponti di servizio indipendenti dall'opera in demolizione. E' vietato fare lavorare gli operai sui muri in demolizione. Gli obblighi precedenti non sussistono quanta trattasi di muri di altezza inferiore ai cinque metri; in tali casi e per altezze da due a cinque metri si deve fare uso di cinture di sicurezza. II materiale di demolizione non deve essere gettato dall'alto, ma deve essere trasportato oppure convogliato in appositi canali il cui estremo inferiore non deve risultare ad altezza maggiore di due metri dal livello del piano di raccolta. I canali suddetti devono essere costruiti in modo che ogni franco imbocchi nel tronco successivo; gli eventuali raccordi devono essere adeguatamente rinforzati. L'imboccatura superiore del canale deve essere sistemata in modo che non possano cadervi accidentalmente persone. Ove sia costituito da elementi pesanti od ingombranti, il materiale di demolizione deve essere calato a terra con mezzi idonei. Durante i lavori di demolizione si deve provvedere a ridurre il sollevamento della polvere, irrorando con acqua le murature ed i materiali di risulta. Nella zona sottostante la demolizione deve essere vietata la sosta ed il transito, delimitando la zona stessa con appositi sbarramenti. L'accesso allo sbocco dei canali di scarico per il caricamento ed il trasporto del materiale accumulato deve essere consentito soltanto dopo che sia stato sospeso lo scarico dall'alto.

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Salvo I'osservanza delle leggi e dei regolamenti speciali e locali, la demolizione di parti di strutture aventi altezza sui terreno non superiore a 5 metri può essere effettuata mediante rovesciamento per trazione o per spinta. La trazione o la spinta deve essere esercitata in modo graduale e senza strappi e deve essere eseguita soltanto su elementi di struttura opportunamente isolati dal resto del fabbricato in demolizione in modo da non determinare crolli intempestivi o non previsti da altre parti. Devono inoltre essere adottate le precauzioni necessarie per la sicurezza del lavoro quali: trazione da distanza non minore di una volta e mezzo I'altezza del muro o della struttura da abbattere e allontanamento degli operai dalla zona interessata. Si può procedere allo scalzamento dell'opera da abbattere per facilitarne la caduta soltanto quando essa sia stata adeguatamente puntellata; la successiva rimozione dei puntelli deve essere eseguita a distanza a mezzo di funi. II rovesciamento per spinta può essere effettuato con martinetti solo per opere di altezza non superiore a 3 metri, con I'ausilio di puntelli sussidiari contro il ritorno degli elementi smossi. Deve essere evitato in ogni caso che per lo scuotimento del terreno in seguito alla caduta delle strutture o di grossi blocchi possano derivare danni o lesioni agli edifici vicini o ad opere adiacenti pericolosi ai lavoratori addettivi.

ELETTRICI

Presenza di impianti elettrici di cantiere o della committenza

Rimedio Gli impianti elettrici, in tutte le loro parti costitutive, devono essere costruiti, installati e mantenuti in modo da prevenire i pericoli derivanti da: - contatti diretti con parti in tensione - contatti indiretti con parti conduttrici che possono accidentalmente andare in tensione (p.e. in caso di difetto di isolamento) - sovracorrenti (sovraccarichi e corto circuiti) - rischi di incendio e scoppio Le normative specifiche da rispettare sono: Legge 46/90 e regolamento di attuazione D.P.R. 447/91, norme CEI. Nel caso in cui sussista un pericolo di esplosione, dovranno essere osservate le norme specifiche applicabili. In forza della citata normativa, gli impianti elettrici devono essere realizzati e certificati da personale abilitato. Scelta dei cavi I cavi destinati ad essere utilizzati in 'posa mobile non possono essere isolati o con guaina in PVC; occorre pertanto adottare cavi in policloroprene (denominato commercialmente neoprene). La sezione dei conduttori deve essere determinata in relazione alla potenza dell'utilizzatore e conseguentemente alla corrente di impiego, alla lunghezza della linea al fine di contenere la caduta di tensione entro i valori stabiliti dalla norma CEI (4%) ed al tipo di posa. Interruttori automatici Gli interruttori devono avere caratteristica di intervento secondo la 'curva C. Al fine di consentire un corretto avviamento dei motori nella fase di spunto e invece necessario utilizzare interruttori con “curva di intervento D”. Non e, inoltre, consentito utilizzare come protezione magnetotermica il contatore dell'Ente erogatore e pertanto dovrà essere previsto un interruttore generale di cantiere da ubicare immediatamente a valle del punto di fornitura. Gli interruttori devono avere amperaggi nominali coerenti con i conduttori stesi e con il tipo di utilizzatore previsto, garantendo un corretto intervento in caso di sovracorrenti (sovraccarichi e cortocircuiti). L'utilizzo di protezioni a mezzo di fusibili, sebbene prevista dalla normativa, non risulta consigliabile in quanto gli stessi fusibili possono essere sostituiti con facilita anche da personale non specializzato variando le sensibilità di intervento. La protezione differenziale deve essere realizzata adottando interruttori differenziali aventi adeguato potere di intervento in relazione al valore di resistenza verso terra garantito, secondo opportuni criteri di selettività. In particolare, alla luce di quanto sopra esposto, I'interruttore generale di cantiere dovrà essere di tipo magnetotermico-differenziale selettivo di adeguato amperaggio. Inoltre le prese a spina, visto il grande rischio di folgorazione per contatto diretto esistente nei cantieri, dovranno essere anch'esse protette con interruttore magnetotermico-differenziale con Idn minore o uguale a 30 mA. (misura riconosciuta come supplementare dalla norma CEI per la protezione contro i contatti diretti) a gruppi non superiori a 6. Dovrà inoltre essere predisposto un interruttore di emergenza permanentemente azionabile atto ad interrompere I'alimentazione di corrente in tutto il cantiere; lo stesso dovrà essere correttamente identificato attraverso specifica cartellonistica e la sua ubicazione dovrà essere segnalata a tutte le maestranze. Prese a spina di tipo mobile (volanti) Le prese a spina costituiscono un punto di grande attenzione nei cantieri. Tutte le prese a spina devono essere di tipo industriale conformi alle norme CEI 23-12 (Tipo CEE) e, per le situazioni più gravose nelle quali possono operare (spruzzi d'acqua, pioggia, terreno bagnato) devono avere un grado di protezione IP67. Prese a spina fisse

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Possono essere installate all'interno o all'esterno dei quadri. Nel primo caso dovranno avere grado di protezione IP43 mentre nel secondo IP 67 se soggetti a getti d'acqua. Le prese a spina per uso domestico e similare NON sono adatte per essere utilizzate nei cantieri perché non hanno il necessario grado di protezione e non sono strutturalmente idonee a resistere alle sollecitazioni a cui sono esposte. In casi particolari nei quali, per motivi oggettivi, non sia possibile utilizzare le prese CEE, e tollerabile I'impiego di un apposito quadretto dotate di prese di tipo 10/16 A. normali. Le prese a spina interbloccate possono essere utilizzate per garantire un ulteriore livello di sicurezza oltre che nei grossi cantieri ove sono prescritte dalla norma. Quadri elettrici I quadri devono corrispondere alla normativa CEI 17-13/4 e devono essere del tipo ASC (apparecchiature di serie per cantiere) con targa a cura del costruttore riportante i dati saliente (nome del costruttore, tipo e/o numero di identificazione atto a permettere un eventuale reperimento di informazioni presso il costruttore, identificazione EN 60439-4, natura e valore nominale della corrente del quadra e la frequenza, tensioni di funzionamento nominale) I quadri di cantiere devono avere protezione almeno pari a IP43. Posa dei cavi I cavi a posa mobile di alimentazione di attrezzature trasportabili all'interno del cantiere devono essere preferibilmente collocati sollevati da terra al fine di prevenire problemi meccanici e legati all'umidità. I cavi non devono inoltre attraversare vie di transito ed in alternativa essere protetti contro i danneggiamenti. I cavi su palificazione devono essere disposti lungo la recinzione in modo da non costituire impedimenti pericolosi. Connessioni Le connessioni devono essere eseguite in apposite cassette con gradi di protezione differenziati (consigliati non inferiori a IP55) Impianto di terra In tutti i cantieri e necessario realizzare un idoneo impianto di terra in conformità a quanta previsto dalle specifiche normative CEI. A detto impianto devono essere collegate tutte le utenze elettriche previste in cantiere oltre che i collegamenti equipotenziali di tutte le masse metalliche installate all'aperto aventi resistenza verso terra inferiore a 200 Ohm. II valore della resistenza di terra deve essere inferiore a 20 Ohm e/o comunque di valore coordinato con la sensibilità della protezione differenziale installata. E' opportuno che i dispersori a picchetto siano collocati in prossimità delle principali macchine di cantiere e collegati tra loro a mezzo di adeguata treccia di rame nudo. I ponteggi metallici devono essere collegati elettricamente a terra circa ogni 10 montanti garantendo adeguata continuità elettrica. I conduttori di terra devono avere percorso il più breve possibile evitando brusche curvature e strozzature. Gli impianti di messa a terra devono essere denunciato all'ISPESL e sottoposto a verifiche periodiche sia da parte dell'organo di vigilanza (ASL) sia da parte di personale interno qualificato. Impianto di protezione dalle scariche atmosferiche In base alle vigenti disposizioni normative, le strutture metalliche installate all'aperto quali gru, ponteggi metallici, silos di notevoli dimensioni, devono essere protette contro i fulmini. La norma che regolamenta la materia e la CEI 81-1 che stabilisce i criteri per verificare la effettiva necessità di installazione dell'impianto di protezione contro i fulmini. Nel caso di installazione la stessa norma definisce la configurazione dell'impianto. Gli impianti protezione contro le scariche atmosferiche devono essere denunciato all'ISPESL e sottoposto a verifiche periodiche sia da parte dell'organo di vigilanza (ASL) sia da parte di personale interno qualificato. La sussistenza dei requisiti di autoprotezione deve essere attestata da tecnico abilitato. Illuminazione Gli apparecchi destinati a fornire I'illuminazione in cantiere possono essere di tipo fisso, trasportabile o portatile. Gli stessi, in ragione del luogo di utilizzo, e opportuno che abbiano un grado di protezione pari ad IP55. Gli apparecchi di illuminazione trasportabili possono essere alimentati a 230 V direttamente dalla rete oppure a 24 V tramite trasformatore di sicurezza. Le lampade portatili devono: - avere involucro di vetro/materiale traslucido di protezione della lampada e gabbia di protezione - avere impugnatura di materiale isolante non igroscopico - avere le parti in tensione o che potrebbero andare in tensione per malfunzionamento protette in modo da evitare contatti. Nel caso di operatività in luogo conduttore ristretto dovranno essere osservate rigorosamente le disposizioni specifiche Utensili elettrici portatili Gli utensili elettrici portatili devono essere costruiti con isolamento doppio o rinforzato (apparecchi in classe II). Questi tipo di utensili non devono essere collegati all'impianto di terra. Nel caso di operatività in luogo conduttore ristretto dovranno essere osservate rigorosamente le disposizioni specifiche Utilizzo di attrezzature elettriche in luoghi conduttori ristretti Le operazioni che si svolgono in "luoghi conduttori ristretti" quali pareti metalliche o pareti di scavi e cunicoli e/o tali da provocare un probabile contatto con ampia parte del corpo, comportanti I'utilizzo

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di apparecchi elettrici portatili o mobili, devono essere effettuate prevedendo attrezzature alimentate in bassissima tensione di sicurezza (25 V) o attraverso un trasformatore di isolamento per ciascuna attrezzatura da collocare esternamente all'ambiente. Anche le lampade portatili devono essere alimentate in bassissima tensione di sicurezza o a batteria.

INCENDIO ED ESPLOSIONE

Incendio - esplosione in relazione all'utilizzo di materiali infiammabili

Rimedio Per quanta riguarda le misure atte al contenimento dei rischi connessi con I'incendio e I'esplosione occorre osservare la normativa specifica di cui al D.M. 10 marzo 1998 recante "Criteri generali di sicurezza antincendi e per la gestione dell'emergenza nei luoghi di lavoro". In particolare occorre:

- designare i lavoratori incaricati dell'attuazione delle misure di prevenzione incendi, lotta antincendio e gestione dell'emergenza; - assicurare ai lavoratori una adeguata formazione con particolare riferimento agli addetti al servizio antincendio e primo

soccorso; - gestire correttamente i materiali infiammabili prevedendone la sistemazione in apposita zona opportunamente segnalata; - predisporre correttamente le attrezzature per la lotta antincendio e la relativa segnaletica;

- elaborare una procedura per la gestione dell'emergenza evidenziando i numeri telefonici del soccorso pubblico. Nel caso il

cantiere sia ubicato in zona isolata occorrerà rendere disponibile un sistema di chiamata autonomo.

Nel caso in cui i lavori riguardino interventi effettuati nell'ambito di altre realtà operative sarà necessario un coordinamento al fine di una informazione reciproca sulle migliori modalità operative da adottare in stato di emergenza. PRESENZA DI PIU’ IMPRESE NEL CANTIERE

Interferenze nello svolgimento dei lavori

Rimedio Occorre coordinare I'attività delle varie imprese che intervengono nel cantiere a diverso titolo effettuando una riunione atta ad evidenziare, sulla scorta della programmazione dei lavori, la criticità delle varie fasi.

SCAVI

Attività di scavo in genere Rimedio Quando la profondità dello scavo e superiore a m 1.5, prima dell'inizio delle operazioni occorre programmare con il Direttore dei Lavori e/o con il Responsabile di Cantiere le procedure di verifica della consistenza e della stabilita del terreno e delle murature, progettando le tratte di scavo in funzione di opportuni parametri. Nei lavori di splateamento e sbancamento eseguiti senza I'impiego di escavatori meccanici, le pareti delle fronti di attacco devono avere una inclinazione o un tracciato tali, in relazione alla natura del terreno, da impedire franamenti. Quando la parete del fronte di attacco supera I'altezza di m 1,50 e vietato il sistema di scavo manuale per scalzamento alla base e conseguente frammento della parete. In tali casi e consigliabile procedere dall'alto verso il basso con sistema a gradini. Quando per la particolare natura del terreno o per causa di piogge, di infiltrazione, di gelo o disgelo, o per altri motivi, siano da temere frane o scoscendimenti, deve essere provveduto all'armatura od al consolidamento del terreno. Nei lavori di escavazione con mezzi meccanici deve essere vietata la presenza degli operai nel campo di azione dell'escavatore e sul ciglio del fronte di attacco. II posto di manovra dell'addetto all'escavatore quando questo non sia munito di cabina metallica, deve essere protetto con solido riparo. Ai lavoratori deve essere fatto esplicito divieto di avvicinarsi alla base della pareti di attacco e in quanto necessario in relazione all'altezza dello scavo od alle condizioni di accessibilità del cglio della platea superiore, la zona superiore di pericolo deve essere almeno delimitato mediante opportune segnalazioni spostabili col proseguire dello scavo. E' vietato costituire depositi di materiali e/o attrezzature presso il ciglio degli scavi; se ciò si rendesse necessario dovranno essere previste opportune puntellature. Nello scavo di pozzi e di trincee profondi più di m 1,50, quando la consistenza del terreno non dia sufficiente garanzia di stabilita, anche in relazione alla pendenza delle pareti, si deve provvedere, man mano che procede lo scavo, all'applicazione delle necessarie armature di sostegno. Le tavole di rivestimento delle pareti devono sporgere dai bordi degli scavi di almeno cm 30. Nello scavo dei cunicoli, a meno che si tratti di roccia che non presenti pericoli di distacchi, devono predisporsi idonee armature per evitare franamenti della volta o delle pareti. Dette armature devono essere applicate man mano che procede il lavoro di avanzamento; la loro rimozione può essere effettuata in relazione al progredire del rivestimento in muratura. Idonee armature e precauzioni devono essere adottate nelle sottomurazioni e quando, in vicinanza dei relativi scavi, vi siano fabbriche e manufatti, le cui fondazioni possono essere scoperte od indebolite dagli scavi.

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Nella infissione di pali di fondazione devono essere adottate misure e precauzioni per evitare che gli scuotimenti del terreno producano lesioni o danni alle opere vicine con pericolo per i lavoratori. Nei lavori in pozzi di fondazione profondi oltre m 3 m deve essere disposto, a protezione degli operai addetti allo scavo ed alla esportazione del materiale scavato, un robusto impalcato con apertura per il passaggio delta benna. Per campo di azione dell'escavatore si intende tutta la zona nella quale, in relazione alla conformazione del terreno, alle modalità del lavoro e ad ogni altra circostanza rilevante, si possa generare una situazione di pericolo. La protezione degli scavi eseguiti in centri abitati o comunque in luoghi ove non e escludibile in senso assoluto la presenza di bambini, il parapetto deve essere costituito in modo da impedire I'introduzione del corpo degli stessi. Le armature di sostegno degli scavi devono essere collocate sia che i lavoratori si trovino ad operare nello scavo sia che si trovino sul ciglio.

UTILIZZO ATTREZZATURE- MEZZI D'OPERA DI CANTIERE

Installazione uso e manutenzione di macchine da cantiere quali: betoniera, centrale di betonaggio, sega circolare, martello pneumatico, tranciaferri, piegaferri, clipper, trapano, flessibile e utensile portatile in genere, gru, argano, paranco, ecc.

Rimedio Tutte le attrezzature acquistate dopo il 21 settembre 1996, data di entrata in vigore della "Direttiva Macchine" (D.P.R. 24 luglio 1996 n. 459), devono corrispondere ai requisiti minimi di sicurezza ed essere in possesso di Dichiarazione di conformità e marchiatura "CE". II costruttore predispone un manuale riportante tutte le indicazioni necessarie ad una corretta installazione, uso e manutenzione al quale I'utilizzatore si deve attenere scrupolosamente. Le attrezzature gia in uso al momento della entrata in vigore del D.P.R. 459/96 devono corrispondere alle normative di sicurezza previgenti quali il D.P.R. 547/55. Per quanta si riferisce alle attrezzature escluse dalla applicazione della "Direttiva Macchine" le stesse devono essere conformi alle normative specifiche applicabili, ferma restando la necessita di una loro corretta gestione. Le attrezzature devono essere correttamente installate in zone appositamente definite con particolare attenzione ai collegamenti elettrici e di messa a terra, utilizzate secondo le indicazioni fornite dal costruttore e secondo corrette modalità operative nonché mantenute costantemente in condizioni di sicurezza. Allo scopo devono essere attivati installatori e manutentori professionalmente preparati, prevedendo nel contempo una adeguata informazione e formazione degli operatori destinati all'utilizzo con particolare riferimento all'utilizzo dei D.P.I. II corretto funzionamento dei dispositivi di sicurezza deve essere verificato con continuità. E' fatto divieto di effettuare manomissioni e/o apportare modificazioni. Deve essere adottata adeguata cartellonistica riportante precauzioni e divieti da osservare nell'utilizzo dei macchinari. La stessa deve essere predisposta nei pressi del macchinario in uso. Per gli impianti soggetti a verifica periodica devono essere attivate le pratiche con gli Enti preposti (ISPESL e ASL).

UTILIZZO GAS TECNICI

Utilizzo di gas tecnici (combustibili, comburenti ed inerti quali acetilene, propano, GPL, ossigeno, azoto ecc.)

Rimedio

Occorre prevedere una corretta gestione delle bombole dei gas tecnici che devono essere: - stoccate in luogo idoneo in posizione verticale, con cappellotto di protezione e trattenute con catenella avendo cura di

separare le bombole secondo tipologia e le vuote dalle piene. - movimentate correttamente con appositi carrelli dotati di estintore - utilizzate in reti gas a norma costituite opportunamente con tubazioni di adduzione e relative valvole anti ritorno di fiamma e

giunzioni ed attacchi, riduttori di pressione, manometri, eventuali limitatori di flusso . Gli attacchi devono essere differenziati per tipologia di gas tecnico.

- I'impianto deve essere dotato di n. 2 valvole di non ritorno di cui n.1 da applicare sugli accessori della bombola e n.1 a non meno di 2 m dall'impugnatura del cannello.

Dette valvole devono essere controllate ogni due anni mentre i riduttori di pressione ogni cinque anni. Prima di ogni utilizzo occorre verificare I'integrità dell'insieme con particolare riferimento alla gomma. Quest'ultima deve essere sostituita secondo le scadenze dichiarate dal fabbricante.

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Allegato

Cronoprogramma dei Lavori

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Allegato

Tavole Aree Operative

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PRPG-947

VALUTAZIONE GENERALE DEI RISCHI PER LA SICUREZZA

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PetroLig Deposito di Calata Canzio (GE)

SEZIONE 1

VALUTAZIONE PRELIMINARE DEI RISCHI PER LA SICUREZZA E LA SALUTE DEI LAVORATORI DERIVANTI

DALLA PRESENZA DI AGENTI CHIMICI PERICOLOSI AI SENSI DEL D.LGS. 02/02/2002 N° 25

PetroLig

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Deposito di Calata Canzio (GE)

PetroLig S.r.l.

Deposito di CALATA CANZIO (GE)

Valutazione preliminare dei rischi per la sicurezza e la salute dei

lavoratori derivanti dalla presenza di agenti chimici pericolosi

ai sensi del D.Lgs. 02/02/2002 n° 25

PetroLig

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Deposito di Calata Canzio (GE)

INDICE

1. PRESENTAZIONE...................................................................................................................3 2. PREMESSA NORMATIVA.....................................................................................................4 3. METODOLOGIA PER LA VALUTAZIONE DEI RISCHI DI ESPOSIZIONE AGLI AGENTI CHIMICI PERICOLOSI.................................................................................................7 3.1 SCHEMA LOGICO DELLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO DI ESPOSIZIONE AGLI

AGENTI CHIMICI PERICOLOSI...................................................................................................7 3.2 RACCOLTA DELLE INFORMAZIONI.............................................................................9 3.2.1 Dati dei prodotti.........................................................................................................9 3.2.3 Misure preventive e protettive adottate.................................................................10 3.3 CRITERI ADOTTATI .......................................................................................................11 3.3.1 Valutazione della Magnitudo ..................................................................................11 3.3.2 Valutazione della Probabilità .................................................................................11 3.3.3 Valutazione del Rischio ...........................................................................................13 4. DESCRIZIONE DELL'AZIENDA ........................................................................................15 4.1 DATI GENERALI E DESCRIZIONE DELL' ATTIVITÀ DELL'AZIENDA .................15 4.2 LUOGHI DI LAVORO ESPOSTI AD AGENTI CHIMICI..............................................16 4.3 AGENTI CHIMICI UTILIZZATI.....................................................................................16 4.4 MANSIONI LAVORATIVE ESPOSTE AD AGENTI CHIMICI....................................17 5. VALUTAZIONE PRELIMINARE DEL RISCHIO ............................................................18 Allegato: Principali agenti chimici presenti in Deposito e relativa valutazione della Magnitudo

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1. PRESENTAZIONE Data e luogo II documento di valutazione dei rischi di esposizione dei lavoratori ad agenti chimici pericolosi: • è stato redatto ai sensi del D.Lgs. 2 febbraio 2002, n. 25 "Attuazione delle direttive

89/391/CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/270/CEE, 90/394/CEE, 90/679/CEE, 93/88/CEE, 95/63/CE, 97/42, 98/24 e 99/38 riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori durante il lavoro";

• costituisce parte integrante del documento di valutazione dei rischi redatto ai sensi del D.Lgs. 626/94 art. 4;

• è soggetto ad aggiornamento periodico ove si verifichino notevoli mutamenti che potrebbero averla resa superata ovvero quando i risultati della sorveglianza medica ne mostrino la necessità.

La valutazione dei rischi è stata condotta dal Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione con la collaborazione del Medico Competente e il coinvolgimento preventivo del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza. Parti del presente documento e della metodologia utilizzata per condurre la valutazione preliminare del rischio sono state riprese dalla documentazione a corredo del pacchetto software CHEOPE -Chemical Exposure Operating Evaluation, sviluppato da Federchimica, Associazione Ambiente e Lavoro e Sindar S.r.l.. Il presente documento è stato illustrato e discusso nell'ambito della riunione del......alla presenza delle seguenti funzioni aziendali: - Gestore : Ing. MILITO - Responsabile del Deposito : Sig. CARLINI - Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione : Sig. REPETTI - Medico Competente : Prof. BONSIGNORE Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza : Sig. CAPPELLI Seguono le firme

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PetroLig Deposito di Calata Canzio (GE) 2. PREMESSA NORMATIVA La valutazione dei rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori viene effettuata a fronte di quanto richiesto dal D.Lgs. 626/94 art. 4 comma 1; il presente documento si riferisce alla valutazione dell'esposizione ad agenti chimici pericolosi sul luogo di lavoro, in ottemperanza a quanto richiesto dall'art. 72 comma quater (introdotto dal D.Lgs. del 2 febbraio 2002, n. 25), e ne costituisce la necessaria integrazione. Il D.Lgs. 2 febbraio 2002, n. 25 prescrive infatti al Datore di Lavoro di effettuare la valutazione dei rischi di esposizione dei lavoratori preliminarmente, di aggiornarla periodicamente in funzione di modifiche sostanziali nel frattempo intercorse, e di prendere in base alle risultanze, tutte le misure di prevenzione e protezione, collettiva ed individuale, necessarie a ridurre al minimo il rischio. La valutazione dei rischi deve contenere le informazioni relative a: • natura, caratteristiche di pericolosità e quantitativi delle sostanze chimiche presenti; • modalità di utilizzo, misure di prevenzione e protezione messe in atto; • entità di esposizione, intesa come numero di lavoratori potenzialmente esposti, tipo, durata e

frequenza dell'esposizione; • effetti delle misure di sicurezza messe in atto; • valori limite di esposizione e valori biologici dell'agente; • risultati dei controlli sanitari e dei monitoraggi ambientali effettuati; • eventuali conclusioni tratte dalle azioni di sorveglianza sanitaria già intraprese; • eventuali misure che si ritenga mettere in atto, in base alle risultanze della valutazione dei

rischi. Il D.Lgs. 25/2002 si applica a tutte le attività in cui siano presenti sostanze pericolose ed in particolare sono compresi: • la produzione; • la manipolazione; • l'immagazzinamento; • il trasporto o l'eliminazione; • il trattamento dei rifiuti. Gli agenti chimici sono quelli classificati o classificabili come: • sostanze pericolose ai sensi del decreto legislativo 3 febbraio 1997, n. 52, e successive

modifiche; • preparati pericolosi ai sensi del decreto legislativo 16 luglio 1998, n. 285, e successive

modifiche; • che possano comportare un rischio per la sicurezza e la salute dei lavoratori a causa di loro

proprietà chimico-fisiche chimiche o tossicologiche e del modo in cui sono utilizzati o presenti sul luogo di lavoro;

• gli agenti chimici cui è stato assegnato un valore limite di esposizione professionale.

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In particolare occorre riferirsi a sostanze e preparati: a) esplosivi b) comburenti e) estremamente infiammabili d) facilmente infiammabili e) infiammabili f) molto tossici g) tossici h) nocivi i) corrosivi j) irritanti k) sensibilizzanti 1) cancerogeni m) mutageni n) tossici per il ciclo riproduttivo Sono invece esclusi dal campo di applicazione del D.Lgs. 25/02 sostanze e preparati che siano solo: o) pericolosi per l'ambiente La classificazione può essere individuata dalle frasi di rischio (frasi R) presenti sulle schede di sicurezza. Parlando di pericolo (o rischio potenziale) è possibile differenziare, come indica il D.Lgs. 25/2002, tra:

Pericolo (o rischio potenziale)

Riferimento normativo Obblighi

Moderato D.Lgs. 626/94 art. 72-quinquies comma 2

• Valutazione dei rischi • Informazione e formazione

Non moderato D.Lgs. 626/94 art. 72-quinquies comma 2

• Valutazione dei rischi • Informazione e formazione • Misure specifiche di protezione e

prevenzione • Disposizioni in caso di incidenti o di

emergenze • Sorveglianza sanitaria

Si ricorda che l'analisi del rischio di esposizione ad agenti cancerogeni, ove pertinente, deve essere stata già effettuata ai sensi del D.Lgs. 66/2000 e riportata all'interno della valutazione dei rischi nell'ambiente di lavoro ai sensi del D.Lgs. 626/94, con compilazione del registro degli esposti e conseguente invio dello stesso agli organi preposti.

PetroLig Deposito di Calata Canzio (GE) Un ulteriore importante riferimento normativo è dato dagli obblighi previsti dall'art. 5 comma 2 D.Lgs. 334/99 relativo ad azienda a rischio di incidente rilevante (Legge "Seveso"), per cui anche gli stabilimenti che utilizzino sostanze pericolose al di sotto dei quantitativi limite previsti

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dall'Allegato I del D.Lgs. 334/99 stesso devono provvedere all'individuazione dei rischi con conseguente aggiornamento del documento di valutazione, ed alla formazione/informazione del personale ai sensi del D.M. 16 marzo 1998. La tabella seguente riporta infine un quadro dei principali riferimenti normativi relativi al rischio chimico.

Argomento Riferimento D.Lgs 19/09/94 nc626 e succ. mod. • TITOLO VII - PROTEZIONE DA AGENTI CANCEROGENI

MUTAGENI (come modificato dal D.Lgs. 25/02/00 n° 66) • TITOLO VII bis - PROTEZIONE DA AGENTI CHIMICI (come

modificato dal D.Lgs. 02/02/02 n° 25) D.P.R. 19/03/56 n° 303 • Capo II - Difesa dagli agenti nocivi.

Sicurezza e igiene del lavoro

D.P.R. 27/04/55 n° 547 • TITOLO VIII - MATERIE E PRODOTTI PERICOLOSI O

NOCIVI Agenti a rischio di incendio ed esplosione

D.M. 10/03/98 D.P.R. 23/03/98 n° 126

Dispositivi di protezione individuali D.Lgs 04/12/92 n°475 D.M. 02/05/01

Classificazione, etichettatura e imballaggio di sostanze e preparati pericolosi

L. 02/02/97 n° 52 D.Lgs. 16/07/98 n° 285

Segnaletica di sicurezza D.Lgs. 14/08/96 n°493 Attività comportanti rischi di incidente rilevante

D.Lgs. 17/08/99 n° 334 D.M. 16/03/98

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PetroLig Deposito di Calata Canzio (GE) 3. METODOLOGIA PER LA VALUTAZIONE DEI RISCHI DI ESPOSIZIONE AGLI

AGENTI CHIMICI PERICOLOSI 3.1 SCHEMA LOGICO DELLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO DI ESPOSIZIONE AGLI

AGENTI CHIMICI PERICOLOSI Nella Figura seguente è rappresentato lo schema logico previsto dal D.Lgs. 25/2002 per la valutazione del rischio di esposizione agli agenti chimici.

Art.72/ c.Art.72/ c.7

- Modalit? di lavorazione

Dati attivit?:

(specifiche criticit?)

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Attivit? con esposizione

Attivit? con esposizione

Possibilit? di immissione

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PetroLig Deposito di Calata Canzio (GE) Nello schema è possibile individuare due fasi separate e sequenziali nella valutazione dei rischi: 1. valutazione preliminare 2. valutazione dettagliata che per correttezza sarebbe opportuno differenziare in quanto, dalle considerazioni effettuate sul campo di applicazione della normativa, consegue che la valutazione preliminare non può essere una valutazione analitica del rischio di esposizione dei singoli lavoratori. Solo con questa interpretazione è possibile spiegare le terminologie di rischio "moderato" e "non moderato", che altrimenti sarebbero in contrasto con l'evidenza che il rischio di esposizione debba essere comunque basso, anche in realtà complesse che utilizzino agenti pericolosi in quantità significative. La valutazione dettagliata del rischio è obbligatoria solo per le situazioni nelle quali il pericolo non è moderato; in questi stessi casi è anche necessario: • adottare misure specifiche di prevenzione e protezione; • aggiornare il Piano di emergenza per includere eventuali scenari incidentali relativi a rischi

chimici; • prevedere la sorveglianza sanitaria per gli esposti ad agenti pericolosi per la salute; • dimostrare, anche con misurazioni di agenti chimici in luoghi di lavoro, il raggiungimento di

adeguati livelli di sicurezza. Nei paragrafi che seguono sono illustrate le varie fasi in cui deve essere articolata la valutazione dei rischi.

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PetroLig Deposito di Calata Canzio (GE) 3.2 RACCOLTA DELLE INFORMAZIONI La prima operazione in ogni caso da compiere è quella della raccolta delle informazioni pertinenti. 3.2.1 Dati dei prodotti E' necessario raccogliere le seguenti informazioni. • Elenco di tutti gli agenti chimici pericolosi da considerare: materie prime, intermedi, prodotti

finiti, rifiuti. • Definizione dei quantitativi di agenti chimici utilizzati o prodotti. • Definizione dei quantitativi massimi di agenti chimici presenti in azienda. • Per ciascun agente chimico, proprietà chimico fisiche: stato fisico, volatilità di solidi e liquidi,

granulometria dei solidi. • Per ciascun agente chimico, classificazione di pericolo: etichettatura, Frasi di rischio e

Consigli di prudenza. • Per ciascun agente chimico, limiti di esposizione e valori limite biologici (se pertinente). • Interazioni pericolose possibili tra i diversi prodotti. Con riferimento alle informazioni contenute nelle schede di sicurezza è fondamentale verificarne l'attendibilità, la completezza e l'aggiornamento. Per quanto riguarda i valori limite di esposizione professionale o i valori limite biologici (se pertinenti) occorre riferirsi agli allegati VIII-ter ed VIII-quater del D.Lgs 626/94. Dato che tali allegati sono attualmente solo esemplificativi occorre identificare gli agenti per cui esistano riferimenti di legge, mentre per gli altri agenti occorre riferirsi alle norme tecniche riconosciute. I dati di cui sopra sono di particolare utilità in caso si debba procedere successivamente con la valutazione di dettaglio. A livello comunitario la definizione di limiti è stata effettuata:

- per il Piombo (Allegato H Dir. 98/24/CE), - e per alcuni agenti specifici (Allegato Dir. 2000/39/CE), - oltre che per benzene, polveri di legno e CVM (Direttiva recepita con D.Lgs. 66/2000).

Per le altre sostanze ci si riferirà a valori limite internazionalmente riconosciuti. L'ACGIH (www.acgih.org) pubblica annualmente svariati documenti in proposito ed in particolare il volume TLVs and BEIs in cui sono riportati aggiornati i valori di diversi indicatori di pericolosità sulla giornata, sul breve periodo o sul brevissimo periodo di esposizione.

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PetroLig Deposito di Calata Canzio (GE) 3.2.2 Dati mansioni e attività L'analisi del ciclo produttivo è la prima attività da svolgere; infatti la prima azione di riduzione del pericolo consiste in una buona progettazione e nella riduzione al minimo degli agenti di rischio. La descrizione del ciclo produttivo deve comprendere uno schema a blocchi che evidenzi i flussi in ingresso/uscita, una identificazione del lay-out dell'area in esame (onde valutare interconnessioni con le aree circostanti) e l'identificazione delle sostanze presenti e di eventuali ulteriori pericoli. Una volta identificato il pericolo di esposizione ad agenti pericolosi, è opportuno circoscrivere l'analisi ai soggetti effettivamente esposti (analisi mansionale). Considerare tutti gli operatori esposti in modo indifferenziato è oneroso ed inefficiente. È necessario quindi raccogliere le seguenti informazioni: • Descrizione del ciclo produttivo (descrizione e schema a blocchi) • Definizione delle mansioni • Per ciascuna mansione, definizione dei luoghi fisici in cui vengono svolte le attività (lay-out

dell'area) • Per ciascuna mansione e ciascun luogo fisico, definizione delle attività e delle fasi operative

svolte, compreso il trattamento degli effluenti, travasi, miscelazioni, aggiunte, ecc. • Per ciascuna mansione, prodotti chimici pericolosi per i quali esiste esposizione; va precisato

anche se l'esposizione è sicura o possibile in caso di incidente/infortunio/anomalia e va specificata la via di contatto

• Per ciascuna esposizione o potenziale esposizione, informazioni su frequenza o probabilità di accadimento, durata dell'esposizione, livello di esposizione

• Individuazione delle mansioni omogeneamente esposte 3.2.3 Misure preventive e protettive adottate Tra le misure attuate è possibile individuare: • la progettazione di adeguati processi lavorativi e controlli tecnici, nonché l'uso di attrezzature

e materiali adeguati, al fine di evitare o ridurre al minimo il rilascio di agenti chimici pericolosi che possano presentare un rischio per la sicurezza e la salute dei lavoratori sul luogo di lavoro;

• l'applicazione di misure di protezione collettive alla fonte del rischio, quali un'adeguata ventilazione e appropriate misure organizzative;

• l'applicazione di misure di protezione individuali, comprese le attrezzature di protezione individuali, qualora non si riesca a prevenire con altri mezzi l'esposizione;

• corsi e attività di formazione e informazione effettuati (registrate e verificate); Può essere buona cosa organizzare la raccolta delle informazioni a riguardo delle misure di prevenzione e protezione, secondo la tipologia, nel modo seguente:

- misure di tipo tecnico; - misure di tipo organizzativo; - misure di tipo procedurale; misure di formazione/informazione.

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3.3 CRITERI ADOTTATI Per la valutazione dei rischi sono stati adottati i criteri metodologici indicati dalle Linee guida della Comunità Europea e della CONFINDUSTRIA. L'analisi dei diversi possibili fattori di rischio ha consentito di individuare diversi valori di entità del rischio. Per definire l'entità del rischio si è fatto ricorso ai concetti di:

- magnitudo (gravità) del danno; - probabilità del suo accadimento.

3.3.1 Valutazione della Magnitudo Al fine di valutare la magnitudo si sono presi in considerazione i seguenti parametri: a) Caratteristiche fisiche dell’agente chimico nelle condizioni di utilizzo:

- stato fisico; - incompatibilità con altre sostanze; - volatilità.

b) Pericolosità del prodotto valutata sulla base delle frasi di rischio. 3.3.2 Valutazione della Probabilità Al fine di valutare la probabilità per l'operatore di venire a contatto con l'agente chimico, si sono analizzate due tipologie possibili di attività : 1. Attività con esposizione normalmente prevista: si tratta della situazione nella quale

l'esposizione all'agente chimico è normalmente prevista durante le operazioni svolte dall'operatore (ad esempio per l'aggiunta manuale dell'agente ad una vasca o per la necessità di entrare in contatto fisico con l'agente).

2. Attività con esposizione accidentale: si tratta della situazione nella quale l'esposizione

all'agente chimico non è prevista, ossia delle lavorazioni a ciclo chiuso. In questo caso l'esposizione all'agente si può verificare solo a seguito di anomalie operative o incidenti.

Il quadro completo della casistica che si ottiene combinando tra loro le tipologie dei pericoli e le tipologie delle situazioni lavorative è dunque il seguente:

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Tipologia attività

Inal

azio

ne

Con

tatto

con

la

pelle

Irra

ggia

men

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Ond

a d’

urto

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Chi

mic

o-fis

ico

Con esposizione normalmente prevista X X - - - -

Con esposizione accidentale X X X X X X

Per ciascuna situazione lavorativa e ciascuna via di esposizione, al fine di rendere maggiormente strutturata ed organica l'analisi, è stato poi utilizzato il criterio di seguire l'agente chimico dalla sua "posizione" iniziale fino ad arrivare a quella finale (postazione operativa). Gli schemi logici adottati sono i seguenti:

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PetroLig Deposito di Calata Canzio (GE) Per ciascuna delle fasi che compaiono negli schemi si sono messe a punto gruppi di domande che consentono di attribuire ai diversi fattori che compongono l'indice di probabilità opportuni valori. Infine si rende necessario sommare tra loro i diversi contributi relativi alle diverse tipologie di attività svolte e calcolare gli indici di probabilità complessivi. 3.3.3 Valutazione del Rischio Per ogni mansione conservativamente è stato identificato l'agente chimico a maggior Magnitudo e si è calcolata la Probabilità che questo possa venire a contatto con l'operatore, considerandolo come l'unico presente all'interno del luogo di lavoro in esame. A seguito della definizione della magnitudo M e della probabilità P, il rischio R è ottenuto dall'espressione:

MAGNITUDO x PROBABILITA’ = VALORE DELL'ENTITÀ DEL RISCHIO

M x P = R

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PetroLig Deposito di Calata Canzio (GE) Essa è rappresentabile con una "matrice dei rischi", avente in ascissa la gravita del danno atteso ed in ordinata la probabilità del suo verificarsi. I rischi maggiori sono contrassegnati dalle caselle in alto a destra, quelli minori in basso a sinistra.

MATRICE DEI RISCHI (R)

9 18 27 36 45 54 63 72 81

8 16 24 32 40 48 56 64 72

7 14 21 28 35 42 49 56 67

6 12 18 24 30 36 42 48 54

5 10 15 20 25 30 35 40 45

4 8 12 16 20 24 28 32 36

3 6 9 12 15 18 21 24 27

2 4 6 8 10 12 14 16 18

1 2 3 4 5 6 7 8 9

M

In base all'indice R calcolato, il Datore di lavoro può definire l'attività a rischio di esposizione moderato o non moderato definendo la soglia per tale valutazione e tenendo conto che:

- per valori dell'indice R > 40 si consiglia di definire il rischio come non moderato. Nel caso il rischio di esposizione possa essere definito moderato viene considerata esauriente la fase di valutazione e, salvo per situazioni particolarmente critiche, non si procede ad una analisi di maggior dettaglio. Resta comunque obbligatorio informare e formare i lavoratori. Se l'analisi ha individuato la presenza di rischio di esposizione non moderato, diventa necessario adottare ulteriori misure specifiche di protezione e prevenzione, le disposizioni in caso di incidenti ed emergenze e la sorveglianza sanitaria e procedere con un'analisi di dettaglio (valutando per ogni agente chimico la probabilità di contatto).

Prog. Def. 2460 lotto C4: Valutazione rischi per agenti chimici pericolosi

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PetroLig Deposito di Calata Canzio (GE) 4. DESCRIZIONE DELL'AZIENDA 4.1 DATI GENERALI E DESCRIZIONE DELL' ATTIVITA’ DELL'AZIENDA Sede Sociale e Uffici Direzionali : PetroLig S.r.l. Piazza della Vittoria, 1 16100 GENOVA Ubicazione del Deposito : PetroLig S.r.l. Deposito Costiero di Calata Canzio 16126-Genova Porto R.S.P.P.: Sig. REPETTI Fulvio Medico Competente: Prof. BONSIGNORE Alfredo Dino Nel Deposito si svolgono attività di ricezione, stoccaggio, movimentazione e spedizione di idrocarburi liquidi di categoria C (gasoli, oli combustibili); vengono inoltre effettuate operazioni di miscelazione in serbatoio di gasolio e olio combustibile, al fine di ottenere olio combustibile fluido. Nel Deposito non vengono effettuate operazioni di processo. • Ricezione di idrocarburi liquidi :

via mare da navi cisterna che scaricano in corrispondenza della banchina;

• Immagazzinamento e Stoccaggio dei prodotti :

i prodotti, una volta ricevuti come descritto nel precedente punto, vengono inviati, tramite tubazioni ai serbatoi di stoccaggio (serbatoi metallici fuori terra).

• Movimentazione dei prodotti :

nel Deposito Costiero sono presenti n° 1 parco pompe per la movimentazione dei prodotti.

• Miscelazione dei prodotti :

i prodotti (olio combustibile e gasolio) vengono trasferiti in serbatoio e miscelati tra loro per dare luogo a olio combustibile fluido.

• Spedizione dei prodotti :

- caricamento bettoline; - spedizione prodotti tramite bettoline.

Prog. Def. 2460 lotto C4: Valutazione rischi per agenti chimici pericolosi

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PetroLig Deposito di Calata Canzio (GE)

Per un corretto e sicuro svolgimento delle attività lavorative nel Deposito sono attive adeguate strutture e sistemi per la gestione della sicurezza, antincendio e protezione ambientale. Per approfondimenti, si fa riferimento al documento di valutazione dei rischi D. Lgs. 626/94, al rapporto di sicurezza di stabilimento ai sensi degli artt. 6 e 7 del D.Lgs. 334/99. 4.2 LUOGHI DI LAVORO ESPOSTI AD AGENTI CHIMICI A seguito della valutazione del rischio operativo effettuata per la predisposizione del Documento di valutazione dei rischi ai sensi del D.Lgs. 626/94, per il Deposito e le strutture connesse, le aree operative ritenute maggiormente esposte ad agenti chimici sono risultate le seguenti: - Banchina - Parco serbatoi - Sale pompe - Impianto trattamento acque - Magazzini (magazzino campioni) Per la descrizione dei suddetti luoghi di lavoro, si fa riferimento al documento di cui sopra, al Par. 1.4.3. 4.3 AGENTI CHIMICI UTILIZZATI Al fine di elaborare il presente documento si è preso in considerazione come agente chimico di riferimento, l'olio combustibile, in quanto sostanza connotata da un indice di "magnitudo" (M) più elevato tra quelle stoccate e movimentate nel Deposito. Nella tabella in Allegato al documento si riportano le principali caratteristiche di pericolosità delle sostanze chimiche presenti nel Deposito, unitamente alla valutazione a riguardo della Magnitudo. Per l'area operativa "Impianto di Trattamento Acque", oltre alla presenza di olio combustibile all'interno dei reflui da sottoporre a trattamento, viene utilizzata una miscela nutriente (BIOVIGOR) per lo sviluppo ed il mantenimento delle biomasse. Tale miscela non presenta particolari caratteristiche di pericolosità, motivo per il quale conservativamente si è mantenuto, anche per detta area, l'olio combustibile come sostanza di riferimento.

Prog. Def. 2460 lotto C4: Valutazione rischi per agenti chimici pericolosi

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PetroLig Deposito di Calata Canzio (GE) 4.4 MANSIONI LAVORATIVE ESPOSTE AD AGENTI CHIMICI Le categorie di lavoratori esposti ad agenti chimici sono state identificate sulla base di quanto previsto dalle mansioni lavorative nel Documento di valutazione dei rischi ai sensi del D.Lgs. 626/94, come descritte nell'Allegato 1.4.4.1 del medesimo, e nello specifico sono state preliminarmente considerate le mansioni operanti nei reparti elencati nel precedente Par. 4.2 e per questo esposte, in caso di fuoriuscita accidentale, ai seguenti fattori di rischio operativo:

- contatto accidentale con sostanze; - investimento da schizzi; - inalazione accidentale di sostanze.

Per quanto sopra riportato, la presente analisi del rischio chimico, prende in considerazione, tra le mansioni riportate nella seguente tabella riepilogativa, solo quelle attività lavorative che per tipologia di mansione sono ritenute maggiormente esposte all'agente chimico.

Codice Mansione N. addetti 01 responsabile del Deposito 1 02 responsabile tecnico operativo 1 03 impiegato amministrativo 3 04 coordinatore operativo 1 05 tecnico operativo 3 06 operatore 10 In conseguenza dell'analisi dell'operatività si è considerato che : • la mansione 01 (responsabile del Deposito) effettua sopralluoghi sul campo solo

sporadicamente e con modalità che non prevedono di norma esposizione agli agenti; • la mansione 03 (impiegato amministrativo) opera esclusivamente nel fabbricato uffici. • per quanto riguarda le mansioni 02 (responsabile tecnico operativo) e 04 (coordinatore

operativo), svolgono attività che comportano una più frequente presenza in campo, ma normalmente non sono coinvolte in operazioni che comportano esposizione agli agenti.

Tenendo conto di quanto sopra esposto l'analisi è stata focalizzata sui rischi di esposizione cui sono esposte le mansioni 05 (tecnico operativo) e 06 (operatore).

Prog. Def. 2460 lotto C4: Valutazione rischi per agenti chimici pericolosi

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PetroLig Deposito di Calata Canzio (GE) 5. VALUTAZIONE PRELIMINARE DEL RISCHIO I risultati della valutazione del rischio chimico sono riportati nel seguente prospetto riassuntivo.

C.I.M Mansione Reparto n. P M R

05 tecnico operativo Banchina 3 5,45 6,82 38

06 operatore Banchina 10 5,45 6,82 38

05 tecnico operativo Parco serbatoi 3 5,12 6,82 35

06 operatore Parco serbatoi 10 5,12 6,82 35

05 tecnico operativo Sale pompe 3 4,92 6,82 34

06 operatore Sale pompe 10 4,92 6,82 34

05 tecnico operativo Imp. trattam. acque 3 1,44 6,82 10

06 operatore Imp. trattam. acque 10 1,44 6,82 10

05 tecnico operativo Magazzini (M. campioni) 3 1,11 6,82 8

06 operatore Magazzini (M. campioni) 10 1,11 6,82 8

Prog. Def. 2460 lotto C4: Valutazione rischi per agenti chimici pericolosi

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PetroLig Deposito di Calata Canzio (GE)

ALLEGATO

Principali agenti chimici presenti in Deposito E relativa valutazione della Magnitudo

Prog. Def. 2460 lotto C4: Valutazione rischi per agenti chimici pericolosi

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Art.72/ c.Art.72/ c.7

- Modalit? di lavorazione

Dati attivit?:

(specifiche criticit?)

Prog. Def. 2460 lotto C4: Valutazione rischi per agenti chimici pericolosi

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Petrolig S.r.l. Deposito di Calata Canzio (GE)

Elenco degli agenti chimici principali con relativi valori di magnitudo

AGENTE CHIMICO ETICHETTATURA INDICAZIONI DI PERICOLO FRASI R MAGNITUDO

Gasolio

Xn - N

Pericoloso per l’ambiente

R40 – R51 R53 – R65

R66

4,83

Oli combustibili

T

Tossico

R45

R52/53

6,82

Miscela nutriente per impianto di Trattamento acque (BIOVIGOR)

-

Non classificata pericolosa

-

(*)

(*) : la miscela BIOVIGOR non presenta caratteristiche di pericolosità per l’uomo ed è classificato pericolosa per le acque classe 1 (WGK 1) (classif. Secondo le liste: poco pericoloso)

Prog. Def. 2460 lotto C4: Valutazione rischi per agenti chimici pericolosi

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PetroLig Deposito di Calata Canzio (GE)

SEZIONE 1

ANALISI DATORE DI LAVORO

Prog. Def. 2460 lotto C4: Valutazione rischi per agenti chimici pericolosi

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PetroLig Deposito di Calata Canzio (GE) ANALISI DEL DATORE DI LAVORO Nelle more dei termini previsti per l'emanazione dei decreti indicanti i parametri per l'individuazione del rischio "moderato" secondo quanto previsto dall'art. 60 ter decies, il Datore di lavoro del Deposito PetroLig di Calata Canzio (GÈ) ha incaricato la Società TECSA S.p.A, di eseguire la valutazione preliminare del rischio, al fine di valutare l'esposizione agli agenti chimici più pericolosi presenti nel Deposito. A seguito della sopraccitata valutazione, (vedi Sezione 1) risulta che 6 delle 10 situazioni operative prese in esame hanno ottenuto valori prossimi al valore limite definito (dal Datore di lavoro) quale soglia per il rischio "non moderato" (R = 40). Inoltre, nel contesto delle attività finalizzate alla verifica dell'entità dell'eventuale rischio chimico all'interno del Deposito, sono stati effettuati, nei mesi di Febbraio e Marzo 2002, rilievi ambientali finalizzati alla ricerca delle sostanze organiche volatili (S.O.V., tra cui il benzene), idrocarburi policiclici aromatici (I.P.A.) e idrogeno solforato (H2S) aerodispersi. I risultati dei suddetti rilievi, disponibili presso l'ufficio operativo del Deposito, supportano quanto esposto nella valutazione dei rischi eseguita dalla Società TECSA S.p.A.; pertanto si ritiene che tutte le mansioni all'interno del sito possano definirsi a rischio MODERATO. La valutazione tiene altresì in considerazione che il personale chiamato ad operare nelle aree considerate a rischio chimico è costantemente formato ed aggiornato in merito alle corrette procedure operative ed ai dispositivi di protezione da utilizzare al fine di ridurre al minimo il rischio stesso. A tal fine sono stati predisposti i documenti denominati "Istruzioni Operative Tecniche", tra i quali in particolare è disponibile l'istruzione operativa denominata "Utilizzo dei dispositivi di protezione individuali e collettivi", finalizzata a specificare quali sono i D.P.I. a disposizione dei lavoratori, in quali aree occorre obbligatoriamente utilizzarli, le modalità d'uso e di conservazione. Sono inoltre disponibili analoghi documenti riguardanti le modalità operative alle quali il personale deve attenersi per l'effettuazione di lavori specifici nelle varie aree del Deposito.

Prog. Def. 2460 lotto C4: Valutazione rischi per agenti chimici pericolosi

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PetroLig Deposito di Calata Canzio (GE)

SEZIONE 1

ULTERIORI MISURE/INTERVENTI ATTI A CONTENERE/ MINIMIZZARE L’ESPOSIZIONE AGLI AGENTI CHIMICI

Prog. Def. 2460 lotto C4: Tabella utenze elettriche Petrolig 1di 24

PRPG-950

ELENCO UTENZE ELETTRICHE PETROLIG

Prog. Def. 2460 lotto C4: Tabella utenze elettriche Petrolig 2di 24

ELENCO UTENZE ELETTRICHE QUADRO POWER

CENTER LATO ESSO A.P.U.T. P D f 2460

Cabina lato ESSO QPC Quadro P C

COMMESSA IMPIANTO : 05.AP FILE Tab.Elenco utenze elettriche_QPC_ lato esso.doc

Prog. Def. 2460 lotto C4: Tabella utenze elettriche Petrolig 3di 24

SPC. SPC N. 105/SG/05

1 Emissione per progetto definitivo Comp. Data

Foglio 2 di 24 rev. descrizione G.S. 07-05

ELENCO UTENZE ELETTRICHE Unità di impianto o area : DEPOSITO D ICALALTA CANZIO : MCC LATO ESSO AGGIORNAMENTO UTENZE

Fattore di contemporaneità dei carichi : 0.5

DATI DELL’UTENZA ELETTRICA Comandi

Funzionamento POS. Sigla Servizio e/o tipo

Poten.

nom.

kw

Tens. nom.

Freq. nom. Tipo Ore/Anno

Accoppia

mento N.Giri Forma

costruttiva Quadro

Quadro

Colonna NOTE

1 QPC1 LUCE MAGAZZINO E SPOGLIATOI TERZI E FABB. 1

15 50 N.°8 EX 3

2 QPC2 FABB. 4 10 400 50 N.°8 EX 4

3 QPC3 Disponibile 10 400 50 N.°8 EX 5

4 QPC4 Disponibile N.°8 VUOTO

5 QPC5 LUCE BANCHINA INT. LATO ESSO 10 400 50 N.°8 EX 5

6 QPC6 Disponibile 10 400 50 N.°8 EX 6

7 QPC7 LUCE CABINA ELETT. 5 220 50 N.°8 EX 7

8 QPC8 LINEA 1 LUCI 10 400 50 N.°8 EX 8

9 QPC9 LINEA 2 LUCI 10 400 50 N.°8 EX 9

10 QPC10 LINEA 3 LUCI 10 400 50 N.°8 EX 10

11 QPC11 VENTILAZIONE CABINA 3 400 50 N.°8 EX 11

12 QPC12 Disponibile 5 220 50 N.°8 EX 12

13 QPC13 COMPRESSORE 50 400 50 N.°7 EX 1

14 QPC14 Disponibile 30 400 50 N.°7 EX 2

15 QPC15 GRUPPI DI CONTINUTA’ 10 400 50 N.°7 EX 3

16 QPC16 Disponibile 30 400 50 N.°7 EX 4

Prog. Def. 2460 lotto C4: Tabella utenze elettriche Petrolig 4di 24

DATI DELL’UTENZA ELETTRICA Comandi

Funzionamento POS. Sigla Servizio e/o tipo

Poten. nom. kw

Tens. nom.

Freq. nom. Tipo Ore/Anno

Accoppia

mento N.Giri Forma

costruttiva Quadro

MCC L.P. Quadro

MCC L.E. AutomaticoNOTE

17 QPC17 PRESE F.M. DEP. 30 400 50 N.°7 EX5

18 QPC18 ASCENSORE+IMP. 70 400 50 N.°7 EX6

19 QPC19 UFFICI 70 400 50 N.°7 EX7

20 QPC20 RIFASAMENTO B 225 400 50 N.°7 EX8

21 MCC B MCC POMPE B 400 400 50 N.°6 EX9

22 MCC A MCC POMPE A 400 400 50 N.°2 EX10

23 VUOTO 400 50 N.°1 EX1

24 QPC21 Disponibile 30 400 50 N.°1 EX2

25 QPC22 Disponibile 30 400 50 N.°1 EX3

26 QPC23 Disponibile 30 400 50 N.°1 EX4

27 QPC24 Disponibile 30 400 50 N.°1 EX5

28 QPC25 CENTRALE TERM. 30 400 50 N.°1 EX6

29 QPC26 ANTIPOLLUTION 30 400 50 N.°1 EX7

30 QPC27 RIFASAMENTO A 225 400 50 N.°1 EX8

Prog. Def. 2460 lotto C4: Tabella utenze elettriche Petrolig 5di 24

ELENCO UTENZE ELETTRICHE QUADRO MCC POMPE

LATO ESSO

Prog. Def. 2460 lotto C4: Tabella utenze elettriche Petrolig 6di 24

COMMESSA IMPIANTO : 05.AP FILE Tab.Elenco utenze elettriche_MCC_

lato esso.doc

SPC. SPC N. 105/SG/05

1 Emissione per progetto definitivo Comp. Data

A.P.U.T. Pr.Def.2460-Lotto C4

MCC Pompe lato ESSO utenze aggiornate

Foglio 5 di 24 rev. descrizione G.S. 07-05

ELENCO UTENZE ELETTRICHE Unità di impianto o area : DEPOSITO D ICALALTA CANZIO : MCC POMPE LATO ESSO AGGIORNAMENTO UTENZE

Fattore di contemporaneità dei carichi : 0.5

DATI DELL’UTENZA ELETTRICA Comandi

Funzionamento POS. Sigla Servizio e/o tipo

Poten. nom. kw

Tens. nom.

Freq. nom. Tipo Ore/Anno

Accoppia

mento N.Giri Forma

costruttiva Quadro

MCC L.P. Quadro

MCC L.P Colonna NOTE

1 Disponibile 30 50 N.°1

2 C.P. Compresore 30 400 50 N.°1 3 P2 SCAR. CAR. ATB 110 400 50 EX P7 N.°1 4 P1 SCAR. CAR. ATB 110 400 50 EX P5 N.°1 5 P8 CAR. OCD 110 400 50 EX P3 N.°1 1 Disponibile 30 400 50 N.°2 2 Disponibile 30 400 50 N.°2 3 Disponibile 30 400 50 N.°2 4 P6 CAR. NAVI LUBE 132 400 50 EX P1 N.°2 5 Disponibile 132 400 50 N.°2 1 Disponibile 110 400 50 N.°6 2 Disponibile 30 400 50 N.°6 3 Disponibile 30 400 50 N.°6 4 P3 SCAR. CAR. ATB 110 400 50 EX P8 N.°6 5 P9 CAR. OCD 110 400 50 EX P4 N.°6

Prog. Def. 2460 lotto C4: Tabella utenze elettriche Petrolig 7di 24

DATI DELL’UTENZA ELETTRICA Comandi

Funzionamento POS. Sigla Servizio e/o tipo

Poten. nom. kw

Tens. nom.

Freq. nom. Tipo Ore/Anno

Accoppia

mento N.Giri Forma

costruttiva Quadro

MCC L.P. Quadro

MCC L.E. AutomaticoNOTE

1 Disponibile 30 400 50 N.°7 2 Disponibile 30 400 50 N.°7 3 Disponibile 30 400 50 N.°7 4 Disponibile 30 400 50 N.°7 5 P18 SLOP A TK 30 400 50 EX P10 N.°7 6 P7 CAR. NAVI LUBE 132 400 50 EX P2 N.°7

Prog. Def. 2460 lotto C4: Tabella utenze elettriche Petrolig 8di 24

ELENCO UTENZE ELETTRICHE NUOVA SALA POMPE LATO ENI

Prog. Def. 2460 lotto C4: Tabella utenze elettriche Petrolig 9di 24

COMMESSA IMPIANTO : 05.AP FILE Tab.Elenco utenze elettriche_sala pompe lato eni.doc

SPC. SPC N. 105/SG/05

1 Emissione per progetto definitivo Comp. Data

A.P.U.T. Pr.Def.2460-Lotto C4

Utenze Nuova Sala pompe lato ENI Foglio 8 di 24

rev. descrizione G.S. 07-05

ELENCO UTENZE ELETTRICHE Unità di impianto o area : DEPOSITO D ICALALTA CANZIO : SALA POMPE NUOVA LATO ENI

Fattore di contemporaneità dei carichi : 0.5

DATI DELL’UTENZA ELETTRICA Comandi

Funzionamento POS. Sigla Servizio e/o tipo

Poten. nom. kw

Tens. nom.

Freq. Nom. Tipo Ore/Anno

Accoppia

mento N.Giri Forma

costruttiva Quadro

MCC L.P. Quadro

MCC L.E. AutomaticoNOTE

1 P1 SCAR. CAR. ATB 110 400 EX P5 2 P2 SCAR. CAR. ATB 110 400 EX P7 3 P3 SCAR. CAR. ATB 110 400 EX P8 4 P4 SVUOT. LINEE TK 30 400 REVERS. NUOVO 5 P5 SVUOT. LINEE TK 30 400 REVERS. NUOVO 6 P6 CAR. NAVI LUBE 132 400 EX P1 7 P7 CAR. NAVI LUBE 132 400 EX P2 8 P8 CAR. OCD 110 400 EX P3 9 P9 CAR. OCD 110 400 EX P4 10 P10 CAR. BETT. OCD 450 400 NUOVO 11 P11 CAR. BETT. OCD 450 400 NUOVO 12 P12 CAR. BETT. OCD 450 400 NUOVO 13 P13 SVUOT. LINEE TK 30 400 REVERS. NUOVO 14 P14 SV. LINEE GAS 30 400 REVERS. NUOVO

Prog. Def. 2460 lotto C4: Tabella utenze elettriche Petrolig 10di 24

DATI DELL’UTENZA ELETTRICA Comandi

Funzionamento POS. Sigla Servizio e/o tipo

Poten. nom. kw

Tens. nom.

Freq. Nom Tipo Ore/Anno

Accoppia

mento N.Giri Forma

costruttiva Quadro

MCC L.P. Quadro

MCC L.E. AutomaticoNOTE

15 P15 CAR. BETT. GAS 160 400 NUOVO 16 P16 CAR. BETT. GAS 160 400 NUOVO 17 P17 CAR. BETT. GAS 160 400 NUOVO 18 P18 SLOP A TK 30 400 EX P10

Prog. Def. 2460 lotto C4: Tabella utenze elettriche Petrolig 11di 24

ELENCO UTENZE ELETTRICHE MCC

POMPE LATO ENI NUOVO

Prog. Def. 2460 lotto C4: Tabella utenze elettriche Petrolig 12di 24

COMMESSA IMPIANTO : 05.AP FILE Tab.Elenco utenze elettriche_MCC_ lato esso.doc

SPC. SPC N. 105/SG/05

1 Emissione per progetto definitivo Comp. Data

A.P.U.T. Pr.Def.2460-Lotto C4

M.C.C. LATO ENI NUOVO Foglio 11 di 24

rev. descrizione G.S. 07-05

ELENCO UTENZE ELETTRICHE Unità di impianto o area : DEPOSITO D ICALALTA CANZIO : MCC LATO ENI NUOVO

Fattore di contemporaneità dei carichi : 0.5

DATI DELL’UTENZA ELETTRICA Comandi

Funzionamento POS. Sigla Servizio e/o tipo

Poten. nom. kw

Tens. nom.

Freq. nom. Tipo Ore/Anno

Accoppia

mento N.Giri Forma

costruttiva Quadro

MCC L.P. Quadro

MCC L.P Colonna NOTE

1 A1 ARRIVO LINEA N.°1

2 A2 SPARE 110 400 50 N.°2 3 A3 CAR.BETT.GAS. 160 400 50 N.°3 P16

4 A4 CAR.BETT.GAS. 160 400 50 N.°4 P17

5 A5 SPARE 30 400 50 N.°5 P.POM.REV.

6 A6 SVUOT.LINEE TK 30 400 50 N.°6 P14 REV.

7 A7 CAR.OCD P10 400 50 N.°7 P10

8 A8 CAR.OCD P11 450 400 50 N.°8 P11

9 10 A9 CAR.OCD P11 450 400 50 N.°9 P11

11 A10 Disponibile 11 400 50 N.°10 P. POMPA

12 A10 Disponibile 11 400 50 N.°10 P.POMPA

13 A10 Disponibile 11 400 50 N.°10 P.POMPA

15 A10 Disponibile 5,5 400 50 N.°10 P.POMPA

16 A10 Disponibile 5,5 400 50 N.°10 P.POMPA

17 A10 Disponibile 5,5 400 50 N.°10 P.POMPA

Prog. Def. 2460 lotto C4: Tabella utenze elettriche Petrolig 13di 24

DATI DELL’UTENZA ELETTRICA Comandi

Funzionamento POS. Sigla Servizio e/o tipo

Poten. nom. kw

Tens. nom.

Freq. nom. Tipo Ore/Anno

Accoppia

mento N.Giri Forma

costruttiva Quadro

MCC L.P. Quadro

MCC L.E. AutomaticoNOTE

18 B1 ARRIVO LINEA N.°1

19 B2 Disponibile 110 400 50 N.°2 20 B3 CAR.BETT. GAS. 160 400 50 N.°3 P15

21 B4 Disponibile 30 400 50 N.°4 REV.P.POM

22 B5 Disponibile 30 400 50 N.°5 P.POMPA

23 B6 SVUOT.LINEE TK 30 400 50 N.°6 P13 REV.

24 B7 CAR.OCD P10 400 50 N.°7 P12

25 B8 CAR.OCD P10 450 400 50 N.°8 P12

26 B9 Non cablato 400 50 N.°9 27 B10 Disponibile 11 400 50 N.°10 P. POMPA

28 B10 Disponibile 11 400 50 N.°10 P.POMPA

29 B10 Disponibile 11 400 50 N.°10 P.POMPA

30 B10 Disponibile 5,5 400 50 N.°10 P.POMPA

31 B10 Disponibile 5,5 400 50 N.°10 P.POMPA

32 B10 Disponibile 5,5 400 50 N.°10 P.POMPA

Prog. Def. 2460 lotto C4: Tabella utenze elettriche Petrolig 14di 24

ELENCO UTENZE ELETTRICHE NUOVA

BANCHINA LATO ENI

Prog. Def. 2460 lotto C4: Tabella utenze elettriche Petrolig 15di 24

COMMESSA IMPIANTO : 05.AP FILE Tab.Elenco utenze banchina nuova .doc

SPC. SPC N. 105/SG/05

1 Emissione per progetto definitivo Comp. Data

A.P.U.T. Pr.Def.2460-Lotto C4

Banchina punti slitte fiscali punti di carico

Foglio 14 di 24 rev. descrizione G.S. 07-05

ELENCO UTENZE ELETTRICHE Unità di impianto o area : DEPOSITO D ICALALTA CANZIO : UTENZE NUOVA BANCHINA

Fattore di contemporaneità dei carichi :

DATI DELL’UTENZA ELETTRICA Comandi

Funzionamento POS. Sigla Servizio e/o tipo

Poten. nom. kw

Tens. nom.

Freq.

nom.

Tipo Ore/Anno

Accoppiam

ento N.Giri Forma

costruttiva Quadro

NOTE

1 SL_OCD_1 SL OCD PUN. CAR.1 0,5 400 50 STIMATO

2 SL_GAS_1 SL GAS PUN.CAR . 1 0,5 400 50 STIMATO

3 SL_OCD_2 SL OCD PUN. CAR.2 0,5 400 50 STIMATO

4 SL_GAS_2 SL GAS PUN. CAR. 2 0,5 400 50 STIMATO

5 SL_OCD_3 SL OCD PUN. CAR.3 0,5 400 50 STIMATO

6 SL_GAS_3 SL GAS PUN. CAR. 3 0,5 400 50 STIMATO

7 SL_OCD_4 SL OCD PUN. CAR.4 0,5 400 50 STIMATO

8 SL_GAS_4 SL GAS PUN .CAR. 4 0,5 400 50 STIMATO

9 SL_OCD_5 SL OCD PUN. CAR.5 0,5 400 50 STIMATO

10 SL_GAS_5 SL GAS PUN. CAR. 5 0,5 400 50 STIMATO

11 SL_OCD_6 SL OCD PUN. CAR.1 0,5 400 50 STIMATO

12 SL_GAS_6 SL2 GAS PUN.CAR.1 0,5 400 50 STIMATO

13 SL_OCD_M SLITTA OCD MASTER 0,5 400 50 STIMATO

14 SL_GAS_M SLITTA GAS MASTER 0,5 400 50 STIMATO

Prog. Def. 2460 lotto C4: Tabella utenze elettriche Petrolig 16di 24

ELENCO UTENZE ELETTRICHE Unità di impianto o area : DEPOSITO D ICALALTA CANZIO : UTENZE NUOVA BANCHINA

Fattore di contemporaneità dei carichi :

DATI DELL’UTENZA ELETTRICA Comandi

Funzionamento POS. Sigla Servizio e/o tipo

Poten. nom. kw

Tens. nom.

Freq.

nom.

Tipo Ore/Anno

Accoppiam

ento N.Giri Forma

costruttiva Quadro

NOTE

15 BIL_1_MIX BLENDING 1 MISCELATORE IN L. 50 400 50 STIMATO

16 BIL_2_MIX BLENDING 2 MISCELATORE IN L. 50 400 50 STIMATO

17 BIL_3_MIX BLENDING 3

MISCELATORE IN L. 50 400 50 STIMATO

18 SOV_M1_OCD EV ON-OFF OCD 0,25 220 50 STIMATO

19 SOV_M2_OCD EV ON-OFF OCD 0,25 220 50 STIMATO

19 SOV_M3_OCD EV ON-OFF OCD 0,25 220 50 STIMATO

20 FY_M1_GAS EV PROPORZ. GAS. 0,15 4-20 DC STIMATO

21 FY_M2_GAS EV PROPORZ. GAS. 0,15 4-20 DC STIMATO

22 FY_M3_GAS EV PROPORZ. GAS. 0,15 4-20 DC STIMATO

23 SOV_M1_PC EV ON-OFF PREL.C. 0,15 220 50 STIMATO

24 SOV_M2_PC EV ON-OFF PREL.C. 0,15 220 50 STIMATO

25 SOV_M3_PC EV ON-OFF PREL.C. 0,15 220 50 STIMATO

26 AIT1 ANALIZ. V.D. MIX1 0,15 220 50 STIMATO

27 AIT2 ANALIZ. V.D. MIX2 0,15 220 50 STIMATO

28 AIT3 ANALIZ. V.D. MIX3 0,15 220 50 STIMATO

Prog. Def. 2460 lotto C4: Tabella utenze elettriche Petrolig 17di 24

ELENCO UTENZE ELETTRICHE Unità di impianto o area : DEPOSITO D ICALALTA CANZIO : UTENZE NUOVA BANCHINA

Fattore di contemporaneità dei carichi :

DATI DELL’UTENZA ELETTRICA Comandi

Funzionamento POS. Sigla Servizio e/o tipo

Poten. nom. kw

Tens. nom.

Freq.

nom.

Tipo Ore/Anno

Accoppiam

ento N.Giri Forma

costruttiva Quadro

NOTE

29 P_S_A_R_1 POMPA S. A.R. 1 1,5 400 50

POMPA SVUOTAMENTO ATTACCHI RAPIDI

30 P_S_A_R_2 POMPA S. A.R. 2 1,5 400 50

31 P_S_A_R_3 POMPA S. A.R. 3 1,5 400 50

29 P_S_A_R_4 POMPA S. A.R. 4 1,5 400 50

30 P_S_A_R_5 POMPA S. A.R. 5 1,5 400 50

31 P_S_A_R_6 POMPA S. A.R. 6 1,5 400 50

32 P_CO_BC1 BRACCIO CARICO 1 10 400 50 QUADRO BRACCIO CARICO 1

33 P_CO_BC2 BRACCIO CARICO 2 10 400 50 34 P_CO_BC3 BRACCIO CARICO 3 10 400 50

35 P_CO_BC4 BRACCIO CARICO 4 10 400 50

36 P_CO_BC5 BRACCIO CARICO 5 10 400 50

37 P_S_H2O_S POMPA SVUOTAMENTO 1,5

POMPA SVUOTAMENTO H2O SAITARIE

38 P_S_B1 POMPA SVUOTAMENTO BANCHINA A MARE

1,5

39 P_S_B2 POMPA SVUOTAMENTO BANCHINA SUD

1,5

39 P_S_B3 POMPA SVUOTAMENTO BANCHINA CENTRALE

1,5

Prog. Def. 2460 lotto C4: Tabella utenze elettriche Petrolig 18di 24

ELENCO UTENZE ELETTRICHE Unità di impianto o area : DEPOSITO D ICALALTA CANZIO : UTENZE NUOVA BANCHINA

Fattore di contemporaneità dei carichi :

DATI DELL’UTENZA ELETTRICA Comandi

Funzionamento POS. Sigla Servizio e/o tipo

Poten. nom. kw

Tens. nom.

Freq.

nom.

Tipo Ore/Anno

Accoppiam

ento N.Giri Forma

costruttiva Quadro

NOTE

40 P_S_B4 POMPA SVUOTAMENTO BANCHINA PRINCIPALE

1,5

41 P_S_B4 POMPA SVUOTAMENTO BANCHINA PRINCIPALE

1,5

Prog. Def. 2460 lotto C4: Tabella utenze elettriche Petrolig 19di 24

ELENCO UTENZE ELETTRICHE IMPIANTO

POMPE E PARATOIE PRIMA PIOGGIA

Prog. Def. 2460 lotto C4: Tabella utenze elettriche Petrolig 20di 24

COMMESSA IMPIANTO : 05.AP FILE Tab.Elenco impiato depurazione lato esso prima pioggia .doc

SPC. SPC N. 105/SG/05

1 Emissione per progetto definitivo Comp. Data

A.P.U.T. Pr.Def.2460-Lotto C4

Impianto di depurazione quadro pompe e paratoia 1° pioggia

Foglio 19 di 24 rev. descrizione G.S. 07-05

ELENCO UTENZE ELETTRICHE Unità di impianto o area : DEPOSITO D ICALALTA CANZIO : IMPIANTO DI DEPURAZIONE QUADRO POMPE 1° PIOGGIA

Fattore di contemporaneità dei carichi :

DATI DELL’UTENZA ELETTRICA Comandi

Funzionamento POS. Sigla Servizio e/o tipo

Poten. nom. kw

Tens. nom.

Freq. nom. Tipo Ore/Anno

Accoppia

mento N.Giri Forma

costruttiva Quadro

NOTE

1 P1 POMPA 1 2 400 50

2 P2 POMPA 2 2 400 50 3 PR1 PARATOIA 1 1 400 50 3 PR2 PARATOIA 2 1 400 50

Prog. Def. 2460 lotto C4: Tabella utenze elettriche Petrolig 21di 24

ELENCO UTENZE ELETTRICHE IMPIANTO

IMPIANTO ANTIPOLLUTION

ESISTENTE

Prog. Def. 2460 lotto C4: Tabella utenze elettriche Petrolig 22di 24

COMMESSA IMPIANTO : 05.AP FILE Tab.Elenco impiato depurazione lato esso prima pioggia .doc

SPC. SPC N. 105/SG/05

1 Emissione per progetto definitivo Comp. Data

A.P.U.T. Pr.Def.2460-Lotto C4

Impianto di depurazione quadro Antipollution Lato Esso

Foglio 21 di 24 rev. descrizione G.S. 07-05

ELENCO UTENZE ELETTRICHE Unità di impianto o area : DEPOSITO D ICALALTA CANZIO : IMPIANTO DI DEPURAZIONE QUADRO ANTIPOLLUTION

Fattore di contemporaneità dei carichi :

DATI DELL’UTENZA ELETTRICA Comandi

Funzionamento POS. Sigla Servizio e/o tipo

Poten. nom. kw

Tens. nom.

Freq. nom. Tipo Ore/Anno

Accoppia

mento N.Giri Forma

costruttiva Quadro

NOTE

1 P5 POMPA 5 4 400 50

2 P6 POMPA 6 4 400 50 3 UT3 Utenza 3 disp. 15 400 50 4 AGT AGITATORE 0,25 400 50 5 PF POMPA FANGHI 7,5 400 50 6 PD POMPA

DOSATRICE 0,25 400 50 7 CP COMPRESSORE 0,75 400 50 8 BR2 BIORULLI 2 1,5 400 50 9 BR3 BIORULLI 3 1,5 400 50 10 UT10 UTENZA 10-disp. 15 400 50 11 POL1 Pompa acque ol. 11 400 50 12 POL2 Pompa acque ol. 11 400 50 13 POL7 Pompa olio 7 5,5 400 50 14 P3F Pompa 3 filtro 5,5 400 50 15 P4F Pompa 4 filtro 5,5 400 50 16 Disponibile 15 400 50

Prog. Def. 2460 lotto C4: Tabella utenze elettriche Petrolig 23di 24

ELENCO UTENZE ELETTRICHE QUADRO POWER

CENTER LATO ENI

Prog. Def. 2460 lotto C4: Tabella utenze elettriche Petrolig 24di 24

COMMESSA IMPIANTO : 05.AP FILE Tab.Elenco utenze elettriche_QPC_ lato esso.doc

SPC. SPC N. 105/SG/05

1 Emissione per progetto definitivo Comp. Data

A.P.U.T. Pr.Def.2460-Lotto C4

Cabina lato ENI QPC Quadro Power Center

Foglio 23 di 24 rev. descrizione G.S. 07-05

ELENCO UTENZE ELETTRICHE Unità di impianto o area : DEPOSITO D ICALALTA CANZIO : QUADRO POWER CENTER LATO ENI

Fattore di contemporaneità dei carichi : 0.5

DATI DELL’UTENZA ELETTRICA Comandi

Funzionamento POS. Sigla Servizio e/o tipo

Poten.

nom.

kw

Tens. nom.

Freq. nom. Tipo Ore/Anno

Accoppia

mento N.Giri Forma

costruttiva Quadro

Quadro

Colonna NOTE

1 QPC1 LUCE CONTROL ROOM SALA POMPE 15 50

2 QPC2 LUCE GRUPPO ELETTROGENO 10 400 50

3 QPC3 Disponibile 10 400 50

4 QPC4 Disponibile

5 QPC5 LUCE BANCHINA LATO ENI 10 400 50

6 QPC6 Disponibile 10 400 50

7 QPC7 LUCE CABINA ELETT. 5 220 50

8 QPC8 LINEA 1 LUCI 10 400 50

9 QPC9 LINEA 2 LUCI 10 400 50

10 QPC10 LINEA 3 LUCI 10 400 50

11 QPC11 VENTILAZIONE CABINA 3 400 50

12 QPC12 Disponibile 5 220 50

13 QPC13 COMPRESSORE 1 60 400 50

14 QPC14 COMPRESSORE 2 60 400 50

15 QPC15 GRUPPI DI CONTINUTA’ 10 400 50

Prog. Def. 2460 lotto C4: Tabella utenze elettriche Petrolig 25di 24

16 QPC16 Disponibile 30 400 50

DATI DELL’UTENZA ELETTRICA Comandi

Funzionamento POS. Sigla Servizio e/o tipo

Poten. nom. kw

Tens. nom.

Freq. nom. Tipo Ore/Anno

Accoppia

mento N.Giri Forma

costruttiva Quadro

MCC L.P. Quadro

MCC L.E. AutomaticoNOTE

17 QPC17 PRESE F.M. DEP. 30 400 50

18 QPC18 ASCENSORE 20 400 50

19 QPC19 UFFICI 20 400 50

20 QPC20 RIFASAMENTO B 350 400 50

21 MCC B MCC POMPE B 800 400 50

22 MCC A MCC POMPE A 800 400 50

23 VUOTO 400 50

24 QPC21 QUADRO INTERFACCIA MCC 30 400 50

25 QPC22 Disponibile 30 400 50

26 QPC23 Disponibile 30 400 50

27 QPC24 Disponibile 30 400 50

28 QPC25 QUADRO DCS 30 400 50

29 QPC26 Disponibile 30 400 50

30 QPC27 RIFASAMENTO A 350 400 50

Prog. Def. 2460 lotto C4: Tabella elenco linee piping 1 di 4

PRPG-951

ELENCO LINEE

Prog. Def. 2460 lotto C4: Tabella elenco linee piping 2 di 4

INDICE DESIGNAZIONE LINEE

Cod. FLUIDO Fg.N.

Cod. FLUIDO Fg.N.

P Processo IW Acqua industriale BD Blow down KC Cond.altiss.pressione BW Acqua alim. Caldaia KS Vapore altiss. Pressione CB Blow down continuo LC Cond. Bassa pressione CH Prodotti chimici LO Olio lubrificante CW Acqua di raffreddamento LR Liquido refrigerante CY Fognature acide LS Vapore bassa pressione DT Dowtherm MC Cond.media pressione DW Acqua potabile ME Metanolo FG Gas combustibile MS Vapore media pressione FL Liquido schiumogeno MT MTBE OC Olio combustibile NH Ammoniaca FS Soluzione schiumogena PW Acqua demineral. FW Acqua antincendio UA Aria servizi GR Vapori refrigeranti UN Azoto servizi HC Condensa alta pressione SW Acqua mare HO Olio caldo SY Fognatura oleosa HS Vapore alta pressione TW Acqua trattata IA Aria strumenti W Acqua di processo IB Blow d.intermittente WW Acqua di scarico IN Azoto strumenti MIX Miscela (ac.-gc.-gm.) GC Gasolio ciclico GC/GM Gasolio GN Gasolio marina

Cod. FLUIDO

A Linea tratt.int./riv.est. B Linea rivestita est. E l.tracciata elettric. F Linea coibentazione per freddo I Linea coibentazione per caldo N l.non vern. Non coib. S l.tratt.int./vern.est. T l.tracc.con fluido caldo V l.verniciata esternam. W Linea incamiciata

NOTE: 1 - Salvo diversamente indicato il collaudo delle linee Avverà con acqua 2 – Il valore della temperatura di esercizio in caso di linee

tracciate (T) e uguale a 0.7 il valore della temperatura del fluido riscaldante

3 – In caso di linee tracciate elettricamente (E) la temperatura è quella richiesta dal processo

0 Emissione - 30-08-05

Rev. Descrizione Comp Ver App Data

Prog. Def. 2460 lotto C4: Tabella elenco linee piping 3 di 4

SPC. N° 951

Fg./di Rev.

PETROLIG s.r.l. DEPOSITO DI CALATA CANZIO

commessa progetto

FOGLIO ELENCO LINEE

TEMPERATURA °C COLLAUDO SALDATURA

LINEA DA A DIAM. SPC DI

LINEA FINITURA

LINEA ESERC. PROGG.

PRESS. DI

PROGG. FLUIDO PRESS. CLASSE SPC

NOTE

Prog. Def. 2460 lotto C4: Tabella elenco linee piping 4 di 4

SPC. N° 951

Fg./di Rev.

PETROLIG s.r.l. DEPOSITO DI CALATA CANZIO

commessa progetto

FOGLIO ELENCO LINEE

TEMPERATURA °C COLLAUDO SALDATURA

LINEA DA A DIAM. SPC DI

LINEA FINITURA

LINEA ESERC. PROGG.

PRESS. DI

PROGG. FLUIDO PRESS. CLASSE SPC

NOTE

Prog. Def. 2460 lotto D parte 2: Tabella foglio dati per cavi elettrici 1 di 2

PRPG-952

TABELLA DATI PER CAVI DI ELETTRICI

Prog. Def. 2460 lotto D parte 2: Tabella foglio dati per cavi elettrici 1 di 2

FOGLIO DATI PER CAVI ELETTRICI DATI GENERALI

Ordine d’acquisto N° Clima

Fornitore Temperatura min./max

Norme di riferim. to Umidità relativa

Docum.di rifer.to Altitudine

Ambiente

Vedere Aereo Interrato passerella Per document. Da fornire Lingua uff.

In Tubo su Strutture

DATI DEI CAVI

Costruttore Sigla

Bobina Pos. Numero conduttori per

sezione nominale Lunghezza conduttori

Numero e lunghezza delle pezzature

Colore anime Dimensioni (Ø x h) Peso lordo

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

11

12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22

0 Emissione

Rev. Descrizione RED. APPR. DATA.

Prog. Def. 2460 lotto C4: Tabella foglio dati per cavi elettrici

1 di 2

PRPG-953 TABELLA DATI PER CAVI DI

STRUMENTAZIONE

Prog. Def. 2460 lotto C4: Tabella foglio dati per cavi elettrici

2 di 2

FOGLIO DATI PER CAVI DI STRUMENTAZIONE DATI GENERALI

Ordine d’acquisto N° Clima

Fornitore Temperatura min./max

Norme di riferim. To Umidità relativa

Docum.di rifer.to Altitudine

Cond. Amb.te

Ambiente

Vedere Aereo Interrato passerella Per document. Da fornire Lingua uff.

Tipo di Posa In Tubo su Strutture

DATI DEI CAVI

Costruttore Sigla

Bobina Pos. Numero conduttori per

sezione nominale Lunghezza conduttori

Numero e lunghezza delle pezzature

Colore anime Dimensioni (Ø x h) Peso lordo

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

11

12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22

Note:

0 Emissione

Rev. Descrizione RED. APPR. DATA.

PRPG-954

ELENCO STRUMENTI

CLIENTE: PETROLIG S.r.l. COMMESSA IMPIANTO

LOCALITA’: GENOVA SPC.N. 954

Comp. Data PETROLIG

IMPIANTO: DEPOSITO DI CALATA CANZIO Foglio 1 di

08-05

STRUM

ELENCO STRUMENTI INSTALLAZIONE PLANIMETRIA DETT.

SIGLA TIPO STRUMENTO SERVIZIO

POSSTR (1) LINEA n. CL.

n. SCEMA DI MARCIA

SPECIFICA n. PNEUMA

-TICA ELETTR. PROC. PNEUM. ELETTR.

STRUM. GRAMM.

Prog. Def. 2460 lotto C4: Tabella elenco materiale piping

1 di 3

PRPG-955

ELENCO MATERIALE PIPING

Prog. Def. 2460 lotto C4: Tabella elenco materiale piping

2 di 3

SPC N. 955

Rev.

Fg-Sh. 1

PETROLIG s.r.l.

CLIENTE-CUSTOMER PETROLIG S.r.l. LOCALITÀ’- PLANT LOCATION DEPOSITO DI CALATA CANZIO (GE) IMPIANTO - UNIT DEPOSITO COSTIERO commesa

Progetto

ELENCO MATERIALE PIPING

QUANTITA’ POS. DESCRIZIONE SIZE Sp. RATING MATERIALE

1a 2a 3a

TUBO S.S. 3" 5.49 API 5L Gr. B 4” 6.02 “ 6” 7.11 “ 8" 6.35 ” 10" “ “ 12" “ “ 14” ” ” CURVA L.R. 90° 3" V.tubo A234 WPB 4” “ ” 6” “ “ 8" “ “ 10" ” ” CURVA L.R. 45° 3" “ “ 4” “ ” 6” “ “ 8" “ “ 10" ” ” TEE S.S. 6” 7.11 “

RID. CONC. 8” x 6” 6.35x7.11 “

FOND.BOMBATO 12” 6.35 “ FLG. S.O. RF 6” - 150# A 105 “ 8" - “ ” “ 12" - “ “ “ 14” - “ ” “ 6" “ “ “ 76

NOTE:

Prog. Def. 2460 lotto C4: Tabella elenco materiale piping

3 di 3

ELENCO MATERIALE PIPING

QUANTITA’ POS. DESCRIZIONE SIZE Sp. RATING MATERIALE

1a 2a 3a

TUBO S.S. 3" 5.49 API 5L Gr. B 4” 6.02 “ 6” 7.11 “ 8" 6.35 ” 10" “ “ 12" “ “ 14” ” ” CURVA L.R. 90° 3" V.tubo A234 WPB 4” “ ” 6” “ “ 8" “ “ 10" ” ” CURVA L.R. 45° 3" “ “ 4” “ ” 6” “ “ 8" “ “ 10" ” ” TEE S.S. 6” 7.11 “

RID. CONC. 8” x 6” 6.35x7.11 “

FOND.BOMBATO 12” 6.35 “ FLG. S.O. RF 6” - 150# A 105 “ 8" - “ ” “ 12" - “ “ “ 14” - “ ” “ 6" “ “ “

NOTE:Esempio di compilazione a cura dell’appaltatore

Prog. Def. 2460 lotto C4: Elenco materiali per supporti tubazioni

1 di 3

PRPG-956

ELENCO MATERIALI PER SUPPORTI TUBAZIONI

Prog. Def. 2460 lotto C4: Elenco materiali per supporti tubazioni

2 di 3

ELENCO MATERIALI PER SUPPORTI TUBAZIONI

CARATTERISTICHE ESSENZIALI RICHIESTE AI MATERIALI INDICATI NEL PRESENTE ELENCO

MATERIALI

TIPO DI ACCIAIO E CARATTERISTICHE

MECCANICHE

DIMENSIONI DI FORNITURA

Profilati Barre laminate a

caldo Largh. piatti

Barre di lunghezza non superiore a 10 m. Quantità inferiore a 10 m. devono essere fornite in un solo pezzo.

Tubi Lamiere medie e grosse (spessore superiore a 3 mm)

Lamiere sottili (spessore inferiore a 3 mm

ACCIAIO AL CARBONIO Carico di rottura 37 + 45

Kg/mm² Limite inferiore di

snervamento Non inferiore a 22 Kg/mm²

Larghezza non inferiore a 1000 mm e non superiore a 2000

Bulloni

Il tipo di filettatura può essere diverso da quello indicato. La sezione del nucleo del bullone non deve comunque essere maggiore del 20% o minore del 10% di quella del tipo richiesto.

Dadi

ACCIAIO AL CARBONIO Carico di rottura 42 + 50 kg/mm² Limite inferiore di snervamento non inferiore a 24 Kg/mm²

Il tipo di filettatura può essere diverso da quello indicato ma dello stesso tipo di quello dei bulloni.

Rosette piane Le dimensioni possono essere diverse da quelle indicate. Il diametro del foro deve essere maggiore del 10% e minore dello 0% di quello richiesto.

Piastrine a cuneo per profilati ad I e C

Adatte ai profilati ad I e C acquistati. Il diametro del foro non deve essere maggiore del 10% e minore dello 0% di quello richiesto.

NOTE PER L’ACQUISTO: 1. Gli ordinativi devono esere effettuati a lunghezza fissa e non a peso.

0 Emissione - 07.30.05 Rev. Descrizione Comp Ver App Data

Prog. Def. 2460 lotto C4: Elenco materiali per supporti tubazioni

3 di 3

ELENCO MATERIALE CARPENTERIA

QUANTITA’ PESO POS. DESCRIZIONE

1a 2a 3a SPARE

UNITARIO TOTALE

NOTE:da compilarsi a cura dell’appaltatore

COMMESSA IMPIANTO

SPC. PRPG 957

0 Emissione Comp. Data PETROLIG S.r.l.

Foglio di rev. Descrizione

ELENCO MATERIALI ELETTRICO APPARECCHIATURE STRUMENTI

POS. DESCRIZIONE INSTALLAZIONE QUANTITA’ NOTE

1 ELETTROVALVOLE (VEDERE SPC.)

2 SLITTE FISCALI E ACCESSORI (VEDERE SPC.)

3 ANALIZZATORI (VEDERE SPC.)

4 VALVOLE DI REGOLAZIONE (VEDERE SPC.)

5 CAVI SCALDANTI (VEDERE SPC.)

6 PULSANTIERE E FINE CORSA (VEDERE SPC.)

7 SISTEMA DI GESTIONE BLENDING IN LINE D.C.S. (VEDERE SPC.)

8 CAVI ELETTROSTRUMENTALI (VEDERE SPC.)

Prog. Def. 2460 lotto C4: Data sheet cavi scaldanti 1 di 2

PRPG-958

DATA SHEET CAVI SCALDANTI

Prog. Def. 2460 lotto C4: Data sheet cavi scaldanti 2 di 2

CARATERISTICHE GENERALI SIGLA - - QUANTITA' mt A cura del Fornitore A cura del Fornitore SERVIZIO OCD LUBE TIPO Autoregolante Autoregolante DATI DI PROCESSO PROTEZIONE GELO No No MANTENIMENTO Si Si RISCALDAMENTO No No PRODOTTO O.C.D. 380 O.C.D. 380 STATO FISICO Liquido Liquido DENSITA' Kg/dm3 0.98 0.98 VISCOSITA' cst 380 a 50°C 380 a 50°C TEMPERATURA MAX PRODOTTO °C 60 60 TEMPERATURA AMBIENTE (min/max) °C -5 / 28 -5 / 28 TEMPERATURA MOVIMENTAZIONE PRODOTTO (nella tubazione) °C 50-55° 50-55° TEMPERATURA MANTENIMENTO PRODOTTO (nel serbatotio) °C 50-55° 50-55°

CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE

MATERIALE COIBENTAZIONE L. di roccia L. di roccia SPESSORE COIBENTAZIONE 50 50 IMPIANTO ESTERNO Si Si IMPIANTO INTERNO No No IMPIANTO IN CUNICOLO No No DIAMETRO ESTERNO TUBAZIONE 8'' 8'' MATERIALE TUBAZIONE Acciaio Acciaio LUNGHEZZA TUBAZIONE ACCOPPIAMENTI FLANGIATI 2 2 VALVOLE (quantità) 2 2 COSTRUZIONE MECCANICA Stagna Stagna PROTEZIONE MECCANICA IP-55 IP-55 TENSIONE DI RETE 220 Vac 220 Vac FASI / FREQUENZA 01/50 Hz 01/50 Hz ACCESSORI KIT CONNESSIONE N° 1 1 KIT TERMINAZIONE N° 1 1 KIT GIUNZIONE N° No No ETICHETTE SEGNALAZIONE N° 5 5 ROTOLI NASTRO ADESIVO DI FISSAGGIO N° 1 1 KIT ATTRAVERSAMENTO COIBENTAZIONE N° No No TERMOSTATO DI SICUREZZA (60÷120°C) N° 1 1 DATI D'ACQUISTO FORNITORE A cura del fornitore A cura del fornitore COSTRUTTORE A cura del fornitore A cura del fornitore

MODELLO A cura del fornitore

A cura del fornitore

2 1 0

REV DATA DESCRIZIONE REDAZIONE CONTROLLO APPROVA