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8. L’economicità

Ragioneria Generale ed Applicata – Sede di Fano

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L’ECONOMICITA’ E’ LA CONVENIENZA AD AVVIARE E/O CONTINUARE UNA DATA ATTIVITA’ IMPRENDITORIALE

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L’economicitàTutte le aziende, per poter conseguire i propri fini, devono essere ingrado di operare in condizioni di:-autonomia (attitudine a vivere senza dover ricorrere a interventi disostegno e di copertura sistematici da parte di altre economie);-durabilità (attitudine a durare nel tempo anche in ambiente mutevole).Ai principi della durabilità e dell’autonomia si aggiunge il principiodell’economicità: è la regola di condotta che permette alle imprese difunzionare e di conseguire i propri fini.

DURABILITA’

ECONOMICITA’

AUTONOMIA

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E C O N O M IC IT A ' A Z IE N D A L E

E C O N O M IC IT A ' D I G R U P P O M A C R O E C O N O M IC IT A ' OE C O N O M IC IT A ' C O L L E T T IV A

E C O N O M IC IT A ' S U P E R A Z IE N D A L E

E C O N O M IC IT A '

I GIUDIZI DI ECONOMICITA’

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AZIENDALE: E’ FORMULATO CONSIDERANDO L’IMPRESA DA SOLA, SENZA TENER CONTO DEI RAPPORTI CHE LA LEGANO CON LE ALTRE ECONOMIE

DI GRUPPO, CONSIDERA L’IMPRESA COME ELEMENTO DEL GRUPPO DI APPARTENENZA

IL GIUDIZIO DI ECONOMICITA’:

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economicitàaziendale

economicitàsuperaziendale

Il giudizio è formulatoconsiderando l’impresa K dasola, senza tener conto dei

rapporti con le altre economie

Di gruppo

Macroeconomicità oeconomicità collettiva

L’impresa K èconsiderata nell’ambito

del gruppo diappartenenza

L’impresa K è consideratanell’ambito di una vasta

economia territoriale

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REALIZZA EQUILIBRIO ECONOMICO (o reddituale)= attitudine dell’impresa a remunerare, alle condizioni dimercato, tutti i fattori produttivi, compresi il capitale di prestito equello di rischio (ovvero remunerare i prestatori di capitale)

REALIZZA UN’ADEGUATA POTENZA FINANZIARIA= saper far fronte sempre ai propri impegni (uscite finanziarie)con le entrate derivanti dalla gestione d’impresa

UN’ATTIVITA’ IMPRENDITORIALE E’ ECONOMICA QUANDO:

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SI HA EQUILIBRIO ECONOMICO QUANDO I RICAVI

REMUNERANO I FATTORI IN POSIZIONE CONTRATTUALE E

QUELLI IN POSIZIONE RESIDUALE

RICAVI>=COSTI+RISULTATO D’ESERCIZIO CONGRUO

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LA REMUNERAZIONE E’ CONGRUA QUANDO, TENUTO CONTO DEL RISCHIO E DELL’EVENTUALE LAVORO IMPRENDITORIALE, E’ IN LINEA CON QUELLA RICAVABILE DAI MIGLIORI INVESTIMENTI ALTERNATIVI

Ovvero la remunerazione è congrua se è pari o superiore alla somma dei trecomponenti fondamentali:-i1= compenso per puro investimento di capitale;-I2= compenso per il rischio sopportato;-i3=compenso per il lavoro imprenditoriale eventualmente prestato

Remunerazione capitale di rischio è espressa come i = reddito dell’esercizio capitale di rischio

i >= i1 + i2 + i3

Come fronteggiare il rischio d’impresa: la congruità del reddito

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L’economicità nell’azienda di produzione

In altri termini, le condizioni da rispettare in modo simultaneo:1) Equilibrio economico o redditualePer raggiungere l’equilibrio economico è necessario cheazienda rispetti le seguenti condizioni:1.A Livello accettabile di efficienza (min. input a parità di output) eflessibilità (capacità di adeguare le strutture e i mezzi alcambiamento delle strategie e dell’ambiente)2.A Congruità - secondo livelli accettabili - dei prezzi-costi e deiprezzi-ricavo e in particolare delle:– Retribuzioni ai prestatori di lavoro– Remunerazioni ai conferenti capitale-risparmio

Equilibrio monetarioE’ necessario che l’azienda realizzi una gestione finanziariacompatibile con l’equilibrio reddituale

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L’equilibrio economico come somma algebrica di costi e ricavi

COSTI E RICAVI: sono quantità economiche di azienda (espresse in valorimonetari) che sono generai da atti di scambio monetarioCOSTO: espressione quantitativo-monetaria di un atto di investimento (acquisto difattori e servizi per la produzione)prezzo per quantità di fattore produttivoRICAVO: espressione quantitativo-monetaria del collocamento dei prodotti/servizi(output dell’impresa) sul mercatoprezzo di vendita per quantità vendute

IN UN DETERMINATO PERIODO t LA DIFFERENZA TRA LA SOMMA DEI RICAVI E LA SOMMA DEI COSTI DEL PERIODO t FORMANO IL RISULTATO ECONOMICO DELLO STESSO PERIODO REtRt (valore della produzione venduto) - Ct (valore dei fattori impiegati per ottenere la produzione) =REtRet se positivo: UTILE (profitto)

se negativo: PERDITA

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CICLO DI VITA DI UN PRODOTTO

1

2

34 5

ricavi

tempo

La condizione di equilibrio si può realizzare:– nel breve periodo (nel corso del singolo esercizio)– nel lungo periodoA causa del progresso tecnologico e del ciclo di vita dei diversi prodotti

La condizione di equilibrio economico inrelazione al tempo

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CICLO DI VITA DEI PRODOTTI

1- INTRODUZIONE 2- SVILUPPO 3- MATURITA’ 4- SATURAZIONE 5- DECLINO

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EVOLUZIONE DEI COSTI NEL TEMPO

30

100

0 1 2 3 4

COSTI

TEMPO

50 50

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BREAK EVEN POINT E’ IL PUNTO IN CUI I RICAVI

DELL’ATTIVITA’ D’IMPRESA EGUAGLIANO I COSTI TOTALI

B.E.P. = Break Even Point o “punto di rottura”

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Il PUNTO DI EQUILIBRIO ECONOMICO E’ IL PUNTO IN CUI, REMUNERATI I FATTORI IN POSIZIONE CONTRATTUALE, I RICAVI RIESCONO A PRODURRE UNA REMUNERAZIONE CONGRUA DEI FATTORI IN POSIZIONE RESIDUALE

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BREAK EVEN POINT E PUNTO DI EQUILIBRIO ECONOMICO

area deiprofitti

– B.E.P. quando Rt =Ct ovvero quando il reddito di esercizio è nullo– E.E.E. quando Rt =Ct + Rem. Congrua ovvero quando l’azienda è in equilibrioeconomico

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POTENZA FINANZIARIA

SI HA ADEGUATA POTENZA FINANZIARIA QUANDO L’AZIENDA RIESCE A REPERIRE CAPITALE (DI RISCHIO

O DI CREDITO) SUFFICIENTE PER COPRIRE CONTINUAMENTE, PIENAMENTE E

CONVENIENTEMENTE IL FABBISOGNO FINANZIARIO derivante dall’eccedenza delle uscite per costi rispettoalle entrate finanziarie per ricavi legati alla gestione

entrate

uscite

t

tx

F.F.

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IL FABBISOGNO FINANZIARIO DELL’AZIENDA DERIVA DALL’ECCEDENZA DELLE USCITE

SULLE ENTRATE

L’alternanza di E e U peroperazioni tipiched’esercizio crea un

DISEQUILIBRIOMONETARIO

che viene copertoricorrendo al capitaleproprio o di credito

(ASPETTO FINANZIARIO)

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USCITE

DERIVANO DA:

• OPERAZIONI D’ESERCIZIO

• INVESTIMENTI IN CREDITI DI FINANZIAMENTO

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USCITE

PER ESSE, SI DISTINGUONO LE SEGUENTI FASI:

1. LA PREVISIONE

2. LA LIQUIDAZIONE

3. IL PAGAMENTO

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ENTRATE

DERIVANO DA:

• OPERAZIONI D’ESERCIZIO

• DISINVESTIMENTO DI CREDITI DI FINANZIAMENTO

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ENTRATE

PER ESSE, SI DISTINGUONO LE SEGUENTI FASI:

1. LA PREVISIONE

2. L’ACCERTAMENTO

3. LA RISCOSSIONE

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Le operazioni che determinano entrate ed uscite di denaro

accensione di finanziamenti

+ capitale proprio

+ debiti di finanziamento

+ debiti di funzionamento

rimborso di finanziamenti

- capitale proprio

- debiti di finanziamento

- debiti di funzionamento

smobilizzo di un investimento

+ vendita di prodotti con riscossione

simultanea o differita (operazioni di

esercizio che generano ricavi)

+ incasso di crediti di funzionamento

o di finanziamento

+ disinvestimento (vendita) di bene

pluriennale

effettuazione di un investimento

– acquisto dei fattori produttivi (es.

materie prime) con pagamento

simultaneo o differito

– erogazione di prestiti ad altri

soggetti (+crediti)

– investimento (acquisto) di bene ad

utilità pluriennale

– remunerazione del capitale di

rischio

E entrate U uscite

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FABBISOGNO FINANZIARIO

SI HA FABBISOGNO FINANZIARIO QUANDO LE USCITE IN FASE DI LIQUIDAZIONE SONO SUPERIORI ALLE ENTRATE IN FASE DI RISCOSSIONE:

F.F. (Tx) = U.tot in liquidaz. – E. tot. in riscoss.

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Legame tra aspetto economico ed aspetto finanziario

1. Gestione aziendalealternarsi di costi e ricavi, dove i costisono sostenuti in ‘via anticipata’)

2. Fabbisognofinanziario

genera

4. Costi(oneri di natura finanziaria)

3. L’ottenimento dimezzi finanziaricomporta

5. Effetti su equilibrioeconomico

AZIONI:- Gestire le risorse finanziarie in modo da riequilibrare l’assetto monetario: reperirenuove fonti di finanziamento quando la disponibilità di cassa non è sufficiente per farfronte ai pagamenti e investire le eccedenze di cassa in modo che generino redditivitàper l’azienda.-Definire modalità di svolgimento della gestione aziendale ottimali (tempi didilazioni, ammontare delle scorte, tipologia di indebitamento, ecc.) in modo da riusciread anticipare le entrate, dilazionare il più possibile le uscite e controllare la loroincidenza sul fabbisogno finanziario.-Ricercare equilibrio economico ed equilibrio finanziario simultaneamente.

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Le sintesi di bilancio come strumento di verifica degli equilibri di azienda

Il bilancio di esercizio è composto da:

Stato Patrimoniale-come sintesi del capitale difunzionamento-Lo S.P. è utile per approfondire l’equilibriopatrimoniale:- Quale efficienza nell’impiego delle risorseinvestite? (vendite/tot. investimenti)- Quale rischio finanziario? (peso etipologia dei debiti vs. capitale proprio)- Quale equilibrio tra natura e variabilità difonti e impieghi?

-Conto Economico-come sintesi del reddito prodottonell’esercizio-Il C.E. è utile per valutare l’equilibrioreddituale:- Su quali basi poggia la redditività? (redditonetto/reddito della gestione caratteristica)

Dalla rielaborazione di S.P. e C.E. è possibile redigere un documento dominatoRendiconto delle variazioni dei mezzi monetari, finalizzato a sintetizzare i solimovimenti di cassa, con il quale valutare l’equilibrio monetario:- Quale aspetto della gestione assorbe maggiormente risorse monetarie?- Quale attività ha liberato risorse monetarie?

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STATO PATRIMONIALE AL TEMPO TX

INVESTIMENTI FONTI FINANZIAM.

CASSA E BANCA CAPITALE DI CREDITOMUTUI; DEBITI A BREVE; T.F.R.; RATEI PASSIVI

FONDO IMPOSTE E TASSEK

CREDITI

MATERIE PRIME

SEMILAVORATI

PRODOTTI

RATEI ATTIVI

IMPIANTI

FABBRICATI

BREVETTI

PARTECIPAZIONI

FONDI RETTIFICA R

FONDO SVALUTAZIONE CREDITI

FONDI AMMORTAMENTO

RISCONTI PASSIVI

S

CAPITALE SOCIALE

RISERVE e UTILI Z

Investimenti in attesa di realizzo

ATTIVITA’ PASSIVITA’

* I ratei passivi sono debiti in via di formazione, mentre i risconti sono una rettifica indistinta dell’attivo, gli utili da distribuire sono debiti

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FONTI DI FINANZIAMENTO

CAPITALE PROPRIO CAPITALE DI CREDITO AUTOFINANZIAMENTO

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IL CAPITALE PROPRIO CONSISTE NEI MEZZI CHE IL SINGOLO IMPRENDITORE O I

SOCI IMMETTONO E RISCHIANO NELL’ATTIVITA’ D’IMPRESA

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IL CAPITALE PROPRIO E’ DIVISO IN AZIONI:

ORDINARIE PRIVILEGIATE DI RISPARMIO DI GODIMENTO

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IL CAPITALE DI CREDITO E’ COSTITUITO DA QUEI MEZZI CHE VENGONO IMMESSI NELL’ATTIVITA’ IMPRENDITORIALE DA SOGGETTI NON SOCI CHE NON SOPPORTANO IL RISCHIO IMPRENDITORIALE

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LE FORME DI REPERIMENTO DI CAPITALE DI CREDITO PIU’

COMUNI SONO:

PRESTITO OBBLIGAZIONARIO CREDITO BANCARIO CREDITO MERCANTILE CREDITO DEI DIPENDENTI

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L’AUTOFINANZIAMENTO CONSISTE NEL

REINVESTIMENTO DI QUANTO OTTENUTO MEDIANTE

L’ATTIVITA’ SVOLTA NEI PRECEDENTI ESERCIZI

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Scegliere tra le diverse fonti di finanziamento

Criteri Capitale di credito

(prestito finanziario)

Capitale di rischio

(capitale sociale)

DURATA Prestito che deve essere restituito a scadenzaDebiti a breve, medio, lungo termineDebiti di finanziamento e di funzionamento

Permanentemente legato alla vita dell’impresa (adatto a finanziare investimenti di lungo periodo)

COSTO FINANZIAMENTO Interessi passivi da corrispondere a banche e finanziatori

Non origina costi espliciti

E’ remunerato dalla realizzazione di (eventuale) reddito positivo

Indicazioni: - Coerenza tra durata di fonti ed impieghi- Minimizzazione dei costi- Equilibrio nella struttura finanziaria (minimizzazione dei rischi)Tuttavia la scelta non è prettamente una valutazione economica:- Istanze del soggetto economico (es. conservare il governo dell’impresa)- Vincoli legali- Reale possibilità di accesso al mercato finanziario

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METODO DI CALCOLO DELL’AUTOFINANZIAMENTO

SINTETICO:

A.F. = INVESTIMENTI-DEBITI-APPORTI+RIMBORSIL’autofinanziamento esprime la differenza tra l’incremento degli investimenti ed l’incremento di capitale di credito e capitale proprio, evidenziando la quota parte di investimenti che viene finanziata internamente

ANALITICO:

A.F. = UTILI+F.DO RISCHI+F.DO RISERVA+ F.DO AMM.TIL’autofinanziamento si calcola sommando l’incremento delle singole poste (riserve, utili non da distribuire e rettifiche come fondi rischi e risconti passivi) che non costituiscono capitale di credito, né capitale di rischio

L’AUTOFINANZIAMENTO consiste nel reinvestire nell’azienda quantoottenuto mediante l’attività svolta nei precedenti esercizi• comporta la rinuncia totale o parziale alla distribuzione dei dividendi;• è un concetto riferito ad un lasso di tempo specifico infatti si misura in termini divariazione/incremento.

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LA SCELTA DELLE DIVERSE TIPOLOGIE DI FINANZIAMENTO DEVE TENER CONTO ANCHE

DELLA NATURA DEGLI INVESTIMENTI

FONTI DI FINANZIAMENTO

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BISOGNA TENER PRESENTE CHE LE FONTI FINANZIANO

L’IMPRESA NEL SUO COMPLESSO E NON IL

SINGOLO INVESTIMENTO

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LE SCELTE VANNO EFFETTUATE IN CHIAVE DI MARKETING

FINANZIARIO. BISOGNERA’ QUINDI TENER CONTO DELLE

ESIGENZE DI COLORO CHE DETENGONO I CAPITALI

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OCCORRE TENER PRESENTE L’ESIGENZA DEL SOGGETTO

ECONOMICO DI CONSERVARE IL GOVERNO DELL’IMPRESA

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OCCORRE ADATTARE IL FINANZIAMENTO ALLE

CARATTERISTICHE DEL FABBISOGNO FINANZIARIO

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La valutazione della copertura finanziaria

Percezione dei bisogni

FATTIBILITA’ TECNICA

Valutazione economico-finanziaria

COPERTURA FABBISOGNO

indebitamento

Conferimento soci

autofinanziamento

NO SI

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ANALISI STORICA DEL FABBISOGNO

Fab.fin

tempo

1

2

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IL COSTO DEL FINANZIAMENTO DEVE ESSERE PARAGONATO

CON LA REDDITIVITA’ COMPLESSIVA DELL’IMPRESA

(R.O.I.)

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RELAZIONA R.O.E, R.O.I., COSTO DEL FINANZIAMENTO, CAPITALE PROPRIO E CAPITALE DI CREDITO:

R.O.E.= R.O.I. + (R.O.I.-i) x CC/CP– Se R.O.I> i → all’aumentare dell’indebitamento aumenta la

redditività, quindi conviene indebitarsi– Se R.O.I< i → all’aumentare dell’indebitamento la redditività

diminuisce, quindi non conviene indebitarsi

EFFETTO DI LEVERAGEEffetto sulla redditività dei debiti di finanziamentoPrima di ricorrere ad un prestito finanziario è opportuno confrontare il costo del capitale di terzi (i) con la redditività dell’impresa (R.O.I.), poiché si rischia di ridurre la redditività dei mezzi propri (R.O.E.).

ROI= Reddito operativo/Capitale Investito (Cap Proprio+Cap Credito)ROE=Reddito netto/Capitale Proprio

Rapporto di indebitamento

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ECONOMICITA’ REALIZZABILE NEL GRUPPO

L’IMPRESA CHE SINGOLARMENTE NON E’ IN

EQUILIBRIO ECONOMICO POTREBBE REGISTRARE

RISULTATI POSITIVI ALL’INTERNO DEL GRUPPO

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ORGANIZZAZIONE DI ALCUNI SERVIZI

MARKETING PRODUZIONE FINANZA

LE CAUSE:

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ECONOMICITA’ IN FUNZIONE DEL GRUPPO

QUANDO L’AZIENDA NON RAGGIUNGE L’EQUILIBRIO ECONOMICO NEANCHE

ALL’INTERNO DEL GRUPPO, MA E’ CONVENIENTE TENERLA IN VITA

PERCHE’ CONTRIBUISCE AL RAGGIUNGIMENTO IN MODO POSITIVO

AL RISULTATO GLOBALE