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LA STORIA "Io, volontario nei reparti del Covid19" Grillo all'interno In trincea antiCovid, ma non sono un eroe L'infermiere Fabio Sinesi si è fatto avanti spontaneamente per lavorare nei reparti più critici della Sacra Famiglia. "Se ho avuto paura? Ni" TREZZANO di Francesca Grillo A fine marzo, una responsabile dell'Istituto Sacra Famiglia ha in contrato gli infermieri della struttura per spiegare che l'emergenza sanitaria aveva bi sogno di tutto l'aiuto possibile, soprattutto nei reparti Covid. "So che non ci sarà la fila per an dare lì, ma se qualcuno volesse mettersi a disposizione...". Neanche il tempo di finire la fra se e Fabio aveva alzato la mano: "Mi offro io, ho detto senza pen sarci due volte – ricorda l'infer miere di Trezzano – Da qualche giorno pensavo di andare a da re una mano nei reparti più criti ci, con i pazienti isolati o Covid positivi". Fabio Sinesi ha 32 an ni, cinque passati all'Istituto Sa cra Famiglia di Cesano Bosco ne. Da sei anni è laureato e svol ge la professione di infermiere, con passione e determinazione. Quello che serve in questo lavo ro, soprattutto se hai a che fare ogni giorno con bambini disabi li, giovani che soffrono di psico si e disturbi del comportamen to. Si dice che fare l'infermiere non sia una professione ma una missione e in questi mesi che hanno stravolto la nostra vita ce ne rendiamo conto. Ma Fabio Sinesi non ci tiene a essere chiamato eroe. "Ho fatto quello che sentivo, andava fat to", sorride. Nessuno lo ha co stretto a prestare servizio, per circa un mese, nei reparti Covid di Sacra Famiglia di Settimo Mi lanese, la struttura della Fonda zione travolta, a metà marzo, da una ventina di casi positivi. Ma lui ha voluto alzare la mano e an dare dove c'era più bisogno. La situazione è rimasta sotto con trollo nelle Rsa di Fondazione Sacra Famiglia, dove pazienti e operatori sono sotto stretto mo nitoraggio, ma "non è stato sem plice. È l'esperienza più forte che ho vissuto – racconta Fabio – Tutto è iniziato quando ho vi sto le immagini dei miei colle ghi con i volti segnati dalle ma scherine. Mi sono rivolto alla mia compagna e le ho detto: guarda, loro si dannano e io sto qui. Non sopportavo quelle im magini e il senso di impotenza osservandoli stremati". Fabio medita quindi di parteci pare al bando regionale alla ri cerca di infermieri, ma l'onda travolge negli stessi giorni an che le Rsa di Sacra e "ho pensa to di mettermi a disposizione qui, sapendo che a Settimo su 14 infermieri ne erano rimasti so no tre al lavoro. Ero consapevo le del rischio. Se ho avuto pau ra? Ni. Un po' di ansia, mi senti vo spaesato all'inizio. Le imma gini che vediamo sui giornali non rendono l'idea: è estenuan te". Fabio ha avuto poco tempo per avere paura: "Appena mi so no messo al lavoro pensavo so lo a come fare stare meglio i pa zienti. Ho stretto tante mani, tan te parole sotto quella mascheri na indossata anche 15 ore al giorno, con gli occhiali appan nati, i doppi camici. Ti senti im pacciato ma dura pochi istanti: si deve andare, bisogna lavora re". Tanto coraggio, dietro alla vo glia di fare del bene. E non è so lo dovere, ma responsabilità e sensibilità. "Appena entrato hanno detto: è arrivato un ange lo. Io non mi ci sento. Ogni sguardo che incrociavo era una vita che magari se ne stava an dando e gli ultimi occhi che guardava il paziente erano i miei. A fine aprile è mancata mia nonna: sono tornato al lavo ro con uno spirito diverso, un'emotività ancora più forte. Pensando che in ogni persona che aiuto ci sia un po' di mia nonna e che qualcuno, esatta mente come lo sono io per tan ti, sia stato al suo fianco per l'ul tima volta". IL GIORNO SESTO Data: 17.05.2020 Pag.: 1,6 Size: 330 cm2 AVE: € .00 Tiratura: Diffusione: Lettori: FONDAZIONE SACRA FAMIGLIA 1

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LA STORIA

"Io, volontario

nei reparti

del Covid­19"

Grillo all'interno

In trincea anti­Covid, ma non sono un eroe

L'infermiere Fabio Sinesi si è fatto avanti spontaneamente per lavorare nei reparti più critici della Sacra Famiglia. "Se ho avuto paura? Ni"

TREZZANO

di Francesca Grillo

A fine marzo, una responsabile

dell'Istituto Sacra Famiglia ha in­

contrato gli infermieri della

struttura per spiegare che

l'emergenza sanitaria aveva bi­

sogno di tutto l'aiuto possibile,

soprattutto nei reparti Covid.

"So che non ci sarà la fila per an­

dare lì, ma se qualcuno volesse

mettersi a disposizione...".

Neanche il tempo di finire la fra­

se e Fabio aveva alzato la mano:

"Mi offro io, ho detto senza pen­

sarci due volte – ricorda l'infer­

miere di Trezzano – Da qualche

giorno pensavo di andare a da­

re una mano nei reparti più criti­

ci, con i pazienti isolati o Covid

positivi". Fabio Sinesi ha 32 an­

ni, cinque passati all'Istituto Sa­

cra Famiglia di Cesano Bosco­

ne. Da sei anni è laureato e svol­

ge la professione di infermiere,

con passione e determinazione.

Quello che serve in questo lavo­

ro, soprattutto se hai a che fare

ogni giorno con bambini disabi­

li, giovani che soffrono di psico­

si e disturbi del comportamen­

to. Si dice che fare l'infermiere

non sia una professione ma una

missione e in questi mesi che

hanno stravolto la nostra vita ce

ne rendiamo conto.

Ma Fabio Sinesi non ci tiene a

essere chiamato eroe. "Ho fatto

quello che sentivo, andava fat­

to", sorride. Nessuno lo ha co­

stretto a prestare servizio, per

circa un mese, nei reparti Covid

di Sacra Famiglia di Settimo Mi­

lanese, la struttura della Fonda­

zione travolta, a metà marzo, da

una ventina di casi positivi. Ma

lui ha voluto alzare la mano e an­

dare dove c'era più bisogno. La

situazione è rimasta sotto con­

trollo nelle Rsa di Fondazione

Sacra Famiglia, dove pazienti e

operatori sono sotto stretto mo­

nitoraggio, ma "non è stato sem­

plice. È l'esperienza più forte

che ho vissuto – racconta Fabio

– Tutto è iniziato quando ho vi­

sto le immagini dei miei colle­

ghi con i volti segnati dalle ma­

scherine. Mi sono rivolto alla

mia compagna e le ho detto:

guarda, loro si dannano e io sto

qui. Non sopportavo quelle im­

magini e il senso di impotenza

osservandoli stremati".

Fabio medita quindi di parteci­

pare al bando regionale alla ri­

cerca di infermieri, ma l'onda

travolge negli stessi giorni an­

che le Rsa di Sacra e "ho pensa­

to di mettermi a disposizione

qui, sapendo che a Settimo su

14 infermieri ne erano rimasti so­

no tre al lavoro. Ero consapevo­

le del rischio. Se ho avuto pau­

ra? Ni. Un po' di ansia, mi senti­

vo spaesato all'inizio. Le imma­

gini che vediamo sui giornali

non rendono l'idea: è estenuan­

te". Fabio ha avuto poco tempo

per avere paura: "Appena mi so­

no messo al lavoro pensavo so­

lo a come fare stare meglio i pa­

zienti. Ho stretto tante mani, tan­

te parole sotto quella mascheri­

na indossata anche 15 ore al

giorno, con gli occhiali appan­

nati, i doppi camici. Ti senti im­

pacciato ma dura pochi istanti:

si deve andare, bisogna lavora­

re".

Tanto coraggio, dietro alla vo­

glia di fare del bene. E non è so­

lo dovere, ma responsabilità e

sensibilità. "Appena entrato

hanno detto: è arrivato un ange­

lo. Io non mi ci sento. Ogni

sguardo che incrociavo era una

vita che magari se ne stava an­

dando e gli ultimi occhi che

guardava il paziente erano i

miei. A fine aprile è mancata

mia nonna: sono tornato al lavo­

ro con uno spirito diverso,

un'emotività ancora più forte.

Pensando che in ogni persona

che aiuto ci sia un po' di mia

nonna e che qualcuno, esatta­

mente come lo sono io per tan­

ti, sia stato al suo fianco per l'ul­

tima volta".

IL GIORNO SESTOData: 17.05.2020 Pag.: 1,6Size: 330 cm2 AVE: € .00Tiratura:Diffusione:Lettori:

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Il trezzanese Fabio Sinesi ha 32 anni e svolge la sua professione da sei

IL GIORNO SESTOData: 17.05.2020 Pag.: 1,6Size: 330 cm2 AVE: € .00Tiratura:Diffusione:Lettori:

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