79 euposia

139
Durin L A R IVISTA DEL V INO E DEL B UON B ERE PER CHI AMA IL VINO E PER CHI VUOLE CONOSCERLO Anno XIII - n. 79 - Euro 5 - Febbraio-Aprile 2014 Luca Gardini Cinque vini da non perdere al Vinitaly Lambrusco Il piu’ amato dagli Italiani www.euposia.it www.italianwinejournal.com 15 Metodo classico dal Regno Unito - Lamberti, i suoi primi cinquant’anni - Nino Franco e il clos a Valdobbiadene - Carpineto - Collio Vitae, “rinascita” col Bianco - Fratelli Wines, alleanza dall’India - Castelcerino Soave classico Docg: la verticale - Teeling Whiskey d’Irlanda - Le Marchesine - Fratelli Beretta - BIMESTRALE - "Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 NE/VR" Il gigante del Pigato

description

In questo numero: Durin, il miglior metodo classico al mondo; quindici spumanti dal Regno Unito; Nino Franco; Collio Vitae, la rinascita del "Bianco"; Fratelli Wines, dall'India un nuovo produttore di vino.

Transcript of 79 euposia

Page 1: 79 euposia

Durin

LA RIVISTA DEL VINOE DEL BUON BEREPER CHI AMA IL VINO E PER CHI VUOLE CONOSCERLO

Anno XIII - n. 79 - Euro 5 - Febbraio-Aprile 2014

Luca GardiniCinque vini

da non perdere

al Vinitaly

LambruscoIl piu’ amato

dagli Italiani

w w w . e u p o s i a . i t w w w . i t a l i a n w i n e j o u r n a l . c o m

15 Metodo classico dal Regno Unito - Lamberti, i suoi primi cinquant’anni -Nino Franco e il clos a Valdobbiadene - Carpineto - Collio Vitae, “rinascita”col Bianco - Fratelli Wines, alleanza dall’India - Castelcerino Soave classico

Docg: la verticale - Teeling Whiskey d’Irlanda - Le Marchesine - Fratelli Beretta -

BIMESTRALE - "Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 NE/VR"

IIll ggiiggaanntteeddeell PPiiggaattoo

Page 2: 79 euposia
Page 3: 79 euposia

ALA PROVADEL NOVE

Fra la fine di marzo e l’iniziodi aprile, come è noto, ilvino italiano sarà impegnato

in due momenti salienti: il 20.moProwein e il 48.mo Vinitaly.Una sfida nella sfida: da un lato larassegna di Duesseldorf è pronta araddoppiare lo spazio destinatoalla rappresentanza italiana - chegià oggi è una delle più rilevanti,dato che il mercato tedesco vale dasolo più di un miliardo di euro eche sul Prowein si catalizzanomigliaia di buyer internazionali -;dall’altro, la più grande fiera delsettore al mondo per numero divisitatori, che però non ha ottenu-to dall’Expo quel padiglione “inesclusiva” dedicato al vino chesarebbe sato - indubbiamente -uno dei veri poli di attrazione peril pubblico internazionale.Anzi, su questa parte del “cardo”destinata al vino, alle gare pubbli-che che pare verranno indette perla sua gestione, c’è ancora troppofumo: molte chiacchiere e pochecertezze. Un pessimo segnale.Ma tornando a bomba: da un lato,un sistema fieristico che ha nellesue componenti pubbliche - Lande Governo federale - un formida-bile alleato; dall’altro un sistema-Paese che ancora non sembra averben chiaro chi, cosa, come e per-chè portare a Milano nel 2015.L’unica certezza è il “dove”, ma fratutte è proprio una magra conso-lazione.

Sullo sfondo di questa guerra fragiganti fierisistici - la competizio-ne poi si sposterà sulla Cina dovenel braccio di ferro Italia-Germania si inseriranno i Francesidi Vinexpo e di Vinisud - il veronodo: le presenze sempre piùcostose per le cantine (quante fiereall’anno bisogna fare? e, oltre aqueste, quanti altri incontri B2Bper restare sul mercato in modocompetitivo?) e per i winelover.Biglietti sempre più cari per even-ti sempre più mastodontici il cuieffetto - paradossalmente - è quel-lo di rendere necessari altri eventiper meglio focalizzare passioni ebusiness.

E tutto questo a fronte di un mer-cato domestico che latita, cheriduce i consumi (il dato in positi-vo del 2013 sull’aumento dei fat-turati Italia è legato all’aumentodei prezzi del vino, iniziato dallaremunerazione delle uve dellavendemmia di due anni fa) e chesi riconosce sempre meno nel vinocome momento di identificazioneculturale e nazionale.L’eccesso della comunicazione-spettacolo, degli eventi autorefe-renziali dedicati essenzialmente aisoli produttori ed alla “compagniadi giro” non stanno riavvicinandogli Italiani al vino. Forse guardano lo show da lonta-no, ma di certo non bevono.

Beppe Giuliano

Euposia Aprile 2014

La “stagione dellefiere” non risolve i l vero nodo del mercato ital iano:come risvegliare i consumi interni. Le rassegne spettacolo non cambiano infatti i l contesto

Editoriale

1

Page 4: 79 euposia

I NOSTRI RIFERIMENTI

Tel. - Fax 045 591342 - [email protected] inviare cartelle stampa o materiale informativo:Nicoletta Fattori: [email protected] inviare bottiglie da inserire nelle degustazioni cieche:Redazione Euposia - Via Prati 1837124 Verona (Vr)

PRIMO PIANO14 Luca Gardini

Le cinque novità del Vinitaly

24 Lambrusco di ModenaIl più amato...

42 LambertiI cinquanta “ruggenti”

DEGUSTAZIONI

54 Collio gorizianoLa “rinascita”

46 Clos a Valdobbiadene “Grave di Stecca”: il gioiello di Nino Franco

34 Metodo classici inglesiQuindici imperdibili bollicine di Sua Maestà

60 India, arriva Fratelli WinesTre coppie di fratelli e nuovi vigneti

74 Ireland callsLa sfida di Jack Teeling ed il suo whiskey

TERRITORI E FOCUS

ss oo mm mm aa rr ii oo

14

34

46

54

74

Page 5: 79 euposia
Page 6: 79 euposia

Una ricerca della francese AgrexConsulting, dice che negli ultimi10 anni (2002-2011), la produ-

zione (+12,9%) e il consumo (+22,9%) divini rosati nel mondo è cresciuta più cheproporzionalmente rispetto al settore vinonel suo complesso. Un Focus Group diAccademia Italiana della Vite e del Vino,su un campione di 50 persone, ha rilevatoche il 70% dei consumatori di vino rosatoè sotto i 40 anni e compra questo prodot-to alla ricerca di qualcosa di nuovo anche

nell'abbinamenti con il cibo.Anche da questi dati nasce la deci-sione di Donnafugata di far debut-tare Lumera 2013, un rosato frut-to del blend di uve Syrah, Nerod'Avola, Pinot Nero e Tannat chevanta un grande equilibrio: pro-fumatissimo e intenso nelle notefloreali e fruttate, piacevolmentefresco e morbido. Lumera portail nome del suo predecessore aDonnafugata, ma è innovativonell'uvaggio e nell'etichetta, unvolto di donna.Donnafugata coltiva i suoi vigne-ti nel cuore della Sicilia occiden-tale ed in particolare nell'area diContessa Entellina. AntonioRallo, titolare e responsabile pro-duzione dell'azienda, racconta:«Abbiamo selezionato le uve neivigneti più giovani, quelli chenon raggiungono i dieci anni divita e che si trovano nei territoridella Tenuta di ContessaEntellina, dove Syrah, Pinot Neroe Tannat hanno trovato il lorohabitat ideale insieme al Nerod'Avola. Le interazioni tra suoli,esposizione, altitudine, clima eirraggiamento solare di questecolline concorrono a definire lecaratteristiche del Lumera: unvino fresco, morbido e dai profu-mi intensi e identitari».

L'annata 2013 si è caratterizzata per unandamento climatico equilibrato e regola-re: inverno mite, buona piovosità (767,8mm di precipitazioni registrate dalla cen-tralina di Contessa Entellina) ed una pri-mavera fresca e ventilata.I mesi estivi non hanno fatto registrarepicchi di caldo e a fine agosto alcune pre-cipitazioni hanno determinato un abbas-samento delle temperature.Un andamento che ha determinato lapiena maturazione fenolica delle uve e lafresca acidità che caratterizza il Lumera.Le uve sono state raccolte dalla primadecade di agosto alla seconda di settembrenel seguente ordine: Pinot Nero, Syrah,Nero d'Avola e Tannat. Il Lumera è otte-nuto da una macerazione a freddo inpressa per 24 ore a 10-12°C.«Lumera, il rosato di Donnafugata, espri-me gioia di vivere e amore per la bellezza- sottolinea, José Rallo di Donnafugata -.Il volto ritratto in etichetta (forse unadelle più belle del patrimonio iconografi-co dell'azienda), ricco di particolari e didettagli narrativi, è un inno alla primaverasiciliana e alla femminilità. Lumera è ladonna amata dal poeta che celebra l'amorcortese, l'essere sublime, luminoso, cele-stiale, protagonista di una delle più bellepoesie siciliane del 1200. E’ un vino pia-cevole anche per il suo moderato gradoalcolico (12,3 % vol) che immaginiamopossa incontrare il favore del consumatoreitaliano giovane e moderno interessato aprovare qualcosa di diverso».Lumera presenta gradevoli note di melo-grano e ribes su un fondo di fragolina dibosco. Inoltre le sue caratteristiche di fre-schezza, sapidità e morbidezza, lo rendo-no estremamente versatile negli abbina-menti con il cibo: dagli antipasti, caldi efreddi, della cucina marinara ai crudi dipesce e ai succulenti crostacei.Bene anche con fritturine di pesce e diverdure, formaggi freschi e secondi dipesce arrosto.

Euposia Aprile 20144

SYRAH, PINOT NERO E TANNAT COL NEROD’AVOLA PER IL LUMERA 2013 DI DONNAFUGATA

N e w s

Page 7: 79 euposia
Page 8: 79 euposia

Lo Chateau de Chaintres èdel XVII secolo, nel cuoredella denominazione Saumur

Champigny, ed è un affascinantemaniero, dalle imponenti dimen-sioni, che domina 18 ettari divigneti, parzialmente racchiusi inun clos, che sono stati piantati nel1685 dai Padri “Oratoriens de

Notre Dame desArdilliers” chescelsero questoterritorio per lasua perfettaesposizione alsole e la qualitàdel suolo.Dal 1938, loChateau – per-fettamente man-tenuto – è diproprietà dellafamiglia Tiny,viticoltoriindipendentiche vinifica-no, ovvia-mente,esclusiva-mente leproprieuve.La AocSaumurrecupe-ra unatradi-zionemille-narianellaprodu-zionedi vino:sebbe-ne siastataricono-

sciuta nel1936, cisono ampietestimo-nianze diun fortesviluppodella pro-duzionevinicola sindall’AltoMedio Evo:la denomi-nazione siestende peroltre 1400ettari, nelcuore dellavalle dellaLoira, e idue vitigniprincipal-mente uti-lizzati sono lo chenin blanc e ilcabernet franc. Già nel 1100 allacorte d’Inghilterra, dove era salitore Enrico II° d’Angiò (quindi unprincipe della Loira) il vino diSaumur era assai noto e richiesto. Isuoli vedono la presenza di gesso,calcare, sabbia e argilla (vaste eranole zone paludose poi bonificate).Lo Chateau de Chaintres è statauna delle prime realtà della Aoc acertificarsi con la conduzione bio-logica: nel 2007 è cessato l’utilizzodi pesticidi, nel 2009 sono statiaboliti tutti i prodotti di sintesi perarrivare alla certificazione e dall’ul-tima vendemmia 2013 tutta la pro-duzione sarà certificata come biolo-gica.Il Cremant nasce dalla vinificazionein bianco del cabernet franc cheviene raccolto a mano in un vigne-to di una trentina d’anni; il suolo èsabbioso, con una buona presenzadi argilla e di calcare e viene lavora-

to con zappatura e sovescio fra ifilari.La vendemmia è manuale, la pres-satura è soffice senza permanenzadelle bucce sul mosto per evitare ilpassaggio di colore.Decantazione a freddo del mosto,diciotto mesi sui lieviti per laseconda fermentazione in bottiglia.LA DEGUSTAZIONEColore giallo paglierino con riflessidorati; al naso sono immediati pro-fumi vinosi marcati cui si aggiungela frutta gialla matura e la crosta dipane; il palato è pieno, ampio,dove tornano note di frutta, dicedro candito appena mitigatodalla crema pasticcera, con un fina-le molto fresco (la spalla acida èimportante) e sapido contraddistin-to da una caratura molto aromati-ca. Davvero interessante, dal prezzomolto competitivo (circa 9 euro,franco Chateau); complessivamenteinvitante ed appagante.

CHATEAU DE CHAINTRES, CREMANT DE LOIRE,BLANC DE NOIR BRUT: LA DEGUSTAZIONE

N e w s

Euposia Aprile 20146

Page 9: 79 euposia

BRASILE

Inumeri sono ancora piccoli, ma lefondamenta ci sono tutte. Il Brasiledel vino è oggi una realtà emergen-

te: come consu-matori di vini diqualità e comeproduttore, divini di altrettan-ta qualità.Le radici sonoeuropee, le tec-nologie e la for-mazione deglienologi anche; i suoli sono fertili, capacidi produzioni spettacolari. Nell’anno dei

Mondiali di calcio, Euposia e il Vinitalypresentano un’eccezionale degustazione- la prima pubblica mai svolta in Italia -

col meglio delle“bollicine” carioca:metodo classico emetodo charmatprovenienti dallediverse zone di pro-duzione del “vignetoBrasile” dove oggioperano i miglioriflying-winemaker

mondiali e dove è sempre più alta l’at-tenzione alla qualità.

TASTING EX...PRESS: LUNEDI’ 7 APRILE 2014 - ORE 11.00SALA IRIS PALAEXPO INGRESSO A1 - PIANO/LEVEL - 1

“GLI SPARKLING WINES DELL’AREA EMERGENTEDELL’ENOLOGIA MONDIALE”

Per accedere alla degustazione bisogna essere in possesso di un biglietto di entrata alVinitaly e prenotarsi sul sito www.vinitaly.com area visitatori/degustazioni

Page 10: 79 euposia

Gramona è il Cava piùtrendy in questo momentoin Spagna; apprezzato dal

pubblico più formato ed evolutoma anche dai nuovi consumatoripiù giovani, e sta ulteriormenteconsolidando la propria reputazio-ne internazionale dove è considera-to, non a torto, il produttore cherealizza i cava più fini ed eleganti.Ma la maison di Sant Sadurnìd'Anoia non è nuova a risultatieclatanti: avviata nel 1881 da PauBatlle (erede di una famiglia di viti-coltori e produttori) in pienoboom del Pènedes a seguito delladistruzione dei vigneti francesi adopera della filossera, è oggi arrivataalla quinta generazione al lavoro;nel 1921 ha avviato la vendita deisuoi primi "espumosos" realizzatinella cantina sul retro di casa e nel1971 col "III° Lustros" ha "creato"il primo Cava "brut nature".Una reputazione solida di suo,insomma: basti pensare che i pro-duttori di Champagne, dopo le dueGuerre mondiali, scesero in Spagnaper reintegrare le riserve delle pro-prie caves andate distrutte o svuo-tate nei conflitti. Scelsero le catastecon le annate più vecchie e scelse-ro, soprattutto, Gramona.Guidata come "chef du cave" daJaume Gramona (alma mater aDigione, lavoro in Champagne eoggi professore all'università diTarragona), la cantina (oggi è unadelle più belle e avveniristiche dellaD.O. Cava) possiede 50 ettari divigneti nelle colline che circondanola capitale catalana delle bollicineed ha altri 50 in conduzione.Il "Celler Batlle" è una GranReserva che viene prodotta neglianni migliori (quello degustato è il2004, e - ad esempio - il 2003 delgran caldo non è stato realizzato) e

che rimane sui lievitidieci anni. Il blendvede xarel-lo al 70% colsolo macabeo a chiude-re e tutta la secondafermentazione vienefatta con la bottigliachiusa da tappo insughero e non dallaclassica capsulametallica.La liquer d'expedi-tion, inoltre, è vinodi solera e quindi,dopo queste pre-messe, uno siattenderebbe unCava molto cari-co, pregnante diprofumi forti eprofondi, connote tostateimportanti, eal palatouno spesso-re daincuteretimore.Nientedi piùsbaglia-to.CellerBattle è,nellarealtà,un Cavache stacoimigliori

Champagne (quelli delle grandimaison, quelli da tre cifre e più)senza alcun timore reverenziale,anzi. Il colore è brillante, per-fetto, con riflessi dorati e bol-licine finissime; al naso evocaancora frutta a pasta bianca,erba di campo con note dimuschio e pini, pasta sfo-glia, crema pasticcera, noci,toffee e albicocche.Al palato è altrettantoentusiasmante, la maturitànon si percepisce dato chela freschezza di questo cavaè entusiasmante. Riprendele note fruttate per poilasciare spazio a quelle difrutta secca e agrume can-dido. Bellissima mineralitàsul finale, dove tornanonote più aromatiche.Appassionante.Interminabile.Sta alla pari coi grandi diFrancia, ma ne costa appe-na un terzo: poco più di 60euro.

GRAMONA CELLER BATLLE GRAN RESERVA 2004:IL GRANDE DI SPAGNA CHE SFIDA I FRANCESI

N e w s

Euposia Aprile 20148

Page 11: 79 euposia
Page 12: 79 euposia

La prima sorpresa sta nellascheda tecnica del vino “TheFrisante is a sparkling wine

made following the same methodas Italian Prosecco”.La seconda sorpresa sta nel vino:un Piquepoul charmat, frutto diun vitigno autoctono dellaLinguadoca che vanta una lungastoria: con cinsaut e clairette blan-che è uno dei più antichi vitignifrancesi e nel 17.mo e 18.mo con-tribuiva alla produzione del vinoPicardan. Soffre abbastanza gli attacchi fun-gini e quindi per questo è andato

un po’ in disuso salvo poi essere ripe-scato ed oggi sono più di mille gliettari coltivati a piquepoul che puòessere utilizzato anche per loChâteauneuf-du-Pape e che haanche una sua denominazione

“dedicata” - Piquepoul de Pinet -che può essere utilizzata per i vinibianchi realizzati esclusivamente daPiquepoul blanc nei comuni Pinet ,Mèze , Florenzac , Castelnau-de-Guers , Montagnac e Pomérols .Piquepoul e clairette blanche sonoi vitigni principali utilizzati nellafabbricazione di Noilly Prat , ilvermouth della Linguadoca.La terza sorpresa sta in Jean-Claude Mas, quarta genera-zione al lavoro ai DomainePaul Mas che avviati nellaseconda metà dell’Ottocentocon appena 9 ettari di pro-prietà, oggi con Jean-Claudesono arrivati ad oltre 320con altri 800 “contrattualiz-zati”.Jean-Claude ha studiato eco-nomia prima a Bordeaux epoi ha fatto esperienze lavo-rative, udite udite, nel NordItalia per poi tornare allacantina di famiglia alla metàdegli Anni Novanta. Nel

2013 si è aggiudicato iltitolo di “cantina del-l’anno”.Così, il cerchio si chiu-de.Davanti al boom delProsecco - che ha porta-to l’export italiano versoParigi a crescere del 19%l’anno scorso - Jean-Claude Mas (nella foto) siè dato da fare: non soltanto ha aquisito negli ultimianni vigneti su vigneti e otto domaines di fila; nonsoltanto ha avviato con successo la linea “The arro-gant frog” destinata ai mercati internazionali, ma hafatto del suo ristorante-enoteca Coté-Mas il fulcrodella sua attività con una linea di vini dedicati.Blend e varietali internazionali e del sud della Franciaimpostati sulla qualità e l’estrema pulizia.Fra questi, il Piquepoul Frisante.LA DEGUSTAZIONEUn mese sui lieviti in autoclave; limone paglierinocon riflessi verdolini al colore; naso di bell’impatto,con profumi spiccati di agrumi, mela e pere, pesca apasta bianca, e note più floreali.Bollicine fini; il palato ha una bella spalla acida, unabella sapidità e riprende le note fruttate e floreali giàben percepite all’olfatto. Fresco, piacevole, immedia-to, originale nella sua aromaticità. Lungo, con sullosfondo piccole note speziate. Sorprendente. Beh, si fabere, è davvero invitante. Per arrivare alla perfezionemanca soltanto, “attorno” alla degustazione, il soledella Riviera...ma per quello manca davvero poco.

DOMAINE PAUL MAS: ET VOILÀ, LE PROSECCÒ!

N e w s

Euposia Aprile 201410

Page 13: 79 euposia
Page 14: 79 euposia

Abbiamo provato la nuovaPeugeot 2008 - 1600 dieselcon cambio robotizzato, un

auto che può soddisfare anche ilpilota più esigente, dalla guida allatenuta di strada, dalla linea eleganteai comfort, dalle prestazioni sportivea quelle familiari per chi ama viag-giare in tutta sicurezza e tranquillità.Mettersi al volante colpisce subito ilsentire l'auto subito familiare, èuna sensazione che poche vetturesanno dare. Grazie alle sospensionirialzate, il sedile avvolgente e con-fortevole, con il volante piccolo cheinvoglia a farsi accarezzare è comedominare la strada. E' regolabile in profondità e inaltezza amplifica la precisione dellosterzo. Il guidatore, senza distoglierelo sguardo dalla strada, ha il quadrodegli strumenti in posizione rialzatache gli fornisce tutte le informazioninecessarie alla guida. Tutti elementiche trasmettono un senso di sicu-rezza e sportività. Mentre l'arredamento è semplice,elegante ed essenziale, senza fronzolicolpisce la moderna plancia per latanta tecnologia: un pratico touch-screen permette di gestire il naviga-

tore, la radio con lettore multime-diale, il vivavoce con un semplicetocco e controllare i consumi di car-burante, i chilometri percorsi e dapercorrere. I comandi del climaautomatico e bizona sono più inbasso.

La 2008 non finisce mai di stupire.Con la nuova tecnologia Stop&Starti consumi si riducono: quando ci siferma il motore va in stand-by auto-maticamente con ripartenza quasiistantanea senza rumori o vibrazionitoccando l'acceleratore. E con il cambio robotizzato, all'oc-correnza si può inserire il cambiomanuale per i sorpassi, è un piacereguidarla in città per la sua agilità,non stanca e aiuta a concentrarsi

meglio nella guida. Freno e accelera-tore con le mani sempre sul volantee con un consumo medio di gasolionel ciclo misto di 5 l/100 km. Poi c'è il Parcheggio assistito cheaiuta e rende automatico tutte lemanovre di parcheggio attraverso

sensori e ultrasuoni che misurano esegnalano al conducente gli ostacolie la distanza.C'è chi la chiama Suv, Crossover,City-car o fuoristrada, ma al di là diquesti appellativi, la Peugeot 1600con cambio robotizzato rimane unavettura di grande versatilità con unabitabilità che la rendono ideale peruna famiglia di 4/5 persone, con ilgrande piacere di guidarla.

(Enzo Russo)

Euposia Aprile 201412

L'AUTO CHE EMOZIONA E SORPRENDEPEUGEOT 2008 CON CAMBIO ROBOTIZZATO

N e w s

Page 15: 79 euposia
Page 16: 79 euposia

< Il Vinitaly, giunto ormai alla 48esima edizio-ne, quest’anno mostrerà come novità più interes-santi del panorama enologico di casa nostra, unaserie di etichette sempre più dedicate al binomio:vitigno autoctono e facile approccio gustativo. Alcuni nomi? Biondelli, Tenuta Ulisse, TenutaMara, Podere le Ripi e Vetrere. Con il primo produttore siamo in Franciacorta,anche se l’aspetto più innovativo è legato ad unconcetto di spumante talmente laconico da rasen-tare, per un occhio poco attento, la banalità. Per chi come Joska Biondelli lavorava nella frenesiadella city londinese, i ritmi della campagnapotrebbero risultare quasi anacronistici, se non

fosse che proprio sulla ricerca di una perfettamaturazione del frutto Biondelli abbia fondato ilproprio satén.Una bollicina che non utilizza legno né tantome-

no quei maquillage zuccherati che hanno trasfigu-rato in chiave eccessivamente morbida quella chedoveva essere –il satèn appunto- la tipologia piùcaratterizzante per il territorio della Franciacorta.Altra novità è quella del produttore abruzzeseTenuta Ulisse con la sua Cococciola. Un tempo questa varietà veniva utilizzata pertagliare i bianchi che mancavano di acidità, men-tre oggi viene vinificata da questa azienda diChieti come ‘voce solista’ grazie ad un’etichetta

Euposia Aprile 201414

LUCA GARDINI: ECCO IL MEGLIO DEL

VINITALY

L’INTERVENTO

Biondelli, Tenuta Ulisse, Tenuta Mara,Podere Le Ripi, Vetrere: saranno

queste le cantine da “seguire” alla prossima kermesse scaligera. Perchè...

di Luca Gardini (*)

Page 17: 79 euposia

Euposia Aprile 2014 15

Page 18: 79 euposia

dai profumi floreali e dalla bocca tipicamente sapida. Scendendo geograficamente, ma rimanendo sul versante bianchiautoctoni di qualità, vi segnalo il Crè di cantina Vetrere. Andiamo in Puglia per la riscoperta del Fiano Minutolo. Varietàche per ampiezza aromatica può accostarsi persino ad unMoscato o addirittura ad un Gewürztraminer. Non pensate ad un eccesso di profumi, ma ad una precisa defini-zione aromatica che l’azienda Vetrere sottolinea grazie ad unavendemmia tardiva. Un vino prodotto utilizzando soltanto l’acciaio che mostra pro-fumi di tiglio e fiore di sambuco, associati ad un sorso di spicca-ta matrice fruttata. Tornando al Vinitaly 2014 sul versante deirossi le novità più interessanti sono in realtà due riconferme. Quella del Brunello di Montalcino Lupi e Sirene di Podere leRipi è una storia che parte da una tenuta in cui la vite non esi-steva per diventare, oggi, uno dei punti di riferimento per ilSangiovese di Montalcino. Il merito va alla terra e all’ostinazione di Francesco Illy che,potendo fare tutt’altro, ha deciso di fare vino, sin dalla pianta–aspetto non così scontato- in maniera quasi ancestrale. Un po’ come accade per Tenuta Mara. Un’azienda che produce un vino soltanto, il Maramia, che, oltread essere una grande dichiarazione d’amore di GiordanoEmendatori per la moglie Mara, diventa, grazie al Sangiovese,una profonda testimonianza di affetto per le colline di Rimini. Un luogo in cui questo vino cresce verde non certo per un difet-to di maturazione, ma in virtù di un preciso rifiuto dei materialidi sintesi. Il risultato, molto diverso dal “normale” Sangiovese diRomagna, sta nel territorio e in una filosofia produttiva che noninsegue un preciso gusto enologico, se non quello che l’annataimpone.

(*) Miglior sommelier al mondo 2010 >

Euposia Aprile 201416

L’INTERVENTO LUCA GARDINI

Page 19: 79 euposia

Approvato a pieni voti il bilancio 2013 nel corso del-l'ultimo consiglio di amministrazione, il Consorziodi Tutela del Lessini Durello si appresta ad affrontare

un 2014 con il vento in poppa e all'orizzonte numerosiappuntamenti.La denominazione berico-scaligera che ha chiuso il 2013 aquota 700.000 bottiglie, registrando un +14% rispettoall'anno precedente, sta scaldano i motori in vista diVinitaly, in programma dal 6 al 9 aprile. Per la prima voltail Lessini Durello avrà uno stand tutto suo al Pad 5 G4, asottolineare la marcata crescita registrata negli ultimi annidalle bollicine di Verona e Vicenza.Il Durello è stato inoltre scelto come vino protagonista a"Vinitaly and the City", il patinato fuori salone curato daVeronafiere che si terrà in Gran Guardia domenica 6 e lune-dì 7 aprile. Un'edizione che si preannuncia ricca di novitàgrazie ad una serie di appuntamenti "fusion": piatti dellatradizione scaligera si alterneranno a finger food dal saporeinternazionale e spetterà alle bollicine del Durello esaltaregusti e sapori, col suo stile inconfondibile e mai tropposopra le righe.Una scelta non casuale questa: il Durello risponde alle

richieste di un consumatore sempre più consapevole e pre-parato, che oltre al piacere del gusto, sceglie questo vino perla sua originalità e per la sua storia, fatta di passione, didedizione e di amore per la propria terra d'origine.Del resto la denominazione è proiettata su un doppio bina-rio di azione: all'interno di Vinitaly saranno numerosi gliappuntamenti B2B con operatori di settore soprattutto stra-nieri; all'esterno invece proseguiranno le attività B2C, dedi-cate quindi ai consumatori e agli appassionati.Estero pare la parola sempre più ricorrente per i produttorisoci del Consorzio che, a cominciare dall'incoming ai primidi febbraio organizzato in collaborazione Trinit Consulting,stanno ricevendo importanti conferme, soprattutto daGermania e Nord Europa.«Assistiamo ad un chiaro cambio di passo da parte dei pro-duttori - sottolinea Bruno Trentini, presidente del

Consorzio del Lessini Durell, nella foto a destra - che oggisono pronti per fare il grande salto. Il livello qualitativo rag-giunto mette finalmente in condizione le aziende associatedi rapportarsi senza timore coi mercati esteri. A questo siaggiunge la consapevolezza di aver lavorato bene per annisul fronte della comunicazione e della promozione».Gioca a favore della denominazione anche il nuovo discipli-nare di produzione: il Lessini Durello - la cui produzione sisuddivide in metodo charmat per l'80% e metodo classicoper il 20% - da vino della tradizione si afferma sempre dipiù oggi come vino scelto dai giovani consumatori, attrattidalle sue note fresche e fruttate che con un moderato conte-

nuto alcolico assicurano comunque il gusto della conviviali-tà senza gli eccessi che tolgono il piacere dello stare assieme.Il Consorzio, che rappresenta oggi il 97% della produzione,è stato riconosciuto tra i primi in Italia a svolgere le funzio-ni erga omnes per la promozione e la tutela dal Ministero il22/03/12.E queste sono, ad oggi, le aziende socie del Consorzio delLessini Durello:Az. Agr. Cecchin, Az. Agricola Casarotto, Az. Agr. Fongaro,Az. Agr. Marcato, Az. Agr. Corte Moschina, Az. Agr.Sandro De Bruno, Cantina dei Colli Vicentini, Cantina diGambellara, Cantina di Monteforte d'Alpone, Cantina diSoave, Cantina della Val Leogra, Cantina Fattori, CollisVeneto Wine Group, Az. Agr. Montecrocetta, Az. Agr.Bellaguarda, Az. Agr. Antonio Franchetto, Az. Agr.Sacramundi.

LESSINI DURELLO: VENTO IN POPPA PER IL 2014

N e w s

Euposia Aprile 2014 17

Page 20: 79 euposia

18 Euposia Aprile 2014

IL PICCOLOGIGANTE

<< Il piccolo gigante è una cantina di Ortovero, Savona,Riviera di Ponente, che sconfigge le grandi maison dellaspumantistica mondiale; piccolo gigante è l’agricolturadi qualità della Liguria schicciata fra lo sfruttamentoimmobiliare di ogni terreno rivolto al mare e un model-lo di sviluppo da tardo Ottocento che non guarda infaccia a nulla, men che meno pensa a cambiare.Ma da Babilla in poi, se c’è un posto dove Davide puòbattere Golia, quello è la Liguria.E questo è il messaggio più bello dei “Durin” - Laura eAntonio Basso - che passo dopo passo, vendemmia

dopo vendemmia, hanno creduto in se stessi, nellepotenzialità del loro vigneto e in quelle del loro autoc-tono, il Pigato.In fatto di autoctoni la Liguria non è certo la regionepiù baciata dalla fortuna, ma con quelli che ha può faremolto e dir la sua. Dal Rossese che piaceva a Napoleoneprima di finire nel dimenticatoio (il Rossese non ilCòrso), al Pigato, alla “liguralizzazione” del Vermentinoche qui assume toni unici; all’Ormeasco con le suemolte “soluzioni”; alla Lumassina.Così come molto ancora può dire sulla storia della viti-

GIRO D’ITALIA

Page 21: 79 euposia

Un secolo di lavoro per i Durin, la famigliaBasso, che da Ortovero (Savona) è arrivata

sulla vetta del Metodo classicodi Giulio Bendfeltd

Euposia Aprile 2014 19

DURIN

coltura in Italia che proprio vicinoai Durin, nelle grotte di Toirano,sta raccontando una genesi diversa,dato che, in questa che fu sicura-mente una delle prime dimore sta-bili delle genti italiche, tracce divasellame e vinaccioli stanno atestimoniare che molto, ma molto,prima di Fenici e Romani la colti-vazione della vite era pratica usualein questo territorio.

E quindi vale “doppio” il fatto cheproprio nelle grotte di Toriano ilmetodo classico dei Durin - quelPigato con sessanta mesi sui lieviti,pas dosé perchè nulla deve alterareprofumi e sapori di questo vitigno- abbia trovato la sua dimora percinque lunghi anni.Racconta Laura: «Noi ci pensava-mo da anni a fare un metodo clas-sico, abbiamo fatto mille prove, e

quando ci siamo convinti che era ilmomento giusto, che eravamoriusciti a trovare la migliore solu-zione, beh ci siamo accorti cheproprio ci mancava la cantina dovefar affinare la catasta delle botti-glie».E pensa che ti ripensa - come sag-giamente diceva un altro ligurefamoso alla mia generazione, capi-tan Trinchetto - cosa c’era disponi-

Page 22: 79 euposia

GIRO D’ITALIA

bile attorno? Cosa meglio di unagrotta che entra nella profonditàdella montagna, senza luce, con tem-peratura, pressione e umidità sempreuguali? Esattamente, 15 gradi e il90% fisso di umidità.Belìn, ma le grotte di Toirano!Ma anche qui, una prova immane:le grotte sono pubbliche, affidatealla Sovrintendenza dei BeniArcheologici, un “moloch” perchiunque. Ma non per “Balilla”Durin che affronta di petto la

Burocrazia e spiega perchèproprio lìdeve por-tare unmetodoclassicoad affi-nare.E,

appunto, siccome qui Davide batte Golia, laSovrintendenza dà il suo via libera, propriopensando a quel legame ancestrale che, oggi,torna d’attualità e forse permetterà nuovericerche. Anzi, assieme al Comune diToirano la Sovrintendenza diventa anche unpo’ partner a conferma che, a volte, quelloche manca sono i progetti non le generiche“disponibilià”.Le bottiglie sono state portate una per una,a mano, con rispetto totale per l’ambiente ecollocate nella grotta della strega, la bàsurache - quindi - dà il nome al vino.Al Bàsura pas dosè 60 mesi (pressione a 4,5atmosfere per generare una cremosità intri-gante e far emergere tutta la pienezza delfrutto), si sono poi aggiunti un Rosé (quicon l’aggiunta del liquer d’expedition) el’Obscura, che prevede la fermentazione inbarrique di secondo e terzo passaggio di unaparte del vino-base.Ad oggi il 60 mesi sta ancora una spallasopra gli altri due, ma siccome qui Golia eccecc... sarà bene riprovarli fra un millesimo odue per vedere sin dove si saranno spinti. >>

Euposia Aprile2014

Page 23: 79 euposia

DURIN

QUEL VIGNETO A ORTOVERO

La nuova generazione - Giacomo,Giovanni e Angelica - è già qui, prontanel tempo a seguire le vicende di questi

sedici ettari di vigneto che i Durin hannoconquistato in un secolo di duro lavoro.Duro, perchè agli inizi del Novecento - quan-do parte la saga dei Durin - non c’era altraforza che non quella vera, quella muscolare,e quindi  ai “capifamiglia” si chiedeva pre-stanza. E di prestanza, GiacomoBasso, il primo dei Durin, neaveva a sufficienza per recu-perare dal greto di un torren-te degli enormi massi cheavrebbero costituito le fonda-menta della casa della suafamiglia, che non a caso sta inpiedi ancor oggi, e che in unmomento di ristrutturazione sidimostrarono impossibili daspostare dai moderni muratori.Giacomo Basso, un uomo alto emassiccio, dallo sguardo volitivocome testimonia questa fotogra-fia d’epoca, è il nonno di AntonioBasso che, il più piccolo di tre fra-telli, era destinato per desiderio evolontà della madre a lasciare lefatiche dei campi, le bizze deltempo, e la schiavitù delle stagioni.Per lui c’era pronto un futuro da medi-co, una vita diversa, lontano dai profu-mi della Riviera. E tutto filava versoquella direzione se un altro uomo forte- Angelo Basso - che aveva passatotutta la sua vita da contadino lavorandonella piana di Albenga (l’unica facilmen-te coltivabile in Liguria e che da risultatieccezionali essendo baciata dalla natu-ra) - non fosse rimasto bloccato permesi in ospedale.Come il padre, anche Angelo non ponevalimiti ai suoi sforzi fisici, e come per il padrealcune sue gesta sono ammantate di leggen-da a Ortovero: come quando, per salvare il

suo enorme bue, il suo fedele aiuto quotidia-no nei campi, non esitò a gettarsi nel pienodi un’alluvione trascinando, tirardo, sollevan-do persino fuori dai vortici delle acque il pre-zioso animale.Col padre infermo, e la campagna abbando-nata, Antonio cambia vita, sceglie il suo pas-sato, e diventa il terzo dei Durin.

Ai primi vigneti, nellapiana di Ortovero, conpiante anche centenerie,coi vitigni tipici del suoterritorio, aggiunge nuoviimpianti - il più impor-tante a Ponterotto, incollina -sino ad arrivarealle dimensioni attuali.Lavora sodo, e arrivanotanti aiuti: i fratelli, ivignaioli del posto, lamoglie Laura, PieroLugano (l’uomo dellospumante affinatonel Tirreno)... arriva-

no tanti riconoscimenti. E arriva la quarta“linea” dei Durin. Sarebbe stato un ottimomedico, Antonio. Come voleva sua madre.Per fortuna che ha fatto il vignaiolo.

Euposia Aprile 2014 21

Page 24: 79 euposia

Spiega Michele Scammacca del Murgo che la tradi-zione etnea di produrre spumanti metodo classiconon è moda del momento, ma risale alla fine

dell’Ottocento quando il Barone Spitaleri di Mugliaprodusse spumanti sul versante Sud dell’Etna dimostra-do così l’attitudine del territorio a questa produzione.Il Barone Spilateri disponeva di tecnologie moderne

per quei tempi e si avvaleva di un eno-logo svizzero coltivando, oltre alPinot Nero, molti altri vitigni diorigine francese. I vigneti si tro-vavano ad una altitudine com-presa tra ottocento e mille metridi altezza. Nell’arco di ventianni ottennero numerosi

importanti riconoscimenti eno-logici in Sicilia, Italia e all’estero.Quasi un secolo dopo, iScammacca del Murgo si dovet-tero confrontare con una sfidadi davvero difficile soluzione:l’imposizione dello spandardparkeriano dei vini: concentra-zione, forza, grado alcolico.L’opposto di quello chel’Etna garantiva ai suoiautoctoni, nerello mascalesein primis: «Moderato dicolore e potenza il nerelloera in difficoltà sui mer-cati e questo ci spinse acercare nuove vie dicommercializzazione-ricorda oggi Micheledel Murgo - La mode-rata concentrazione incolore e la buona aci-dità rendono peròquesto vitigno moltoadatto alla produzionedei vini spumanti. Ilterroir dell’Etnamigliora poi l’attitudi-ne del NerelloMascalese grazie allamineralità dei terreni,all’altitudine ed alleescursioni termicheche conferiscono una

maggiore freschezza. E poi, in fondo, anche loChampagne deriva principalmente da uve a baccarossa».Le prime prove di spumantizzazione risalgono al 1989con uve spremute a mano e fatte fermentare in unadamigiania; l’anno successivo il risultato della rifer-mentazione in bottiglie venne giudicato positivo e siinizia a lavorare con masse più grandi; nel 1995 la col-laborazione con l’Università di Catania sull’evoluzionedegli aromi (sino ad arrivare alla definizione di un lie-vito specifico); nel 2000 la ristrutturazione della canti-na lancia definitivamente la produzione spumantistica.Oggi i metodo classico Murgo non sono un “ripiego”ma un punto di forza della maison siciliana, pari al30% della produzione complessiva. Tre gli SW in pro-duzione: Brut, Brut rosé (prima annata il 2004) el’Extra Brut.LA DEGUSTAZIONEA Vinisud, Euposia ha provato l’Extra Brut millesimo2007: 60 mesi sui lieviti, pas dosé, proveniente davigneti sul lato orientale del vulcano a circa 500 metrislm. Olfatto potente con note di frutta matura, cedro ecrema pasticcera; il palato è molto ampio, di corpo,dove tornano le note fruttate, un floreale evoluto, notedi frutta secca e nuovamente la calda sensazione dei lie-viti. Molto lungo, persistente, con una spiccata minera-lità sul finale. Assai gradevole ed appagante.

MURGO, LA FORZA DEL VULCANO

N e w s

Euposia Aprile 201422

Page 25: 79 euposia

Passaggio di mano tutto veronese per la MasseriaSurani rilevata dalle cantine Pasqua dalla famigliaTommasi, storica realtà di viticoltori della Valpolicella

Classica.Masseria Surani è una tenuta di 80 ettari a Manduria, nelcuore del Salento, in Puglia vicino alle bellissime spiaggedella Costa ionica. Un territorio rinomato per la produzio-ne di Primitivo, in particolare, e ricco di storia e culturadove la coltivazione della vite ha origini antichissime, cherisalgono ai tempi della Magna Grecia.Il cuore della proprietà è rappresentato dalla masseria forti-ficata che risale ai primi del Novecento attorno a cui ivigneti si estendono a perdita d'occhio. Degli 80 ettariacquisiti 55ha sono in piena produzione e 25ha sono daimpiantare. Il terreno è di origine argilloso e calcareo, moltofertile e permeabile, fresco e di colore rosso ocra per la pre-senza di ferro. I vigneti sono piantati a guyot stretto con una densità di5.500 ceppi/ha, studiati in modo da inserirsi perfettamentenel territorio circostante; l'irrigazione è presente, ma vieneusata solo nei momenti di grande siccità e la coltivazione èbiologica. La cantina ha impianti di vinificazione a tempe-rature controllate realizzati di recente, ma la famigliaTommasi ha pronto un investimento di 2,5 milioni di eurocirca per incrementare, tra l'altro, le botti di rovere per l'af-finamento del Primitivo e per portare la capacità della can-tina dagli attuali mille ettolitri a quattromila.L'enologo Giancarlo Tommasi spiega il progetto: «ConMasseria Surani abbiamo iniziato un'importante ed impe-gnativa avventura. Abbiamo lavorato e ci stiamo ancoraimpegnando in questo progetto che ci stimola enormemen-te e in cui crediamo fortemente. La Puglia ed il territoriodella Manduria in particolare hanno un potenziale enorme

e sanno dare uve eccellenti che permettono di produrregrandi vini».L'idea alla base del progetto Masseria Surani è quella diprodurre grandi vini dai vitigni autoctoni della zona, ingrado di esprimere e far conoscere l'enorme potenziale diuve come il Primitivo, il Negroamaro e il Fiano, in grado diregalare vini unici, di grande personalità e carattere. La filosofia della famiglia Tommasi coniuga ancora unavolta tradizione e innovazione, nel rispetto di un territorioantico, interpretato in modo moderno, tenendo le resemolto ridotte per ottenere il meglio. Questa zona della Puglia fu colonizzata dagli Antichi Grecinel 700 a.C. e per il nome dei vini, l'ispirazione è arrivatadalla mitologia Greca: Ares, dio della Guerra, è il rossoPuglia pieno e corposo; Arthemis, dea della Luna, è il Fianoprofumato ed intenso; Helios, dio del Sole, è il Negromaroin versione rosè ed Heracles, l'eroe figlio di Zeus, è il primi-tivo potente ed intenso. In lavorazione il Primitivo doc,Dionysos, dio del vino, presto in commercio.Masseria Surani, si aggiunge alle altre tenute della famigliaTommasi: Tommasi Viticoltori, in Veneto e Poggio al Tufoin Maremma Toscana per un totale di circa 300 ettari vitati,compresi nel master brand Tommasi Family Estates.Il gruppo Tommasi produce ogni anno circa 2 milioni dibottiglie delle varie tipologie di vini ottenuti nelle proprieaziende tra Veneto, Toscana e ora Puglia. Le vendite sono per il 25% in Italia e il 75% va all'estero,in oltre 70 paesi in tutto il mondo. In provincia di Veronagli ettari a vigna sono 195 di cui solo 105 in ValpolicellaClassica, dove si ottiene tutta la gamma dei vini con in testal'Amarone; 80 sono gli ettari nell'azienda toscana di Poggioal Tufo vicino a Pitigliano e infine ora i 55 ettari aManduria.

N e w s

Euposia Aprile 2014 23

TTOOMMMMAASSII RRIILLEEVVAA DDAA PPAASSQQUUAALLAA MMAASSSSEERRIIAA SSUURRAANNII DDII MMAANNDDUURRIIAA::5555 EETTTTAARRII DDII VVIIGGNNEETTOO DDOOCC

Page 26: 79 euposia

24 Euposia Aprile 2014

Venti secoli di storia e non sentirli: ilLambrusco si conferma come uno dei vini

più apprezzati e venduti in Italia ed all’estero, grazie alle sue immutate qualità

di Enzo Russo (fotografie Consorzio M.S. Lambruschi Modenesi)

IL PIÙ AMATO

<< Con una storia lunga venti secoli, il Lambrusco èprobabilmente il vino più “antico”, ma non lo dimo-stra. Si è sempre mantenuto giovane, frizzante e alpasso con i tempi. E' un vino amato da molti, un pro-dotto che di là dalle mode continua a presidiare unmercato nel quale è il re indiscusso, quello dei frizzanti.Infatti, con oltre 200 milioni di bottiglie prodotte,Doc e Igt, il lambrusco è il vino italiano più conosciu-to e venduto nel nostro Paese e nel mondo. E' un pro-dotto popolare, che esprime tutte le principali caratte-ristiche del territorio ove nasce e della gente che lo pro-duce: schietto, sincero, semplice, ma mordente ed esu-berante.Con un carattere cosi allegro e gioviale, non impegnati-

vo e sempre all'altezza delle situazioni, al Lambrusco èbastato poco tempo per farsi tanti amici, in Italia eall'estero. E' al top del gradimento dei consumatori e,grazie alla crescita di tutto il settore produttivo, stavivendo un buon periodo, anche se la crisi dei consumista mettendo a dura prova il settore. I consumi sonostabili ma il Lambrusco sta guadagnando terreno nellescelte dei consumatori. Ci sono Lambruschi Doc dienorme interesse e qualitativamente alla pari di altrigrandi vini, perché sa esprimersi con personalità e clas-se, con bottiglie frutto di selezioni speciali e veri e pro-pri “cru”, sia di piccole aziende familiari di nicchia siadi grandi aziende.La potremmo chiamare “la rivincita del Lambrusco”,

GIRO D’ITALIA

Page 27: 79 euposia

Euposia Aprile 2014 25

LAMBRUSCO

perché le caratteristiche organoletti-che di questo vino fresco, profuma-to e spumeggiante, che ha saputointerpretare alla perfezione lenuove tendenze di consumo fuoricasa, anche i gusti della nuovagenerazione, sta conquistandonuovi mercati, quelli dell'AmericaLatina, del Giappone edell'Australia.Ma come è lo stato di “salute” delLambrusco, vista la crisi di consumiche sta attraversando l'Europa? Neparliamo con l'enologo Pierluigi

Sciolette (nella foto a pagina 26),Presidente del Consorzio MarchioStorico dei Lambruschi Modenesi.«Direi che che gode di un meritatosuccesso, è uno dei pochi vini ita-liani che sta reggendo una situazio-ne di mercato che, come tuttisanno è difficile, sia in Italia siaall'estero. Il Lambrusco tiene per-chè è un prodotto che indubbia-mente ha alcune valenze importan-ti. Se non avesse avuto queste carat-teristiche, non avrebbe avuto il suc-cesso che ha avuto. Poi il rapporto

qualità prezzo molto interessante edinfine, i produttori in questi annihanno fatto enormi sforzi permigliorare il Lambrusco e quindioggi si raccolgono i frutti».

Gli sforzi dei produttori hannoportato il Lambrusco anchenelle enoteche?

«Certamente, la grande modifica èstata fatta sui vigneti, perchè giusta-mente è dal vigneto che nasce unbuon vino. I vigneti sono statiristrutturati quasi completamentecon nuovi sistemi di allevamento,

Page 28: 79 euposia

nuovi cloni per cui oggi abbiamo un uva moltobuona da cui si ottiene, grazie alle tecniche che sonomigliorate, un ottimo vino. Bisogna anche tenerconto che produrre Lambrusco è come produrre spu-mante, nel senso che occorre una tecnologia moltoimportante. Occorrono macchine a tenuta di pressio-ne, perchè è un vino frizzante, serbatoi stagni e tantealtre tecnologie di alto livello.Oggi il Lambrusco è veramente un ottimo prodotto,lo dicono non solo i consumatori ma anche i premi ericonoscimenti ricevuti in questi anni..Il Lambrusco è presente non solo nelle enoteche, nei

ristoranti del nostro comprensorio, ma è presente nelmondo in molti locali importanti, oltre naturalmentenella GDO».

Perchè questo enorme successo?«E' dovuto al fatto che è un vino che fa allegria, hauna bassa gradazione, ha profumi e sapori interessantiche variano secondo la tipologia delle uve e le diversedenominazioni, si adatta a molte cucine di internazio-nali. Da noi il Lambrusco si sposa felicemente con lacucina emiliana, i rosati si abbinano molto bene alpesce e cibi leggeri, poi ci sono dei Lambruschi piùcorposi per i piatti più importanti e l'amabile che siaccosta con i dolci. Come si vede il Lambrusco è unvino a tutto campo».

Quanto Lambrusco viene prodotto?«Sono circa 200 milioni di bottiglie di cui 45 milionidi dop, il rimanente è igp. Per quanto riguarda laProvincia di Modena ne vengono prodotte oltre 34

milioni di bottiglie dop nelle quattro denominazionipresenti sul nostro territorio e poi 70 milioni di igp.Le dop vengono vendute principalmente in Italia edin Europa, le igp sono principalmente nel resto delmondo».

Che cosa differenzia il Lambrusco dop dall'igp?«Per produrre il Lambrusco dop si selezionano le uvedurante la vendemmia, i vigneti debbono essere regi-strati dop, rispettare il disciplinate di produzione e poisuperare tutti i controlli. In forma minore la stessacosa viene fatta anche per l'igp, però sono di un livel-lo più commerciale».

Tra le diverse tipologie di Lambrusco, qual'è quel-lo più venduto?

«In linea di massima si equivalgono le tre denomina-zioni, Sorbara, Salamino di Santa Croce e ilGrasparossa di Castelvetro. C'è poi una quarta che ècomposta con un uvaggio delle tre tipologie».

Euposia Aprile 201426

GIRO D’ITALIA LAMBRUSCO

Page 29: 79 euposia

CANTINA SOCIALE CARPI E SORBARAVia Cavata 14 - 41012 Carpi (Mo)www.cantinadicarpi.itLa storia della Cantina di Carpi inizia 110 annifa, nel 1903 e quella della Cantina di Sorbaranel 1923, sono due delle più importanti realtàvinicole della Provincia di Modena.«Abbiamo 4 stabilimenti di pigiatura - ci dice ilVice Presidente Carlo Piccinini - a cui viene con-ferita l'uva da 1.100 soci per un totale di 420mila quintali di uva, di cui l'85% lambrusco checorrispondono all'incirca a 45 milioni di botti-glie di Lambrusco igt di ottima qualità. I numeripotrebbero trarre in inganno, quantità a disca-pito della qualità, non è così. Per mantenere la qualità abbiamo una “taskforce” composta da enologi ed agronomi, chetutto l'anno controllano tutta la filiera dei sociconferitori e con un ultimo controllo sulle uvequando arrivano negli stabilimenti di pigiatura.La maggior parte del Lambrusco viene vendutosfuso agli imbottigliatori, con cui abbiamo unlegame storico, che esportano in tutto ilmondo».Attualmente i mercati che maggiormente richie-

dono il nostro Lambrusco, sono gli Stati Uniti,Russia, Brasile, Messico e Cina".Quante tipologie di Lambrusco producete?«Principalmente il Lambrusco Salamino doc diSantacroce e poi il Lambrusco di Sorbara.Stiamo anche pensando di produrre ilPignoletto, un bianco tipico delle colline bolo-gnesi che si sta espandendo nella pianura

modenese con un buon riscontro commerciale». Nei prossimi anni che cosa prevedete? «Stiamolavorando sia come cantina sia come Consorzioper migliorare la qualità del Lambrusco perriposizionarlo verso l'alto. Per quanto riguarda iconsumi, in Italia stiamo mantenendo le posizio-ni dello scorso anno, invece sono in aumento iconsumi all'estero».

AZIENDA AGRICOLA PALTRINIERI ALBERTOVia Cristo 49 - 41030 Sorbara (Mo)www.cantinapaltrinieri.itE' un azienda che è sempre stata a conduzionefamiliare, fin dalla sua nascita che risale al 1926. «E' stato mio nonno Achille - diceAlberto Paltrinieri - ad iniziare l'attività, chesvolgeva tutt'altro lavoro, il chimico farmacista.Ma la passione per la terra e per il vino, (prosegue a pagina 29)

Euposia Aprile 2014 27

LAMBRUSCO IN TRE DECLINAZIONI

Page 30: 79 euposia

GIRO D’ITALIA

Tra le diverse produzioni diLambrusco, il Sorbara sembraessere il vino che fa più presasui giovani per le sue caratte-ristiche organolettiche.«E' il più storico, il più cono-sciuto, è quello che piace dipiù ai modenesi, sia per la suastoria sia per la tipologia delprodotto. Ha un colore piùchiaro, ha un profumo florea-le di viola, è più acido e oggiè diventato un grande vino,senza nulla togliere alle altrevarietà. Poi il Sorbara si prestamolto ad essere consumatocome aperitivo, per gli happyhour, è più semplice da bereanche fuori pasto perchè conil suo colore rosè lo collocatra i bianchi e i rossi. Si puòabbinare al pesce, a piatti leg-geri.Il Lambrusco che oggi cono-sciamo, ha dietro di se moltolavoro e ricerca. Adesso, peresempio si sta riprendendo latradizione della fermentazionein bottiglia che è una tecnicamolto più complessa che stadando dei grandi risultati. Cisono aziende che stanno pre-disponendo questi prodotticon la stessa tecnologia usataper fare lo Champagne. Poi

c'è chi tiene il fondo e chi lotoglie».

Come Presidente delConsorzio, ha certamenteuna visione più completadel mercato dei vini. Igusti del consumatorestanno cambiando? comevede il Lambrusco rispettoa tanti altri vini, magaripiù strutturati

«Ci sono dei vini che unavolta sembravano avere moltosuccesso, parlo dei barricati alungo invecchiamento, misembra che in questo momen-to stiano abbastanza soffren-do, noi che ci presentiamocon un vino, come lo abbia-mo sempre fatto, stiamoandando bene».

Siete soddisfatti?«Non si è mai soddisfatti,però abbiamo raggiunto unbuon livello che mi auguropossa ancora migliorare, infat-ti stiamo lavorando a un pro-getto di ricerca che dovrebbeportare dei risulti nei prossimi5 - 10 anni. In questo caso,stiamo parlando della vite cheha bisogno di essere migliora-ta dal punto di vista clonale,varietale senza sovvertire quel-la che è la nostra tradizione.

Euposia Aprile 201428

Come viene prodottoil Lambrusco

Il Lambrusco per natura è anarchico:mentre la maggior parte dei vini,dopo la fermentazione autunnale,

rimane più tranquilla e viene dunqueimbottigliata "ferma", lui, grazie allanaturale presenza di lieviti molto vitali,mantiene una propensione accentuata ariprendere la fermentazione coi primicaldi primaverili. E di questo suo carattere brioso gli emi-liani si valgono per produrlo. Il metodotradizionale prevede che il mosto, deriva-to da uve diraspate e quindi pigiate, fer-menti velocemente e venga svinato man-tenendo un residuo di zucchero naturale;il vino nuovo continua la sua fermenta-zione, più lenta, mentre viene sottopostoa molteplici travasi sia per mantenerlolimpido sia per impedire che lo zuccherorimasto si trasformi in alcol. Nel mese di febbraio viene imbottigliato.All'inizio della primavera i lieviti, cheerano stati bloccati dal freddo invernale,riprendono la loro azione, la fermenta-zione riparte e lo zucchero residuo si tra-sforma in alcol e anidride carbonica, cherende il vino frizzante. Abbandonato daanni questo metodo storico, è statoripreso recentemente da alcune aziende. Ma il sistema di gran lunga più diffuso èquello della fermentazione in grandirecipienti a temperatura controllata, chein fondo si basa sui medesimi principidella fermentazione in bottiglia, che per-mette di controllare meglio tutte le fasi.In base al contenuto di zuccheri ilLambrusco può essere secco, semisecco oamabile.

LA SCHEDA

Page 31: 79 euposia

LAMBRUSCO

(segue da pagina 27)

lo hanno portato a cambiare. Poi è arrivata laseconda generazione, mio padre, che ha svilup-pato l'attività e poi sono arrivato io, la terzagenerazione, che da una venti d'anni con miamoglie Barbara amministriamo e conduciamol'azienda, dalla coltivazione e cura della vite,dalla vendemmia alla vinificazione, dall'imbotti-gliamento alla commercializzazione delLambrusco dop, salvo in alcuni periodi dell'an-

no, ci avvaliamo di manodopera stagionale,come per esempio in occasione della vendem-mia. Abbiamo solo 15 ettari, investiti tutti invigneto».Conoscere ed ascoltare Paltrinieri, è una sorpre-sa e un piacere perchè quando parla delLambrusco Sorbara, è come se parlasse di unfiglio, ne conosce tutte le caratteristiche, i pregie difetti, se ce ne sono. Quando gesticola si notano le sue mani che tra-sudano di lavoro nei campi e in cantina, dovespesso si rifugia per sperimentare nuove formedi espressione del Sorbara, perchè secondo luiha ancora delle potenzialità inespresse. Nelledegustazione, infatti, ci si stupisce di come, insolitudine, ne abbia realizzato diverse varietà.«L'espressione del Sorbara può partire non solodagli uvaggi ma anche dal metodo di rifermen-tazione in bottiglia. Noi, per esempio, da alcunianni abbiamo iniziato a lavorare il Lambruscoanche con il metodo classico, dimostrandoquali sono le altre enormi potenzialità delle uve

Sorbara».Quali sono le tipologie di Lambrusco in canti-na?«Qui siamo nel cuore del Sorbara, il nostro loabbiamo chiamato Focus che poi abbiamodiversificato in varie espressioni.Quindi abbiamo delle varianti del Sorbara aseconda della metodologia di rifermentazione edell'apporto che l'altra uva LambruscoSalamino può dare».Quante bottiglie producete?

«All'incirca 120 mila, vendute direttamente enei vari canali dell'horeca, dal nord al sud. E poiall'estero. Non pensavo che in questi anni cifosse la riscoperta di questo vino che si dimo-stra di essere protagonista perchè è fresco,semplice, economico, fattore molto importantein questo momento e quindi molto appetibile».Il prossimo futuro come lo vede?«Noi siamo un azienda a conduzione familiare etale vogliamo rimanere, quindi nelle previsionisenz'altro i numeri aumenteranno nel limitedelle nostre forze organizzative, ma soprattuttogli sforzi maggiori saranno fatti per cercare sem-pre di migliorare la qualità».

AZIENDA AGRICOLA GAVIOLIVia Principale Ovest 5541015 Nonantola (Mo)www.gaviolivini.comIn ogni bottiglia Gavioli si racchiude la storia diun territorio, di una famiglia e della sua (prosegue a pagina 31)

Euposia Aprile 2014 29

Page 32: 79 euposia

Euposia Aprile 201430

GIRO D’ITALIA

Gli studi fatti dimostrano chequesta pianta nei secoli haavuto meno inquinamentigenetici rispetto ad altre, èrimasta più pura».Ma il Lambrusco non è soltan-to un vino, quando si stappauna bottiglia di LambruscoDoc e lo si versa nel bicchiere,si beve anche la storia, la cultu-ra e la tradizione plurisecolaredi questo “nettare” rosso dalgusto accattivante. Infatti, la vitis Lambrusca eraconosciuta dai Latini, e ancorprima era nota agli Etruschi e aiGalli Ligures. Ne parlanoVirgilio, che ben conosceva leterre padane, Catone nel DeAghricultura e Varrone nel DeRustica.E cosi si esprimeva, confessan-do la sua passione per ilLambrusco, in una delle tantelettere inviate alla contessaLovatelli il grande GiosuèCarducci, docente universitarioa Bologna, primo Nobel italia-

no della letteratura (1906), chespesso faceva una scappata aModena, all'osteria “Diciottocolonne”, poi ribattezzata insuo onore, per gustare l'imman-cabile zampone annaffiato dal"vin brusco: “Non sa EllaSignora Contessa cheDomineddio fece apposta ilLambrusco per annaffiare l'ani-male caro ad Antonio Abate? E io per glorificare Dio e bene-dire la sua provvidenza, mi fer-mai a Modena a lungo permeditare la sapienza”.

Dopo questo breve, conciso,excursus storico, si evince quan-ta "strada" ha fatto il secolarevino per arrivare sulle nostretavole e farsi apprezzare nellaquotidianità, perché dal puntodi vista delle caratteristiche sen-soriali è un vino moderno,poco alcolico con elevata acidi-tà, il colore è accattivante, èfacile da bere ed è generosonegli abbinamenti. >>

Nella provincia di Modena vengo-no prodotti tre tipi di vino simi-li, ma distinti: il Lambrusco di

Sorbara, il Lambrusco di Grasparossa diCastelvetro ed il Lambrusco Salamino diSanta Croce che dal 1970 hanno ottenutola denominazione di origine controllata. «Tutti e tre - ci dice Ermi Bagni,Direttore del Consorzio Marchio Storicodel Lambruschi Modenesi - vengono con-trollati e allo stesso tempo valorizzati dalConsorzio, che ha scelto come marchio ilrosone del duomo di Modena, simbolodella tradizione, per trasmettere un mes-saggio di autenticità del prodotto, cherappresenta circa l'85% della produzionedi Lambrusco Doc della provincia diModena.L'etichetta rossa con il numero d'ordine il“bollino” permette di riconoscere imme-diatamente i vini degli associati alConsorzio e di identificarli sugli scafali dienoteche, negozi alimentari, GrandeDistribuzione e nei ristoranti. A garanziadella qualità il Consorzio Marchio Storicodel Lambruschi Modenesi controlla ognianno partite di Lambrusco Doc per oltre30 milioni di bottiglie, mediante rigoroseoperazioni di verifica effettuate da unapposito Comitato tecnico. il quale ana-lizza campioni anonimi prelevati presso iconsorziati, preventivamente sottoposti adanalisi chimica.(Continua a pagina 32)

LA SCHEDA

Il Consorzio, e l’etichetta, garantiscono la qualità

Page 33: 79 euposia

Euposia Aprile 2014 31

LAMBRUSCO

(segue da pagina 29)

passione, e ad ogni bicchiere si percepisce l'im-pagabile piacere di stare assaporando il fruttodella sua secolare tradizione che inizia nel1794, quando Pietro Gavioli si fregia del titolodi Mastro Cantiniere dei Marchesi Molza concantina in Solara di Bomporto, culla del rino-mato Lambrusco di Sorbara.Le sapienti tecniche di vinificazione utilizzate,sono l'inimitabile risultato di un'esperienza affi-nata nei secoli attraverso generazioni che dasempre perseguono la stessa missione: prepa-rare per loro stessi e per i loro estimatori moltopiù che un grandissimo Lambrusco. Da allora ilLambrusco Gavioli è stato sempre fatto conprofessionalità e maestria.Negli anni '80 l'azienda Gavioli entra a farparte del gruppo Donelli assieme allaGiacobazzi. Ne parliamo con Angela Giacobazzi(nella foto qui a sinistraì), figlia di Giacobazzi,patron della Donelli vini di Gattatico (Re). «La Gavioli - dice Angela Giacobazzi - e' un’azienda che non ha mai cercato di espandersiconquistando nuove fette di mercato, preferen-do distinguersi dalle altre realtà vitivinicole,nella produzione di vini di alta qualità. I lam-bruschi che escono dalla cantina dimostranoquale attenzione viene prestata su tutta la filie-ra produttiva: i terreni, la cura dei vigneti, lascelta delle uve ed il suo veloce trasporto perla pigiatura, momento importante per migliora-re la qualità del Lambrusco. Se la tradizione della famiglia Gavioli nelmondo del vino è pluricentenaria, quella dellaviticoltura nella nostra provincia, è addiritturamillenaria. L'amore per la la nostra terra e lenostre tradizioni ci accompagnano da sempre».Quante bottiglie vengono prodotte?«Complessivamente il Gruppo produce 28milioni di bottiglie l'anno, di cui 5 milioni traGrasparossa e Sorbara dalla Gavioli che vengo-no vendute nella GDO e nel canale horeca. Epoi abbiamo un a produzione di nicchia, inizia-ta 3 anni fa, dove il Sorbara viene lavorato conmetodi alternativi come il metodo classico».Lei si occupa del mercato cinese, lo parla cor-rettamente, pensa che ci possa essere un

"avvenire" per il Lambrusco?«Secondo me, si perchè storicamente ilLambrusco è stato sempre apprezzato da queipopoli che non hanno una tradizione enologica,dove piacciono i gusti dolci e si beve birra, pro-dotti frizzanti. A parole fanno fatica ad apprez-zarlo, ma quando lo assaggiano rimangonofavorevolmente colpiti. Ci vuole tempo ma certamente riusciremo a farapprezzare il Lambrusco ai palati cinesi, spe-cialmente i giovani che viaggiano e conoscono inostri vini».Oltre alla cantina, arredata con tecnologie diultima generazione, suo padre ha voluto allesti-re anche una Mostra permanente sul come sifaceva una volta il vino e gli attrezzi che veniva-no usati. Vederla si rimane colpiti dagli stru-menti che venivano usati, dai macchinari, sianei campi sia nella vendemmia e la loro evolu-zione con il passare degli anni. Un percorsoche aiuta a capire come, sin dall'ora, il vinoavesse una rilevante importanza nella società. Come nasce questa passione?«Fin da ragazzo mio padre amava collezionarepezzi di antiquariato legati al mondo contadinoe del vino. Frequentando mercati, mercatini, girando percase coloniche, anziani contadini che avevanoancora, come ricordo del passato, vecchiattrezzi in disuso o dimenticati in cantina onelle stalle, è riuscito a concretizzare in questianni quello che oggi si può vedere nei duesaloni della Gavioli. Sono esemplari unici delle attrezzature neces-sarie alle varie fasi vitivinicole raccolti in unpercorso entusiasmante e sapientemente idea-to. Si va dai vecchi aratri e carri da uva che testi-moniano della campagna e si conclude conriempitrici e tappatori che raccontano delleprime tecniche d'imbottigliamento, passandoattraverso le gerle per la raccolta dell'uva, i tor-chi, le principali attrezzature dei bottai e vec-chie pompe che si possono vedere in movimen-to in quanto sono state da noi meccanizzate.Non solo, carrozze, stufe e tanto altro ancora ciparlano della vita in campagnia nei secoli pas-sati».

Page 34: 79 euposia

Euposia Aprile 201432

GIRO D’ITALIA

(da pagina 30)

Infatti, i tre Lambruschi, oltre a doverrispettare, come ogni altro Doc, i requisitidi tipicità richiesti dal disciplinare di pro-duzione, devono soddisfare i rigorosi stan-dard imposti del Consorzio".«La conferma che la qualità deiLambruschi Modenesi è in continua asce-sa", continua il direttore, "ci viene dainumerosi riconoscimenti e premi che ognianno le nostre aziende ricevono in impor-tanti manifestazioni nazionali ed estere»..Altri compiti del Consorzio?«Con la promozione e valorizzazione cioccupiamo della divulgazione del

Lambrusco su tutto il territorio italianoed estero partecipando a manifestazioni dirilievo, fiere, incontri con operatori egiornalisti del settore, enoteche, ristoratorima anche le più importanti catene didistribuzione dove il Lambrusco è benposizionato».E poi un bicchiere di Lambrusco fa benealla salute. Una ricerca scientifica pubbli-cata alcuni anni fa da InternationalJournal for Vitamin and NutritionResearch, dimostra che l'assunzione divino Lambrusco previene lo stress ossida-tivo da pasto grasso.

Page 35: 79 euposia

Euposia Aprile 2014 33

Sono tante le "affinitàelettive" del Lambruscocon la cucina emiliana,

famosa in Italia e in tutto ilmondo per i suoi piatti ricchi,delizia del palato, che ancoraoggi sono in grado di evocaresensazioni del passato attra-verso una cucina genuina ecasalinga.Dunque, un binomio vincente,dove i due prodotti si esaltanoa vicenda in una sinfonia disapori che appagano il palato. E' certamente il "matrimonio"più riuscito quello tra ilLambrusco DOC ed i prodottidell'arte culinaria modenese epiù in generale della gastrono-mia emiliana, tanto da essereportato ad esempio dai piùseveri sommelier.Il Lambrusco DOC di Modena,infatti, con le sue tre varietà,che sono il Salamino di SantaCroce, Sorbara e Grasparossadi Castelvetro esprimono almeglio le loro caratteristichedi schiettezza e genuinità,abbinati a piatti tipici chefanno parte della tradizionegastronomica emiliana. E' immediata la piacevolezzadell'accostamento fra l'efferve-scenza dinamica e briosa delvino con la grassezza dellevivande: la nota acida delLambrusco asciuga e detergela bocca rendendo più leggerele portate a base di carne dimaiale o a piatti sostanziosi,ricchi di grassi e calorie men-tre la componente tannicacontribuisce a togliere leuntuosità.Anche nella versione amabile,

abbinato aidolci, ilLambruscomantiene quel-le caratteristi-che tipichedella freschez-za, acidità evivacità chesanno esaltareil sapore delcibo.Fra le grandicategorie diprodotti delsettore vitivini-colo, ilLambrusco èl'unico vino rosso frizzanteche, nelle tipologie secco,abboccato, amabile e dolce, sipresta ad accompagnare unintero pasto. Partiamo dagliantipasti con il LambruscoSalamino di S. Croce che perla sua particolare fragranza,sapore vinoso e buona stoffa,si abbina felicemente con:salumi, insaccati, affettati, tracui il famoso prosciutto diParma, la mortadella ed ilParmigiano-Reggiano, conside-rato il "re" della tavola e deiformaggi. Primi piatti: il gusto delicatodei mitici tortellini in brodo,deve essere accompagnatocon equilibrio dalla leggerezzadi un Lambrusco Salamino,poi ci sono tutte le altre pasteasciutte farcite, al ragù, lelasagne al forno e i macchero-ni al "pettine" con ragù diconiglio, dove il LambruscoGrasparossa di Castelvetro,dal corpo più pieno ed intenso

gioca un ruolo importante dicontrasto sprigionando tutte levalenze organolettiche ed esal-tando i sapori dei singoli piat-ti. Ed infine i secondi piatti, ilLambrusco di Sorbara, per lasua nota aromatica, l'elevataacidità, la leggerezza e la viva-cità è l'ideale per il cotechinoe lo zampone serviti sopra unletto di lenticchie nere; i calzi-gatti, fatti di polentina confagioli in umido. Mentre pertutti gli altri piatti: arrosti, bol-liti accompagnati da salse omostarda il vino indicato è ilLambrusco Salamino S.Croce.Ma il grande "appeal" delLambrusco DOC, un fenomenocostruito nel tempo con pas-sione ed investimenti, è statoquello di uscire dai confinidella gastronomia emiliana edi proporsi sulle nostre tavolesposandosi magnificamentecon moltissimi piatti dellanostra gastronomia, come conquello più famoso nel mondo,la pizza.

IL LAMBRUSCO E IL CIBO: AFFINITA’ ELETTIVE

Page 36: 79 euposia

< Spiega Tom Stevenson, nell’ultima edizionedella sua pluripremiata enciclopedia sugli spumantiChristie’s realizzata assieme alla Master of wine EssiAvellan, che la consapevolezza delle potenzialitàdegli sparkling wine d’Oltremanica è esplosa inter-nazionalmente nel 2009, dopo l’affermazione diNyetimber al concorso di Euposia “Bollicine dalMondo”.In effetti, i tentativi precedenti di valorizzare lanascente enologia inglese si erano scontrati condiversi fattori: la scelta della scuola tedesca e nonfrancese sin dalla individuazione di vitigni e cloni;il ridotto numero di ettari e di vignaioli in produ-zione; una certa qual ritrosia a farsi avanti condi-zionati, in parte, anche dal pensiero generale chenon vedeva nel Regno Unito il luogo ideale percoltivare la vite.Eppure - come sottolinea Duncan Schwab diSharpham - la coltivazione della vite risale aiRomani e ai tempi della Conquista Normannaerano ben 46 i siti geografici votati alla produzione

di vino, soprattutto legati alle abbazie monastiche.Nel 12.mo secolo era la bevanda comune (unpenny al gallone) e ai tempi di Enrico VIII° c’erano139 vigneti (undici dei quali della Corona, e ilresto diviso fra nobiltà e la Chiesa).Oggi i vigneti in produzione sono circa 400 per1.400 ettari e 2 milioni di bottiglie.A far decollare la nuova enologia inglese sono statiperò due fatti inaspettati: il cambiamento climaticoche ha alzato le temperature e la caparbietà di dueYanks - Stuart e Sandy Moss - i primi proprietaridi Nyetimber che sono stati i veri “pionieri”: senzavincoli ideologici, chiesero aiuto ai professionistifrancesi abbandonando la scuola di Geiseheim.Prova ne sono la costante crescita dei produttoriinglesi al Challenge di Euposia e il supporto che lastessa famiglia reale ha dato ai suoi sudditi vigne-ron, rinnovando una tradizione centenaria, edimpiantando lei stessa un vigneto nel 2011 nelCastello di Windsor e concedendo alla Duchessadi Cornovaglia di presiedere l’associazione dei pro-duttori. >

Euposia Aprile 201434

DEGUSTAZIONI

IN NOME

DI SUA MAESTÀ

Quindici metodo classici inglesi allaprova dei nostri degustatori. E il 

risultato conferma la continua crescitaqualitativa e l’arrivo di nuovi brand

dalle grandi potenzialità

Page 37: 79 euposia

Euposia Aprile 2014 35

SPARKLING BRITISH ISLES

Page 38: 79 euposia

Euposia Aprile 2014

DEGUSTAZIONI

Joy e Richard Morris hanno inizia-to a piantare le prime vigne nel2006, aiutati dai loro quattro figli:siamo nel Galles in una zona col-linare contraddistinta da lunghegiornate soleggiate e da precipi-tazioni contenute. La cantina(ad agosto sarà pronta la nuovasede realizzata seguendo i princi-pi dell’ecosostenibilità) vienegestita seguendo i dettami del-l’agricoltura biologica perabbattere l’impronta carbonicadella tenuta: impatto visivo dal-l’esterno minimale, pareti di balledi fieno ed altri materiali ecologi-ci, tetto sotto uno strato d’erba,recupero e riutilizzo delle acque.«Vogliamo preservare la bellezzadel nostro Galles e l’integrità deinostri vini» spiegano i Morris. Lacertificazione bio Demeter è arri-vata nel 2013. I vigneti hanno già conosciutocambiamenti radicali: ad esem-pio è sparito il seyval blanc (chepure aveva vinto il titolo diCampione del mondo alla suaprima annata, nel 2008) peressere sostituito dall’albarino checosì andrà ad affiancarsi al pinotnero ed allo chardonnay; ivigneti si estendono in due bloc-chi per poco meno di cinque

ettari di sviluppo.

2008 PINOT NOIR/SEYVAL BLANCSi tratta di uno SW di passaggioin attesa dell’abarino in purezza(e sarà interessante vedere ilconfronto con gli albarino SWdella Galizia...); blend 50-50 contre anni e mezzo di permanenzasui lieviti. Grande impatto edampiezza di profumi al naso, connote floreali di acacia e fienosupportate da una vena più citri-na. Palato molto fresco, con unapredominanza di sentori di cedrocandito e di frutta. Note elegantidi crosta di pane. Di bella mine-ralità.

2009 ROSÉDue terzi pinot nero, un terzo achiudere chardonnay. Due annie mezzo sui lieviti, gradazione11,5°.Anche in questo caso all’olfattosi esprime nel migliore dei modi:note vegetali si fondono conquelle più fruttate, di lievito ecrema pasticcera. Il palato è suf-ficientemente ampio con unritorno di piccoli frutti rossi e notepiù citrine di ananas rosa. Finalelungo e sapido. Assai gradevoleed invitante.

Nel cuore del Sussex, inuna località ricca difascino con tracce dellapresenza Romana, dal1972 opera Bolney W.E.che oggi è guidata dallaseconda generazione:Samantha Linter. Sonoquasi 20 ettari di proprie-tà con un bel portafogliodi vini fermi e sparkling;questi ultimi sono tutti diassoluto valore e siimpongono per tipicità efragranza.Questo Rosé, ad esem-pio, un pinot noir cherimane diciotto mesi suilieviti e che si impone peril suo equilibrio: i profumisono ben marcati, alpalato si evidenzianonote di ciliegia e di brio-che. Lungo, molto appa-gante ed invitante allabeva.

ANCRE HILL ESTATES

WALES

PINOT NOIR-SEYVAL BLANC 2008

ANCRE HILL ESTATES

WALES ROSÉ

PINOT NOIR-CHARDONNAY 2009

36

BOLNEY WINE ESTATE

SUSSEX

CUVÉE ROSÉ 2009

SPARKLING BRITISH ISLES

Page 39: 79 euposia

BOLNEY WINE ESTATE

SUSSEX

BLANC DE BLANCS 2009

Chardonnay in purezza con dueanni e mezzo sui lieviti. E’ uno deiSW inglesi più premiati e metteassieme la vibrante freschezzadel Nuovo Mondo con la sostan-za, la struttura del VecchioMondo. La definizione non è diEuposia, ma di Jancis Robinson evale come un passe-partout per imercati del mondo. Per i nostripalati, in verità, la spinta citrina èsin troppo forte con marcatenote di ananas bilanciate dallenote dei lieviti. Un vin-de-gardepotenziale che promette unabella longevità e che, onestàvorrebbe, andrebbe riprovatoda tre, cinque anni per valutarnel’evoluzione. La complessità ègià presente sin d’ora; la lavora-zione affidata alle capaci manidi Sam promette altrettantobene. E questo è un po’ il limite degliSW di Sua Maestà: scappano viain fretta dalle cantine. I produt-tori sono contenti, ma ci mancasempre la prova del nove.

Euposia Aprile 2014 37

Page 40: 79 euposia

Euposia Aprile 201438

DEGUSTAZIONI

Nel 1994 Christine e MikeRoberts avviarono questacantina che si trova adappena 88 miglia in linead’aria dalla Champagne. Edalla regione francese prese-ro i cloni di chardonnay,pinot nero e pinot meunier e iportainnesti. Ma questa èstata l’unica concessionefatta ai francesi: Mike Robertsè infatti uno strenuo difensoredella primogenitura inglesenella rifermentazione in botti-glia ed ha persino registrato ilnome Merret (da ChristopherMerret che nel 1662 in docu-menti conservati alla RoyalSociety spiegò come si pro-duceva un vino spumante, 30anni prima di Dom Perignon e70 anni prima che venissefondata una maison dichampagne). Le necessitàdella cantina hanno portatopoi ad aggiungere ai proprivigneti anche quelli di vitico-lotori vicini tutti adiacenti alSouth Downs national park. Si tratta di una maison a con-duzione familiare che vedeimpegnati Christine, Mike e iloro figli.

GROSVENOR BLANC DE BLANCS2008La qualità di questo chardon-nay in purezza cresce dianno in anno e oramai la for-bice coi big del Regno Unitosi è chiusa: sempre più spessoquesto SW, ma non soltantolui, viene richiesto in degusta-zioni internazionali ed a ceneufficiali dell’establishmentinglese. Profumi immediati eprofondi di crosta di pane,cedro, pesca a pasta biancache, al palato, si fondonocon note citrine più marcateed aromatiche.

VICTORIA ROSÉ 2009Blanc de noir realizzato conpinot meunier, al 63%, e dapinot noir. Meno famoso delFitzrovia Rosè (oramai uno deivini icona della spumantisticainglese), sta iniziando il suocammino verso il top dellaclassifica: poche ore di con-tatto bucce/mosto. Al nasofrutti rossi e crema pasticce-ra, con finali sentori di miele;palato pieno, ricco e setoso,dove tornano le note fruttatee di ananas rosa. Finale mine-rale. Molto intrigante.

Un’altra maison a caratterefamiliare: David e PaulineGray hanno comprato i primidue ettari di vigneto nel 1991e tre anni dopo hanno realiz-zato la prima vendemmia. Ivitigni usati sono chardon-nay, pinot grigio, pinot nero ereichensteiner, incrocio que-sto fra il mueller-thurgau e lamadeleine angevine: un viti-gno prolifico, dalla matura-zione anticipata con mostiricchi di zuccheri.La coltivazione è biologica.All’olfatto emergono profumifloreali e di erbe di campo,con note di frutta a pastabianca come pesca, pera enote più stringenti di lime. Ilpalato vanta una spallaacida importante, con notepiù aromatiche e di agrumi.

SPARKLING BRITISH ISLES

RIDGEVIEW

SUSSEX

GROSVENOR BLANC DE BLANCS 2008

RIDGEVIEW

SUSSEX

VICTORIA ROSE 2009

MEOPHAM VALLEY

KENT

BRUT 2009

Page 41: 79 euposia

CAMEL VALLEY

I lettori più affezionati di Euposia oramaiconoscono praticamente tutto di BobLindo che con la sua famiglia (Sam negliultimi anni è stato eletto miglior enologodel Regno Unito) conduce la prima can-tina ad affacciarsi sul Continente.Avviata nel 1989, Camel Valley, inCornovaglia, è diventata ben presto un’i-cona della produzione inglese in virtù deitanti riconoscimenti internazionali e dellagrande capacità di Bob di “fare squa-dra” promuovendo nel mondo non sol-tanto la propria cantina, ma anche ilcomplesso della rinata enogastronomiabritannica.Le prime viti sono state piantate da Bobe sua moglie Annie che passo dopopasso, mattone dopo mattone, hannocostruito assieme questa bellissima realtà.

ANNIE’S ANNIVERSARY 2010Sono pochi i vigneti al mondo che posso-no vantare di essere stati piantati da unasola persona: le 5mila viti di seyval blancdi Camel Valley invece conoscono un’u-

nica mano: quella di Annie Lindo. QuestoSW di seyval blanc in purezza a lei dedi-cato è stato eletto “miglior metodo clas-sico del Regno Unito” all’ultimoChallenge di Euposia: è molto fresco, tipi-camente inglese per acidità, con notecitrine marcate, ma ben controllate danote più profonde di lievito. A seconda dell’annata, 12 o 24 mesi suilieviti. Da bere giovane o da conservaree bere entro il 2025.

2011 CORNWALL PINOT NOIR ROSÉQuesto è il Rosè che, alla cieca, dopo-poco tempo chiunque è in grado di rico-noscere per freschezza, fragranza di pro-fumi, estremo equilibrio al palato e gran-de, grande, ricchezza di aromi. Piace,piace sempre. E’ invitante e mai banale.

2010 WHITE PINOT NOIRBlanc-de-noir di spessore. 15 mesi sui lievi-ti, con profumi fruttati e palato ampio,ricco, con finale gradevolmente di lievi-to.

Euposia Aprile 2014 39

Page 42: 79 euposia

Euposia Aprile 201440

SPARKLING BRITISH ISLES

HUSH HEATH

KENT

BALFOUR BRUT ROSÉ 2010

JENKYN PLACE VINEYARD

HAMPISHIRE

JENKYN PLACE BRUT 2009

DEGUSTAZIONI

Si tratta di una delle piùgiovani cantine inglesi,avviata nel 2000 daRichard Balfour-Lynn cheha impostato l’attivitàfacendosi aiutare dalmaster of wine StephenSkelton. L’idea è statasubito quella di focaliz-zarsi su una sola tipologiadi vino, un rosé che vedepinot noir, al 53%, affian-cato da chardonnay(38%) e pinot meunier achiudere. Per rendere ilBaolfour Rosé un vino dilivello internzionale, HushHeat ha “sottratto” lagiovane winemaker diManchester, Victoria Ash,da Ridgeview dove eraarrivata dopo diverseesperienze professionaliin Nuova Zelanda -Sacred Hill e MissionEstate - e un diploma alPlumpton College, nelSussex, alma mater dimolti dei giovani wine-maker inglesi.Hush Heat dall’inizialeettaro e mezzo di vigne-to si è progressivamente

allargato, acquisendonuovi terreni, e raggiun-gendo oggi poco menodi dodici ettari.Una cantina è statacostruita nel 2010 arri-vando così ad una pro-duzione totalmenteautonoma, mentre nellesei annate precedenti siera operato attraverso lestrutture di ChapelDown.Balfour Rosé è un vinomolto sofisticato chepunta tutto sulla forza ela freschezza del frutto ela cui spalla acida vieneperfettamente bilancia-to dalla liquer d’expedi-tion che porta lo zuc-cheraggio a dodicigrammi/litro.Sono immediati i profumial naso con note florealimolto marcate, fruttirossi, ciliegia e fragola. Alpalato note di ananas,di nuovo i frutti rossi conuna nota più leggera dilieviti. Finale minerale.Molto elegante e moltoinvitante.

Simon e Rebecca Bladon hannocomprato questa tenuta, moltobella, nel 1997 ed hanno piantatole prime vigne nel 2004 su collinecalcaree esposte a mezzogiorno.La prima annata, nel 2006, vennevinificata da Ridgeview per poi dal2008 passare a Winston Estate, cheè un nuovo progetto imprenditoria-le della famiglia Bladon nel WestSussex. L’enologo, l’irlandeseDermont Sugrue, proviene daNyetimber. Ad oggi gli ettari vitatisono circa cinque.Con 35 mesi sui lieviti questo Brut2009 si esprime con una forza eduna vitalità impressionanti: il blendvede i tre vitigni tipici dello cham-pagne chardonnay, pinot nero epinot meunier (65-25-10%). Olfattoricco, palato coerente: ha caratte-re e ci tiene a mostrarlo tutto.

Page 43: 79 euposia

HATTINGLEY VALEY

HAMPSHIRE

CLASSIC CUVÉE 2011

SHARPHAM

DEVON

BRUT 2010

SHARPHAM

DEVON

BRUT ROSÉ 2010

Sharpham è una dellerealtà più importanti delRegno Unito con ben 200ettari di coltivazioni fravigneti e foraggio. Assiemealla produzione di vino,infatti, c’è da registrareuna interessante atttività diproduzione di formaggi. Leprime vigne, ad ognimodo, sono state piantatenel 1987 e la gestionedella produzione vinicola èaffidata a DuncanSchwab. Ma la tradizionevinicola lungo il fiume Dart,dove sorge Sharpham colsuo maniero delSettecento, risale aiRomani che qui piantaro-no vigne presenti anche aitempi della ConquistaNormanna attorno al 1066,quindi ben 500 anni dopola caduta dell’Imperoromano d’Occidente.Insomma, qui il vino ha ilsuo perchè e Duncan fa ditutto perchè i suoi metodoclassico rispecchino il valo-re di questo lascito. La suaRiserva si è ben comporta-ta nelle passate edizioni

del nostro Challenge.

BRUT 2010Il blend vede pinot grigio(ben il 75%) con pinot neroe pinot meunier. Novemesi sui lieviti (sboccaturaa maggio 2013) per unbicchiere dal colore bril-lante, dai riflessi dorati e unfine perlage; profumiintensi di brioche e melagolden, con un palatopieno, fruttato, con unfinale di mela golden eagrumi.

PINK 2010Pinot blanc e pinot noir inpari percentuale nelblend. Anche questo SWfa nove mesi sui lieviti e lasboccatura è del giugnoscorso. Profumi immediati di lam-pone al bicchiere e di fruttineri di bosco; il palato èampio, con note fruttatemolto calde e di pompel-mo rosa. Finale sapido,buona spalla acida, pro-mette una buona longevi-tà.

Da Hattingley la storia ha chiuso uncerchio: un tecnico tedesco, rima-sto nell’Hampshire dopo la finedella Seconda guerra mondiale(era un prigioniero di guerra) hasistemato i vigneti in un territorioancora contrassegnato dai crateridella Battaglia d’Inghilterra. Questotecnico è Ernst Weis ed ha piantatoi vigneti seguendone la crescita:poco più di 7 ettari piantati a char-donnay, pinot grigio, pinot nero,pinot meunier e chenin blanc.Otto mesi sui lieviti per un blend tra-dizionale (la Champagne è vicinissi-ma e il suolo praticamente identi-co) con al vertice lo chardonnayma con fermentazione e invecchia-mento in botti di Borgogna.Il risultato è uno SW inglese che,però, riesce a arrotondare la spic-cata freschezza tipica di questi vinicon note più calde, mature, dove siritrovano spezie dolci e fruttasecca.Lavorazioni attente, produzioniancora limitate, ma una via origina-le.Siamo certi che ne sentiremo anco-ra parlare e che lo ritroveremo benpresto al vertice della produzioneinglese.

Euposia Aprile 2014 41

Page 44: 79 euposia

42 Euposia Aprile 2014

Fondata nel 1964, la Cantina scaligera èuna delle punte di diamante del Giv grazie

alla sua focalizzazione sui grandi vini veneti, a cominciare dal Bardolino

nel cui territorio ha sede

I 50 RUGGENTI

LAMBERTI

<< Fondata nel 1964 a Lazise, la cantina Lambertideriva il suo nome da quello di una delle più anti-che casate veronesi, quei Lamberti che furonoSignori di Verona e dalla omonima Torre deiLamberti che tuttora svetta nellapiazza delle Erbe di Verona.Oggi tra le più importanti azien-de vinicole del veronese, nasceoriginariamente come produttri-ce del Bardolino Classico. Lacantina Lamberti si è semprededicata alla valorizzazione diquesto grande vino del qualeviene considerata un importante produttore tantoche per i turisti italiani e tedeschi la CantinaLamberti era ed è tutt'oggi un simbolo dei vini delLago di Garda.Ma a questa importante realtà vitivinicola va anche

il merito di aver compreso per prima le potenzialitànon solo del Bardolino ma anche del Soave e delValpolicella che ha contribuito a rilanciare con lasua produzione di “classici del Veneto” della linea

Santepietre.Il cuore pulsante dell'azienda ènella storica tenuta di CavaionVeronese, dallo scorso annoaperta al pubblico: TenutaPreella Lamberti. Si trova nella zona delBardolino Classico ed è diven-tata di proprietà della cantina

Lamberti nel lontano 1968: un vigneto che si esten-de su una superficie di 27 ettari vitati ed una origi-nale corte colonica attorno alla quale si svolgono leprincipali attività di vinificazione. Nell'antica casa, completamente ristrutturata, è

CANTINE

Page 45: 79 euposia

Euposia Aprile 2014 43

Page 46: 79 euposia

stato creato un accogliente punto degusta-zione e vendita in cui è possibile non soloacquistare vini tipici del lago di Garda maanche quelli di diverse cantine del territorioitaliano, in una sorta di itinerario nella cul-tura enologica della penisola.E proprio a Tenuta Preella Lamberti si svol-geranno molte interessanti iniziative con

l'intento di coinvolgere storici e nuoviwine-lovers della cantina: i festeggia-

menti inizieranno in occasione diVinitaly, che per Lamberti saràgioioso con feste organizzate nel-l'antica corte, animate da musica,auto d'epoca e dalla degustazionedella produzione top della casa. Da aprile i clienti Lambertipotranno collaborare attivamentecon il team agronomico dellatenuta impegnato nei lavori direimpianto di un nuovo vigneto enegli stagionali lavori di manteni-mento e di potatura dei vignetiesistenti. Ancora musica e vini Lambertiabbinati alle specialità gastrono-miche locali per invitare amici econsumatori a Tenuta Preella inoccasione di Cantine Aperte chesi terrà domenica 26 Maggio. Oltre alla storica linea

Santepietre, si potranno degustare due vininovità, creati per festeggiare i “primi 50anni” della cantina e rivolti alla valorizza-zione delle denominazioni peculiari diVerona: i Garda Doc, affermazione orgo-gliosa e affezionata del legame con il terroirunico in cui la cantina è nata. Un Garda Doc Bianco e un Garda DocRosso che esprimono il forte carattere terri-toriale nelle uve scelte ma anche la solidavocazione internazionale della Lamberti chesi identifica con un life-style giovane emoderno. A ulteriore conferma di ciò la linea a bassocontenuto di alcol e di calorie, ottenuta inmodo naturale grazie alla vendemmia anti-cipata realizzata in alcuni vigneti particolar-mente ben esposti, che si compone di duevarietali - chadonnay e pinot grigio- e didue rosati, blend di corvina, merlot e rondi-nella.Infine, per attirare e promuovere il Lago diGarda e le sue eccellenze, in primavera verràlanciato via web un Contest Internazionale:i vincitori potranno trascorrere dei weekendsul Lago di Garda e godere dei paesaggi edelle gioie enogastronomiche offerte dal ter-ritorio. Le iniziative potranno essere seguite su:www.cantinelamberti.it . >>

LAMBERTI

Euposia Aprile 201444

CANTINE

Page 47: 79 euposia
Page 48: 79 euposia

46 Euposia Aprile 2014

NINO FRANCO

<< Grave perchè, come le grave fra Veneto e Friuli, èun terreno molto calcareo, con sessanta centimetridi sassi bianchi, dove la vite deve lavorare duro perarrivare al nutrimento; “di Stecca” perchè...boh, ilricordo della ragione del toponimo si è perso neltempo. Quello che è rimasto, però, è una splendida residen-za, villa Barberina, con quattro ettari di terreno,tutti circondati da un muro di pietre. Dei quattroettari, 2,4 sono a vigneto, circondati da un parco dialberi secolari capaci di creare un unicum climatico.

Primo Franco, uno dei produttori più celebrati delProsecco di qualità nel mondo, l’ha prima presa inaffitto agli inizi degli Anni Novanta e poi l’ha acqui-stata per, oltre alla sua residenza, trasformarla in unadelle sue sfide più grandi.Perchè questo è, di fatto, il primo vigneto di questonegociant che dopo aver selezionato una squadra difedeli agricoltori non disdegna adesso di diventareanche recoltant, produttore in proprio.Per questo ha passato, assieme alla moglie, mesi aselezionare le piante, a scegliere le più resistenti,

CANTINE

Page 49: 79 euposia

Un vigneto in centro storico, nel cuoredella Docg, circondato da un muro

di pietre: un paradiso di quattro ettari che racchiude un nuovo tesoro

di Giulio Bendfeldt

QUEL CLOS AVALDOBBIADENE

Euposia Aprile 2014 47

quelle più belle, per poi farlereinnestare in Francia sceglien-done il portainnesto più adatto epoi reimpiantando via via tuttoil vigneto.Fra le scelte, anche quella dipuntare alla totale sostenibilità,di arrivare alla certificazione bioe da questa chiedere via via atutti i fedeli conferitori di passa-re progressivamente a coltivazio-

ni sempre più sostenibili.E’ la figlia di Primo, Silvia, araccontare ad Euposia, senso etappe della sfida: «Credo che ilsenso sia proprio la sfida stessa,stravolgere il pensiero di seguiresoltanto la delicata fase dellavinificazione e della rifermenta-zione, lasciando agli agricoltori ilcompito di seguire al meglio levigne. Certo, anche con l’aiuto

del nostro staff tecnico, per arri-vare a regole condivise e stan-dard qualitativi sempre più d’ec-cellenza. La specializzazionespinta come scelta strategica.Grave di Stecca rovescia un po’questa visione: Primo diventaagricoltore e testa sulla propriapelle vantaggi e svantaggi dellasituazione, imprevisti compresi.Gli inizi sono di sperimentazio-

Page 50: 79 euposia

NINO FRANCO

ne, mio padre cerca soluzioni pervini nuovi, cerca la strada anche dellavendemmia tardiva per realizzare unvio fermo che fosse sì fortementelegato al suo territorio d’origine, maanche innovativo, fuori dagli schemi

e fuori da quella visioneoramai divenuta stan-dard del Prosecco. Unavia che sapevamo stret-ta, un mercato divenu-to piccolo: ci abbiamoprovato.Prove su prove, poi ladecisione: il “clos”sarebbe diventato unProsecco charmat, seb-bene con caratteristi-che innovative. Laprima annata spuman-tizzata è stata il 2007:sei mesi sui lieviti inacciaio e poi altridiciotto mesi di affina-mento in bottiglia. Untempo lunghissimoper un Prosecco:Grave di Stecca,insomma, doveva

anche lui testimoniare - come il “PrimoFranco” - della capacità di invecchiamentosenza perdere identità del Prosecco». Sei più diciotto fa ventiquattro: non valevaa questo punto puntare direttamente ad unmetodo classico?

«La risposta è duplice. La prima, banale, èdi logistica: non abbiamo spazio per catastee cavalletti. La seconda, invece, è legata allanatura stessa del vitigno Glera, che resta unvitigno semiaromatico con la sua forza con-centrata nei profumi primari. Nel metodoclassico questi verrebbero penalizzati a favo-re di quelli secondari, più evoluti. E’ unastrada legittima anche il metodo classico,ma noi abbiamo scelto diversamente».Grave di Stecca - 11mila bottiglie il millesi-mo 2011 in uscita fra poche settimane, suun milione di bottiglie di produzione com-plessiva - però non presenta in etichetta laDocg.«Anche questo è frutto dell’unicum di que-sto clos che porta ad un Prosecco dai profu-mi e dai sapori così unici e particolari chemolto spesso la commissione camerale perl’assegnazione della denominazione ha fati-cato a ritrovarsi. E’ un vino che va raccon-tato. Così, presenta soltanto il suo nome,basta e avanza». >>

Euposia Aprile 201448

Page 51: 79 euposia
Page 52: 79 euposia

50 Euposia Aprile 2014

L’AMBIENTEAL CENTRO

<< La storia della Carpineto inizia nel 1967 ad opera diGiovanni Carlo Sacchet e Antonio Mario Zaccheo, dueprofondi conoscitori della vitivinicoltura, ma con espe-rienze diverse.Sacchet, originario della provincia di Belluno, enologoper vocazione e studi alla scuola di enologia aConegliano, si forma professionalmente in Toscana.Zaccheo, pugliese, nell'azienda di famiglia si è sempreoccupato di vino, della coltivazione della vite, della pro-duzione e commercializzazione del vino. Innamorati del territorio e della vitivinicoltura Toscana,decidono di dar vita a un ambizioso progetto per laproduzione di un Chianti Classico di livello internazio-nale, rivisitando in chiave moderna tutta la filiera pro-duttiva del Chianti, rimasto finora troppo tradizionale e

legato a vecchi schemi e tecnologie non all'altezza diquello che oggi chiede il mercato.L'ambizioso progetto prende forma e sostanza partendodalla convinzione che la terra e il territorio nel suoinsieme della Toscana, possedessero un enorme poten-ziale per la produzione di veri grandi vini largamentesuperiori agli standards del tempo, con l'applicazione dinuove e adeguate tecniche nel vigneto e in cantina.Oggi la Carpineto, una delle più importanti realtà dellavitivinicoltura Toscana e azienda leader conosciuta intutto il mondo, dalle cui cantine escono circa 3 milionidi bottiglie, di cui l'80% vendute all'estero in 70 Paesi,raccoglie attorno a sé 4 aziende vinicole, tutte "arreda-te" con le più moderne tecnologie, che sono dislocatesul territorio nelle zone più vocate alla produzione di

GIRO D’ITALIA

Page 53: 79 euposia

Cinquant’anni di lavoro, più di 400 ettarivitati nel cuore delle più pregiate aree

produttive della Toscana. Ed ora una nuovasfida: preservare il patrimonio naturale

di Enzo Russo

Euposia Aprile 2014 51

CARPINETO

vini doc, docg e olio extra vergined'oliva: Dudda in Greve inChianti; Gaville - Alto Valdarno;Montepulciano/Chianciano;Gavorrano in Maremma .Ma il vino è anche un prodottodelicato che ha bisogno di tantacura e attenzione soprattutto par-tendo dal terreno e poi di tutta lafiliera produttiva. Cosa sta facendol'Azienda per salvaguardare questopatrimonio? Ne parliamo con il direttore com-merciale della Carpineto, Antonio

Michael Zaccheo Jr, appena rien-trato dagli Stati Uniti, sempre ingiro per il mondo per promuoveree far conoscere gli importanti vinidell'Azienda e anche alla ricerca dinuovi mercati emergenti.«Noi ci rendiamo conto di esseretra i protagonisti della conservazio-ne del territorio e da anni laCarpineto è impegnata nella ridu-zione globale dell'impronta del car-bonio. Da sempre siamo impegnatinella difesa dell'ambiente. Ecco i numeri dell'eco-sostenibili-

tà: 439 ettari di terra di cui circa100 a bosco; oltre 400km di filaridi vite con un enorme superficiefogliare; impianto fotovoltaico da150kw; salvaguardia della biodiver-sità; agricoltura di precisione contecnologia di ultima generazione.Stabilizzazione spontanea dei viniriserva; abolizione di additivi,coadiuvanti e stabilizzanti; certifi-cazione IFS e Iso 9001».

Quali sono le iniziative presedall'Azienda?

«Da anni la Carpineto è impegnata

Page 54: 79 euposia

GIRO D’ITALIA

nel quotidiano per sostenere un agricol-tura eco-sostenibile di precisione, eticaed integrata. Partiamo dalla concima-zione del terreno, fase molto importan-te, dove vengono utilizzati soltanto fer-tilizzanti naturali misti (letame odaltro) e non chimici per arricchire lesostanze organiche del terreno e miglio-rarne la qualità fisica, chimica e biolo-

gica. In aggiunta, in base ad analisi

fogliari, interveniamo appli-cando in forma nebulizzatasolo le sostanze che manca-no, tipo l'azoto. In questomodo diamo al terrenouna sostanza organica chene migliora la qualità neltempo ed alla pianta sologli elementi necessari,nella dose e nel momentogiusto. Poi c'è l'irrigazio-ne, altro passaggio fonda-mentale, dove in base adelle sonde sotterrate nelterreno siamo in grado distabilire esattamente quan-do è necessaria l'irrigazio-ne di soccorso. Anche qui l'acqua vienedata nella dose e almomento giusto».Per fare tutto questo,come fate?«Viene fatto da mezziagricoli di ultima genera-zione e all'avanguardiache consentono di otti-mizzare gli input, mini-mizzare gli sprechi, salva-guardare la biodiversità ela salute dei terreni, ridu-cendo drasticamente l'im-pronta del carbonio del-l'intera filiera produttiva».Antonio Michael Zaccheo,

con i suoi occhi azzurri e l'ampio sorriso,esprime tutta la sua soddisfazione e compia-cimento per quanto sta facendo laCarpineto per la salvaguardia dell'ambientee per la produzione di vini di alta qualità. «Dalla vite sana si produce un'uva integra,allevata in perfetta armonia con il suo terri-

torio da cui ne deriva caratteristiche tipicheed uniche. Sono uve sane, prive di muffe econseguentemente delle possibili ocra tossi-ne nocive. La velocità di portare l'uva in cantina,facendola raffreddare, permette una fermen-tazione in un ambiente caratterizzato dallamassima igiene rendono il vino privo dialtre sostanze nocive tipo le ammine endo-gene. In cantina le riserve vengono fermentate conlieviti autoctoni mentre i vini giovani ven-gono prodotti con lieviti selezionati. Il pro-cesso fermentativo procede all'insegna dellasemplicità, solo con periodici rimontaggiutilizzando pompe peristaltiche di grossedimensioni che muovono il vino delicata-mente mentre è mantenuto a temperaturacontrollata molto dolcemente. La vinificazione di precisione prevede solointerventi fisici tipo il raffreddamento per leriserve e la filtrazione tramite membrana peri vini giovani. Non utilizziamo additivi,coadiuvanti e stabilizzanti di nessun genere,con l'eccezione del solfito». >>

Euposia Aprile 201452

Page 55: 79 euposia

CARPINETO

IL PROTOCOLLO UTILIZZATO

L’insieme delle regole descrittenon costituisce soltanto unadisciplina autoimposta allo

scopo di raggiungere gli obiettivi diqualità prefissati, ma è anche esoprattutto il modo per esprimere

quello che per noi è il "Vino": passio-ne, emozione, natura e cultura.- Profumi e sapori puliti e ben definiti.- Assenza di percezioni aggressive.- Sensazioni morbide e vellutate, nondeterminate da residui zuccherini.- Longevità.- Elevato coefficiente di tollerabilità.Per raggiungere questi obiettivi cisiamo dati delle regole molto severeche si concretizzano in un vero e proprio codice:- Adozione di moderne tecniche agri-cole per gli interventi, sia sulla viteche per la lavorazione dei terreni.- Trattamenti fitosanitari ecocompati-bili, condotti con l'oculatezza determi-nata dalla conoscenza dei fenomeniderivanti dagl'interventi.- Massima attenzione per la salva-guardia della biodiversità.- Produzione e utilizzo di energia rin-novabile fotovoltaica.

- Razionalizzazione e tempestivitànelle operazioni di raccolta atte agarantire la massima qualità e sanitàdelle uve.- Igiene estrema e sanificazione quoti-diana di tutti gli impianti.- Controllo giornaliero e quasi mania-cale delle temperature e dei datianalitici dei mosti e dei vini duran-te le fermentazioni.-Utilizzo di lieviti naturali sele-zionati in grado di garantireprocessi fermentativi esentida produzioni di sostanzenocive come le ammineendogene.- Stabilizzazione, sponta-nea per le riserve e i gran-di vini, con l'ausilio delfreddo per i vini giovani ecorrenti.- Messo al bandol'utilizzo di additivi,coadiuvanti e stabilizzanti,seppur permessi dallalegge. Unica sostanzaancora oggi utilizzata edinsostituibile, rimane ilsolfito del quale si fa usoin misura largamente al disotto ai limiti previsti dallenorme di legge. - Vini testati, prima,durante e dopo l'imbotti-gliamento, con standardanalitici più restrittivi deilimiti previsti dai discipli-nari di produzione e daiprotocolli dei vini "biologi-ci".- Certificazione IFS ed Iso900.1.

Euposia Aprile 2014 53

Page 56: 79 euposia

54 Euposia Aprile 2014

LA RINASCITA

<< C’è un pezzo, piccolo o grande a seconda delle espe-rienze personali, che lega la “piccola Patria” a quella piùgrande; un qualcosa che rende il Friuli-Venezia Giuliauna parte imprescindiscibile della storia di ciascuno dinoi.Tutti abbiamo studiato Giuseppe Ungaretti e “SanMartino del Carso”; qualche milione di Italiani qui ciha fatto la naja e ancora ricorda, assieme alla freschezzadei vent’anni, paesaggi e borghi; altrettanti milionil’hanno vista alle prese col terremoto e hanno parteci-pato, in mille modi, alla sua ricostruzione. Ma nella“piccola Patria” ce n’è un’altra, isontina e goriziana, piùpiccola forse geograficamente, ma immensa per cosaha significato e, soprattutto, per cosa potrà significare

da oggi in avanti.Questa Patria ancora più piccola è stata bagnata dalsacrificio di centinaia di migliaia di ragazzi (e davveronon importa quale bandiera servivano) nella drammati-ca prima metà del Novecento: la nostra Borgogna(fatta di tenacissimi vigneron) è anche la nostraChampagne dove la Storia è passata come un enormearatro distruggendo tutto e tutti, costringendo i super-stiti a durissimi conti col passato. Una Patria che èstata il segno tangibile della divisione d’Europa, diquella cortina di ferro che dal Baltico arrivavaall’Adriatico passando “dentro” Gorizia e che, per que-sto, è stata al centro di tantissime attenzioni. Ed oggi,che quella cortina non c’è più, che quelle attenzioni

GIRO D’ITALIA

Page 57: 79 euposia

Cinque produttori - Roberto Picech, EdiKeber, Damijan Podversic, Damian Princic

e Dario Raccaro - per impremere una svoltanel Collio oggi cuore d’Europa

Euposia Aprile 2014 55

COLLIO VITAE

sono calate, ha la grande sfida ditrasformare una “marginalità” nella“centralità” di una grande Europa.Questa Patria nella “piccola Patria”è il Collio goriziano, quello diviso,schiacciato dalla Storia, e che oggi èun giardino dove la tradizionalecoltivazione della vite ha trainatouna capacità nell’agroalimentareche lo rende non unico, ma certoinvidiabile.Alla fine del luglio di cento anni fa,il Collio (allora tutto facente partedell’Impero austroungarico) entrava

in guerra; meno di un anno dopoda retrovia diventava prima linea. Ese dividiamo in due blocchi questosecolo, la data di demarcazione è il1964, la data di nascita delConsorzio di tutela dei vini delCollio (uno dei primi fondati inItalia). Prima del 1964 sono cin-quant’anni di lotte fratricide; dopo,il boom economico, la nascita dellanuova Europa e la lenta riscopertadella storia comune.Oggi sono poco più di mille200ettari di vigneto coltivati a regola

d’arte, una mezzaluna rivolta anord-est fatta di colline, castelli eboschi, segnati da piccole strade eda cippi confinari che segnano unadivisione così illogica che bisognavaproprio essere Inglesi per capirciqualcosa.Ma per non guardare soltanto alpassato, ma al futuro, un gruppo dicinque vignaioli del Collio -Roberto Picech, Edi Keber,Damijan Podversic, Damian Princice Dario Raccaro - che tutti assiemefanno poco più di cinquanta ettari

Page 58: 79 euposia

per 200mila bottiglie circa si sono messi assieme pervalorizzare ancor di più questo territorio.Si chiamano “Collio Vitae” , ma non sono cinque sco-nosciuti: premiati (diversi TreBicchieri in più annate), osan-nati dalla critica, attivi nell’as-sociazionismo e nella vita delConsorzio con una passioneed volontà che ha superatopiù di un ostacolo, oggivogliono qualcosa di più.Di più dei singoli premi, dipiù di una promozione chepure è stata efficace (una bel-lissima campagna di OlivieroToscani, una comunicazionesul territorio attraverso un gruppo di Vespe gialle adisposizione degli enoturisti per sentire i profumi delCollio arrivandone in ogni suo angolo; una bottigliaoriginale ed uguale per tutti i produttori che, ovunquenel mondo, li fanno riconoscere). Di più. Il Colliocome un unicum fatto di persone, di terra unica (lemarne del fondo oceanico, la ponca, che affioranocostringendo la vite a cercarsi con le radici una stradavia via sempre pià profonda), di tradizioni che simischiano (tre culture: quella germanica, quella slavae quella latina in un fazzoletto di terra con ulterioricontaminazioni greche, ebraiche, turche); di vitigniautoctoni come la ribolla.Di più. Il Collio come un “unico” vino, blend dei piùcaratteristici fra i tanti vitigni ammessi dalla Doc: e

quindi ribolla gialla, malvasia istriana e tocai friulano(scusate, ma friulano da solo, io proprio non riesco adirlo...).

Di più. Un Collio che nel mondosia evocativo non più delle “ulti-me vigne dell’Impero”, ma delcuore della nuova Europa; che siasinonimo internazionale di unterra vocata al vino (ed all’ulivo,così come alla ciliegia e ai tantiprodotti di quell’orto di Viennache un secolo fa era il Goriziano)alla pari di Alsazia, Borgogna,Napa...«Non vogliamo imporre niente anessuno - spiegano ad Euposia -

ma noi crediamo che avere ed impiegare troppi viti-gni, soprattutto internazionali, non sia il modo piùefficace per creare valore nel Collio. Il valore nasce colnostro lavoro quotidiano nei vigneti, negli sforzi fattiper conquistare questi vigneti, acquisirli e portarli areddito. Questa mole di lavoro, questa fatica, questavoglia di fare vino, questo impegno per coltivazionisempre più sostenibili e, in diversi casi, biologichesenza nemmeno aver la cura di certificarle, si devepercepire nel bicchiere. Tutto questo non può esseresoggetto alle mode di un momento: il momento dellochardonnay, poi quello del pinot grigio...No, Colliobianco come un vino “unico” , figlio di un unico ter-ritorio, non riproducibile per definizione.(prosegue a pagina 58)

Euposia Aprile 201456

GIRO D’ITALIA

Page 59: 79 euposia

Uniti, ma diversi. Le cinque cantine riuni-te nel percorso “Collio Vitae” offronociascuna una propria interpretazione

del Collio Doc. Il disciplinare della Doc, delresto, lascia aperte a ciascun enologo moltestrade, utilizzando più vitigni e nelle percen-tuali che preferisce. Se questo è lo statoattuale, l’idea di fondo è quella di portareprogressivamente, sulla base delle esigenzedelle singole cantine e coi propri tempi, versouna valorizzazione di tocai friulano, malvasiaistriana e ribolla gialla.Queste le note di degustazione di Euposia deicinque “Collio Bianco”.

AZ.�AGR.�PICECH

JELKA 2011Jelka, Gabriella in lingua slovena, è il nomedella madre dell’attuale titolare della cantina,moglie di Egidio, detto “il Ribel”, indiscussaprotagonista del duro periodo di passaggiodalla mezzadria alla sudata proprietà deivigneti che dominano l’incantevole collina diPradis. Le uve provengono da vecchie vigne,le prime sono del 1960, con resa moltobassa e passano per lunghe macerazioni sullebucce e affinamento in legno.  Botte grandeper il tocai friulano, tonneaux per malvasia eribolla gialla. All’olfatto, frutta matura e sen-

sazioni floreali e tropicali. Il palato è ampio, illegno non è invasivo, e tornano le note frutta-te, con finale minerale, che gradevolmentevira verso note di mandorla e frutta secca.

DAMIAN PRINCIC

COLLE DUGA

BIANCO 2012L’uvaggio vede sauvignon, tocai friulano echardonnay con presenze meno significativedegli autoctoni. L’azienda è giovane, sebbenederivi diretamente da due generazioni di colti-vatori che si sono stabiliti su questa collina sindal 1898, ma ha già ricevuto diversi ricono-scimenti (un Tre Bicchieri nel 2013). Dalle suefinestre, Damian Princic “domina” il Collio slo-veno. Le uve vengono vinificate separatemen-te, alcune conoscono soltanto l’acciaio, altreaffinano in barrique francesi. L’assembleaggioavviene nella primavera successiva alla ven-demmia.Qui i profumi diventano più diretti, floreali, lafrutta a pasta bianca matura, con note erba-cee: il palato è anch’esso fresco, retto da unabella acidità; però è ampio ed importante.Tornano le note di frutta bianca, con un finalemolto lungo dove predominano senzazioni piùverdi.(prosegue a pagina 59)

Euposia Aprile 2014 57

I CINQUE“COLLIO BIANCO”

COLLIO VITAE

Page 60: 79 euposia

GIRO D’ITALIA

Non sarà cosa di domani, o dopodomani, ma inostri figli fra cinquant’anni, al prossimo cambiodi generazione, potranno contare su questo patri-monio. Probabilmente non saranno soli, altriavranno compiuto questo passo. E allora “Collio”non sarà una semplice definizione geografica ouna denominazione come altre: sarà davvero quelcuore d’Europa che racchiudendone la Storiaindica la strada per un futuro comune».Questo significa anche la possisbilità di vedereuna denominazione Collio che ricomprendaanche quella parte (ed è la più vasta) di territoriooggi Slovenia, la Brda?La risposta è un rapido giro d’orizzonte, la casermadella Guardia di Finanza che controllava il valicoagricolo di Castelletto è chiusa da anni, si passa dauna parte all’altra del confine senza nemmenoaccorgersene più.

«Magari in futuro, sì. Ma oggi, non abbiamo ancorauna perfetta identità di vedute, loro debbono ancoraconquistare la piena consapevolezza di questo terri-torio. Ci vuole tempo».Quel tempo che qui, in Collio, non è più tiranno eche restituisce dignità agli uomini. E che, vendem-mia dopo vendemmia, sana le cicatrici del passato. >>

Euposia Aprile 201458

Collio Vitae: in alto da sinistra, Dario Raccaro, EdiKeber. Sotto: Roberto Picech,  Damian Princic eDamijan Podversig.

Page 61: 79 euposia

COLLIO VITAE

(prosegue da pagina 57)

AZ.�AGR.�RACCARO DARIO

COLLIO 2012Blend di tocai friulano, sauvignon e pinot gri-gio. Più volte premiato coi Tre Bicchieri,Dario Raccaro è l’erede di una tradizione difamiglia che risale sino al nonno Giuseppeche arrivò a Cormons proveniente dalle vici-ne ma meno fertili valli del Natisone. La fami-glia Raccaro trovò il suo spazio ai piedi delMonte Quarin vicino alla chiesa di S. Mariache ancor oggi appare in etichetta. Poco piùdi quattro ettari di vigneto con un cru - ilvigneto Rolat - votato al friulano: protettealle spalle dai venti freddi dal Monte Quarin,le vigne godono di una lunga esposizione alsole. Soltanto acciaio per questo Collio che alnaso vanta uno spettro molto ampoio di pro-fumi: fiori bianchi, come il glicine, frutta apasta bianca  e note più verdi, di fieno; ilpalato è ampio, di bella acidità, con notespeziate che si affiancano a quelle di fruttapiù matura e lievito. 

AZ.�AGR.�EDI KEBER

COLLIO 2012Senza vie di mezzo, Edi Keber (trecento annidi presenza in Collio per questa famiglia diorigine viennese) ha scelto da tempo di faresoltanto un vino, il Collio, e di puntare ai viti-gni autoctoni tocai friulano, malvasia istrianae ribolla gialla. Altra via, non c’è.Fermentazione e affinamento nelle vasche dicemento.  Possiamo discutere di tutto, ma suquesto Keber non tratta. Dalla sua cantina,sovrastata dalla centenaria casa di famiglia,lo sguardo spazia dal Collio alla Brda e vice-versa, in questo zig-zagare bizzarro del vec-chio confine. Attento a non perdere nulladella storia e della tradizione della sua terra,

Edi ha comprato parte della vecchia pavi-mentazione in “masegni” di arenaria di Piazzadell’Unità d’Italia a Trieste che qualche“buontempone” aveva fatto togliere perlasciare spazio all’asfalto... (oggi, una nuovaristrutturazione ha riportato ad una pavimen-tazione più consona alla piazza ed alla suastoria). Oggi, quei masegni “sorreggono” lacantina di Edi Keber che li ha sottratti aduna fine ingloriosa.Eppoi c’è il vino “del contadino” come orgo-gliosamente evidenzia la retroetichetta.Potente, complesso, ricco di sfaccettature,dai profumi immediati e intensi, dal palatominerale e ampio.

DAMIJAN PODVERSIC

KAPLJA 2009IGT VENEZIA GIULIA

Da Damijan la storia diventa vigneto in sensoletterale: a fianco dei vigneti di Gradiscutta eSan Floriano, recenti acquisti hanno portatoin dote a questa cantina alcune parcelle delMonte Calvario che domina Gorizia ma chenel resto d’Italia è conosciuto più per il suonome slavo, Podgora. Una collina di soli 240metri che però è stata oggetto delle otto bat-taglie dell’Isonzo, Alcuni vigneti erano statiabbandonati nel tempo, via via Damijan li haacquistati e li ha riportati in esercizio.Il blend vede chardonnay, tocai friulano emalvasia istriana. Uve raccolte quasi in sur-maturazione, lunghe macerazioni sulle bucc-ce sino a 60, 90 giorni; affinamento in bottida 20 e 30 ettolitri per poco più di due anni,poi un ulteriore affinamento in bottiglia.Una cura certosina, quasi maniacale, perquesto vino che si presenta ricco di profumidi frutta matura, dalla mela golden allapesca, con nuance più aggrumate. Palatopieno, di bel corpo, sapido e minerale. Moltocoerente con l’olfatto. 

Euposia Aprile 2014 59

Page 62: 79 euposia

60 Euposia Aprile 2014

Tre coppie di fratelli, una delle quali italiana, per riportare la coltivazione della

vite in India. Abbiamo provato tutti i loro vini

di Carlo Rossi

FRATELLI WINES

<< Tre coppie di fratelli, due indiane ed una italiana, delChiantishire, come l'enologo, Piero Masi, con piu' dimezzo secolo di vendemmie di sangiovese alle spalle, perdar vita ad un "unicum", una joint venture produttiva inIndia, nella zona di Akluj, a 200 km da Mumbay, nelloStato del Maharastra. Andrea ed Alessio Secci, non anco-ra quarantenni, di Tavernelle, Kapil e Gaurav Sekhri,coetanei, Ranjit e Arjun Mohite-Patil, avviano nel 2006un progetto che è la concretizzazione di un sogno, quellodi fare qualità in una antichissima terra di vino: l'India.Nei giorni scorsi per la prima volta a Milano presso ilristorante tipico, il bellissimo Rangoli, che significa ben-

venuto, alla presenza del Console Generale dell'India,Manish Prabhat, che ha assunto la carica nel luglio2013, un one-to-one per Euposia, che ha potuto cosìtestare degli unicum il cui elevato livello qualitativo testi-monia di come il progetto Fratelli Wines sta entrando inuna interessante fase di sviluppo.

SANGIOVESE BIANCOUnica azienda in Asia che produce Sangiovese biancofatto da uve rosse, il vino viene fatto praticamente invigna selezionando le uve più fresche e con un livello diacidità maggiore rispetto a quando viene raccolto per

CANTINE

Page 63: 79 euposia

BROTHERS INVINEYARD

Euposia Aprile 2014 61

produrre il Sangiovese classico, que-sto per ottenere un ottima freschez-za ed acidità nel vino caratteristicaimportante per ogni bianco maancora più importante in paesicome in India dove il clima caldoed il cibo piccante richiede vini fre-schi, ad alta bevibilità e rinfrescanti.Il SGbianco viene in pratica ottenu-to pressando le uve rosse moltodelicatamente così da ottenere unmosto rosato, viene fermentato

senza bucce, come i bianchi e poinel processo di filtrazione si ottieneil colore bianco, viene poi trasferitoun 30% in barrique e poi fatto ilblend finale per imbottigliare. Lenote tipiche sono floreali, grandesapidità derivante dai terreni e notaassolutamente distintiva rispetto adogni altro bianco la grassezza delvino ossia riempie molto la bocca,caratteristica che la si ritrova spessonei rosi ma mai nei bianchi in que-

sto caso grazie al fatto che é fatto dauve rosse

GRAN CUVEE BRUTMetodo classico 100% cheninblanc Vendemmiato la 3a settimana digennaio, la base spumante necessitadi un alto grado acido e bassi zuc-cheri in quanto il livello dell’alcoolnon può superare i 10.5% necessariper la seconda fermentazione in

Page 64: 79 euposia

FRATELLI WINES

bottiglia. Conclusa la Prima fermenta-zione, il vino viene imbottigliatoaggiungendo liqueur e lieviti, chiusocon il tappo corona e lasciato fermen-tare in apposite celle frigo a 15 gradiper 3 mesi affinché si concluda la fer-mentazione alcolica una volta termina-ta abbassiamo la temperatura a 10-12gradi e lasciamo maturare le bottiglieper 14 mesi cosicché lo spumante assu-ma le classiche note di pane e aumentila complessità e migliori il perlage , ilnostro obiettivo é infatti quello di otte-nere delle bollicine fini ma consistenti

e una presa di spumache risulti abbondanteanche in bocca. Altra caratteristicaderivante dai terreni lamineralità del vino,ossia la sua sapidità elo stile totalmentesecco infatti almomento del degorg-ment fatto in manierasemiautomatica macon il contributo di 5uomini noi riempiamola bottiglia con vinosenza aggiungere zuc-chero quindi é un veropas dosé.

SETTE 2010Il concetto che sta die-tro “Sette” é di com-porre annualmentequalora sia possibile il

miglior blend dei migliori vini dellafratelli in quel preciso anno, nel 2010abbiamo selezionato 3 uvaggi CabernetSauvignon 50% Sangiovese 30%Cabernet Franc 20% I vini vengono fermentati separatamen-te e fatti maturare separatamente inbarrique francesi per 14 mesi (mix dibarrique nuove di primo e secondopassaggio= poi successivamente vienefatto il blend e trasferito in serbatoi diacciaio lasciato per 6 mesi e imbotti-gliato e lasciato maturare per altri 6mesi in bottiglia.

Sette ricalca la strada e lo stile dei viniSupertuscan, una sorta di SuperIndianottima struttura, bella acidità grazie alSangiovese, tannino setoso e granderotondità con ottima persistenza grazieal Cabernet franc,Sette in India édiventato il benchmark qualitativo peri vini rossi nella competizione 2013Decanter Magazine ASIA ha vinto lamedaglia argento primo vino rossoindiano che ottiene un tale riconosci-mento.

SANGIOVESEUnica azienda indiana a produrreSangiovese in purezza, fermentato inacciaio, il 30% viene fatto maturare inbarrique francesi. Vino molto fresco,ottima acidità, tannino molto fine,bella persistenza in bocca un vino chesi fa bere molto facilmente apposita-mente studiato per il clima ed il ciboindiano meno complesso dei sangiovesitoscani ma rimane intatte le caratteri-stiche varietali del sangiovese.

CABERNET FRANC SHIRAZ50% Shiraz 50%Cabernet FrancUnico vino indiano ad optare per untale blend, la maggior parte dei produt-tori indiani fa questo blend con ilCaberent Sauvignon. Fratelli é la solaad aver piantato il cabernet franc inquantità elevate 50.000 piante. Note spezziate di pepe nero derivantedal Syrah e grande potenza e eleganzadal cabernet franc. >>

Euposia Aprile 201462

CANTINE

Page 65: 79 euposia

Una nuova varietà di uva dalDna finora mai censito va adarricchire il patrimonio dei

vitigni autoctoni italiani, si chiama“Spigamonti”, dal nome della localitàin cui si è stata individuata, nei pressidi Montecchio di Negrar (VR), a 450metri d'altezza, in un vigneto apparte-nente a un socio viticoltore di CantinaNegrar. A fine gennaio 2014 l’inserimento nel-l'elenco delle varietà di uve da vinoammesse dalla Regione Veneto nellaprovincia di Verona.«Si tratta di un importante recupero diquell'enorme patrimonio viticolo divitigni ormai dispersi - oltre 200 varie-tà a bacca rossa - che Luigi SormanniMoretti (1834-1908) evidenziava nella“Monografia su la Provincia diVerona” già a fine '800» dichiaraDaniele Accordini, enologo e direttoredi Cantina Valpolicella Negrar. A raccontare la scoperta è il principalefautore, Claudio Oliboni, tecnico dicampagna della cantina Cooperativa. «Nell'estate del 2000, durante una visi-ta al vigneto del socio AngeloAnnechini, mancato purtroppo nel2013, ho notato tra i filari di uveCorvina, Rondinella, Corvinone eMolinara una vigna che aveva le bac-che già invaiate, mentre le altre varietàavevano ancora gli acini verdi. I grap-poli di questa pianta erano molto spar-goli, con il rachide rosso e le fogliemolto scure e arrossate. Curioso diconoscerne l'origine, Angelo mi rac-

contò che, quando era giovane, avevainnestato nel suo vecchio impianto legemme di una pianta che aveva trovatoin una vecchia corte e che queste sierano poi riprodotte. Incuriosito a miavolta, ho aspettato allora che i grappolidella vigna sconosciuta maturassero epoi, insieme a Daniele Accordini e aicolleghi di laboratorio Denis Andreis,Emanuele Marchesini e Carlo Caliari,ne abbiamo analizzato il succo. Siamorimasti impressionati dal colore moltointenso del mosto».

«Raccolta l'uva - continua Oliboni -,l'abbiamo in parte pigiata ed in parteappassita. Avevamo quindi a disposi-zione due vini, uno fresco ed uno dauve passite, prodotti da questa varietàche si presentava molto rustica, resi-stente alle malattie e, come abbiamopotuto constatare nel tempo, anchecon una buona resistenza alla grandi-

ne. Abbiamo proseguito la ricerca inlaboratorio ed effettuato successiva-mente altre micro-vinificazioni e speri-mentazioni di appassimento in colla-borazione con Emanuele Tosi delCentro Viticolo di San Floriano, l'uffi-cio Agricoltura della Provincia diVerona e Diego Tomasi del CRA(Centro di Ricerca Agricola) diConegliano (TV). Quest'ultimo, ha effettuato anche l'a-nalisi del Dna dell'uva, rivelando chenon c'era alcun collegamento convarietà finora censite. Ci vorrà ancoraqualche anno per arrivare a produzionidi un certa quantità, ma abbiamoappurato che basta anche una piccolapercentuale per fare la differenza. Irisultati parlano chiaro: il vino prodot-to con la varietà Spigamonti, troppopotente per essere consumato da solo,usato nell'uvaggio Valpolicella puòdare risultati straordinari, grazie allastruttura e ai tannini che porta indote».Ammessa la coltivazione del vitigno,Cantina Negrar potrà quindi vinificarecon la nuova varietà. «Spigamonti èun'uva unica e particolare, che si èrivelata ottima per l'appassimento eper la produzione di Amarone - spiegaAccordini -. Nel disciplinare del 2010è stata introdotta la possibilità di inse-rire un 10% di vitigni autoctoni e loSpigamonti darà ai nostri vini unamaggiore unicità e irripetibilità, ele-menti che il consumatore oggi ricerca,valorizza e ci attribuisce».

Euposia Aprile 2014 63

N e w s

UN NUOVO VITIGNO AUTOCTONO, LOSPIGAMONTI, SCOPERTO IN VALPOLICELLA

Page 66: 79 euposia

64 Euposia Aprile 2014

Paco Garcia, Vall Sanzo, Viña Altamar,Compañía Vinicola del Norte, Miqueluis,

Dominio de Punctum e Fillaboa: il migliore del mondo e sei nuovi protagonisti dell’enologia iberica

SETTE SPAGNOLIDA COMPRARE

<< Prima le anticipazioni sulla vendemmia 2013 cheporterebbe Madrid al primo posto nel mondo; poi ilpremio di Wine Spectator alla Compañía Vinícola delNorte de España, col suo Rioja Imperial Reserva 2004,come miglior vino al mondo; terzo indizio, il campa-nello d’allarme lanciato da Angelo Gaja.Il sospetto è che la Spagna stia diventando un competi-tore sempre più temibile e che, ad esempio, negli sfusifarà quest’anno faville negli Usa alle prese con una ven-demmia “corta” dopo la grave siccità di queste ultimesettimane.Un competitor diretto per l’Italia dato che anche laSpagna si fa forza sulle tradizionali leve del Bel paese:territorio, flussi turistici, cucina, qualità della vita,autoctoni (RaboBank nel suo recentissimo report dimarzo indica questa via come obbligata per i produttoriiberici), con, in più, realtà dimensionali importanti ingrado di navigare bene sul mercato globale.Nel dubbio, Euposia ha testato a Vinisud il polso asette produttori spagnoli - compresa la CompañíaVinícola del Norte de España - per verificare la qualitàche esprime la nouvelle vogue iberica. Il risultato, ahi-noi, è preoccupante. Che vini, muchachos!

PACO GARCIA

RIOJA CRIANZA 2011Ci sono molti stili di vini Rioja, se ne possono trovarealmeno una decina di differenti legati al clima, al suolo,alle potenzialità delle singole bodegas in termini didimensioni, anzianità dei vigneti, sistemi di allevamen-to. Questa Crianza 2011 è un vino molto fresco, connote di frutti rossi e di legno boisé. Paco Garcia poggiasu 40 ettari di vigneti di proprietà, divisi in sette fincasnella zona centrale della Rioja, a 2, 12 e 17 chilometridalla capitale della regione, Logroño.Vigneti con anche 80 anni di età, a fronte di una mediadi 30 misti fra alberello (quelli più antichi, ovviamente)e spalliera. Vendemmia totalmente a mano

VALL SANZO

RIBERA DEL DUERO 2009Tempranillo in purezza, affinamento di dodici mesi inbarrique di legno spagnolo e francese. Siamo su suolicalcareai, sul versante a sud della Ribera, un micorclimaatlantico: un vino molto fresco, moderno, con una bellaspalla acida, secco al palato, con note mentolate e balsa-miche. Finale sapido e molto minerale. Ricco al palato,con note di cioccolato.Si tratta di un cru , il vigneto “Pago del Carril” e il vinoriflette perfettamente la personalità del vigneto e dei

CANTINE

Page 67: 79 euposia

Euposia Aprile 2014 65

NOVITÀ IBERICHE

suoi lieviti indigenti.Contrariamente a Paco Garcia,Rodríguez Sanzo è una società cheraggruppa nel suo portafoglio ledenominazioni più importanti diSpagna (Rueda, Rioja, Toro, Riberadel Duero, Priorat , Castilla y León):un progetto che è stato elaborato dalsuo enologo-manager JavierRodríguez.

VIÑA ALTAMAR MENCIA

BIERZO 2011I winemaker sono due fratelli, Davidand Jonas Tofterup, che hannomesso assieme anche loro un portfo-lio di diversi territori spagnoli - Toro,Ribera del Duero, Bierzo e Rueda -scegliendo le vigne più vechie emeglio esposte, posizionate sui livellipiù alti, che hanno retto in passatoalle grande infestazioni.Questo vino proviene da una vignaposta a circa 400 metri sul livello delmare, è una valle con terra di scisti esul fondo sabbia. Si tratta di uncabernet sauvignon, molto fruttato,leggero, note di caffè, palato di tan-nino croccanti, finale lungo.Molto piacevole ed aggrazziato.

COMPAÑÍA VINÍCOLA DEL NORTE DE

ESPAÑA

IMPERIAL

RIOJA 2008 RESERVA

È proprio lo spagnolo Rioja ImperialGran Reserva 2004 della CompañíaVinícola del Norte de España il vinon. 1 per la "Top 100" 2013 di "Wine

Spectator", una delle classifiche piùattese del mondo del vino. Questoche degustiamo è il fuo “fratellominore”. Si tratta di un blend chevede tempranillo, all’85 %, conmazuelo, al 5, e graciano a chiudere.Vendemmia manuale, selezione dellemigliori uve raccolte, lunga fermen-tazione sulle bucce e malolattica svol-ta.L’invecchiamento avviene in botti dirovere americano e francese.Siamo nella alta Rioja: l’impronta diquesto vino è tradizionale, con notedi legno più marcate, con tanta frut-ta rossa e caffè. Certamente, un granvino.

MIQUELUIS

TINTO 2007 BOBAL

UTIEL REQUENA

Siamo nella zona di Valencia, con-trassegnata da una forte escursionetermica fra giorno e notte. Il vitignoè l’alicante (o grenache, cannonau,tai rosso, garnaccia... il ragazzo hafatta molta strada lasciando bei ricor-di dietro di sè). Uno stile classico,che non esce dalla tradizione. Moltodolce, frutta rossa in confettura, 17gradi alcolici, appagante come unavendemmia tardiva, molto caldo.Cioccolato, frutta secca, ricorda iRoussillon che virano sul madera.

DOMINIO DE PUNCTUM (BIO)UNO DE MIL

VIOGNIER

RIAS BAIXAS

Una bel-lissimarealtà,avviatadalla fami-gliaFernafez-Cifuentes, 110 ettari nalla Castilla-La Mancha a metà strada fraValencia e Madrid, dal 2005 in con-versione bio, 750 metri slm. Suolo disabbia, naso bellissimo, molto florea-le e fresco di mela verde; palatocaldo, non molto acido, quasi cre-moso, molto aromatico con finale diincenso.

FILLABOA

ALBARINO 2013Una bellissima tenuta che domina ilfiume Tea , prossimo alla sua con-fluenza nel Minho che segna lo stor-tico confine (è immutato dal 1200)fra Spagna e Portogallo; siamo quin-di nel nord-ovest della penisola iberi-ca, zona di Pontevedra e qui leLegioni Romane piantarono le lorovigne e alzarono l’Aquila fondando lacittà. Un ponte romano contraddi-stingue l’ingresso alla bodega che ingallego significa “brava figliola”.Questo è il regno dell’albarino, gran-dissimo vitigno a nostro avviso: nasomolto imponente, fresco, di melaverde, fieno, fiori di glicine. Grandecarica aromatica, palato leggero, dipesca ed albicocca. Per noi un gran-dissimo vino che troverebbe ampispazi anche sul mercato italiano. >>

Page 68: 79 euposia

66 Euposia Aprile 2014

Quattro annate del Soave Classico Docg dipunta di Cantina di Soave, per scoprire

quanto può “dare” in termini di longevità e di struttura. Così il 2009...

di Nicoletta Fattori

MISSIONACCOMPLISHED

ROCCA SVEVA

<< C’è sempre una domanda nei consumatori: quantopuò vivere questo vino? per quanto tempo può stare incantina prima di berlo? Eppoi, c’è un retropensiero:ma da una grande produzione possono nascere prodot-ti di eccellenza? davvero?Alla prima domanda - corretta conservazione d’obbli-go - risponde la crescente disponibilità delle cantineitaliane a mettere da parte aliquote delle produzioniannuali per poter verificare la capacità di invecchia-mento, e di evoluzione, dei propri vini. Sino a qualcheanno fa il must era un magazzino così vuoto da farequasi paura, voleva dire che il budget era salvo; adesso,questa buona norma consente di effettuare valutazionipiù accurate scoprendo, fra l’altro, che l’accresciutaqualità media porta a una interessante longevità.Sul retropensiero, paghiamo un po’ tutti lo scotto diuna visione a volte sin troppo aulica del mondo delvino, premiando piccole produzioni e posizioni cultu-rali più estreme a scapito della complessità di attivitàche vedono imprese (che danno lavoro a migliaia di

famiglie, pagano le tasse, sono più spesso sottoposti aicontrolli di legge) “impegnate” ogni giorno a collocaresui mercati di tutto il mondo quantitativi di bottiglieche rappresentano, per alcuni, la produzione di uno odue anni. Ma non sarà soltanto la leva del prezzo afunzionare, giusto?Per rispondere a questi interrogativi, noi di Euposiaabbiamo fatto una prova: una verticale di quattroannate di una delle produzioni di punta di Cantina diSoave (ovvero un gigante produttivo in Italia): il SoaveSuperiore Classico Docg Rocca Sveva, Castelcerino.Ovvero, numeri, posizionamento, terroir, sfida.Castelcerino è uno dei cru del Soave Classico: si trattadi cinquanta ettari sulle colline che dominano ilSoavese, ad un’altezza massima di 300 metri slm; ilterreno è tendente all’argilloso con, specie nella zonapiù orientale, tracce basaltiche importanti.I vigneti sono parcellizzati in piccole proprietà, le vitisono mediamente più vecchie della media della deno-minazione e il sistema di allevamento è in larga parte a

VERTICALE

Page 69: 79 euposia

Euposia Aprile 2014 67

Page 70: 79 euposia

pergola veronese, così come si facevagià nel Medioevo, quando la suaintroduzione rappresentò una grandeinnovazione.Quattro le annate prese in considera-zione: 2009, 2010, 2011 e 2012.Rocca Sveva Castelcerino sta novemesi sui lieviti in acciaio più altri tremesi di stabilizzazione in bottiglia. Ivigneti sono selezionati, vengonoseguiti tutto l’anno sulla base di unprotocollo rigido con controlli (ancheagli infrarossi) per valutare non sol-tanto il perfetto sviluppo e la matura-zione delle uve, ma anche i problemifitosanitari e l’andamento qualitativostatistico del singolo vigneto.Diradamento e resa massima fissata acinque/sei grappoli per pianta.I vigneti sono esposti a mezzogiornoe quelli rivolti a sud-ovest beneficianodi un’esposizione solare meno direttae ad una maturazione più gradualeche porta ad aromi più intensi.Quattro buone annate, con 2009 e2011 (soprattutto quest’ultima) inevidenza.Queste le note di degustazione diEuposia

2012Sempre più dobbiamo fare in conticon un clima senza più regole chepassa dalla siccità ed alle temperatureafricane alle piogge torrenziali.L’inverno era stato lungo e freddointerrotto da un marzo eccezional-mente caldo. La primavera è stata fre-

sca con buone piogge che si sonointerrotte verso l’estate garantendoalle uve un perfetto stato sanitario.Piogge sono arrivare anche verso set-tembre dando vigore ai grapppoli.Tutto sommato, una buona annatache nel bicchiere si rivela per una fre-schezza accentuata con note florealibianche ed una mela più verde chegolden. Il palato ha una bella acidità,con un ritorno importante del frutta-to e note di frutta vecca e mandorla,come d’obbligo, sul finale.

2011“Cinque stelle” per un’annata partitacon un buon apporto idrico nelmomento giusto, con una bella fasedi maturazione e a settembre fortiescursioni termiche fra giorno enotte.Già al naso, questo Castecerino èimportante, con profumi marcatimolto intensi, perfetti nella loro evo-luzione e nel loro dipanarsi. Mela apasta gialla matura, con sentori dipesca; il floreale è ancora fresco. Ilpalato riprende queste note, ha unasapidità gradevole ed è molto ricco elungo sul finale. Note di tropicale emandorla dolce.

2010Un’altra annata meno “importante”sebbene contrassegnata da un certoequilibrio climatico che ha portato aduna maturazione più lenta della gar-ganega. E’ il secondo anno di contin-

gentamento delle rese che ilConsorzio di tutela ha abbassato da140 a 130 quintali/ettari, una mediaperò ancora più bassa - diremmo,“naturalmente” - a Castelcerino.L’evoluzione di questa annata è dav-vero interessante. Molte note florealied una superba sensazione di fruttamatura. Palato pieno, di grande bevi-bilità e piacevolezza, con note di erbearomatiche, mandorla e frutta seccasul finale che è, come tradizionevuole, sapido e gradevolmente amaro.Di grande equilibrio e compostezza.

2009Una bella estate, calda ma non torri-da, ha portato ad una corretta matu-razione delle uve che è stata “rafforza-ta” e sostenuta dalle piogge di fineestate, arriovate al momento giusto,evitando ogni possibile stress allepiante e dando nuovo vigore ai grap-poli che sono giunti alla vendemmiain perfetta salute.Con queste premesse il risutato èstato pari alle attese e se il millesimo2009 doveva “garantire” delle poten-zialità di invecchiamento, possiamodire che la misisone è compiuta e chegià al naso le note di frutta giallamatura, di albicocca, di fiori sonoimportanti. Al palato un aggrumato che già virasul candito, con un finale mineralemolto lungo. Sprizza ancora unagrande vitalità, ed è di grande soddi-sfazione. >>

Euposia Aprile 201468

ROCCA SVEVA CASTELCERINOVERTICALE

Page 71: 79 euposia
Page 72: 79 euposia

70 Euposia Aprile 2014

Un panorama articolato di vigneti, un gruppo di vignaioli attaccati adogni singola zolla dei loro poderi.

Così l’eccellenza trova una nuova dimensione

VALORE VERO

<< «E' l'uomo che crea in misura pre-ponderante la personalità di un Cru.Il successo di un cru e' il risultatodelle conoscenze e dell'attività dell'uo-mo,sia sul piano culturale che su quel-lo tecnico e commerciale. Il vino non è un dono gratuito dellanatura.Il cru e' quindi il risultato degli sforzicompiuti in questa direzione dallegenerazioni che si sono succedute.(J.Riberau-Gayon, E. Peynaud,Trattato di Enologia, 1971)»Questa la prima esplicita definizionedi Cru.Hugh Johnson nel suo Atlante mon-

diale dei vini sembra invece privilegia-re il valore oggettivo in termini divocazione delle singole vigne: «.....laparola cru indica un terreno ed unvino di qualità peculiari che lo distin-guono dagli altri cru dello stesso pen-dio....».A questo dinamico confronto trauomo e natura partecipano di dirittoda sempre anche i produttori delSoave.Quando nel 1924 Italo Cosmo eGiovanni Dal Masso i pionieri delconcetto di denominazione in Italia siaccingevano a delineare i confini delVino Tipico Soave identificarono una

CANTNE

I quindici protagonisti diSoave Cru, da pagina 71 a pagina 73: Corte AdamiCorte MainenteCorte MoschinaDal CeroEl VegroFranchetto AntonioGiniLa MandolareFattoriTenuta SolarMonte TondoVicentiniVilla CanestrariPortinariMartinelli Gabriele

Page 73: 79 euposia

Euposia Aprile 2014 71

Page 74: 79 euposia

CANTNE

serie di vigneti sperimentali posizionati nei versantistrategici di quella che sarebbe diventata la zona delSoave Classico.Località come Praissoni , Froscà, Castellaro eFoscarino segnalarono quindi fin dalla sua origine ilpercorso di identità ed affermazione del Soave nellasua lunga storia.I produttori più attenti di questi comprensori videronel corso degli anni sempre riconosciuto nei contrattidi vendita delle uve un prezzo sensibilmente più altoa testimonianza di una particolare qualità distintiva.Bisogna però arrivare agli anni 60-70 con la nascita ditante aziende che valorizzano i loro vini dal vignetoalla bottiglia per vedere il concetto di Cru e di singo-lo vigneto declinato con continuità e diffusione. La tensione positiva che la storia riconosce al Soave èfortemente legata alla capacità di queste imprese,siano esse piccole realtà vitivinicole o cantine coope-rative di saper cogliere ed interpretare al meglio ognisingola e diversa espressione territoriale.In questo contesto produttivo caratterizzato da unastoricità e da una fedeltà quasi maniacale alla propriavocazione era naturale che i concetti di “terroir” e“vigna” attecchissero in maniera forte e condivisa tratutti i produttori del Soave.Ecco che oggi possiamo con serenità parlare dei tantiCru del Soave e delle tante espressioni dellaGarganega in questo comprensorio.Un articolato reticolo di piccoli vigneti che costitui-scono il luogo a più alta intensità viticola ed a piùalta frammentazione aziendale, un luogo nobile in cuiil concetto di Cru, che nella sua accezione originale

Euposia Aprile 201472

Page 75: 79 euposia

significa feudo, podere, terreno,qui viene tradotto in Vigna omeglio in Vino originato in quellaspecifica posizione.I Cru a Soave sono quindi oggiluoghi determinati e circoscritticaratterizzati da uno specificotoponimo che sottendono una pro-pria particolare e ben distinta ori-gine geologica, pedologica, climati-ca e produttiva.Per chi ha camminato nelle vignedel Soave questi concetti sono cosìevidenti da sembrare quasi lapalis-siani.Proprio per sottolineare le tantediversità e la ricchezza di terroirche caratterizzano il Soave nel2009 è nata un'associazione diproduttori chiamata Soave Cru,sono 15 piccole aziende cheabbracciano idealmente da est adovest tutte le tre vallate dellaDOC. Il presidente è Sandro Ginititolare dell'omonima azienda diMonteforte.Proprio a lui poniamo alcunedomande.

Quali sono, in sintesi, le moti-vazioni che portano delle picco-le aziende ad associarsi a SoaveCru?

«SoaveCru è una libera associazio-ne di aziende vitivinicole che ope-rano nel Soave, che ha come scopoprincipale la valorizzazione dellavoro in vigna ed in cantina ditutte le aziende agricole che opera-no da sempre per la massimaespressione qualitativa del Soave».

Che obiettivi perseguite comeassociazione e come produttori?

«Le aziende di Soave Cru credonoin una viticoltura sostenibile comemassima espressione del valoredelle risorse territoriali. Perseguonoquesto obiettivo dotandosi diun'organizzazione logistica e tecni-ca e di regole produttive in vignaed in cantina più restrittive, propo-nendosi come momento di con-fronto tra le esperienze di diversegenerazioni per stimolare i giovania confrontarsi con nuove responsa-bilità».

Quali azioni avete o state perporre in essere?

«Innanzitutto attività informative edi ricerca, con momenti di con-fronto e di scambio informativosulle più recenti acquisizioni scien-tifiche in tema di rispetto dell'am-biente, uso di energie alternative,tutela del paesaggio, tecniche di

vinificazione naturale, nuovi pro-dotti e nuove tecnologie.L'attività di ricerca è costante e haportato all'individuazione di 2 filo-ni importanti: la vinificazionesenza SO2 e l'attuazione di unprotocollo sperimentale per la lottaalla tignola nei vigneti.Inoltre in vigna stamo già utiliz-zando protocolli che prevedonouna progressiva riduzione dei pro-dotti di sintesi e applicazione diuna rigorosa lotta integrata conparticolare attenzione ai residui chesaranno monitorati».

In una denominazione impor-tante e numericamente rilevan-te come quella del Soave comevi ponete nei confronti deglialtri attori?

«Quello che cerchiamo è il con-fronto con tutti gli altri utilizzatoridella denominazione sulle regoleproduttive e sulla gestione dellaDOC. Crediamo inoltre che ilfrutto dei nostri progetti di ricercae delle nostre attività possa essereutile anche alle altre aziende, lacondivisione è vitale in un territo-rio come il nostro, un unico gran-de vigneto con migliaia di viticol-tori». >>

Euposia Aprile 2014 73

Page 76: 79 euposia

< Ireland’s call, letteralmente la “chiamatadell’Irlanda”. Ed è rivolta a tutti gli Irlandesi,unionisti e nazionalisti, protestanti e cattolici, chesi riconoscono nella squadra “nazionale” di rugby.Una “chiamata” che vale anche per l’Italia (dovesono moltissimi i fans degli “Shamrock”) dove èstata lanciata da una nobile distilleria, Teeling, cheda poche settimane è finalmente distribuita inItalia.Il whiskey irlandese è il superalcolico col più velo-ce tasso di crescita al mondo: ha un solo difetto,pur essendo più morbido e dolce degli altri whi-skeis, la produzione moderna ha penalizzato saporie personalità.Un danno a cui Teeling cerca di rimediare sfidan-do la “norma attuale” con la creazione di whiskeyirlandesi alternativi dalle maggiore profondità dipersonalità e carattere rispetto al resto del mercato.Jack Teeling (nella foto a pagina 75), fondatorecol fratello Stephen della Teeling Whiskey Co. ,proviene da una famiglia a lungo associato conwhiskey irlandese. Da Walter Teeling nel 1782 ,

che avviò una distilleria in Marrowbone Lane aDublino, a John Teeling che ha fondato CooleyDistillery nel 1987 (poi ceduta alla Jim Bean) laprima nuova distilleria di whiskey irlandese adessere avviata in oltre 100 anni. «Miriamo ad esse-re genuini e vei come le generazioni di artigianiirlandesi che ci hanno preceduto. Essere un’azien-da di famiglia ci dà la libertà di controllare ilnostro destino» spiegano in casa Teeling.The Teeling Whiskey Co. ha oggi l'obiettivo diriportare sul mercato l'autentica tradizione artigia-nale, ormai scomparsa, del Whiskey irlandese dialta qualità: per questa ragione il suo emblema èl'immagine di una fenice che "rinasce" da unalambicco stilizzato. Per rendere concreta e visibile la loro missioneimprenditoriale, Jack e Stephen Teeling hannoaperto la loro Società nel cuore di Dublino, lacapitale della Repubblica d'Irlanda, dove - appun-to - da oltre un secolo non venivano avviate attivi-tà legate alla produzione di Whiskey. Teeling èdistribuito in Italia dalla Fratelli Rinaldi. >

Euposia Aprile 201474

IRELAND’S CALL

DEGUSTAZIONI

Page 77: 79 euposia

Euposia Aprile 2014 75

TEELING IRISH WHISKEY

TEELING SMALL BATCH

IRISH WHISKEYTEELING VINTAGE

RESERVE 21 YEAR OLD SINGLE MALT

IRISH WHISKEY

Categoria: Whiskey irlandese di produzionelimitata (small batch).Provenienza: The Teeling Whiskey Co. -Dublino, Repubblica d'Irlanda. Filtrazione a freddo: non sottoposto a filtra-zione a freddo, conserva tutti gli aromi piùsottili e delicati della materia prima.Affinamento: al primo passaggio in fusti diquercia segue un secondo passaggio infusti che hanno contenuto Rum.Esame visivo: colore dorato brillante.Esame olfattivo: alle note iniziali di vanigliae di spezie si uniscono piacevoli sentori diRum.Esame gustativo: l'elevata gradazionealcolica e il secondo passaggio in fusti daRum creano un'armonica fusione di dol-cezza, di morbidezza e di gradevoliaccenni vanigliati.Sensazioni finali: lunga persistenza di ricordispeziati e di eleganti note di legno.

Categoria: Single Malt Irish Whiskey.Provenienza: The Teeling Whiskey Co. - Dublino,Repubblica d'Irlanda.Filtrazione a freddo: non viene sottoposto a filtra-zione a freddo, conserva quindi tutti gli aromi piùsottili e delicati della materia prima.Invecchiamento e affinamento: invecchiamentoper 21 anni in fusti che hanno contenutoBourbon; segue un secondo passaggio in fustiche hanno contenuto Sauternes (unico fra iWhiskey irlandesi).Produzione: limitatissima, solo 5.000 bottiglie pertutto il mondo.Esame visivo: colore dorato intenso.Esame olfattivo: nel bouquet si colgono note dierba tagliata, di uva bianca, di albicocca e dicioccolato al latte.Esame gustativo: al palato è elegante, setoso,con ricordi di confettura di fichi, miele, albicoc-ca, cioccolato al latte; il finale gradevolmentedeciso controbilancia la dolcezza dell'insieme.Sensazioni finali: lunghissima persistenza, sedu-cente sensazione di morbidezza.Confezione: decanter esclusivo, racchiuso in unmodernissimo astuccio in legno.

Page 78: 79 euposia

76 Euposia Aprile 2014

Novecento anni di tradizione, unalavorazione naturale, un alimento

ideale per la dieta mediterranea. E unFranciacorta per gustarlo al meglio 

di Enzo Russo

SEGRETODI SALUTE

<< Di formaggi se ne producono e vendo-no tanti. Nei supermercati e nei negozidi gastronomia non c'è che l'imbarazzodella scelta: si va dai formaggi freschi aquelli stagionati, da quelli saporiti aquelli piccanti, da quello grasso e morbi-do a quello light. Insomma formaggiper tutti i palati.Ma esiste anche un formaggio “super”che riesce a mettere d'accordo tutti, dallepersone anziane ai bambini, soprattuttoi palati più esigenti, si mangia da solo esi grattugia su molti piatti di riso e dipasta, si chiama Grana Padano, un ali-mento che ha oltre nove secoli di vita enon li dimostra, è stato sempre al passocon i tempi per le sue proprietà nutrizio-nali ed organolettiche che vengono pre-servate con un'adeguata stagionatura.

E oggi per unanime riconoscimento delmondo scientifico, è diventato unodegli alimenti più importanti dellanostra tavola perché, proprio per le suequalità, contribuisce ad una sana edequilibrata alimentazione.Il “segreto” del Grana Padano stà nelfatto che fin dalla sua scoperta è statosempre prodotto con latte fresco di gior-nata e dall'ora i maestri casari hannocontinuato e continuano a farlo allostesso modo, “all'antica”, ossia, conlatte fresco di primissima qualità par-zialmente scremato mediante naturaleaffioramento della panna, il fuoco perportare il latte a una temperatura di 30°e il caglio che ha la funzione di coagula-re la massa che poi viene ridotta in pic-colissime dimensioni. Ottenuta cosi la

FOOD

RINGRAZIAMENTISi ringrazia per ladegustazione dei vini:Azienda AgricolaLe MarchesineVia Vallosa 3125050 Passirano (Bs)Telefono [email protected]

INFORMAZIONIConsorzio per la Tuteladel Formaggio GranaPadanoVia XXIV Giugno 8San Martino della Battaglia25015 Desenzano delGarda (Bs)Telefono [email protected]

Page 79: 79 euposia

Euposia Aprile 2014 77

Page 80: 79 euposia

FOOD

massa caseosa, questa viene estratta dalla caldaia con un telo di canapa per essere intro-dotta in apposite forme dove assume l'aspetto caratteristico del Grana Padano. Le formevengono poi immerse in particolari vasche nelle quali inizia la salatura. Dopo alcuni gior-ni il formaggio viene tolto per iniziare il lento periodo di maturazione. Per evitare chefermenti, ogni forma è conservata per almeno 12 mesi, fino ad un massimo di 24/26 inmagazzini dove la temperatura e il grado d'umidità sono rigorosamente controllati.A differenza dei formaggi stagionati, gustosi, ma certo non adatti ai bambini piccoli, ilGrana Padano ha notevoli vantaggi, in quanto vanta caratteristiche tipiche dei formaggifreschi.La sua ,infatti, è una stagionatura speciale. Durante l'invecchiamento si produconosostanze preziose per la salute, in particolare diverse vitamine, soprattutto la A, la D equelle del gruppo B. Addirittura, la vitamina D, che ha un'azione antirachitica, non sitrova nel latte, ma compare soltanto quando la stagionatura del Grana Padano è statacompletata.Altra particolarità di questo prezioso alimento è che per ottenere 1 kg di formaggio,occorrono ben16 litri di latte, mentre per alcuni altri formaggi ne bastano soltanto 8litri .Grazie al lungo invecchiamento e alla tipica lavorazione, il Grana Padano è alta-mente digeribile perché a maturazione completata è quasi “predigerito”, essendosile proteine in esso contenute, trasformate in sostanze complesse e più facili daassimilare. Ma il tradizionale alimento è anche ricco di sali minerali importan-tissimi per la nostra salute, come il calcio e il fosforo che sono presenti in giu-ste proporzioni: la percentuale di calcio presente è il doppio del fosforo e que-sto permette al calcio di essere perfettamente assorbito dal nostro fisico. Epoi, il Grana Padano, a differenza di molti formaggi spalmabili, non contie-ne polifosfati che sono particolarmente nocivi per i bambini perché altera-no il rapporto tra calcio e fosforo, rendendo difficile l'assorbimento delcalcio. Infatti, può capitare a un bambino che mangia solo formaggini, diessere carente di calcio perché nonostante mangi formaggio, il mineralenon riesce ad essere assorbito proprio per la presenza di polifosfati.Come si vede, la genuinità e le proprietà nutritive racchiuse nel GranaPadano, dipendono dalla materia prima, il latte, e dalla lavorazione delprodotto che ancora oggi viene fatto, come in passato, in modo tradi-zionale, all'antica, senza l'aggiunta di nessun conservante o additivo.E poi, per garantire la qualità al consumatore, c'è il Consorzio per laTutela del Grana Padano che controlla tutta la filiera produttiva , findall'alimentazione delle mucche, che debbono nutrirsi al pascolo perbuona parte dell'anno, e per il resto con mangimi altamente selezionati.Con questi accorgimenti il latte, prodotto di partenza per fare il GranaPadano, è veramente d' alta qualità.Viceversa, una nutrizione con mangimi industriali o con fieno conser-vato nei silos, renderebbe il latte peggiore, fino al punto di impedire labuona riuscita del formaggio.

VINO E FORMAGGIO

Vino e formaggio sono un ottimo abbinamento perché riescono a esal-tarsi l'un l'altro e poi hanno anche una storia in comune. Li unisce l'ap-partenenza ad un territorio ben specifico che determina le loro caratteri-

Euposia Aprile 201478

Page 81: 79 euposia

stiche. Inoltre sono entrambi sotto-posti a un processo di trasformazio-ne: la fermentazione alcolica per ilvino e la cagliatura per il formaggio.Poi c'è la maturazione, la stagionatu-ra per il formaggio e l'invecchiamen-to per il vino.Per gustare il Grana Padano bisognascegliere con molta attenzione il vinoda abbinare.In questo caso ve ne consigliamoalcuni che nascono in Franciacorta,dell'Azienda Agricola Le Marchesine- Passirano a pochi chilometri daBrescia. Dalla cantina escono, ognianno, oltre 500 mila bottiglie didiverse tipologie di bollicine chehanno conquistato i più importantimercati nazionali ed esteri (Europa,Brasile. Giappone, Canada, …).L'artefice di questo successo è LorisBiatta, patron dell'azienda, sempre ingiro per il mondo, che, con il padreGiovanni, recentemente scomparso,ha costruito negli anni a Passiranouna importante realtà vitivinicolaconosciuta per la qualità delle sue

bollicine: Franciacorta Brut SecoloNovo, Franciacorta Brut SecoloNovo Giovanni Biatta, FranciacortaDosage Zéro Secolo Novo Riserva,Franciacorta Brut Millesimato Blancde Noir, Franciacorta BrutMillesimato Blanc de Blancs,Franciacorta Satèn, FranciacortaRosé Brut Millesimato, FranciacortaBrut.

Ma veniamo agli abbinamenti.Arriva l'estate e quale migliore occa-sione offrire agli amici una coppa diFranciacorta che sa donare anche,assieme all'allegria, una perdurantegradevolezza al palato e al cibo, per-ché le fantastiche bollicine che solle-citano la vista, sollecitano il naso epuliscono la bocca preparandola alboccone successivo.Il Grana Padano di 15/20 mesi èideale abbinarlo al FranciacortaBlanc de Noir Millesimato 2009, unPinot Nero in purezza vinificato inbianco che conta pochi precedentisul territorio. Di ottima fattura e pre-

zioso per il gusto frizzante che scio-glie in bocca la leggera patina lasciatadal formaggio. Con il Grana Padanostagionato 20 mesi, un abbinamentoesaltante per il palato è ilFranciacorta docg Secolo Novo BrutMillesimato. Nasce da selezioni clo-nali di uve Chardonnay con vendem-mia a mano. Le bottiglie vengonoaccatastate in locali di affinamento atemperatura controllata (12° - 14°)per almeno 36 mesi che portano ilvino ad assumere un particolare pro-fumo, sapore con un lungo e finissi-mo perlage.Si presenta di colore giallo paglierinobrillante con riflessi oro-verde. Alnaso si percepisce la nocciolina tosta-ta, margarina, note mentolate e dicedro candido.Avvolgente e rotondo al gusto egrande equilibrio tra acidità e sapidi-tà. Nell'insieme è un vino elegante edalle grandi occasioni. Per le suecaratteristiche organolettiche, incon-trando il saporito formaggio, metteràin risalto tutte le sue qualità >>

Euposia Aprile 2014 79

Arriva la quarta generazione! Al centro Loris Biatta con il figlio Andrea appenadiventato papà di Laura e la figlia Alice diventata

mamma, per la seconda volta, di Emma. A tutti, tanti auguri dalla redazione di “Euposia-LaRivista del Vino!

Page 82: 79 euposia

80 Euposia Aprile 2014

Un prodotto che è storia della cucina italiana declinato con le esigenze di un consumatore moderno che cerca l’alta qualità e i valori nutritivi in formati nuovi e più fruibili. Prestando attenzione anche alle necessità salutistichetesto di Enzo Russo

INNOVARE LATRADIZIONE

FOOD

<< Sono tra i salumi più venduti e conosciuti nelmondo. Gli amanti della cucina , i gourmet e ingenerale il mondo della ristorazione e del consuma-tore li conoscono bene perché nel panorama deisalumi che vengono prodotti quotidianamente sonoriusciti a conquistarsi un posto in "prima fila", siaper la qualità sia per la genuinità. Stiamo parlando

del Salumificio Fratelli Beretta, una bottega diventa-ta azienda, fondata nel 1812 a Barzanò.A distanza di più di 200 anni, è diventata una dellepiù importanti realtà nel panorama della lavorazionidelle carni suine. Il suo nome: Salumificio FratelliFratelli Beretta, è una garanzia per tutti, sia inItalia sia all'estero.

Page 83: 79 euposia

Euposia Aprile 2014 81

Questo primato, faticosamente conquistato nell'arcodegli anni è il frutto delle generazioni che si sonosuccedute che hanno scelto di proseguire sul solcotracciato dal capostipite, sempre alla ricerca dellamigliore qualità artigianale che è risultata vincente.«Nel panorama della salumeria italiana - dice ildirettore Marketing e Strategie Sabino Gravina -

negli anni 60 quando in Italia nascono i primisupermercati, Giuseppe e Vittore Beretta credononello sviluppo e crescita di questo nuovo canale divendita che preludeva ai cambiamenti di stili di vitadei consumatori che nel futuro avranno sempreminor tempo per fare la spesa. E' da qui l'idea diprodurre prodotti a libero servizio per la distribuzio-

Page 84: 79 euposia

ne moderna. Attraverso la funzione Ricerca e Sviluppo vengonocreati prodotti che corrispondano alle nuove esigenze del consu-matore moderno che non ha tempo di andare tutti i giorni dalsalumiere. Il consumatore, si rende conto che le confezioni disalumi, mantenevano intatte tutte le fragranze, le qualità e la fre-schezza di un salume appena tagliato e in più, conservati in frigo-rifero, avevano il vantaggio di mantenere inalterati sapori e pro-fumi per parecchi giorni, fino alla naturale scadenza indicata sullaconfezione. Una scelta vincente.Negli anni 70, con il nuovo stabilimento specializzato nella pro-duzione di wurstel, viene lanciato sul mercato la marca leader“Wuber”.Agli inizi del 2000, l'orizzonte del Salumificio Fratelli Beretta siamplia per venire incontro alle esigenze dei nuovi consumatoriche cercano prodotti con elevato contenuto di servizio: piattipronti e snack che fanno parte della tradizione gastronomica ita-liana».

Parliamo adesso dei piatti pronti,una grande e felice intuizione cheha inciso sulla quotidianità dimolti consumatori aiutandoli arisolvere problemi in cucina nellapreparazione di primi e secondipiatti. Cosa è cambiato?«Partendo dalle lasagne e cannel-loni al ragù, è stata creata la linea“Viva la Mamma Beretta”. Neltempo la linea si è arricchita dinuove ricette con una forte con-notazione tradizionale come lezuppe, i minestroni oppure piattifreddi come le insalate di riso odi orzo fino ad arrivare ad oggicon una gamma allargata a piat-ti etnici come la Paella Spagnola

Euposia Aprile 201482

FOOD

INFO

Salumificio Fratelli BerettaS.p.A.Via Fratelli Bandiera 1220056 Trezzo sull'Adda (Mi)Telefono 02.909851Fax 02.90985510www.berettafood.com

Sabino Gravina, direttore marketingdel Salumificio Fratelli Beretta

Page 85: 79 euposia

Euposia Aprile 2014 83

e il cous cous alla siciliana.Tutti questi piatti vengono realiz-zati da noi, dove i nostri cuochi,nutrizionisti e tecnici controllanola filiera produttiva, dalla ricercadelle materie prime, alla lavora-zione, fino alla conservazione tra-mite pastorizzazione.I tempi di sviluppo dei piattipronti sono stati particolarmenteveloci anche perché abbiamo cer-cato un partner importante el'abbiamo trovato in FleuryMichon, azienda francese leaderdei piatti pronti freschi in Franciache ci ha dato tutto il suo know-out adattandolo al gusto italia-no».«Poi ci siamo posti una domanda:Qual'è il panino, lo spuntino, lamerenda, il sostituto del pranzopiù consumato in Italia?E' sicuramente il salume: con unpanino, una piadina, dei panetticroccanti, con un toast, sullapizza, etc. Abbiamo così ideato elanciato sul mercato la nuovabrand “Zero24” con una gammadi spuntini e merende pronte consalumi.Ad esempio produciamo sand-wiches al prosciutto crudo e al

salame in una confezione condentro due mini panini pronti dagustare ma anche un altro com-pagno di gola come la PiadinaClassica e in versione mini farci-te con formaggio prosciutto cottoo crudo.Una novità, unica nel suo genere,è la “Spalmosa Zero24”, è unavera crema fresca di prosciuttocotto, ricca di sapori e pronta peressere gustata spalmata su unafetta di pane leggermente tostatoo con i grissini».«La produzione di salumi Berettasi è poi arricchita di una novità.“Frutti dei Sogni”, una lineaPremium di affettati a peso varia-bile, che nasce con l'obiettivo difornire ai veri intenditori del salu-me il meglio della tradizione dellasalumeria italiana abbinando lafreschezza di un salume tagliatoad arte al momento con la piùalta componente del servizio(confezionamento in vaschetta inatmosfera modificata), è dettatadal crescente interesse dei consu-matori per il segmento denomi-nato dagli addetti ai lavori “takeaway”, ovvero le vaschette super-trasparenti, con la marca spesso

non presente oppure quando èpresente/visibile solo in mododiscreto per meglio rappresentarel'artigianalità di un prodottoappena tagliato e imbustato diret-tamente da un salumiere delpunto vendita».

Cosa li differenzia dagli altrisalumi?

«Gli affettati della linea Frutti deiSogni sono tutti prodotti di altis-sima qualità, fette lavorate a caldo(temperatura superiore ai 0°C),selezionate e disposte a mano,con cura e attenzione, propriocome farebbe il salumiere di fidu-cia. La linea si contraddistingueanche per una forte presenza nellagamma di salumi italiani DOP eIGP tra gli altri il Prosciutto diParma, il Prosciutto San Daniele,il Salame Brianza e il SalameFelino e alcune specialità interna-zionali come il Jambon Serrano eIberico.Inoltre tutte le referenze dellagamma Frutti dei Sogni sonosenza glutine, come ben eviden-ziato in etichetta, a testimonian-za della forte attenzione del brandper queste problematiche crescen-ti» >>.

Page 86: 79 euposia

84 Euposia Aprile 2014

Antico, salutare e senza sale: è il panetoscano a lievitazione naturale,

prossimo al conseguimento delladenominazione.

di Francesca Lucchese

ASPETTANDOLA DOP

<< La ricerca storica fa risalire alMedioevo la nascita del pane toscanocon quella sua peculiarità di esseretotalmente privo di sale che lo renderàinconfondibile. Galeotta fu la famigera-ta rivalità tra Pisa e Firenze, che indussel’allora Repubblica Marinara a bloccareil commercio del sale. Il prezzo raggiun-se livelli così alti da indurre i fiorentinia privarsene totalmente, inaugurandoper sempre la produzione del panesenza sale. Il pane toscano è ancora oggi“sciocco”, perfetto per l’abbinamentocon la sapidità di molti piatti tipiciregionali. Sciocco, rustico e ad un passo dal con-seguimento della Dop. Attesa per loscorso novembre 2013, l’investituraufficiale è slittata a causa di alcuniimprevisti burocratici sopraggiunti nei

tre mesi dopo la pubblicazione inGazzetta Ufficiale. Imprevisti ostativiche hanno evidentemente allungato itempi. Ad ogni modo il processo diapprovazione è ancora in atto e il confe-rimento della denominazione è all’oriz-zonte, presumibilmente entro i prossimitre-quattro mesi. Un riconoscimentofortemente voluto dal Consorzio, costi-tuito nel 2004 con il compito di tutela-re e promuovere la qualità del PaneToscano a Lievitazione Naturale. Ilcammino intrapreso ha dei risvolti eco-nomici e commerciali non indifferenti:attualmente circa 70 agricoltori toscanicoltivano grano destinato alla Dop emolti panifici producono già il panesecondo disciplinare (ultime modifichemaggio 2012) nell’ambito del ProgettoIntegrato di Filiera “Il Pane del Grano

FOOD

Nome: Pane toscano a lievi-tazione naturale (diventeràPane Toscano Dop)Ingredienti: farina di granotenero toscano tipo “0”, lie-vito naturale, acquaForma: rettangolare, roton-daPeso: 500 g, 1 kg, 2 kgSpessore: 5-10 cmCrosta: chiaroscura, friabilee croccanteMollica: compatta e porosa,alveolata non regolareColore: dorato, nocciolachiaroProfumo: nocciola tostataSapore: sciocco (insipido)

CARTA D’IDENTITÀ

Page 87: 79 euposia

Euposia Aprile 2014 85

Page 88: 79 euposia

Toscanoprodotto inaccordo alDisciplinare pro-posto per la prote-zione comunitaria diorigine(Dop)”. Non poten-dosi ancora fregiare delprestigioso bollino, l’i-dentità del prodotto èsegnalata attraverso il mar-chio C.P.T. registrato dalConsorzio con la listadegli ingredienti. Instand by anche la GDO con alcunecatene distributive importanti comeUnicoop Tirreno, Conad e Esselungagià pronte a inserire sugli scaffali ilpane toscano a denominazione e inrampa di lancio per prospettive dimercato internazionale.Disciplinare alla mano e con la con-sulenza del direttore del ConsorzioRoberto Pardini vediamo cosa rendequesto pane così speciale da meritarel’ambita Dop.La materia prima: solo farine digrano tenero tipo “0” di produzionetoscana proveniente da semi certifica-ti italiani toscani. Qualità e tracciabi-lità sono garantite dalle procedure dicontrollo sulla coltivazione a cura delCSQA, l’ente di certificazione chemonitora l’intera filiera produttiva. I grani sono coltivati in tutta la regio-ne, soprattutto nelle aree più vocateche sono quella senese, grossetana,aretina e livornese. La miscela di grani diversi consentedi ottenere una materia prima equili-brata.Basso contenuto di glutine: il mix dicereali autoctoni toscani, in particola-re i grani antichi che non subisconoalcuna manipolazione genetica,garantisce un basso livello di proteine

e dunque di glutine a tuttovantaggio della tolle-rabilità alimentare edella digeribilità.

Il germedi grano:mentre

nei panicomuni ilgerme vieneestratto per

garantire la con-servazione e lostoccaggio delle

farine, oltre che lasua commercializza-

zione in ambito far-maceutico, nel pane

toscano il germe viene mantenutoanche dopo la molitura. Un vero eproprio concentrato di sostanzenutritive, fibre, vitamine, sali minera-li.La lievitazione: rigorosamente a pastaacida (lievito madre) per garantirequel processo comunemente chiama-to a lievitazione naturale scatenato daalmeno 15-18 microrganismi. Lapasta acida impedisce lo sviluppo dimuffe e garantisce un mantenimentodel pane nel tempo fino a tre giorni,ma c’è chi giura che anche dopo una

settimana la pagnotta sia ancora inottima forma.Salubrità: vale la pena sottolineare lanota di salubrità che contraddistingueil prodotto per le caratteristiche appe-na espresse. Interessante a questo pro-posito la sinergia del Consorzio conl’ospedale pediatrico Meyer di Firenzeche ne ha fatto un prodotto di riferi-mento e di studio. Rientra nella pro-mozione della salute anche la collabo-razione con l’Associazione dei BiologiNutrizionisti della provincia diArezzo con la fornitura del pane alleOlimpiadi della Nutrizione nellescuole.Dunque ci sono tutte le carte in rego-la e certo è che il tagliere tipico di

salumi e formaggi che trovi in ognitrattoria toscana non può prescinderedall’accompagnamento neutro e dun-que complementare di una buonafetta di pane toscano. Ma il rispettodel disciplinare di produzione e laqualità delle materie prime non sonotutto. Roberto Pardini, nella foto in alto, inprima fila per il traguardo del PaneToscano Dop, sentenzia: “Il discipli-nare non è un ricettario. Dà delleindicazioni da rispettare, ma il panepoi bisogna saperlo fare”. >>

FOOD

Euposia Aprile 201486

Page 89: 79 euposia
Page 90: 79 euposia

Glamour e understatement altempo stesso, questa è laMaremma. Charme ed emo-

zioni allo stato puro. Appartata,segreta, riservata solo a chi è sensibilealla bellezza. Una terra in parteremota e schiva dal fascino intimo diluoghi fortemente preservati.Soprattutto, una terra dove la naturasi sente ancora forte, talvolta aspra.La Maremma si racconterà e simostrerà al pubblico in una lunga tregiorni, 16-17-18 maggio con ungrande salotto open air lungo le vie ele piazze più suggestive del centrostorico di Grosseto che ne rappresen-ta un po' il cuore e la "capitale". "Passione Maremma-Wine&foodshire" per il secondo anno porta laMaremma toscana coi suoi prodottie i suoi produttori (oltre 100), masoprattutto uno stile di vita marem-mano dall'identità forte, dentro lacerchia delle possenti Mura Mediceeche racchiudono il suggestivo cuoremedievale di Grosseto fino ad allar-garsi al territorio con attività all'ariaaperta, dalla pesca al golf all'equita-zione.Pur immersi nella ruralità maremma-na il nucleo della festa si snoderàattraverso il nucleo più caratteristicodel centro storico e degli spazi piùsuggestivi di Grosseto collegati da un

percorso a tema, e al calar della luceda un percorso di luci e proiezioni sumura e facciate. Si comincerà da piazza Baccarini, lastessa del Museo Archeologico, pro-prio accanto alla riservata piazza SanFrancesco dove saranno riunite le artie l'artigianato artistico, poi si entrerànella scenografica piazza Duomo perpoi passare in piazza Dante e spostar-si infine in piazza del Sale propriosotto le Mura anche loro teatro dellafesta.Il "racconto" maremmano si dipanalungo spazi caratterizzati da un'im-pronta eco fashion attraverso imma-gini, storie, testi teatrali, musica,sapori, profumi, atmosfere che parla-no di una terra in cui natura e pre-senza umana, ruralità e storia si lega-no. Una terra infatti vocata al belloquanto al buono con prodotti eccel-lenti e vini memorabili, frutto di unaviticoltura all'avanguardia da parte diaziende di punta e in un terroir sem-pre più emergente.Eccellenze da scoprire e degustare a“Passione Maremma Wine&Foodshire” attraverso "wine tasting","classi del gusto", "cooking show"animati e coordinati da PaoloMassobrio. Il racconto itinerante dei profumi e

sapori di Maremma, oppure le dimo-strazioni e le degustazioni: dal pesceai più tipici prodotti maremmanipreparati sul posto secondo ricette ditradizione. Una Maremma da assaporare anche acasa facendo shopping nelle tantebotteghe del centro storico che inquesti tre giorni presenteranno vetri-ne speciali a tema Maremma. Cosìcome fin di buon mattino si potràseguire un percorso del gustomaremmano nei caffè e nei ristorantidel centro che proporranno colazionie menù maremmani e carte dei vinidel territorio. Dalla schiaccia coi friccioli all'acquacotta.All'interno della manifestazioneentro aree suddivise in Wine, Food,Art saranno gli stessi produttori araccontare la qualità, il lavoro che c'èdietro l'eccellenza. Gli artigiani delgusto come quelli delle arti, i pesca-tori come i butteri o gli allevatori. Imaestri d'ascia, i maniscalchi o glistylist che realizzano esclusivamentecapi di sartoria maremmana. Salotto nel salotto infatti il "fumoir"su piazza San Francesco dove la star èil sigaro toscano accompagnato dadistillati e vini da dessert.Degustazioni, percorsi guidati, ama-bili conversazioni a tema.

Euposia Aprile 201488

N e w sMAREMMA: WINE & FOOD SHIRE DAL 16 MAGGIO

Page 91: 79 euposia
Page 92: 79 euposia

Bollicine e spumanti Italianisulla cresta dell'onda.L’Osve, l’Ossevatorio eco-

nomico sui vini effervescenti, hareso noti i dati a fine 2013 relati-vi al mercato degli sparklingwines tricolori.La produzione annua è stata di434 milioni di bottiglie con unvalore all'origine di 735 milionidi euro.La crescita dei volumi è stata del9,1%. Per il solo export ancorameglio: volumi a +11,5% e valore+16% rispetto al 2012.Consumi totali stimati a419.960.000 bottiglie di cui397.250.000 di bottiglie di meto-do italiano e 22.710.000 di meto-do tradizionale, ancora per il92% consumato tutto in Italia etroppo legato alla "regionalità".277,6 milioni di bottiglie sonostate stappate all'estero (in 78Paesi) e 142,4 milioni sono stateconsumate in Italia.Giro d'affari al consumo totalestimato di 3,071 miliardi di euro.Al consumo, il valore di una bot-tiglia è in crescita anche del 18-20% in alcuni Paesi, a significarela crescita dell'appeal del binomiobollicine-Italia nel mondo, conuna identità nazionale concentra-ta sulla tipologia di vino aromati-co.Il mondo Prosecco(Valdobbiadene, Conegliano,Cartizze, Asolo, Prosecco Doc,Glera) incide per due bottiglieogni tre. 307 milioni di bottigliecontro 304, per la prima volta laPiramide Prosecco supera ilMondo Champagne.Il mercato italiano si presentabloccato, infedele, discontinuo,

ma nonancora matu-ro.Eccessivo ildistacco fraproduttore econsumatore:la complessadifficoltàdella doman-da imponepiù elasticitàdi metodid'offerta.Il consumonazionale,per il terzoanno conse-cutivo regredi-sce, -8,1 milio-ni di bottiglie(il 6,2%) intotale, com-preso 3,7milioni di bottiglie importate(Champagne e Cava).Le bollicine nazionali hanno con-tribuito (per prezzo, qualità eimmagine) a sostituire i viniimportati.ispetto al 2012, il dato generaledel consumo in Italia è a -1,8%;mentre il valore al consumo regi-stra un +0,5%. Un calo volumi2013 più contenuto rispetto aldivario fra 2011 e 2012 che avevafatto registrare un -2,7%, ma nonsi può parlare di inversione ditendenza.In 3 anni l'horeca ha fatto regi-strare un calo di consumi di bolli-cine del 11%, soprattutto per leetichette con prezzi intermedi.Tengono i marchi più noti e dialto valore.Nella grande distribuzione si

riscontra una certa stabilità deivolumi, un leggero calo delleHigh Tags, crescono leggermentei volumi dei primi prezzi, il fattu-rato tiene o cresce leggermente aseconda delle insegne.«Il mercato nazionale ha bisognodi una nuova programmazione dimarketing e strategia lungo perio-do: più promozione commercialee contatto diretto con il consu-matore finale per crescita dei con-sumi. Il supporto conoscitivo eformativo fanno parte del mix divendita: queste azioni devonoessere più localizzate, soggettive eprivate, con inviti a toccare conmano, in fase di contrazione,discontinuità» sottolineaGiampietro Comolli (nella foto)presidente dell’Osservatorio eco-nomico vini effervescenti.

Vendute poco meno di 420 milionidi bottiglie di cui soltanto 22

di metodo classico

Euposia Aprile 201490

N e w sSPUMANTI ITALIANI: NEL 2013 PRODOTTE 434

MILIONI DI BOTTIGLIE

Page 93: 79 euposia
Page 94: 79 euposia

Santa Margherita torna al Vinitaly con un nuovovino, figlio della tradizione enologica della cantinadi Fossalta di Portogruaro.

Era il 1952 quando venne presentato il primo vinospumante da vitigno Glera ed era il 1986 quando suimercati debuttò il Müller Thurgau frizzante: due viniimmediatamente apprezzati in tutto ilmondo.Oggi, a distanza di quattro decadi,Müller Thurgau e Glera si fondonoassieme per dar vita ad un nuovo spu-mante charmat secco che va a risponde-re ad una domanda crescente di viniinnovativi, ma ricchi di storia e tradizio-ne, affiancandosi ai "fratelli maggiori"monovitigno.Il blend originale delle due uve, infatti,racconta molta della storia di SantaMargherita: il Müller Thurgau provieneda vigneti posti sulle pendici delleDolomiti fra i 400 ed i 600 metri d'altez-za; la Glera, invece, dalle colline dellaMarca Trevigiana. La vinificazione è inbianco, separatamente, con spremiturasoffice delle uve. Dopo la prima fermentazione, avvie-ne l'assemblaggio con la secondafermentazione, a temperatura con-trollata, e la "presa di spuma".La ricchezza e l'originalità delblend - la delicata aromaticitàdel Müller Thurgau e la flo-realità e la consistenza delfrutto della Glera - si perce-pisce nettamente al bicchiere:il brillante color giallo paglie-rino e uno scoppiettante per-lage anticipano una imme-diata esplosione di profumidai richiami floreali e diagrumi ravvivati da piacevolinote di erbe di campo e offi-cinali. In bocca si confermal'impressione di vivacità evitalità avvertita al naso gra-zie a una sensazione gustativa"croccante" e una freschezzavibrante che prolunga nelfinale le note aromatiche.

Euposia Aprile 201492

SANTA MARGHERITA: DEBUTTA IL MULLER-GLERA

Rarità di Cantina Terlano: riflettoripuntati sul Pinot Bianco

Come da tradizione, al finire dell'in-verno Cantina Terlano presenta ilsuo vino rarità, prodotto in quan-

tità molto limitate. Quest'anno la scelta ècaduta sul Pinot Bianco 2002 che debut-terà ufficialmente in occasione delle duefiere specializzare “ProWein” diDüsseldorf e “Vinitaly” di Verona (dal 6al 9 aprile).Il vino rarità è il simbolo per eccellenzadella straordinaria longevità dei vini diTerlano: «In un primo momento i vinifermentano in grandi botti di legnoper circa un anno e poi proseguonola lunga maturazione su lieviti finiin fusti d'acciaio da 2.500 litri.Seguono poi l'imbottigliamento el'invecchiamento in bottiglia perun altro anno in modo da per-mettere ai vini di raggiungere lacompleta maturazione» così l'e-nologo Rudi Kofler spiega le

impegnative fasi di produzionedella rarità. Questo particola-

re metodo si deve allo stori-co cantiniere SebastianStocker che, ispirandosiai francesi, iniziò ad affi-nare i vini sui lieviti pertempi molto più lun-ghi. Attualmente sono 15 i vini bianchi di diverse varie-tà in affinamento nei piccoli fusti d'acciaio conannate che vanno indietro nel tempo fino al 1979 .«Per il 2014 abbiamo deciso di mettere sul merca-to, come rarità, il nostro Pinot Bianco 2002,un'annata che a Terlano è stata caratterizzata dauna resa piuttosto limitata ma eccezionale dalpunto di vista qualitativo - ricorda Kofler - .Il vinoresenta una notevole struttura con note speziate edaromi particolarmente penetranti e delicati chesaranno in grado di esprimersi al meglio nel giro diqualche anno». In totale saranno solo 3.330 le bot-tiglie del vino rarità di Cantina Terlano in vendita.

N e w s

Page 95: 79 euposia

Nel 2013, sesto anno di crisi economica, gli ita-liani hanno bevuto meno vino in quantità,cercando contemporaneamente sia la qualità

che il risparmio. Si sono orientati sulle bottiglie “doc”ed hanno iniziato ad apprezzare il vino biologico, masi sono spostati anche su formati meno costosi comequello del vino da tavola ed il vino con la marca deldistributore, cioè del supermercato stesso.I vini bianchi crescono più dei rossi ed i frizzantivanno meglio dei fermi; spumante italiano e proseccosono sempre più acquistati. Questo il quadro emergedalla ricerca svolta dall’IRI per Vinitaly 2014 sulle ven-dite di vino nei supermercati, un canale che distribui-sce circa il 63% del vino.La grande distribuzione ha venduto, nel 2013, 517milioni di litri di vino confezionato per un valore di 1miliardo e mezzo di euro, con una sensibile flessionein volume del 6,5% rispetto all’anno precedente (nel2012 era stata del 3,6%), certamente condizionata dalsensibile aumento dei prezzi: + 10,2% al litro, tantoche le vendite in valore fanno segnare un + 3,1% .Il formato più venduto nel 2013 rimane quello dellebottiglie da 75cl a denominazione d’origine (Doc,Docg e Igt) che nel 2013 ha fatto registrare un volumedi oltre 213 milioni di litri per un valore di quasi 1miliardo di euro. Questo formato ha subito nel 2013una flessione del 3,2%, calo sensibile ma pur sempreminore del - 3,5% del 2012, risultato più apprezzabilese si considera l’aumento di prezzo del 5,6% in unanno che ha portato il prezzo medio della bottiglia a4,5 euro.Il formato che presenta invece un drastico calo è quel-lo del vino in brik, le cui vendite scendono nel 2013del 9,4%, influenzate da un aumento di prezzo del20,5%. Resiste invece il tradizionale vino da tavola inbottiglia da 75cl, sostanzialmente stabile con una lieveflessione a volume dello 0,3%, che diviene di fatto ilformato più performante del 2013.Sul fronte della ricerca della qualità da parte dei consu-matori, va segnalata la crescita del 4% in volume dellevendite di vini biologici nei supermercati, con 1 milio-ne di litri venduti per un valore di 5 milioni di euro.Qualità a prezzo contenuto sembra essere il segreto delsuccesso dei vini a marca del distributore (o marca pri-vata), dunque commercializzati direttamente dalleinsegne della grande distribuzione spesso con marchi

di fantasia, che nel solo comparto delle bottiglie a 75clvende quasi 16 milioni di litri e tiene le posizioni,nonostante la crisi dei consumi.Da sottolineare infine le vendite del vino “bag in box”,cioè di quelle confezioni da 3 litri di vino conservatosenza ossigeno spillabile dal rubinetto: nel 2013 sonostati venduti 9 milioni di litri per 15 milioni di euro.Nonostante una flessione del 3,1% in volume nel2013, diversi esperti ritengono che il futuro di questoformato potrebbe essere roseo per la sua evidente prati-cità.

E quali sono i vini più amati dagli italiani? La classificaelaborata da IRI per Vinitaly 2014 presenta delle con-ferme con interessanti sorprese se si analizzano i tassidi crescita.I vini più venduti in assoluto sono: Chianti,Lambrusco, Vermentino, Barbera, Bonarda,Montepulciano d’Abruzzo, Nero d’Avola, MullerThurgau, Morellino, Dolcetto.Tra i vini emergenti, cioè quelli con il maggiore tassodi crescita troviamo il sorprendente exploit delPignoletto e del Cannonau, il primo sospinto da unapresenza sempre maggiore sugli scaffali di tutta Italiaed il secondo favorito anche da una considerevolespinta promozionale. In questa particolare classificatroviamo anche il Prosecco, il Vermentino (che non acaso compare nella top ten dei vini più venduti inassoluto), il Pecorino, l’Aglianico e altri.Un primo commento all’andamento del mercato nel2013 viene dall’IRI e da Federdistribuzione.«Negli ultimi mesi del 2013 abbiamo assistito a un ral-lentamento nel calo delle vendite di vino – ha spiegatoVirgilio Romano, Client Service Director IRI - che cifa ben sperare per l’anno in corso. Nel 2013 abbiamoscontato anche una delle vendemmie meno generosedegli ultimi anni (quella del 2012) che ha causato unaumento dei prezzi che riversato sul prodotto ha note-volmente rallentato gli acquisti. Inoltre sta cambiandoil comportamento dei consumatori: non hanno unatteggiamento passivo e di fronte alle variazioni neiprezzi cercano di mantenere il proprio carrello dellaspesa sui livelli dell’anno precedente, attraverso sceltesempre più attente e oculate».Analisi condivisa da Federdistribuzione il cui rappre-sentante a Vinitaly 2014, Alberto Miraglia, Direttore

Euposia Aprile 201493

N e w sSESTO ANNO DI CRISI: IL VINO NELLA GDO CRESCE

SOLO IN VIRTÙ DEL PREZZO

Page 96: 79 euposia

Euposia Aprile 2014 94

Marketing di Auchan, fornisce indicazioni per ilmercato nazionale e quello estero: «Difronte allacrisi, le imprese della grande distribuzione hannoincrementato la leva promozionale, fino al 51,3%registrato nel 2013 sulle bottiglie doc; ma oltre nonsi può andare perché i margini sono già troppoerosi. Cercheremo quindi di diversificare, puntandoancor di più sulla marca del distributore, dandoattenzione a produzioni come quella del vino biolo-gico e sviluppando ulteriormente la presenza di pic-coli produttori legati al territorio».«Poi c’è il discorso dell’export – prosegue Miraglia -

ci sono insegne che portano il vino italiano nei pro-pri punti vendita internazionali, promuovendolocon manifestazioni specifiche o inserendolo regolar-mente nell’assortimento; altre che favoriscono ilprodotto nazionale sfruttando rapporti consociativicon catene distributive estere, incentivando rapportidiretti tra grande distribuzione straniera e cantineitaliane, indicando cantine e prodotti interessanti dainserire nelle linee di vino di marca del distributoredell’insegna estera. Si delinea così uno scenario sem-pre più interessante per le cantine italiane, anche dimedie proporzioni».

Liguria 16.8% Bonarda Barbera Lambrusco 

Lombardia 16.6% Barbera Lambrusco Bonarda

Piemonte 16.5% Barbera Dolcetto Bonarda

Emilia Romagna 25.7% Lambrusco Sangiovese Pignoletto

Veneto 13.8% Merlot Cabernet Lambrusco

Friuli V.G. 13.5% Merlot Cabernet Friulano

Trentino A.A. 18.2% Teroldego Merlot Marzemino

Lazio 8.5% Chianti Montepulciano d’A. Vermentino

Toscana 12.8% Chianti Morellino Sangiovese

Umbria 14.3% Trebbiano Sangiovese Montepulciano d’A.

Sardegna 23.0% Cannonau Vermentino Monica di Sardegna

Marche 17.6% Verdicchio Trebbiano Passerina

Sicilia 13.3% Nero d’Avola Syrah Alcamo

Puglia 8.1% Sangiovese Primitivo Negroamaro

Campania 15.8% Solocapa Aglianico Lambrusco

Abruzzo-Molise 25.2% Montepulciano d’A. Trebbiano Pecorino

Basilicata-Calabria 22.1% Ciro’ Nero d’Avola Aglianico

PRIME TRE TIPOLOGIE DI VINO VENDUTE PER REGIONE E LORO QUOTA IN VOLUME(Fonte Infoscan-Census al2912/2013)

N e w s

Page 97: 79 euposia

RICEVI DIRETTAMENTE A CASA TUA

L’INFORMAZIONE DI QUALITÀ

SUL “BERE BENE”DA TUTTO IL MONDO

CAMPAGNA ABBONAMENTI 2014

6 NUMERI/ANNO A EURO 25,00 CON UNO SCONTO

DEL 16% SUL PREZZO DI COPERTINA

VERSAMENTO SUL C.C.P. 69851053 INTESTATO A

CONTESTO EDITORE SCARL

VIA P.FRATTINI 337121 VERONA

TUTTI I GIORNI NEWS E DEGUSTAZIONI SUI NOSTRI QUOTIDIANI ON LINE:

www.euposia.it

www.italianwinejournal.com

Facebook.com/Winechallenge Euposia

Malbec Day Italia

Italianwinejournal

Page 98: 79 euposia

Che il vino si conservassemeglio in cantina piuttostoche in appartamento già si

sapeva. Ma ora dalla FondazioneEdmund Mach arriva un'impor-tante conferma scientifica chespiega perché e quanto l'età chi-mica cambia nei diversi ambientifacendo scoprire inaspettate rea-zioni e nuovi composti.Stando alla ricerca, intitolata“L'influenza della conservazionesull'età chimica dei vini rossi” epubblicata in questi giorni sullarivista Metabolomics, nella tipicaconservazione domestica l'età chi-mica del vino accelera di benquattro volte: molte decine dicomposti cambiano concentrazio-ne partecipando a reazioni indottedalla temperatura.In particolare la conservazionedomestica induce la formazione dicomposti, mai osservati prima,che nascono dall'unione tra i tan-nini e l'anidride solforosa, e unaclasse di pigmenti del vino, deno-minata “pinotine”, che fa evolvereil colore del vino verso toni piùaranciati. Aumentandone, appun-to, l'età chimica.La ricerca, svolta all'interno delprogetto Qualità alimentare e fun-zionale “Qualifu” finanziato dalMinistero per le Politiche Agricoleha permesso di seguire per dueanni l'evoluzione di 400 bottigliedi Sangiovese, vino tipicamenteda invecchiamento, conservato invetro scuro con tappo di sugheronaturale.Duecento bottiglie sono state col-locate nella cantina aziendale dellaFondazione Mach, ad una tempe-ratura costante tra i 15 e i 17gradi e con umidità del 70 per

cento; le altre duecento sono state

collocate in condizioni simulantila conservazione domestica, albuio, con una temperatura oscil-lante, secondo le stagioni, tra 20 e27 gradi.I vini sono stati campionati ognisei mesi.La ricerca si è svolta nei laboratoridi metabolomica dotati di stru-menti che consentono di misurarecontemporaneamente l'evoluzionedi circa un migliaio di compostipresenti nel vino, e si è avvalsadella collaborazione delle cantine(sia sperimentale che aziendale)della Fondazione Mach.«Sei mesi in appartamento fannoraggiungere al vino una età chimi-ca che corrisponde ad un affina-mento di due anni nelle condizio-ni ideali di cantina - spiega FulvioMattivi, nella foto in questa pagi-

na, coordinatore delDipartimento qualità alimentare enutrizione, e autore della pubbli-cazione -. Produttori, ristoratori,enoteche e distributori dovrebberoverificare se i loro locali siano ido-nei alla conservazione ottimale deivini, specie nei mesi caldi, e incaso contrario valutare quale sia laconservazione massima da nonsuperare, se queste condizioniideali non possono essere assicura-te. Bastano infatti pochi gradi inpiù per rendere un locale non ido-neo ad una conservazione prolun-gata».Durante la conservazione si verifi-cano numerose reazioni chimichela cui velocità è indotta dalla tem-peratura. Nel vino conservato inambiente domestico la colorazio-ne diventa più aranciata e l'ani-dride solforosa, conservante pre-sente in tracce nei vini, si combi-na con il tannino formando unaclasse di composti, mai osservataprima, di derivati solfonati dicatechine e procianidine, favoren-do un precoce invecchiamento delvino.

Un altro dato interessante emersodalla ricerca è che, per quantoriguarda i composti di valenzasalutistica, in due anni gli antocia-ni (ossia i pigmenti rossi estrattidall'uva) sono diminuiti nell'ordi-ne del 30 per cento in cantina edell'80 per cento in ambientedomestico.La temperatura induce l'idrolisidei flavonoli glicosidi, in partico-lare dei derivati della quercetina, eporta alla diminuzione di svariaticomposti, tra cui l'acido pantote-nico (vitamina B5).

Euposia Aprile 201498

CONSERVAZIONE DEL VINO: UNA RICERCA SPIEGAPERCHÉ IN CASA “INVECCHIA” PIÙ IN FRETTA

N e w s

Page 99: 79 euposia

S P E C I A L E P R O W E I N

Pag. 88 Consorzio Lessini Durello Docpag. 90 Ronchi di Ciallapag. 92 Cantine SangroPag. 95 Cantine SaputiPag. 96 Fattoria di Magliano

e Birrificio Brutonpag. 98 Santa Sofiapag. 100 Cantine Coppola 1489pag. 103 Mazziottipag. 104 Tenute Polvaropag. 107 Foss MaraiPag. 108 Castello delle ReginePag. 109 FalezzePag. 110 Cave du Vin blanc de Morgex et

La Salle

Pag. 111 San Salvatore 1988Pag. 112 La Collina dei CiliegiPag. 113 CostaripaPag. 114 Acqua MorelliPag. 115 Antiche VignePag. 117 RossobastardoPag. 118 Agricola VallecamonicaPag. 121 Bosio FranciacortaPag. 122 Fattoria DianellaPag. 123 AgripunicaPag. 124 Marchesi de’ CordanoPag. 125 SerracavalloPag. 126 Terre di CosenzaPag. 127 Terre Nobili

IL SOMMARIO

STAND DEUTSCHLAND SOMMELIER ASSOCIATION- EUPOSIA

HALLE 3 STAND 3N65

In collaborazione con:

Page 100: 79 euposia
Page 101: 79 euposia
Page 102: 79 euposia
Page 103: 79 euposia
Page 104: 79 euposia
Page 105: 79 euposia

L'Azienda AgricolaMazziotti fu fondata nel1900 da Gerardo

Mazziotti.Il figlio Italo ne raccolse l'ereditàe diede ulteriore impulso sia allacantina che al prodotto. A lui sideve l'impianto del vigneto spe-cializzato dal quale si ricavanoancora oggi le uve utilizzate dal-l'azienda. Dalla scomparsa diItalo Mazziotti la figlia Flaminiane ha proseguito l'opera nelrispetto della tradizione familia-re. Recentemente a Flaminia si èaffiancata la figlia ValeriaLaurenzi.L'Azienda ha una superficie com-plessiva di circa 85 ha. Il vignetodi circa 30 ha è costituito da ter-reno vulcanico sciolto con pocoscheletro, ricco di potassio efosforo ed è situato in una zonacollinare, circondata da boschiche contribuiscono a creare unfavorevole microclima.Le uve utilizzate dall'aziendaprovengono esclusivamente datale vigneto. Queste le note caratteristiche ditre dei più rinomati vini diMazziotti.

EST!EST!!EST!!!Vino bianco D.O.C. "Est! Est!!Est!!! di Montefiascone -Classico"Uvaggio:Malvasia bianca, 15%; Procanico, 65%; Rossetto, 20% Raccolta manuale in cassetteforate da KG 15 cad.Pressatura diretta e selezionedelle differenti frazioni di mosto.Illimpidimento statico e separa-zione dei fondi. Aggiunta di lievitiselezionati. Fermentazione alcoli-ca termocontrollata in acciaioinox (una settimana circa).

Affinamento in acciaio inox "surlies" e sospensione settimanaledelle fecce. Stabilizzazione tarta-rica a freddo nel mese di gen-naio.

CANULEIOVino bianco I.G.P. Lazio. Uvaggio: Chardonnay, 60%,Sauvignon, 20%; MalvasiaBianca, 20%Raccolta manuale in cassetteforate da KG 15 cad.Pressatura diretta ed utilizzo delsolo mosto fiore. Illimpidimentostatico e separazione dei fondi.Aggiunta di lieviti selezionati.Fermentazione alcolica termo-controllata in acciaio inox (unasettimana circa). La fermentazio-ne malolattica è impedita con

mezzi fisici. Affinamento inacciaio inox "sur lies" e sospen-sione settimanale delle fecce.Stabilizzazione tartarica a freddonel mese di gennaio.Assemblaggio ed imbottiglia-mento nel mese di febbraio.

MERLOTI.G.P. Lazio "Merlot". Uvaggio: Merlot in purezzaRaccolta manuale in cassetteforate da KG 15 cad.Diraspa-pigiatura delle uve emacerazione a freddo per 12-18ore. Aggiunta di lieviti seleziona-ti. Fermentazione alcolica termo-controllata e macerazione dipost-fermentazione di qualchegiorno. Svinatura e pressaturesoffice delle vinacce.Fermentazione malolattica inacciaio. Affinamento del vino inacciaio inox fino alla primaverasuccessiva.Assemblaggio e imbottigliamen-to durante la primavera successi-va alla vendemmia.

Az.Agr. MazziottiVia Cassia km 11001023 Bolsena (VT)Tel. +39 06 44291377FAx. +39 06 [email protected]

MAZZIOTTI, VIGNETO DI FAMIGLIA

P r o w e i n

Euposia Aprile 2014 103

Page 106: 79 euposia

La storia della Tenuta Polvaro risale al 1681,quando la nobile famiglia veneziana dei Polvaroacquistò dalla Serenissima Repubblica di

Venezia un immenso bosco, edificando poi la casapadronale e la cappella.La famiglia De Zan Candoni ha riportato questomeraviglioso borgo ed i suoi terreni agli antichisplendori, rispettando appieno e valorizzando lecaratteristiche naturali del territorio e i canoni del-l'architettura seicentesca.IL TERRITORIOLa zona di produzione si trova in Veneto all'internodella famosa area vinicola del Lison Pramaggiore.L'eccelsa qualità dei vini Polvaro è dovuta alla natu-ra argillosa del terreno, al clima mite, alle piùmoderne tecniche di vinificazione e al supporto diuno staff di enologi e di agronomi esperti e appas-sionati.La tenuta comprende oltre 70 ettari di vigneti conuna produzione concentrata sui vini tipici D.O.C. delLison Pramaggiore tra cui: Pinot Grigio, Verduzzo,Cabernet Sauvignon, Merlot e Prosecco.Di particolare rilevanza troviamo il Lison ClassicoD.O.C.G. (Friulano), prodotto autoctono che rappre-senta il fiore all'occhiello della produzione, assiemeai due uvaggi Polvaro Nero e Oro.L'AZIENDATra i vini commercializzati dalla famiglia Candoni DeZan c'è anche il marchio Candoni, esportato neiprincipali mercati internazionali. Una linea  estrema-mente  artistica, caratterizzata da bottiglie decoratecon riproduzioni serigrafiche di antichi affreschi etru-schi, resi però attuali e contemporanei dalla sceltadei colori e da una grafica incisiva e pulita. Oltre allaqualità, l'azienda si contraddistingue per l'incessan-tericerca di un miglioramento e per la grande flessibili-tà commerciale.Caratteristica questa fondamentale per poter affron-

tare con la massima competitività il mercato attuale,dinamico e in continuo cambiamento. 

TENUTA POLVAROVia Polvaro, 3530020 Annone Veneto - Venice — ITATel. +39 0421 281023Fax +39 0421 [email protected]

TENUTA POLVARO, VINO DAL 1681

P r o w e i n

Euposia Aprile 2014104

Page 107: 79 euposia

Dalle profondità del Lago d’Iseo

SIAMO PRESENTI AL PROWEN: STAND DESA HALLE3N65

Page 108: 79 euposia
Page 109: 79 euposia
Page 110: 79 euposia

Foss Marai nasce nelVeneto, a Guia, nel cuoredi Valdobbiadene.

L’azienda di proprietà dellafamiglia Carlo Biasiotto è tra lepoche che possono vantareantenati che già nel Settecentopossedevano tredici ettari diterreno vitati a “Prosecco”.Oggi è il presidente e insiemea lui c’è la moglie Adriana e ifigli Andrea, Cristiana eUmberto.L’anno 1986 vede la nascita e

la registrazione del marchioFoss Marai, naturale sviluppodi un’attività vitivinicola chetrae le sue origini nel territoriodi Valdobbiadene agli inizi del’700.Parlare oggi di Foss Marai nelpanorama italiano degli spu-manti è innanzitutto parlaredella famiglia di CarloBiasiotto.Qualità del territorio da cuiprovengono le uve lavorate, ilValdobbiadenese, la costantericerca e sviluppo del prodot-to, un servizio di alta qualità alcliente, un rapporto ottimaletra qualità e prezzo, un’atten-zione particolare al packaginggradevole e connaturato con itempi: questa la “mission” diCarlo ed Adriana e dei figliAndrea, Cristiana, e Umberto.

La qualità del territorio da cuiprovengono le uve, la costantericerca della qualità del pro-dotto danno il significato del-l’eccellenza, che non è qualco-sa di lontano e inaccessibile,ma è un concetto pratico inFoss Marai. Innamorarsi delterritorio è l’inizio del percorsointrapreso dall’azienda, l’iniziodel viaggio, con la consapevo-lezza, appunto, che tutto parteda qui, punto d’incontro tra

passato e presente.E poi raccogliere evalorizzare in cantinasenza mai tradire illavoro ottenuto invigna, ovvero la cultu-ra della tradizione simodella con la ricercae la tecnologia. Un lavoro attentoaffrontato senza com-promessi nel cercaresempre la qualità. Un viaggio, un andareche negli anni ha por-tato Foss Marai ed isuoi spumanti nell’es-sere considerati “eccellenze italiane nelmondo”.Impegni internazionaliattendono l’azienda,per sempre di piùessere ambasciatrice

di un prodotto italiano ricono-sciuto ed apprezzato nelmondo.

FOSS MARAIStrada di Guia 109Guia di Valdobbiadene (Treviso)31049 ITALIATel. +39 0423 900 560 Fax. +39 0423 900 570Infoline: +39 0423 900 560Email: [email protected]

FOSS MARAI, TRADIZIONE SECOLARE

P r o w e i n

Page 111: 79 euposia

Ci sono luoghi che hanno una forte identità ,legati a spazi, forme, tradizioni ed azioni che siripetono nei secoli. E' questo il caso de  “il

Castello delle  Regine”, in Umbria, le cui morbidecolline a perdita d'occhio vedono ripetersi dal 1500i tempi e le attività umane per coltivare, potare, rac-cogliere e trasformare i prodotti. Gli ulivi, spesso glistessi piantati 5 secoli fa, le vigne, alcune vecchie di50 anni, l'allevamento di Chianina, gli orti , le fore-ste, i pascoli contribuiscono a creare un'atmosferasenza tempo eppure contemporanea nel mosaicodelle tante attività.La proprietà si estende per  .400 ettari attorno allafortificazione denominata Castelluccio Amerino chedomina la vallata geograficamente indicata come "LeRegine" tra i comuni di Narni ed Amelia, splendidiborghi di antica storia etrusca, romana e medioevale.La costruzione faceva parte della linea di fortificazio-ni edificate in luoghi strategici a controllo delle valliumbre da sempre percorse per raggiungere Romadal nord.Dal 1500' i possedimenti e i terreni sono stati feudodi diverse famiglie patrizie del luogo, subendone lealterne vicende,  finché l'attuale proprietà ha ricosti-tuito ed ampliato l'azienda, ripristinandone l'anticavocazione alla cultura della vite e dell'ulivo e puntan-do ad ottenere produzioni di massima qualità nelcompleto rispetto dell'ambiente. La filosofia è " ilmiglior vino dalla migliore terra", assicurando cheogni passaggio, dalla produzione dell'uva alla vinifi-cazione, impieghi tecniche naturali. La raccolta vienefatta a manoI boschi lussureggianti ,a prevalenza querce e lecci, siestendono per circa 200 ha., circondando le vigne egli uliveti; essi costituiscono fonte preziosa di ossige-no per l'ambiente e creano lo speciale microclimache assicura una forte escursione termica fra il gior-no e la notte, fattore importante per la perfettamaturazione delle uve.Sempre nei boschi trovano rifugio ed alimento glianimali da penna ed i cinghiali.I terreni, con prevalenza di sabbia ed argilla, sonoricchi e fertili e danno prodotti che sono compiutaespressione di questa porzione di Umbria: i vinihanno suggestioni aromatiche e strutture robusteche sono rese eleganti da lunghi affinamenti in botti-glia.Gli 8000 ulivi producono olio pregiato e gli orti e igiardini di erbe odorose forniscono le materie prime

per le ricette proposte dal ristorante, dove tutto quelche viene servito è prodotto in azienda, così come lesucculente carni di Chianina e Cinta senese.Le antiche case dei contadini sono state ristrutturateper ospitare i visitatori coinvolgendoli in questo spa-zio dello spirito , ricco di sostanza e di emozioni.www.castellodelleregine.com

CASTELLO DELLE REGINE, PANORAMI CON GUSTO

P r o w e i n

Euposia Aprile 2014108

Page 112: 79 euposia

Luca Anselmi è il titolaredella azienda Falezze.L'azienda Falezze è la con-

tinuazione "naturale" di unalunga tradizione familiare diproduttori di uva Valpolicella eAmarone che dura da tre gene-razioni. Quando circa 6 anni fa il titola-re fini gli studi universitari dibiologia specializzandosi (nel-l'ultimo anno) nel ramo dellamicrobiologia enologica, havoluto successivamente iniziarela sua più grande passionecioè trasformare le proprie uvein vino per cercare di racconta-re un grande territorio (Falezze)in un bicchiere di vino.L'azienda azienda Falezze èuna piccola cantina radicatanel suo territorio da cui prendeil nome. Infatti la essa vinificauna selezione accurata di uveprovenienti solo da questazona e produce ogni anno unaquantità limitata di bottiglie(attorno le 10.000) di alta qua-lità tra Amarone della valpoli-cella, Ripasso e ValpolicellaSuperiore. Nella zona Falezze sono colti-vate in prevalenza solo vignevecchie tra i 40 e gli 80 anni,tra le più antiche della zona. I loro tralci e loro radici sonoall’interno di un terreno e di unmicroclima molto particolare,condizionandone profonda-mente l'uva che ne produce.Infatti il terreno è povero disostanze nutrienti ma ricco dimicroelementi che poi ritrovia-mo inconfondibilmente nelvino. Inoltre è un terreno fresco, conun’esposizione particolare(riceve la maggioranza dei raggi

del sole nel pomeriggio-sera),ed è ubicato in collina, gli sbal-zi termici tra giorno e nottesono più elevati rispetto agliappezzamenti limitrofi e questaparticolare caratteristica aiutal’acidità e il pH del vino diven-tando un fattore indispensabileper produrre degli Amaroni dilunga durata.Tutte le pratiche agronomichesono seguite personalmentedalla famiglia (in particolaredal padre).

Tutte queste caratteristiche siritrovano in maniera inconfon-dibile nel vino Falezze.Inoltre ogni prodotto Falezzeviene seguito dalla pittriceSofia Kherkeladze, il suo toccod’artista fanno di ogni bottigliauna piccola ma grande operad’arte.

AZ. AGR. FALEZZELoc. Pigno n. 1Illasi (Vr)37031Illasi (Vr) Italy

FALEZZE, CULTURA DEL VINO DA TRE GENERAZIONI

P r o w e i n

Euposia Aprile 2014 109

Page 113: 79 euposia

Nell'ultimo tratto della Valle d'Aosta, laValdigne, la vite non abbandona l'uomo e siinnalza fino a raggiungere i 1250 metri di alti-

tudine. La zona di coltivazione si estende nei terreni, lungola sinistra orografica della Dora Baltea ai piedi deighiacciai del Monte Bianco. Qui nasce il Blanc de Morgex et de La Salle risultatodella vinificazione del Prié Blanc, vitigno autoctonoallevato ancora oggi franco di piede, nelle sue diversiversioni partendo dal fermo tradizionale arrivandoalla creazione delle bollicine di un metodo classicounico e originale. La cooperativa si impone il lavoro nel pieno delrispetto del “terroir du mont blanc” fantasia e tecni-ca consentono alla creatività dei soci conferitori,orgogliosi e amanti dei loro piccoli vigneti, di espri-mersi appieno sostenuti da rigorosi protocolli enolo-gici supportati da una continua ed infinita ricerca.Espressioni varietali derivati dal connubio di diversiceppi di lievito e aromi tipici trovano la loro massimapotenzialità nella vinificazione in acciaio inox.La produzione di metodo classico nata come speri-mentazione è oggi arrivata all'obiettivo di diffonderel'espressione di bollicine autoctone inimitabili in unmercato dove oggi la tipicità è un punto di forza fon-damentale. Proprietari che ancora nei tempi odierni lavoranocon passione e tradizione ben consapevoli di esserela base solida della struttura produttiva e divulgatori

dell'espressione di un terroir dove laviticoltura moderna risulta essere strettamente lega-ta all'eroico lavoro dei vignerons di una volta.

CAVE DU VIN BLANC DE MORGEX ET DE LA SALLESoc. Coop.Chemin des Iles, 31La Ruine 1017 Morgex (Ao)Tel. 0165.800331Fax [email protected]

LA VITICOLTURA EROICA DEI VIGNERONSDELLA CAVE DU VIN BLANC DE MORGEX ET LA SALLE

P r o w e i n

Euposia Aprile 2014110

Page 114: 79 euposia

L’Azienda Agricola SanSalvatore nasce nel cuoredel Parco Nazionale del

Cilento, in una terra antica,ricca di storia e tradizione, maitoccata dall’agricoltura intensi-va. La cantina si trova nella stessaarea dove gli Antichi Grecicominciarono la colonizzazionedella Magna Grecia e dove por-tarono per la prima volta i viti-gni Aglianico, Fiano e Greco. Iloro vigneti erano situati neglistessi luoghi ove adesso sorgo-no i nostri.La nostra filosofia è quella diprodurre vini rispettando lanatura e le tradizioni e di tra-sportare nei nostri prodotti lastoria e i sapori di queste terre.Pur essendo un’azienda moltogiovane, la prima vendemmia èinfatti del 2009, San Salvatoreè molto legata alla tradizionecontadina cilentana, ne rispettai tempi e i metodi, coniugandolicon l’impiego delle ultime tec-nologie, assecondando così levocazioni della terra e dellanatura del luogo.Come omaggio a queste terre

incontaminate e ricche di storiae tradizione, abbiamo scelto ilbufalo per rappresentare lanostra azienda e dato ai nostriprodotti nomi di luoghi e locali-tà del Cilento per noi importan-ti.L’Azienda Agricola SanSalvatore ha ottenuto la certifi-cazione biologica da partedell’Unione Europea e nelleproprie coltivazioni adottaesclusivamente processi biologi-ci e preparati biodinamici.L’azienda si estende per circa110 ettari, di cui 23,5 vitati, ilresto utilizzato per oliveti, frut-teti, altre coltivazioni e boscoceduo, in modo da mantenereun equilibrio naturale nellaterra. Produciamo principalmentevini, olio e, da un allevamentodi 450 bufale, latte atto a pro-durre Mozzarella di BufalaCampana.I vigneti sono due, il più grandesi trova in località Cannito, aipiedi del Monte Calpazio che loprotegge dalle intemperie, conun esposizione a sud-sud ovestin direzione del mare (poco

distante) che gli permette diessere baciato dal sole durantetutta la giornata ed essere acca-rezzato dalla brezza marina.Il secondo, anch’esso esposto

a sud-sud ovest, è in StioCilento, nel cuore del Parco, a500 mt sul livello del mare,un’altitudine che ha rappresen-tato una sfida, ma che producedelle uve molto pregiate ed aro-matiche.Il nostro profondo rispetto dellanatura ci impone di ridurre alminimo l’inquinamento e l’im-patto ambientale, pertanto perle scatole dei nostri vini utiliz-ziamo solo carta riciclata e sultetto della cantina sono installa-ti dei pannelli fotovoltaici che cirendono pressoché autonomi eriducono di 6.800 Kg/A le emis-sioni di Co2 nell’aria.

AZIENDA AGRICOLA SAN SALVATOREParco nazionale del Cilentovia Dioniso snc84050 Giungano (Sa)tel +39 0828 1990900fax +39 0828 1990901Facebook - Twittermail [email protected]

P r o w e i n

Euposia Aprile 2014 111

SAN SALVATORE, TRADIZIONE E AMBIENTE

Page 115: 79 euposia
Page 116: 79 euposia

Der Weinbaubetrieb Collina dei Ciliegi, Fruchtdes Engagements und der großenLeidenschaft von Massimo Gianolli und seiner

Familie, bietet heute Weine der gehobenen Kategoriemit einer eigenen, starken Persönlichkeit.Die Rebsorten gedeihen auf einigen weichen Hügelnder Valpantena in der Nähe von Verona, denen nun-mehr seit einiger Zeit ihr antiker Glanz zurückverlie-hen wurde.Es handelt sich um sanft belüftete Gebiete mit guterSonnenbestrahlung, die nach mehreren Richtungenausgerichtet sind.Die Collina dei Ciliegi hat einen Showroom inMailand, in der Via Melchiorre Gioia 45 eröffnet, derfür 7-Sterne-Events und für private Verkostungengebucht werden kann. Unter der Führung unseresTeams können Sie unser Weinsortiment in einem ent-spannenden Ambiente und in völliger Privatsphäregenießen, indem Sie den Raum für eine private Feieroder für ein Arbeitstreffen mieten.Schreiben Sie an:[email protected] 

Die geschenksverpackungenDie Collina dei Ciliegi bietet eigeneGeschenksverpackungen, von den wertvollenSchreinen aus zur Gänze händisch bearbeitetemEdelholz, bis zu den praktischen und eleganten

Markenkarton-Boxen.Unser vollständiges Angebot finden Sie aufwww.lacollinadeiciliegi.it / [email protected]

LA COLLINA DEI CILIEGI

Via Melchiorre Gioia n. 4520124 Milanotel. 02 87158048 - fax 02 67378033Azienda agricola: Località Erbin n. 3637023 Grezzana (VR) 

IM HERZEN DES AMARONE:LA COLLINA DEI CILIEGI

P r o w e i n

Euposia Aprile 2014112

Page 117: 79 euposia

La nostra azienda nasce nel1936 a Moniga del Gardanel cuore della Valtènesi,

sponda Dannunziana del lagodi Garda rivolta al sorgere delsole, dove il microclimaMediterraneo rende questaregione il punto più a Nord delmondo dove crescono sponta-neamente viti, olivi, cedri ecapperi. Dalla terra dei rosé, con unanuova denominazione di origi-ne produciamo due finissimiValtènesi con le 4 uve autocto-ne del Garda (Groppello,Marzemino, Sangiovese,Barbera).Rosamara è "il vino di unanotte" infatti le bucce, per darela giusta colorazione, rimango-no a contatto con il mosto sol-tanto poche ore dopodichèvengono separate senza pres-satura per estrazione direttadalla vasca fino al gocciola-mento, è questa la cosiddettavinificazione "a lacrima".Senza una spremitura vera epropria, per utilizzare solo ilcuore dell'acino, diventa vinosolo la parte più nobile dell'u-va. Nel 2010 il nostroRosaMara ci ha fatto vivereun'emozione, vincendo unamedaglia d'oro al Mondial durosee di Cannes, dando provache i rosè del nostro territoriopossono equivalere i grandiRosè d'oltralpe.Molmenti dedicato al SenatorePompeo Gherardo Molmenti,ideatore nel 1896 del Rosè diMoniga, è ottenuto con ilmedesimo processo ma la fer-mentazione e l'affinamentoavvengono in botti Tonneaux,secondo il metodo tradizionalein uso alla fine del XIX secolo.

Questo tipo di vinificazioneconferisce carattere e longevi-tà, il Rosé Molmenti è statoprotagonista di diversi premiquali la Pentola d'oro diBaldassarre Agnelli '09 ed haaccompagnato le First Ladiesdurante la cena a del G8 nelLuglio 2010.Tipico vitigno di questa zona éil Groppello, la sua presenza étestimoniata da oltre 700 annidi storia, coltivato oggi in nonpiù di 400 ettari in tutto ilmondo, dal grappolo compattoe di colore blu a piena matura-zione, esigente nella coltivazio-ne in quanto facile a subirealterazioni per la compattezza

degli acini. Non manca l'attenzione delsig. Mattia Vezzola, eletto eno-logo dell'anno 2004 e 2008,alla produzione del MetodoClassico, dove quest'anno final-mente porterà il suo nome sututti e cinque i suoi spumanti......Storia, tecnologia e tradizio-ne si fondono in una produzio-ne di qualità, con amore erispetto delle nostre terre.COSTARIPA Produzione vino in Valtenesi -Vino ChiarettoVia della Costa n.1/A - 25080Moniga del Garda ( Brescia )Tel. + 39 0365 502010Fax +39 0365 502675

COSTARIPA E IL “VINO DI UNA NOTTE”

P r o w e i n

Euposia Aprile 2014 113

Page 118: 79 euposia

Quellfrisch, rein und natürlich - Acqua Morelliist die neue Premium-Wassermarke ausItalien. Mit feinen Geschmacksnuancen und

einem schicken Äußeren begeistert es die gehobeneGastronomie. Und das ganz exklusiv, denn der edleItaliener ist aktuell ausschließlich in Bars,Restaurants und Diskotheken erhältlich.Das natürlich reine Quellwasser wird in den beiden

Sorten "Frizzante" (mitKohlensäure / sparkling) und"Naturale" (ohne Kohlensäure/ non-sparkling) jeweils in der0,25 l sowie in der 0,75 lMehrwegflasche angeboten.Acqua Morelli verstärkt absofort das leistungsstarke undumfangreiche Portfolio anPremiumgetränken derPaderborner

Markenschmiede MBGInternational

Premium Brands.REIN UND MINERA-LIENARM FRISCH AUS

DER QUELLE

Der Ursprung desPremium-Wassersliegt in einem wil-den Buchenwaldim Herzen der"Alpi Marittime",den italienischenSeealpen. Auf derluftigen Höhe von1.000 Meternbefindet sich dieQuelle "Bauda",aus der dasWasser gewonnenwird. DieAbfüllung erfolgtdirekt vor Ortnahe der Quelle,in einem unbe-rührten Ökosy-stem der italieni-schen Alpen.Absolute Reinheit

und belebende Frische vereinen sich mit purerLeichtigkeit und machen das Wasser von AcquaMorelli so besonders gefällig und einzigartig anre-gend im Geschmack. Der "Italiener" ist sehr minera-lienarm und für ein Mineralwasser außergewöhnlichweich. Die Gesamtmineralisierung beträgt nur 39,6mg/l, der Natrium-Gehalt lediglich 4,1 mg/l.Als Begleiter zu feinen Speisen und erlesenenWeinen, als hochwertige Zutat beim Kochen und fürCocktails oder als Co-Getränk zum Espresso,Cappuccino & Co. - das exklusivePremium-Wasser von Acqua Morelli ist facettenreichund vielseitig in derVerwendung.Erhältlich ist der schicke Italiener im praktischen 24x 0,25 l oder alternativ im12 x 0,75 l Mehrwegkasten. Die Produkteinführungwird unterstützt durch eine exklusive Gastro-Offensive und über eine reichweitenstarke PR-Kampagne inPrint und online.ATTRAKTIVES UND LUXURIÖSES GASTROPAKET

Acqua Morelli ist nicht nur geschmacklich ein purerHochgenuss, sondern überzeugt Gastronomen durchseine einzigartige, "royale" Produktausstattung.Die tiefblau gefärbte Individual-Flasche wurde eigensmit einem aufwändigenEmbossing und einem brillanten Etikett ausSilberpapier versehen.Parallel zur Produkteinführung von Acqua Morellistellt die Premium-Marke ihre Glasserie by Leonardovor. Das hochwertige, fein geschliffene Wasserglassowie die Boden- und Tischvase sind mit einem auf-wändigen Silberdruck ausgestattet. Durch den blauen Dekor-Nebel fügen sichTischaccessoires und Deko-Elemente perfekt in dasMarkenbild und bieten in ihrer Gesamtheit eineBarausstattung der Extraklasse.ÜBER DIE MBG GROUP

MBG ist Erfinder bzw. Eigentümer so renommierterinternationaler Marken wie effect® energydrink, SALITOS Brewery, SCAVI & RAY Winery, JOH-N'S Natural Juices, GANIC® VITAMINWATER, FRUTINIO Limonade und DOS MAS Tequilasowie exklusiver Deutschland-Importeur der Premiummarken Perrier Water vonNestlé Waters, Almdudler Limonade undSnapple Eistee.

ACQUA MORELLI DAS NEUE ITALIENISCHE PREMIUM-WASSER

P r o w e i n

Euposia Aprile 2014114

Page 119: 79 euposia

Antiche Vigne, situata nelcuore della Valle delSavuto in Calabria, nasce

nel 2004. Fin dall'inizio si èprefissata l'obiettivo di unaqualità produttiva elevata gra-zie a tecniche capaci di pro-durre un vino D.O.C., avvalen-dosi di vitigni autoctoni dellazona quali il Magliocco Dolce(localmente noto come Arvino),il Greco Nero, il Pecorello e laMalvasia. I vigneti sono situati nellaparte superiore della valle, adun'altitudine compresa tra i450 e gli 800 metri e con pen-denze che variano dal 5% al35%, condizioni favorevoli perevitare ristagni d'acqua e peruna produzione di qualità. Iltutto è tenuto insieme, inarmonia, da un costante impe-gno quotidiano con passione efatica. Il nostro vino è la nostravita, per questo i nostri viniassomigliano a noi, alla nostravoglia di fare bene. La variegata linea produttivainclude: il Savuto RossoClassico generato dai vitigniMagliocco e Greco nero. Con un sapore asciutto ecaldo, sostenuto da buona aci-dità e austera qualità dei tanni-ni, è l'ideale accompagnamen-to per arrosti, grigliate dicarne, cacciagione, formaggistagionati e piccanti.Il Savuto Rosso Superiore, dal

colore rosso rubino profondo,con riflessi granati; un saporegiustamente tannico, sapido econ un lungo finale succoso;nasce dal matrimonio tra leuve Magliocco (Arvino), GrecoNero e Pecorello. Di grandepersonalità e di lungo invec-chiamento è l'amico perfetto

per carni brasate, alla griglia earrosti. Il Rosato Gida ottenutodal Magliocco e vinificato inbianco facendo sgrondare ilpigiato. Si mostra gentile e con uncolore rosa corallo appenaacceso, il profumo è vinoso,delicato, fruttato. Fresco alpalato, sa comunque essereincisivo e di buona struttura. IlBianco Terra di Ginestre è frut-to di un'accurata selezionedelle migliori uve a bacca bian-ca, Greco, Mantonico ePecorello. Si presenta carico di colore edi sapori, con un bouquet riccodi aromi che conferiscono lacaratteristica di essere moltoamico dei primi piatti, deirisotti, del pesce e delle carnibianche. L'ultimo nato, il Rosso

Iuvenis, è un vino dall'approc-cio facile, piacevole, capace diun ampio ventaglio di abbina-menti, preparazioni non troppoelaborate, primi leggeri, pizze,carni e formaggi delicati, salu-mi e fritture di pesce.Fiducia, si chiama Fiducia ilnostro miglior biglietto da visi-ta, quel gesto quotidiano dioffrirvi un calice di buon vinocapace di generare un cuorcontento col nostro vero nomescritto con l'uva.  

AnticheVigne di GianfrancoPirontiVia Regina Elena 11087054 Rogliano (CS)Export Sales ManagerTel. +393493695254Email:   [email protected]

ANTICHE VIGNE: AUTOCTONI, PASSIONE E FATICA

P r o w e i n

Euposia Aprile 2014 115

Page 120: 79 euposia
Page 121: 79 euposia

Azienda al femminilevoluta da SartoriFiorella, medico veteri-

nario, trasferita per amore inUmbria dal Veneto.Coinvolge il marito LucianoCesarini ingegnere che a 47anni all'apice della carrieraabbandona numerosi incarichiinternazionali per tornare nelpaese natale: Bastardo; pro-getta una cantina dove la vini-ficazione millenaria vienedotata delle migliori tecnolo-gie del 3° millennio: isola-mento dei Campi elettroma-gnetici, aspirazione della CO2e dell'aria satura microssige-nazione e criomacerazionesono solo alcuni progetti alcu-ni sperimentali ed avanguardi-sti.In vigna non usano diserbanti.La selezione manuale evitamuffe e batteri e le conse-guente necessità di solfiti percombatterliAlla ricerca del passato inve-stono sulla tradizione millena-ria del Sagrantino passito,ormai dimenticato; con ilSeméle meritano numerosiriconoscimenti ma soprattuttoda due anni resta il vino dameditazione a bordo dellaClasse Magnifica Alitalia.Questi fatti convincono lafamiglia che i disciplinari ita-liani sono costosi strumentiburocratici che contrastano lagenuinità e mortificano la tra-dizione Nasce Rossobastardo, un vinoIGT trasgressivo, come ilnome legato al paese natale;prodotto con le stesse uve delMontefalco DOCTre anni dopo con le Uve delSagrantino DOCG viene pro-

dotto il Benozzo IGT cheesprime tutta la sana tradizio-ne Umbra, la dolcezza dellesue colline e la morbidezzadella sua gente.Con l'invecchiamento di 5anni del Sagrantino DOCG edel Rosso Montefalco Riservariducono l'eccessiva astrin-genza e forniscono un vinotanto austero quanto moder-no e pronto al consumo.Le figlie Alice e Chiara s'impe-gnano nelle Osteria delRossobastardo come palco-scenico per le genialità emer-genti dove centinaia di giovanitrovano la loro occasione intutto il MondoQueste donne fuori daglischemi, alla continua ricerca,producono una marmellata di

uva Sagrantino che ha ancheaccompagnato SS BenedettoXVI a Cuba Hanno fondato " Sagrantinooltre la DOCG": un SistemaQualità Video Certificata: gra-zie a 9 web cam, in vigna ecantina, collegate via internetai soci del "Club dei ViniUnici" 24h. che Signæ è laprima ed unica Cantina alMondo ad utilizzare

Cantina Cesarini SartoriLoc. Purgatorio Torri diBarattanoGualdo Cattaneo - 06035Perugia (Italia)Tel. (+39)0742.99590Fax. (+39)0742.969462Email: [email protected]: rossobastardo

ROSSOBASTARDO: UN’AZIENDA AL FEMMINILETRA ROMANZO, GENIALITÀ E FOLLIA

P r o w e i n

Euposia Aprile 2014 117

Page 122: 79 euposia

Il comprensorio Sebino-Camuno è per la primavolta a Prowein con il

Nautilus CruStorico 2011,eccellenza nel metodo classi-co, affinato a 36 metri, 4 bardi pressione, sui fondali dellago d'Iseo, di fronte allasplendida Montisola. E' il risultato della grandepassione per il territorio edella attenta conservazionedi antichi vigneti di uvecamune locali, dell'età mediaintorno 50 anni. Nell'ultimo Challenge inter-nazionale promosso dallaRivista Euposia ( settima edi-zione) è giunto ben 17° suoltre 200 metodo classico inconcorso da tutti i continenti.Il Nautilus CruStorico 2011 ècosì riuscito a dare identitàad un territorio, il Sebino-Camuno, bellissimo e altri-menti indistinto, schiacciatotra la due giganti qualiFranciacorta e il Garda. Fin dai tempi dell'età romanasi è sviluppata in ValleCamonica una forte tradizio-

ne vitivinicola. L'azienda si caratterizza peressere inserita nell'ambitodella viticoltura di montagnae storica, annoverando vitivecchie addirittura di 150anniI Vigneti si trovano inCividate Camuno, a 250m.s.l.m., in zona delle

Colture, Berzo Inferiore a400 m.s.l.m., in zonaBelvedere, dai quali nasce il"Ciass Negher", un vitigno abacca rossa che secondoalcuni risalirebbe da un anti-co ceppo sopravvissuto diepoca romana. Dal "Ciass Negher", nomederivante dal dialetto borne-se che significa "Mi piace ilvino nero", nascono due

tipologie di vini diversi: il"Ciass Negher ValcamonicaIGT" e il "Ciass Negher vinoda tavola". Il terzo vigneto invece èsituato in uno dei luoghi piùsuggestivi di tutta la ValleCamonica: l'Annunciata diPiancogno, ad 800 m.s.l.m. .All'Annunciata nascono il"Bianco dell'Annunciata IGT"e il "Passito dell'AnnunciataIGT", il primo passito dellaValle Camonica. La superficie vitatadell'Agricola Valle Camonicadi Alex Belinghieri, è stataistituita nel 2004 e può con-tare su una superficie dicirca 4 ettari con una densitàdi 5 mila piante per ettaro.

AGRICOLA VALLECAMONICAwww.vinivallecamonica.comAlex Belinghieri cell. +39 335.58.28.410 -

ProweinStand DesaHalle3N65

NAUTILUS CRU STORICO, ECCELLENZA D’ITALIAAL PROWEIN

P r o w e i n

Euposia Aprile 2014118

Page 123: 79 euposia
Page 124: 79 euposia
Page 125: 79 euposia

Located in the north of Italy,near Brescia a few kmsfrom Iseo Lake, our wine

company is reaching over anarea of 30 hectares, embracingentirely the important winearea of Franciacorta D.O.C.G.In the 90's the Bosio family,that has ancient Franciacortaroots, decide to undertake anexciting adventure into the wineworld and conciliate the pas-sion for the land with the wishof innovation. The Bosio farm'sprimary goal is the productionof quality wines and the greatrespect of the environment.

The vineyardsThe vineyards that are, at pre-sent, producing, occupy a ter-rain of 20 hectares and theirposition on the hills offers avariable weather exposure. Theinterpretation on these factors(land, exposure, weather) isimportant on the choice of dif-ferent vineyards and permits toobtain diversified and qualifiedproduction. The wine companycultivates important vineyardsfor the production ofFranciacorta D.O.C.G. and thewhite wines such asChardonnay, White Pinot andBlack Pinot; Merlot and

Cabernet Sauvignon for theproduction of red wines. The passion for the soil, therespect of the environment andthe wish of innovation are thereal important values of thecompany.

Our winesThe company produceFranciacorta (sparkling wine)and a small part of Curtefranca(red and white wine).

Franciacorta Brut D.O.C.G.It present a straw-yellow colourwith some light green reflec-tions, presents a typical flowersand yeast scent; a soft taste,fresh and complex.Grapes: Chardonnay 90%,White Pinot 10%

Franciacorta Satèn D.O.C.G.Characterized by a refined anda persistent perlage, it presentsscent notes of white flowersand vanilla; soft taste, plea-santly sapid and complex.Grapes: Chardonnay 100%

Franciacorta Rosè MillesimatoD.O.C.G.Aged for minimum of threeyears, it present a pink colourwith some light violet reflec-

tions, present notes of soft fruitand citrus fruit, a soft taste,fresh and complex.Grapes: Black Pinot 80%,Chardonnay 20%.

Franciacorta ExtrabrutBoschedòr Millesimato D.O.C.GAged for minimum of threeyears in the cellar, of intenseyellow colour, it present an ele-gant, rich bouquet with typicalflowers and yeast scent; a softtaste, fresh and complex.Grapes: Chardonnay 50%,Black Pinot 50%

Franciacorta Pas Dosè GirolamoBosio Riserva D.O.C.GIt takes the name of the foun-der, with intense yellow colour,it presents an elegant, rich bou-quets with typical flowers andyeast scent, a soft taste, freshand complex. It's aged for aminimum af 60 months.Grapes:70% Black Pinot, 30%Chardonnay.

AZIENDA AGRICOLA BOSIOVia Mario Gatti, 425040 Timoline di CorteFranca (BS)Tel. +39 030 9826224Fax +39 030 [email protected]

P r o w e i n

Euposia Aprile 2014 121

BOSIO FRANCIACORTA, A SPARKLING EXCELLENCE

Page 126: 79 euposia

Fattoria Dianella si trova aVinci (città natale diLeonardo) sulle dolci col-

line ad ovest di Firenze.L'intero borgo risale alla finedel XVI secolo ed in origineera un casino di caccia dellafamiglia De Medici. Nella tenuta, 90 ettari dasempre coltivati a vigneto eoliveto, si “respira” un rispet-to per la terra e la naturanon comune, e si lavora sullepiante seguendo un sapientemix fra l'antico sapere e letecniche più moderne. Unasemplice “passeggiata” nelleantiche cantine ci racconta,attraverso architetture eattrezzature, l'evoluzionedella produzione del vino nelcorso degli ultimi secoli.La fattoria oggi appartiene aVeronica e FrancescoPasserin d'Entréves cheseguono tutte le lavorazioninegli uliveti in vigna ed incantina proponendo unaselezione di prodotti nelrispetto della tradizionetoscana.I vigneti, 25 ettari, sono stati

tutti rinnovati secondo i crite-ri progettuali più moderni ela vendemmia viene eseguitain modo da preservare almeglio le caratteristiche diogni tipologia di uva, nellaconvinzione che ogni vinodeve essere espressione delproprio territorio di origine.La gamma di FattoriaDianella è composta oggi dasette vini che vanno a copriretutte le esigenze di un consu-matore moderno che cercaprimariamente qualità e tra-dizione ma con un pizzico dioriginalità e innovazione. Tra i vini rossi, il Chianti DocgVendemmia, il Chianti DocgRiserva, Il Matto delleGiuncaie (un Sangiovese inpurezza di un unico cru), leVeglie di Neri (un blend diSangiovese e CabernetSauvignon). Poi All'aria Aperta (un rosé diSangiovese in purezza) e perquanto riguarda i bianchi èappena stato presentato ilnuovo "Sereno e Nuvole" (unVermentino in purezza) echiude la panoramica "Dolci

Ricordi" (una vendemmia tar-diva ottenuta da uveTrebbiano e Malvasia Lungadel Chianti).Fattoria Dianella proponeanche un l'olio extraverginedi oliva Dianella toscano IGP:un blend di olive tradizionalidel territorio che si caratteriz-za per un sapore ricco, consi-stente e molto aromatico.«La presenza a ProWein èindispensabile - affermaVeronica Passerin d'Entéves, -per testare il mercato estero.Il nostro obiettivo è di arriva-re a distribuire i nostri pro-dotti in Germania in manierastabile e continuativa entro il2014 per poi affrontare glialtri mercati europei edextraeuropei (siamo già pre-senti in Giappone e StatiUniti)».

Fattoria DianellaVia Dianella, 4850059 Vinci (Firenze) - ItaliaTel +39 0571 508166Fax +39 0571 904615Email [email protected]

FATTORIA DIANELLA, AL CUORE DELLA TOSCANA

P r o w e i n

Euposia Aprile 2014122

Page 127: 79 euposia

Nel territorio del BassoSulcis, da dove in epo-che remote civiltà

Fenicie e Puniche alternarono iloro fiorenti scambi commercia-li con il resto del mondo alloraconosciuto, cioè ilMediterraneo, e di cui ancoroggi vi sono testimonianze dielevatissimo valore storico-cul-turale, ha sede l'Agripunica,azienda vitivinicola sarda natadall'unione di forze tra laCantina di Santadi (produttoridel famoso Terre Brune) e laTenuta San Guido di Bolgheri(produttori dell'eccellenza delvino italiano, il Sassicaia).Oggi come allora, a distanza dicirca 2.500 anni si continua acommerciare con il resto delmondo, proponendo con suc-cesso vini di qualità "made inSardinia". Da un'idea del leggendarioenologo Dott. Giacomo Tachis,che fece da "trait d'union" fra ledue aziende e che creò i duevini rossi, nel 2002 nacqueAgricola Punica. Entro i due

anni successivi furono acquista-ti circa 170 ettari di terreno (dicui 20 ettari già vitati) sui qualivennero progressivamenteimpiantate le viti autoctone delCarignano, oltre alle altre varie-tà Bordolesi.

La storia di quest'azienda èquindi indissolubilmente legataal territorio in cui si trova, daSantadi a Narcao dove sonoappunto locate le due Tenuteche ospitano i circa 70 ettari divigneti da cui provengono i duevini rossi Barrua e Montessu,ed a cui si è aggiunto nel 2013

il nuovo vino, un bianco stavol-ta, denominato Samas; non acaso il nome riprende quello diuna delle maggiori divinitàPuniche, ossia quello del Diodel Sole. Il Sole appunto, che inquesti luoghi grazie alla suaintensa luce porta alla perfettamaturazione le uve. Barrua e Montessu sono duevini di particolare pregio, pro-dotti da uve varietali rosse tipi-che del sud Sardegna sapiente-mente amalgamate dal suocreatore, Dott. Tachis appunto,con piccole aggiunte di varietàfrancesi. Il Samas ripercorreparallelamente la stessa stradadei due rossi, essendo costitui-to da una base di Vermentinoimpreziosita da una discretapercentuale di Chardonnay.

Agricola PunicaLocalità Barrua09010 Santadi (CI)Tel. +39 0781/941012Fax +39 0781/[email protected]

P r o w e i n

Euposia Aprile 2014 123

AGRIPUNICA, L’EREDITÀ DI SARDEGNA

Page 128: 79 euposia

Dal 2000, a Cordano,nel comune di LoretoAprutino, Frrancesco

D’Onofrio, con il supportocostante dell’enologo eamico Vittorio Festa, portaavanti la sua passione per ilterritorio e il suo amore perla vigna. Qui, ad una altitudine com-presa tra i 250 e i 300 metri,con 26 ettari di vignetonasce l’azienda Marchesi De’Cordano.  La nuova Cantina, inauguratanel 2011, esprime al megliola personalità e lo stile pro-duttivo della Azienda:  inte-grata con il territorio, funzio-nale,  è centro operativo eluogo di accoglienza. La saladegustazione ospita fino asettanta persone, la bottaiaregala al visitatore una espe-rienza sensoriale unica edemozionante. L’Azienda agricola MarchesiDe’ Cordano presenta unaproduzione articolata cheruota intorno ad un concettofondamentale: fare vino diqualità. Riconoscibilità delvitigno, equilibrio e bevibilitàsono le caratteristiche essen-ziali di vini che esprimonostruttura, personalità e longe-vità grazie all’interazione tracondizioni pedoclimaticheottimali e consapevoli sceltetecnologiche.  Per la vinificazione in biancodi Trebbiano, Pecorino,Cococciola, Passerina e PinotGrigio si utilizza una tecnicaall’avanguardia, quella del raf-freddamento delle uve appe-na raccolte con ghiacciosecco (CO2). La CO2, piùpesante dell’aria, scende

nella benna, proteggendo lebacche ed evitando qualsiasicontatto con l’ossigeno dell’a-ria. Nelle bucce delle uve risiedela maggior parte degli aromi equesto particolare procedi-mento permette di estrarli almassimo per ottenere un vinonel quale facilmente si possa-no ritrovare i sentori primarilegati al vitigno di partenza.La vinificazione in rosso

segue, invece, i metodi tradi-zionali, con macerazione e

fermentazione a temperaturacontrollata  e tecniche dirimescolamento del mostocome rimontaggi all’aria, folla-tura e delestage. Il vino ottenuto al termine diquesto processo comincial’affinamento in legno, unaparte in botte grande da 50hl e una parte in barrique.

MARCHESI DE' CORDANO Contrada Cordano, 4365014LORETO APRUTINO (PE) tel.: 0858289526

MARCHESI DE’ CORDANO, PASSIONE PER IL VINO

P r o w e i n

Euposia Aprile 2014124

Page 129: 79 euposia

L’azienda agricolaSerracavallo è ubicatanel comune di

Bisignano sulle colline chedominano la valle del Crati, a35 km da Cosenza.Si estende per 55 ettari dicui 35 di vigneto e 10 di uli-veto.Nel 1995 il proprietario,Demetrio Stancati, ha inizia-to un’opera di rinnovamentodei vigneti, avviando un’at-tenta selezione clonale deivitigni autoctoni presenti inazienda da sempre come ilmagliocco dolce e il pecorel-lo ed ha impiantato nuovivitigni internazionali comecabernet-sauvignon e char-donnay. L’impianto dei vigne-ti è di 3300 piante per etta-ro allevate a cordone spero-nato o a guyot.La posizione a 650 m.s.l.m.,una forte escursione termicagiorno-notte, la natura preva-lentemente sabbiosa del ter-reno, l’esposizione a sudsud-ovest delle vigne, unanuova moderna cantina dota-ta delle più moderne tecno-logie e di barricaia per l’in-vecchiamento dei vini garan-tiscono un prodotto di quali-ta’. In azienda vengono tra-sformate solo uve propriecon una produzione di150.000 bottiglie c.a.La filosofia aziendale preve-de di  usare blend tra vitigniautoctoni e internazionali neivini base, mentre salendod’importanza nella gammadei prodotti, la percentualedi vitigni internazionali dimi-nuisce fino a sparire total-mente nel vino top dell’a-zienda.

Ad oggi vengono prodotti 3vini rossi ,2 rosati ,2 bian-chi,1 spumante,1 grappa ed1 passito, per garantire alfruitore finale un’ampia scel-ta di prodotti tutti creatirispettando alti criteri di qua-lita’.In coerenza con tutti gli inve-stimenti fatti e la sperimenta-

zione aziendale sulle lavora-zioni dei vitigni autoctoni,dalla vendemmia 2012 l’a-zienda è entrata a far partedella DOP Terre di Cosenza .Az.Agricola SerracavalloManager Demetrio Srtancatic.da SerracavalloBisignano (CS) 87043www.viniserracavallo.com

SERRACAVALLO, LA QUALITÀ COME SCELTA

P r o w e i n

Euposia Aprile 2014 125

Page 130: 79 euposia

Il vigneto Cosenza si esten-de su tutto il territoriodella omonima provincia,

che trova i suoi confini natu-rali nelle montagne delPollino a nord, nella catenacostiera tirrenica a ovest enell'altopiano della Sila asud.Cosenza è fra le città più anti-che della Calabria, storica-mente nota per essere statala capitale dei Bruzi e il capo-luogo della Calabria Citra.La provincia cosentina è l'ot-tava provincia italiana perestensione e vanta 228 chilo-metri di coste, affacciate aovest sul mar Tirreno e a estsullo Ionio. Con i suoi monti e i suoifiumi, capaci di influenzaresensibilmente il clima e ilpaesaggio, presenta ambientie microclimi estremamentediversi uno dall'altro.E' proprio questa variegataconformazione geografica eorografica che ha consentitola nascita di una viticolturadiversificata, fortemente lega-ta al territorio.Nel raggio di pochi chilometrisi passa dai filari di Lacrima,ai piedi del Pollino, ai vignetidi Magliocco dolce di Donnici,alle porte di Cosenza.L'enoappassionato ha la pos-sibilità di apprezzare, sotto ununico nome, le diverseespressioni di un ampio calei-doscopio di uve: dalGuarnaccino e dal Mantoniconero dell'Esaro, all'Arvino eGreco nero del Savuto; pernon parlare delle numerosebianche, come Greco,Malvasia, Moscatello diSaracena, Mantonico bianco,

Verdana, Guarnaccia Bianca,Pecorello e tanti altri varietà,ancora da accertare."Terre di Cosenza", pertanto,è la denominazione chemeglio di ogni altra può ren-dere l'idea di questa multifor-mità vitivinicola, all'internodella quale ogni zona esprimeal meglio la propria specifici-tà.Già nei documenti sul com-mercio di vino dell'Ottocento,molti paesi della provincia diCosenza sono citati come

località di produzionedi vino di qualità einteresse per il merca-to.Rogliano con il suoSavuto ma non solo:anche i vini diAltomonte,Castrovillari, Civita,Diamante, Donnici,Saracena, Verbicaro edella stessa Cosenzasono ritenuti robusti epregevoli dalle crona-che commerciali deltempo.La provincia cosentinafino alla prima metàdell'Ottocento risultavala maggior produttricedi vino della regione,ma con i primi anni delsecolo successivo lasituazione si capovolgee molti vigneti dellaCalabria Citra lascianoil posto agli ulivi e aglialberi da frutto, fichi inparticolare.La viticoltura cosentinaha vissuto una vera epropria rivoluzionenegli ultimi anni. Intutta la provincia sono

nate, infatti, molte piccoleaziende, che hanno scommes-so immediatamente sullacompetenza e sull'ammoder-namento tecnologico.Facendo tesoro del pianointegrato di filiera "Gli itineraridei vini della Calabria Citra",attivato nel 2004, al qualehanno aderito circa settantaaziende, questi imprenditorihanno potuto migliorare i loroimpianti produttivi e rivitaliz-zare alcune colture a rischiodi estinzione.

TERRE DI COSENZA, LA DOC PIÙ RICCA

P r o w e i n

Euposia Aprile 2014126

Page 131: 79 euposia

Montalto Uffugo è unterritorio ricco difascino e di storia da

sempre vocato alla viticoltu-ra.L'azienda è situata in unaposizione invidiabile tra imonti del Pollino e quellidella Sila ed è attraversatadai venti del Tirreno che ren-dono il clima fresco edasciutto con un'ottima escur-sione termica tra giorno enotte che determina unmicroclima ideale.Inizialmente, mi sono con-centrata sulla ristrutturazionedei vigneti poiché era di fon-damentale importanza ringio-vanire gli impianti  sceglien-do solo quelle varietà che, amio avviso, erano più degnedi nota: Nerello e Magliocco(vitigni a bacca rossa) eGreco. (vitigno a bacca bian-ca).In un secondo tempo, hoincominciato la ristrutturazio-ne delle cantine e nel 2005,grazie all'enologo MarioErcolino, ho iniziato a  lavo-rare in modo diverso anchein vigna.La mia aspirazione è, e saràsempre, quella di rendere ilmio vino riconoscibile ovun-que per la sua personalità eper la sua inconfondibileidentità.Tenuta Terre NobiliC.da Cariglialto - MontaltoUffugo (Cs)Tel. 0984.934005 [email protected]

TERRE NOBILI, IL SOGNO DI LIDA MATERA

P r o w e i n

Euposia Aprile 2014 127

Page 132: 79 euposia
Page 133: 79 euposia
Page 134: 79 euposia
Page 135: 79 euposia
Page 136: 79 euposia
Page 137: 79 euposia

MAGGIO-GIUGNO

2014

Degustazioni:il meglio di Prowein eVinitaly

Anteprime Toscana

Bollicine autoctone

Miolo: fascino carioca

E tanti altri approfondimenti sul numero di

NEL PROSSIMO NUMEROe u p o s i aDirettore responsabile:

Beppe Giuliano([email protected])

telefono +39 045 591342

Caporedattore:Nicoletta Fattori

([email protected])telefono +39 045 591342

Redazione e DegustazioniVia G. Prati 18 - 37124 Verona

tel. fax. 045.591342 [email protected]

Hanno collaborato a questo numero.Luca Gardini, Enzo Russo

(Enogastronomia)Francesca Lucchese, Carlo Rossi,

Giulio Bendfeldt

Euposia pubblica in esclusiva gli articoli de

Impaginazione: ConTesto editore [email protected]

Si ringrazia per il materiale fotograficoCristina Fattori, Archivio Luca

Gardini - Archivio Consorzio Lambruscomarchi Storici di Modena - Archivio

Lamberti-Giv - Archivio Nono Franco -Collio Vitae - Francesca Lucchese,

Alessandra Pezzutti - Giulio Bendfeldt

Copertina: Cristina Fattori

Concessionaria per la pubblicità:Contesto Editore Scarl

Per i siti www.euposia.it e www.italianwinejournal.com

[email protected]

Stampa: Grafiche MaveVerona-Italy

Distribuzione per le edicoleSodip Spa, via Bettola, 1820092 Cinisello Balsamo

Prezzo della rivista: 5 euroArretrati: 8 euro + spese di

spedizionePer informazioni: tel. 045.591342

Editore: Contesto Editore ScarlVia Frattini, 3 - 37121 Verona

Iscr. Roc n. 12207 del 02/XI/2004Registrazione Tribunale di Verona

n. 1597 del 14/05/2004

Page 138: 79 euposia
Page 139: 79 euposia