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cultura e natura Q uando si sperimenta la perdita o la distruzione di persone o cose a livello improvviso ci si trova dinanzi a qualcosa di più grande di noi. L’uomo continua a imporre la propria presenza sui territori spesso senza tenere in giusto conto le caratteristiche vitali del sistema in cui si inserisce. Il pianeta segue leggi fisiche di movimenti micro e macroscopici. Questi movimenti possono essere impercettibili o improvvisamente violenti e imprevedibili. In questo secondo caso la sensazione è quella di essere uno sparuto formicaio che viene totalmente sconvolto da potenze energetiche incontenibili. Nel mondo naturale il concetto di “stabilità” si concretizza tramite fenomeni che si controbilanciano mantenendo, attraverso una serie di eventi, un certo “equilibrio”. Dunque, stabilità intesa come equilibrio. In natura l’equilibrio è dinamico, nel nostro sistema mentale rischia spesso di trasformarsi in “statico”, cioè “fermo”. Ovviamente questo contrasta fortemente con un ambiente che, volenti o nolenti, ha dinamiche che noi spesso “ignoriamo” anche per comodità immediate. Attraverso l’esperienza l’uomo continua a raffinare le sue conoscenze. In campo antisismico si sono fatti grossi passi avanti ed è possibile convivere con questi fenomeni a patto di integrarne le caratteristiche con scelte progettuali e tecnologiche adeguate. Chi scrive ha sperimentato personalmente un evento sismico durante l’adolescenza e per di più nel giorno in cui ricorreva il quindicesimo compleanno: è stato uno dei regali più importanti. Questo evento ha aperto tutta una serie di riflessioni che, nella mente di un adolescente, sono veramente potenti e possono determinare lo sviluppo di una consapevolezza improvvisa di forza, mista ad impotenza, del singolo individuo. La determinazione ad andare avanti, risollevarsi, ricostruire, parte dalla grande forza di volontà applicata ad un progetto importante di ricostruzione… Già, ricostruzione… ma di cosa? Le strutture materiali sono più facili da ricostruire, ma il senso della vita, la capacità di resilienza, sono fattori prettamente individuali e potenziali che possono essere rinforzati ed espressi solo sulla base di principi fondamentali. La forza della natura e la forza della mente: eventi sismici e terremoti mentali I recenti eventi sismici che hanno interessato diverse parti del mondo, hanno riporta- to alla ribalta una serie di considerazioni che, spesso, stentiamo a mantenere pre- senti nelle nostre valutazioni quotidiane di Maria Torlini CN n. 8 2012 5

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cultura e natura

Quando si sperimenta la perdita o la distruzione

di persone o cose a livello improvviso ci si

trova dinanzi a qualcosa di più grande di noi.

L’uomo continua a imporre la propria presenza sui

territori spesso senza tenere in giusto conto le

caratteristiche vitali del sistema in cui si inserisce. Il

pianeta segue leggi fisiche di movimenti micro e

macroscopici.

Questi movimenti possono essere impercettibili o

improvvisamente violenti e imprevedibili. In questo

secondo caso la sensazione è quella di essere uno

sparuto formicaio che viene totalmente sconvolto da

potenze energetiche incontenibili.

Nel mondo naturale il concetto di “stabilità” si

concretizza tramite fenomeni che si controbilanciano

mantenendo, attraverso una serie di eventi, un certo

“equilibrio”.

Dunque, stabilità intesa come equilibrio. In natura

l’equilibrio è dinamico, nel nostro sistema mentale

rischia spesso di trasformarsi in “statico”, cioè

“fermo”. Ovviamente questo contrasta fortemente con

un ambiente che, volenti o nolenti, ha dinamiche che

noi spesso “ignoriamo” anche per comodità

immediate.

Attraverso l’esperienza l’uomo continua a raffinare le

sue conoscenze. In campo antisismico si sono fatti

grossi passi avanti ed è possibile convivere con questi

fenomeni a patto di integrarne le caratteristiche con

scelte progettuali e tecnologiche adeguate. Chi scrive

ha sperimentato personalmente un evento sismico

durante l’adolescenza e per di più nel giorno in cui

ricorreva il quindicesimo compleanno: è stato uno dei

regali più importanti.

Questo evento ha aperto tutta una serie di riflessioni

che, nella mente di un adolescente, sono veramente

potenti e possono determinare lo sviluppo di una

consapevolezza improvvisa di forza, mista ad

impotenza, del singolo individuo.

La determinazione ad andare avanti, risollevarsi,

ricostruire, parte dalla grande forza di volontà

applicata ad un progetto importante di ricostruzione…

Già, ricostruzione… ma di cosa?

Le strutture materiali sono più facili da ricostruire, ma

il senso della vita, la capacità di resilienza, sono fattori

prettamente individuali e potenziali che possono

essere rinforzati ed espressi solo sulla base di principi

fondamentali.

La forza della natura e la forza della mente:

eventi sismici e terremoti mentali

I recenti eventi sismici che hanno interessato diverse parti del mondo, hanno riporta-

to alla ribalta una serie di considerazioni che, spesso, stentiamo a mantenere pre-

senti nelle nostre valutazioni quotidiane

di Maria Torlini

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···ApprofonditaMente···

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Tali principi, in prima istanza, non si identificano,

giocoforza, nei beni materiali, ma in qualcosa di

molto più materialmente inconsistente e per converso

molto più potente: la forza interiore dell’essere

umano, un valore senza scadenza, seppur con alti e

bassi.

In questi contesti l’essere umano è davvero esposto a

“tutti i venti” e si trova a dover riconsiderare il

significato della vita sotto diversi profili perché “tutto

è andato perduto”, si “deve ricominciare tutto

daccapo”.

Le famiglie, come gli individui, come tutta la

comunità, si trovano a dover affrontare il senso della

paura, cercando di non amplificarla con pensieri che

innescano automaticamente reazioni psicofisiche in

tal senso.

Bisogna cercare di mettere insieme idee ed energie

per far fronte alle prime emergenze. Bisogna dare

forza e darsi forza a vicenda.

Bisogna guardare al futuro con la tenacia di chi sa che

se ce la mette tutta può anche subire tentativi di

arresto, in un primo momento, ma non potrà essere

fermato per sempre e raggiungerà l’obiettivo.

Viviamo in un momento storico difficile, in realtà

colmo di terremoti di tutti i tipi, familiari, sociali,

naturali, tecnologici, politici, economici.

Occorre identificarne le sorgenti ed intervenire con

metodo, costanza e risolutezza. Occorre agire per

priorità e la priorità, oltre l’emergenza, è uno stato di

salute psicofisica della persona.

In questo senso l’insorgenza di comportamenti

altruistici e di solidarietà, insieme all’intelligenza e

alle competenze organizzative, sono una componente

preziosissima e mettono in risalto le caratteristiche

evolutive dell’essere umano nella sua espressione

migliore: propositiva, generosa, disinteressata,

amorevole.

Spiace intravedere questi aspetti soltanto di fronte ad

emergenze gravi, dovremmo tutti sforzarci di

trattenere e spendere queste energie anche nella

quotidianità di tutti i giorni ed invece assistiamo ad

un impoverimento di queste qualità, con il

conseguente smarrimento e ricerca di benessere in

forme artificiose di divertimento, assunzione di

sostanze stupefacenti, abuso di alcolici a scopo

liberatorio ma che di liberatorio non hanno

assolutamente nulla e scrivono invece pagine nere

nella vita di chi le assume.

Il concetto di benessere, è noto a tutti, non è solo la

risultanza di una mera stabilità materiale, ma diviene

un’imprescindibile priorità ristabilire un equilibrio

interiore che non sottragga del tutto all’individuo le

proprie energie, affogandolo nel torrente impetuoso

della sofferenza.

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···ApprofonditaMente···

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Condividere i propri timori ci fa sentire più vicini gli

uni agli altri, ma attenzione a non venire assorbiti da

un senso di impotenza e vittimismo, per rialzarsi

bisogna darsi da fare, con ottimismo e intelligenza, i

bambini ci guardano e imparano dai nostri

atteggiamenti di fronte alle difficoltà, i ragazzi sono

molto ricettivi e cercano una guida autorevole che gli

dia il là per sperimentarsi, sentirsi utili, e intervenire

con entusiasmo anche in presenza di dolore e

sofferenza.

Non si possono anestetizzare le difficoltà della vita,

esse vanno vissute nella dimensione giusta, senza

enfatizzarle né sminuirle.

La parola d’ordine dovrebbe sempre essere “cosa

possiamo fare”, per andare oltre, nel migliore dei

modi.

Ognuno deve essere coinvolto e reso partecipe di

questo processo, altrimenti rischiamo di creare forme

di impotenza appresa perché si rischia di dedicare

particolare attenzione alle memorie del vissuto

drammatico e non si aiutano le persone a creare

nuove esperienze che diano forza, incentivino una

risposta costruttiva e attivino l’energia giusta per la

ripresa.

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L’ormone dello stress

Il corisolo è un ormone prodoto dalle cellule della fascicolata

del surrene in risposta all’ormone ipofisario ACTH. L’ACTH è dun-

que un precursore del corisolo.

Il corisolo viene spesso definito “ormone dello stress” perché

la sua produzione aumenta, appunto, in condizioni di stress

psico-fisico severo, per esempio dopo esercizi fisici molto intensi

o interveni chirurgici o trumi psico-fisici. Con la sua azione que-

st’ormone tende ad inibire le funzioni corporee non in-

dispensabili nel breve periodo, garantendo il massimo

sostegno agli organi vitali.

Per questo moivo il corisolo: induce un au-

mento della gitata cardiaca, aumenta la glice-

mia, incrementando la gluconeogenesi

epaica (conversione di alanina in glucosio),

simolando la secrezione di glucagone e ri-

ducendo l’aività dei recetori insulinici.

Riduce le difese immunitarie diminuendo, di conse-

guenza, anche le reazioni infiammatorie (inibizione della fosfo-

lipasi A). Diminuisce la sintesi di collagene e della matrice ossea,

accelerando l’osteoporosi. Favorisce il catabolismo proteico (si-

mola la conversione delle proteine in glucosio e la glicosintesi).

Favorisce la mobilitazione e l’uilizzo degli acidi grassi, ma in al-

cuni distrei simola la litogenesi.

Un aumento del corisolo in circolo si manifesta

anche in caso di digiuno prolungato o abitudini

alimentari scorrete.

Ad esempio, saltare la prima colazione e/o man-

giare molto in un unico pasto giornaliero favo-

risce infai l’ipercorisolismo (cioè l’aumento del

corisolo).

Modello3D dell’ormone cortisolo. (Wikipedia)

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Riferimenti

Yehuda R, Teicher MH, Seckl JR, Grossman RA, Morris A, Bierer LM. (2007) Parental Disturbo Post-traumatico da stress come fattore di vulnerabilità

per Trait cortisolo basso nella progenie dei sopravvissuti all'Olocausto. Arch Gen Psychiatry 1040-1048.

Yehuda R, SM Engel, marca SR, Seckl J, Marcus SM, Berkowitz GS. (2005) effetti transgenerazionali del disturbo da stress post-traumatico nei

neonati di madri esposte agli attacchi del World Trade Center durante la gravidanza. J Clin Endocrinol Metab 90 (7) :4115-4118.

Kuehn B. (2008) Scienziati sonda effetti DPTS, i trattamenti. JAMA 299 (1) :23-26.

Binder EB, RG Bradley, Wei L, et al. (2008) Associazione FKBP5 polimorfismi e abuso dell'infanzia con il rischio di sintomi post-traumatici da stress

negli adulti. JAMA 1291-1305.

Goenjian AK, Noble EP, Walling DP, Goenjuian HA, Karayan IS, T Ritchie, Bailey JN. (2008) ereditabilità dei sintomi di disordine da stress post-

traumatico, ansia e depressione in famiglie armene esposte nel terremoto. Genetica psichiatrica 18 (6) :261-266.

Terri Tanielian e Lisa H. Jaycox. (2008) Le ferite invisibili della guerra: danni psicologici e cognitivi, le loro conseguenze, e servizi per assistere

Recovery . Rand Corporation.

GS. JAMA. 2008; 299 (1) :23-26.Gli scienziati della sonda DPTS effetti, trattamenti. Kuehn B. JAMA. 2008; 299 (1) :1291-1305.Associazione FKBP5

polimorfismi e abuso dell'infanzia con il rischio di sintomi post-traumatici da stress negli adulti.

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Disturbo Post Traumatico da Stress

La maggior parte delle persone che sopravvivono a disastri naturali, guerre, attacchi fisici violenti, incidenti gravi, e altri eventi

traumatici sono in grado di ristabilirsi entro poche settimane o mesi. Ma per gli altri, paura, ansia, impotenza, e altre emozioni

intense sperimentate durante l'evento persistono, causando una condizione psichiatrica debilitante nota come disturbo post-

traumatico da stress (DPTS). Perché alcune persone sono più sensibili di altre? Nuove ricerche in campo genetico e neurobiologico

stanno contribuendo a fare chiarezza in quest’ambito per fornire trattamenti più efficaci.

I pazienti con DPTS presentano livelli di superiori di noradrenalina, una sostanza chimica

coinvolta nella eccitazione e nello stress. Alti livelli di noradrenalina intensificano la risposta

neurobiologica delle reazioni emotive dell'amigdala, una regione del cervello coinvolta

nella risposta alla paura, producendo una ridotta attività della corteccia prefrontale, che

normalmente ci consente di sopprimere i ricordi e pensieri preoccupanti.

Non tutti coloro che sperimentano un trauma psicologico e/o fisico in presenza di eventi

disastrosi, catastrofi naturali, guerre o incidenti, sviluppa un Disturbo Post Traumatico da

Stress. Attualmente nel campo della ricerca sta emergendo che almeno una parte del

rischio per il DPTS sia genetica. Queste risultanze emergono da uno studio

multigenerazionale condotto su una popolazione armena sopravvissuta a un terremoto

devastante nel 1988.

L'identità dei geni coinvolti nella suscettibilità ai sintomi del DPTS rimane un mistero, anche

se un candidato probabile è un gene chiamato FKBP5. La proteina prodotta da questo gene

aiuta gli ormoni dello stress, i quali si legano con i loro recettori alle cellule cerebrali e, pertanto, aiutano a regolare la risposta

del cervello allo stress. Uno studio condotto su adulti, che hanno subito abusi durante l'infanzia, ha evidenziato che individui, con

specifiche variazioni di questo gene legato allo stress, avevano una suscettibilità maggiore di sviluppare un DPTS rispetto agli

adulti che avevano subito abusi ma non presentavano tali variazioni.

Si sa che i bambini possono ereditare alcuni fattori di rischio di DPTS dai loro genitori. Ad esempio, i neonati di madri che hanno

sviluppato un DPTS in seguito agli eventi dell'11 settembre 2001 con gli attacchi al World Trade Centre, presentavano livelli di

cortisolo inferiori alla media. Il cortisolo (ormone dello stress) è un fattore associato con DPTS . I figli adulti di madri che hanno

sviluppato DPTS dopo essere sopravvissute all'Olocausto, sono stati colpiti in misura simile.

In passato, gli scienziati hanno rilevato che le persone con DPTS tendevano a presentare un ippocampo più piccolo della media.

Questa porzione cerebrale è coinvolta nei processi che riguardano la memoria. Ad esempio, si è riscontrato che alcuni veterani

della Guerra del Vietnam con DPTS da combattimento presentavano un ippocampo di dimensioni ridotte rispetto ai veterani senza

i sintomi. E 'un cambiamento della dimensione dell'ippocampo causata da stress o un fattore di rischio preesistente? Un recente

studio ha rivelato che entrambi i veterani del Vietnam con DPTS e i loro fratelli gemelli non combattenti avevano ippocampi piccoli.

Ma solo i veterani DPTS presentavano variazioni in un'altra zona del cervello (la corteccia rostrale cingolata anteriore) attiva

nell'inibire la risposta di paura. Questa scoperta mostra come fattori ereditari ed esperienza (lo stress di un evento traumatico),

siano componenti entrambi presenti nell’insorgenza di un DPTS.

Altre ricerche hanno scoperto che l'amigdala, una regione del cervello coinvolta nella risposta alla paura può, in alcune condizioni,

diventare iperattiva nei reduci di guerra con DPTS. Questa scoperta potrebbe spiegare perché le persone con DPTS sembrano

incapaci di imparare a dimenticare le intense emozioni che hanno accompagnato il loro trauma iniziale. Gli scienziati hanno

identificato gruppi di cellule dell'amigdala, conosciuti come neuroni intercalari, che sembrano essere essenziali per questo oblio.

I farmaci che prendono di mira queste cellule potrebbero rivelarsi utili nel trattamento di DPTS.

Un farmaco promettente è il D-cicloserina, un antibiotico che viene utilizzato anche sperimentalmente per il trattamento di

vertigini. Utilizzato in combinazione con una terapia comportamentale, la D-cicloserina sembra migliorare il processo di estinzione

paura. Un altro farmaco, il beta-bloccante Propranololo ha mostrato, in alcune prove, di essere in grado di prevenire lo sviluppo

di talune caratteristiche DPTS quando viene somministrato entro poche ore da una esperienza traumatica.

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�Quando il terremoto continua�Strategie per gestire la paura e lo stress

durante lo sciame sismico

Questo opuscolo è rivolto alle persone che abitano nelle zone interessate dallo sciame sismicoiniziato a maggio 2012 nel Nord Italia. Una sequenza di scosse sismiche che continua pergiorni o settimane può essere stressante a livello fisico e psicologico. Ad ogni scossa sismicaabbiamo una repentina risposta automatica di allarme chiamata �lotta o fuga� caratterizzatada cambiamenti corporei (es., accelerazione battito cardiaco) ed emozioni di paura.

Le persone stanno facendo fronte a questo periodo di sciame sismico in modo diverso: alcunesono calme o indifferenti, altre moderatamente tese e preoccupate, altre mostrano un�ansiamolto intensa. Eccoti una serie di reazioni comuni che potresti aver vissuto o che forse staivivendo tuttora:

�Non riesco a dormire��Ho gli incubi��Sono sempre allerta, teso, come sul filo del rasoio��Ho come la sensazione che le scosse non finiscano mai� �Non ne posso più di queste scosse��Mi sento impotente, sfinito� �Penso che ogni vibrazione sia una scossa di terremoto��Mi sono venuti in mente ricordi di terremoti passati� �Mi ritorna in mente il boato del terremoto��Ho paura che venga una scossa ancora più forte��In casa mi sento insicuro��Mi sento come travolto dagli eventi, in preda al panico��Ho la nausea, ho lo stomaco chiuso, non ho fame��Ho il tremore alle gambe��Mi gira la testa, come se stessi per cadere��Mi viene da piangere��Ho difficoltà a concentrarmi�

Tutte queste sono reazioni legittime e comprensibili. Ogni persona ha le sue strategie perfronteggiare questa situazione inconsueta e minacciosa.Esistono semplici accorgimenti che ti possono aiutare a gestire la paura e lo stress di questoperiodo. Alcune di queste indicazioni ti sembreranno difficili da attuare specie adesso, altreti sembreranno scontate. Valuta quale può essere la più congeniale per te.Racconta la tua esperienza. Racconta cosa pensi e cosa senti alle persone vicino a te, potrestiscoprire che molte reazioni sono più comuni di quello che pensi. Scrivi quello che staivivendo su un foglio o condividilo su un social network. Ti aiuterà a capire ciò che staiprovando e renderà queste sensazioni più sopportabili.Ricerca informazioni accurate sul terremoto. Dopo un terremoto, possono diffondersi vociinfondate sul terremoto, sulle cause e sulle future scosse. Purtroppo non è possibileprevedere il momento e l�intensità di una scossa futura. Fidati solo delle fonti ufficiali comela Protezione Civile, l�Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia o le autorità locali.Documentati su cosa puoi fare in caso di terremoto per ridurre il rischio di essere ferito. Maevita gli eccessi: se passi tutto il tempo leggendo o cercando le notizie riguardo al terremotosu giornali, TV o Internet, potresti non riuscire a �staccare mai la spina� e aumenteresti cosìsoltanto l�ansia e le preoccupazioni.

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Alcuni consigli su come cercare di dormire meglio I problemi di sonno (difficoltà ad addormentarsi, sveglie improvvise e frequenti) sono un problema comune durante uno sciame sismico. Per aumentare la qualità del riposo: - Cerca di andare a dormire e svegliarti regolarmente alla stessa ora- Riduci o elimina il consumo di alcool- Elimina il consumo di caffeina (caffè, coca-cola, tè, cioccolato); è meglio bere acqua, succhi di frutta e tisane- Fai esercizio fisico durante il giorno evitando di farlo la sera- Rilassati con attività che aiutano a calmarsi (es., farsi un bagno caldo) ed evita di stare al pc prima di mettersi a letto- Non fare sonnellini pomeridiani lunghi più di 15� e non dopo metà pomeriggio- Se non riesci a dormire, è preferibile non rimanere a letto, ma alzarsi e dedicarsi ad attività rilassanti (es., lettura di un libro, guardare la tv)- Informati dal tuo medico rispetto a vantaggi e svantaggi delle �pillole per dormire�

Per approfondimenti

Pietrantoni L., Prati G. (2009). Psicologia dell�emergenza. Mulino, Bologna. Pietrantoni L., Prati G., Palestini L. (2008). Il primo soccorso psicologico nella maxi-emergenze e nei disastri. CLUEB,Bologna.Roberts N. et al. (2012) Early psychosocial interventions to treat acute traumatic stress symptoms. Cochrane review.

Pensa agli aspetti che danno speranza in questa situazione tragica. Anche se è difficile,cerca di vedere gli sforzi che le persone stanno realizzando in questo momento perintervenire nella situazione. Nei paesi colpiti dal terremoto, molte persone non si sono arresema hanno voglia di ricostruire e andare avanti. Una donna ha detto che le persone del suopaese �hanno la scorza dura�. Uno striscione è stato appeso con la scritta �barcolliamo manon crolliamo�.Mantieni le tue abitudini. Cerca di mantenere le routine che per te sono importanti come ipasti, gli orari del sonno e della sveglia, i tempi per i compiti e per lo svago.Dedicati ad attività piacevoli. Cerca di distrarti durante il tuo tempo libero. Trova il tempodi fare un�attività che ti fa stare bene: leggere un libro, portare a spasso il cane, passare unpo� di tempo con gli amici o i familiari.Fai attività fisica. L�esercizio fisico è in grado di alleviare l�ansia e la depressione,migliorando l�umore. Se le strutture sportive sono danneggiate o hai paura a stare al coperto,ci sono molte possibilità per fare attività fisica all�aperto. Esci per una camminata o fai ungiro in bicicletta. Scegli l�attività che più ti è congeniale e goditela.Prova qualche esercizio di rilassamento. Quando stai riposando o ti stai addormentando,puoi cercare di respirare profondamente. Inspira lentamente, pensa a colori o immagini cheti calmano, ascolta musica rilassante, pronuncia mentalmente frasi come �il mio corpo si stariempiendo di calma� o �il mio corpo si sta svuotando di tensione�.Dedicati ad attività di aiuto agli altri. Aiutare le persone del tuo paese e della tua comunitàpuò aumentare la sensazione di controllo su quello che ti sta accadendo. Una mano tesa puòfare la differenza per gli altri e per te.Cerca l�aiuto degli altri. Resisti alla tentazione di isolarti. Alcune persone non chiedono aiuto agli altri perché pensano �che si diventi un peso o che le persone non ti capiscano�. Chiedere aiuto non significa essere deboli ma significa comprendere i propri bisogni. Rivolgiti a uno psicologo o un medico nei casi in cui lo stress stia interferendo con la tua qualità di vita e se ti sembra che le paure e le ansie stiano peggiorando.

A cura del gruppo ricerca in Psicologia dell�Emergenza e della Sicurezza dell�Università di Bologna composto da Luca Pietrantoni, Gianluca Pescaroli, Elisa Saccinto, Alice Papi, Gabriele Prati

Giugno 2012 - sito web: emergenze.psice.unibo.it

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