5 Rassegna di Artisti Contemporanei Vigevanesi · da sentimenti in continua ricerca di nicchie e...

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30 Ottobre11 Novembre 2010

Cavallerizza del CastelloVigevano (PV)

Rassegna di Artisti Contemporanei Vigevanesi

5a

Associazione Culturale

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Arte in Vigevano 20102


Rassegna di Artisti contemporanei Vigevanesi 3

Prefazione

Arte e Solidarietà

La quinta edizione della rassegna di Artisti Contemporanei vi-gevanesi è un avvenimento che mette in mostra quelle capacitàdi svolgere delle attività figurative (scultura e pittura) attraversol’idea del bello, dell’originalità, dell’intuizione, della ricerca dellaforma e del colore, dell’estetica, dello spazio, della manualitàe altre sensibilità elaborate dalla cultura e da doni naturali eche nel linguaggio corrente si restringe nel significato di Arte.

In questa quinta edizione è possibile vedere elementi della cul-tura classica e opere che traggono da soggetti, da materiali, damezzi di trasposizione, da ritmi e da mode, con una invenzionedel tutto particolare.

Una rassegna dove si può scoprire la tecnica personale, mezzie materiali a volte inediti, figure di una plasticità ricca di slancivitali e recitati su un palcoscenico privato, arrivando sino a na-scondere le mani agli occhi invasivi altrui, con una religiositàpiena di silenzio e di meditazione. Un pudore del bello velatoda sentimenti in continua ricerca di nicchie e anfratti dove col-locare il proprio modo di comunicare.

Un Foyer che deve essere visitato e studiato per capire e spie-gare come e perché un gruppo di 40 artisti sa ruotare nell'or-bita dell’arte con lo stile, i temi, le tecniche, i valori e il sognosegreto di rivolgersi sempre ad un vasto pubblico per ottenereconsensi.

Se ci basiamo su uno qualsiasi dei criteri di bellezza, elaboratidalla nostra cultura, finiamo per comporre una collezione edin questa quinta rassegna vengono collocati fianco a fiancoopere che gli artisti che espongono, da soli difficilmente si sa-rebbero avvicinati tra loro.

È merito di questa associazione “Arte in Vigevano” se sa rac-cogliere e organizzare la visibilità, se sa riunire ogni anno i la-vori di questi artisti locali in una storia dell’arte figurativacontemporanea vigevanese. Una funzione sociale che sa ga-rantire la libertà d’espressione e la solidarietà per una esigenzae soddisfazione degli espositori e della città.

Cesare de Marchi

Mondi lontani con percorsi diversi, ma pervasi da passioniprofonde. In comune la tensione ad un arricchimento del-l’uomo, degli uomini.Per Dostoevskij “la bellezza salverà il mondo”.

Padre Ermanno Battisti definiva il “coinvolgimento degli amiciVigevanesi” nell’avventura in Guinea-Bissau “un modello pertutti coloro che, credendo alla loro capacità di fare qualcosadi bello per i più poveri, arricchiscono il mondo con tantiaspetti di quella bellezza che lo salverà”.

Quando “Arte in Vigevano” ha contattato la nostra “Vigevano-Prabis” due mondi si sono accostati.Aver proposto “Africa, Bambini” come tema della perfor-mance artistica collaterale alla preziosa Rassegna ci ha parti-colarmente colpito e lusingato. Possiamo condividere laleggera follia che caratterizza gli artisti e gli utopisti.

Ci troviamo affiancati, guardiamo nella stessa direzione.Ci state aiutando.

L’aiuto va ben oltre il ricavato della vendita delle opere devo-luto all’Ospedale Pediatrico di Bòr.Nuovi legami nascono tra le “persone”, nuove amicizie tra iVigevanesi e gli amici Guineani di Prabis.

Riccardo Panzarasa

Ma i mari e gli oceani non sono composti di piccole gocce?

Rita Viarenghi



modellato al Liceo Artistico di Brera dal 1942 al 1979 e tem-poraneamente alla stessa Accademia, nel 1969 in sostituzionedi Messina.

Nel 1940 e nel 1942 espone alla Biennale di Venezia, ottenendo,in occasione della seconda partecipazione, la borsa di studiodel Ministero della Pubblica Istruzione.

Nel corso del primo dopoguerra si fanno sempre più numerosele partecipazioni di Cassino a mostre collettive, mentre hannoluogo le prime Personali, nel 1949 a Pavia, nel 1951 a Torino enel 1953 a Vigevano a Palazzo Ducale, che fanno conoscere edapprezzare ad un pubblico più vasto il tranquillo rasserenantetalento dell’Artista. Più tardi verranno le commissioni chel'avrebbero reso famoso.

Nel settembre del 1956 a Narciso Cassino viene confermatol’incarico per l'erezione del colossale gruppo della Mater Deiper il Santuario della Guardia di Tortona.

La Madonna, che tiene in braccio il Bambino, misurerà 14metri di altezza, con un metro di circonferenza alla cintola. Se-parata in quattro parti sarà fusa in bronzo ed in seguito dorata,il suo peso finale sarà di 120 quintali.

Soltanto il 27 agosto 1959 la statua sarà sistemata in cima allatorre, dopo aver superato innumerevoli difficoltà di caratteretecnico e meccanico della messa in sicurezza della torre e delpesantissimo manufatto ad una altezza di 60 metri.

Nel 1963 eseguì il portale della chiesa dei Paolini ad Alba e nel1980 il Don Orione per il Duomo di Milano. Altre opere sacre appartenenti all'ultimo periodo: il paliottodell’ambone ed il paliotto d'altare della chiesa Parrocchiale diCilavegna.

Giuseppe Castelli

Narciso Cassino

Lo scultore, nato a Candia il 27 settembre del 1914, si avvicinòmolto presto all’arte: fu in seguito allievo prima del Liceo Ar-tistico e quindi dell'Accademia di Brera, dove curiosamentefrequentò per il primo anno i corsi di pittura, dove ebbe comemaestri Aldo Carpi e Carlo Carrà.

Al secondo avvenne la scelta decisiva, con il suo passaggio aicorsi di scultura (egli stesso confessa ancora oggi di non saperespiegarsi i motivi di quel cambiamento) ove ebbe l’incontrodecisivo per la sua formazione di artista: quello con FrancescoMessina, che dal 1934 deteneva la cattedra di scultura a Brera.Terminati gli studi tornerà come docente di Figura e di Ornato



Avvicinarsi allo scultore Cassino non è un approccio, ma unessere catapultati nella lirica disponibilità di un uomo amantedella pace e dello spirito. Uomo riservato e gentile, quasi ete-reo, trasparente, era dotato di uno sguardo penetrante e at-tento, presente eppure quasi irraggiungibile.

Nella seconda metà del xx secolo iniziò la sua personale ricercadel ritmo e riuscì a tradurre nella musicalità della linea il pesoresiduo di una plasticità chiaroscurale. La scultura non si im-poveriva, le superfici si identificavano con la luce che non solone esaltava i piani bensì convertiva il fatto chiaroscurale in lim-pida e pacata distribuzione di ben equilibrate masse che l’Ar-tista trasformava in diafani e tenui volumi armonicamentedisposti. Subentrava sempre più insistente la ricerca sul ritmo. Nel 1960 eseguì la Danzatricedistesa, che gli valse il premio Garzanti.

L’elegantissima e scattante danzatrice, ispirata alla famosa bal-lerina Margot Fonteyn, è di squisita raffinatezza nei gesti: latensione della figura, il languido abbandono delle braccia al-l’abbandono musicale che la sospinge ad inarcarsi rappresen-tando un accostamento di ordine intellettuale. Ha realizzatocentinaia di piccole e grandi sculture, realizzate con l'essenzia-lità delle forme, di bozzetti, di rilievi, ritratti, bellissimi quellidi bambini. Le sue opere sono disseminate un poco dovunque in moltecollezioni private. Attivo fino alla fine della sua avventura ter-rena, morì nell'amata Candia nel 2003.

Tratto da “Pittori Lomellini” tra 800 e 900 di Francesco Ogliari e Rita Viarenghi


Giuse Albani


“Tutti vogliono capire l’arte.Perchè uno non cerca di capireil canto di un uccello? Perchèuno ama la notte, i fiori, tuttociò che ci circonda, senza vo-lerlo capire? Ma quando sitratta di un quadro la gentepensa di doverlo capire.Se solo comprendessero unabuona volta che un artista creaperchè deve creare, che luistesso non è che una particellainsignificante del mondo e chenon gli si deve prestare atten-zione più che a tante cose almondo che ci rallegrano, anchese non le possiamo spiegare!”

Pablo Picasso

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Alberto Ambrosini

La sua realtà, dilatabile perforza di fantasia, cede il sensosegreto della tragicità e desola-zione di un mondo che sembraavere dimenticato la luce dellospirito. Ogni quadro approfondisce ilsuo impegno intellettuale; leimmagini lucide, definite, spic-cano su sfondi cromatici as-sorti, con finezze di accordi, suiquali è bene fissare con pazienza l’attenzione.

Vita Spanò



Angelo Arrigoni


Incisore e pittore, opera con lalaboriosità di un artigiano e conla stessa semplicità dei creatoridi “Imagerie Populaire” che illu-stravano libri, lunari, calendari,sogni e profezie, senza raffina-tezze culturali ed estetiche, macon una sincera aderenza alsoggetto e alla tradizione.Per questo ricercati e apprez-zati dal popolo.

Con entusiasmo e impegno de-scrittivo, Arrigoni affronta itemi proposti dai committenti,ottenendo consensi per la ge-nuinità del suo tono lirico,come gli è stato riconosciutoanche da da Franco Poma.

Enzo Pellai

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Augusta Bariona

Donna e artista, ama la sfida ele contraddizioni: non può sot-trarsi dal lasciare irromperecon prepotenza sul progettodell'opera (sarà questo il sensodelle tante misteriose “intru-sioni”?) ogni forma di culturafrequentata - pittura, musica,poesia, teatro, discipline filoso-fiche orientali, conoscenzeastrologiche - nel segno di unafeconda ingordigia.

Luisa Facelli



Giampiero Bonomi


La purezza e la semplicità dellelinee e la compattezza dellemasse, già patrimonio della spi-ritualità più antica, vengonopoco alla volta recuperate dallasensibilità dello scultore attra-verso un procedimento intellet-tualistico a ritroso nel tempo,che lo riporta alle radici delpercorso artistico umano edella rappresentazione iconica. Qui le forme si depurano, rag-giungendo l'essenzialità e assu-mendo valori simbolici edeterni intimamente legati alsenso più vero della vita.

Giuseppe Castelli

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Daniele Bursich

Vedo i miei quadri come la rap-presentazione del mondo di unnon vedente.Ho studiato l’alfabeto Braille,ho imparato a scrivere e a leg-gere come loro, e ho capito cheesiste un altro modo di vedere,che non conosciamo, che noncapiamo una vista mentale oltrela vista sensoriale.Un nuovo essere, un nuovo di-venire. Tutte le tele che realizzo,rappresentano alcune delle si-tuazioni in cui mi sono imme-desimato, come per esempioavvicinarsi a dei fiori, percepirnela forma, il profumo pensandoanche alla quotidianità dellecose più semplici come bere uncaffè, attraversare una strada,fare sport. Nulla è come sem-bra, nulla è come lo si vede,anche noi stessi.



Mario Castellani


Da tempo vivo nella Svizzeraitaliana. Dal contatto e dall’im-mersione con la realtà e la cul-tura elvetica si sono sviluppati itre quadri formanti il trittico al-legorico sulla Svizzera in cui horappresentato alcuni aspetti delsuo territorio, della sua culturama anche delle sue paure echiusure: con “Il dominio delleacque” la particolarità del terri-torio da cui nascono fiumi eu-ropei; con “Il domino delleleggi” il rispetto delle regole edel proprio ambiente; con “Ildominio dei confini” la difesadella propria identità e indipen-denza ma anche la sua pauraverso gli altri con il rinchiudersiin se stessa.

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Margherita Colacicco

Le sue opere chiamano incausa, ad un tempo, lo spaziocome dimensione reale e ter-rena e lo spazio come dimen-sione cosmica e trascendente.Lo stile ardentemente astrattoe l’informale mediterraneità neicolori e nella grafica, mettonoin luce un’intimità infantile eprimordiale.Il netto contrasto fra gesto e co-lore esprime un ventaglio distadi diversi di inquietudinenell’apparente tranquillità del-l'immagine. L’automatismo psi-chico del gesto e il segretodramma del colore rivelanouna spiritualità arcaica e unsenso dell'opera d’arte cometraccia tangibile e concreta diun pensiero astratto, una rifles-sione sul tumultuoso e implaca-bile rapporto fra anima euniverso.

Lara Palmisano



Marco Coldesina


Ho fatto un sognoun sogno coloratoun sogno che sorride.Indifferente sorride.

F. Contiero

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Francesco Contiero

Dalle mie mani nascono formefinora inesistenti.



Laura Dell'Erba


...col pennello voglio cantare icolori del Samsara...

...con le mani voglio danzarecon la materia...che oggi c’è,domani forse...

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Luigi Dellatorre

Per l’edizione 2010 di “Arte inVigevano”, ho realizzato l'in-stallazione sonorizzata “Accan-tando: Genesi”.

Come ha fatto Dio a crearel’universo? Una bella domandaa cui non so dare una rispostalogica ed esauriente. Ma conl'aiuto del testo biblico, ed altromateriale pertinente, ho pro-dotto questa installazione cheelabora una possibile rispostaartistica all'immane quesito.



Franco Fasulo


Storie di bitume e di vernice.Bitte usurate sui moli. Linee di galleggiamento di vec-chi cargo, capaci di un esoti-smo estremo. Nasce sul mare la pittura densadi Franco Fasulo. Un atelier da-vanti al mare di Agrigento, ilsud del sud. Un porto, checome una porta spalancata alsogno sancisce la Finis Terrae.La pittura del maestro iniziaqui, nel piccolo scalo che fucaro a Luigi Pirandello: unasorta di teatro, il palcoscenicoelettivo della Storia mediterra-nea, la madre di tutte le storie.

Valeria Serra

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Carla Gioetto

Carla dispone di quella partico-lare capacità di trasformare ilpezzo di creta in figure e perso-naggi che evocano ricordi esentimenti lontani.Le sue donne accovacciate, se-dute, distese, sono scavate, pla-smate e deformate così come èil percorso a ritroso nella me-moria, che porta a recuperarel'essenza del tempo.Il processo di svuotamento e disottrazione della materia per-mette di svelare le sue figure,nude e al tempo stesso carichedi serenità estetica.

D.B.



Giuseppe Giuliani


Gli esiti delle ultime ricerchehanno visto l'arte di GiuseppeGiuliani muoversi attraverso unlinguaggio fortemente simbo-lico. Le opere, trattate con unamateria inusuale, senza nome esenza storia, la riscatta e la tra-sforma con il fuoco della suaispirazione, traendo opere, chepropongono il rilievo delloscavo, ottenuto magistralmenteda giochi di luci ed ombre checreano suggestioni profonde eindimenticabili. Pittore e sceno-grafo, ha compiuto gli studi ar-tistici a Milano, formandosi alTeatro della Scala, sempre aMilano ha realizzato uno deipiù grandi murales d’Europa,inaugurato dal Cardinale CarloMaria Martini. Accademicodell’Accademia dei 500 e del-l’Accademia Tiberina, divenutoLomellino da alcuni anni.

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Rosangela Giusti

Dipingere è il mio modo di ve-dere il mondo, il mezzo che mipermette di fissare gli attimi, leidee, i sentimenti.È la risposta alla necessità dicomunicare anche senza le pa-role. Ecco quindi cosa rappre-sentano le mie opere: unveicolo attraverso cui trasmet-tere all’osservatore le emozionie le sensazioni che hanno per-messo alla mano di dare vita alquadro, passando prima dallatesta e dal cuore.



Giuseppina Iannello


Pittrice e scrittrice.

Le sue opere sono sempre benequilibrate e dense di significati,veicolano sovente concetti,sensazioni, percezioni chevanno al di là di ciò che si rie-sce a leggere. In continua ri-cerca di soggetti, sperimentacon diversi materiali, non trala-sciando di stupire con le com-posizioni pregne di colori eautoindagine psicologica.Davanti alle sue opere ci si sof-ferma a cercare il significatoche va però ricercato nella pro-pria interiorità in un ideale dia-logo con l’anima dell'artista.

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Joseph Kaliher

Artista è colui che sa inventarecose nuove e valide e non chi èbravissimo a ripetere cose giànote e neppure colui che è per-fetto esecutore di modelli giàesistenti. Solo la voce del veroartista sarà annoverata nellastoria dell’arte. E l’arte rispec-chia la struttura dell'essere cheJoseph ha saputo magistral-mente trattare in vista di unalogica di ordine, sviluppo e cre-scita, individuali e sociali. Il lavoro dell'artista Kaliher èdefinito dal gallerista Tossi: “ unmagico e libero volo misteriosodi ricerca di una mente rove-sciata, per mostrarsi in tutta lasua nuda meraviglia al mondo”.



Enrico Martinotti


Il disegno si forma nell’incro-ciarsi dei segni meditati e pre-cisi. Nasce dall’astrazione unreale conosciuto e magariamato senza che l’artista lo fac-cia vedere: è la magia di unaforza contenuta ed esplosivache, dominata da una grandepurezza, si ritrova nell'arte diEnrico Martinotti. Sono im-pressioni, ricordi, visioni e figure interpretate in volumiche aggregano diverse formegeometriche in cui sembranocongiungersi le esperienze metafisiche con quelle astratte.

Giorgio Falossi

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Derio Mazzoli

Meditazioni estetiche quelle diMazzoli, che raggruppano unarco intero di vita dedicata all’in-trospezione artistica attraverso levarie forme per comprendere ildivenire dell’arte che si fa stradaattraverso gli occhi del fruitorein modo semplice ma com-pleto. Un divenire che offre a chiguarda le opere il piacere delpensare in pittura attraverso lafilosofia del visibile.

Viviana Saino



Marco Montani


Atmosfere leggiadre su spazi li-mitati e distesi, scandite da vi-vide e festose trame, immaginidi un paesaggio filtrate dall’im-maginazione, visioni di archi-tetture trasfigurate dai coloridell’arcobaleno, racchiuse entrolinee e figure poste in sequenza,quasi a scandire il penta-gramma della vita.

Silvia Gallina

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Michele Paladino

Quando si spegnerà la lucenell’anima mia, non ci sarà piùcolore. Tutto diventerà nero,sempre più nero e tutto voleràleggero come una piuma nelvuoto più profondo. Si incon-treranno anime contro anime. Ci sarà festa scintillante di co-lori e forme che rivivranno conme per sempre.



Nicola Palermo


“Venni, vidi, Video” di NicolaPalermo è un’ironica visionemulticolore ispirata ai videoamatoriali che quotidianamentetroviamo sul web.La parete di una stanza, sceno-grafia del vissuto comune, di-venta per l'artista stesso unaquinta dove mettere in scenaimprovvisazioni visive, giocatesoprattutto sul cromatismopercettivo e sugli effetti sgranatidella web cam.La musica di Don Cherry scan-disce perfettamente il ritmodell'opera.

Prof.ssa Anna Strada

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Palermo Nicola Claudio

Non ho nessuna pretesa nè de-siderio di stupire con il virtuo-sismo tecnico, le mie fotodiventano strumenti analiticiper indagare, scandagliare edinterpretare, attraverso le formee le espressioni tutto ciò che micirconda. Impressioni che ru-bano la mia attenzione,un’espressione, un fuori-ordine,un neo che non trovava dignitàdi visione, un riflesso di quelche si cela. Io sono la lastrasulla quale si fissano e si espri-mono le cose che vado incon-trando.



Aldo Pallanza


L’arte astratta è invenzione, im-maginazione, emozione, crea-zione, futuro, realtà. Quando lasi conosce, non la si può cam-biare perchè è perenne, è vita. Tutto ciò che si vede se ne và erimane ciò che si sente.

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Domenico Panarò

“EBLASIONE” geometrie sur-reali. Scatole, tristemente schiavedella loro funzione, del lorocollocamento: le scatole, si ri-bellano ed esplodono in una ri-valsa voluta, ricercata eappagante che fa di un sem-plice modello da schizzare ununico modello da rivalutare.



Roberto Pelli


Pelli ti fa sì vedere la Lomel-lina. Ma è un pretesto. Il no-stro paesaggio non gli è certocome fine. Pelli non è un vedu-tista/paesaggista. Il suo impa-star la Lomellina col dosaggiodei colori gli serve comemezzo per affermar una benprecisa idea/azione pittorica.

Luigi Balocchi

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Gilda Peluso

Cos’è l'arte?È la voce dell'anima, espres-sione del pensare e del sentire,senza la pretesa che gli altri ca-piscano.

Gilda Peluso



Angelo Penza


Se nelle mie mani un pugno diumida argilla o una dura pietrasi trasfigurano sino a diventareopera d’arte, avrò creato l'illu-sione di una eterna realtà.

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Michele Protti

Ai fini dell’esplorazione del ba-nale, del quotidiano, dell’ordi-nario, cioè di quel rumore difondo che sottolinea la nostraesistenza, niente è indegno diessere ammesso nel recintosacro dell’opera, dove gli og-getti sono inseriti, incollati, pla-stificati, occultati o evidenziati.



Puro


''Ognuno, nella vita, intraprendeuna sua strada... i bambini raffi-gurati in questi lavori percor-rono strade differenti... io, per essere sincero, non hoancora deciso che strada pren-dere... di sicuro so che la vogliocolorata!''

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Tiziana Salé

“Scegli la tua dea... chissà cosaaccadrà questa volta!”



Danilo Seregni


Secondo Ernst Aeppli (Dertraum und seine Deutung) ilpesce, creatura silenziosa e asangue freddo, è ammirato e in-vidiato per la sua capacità dimuoversi agilmente nell’ele-mento acquatico: scoprire diavere in sè la natura del pescesignifica trovarsi di fronte alleforme originarie dell’esistenzaumana... di fronte ad un profon-dissimo strato dell'anima, per-ciò chi attraversa una profondatrasformazione interiore, cosìcome accadde al profeta Giona,viene per un pò di tempo in-ghiottito dal suo inconscio, ungrosso pesce, e solo dopo riget-tato sulle rive della sua nuova dimensione spirituale.

Lia Lenti

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Giovanna Siviero

La mente che crea è come unTizzone morente che un qual-che Invisibile influsso, come unvento Incostante, risveglia a unosplendore Passeggero.

Percy Bysshe Shelley



Giampaolo Spedicato


La scelta dei soggetti, non es-sendo ispirata ad un tema spe-cifico, è condizionata sopratuttodal mio interesse per le formeed i colori di una immagine, piùche dal significato intrinsecodella stessa.

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Anna Strada

Oltre il confine bianco spazial’immenso respiro del cielo.



Rosina Tallarico


Le opere di Tallarico non si ri-solvono mai al primo sguardo, ma coinvolgono e attirano l'at-tenzione nelle complesse stra-tificazioni dei materiali, dellelinee, del colore, ecco allorache attraverso tonalità calde,campiture di colore larghe e in-tense, risultano sguardi lumi-nosi in grado di indagare nelprofondo l’interiorità, lasciandoemergere non solo il pensierodell’artista, ma sollecitando lapartecipazione di chi guarda,come in uno specchio un pòmagico nel quale gli opposti siriconoscono, tra interno edesterno del dipinto: realtà edartificio non risultano separatima parti complementari diun'unica realtà.

Dott. Francesca Porreca

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Liana Vena

Alla base della mia vita e delmio lavoro c’è il colore che ri-cerco attraverso luce e ombrache si rincorrono come in ungioco senza vinti nè vincitoricreando le sfumature che im-pressionano questi fotogrammi.



Rita Viarenghi


Il colore si è impadronito dime: non devo più inseguirlo. So che si è impossessato di meper sempre.È questo il significato di talemomento benedetto. Il coloreed io siamo una sola cosa.Io sono un pittore.

Paul Klee

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Pino Zanchin

Quella di Zanchin è un’arteapprodata ad un rapporto sen-sibile con la natura ed è co-stantemente alimentata dairiflessi dell’ambiente della Lo-mellina. Il suo linguaggio pitto-rico sta su un crinale percorsoda simboli, con ampie superfici dipinte, sulle quali il pensiero ele emotività passano attraversosovrapposizioni controllate difili e altri materiali. Ne risultauna pittura contaminata nellametodicità grammaticale, mache nel ritmo, affronta l'esi-genza di trovare nuovi equilibrifra l’uomo e la natura. Il mae-stro vanta ripetute esposizioniin gallerie e fiere d’arte in Italiae numerosi paesi d'Europa.




Contatti

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Viarenghi Rita [email protected]

Zanchin Pino [email protected]


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Un sentito ringraziamento va a coloro che hanno concesso il loro contributo,il loro aiuto, il loro patrocinio

Fondazione di Piacenza e Vigevano

Regione Lombardia

Provincia di Pavia

Dott. Daniela Vecchie l'Istituzione Cultura della città di Vigevano

Segno&Forma per la realizzazione grafica e comunicazione

Rita ViarenghiPresidente Ass. Culturale Arte in Vigevano

Ringraziamenti


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