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Quaderni del Gruppo Di Ur V: NUOVI DIALOGHI SULL'ERMETISMO dedicati a J.M. Kremm-Erz I Ediz.: Aprile 2004; II Ediz. : Agosto 2005; III Ediz.: Settembre 2006; IV Ediz.: Ottobre 2006 La Porta Ermetica Ogni quaderno del Gruppo di Ur raccoglie, in forma organica e sintetica, quanto emerso nell'omonimo Forum, in relazione ad un determinato argomento. In esso si trovano, perciò, sia citazioni degli autori studiati, sia commenti. I quaderni si devono considerare in continuo aggiornamento, dal momento che l'emergere di nuovo materiale sull' argomento trattato può rendere opportuna una nuova edizione.

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Quaderni del Gruppo Di Ur

V: NUOVI DIALOGHI SULL'ERMETISMO

dedicati a J.M. Kremm-Erz

I Ediz.: Aprile 2004; II Ediz. : Agosto 2005; III Ediz.: Settembre 2006; IV Ediz.: Ottobre 2006

La Porta Ermetica

Ogni quaderno del Gruppo di Ur raccoglie, in forma organica e sintetica, quanto emerso nell'omonimo Forum, inrelazione ad un determinato argomento. In esso si trovano, perciò, sia citazioni degli autori studiati, sia commenti. Iquaderni si devono considerare in continuo aggiornamento, dal momento che l'emergere di nuovo materiale sull'argomento trattato può rendere opportuna una nuova edizione.

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Questo quaderno, dedicato a Giuliano Kremmerz, un personaggio che tanta influenza ha avuto sul Gruppo di Ur, hauna veste letteraria assai cara allo stesso Kremmerz: quella dialogica. I dialoghi si sono svolti non solopubblicamente nel nostro Forum, ma anche, per l'interesse suscitato dall'argomento, privatamente. Per poterriportare taluni dialoghi privati, pur rispettando la privacy dei partecipanti, si è ricorso ad un personaggio collettivo,che, come in una omonima opera alchimistica, è stato chiamato Turba Philosophorum. Il 3° dialogo si è svolto nelForum prima degli altri, ma essendo l'argomento trattato, da un punto di vista storico e logico, successivo a quellotrattato nei primi due dialoghi, lo si è messo al suo giusto posto, con un minimo di adattamenti rispetto ai messaggioriginali. Arrivato alla sua IV edizione, il quaderno risulta alquanto ampliato, così che si è ritenuto utile, per il lettore, farloprecedere dal seguente Sommario, analogo a quelli che precedono i Dialoghi del Maestro.I Dialogo: Kremmerz e Abraxa - Kremmerz denigrato da Erim - Analisi di scritti di Erim, di Paolo e Luciana Virio e diMassimo Scaligero -.II Dialogo: Alfonso del Guercio - Il Manifesto Realista - Scritti di Del guercio - Rapporti Del Guercio-Lombardi -Genesi dello pseudoCorpus - La pseudoPreparazione - La pseudoSophia - La "magia avatarica" - .III Dialogo: Esame del III Libro dello pseudoCorpus - "Separando Magico" - Gli "Assiomi alchimici" - L'alchimia "delfango e dell'acqua" e la Corretta Pratica - Lettera di Kremmerz a Jesboama, Criscenon e Abeon - Ancora sullaCorretta Pratica - I limiti dell'analisi di David Gordon White ne Il Corpo Alchemico - La Goccia Primordiale - Lettera diKremmerz sulla Castità - Il CEUR fece suo il contenuto dello pseudoCorpus - I libri dello pseudoCorpus successivi alIII - N.R. Ottaviano e R.P. Ottaviano - Alcuni evidenti falsi presenti nell'archivio di U.D. Cisaria - Amelio e laTrasferenza - L' "alchimista italianissimo" non apparteneva all'O.E. - Ancora sui due Ottaviano -.IV Dialogo: Gli Amanti, III cap. de I Tarocchi di kremmerz - Sessualità fisica e fluidica - Essere in buona salute -Usarcaf e la linea di successione dell'O.E. - Sui primi esponenti dell'O.E. - Montemayor e Colletta - Manifestazioniesterne dell'O.E. - Su un libello antimassonico - Significati di "Egizio" - Mario Parascandolo prese le distanze dallepratiche CEUR - Una promessa di Dattilo Ideo - Un comunicato di Paolo Fogagnolo contro Alessandro Boella - Unaprecisazione di Luigi Parente su Verginelli e Muciaccia - Girolamo Moggia - Ancora su Vinci Verginelli e GiacintoMuciaccia - Veri e Falsi nell'archivio Cisaria - Importanza della circolare di Kremmerz del Giugno 1914 - Alcuneesagerazioni di A. M. Piscitelli - Ortodossia del Circolo Vergiliano - Dattilo Ideo, Veritasclaritas e lopseudo-Mamo-Rosar-Amru - V. Fincati e gli atteggiamenti del CESNUR - Picatrix e Libreria Sephiroth - V. Fincatiovvero la Missione di un cristiano tra i pagani - Insufficienza della mitologia disgiunta dalla ritualità - Varie "abilità" diFincati - Fincati ama la mitologia o le (sue) favole? - Una nota su Mario Polia - Sul nuovo Pantheon -.

I DIALOGO

Artefio: Mi interessano particolarmente tre persone del Gruppo di Ur, perché appaiono abbastanza differenti fra diloro, pur essendo dotate di grande carisma spirituale. Esse sono : Julius Evola, e su di lui sono disponibili molteinformazioni dirette ed indirette, date dalla sua produzione libraria e dalla sua stessa vita, anche se sussistonoperiodi della sua vita dei quali si sa poco. Arturo Reghini, dove in sostanza si sa molto meno. Almeno a me apparecome un uomo che ha avuto esperienze molto "sottili", come quelle "sub specie interioritatis", che lo caratterizzanopiù nel suo aspetto speculativo che in quello operativo. In altre parole appare molto pitagorico. Abraxa, se è esistitoun uomo reale che si firmava così. Apparentemente, in senso sottile, è il più potente di tutti, almeno secondo la miaopinione. Se si considera con attenzione quello che afferma, appare un'immagine di qualcuno che aveva raggiunto esuperato le soglie di un pensiero magico. Si hanno notizie sulla sua identità?Quadreracles: Eccellente latinista e grecista, nonchè discepolo "solare" di Kremmerz, Ercole Quadrelli firmò con lopseudonimo di Tikaipos i suoi scritti pubblicati su Ur. I suoi insegnamenti orali, messi in forma letteraria da Evola,furono pubblicati sotto lo pseudonimo di Abraxa. La sua traduzione della Chimica Vannus (Chimico Crivello), è statapubblicata postuma, sotto lo pseudonimo di "Abraxa-Quadreracles".Sadescan: In Introduzione alla Magia si possono trovare numerose monografie che fanno riferimento alla magiadell'eros. Le due più complete sono senza dubbio quelle firmate Abraxa. Come è stato detto, questi era un discepolosolare di Kremmerz e come tale membro del cosiddetto Ordine Egizio; la confraternita di Miriam essendo unaemanazione isiaca di esso.Turba Philosophorum: Su Abraxa nessuno ha avuto mai nulla da ridire. Kremmerz ha avuto invece dei detrattori. Ilprimo è stato Erim. Poi altri ve ne sono stati, in concomitanza con la pubblicazione del cosiddetto CorpusPhilosophicum Totius Magiae (altri scrivono Corpus Philosophorum Totius Magiae), che taluni hanno volutoattribuire a Kremmerz.Sadescan: Nella sua opera "Il Conseguimento Celestiale", Erim fa di tutto per identificare gli studiosi dell'occulto,non condividenti la sua del tutto personale ed isterica visione del Cristianesimo, con i satanisti. Ne fa fede ad es. ilsuo seguente pastrocchio: "L'essena deve evitare assolutamente: le scuole costituite dai veri stregoni intellettuali, ipiù pericolosi, anche se molto rari, come i santi di cui sono l'inversione: adoperano la magia di patto con i maggiorikakodemoni, adoperandosi more biforcuto, con l'aborto e la connessa morte della madre; si propongono darel'androgenato temporaneo ai quattro elementi maggiori diabolati, per le realizzazioni iperfisiche di profitto,mantenendo in vita il fantasma a spese della credula ed ingenua massa degli affiliati. Quelle costituite dai maghi

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neri, di basso conio, anch'essi rari, che adoperano la magia di patto con le bestie disincarnate, dette spiriti deglielementi, praticando il sortilegio, ludi lubrici e le messe nere. Ed infine quelle meno funeste, ma dannose allaragione, dei neo pagani, negatori della Verginità della Vergine Celeste Madre, ed assertori di una magia cerimonialeche gradualmente sdrucciola nella prevaricazione mentale, per assenza di autentiche basi esoteriche. E' la magiarifugio in prevalenza dei mancati monaci e di eunuchi congeniti. Le scuole soltanto deviative, costituite dagli enfaticisemplicisti, assertori del preteso nuovo verbo contemporaneo; tali sedicenti maestri, dotati generalmente diignoranza templaria, visto che sono fatti acquisiti, lo yogha (sic), l'influsso magnetico, la vasta letteratura di pretesimaghi dal frasario oscuro o di ripetizioni delle dottrine orientali (non bene acquisite), facendo del tutto un miscuglioed insegnando che solo fachiricamente respirando e pensando autoipnoticamente si sviluppano certi centri del corpoiperfisico e la perfezione di essi darebbe la divinità personale, il superamento; sterile dottrina in disarmonia allacosmica-umana e alla ineffabile immensa scienza templaria. Quelle costituite dagli spiritisti, che sono innocui, mainguaribili; come compartecipare l'ansia ed il tormento di una autocreazione spirituale gloriosa a chi si illude diparlare a volontà con le più alte personalità dell'empireo. Quelle costituite dai neo sedicenti teosofi, brava gentegeneralmente, gente di cui i più sono dotati di spirito altruistico, ma convinti che vi sia più merito a decifrare ecomprendere dei vocaboli difficili dei brahaman, che nel guardagnarsi faticosamente i misteri Essenici, profondi dellapropria razza bianca, assoma di tutte le razze colorate, che si avvia luminosamente alla gloria rivelata dal Redentoreper la universalità del Globo."Maximus: Luciana Virio, moglie di Paolo Virio, forse il più importante discepolo di Erim, pubblicò l'opera diquest'ultimo "Il Conseguimento Celestiale" nel maggio del 1970. Circa un anno dopo, il fratello di Luciana, MassimoScaligero, pubblicò un suo libro dal titolo "Yoga, Meditazione, Magia", nel quale prese decisamente le distanze dalmetodo indicato da Erim. Infatti nel Cap. XIII, intitolato "Eros e Spagiria, così si espresse: "... Abbiamo sottolineatol'assoluta estraneità del metodo da noi indicato all'Occultismo tradizionale e in particolare ad attuali revivescenze didottrine ermetiche, kabbalistiche o gnostiche, presumenti indicare sentieri di restaurazione dell'Androgine, o delbinomio primordiale. Un simile intento, cui dovrebbe soccorrere come fondamento una ferrea Scienza delloSpirituale, può anche tentare di valere mediante semplici interpretazioni di tali dottrine, onde è possibile che qualcheaspetto dell'alchimia tradizionale venga chiamato in causa ad hoc come, ad esempio, è avvenuto per taluniinsegnamenti che oggi si lasciano intravvedere quali misteriosi filoni della Tradizione ritrovata, nell'eco di qualchediscepolo: insegnamenti che conosciamo sino alla radice da cui scaturiscono, sì da poter restituire le giusteproporzioni al fenomeno.Non varrebbe la pena di occuparsi di simili manifestazioni, ove non offrissero un aspetto caratteristico della presentecollusione del « tradizionale» con il soggettivo mistico, privo di basi per una discriminazione noetica, o di intuizionedella correlazione con il tipo di coscienza dell'uomo moderno: coscienza di cui non v'è gnosticismo che possegga ilsenso. Si tratta di interpretazioni della Genesi e in particolare della vicenda dell'Eden, in chiave cosmologica,secondo una determinata visione di tipo kabbalistico-martinista, che invero non dicono nulla di decisivo in tema dimitica androginica: il decisivo, se mai, dovrebbe seguire nella parte «operativa» in cui vengono fornite tecniche dellaMagia del congiungimento, secondo una utilizzazione della simbologia spagirica di Nicola Flamel e di BasilioValentino.In forma simbolico-alchimica e perciò meno esplicita, ci si trova di fronte all'identica «tecnica» del Randolph nellasua Magia sexualis, né più né meno: una serie di posizioni di acoppiamento, mediante cui si tenta di operare, graziea uno psichismo imaginativo e orante, sulla polarità delle correnti di vita che normalmente si deteriorano nel sesso.Non manca a tutto ciò lo sfondo mistico, astrologico, misterico, il linguaggio allegorico e solenne, ma invero m a n ca l a m a t e r i a p r i m a, la magia del pensiero: la cui presenza pertanto implicherebbe un radicale mutamentodella forma rituale dell'Opera, in ordine alla immutabilità del suo contenuto, con cui l'Io verrebbe a contatto diretto.Manca la tecnica dell'imaginazione vivente, il veicolo mediante cui l'uomo di questo tempo restaura la comunionecon il Sovrasensibile. Sostanzialmente perciò manca il senso dell'impresa come storia dell'Io: soltanto da una noesiautocosciente infatti può scaturire il significato della p e r d i t a d e l l a c o r r e l a z i o n e p r i m o r d i a l e i n fu n z i o n e d e l l a f o r m a z i o n e d e l l a c o s c i e n z a, e il tipo di forza che questa deve ridestare neltempo presente per la restituzione di quella.Tutto viene ridotto a operazioni di accoppiamento misticamente sorvegliato, in cui si riesce bensì ad afferraremediante la rappresentazione alchimica l'importanza delle forze messe in giuoco, ma riguardo a queste non vienefornito il benché minimo mezzo di conoscenza per una percezione cosciente e un padroneggiamento adeguato.La simbologia alchimica rimane uno sterile rappresentare, se non è il p e n s i e r o v i v e n t e che muove in essa.Ma, come si è veduto, il pensiero vivente è già in sé la chiave dell'Opera ed esige esso, nel tempo presente, il suorito, la sua alchimia: che non hanno bisogno di essere studiati in testi scritti, bensl di essere ritrovati nel direttosperimentare metafisico. Nel Filum Ariadnae si ammonisce che «mai questa Scienza sublime può essere appresadai libri, ma solo per rivelazione divina », e lo stesso Nicola Flamel nel suo Livre des figures hieroglyphiques ricordache i principi dell'Opera «non si trovano in alcun libro », ma solo Dio può rivelarli: il cui senso ultimo è la tramametafisica della reale Spagiria, rinviante alla necessità del pensiero liberato.La realtà è che simili conati della Gnosi tardiva sono espressivi di una coscienza ingenua, incapace di comprenderequali profonde forze di consapevolezza, nel senso di un'autoresurrezione del pensiero, siano richieste all'uomo diquesto tempo ai fini della restituzione della originaria correlazione androginica. L'esoterista moderno deve poterriconoscere nei promotori di tali ingenui orientamenti, qualcosa come una volontà di contagio del fallimentodell'impresa interiore condotta con il loro metodo. E' impressionante vedere come uomini, la cui vita è latestimonianza del fallimento dell'esperienza di cui consigliano il metodo, siano portati dallo stesso impulso delfallimento a erigersi a maestri, quasi a conseguire una rivalsa sul piano dottrinario. I seguaci che tali pseudo-guideeccitano, si sentono incoraggiati nell'assunzione gnostica dell'esperienza dalla loro mancanza di responsabilitàrispetto alla basali forze di Autocoscienza cui fa fondamentalmente appello l'esperienza in questo tempo. ..."

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Luciana Virio, per così dire, "accusò il colpo" e, nel suo diario, pubblicato con il titolo "Esperienze di un'animascissa dal suo complemento", in data 12 Marzo 1971 così scrisse:"Ieri sera dopo aver molto pregato e invocato la luce cado nel sonno e sogno. Uno strano sogno: ho sognato te, triste, magro, giovane, vestito di bleu, mi pareva l'abito del matrimonio, avevi inmano il libro di Erim.Vicino a te, è seduto M. nella figura giovanile.Tu gli mostravi il libro e rivolto a lui dicevi: «Tu sapevi, conoscevi la dottrina, l'hai seguita per anni, l'hai credutabuona, vera e tradizionale.Lo è, è l'unica vera, basata sul Cristo e la reintegrazione dell' Androgine.Tu sapevi tutto questo eppure l'hai denigrata, vilipesa e deformata.Perchè lo hai fatto? E' grave ciò che hai fatto. Ti sarà chiesto conto del tuo operato, perchè lo hai fattovolontariamente e coscientemente. Osserva come hai errato nel tuo giudizio ».E qui gli mostrava un foglio: io da lontano assistevo a questo colloquio, ho notato che il foglio era scritto da me conuna grafia larga che usavo una volta, e oltre lo scritto - compendio - v'era un disegno (foglio e disegno nella realtànon esistono).M. osserva attentamente il foglio ed il disegno, è convinto delle parole di Virio, ma dopo un poco sorride consuperiorità.Virio è sempre in piedi, è triste e serio nello stesso tempo.Io da lontano soffro e penso: vedi, è venuto a difendere il libro di Erim, non i suoi, i suoi no, Erim sì.Virio, come sentisse il mio pensiero, mi guarda e risponde:« Questa è la Tradizione. E' Dottrina sacra, E' Arcana Sapienza. E' il mio compimento. Sono disceso a posta perdifenderla, e lui lo sa» dice rivolgendosi a M.E prosegue: «I miei, libri, sono serviti a te, alla tua purificazione, al tuo compimento, hanno valore solo per te e il tuoamore per me »...Nel dire queste parole solleva il braccio sinistro ed io mi accorgo che come allora è ferito (in riferimento ad altrosogno di passata incarnazione) e subito, nel sogno stesso, mi sovviene il ricordo.Soffro ancora di più, e un desiderio di avvicinarmi a lui per curarlo come allora, mi prende.Lui sente questo, M. sparisce dalla scena, ed io mi avvicino.Virio sorride ma è sempre triste, sente il mio soffrire ed il mio stato di amore, si fa da me abbracciare... gli comunicoil mio amore, sento che gli comunico questo amore... e mi sveglio."Ea: Verso la fine della sua esposizione de "Il Conseguimento Celestiale", Erim così riassume l'operatio lunae:"Abbiamo quindi: il regime di fuoco sulla terra, il regime superiore di acqua pura in aria, ed infine il regime diproiezione del vapore celeste o nettare, la cui chiave trovasi nella Veneris Magna Coelestis". A parte il brutto latino,imputabile forse a qualche copista, Erim fa riferimento ad una sua operetta giovanile (scritta appena diciottenne)pubblicata anonima, nel 1897, a Parigi, presso l'editore Chamuel, con il titolo di "Venvs Magique". L'opera è statada qualcuno attribuita erroneamente a Sedir. Questi, di otto anni più grande di Erim, ne fu solo il traduttore-curatore.Questa operetta, che come mostra il passo de "Il Conseguimento Celestiale, Erim riteneva valida anche durante glianni della maturità (morì qualche mese prima di compiere 59 anni) è importante per almeno due motivi:1) Testimonia del primo contatto di Erim con l'occultismo francese, contatto che (soprattutto quello con Papus) simantenne nel tempo.2) Testimonia dell'esistenza, sin dall'epoca giovanile, di quella duplice personalità di Erim, che traspare dalle paroledi Massimo Scaligero nell'opera "Yoga, Meditazione, Magia" e ancor meglio da qualche lettera di Scaligero stesso.Infatti, nella Venere Magica si alternano parti interessanti, nelle quali Erim adopera uno stile che ricorda FabreD'Olivet e Stanislao De Guaita, e parti che sono un curioso miscuglio di sensualità e moralismo. Questa duplicepersonalità, come vedremo, fu concausa (oltre all'inadeguatezza del suo metodo per l'uomo moderno) del fallimentodell'opus magicum di Erim, testimoniato da Scaligero. La differenza tra le due personalità è tale, da aver fattopensare, a qualcuno dei traduttori italiani della Venere Magica, che quest'opera sia stata scritta da più autori.In relazione al rapporto tra Erim e Kremmerz, così scrisse Paolo Virio in una lettera a Renè Guenon, datata 22Dicembre 1950 : "Mi basta precisare che Erim non conobbe in persona fisica il Kremmerz, ma ne intese solo parlare.Da serio iniziato, volle informarsi su di lui e sulle sue numerose attività, anche per via esoterica. Cercò unicamentedi tenersene alla larga e di mettere in guardia o di aiutare certi incauti. Una volta poi scrisse col pseudonimo diVincenzo de Cubertis al Papus, al Piobb e ad altri "occultisti" di cui aveva inteso il nome, esponendo loro alcunemalefatte e basse operazioni magiche del Kremmerz , invitandoli a diffidare." La lettera di cui parlava Virio (scrittaa macchina) si trova presso l'archivio Papus della Biblioteca di Lione, catalogata col numero 5486(11). Eccone iltesto:"Napoli 13 Settembre 1910Al Signor Dottor Gérard Encousse (sic) - ParisMaestro Papus,E' con la commozione di tutto il mio spirito che vi indirizzo queste righe. Voi siete quel maestro beneamato che haconferito al mio spirito la luce e la giusta diffidenza per quegli scritti, quando caddi nell'abisso terribile di una cattivaassociazione.Compresi allora la terribile via in cui mi si spingeva mentre al presente, dopo tre anni di un terribile combattimentocon gli elementi del male, il mio manoscritto vi giunge sotto gli occhi quale ringraziamento, e come riscontro dellavostra opera di bene.Leggete, maestro benefattore, il riassunto di tre anni di lotta continua, stando tutto solo contro la malefica e malvagiasetta di "MIRIAM".Il vostro spirito sarà commosso e mi risponderete conferendo la pace al mio povero spirito tormentato.

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Vi domando: io non devo pubblicare questo manoscritto perché non ho saputo celare abbastanza misteri terribili peri profani? Se lo faccio in buona fede Voi mi darete l'avvallo della vostra parola protettrice o almeno una letteraprefatoria?Aspetto una risposta che metta sulla retta via i poveri discepoli in buona fede, che una volontà perversa distoglie dalgiusto cammino.Mi aspetto dalla bella Francia e da Voi la luce e quella libertà che i vostri antenati ci hanno dato tramite i sacrifici del"Terrore".Spero nell'aiuto di quegli uomini di bene che si propongono di combattere il male in tutte le forme in cui esso sipresenta.Vi saluto con tutta l'animaDr. Lorenzo De Guberti (sic)Presso il Sign. PUZZIELLO via Flavio Gioia, 23 NAPOLI" Come si può notare Virio ricordava male lo pseudonimo di Erim, che non era Vincenzo de Cubertis, bensì LorenzoDe Guberti o più probabilmente Erim stesso si era sbagliato nel riferirglielo. Si direbbe infatti che Erim (brutto segnoper uno che si qualifica come iniziato) non avesse molta memoria: scrive male il cognome di Papus (Encousseanzichè Encausse). E' difficile pensare ad un errore di stampa, visto che nel rileggere una lettera (oltretutto cosìcorta) è facile correggere la "o", che può essere trasformata in "a" con la semplice aggiunta di una gambetta.Dunque Erim ricordava male il cognome di colui che, almeno a parole, sembrava considerare uno dei suoi maestri. Taluni studiosi, venuti a conoscenza di tale lettera, hanno pensato che "quegli scritti" di cui parla Erim potrebberoessere i libri del famigerato Corpus. Ma essi hanno lavorato probabilmente di fantasia, infatti Erim dice chiaramentedi essere da tre anni iscritto alla Miriam. Ora, come tutti sanno, gli iscritti alla Miriam avevano a loro disposizione iFascicoli di Miriam e non il Corpus; e gli stessi Fascicoli erano somministrati gradualmente. Dunque a Papus Erimaveva inviato probabilmente i Fascicoli iniziali A, B, C e ora, altrettanto probabilmente, gli inviava il Fascicolo D, alquale finalmente aveva avuto diritto di accesso, assieme al suo "diario magico" dei tre anni trascorsi.Tuttavia, V. Fincati, nella sua versione del Corpus, riporta anche stralci di un'altra lettera di Erim, sempreproveniente dal Fondo Papus della Biblioteca di Lione: "In un giornale seppi qui a Venezia dello scioglimento daaccusa di spionaggio del Maggiore del genio navale Alfredo Carreras. Ignoravo il nome del maggiore incriminato ene ebbi un colpo: il Carreras, ex teosofo, era divenuto discepolo di Ciro Formisano in compagnia dell'ex capitanocommissario Virginio Bernard sotto presentazione dell' ex colonnello medico di marina Prof Pace di La Spezia cheaveva un ottimo gabinetto di oculistica. L'analisi di molteplici giornali locali e di cose che mi sono state dette..... aimiei occhi di ermetista sono risultati fatti di eccezionale gravità che mi affretto a comunicarti perché tu possaprenderne visione. La povera vittima, l'Ing. Carreras, veniva richiamato in ufficio mentre i figli assonnati chiamavanoinvano la mamma lontana...... di buon mattino recatasi a Camogli presso..... il Maestro Formisano..... tu assisti allo sfacelo di una personalità dalla mente vigorosa e dalla coscienza adamantina quali conobbi ilCarreras, or sono dieci anni..... egli aveva il culto di Dio e della famiglia, egli adorava la sua sposa versatissima inteosofia e costei i bimbi e il marito; il rospo schifoso è riuscito a emettere la sua bava le cui tracce sono forse stateriscontrate dagli agenti che hanno fatto la perquisizione. Io credo innocente il Carreras e perciò mi ribello a questomisfatto nuovo; Ciro Formisano si serve dei discepoli come vittime espiatorie dei suoi falli. E seppure il Carreras,come appare dalla lettera sibillina del capitano Ravenna che ti accludo sia incorso in leggerezza, io ritengoresponsabile Ciro Formisano: costui è capace di tutto per cupidigia di denaro e fatalità vuole che si prestino ai suoiraggiri valorosissimi uomini in una incoscienza pericolosa. Giacchè non mi verrai a sostenere la tesi che un astrattissimo e lucido matematico quale era il Carreras e un illustrechimico come è il Pace, siano degli imbecilli asserviti, come mostrasti di credere a Napoli. Persone elevatissime peringegno, valore, posizione sociale e illibatezza di costume si sono risveglaiti in un baratro profondo attratti dal vorticedi questo schifoso rettile che risponde al nome di Ciro Formisano e tu carissimo.... l'angelo Marzorati è quelvalorosissimo elemento sensibile dell'ammirato Vostro per una corrente di bene mi sarete grati delle brusche mieparole di un tempo quando ho sospettato.....misconosciuto, cercavo di scolpire a vivo un farabutto pericoloso giacchè se io gridavo a voi "state in guardia" eraper cosa vera e palpabile, magicamente pensata e operata. Ogni fatto concreto è la realizzazione di un pensiero.....con questo assioma magico, se scorri il COMUNE nel numero tredici del 23 Marzo trovi che l'ispiratore del cronistaVirginio Bernard (lo stile è l'uomo) affibbia a Buddha e Sar Peladan e ai teosofi le spese del discredito mentre tentapoi di far la reclame alla setta di M+ e così aveva pensato contro di voi il maestro Ciro Formisano detto G. Kremmerze, amico carissimo, converrete con me che a scaldarsi nel seno anche se per solo spirito di carità una serpe dellasua fatta vi è da correre seri pericoli.

Contro coloro che cercano di sfruttare le leggi della natura per frode.... avrei voluto agire a viso aperto ma me lovietano le vittime..... sempre vittime innocenti per colpa di un innominabile, si chiamino Josephine Dorrot, AnnaRodriguez, Andreina Celi Duca, gemente acutamente tuttora viva nella bara-lavello......!

Ti affermai a Napoli che avrei tenuto testa al K Da solo e gli fò mangiar la polvere al dragon nero con la sola volontà;giacchè i documenti che posseggo esibiti al magistrato gli schiuderebbero le giuste porte della prigione. Ma vi è inme un rammarico profondo per le vittime, vittime nello scandalo presente e negli scamdali maggiori futuri, giacchèper tutta Italia si è desto per qualche settimana uno sguardo diffidente verso i buoni teosofi..... La compassione malevela uno schiacciante quanto ingiusto disprezzo per questa buona famiglia quale fu quella del Carreras. La loroposizione elevata è oramai compromessa.

Voi chiedete la redenzione dei discepoli della setta di M+ meritevoli di miglior stato poiché non sono persone

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comuni. Questo è quello che è umano e che è buono ed è ciò che ti chiedevo nell'opuscolo terribile che ti lessi aPortici. E questo io domanderò ai maestri di Francia nel render noto l'abuso dello pseudonimo di Sar Peladan.Perciò li prego di far leggere lettera e giornali ai tuoi cari amici con la mia chiara firma (grazie al cielo non ho danasconderni) e poi rimandameli.

Ti saluto carissimo fratello

il lettore del libro di Thot UMBERTO ALBERTI

... Sono scuole occultistiche da evitarsi: quelle costituite dai banditi intellettuali, i più pericolosi che adoperano lamagia di patto con i maggiori cacodemoni adoperandosi more biforcuto, con l'aborto e la connessa morte dellamadre, si propongono dare l'androgenato temporaneo ai 4 elementi maggiori diabolati per le realizzazioni iperfisichedi profitto mantenedo in vita il fantasma a spese della credula e ingenua massa degli affiliati cui ammaniscono i nomipiù puri e attraenti quali Circolo del Grande Oriente di M+, della dea Iside, di Siva, della dea Diana e simili. Nérifuggono dalla promiscuità bestiale fecondando artificialmente more biforcuto un uovo da schiudersi con lamalvagia e infame pratica in interiora mulieris detta dell'homunculus."

Questa lettera è sicuramente susseguente a quella prima analizzata. Da essa si deduce che vi è stato un incontro dipersona tra Erim e Papus a Napoli ed Erim, ormai sicuro dell'amicizia di Papus, si firma tranquillamente con ilproprio nome e cognome. A Portici ha fatto leggere a Papus un nuovo documento; ma ancora una volta non si trattadell'ingombrante Corpus, dal momento che Erim stesso lo definisce un opuscolo. Con ogni probabilità, egli eravenuto in possesso del volumetto "Iniziazione alla Scienza dei Magi", scritto, nell'Agosto 1906, da quel V. Bernard,su cui Erim si sofferma nella lettera stessa. L'opera fu approvata da Kremmerz nel Giugno dell'anno successivo. Daallora circolò in forma riservata all'interno della Miriam, raccomandata come testo di approfondimento delle dottrinedi Kremmerz. La lettera contiene, come si vede, un poscritto, la prima parte del quale è quasi identica ad un brano (già citato daaltri) de "Il Conseguimento Celestiale". La seconda invece mostra tutta l'ignoranza di Erim in campo scientifico. Nonesiste infatti alcun uovo che possa schiudersi dopo essere stato fecondato da sperma umano, neppure se messo adincubare nelle "interiora mulieris". Poichè, come ben si sa, vi è incompatibilità genetica tra il seme umano e l'ovuloanimale. E non si cerchi, per favore, di scusare Erim dicendo che stava esprimendosi ...simbolicamente. Dove avevaudito una simile sciocchezza?Occorre chiedersi che cosa intendesse Virio quando, nella lettera a Guenon, dice che Erim indagò "anche per viaesoterica". Si potrebbe pensare che intendesse semplicemente che Erim si iscrisse alla Miriam per provare su di sé irelativi insegnamenti. Ma Erim, come abbiamo visto, dice nella seconda lettera: "L'analisi di molteplici giornali localie di cose che mi sono state dette..... ai miei occhi di ermetista sono risultati fatti di eccezionale gravità". Come usavadunque i suoi occhi di ermetista? In una lettera di Massimo Scaligero, nella quale si parla di Erim, viene detto:"L'Alberti, esoterista cristiano, cabbalista, martinista, coltivava le scienze esoteriche insieme con la moglie Ersilia:una coppia simpatica, ma stranamente collegata con l'Occultismo, perchè al livello pratico finiva sempre sul pianodelle sedute spiritiche. Peraltro egli, cultore della spagiria "a due vasi", ossia della via dell'eros verso ilsoprasensibile, a causa del fallimento di talune pratiche operative, era afflitto da una sorta di ossessione erotica, percui tra l'altro la moglie doveva scegliere delle cameriere orbe, sciancate e senza denti, perchè egli non subisseeccitazioni nell'ambito familiare: del resto di questa sua ossessione l'Alberti non faceva un mistero e la spiegava nonsenza un senso di umorismo, da noi condiviso, soprattutto riguardo alle "veneri" domestiche." Questa lettera diScaligero conferma tutta la "doppiezza" di Erim, che, mentre ne "Il Conseguimento Celestiale" condannava lospiritismo, in realtà lo praticava. Le sedute spiritiche erano dunque quegli "occhi di ermetista" con i quali pretendevadi scoprire le cose più nefande, in relazione ad un uomo che, come dice Virio, egli non aveva mai conosciuto dipersona. Se si fossero conosciuti, Kremmerz gli avrebbe certamente parlato delle "simili nature" che si attaccanosistematicamente a chi, come Erim, è affetto da una ossessione, facendo prendere all'incauto veggente "fischi perfiaschi".

II DIALOGO

Sadescan: Nel saggio "I Manoscritti di G. Kremmerz", apparso nel n° 7 della rivista Ierà Porneusis, V. Fincatiscrive: "... la mancata disponibilità dei restanti libri del Corpus ci impediva di sviluppare, in vista di un'eventualecomprensione speculativa e dell'operatività, la dottrina ermetico-kremmerziana. Mentre eravamo nell'impasserinvenimmo sul catalogo di una libreria di Genova un curioso libricino anonimo di 18 pagine sulla magia sessuale,che nel catalogo successivo assunse forma leggermente diversa e più vasta riportando anche il nome dell'autore,sedicente Gran Maestro di un Gruppo Lilith. La sua lettura ci colpì perchè si distaccava nettamente dai soliti libercolisull'argomento di stampo anglo-sassone: vi risaltava nettamente un'impronta kremmerziana, ma di tal fatta che ciindusse subito a ritenere che quell'autore doveva aver avuto accesso, in qualche modo, ai tanto anelati libri delCorpus che rimanevano!...Andai a casa sua...Il discorso cadde ad un certo punto sui manoscritti kremmerziani e,con mia grandissima sorpresa, perchè proprio non me l'aspettavo, tirò fuori da una scansia i famosi manoscrittiinediti assieme a qualche altro documento. Alla domanda su come li avesse ricevuti mi disse che provenivano dalla

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casa di un certo "del G.", capo del fantomatico Ordine del Mantos che abitava nell'isolato accanto. Questi sarebberostati sottratti da una persona con l'astuzia e quindi consegnati a lui."Il Gran Maestro del Gruppo Lilith, che aveva pubblicato a Firenze nel 1991 i due volumetti intitolati "I segreti dellaMagia Sexualis", era Marco Massai e "del G." era un personaggio piuttosto noto negli ambienti kremmerziani, cioèAlfonso (Alfio) del Guercio.Dattilo Ideo: Prendo atto di questa identificazione fatta da Sadescan. Se poi si tratti veramente di costui è cosa chemi farebbe piacere sapere....Sadescan: Prima di occuparsi (vedremo come) di Kremmerz, l'ingegner Del Guercio era noto soprattutto per la suarelazione culturale con Berto Ricci, testimoniata dalla collaborazione all'Universale, la rivista creata e diretta daRicci, nel quinquennio 1931-35. Ci occuperemo, prima di tutto, del "Manifesto Realista", pubblicato su"L'Universale" del 10 Gennaio 1933, firmato da Ricci e sottoscritto da un gruppo di aderenti, tra i quali Del Guercio,nel quale si denuncia la decadenza della civiltà occidentale. In particolare, in relazione ai problemi dei quali cioccuperemo in seguito, si afferma che: "il problema religioso non si risolverà con filosofie e meno che mai con idoliidealistici, ma solo sul terreno religioso e cioè o per un rinnovamento profondo delle religioni esistenti o per l'avventodi nuove energie spirituali sulla terra quando quelle religioni avessero ultimata l'opera loro".Ma ecco il testo completo del Manifesto Realista:"Alcuni Italiani, sazi di sentir parole, e desiderosi d'un ritorno italiano alle idee, ritengono utile esporre il loro pensierosu cose di qualche interesse presente e futuro. Questo manifesto non è perciò che una franca espressioned'opinioni fortemente sentite, delle quali alcune coincidono con princìpi ormai stabiliti in Italia e in via d'affermarsianche fuori, altre sono controverse: né le prime si danno qui come novità, né le seconde come suggerimenti anessuno. Più cercatori di verità che recitatori di catechismi, e accomunati da questa ricerca e dal dispregio dellafacile sapienza che si sbriga de' massimi problemi con frasi usate, i firmatari trovandosi d'accordo su alcuni puntiessenziali ne danno notizia a chi come loro si pone oggi domande rigorose e si sforza di trovarvi risposta.E in primo luogo affermano che secondo ogni apparenza l'odierna crisi spirituale e pratica di molti popoli è crisi diciviltà, e sta ad indicare la decadenza della civiltà occidentale nei suoi aspetti di nazionalismo e di capitalismo,nonché in quello più antico e solenne di cristianesimo.È prova della decadenza del nazionalismo il suo stesso acuirsi morboso al servizio di nascosti interessi negli Statipiù forti e di più remota formazione, e l'esasperarsi degli egoismi nazionali sul piano diplomatico e militare incontrasto col crescente universalismo dell'intelligenza e dei costumi; il suo ricorrere a trappole pacifiste per garantireai profittatori di Versailles il predominio.Dimostrano la decadenza del capitalismo la crisi generale delle industrie e dei mercati, la guerra doganale e losciovinismo economico, la disoccupazione come stato permanente di folle, il tracollo delle grandi e piccole aziendedivenuto normalità, il deprezzamento della stessa proprietà agricola e il definitivo struggersi di patrimoni di vecchiadata, l'impotenza dei cosiddetti “cartelli” e forse la loro medesima costituzione, la frequente impossibilità di smerciodelle materie e delle manifatture, la difficoltà e spesso l'impossibilità di giovarsi degli sbocchi esistenti, lasvalutazione della mano d'opera determinata dal progresso meccanico in una società inetta e restia a farne l'usomigliore, l'ingigantirsi numerico della burocrazia a tutto scapito del lavoro, l'agglomeramento sterile e malsano nellegrandi città, lo squilibrio tra una produzione progredita a dismisura e una distribuzione sociale e internazionalerimasta indietro di secoli, l'intervento inevitabile degli Stati nell'economia privata.Dimostrano la decadenza del cristianesimo: l'attenuarsi del sentimento del peccato negli uomini, la presa sempreminore che hanno i princìpi cristiani sulla vita degl'individui sia credenti che no, l'affievolimento del concetto ditrascendenza nello spirito umano quando non si riduca a spicciola superstizione e bigotteria, il clero sempre piùabbassato a mestiere, l'imborghesirsi di quello secolare e la sua stessa correttezza esteriore che ne fa una classe distipendiati incapace ugualmente di grandi virtù, il distacco d'una società nominalmente cristiana dagli apostoli dellemissioni e dai martiri delle persecuzioni, il degenerare della maschia bontà evangelica in una gelida irreprensibilità aldi qua del bene e del male, il trionfo della moda pubblica e impura di beneficenza sul precetto individuale e austerodi carità mentre già si afferma come valore sociale superiore a entrambi quello di solidarietà; la promessa e nonraggiunta conciliazione tra dogma cattolico e scienza e pensiero moderno; la disperata siccità e la depravazioneintellettuale delle chiese protestanti; infine il palese prevalere quasi dappertutto del potere pratico e spirituale delloStato sul potere pratico e spirituale della Chiesa di Roma, e delle altre che meno legittimamente si nominano daquella religione: tanto da rendere oggi pazzesca l'ipotesi, ieri ancora verosimile e varie volte avverata, di moltitudinicristiane accorrenti in difesa del papa o della fede colpita come in Russia e nel Messico.Concludiamo perciò che i sintomi di declino della civiltà occidentale investono il nazionalismo, il capitalismo e ilcristianesimo; che questo triplice decadimento è sensibile nella crisi presente, la quale non si risolverà nel sistemama oltre il sistema, cioè oltre il nazionalismo, oltre il capitalismo, oltre le degenerazioni storiche del cristianesimo.Rileviamo a tal proposito quanto sia transitorio, e da riferirsi più che altro al secolo passato, il concetto stesso dimondo occidentale come ambiente chiuso e vivente a sé; e come sia da reputarsi probabile che alla civiltà futuracollaboreranno genti d'ogni razza e d'ogni Paese.I sottoscritti escludono però che la società e la civiltà avvenire abbiano a fondarsi sul comunismo russo o sulgandhismo indiano, essendo il primo nient'altro che il contraccolpo locale e temporaneo della rapida rovina d'unfeudalismo mitigato, e il secondo un impulso tradizionale non adattabile ad altro clima. Pure apprezzando l'immensovalore dei due fenomeni e la parte indubbia che avranno nella prossima storia del mondo, come pure il necessario egià visibile apporto che a questa daranno altre razze, essi sono convinti che tutte queste energie variamentemodificate e incanalate dagli eventi e dalle necessità dovranno far capo all'Italia e alla rivoluzione fascista,rivoluzione imperiale, centro d'una imminente civiltà non più caratteristica d'un continente o d'una famiglia di popoli,ma universale.

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Credono quindi che sia grave errore definire il Fascismo come salvatore della civiltà d'Occidente, anziché venuto adarle morte serbando di lei unicamente il cardine eterno, e cioè il rispetto e la funzione della personalità umana:principio mediterraneo, anteriore al cristianesimo, e dal cristianesimo accolto come sopravvivenza imperitura dipaganità fino ad esser ripreso dal Rinascimento italiano. Vedono nell'universalismo un moto fatale della storiacontemporanea, accresciuto senza più possibile freno dal moltiplicarsi degli scambi e dal progresso delle scienze; esono persuasi che l'unione dei popoli sarà attuata dall'Impero fascista con le armi della pace e della guerra, nonchécol concorso di tutti i lieviti rivoluzionari oggi in azione nel mondo. Vedono cioè nel Fascismo, di là da ognicontingenza provvisoria, un moto cosmopolita come sono le cose d'Italia, assimilatore e unificatore di popoli.Ripudiamo dunque come arretrato ed equivoco il linguaggio di chi vocifera di romanità secondo una ristretta visualenazionalista d'origine non certo italiana, del tutto contraria alla missione di Roma, che non è quella di contrapporsi aibarbari ma di farli cittadini. E osservano con particolare soddisfazione come sia fallito senza rimedio il propositod'inserire la Rivoluzione fascista nel quadro d'un ridicolo legittimismo europeo rimasto a sognare Sante Alleanze peruso di pochi maniaci del principio dinastico mondiale e nostalgici d'un ordine feudale ucciso dai Comuni italiani e dalRinascimento italiano.Affermano che il nome d'Italiano implica oggi, e sempre più richiederà in un prossimo futuro, non la sola qualità diabitante d'un territorio e di suddito d'uno Stato, ma quella di milite d'una rivoluzione in atto e di costruttoredell'Impero. Queste due realtà-idealità madri della storia moderna, Rivoluzione e Impero, appaiono inseparabilmentelegate dalla relazione di causa ed effetto, ed è vuoto artificio il dividerle. Sbaglia chi nel giudicare le rivoluzioni siferma ai loro presupposti astratti o alla cronaca loro, e sbaglia chi scambiando il modo con l'essenza vedenell'impero un fatto soltanto militare. Gli imperi più o meno vastamente raggiunti e più o meno stabilmente mantenutidai popoli moderni sui territori e sugli spiriti nascono dalle rivoluzioni e ne propagano le idee; decadono e lentamentesi dissolvono quando le idealità che li ingenerano hanno esaurito il loro compito nel mondo. E le moderne rivoluzioni,dalla luterana all'inglese d'un secolo dopo, dall'americana alla giacobina, alla bolscevica, e alla kemalista, esprimonoinnanzi tutto (qualunque ne sia la base teorica) la vitalità del paese d'origine, la volontà e capacità di dominio del loropopolo.I sottoscritti considerano l'Impero nella piena estensione metafisica e geografica del termine, con tutto quel ch'essoinchiude di necessaria violenza, ma soprattutto come atto d'amore sul mondo: non fondarono imperi Attila eTamerlano. Credono, con Dante, ch'esso spetti all'Italia e a Roma; e credono che gl'imperi d'altri non siano cheabbozzi e ombre di lui. Considerano come secondaria la forma di governo di esso, purché assicuri la partecipazioneintera dell'individuo allo Stato, lo sviluppo di aristocrazie non necessariamente ereditarie né elettive ma naturalmentesorte dall'ingegno e dal lavoro, e la possibilità della dittatura. Vedono nella rivoluzione italiana intrapresa nel motoper la libertà e l'unità nazionale, e ora portata al più alto grado e facentesi popolo e spinta sul campo d'Europa dalFascismo, la premessa necessaria dell'Impero umano che realizzerà la “Monarchia” di Dante e il “Concilio” diMazzini. Per questo motivo sopra ogni altro, attestano a Mussolini, Capo della Rivoluzione fascista, e Capo d'Italia,la loro calda e sicura devozione.Prendendo a esaminare gli elementi che si possono opporre fin d'ora alla civiltà attuale, e sui quali presumibilmentesi fonderà la futura, riscontrano anzitutto come il determinismo economico e il materialismo storico siano dottrinesmentite da molti fatti, e vere soltanto per una limitata classe di fenomeni all'infuori dei quali agiscono forze spiritualid'intensità uguale e talvolta maggiore, benché di più difficile percezione: forze il cui alterno moto aggrega o disgregai ceti sociali, accresce o debilita le nazioni. Negano che sia da vedersi oggi alcuna vitalità nelle ideologie liberali, nelpatriottismo convenzionale, nelle mascherate massoniche, nella democrazia rappresentativa e nelle furbe utopieginevrine, parvenze morte e morti istituti che innestati sul cristianesimo della Riforma e della Controriformacostituiscono appunto la contraddittoria e crollante intravatura della società contemporanea; e rifiutano diconseguenza a questi elementi ogni funzione storica nel futuro prossimo o remoto. E dichiarano quanto segue.Per il problema religioso: che la fede religiosa è un fatto individuale, e che la libertà di coscienza potenzialmenteacquisita dai popoli con la rivoluzione francese e proclamata molto prima in terra italiana è proporzionata allepossibilità degli individui, ma non si può né si deve sopprimere con ritorni di barbarie; che, per quanto riguardal'Italia, la libera universalità del Fascismo esclude anche in via d'ipotesi ritorni tali; che la tradizione nostra civile nonrientra nella cattolica e può e ha potuto svolgersi indipendentemente da quella; che l'intrecciarsi del paganesimomediterraneo al cristianesimo cattolico è stato condizione certa e costante della storia italiana, col risultato dicontemperare i due elementi fino a che una più alta forma non li riassuma; che il problema religioso non si risolveràcon filosofie e meno che mai con idoli idealistici, ma solo sul terreno religioso e cioè o per un rinnovamento profondodelle religioni esistenti o per l'avvento di nuove energie spirituali sulla terra quando quelle religioni avessero ultimatal'opera loro; che a tale rinnovamento o a tali energie d'altra provenienza spetterà di metter fine al dissidioconcettuale e morale tra civiltà moderna e fede; che infine il rampollare dal tronco mediterraneo di un'etica fascistaal disopra delle preoccupazioni confessionali degli individui è l'annuncio del tempo nuovo.Per il problema politico: che gli istituti politici sono transitori ed hanno valore solo in quanto tendono all'Impero; e cheè merito grandissimo del Fascismo affermare e sostenere il concetto d'una politicità dell'uomo impressa ericonoscibile in ogni attività umana. Che questa politicità o essere politico non consiste nella briga dei partiti, dellecategorie e delle clientele, bensì nella partecipazione dell'individuo allo Stato secondo le proprie capacità, secondoed “entro” il proprio ufficio, e nel sorgere spontaneo e continuo delle aristocrazie naturali; ch'essa supera di molto lerispettabili ma non più sufficienti virtù del patriottismo sentimentale, dell'ossequio alle leggi e di una medievalesudditanza detta modernamente civismo; che se l'italianità poté per secoli essere più che altro natura (Cellini) e persuccessivi decenni più che altro convinzione eroica (martiri di Belfiore), occorre oggi trasmettere a tutto il popolo lafusione di questi due aspetti di lei, uno istintivo l'altro riflessivo, già attuata con continuità nei grandissimi da DanteAlighieri a Giuseppe Garibaldi, e in ore supreme negli umilissimi dai combattenti dell'Assedio a quelli del Carso e di

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Fiume: sì che nel corso di poche generazioni essa italianità principii ad agire simultaneamente come fatalità e comevolontà, come energia innata e come confessata fede. Chiedono che si sviluppi e si estenda in Italia un imperialismopopolare non incorporato in associazioni, ma emanante dal Fascismo quale sua conseguenza immediata, e dalFascismo trasfuso a tutta la patria come coscienza di una missione universale. Detto imperialismo non puòsignificare rinunzia al compimento dell'unità geografica e oblio delle terre italiane rimaste in mano serba, inglese ofrancese, ma solo condanna di chi non veda oltre quelle, e cerchi di polarizzare su quelle l'attenzione e la passionedei giovani.Per il problema economico e sociale, i sottoscritti riconoscono come portata dai tempi e sintomo certo di profondatrasformazione la necessità d'una limitazione qualitativa e quantitativa del diritto di proprietà, e d'una subordinazioneferrea ed equa degli interessi privati all'interesse dello Stato. Credono che ciò non voglia dire avviarsi a un marxismoincompatibile con la natura umana e soprattutto con la natura italiana, ma solo trasferire nell'ordine economico ilconcetto di politicità dell'individuo come esposto sopra; e che il tramonto inarrestabile del sistema liberale esiga dauna parte l'eticità dell'economia, dall'altra la graduale partecipazione dei lavoratori alle aziende e la fine d'ogniproletariato. Ritengono che la società futura avrà a fondarsi sul dovere del lavoro e sul diritto del produttore allaproprietà nei limiti utili allo Stato; e che il diritto di proprietà e quello di eredità siano buoni in quanto servano alloStato, nocivi in quanto non concordino coi suoi fini; che l'iniziativa individuale sia da favorirsi oppure da limitarsi ereprimersi secondo lo stesso criterio. Additano al disprezzo degli Italiani e all'attenzione dei legislatori dellaRivoluzione quella classe di ricchi oziosi che sta assente dalla lotta economica, e che potendo dar vita alle aziende,lavoro ai lavoratori, ricchezza alla nazione, preferisce godersi le rendite o sfruttare con metodi primitivi i possessilasciando al Governo tutto il peso delle bonifiche e dei lavori pubblici, e dimostrandosi indegna dei beni cosìmalamente amministrati. E ravvisano nel corporativismo fascista il principio del nuovo ordine, suscettibile d'imprevistisviluppi e d'impensabili risultati; giudicano che sia errore deplorevole quanto comune il prendere per punti d'arrivo diesso corporativismo quelli che ne sono invece i primi passi necessari, quali l'iscrizione generale ai sindacati, le ottoore lavorative, l'assicurazione obbligatoria, la magistratura del lavoro. Infine, tengono per fatto importante e forsecapitale lo scadimento del dualismo vecchio tra campagne e città sia nell'ordine economico sia in quello sociale emorale, e il convergere della civiltà, umanità ed economia rustica e della civiltà, umanità ed economia cittadina versoun unico tipo."_____________Gennaio 1933Firmato da: Berto RicciSottoscritto da: Giorgio Bertolini, Romano Bilenchi, Diano Brocchi, Gioacchino Contri, Alfio Del Guercio, AlbertoLuchini, Roberto Pavese, Icilio Petrone, Ottone Rosai, Edgardo Sulis, Mario Tinti.

Turba Philosophorum: Per quanto riguarda il pittore Ottone Rosai (Firenze 1895 - Ivrea 1957), nell’opuscolo "IlRosai", Firenze, 1930, il testo iniziale, anonimo, ma scritto da Berto Ricci (Firenze 1905 - fronte libico 1941), dice:«Rosai, bestemmiatore, negatore micidiale delle virtù borghesi, è immensamente più vicino a Dio degli onesti atei ecattolici che a tutte le cantonate danno esempio di specchiatezza familiare e civile, ma tuffati nell’onda fangosamoderna son cenci sudici davanti all’essenza della vita [...] libero dal giogo delle finzioni può scrivere quello che nonscriverebbe un altro ridotto schiavo, anche con più ingegno. Sia ben chiaro che nell’arte, come davanti a Cristo,l’ingegno è strumento e soltanto strumento: nulla perciò in sé, e moltissimo quando è mosso da più alto. Poetadunque più di tutti i poeti oggi vivi, eguagliato soltanto da Palazzeschi e dal pazzo bellissimo Campana, Rosai èquello che dà a noi e a tutti più umanità.»Sadescan: Nell'articolo intitolato "Sulla vitalità del Cattolicesimo", pubblicato su "L'Universale" del 25 Marzo 1933,rispondendo ad un precedente "Commento al Manifesto" di Roberto Pavese, Del Guercio scriveva: "Pur avendotutto il riguardo e la mia personale simpatia per Roberto Pavese e riconosciuta tutta la forza e serenità delle sueosservazioni, rimango fermo nel pensiero che il cristianesimo, cattolico o no, abbia nelle sue forme attuali compiutoe concluso il suo ciclo di attività terrena e che se vuole addirittura conservare il dominio spirituale a cui ènaturalmente chiamato, si trovi di fronte al dilemma posto nel Manifesto: o profondamente rinnovarsi o deporre il"seme dell'eternità" in un nuovo terreno". Per Del Guercio dunque il Cristianesimo era naturalmente chiamato aldominio spirituale: doveva solo profondamente rinnovarsi. Nello stesso articolo Del Guercio aggiungeva: " I riti di unculto che si è affermato sono o dovrebbero essere di carattere magico nel senso più alto e assoluto della parola" edanche: "Che effettivamente il ripotenziamento del rituale di un culto implichi un profondo rinnovamento emanantedirettamente dalla potenza divina, mi sembra che venga posto in evidenza dall'esempio dell'Imperatore Giuliano, ilquale non riuscì nuovamente a "galvanizzare" i riti del culto pagano, pur non mancandogli nè la fede, nè l'ingegno,nè i mezzi. Gli mancava la Divinità". Del Guercio era perciò su posizioni nettamente contrarie all'ImperialismoPagano di Arturo Reghini e anche a quello di Julius Evola, ritenendo che il paganesimo fosse terminato per sempreall'epoca dell'imperatore Giuliano. Del Guercio si interessò invece ad un altro libro di Evola e cioè "Maschera e Voltodello Spiritualismo Contemporaneo", uscito in prima edizione nel 1932 e particolarmente al capitolo "I ritorni alCattolicesimo". Al contrario di Evola che, pur prospettandola, non credeva molto alla possibilità di una formasuperiore attiva di ritorno al cattolicesimo, Del Guercio ne fece il suo programma. Nel suo articolo "La Religionecome Conquista", comparso nel numero del 10 Febbraio 1933 de "L'Universale", Del Guercio scriveva: "Bisogna, inuna parola, cambiare l'atteggiamento del credente di fronte alla religione e creare il bisogno religioso come senso diconquista. Ma per avere questo non ci vogliono nè la Propaganda Fide, nè le inframmettenze politicheecclesiastiche o le processioni; occorre creare "l'ambiente", il campo magnetico entro il quale il "motore" è costrettonecessariamente a girare. Deve essere un ambiente attivo, maschio come il Sole" e aggiunge: "Come crearlo? Chilo creerà? Per Berto Ricci sarà un nuovo Gesù o un nuovo San Francesco. Per mio conto preferisco per ora lasciare

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l'interrogativo". In realtà Del Guercio, nello stesso articolo, dimostra di seguire, a livello individuale, già una stradaben precisa, consistente nel "ritrovare in noi quel nucleo di verità che la religione racchiude: - Non sapete che levostre membra sono tempio dello Spirito Santo, il quale è in voi...- (Paolo ai Cor., I, VI, 19)". Del Guercio invocaperciò "lo slancio profondo di chi si è impossessato della maschia energia del Cristianesimo primitivo per tornare abattezzare con la forza dello Spirito". Il vero problema, come abbiamo visto, per Del Guercio era "creare l'ambiente, il campo magnetico entro il quale il"motore" è costretto necessariamente a girare". Non si poteva pensare di creare tale ambiente tra i reghiniani (allaMassoneria Del Guercio fu sempre decisamente avverso), nè tra gli evoliani e, viste le critiche evoliane masoprattutto guenoniane dell'antroposofia, egli non si fidava neppure degli steineriani. Un altro filone sembrava invecepiù promettente. Del Guercio non ignorava che, da tempo, il cosiddetto Ordine Egizio possedeva una doppia anima.Se Izar, Spedalieri e Lebano erano stati discepoli "egizi" di Mamo Rosar Amru essi però erano anche detti "MartinistiNapoletani", essendo stati iniziati al Martinismo da Eliphas Levi e perciò secondo una linea più diretta di quellavantata dai discepoli di Papus. Sarebbe dunque bastato, nei loro successori, eliminare l'anima "egizia" a vantaggiodi quella cristiano-martinista. Del Guercio neppure ignorava l'analogo tentativo che in quegli anni veniva compiuto daErim, visto che quest'ultimo aveva trasmesso i fascicoli miriamici, accompagnati dalle sue lettere denigratorie nonsolo ad occultisti francesi, ma anche italiani (Virio ad es. cita esplicitamente Pierre Piobb, pseudonimo dell'italianoconte Vincenti). Esistevano due possibilità di agire: fare una ricerca dall'esterno e pubblicarla, ovvero cercare dientrare nell'organizzazione come aveva fatto Erim. Del Guercio seguì inizialmente la prima possibilità.Testimonianza di questa attività di quegli anni è una sua ricerca pubblicata ufficialmente, con lo pseudonimo di A.Verniero, soltanto nell'anno 2000 ed intitolata "Giuliano Kremmerz e la sua Scuola Iniziatica". Riguardo a questotesto, si legge nell'introduzione: "Ne fu annunciata la pubblicazione dall'autore stesso in una nota introduttiva, datataFirenze, 14 Agosto 1945, posta come premessa alla ristampa di una delle prime opere del maestro Kremmerz"Angeli e demoni dell'amore", curata sul finire degli anni '40 dalla Partenopea di Napoli" . Dopo aver identificatoVerniero con Del Guercio, si aggiunge:" Il volume rimase tuttavia nel cassetto dell'editore e non fu mai pubblicato.Non sappiamo se il motivo è da ricondursi a variazioni nei programmi editoriali della Società Editrice Partenopea,oppure ad una scelta precisa o ad un ripensamento dell'autore. Sappiamo invece che l'opera in realtà comprendeva-nella sua stesura finale- due parti in più rispetto al primo libro, imperniato prevalentemente su una analisiapprofondita di alcuni episodi della vita di Kremmerz. La prima parte, in cui si delineava efficacemente il profilobiografico del Kremmerz, chiarendone alcuni aspetti ancora misteriosi, risultava infatti integrata da capitoli a se stantiriguardanti l'opera, la scuola e gli insegnamenti (comprese le istruzioni cosiddette segrete) del medesimo. Tuttavia,mentre del primo volume, rimasto nell'archivio dell'editore, sono iniziate a circolare già negli anni '50 alcune copie etrascrizioni, questi ultimi scritti - di non poco interesse per una maggiore e migliore comprensione dell'intera operakremmerziana- sono rimasti in ben più riservati cassetti e pare ne esistano soltanto due o tre copie." Cosa eraavvenuto? ciò che Del guercio sperava: con la sua attività aveva attirato l'attenzione di Domenico Lombardi,Delegato Generale della Miriam. Questi stava cercando in quegli anni, dopo la II guerra mondiale, di riorganizzare la Miriam e riteneva che l'appoggio di un personaggio di riconosciuta preparazione culturale come Del Guercio glisarebbe stata utile. Del resto, nel primo libro della sua opera, Del Guercio prendeva, ad arte, le difese di Kremmerze perciò Lombardi, vista la "doppia anima" egizio-martinista della sua organizzazione, non si preoccupò delrinnovamento del cristianesimo auspicato da Del Guercio. Essendo la massima autorità della Miriam (ed avendo egliperso i contatti normali con l'Ordine Egizio) nominò Del Guercio Segretario Generale della Miriam, carica cheLombardi stesso aveva fino a quel momento ricoperto, unitamente (dopo le dimissioni e la morte di Kremmerz) aquella di Delegato Generale.Nella già citata nota introduttiva ad Angeli e demoni dell'amore del Kremmerz, Del Guercio scriveva: "Oggi,dopo la persecuzione fascista che giunse persino alla soppressione violenta di una delle Accademie kremmerziane,e specialmente in seguito alla morte del Fondatore, si può dire che della Miriam non è rimasto che un nostalgicoricordo di un alto ideale, conservato da pochi superstiti discepoli della vecchia Scuola".In uno scritto datato 1944 e firmato A.D.G. si legge analogamente: "Nel caso che il gruppo non abbia più, ne siacosciente o meno, il legame con il Centro, la questione si fa più delicata. Ma in questa circostanza le conoscenzepossedute dal gruppo non hanno più valore "vivo" che debba conservarsi e trasmettersi. Sono conoscenze chehanno ormai un aspetto statico, di valore più che altro culturale e da passarsi in archivio". Turba Philosophorum: Non è casuale che Del Guercio scrivesse una nota introduttiva proprio ad Angeli e demonidell'amore. In tale operetta c'erano dei riferimenti al cristianesimo che potevano fare al caso suo. Nella nota infatti silegge: "Nel presente opuscolo, per quanto senza pretese, non mancano degli spunti interessanti. Sulla possibilità diusare una cerimonia religiosa come potente ausilio di un'operazione magica, vi è un richiamo che, anche da unpunto di vista puramente pratico, è molto istruttivo. Così pure il significato strettamente magico della messa è coltomagistralmente nelle sue linee essenziali, anche se il lettore penserà che quel gioco di parole sulla patena ed ilcalice, il denare e la coppa della simbologia del "Taro" sia piuttosto sibillino".Sadescan: Entrando in Miriam (e ciò dimostra che non entrò per vivificarla) scrisse una "Circolare per mantenerela regolare continuità della Fr+ di Mir+", datata Firenze Dicembre 1947, proveniente dalla Segreteria Generale econtrofirmata da Domenico Lombardi, in qualità di Delegato Generale. Mentre apparentemente si davano direttiveper la riorganizzazione della Miriam (e in particolare per l'Accademia fiorentina J.M.K.E. , cioè " J.M. Kremm-Erz",che viene dichiarata, nel documento, come l'unica riconosciuta dalla Delegazione Generale), in realtà si insinuavanopesanti dubbi sulla validità dell'Accademia stessa. Vi si può ad es. leggere: " Tuttavia è necessario osservare che,mentre le iscrizioni e le Accademie furono chiuse, nessuna disposizione è stata mai presa in questo senso per laSeg+ Centrale della Delegazione Generale, la quale Segreteria, pertanto, è l'unica parte della Fr+ che abbiaconservata intatta la sua continuità, sia per la persona ad essa regolarmente designata, sia per le sue funzioni.Resta perciò ben fermo che oggi, qualunque iniziativa presa nell'intento di proseguire o conservare il funzionamento

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della Fr+ di Mir+ non può aversi che attraverso la Segr+ Gen+". Si insinuava dunque subdolamente che non vi fossecontinuità nella carica di Delegato Generale ricoperta da Lombardi e praticamente si affermava di essere, almomento, l'unica autorità. Altrettanto subdolamente Del Guercio scrisse: "Su questo punto è bene soffermarel'attenzione, poichè è indispensabile tener presente che le manifestazioni di carattere iniziatico sono sempregerarchiche. E come vi è gerarchia di classi (per es. circolo esterno e circolo interno, ecc.) vi è gerarchia diOrganizzazioni. Quindi il considerare la Mir+ nel suo aspetto fisico di fratellanza, come un'organizzazione chiusa insè stessa , sarebbe lo stesso che isolarla dalla "catena iniziatica" di cui fa naturalmente parte e pertanto cesserebbeogni sua ragione di essere". Fingendo di dimenticarsi che la Miriam ricevette regolare trasmissione da Kremmerz eche perciò aveva tutto il diritto a continuare per la sua strada, Del Guercio insinuava che, se non fosse stato piùpossibile un collegamento "orizzontale" con l'Ordine Egizio, la Miriam doveva essere messa "in sonno". A che pro?ovviamente affinchè i suoi membri venissero indirizzati in altra direzione. Da chi? ovviamente dall'unica (secondolui) autorità rimasta in Miriam, il segretario generale Del Guercio. Cosa fece Lombardi? perchè controfirmò taledocumento? Quando Kremmerz abbandonò (dal 1 Gennaio 1913) la sua carica di Delegato Generale, scrisse all'alloraSegretario Generale Domenico Lombardi , dicendo: "ti invito a comunicarlo ai Presidi delle nostre Accademie elasciare che il Consiglio dei più anziani provveda". Kremmerz dunque riconosceva al Consiglio degli anziani lafacoltà di decidere circa le modalità di continuazione della Schola. Il Consiglio non prese alcuna decisioneriorganizzativa e Kremmerz inoltrò allora la "Circolare perchè la Frat+ non si disperda ed entri nei definitivi confinidella sua origine", datata 29 Giugno 1914 ed indirizzata ai MM+ preposti alla direzione di Circoli Ermetici dellaMiriam. Essa inizia con le parole: "Carissimi Fratelli, essendomi, per ragioni momentanee, ritirato dalla direzionegenerale della Scuola Ermetica per lasciare a voi la indipendente direzione di gruppi e circoli, desidero in pocheparole farvi note alcune cose inerenti alla costruzione generale della Miriam..." Kremmerz perciò affermava di averlasciato, almeno momentaneamente, ai Maestri Preposti la direzione indipendente di gruppi e circoli.Morto Kremmerz, segretario generale della Miriam rimase Domenico Lombardi, mentre a Napoli Vincenzo Manzi,preside della locale accademia, si proclamò successore del maestro defunto, dando origine a un lungo scisma.L'attività di Lombardi fu estremamente ridotta fino agli anni 1946-1947, quando egli tentò di riunificare (senzaperaltro mai riuscirvi completamente) i gruppi kremmerziani sotto la sua guida come Delegato Generale enominando nuovo segretario generale Del Guercio. Che questi mirasse, una volta stabilito il contatto iniziatico con laMiriam, a proseguire per conto suo, cominciò ad evidenziarsi sin dall'inizio del loro rapporto. Infatti Lombardi, in unalettera inviata da Napoli il 17 Novembre 1947, fu costretto a scrivergli: "...Circa l'obiezione che fai, cioè: <<Unfratello che non volesse aderire alla nuova organizzazione, pur continuando a praticare come in passato ed inpossesso di Cifra, cordone e pagella non potrebbe logicamente essere considerato fuori catena, etc...>> qui ti pregoriflettere, se vogliamo restare logici e coerenti, che un Fr+, a qualsiasi grado appartenga e qualunque siano leistruzioni stampate e manoscritte che gli furono date dal Maestro Kremmerz, resta sempre un numero dellaFratellanza, ma che, non aderendo a collaborare lealmente ed efficacemente al doveroso compito di riportare laFratellanza Stessa alla rigorosa osservanza dei principi fondamentali, ben precisati nei 60 commi della Pragmatica,viene automaticamente a mettersi fuori catena. Non è più un petalo della Mistica Rosa di Myriam". La stesura dellacircolare del Dicembre del 1947 venne affidata a Del Guercio, affinchè si presentasse ufficialmente come nuovoSegretario Generale. La circolare termina infatti con le parole: "Tutte le richieste d'informazioni, le domande ecc,devono essere indirizzate esclusivamente al seguente indirizzo: Dr Alfonso del Guercio, Via Giuseppe Giusti 10Firenze. Lombardi, come per confermare, di suo aggiunse: "Qualunque corrispondenza non indirizzata come sopranon verrà presa in considerazione dalla Delegazione Generale" e firmò con la formula: "Domenico Lombardi-Firenze per J.M. Kremm-Erz". Probabilmente Lombardi, in una prima lettura, apprezzò soprattutto la parte principaledel documento, che riguardava la riorganizzazione della Miriam e non fece troppo caso alle affermazioni insinuanti,che abbiamo evidenziato precedentemente. Perciò firmò il documento. Tuttavia, sicuramente, se ne accorse inseguito, visto che indirizzò alla Segreteria Generale, il 27 febbraio 1948, un nuovo documento, con preghiera diprovvedere alla diramazione, nel quale si affermava, tra le altre cose che: "Una è la Del+Gen+: quella designata daJ.M. Kremmerz". Infatti, il comma 48° della Pragmatica Fondamentale della Miriam precisava che: "Il delegatogenerale può rilasciare il suo ufficio per ordine del collegio o capitolo operante, suo giudice diretto e suo mandante.Può, autorizzato, farsi sostituire temporaneamente e delegare a sua volta un rappresentante diretto per una regioneo stato: può conservarsi anonimo o manifestarsi apertamente." In relazione a ciò, in un documento datato, 7Ottobre 1949 (e perciò dopo la rottura con Del Guercio) Lombardi scrisse anche: "...coi poteri inerenti allaDel+Gen+, a me oralmente trasmessi dal Maestro J.M. Kremm-Erz, in fedeltà alla mai revocata PragmaticaFondamentale...". Del Guercio, sul momento, "abbozzò", diramando la circolare del 1948 e aggiungendo di suo laformula: "D'ordine del Del+ Gen+, Il Seg+ Gen+ A.del Guercio". Intanto preparava a Lombardi un "piattino" molto piùamaro. Turba Philosophorum: E' finalmente il Corpus?Sadescan: Gli atteggiamenti di Del Guercio che risultarono impossibili da sopportare da parte di Lombardi eranodue, collegati l'uno all'altro:1) Del Guercio, in risposta a chi si chiedeva come egli fosse riuscito in apparente breve tempo a raggiungere unposto di prestigio in Miriam, ventilava una propria appartenenza all'Ordine Egizio.2) A riprova di ciò egli cominciò, con finta discrezione, a far circolare non solo il suo primo libro riguardante labiografia di Kremmerz, ma anche, e separatamente dal primo, i due successivi (ai quali abbiamo già accennato) cherielaborati e accresciuti erano, nel frattempo, diventati tre. Per farli sembrare autentici documenti dell'Ordine Egizio,aveva loro allegato, come premessa, gli Statuti dell'Ordine Egizio stesso, ricevuti in visione da Lombardi.Esaminiamo il primo punto. Riguardo all'Ordine Egizio, occorre distinguere i Dodici Supremi Vecchi Maestri delCollegio (o Capitolo) Operante, da quei discepoli di Kremmerz (o di altri dei dodici) ammessi nell'Ordine come

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possibili successori dei dodici stessi. Per fare un es., recatisi Vinci Verginelli e Gino Muciaccia (iscritti all'AccademiaPitagora di Bari) da Kremmerz a Beausoleil nel Dicembre 1929 e nel Febbraio 1930, il Maestro, secondo quanto lororiferito, li iscrisse entrambi all'Ordine Egizio come "indiretti" alle sue dipendenze. Nulla di strano perciò che avessefatto analoga iscrizione nei confronti dell'allora suo Segretario Generale Domenico Lombardi. Qualcosa di similefece Lombardi (come testimonia una lettera datata 9 marzo 1949) nei confronti del suo Segretario Particolare MarioParascandolo, definendolo "unico regolare indiretto iscritto al Gr:.Or:.Os:.Eg:." Ed è probabile che Lombardi sisarebbe comportato così anche nei confronti di Del Guercio, se questi si fosse dimostrato fedele.Turba Philosophorum: Esser venuto a conoscenza degli Statuti dell'Ordine Egizio modificò i piani di Del Guercio.Fino a quel momento sembra che egli avesse intenzione di far passare i suoi scritti come "continuazione delFascicolo D" della Miriam. Scrisse infatti nella sua nota introduttiva ad Angeli e demoni dell'amore: "Particolarmenteinteressante, per dottrina e pratica, è l' "insegnamento segreto" destinato esclusivamente ai "fratelli miriamici". Essoè diviso in due parti: quella comune a tutti gli iscritti e che è contenuto nei Fascicoli A, B, C, D, e l'insegnamentodestinato ad una cerchia ancora più ristretta, i veri e propri "discepoli", e che è, salvo la continuazione del fascicoloD, qualche istruzione personale, quasi completamente orale. Sadescan: Il primo dei libri che Del Guercio accodò agli Statuti dell'Ordine Egizio è intitolato "Preparazione". E' unmiscuglio di pezzi ricopiati, quasi parola per parola, da scritti di Kremmerz, intessuti con confusionarie elucubrazionidi Del Guercio. La parte più pericolosa di questo libro è costituita dalle istruzioni relative ai digiuni e alle purgazioni.Si tratta di una parte che, se il testo fosse autentico, non avrebbe motivo di essere. Infatti gli Statuti dell'OrdineEgizio terminano con due "tabelle di vittizzazione", che danno istruzioni complete relative all'alimentazione deimembri rispettivamente nel semestre invernale (Novembre-Aprile) e in quello estivo (Maggio-Ottobre). Esse sonouna diretta applicazione dell'aurea regola di Kremmerz che digiuno vuol dire "attenersi al pasto strettamentenecessario". Invece i digiuni e le purgazioni indicati nella "Preparazione" ricordano il rigorismo di alcuni misticicristiani, come Ildegarda di Bingen, conducente a forme non sempre auspicabili di anoressia e tradisconol'orientamento mistico-cristianeggiante di Del Guercio. Ma non basta: i purganti indicati nella "Preparazione" sonosemplicemente i purganti salini della vecchia farmacopea ufficiale (molto distante dall'attuale). Del Guercio nonaveva minimamente tenuto conto della vastissima scienza erboristica, dimostrata da Kremmerz (ad es. nelleLunazioni) e probabilmente non sapeva che Kremmerz auspicava un superamento delle purgazioni saline anchenell'ambito della farmacopea ufficiale; tant'è vero che, in diversi numeri del bollettino miriamico "La MedicinaErmetica", uscito negli anni 1899-1900, aveva pubblicizzato le pastiglie "Boissy", che, emulsionando, dopol'assunzione, il purgante in esse contenuto, evitavano le coliche abbastanza comuni con quel tipo di purgazioni. E' inoltre da notarsi:1) che del Guercio consiglia, in certe purgazioni, l'uso di sostanze assolutamente da evitarsi (nitrati: salnitro)2) che nelle Lunazioni di Kremmerz si sconsigla l'uso di medicamenti a base di zolfo durante certe "lune" (vedi ades. 14a puntata, secondo ciclo) mentre tutti i preparati di Del Guercio sono sempre a base di zolfo.3) che le posologie indicate da Del Guercio non hanno alcun valore, risultando esagerate per certi soggetti e, alcontrario, insufficienti per altri. Infatti uno dei difetti delle purgazioni saline è che dipendono molto dall'equazionepersonale dell'individuo e soprattutto che danno assuefazione.Si fa perciò presente a tutti gli studiosi di Kremmerz che, mentre "nihil obstat" a che si usi la nutrizione indicata dalletabelle di vittizzazione degli Statuti dell'Ordine Egizio, vi sono motivi seri per sconsigliare l'adozione del regime didigiuno e purgazione indicato nella "Preparazione" di Del Guercio.Il primo libro, che stiamo considerando, è poi, in relazione alla magia sessuale, in contraddizione con il terzo, cheesamineremo in seguito. Nel primo si afferma infatti (paragrafo 43) : "La castità è la castità: stato di assolutainappetenza sia nel fisico sia nel pensiero, poichè lo sperma umano, gelatinoso, ha proprietà di fissare tutte leimmagini del cervello umano e di modellare in ogni sua molecola vitale (zoospermia) la idea concepita anche senzala eiaculazione, anzi più potentemente nella sua prigionia nei vasi spermatici che non nell'atto eiaculatorio". Nelterzo libro (paragrafo 117) si chiede invece :" Lo sperma ritiene l'immagine fissata nello stato di polluzione effettiva onello stato di urielismo critico senza polluzione fisica?" e si risponde : "non è possibile che senza la eiaculazioneeffettiva o reale lo sperma possa realizzare uno sviluppo in ipotesi".Cominciamo ora l'analisi del secondo dei libri di Del Guercio, che si intitola "La Sophia". Esso è stato redatto con lastessa tecnica del precedente: cucire liberamente "pezzi" di Kremmerz con "pezzi" di Del Guercio. Questo II Libro hacome "asse portante" il concetto di "separando", nè poteva essere diversamente in un libro che vuol simulare diesser kremmerziano, visto che Kremmerz nel 1° cap. de "I Tarocchi dal punto di vista filosofico" afferma: "Ilseparando è l'enigma della magia dei grandi maghi ed è la sola finalità assoluta". Che soluzione propone Kremmerza tale enigma? Nel 4° par. del Fascicolo B della Miriam dice: "la integrazione umana comincia a comparire eprogredire a grado a grado che l'HERMES comparisce e progredisce nell'uomo. Quindi HERMES è una entità divinase si concepisce come il tipo perfettissimo dell'equilibrio tra i due binomii SATURNIANO-LUNARE HERMES MERCURIALE-SOLARE". Ma come compare Hermes nel mago? Kremmerz dice nel 9° dei Dialoghisull'Ermetismo: "L'autore alchimico che si fece chiamare Rupescissa, nei suoi manoscritti si esprime a modo suo edel tempo in cui scriveva: -Se l'umana ampolla che pare di una sola vessica costituita non si separa in doppiavessichetta onde una sia judice dell'altra, non potrai credere che la Pietra (Rupe) sia in vista del pellegrino-. Nonesiste integrazione dei poteri occulti dell'uomo e nell'uomo senza questo separando di controllo". Col progrediredell'Hermes, cioè del separando di controllo, si perviene al separando vero e proprio o sdoppiamento (del corpofluidico da quello fisico). Abraxa, il più versato nella scienza alchimica tra i discepoli di Kremmerz, scrive nellamonografia dedicata alle Operazioni magiche a due vasi e allo Sdoppiamento: "La pratica dello Specchio, qualete la esposi nel capitolo III, comprende due realizzazioni dipendenti: la liberazione della vista dell'occhio, e il suoattivarsi in uno « spazio », che è la luce astrale stessa - la quale liberazione è resa possibile da un certo distacco delcorpo sottile dal corpo fisico. Ora ti darò degli indirizzi a fine di liberare completamente quel corpo, tanto da poterlo

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muovere nello spazio; e tu con lui, lasciando giù il corpo fisico. Nell'occultismo volgare ciò è detto: uscita in astrale.Anche in questa realizzazione, chi opera è la volontà, come forza solare e centrale. Tieni per fermo, che la volontàvera viene dal possesso di sé. Essa è tanto più forte, per quanto più assoluto ed energico è il possesso di sé. Laforza che essa ha, è quella della determinazione che la comanda; e la forza di una tale determinazione dipende dalgrado di centralità dell'« io ». Questa volontà solare, calma, decisa e centrale è il nostro oro. In essa devi dare formaprecisa al tuo nuovo scopo. La realizzazione ha tre fasi: 1) distacco non accompagnato da coscienza durante ilsonno: 2) idem, accompagnato da coscienza; 3) distacco cosciente allo stato di veglia. Il primo aspetto ha essostesso degli stadi progressivi. Pòniti questi còmpiti, successivamente: a) Muovere col corpo sottile un oggetto lieve evicino al tuo letto; b) Muoverlo in un ambiente lontano; c) Apparire nel sonno di un'altra persona; d) Far sentire la tuapresenza ad una persona desta; e) Apparire in forma visibile ad una persona desta - e questo è lo stadio finale eperfetto. Ora ti indico la tecnica..." Nella pretesa "Sophia" di Del Guercio non si trova traccia nè dell'Hermes comequinto "corpo" equilibrante gli altri quattro, nè del basilare separando di controllo, nè dell'articolazione minuziosa deivari tipi di sdoppiamento : di fatto, tutta la sua dottrina del separando, nonostante le molte parole, riducendosiall'affermazione della possibilità di tre tipi di separando ( lunare, mercuriale e solare) e all'accenno a taluni metodipratici. Altri aspetti della "Sophia" verranno esaminati nel prossimo messaggio.Nel par. 81 della Sophia del Guercio dice: "La dottrina cristiana differisce essenzialmente dalla dottrina buddistanelle applicazioni inferiori - nella esposizione del karma, per noi la buddlca è la vera. Ma il cristianesimo con laritualità magica, della purificazione che il Budda sotto altra diversa forma predica con digiuni e astinenze, mira aduna cancellazione del karma primitivo, in un'autocreazione che è magicamente chiamata dalla chiesa sacramentale.I sacramenti della chiesa sono tutti di magia universale. Praticati dai santi, cioè da uomini che hanno uno stato dimag vero e reale, producono effetti indiscussi se praticanti e mag vanno di accordo cosciente. Il Buddismoproclama che nessun Dio cambierà il tuo Karma, che l'azione di un uomo su di un uomo è nulla, che la nostrarigenerazlone non dipende che da noi stessi. Queste osservazioni sono vere pel solo Buddismo, che predica latrasformazione dell'uomo per mezzo della sua volontà e della sua opera, ma sono nella Sofia magica degli errori daprendersi con le molle. (Il Karma dice un manuale buddista, è il nostro operare, il nostro merito e demerito in sensomorale). Giustizia rigida e immutabile domina in tutto il regno della natura animata ed inanimata. Ogni mala o buonaazione porta necessariamente i suoi frutti. Nessuna grazia di un Dio personale può liberare dalle conseguenze dellasua mala azione un malfattore. Il Karma non è una forza operante al di fuori come un Dio, ma una forza operantecontinuamente su noi. Questo secondo la verità della vita individuale è una verità certa, perchè negare ciò varrebbenegare la legge della causa producente il suo effetto - però in magia è un errore il credere in questo domma buddicoperchè sarebbe negare l'azione creativa del pensiero umano in un uomo allo stato di mag puro, su di un uomoimpuro. Se ogni atto è una creazione, è una forma, una disposlzione differente nelle molecole delle cose esistentiper sé, chi proibisce ad uno spirito di santità di purgare con un atto creativo di purgazione uno spirito immondo, chiimpedisce ad un uomo colpevole, il cui karma è gravido di delitti, di sentirsi rigenerato con un soffio santo, distrutto ilKarma, dissipate le larve, disciolti gli spiriti ombrosi che pesano su di lui? L'atto creativo non ha limiti di potenza èonnipotente o nullo secondo la forza del mag operante l'atto. Il battesimo di S. Giovanni non è quello di pievanoArlotto: il primo da un pastorello ti sfodera un Cristo, il secondo lascia il mondo come si trova." Del Guercio aggiungein nota: "La redenzione per mezzi di un Emmanuel o Cristo, fondamento del Cristianesimo, col buddismo èincompatibile e inconcepibile. Se il battesimo stesso cristiano non dovesse lavare il karma dell'atto originale, o ilkarma collettivo che l'uomo nascendo porta dall'altra esistenza, non avrebbe ragione di esistere. Il Giordano,simbolo del fiume della purità, simbolo del lavacro della idea pura nella memoria incisa nell'anima umana toglie conla fede il peccato del karma esistente. Magicamente il rituale cristiano è sublime ed è vero. L'assoluzione deipeccati alla morte del peccatore prepara il battesimo della nascita susseguente. Tra una morte ed una nascita ilperiodo di purgazione o purgatorio che gli evangelici negano e che l'asinità dei preti cattolici non ha argomenti dadifendere oltre la fede e l'autorità papale." A parte la malcelata sviolinata nei confronti del Cristianesimo, pochi Buddhisti si riconoscerebbero nella descrizioneche Del Guercio fa della loro dottrina. Essi, come la maggioranza degli asceti orientali, non negano certo l'influssopositivo che un guru può avere sui suoi discepoli. Se l'uso di tale influsso è volutamente limitato da parte dei maestri,è perchè l'ascesi buddhista è ascesi "solare" (di puro spirito "ario", la definì Evola) e perciò si vuole che sia laconsapevolezza del discepolo a svilupparsi e ad ottenere la libertà spirituale. Kremmerz aveva un atteggiamentomolto più pratico ed equilibrato. Dalla Miriam escludeva soltanto i "buddhisti spurii" (termine con il quale indicavaquei teosofi , sedicenti buddhisti, che consideravano erroneamente il karma come legge ineluttabile), ma escludevainvece molti cristiani. Nella sua Relazione ai Dodici Supremi Vecchi Maestri del Collegio Operante scrisse infatti:"Escludo buddisti spurii che vivono della fatalità del pensiero e dell'atto anteriore...Così nettamente escludo, dallafamiglia che nasce alla conoscenza di leggi divine, i necrofori nuovi che ammettono come indiscussa lasopravvivenza di tutte le anime terrestri al disfacimento del corpo saturniano...".Nel par. 110, Del Guercio ritorna sull'argomento da un altro punto di vista e dice: " Nella nostra iniziazione osiridea, ilMaestro che ha alla sua dipendenza un discepolo, non può agire su lui in nessun ultro modo che sviluppando la suaintellettività, e lasciando a lui tutta la iniziativa di preparare il suo sviluppo, cioè lo sviluppo dell'angelo o del Christoso cristo in lui. Se nvece agisce direttamente il maestro sul discepolo, la nostra non avrebbe diritto alcuno ad avere lapotestà di iniziazione osiridea e diventerebbe isiaca, perchè ciò che nella pratica distingue l'Osiride dall'Iside èappunto questo carattere specialissimo, di avere l'Osirideo sviluppato il suo Cristo secondo la verità e la libertàassoluta, e l'isiaco di averlo secondo ciò che i suoi maestri hanno voluto che fosse...Esempio pratico di ciò siincontra in ogni religione dove il tipo del Maestro, sia Gesù o Budda, è fissato nelle immagini del cerchio di azione edi sviluppo. Un osirideo che si sviluppa è un maestro effettivo, cioè ha virtù e poteri. Un isiaco che si sviluppa è untipo limitato assegnato alle immagini fissate: esempio i santi del cattolicesimo".Sono evidenti le contraddizioni tra il paragrafo 91 e il 110. Perchè nel 91 Del Guercio si stupiva dell'atteggiamento

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buddhista, se è lo stesso atteggiamento che il maestro usa nell'iniziazione osiridea? Perchè nel 91 definisce i santicristiani "uomini che hanno uno stato di mag vero e reale" (il mag essendo, a differenza della trance che è passiva,uno stato attivo e magico di coscienza), mentre nel 110 li fa diventare "un tipo limitato assegnati alle immaginifissate" e perciò passivo nei confronti di tali immagini? Perchè nel 91 accusa i buddhisti di voler fare a menodell'influsso dei maestri, mentre nel 110 pretende che anche Buddha, oltre che Gesù, sia passivamente "fissato nelleimmagini del cerchio di azione e di sviluppo"? Non si può terminare l'analisi della pretesa Sophia, senza accennare a quella dottrina o pratica che costituisce forseil maggior oggetto di scandalo dello pseudo-Corpus e cioè quella che, in tale testo, viene detta "Magia Avatarica".Lasciamo parlare Del Guercio (par. 95): " Ma ciò che rappresenta per te la prova indiscussa della vita eternadell'anima e degli organi corporei come semplici strumenti rappresentativi di essa, è lo magia avatarica, i cuielementi formano l'ultimo passo come ti ho detto dinanzi che ti schiuderà la porta della meraviglia assoluta. QuestaMagia Avatarica, i cui elementi formano l'ultimo libro di questa opera di denudamento iniziatico, consiste in unachimica misteriosa per la quale in un corpo vivente ed intelligente si stacca l'anima e si immette definitivamente otemporaneamente in un altro corpo da cui precedentemente si sia allontanata l'anima, o il far cambiare l'anima di uncorpo vivo con quella di un genio, di un eroe o nume. Il solo annunzio di questa altissima parte della Magia operanteè sbalorditiva pel profano eppure questi mutamenti molte volte sono naturali e occasionali. La freniatria non è unascienza ma una pratica medicale empirica e come scienza è bambina poppante, poichè i più grandi casi di talimutazioni o scambi, avvengono e si manifestano nelle follie, dove ordinariamente tra il contenente (corpo umuno) eil nuovo contenuto (anima sostituita) vi è incompatibilità e disquilibrio. Gli antichi sacerdoti innanzi ai pozziconsultavano lo spirito che discorreva in essi, come il più recente venuto dall'Empireo. Gli Avatar o sostituzioni dianime fatte magicamente sono procurati creando una graduale proporzionalità tra l'anima che è immessa e il corpoche è stato privato dell'anima sua. Questa è la prova che stabilisce per noi l'indiscutibilità scientifica che l'anima è lapadrona delle sensazioni corporee di cui gli organi non sono che mezzi dall'alto in basso e dal basso in alto." Laprima cosa che deve mettere in guardia il lettore è la terminologia adoperata (avatar e magia avatarica) presa dipeso dal piuttosto recente movimento teosofico anglo-indiano e nella stessa erronea accezione con cui questo loadoperava ai suoi inizi. I successivi e più seri studi effettuati sull'induismo hanno dimostrato che per Avatar siintende l'incarnazione, a volte periodica, di una divinità o spiritualità di alto rango. I più importanti Avatar dellasuddetta tradizione essendo quelli di Vishnu. In questo senso, Avatar era anche, secondo le credenze cristiane,Gesù Cristo, quale incarnazione della seconda persona della Trinità. L'immotivata credenza teosofica che gli Avatardovessero incarnarsi in un individuo già adolescente venne sonoramente smentita dal caso del Dalai Lama ( Avatardel Bodhisattva Avalokitesvara) e di altri importanti Lama tibetani, che si reincarnano, come è ormai noto, in unnascituro e non in un adolescente. Se codesta pretesa magia avatarica fosse stata effettivamente una praticatramandata nell'Ordine Egizio, non avrebbe avuto detto Ordine un suo termine "ad hoc", consolidato dall'uso, e piùappropriato per indicarla? Il termine usato diventa più comprensibile se si ammette che Del Guercio abbia, invece,semplicemente "scopiazzato" ciò che riferisce. Ma da chi scopiazzò? Ovviamente proprio dai Buddhisti, criticando iquali (come abbiamo già visto) cercò di dissimulare al lettore della "Sophia" che stava, in realtà , servendosi "a pienemani" delle loro dottrine. Esiste infatti nella tradizione tibetana una rarissima e pericolosa pratica detta Trongjug. Diessa dice Evans-Wentz ne "Lo Yoga Tibetano ": "Un seguace del Trongjug è pertanto ritenuto capace di attuare larevulsione del proprio corpo ed assumere il corpo di un altro essere umano, sia con il consenso di quest'ultimo siacontro la sua volontà; nonché di penetrare in, resuscitare, e ,dopodiché, possedere il corpo di una persona appenamorta. Impossessarsi del corpo di una persona contro la sua volontà è, naturalmente, un atto di magia nera,perpetrato soltanto da uno yogin che segue il sentiero delle tenebre." Non era una occasione veramente unica, percercare di far credere che l'Ordine Egizio e Kremmerz seguissero un tale sentiero e così liquidarli definitivamente?Tradurre Trongjug nel linguaggio dell'Ordine Egizio non era però così agevole, non essendo mai esistito un termineequivalente (Evans-Wentz afferma che Trongjug "vuol dire Trasferenza e Ispirazione") e perciò ci si accontentò di"magia avatarica".Turba Philosophorum: Stiamo seguendo con grande interesse l'analisi che Lei fa del corpus. Tuttavia qualcuno sidomanda: quali sono i motivi che hanno portato a svolgere queste osservazioni solo ora e non ad es. quando ilcorpus fu pubblicato dalle Edizioni Agape? Sadescan: Innnanzitutto non è affatto vero che non siano state fatte osservazioni analoghe alle nostre in passato.Oltre a numerose discussioni private, vi sono stati ad es. gli importanti contributi pubblici di Adriano Cosi su siti eforum di Internet (anche se vi era in essi qualche inesattezza) e di "Amelio" sulla rivista "Politica Romana". DelGuercio ha avuto la fortuna di far lavorare involontariamente per lui persino persone ostili , vedi il Gruppo Agape,che non credo abbia mai amato "l'ordine del mantos". Ma, perlomeno quelle edizioni pubblicarono anche gli Statutidell'Ordine Egizio, così che chi era veramente qualificato, anche non conoscendo a fondo Kremmerz, non avevadifficoltà a separare il grano dal loglio. Invece le edizioni più recenti riportano solo gli apocrifi. Non si deve piùpermettere che venga infangato il nome di Kremmerz, per distogliere dalla sua via chi è sinceramente interessato.

III DIALOGOOcchi di Ifà: Vorrei analizzare, assieme a voi, il III libro del Corpus Ph. Totius Magiae. Anzichè riportareintegralmente tale testo, mi propongo di fornirne una sintesi, usando mie parole e mettendo in evidenza eventualipunti ambigui dal punto di vista dell'interpretazione:

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Del Separando Magico

Esiste un segreto fisico che, praticato con prudente intelligenza e accorgimenti sottili, rigenera il corpo grossolano e rinforza, predisponendole all'atto, potenzialità angeliche (cioè di mobilità spirituale) dell'uomo. Questo segreto nonva confuso col Grande Arcano Sacerdotale dei Grandi Maestri. Quest'ultimo si intravede solo dopo l'assunzione almaestrato di I grado e si concepisce nettamente quando, avendo già ottenuto il separando lunare, si realizza ilmercuriale nella sua piena potenza. Il segreto di cui vogliamo parlare è rivelato dalla Genesi. L'Albero del bene edel Male (corrispondente alla clava di Eracle del mito greco) è un albero che sia l'uomo che la donna (simboleggiatida Adamo ed Eva) possono toccare, ma solo dopo che in loro è nato il desiderio sessuale: l'episodio dell'Alberoinfatti si verifica dopo che Adamo ha visto gli animali in accopiamento e dopo che "Egli-gli Dei" ha tratto, diconseguenza, da Adamo stesso Eva, quale essere percepito separativamente e desiderato. Attorno al suo tronco èattorcigliato un serpente, la potenzialità magica che può essere messa in atto nel dispiegarsi del serpente stesso.Questo albero produce un frutto, che Egli-gli dei ha proibito che si mangi. Essendo un frutto, se, maturando, cade inun terreno fertile, dà vita ad un novello albero. La Bibbia lo distingue dall'Albero della Vita e lo chiama invece Alberodel Bene e del Male, cioè della creatività e della neccessità, ovvero della volontà e della fatalità. S_Fabrizio:Il simbolismo dell'albero, lo si ritrova un pò in tutte le tradizioni, il mangiare il frutto è una chiara allusioneal pasto sacro, cioè a quello che alcune scuole iniziatiche chiamano Piccolo Arcano naturale, in stretto rapporto conil Grande Arcano o calendario liturgico operativo (senza il quale non può realizzarsi nulla). L'errore da non fare, perriuscire nella nostra Grande Opera, come la genesi ci insegna è quello che, prima di cibarsi dell'albero dellaconoscenza (simboleggiato dall'albero delle dieci Sefirot privo della colonna centrale) bisogna imparare a cibarsidell'albero della vita (simboleggiato dall'albero delle dieci Sefirot, completo delle tre colonne). La cacciata e la cadutadi Adamo dal paradiso terrestre, dal quale poi era possibile accedere al paradiso celeste, fu dovuta proprio a questosuo cibarsi dell'albero della conoscenza in modo prematuro, e ciò gli fece fallire l'Opera per la quale era stato creato.Con la caduta, gli occhi di Adamo ed Eva si aprirono e si accorsero di essere nudi, cioè, si accorsero di non esserepiù rivestiti di un corpo glorioso che il Signore gli aveva dato. Tuttavia, Dio non cacciò Adamo, cioè l'Uomo, dalparadiso terrestre in modo definitivo, ma gli diede per mezzo di un'opera di rettificazione la possibilità di ritornare alsuo stato originario e di gloria nel quale, al principio del creare, si trovava. L'insegnamento del genesi, è attuale evuole dirci che oltre all'osare, bisogna mettere in pratica la virtù della prudenza e dell'intelligenza, molti ho vistoperdersi per Via e rovinare la loro vita e spesso quella degli altri, grazie a queste pratiche alchemiche che non voglioreputare nè giuste nè sbagliate ma sicuramente pericolose, e non alla portata di tutti. Ciò che dico, non lo dico peraverlo studiato sui libri ma per esperienza vissuta. Prima di mangiare il frutto dell'albero della conoscenza del bene edel male, Adamo come è scritto nel genesi, diede nome a tutti gli animali, ciò significa che Adamo già aveva laconoscenza e con la conoscenza tante altre virtù, altrimenti non avrebbe desiderato neanche mangiare il duplicefrutto. Harpocrates: Mago è colui che conosce la virtù e le leggi occulte della natura e sa trarne giovamento.S_Fabrizio: Poichè il duplice frutto dell'albero della conoscenza, (formato da solo due colonne) è Mem e Schin,mentre quello della vita, (formato dalle tre colonne) come il triplice Mercurio o Ermes il tre volte grande, è Mem Alefe Schin. I due alberi forse, sono un unico albero, solo che come avviene per il terzo volto di Giano a noi invisibile,non riusciamo a vederne la terza colonna, quella del perfetto equilibrio, siboleggiato dal segno astrologico dellabilancia, sotto il quale, secondo la cabalà furono creati Adamo ed Eva. Cerchiamo innanzitutto il regno di Dio, ilresto ci sarà dato in più. Occhi di Ifà: E' proprio il serpente ad indicare ad Eva che Egli-gli dei non vuole che si mangi il frutto, perchèaltrimenti si diventerebbe simili a Lui. Ed Eva convince Adamo a mangiarlo. Conseguenze sono il senso del peccatoche sorge in Adamo e la sua espulsione dal Paradiso Terrestre con la conseguente condanna al lavoro. Gli Ebrei e iloro profeti promisero la rigenerazione con la venuta del Messia, dell'Emmanuel (Dio in noi). I Cristiani hannoidentificato il Messia con Cristo, l'Agnus Dei, l'agnello sacrificale che viene mangiato, sotto forma di ostia, durante laMessa. Gnostici, Manichei, Ariani, Marconiti, secondo l'autore, ebbero una qualche conoscenza della chiavedell'arcano. Quando la chiesa cattolica iniziò a perseguitare gli esoteristi, essi tramandarono il segreto mediante ilsimbolismo alchimico. Se avessero affermato di possedere un mezzo per rendere potente lo spirito sarebbero statiperseguitati, invece, affermando di avere o di cercare il mezzo per tramutare i metalli vili in oro, furono lasciati inpace. Cosa sostengono gli alchimisti? Tutte le cose si riproducono nel regno vegetale e in quello animale per mezzodel loro sperma o seme. Ammesso che i metalli seguano la stessa legge, lo sperma dell'oro riprodurrà l'oro. Se ioconcentro lo sperma aurifero, otterrò allora una riproduzione rapida e potenzialmente illimitata. Il seme vegetale,animale e metallico, per l'unità in essenza di tutto l'universo, in una sua parte nascosta (nella parte cioè cheracchiude e perpetua la virtù generativa o vitale) è sempre identico a sé stesso. Questo principio unico è il mercuriodegli alchimisti. Tuttavia dovendosi riprodurre dallo sperma una specie specifica (vegetale, animale o metallica) ilprincipio unico deve essere accompagnato da un composto accessorio specifico di quella specie. Si può perciòenunciare un primo assioma alchimico.

I Assioma Alchimico

Gli spermi o mercuri di tutte le cose sono composti da due mercuri: uno di base (mercurio basico; da basis,fondamentum) sempre identico in tutte le manifestazioni spermatiche ed uno specifico della forma a cui deve darevita (mercurio acido; acidus=agente). Ogni sperma quindi è il binomio di due generatori: uno di vita e uno di formadella vita. Perchè tali generazioni abbiano luogo vi è bisogno di mezzi concorrenti allo sviluppo, secondo la naturaspecifica dello sperma. Il grano ha bisogno della terra, lo sperma animale di un ovulo che lo nutra. A questo punto,l'estensore del testo fa notare che la concezione alchimica della riproduzione degli esseri non è in completo accordo

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con la fisiologia profana della sua epoca. Secondo tale fisiologia la generazione degli esseri umani deriva da un attocoitale fecondo. Lo sperma feconda un uovo, l'uovo è nutrito dal corpo della madre, produce altre cellule, dalle qualisi sviluppa l'essere umano. Quindi la generazione consisterebbe, in sintesi, in un uovo contenitore di forma e in unosperma che agisce sull'uovo per svilupparlo. Dal punto di vista alchimico ciò è falso, perchè lo sperma contiene sia ilmercurio assoluto essenziale, sia il mercurio plastico e l'uovo il mezzo eccipiente, cioè necessario allo sviluppo dellosperma in embrione. Ciò sembra trovare, almeno in parte, conferma nella moderna genetica. Ad es., limitandoci aconsiderare la determinazione del sesso del nascituro, osserveremo che nella specie umana i cromosomi dellecellule somatiche sono 46 con 22 coppie di autosomi eguali nei due sessi ed eterocromosomi XX nella donna e XYnel maschio; nell'uovo maturo vi saranno soltanto 22 autosomi ed un X mentre gli spermatozoi saranno di due tipi: ocon 22 autosomi più X o con 22 autosomi più Y: sono perciò proprio gli spermatozoi a determinare il sesso, inaccordo con la concezione alchimica. Il mercurio alchimico, che ha dato tanto da riflettere ai cercatori dell'oro, è ilmercurio essenziale, privato dello sperma morfico o sperma delle forme specifiche. Perciò una prima operazionesottile o ermetica consiste nel separare, mediante il dissolvente per eccellenza, il mercurio composto nellaquintessenza o spirito di vita e nello spirito di forma (sperma morfico) di cui l'alchimista tende a sbarazzarsi. Ora sideve parlare delle proprietà ricettive delle forme che tutti gli spermi posseggono. L'uomo, secondo gli alchimisti,nell'atto coitale, imprime nel suo sperma, mediante il corpo mercuriale o mentale in stato di passione, una formadeterminata dalle sue impressioni, modellate spesso, ordinariamente, sull'immagine plastica con la quale coisce(immagine fantastica muliebre che può anche differire dalla persona fisica con cui si ha il rapporto). La donna chericeve lo sperma, diventando nell'atto coitale più o meno ricettiva, riceve l'impressione morfica non soltanto dal corpofisico dell'uomo che la incuba, ma anche, più o meno attivamente, dall'impressione che i corpi lunare e mercurialedel maschio fanno sul corpo lunare e mercuriale di lei. Quindi l'atto di copula è (fecondo o infecondo che sia) un attoalchimicamente trasformatore, in quanto implica uno scambio di forme immaginative, attive e passive, coinvolgenti ilcorpo fisico, il corpo lunare e il corpo mercuriale dei due esseri che si accoppiano. Tra il cervello, sede materiale deifenomeni immaginativi, e gli organi secernenti e contenenti lo sperma esiste una corrispondenza mirabile, che fissale immagini o la immagine più concreta, in analogia a come la pellicola fotografica fissa le immagini che le arrivanotramite l'obiettivo. Si può quindi enunciare il II Assioma Alchimico.

II Assioma Alchimico

Lo sperma o mercurio composto è, durante gli atti coitali, il più potente fissatore e trattenitore delle immaginiproiettate. Da esso derivano numerosi corollari che ognuno può trovare da sé, ad es. contiene in germe la produzione efficacee vitale degli spiriti elementari. Come fissare le immagini nello sperma? Unico agente è la Volontà; ma nonconfonderla con il desiderio, perchè la volontà, in magia, è lo stato di immedesimazione del proprio io con la cosavoluta, quasi uno stato trasmutatore di sé stesso nell'immagine della cosa. La concupiscenza non può essere unostato volitivo: può preparare invece lo stato volitivo. Nel coito tutti gli uomini meccanicamente sono una volontàmagicamente intesa, perchè allo stato di concupiscenza succede lo stato di compenetrazione, di unione tra uomo edonna. Il figlio della carne è fissato nel medium determinato dalla compenetrazione dei due individui coitanti,predominando nella forma fissata il tipo dell'uno o dell'altro dei due, a seconda che la potenzialità del volere magicopassi maggiomente in atto nell'uno o nell'altro. Dunque, ogni volta che una forma si deve fissare, con coito o senza,l'unico mezzo è lo stato "Urielico" (da Ur=fuoco di amore), cioè lo stato critico (soggettivo e intensissimo) di Amoreche porta normalmente alla polluzione (Uriel è l'angelo di Venere). Così puoi comprendere il simbolismo della vergadei maghi, la verga essendo un asta eretta nel momento critico e l'etimologia della parola Virgo (da vir agens), comericettacolo della eventuale polluzione. Concludendo, grazie a due fattori, la volontà e lo stato urielico, lo sperma fissale immagini e le ritiene. Occorre porsi due domande:

Lo sperma ritiene l'immagine impressa nello stato di polluzione effettiva o nello stato di urielismo critico senzapolluzione fisica?

1.

Nell'uno e nell'altro caso, quale è il mezzo per sviluppare l'immagine fissata, se manca l'ambiente fertilizzantelo sviluppo del seme?

2.

E' da notare che i maestri di un tempo si limitavano a porre queste due domande ai discepoli, aspettando che fossela loro sagacia a trovare le rispettive soluzioni, e mostrare così il possesso della dignitas necessaria alla praticaalchimica. Il discepolo che ha scritto il III Libro tenta, perciò, a questo punto, di dare risposta alle due domande. Perquanto riguarda la prima dice: " ...nella formazione plastica di ogni feto, in natura, gli agenti fisici che si oppongonoradicalmente alla sua produzione sono la luce, l'aria, lo stato magnetico negativo (elettricità fisica): quindi svilupposenza ambiente neutro o neutralizzato agli agenti esteriori non è possibile; ma ugualmente non è possibile chesenza l'ejaculazione effettiva o reale lo sperma possa realizzare uno sviluppo in ipotesi." Purtroppo solo la primaaffermazione è vera, lo sviluppo richiedendo effetivamente un ambiente neutro o neutralizzato. Non è invece vera laseconda, essendo ovvio che lo sperma, per determinare una exogenesi nell'utero di una donna, debba fuoriuscire;ma il discepolo dimentica (o finge di dimenticare?) che la produzione alchimica del "feto immortale" è invece unaendogenesi.Dattilo Ideo: Leggendo il libro del White "The Alchemical Body" si vede chiaramente che nella tradizione indiana il"feto immortale" viene trasmesso dal maestro al discepolo con un atto sessuale vero e proprio, tanto che il discepolodeve poi assumerlo. Mi sembra che questo riscontro orientale "ante litteram" avvalori la tesi dell'emissione a scopospirituale. Con il che, non nego affatto che la non-emissione possa essere una via più nobile per la creazione di un

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corpo di gloria!Occhi di Ifà: In "The Alchemical Body", David Gordon White parla sia di tecniche di ritenzione, sia di tecniche diassimilazione. Ma qui non è in questione il suo pensiero o il tuo; bensì quello dell'autore del III Libro del Corpus. E'innegabile che egli sorvoli con superficialità sulla possibilità della ritenzione, commettendo perciò, quantomeno, una"ignoratio elenchi". Pertanto non è possibile considerare il III Libro un' "opera magistrale", cioè l'opera di unmaestro autentico. Ma ritorniamo all'esame del problema alchimico, seguendo le parole dell'autore. Lo sperma omercurio dell'uomo è formato da : materiale gelatinoso, spirito morfico (spermatozoi) e mercurio essenziale,corrispondenti analogicamente al corpo umano, al corpo lunare e al corpo mercuriale o mentale. L'alcaest chedissolve nelle sue parti fondamentali questo sperma o menstruo è la tinctura solis (di cui la luce solare è il simbolofisico) cioè il principio più alto, il Dio umanizzatore e realizzato nell'uomo. A questo punto il curatore di due edizionirecenti del Corpus, e cioè V. Fincati, aggiunge di suo la seguente nota: "In un passo della Scienza dei Magi,Kremmerz ha scritto che l'adepto non è più in grado di generare, avendo distrutto la parte morfica del suo sperma".E' un peccato che Fincati non abbia tratto dalla sua nota le logiche conseguenze, perchè essa dimostra cheKremmerz non praticava affatto metodi "fagici". Infatti se la separazione del mercurio essenziale dal mercuriomorfico avvenisse nell'apparato digerente, come sostengono gli spermatofagi, è evidente che il mercurio morficodistrutto non potrebbe essere che la piccola aliquota contenuta nello sperma fagocitato; ma di certo l'apparatodigerente non potrebbe inibire la produzione del mercurio morfico (spermatozoi) da parte dell'apparato genitale eperciò l'adepto continuerebbe sempre a poter generare. Se invece la suddetta separazione avviene per inibizionedella eiaculazione e perciò a cura non dell'apparato digerente, ma di quello genitale, si buò ben capire che unapossibile ripercussione, a lungo andare, possa essere la produzione di una quantità di spermatozoi troppo esiguaper garantire la procreazione, come ha osservato Kremmerz. Se ne deve dedurre che, se l'autore del III Libro delCorpus in certi passi sembra propendere per i metodi fagici, questo autore non è Kremmerz.Dattilo Ideo: Sono daccordo. Ma la "separazione" avviene nel momento stesso dell'emissione, operata dalla tincturasolis, cioè dal potere discriminante della mente. Anzi, ritengo che tale separazione sia effettiva se per tutta la duratadell'operazione la mente bandisca fin dall'inizio ogni immagine lussuriosa. Allora il mercurio giunge già separato làdove deve giungere. Il mercurio assunto - e così separato o modificato - per irradiazione o moltiplicazionenell'organismo va a bloccare i processi che determinano la produzione degli spermatozoi. Così io interpreto.Occhi di Ifà: Se il potere discriminante della mente è tale da riuscire da solo ad eliminare gli spermatozoi dallosperma, allora è chiaro che ci troviamo davanti ad un adepto così avanzato e con un tale potere su sé stesso, danon avere certo bisogno della magia sessuale o di qualunque altro intermediario, ma in grado di agire per semplicedecretismo. Ma il III libro non è stato scritto per un tale adepto. All'inizio di esso viene infatti detto che non si sta perparlare del Grande Arcano Sacerdotale, comprensibile solo dopo l'acquisizione del maestrato di I grado, ma di unsemplice e iniziale "segreto fisico". Del resto l'arte alchimica è anche scienza sperimentale. Provi ad eseguire il ritocome lo ha descritto e faccia analizzare lo sperma. Se vi sono gli spermatozoi, sarà sicuro di aver sbagliato strada.Continuiamo la nostra analisi del testo, pervenendo così al III assioma alchimico:

III Assioma Alchimico

Tutto ciò che esiste (essere) si riproduce nel suo sperma nelle tre fasi, apparenti e occulte, determinate in potenza(corpo fisico) virtù (corpo lunare) spirito (corpo mercuriale).La natura visibile delle cose che si riproducono per visibile semenza ti insegna che ogni cosa ha una doppia vita:progressiva l'una e regressiva l'altra. Tutte le cose nascono, si sviluppano fino ad un apice determinante la massimavitalità , poi deperiscono (vita regressiva) e muoiono. Sono le quattro stagioni solari che la natura ci presenta in tuttele cose. Nella vita progressiva, dalla nascita all'età adulta, le forme passano gradualmente dallo sviluppo iniziale(embrione) allo sviluppo effettivo (frutto) e da questo frutto il principio vitale (anima delle cose) piano piano,lentamente muta la sua espansione (vita espansiva) in concentrazione (vita concentrata), cioè si restringe oconcentra nel seme di una vita nuova, che è un successivo periodo di espansione. Lo sperma fisico è di fronteall'uomo visibile (uomo fisico e mentale) ciò che l'anima è rispetto alla sua vita di essere fecondo. Infatti, la sua vitadi espansione, dall'infanzia alla maturità alla decrepitezza, concentra tutta la vita in un embrione vitale. La morte è lamaturazione della concentrazione: l'anima di un morto è il frutto maturato e concentrato nel suo seme, che contienein virtù e in potenza embrionale tutto il compendio della vita vissuta e delle vite precedentemente vissute. Cosìesistono due termini estremi di autoriproduzione: lo sperma e l'anima. Essenza comune ai due termini è il corpolunare (o perispirito o anima animale o ligamen). Nella vita umana o incarnata, mentre il corpo fisico elabora losperma, l'uomo intero (coi suoi quattro corpi) elabora il suo embrione anima. Il seme fisico, caduto in ambienteadatto, sviluppa fisicamente la forma concepita. Ma la forma che si sviluppa ha un anima? Chi proietta la forma èl'attivo (maschio), chi la modifica ricevendola è il passivo (la femmina). Ma la crisi coitale ha un valore coercitivodelle anime embrioni che sono pronte alla manifestazione in carne umana e, secondo lo stato , la forza, la potenza,le affinità, le simpatie delle correnti astrali, un'anima embrione matura si incarna. La via religiosa tenta di sottrarrel'uomo dalla catena delle trasmigrazioni, mediante la castità. Questa è la via evolutiva passiva. Saputo il segretoalchimico, tutti possono cangiare qualunque metallo grezzo in oro purissimo, come e così puro che non si trova innessun laboratorio di orafo. Cioè, simbolicamente , la spiritualizzazione mercuriale intelligente alchimica ottenuta èsuperiore a qualunque spiritualizzazione che si ottenga con i comuni precetti religiosi e non è come questa evolutivapassiva, ma attiva e rapida. Che cosa è questa spiritualizzazione ascendente? Muta l'uomo in un Dio che non habisogno di corpo fisico visibile per mantenersi sveglio. Tale sviluppo costituisce le intelligenze pure non soggette a trasmigrazione. L'anima non dorme mai, è sempre presente a sé stessa, può sfidare l'avvicinamento all'uomoincarnato senza rischio di incarnarsi. Il procedimento alchimico abbrevia in una sintesi operativa rapida tutto ilprocesso trasmigrativo. Sinteticamente consiste in:

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Dividere la propria individualità in attiva e passiva (Androginia potenziale). 1.Far soggiacere alla ricezione pura dell'immagine proiettata dalla parte attiva la propria parte passiva(Androginia virtuale).

2.

Servirsi dell'atto coitale concepito e praticato androgenicamente, rimanendo in ipotesi lo sperma fisicoall'anima in atto di embrionarsi (Androginia plasmante).

3.

Determinare lo stato di fusione dello sperma e dell'anima in effetto (Androginia effettiva).4.Procreare, ad immagine dell'utero della donna, una forma intelligente per sé, in cui è racchiusa in eterno, lasua intelligenza solare, il suo corpo essenziale mercuriale e in effetto di causa i due corpi lunare e saturniano(Androginia realizzatrice).

5.

Il più astruso è il primo passo. Come dividere il proprio essere nelle due parti?L'athanor o fornello filosofico è il corpo umano. Il mercurio puro, cioè il mercurio estratto dallo sperma, sigillatoermeticamente in un uovo ( nel silenzio più ascoso e stretto), si pone in un altro uovo. Cioè a dire: l'uovo sigillatoaffinchè non esali e non disperda nessuno spirito del mercurio, si fa cuocere, perchè il mercurio acquisti le proprietàvolute, nel grande utero centrale dell'athanor che, come si sa, ha forma ovoidale. Dalla cottura del mercurio, sihanno i sintomi della formazione radiante dell'essere nuovo prima (polvere di proiezione) e poi il pasto dell'esseremercuriale androginico in eterno. La legge per la separazione del mercurio puro dallo sperma è la coobazione, cioèuna serie di pazienti digestioni del mercurio composto, affinchè consumati gli elementi delle forme elementari, siottenga in essenza il mercurio puro o quintessenza miracolosa dello sperma dell'oro. Soprattutto è necessario che ilnovizio preghi incessantemente, cioè che formuli con parole, con atti, con segni di volontà il suo desiderio dipervenire al riconoscimento della chiave pratica di questo segreto ieratico. Gli scongiuri o incanti si recitano settevolte al giorno: tre al mattino e quattro alla sera verso il tramonto del sole e non dopo. La cifra per eccellenza, quellache tutti gli iniziati adorano genuflessi, quella che tutti i novizi debbono mentalmente graficamente evocare prima diogni atto loro e di ogni preghiera è il pentacolo salomonico (esagramma), circondato da un serpente che divora lasua coda, simbolo del lavoro alchimico. Qui finisce la mia sintesi del III Libro. Ai percorsi interiori "distillativi",utilizzati nell'alchimia ritentiva dello sperma, dedico nella tabella seguente quattro immagini. Tre di esse sonoequivalenti: zodiaco, ruota della fortuna e ouroboros (che non ha perciò, in tale via, un significato "fagico").

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Non prenderò in considerazione, almeno per il momento, quella sorta di glossario alchimico, aggiunto alla fine del IIILibro, che può esser anche letto separatamente. Voglio invece soffermarmi su una nota che V. Fincati ha aggiunto inentrambe le sue edizioni del Corpus. Egli dice: " Pare che la fine di Kremmerz non sia stata la più degna per uniniziato e che abbia perso, per sua stessa ammissione, molti dei suoi poteri. In effetti, non fu lui il primo, redigendo odettando il Corpus, a far concepire alla Tradizione Orale quella figlia bastarda e prevaricatrice denominataTradizione Scritta (o Manoscritta?)." Crediamo che siano già stati detti i motivi per i quali non si può ritenere ilCorpus opera di Kremmerz. In particolare il III Libro, oltre a non essere opera di lui, non è certamente neppure operadi un altro Maestro. Dattilo Ideo: Mah, pur rispettando le precedenti osservazioni non sono daccordo sulla categoricità della negazione,sia verso il Kremmerz che verso "altro Maestro". Ma tale assunto in fondo impedisce, forse con una volutaintenzione, di non far accettare il Corpus in se stesso, allorchè il curatore dell'edizione scrisse a commento che, senon si tratta di Kremmerz, si tratta pur sempre di ermetismo! Non credo comunque possa trattarsi di personasprovveduta o priva di erudizione ermetica.Occhi di Ifà: Non si nega che l'autore del III Libro fosse studioso di ermetismo, ma, tra i tanti studiosi di taleargomento, si dovrà pur ammettere che ve ne siano di differente livello.Dattilo Ideo: Siamo daccordo.Occhi di Ifà: L' "Alchimia del Fango e dell'Acqua", comprendente l'assunzione di sperma, sangue mestruale od altriprodotti corporei solidi (fango) o liquidi (acqua), è tipicamente di origine "popolare", cioè è invenzione, reiteratasi neisecoli, di quegli individui che, non conoscendo i veri significati dei simboli alchimistici e/o non riuscendo a praticarela ritenzione seminale, pretendono che sia l'alchimia (sessuale o non) ad abbassarsi al loro livello.Dattilo Ideo: Includiamo tra tutti costoro, allora, non solo personaggi equivoci come Crowley e Le Clément de SaintMarcq ma pure gli alchimisti indù medievali di cui parla il White! A queste condizioni mi pare che si possa discuterecon più serenità, e parlare di una via tellurica che non avrebbe niente a che vedere con la vera alchimia. Poi, ognunocrede come crede.Occhi di Ifà: Ma il problema, sollevato da Fincati in quella nota, è di portata molto più generale, coinvolgendo ungiudizio di valore sulla Tradizione Scritta. La dottrina iniziatica è spesso simbolicamente paragonata a un dito cheindica la luna, quest'ultima simboleggiando, in tal caso, la realizzazione iniziatica stessa. Simbolo del segretoiniziatico è allora quello spazio, tra il dito e la luna, che, separando la dottrina dalla realizazione effettiva, rendeimpossibile a chi ha solo una preparazione dottrinaria la percezione della realtà integralmente intesa. Per esortare anon limitarsi alla preparazione dottrinaria, si raccomanda perciò di non "confondere la luna con il dito che la indica".Naturalmente è indifferente indicare la luna con l'indice della mano destra o con quello della mano sinistra. Ovvero èugualmente possibile servirsi sia della Tradizione Orale, sia di quella Scritta. La preferenza dell'una o dell'altra sideve allo scopo e alla situazione. Ad es. se ho un discepolo che non sa nè leggere nè scrivere, come non di radoaccadeva nell'antichità, quando tali arti erano riservate alla casta sacerdotale, non potrò che parlargli. Se mi trovo inun ambiente che perseguita gli esoteristi, ugualmente cercherò di non lasciare documenti scritti. Ma, se il miodiscepolo è lontano, non ricorrerò ad un scambio epistolare? e se desidero comunicare qualcosa non a poche, ma amolte persone, magari anche appartenti a generazioni future alla mia, non scriverò un libro?Dattilo Ideo: Su ciò ho qualche riserva, dal momento che la letteratura è piena di documenti, scritti in quei periodi,anche se in modo abbastanza velato; si guardi ad alcuni testi magici dellla città di Harran, per esempio (ambienteislamico ma sempre persecutorio).Occhi di Ifà: Ciò rafforza la mia tesi: dire che, in ambiente persecutorio, ci si serve di documenti abbastanza velaticonferma che non vengono, di solito, lasciati in giro documenti "in chiaro". V. Fincati ha pubblicato, nelle sue dueedizioni del Corpus, la seconda parte di una lettera di Kremmerz, rivolta ai discepoli Jesboama, Criscenon eAbeon , di cui vorrei discutere.Ermete Fiorentino: La lettera completa, con il titolo "Sulla via ermetica monomiale" è stata pubblicata nel sitohttp://www.montesion.it/ con la seguente specifica: <<Mentiremmo se dicessimo da dove ci proviene questa letterasconosciuta del Kremmerz, lettera che mettiamo a disposizione dei nostri Ospiti per la consultazione e lo studio,semplicemente non lo ricordiamo, è in nostro possesso sotto forma di un piccolo opuscolo di quattro pagine astampa e contenente in appendice un ringraziamento che fedelmente riportiamo:

Si ringrazia il G.M. Arim dell'Ordine di Atrahasis, per averci trasmesso il documento.

L'opuscolo non porta né data né editore, voglia l'autore della stampa e il nostro gradito Ospite perdonarci per laforzata deficienza. Lo stile inconfondibile, testimonia, in ogni caso, l'autorevole penna del grande ermetista.La libera circolazione in rete è subordinata alla citazione della fonte e dell'autore.>>La stessa lettera con qualche censura è presente all'indirizzo: http://www.kremmerz.it/sphci_3_4_quesito.html oveviene scritto: <<Una lettera del Kremmerz datata 30 Giugno 1908 trascritta da Jesboama e intestata ai FratelliJesboama (Luciano Galleani), Crisogenon (Raffaele Nardini), Abeon (Donato Pace) e inviata dallostesso Galleani anche a Cajetel (Giacomo Borracci).>> Eccovela:

"ISIDE, ASTARTE, MADONNA, sono il grande passivo universale. Il SOLE, APOLLO, MICHAEL, AMMON, sono ilcentro a cui fan capo tutte le Marie universe, centro solare, volitivo, maschio.

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Ogni corpo umano (saturno) contiene un'anima passiva (luna + mercurio) ed un principio volitivo (sole).Più basso è l'uomo, più i due principi restano legati insieme ed incapaci di separarsi. Più l'uomo è progredito, più ilprimo elemento può risalire al mondo delle cause, centro passivo universale, mondo dei poteri (perché ottiene quelloche vuole) e mondo di luce (perchè può sapere ed apprendere tutto). Quest'anima (luna + mercurio) può generareogni miracolo apparente, se arriva alla Miriam universale (dico miracolo apparente non reale perchè ottenere uneffetto, seguendo la legge delle cause. non è un miracolo, ma un esperimento di pratica scientifica e magica).Per far questo deve diventare facilmente astraibile - cioè esteriorizzabile - e per diventare tale deve assomigliare perstruttura al mondo delle cause, cioè alla Miriam o Utero Passivo universale, dove convergono tutte le Marie umane.Riferendoci ai quattro elementi universali, possiamo dire con l'antico simbolismo:1 - FUOCO (piromanzia)nell'uomo è la causa generatrice, e prima mente. Intelletto, Volontà. É l'Io superiore da cui è venuto il concetto delDio Unico, salendo dal microcosmo al macrocosmo.2 - ARIA (eteromanzia, aeromanzia, magia celeste)nell'uomo è lo spirito umano o efflatus o spirito vitale, quindi Parola e Vita.3 - ACQUA (idromanzia, magia lunare)nell'uomo è il mondo delle idee in gestazione di realizzarsi o no. Magnetismo.4 - TERRA (geomanzia)nell'uomo è il regno del sensibile, cioè i cinque sensi fisici e le sensazioni conseguenti.Questi quattro gradi alchimici della magia rappresentano il quaternario della Qabalah di cui è composto il nome diJeve o Jeovah (hwhy):azione di volontà assoluta e determinativa o divina (FUOCO) che agisce per mezzo della parola (ARIA) sugli spiritiumani o spiriti delle cose per mezzo del corpo lunare o magnete (ACQUA) sulle idee umane per mezzo dei sensisulle cose terrene tutte (TERRA).Il concetto dell'universo in magia è analogico al concetto dell'unità Uomo. É un organismo che funziona con leggimeccaniche e matematiche. come il corpo umano con le leggi della vita animale.Così concepito l'universo diventa un meccanismo inesorabile nel suo movimento esteriore, come li corpo umanodeve inesorabilmente ubbidire alle leggi della materia di cui è composto.Gli Ebrei questo concetto di inesorabilità lo determinarono nel TetragrammatonImpulso reazione,ritorno impulsivo reazioneInfatti ogni movimento meccanico è compreso nel primo binario; ed ogni continuità nel secondo. Nel corpo umano èl'impulso volitivo vitale, il suo contrario o spirito, forza vitale, reazione, movimento degli organi. L'insieme di questocongegno universo è la Vita:VITA NUN fatale nel meccanismoVITA EA intelligente come causaNUN-EA è il dio fatale perchè non viola la legge, e giusto perchè causa dell'equilibrio ed equilibrio per se stesso. Diointelligente, perchè liberamente modificabile nelle reazioni dei suoi prodotti parziali od organi. NUN-Fatalità, è in altocome in basso. Nell'ordine astronomico, negli uomini, nei vegetali, nei minerali. EA-Intelligenza, è in alto come in basso, relativamente alla coscienza delle funzioni.All'uomo sfugge il meccanismo mentale delle cose create più in grande e più in piccolo. Darwin avrebbe potutoestendere la legge della selezione ai mondi inferiori o superiori a noi. Solamente nelle condizioni di adattamento allavita bisogna includervi l'intelligenza come fattore libero e la volontà come elemento di condizione.Il Ternario universale si intende magicamente:NUN-EA-ISIDEMIRIAM > JEOVA realizzante ASTARTEQuesto sarebbe un Tetragrammaton superiore alla potestà quaternaria del Jeova ebraico, per cui gli Ebrei nonriconobbero come elemento religioso le Marie o Iside o Astarte. Considerando che in alto come in basso, il maschio rappresenta l'attivo e l'intelletto volitivo, e la femmina lageneratrice passiva, si comprende il simbolo di una zona che risiede tra il mondo delle cause, volitivo, e degli effettigeneranti, una zona femminile, muliebre, nutriente e realizzante che si è chiamata Iside, Astarte, Adda-Nari, Miriam,secondo le religioni diverse. Questo è il mondo delle cause.

Magia Alchimica degli effetti

La divinità universale, conce l'uomo in particolare, si considera o come androgena o come bina. Cioè o comeindividuo contenente i due sessi in sé o come un corpo con due anime di sesso diverso.I neoplatonici italiani appartennero a questa seconda scuola simbolica. Beatrice, Laura, Fiammetta, sono prodotti diquesto concetto del bino in un corpo solo. L'Asino di Apuleio resterebbe sempre asino se non intuisse e divorasse laRosa, vale a dire non si unisse coscientemente alla sua Iside, perchè tutti gli uomini hanno la loro Maria o Isideparticolare e non la conoscono perchè non vedono e non sentono la parte femminile della loro unità, trasformatrice enutrice realizzante della volontà umana.Questa Maria di ogni uomo ha, secondo il grado di sviluppo, potere rudimentale o immenso.Può essere amorfa al punto di non impressionarsi dei segni e dei suoni esteriori, e può acquistare la forma angelicada montare e discendere dal Mondo delle Cause. Fare la magia per mezzo della Maria di un individuo vivente,significa sostituirsi all'Io di questa persona ed imporre la propria volontà alla Maria altrui e aspettarne larealizzazione. Questa, comunemente, si ottiene con l'ipnotizzazione o magnetismo, ma è magia condannata

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esclusivamente come adultera poiché tutto è adulterio spirituale, per modo di dire, ma il sostituirsi allo sposolegittimo, per ingravidare la sposa legittima di un'idea è corruzione di volontà.Ecco perchè, in nessun caso e neanche nelle infermità, noi ricorriamo a questi mezzi che sono gli unici di cuidispongono gli stregoni veri e falsi di piazza.É magia di servitù obbligare la Maria di una persona a compiere un dato fatto, quantunque il potere di qualunqueMaria, sotto l'ordine potente di un osiriaco può raggiungere un grado illimitato.Ammesso che un uomo si proferisse volontariamente a compiere cosa qualunque con la Maria propria, comeavviene tra iniziati e iniziabili, questo praticamente è sempre rifiutabile in tutte le applicazioni particolari ed inoperazioni a scopi determinati e noti; poiché il carattere specifico di ogni Maria è modificabile dal potere volitivo dellostesso soggetto che volontariamente si è accinto a volere una realizzazione qualunque, e comeché a noi non èpermesso di annullare nessuna volontà libera, neanche degli inferiori volontari, ne consegue quasi sempre la nonriuscita della cosa proposta, con l'aggravante di reazioni psichiche che cadono sull'operatore osirideo in maggiorparte.Mi dilungo a proposito su questo primo argomento di Maria iniziale, perchè è quello da cui tutti cominciano come dalpiù semplice; e a volta a volta, compaiono nella storia periodi in cui sorgono scuole di magia, basate interamentesulla probabilità di servirsi delle Marie altrui per fini generali e particolari. Ed è facile capire la ragione di questapreferenza, poiché è più difficile - molto difficile - persuadersi con coscienza che in noi abbiamo una parte femminache obbedisce alla nostra volontà in tutto e per tutto, mentre è molto facile vedere in un altro uomo o altra donnaun'anima che per magnetismo e simpatia si mette a nostra disposizione.Ieri ed oggi in Francia ed in Inghilterra ed in Germania ed in America (qualcuno anche in Italia) fa dei tentativi dimagia isiaca servendosi di questo mezzo semplicissimo. Classico nel genere fu nel secolo scorso losperimentalismo del Cahagnet, un quasi swedemborghismo, la cui pratica si riduceva a questo: "prendete unsoggetto sensibile, ponetelo a sedere dinanzi ad un vaso d'acqua (o una caraffa sul genere di quella di Cagliostro)poi poggiate la vostra destra sul suo capo e pregate lo spirito o angelo custode del soggetto (Maria) che gli facciavedere la determinata cosa".La superficie lucida generava uno stato di prima ipnosi, dico ipnosi, e si manifestava la veggenza. Basta leggere i 32volumi del Cahagnet di comunicazioni per formarsi un'idea esatta delle visioni e delle comunicazioni dei soggetti.Vero spiritismo medianico occidentale, dove se ne vede di ogni colore.Ma questi seguaci di Alfonso Cahagnet si limitavano e si limitano ancora alle comunicazioni, mentre altri, come unapiccola sinagoga di Lione, invece di fare lo spiritismo o la telepatia, fanno addirittura della magia rudimentale e dellastregoneria.Essi operano così: il capo della sinagoga celebra in olocausto di amore, una specie di messa nera, senza sangue difanciulli sgozzati; e mentre il Baiis (così chiamano il capo) arriva ad una consacrazione fantastica con un rituale piùfantastico, fratelli e sorelle dell'uditorio si danno ad un'orgia che nel momento del suo diapason assorbe il comandodel Baiis: il tale uomo deve perire, oppure il tale ammalato deve guarire.Il risultato in questo caso è 80 volte su 100 efficace. perchè si rivolge alle Marie singole di 100 persone per esempio,di cui 30 bastano a portare a termine un'operazione: ma se per ottenere questo risultato bastasse un'anima sola, sivede ad occhi chiusi l'inutilità dell'osceno conciliabolo per ottenere cosa che è anche di breve portata. Sennonchébisogna anche riflettere che questi Baiis si indirizzano nei loro comandi alla Maria collettiva di 100 passivi, e fannoquindi un'astrazione fantasiosa, come il loro rituale.Il risultato di queste operazioni fatte su soggetti sensibili o volontari è aleatorio perchè qualunque passione umanadel soggetto può influire sulla propria Maria e modificare gli accessi al fine determinato.P.E.: la gelosia, l'avarizia, la libidine, l'antipatia, l'odio che molte volte si sviluppa per reazione; tutto questo puòmodificare la Maria che sta svolgendo una missione, e ho detto che il pensare che noi abbiamo tutto in noi stessi èmolto difficile.E si sono trovati praticamente diversi mezzi per rendere concreta in noi l'idea. Cito alcuni esempi:1 - Noi abbiamo a noi vicino un angelo custode (Cristianesimo)2 - Noi abbiamo un Genio (paganesimo greco)3 - Noi possediamo un demonio consigliere (Asuf dei Babilonesi)4 - Noi abbiamo uno spirito di un'amante al di là che ci consiglia ed aiuta in questa vita (Fate)5 - Noi siamo amati da un'Eone, che tutto ci porta e ci suggerisce (Manicheismo) 6 - Noi siamo aiutati dagli spiriti dei morti che ci suggeriscono e ci guidano (Spiritismo).In verità e per la santa verità della legge, noi non siamo che Uno nell'Universo. Siamo noi stessi. Non comandiamoforse alla mano di stringere? Così comandiamo alla nostra Maria di fare, di dire e di riportare.Perciò siamo tutti fratelli perchè beviamo tutti alla stessa fonte Universale.La nostra Maria in noi è una sposa, fuor di noi è un angelo: corre al mondo delle cause e si abbevera nella luce diMiriam, dove convengono tutte le Marie universali.E come non siamo che una cosa, e un'unità androgina, così non esiste che un solo mezzo osirideo che conducedirettamente al fine e questo è l'Arcano dell'Alchimia. Quante fatiche, quante ricerche, quante trepidazioni, quantimomenti di ribellioni contro il vostro iniziatore nei momenti di sconforto, e di questo me ne sarete grati tra breve chepotrò farvi sedere alla mia destra come arrivati alla vetta dell'Ararat. Quanti inviti a parlare eppure non me ne saretegrati domani, comprendendo che a voi ho parlato rompendo il silenzio più male che bene. Intanto riflettete perché mi rivolgo a voi che avete lavorato lunghi mesi il mercurio degli Dèi e leggetemi. Il lavorolungo e penoso di Ercole volge o è volto al termine. Le continue imbibizioni saturniane vi hanno diviso, comenell'uovo della gallina, in un tuorlo ed in un bianco albume che il guscio bianco racchiude. Ora è tempo di provare, edove voi non credete di essere giunti, siete giunti. Sa forse l'uovo che si mette sotto una chioccia che schiuderà unpulcino? Così non sapete voi che la vostra Maria non attende che una preparazione aleatoria e breve perché si

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muova? Qual'è questa operazione? Il modo di servirsene? Diversamente resterà in eterno nello stato virtuale e nonvolerà mai. Qual'è questo modo di servirsene? Eccovi: ossidare il mercurio, accoppiandolo ad un altro corpo volgareche costa pochi centesimi e di non difficile rinvenimento. Questo corpo volgare, che di fronte al vostro mercurio faopera di maschio, non aspettate che io ve lo dica, perché mille volte ve l'ho ripetuto e poi è continuamente, in milleoccasioni ed in mille guise, sempre lo stesso. E' un corpo satumiano anch'esso, viene emesso da profonda miniera,come il latte che si spreme dalle mammelle della vacca. E conserva il carattere di un minerale, così come si vedegrezzo in natura; è pietra dicevano argutamente gli alchimisti, che ne scrissero a lungo, eppure e un vegetabile,poiché alla vita vegetativa non ripugna. Or se lo avete capito o se lo andate a comprare questo ingrediente, badateche il modo di prepararlo è circondato da moltissimi misteri da tutti i classici. Deve dividersi, purificarsi della parteinutile, deve essere preparato di un calore esterno che lo metta nelle stesse condizioni di calore del mercurio inelaborazione e nell' Athanòr, e quindi deve essere, nel buio più assoluto, messo al centro del fornello a continuità dicalore. Ripeti da 1 a 9, al massimo 10, e poi aspetta e vedrai che dalla fiamma e calore del forno schiudersi l'ArabaFenice, l'Uccello strano e raro della favola che esce dalla fiamma cioè dalla cottura. Questo arcano, praticato, segnail principio della fine e del primo maestrato. A questo uccello, quando è ancora in embrione date l'impulso di unaprima missione: se sarà nero come il corvo, uscito dall'arca non tornerà più. Se bianco, come colomba, porterà ilramoscello d'ulivo per annunziare che la pace è fatta con le anime dei tuoi morti. Allora ripeti un numero da 3 a 6 euna seconda missione è compiuta, ripeti ancora da 2 a 3 ed una terza missione diventa fatto; e poi ti basta ogni voltafino al momento che l'Araba Fenice diventata adulta non ha bisogno che di sentire la tua voce e si muove. Noncompio la mia missione di iniziatore se non avviso i pericoli. I quali predominanti sono due: la paura el'indeterminazione di ciò che si vuole. 1. La Paura.Quando si incomincia, non comincia la paura. Tutto è facile e piano. Ma può avvenire (e non sempre) che dopo laprima, seconda e terza infornata comincia un tale stato di negritudine dello spirito che l'alchimista si sente presodall'idea della certezza del suicidio. E' una paura così intensa che arriva a presentarsi sotto la forma più acuta dellademenza. "Qui si parrà la tua nobilitate": prosegui impavido.2. L'indeterminazione della volontà.Se non hai l'idea concreta, l'uccello non obbedisce. Ricordati che quando nasce il bambino è ignorante, tu lo devieducare ed istruire, come si fa appunto coi bambini. Idee semplicissime prima, poi più complesse, poicomplessissime. Resta ad avvisarti di un fatto che tu potresti fraintendere: nell'operare, la prima volta sia separatadalla seconda in tempo eguale alla terza e dalla terza, dalla quarta e così fino alla nona o alla decima. Pensa che ionon ti segno il tempo tra la prima e la seconda che è eguale ai tempi successivi, perché questo intervallo può esserea tuo beneplacito accorciato o allungato dalle 12 ore alle 72 e più. Né basta. Rifletti che il miracolo si compie nelsilenzio di morte. Non parlare, se no l'uccello non obbedisce. Dì ciò che vuoi all'uccello, ma al mondo dei profani nondire né ciò che vuoi, ciò che pensi, ciò che fai, ciò che vuoi fare, ciò che aspetti. I risultati che puoi ottenere sono di due specie:1 - modificazioni in te e su te. Spiritualmente e fisicamente. Vuoi renderti invisibile e comunicare col tuo corpoastrale? Vuoi modificare il tuo spirito? Vuoi ascoltare le cose lontane? Vuoi sapere e confermare l'ostia del patto?2 - fenomeni fuori di te. Conoscenza di cose altrui. Modificazioni delle cose lontane esteriori. Conoscenza dellecose, conoscenza di cose causali, generazione di idee in persone lontane. Visione di persone lontane. Notizie delleanime dei morti. Riconoscimento delle incamazioni, ecc. ecc. Verità intera ti ho detto e sii giusto e segreto; non faremai il male, ed anche nel fare il bene non costringere mai l'altrui volontà, perché anche a scopo di bene la volontàaltrui è sacra.Nizza 30 Giugno 1908* Abbi nella libertà il grande equilibrio del desiderio. Non prevanicare, e pensa che se prevarichi vi è un serpente chenasce dal mare (Acqua) ed uccide per sempre l'uccello del Fuoco."

Occhi di Ifà: I primi due terzi della precedente lettera non hanno mai dato adito ad interpretazioni erronee; anzicostituiscono una bella sintesi di una buona parte del pensiero di Kremmerz e sono una testimonianzainequivocabile di come egli condannasse ogni abuso della magia. Fincati pubblicò solo la fine di questa lettera (da "Intanto riflettete perchè mi rivolgo a voi che avete lavorato lunghi mesi il Mercurio degli Dèi" in avanti ).Tale secondaparte, è anch'essa importante per due motivi principali, esattamente opposti a quelli immaginati dai divulgatori dellastessa:1) Essa dimostra che Kremmerz parlò di alchimia esclusivamente per simboli, perfino quando aveva a che fare condiscepoli che curava direttamente da lungo tempo. La lettera contiene infatti un netto rifiuto di rispondere "fuor daisimboli" alle domande degli allievi. E' perciò evidente che, se colui che scrisse il III Libro del Corpus interpretò inmaniera "fagica" gli insegnamenti del maestro, egli è l'unico responsabile della sua interpretazione.2) La lettera sconfessa anche, apertamente, quegli spermatofagi che, ad un certo punto della loro pratica, mischianoil loro sperma con tuorlo d'uovo non fecondato o con sangue mestruale. Kremmerz dice infatti: "...ossidare ilmercurio, accoppiandolo ad un altro corpo volgare che costa pochi centesimi e di non difficile rinvenimento. Questocorpo volgare, che di fronte al vostro mercurio fa opera di maschio, non aspettate che io ve lo dica, perché millevolte ve l'ho ripetuto e poi è continuamente, in mille occasioni ed in mille guise, sempre lo stesso." Ebbene potrebbemai, anche da un punto di vista puramente simbolico, un uovo di gallina o di qualsiasi altro volatile femmina o

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l'altrettanto femminile ovulo (peraltro in decomposizione) contenuto nel sangue mestruale "far opera di maschio" neiconfronti dello sperma maschile?Dattilo Ideo: Apparentemente è così, ma ci sono molti riferimenti anche in altri autori, come Bardon e AdrienPeladan (fratello del più famoso Josephine, che scrisse una ANATOMIA OMOLOGICA) i quali alludono ad una"inversione" delle funzioni.Occhi di Ifà: In alchimia prima "la femmina monta sul maschio" (solve), poi il "maschio monta sulla femmina"(coagula). La femmina essendo il mediatore plastico o corpo lunare (e non l'ovulo o il sangue mestruale). Il maschioessendo invece il corpo saturnio nella prima fase e il corpo mercuriale e solare nella seconda (e non lo sperma). Turba Philosophorum: Inoltre l'affermazione di Dattilo Ideo contrasta proprio con quello che dice il III libro, che,come abbiamo visto, parlando del I Assioma Alchimico, non solo non assegna all'uovo il ruolo di maschio, ma loabbassa al ruolo di "mezzo eccipiente".Nilius: Alle medesime confutazioni delle interpretazioni banali del simbolismo dell'uovo era pervenuto lo stessoJesboama, come si può vedere dal 92° punto delle Note Magistrali sul sito:http://www.kremmerz.it/sphci_3_4_quesito_2.html Riguardo alle "imbibizioni saturniane" si può andare utilmente a quel che dice Frater Petrus sulle "gocce vitali" (vedioltre in questo stesso quaderno). Quanto poi all'addestramento del "Mercurio Alato", molto vien detto nella secondaparte del saggio di Abraxa "Operazioni Magiche a due Vasi - Lo Sdoppiamento". Tale seconda parte è in realtà unsaggio a sé stante, disgiunto dalla prima.Occhi di Ifà: E veniamo a David Gordon White che Dattilo Ideo ed altri citano spesso come se si trattasse diun'autorità esoterica, mentre non lo è affatto ed egli stesso lo riconosce. Nell'introduzione de "Il Corpo Alchemico"dice infatti: "E' uno studio accademico quasi completamente avulso da qualsiasi ambito di esperienza misticapersonale. Prescindendo da un breve periodo di istruzioni di hatha yoga ricevute a Benares negli anni 1984-85, nonho mai sperimentato qualcosa che possa essere definito come autentica relazione maestro-discepolo". EdAggiunge: ".. i rari Nath Siddha che mi diedero l'impressione di essere autentici praticanti dell'hatha yoga insegnatoda Gorakhnath chiarivano che sarebbero stati disponibili a svelarmi i loro segreti all'unica condizione di un lungoperiodo di discepolato. Essendo un occidentale frettoloso, respinsi questa via, malgrado mi attirasse molto, in favoredella ricerca dei testi". Malgrado egli riconosca che: " In tre fondamentali opere alchemiche leggiamo: - nè illignaggio (insegnamenti orali) senza fonti scritte, nè le fonti scritte senza lignaggio [sono accettabili]. Consapevoleche le fonti scritte vanno congiunte al lignaggio, la persona che così pratica [l'alchimia] partecipa delle siddhi -. Acausa della sua mancanza di una effettiva iniziazione, per ben due volte (cap II, par. 2 ed Epilogo, par. 2 ) egligiunge, nel suo ponderoso studio accademico, di fronte a quella che era la chiave dell'intera materia da lui trattata,ma non la riconosce. Nel par. 2 dell 'Epilogo dice ad es.: "Sembrerebbe che l'impulso sessuale metta i maschi in unasituazione impossibile, nella quale si trovano in costante pericolo di perdere il loro seme, un seme che si accumulasolo con grande lentezza ed in minuscole quantità mediante il lungo processo di digestione. Secondo la teoriaayurvedica, tale processo si articola in sette fasi, con le quali il cibo ingerito viene gradualmente "bruciato" o raffinatoin rasa (chilo), sangue, carne, adipe, osso, midollo e, infine, negli uomini, seme e, nelle donne, sangue uterino olatte materno. Al cibo ingerito dai maschi occorrono ventotto giorni -un mese lunare, lo stesso periodo occorrente alcorpo femminile per produrre un ovulo- per trasformarsi in seme. Inoltre, è necessaria una quantità prodigiosa dicibo per produrre un singolo grammo di seme... Nell'India moderna tali teorie mediche hanno dato origine ad uninteresse, per non dire ossessione, da parte dei maschi verso la ritenzione del seme, nel quale l'accumulo e laconservazione del prodotto finale della digestione, il più vitale dei fluidi corporei, equivalgono praticamente almantenimento della salute e all'aspettativa di una lunga vita." A causa della sua mancanza di iniziazione, Whitedimostra di ignorare le implicazioni esoteriche (relative alla goccia primordiale) di questa teoria ayurvedica e la suamanifesta incapacità di praticare egli stesso la ritenzione lo induce a liquidare il tutto con l'etichetta di "ossessioneculturale".Frater Petrus: Se indichiamo con il simbolo dello zolfo l'aspetto trascendente dell'Essere che si incarna e con quellodel mercurio quell'insieme di energie fornite dall'ambiente di incarnazione, la "goccia originaria" costituisce il "punto"(scr. bindu) di unione iniziale di zolfo e mercurio. Per quanto riguarda gli esseri umani, questa goccia è bipolare,non solo per la suddetta ragione, ma anche perchè contiene sia le energie sottili (rosse nella visione interiore)connesse con l'ovulo materno, sia le energie sottili (bianche nella visione interiore) connesse con lo spermatozoopaterno. Sono queste energie che guidano il DNA a replicare e a differenziare opportunamente le cellule, per laprogressiva formazione del corpo del nascituro. Dopo la nascita, i principi nutritivi grossolani e sottili immessidall'esterno contribuiscono allo sviluppo dell'organismo grossolano e sottile del fanciullo. Se le unità prenatali divitalità sono in totale 24 (12 ereditate dalla madre e 12 dal padre, ognuna in connessione simbolica con i segnizodiacali), si dice che le unità ottenute nei primi quindici anni di vita da Cielo (Zolfo come volontà di vita) e Terra(Mercurio come sostanza-energia ambientale) sono 360 (12x15 dal cielo e 12x15 dalla terra), per un totalecomplessivo, se non vi sono sprechi, di 384 unità di vitalità, a disposizione già durante il sedicesimo anno.

Che fine ha fatto la "goccia originaria" dopo la fase iniziale del concepimento? Al "centro" sottile del cuore (che hacorrispondenza, nel corpo grossolano, con l'area tra la sesta e la settima vertebra toracica, contando dall'alto) vi èun "nodo" formato dai canali sottili di destra e di sinistra che s’avvolgono attorno a quello centrale; al centro diquesto nodo, e perciò all’interno del canale centrale, vi è una piccolissima "vena" (detta "vena della vita") e al suointerno rimane, fino al momento della morte, la "goccia originaria". Nel simbolismo ermetico, la "goccia" (che è il verocuore di tutto l'essere umano incarnato) e il nodo dei canali sottili che l'avvolge sono complessivamenterappresentati dal simbolo del "cuore (o del sole) cinto da un serpente". La volontà di vita (1) fa sì che, pur rimanendosempre la goccia all'interno della vena della vita, essa effonda di continuo le unità di vitalità di cui abbiamo parlato

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(2), per mantenere vivo e sano l'intero organismo, ma anche per dotare di vitalità gli spermatozoi nell'uomo e gliovuli nella donna.

(1) Che abbiamo visto essere uno degli aspetti dello "Zolfo".(2) Complessivamente dette "fluido rigeneratore" e aventi corrispondenza psicosomatica principalmente con l'azioneormonale e dei neurotrasmettitori.

Nella prima fase della vita, il fluido rigeneratore ha come conpito principale quello di regolare la crescitadell'organismo giovane. Tuttavia, sia pur in minor misura, una parte già è devoluta all'aspetto sessuo-genitaledel'essere umano. Già in epoca fetale ad es. si registrano negli organismi maschili (nei quali l'evento è più evidente)fenomeni di erezione, analoghi a quelle erezioni spontanee notturne, che si mantengono per gran parte della vitasuccessiva. Il periodo puberale è uno dei più problematici, perchè il flusso del fluido generatore va gradualmentemodificandosi: va cioè diminuendo quello devoluto alla crescita, che finisce con il limitarsi al mantenimento dellasalute, e aumenta decisamente quello devoluto all'aspetto sessuo-genitale. In certe specie animali questadevoluzione è così totale che gli individui adulti muoiono una volta terminato il periodo di riproduzione.Come abbiamo già detto, negli esseri umani, a sedici anni, il fluido rigeneratore è completo e tale rimarrebbe se nonvi fossero dissipazioni. Le più cospicue sono quelle inerenti all'attività sessuale. Infatti questa, se compiuta nel modoabituale, dissipa il fluido rigeneratore più rapidamente di quanto la nutrizione non lo riproduca. D'altro canto, lasemplice castità non risolve il problema, perchè è vero che il fluido rigeneratore non è sprecato, ma è altrettantovero che, se si lascia fare alla "natura", essa si limita (nella misura in cui glielo permettono cause esogene edendogene) ad un certo mantenimento della salute. Prova ne è che monaci e suore, non praticanti l'alchimia, nonvivono certo più degli altri esseri umani, nè con minori malattie, appunto per il suddetto motivo. Perciò all'alchimistanon rimangono che le seguenti possibilità:a) Intercettare il fluido rigeneratore, mentre viene devoluto all'apparato sessuo-genitale, e dirottarlo allarigenerazione dell'organismo.b) Senza intervenire sulla sfera sessuale, accrescere per via artificiale la quantità di fluido rigeneratore deputata allasalute dell'organismo.L'intercettazione del fluido può avvenire in due occasioni:a1) quando esso perviene all'apparato sessuo-genitale in condizioni di quiete: ciò normalmente si verifica durante lanotte, manifestandosi nelle suddette erezioni spontanee, che possono constatarsi anche durante lunghe pratichemeditative o di preghiera;a2) durante un'attività sessuale vera e propria, condotta in modo da evitare il comune orgasmo e perciò preservare edirottare, ad es. attraverso opportune visualizzazioni, il fluido rigeneratore. Una variante erronea consistenell'espellere il fluido assieme alle secrezioni sessuali, che vengono poi ingerite sperando così di reintegrare anche ilfluido. Il che non si verifica perchè, come ha già indicato Occhi di Ifà, le secrezioni sessuali vengono trattate dalnostro organismo come qualunque altro cibo e perciò solo una parte piccolissima del fluido espulso ritorna ad esserefluido rigeneratore.Anche l'accrescimento artificiale della parte di fluido devoluta alla salute può avvenire in due maniere:b1) si può provocare l'emanazione del fluido rigeneratore, ricorrendo direttamente alla volontà di vita, veicolata daopportune forme di concentrazione o meditazione (metodo detto dell'elisir interno);b2) si può provocare l'emanazione del fluido rigeneratore, mediante l'assunzione di opportuni farmaci (metododell'elisir esterno).Tra i quattro metodi indicati, il b1 è superiore a tutti gli altri, perchè, basandosi sulla sola cosciente assunzione dellavolontà di vita, è indipendente da condizioni interne o esterne. Tuttavia, non a tutti può convenire iniziare con esso.Ad es. una persona dotata di una notevole carica sessuale, oppure una persona sposata, probabilmente all'iniziotroverà più acconcio alle sue condizioni il metodo a2.Il metodo a1 sarà apprezzato ad es. da molti monaci, anche perchè potrà forse risolvere un loro problema frequente:quello delle polluzioni notturne involontarie. Il metodo b2, sul quale focalizza i propri sforzi la scienza farmaceuticadi ogni tempo, è invece, in genere, il più problematico, perchè non facilmente tramandabile: cioè a dire, un elisiresterno valido in un certo periodo (come lo fu il Soma citato nei Veda) può non esserlo più in epoche successive, acausa del modificarsi delle condizioni psicofisiche umane. Per comprendere meglio questo fenomeno, si pensi peranalogia ai fenomeni di "servaggio" spinto nei confronti delle droghe, che si registra ai giorni nostri, mentre in altreepoche le stesse sostanze agivano anche in quantità più ridotte e con minori fenomeni di dipendenza.Il 12, nell'ambito di questa come di altre dottrine tradizionali, ha sicuramente un significato simbolico, che però èduplice: qualitativo e quantitativo.Da un punto di vista qualitativo, che è il principale, il numero 12 indica l'azione del fluido rigeneratore nei dodici"microcieli" o distretti sottili dell'organismo umano. Tradizionalmente essi sono simboleggiati dai 12 segni dellozodiaco, proiettati lungo l'asse verticale del corpo umano, secondo la sequenza:ARIETE: testa.TORO: collo, gola.GEMELLI: spalle, braccia, mani.CANCRO: petto, seno, stomaco.LEONE: cuore, tratto toracico della schiena.VERGINE: ventre, intestino.BILANCIA: reni, vescica, lombi.SCORPIONE: organi genitali interni ed esterni,SAGITTARIO: cosce, femore, anche.

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CAPRICORNO: ginocchia.ACQUARIO: caviglie.PESCI: piedi.Il numero 12 appare raddoppiato (paterno-materno, celeste-terrestre), oltre che per la diversa origine del fluido,perchè ogni microcielo ha un lato destro ("maschile") e uno sinistro ("femminile").Da un punto di vista quantitativo, il 12 raddoppiato esprime l'equivalenza del fluido rigeneratore prenatale con quelloacquisito in ciascuno dei primi 15 anni di vita.Occhi di Ifà: Ciò che David Gordon White, nonostante i suoi ponderosi ma profani studi, non riesce a comprendereera invece perfettamente noto a G. Kremmerz, come si può dedurre da questa sua lettera sulla castità, dovequesto termine deve essere inteso nel senso lato di "non eiaculazione":"Questo foglio riservato ai fratelli è da precludere alle sorelle e si intende poi riservatissimo per i profani

L'elaborazione dello sperma è funzione nervosa, cioè la distillazione del liquido seminale o semenza di vita è fattanell'organismo per azione dei centri nervosi. Infatti lo stato di eccitazione nervosa attiva questa distillazionerifornendo prontamente i vasi spermatici del seme già emesso per eiaculazione. Ciò spiega come, ripetendosi l'attoamoroso producente l'emissione dello sperma, si trovano a essere ripieni i vasi precedentemente svuotati.Fisiologicamente. l'emissione del seme produce una denutrizione nervosa, cosicchè l'individuo, dopo l'attoeiaculatorio, è abitualmente preso dal bisogno di dormire. Lo stato di castità produce invece il riassorbimento delseme, elaborato e non emesso, il quale costituisce così una nutrizione nervosa e quindi psichica. Per intendere piùchiaramente, bisogna considerare che ciò che chiamiamo cor:po lunare. non è una sostanza omogenea penetranteil corpo tangibile: ma agglomerato di materia nervea di densità diversa dal corpo saturniano al corpo mercuriale.Anche il corpo saturniano è fatto di sostanza più o meno grossolana, dalla sostanza cornea alla sostanza grigia delcervello. Così il cor:po lunare si estende dal sistema nervoso anatomicamente visibile che ne è lo scheletro, fino allaparte più sottile. La funzione di amore sessuale comprende un'elaborazione del seme ed una proiezione di essonell'atto coitale. La prima è distillazione nervosa, naturale, delle sostanze che rappresentano la fioritura del corpofisico vivente, distillazione attivata dallo stato di eccitazione amorosa. La seconda è fermento nervoso internonaturale, o azione periferica sopra una parte tangibile del sistema nervoso, comunicantesi alla parte sottile: oppureanche azione psichica soggettiva esterna sulla parte invisibile, agente poi sui centri nervosi ed interessante tutto ilcorpo materiale. Dunque, l'atto coitale per l'individuo comporta una perdita di energia psichica e fisica. Però nell'attoamoroso avviene una compenetrazione dei corpi lunari dei coitanti ed uno scambio attivissimo specie nel momentocritico della polluzione. Mentre ciò potrebbe riparare per compensazione le perdite subite nell'atto, è anche cosapericolosa per le appestature di ogni genere che si possono contrarre venendo a contatto con un elemento impuro.Questo ti faccia tenere gli occhi aperti nella pratica della vita.Giuliano Kremmerz"Tarquinio Prisco: Se qualcuno dell'ambiente kremmerziano mise per iscritto, nel III Libro del Corpus, la sua erroneainterpretazione, c'è da aspettarsi che taluni lo abbiano seguito. Occhi di Ifà: L'edizione del Corpus Philosophorum Totius Magiae, dovuta al "gruppo Agape", contiene, di seguito alterzo libro, delle "Istruzioni Pratiche", nelle quali si raccomandano pratiche spermatofagiche per gli uomini emenstruofagiche per le donne. Tali istruzioni pratiche sono firmate Lehahiah, ieronimo di Carlo Coraggia, uno deifondatori (nel 1945) della loggia massonica ANKH di "ispirazione kremmerziana" e successivamente delle edizioniCEUR. Mentre lasciamo a suoi eventuali discepoli il compito di confermare o negare l'autenticità di tali istruzioni, cilimitiamo a mettere in evidenza come, attualmente, la S.P.H.C.I. FR+ TM+ DI MIRIAM napoletana, recensendotalune opere relative a Kremmerz, curi di prender bene le distanze dal suddetto Lehahiah e dal suo ambiente. Eccotalune tra tali recensioni, ritrovabili anche sul sito http://www.elissa.net :

1974/1975 - Edizioni Mediterranee - Roma: "La scienza dei Magi di Giuliano Kremmerz" Volumi I - II - III (N.B.si consiglia di non tener conto, collegandoli alla Schola di Kremmerz, delle introduzioni a firma Lehahiah e deiriferimenti a C.E.U.R)

1976 - Edizioni Mediterranee - Roma: "La Scienza dei Magi - Dizionario dei Termini Ermetici dell'Opera Omniadi Giuliano Kremmerz a cura di Ugo Danilo Cisaria" Volume IV. Nella seconda di sopracoperta di questovolume si legge: "Il presente Dizionario, opera di un valente studioso di Ermetismo, completa ed arricchisce lanuova edizione dell'Opera Omnia di Giuliano Kremmerz, fornendo al lettore, elencati in ordinata successionealfabetica, i punti essenziali dell'insegnamento kremmerziano. Esso pertanto, pur presupponendo laindispensabile lettura delle opere del maestro, ne fornisce una preziosa sintesi, utilissima sia allacomprensione che alla memoria dello studioso. Si può dunque senz'altro affermare che, con il Dizionario, ilgeneroso sforzo intrapreso dal Kremmerz di rendere intelligibile la Scienza dei Magi, è stato ulteriormenteportato avanti nello stesso spirito di carità che animò la vita e l'opera del maestro". Alla breve"Premessa"segue la pomposa "Introduzione" del curatore Ugo Danilo Cisaria ( il valente studioso di Ermetismo!) che dàfiato alle "trombe d'oro della Verità Unica" (la sua , ovviamente!) con tutto uno sproloquio di lodiapparentemente rivolte al Kremmerz e alla Sua Schola, ma realmente tendenti a dirottare, verso l'organismosuo di appartenenza (C.E.U.R.) con indirizzo in calce, quei "Puri e Innocenti", spesso alfine gabbati e contenti,alla ricerca di un'iniziazione ortodossa alla Scola del Kremmerz e portati invece ad aderire (soprattutto i piùgiovani, addirittura per circa un ventennio!) a una struttura irregolare e spuria, senza collegamento iniziaticocon la tradizione ortodossa trasfusa dal Kremmerz esclusivamente nella S.P.H.C.I. Fr+ Tm+ di Miriam, emiseramente sprofondata nel "nulla" in seguito alla morte del suo ideatore il (sedicente Lehahiah). Sulla basedi questi presupposti, il volume in oggetto rimane frutto di un'interpretazione esclusivamente soggettiva della

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logologia kremmerziano-miriamica e in tal senso va considerata mutila e priva di quel lievito o seme iniziaticoprofuso dal Maestro nelle Sue opere. La sua utilità va quindi ridimensionata a una consultazione prudente ecritica cui far seguire, intelligentemente, il riscontro approfondito dei singoli termini del Kremmerz citati, nontrascurando di valutarli senza estrapolarli dal contesto (capitolo, opera, note, datazione ecc.) di cui sono parteintegrata e integrante. Va inoltre sottolineato che Ugo Danilo Cisaria, estensore di questo volume, non é maistato un iscritto regolare e operante della S.P.H.C.I. Fr+ Tm+ di Miriam fondata da Giuliano Kremmerz, nèrisulta appartenente ad altro Ordine Iniziatico collegato alla Stessa Schola e indi dalla Stessa riconosciuto.

1982 - Edizioni Mediterranee - Roma: Giuliano Kremmerz "La Porta Ermetica" - La scienza "diversa": collanadiretta da Ferdinando Picchi. studiosi tutti appartenenti al gruppo C.E.U.R. di Roma e la stessa pubblicazione édedicata alla memoria di "Lehahiah" ideatore e guida del suddetto gruppo. Per quanto detti scritti e commentisiano improntati allo studio delle opere e dell'insegnamento del Kremmerz, vengono però filtrati attraverso lavisuale "ceuriana" dei loro autori e, discostandosi ampiamente dalla tradizione ortodossa trasmessa dalMaestro nella Sua Schola, possono indurre il lettore in facili fraintendimenti ed erronee considerazioni sia suiconcetti ermetici sia sui contenuti "iniziatici" del Suo messaggio pro-salute populi.

1986 - Axis Mundi - Paris: Giuliano Kremmerz "Introduction a la Science Hermétique". Quest'opera propone,liberamente tradotto in lingua francese, "Il mondo secreto" e sarebbe stata "consigliata e autorizzata" dal Dott.Aleandro Tommasi esponente all'epoca del C.E.U.R. di Roma. L'introduzione di Jean-Pierre Giudicelli, che sifirma "Président de L'Académie Giuliano Kremmerz (Section Française de la Myriam)" collegata al C.E.U.R. diRoma, e la Prefazione a firma Lehahiah (già apparsa nell'edizione italiana del 1974 vol. I de "La Scienza deiMagi" delle Mediterranee) hanno senz'altro contribuito a dirottare verso associazioni pseudo miriamiche,irregolari e spurie, molti studiosi d'oltralpe. Va riconosciuto però agli editori, il merito di aver consentito ladivulgazione in altra lingua della magistrale figura di Giuliano Kremmerz."

Turba Philosophorum: La suddetta S.P.H.C.I. FR+ TM+ DI MIRIAM napoletana prende le distanze anche da DelGuercio, come si può notare in quest'altra recensione:

2000 - Edizioni Rebis - Viareggio: A. Verniero "Giuliano Kremmerz e la sua Scuola Iniziatica" Con una raccoltadi rare fotografie del Maestro - a cura di Pier Luca Pierini R. Un'altra biografia del Kremmerz giunta nelle manidell'editore dopo svariati passaggi di mano. Risalirebbe pressappoco al 1945 e parrebbe stilata, con lopseudonimo di A. Verniero, dal fiorentino Alfonso Del Guercio, noto agli ambienti paraesoterici del tempo e,per una breve parentesi (1947/49), segretario dell'allora Delegato Generale della S.P.H.C.I. Fr+ Tm+ di MiriamDomenico Lombardi (Benno). In realtà, più che una biografia, il volume appare come una ricerca investigativasul personaggio Ciro Formisano-Kremmerz, sulle sue attività lavorative, sulle sue occasionali relazioni, sui suoiviaggi, sui suoi averi, e su tutto quanto "non può importare di meno" a studiosi seri della personalità magistraledel Kremmerz. Se le altre biografie più sopra recensite stuzzicano la curiosità e, alimentando il pettegolezzo,suscitano ilarità, questa é persino fastidiosa da leggere per l'arrogante tono di relazione inquisitoria che lacaratterizza. Non fa meraviglia, pertanto, che sia rimasta in qualche cassetto per oltre mezzo secolo e nessun"kremmerziano" autentico, o anche lontano discepolo della Schola del Kremmerz, si sia sognato mai di darlaalle stampe! In relazione poi a "l'importanza storica di questo documento" evidenziata nell'Introduzione, vasottolineato che il concetto di "Storia", soprattutto per chi ha la pretesa di redigere quella altrui, rientra in precisicanoni che conducono inesorabilmente alle "fonti" più originarie e autentiche, che, nello specifico caso diGiuliano Kremmerz sono esclusivamente quelle, scritte e orali, transitate nella Sua Schola ortodossa, custoditenei suoi archivi o trasmesse, da bocca a orecchio, dai Maestri che Gli sono succeduti nella direzione dellaStessa. Ci sembra perciò doveroso avvertire i lettori di questo volume di mantenersi critici e distaccati neiconfronti di chi, ed è il caso di Del Guercio (alias A. Verniero), tradì a suo tempo la fiducia del Maestro Benno(Domenico Lombardi), designato dallo Stesso Kremmerz, alla dirigenza della Schola. Inoltre, la"collaborazione" della "Band" di amici ringraziati dall'editore, ha il sapore più di una "marachella di bimbi", chedi un contributo "insostituibile" (sic!) all'inattaccabile correttezza umana e iniziatica dell'Aureo Maestro. Bellainvece la raccolta delle foto del Kremmerz pubblicate in Appendice, l'unico vero documento storico che questovolume può vantare, ma già tutte presenti (alcune in originale) negli archivi della S.P.H.C.I. Fr+ Tm+ di Miriame più volte pubblicate nei libri dalla Stessa patrocinati.

E' poi da notare che persone "vicine" al C.E.U.R., come P. Stroppa e Usarcaf, hanno scritto opere che sembranoriecheggiare lo pseudo-corpus.Sol: Dal Kybalion (Biblioteca Episteme): " VII - IL PRINCIPIO DEL GENERE: « Il genere si manifesta in ogni cosa esu tutti i piani; ogni cosa ha il suo principio maschile e femminile ». IL «KYBALION»Scopriamo ora, che in ogni cosa è un genere: ovunque troviamo il maschile o il femminile. Tutto questo vale, oltreche per il piano fisico, anche per quello mentale o spirituale. Quanto al piano fisico, il principio ha la sua evidenzanel SESSO, mentre nei superiori, pur assumendo forme più alte, rimane invariato. Non c'è possibilità di creazionefisica, mentale o spirituale senza l'applicazione di questo principio. Comprenderlo significa dare un raggio di luce adargomenti fino ad ora oscuri alla maggior parte dell'umanità. Esso opera sempre rivolto alla creazione, generazionee rigenerazione. Tutto, cose e persone, sono fondati su questo principio; ogni elemento femminile ne contiene unomaschile e viceversa. In questo grande principio è racchiusa la chiave di gran parte dei misteri della vita. Bisogna, aquesto punto, soffermare l'attenzione sull'enorme differenza esistente tra questa legge e le basse, infamanti teorie opratiche, che, munite di denominazioni assurde, non sono altro che la profanazione del nostro grande principio.

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Questi dubbi rifacimenti delle antiche forme del «fallicismo», vertono alla degenerazione dello spirito, dell'anima, delcorpo, e la filosofia ermetica ha sempre cercato di aprire gli occhi sulla fallacia di tali insegnamenti, votati alladissolutezza, alla perversione, all'inversione dei principi di natura. Qualora foste portati per questa via, lasciate daparte la dottrina ermetica; essa non può aiutarvi; come per i puri ogni cosa è pura, per i perversi ogni cosa è tale".Sadescan: "Occhi di Ifà" si è soffermato, in modo esauriente, praticamente su ogni aspetto del terzo libro dellopseudo-corpus . Da parte mia ho indicato, nel secondo dialogo, le contraddizioni esistenti tra il primo e il terzo libro,in relazione alla magia sessuale. Aggiungo soltanto che il terzo libro è stato scritto con stile diverso da quello deiprimi due: non sono stati più cuciti assieme pezzetti di Kremmerz con pezzi di Del Guercio, ma il contenuto è quasiinteramente di quest'ultimo. Nè egli avrebbe potuto fare diversamente, perchè il terzo libro è in aperto contrasto contutti gli insegnamenti, relativi alla magia sessuale, forniti sia da Kremmerz, sia da Abraxa. Nel 1949 Lombardirevocò la carica di Segreterio Generale a Del Guercio e questi, rifiutandosi di restituire gli Statuti dell'Ordine Egizio,nonchè i vari incartamenti di segreteria, si pose ipso facto fuori della Fratellanza di Miriam. La perdita degli archivi disegreteria rese difficile a Lombardi i contatti diretti con i membri dell'Accademia J.M.K.E. di Firenze, che finirono ingran parte per essere assorbiti in un fantomatico ordine parallelo, conosciuto come Ordine del Mantos, del qualesono noti alcuni documenti, firmati con le iniziali di Del Guercio, (i più antichi risalgono al 1944). All'epoca dellarottura Lombardi-Del Guercio, lo pseudo-corpus era formato solo da tre libri e in tale "edizione" privata venne diffuso,con la solita finta discrezione, anche in ambito non miriamico, allo scopo di "allargare"gli effetti della manovra iniziataa Firenze. I libri successivi al terzo vennero redatti in seguito e hanno ben poca importanza per la nostra analisi.Basandosi, infatti, in massima parte, sulla spermatofagia (ed altre "fagie": menstruofagia, urinofagia etc.) e sullacosiddetta magia avatarica, essi si pongono automaticamente fuori dell'insegnamento kremmerziano. Alcuni decennidopo, svariati editori non miriamici decisero di dare alle stampe lo pseudo-corpus, prima in forma assai ridotta e poivia via più estesa. Nonostante essi non avessero alcuna plausibile prova documentaria e senza aver analizzatoaccuratamente il testo così da poterne stabilire l'effettiva paternità, lo attribuirono, chi in buona fede, chi a scopodenigratorio, chi per giustificare con un "ipse dixit" le proprie pratiche aberranti, a Giuliano Kremmerz. Naturalmentepoco ci cale che taluni sedicenti ermetisti abbiano forse cercato o cerchino di mettere in pratica (a loro completorischio e pericolo) i presunti insegnamenti, contenuti nello pseudo-corpus. Essi però, d'ora innanzi, sono pregati diaffermare, senza mezzi termini e infingimenti, che sono seguaci di Alfonso Del Guercio e non di Giuliano Kremmerz.

Frater Petrus: Come altri ha già accennato (ad es. nel quaderno "Il Gruppo di Ur") è ormai piuttosto noto che,nonostante Caetani fosse un membro dell'O.E., egli non è identificabile nè con quel N.R. Ottaviano che diedequalche contributo alla rivista Commentarium, nè con quel R.P. Ottaviano, che sostituì ad un certo punto Kremmerzin diverse sue funzioni. In un noto sito della S.P.H.C.I. ( http://www.kremmerz.it/sphci_3_3.html ) sono state anchepubblicate foto di due documenti che lo comprovano. Invitiamo il lettore a tenere presente soprattutto il testo dellefoto (zoomandole si sgranano un po', ma sono leggibili), oltre al commento che le accompagna, che, probabilmenteper riservatezza, è un po' sintetico.In testa alla prima foto, tra parentesi, si legge: "Ottaviano Koch ingegnere è il proprietario della casa in via 4 Fontanein cui alberga l'Accademia Vergiliana" e poi di seguito "Il Maestro segretario generale dell'O.E. in Roma si firma N.R.Ottaviano e nell'Ottobre 1910 viaggiava a Scurcola Marsicana (... , provincia dell'Aquila). Avvertasi che Ottavianonon è il suo vero nome, ma bensì un soprannome datogli dagli amici. E' egli il biondo di Pisa che fa capo all'HotelPrati in Piazza di Castello a Roma". Dunque il documento fornisce il nome completo del personaggio (ingegnerOttaviano Koch). Chiarisce poi perchè uno dei suoi articoli apparsi nel Commentarium, e cioè "Gnosticismo eIniziazione", recasse in calce "Da Scurcola Marsicana, 25 Ottobre 1910". Chiarisce infine che il modo di firmarsinasceva dal fatto che gli amici lo chiamavano semplicemente Ottaviano, che perciò non è il cognome ma, comeindica la parentesi iniziale, il nome. Indica infine che, almeno in quel periodo, si spostava da Pisa a Roma.Il II documento parla invece del maestro R.P. Ottaviano, incaricato dal 1916 di ricevere la corrispondenza degliallievi già del Kremmerz e che fu nominato nel 1919 segretario generale dell'O.E. ed esportò tutto l'archiviodell'ordine prima a Malta e poi a New York dove in quel periodo abitava. Occorre chiedersi se N.R. Ottaviano edR.P. Ottaviano siano la stessa persona. Il commentatore di quel sito sembra darlo per scontato.Capostipite della famiglia Koch in Italia fu il celebre pittore tirolese Joseph Anton Koch, che nacque a Obergieblennel 1768. Giunse in Italia nel 1794 e sposò, nel 1806, Cassandra Ranaldi (1783-1857) di Olevano Romano, dallaquale ebbe tre figli. Egli morì a Roma nel 1839 nella sua ultima abitazione al Palazzo Galoppi alle Quattro Fontane,che dunque era proprietà dei Koch ben prima di ospitare l'Accademia Vergiliana. Joseph Anton Koch è sepolto nelcimitero teutonico del Vaticano, all'ombra della cupola della basilica di San Pietro. Sepolta vicino a lui, oltre allamoglie, è la primogenita Elena. Ebbe anche due maschi Camillo e Augusto che sposarono, a Roma, due donnedella casata dei marchesi Lecce. E' dal terzo genito Augusto Koch (1818-1878), anch'egli pittore, che originano tutti isuccessivi Koch romani. Augusto ebbe cinque figli, nell'ordine: Gaetano, Clelia, Ottaviano, Virginio ed Ernesto. SiaGaetano, sia Ottaviano furono architetti ed ingegneri edili. Gaetano (1849-1910) è noto soprattutto come "l'architettoKoch". Ha costruito a Roma, spesso con la collaborazione di Ottaviano (1853-1939), una trentina di palazzi, quasitutti commissionati da famiglie dell'aristocrazia e dell'alta borghesia. Ricordiamo tra essi il palazzoBoncompagni-Ludovisi o "Margherita" ora Ambasciata degli Stati Uniti d'America, in via Vittorio Veneto, la Bancad'Italia in via Nazionale, i due palazzi simmetrici in Piazza della Repubblica, alle Terme di Diocleziano. Famosa èanche la "sala Koch" nella vecchia sede della Biblioteca, a Palazzo Madama. L'ingegner Ottaviano Koch (N.R.Ottaviano) del primo documento è perciò da identificarsi con il fratello minore, spesso collaboratore, di Gaetano.Ottaviano Koch, a sua volta, ebbe tre figli, nell'ordine: Enrica, Ottaviano Armando e Ottaviano Augusto. Il secondogenito, Ottaviano Armando Koch (1888-1979), si dedicò alla carriera diplomatica (cessata il 2 Febbraio 1947,quando era ambasciatore). Negli anni successivi alla Prima Guerra Mondiale, venne inviato proprio nelle due sediindicate dal II documento. R.P. Ottaviano non è dunque da identificarsi con N.R. Ottaviano, perchè invece ne era il

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figlio.Non neghiamo certo che Leone Caetani fosse un membro dell'O.E. ma non vi è motivo di attribuirgli documenti chenon sono suoi e non sono neppure così importanti, da giustificare l'accanimento in merito da parte di taluni studiosi.In particolare, non nutriamo dubbi sulla buona fede di Ugo Danilo Cisaria che, in suo sitohttp://www.ermetismo-kremmerziano.it/Docs/Scritti%20generali/Pensiero%20esoterico%20ita/Codicillo%20ita.htmha pubblicato estratti, a suo dire, provenienti da tre ben curiosi documenti: certo, però, non riteniamo in buona fedechi ha falsificato quei documenti. Cisaria, probabilmente per l'entusiasmo che gli è tipico, ha ingenuamente presoper vere tre lettere:- la prima "è indirizzata al Venerabile Gran Maestro SAIRITIS HUS, in data 2 Marzo 1901, firmata L.JESBOAMA esotto controfirmata Luciano Galleani";- la seconda è una "Lettera del 18 Gennaio 1891 indirizzata al Venerabile Gran Maestro del Gr+Or+Eg+ SAIRITISHUS (Avv. Giustiniano Lebano) e firmata Suo aff..mo Leone Caetani e N. .R. OTTAVIANO";- la terza è un' "Altra lettera in data 10 Giugno 1905 diretta al Venerabile Gran Maestro SAIRITIS HUS con firma N.R. OTTAVIANO e controfirmata Leone Caetani".Se quei documenti esistono, perchè Cisaria non si è chiesto, come avrebbe dovuto, che motivo c'era della doppiafirma? il ricevente, Giustiniano Lebano, capo dell'O.E., non conosceva perfettamente le identità di chi gli scriveva? egli scriventi erano così incauti da mettere una doppia firma che, se la lettera fosse caduta in mano altrui, li avrebbecon certezza identificati? Naturalmente proprio l'identificazione di Caetani con Ottaviano è lo scopo del falsario. Lalettera di Jesboama, la cui identità non è controversa, serve solo a fingere che un comportamento così assurdofosse invece abituale, anche per altri membri dell'O.E.Sadescan: Dopo che il nostro Forum ha pubblicato la I e la II ediz. del quaderno Nuovi dialoghi sull'Ermetismo ,diversi autori gli hanno fatto eco su vari libri e periodici, anche se alcuni fanno finta ... che sia farina del loro sacco e... non citano, dimenticandosi che l'onestà intellettuale è la prima dote di un ermetista. Ad es. Amelio (1) nel saggio La Magia Avatarica (Elixir I- 2005), è partito proprio da una osservazione da noi fattain quelle edizioni, quando argomentavamo che, se le pratiche di trasferenza indicate dall'autore dellopseudo-corpus fossero state realmente di uso abituale nell'O.E., esse avrebbero avuto un loro nome abitualeoccidentale e non ci sarebbe stato quindi alcun motivo di usare un termine para-teosofico (appunto magia avatarica).Amelio dice infatti:

"Prima di procedere oltre, dobbiamo però cercare di rispondere ad una domanda che si pone spontaneamente allamente: perchè il Kremmerz, che normalmente era così attento ad usare, nel suo magistero, una terminologia in lineacon la Tradizione sapienziale classico-mediterranea e caldeo-egizia che egli rappresentava, si sia deciso adutilizzare, per un tema così delicato e cruciale della via ermetica, un termine preso in prestito da una Tradizioneorientale alquanto diversa e distante."

Tuttavia Amelio sembra riferirsi agli scritti autentici di Kremmerz, giacchè di quelli apocrifi, come lo pseudo-corpus,dice:

"Parimenti, del segreto della 'trasferenza' il Kremmerz non ha lasciato dietro di sé che pochi, scarni e del tuttoinsufficienti accenni. Egli si pronunciò una volta sull'immaturità ed inadeguatezza dell'ambiente umano nel quale sitrovò ad insegnare e ad agire. In ciò si trova la chiave del successivo silenzio del Kremmerz, un silenzio che talunihanno creduto di colmare ricorrendo ad indegne falsificazioni, le quali non fanno altro che ribadire la superioregiustizia del comportamento del Maestro, che decise di scomparire portando seco i suoi segreti, dei quali quellodella 'trasferenza' non è certamente il più importante"

Perfettamente d'accordo che Kremmerz abbia fatto solo accenni alla trasferenza e che di conseguenza le frasi chelo pseudo-corpus gli attribuisce sono indegne falsificazioni, tuttavia Amelio, già nel titolo del suo saggio, inganna unpo' (forse involontariamente) il suo lettore. Infatti, Kremmerz fece un uso rarissimo (2) del termine "Avatar", ma maidel termine "magia avatarica", che è un'invenzione dell'autore dello pseudo-corpus.

(1) A suo tempo autore di alcuni interessanti saggi su certe vicissitudini della Myriam, pubblicati in Politica Romana.(2) Due volte nel VII Dialogo sull'Ermetismo. Una volta nel saggio La Morte, che avrebbe dovuto far partedell'opera dedicata ai Tarocchi. Una volta nella posta de il Mondo Secreto (1899).Ultimus: In effetti avevo un dubbio (e credo che la domanda possa sorgere in molti che si trovino a leggerlo): comemai in questo quaderno si dice con tanta sicurezza che il termine "Avatar" sarebbe stato improprio per descriverequel tipo di pratiche magiche, ammesso che rientrassero negli insegnamenti del Kremmerz, data la estraneità deltermine rispetto alla terminologia "occidentale", quando invece nel VII dialogo sull'ermetismo viene detto:"...non dovettero aver rinvenuto un segreto impensato, un Grande Arcano che permette all'uomo di eternarsi perAvatar, come dicono gli Indiani, cioè cambiando organismo fisico solamente con l'entrare nel corpo più giovane di unadolescente?..."Questo accenno somiglia alla pratica descritta nello pseudo corpus, ove "avatar" viene considerato come un'animache volontariamente si trasferisce nel corpo di un giovane, anzichè, secondo l'accezione che vien detta corretta, unanima che ritorna a manifestarsi su questo piano per mezzo di un nascituro.Sadescan: I Dialoghi sull'Ermetismo erano un testo destinato alla divulgazione in tutti i livelli dell'ambito miriamico enon c'è da stupirsi che venissero usati termini teosofici, come Avatar, nell'accezione del primo teosofismoanglo-indiano, perchè, assieme a quelli dello spiritismo, erano i termini più diffusi a quei tempi, nel grosso pubblicodegli "spiritualisti". Lo pseudo-corpus pretende invece di essere un testo interno, operativo, appartenente a un

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Ordine "Egizio" avente molti secoli; se veramente si trattasse di una tecnica abitualmente utilizzata, verrebbeadoperato il linguaggio dell'ordine, consolidato nei secoli. Per esemplificare, in un testo originale di meditazionetibetana, ci aspettiamo che "mente" venga indicato con il tibetano "sems"; se comparisse il latino "mens" ci sarebbechiaramente qualcosa di strano, soprattutto se, nel testo, non venisse spiegato il perchè di tale uso.

Ma per capire veramente la questione, occorre esaminare più a fondo il VII dei Dialoghi sull'Ermetismo, dalmomento che alcuni si sono fatti idee erronee sull' "alchimista italianissimo" (a cui accenna Kremmerz) cheaffermava, lui sì, di essere un Avatar nel senso erroneo dei primi teosofisti. Alcuni hanno pensato (guarda caso!) a Leone Caetani! Non riflettendo che Kremmerz dice: "Io, che non ho l'abitudine di fermarmi alle mie opinioni, ne domandai una volta ad un amico che in alchimia eramolto dotto e che ora è morto...""I dialoghi sull'ermetismo" vennero pubblicati nel 1931, Leone Caetani (1869-1935) morì 4 anni dopo, il che lo mettefuori causa.Altri hanno pensato a Pasquale de Servis, soprattutto perchè Kremmerz promette: "Nel prosieguo ve lo dirò, un nome può dirsi. Ve lo confiderò per dimostrarvi che io voglio tutto palesare per il benedegli studiosi. Ma egli mi ha lasciato erede di un cumulo di manoscritti non facili a leggere, in caratteri fittissimi epieni di disegni e geroglifici che forse mi daranno la chiave, se non di tutto, almeno della costituzione del FarmacoCattolico di cui vi ho parlato poco; forse, se niente me lo vieta nel testamento, potrò sottoporre al vostro esameanche quanto ha scritto, carte e disegni."Ma De Servis morì il 28 Febbraio 1893 e il suo testamento, materiale o spirituale che fosse, era da decenni arcinotoa Kremmerz, che dimostra invece di non aver potuto ancora considerare nei dettagli il testamento dell'amico (entratoda poco in suo possesso), che evidentemente "vietava" visto che, nei dialoghi successivi VIII e IX, Kremmerz nonritorna sull'argomento. Del resto nel VII dialogo è detto anche:

"Discepolo. - Un alchimista vero? Di quelli che sanno fare le trasmutazioni?Giuliano. - Un vero competente, ma che nel mondo degli uomini ha lasciato un nome molto discreditato!"

Non risulta un tale "grande discredito" in relazione a De Servis, personaggio semmai presto dimenticato, se non inristrette cerchie. In che direzione dunque cercare? Fuori dell'O.E.Kremmerz, che non poteva accennare direttamente all'O.E. e che tuttavia sapeva far sapiente uso delle parole, loindica chiaramente. Già nel sommario iniziale del dialogo scrive, come titolo del paragrafo considerato: "Che cosapensava dell'Alchimia un alchimista italianissimo". Il termine "italianissimo" è ripetuto altre 4 volte nel corso deldialogo. Non bastava "italiano"? Se l'alchimista fosse stato un membro dell'O.E., sarebbe stato un alchimista"partenopeo-egizio" o "romano-egizio" o ... in ogni caso appartenente ad un eggregore "italiano-egizio". MaKremmerz afferma che il sedicente Avatar era "italianissimo", dunque non appartenente ad un eggregoreanimicamente per metà egizio.Non sperateci: non farò quel nome! Perchè? Kremmerz era in dubbio se l'amico, che per certi versi ammirava, fosse o meno un millantatore. Scrive infatti: "Ed io ad ascoltarlo, sospeso tra il credere e il non credere. E pensavo trepidante: povero e caro amico, una ruotadell'almanacco non gli gira forse bene? È affetto da schizofrenia sognando mentre parla? Mi corbella? Poi sonrestato interrogando me stesso: e se Tommaso d'Aquino, e se Pico della Mirandola, e se il Borri, il Filalete, ilRupescissa, il Trevisano, l'autore della Turba philosophorum furono alchimisti, non dovettero aver rinvenuto unsegreto impensato, un Grande Arcano che permette all'uomo di eternarsi per Avatar, come dicono gli Indiani, cioècambiando organismo fisico solamente con l'entrare nel corpo più giovane di un adolescente? E se, al contrario,queste fossero tutte frottole di cervelli romantici che vivono di una fede tanto profonda da credere realtà viva unsogno straordinariamente incredibile?"Io invece, in seguito a mie ricerche, non ho dubbi che il sedicente Avatar fosse un visionario, che masticava un po' dichimica e un po' di teosofismo; perciò sono felice che Kremmerz si sia portati nella tomba sia quel nome, sia leceneri di quei fuorvianti manoscritti.L'autore dello pseudo-corpus ha commesso un errore tattico, attribuendolo all'O.E. Se lo avesse attribuito ad un"alchimista italianissimo", forse avrebbe ottenuto maggior credibilità! Ma a lui non interessava per nulla il successodel testo, sibbene screditare l'O.E. e tutto ciò che vi era e vi è connesso! Frater Petrus: Se il saggio di Amelio pecca solo di imprecisione, ve ne sono, in compenso, di ridicoli e tronfi.Ricorderete che, in un nostro intervento di qualche tempo fa, identificavamo l'ingegner Ottaviano Koch con N.R.Ottaviano (Nobile Romano Ottaviano) e il figlio di lui, il diplomatico Ottaviano Armando Koch, con R.P. Ottaviano(Romano Patrizio Ottaviano).In Elixir-II 2006, è comparso un buffo saggio, a firma N.R. Caesar Augustus (!), intitolato "Non confunditur" ovel'autore fa sapere di aver contattato, nel Dicembre scorso, il Dott. Luciano Koch, nipote dell'ingegner Ottaviano, e diaver così saputo che Ottaviano Koch non si occupava di ermetismo, che non abbandonò mai la capitale per recarsinè a Pisa, nè a Scurcola Marsicana, nè a Malta, nè in America e che, pur avendo affittato all'Accademia Vergilianaun piano del palazzo di via Quattro Fontane, si limitava appunto a ... ritirare l'affitto. Quanto all'Hotel Prati, sito secondo il nostro Caesar Augustus, in via Prati di Castello ora via Della Giuliana, nonsarebbe esistito, secondo lui, prima del 1930.Ci chiediamo se l'illustre Caesar Augustus faccia l'ingenuo o ... lo sia. Innanzi tutto, come abbiamo già detto, fu ildiplomatico Ottaviano Armando a mettere al sicuro all'estero i documenti dell'O.E. e non il padre ingegner OttavianoKoch. Non confunditur! Caesar Augustus!Il Dott. Luciano Koch, anch'egli diplomatico, può aver più di un motivo per tacere:

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1) Non lo sa. Se non è anch'egli un ermetista, perchè dovrebbe saperlo?2) Pur sapendolo, ha molti motivi per negarlo. Per uno come lui, che ha studiato negli anni 1934-1939 presso ilcollegio gesuitico Mondragone (1865-1953) di Frascati e che, dopo aver terminato la carriera di diplomatico italiano il1 Agosto 1986, ha rivestito importanti incarichi diplomatici e di governo, nell'ambito del Sovrano Ordine di Malta,sarebbe scomodo, di fronte agli ambienti cattolici, riconoscere che, nella sua famiglia, vi sono stati, recentemente,importanti ermetisti.3) Egli stesso potrebbe essere un ermetista ed allora è ovvio che non voglia essere scocciato da intelligentoni delcalibro ... di un Caesar Augustus!Tranquillo Dott. Luciano, noi non la disturberemo.Quanto all'Hotel Prati, ricordiamo, al nostro esperto di turismo, che oltre al "Bed & Breakfast Prati" in via DellaGiuliana (ex via Prati di Castello), vi è anche un Hotel Prati in via Crescenzio. Non confunditur! Caesar Augustus!Simili articoli rovinano riviste come Elixir, che presenta ad es., dal lato positivo, anche una Lettera su GiulianoKremmerz di Arturo Reghini. Questa ambiguità, a dir il vero, può notarsi da molti anni in tutta la produzione delleedizioni Rebis che, se da un lato sembrano voler sposare la causa kremmerziana, spesso pubblicano cose chevanno in tutt'altro senso: solo ... per il vile denaro o c'è di peggio?Alcuni pretendono di paragonare Elixir a Politica Romana, ma il livello e la serietà di questa erano, in generale, piùelevati.

IV DIALOGOSadescan: Uno dei pochi scritti autentici di Kremmerz sulla magia sessuale è il capitolo III dell'opera "I tarocchi dalpunto di vista filosofico", intitolato "Gli Amanti". Da esso traiamo gli estratti che seguono. Su tale scritto diKremmerz, si basa la monografia di Abraxa "Le operazioni magiche a due vasi", dedicata alla magia sessuale senzacontatto fisico, che costituisce premessa dell'altra monografia "La magia dei congiungimenti", ove si parla delletecniche che richiedono contatto fisico. Tuttavia il testo di Abraxa non è una semplice ripetizione di quello diKremmerz. Quest'ultimo, che distingue la più semplice magia eonica o evocativa dalla grande magia trasmutatoria oalchimica, nel capitolo "Gli amanti" approfondisce solo le applicazioni alla prima. Abraxa invece si riferisce allaseconda. La tecnica è perciò sostanzialmente la stessa, ma diverso è lo scopo. "... L'amore comincia ad acquistare carattere sacro, quando mette l'animo umano nello stato di mag o di trance.Materia più grave e materia piùsottile son prese nell'uomo da uno stato di "magnetismo" così profondo, che comincia prima la intuizione e poi lasensazione di un mondo che non è umano, ma che nell'ipersensibilità di uno stato di essere speciale, attinge ad unafonte umana.(Un lettore). - Qui sei astruso... fuori i lampioncini, spiegati più chiaro.- Ecco qua: parlo come un libro stampato: Per conoscere ciò che è la cosa bisogna essere la cosa stessa. Se tu inmagìa vuoi conoscere che cosa sia il cavallo, bisogna tu ti senta cavallo. Se invece resti, bue ed io ti parlo delcavallo, tu non capirai. Bisogna pregare la mamma Venere che ordini al suo divino Cupido di scoccarti nel toraceuno straletto avvelenato del dolce veleno. E non deve scoccarlo solo su te, ma anche su una di quelle creature cheabbiamo il dovere di adorare e di proteggere, perchè sono più sensibili e più deboli di noi: una donna. Io premettoche tu non sei un uomo normale. Me lo immagino e lo spero, perchè se tu fossi tale, non leggeresti la prosa di unpazzo. Ora lo strale di Cupìdo non farebbe rivolgere la tua prima intenzione alla bistecca, e - messo in presenza dilei (oh quel pronome fatale!.....) - rimarresti in uno stato speciale di estasi, come santa Chiara e le altre non hannoavuto mai. Rendile più intense quelle estasi, muto, senza desiderio, e tu ti allontani da te per afferrare l'animadell'amica che si trova nello stesso stato. Bada bene, inchioda il tuo corpo su di una seggiola e fa che l'altra, lei, stiainchìodata alla sua. In un senso indefinito di trance se è passiva, di mag se è attiva, voi vi direte un mondo di cosebelle, vi farete un racconto delle mille e una notte e..... siete in completa zona atrale, nella zona dove vivono leanime, cioè - in lingua povera - in un campo mentale dove la materia pesante e sottilissima e meno grave tua, entrain contatto non solamente con la materia pesante e sottilissima e meno grave di lei, ma con tutti i corpi, entità,angeli, eoni, costituiti dalla stessa materia, che possono logicamente entrare in contatto coi vostri "tentacoli". ...Abraxa: Un altro insegnamento molto importante di Kremmerz sulla sessualità si può ritrovare ne "Il MondoSecreto":

"L'equilibrio fluidico è in ragione dell'equilibrio fisico.Chi deve studiare magia e praticarla deve essere sano di corpo e di mente. Gli ammalati per deficienza fisica, glistorpi e gli squilibrati non si facciano mai tentare di "conoscere il diavolo". Il discepolo nel presentarsi al soglio deltempio deve portar seco completo il suo bagaglio di forze vegete ed equilibrate, e rinunziare spontaneamente a tuttele illusioni che si sono nutrite fino allora. La sanità del corpo è indispensabile — perciò tutte le regole della magiainsegnano che quando non si gode perfetta salute non si opera — perché ogni operazione porta impressaindelebilmente lo stato di equilibrio o squilibrio dell'operante; ora come la deformità del corpo stabilisce uno statoquasi permanente di deviazione fluidica, così le infermità temporanee determinano lo stato passeggero di squilibrionell’operante. Nè le sole affezioni fisiche producono lo stato di impedimento allo studio della pratica della magia, maanche lo stato di continenza, così nell'uomo come nella donna. In magia operante o naturale non è necessaria laassoluta castità, purché il discepolo possa mantenersi continente nei periodi di operazione. In magia divina poi la

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castità è necessaria condizione senza la quale tutte le intelligenze elevate si allontanano; per questo lo statoconiugale tra un iniziato ed una donna qualunque è un impedimento allo sviluppo magico divino. Gli studiosi dimedicina possono comprendere il fenomeno dello stato di castità o di libertinaggio su tutte le facoltà intelligentidell'organismo umano, ma soprattutto debbo spiegare la dottrina vera del fenomeno, con le attuali conoscenze dellascienza profana, a chi può comprendermi. Comechè al mio Mondo Secreto ho delle lettrici, non posso adoperare unlinguaggio nudamente scientifico, ma mi sforzerò ad essere chiaro. Nell’organismo umano l'apparato cerebrospinaleelabora un mercurio animale ed un fluido etereo di cui la scienza sperimentale non può ancora darsi conto esatto. Ilfluido etereo, di cui le manifestazioni note sono il magnetismo, la forza psichica, la potenza ipnotica ecc., è in certiorganismi in ragione diretta della accumulazione del mercurio, e in certi altri in ragione inversa di esso. Alcunisprigionano maggior fluido e più intenso nello stato di continenza prolungata, altri maggiormente nella formazionedel mercurio. Occorre badare bene che lo stato di libertinaggio neutralizza il fluido e nessuno mi fraintenda che inalcuni fosse il libertinaggio quello che aumenta il valore di potenzialità del fluido stesso. Bisogna essere o casto ointelligentemente peccatore. Nello stato di castità il mercurio acquista (fisicamente parlando) un colore giallo di ceraed un odore speciale di farina cotta. Questo è uno stato che rappresenta il mercurio morto degli alchimisti primadell’uscita del corvo nel fornello alchimico, ed è indicazione di uno stato fluidico che gli operanti cominciano aconoscere ben presto. Prendiamo ora lo stato di contatto tra l'uomo e la donna riuniti da un legame spirituale, daimitologi detto Cupido. L'essere umano da noi distinto con le particolarità del sesso può rispondere a quattrocasi speciali:

Il fisico maschio-il fluidico maschioIl fisico maschio-il fluidico femminaIl fisico femmina-il fluidico femminaIl fisico femmina-il fluidico maschio.

In altri termini un uomo può essere tale anche fluidicamente, cioè fluidicamente attivo o positivo; e può fisicamenteesser maschio e fluidicamente essere passivo cioè negativo. Lo stesso nella donna. L'amore tra due esseri peressere vero, cioè non menzognero per vanità, deve far coincidere due nature egualmente combacianti fluidicamentee fisicamente; cioè un maschio il cui fluidico sia maschio non può amare che il suo corrispondente complemento inuna donna che fluidicamente sia negativa - oppure, e questo è il caso degli amori fatali, l'uomo che sia fluidicamentenegativo ama per bisogno vero, e ne è corrisposto con pari ardore, da una donna il cui fluido sia positivo cioèmaschio. Per esprimermi con una formola:

l'uomo + + si completa nella donna - -oppure

l'uomo + - si completa nella donna - +Il contatto più lecito e onesto tra due esseri di cui l'uno sia il completamento dell'altro genera non solo le affezioni piùdurature e solenni, ma un benessere di ricambio fluidico che s'impone come un bisogno intenso, pericoloso per lavita fluidica di entrambi, se si contraria. Ma se il contatto passasse i limiti del platonico ed entrasse nello... stoico,l'uomo o la donna che si occupasse di magia in quelle determinate condizioni, potrebbe riparare ogni suo squilibriofluidico nel suo compagno. Per chi non avesse capito, dico che ogni operatore in magia nel solo caso di possedere ilsuo contrario fluidico in una donna può non essere continente. Così per la donna. Ecco ora alcuni precetti generaliche tutti possono applicare alla pratica della magia. I pletorici a regime leggero, quasi liquido, e con preponderanzadi cibi vegetali hanno maggior tendenza a sviluppare ed esteriorizzare il loro fluido nei tre giorni successivi all'atto diliberalità sessuale, considerati i periodi lunari, di cui parlerò diffusamente in seguito. I nervosi debbono essere invececontinenti almeno otto giorni prima di ogni operazione di magia naturale e adoperarne anzi degli eccitanti naturali nelmomento in cui si intende operare."Fabritalp: Kremmerz usò almeno anche un'altra volta l'espressione "conoscere il diavolo", parlando di «[...]uomini che si sono dati anima e corpo a scovare il diavolo [...]» (più o meno). Sinceramente, non ho capito benecosa intendesse; forse che, conoscendo se stessi, si conosce - naturalmente - anche la propria "parte negativa",cioè il complesso di "cose" da superare? Poi ci sarebbero altre questioni riguardo alle quali vorrei dire/chiedere,compresa proprio la necessità di essere in buona salute per occuparsi di magia.Abraxa: L'espressione "Conoscere il Diavolo", come molte altre che si trovano nei testi tradizionali, ha almenoquattro livelli principali di significato. Il primo significato è quello letterale. L'uomo può imbattersi, nel corso della suaesistenza, in entità sottili, che gli antichi chiamavano "demoni" e che possono avere un atteggiamento indifferentenei confronti dell'uomo, oppure benigno (agatodemoni), oppure "irato" (cacodemoni). Questi ultimi demoni sono idiavoli propriamenti detti. A differenza dell'uomo comune che può imbattersi nei demoni, senza esserne realmenteconsapevole, il mago sviluppa quella percezione sottile che gli permette una effettiva conoscenza di essi. Il secondosignificato è quello allegorico. In certe epoche gli inquisitori cattolici hanno considerato tutti coloro che si occupavanodi magia come esseri che erano, secondo loro, per forza in relazione con Satana. Pertanto allegoricamente"conoscere il diavolo" significa semplicemente occuparsi di magia. Il terzo significato è quello etico. Il mago,migliorando la sua presenza a sé stesso (il "separando di controllo" di cui parla Kremmerz) giunge a conoscerepartitamente quei meccanismi interiori che inducono a compiere ogni tipo di azioni, classificate in genere dagliuomini in indifferenti, buone e cattive. Il quarto significato è quello anagogico ("traente in alto"). Praticando la magia,il mago può divenire consapevole che la stessa condizione del dio personale non è affatto la suprema e che perciò,come indicò anche Buddha, è superabile. Tale consapevolezza è simile a quella attribuita a Lucifero dalla tradizioneebraico-cristiana. In tal senso si può dire che egli interiormente "conosce il diavolo". Sta al mago non commettere ilmedesimo errore. Lucifero, infatti, non voleva trascendere la condizione del dio personale, ma sostituirsi a lui. Egliperciò conservava un sottile attaccamento nei confronti del regno del divenire (anche se si trattava della sommità diesso) che si rivelò fatale.Ea: E' caratteristica delle società iniziatiche di richiedere agli iniziandi una condizione di buona salute. Ciò per il

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semplice fatto che i loro riti prendono come base appunto una condizione di salute, mancando la quale possonorisultare inefficaci e talora nocivi. Un malato o una persona con una deformità corporea, che tuttavia è seriamentemotivato, deve allora rinunciare all'ascesi spirituale? Niente affatto. Ciò a cui deve rinunciare sono solo i riti specifici,richiedenti determinate condizioni di buona salute. Mantenendoci su linee del tutto generali, diremo che èinnanzitutto praticabile, essendo per sua stessa natura applicabile a qualsiasi situazione, l'importantissimo"separando di controllo", cioè la presenza mentale, che come dimostrò Buddha può condurre, da sola, ai più elevatilivelli di ascesi. Poi, soprattutto nel caso si tratti di malattie e non di deformità permanenti, si possono ancheaggiungere semplici rituali di guarigione, basati ad es. sulla ripetizione di opportune formule e/o sulla immaginazionemagica. Per quanto riguarda altri riti, sarà compito dell'iniziatore valutare caso per caso. Turba Philosophorum: C'è chi sostiene che le tecniche di magia o teurgia sessuale siano valide per l'ascetaorientale, ma inadatte per l'uomo occidentale, perchè generatrici di brame ed afferma di aver conosciutopseudo-kremmerziani ed altri malaccorti, che hanno ottenuto risultati deludenti o controproducenti. Ad es., a quantoci risulta, Usarcaf (Caliel) ha finito i suoi anni in affidamento ai servizi psichiatrici dell'U.S.L. di Lucca.Sadescan: La sessualità genera brame da noi come in Oriente. Tra gli altri, Massimo Scaligero, in diversi suoi libri,ha indicato come tale brama possa essere efficacemente trattata. Dei risultati ottenuti (ammesso che sia vero ciòche affermano tali persone) da pseudo-kremmerziani e malaccorti poco ci cale. Le pratiche segnalate a suo tempoda Kremmerz e Abraxa sono del tutto ortodosse.EA: Ho chiesto alla "Turba" qualche riscontro oggettivo di quanto affermato in relazione ad un personaggio assainoto come Caliel, ma senza risultato. Mi è invece pervenuto il seguente messaggio di smentita, firmato Rosar.Rosar: Caliel non era certo nè uno pseudo-kremmerziano, nè un malaccorto; e neppure si è dedicato a pratichesenza fondamento come quelle accennate nello pseudo-Corpus. Egli è stato la legittima guida fino al 1995 diquell'ordine che ha come capostipite Raimondo di Sangro e che è stato variamente indicato come "Ordine Egizio","Grande Oriente Egiziano", "Martinismo Napolitano", "Rosa+Croce d'Oro Italiana" e di cui la confraternita di Miriamcostituisce "emanazione isiaca". E' dunque evidente che, avendo ricevuto regolare trasmissione dai suoipredecessori, non aveva certo bisogno di ricorrere a documenti e pratiche spurie. Quanto affermato dalla Turbadimostra piuttosto che si è tentato di coinvolgerlo nella medesima macchinazione diffamatoria, che ha investitoKremmerz (1). A beneficio dei lettori del forum, riporto la regolare successione dei G+M dell'Ordine fino a Caliel:- Don Raimondo de Sangro (1710-1771), Principe di Sansevero, Duca di Torremaggiore, etc. (altri 16 titoli), Grandedi Spagna di I classe. - Don Vincenzo de Sangro (1743-1790), primogenito di Raimondo, Comandante la Guardia Reale di Ferdinando I diBorbone. - Don Paolo d'Aquino, Principe di Palena.- Don Pietro d'Aquino, nipote di Paolo, Conte di Caramanico.- Don Antonio Marino, abate di S.Giovanni a Carbonara. Ebbe come diretti collaboratori Domenico Bocchini(1775-1840) e Orazio De Attellis (1774-1850) detto "Setteali". In questo periodo venne iniziato Sir Edward BulwerLytton (1803-1873), uomo politico ed occultista inglese. - Don Pasquale de Servis (1818 - 1893), maestro di Kremmerz. E' in questo periodo che cominciò ad essereadoperato il termine "Martinismo Napolitano", perchè De Servis, Spedalieri (1812-1898) ed altri membri dell'Ordine,mantennero stretti contatti con Eliphas Levi (1810 -1875).- Avv. Giustiniano Lebano (1832-1910). Nel suo periodo, alcuni membri dell'ordine andarono a costituire il capitolooperante osirideo della confraternita isiaca di Miriam, della quale Kremmerz (1861-1930) fu fondatore visibile eDelegato Generale. Notevole fu anche l'influenza di Lebano sulla russa Helena Petrovna Blavatsky (1831-1891),fondatrice della «Società Teosofica» e sul bavarese Franz Hartmann (1838-1912), teosofo, ariosofo eneo-rosacrociano. Per loro tramite, ebbe influenza anche su Rudolf Steiner (1861-1925).- Don Gaetano Petriccione, detto "Morienus", discepolo di De Servis e Spedalieri.- Dott. Antonio de Santis, detto "Filaletes Jatricus". Tramite padre Francesco Oliva, guadagnò l'Evola (1898-1974)agli studi ermetici e gli affiancò Ercole Quadrelli (Abraxa), discepolo di Kremmerz e Pietro Bornia, nell'esperienza delGruppo di Ur. Ristabilì, tramite il Segretario Generale Domenico Lombardi ("Benno",+ 1951), i contatti con laconfraternita di Miriam, interrottisi dopo la morte di Kremmerz.- Don Vincenzo Gigante (+1968), discepolo di Lebano. Fu, negli ultimi anni della sua vita, un "mago assoluto",lasciando la guida dell'Ordine al suo successore.- Don Eduardo Petriccione (1891 - 1966), detto "Geber", figlio di Morienus.- Filippo Costa, detto "Ishabel", discepolo di Filaletes Iatricus.- Don Luigi Ciardiello de Bourbon-France, detto "L'argonauta".- Don Luigi Petriccione (1928-1995), detto "Caliel" e "Usarcaf", figlio di Geber e discepolo de L'argonauta; fu ancheEpiscopo della Chiesa Gnostica Apostolica col nome di "Tau Chrisogonos".

(1) Il tentativo di diffamazione di Luigi Petriccione si deve, con ogni probabilità, al fatto che egli, assieme al suopredecessore Luigi Ciardiello, operò per qualche tempo in incognito, per conto dell'O.E., nell'ambito del CEUR.Dapprima, mostrando opportune possibilità di rettifica; non accolte le quali, prese le distanze dal CEUR. Questo suooperare incognito (che in piccola parte traspare anche da certi documenti pubblicati nel sito di A.M. Piscitelli) fufavorito esternamente, in ambito miriamico, dal corretto atteggiamento di personalità come V. Verginelli e D. DeCristo. [N.d.U.]

Sadescan: Vorrei fare qualche precisazione in merito alla linea di trasmissione dell'Ordine Egizio, indicata da"Rosar" nella II edizione del V Quaderno. Su Raimondo di Sangro c'è piuttosto poco da dire essendo stato scritto

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molto su di lui. In particolare, le "cattiverie" si possono ritrovare in "Storie e leggende napoletane" di BenedettoCroce, che scrive ad es:"Solo che per essere un gran signore, un principe, egli riuniva alle arti diaboliche capricci da tiranno, opere disangue e atti di raffinata crudeltà. Per lieve fallo fece uccidere due suoi servi, un uomo e una donna, eimbalsamarne stranamente i corpi in modo che mostrassero nel loro interno tutti i visceri, le arterie e le vene, e liserbò in un armadio, e ancora si mostravano dal sagrestano in un angolo della chiesa: ammazzò altra voltanientemeno che sette cardinali, e dalle loro ossa costruì sette seggiole, ricoprendone il fondo con la loro pelle;all'artista che gli scolpì per la sua cappella il Cristo morto, trasparente sotto un velo di marmo, e che vi lavorò la vitaintera, fece cavare gli occhi affinchè non eseguisse mai per altri così straordinaria scultura...".Tra i suoi discepoli, oltre ovviamente al figlio Vincenzo, è da ricordare in particolare il Barone H.Theodor Tschudy (1724-1769), cadetto del reggimento svizzero al servizio del Re di Napoli ed esponente della Massoneria. L'operaprincipale di Tschudy è "L'Étoile flamboyante, ou la société des Francs-Maçons considerée sous tous les aspects",voll. 2, à l'Orient chez le silence 1766. In essa è riportato anche il testo in italiano della famosa "Ode alchemica" diFra Marcantonio Crassellamme Chinese, pseudonimo del marchese Santinelli, noto alchimista.Vincenzo di Sangro, primogenito di Raimondo, è un po' trascurato dagli storici dell'esoterismo, probabilmente perchèoscurato dalla figura leggendaria del padre. Eppure è proprio nel periodo in cui egli reggeva l'Ordine Egizio che, peril tramite di Luigi d'Aquino, venne affiliato Cagliostro. Nel 1790, di fronte al tribunale romano dell'Inquisizione, il contedi Cagliostro affermò che tutte le sue conoscenze alchimiche gli furono insegnate anni addietro a Napoli da «unprincipe molto amante della chimica» . Taluni hanno creduto di poterlo identificare in Raimondo di Sangro, ma questimorì nel 1771, mentre Cagliostro fu a Napoli solo nel 1775.Luigi d'Aquino (1739-1783), Cavaliere dell'Ordine di Malta dal 1765, era fratello minore di Francesco d'Aquino(1738-1795) 9° Principe di Caramanico, 4° Conte di Palena e vicerè di Sicilia dal 1786 al 1795. Nel 1769, per effettodel Trattato stipulato tra la Gran Loggia d'Olanda e la Gran Loggia d'Inghilterra (i Moderns), con il quale la GLd'Olanda riconosceva alla GL d'Inghilterra il diritto di costituire e governare tutte le Logge al di fuori dei dominiolandesi, la Gran Loggia Provinciale Olandese di Napoli passò all'obbedienza della Gran Loggia Provinciale Inglese,la Perfect Union n. 368, il cui Gran Maestro era Cesare Pignatelli, duca di San Demetrio e della Rocca, sostituito nel1773 da Francesco d'Aquino.Nel 1775, non condividendo la linea dei Moderns, il principe di Caramanico proclamò, in qualità di Gran Maestro, lanascita di una G. L. Nazionale per il Reame di Napoli e Sicilia (detta "Lo Zelo"), indipendente dalla G. L. d'Inghilterrae operante sotto la protezione della regina Maria Carolina.Il successore di Vincenzo di Sangro, nell'Ordine Egizio, fu Paolo d'Aquino, figlio naturale di Francesco. Egli erasoprannominato vuoi scherzosamente, vuoi per rispetto, "principe di Palena" (titolo mai esistito), perchè ovviamenteil titolo di 5° Conte di Palena era del figlio legittimo Tommaso Landolfo, 10° Principe di Caramanico. Altrettantoscherzoso era il soprannome "conte di Caramanico" (titolo anch'esso araldicamente inesistente) dato al suosuccessore nell'Ordine, Pietro.L'andamento dell'Ordine nel loro periodo è in gran parte avvolto nel mistero; infatti, a causa della proibizione reale edell'acuirsi della sorveglianza poliziesca, la tradizionale Libera Muratoria organizzata scomparve per qualchedecennio e ciò costrinse anche organizzazioni più interne come l'Ordine Egizio a chiudersi in sé stesse. Un nuovoperiodo, ricco di contatti esterni, iniziò con l'avvento di Antonio Marino.Silvio Pan: A key figure in the Ordine Egizio lineage, is General Lorenzo de Montemayor. Further information onkey members of the Ordine Egizio can be found in three articles, written* by professor Giuseppe Gabrieli for the“Rivista Massonica” (Roma), that refer to Barone Montemayor as the Gran Cofto of the Rito Eigiziano (1814), as wellas outlining a theurgical rite.:

“La Massoneria Egiziana” vol. LXX-XIV, n. 3-4 maggio-giungo 1979 p.177 “Pietro Colletta e la Massoneria Egiziana” vol. LXX-XIV, n.2 marzo-aprile 1979 p.97 “La Massoneria Egiziana” vol. LXX-XIV, n. 9 novembre 1979 p.485

A summary of the first article “La Massoneria Egiziana” can be found at: http://www.lamelagrana.net/%A5_letture/letture01/A001/A00076.html

* The three articles are excerpts from sette quaderni of the Archivio di Stato di Napoli: Archivio Borbone 2 fs 1883,contenenti varie tornate della Massoneria Egiziana il cui Gran Cofto era il generale Lorenzo de Montemayor (Napoli1767-1841).

Sadescan: Nella precedente edizione del presente quaderno, in relazione a Lorenzo de Montemayor, mi ero postoun problema, che può sembrare di semplice natura araldica, ma che è invece importante per l'esatta individuazionedi determinati personaggi della storia esoterica italica. Mi ero cioè chiesto come mai diversi autori, tra cui Gabrieli e ilnostro Silvio, si riferissero a Lorenzo con il titolo di Barone de Montemayor, avendo invece suo padre Emmanuele iltitolo di marchese. Il problema risultava complicato dal fatto che è esistito, tra i patrioti napoletani di quell'epoca,anche un Marchese Lorenzo de Montemayor. Approfondendo gli studi, sono venuto a capo del problema.Per comprendere l'origine del titolo di Marchese de Montemayor occorre tener presente che, nel XVI sec., i Re diSpagna (ai quali apparteneva la Sardegna) volendo creare, a fianco del ceto nobiliare autoctono, un cetoamministrativo che lo sorvegliasse, usavano affidare l'amministrazione dell'isola a persone provenienti dagli statiispanici, con preferenza per la Catalogna. La carica di Vicerè, l'Arcivescovato di Cagliari, gli importanti uffici delConsiglio Patrimoniale e di Giustizia, e quelli della Reale Udienza non venivano concessi ai residenti, nonostante leloro lamentele. Una di queste cariche era quella di Maestro Razionale, funzionario che si occupava della

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registrazione delle prammatiche e dei decreti, e del controllo dei registri ove venivano segnate le spese pubbliche.Francesco Ravaneda fu Maestro Razionale dal 1585 al 1603. Egli sposò una nobildonna locale, Marchesa Cariga. I Cariga erano all'epoca signori di Thiesi (ora comune della Provincia di Sassari). Dal matrimonio nacque il figlioPietro Ravaneda, che rafforzò il legame con i Cariga, sposando Elena, unica figlia ed erede di Pietro Cariga, Signoredi Thiesi e Villa di Monti. Entrati nella nobiltà per matrimonio e divenuti signori di Thiesi, i Ravaneda furono fattimarchesi di Montemayor con Pietro II, figlio di Pietro e di Elena. Egli ottenne anche la carica di "Strategoto" (Straticòin siciliano) di Messina, funzionario che aveva la duplice funzione di Magistrato cittadino e di Capitano d'armi. Inquanto magistrato, dipendeva dal sovrano spagnolo da cui era direttamente eletto; in quanto Capitano d'armi, edesclusivamente in questa funzione, dipendeva dal viceré, che era Capitano generale del regno di Sicilia (1). Il IMarchese di Montemayor morì, piuttosto giovane, nel 1611.Ma tralasciamo gli altri antenati di Lorenzo e occupiamoci in specifico del suo periodo. Ferdinando IV di Borbone, figlio di Re Carlo III e di Maria Amalia di Sassonia, salì al trono di Napoli quando il padresalì sul trono di Spagna (1759) e, essendo minorenne, fu sotto la tutela di un Consiglio di reggenza. Raggiunta lamaggiore età, sposò (1768) l'austriaca Maria Carolina, figlia di Maria Teresa dei Lorena-Asburgo. Cacciato (1799)dalle truppe francesi da Napoli, dove venne proclamata la Repubblica Partenopea, Ferdinando fu costretto afuggire in Sicilia, ma tornò presto a Napoli con l'aiuto dei "sanfedisti" del cardinale F. Ruffo e degli inglesi,soffocando le idee repubblicane nel sangue. Nel "Diario Napoletano 1798-1825" di Carlo De Nicola (2) che descriveassai in dettaglio i fatti e le conseguenze immediate della sfortunata Repubblica Napoletana, in data Sabato 29Marzo, si legge: "Molte cose si dicono in ordine alla Giunta di Stato. Cassero, si vuole, che si abbia riserbato di scrivereparticolarmente nel mandarsi la relazione a S. M. Per d. Ottavio Caracciolo di Corsi si vuole che si trovaronoinvolate dal processo alcune carte che palesavano la sua intera innocenza. In genere si dice che sono arrivate anotizia del Re le gran somme pagate da parecchi dei rubricati, ed in particolare si dice, che sia andato a fare strepitoin Palermo ìl marchese di Montemayor, a cui fu mandato a morte il figlio, dopo averli estorte somme ingenti didanaro". In effetti, il secondogenito del Marchese Emmanuele de Montemayor, Raffaele, nato a Napoli nel 1765, tenente divascello, era stato giustiziato a Napoli l'8 febbraio 1800. Sorte appena migliore ebbe il terzogenito Lorenzo (Napoli1767-1841). Occorre sapere che un ruolo notevole nella Repubblica Partenopea venne svolto da insegnanti edallievi della Real Accademia Militare della Nunziatella. Infatti, il governo provvisorio era presieduto dal professoreCarlo Lauberg e composto da altri due professori della Nunziatella: il sacerdote Francesco Saverio Granata e ilfilosofo e paleografo Pasquale Baffi. All'avvicinarsi delle bande armate del Cardinale Ruffo, gli allievi dellaNunziatella di età superiore a 16 anni, e quindi in grado di servire le armi, furono congedati di ufficio e arruolati alseguito delle milizie condotte dai Generali Pasquale Matera e Giuseppe Schipani. Il 13 giugno 1799 il CardinaleRuffo divenne padrone di Napoli : il Lauberg riparò in esilio in Francia, mentre la maggior parte dei capi dellaRepubblica, tra cui il Granata ed il Baffi, venne giustiziata nella Piazza del Carmine. Il Consiglio supremo di guerracondusse poi l'epurazione tra i militari che avevano parteggiato per la Repubblica; per quanto riguarda gli allievidella Nunziatella, venne giustiziato il Tenente Pietro Lossa, allievo del primo corso, mentre gli ex allievi CapitaniTenenti Lorenzo Montemayor e Pietro Cornè vennero condannati all'esilio a vita, e i Capitani Tenenti NicolaVerdinois, Francesco Giulietti e Giuseppe Biondelli a pene più lievi. Alcuni anni dopo, essendo stato Ferdinando sconfitto un'altra volta dai francesi, fu nuovamente costretto a fuggire inSicilia. Nel 1806, il trono di Napoli fu assegnato da Napoleone al fratello Giuseppe Bonaparte, che nel 1808 fusostituito da Gioacchino Murat. Entrambi rivestirono anche l'alta carica massonica di Gran Maestro del GrandeOriente di Napoli. Fu in questo periodo che rientrarono gli esuli napoletani e Lorenzo di Montemayor fece una rapidacarriera, sia nell'esercito di Murat, sia nella Massoneria Egiziana, l'organizzazione "esterna" dell'Ordine Egizio(creata non molti anni prima da Cagliostro) di cui divenne Gran Cofto. Montemayor si distinse nella campagnamilitare presso lo stretto di Messina. Infatti, il 16 maggio 1810, Gioacchino Murat lasciò Napoli e partì per laCalabria, nella cui estrema punta, fra Reggio e Scilla, aveva raccolto tre divisioni forti di ventiduemila uomini, unanapoletana, due francesi, e circa seicento tra navi da trasporto e da guerra. L'esercito anglo-siculo di Ferdinando,pari per numero a quello franco-napoletano, era ad attenderlo a Messina, mentre una nutrita flotta britannica vigilavaed era pronta ad entrare in azione, per impedire uno sbarco in qualsiasi parte dell'isola. Il 9 giugno sette cannonieredi Murat respinsero dodici navi nemiche; scontri navali avvennero con risultato favorevole alla marina napoletana il22 e il 29 giugno; il 21 luglio ottanta navi avversarie dovettero ritirarsi; altri scontri avvennero il 5, il 7, il 21 e il 25agosto e il 4 e il 5 settembre; e in tutte queste azioni si distinsero il Calamello, il Caraffa, G. B. Caracciolo, Giuseppede Cosa, il Correale, il Bausan, il Barbarà, il Montemayor, il Caffiero, i fratelli Lopresti e i francesi Teìsseire,Bongourde e Grasse. Lorenzo, non essendo primogenito ed avendo il fratello maggiore Domenico, una suadiscendenza, non avrebbe potuto ereditare il titolo di marchese. In compenso, per i meriti militari suindicati,Gioacchino Murat, con decr. 1 Gen. 1811, gli conferì il titolo di Barone, poi ereditato dal figlio Luigi nel 1841. Si ebbecioè il caso di un ramo cadetto, che acquisì a sua volta un proprio titolo nobiliare. Il titolo di Marchese passò inveceda Emmanuele al primogenito Domenico e da questi, nel 1834, al figlio Lorenzo. Non bisogna dunque confondere ilBarone Lorenzo de Montemayor (Napoli 1767-1841) con il Marchese Lorenzo de Montemayor (1826-1883), essendoessi in rapporto di parentela di zio e nipote. Quest'ultimo combattè durante i moti del '48 e poi, esule, tornò a Napoli,partecipando alla vittoriosa spedizione di Garibaldi.Nel 1815, Pietro Colletta (Napoli 1775 - Firenze 1831), Tenente Generale di Murat, già M.V. della Loggia Umanitàall'Oriente di Napoli (fondata nel 1813 circa) fu iniziato da Montemayor alla Massoneria Egizia, divenendo inbrevissimo tempo M.V della R.L. La Vigilanza di Rito Egizio (fondata appunto nel 1815).Murat rimase sul trono fino al 1816, anno in cui ritornò a Napoli, in seguito al Congresso di Vienna (1815), ilprecedente Re Ferdinando IV, che assunse il nome di Ferdinando I Re delle Due Sicilie e instaurò di nuovo

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l'assolutismo monarchico. Nonostante le repressioni, la maggior parte degli ex alti ufficiali murattiani, che erano ilnerbo dell'esercito, come Colletta e Montemayor, furono confermati nel loro grado. In particolare Montemayor, perpoter esser più facilmente sorvegliato, venne inviato in Calabria, fedelissima ai Borbone.

(1) Maria Teresa Napoli, Ministero - feudalità - potere sovrano in Sicilia nel sec. XVII: la Corte Stratigoziale diMessina, Roma, La Sapienza-Libreria universitaria, 1981(2) - Anonimo - Diario Napoletano di Carlo De Nicola , in ASPN, XXIV - Ed. - Napoli - 1899 (ASPN= Archivio Storico per le Province Napoletane)Edizioni recenti:- De Nicola Carlo - Diario Napoletano (dic. 1798-dic. 1825) , - Ed. Giordano - Milano - 1963- De Nicola, Carlo - Diario napoletano 1798-1825 , Ristampa anastatica con introduzione di Renata De Lorenzo - L.Regina, Napoli 1999.

Pietro Negri: Vorrei esaminare, sempre in riferimento a Colletta e Montemayor, il periodo immediatamentesuccessivo, cioè quello, fuggevole, dei moti liberali del 1820-21.Alla fine del Luglio 1820, due guarnigioni di Nola e Avellino, al comando di due ufficiali di cavalleria Morelli e Silvati(sostenuti anche dal prete Minichini), innalzarono il vessillo carbonaro (azzurro, rosso e nero), e al grido di "Viva il ree la Costituzione di Spagna!" (concessa nel 1812, poi abrogata nel '14 e riconfermata nel '20) mossero verso Napoli.A comando degli insorti si pose il generale Guglielmo Pepe. In data 8 Luglio l'esercito entrò a Napoli e il 13 Luglio ilre Ferdinando giurò la Costituzione.Mentre i carbonari a Napoli avevano chiesto la Costituzione di Spagna, i carbonari siciliani chiesero la Costituzionesiciliana del 1812, che garantiva all'isola una certa autonomia. Ma lo stesso governo costituzionale di Napoli inviò inSicilia prima il generale Florestano Pepe, fratello di Guglielmo, e poi il generale Colletta, che represse l'insurrezione.Così la Sicilia dovette inviare i propri rappresentanti al parlamento napoletano.Intanto il re Ferdinando fu invitato al Congresso di Lubiana (gennaio 1821) da parte delle potenze della SantaAlleanza, per rendere ragione del suo operato. Ferdinando aveva promesso, dinanzi al Parlamento, di difendere laCostituzione e lasciò il figlio Francesco come reggente; ma, giunto a Lubiana, chiese segretamente all'Austria diintervenire. L'Austria inviò un esercito che sconfisse quello napoletano. In particolare, Montemayor partecipò allasfortunata battaglia svoltasi nell'area di Rieti, sotto gli ordini di Guglielmo Pepe, comandando l'ala sinistra delloschieramento napoletano. Ferdinando, tornato a Napoli, fece fucilare Morelli e Silvati; i fratelli Pepe, il ministro dellaguerra Carascosa, Minichini e altri fuggirono (Montemayor a Parigi) altri, come Colletta, furono arrestati ed esiliati.

Bibliografia:P.Colletta - Storia (Napoleonica) del Reame di Napoli 1734-1825- 1834A. Vannucci - I Martiri della Libertà - Dal 1794 al 1848 - Lemonnier 1848Storia Mondiale Cambridge - (33 vol.) GarzantiCronologia Universale - UtetStoria Universale (20 vol.) VallardiStoria d'Italia, (14 vol.) Einaudi

Sadescan: Dopo Francesco I (1777-1830), figlio di Ferdinando, che governò anch'egli dispoticamente per cinqueanni, salì al trono Ferdinando II (1810-1859) che governò dapprima con molta moderazione e saggezza: concesseinfatti amnistie e riforme, cambiò ministri e richiamò a Napoli, con il loro grado, gli ufficiali esuli, tra i qualiMontemayor, che potè così riprendere i contatti con il nucleo più interno dell'Ordine Egizio, particolarmente conDomenico Bocchini.Pietro Negri: Quel che Sadescan ha implicitamente messo in evidenza, parlando di Montemayor, è la distinzioneche occorre sempre fare tra l'Ordine Egizio propriamente detto e le sue varie manifestazioni più esterne, talunemassoniche (come la Massoneria Egiziana) altre no (come la Confraternita di Miriam). Generalmente sono solo iPreposti di dette manifestazioni (il Gran Cofto della Massoneria Egiziana, il Delegato Generale della Miriam, etc.) adessere direttamente collegati con l'Ordine Egizio. Ciò ha sempre consentito a quest'ultimo di non risentiredirettamente degli "alti e bassi", ai quali vanno sempre soggette le organizzazioni a contatto più immediato conl'umanità esteriore; e ha sempre garantito la conservazione di una regolare trasmissione iniziatica. Naturalmente visono sempre state anche altre forme di associazione collaterale all'Ordine, anche al di fuori delle suddetteOrganizzazioni esteriori. E' il caso dell'associazione all'Ordine in qualità di "indiretto" alle dipendenze di un Maestro.Lo stesso caso di Evola rientra in questa forma di associazione. Sadescan: Che pensare del documento riportato da Gabrieli nella Rivista Massonica del 1799? L'unica notiziastorica sicuramente certa, in esso contenuta, è la fondazione della Loggia Il Folgore a Fano (Ps) nelle Marche, nel1816. Il resto lascia diverse perplessità, in particolare:- Il carattere di libello antimassonico del documento. Come dice Gabrieli non si ha notizia di quel cap. Toselli (cheperciò può essere un personaggio puramente "letterario") che avrebbe fatto pervenire a Napoli nel 1817 i quadernimanoscritti. L'anonimo amanuense (con forte probabilità autore dei manoscritti) esprime palesemente lo scopo deldocumento: accusare la Massoneria di pratiche diaboliche. Infatti, nel riassunto del secondo quaderno egli dice: "Scorgesi con ammirazione il gran sortilegio che nella Loggia del Folgore, dal Montemayor creata, legesi lacorrispondenza che li Masoni di Essa tengono con i Sette Angeli Prevaricatori, che furono discacciati dal Paradisoda Dio Padre, e questa autorità vedesi con chiarezza che il Montemayor abbia comunicato la chiave al Gran CoftoVenerabile di quella Loggia che però è cosa necessaria mettersi in lettura con ogni particolare attenzione, acciòconoscersi possa ove fino si stende l'audacia di questi peccaminosi e sleali soggetti...".

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- Il contenuto dei manoscritti, che è, tutto sommato, al livello di un semplice romanzo.Venvs Genitrix: Da vari interventi apparsi nel forum, appare sempre più chiaro che gran parte delle correntiiniziatiche italiche degli ultimi secoli siano in qualche modo connessi con la Rosa+Croce italiana o Ordine Egizio. Laprima denominazione sembra più comprensibile, perchè filiazioni rosacrociane sono forse storicamente piùfacilmente evidenziabili. Più misteriosa appare la denominazione di Ordine Egizio od equivalenti (Grande OrienteEgiziano, Ordine Osirideo Egizio). A riguardo si possono fare più supposizioni:a) Si tratta di una denominazione simbolica.b) Si tratta di un riferimento all'Ermetismo Alessandrino.c) Si tratta della sopravvivenza di una iniziatura egizia, mediata da una scuola italica (es. Pitagorismo).d) Si tratta della sopravvivenza di una tradizione egizia completa, passata "in sonno" per quanto riguarda il suoaspetto esteriore exoterico-religioso, e rimasta attiva riguardo al solo nucleo esoterico.e) Si combinano tra loro più di uno dei precedenti motivi. Pietro Negri: Sembra che sia proprio la quinta ipotesi, quella che ammette una pluralità di motivi, ad essere quellavera. Infatti le prime quattro ipotesi, lungi dall'escludersi a vicenda, al contrario si fondono l'una nell'altra:a) Il termine "Egizio" è innanzitutto un simbolo. Lo dicono esplicitamente gli "Statuti dell'Ordine Egizio", ancora validiall'epoca dell'affiliazione all'O.E. di Domenico Lombardi, successore di Kremmerz alla guida della Myriam: "La formula Grande Oriente Egizio è una esplicazione solare dell'idea scientifica, religiosa e magica sottol'apparenza moderna massonica. La sua manifestazione ierogrammatica ed ierografica è espressa nel sigillogenerale dell'Oriente antico, il sole che esce o si leva dal mare. Oriente del sole unico della scienza perfetta,assoluta ed immutabile. Il nome speciale di Egizio o Egiziano è simbolico ed esplicativo della formula precedente -considerando l'Egitto come punto intermedio tra due rivelazioni pratiche, l'orientale e l'occidentale, e segnante ilpunto d'unione delle due manifestazioni simboliche delle stesse verità".b) Senza necessità di dilungarci sull'argomento, chiunque abbia letto Abraxa o Kremmerz sa che vi sono aspettidell'Ermetismo Alessandrino negli insegnamenti e nelle pratiche dell'Ordine.c) Il Pitagorismo, sin dalla sua fondazione (e perciò prima del periodo alessandrino), fu veicolo della tradizione egizia. Del resto, oltre a Pitagora, tutte le guide e gli istruttori sociali delle diverse comunità greche si recaronopreliminarmente in Egitto, per esservi iniziati e preparati alla loro missione (Solone, Licurgo, Talete, Platone,Plutarco, etc.). Non deve perciò stupire che, in Massoneria, le Parole Sacre e di Passo, come dimostrò Reghininell'omonima opera, furono prima greche e, solo in un secondo tempo, kabbalistiche. Infatti, la Kabbalà è,storicamente posteriore alla tradizione egitto-ellenica, i cui segreti sono millenari e trovano eco nella Kabbalà e nellealtre tradizioni più recenti, come lo stesso Sufismo.I membri dell'O.E. non nascosero mai il loro interesse per Pitagora e Kremmerz, in particolare, è più che esplicito ariguardo. Nel Gruppo di Ur, oltre ad Abraxa, erano 'Pitagorici' gli allievi di Amedeo Armentano: A.Reghini e G.Parise.In proposito, occorre fare una precisazione, relativa alla lite Reghini-Evola. Quest'ultimo ebbe a scrivere in "Diffidacontro Ignis" (Krur n°2, Febbraio 1929): "Cercate di prendere Reghini a ferri corti, a fine che dica esplicitamente sulla 'gerarchia' di cui, con piglio di banditoreda piazza e mezze parole misteriose e 'occultistiche' si fa il difensore: egli sfuggirà ad ogni presa. Ma dinanzi a noi,con cui una volta, testimoni presenti, non lo potè, finì col dichiarare far capo, la sua 'gerarchia' al Grand'Oriente. Lamassoneria è dunque il deus ex machina di questa parata fumosa e pseudo-iniziatica".Ed in nota Evola aggiunse:"Chi sapesse di un 'Grande Oriente' con cui si entra in contatto spirituale dopo il 4° grado in una certaorganizzazione effettivamente iniziatica, e che più volte ebbe ad esprimersi antimassonicamente, è bene siaavvertito che con tale Grande Oriente quello di Reghini non ha proprio nulla a che vedere". (Riportato anche in:R.del Ponte, Evola e il Magico Gruppo di Ur)Ma Evola ne era proprio sicuro?. Come abbiamo appena visto, Reghini non specificò di quale Grande Oriente sitrattasse, ed Evola, in qualità di "indiretto" alle dipendenze di Francesco Oliva, non era certo in una posizione cosìcentrale, nel Grande Oriente Egizio, da poter conoscere tutti gli affiliati (1). Così che la sua affermazione deveconsiderarsi affrettata e conseguente alla lite. Del resto, Evola non ebbe neanche in seguito una posizione centralenell'O.E. ed è forse anche per questo, oltre che per motivi di riservatezza, che, ne il "Cammino del Cinabro",minimizzò l'influsso di Antonio De Santis e Francesco Oliva (2), limitandosi a dire: "E' probabile che ad un datomomento due personalità abbiano esercitato su di me una insensibile ma reale azione risvegliatrice. Ma già il fattoche io ne abbia avuto il sospetto solo a distanza di anni, dimostra che non si trattò di un innesto estrinseco".d) Infine, per quel che concerne l'effettiva presenza di colonie egizie in Italia e dei loro discendenti si possonotrovare diverse prove. Per quanto riguarda Napoli, come è noto, una colonia alessandrina abitava la "RegioNilensis", il quartiere ove ancor oggi si trova via Nilo (uno dei cardines romani), con la vicina piazzetta Nilo e, inLargo Corpo di Napoli, la statua del Nilo. Se non bastasse, si possono osservare i nomi delle chiese del quartiere:Sant'Angelo a Nilo, Santi Andrea e Marco a Nilo, San Nicola a Nilo. Esse sono testimonianza della trasformazionedell'impianto religioso esteriore egizio in cristiano. L'Eggregore del culto Egizio rimase tuttavia attivo nella suaessenza misteriosofica. Non è un caso che sia Giordano Bruno, sia Tommaso Campanella, ben noti esponentidell'Ermetismo italiano del Rinascimento, compirono il loro noviziato a S. Domenico Maggiore, nelle adiacenze di viaNilo. Riguardo a "Roma Egizia" rimando, invece, all'omonimo studio di B. de Rachewiltz e A.M.Partini.In conclusione, una trasmissione iniziatica egizia, risalente almeno all'epoca alessandrina, ma verosimilmente piùindietro, cioè a quella di Pitagora, è sopravvissuta nel corso dei secoli in Italia ed ha animato e perpetuato, fino aigiorni nostri, una Fratellanza Magico-Ermetica, giustamente denominata Ordine Egizio.

(1) Lo stesso può dirsi per Reghini, che ad es. non sapeva gran che dell'attività di Kremmerz [N.d.U.].(2) A tale influsso occorre verosimilmente aggiungere l'effetto degli insegnamenti orali di Ercole Quadrelli [N.d.U.].

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Afrodite Urania: Nell'Appendice all'Opera Omnia di Giuliano Kremmerz (III vol. della Scienza dei Magi - Roma1975) Hahajah (Mario Parascandolo), dopo aver accennato alla possibilità delle tre forme di separando (lunare,mercuriale e solare), espresse delle riserve in relazione all'opportunità di porseli come obiettivi, consigliando diripiegare, almeno inizialmente, sulle più semplici pratiche preparatorie e terapeutiche miriamiche. Non mi è chiaro sele sue parole fossero dettate dal non ritenere, in realtà, valido lo schema delle tre forme di separando, ovvero se leritenesse semplicemente degli obiettivi, all'inizio, troppo elevati.Fabritalp: (in qualità di risposta generica) Le cose vanno un po' di pari passo; infatti:1 - lo studio approfondito porta a notare che gli insegnamenti dei Maestri hanno delle convergenze;2 - tali persone hanno studiato e praticato, quindi se ne intendevano, così come un matematico si intendeovviamente di matematica, e quindi "ci si potrebbe fidare"; ciononostante, l'atteggiamento migliore può essere quellodi uno scetticismo "fino al midollo" e di combattere le illusioni (come raccomandava il Kremmerz). É come illusioniche si potrebbero considerare, fintantochè non siano confermate dall'esperienza. Un modo di procedere scientifico,insomma. Quindi, in base alla spiegazione di Hahajah, all'inizio bisogna determinare tutta una serie di scopiintermedi, per poi cercare i più vicini.Arvo: Mario Parascandolo, nel 1945, fondò a Roma la loggia massonica Ankh "di ispirazione kremmerziana",insieme ad Augusto Lista, Arduino Anglisani e Carlo Coraggia. Domenico Lombardi notò l'iniziativa e chiamò a séMario Parascandolo (Hahajah) in qualità di Segretario Particolare e di iscritto (dal 1949) all'Ordine Egizio, comeindiretto alle sue dipendenze. Analoga iscrizione all'Ordine Egizio venne effettuata, poco dopo, per Anglisani eDonato de Cristo (Harahel). Alla fine del 1949, venne messa alla prova la fedeltà di una terna di personalità, formatada De Cristo, Dorrucci e Anglisani, investendola dell'incarico di ricostituzione dei circoli esterni della Miriam. Quasisubito taluni membri della terna non si dimostrarono all'altezza del compito assegnato. Lombardi sciolse la terna esoprattutto Anglisani venne prima esautorato e successivamente diffidato dall'attribuirsi qualsiasi carica.Parascandolo, divenuto anche procuratore di Lombardi, ne comunicava le direttive all'accademia miriamica"Pitagora" di Bari, della quale peraltro (muovendosi nell'iter osirideo) non ebbe necessità di far parte, anche perchèla direzione di tale accademia venne affidata a Donato de Cristo. La libertà di Parascandolo nei confronti dellaMiriam (l'articolo 26 della Pragmatica fondamentale obbliga i miriamici a "non appartenere a nessuna...società...chesi occupi... di forme massoniche con concetti iniziatici") gli permise (morto Lombardi) di tentare la realizzazione delvecchio programma dell'Ordine Massonico Ankh. Riprese perciò i rapporti con gli amici della loggia Ankh. Capodell'ordine Ankh venne eletto Carlo Coraggia (Lehaiah) e venne costituita una nuova organizzazione, atta a fungereda interfaccia con il mondo profano: la C.E.U.R. (Casa Editrice Universale di Roma). Purtroppo, con rammarico diHahajah, Coraggia evidenziò presto la sua non qualificazione, mostrandosi, come si sa, notevolmente influenzatodagli apocrifi di Del Guercio. La volontà di Hahajah di prendere le distanze dai capi dell'Ankh è testimoniata dadiverse sue lettere del 1954 a Donato de Cristo. Essendo gravemente ammalato, non riuscì a liberarsi delleinteressate "attenzioni" dei suoi amici dell'Ankh, che vedevano in lui l'unico ufficiale aggancio con la regolaritàiniziatica e che, alla sua morte, si impadronirono di suoi documenti e titoli. L'appendice da lui scritta, al III vol. dellaScienza dei Magi è un'importante testimonianza di come egli cercasse, in ogni maniera, di operare "pro salutepopuli", nonostante le difficoltà nelle quali si trovava ad agire. Infatti non poteva scrivere un testo di aperto contrasto,perchè la C.E.U.R. non l'avrebbe mai pubblicato. Ma abilmente, adducendo a scusa la sua personale ignoranza,espresse riserve nei confronti della via dei tre gradi di separando (cioè quella di Del Guercio), raccomandando diripiegare sulla via preparatoria e terapeutica della Miriam, cioè in pratica (a buon intenditor poche parole) fececomprendere il fallimento del tentativo massonico di "ispirazione kremmerziana".Dattilo Ideo: Desidero innanzitutto complimentarmi per il tentativo – il primo quasi pubblico (non posso infatticonsiderare una mailing list alla stregua di un libro o di una pubblicazione…a meno di non utilizzare un sito) – di farluce sulla questione del Corpus e di rendere giustizia a Kremmerz. Dalle considerazioni fin qui svolte, e da personalicogitazioni non ancora espresse ma che troveranno espressione (mie e di altri attorno a me), mi sento in dovere diriconoscere che il materiale pubblicato come "Corpus" è solo parzialmente opera del Kremmerz. Il mio volere è statoquello di rendere pubblico del materiale concernente il dominio della magia e dell'occultismo. Inizialmente ho credutoin buona fede che fossero tutti del Kremmerz. Successivamente, cioè leggendoli con più attenzione, ho avuto ilsospetto che vi fossero intervenute più mani. Attualmente, cioè dopo alcuni anni da chè venni in possesso delmateriale, dichiaro che sono convinto che i primi libri del Corpussiano in buona parte opera del Kremmerz; che la Maria e l'Ibis siano fortemente interpolati e falsificati così come irimanenti. Chi sono gli interpolatori, i rimescolatori, gli adiuntori? Non lo so, posso avere dei sospetti ma,sostanzialmente, non lo so. Poiché ho agito in buona fede e senza incarico di nessuno, del tutto autonomamente,per solo amore di mettere in luce ciò che stava nell'ombra, non mi crea nessun problema riconoscere quella che orami pare essere la realtà delle cose. Pertanto desidero aderire all'invito del moderatore di questa Lista nellasollecitazione a non vedere nell'autore del Corpus il Kremmerz ed in tal senso provvederò a modificare,prossimamente, nel mio sito, il materiale relativo definendolo come spurio, "attribuibile", o pseudo Kremmerz. Di più,onestamente, non credo si possa pretendere. Circa il valore delle dottrine, invece, continuo a ritenerle meritevoli diinteresse, purchè si riesca a separarle dal loglio bastardo che vi è stato aggiunto.EA: Non sono d'accordo. I kremmerziani versati per la via isiaca non hanno che da seguire i limpidi insegnamentimiriamici. I kremmerziani versati per la via osiridea non hanno che da cimentarsi con gli altrettanto limpidiinsegnamenti riportati da Abraxa. Se non sono versati nè per i primi nè per i secondi, allora devono intraprendereuna via non kremmerziana.Tullio Quasimodo: A riprova di quanto sia stato utile il dabattito su questo Forum sullo pseudo-Corpus attribuito aKremmerz, riporto il comunicato che Paolo Fogagnolo, capo dell'ex Gruppo Agape/Prometeo, dopo l'inevitabilediffusione delle precedenti edizioni del presente quaderno, ha trasmesso a vari Ordini, Accademie e Centri Studio.

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Se il dibattito del Forum aveva portato ad identificare nell'esoterista cristiano Erim di Catenaia il primo diffamatoredell'operato di Kremmerz e in A. Del Guercio e nel filo-cattolico Ordine del Mantos gli autori del falso manoscritto,Fogagnolo fa il nome di colui che li aveva convinti alla pubblicazione: l'altrettanto filocattolico ed erimiano AlessandroBoella. Le sottolineature e gli omissis del testo sono di Fogagnolo. Il testo completo è a disposizione all'indirizzoindicato.

COMUNICATO

Riguardo le errate posizioni espresse da noi nel passato (circa 20 anni fa) sul Kremmerz e la sua scuola terapeuticae alchemica tradizionale Pro Salute Populi di luce, il gruppo Agape/Prometeo, dopo un iniziale e doverosoassonnamento pubblico, ha espulso con IGNOMINIA dopo aspro e duro dibattito (nel quale è stato completamentesmascherato) il mestatore doppiogiochista, amico intimo di Santa Madre Chiesa, Alessandro Boella e consorte.Egli infatti, giostrato ad arte dai suoi PADRONI E PADRINI in abito talare, manovrando, aveva celato al GruppoAgape/Prometeo documenti e informazioni chiarificatrici. Attraverso Ambiguità da lui SUBDOLAMENTE creata, ilsuddetto personaggio era riuscito mercé strumentalizzazioni, falsificazioni ed omissioni, a orientare, disorientare eINFLUENZARE LE POSIZIONI DEL GRUPPO AGAPE/PROMETEO, attraverso un' abile opera di disinformazione,utilizzando istrionicamente l'ardore giovanile e l'impeto focoso giustizialista, caratterizzazione peculiare DEGLIADERENTI DEL GRUPPO Agape/Prometeo, indirizzandoli verso posizioni anti-Kremmerziane assolutamente errateche il Gruppo Agape/Prometeo

ATTUALMENTE ASSOLUTAMENTE NON CONDIVIDE PIU'

Posizioni comunque, già RADICALMENTE RIVISTE UN ANNO SOLO DOPO LE ERRATE E INDISCRIMINATEPUBBLICAZIONI (Corpus e Magia della Myriam)- e questo avvenne anche troppo tardivamente per la coerenza el'etica del gruppo, cioè si verificò purtroppo solo dopo aver iniziato ad aprire gli occhi e parzialmente intravisto ecompreso l'insieme del "gioco" e l'inganno e gli scopi e le finalità del mestatore e untore "agente clericale." Il GruppoAgape/Prometeo aveva, del resto, già profondamente rettificato le proprie posizioni nei confronti dell'operaterapeutica e alchemica pro salute populi, del Maestro Kremmerz, come si può evincere già dalla prefazione delnostro Scopi e pratiche dell'O. O. E. A proposito dei fatti che hanno contribuito ad aprirci gli occhi e all'amara presa di consapevolezza di essere raggiratie strumentalizzati, facciamo rilevare che in quel periodo uscì un insignificante libercolo intitolato "Mémoire du sang",scritto da tale Alexandre de Danann.Nel succitato libretto, a nostra insaputa e con nostro grande stupore, venivano trattati temi e sostenute tesioltremodo inquietanti, con una serie di argomentazioni risibili, volutamente polemiche, sibilline e, soprattutto, pregnedi veleno nei confronti di tutte le tradizioni. Il "grande studioso" in questione si prodigava (come ancor oggi fa congrande impegno e entusiasmo) a gettare fango e discredito su tutte le affiliazioni e sui più noti maestri del mondoiniziatico. (OMISSIS) Costui tenendo un comportamento apparentemente corretto nei nostri confronti, studiato adarte subdolamente covava propositi tutt'altro che leali, finalizzati in realtà a screditare, con una grande opera didenigrazione e disinformazione culturale e storica, l'intera tradizione di luce (OMISSIS). Sottolineamo cheAlessandro Boella, dopo essere stato espulso con ignominia dal Gruppo Agape/Prometeo, ha intensificato la suaopera farneticante, mistificante e inquinante, attraverso la pubblicazione di altri tre libelli, di ugual tenore su cui vasteso un velo pietoso.(OPERA DI DISINFORMAZIONE E DENIGRAZIONE CULTURALE E STORICA CHE QUESTO INDIVIDUOCONTINUA ALACREMENTE E CON SEMPRE PIU' FERVORE, SOTTO L'INDIRIZZO DI CERTI SETTORICLERICALI; OPERA CHE PURTROPPO INIZIO', CON NOSTRO ESTREMO RAMMARICO, CON LASTRUMENTALIZZAZIONE, INDIRIZZO E ORIENTAMENTO DELLE NOSTRE SCRITERIATE PUBBLICAZIONIDEL CORPUS E MAGIA DI MYRIAM E DI CIO' CI SCUSIAMO MOLTO CON TUTTI);Opera che era apparsa subito chiara a ragione (col senno di poi purtroppo ma eravamo giovani e ingenui...Una...Volta... MOLTO TEMPO FA) palese e lampante anche a molti ambienti tradizionali altamente qualificati che,denunciarono subito a gran voce e con estrema lungimiranza, l'operazione clericale. Operazione neo crociatainquisitoria che attualmente sta concretizzandosi e allargandosi a macchia d'olio con altri pseudo autori (con le variesfumature di facciata) nella neo "Santa Inquisizione"... (OMISSIS). In considerazione che tutti questi autori "neocrociati" dell'Inquisizione portano alla conclusione che la vera Rosa+Croce, l'ermetismo e l'alchimia sarebbero lacausa di ogni male e origine, a loro dire, della famigerata controiniziazione (etichetta ostracistica che in questiambientini, il più delle volte a piacere, viene scagliata addosso, di volta in volta, a realtà scomode indipendenti chenon vogliono asservirsi e sottomettersi), possiamo affermare, a nostro modesto parere, che sarebbe forse piùopportuno cercare altrove, data l'abile e voluta operazione di disinformazione culturale e storica di questi "autori"...lozolfo che spesso assume l'apparenza dell'incenso!A differenza dello pseudo studioso sopra citato, amante del palcoscenico accademico, noi del gruppo AgapePrometeo, avendo preso coscienza di essere stati raggirati nonché strumentalizzati per scopi di un pianocomplessivo con finalità diametralmente opposte dalle nostre, (1) ormai consapevoli di ciò, tempo dopo abbiamodeciso coerentemente ed eticamente l'assonnamento definitivo pubblico doveroso e assolutamente consequenzialedel Gruppo AGAPE/PROMETEO e, sempre per coerenza etica, non useremo mai più la denominazioneAgape/Prometeo per le nostre future iniziative editoriali, ecc. Questo chiarimento era più che giusto, necessario e doveroso.

GRUPPO AGAPE/PROMETEO

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(L'originale integrale del comunicato è a disposizione di chiunque presso la sede dell.exAGAPE - via Cosimo delFante 12 - 20122 Milano - tel. 393.8883702, dopo le h 16.- [email protected])

(1) INFATTI IL GRUPPO AGAPE/PROMETEO NULLA DI NULLA HA A CHE SPARTIRE CON LE VISIONIRETRIVE E MORALISTE INQUISITORIE, ECC. DEL CLERO CATTOLICO E DI "QUALUNQUE ALTRA VISIONESPIRITUALE" RETRIVA, OTTUSA E FONDAMENTALISTA-INTEGRALISTA.

Sadescan: Il testo precedente è stato riportato, con qualche ulteriore "omissis", anche nel libro l'Arcano degli Arcanidi Capiferro-Guzzo, Viareggio 2005. Un testo che dimostra di non ignorare il dialogo svolto a suo tempo nel nostroforum, ma che, astutamente, fa qualche modifica a certi avvenimenti, per tentare una (altrimenti difficile)conciliazione con le posizioni del C.E.U.R.Afrodite Urania: Se è vero quanto asserito da U.D. Cisaria, Fogagnolo, però, qualche bugia l'ha detta: ad es. cheGino Muciaccia era stato discepolo osirideo di Kremmerz. Una stupidaggine, stando a Cisaria, perchè Muciaccia silimitò ad accompagnare Verginelli da Kremmerz a Beausoleil, per la consegna di una traduzione. Quando i due,allora giovanissimi, tornarono da Kremmerz, senza essere stati invitati, il Maestro che, per asserita testimonianzadello stesso Verginelli, era a colloquio con Leone Caetani, li congedò bruscamente.Luigi Parente: Una precisazione, che mi sembra doverosa: Vinci Verginelli conosceva Kremmerz fino dal 1921. Gliera stato presentato da Gerolamo Moggia prima e da Giacomo Boracci poi. Vinci Verginelli e Gino Muciaccia si recarono in visita al Kremmerz due volte, ed entrambe le volte insieme:- la prima volta nel dicembre del 1929 su invito dello stesso Kremmerz- la seconda volta nel febbraio del 1930

"Conoscevo il Kremmerz sin dal 1921, quando gli ero stato presentato da intimi suoi quali Borracci e Moggia. Peranni avevo atteso un suo invito. Poi all'improvviso nel dicembre del 1929 mi scrisse che mi aspettava dopo Natale aBeausoleil, dove da anni risiedeva. Corsi. [...] Lui parlava. Io, vicino, tacito ascoltavo. A stento credevo che fosseveramente Kremmerz a parlarmi. E che passeggiavamo insieme per i giardini di Beausoleil."(Verginelli Vinci (1986), Bibliotheca Hermetica, Nardini Editore, Firenze, pag.12-13)

"Mi era vicino, e intimo, un raro conoscitore di latino (e non solo di latino), Gerolamo Moggia, discepolo delKremmerz e tra i più cari. Moggia mi aveva fatto conoscere Giacomo Borracci e questi, a sua volta, mi avevapresentato al Kremmerz, di cui era il più amico. Era l'anno di grazia 1921 ed io avevo diciotto anni".(De Stolcenberg S. (1983), Viridarium Chimicum, Nardini Editore, Firenze, pag V.)

"Ne accennammo di sfuggita col Kremmerz nel dicembre 1929 e poi nel febbraio del 1930, quando invitato l'una el'altra volta da Lui, mi recai a Beausoleil a trovarlo: le più belle giornate della mia vita. Condivideva la gioia dellavicinanza al Kremmerz il fraterno amico Gino Muciaccia, che venne con me entrambe le volte, anch'egli invitato dalMaestro cui era caro. E tutti e due non immaginavamo che il Maestro, che conversava con noi per i giardini diMontecarlo, dopo due mesi ci avrebbe lasciati."(De Stolcenberg S. (1983), Viridarium Chimicum, Nardini Editore, Firenze, pag VI.)

Al termine del secondo incontro furono congedati (non certo bruscamente) perché Kremmerz aveva unappuntamento molto importante al casinò di Monaco. I due incuriositi lo seguirono e lo videro incontrarsi con dueindividui vestiti di nero di cui uno parve loro essere Leone Caetani [il fatto mi è stato raccontato da Verginelli inpersona]. La domanda di iscrizione al Grande Oriente Egizio di Vinci e di Gino risale al 1926 [lo stesso Verginelli mimostrò la documentazione nel 1982] anno in cui furono accolti tra gli aspiranti. La loro posizione venne regolarizzatanel 1929. Dopo la morte di Kremmerz vennero entrambi seguiti nella loro cammino ermetico dal Borracci, che tra gliallievi di Kremmerz era quello più progredito. Muciaccia ebbe degli allievi "osiridei" tra cui figurano anche dei nominoti. Mi pare evidente che quanto hanno scritto al riguardo Cisaria e la Piscitelli sui loro rispettivi siti abbia comeunico scopo quello di portare acqua a loro mulino. Vinci Verginelli e Gino Muciaccia sono stati gli ultimi due discepolidi Kremmerz ad essere regolarmente iscritti dal Maestro al Grande Oriente Egizio. Questi sono i fatti.Nilius: Sollecitato da Ea, presento una mia breve relazione, assolutamente super partes, relativa alla controversiaesistente tra svariati studiosi kremmerziani, in relazione a noti personaggi quali Girolamo Moggia, Vincenzo (Vinci)Verginelli , e Giacinto (Gino) Muciaccia. Iniziamo da Girolamo Moggia.

Girolamo Moggia, [Sarzana (La Spezia) 1879 - Lucerna San Giovanni (Torino) 1954], in seguito a studi classici eteologici si dedicò all'insegnamento delle Lettere ed entrò nell'Ordine Francescano, che poi abbandonò per diventarePastore Valdese. Sposatosi, ebbe cinque figli. Esercitò la sua funzione pastorale prima a Vittoria (Ragusa) e, dopola I Guerra Mondiale, a Corato (Bari). Nel 1910, proprio a Bari iniziarono le uscite della rivista di Kremmerz"Commentarium". Moggia scrisse al redattore Avv. Russo Frattasi, che lo mise in diretto contatto con Kremmerz.Nel sito sottoriportato (quello di Cisaria per intenderci) vengono allegate alcune lettere di risposta di Kremmerz:http://www.ermetismo-kremmerziano.org/Docs/Scritti%20generali/2codicillo/2Codicillo01/2ndoCodicillo-parte1ma.htmNella prima lettera (All.to n° 4) del 3 Giugno 1918, K. scrisse: "Tempo fa ricevetti una vostra e vi ringraziai a mezzodell'Avv. Russo che me la mandò. Ora mi giunge la vostra del 23 Maggio e immediatamente vi rispondo...". Dopo lafirma Formisano, in nota, è scritto: "Siete voi che mi faceste interrogare quali condizioni si richiedevano per essereascritto all'Ordine degli Studi Superiori di Ermetismo Egizio? Vi scrivo a parte".In questo ulteriore scritto riportato (All.to n° 6), Kremmerz spiega che non è facile ottenere l'iscrizione. Cisaria fanotare che, in tale foglietto, compare in calce la rarissima denominazione "Grande Ordine Egizio Loggia Ammonia

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Universale Magistrale Egizia Osiridea", ma perchè Kremmerz dovrebbe rivelare una così rara (e quindi segreta)denominazione ad una persona a quell'epoca estranea all'Ordine Egizio? A meno che, per quella sua eccezionalesensibilità ermetica che Cisaria gli riconosce, non ritenga cosa certa la sua successiva affiliazione all'Ordine Egizio.In una successiva lettera del 20 Giugno 1918 (All.to n° 5) Kremmerz, dando indicazioni per come procedereall'iscrizione, dice: "Mostrate il vostro desiderio per aspirare alla Scuola Osiridea, quella che per farmi intendere èscuola superiore di studii ermetici e magici, ma prima di tutto dovete formarvene una idea giusta e precisa. La nostrascuola ermetica della Myriam a cui voi siete ascritto ha uno scopo spiritualista per gli alunni e umanitario nella suafinalità complessa: perfezionare fino ai limiti del possibile l'uomo che sposa la bontà della nostra filosofia... Ora l'altraScuola, la più alta, la più antica perché conta secoli di esistenza, non è come la scuola della Miriam ... accoppia allostudio integrale ... la pratica per trasformare l'uomo ... Comprendete la differenza? Quindi il numero dei discepoliammessi è relativamente limitatissima (sic) e difficile (sic). Né vale la mia buona amicizia a rendervi più facile la viase non in un secondo periodo, cioè dopo che foste ammesso se fossi io incaricato della direzione dei vostri studii...In ogni modo pensateci bene perché non è con leggerezza che si prende una decisione seria".Trovo che questa lettera sia alquanto "sospetta", già per le incredibili sgrammaticature: passi l'aggettivo"limitatissima" al posto di "limitatissimo", ma il numero dei discepoli non può mai essere definito "difficile". Kremmerznon era analfabeta e Cisaria si fida forse un po' troppo di tutto il materiale del suo archivio. Naturalmentenell'archivio di Cisaria non esiste (non potrebbe mai esser lui l'erede) alcun incartamento relativo al prosieguodell'eventuale pratica relativa a Moggia. Tuttavia Cisaria ritiene di poter continuare ad argomentare in base adocumenti indiretti.Per incarico di Kremmerz, Moggia tradusse, prima da solo, poi in parallelo e in stretta collaborazione con VincenzoVerginelli, l'opera "Chimica Vannus", che nel 1926 consegnò al maestro. Nel 1930, posto in pensione dalla ChiesaValdese, si trasferì a Zara e poi a Roma dove fu in contatto con l'Accademia Vergiliana. Nel 1949, venuto aconoscenza dell'iniziativa di ricostruzione della Miriam, da parte di Lombardi, aderì alla sua proposta. Il 16 Luglio1949, Domenico Lombardi gli rispose, con una lettera che Mario Parascandolo allega alla sua del 17 Luglio,indirizzata ad Arduino Anglisani. In tale letera, riportata nel sito di Cisaria (All.to n° 7), si dice : "Carissimo Amico eFratello, la tua lettera risveglia in me, coi ricordi di un passato che sembra un sogno, un caldissimo e fraternosentimento di affetto, misto alla nostalgia di rivederti... Nostalgia destinata a rimanere tale, poiché i miei ottantaseianni, più dei tuoi settantasette (sic)... Sì mi devo occupare della ricostruzione dei Circoli esterni di Miriam, malgradola mia età e le mie minorazioni penose. La Provvidenza mi ha mandato i collaboratori adatti ed ho piacere di sentireda te la buona impressione che ti ha fatto Arduino. Non so, per ora, se dovrò rivolgerti qualche preghiera al riguardo,ma se necessario, ne riceverai in mio nome dallo stesso Arduino..".Cisaria poi riporta (All.to n° 8) la lettera di Benno (Lombardi), datata Napoli, 9.12.49, Protocollo n° 141, riguardantela Norma Comune Alla Terna da costituire come Terna Dirigente (indirizzata a Dorrucci, Anglisani e De Cristo) doveè scritto: "Moggia Grirolamo. Si desidera sapere se per costui bisogna preparare la pagella o se la sua domandadev'essere soltanto considerata come uno squisito gesto di solidarietà nella ricostruzione. Nel primo caso, si resta inattesa del cordone e si prega chiarire se a suo tempo appartenne alla Miriam e di che cosa fu provvisto. Nelsecondo, si prega di comunicargli che la Del+ Gen+ ha molto apprezzato il suo gesto e lo considera un esempio difedeltà all'Ideale che ispira la più fraterna comprensione. Si restituisce la domanda".Cisaria osserva che non vi è alcun riferimento, da parte di Lombardi, ad una precedente richiesta di Moggia di farparte dell'Ordine Egizio e conclude quindi negativamente in tal senso. L'interpretazione di Cisaria non si regge,perchè nella prima lettera Lombardi dimostra di aver intima conoscenza e stima di Moggia e nella seconda confermache il suo è stato uno squisito gesto di solidarietà e tale potrebbe essere solo da parte di persona di riconosciuto altolivello. L'unico dubbio di Lombardi, dunque, è se abbia senso riinserire un anziano membro dell'O.E. nella Miriam. Ilpassaggio di Moggia dalla Miriam all'O.E. fu così rapido che Lombardi, a distanza di anni, non si ricorda neppure seMoggia fosse stato anche un miriamico, oltre ad essere un osirideo. Lombardi chiede perciò alla terna di "giovincelli"(lo erano rispetto a Moggia) se vogliono avvalersene o se ... la sua presenza li imbarazza.

Vinci Verginelli (Corato 1903, Roma 1987) frequentò il liceo classico a Bari. Nella sua "Scheda Bibliografica", cheprecede l'opera Chymica Vannus (Ibis, Bologna 1999), espone lui stesso come si verificò il suo primo incontro conl'ermetismo. Per recarsi al liceo egli si serviva di un treno che percorreva la tratta Bari-Barletta. In un giorno delfebbraio 1921, seduto al suo fianco sul treno, era Girolamo Moggia, che leggeva un libro dalle curiose figure(appunto il Chymica Vannus o Chimico Crivello). Incuriosito, Verginelli chiese gentilmente informazioni ed,entusiasta delle risposte di Moggia, si propose, essendo buon conoscitore del latino, di aiutarlo nell'opera ditraduzione. Moggia riferì a Kremmerz la proposta di collaborazione di Verginelli ed il maestro volle conoscerlo.Scrive infatti Verginelli: "Conoscevo il Kremmerz sin dal 1921, quando gli ero stato presentato da intimi suoi qualiBorracci e Moggia". (Vinci Verginelli, Bibliotheca Hermetica, Nardini, Firenze, 1986, p.12) ed anche: "Moggia miaveva fatto conoscere Giacomo Borracci e questi, a sua volta, mi aveva presentato al Kremmerz, di cui era il piùamico. Era l'anno di grazia 1921 ed io avevo diciotto anni". (De Stolcenberg S., Viridarium Chimicum, Nardini,Firenze, 1983, p. V).Kremmerz diede assenso alla traduzione di Verginelli, chiedendo che fosse effettuata su una diversa edizione, cosìda poter confrontare le due traduzioni. Verginelli, che nel frattempo si era trasferito a Firenze per frequentare laFacoltà di Lettere, collaborò con Moggia alla traduzione per cinque anni (1921-1925). Nel 1926 Verginelli si spostò aNapoli per insegnare Lettere e Moggia si recò a Beausoleil, per consegnare a Kremmerz la traduzione. Il maestro nefu molto soddisfatto e nella lettera che seguì promise a Verginelli di invitarlo a Beausoleil.Cosa che si verificò tre anni dopo. Infatti scrive Verginelli: "Per anni avevo atteso un suo invito. Poi all'improvviso neldicembre del 1929 mi scrisse che mi aspettava dopo Natale a Beausoleil, dove da anni risiedeva. Corsi".(Bibliotheca Hermetica, cit. p.12) ed anche: "... col Kremmerz nel dicembre 1929 e poi nel febbraio del 1930, quando

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invitato l'una e l'altra volta da Lui, mi recai a Beausoleil a trovarlo: le più belle giornate della mia vita. Condivideva lagioia della vicinanza al Kremmerz il fraterno amico Gino Muciaccia, che venne con me entrambe le volte, anch'egliinvitato dal Maestro cui era caro. E tutti e due non immaginavamo che il Maestro, che conversava con noi per igiardini di Montecarlo, dopo due mesi ci avrebbe lasciati." (Viridarium Chimicum, cit. p. VI).Come abbiamo visto recentemente in questo forum, dei discepoli di Veginelli, come il dott. Luigi Parente,testimoniano di aver potuto prender visione, grazie a Verginelli stesso, della pratica relativa all'iscrizione di Verginellie Muciaccia all'O.E. e che la domanda di iscrizione data 1926 e la regolarizzazione della loro posizione (dopo unperiodo passato come aspiranti) data 1929.

Questa versione dei fatti è contestata da U. D. Cisaria che così riporta la sua nel sito:http://www.ermetismo-kremmerziano.org/Docs/Scritti%20generali/2codicillo/2Codicillo01/2ndoCodicillo-parte1ma.htm- "La visita si ebbe tre anni dopo, negli ultimi giorni di Dicembre del 1929 sino ai primi giorni di Gennaio 1930. Poitornai (scrive Verginelli) brevemente da Lui nel febbraio dello stesso anno", brevemente perché improvvisata e nonconcessa, sfortunatamente anche per l'amico Gino Muciaccia -.Si direbbe che Cisaria citi "a braccio", ed omettendo ciò che è più importante, perchè in realtà la SchedaBibliografica al Chymica Vannus, che costituisce il filo conduttore delle sue argomentazioni dice: "Infatti mi chiamònel 1929 e stetti con lui gli ultimi giorni di dicembre e i primi di gennaio del 1930. Poi tornai brevemente da lui nelfebraio dello stesso anno. Giorni mitici, i quali da soli giustificano l'esser nati". Molto chiaro il riferimento alla rinascitainiziatica nell'O.E.Poi Cisaria, non contento di aver citato a braccio ed omissivamente, comincia a costruire sulla sua versione erronea:- Racconta il Verginelli che il Kremmerz, nel vedermi insieme a Gino Muciaccia, contrariato e con sguardo severodisse di non poterci ricevere, poiché occupato con altra visita, pronunciando queste parole: " nel mio studio trovasiun grande personaggio che certamente non conoscerete mai nella vostra vita". Verginelli ha riferito ai Fratelli che,prima di venire congedato dal Maestro, intravide dalla porta socchiusa dello studio, la barba inequivocabile di LeoneCaetani. Ne ebbe conferma quando la sera, passeggiando con Gino Muciaccia nelle vicinanze del Casinò diMontecarlo, vide il Kremmerz a braccetto con Leone Caetani, del quale ne conosceva le sembianze. (All.to B)" -Come si vede Cisaria cita, come documento, un allegato B, consistente in due lettere datate, la prima 24 Luglio 1929dall'Hotel Ritz di Parigi, la seconda 23 Agosto 1929 dall' Hotel de Paris di Montecarlo, entrambe scritte in inglese econ scrittura spesso poco comprensibile anche ad ingrandirla. Delle prove che ben difficilmente si possono prenderein considerazione in un approccio serio, essendo dubbio sia il loro contenuto, sia la loro stessa paternità.Cisaria continua: "Un Maestro come Kremmerz, con la potestà di leggere il Passato, il Presente e l'Avvenire di ogniUomo, e che non si è mai assunto la responsabilità di iscrivere nel Gr+ Or+ Eg+ NESSUNO, poiché soggetto allaGERARCHIA visibile ed invisibile, in attesa, scrive, del Ritorno di MAMO ROSAR AMRU, da lui perfettamenteconosciuto quale Pontefice dell'Ordine, il solo che può concedere la VERA INIZIAZIONE nel Gr+ Or+ Os+ Eg+,anche se lo avesse potuto, non avrebbe mai iscritto all'Ordine un tendenziale politicante d'avversa contraria, oppostacorrente di pensiero e d'azione, nelle cause e nelle finalità, militante nella rossa, volgare, plebea, atea materialistapolitica comunista, che la Storia ha severamente condannata, per gli efferati crimini commessi, reati, ingiustizie,errori perpetuati, distruggendo completamente la sua esistenza, facendo decadere ed annientare il suo popolescoideologico sociale Regime, nella medesima patria natale delle sue malsane origini. Per la medesima ragione, ilKremmerz non poteva iscrivere nell'Or+ Os+ il Verginelli, che per sua particolare ibrida conformazione connaturata,di "sensibilità d'anima", dallo stesso, ritengo, vissuta cosciente della Legge della Specie, in questa vita non avrebbepotuto generare il REBIS dell'Androginato Alchimico.Sarebbe far torto al Maestro Kremmerz il solo pensiero che Eglinon possedesse i Poteri di leggere nel Libro Phtas d'ogni Uomo, e darne un immediato giudizio. Ricordo aiKremmerziani, come ben scrive Benno, che le Note sulla Pagella d'iscrizione alla Fr+ di Mir+, sono indispensabilipoiché in esse traspaiono le tendenzialità del Novizio, e queste possono essere date soltanto dal Del+ Gen+ chepossiede, per il suo Grado di Maestrato, la potestà di vedere e Leggere nell'Anima del Novizio, pur esso trovandosilontano".Qui Cisaria commette diversi evidenti errori:- afferma che solo Mamo può concedere l'iniziazione all'O.E. e che quindi Kremmerz non avrebbe potuto farlo. Ora,chi gli dice che Mamo non fosse d'accordo? Se egli sapesse (e il non saperllo conferma che tutta la linea che vieneda Coraggia non fa parte dell'O.E.) chi e cosa sono realmente Mamo e Izar, non avrebbe mai fattoquell'affermazione. Inoltre, l'ammissione come "indiretti alle dipendenze di un maestro" è in ogni caso ammessa,perchè è il maestro stesso ad assumersene la responsabilità. E' ben noto, da documenti ufficiali, che Lombardi,citato come giusto esempio da Cisaria in relazione alle pagelle, ammise personalmente come "indiretti"Parascandolo ed altri.- afferma che, anche potendolo, Kremmerz non avrebbe mai ammesso un comunista come Muciaccia. Bisognavedere cosa si intende per comunismo. Quello di Muciaccia, in quanto ermetista, era, negli obiettivi, sicuramente piùvicino a quello della Repubblica di Platone, che a quello di Marx.- ciò che dice sulla conformazione interiore di Verginelli è poi gratuita calunnia.Cisaria aggiunge: - Ma il Kremmerz, da Gran Maestro, ha sempre detto e dimostrato di possedere i Poteri. Da unaSua lettera indirizzata al Preside dell'Accademia Vergiliana di Roma, Dott. Giovanni Bonabitacola, datata 26.2.29,scrive su quanto sopra esposto: "Mi scuserete se vi prego di modificare la vostra opinione su persone amiche,perché non potete essere al corrente della storia personale e psichica di alcune di esse.". Molte di queste lettere misono state concesse per conoscenza dall'Amico e Fratello Placido Procesi, che manteneva buoni rapporti con iDirigenti l'Accademia Virgiliana di Roma, che detengono gli originali delle lettere - .Si tratta di allusioni generiche e si ha il cattivo gusto di affermare che le prove sarebbero nelle mani ... dei propriavversari. Il che è ridicolo, perchè se Verginelli e Muciaccia o i loro successori fossero stati in malafede, avrebbero

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ovviamente provveduto a distruggere qualsiasi documento in loro possesso, che potesse smascherarli.Cisaria conclude: - Il Kremmerz in data 17.3.29, cioè due mesi prima della sua morte, scrive a GiovanniBonabitacola: "Voi volete passare dalla teoria alla pratica, dalla parola e dalle discorse alla realizzazione edomandate praticamente una iniziazione. Questa vi sarà concessa se il desiderio diventa volontà, e per determinarequesto passaggio occorre attraversare il campo isiaco. Iside, matura, avvicina Osiride. Voi domandate, desiderandoprima e poi volendo; io vi apro la mano, la mia mano e vi dono largamente in dovizia di sapere... La paroladell'Osirideo deve avere potestà e forza di forma e creazione, perché le discordie di genere femminile sonodistruttive e impediscono la formazione e il proposito creativo, per il quale occorre la rieducazione per il non dicere,nec dare, neque donare del latinista Maccarone". Giovanni Bonabitacola, Preside dell'Accademia Virgiliana diRoma, fa formale richiesta d'iniziazione al Kremmerz, ciò che non si verificò, poiché due mesi dopo Kremmerz morì.Quale Falsità il credere Verginelli e Muciaccia, due dipendenti del Preside, Discepoli Diretti Iniziati dal Kremmerz?!!!-Queste conclusioni di Cisaria non sono condivisibili, perchè capita che dei giovani dal rapido ascenso ermeticopossano venire a trovarsi, dal punto di vista organizzativo, alle dipendenze di persona più anziana ma meno evoluta,che occupa di già un posto direttivo. Del resto, si sa che Kremmerz frenava l'ammissione all'O.E. di Bonabitacola,anche per il coinvolgimento di questi nella truffa, con noti risvolti legali, ai danni del Barone Ricciardelli.Tullio Quasimodo: Trovo eccellenti le ultime analisi di Nilius. Cisaria non riesce a sopportare che, a suo tempo,Verginelli e Muciaccia non abbiano preso in considerazione le enormità, che egli continua a dire anche ora. Ilcontenuto del suo sito dimostra che Cisaria è un seminatore di discordie, ma non bisogna scendere al suo livello,come si è permesso di fare, in certi forum, ad equivoci personaggi tipo "veritasclaritas", che cercano di creare caosnel fronte pagano, parlando male di tutto e tutti (significativo che questo figuro parli bene ... solo di Fincati!). Occorreinvece smontare le "pinzillacchere" di Cisaria, punto per punto, come ha fatto Nilius. Mi piacerebbe, se ne ha voglia,che egli analizzasse anche le affermazioni, sui medesimi personaggi, che si trovano nel sito della Piscitelli.Nilius: Per valutare le affermazioni di Anna Maria Piscitelli su V. Verginelli, occorre riandare a documenti che inparte Sadescan ha già analizzato in questo stesso quaderno.Come è noto, Kremmerz si trasferì definitivamente in Francia, a Beausoleil, nel 1912. In data 29 Giugno 1914, emanò la "Circolare perchè la Frat+ non si disperda ed entri nei definitivi confini della sua origine", indirizzataai MM+ preposti alla direzione di Circoli Ermetici della Miriam, che inizia con le parole: "Carissimi Fratelli,essendomi, per ragioni momentanee, ritirato dalla direzione generale della Scuola Ermetica per lasciare a voi laindipendente direzione di gruppi e circoli, desidero in poche parole farvi note alcune cose inerenti alla costruzionegenerale della Miriam...". K. sottolineò nel seguito che voleva "richiamare la vostra attenzione sull'origine idealedella Fratellanza e far ritorno a questa origine con la pratica: 1) Rendendo palese, pubblico, accessibile a tutti loscopo semplice e concreto della Fratellanza a cui tutti possono, se vogliono concorre. 2) Rendendo facile e senzaintralci la prima ammissione al noviziato".Kremmerz perciò affermava di aver lasciato, per ragioni contingenti, ai Maestri Preposti la direzione indipendente digruppi e circoli. Ai Maestri Preposti, si badi, e non alla Segreteria di Lombardi, che perciò non veniva collocata inuna posizione gerarchicamente più elevata. La I Guerra Mondiale non impedì i contatti tra Kremmerz e la Miriam,come è dimostrato dalla distribuzione delle Lunazioni agli iscritti.Un paio di anni dopo si verificò il furto di una copia (autentica) del Corpus. In una lettera datata 12/10/1916,Kremmerz scriveva: "Nell'8 giugno 1916 sono stato esonerato d'ufficio dalla direzione degli studi dei miei iscrittiall'Or.Eg. perché l'Ordine di Gesù è in possesso di una copia del Corpus, vendutagli per una somma ingente. Sicerca il fedifrago. Intanto gli studenti eg. passano in blocco alla dipendenza dell'Or. Eg. per gli studi di antichitàsacerdotale e alchimia tradizionale; tutti i loro rapporti devono avere la forma voluta di incisi e la corrispondenzadeve essere intestata al Maestro R.P. Ottaviano; e la corrispondenza deve essere diretta a uno della terna da meproposta, Jesboama, Cajetel e Benno; sapranno poi chi è il prescelto".Dunque Kremmerz lasciò momentaneamente la diretta supervisione dei propri discepoli osiridei, che facevano oracapo a R.P. Ottaviano (Ottaviano Armando Koch) che il sito della Piscitelli, mescolando il contenuto di piùdocumenti, confonde con N.R.Ottaviano (l'ing. Ottaviano Koch). Perchè potesse rimanere sconosciuto, avrebbe fattoda tramite un altro maestro, da scegliersi nell'ambito di una terna. La cosa però durò poco, perchè R.P. Ottaviano,nel 1919, approfittando della sua carriera diplomatica, abbandonò l'Italia, portando in luoghi più sicuri l'archiviodell'O.E. Piscitelli ha esagerato la portata di questa partenza, perchè il Segretario dell'O.E. , come dimostrano gliStatuti dell'O.E., non è affatto il capo dell'O.E. e la sua partenza non menomò minimamente l'attività dell'Ordine inItalia. Contrariamente a quanto da lei affermato, l'assenza del Segretario non impedì l'affiliazione all'O.E. di altrielementi, perchè l'iniziazione non è un fatto burocratico e certo non richiede la presenza dell'archivio storicodell'Ordine per essere effettuata. Anche se in periodi normali può risultare utile registrare in documenti cartaceiun'affiliazione, la mancanza di detta registrazione non toglie certo valore all'iniziazione ricevuta, ed inoltre esistonoaltri modi, più segreti, di registrazione.Nel 1921, Kremmerz venne in Italia per tenere una serie di "Conversazioni" presso l'Accademia Pitagora di Bari e ilCircolo Virgiliano di Roma. Durante il fascismo, nonostante la preclusione di questo verso le società iniziatiche,furono i Maestri Preposti, secondo la volontà di Kremmerz, a dare continuità alle iscrizioni e alla distribuzione delleLunazioni, spesso in forma privata, visto che Accademie e Circoli, per sicurezza, furono momentaneamente chiusi.Le visite dei discepoli a Beausoleil, come sappiamo, continuarono fino alla morte di Kremmerz. Finita la II GuerraMondiale, l'O.E., avendo in vista un riordino e ampliamento limitato ai circoli esterni di Miriam, riprese i contatti conLombardi, cosa più semplice e riservata che non riprendere i contatti con tutti i Circoli e le Accademie. Visto il rientrodi O.A. Koch in Italia, che terminò nel 1947 la sua carriera diplomatica, l'O.E. fece di lui l'interfaccia diretta con laMiriam, elevando a Delegato Generale della medesima Lombardi.Questi riteneva importante dar fiducia a nuove leve così che, come ha descritto Sadescan nel quaderno citato, iniziò

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lo sfortunato sodalizio con A. Del Guercio. Al principio di tale collaborazione, Lombardi affidò a Del Guercio lacompilazione di una circolare affinchè, tra le altre cose, egli potesse essere presentato in qualità di nuovoSegretario, ma Del Guercio ne approfittò per scrivere una delle più subdole circolari (datata Dicembre 1947) che sipossano immaginare, con la quale ingannò, fortunatamente per poco tempo, lo stesso Lombardi, che la firmò perl'invio. In essa si dice tra l'altro:" Tuttavia è necessario osservare che, mentre le iscrizioni e le Accademie furono chiuse, nessuna disposizione èstata mai presa in questo senso per la Seg+ Centrale della Delegazione Generale, la quale Segreteria, pertanto, èl'unica parte della Fr+ che abbia conservata intatta la sua continuità, sia per la persona ad essa regolarmentedesignata, sia per le sue funzioni. Resta perciò ben fermo che oggi, qualunque iniziativa presa nell'intento diproseguire o conservare il funzionamento della Fr+ di Mir+ non può aversi che attraverso la Segr+ Gen+". Già inqueste poche righe il testo della circolare mostra le sue ambiguità:- Accentua subdolamente l'importanza della Segreteria miriamica (ormai di Del Guercio) perfino nei confronti delDelegato Generale.- Sorvola sul fatto che la Segreteria, se non fu ufficialmente chiusa, durante il fascismo, è solo perchè era costituitada ... una sola persona e perciò non costituiva ... associazione. Fu chiusa però di fatto, perchè si mantenne silente.- Vuol far passare la chiusura "di facciata" delle Accademie nel periodo fascista, per un cessare totale, ancheprivato, delle loro attività, confondendo così, ad arte, l'attività iniziatica con quella esteriore e burocratica.- Dimentica la devoluzione di autorità che Kremmerz, con la circolare del 1914, aveva fatto ai Preposti alleAccademie e non alla Segreteria.Ma la circolare non ingannò Suglia, a cui Bonabitacola aveva trasmesso la direzione del Circolo Virgiliano edaffidato un plico da consegnare nelle mani delle alte gerarchie dell'O.E. L'avversione di Del Guercio per Kremmerzera nota da vecchia data (lo ha testimoniato ad es. Aniceto del Massa nel suo Diario), così come era nota la suaallora recentissima (1944) fondazione del cristiano Ordine del Mantos, perciò era inverosimile pensare ad una suacontemporanea adesione sincera agli ideali miriamici. Suglia perciò non accolse l'invito di quella circolare. Una verafortuna, perchè altrimenti anche gli Archivi del Circolo Virgiliano sarebbero finiti in mano a Del Guercio.Lombardi scrisse, riferendosi ai rapporti con Suglia, in una lettera ad A. Anglisani, datata 10 Maggio 1949:"Suglia - La questione del plico in suo possesso, gravido di onerose responsabilità, si distingue nettamente dall'invitorivoltogli circa l'opportunità di far capo, per quanto riguarda il suo circolo, a questa Delegazione. Continui pure le suericerche per la consegna del plico a chi meglio crederà, non rientrando ciò nei miei scopi attuali, che si restringono inquanto ripetutamente dichiarato: ricostruzione dei Circoli esterni di Miriam sotto un'unica Del+ Gen+, secondo idettami della Pragmatica Generale. La sua saggezza ... e la forza relativa, deporrebbero a favore dell'accoglimentodella mia richiesta, ma in caso contrario non muta il mio augurio che egli possa prosperare nel cammino intrapreso".Nessuna sconfessione dunque, nessuna condanna, ma un sincero augurio. E ciò per almeno due motivi:- Non erano certo circoli storici e ortodossi come il Virgiliano a preoccupare Lombardi, ma circoli irregolari sorti nelfrattempo.- Lombardi dovette rendersi conto che, se è giusto sperimentare nuove leve promettenti, non è giusto farlosottoponendo a travaglio strutture consolidate preesistenti. Prova ne è che, alla fine dello stesso anno, nellosperimentare la nuova terna dirigente (Anglisani, Dorrucci, De Cristo) rimase perplesso sull'opportunità dicoinvolgere nell'esperimento anche un solo rappresentante della vecchia guardia e cioè G. Moggia, che si era resodisponibile.Piscitelli è completamente in torto se pensa che il Circolo Virgiliano non sia regolare, perchè non aderì al contenutodella circolare stilata da Del Guercio. La stessa firma di Lombardi deve considerarsi annullata dai successiviprovvedimenti nei confronti di Del Guercio, e perciò dall'implicito riconoscimento del proprio errore di valutazione.Inoltre è storicamente evidente che non fu la Segreteria, con i suoi alti e bassi, a dare continuità alla Miriam, ma inossequio alla circolare di Kremmerz del 1914 (posteriore e rettificante la Pragmatica Generale del 1909), le dirigenzedi Accademie e Circoli. Questo è particolarmente vero per la direzione del Virgiliano, che passò moltoopportunamente da Suglia a Verginelli, come anche per l'Accademia Pitagora di Bari, passata sotto la direzione diDe Cristo. Del resto, Lombardi stesso, prima della sua morte (avvenuta nei primi del Dicembre 1951) dovette faremarcia indietro, sia per il fallimento di alcuni membri della "terna", sia per esser venuto nuovamente meno il supportodell'O.E. Infatti, in qualità di Procuratore della Fr+ Tm+ di Mir+, Mario Parascandolo in data 11 Giugno 1951 scrissea Donato De Cristo: "La Del+ Gen+ ti comunica ufficialmente che i rapporti diretti col Cap+ Op+ Occ+ sono interrotti.Le istruzioni già ricevute ed i mandati in atto sono sufficienti al proseguimento dell'opere intraprese. Augurandotiforza e virtù per il tuo personale ascenso e per quello degli iscritti all'Accademia Pitagora di Bari, affettuosamente tiabbraccio". Dunque si applicava di nuovo la (mai abrogata) Circolare del 1914, che rimetteva ai singoli Preposti ilcompito, in piena indipendenza, della dirigenza.Nel periodo successivo, l'O.E. si trovò a dover fronteggiare il tentativo dei membri del C.E.U.R. di costituirsi, senza labenchè minima trasmissione o qualificazione, come ordine osirideo. Ma di ciò si parlerà, se opportuno, in altraoccasione.Il Maestro O.A. Koch morì nel 1979. Nel 1986, il Maestro "Rosar" fu incaricato dall'O.E. di riprendere i contatti conl'Accademia Pitagora perchè, dopo la morte di De Cristo nel 1985, richiedeva aiuto particolare. Purtroppo A.M.Piscitelli non ha esitato ad utilizzare, in modo improprio e per suoi fini, documenti riservati di cui è entrata inpossesso grazie a Rosar (ad es. quelli relativi agli jeronimi di membri della famiglia Koch) così che, dall'Aprile 2005,è stato a lei consigliato, senza far troppo rumore, di non occuparsi oltre della Fratellanza Terapeutico-Magica diMiriam e dei suoi appartenenti.Si può concludere, osservando che la circolare del Maestro Kremmerz del 1914 è l'unica che, nel corso di quasi unsecolo da allora trascorso, ha dimostrato, per la sua semplicità e concretezza, di poter fondare l'esistenza e lacontinuità della Fr+ di Mir+. Ciò non significa che non possa esistere una Del+ Gen+ ed una relativa Segreteria, ma

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che esse debbano svolgere essenzialmente un compito di Maestrato e di Raccordo, piuttosto che impegnarsi incompiti organizzativi di dettaglio, che si svolgono meglio a livello locale.Afrodite Urania: Ritornando a quanto ha detto Tullio nel suo ultimo intervento, Fincati si firmava Dattilo Ideo anchein questo forum. Dopo che Sadescan, Occhi di Ifà ed altri dimostrarono l'inconsistenza dello pseudo-corpus, egli,con molta faccia tosta, chiese che si continuasse a cercare chi aveva voluto "pescare nel torbido", favorendo quellepubblicazioni. Da parte sua promise che , nel sito www.picatrix.com, avrebbe sostituito, in riferimento allopseudo-corpus, il termine "kremmerziano" con il termine "attribuito a Kremmerz" o simili. Dopo qualche tempoeffettivamente lo fece, salvo cancellare totalmente il suo sito subito dopo. Perchè? essendo divenuto inutile ai finisuoi e dei suoi mandanti: destabilizzare il fronte pagano, suscitando sospetti ed accuse reciproche. I suoi mandantipreferiscono ora affidarsi a "nuovi"(almeno nel nome) personaggi , che inviano cose "alla Fincati" a forum e riviste.Personaggi che hanno il coraggio di firmarsi "veritasclaritas" e addirittura "Mamo Rosar Amru". Quest'ultimoprofanatore, in una occasione, si è perfino definito un membro del forum Gruppo di Ur. Ea mi ha assicurato chenessuno in questo forum adopera quel nome e che, in ogni caso, ciò che abbiamo da dire lo diciamo qui e nonaltrove. Tullio Quasimodo: Contemporaneamente alla scomparsa del sito "Picatrix", si è rilevato una modifica deidocumenti, pubblicati dal CESNUR (Centro Studi Nuove Religioni) su Internet, in relazione al kremmerzianesimo.Prima dell'analisi effettuata nel nostro forum sullo pseudo-corpus, il CESNUR terminava detti documenti con unlungo paragrafo intitolato "Il Lavoro Magico-Teurgico dei kremmerziani", basato sugli scritti di Fincati a base di"fagie" varie e "sostituzioni di anime". Il tutto terminava con la frase: "Queste pratiche sono diventate oggi il nucleodelle Messe Nere del Satanismo occultista contemporaneo. La bevanda magica , o miscuglio di origine sessualeviene chiamata amrita e il demone evocato per dar vita al corpo di gloria è Satana!". Inutile dire che anche taleconclusione prendeva le mosse da uno scritto di Fincati e cioè "I Mostri Di Firenze e L'Alchimia" (Carpe Librum,2001). Negli attuali scritti, dedicati dal CESNUR su Internet all'ermetismo kremmerziano, l'intero paragrafo sul lavoromagico-teurgico è stato eliminato. Se prima infatti il rischio che correvano era di esser accusati di settarismo (lorosedicenti studiosi di sette!), dopo, se avessero insistito con le stesse affermazioni, il rischio sarebbe stato di esseraccusati di ... ignoranza.Ida La Regina: E' vero il sito Picatrix è svanito, ma gli scritti di Fincati hanno trovato un'altra collocazione.Ricorderete che uno dei mestieri di Fincati è quello del libraio. Ebbene è nata una libreria virtuale esoterica che,oltre ovviamente a vendere libri via Internet, presenta a scopo propagandistico una pagina(http://www.libreriasephiroth.it/freeebook.htm) da cui sono scaricabili diversi libri in formato elettronico. Una metà diessi ... è costituita da saggi e traduzioni di Fincati, che erano presenti su Picatrix. Il testo sullo pseudo-corpus diKremmerz è apparentemente assente dalla lista. Osservandola meglio, però, si nota che il quarto dei libriscaricabili dovrebbe essere, secondo quanto si legge, Dell'Infinitro (sic!) Universo e Mondi - Giordano Bruno.Tuttavia ... provate a cliccare! ... Ma che Bruno e Bruno! ... il testo che compare è proprio quello di Fincati sullopseudocorpus. E si noti che non si tratta dell'ultima versione, comparsa per poco tempo su Picatrix, quella in cuil'autore era stato corretto in "pseudo-Kremmerz", ma proprio quella originaria. Quei testi della lista che non sono diFincati sono facilmente reperibili su altri siti Internet, dai quali sono stati riciclati, e perciò generalmente sono già inpossesso degli studiosi; ma qualche giovane alle prime armi può essere attratto dal fatto di ritrovarne un discretonumero in un solo sito. Fincati, Fincati, ... visto che non riesci a prendere in giro studiosi maturi, provi ora a fuorviare... i ragazzini neopagani?

Vittorio Fincati

ovvero

La Missione di un Cristiano tra i Pagani

di Afrodite Urania

I-Fincati è un Cristiano

Vittorio Fincati ha dedicato agli altri tanti dossier che è giusto dedicarne uno anche a lui. Del resto, egli èdirettamente implicato nell' "affare" dello pseudocorpus kremmerziano, nel quale manca giusto un tassello.Dal presente quaderno si evince infatti:- diffamatore originario di Kremmerz: Erim di Catenaia, portatore sì di una iniziazione interna alla famiglia Alberti diCatenaia, ma , per sua costituzione nevrotica con incipiente doppia personalità, cristiano bigotto e ossessionato dalsesso.- autore del falso: Alfonso del Guercio, fondatore del cristiano Ordine del Mantos.- diffamatore in seconda battutta di Kremmerz: Alessandro Boella, cristiano, sedicente seguace (idealmente perchèmai lo conobbe) di Erim.Ma chi fu il divulgatore del falso? Si dirà che ve ne furono diversi, ma le colpe non furono affatto uguali.Giammaria Gonella pubblicò un estratto, dal quale però espunse le cose più inverosimili, con la scusa che erano"riservate". Paolo Fogagnolo pubblicò tutto il materiale a suo disposizione, che non sapeva essere di Del Guercio,ma in buona fede lo riteneva dato da Kremmerz a Muciaccia. Fogagnolo pubblicò anche, come premessa, gli Statuti

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dell'Ordine Egizio. Quelli almeno erano autentici. Inoltre, accortosi della vera natura interiore dell'istigatore Boella,prese le distanze da lui.Al "piano" Del Guercio-Boella, perchè non fallisse come il precedente di Erim, occorreva qualcosa di meglio chemanipolare l'avventatezza di studiosi estranei alla loro "corrente". Occorreva un cristiano, che fosse abbastanzaabile da prendere in giro i pagani, i "gentiles" (a volte un po' troppo ... gentili) : tale fu il ruolo di Vittorio Fincati.Ti stupisci lettore? Obietti che Fincati si proclama pagano? Forse non l'hai letto bene. Per informazione, tialleghiamo di seguito il proclama "CONTRO I NUOVI PRETI PAGANISTI E LA LORO "CATTIVA NOVELLA", anome "vittorio fincati" <dattilo_ideo@...>, pubblicato nel forum La congrega delle streghe, in data Sab Ott 11, 2003 8:10 pm :

"Accanto all'ormai vecchio episodio della religione wicca, un gruppo che si autodefinisce pagano sta tentando diaccreditarsi e diattirare l'attenzione su se stesso, con iniziative e slogans artificiosi, insistendo nell'affermare i contenuti delpaganesimo daun punto di vista religioso. Lasciamo da parte il fatto che la loro artefatta religiosità in realtà è un qualcosa diestremamenteinfantile e abborracciato!Bisogna invece mettere bene in primo piano che il paganesimo, sia come fatto storico che come fatto religioso, èqualcosa didefinitivamente tramontato. A riguardo noi abbiamo elaborato la seguente definizione:

Si può dunque ragionevolmente parlare di "postpaganesimo", come raccolta di sintesi del retaggio del mondo anticoda parte di coloro che ad esso si rifanno. Questa sintesi non può assolutamente comprendere la "religione",comunque la si voglia intendere, perché essa non è altro che una forma incompatibile con il mondo in cui viviamo evivremo in futuro. E' nota la definizione di Marx ed Engels della religione come "oppio dei popoli". Attraverso lareligione si è sempre espresso solo l'assoggettamento delle coscienze più deboli a vantaggio di una casta diIniziati...decaduti.

L'unica cosa che si può avvicinare ai valori pretesi o presunti di una religione pagana è la MITOLOGIA. Ma laMitologia non si può esprimere in modo religioso, assolutamente. Essa è invece lo spirito vitale che ha permeatol'antichità, fin dai suoi tempi più remoti, e che permea tuttora molti aspetti della vita contemporanea. Non a caso,coloro che stanno cercando di proporsi come i moderni sacerdoti di un rinato paganesimo si stanno impegnando inun'opera di demolizione dei contenuti mitologici, attraverso degli assurdi commenti a celebri testi di mitologiadell'antichità, come gli Inni Orfici.Distorcendo il contenuto dei miti in base alla propria visione sfocata e febbricitante, costoro aprono la strada allalegittimazione dei loro discorsi più generali e che in realtà sono solo la rimasticazione dei più banali luoghi comunidella psicologia applicata alla risoluzione dei complessi irrisolti della personalità individuale.L'Ordine Politeista Mediterraneo ha deciso di impegnarsi nel contrastare questo tentativo di far rientrare dallafinestra la religione per soddisfare i bisogni di potere di alcuni personaggi, portando avanti il valore dei contenutidella Mitologia".

Dunque la vera dottrina di Fincati, per sua stessa ammissione, è che "il paganesimo, sia come fatto storico checome fatto religioso, è qualcosa di definitivamente tramontato". Il termine "postpaganesimo", con cui definisce la suadottrina, è semanticamente perfetto e, nello stesso tempo, una "presa per il culo". Infatti il "dopo-paganesimo" èstoricamente semplicemente il cristianesimo che, proprio come Fincati, crede o vuol far credere che il paganesimo èdefinitivamente tramontato. Non devono trarre in inganno le lodi, che Fincati tesse, della mitologia pagana, giacchèessa, disgiunta dalla pratica rituale, non possiede un vero potere dirompente e riformatore dell'animo religioso:difatti, il cristianesimo l'ha sempre insegnata nelle sue scuole, per la comprovata innocuità (1).

(1) Evola sarebbe stato pienamente d'accordo, infatti scrive in "Rivolta contro il mondo moderno" (Roma, 1969): "Ilrito fu il cemento originario delle organizzazioni tradizionali piccole e grandi (p. 49). Ed aggiunge: "Nelle forme piùalte della luminosa spriritualità aria, in Grecia, in Roma antica e anche in estremo Oriente, la dottrina era nulla oquasi nulla: soltanto i riti erano obbligatori ed imprescindibili" (p. 68). [N. d. Ea]

II-Dell'abilità di Fincati

Per comprendere come si fa a "prendere per il culo" i pagani, possiamo considerare un saggio di Fincati del 2004,piuttosto noto perchè lo pubblicò anche su Internet, e cioè "Ekatlos e il Lapis Niger".Il 19/12/2005, 01:38, nel Forum del sito Satvrnia Tellvs, un tal "Tommaso.ROMANO" scrisse: "Spero di non risultare'antipatico' dovendo limitare la mia partecipazione a questo forum con delle domande... Dopo aver reperito iriferimenti indicati dal Prof. Consolato su "Politica Romana" 6/2000-2004,pag.87, n.64, chiedo un giudizio sulseguente scritto. Grazie.TRATTO DAL SITO http://www.picatrix.com/ EKATLOS E IL LAPIS NIGER".Sandro Consolato rispose: "L'articolo di Vittorio Fincati EKATLOS E IL LAPIS NIGER, tratto da

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http://www.picatrix.com/ , non lo ho voluto mai commentare, ritenendo che quanto ho scritto nel mio ampio saggio suBoni apparso in Politica Romana 6 contenesse già sufficienti elementi per confutare implicitamente le tesi 'originali'di cui quell'articolo è portatore. Inoltre mi secca entrare in polemica con Fincati, poiché ricordo la sua generositàcome libraio e un piacevole pomeriggio passato insieme a Bassano. Tommaso.ROMANO, dunque, più che essere'antipatico' lui, mi rende 'antipatico' il compito che ora mi assegna, non essendoci di fatto altri che credo vogliano opossano qui rispondere a questioni che tirano in ballo Giacomo Boni".Scorgiamo in questo brano la I ABILITA' di Fincati: Lusingare personaggi noti dell'ambiente pagano, affinchè siastengano dal criticarlo direttamente e, quando proprio chiamati a farlo, non gli somministrino "legnate" troppopesanti.Nel saggio di Fincati si legge tra le altre cose: "Ora, ci sono validi indizi sia nel documento che nei fatti della vita delBoni riferiti negli articoli di Sandro Consolato - che si rifà alla biografia dell'archeologo - per attribuirgli la paternitàoriginaria dei riti di cui si parla". Consolato ribatte: " Che 'sia nel documento' (relazione Ekatlos) che 'nei fatti dellavita del Boni riferiti negli articoli di Sandro Consolato - che si rifà alla biografia dell'archeologo' ci siano 'validi indizi''per attribuirgli la paternità originaria dei riti di cui si parla' è ancora pura fantasia. Io non ho mai suggerito taleipotesi: Ekatlos forse non era Caetani, ma di certo non era Boni".Qui scorgiamo la II ABILITA' di Fincati: Distorcere il pensiero altrui, fingendo che dica quello che a lui comoda.Consolato continua, rintuzzando altre argomentazioni di Fincati, ma... non coglie l'occasione per dargli una ...mazzata definitiva!Infatti, nella nota 6 del saggio di Fincati si legge (i puntini di omissione nel testo sono di Fincati): "Anche il LoMonaco segnala il sepolcro sulla via Appia ma soltanto, come ci ha gentilmente detto, sulla scorta dell'affermazionedi R. del Ponte. A titolo di curiosità segnaliamo quanto si legge nel libro di T. Antongini, Vita segreta di Gabrieled'Annunzio (Mondadori, Milano 1938, p.406): Il sortilegio ebbe luogo a Roma la notte del 20 Giugno 1915. Vipresero parte attiva d'Annunzio e la marchesa Luisa C. [Casati] ... La curiosa cerimonia si svolse alla tomba degliOrazi e dei Curiazi sulla Via Appia, allo scoccare della mezzanotte.... A testimonianza dell'episodio rimase uncuriosissimo e audacissimo poemetto in prosa che d'Annunzio scrisse in francese e intitolò: 'La figure de cire'. Diquesta rarissima composizione non esistono che due copie, delle quali una è nelle mani della Marchesa C. [Casati].L'originale fu distrutto dall'autore".E qui scorgiamo la III ABILITA' di Fincati: Omettere, senza pudore, dei brani dalle proprie citazioni, scrivendo solociò che conviene a rendere plausibile la propria tesi. Chi legge gli "estratti" di Fincati è effettivamente portato acredere che D'Annunzio e la Casati abbiano potuto prender parte anch'essi almeno ad uno dei rituali descritti daEkatlos. Fincati confida sul fatto che il lettore, con ogni probabilità, non abbia letto il testo di Antongini e che, quelliche lo hanno letto, si facciano gli affari propri.Noi invece non ce li facciamo e andiamo proprio a trascrivere il brano integrale del testo di Antongini:"Solo una volta ebbi occasione di assistere con lui [d'Annunzio]ad una pratica 'd'involtura' alla quale egli sembròprendere seriamente parte attiva, ma mantenendo inalterato (ne sono certo) il suo interno sorriso d'inguaribilescettico. Il sortilegio ebbe luogo a Roma la notte del 20 Giugno 1915. Vi presero parte attiva d'Annunzio e lamarchesa Luisa C. Officiò una maga che in quell'epoca prediceva il futuro alla Roma dei salotti e delle Ambasciate eriempiva le tasche degli illusi di costosissimi amuleti che ella diceva provenienti dall'Oriente misterioso e che eranoinvece fabbricati in via Margutta da un Dossena qualunque. Questa maga era la contessa P. La stregoneriamedievale dell'involtura, per chi non lo sappia, consiste nella sacrilega parodia del battesimo di una figura di cera,rappresentante un nemico che si vuol ferire o far morire. Il fantoccio viene poi trafitto con uno spillo nel punto esattoove si desidera che l'individuo da esso rappresentato subisca una lesione fisica. Questa gentile pratica era molto invoga anche all'epoca del Re Sole. La curiosa cerimonia si svolse alla tomba degli Orazi e dei Curiazi sulla ViaAppia, allo scoccare della mezzanotte, come esige la tradizione. Nessun particolare del rito satanico venne omesso,affinchè il magico esperimento sortisse il malefico effetto desiderato. Probabilmente, lo confesso, non ebbi grantimore per la vittima designata, trafitta in effigie, benchè l'ora, il luogo strano, la suggestione della notte temporalescae la serietà degli 'officianti', conferisero una certa funebre solennità alla cerimonia già poco allegra per se stessa. Lavittima del resto vive ancora (sono passati ormai 18 anni) e non mi è mai risultato che abbia risentito alcuna tragicaconseguenza di quel sortilegio da lei certo ignorato. A testimonianza dell'episodio rimase un curiosissimo eaudacissimo poemetto in prosa che d'Annunzio scrisse in francese e intitolò: 'La figure de cire'. Di questa rarissimacomposizione non esistono che due copie, delle quali una è nelle mani della Marchesa C. L'originale fu distruttodall'autore".Dunque si trattò di una volgare imitazione di un rito di involtura, praticato da una imbrogliona, sedicente maga.Nessun collegamento con i rituali romani di vittoria di cui parla Ekatlos.Consolato concluse il suo intervento, nel forum di Satvrnia Tellvs, dicendo: "Non ritengo di dover aggiungere altro.Forse solo - e in altra occasione l'ho già detto - che la cultura e l'intelligenza di Fincati (e di Lo Monaco) sembranovolutamente (e non per intrinsici limiti) indirizzarsi verso la deformazione di biografie e vicende di certi gruppi epersonaggi. E allora viene da chiedersi, con una canzone di qualche anno fa: 'Perché lo fai?'.Prof. Consolato, avrà sentito anche lei di quella famosa storia ... dei 30 Denari. Qual è il loro attuale cambio in Euro?

III-Quale "mitologia" ama Fincati

In un nostro precedente messaggio abbiamo messo in evidenza come obiettivo di Fincati e dei suoi amici emandanti sia quello di creare spaccature nel fronte pagano. Cosa di meglio che affermare che queste spaccature ...sono sempre esistite?

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E' quel che fa Fincati nello scritto "Ottaviano Augusto il Wojtyla pagano che esiliò Ovidio" (comparso ne IQuaderni di Ipatia n.1, Primavera 2004). Egli così esordisce:"Da troppo tempo la storia di Roma appresa pedissequamente sui libri di scuola pesa come una cappa di falsitàsulle coscienze di tutti coloro che vogliono andare al fondo delle cose. I libri scolastici, almeno fino a ieri, ci hannoinsegnato che Roma fu un tutt'unico, quanto a idealità e condotta ideologica. Ebbene le cose stanno moltodiversamente e si comincia a scoprire che nel mondo romano vi furono DUE ANIME, in perenne lotta fra loro:potremmo chiamarle l'anima di Remo e l'anima di Romolo.La prima incarnava il sostrato protomediterraneo, legato al culto della Natura, ad un ideale di vita tendenzialmentepacifico, alla ricerca del destini dell'uomo attraverso la comunione con la propria madre tellurica. La seconda,generata dall'irruzione di stirpi extra-mediterranee nelle sedi altrui (furono i primi extracomunitari della storia...),propugnava ideali di sopraffazione, anche all'interno di se stessi (con le loro donne), di una spiritualità avulsa dallarealtà e autocastrante.Queste due anime le troviamo presenti fin dalle origini e lungo tutto il corso della romanità fin oltre il suo epilogo,quando nella prima Roma dei Papi l'anima remia dava ancora segni di vita nella celebrazione degli ultimi orgiasticiSaturnali". Ancora una volta questo brano mostra il continuo tentativo di questa persona di distorcere non solo i fatti, ma anchela mitologia pagana (che nei suoi proclami "postpagani" sostiene di amare) a beneficio delle tesi cristiane:- Il mito di Romolo e Remo li mostra come fratelli di un unico e bellicoso padre (Marte) e di una unica madre (ReaSilvia). Fincati, nella sua perfida immaginazione, li fa diventare due "estranei": protomediterraneo Remo edaddirittura "extra-comunitario" Romolo. In questa denominazione già si vede tutto il suo disprezzo per la TradizioneRomana.- Remo, nel mito così bellicoso da sfidare Romolo, diventa nell'immaginario di Fincati "legato al culto della Natura,ad un ideale di vita tendenzialmente pacifico".- Romolo, i cui discendenti hanno conquistato il mondo piegando di continuo ogni realtà avversa, diventa il simbolicocapostipite "di una spiritualità avulsa dalla realtà e autocastrante".- Solo apparentemente, poi, Fincati esalta "l'anima remia", perchè di fatto la riduce agli "orgiastici Saturnali".- Naturalmente, le due "anime" romulea e remia terminano entrambe (conformemente alle tesi cristiane) con laRoma dei primi Papi.Questa dunque è la mitologia pagana che Fincati dice di amare: le favolette che lui stesso inventa ad usumchristianitatis. Nel seguito dello scritto, Fincati identifica in Ovidio un rappresentante della sua immaginaria animarenia, ma il pezzo forse più "divertente" è quello finale, che riportiamo integralmente, nota inclusa."Continueremo più oltre il nostro discorso su Ovidio e sulla concezione rèmia o mediterranea della Vita; il Lettorenon deve però pensare che tale concezione fosse un qualcosa di poco virile in senso eminente, solo perché sipreferirono le cotogne alle spade. Quand'era necessario, si sapeva menar le mani in battaglia altrettanto bene senon meglio di quanto facevano gli inquadrati legionari romani o le impenetrabili falangi macedoni. Purtroppo ladifferenza fra un guerriero [5] e un militare di carriera non è mai stata compresa da certi intellettuali di destra.[5] Escludiamo dalla lista dei 'guerrieri' i famosi Bersekers scandinavo-germanici, i 'guerrasantisti' maomettani e tutticolor che, in generale, agognano ad una condizione infra-umana di coscienza".

Ora, stabilito che non esiste alcuna concezione "remia" della vita se non nell'immaginazione di Fincati, quanto allaconcezione "mediterranea", se con questo termine generico e approssimativo si intendono le popolazioni cheMacedoni e Romani sottomisero, è cosa ridicola, perchè antistorica, affermare che esse sapessero "menare le mani"meglio ... di coloro che le sconfissero!Quanto alla differenza tra guerriero e militare di carriera, deve rilevarsi che:- a volte, nell'antichità, non v'era differenza alcuna tra le due cose, giacchè se uno era guerriero per casta ... quellaera la sua carriera!- se poi ci si vuol riferire ad una dimensione sacra della guerra, dire che i Romani non la conoscevano èbestemmiare! In guerra essi ritenevano che la perfetta esecuzione dei riti propiziatori era persino più importante delvalore nel combattere.Infine, in relazione ai "guerrasantisti maomettani", noi che non li approviamo minimamente non saremmo però maicosì subdoli, come Fincati, da affermare che "agognano una condizione infra-umana di coscienza".Ekatlos: Questo atteggiamento cristiano, "negante" l'esistenza attuale del paganesimo, è continuamenteconfermato anche da individui che hanno pretese esoteriche. Scrive ad es., senza la benchè minima giustificazione,Mario Polia nel saggio "Linee per una Critica al Concetto di Tradizione in J. Evola" (Identità Europea, Maggio2005):"Si può obiettare a tale proposito che, se pur sotterranea e limitata ad una cerchia ristretta, esista ancora unacontinuità tradizionale che, passando di mano in mano veicola ancora ai nostri giorni la sostanza e le formedell'antica tradizione romana. Questa obiezione, fondata su una sorta di dogma accettato acriticamente da parte dicerto tradizionalismo che definiamo, in sintesi, neo-pagano, apre la possibilità a che forze antitradizionali, operandosotto le mentite spoglie di una tradizione, possano far confluire la tensione di individui spiritualmente immaturi, versoforme pseudo-tradizionali inerti dal punto di vista dell'azione del sacro o, peggio, veicolanti una sacralità di ordinenegativo in quanto le azioni rituali presenti in tali forme sono illegittime. La massoneria, specie in Italia, è stata ed èparticolarmente attiva in questo genere di parodie pseudo-tradizionali della tradizione romana, parodie confezionatead uso di una certa parte della 'destra' ".

Certo Polia è, in genere, più serio di Fincati, ma non per questo è esente da colpe.Giustamente, la nuova Costituzione Europea ha rifiutato di riconoscere quelle esclusive radici giudeo-cristiane, che

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alcuni politici come Gianfranco Fini volevano appiopparle. Fini ha dimenticato (o ha finto di dimenticare) che, anchenel periodo cristiano, il Diritto degli stati europei è rimasto essenzialmente il Diritto Romano, non essendo maiesistito un diritto cristiano ed essendo fuori discussione, nelle nostre terre, il diritto giudaico. Inoltre, da un punto divista religioso, per il futuro di una struttura multi-etnica e multi-religiosa come è l'Unione Europea (in ciò del tuttosimile all'Impero Romano), non esiste altra soluzione se non quella del costituirsi di un nuovo Pantheon, daintendersi non tanto politeisticamente, quanto pluralisticamente. Un Pantheon cioè che raccolga i vari culti spirituali,non importa se monoteisti come le religione abramiche, politeisti come i culti classici, o non-teisti come il cultobuddhista. Devono però essere tassativamente esclusi dal Pantheon quei culti che predichino morali non rispettosedelle leggi dello stato europeo, oppure che non riconoscano gli altri culti del Pantheon e infine quelli che predichinola guerra di religione. In quanto nemici dello stato e della pace (degli uomini e degli dei), questi eventuali cultidovranno anche essere legalmente perseguiti.In quest'ottica, personaggi come Polia, pur non essendo subdoli come Fincati, sono tuttavia degli "impiccioni".Nessuno impedisce a Polia di proseguire nel suo cristianesimo (quale?) e buon pro gli faccia. Ma, per favore, non sioccupi degli altri culti che, nonostante le sue pretese, non conosce e non capisce.